FI n 27

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L’unico denim con le tue iniziali.

Costo copertina €6

MERCATI

Settore uomo: è l'era del new normal

Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Milano

Mauro Grifoni

Direttore responsabile Flavia Colli Franzone

Issue #27- Luglio/Agosto 2014

Focus

Beauty

Trend

ON BOARD

Le tendenze per la p/e 2015 in attesa delle fashion week. Pag. 16

POESIE OLFATTIVE

Moda, arte e tecnologia nella profumeria maschile. Pag. 20

GERMANIA

Il ruolo determinante della locomotiva d'Europa. Pag. 29

Retail

SI ENTRA NELLA RETE

Addio alle foto piatte e tristi. Lo shopping è ispirazionale. Pag. 36

MODA&CINEMA

ALLA SCOPERTA DEI VALORI AUTENTICI

Se la macro-geografia sembra immutata, tutt’altro si può dire del valore delle monete, che fluttuano in conseguenza a politiche protezionistiche da parte di alcuni Governi, dei prezzi delle materie prime e degli scenari politici. Secondo la società di consulenza Bain & Company il mercato va verso una maggiore maturità e stabilizzazione con un trend di continuità in termini reali. “Stiamo entrando in una nuova fase per il settore - commenta Claudia D’Arpizio -, lo definirei un new normal: l’assenza nel breve periodo di fenomeni esplosivi come è stata la Cina negli anni scorsi, e allo stesso tempo una maggiore capacità reattiva alla crisi nei mercati maturi danno luogo a un trend di crescita più stabile e sano, tra il 4% e il 6% a cambi costanti nei prossimi anni”. Pag.12

STRATEGIE

Pensare green è business

La sede di Bottega Veneta

Anche il risparmio è sostenibilità. Il Gruppo Kering è in pole position in fatto di sostenibilità, premiato tra l’altro con il Global leadership award in sustainable apparel. Secondo François-Henri Pinault, ogni imprenditore deve capire i rischi e cercare nuove opportunità. “Questo è il motivo per cui la sostenibilità è la chiave per noi e perché la stiamo integrando nel nostro core business. In realtà la sostenibilità è il nostro imperativo e ci sono incoraggianti segnali che ci spingono ad attuare un forte cambiamento all'interno del nostro gruppo, e nel nostro settore in generale, per creare risultati positivi per le persone e la società”. Oltre a quelle orientate al prodotto, le iniziative per ridurre gli impatti ambientali (con un ritorno in termini economici per le aziende) riguardano anche le strutture. Pag.38

Colin Firth nel film The Railway Man in uscita a settembre e distribuito in Italia da Koch Media.

Abbigliamento e accessori che raccontano una storia ricca di dettagli e di heritage. Anche al cinema vincono le trame vere, come quella del film Railway Man con Colin Firth.

Nella moda stanno avendo successo storie autentiche di marchi che affondano le radici nel passato, con un percorso alla riscoperta dell’heritage fatto di valori e knowhow manifatturiero. Dall’abbigliamento agli accessori, si riscopre la voglia del “bello e ben fatto” che spesso coincide con

produzioni artigianali, se non addirittura originali. E’ il caso degli occhiali General Eyewear, brand inglese che fa capo al negozio omonimo aperto nell’area di Camden Town a Londra con una offerta di occhiali e montature dal 1790 al 1995. Un paio di questi, disegnati e prodotti a mano, è

GENERAL EYEWEAR

indossato da Colin Firth, protagonista del film Railway Man del regista Jonathan Teplitzky, che narra la vera storia di Eric Lomax, ex ufficiale inglese alle prese con la costruzione della "ferrovia della morte" durante la seconda guerra mondiale. A decenni di distanza dalla guerra, decide di mettersi

sulle tracce del suo carnefice in cerca di vendetta. Spetterà alla moglie Patti (Nicole Kidman) aiutarlo a superare i traumi psicologici vissuti in guerra e a riappacificarsi con Takashi. Anche nel cinema dunque, come nella moda, il racconto di storie vere cattura l’attenzione e l’emozione del pubblico.


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Issue #27- Luglio/Agosto 2014


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L'EDITORIALE

Buoni segnali

S

e la nicchia del lusso, a livello mondiale, è prevista in crescita del 6 per cento nel 2014 (ne parliamo ampiamente in questo numero), anche il Made in Italy, per il quale il bello e ben fatto è la punta dell'iceberg, beneficerà di questo trend. Il core business della produzione italiana di abbigliamento e accessori è però la moda accessibile, quella che i buyer di tutto il mondo cercano alle manifestazioni di settore. Alla vigilia di Pitti Uomo e delle sfilate, per questa fascia di produzione sembrano esserci segnali positivi che provengono dai mercati extra europei, ma anche dall'Europa stessa, come ha precisato il presidente di Pitti Immagine, Gaetano Marzotto, in occasione della presentazione dell'edizione di giugno della manifestazione fiorentina. Le aziende stanno esportando di più in questa prima parte dell'anno, ma quello che fa ben sperare è la ritrovata voglia di comprare moda dei consumatori europei, rispetto agli americani e asiatici che lo scorso anno avevano risposto meglio a livello di sell out. Un altro segnale interessante viene dall'Assemblea di Assocalzaturifici e riguarda in generale la produzione e la filiera italiana; si tratta del "reshoring" cioè il rientro in Italia delle fabbriche che avevano delocalizzato all'estero, del quale si cominciano a cogliere i primi effetti. Questo grazie al fatto che la crescita del mercato interno cinese, assecondata dalle nuove politiche economiche della dirigenza del Partito, è ormai interpretata da molti economisti come un punto di svolta. La Cina sarà sempre di più un mercato su cui andare a vendere e sempre meno solo la fabbrica del mondo. Ciò non solo per ragioni di prezzo, ma anche perché il mercato mondiale richiede un tipo di filiera produttiva diversa dal passato. Il network universitario italiano Uni-CLUB MoRe ha evidenziato che il nostro Paese risulta al secondo posto per numero di imprese che hanno deciso di far rientrare la produzione nel paese di origine, dietro agli Stati Uniti e davanti alla Germania. Delle 194 riallocazioni produttive europee in tutti i settori analizzate nella ricerca il 41% è italiano, solo il 20% è tedesco. Tra tutte le riallocazioni internazionali considerate a livello mondiale (426) l’abbigliamento e le calzature rappresentano il 21% e sono il primo settore davanti all’elettronica (15%) e alla meccanica (13%). Quello del reshoring è un fenomeno ormai in atto in paesi come gli Stati Uniti (che stanno attivamente incentivando il ritorno della produzione Made in USA) e in vari settori; a fare da guida Apple che per la sua più recente famiglia di PC di fascia alta ha realizzato un moderno sito produttivo in California così da poter etichettare le macchine sfornate dalla nuova fabbrica come "Orgogliosamente prodotte negli Stati Uniti". Sul fronte delle vendite, il segnale positivo viene ancora una volta dall'e-commerce. Da uno studio di IBM e ModaCult (a pag. 46) risulta che questo canale, oltre ad essere in espansione per gli acquisti - in USA il segmento abbigliamento e accessori, ad esempio, rappresenta il 17,2 per cento del mercato digitale - sia diventato uno dei principali "influencer" confermando quella tendenza in atto da tempo di convergenza ed integrazione tra canali di retail tradizionali e canali digitali, sulla quale si giocheranno le sfide distributive del domani. C'è quanto basta per prefigurare quella che alcuni commentatori hanno già delineato come una nuova rivoluzione industriale, che coinvolgerà il modo di fare e distribuire prodotti e che è molto probabile contribuisca a ridefinire gli equilibri economici nel mondo di domani. @fcollifranzone


Masthead 6

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Hanno collaborato Diana Barbetta, Giuliano Deidda, Alessandra Iannello Marco Magalini, Gloria Magni, Valentina Mascarello, Alice Notarianni Impaginazione MICHELA CLERICI m.clerici@fashionillustrated.eu Redazione Corso Colombo 7 20144 Milano Tel. +39 02 87365694 www.fashionillustrared.eu info@fashionillustrated.eu

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Sommario 8

MERCATI

12

Il casual gioca una nuova partita

Look da weekend 7/24? Non proprio. Ma quello che emerge è un nuovo consumatore, giovane, che vuole uno sportswear alto di gamma.

TREND PREVIEW P/E 2015

16

Gentlemen Club

L’eleganza della mondanità legata agli sport d’élite è declinata in modo contemporaneo.

20

FOCUS GERMANIA

DIGITAL

Poesie Olfattive

Sensazioni, colori, moda, arte e tecnologia diventano parte integrante di un’esperienza lifestyle che passa dal mondo della profumeria.

29

22

Il consumatore tedesco spinge l'Europa del lusso

46

RETAIL

LIBRI

36

48

Comprare on line è sempre più simile a una ‘inspired shopping experience’.

AGENDA

Le mostre di moda e design da non perdere.

Sotto il segno di una vigorosa leggerezza

Leggeri ma compatti, freschi e ben performanti i nuovi tessuti del lanificio F.lli Cerruti per la prossima primavera-estate.

IDEAZIONE

Ora nella rete si etra per davvero

17

24

STRATEGIE

L’evoluzione dello stile nautico per soddisfare le esigenze contemporanee.

Origins, Passion and Beliefs, un salone con il meglio dei giovani fashion designer internazionali sotto la guida attenta di Not Just A Label.

Pensare green è business

On Board

18

New Colonial

Lo stile sahariano incontra i colori tropicali, in un equilibrio di elegante stravaganza.

Alle origini del talento

38

Visione strategica per proiettarsi sui mercati e nuovi modelli di business.

Anche i dati (digitali) sono fashion

Viaggio tra le letture consigliate da Biblioteca della Moda.

49

WORLD NEWS

50

La rassegna stampa dal mondo.

PRODUZIONE

PR&COMUMNICAZIONE

26

40

Tagliatore

Nulla è lasciato al caso

I social sono un must purchè teilor-made.

SOCIAL

ZOOM

52

Una overview sulle principali notizie dal mondo della moda.

42

FASHION CHI LEGGE

il celebre Festival frances è divenato uno degli appuntamenti mondani per antonomasia.

L'eleganza è una dote animale

Cannes dal sapore retrò

54

Il racconto di Giovanni Gastel

Installazione di Nendo per Cos, Salone del Mobile, Milano 2014


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Contributors 10

Special guests

ILLUSTRATORE

Nicola Gobbetto

AMEDEO GUFFANTI In 77Agency dagli inizi del 2007 con il ruolo di New Media Strategist, di cui è partner dal 2008, oggi a capo di un team internazionale di circa 120 persone tra designers, account manager e sviluppatori. Coordina tra loro tutte le sedi europee ed extraeuropee di 77Agency nel ruolo di Direttore Generale e azionista. L’esperienza in 77Agency e la possibilità di lavorare con un team internazionale che copre 12 lingue e dalla conoscenza delle tecnologie web più diffuse in ambito di digital advertising, ha portato Amedeo a realizzare campagne digitali in circa 20 Paesi sviluppando relazioni con svariate società in ambito digitale. Pag. 46

PATRIZIA MARTELLO

ANDREA CAMPORESE Andrea Camporese è presidente e CEO di ECAMRICERT srl, laboratorio di certificazioni e testing con dipartimenti dedicati ad acque minerali, potabili e reflue, alimenti, terreni, rifiuti, materiali da costruzione nonché R&D per clienti e per progetti interni. Nel laboratorio ha avviato da alcuni anni un settore dedicato alla sostenibilità attraverso la predisposizione di manuali e sistemi di gestione per le aziende legati al Carbon footprint, Water footprint, LCA, ISO 50001. È cofondatore di alcune aziende tra le quali SMART FUTURE dedicata alla sostenibilità ed alla valorizzazione tangibile della stessa attraverso l’utilizzo della tecnologia e di Salix srl, azienda di dietetici ed integratori. È stato presidente per sette anni di Fondazione Città della Speranza onlus, nata per sostenere bambini che soffrono di patologie oncologiche ed è attualmente Presidente dell’Istituto di Ricerca Pediatrica – Città della Speranza a Padova. Pag. 39

Partner fondatore e presidente di Memethic Lab, società di consulenza, formazione e ricerca sulla nuova antropologia del consumo (www.memethiclab.com), specializzata nell'osservazione internazionale dei cambiamenti socio-culturali, delle tendenze nei consumi e nel retail, degli stili di vita emergenti. Giornalista pubblicista, un passato radiofonico di 7 anni come voce della trasmissione sui trend Essere&Avere di Radio24 e come opinionista esperto di retail per la testata Mark-up de IlSole24Ore. Già professore a contratto di Sociologia dei consumi e della moda all’Università di Bologna, oggi è visiting professor di Domus Academy e docente di trendwatching e analisi delle tendenze nei consumi alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano. Origini trentine, vive e lavora a Milano senza automobile. Pag. 13

Nasce a Milano nel 1980, vive e lavora a Milano. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e la sua Galleria di riferimento è la Galleria Fonti di Napoli. Nel 2011 vince il Prada Manga Contest e nel 2012 realizza il corto animato "The Golden Fish" per Vogue.it. La sua ricerca si snoda attorno alla narrativa fantastica, miti e leggende, magia ed esoterismo. Metamorfosi e trasformazione sono le parole chiave della sua produzione artistica, che abbraccia tecniche sperimentali che vanno dalla pittura al video, dall’installazione alla scultura, fotografia e disegno.

FASHION CHI LEGGE

Giovanni Gastel

FABIO ROSSELLO Presidente di Cosmetica Italia - associazione nazionale imprese cosmetiche, è anche Amministratore Delegato della Paglieri S.p.A. (Holding) di cui detiene il 20% del capitale e Presidente della Schiapparelli S.p.A. Ha tenuto lezioni presso il “Brand Lab” dello I.U.L.M. di Milano, per l’università Vita Salute San Raffaele di Milano (con Giampaolo Fabris e Laura Minestroni) e per la Scuola Allievi Agenti di Polizia di Alessandria. È spesso relatore in convegni nazionali ed internazionali su tematiche inerenti l'etica, la leadership, le aziende familiari e i rapporti tra scienza e fede. Ha collaborato alla stesura di alcuni libri tra cui si cita “Dalla pubblicità alla comunicazione” (Franco Angeli Editore), "Giovani e futuro" (Fondazione Banca Europa) e “Leadership futura”. Pag. 20

PATRICK COPPOLECCHIA Nato a Milano 45 anni fa', italo-tedesco, proviene da una famiglia attiva nel tessile da quasi 100 anni e dopo un esperienza di 6 ani da Etro come Export manager Europa ha fondato nel 2000 d-tails agency, con la visione di coniugare la distribuzione di medio-alto livello con attività pr/mkt. Oggi con uffici in Asutria Germania Svizzera distribuiamo circa 20 brands con circa 17 mio di wholesale. Pag. 30

FEDERICO GIGLIO Entra in azienda poco più che diciottenne appena terminata la maturità e vi continua a collaborare anche durante gli studi universitari in Scienze Politiche. Oggi a 43 anni si occupa principalmente del difficile compito di effettuare la ricerca e gli acquisti internazionali per tutte le boutique Giglio. Pag.16

FEDERICO POLETTI Giornalista free lance, curatore indipendente e talent scouter. Appassionato di creatività a 360°, editorialista e curatore di mostre, Federico Poletti è un instancabile scopritore di designer emergenti. La sua ricerca spazia in tutti gli ambiti del settore moda, dall’abbigliamento agli accessori, con un occhio particolare a tutto ciò che ha un che di artistico e anticonvenzionale. Tra gli ultimi progetti web: Maglifico! The Knit Journal www.maglifico.com - il primo magazine online dedicato alla maglieria – e www.manintown.com magazine online di lifestyle maschile di cui è direttore editoriale. Attualmente collabora con D Repubblica delle Donne, Huffington Post. Vive e lavora a Milano, classe 1972. Pag. 24

ROMANO CAPPELLARI È docente di Marketing e Retailing presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova e direttore scientifico del Master in Retail Management e Marketing di Fondazione CUOA. I suoi interessi professionali e di ricerca si focalizzano sul retailing e sul settore dei prodotti fashion e lifestyle, ai quali ha dedicato il blog www.romanocappellari.com e il volume “Marketing della moda e dei prodotti lifestyle”, edito da Carocci, che è uno dei testi italiani di riferimento sull’argomento. Pag. 36

Foto di Filippo Avandero

È uno dei nomi più noti internazionalmente della fotografia italiana. Da trent'anni collabora con le principali riviste di moda ed é uno dei grandi protagonisti della comunicazione pubblicitaria. Vive e lavora a Milano, quando gli impegni professionali non lo portano in giro per il mondo. Lavora prevalentemente in Polaroid di grande formato e con il banco ottico 20x25. Cultore della sperimentazione, ha introdotto nella fotografia di moda contemporanea le tecniche "old mix", la tecnica "a incrocio", le rielaborazioni pittoriche e lo still life ironico. Erede dello stile aristocratico e sofisticato che caratterizza l'antica noblesse milanese (é nipote di Luchino Visconti), riflette nel suo stile cultura, eleganza e charme. A volte rarefatte, oniriche e simboliche, a volte surreali e smitizzanti, le sue immagini raccontano un percorso inarrestabile di ricerca creativa che, letto a ritroso, rispecchia l'evoluzione del costume degli ultimi venticinque anni. Il suo impegno attivo nel mondo della fotografia lo avvicina anche all’AFIP (Associazione Fotografi Italiani Professionisti), di cui è stato Presidente dal 1996 al 1998. Da allora ne è rimasto presidente onorario fino alla sua nuova nomina a Presidente nel 2012. Tra importanti campagne pubblicitarie e centinaia di servizi redazionali, l'autore persegue una propria ricerca personale rivolta alla fotografia d'arte. Pag. 54


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Firenze dal 17 al 20 Giugno 2014 Padiglione Centrale - Piano Terra stand H14 - H16


Mercati 12

Q

uella del lusso è una corazza che, sebbene antica, difende ancora bene i player del fashion system. Tutti i segnali fanno pensare ad una carta del mondo piena di bandierine di conquista per i marchi dell’alto di gamma, che registrano segni più nei principali mercati esteri. Entrando sin da subito nel vivo dei dati, secondo l’Altagamma Consensus, basato sulle previsioni di 16 analisti internazionali del settore, si prevede per il 2014 una crescita attorno al 6% a tassi costanti, analoga a quella dello scorso anno. “In particolare - commenta Armando Branchini, Vice Presidente di Altagamma e autore del Consensus - è prevista una crescita del +9% per il Giappone, del +8% per il Medio Oriente, del +7% per l’Asia, del +6% per le Americhe, del +4% per l’Europa, mentre per il Resto del Mondo si stima un incremento del +7%”. Sin qui nessuna novità rivoluzionaria rispetto agli anni passati, in quanto si riconfermano le mete ormai consolidate del lusso. A ben guardare però, i cambiamenti in atto ci sono, sono molti e talvolta nascosti. Se la macrogeografia sembra immutata, tutt’altro si può dire del valore delle monete, che fluttuano in conseguenza a politiche protezionistiche da parte di alcuni governi, dei prezzi delle materie prime e degli scenari politici: tutti elementi che impattano in modo considerevole sullo scenario globale. In molti report di settore si ragiona dunque a tassi di cambio costanti, proprio perché l’anno scorso c’è stato un ottovolante sulle valute che ha visto attuarsi la svalutazione di monete chiave per gli scambi commerciali come lo yen, il dollaro, il franco svizzero e la sterlina. L’euro si era quindi trovato in posizione scomoda di sopravvalutazione, con il conseguente svantaggio per i clienti esteri ad acquistare nel nostro Paese. Oltre a questo, occorre anche valutare un notevole rincaro delle materie prime con un apprezzamento delle produzioni alto di gamma e di conseguenza dei prezzi finali al pubblico. Come se non bastasse, negli ultimi mesi la situazione politica instabile di un mercato così importante come quello dell’area russa ha visto un aumento del ‘fattore rischio’ e quindi i consumi (dagli acquisti nei negozi locali allo shopping in viaggio nelle maggiori capitali occidentali) sono calati in modo drastico (nel 2014 ci si aspetta un -6% dei consumi dei portafogli russi). Nessun dramma economico però, se si analizza in scala globale il fenomeno, in quanto per il magico gioco dell’economia aperta ci saranno altri mercati a ripristinare l’equilibrio. Uno tra tutti il Giappone, che nel 2014 crescerà (inaspettatamente) al ritmo del 9% (anziché il 2%) - una consistente crescita reale ma con un effetto cambio negativo che non accenna ad attenuarsi -, e il nord America (6%) che ha scaldato i motori nelle scorse stagioni ed ora è scattato oltre il via. Poco dinamica la Cina Continentale, bene Hong Kong e Macao, ancora non brillante la Corea del Sud, mentre il Sud Est Asiatico è in forte crescita, con l’Indonesia in prima fila. NEW NORMAL Secondo la società di consulenza Bain & Company il mercato va verso una maggiore maturità e stabilizzazione con un trend di continuità in termini reali: nel 2013 la crescita è stata del +6,5% a cambi costanti (+2% a cambi correnti) e nel 2012 +5% a tassi costanti (+10% a cambi correnti). “Stiamo entrando in una nuova fase per il settore - commenta Claudia D’Arpizio -, lo definirei un new normal: l’assenza nel breve periodo di fenomeni esplosivi com’è stata la Cina negli anni scorsi, e allo stesso tempo una maggiore capacità reattiva alla crisi nei mercati maturi danno luogo ad un trend di crescita più stabile e sano, tra il 4% e il 6% a cambi costanti nei prossimi anni”. Nello specifico, assistiamo a dei fenomeni particolari che non possiamo non considerare, come il nuovo ruolo del Giappone per l’area geografica nel quale è inserito: il Paese accoglie sempre più flussi turistici dalle regioni attigue, che scelgono di acquistare in Giappone anziché altrove (USA). Altra crescita dai confini nuovi è quella in America (7%) facilitata dall’ormai noto traffico intraAmeriche ma anche dai crescenti flussi cinesi: “i cinesi ora vanno come turisti anche nelle città minori come Miami e nell’east coast, e investono crescenti capitali per far studiare i

Il CASUAL gioca una nuova PARTITA

LOOK DA WEEKEND 7/24? NON PROPRIO. MA QUELLO CHE EMERGE È UN NUOVO CONSUMATORE, GIOVANE, CHE VUOLE UNO SPORTSWEAR ALTO DI GAMMA. di MARCO MAGALINI

In questa pagina la collezione Mareunrol’s in stile upper casual. In quella seguente Tela Stella, il capo con cui è nata Stone Island nel 1982.

figli nelle città universitarie americane e canadesi”, continua D’Arpizio. Continuando in questa analisi degli scenari, e spostandoci in Asia, notiamo una crescita a diverse velocità: da un lato in Cina accresce il controllo governativo sul fenomeno delle corruzioni, una forte attività di moralizzazione e una tendenza diffusa al consumo più selettivo; dall’altro è ‘in fermento’ una giovane middle class che nei prossimi anni sarà motore di ulteriore crescita. In Europa bene le performance di Germania e UK, la Francia è in miglioramento mentre in Italia continuano a soffrire i negozi mul-

tibrand e le attività commerciali in provincia, per assenza di turisti. Brillano invece le performance dei monomarca e dei department store. Allargando lo scenario e volendo individuare delle future aree di sviluppo, “promettono bene due Paesi africani come l’Angola e la Nigeria, dove i tassi di crescita sono interessanti anche per una sempre più fiorente industria del cinema che sta facendo nascere un bacino di utenti ad altissima capacità di spesa e diffondendo la cultura del lusso. In sintesi conclude - assistiamo ad un mercato sempre

Mancano nel breve

periodo fenomeni esplosivi, come è stata la Cina, e nei mercati maturi si cresce in maniera stabile e sana

meno riconducibile alle geografie, e sempre più guidato da flussi di consumo e segmenti di consumatori influenzati dal turismo, da comportamenti insiti nelle diverse nazionalità, e da fluttuazioni dei tassi di cambio che spostano i consumi”. L’UOMO CHE COMPRA Una volta inquadrato lo scenario macro, nel quale i comportamenti d’acquisto dell’uomo e della donna tendono sempre più ad avvicinarsi, si analizzano le peculiarità del menswear. L’abbigliamento e gli accessori maschili performano meglio che la donna perché in scala globale il potere economico è ancora principalmente in mano maschile: assistiamo oramai ad una partita alla pari tra menswear e womenswear, con un fifty-fifty sulle quote di mercato. Circa lo stile, dopo alcune stagioni nelle quali il formale aveva la meglio,


Mercati 13

IL SETTORE IN CIFRE

50%

L'OPINIONE

quota di mercato del menswear

10mila euro/anno spesi dai "little prince"

FONTE: Dati SMI su dati ISTAT

6% crescita del lusso nel 2014

PRODOTTI E MERCATI DEL LUSSO

FONTE: ALTAGAMMA CONSENSUS 2014 – MAY UPDATE (TASSI COSTANTI) E BAIN & COMPANY.

BORN IN FLORENCE

L'EQUILIBRIUM DI SALVATORE FERRAGAMO

Una mostra che racconta l’equilibrio tra funzionalità ed estetica tra passato e presente. È così che Salvatore Ferragamo, uno dei quattro big ‘born in Florence’, ha inteso la sua partecipazione ai festeggiamenti del sessantesimo compleanno del Centro di Firenze per la Moda Italiana. Durante Pitti Uomo la città si trasforma infatti in Firenze Hometown of Fashion, con un calendario di eventi ‘fuori-fortezza’ che raccontano la storia del Made in Italy nato in quelle vie dai civici ‘rossi e neri’ all’inizio degli anni Cinquanta, diventando ben presto un fenomeno di successo internazionale. Salvatore Ferragamo ha dedicato la sua vita allo studio anatomico del piede e dell’arco plantare, facendo dialogare l’architettura e l’ingegneria. “La mostra si basa su un confronto tra opere d’arte di valore e significato eccezionali e media diversi, come la pittura, scultura, fotografia, video, cinema, edizioni a stampa, arricchita da documentari e testimonianze storiche, immagini d’archivio e una serie di interviste a personaggi celebri della nostra epoca – raccontano - : Wanda Ferragamo, James Ferragamo, Jerry Ferragamo, Reinhold Messner, Eleonora Abbagnato, Will Self, Cecil Balmond e Philippe Petit. I curatori hanno selezionato opere di Canovae Degas, di Rodin e Bourdelle, di Matisse e Picasso, di Lipchitz e Severini, di Klee e Calder”. Stefania Ricci e Sergio Risaliti, i curatori dell’esposizione, hanno affiancato le antiche raffigurazioni in bronzo e marmo di piedi e figure danzanti ai video di Bill Viola e Marina Abramovic, gli equilibrismi geometrici di Wassily Kandinsky alle strutture filiformi di Fausto Melotti, la Fortuna di Albrecht Dürer al funambolo di Giulio Paolini, i ritratti di Nijinsky a quelli di Isadora Duncan, Martha Graham a Trisha Brown. Riconfermando il necessario equilibrio tra icone del passato e vivere contemporaneo. M.M.

soprattutto nei Paesi cosiddetti emergenti, che avevano ancora bisogno di costruirsi un guardaroba formale per le occasioni di business, cresce la tendenza ad apprezzare anche le collezioni uppercasual e sportswear (tolti gli USA, che rimangono tradizionalmente classici): una commistione tra classico e sportswear che allarga gli orizzonti delle maison. Una prova di questa tendenza globale è il nuovo percorso di Z Zegna, che evolve verso una nuova identità dove eleganza formale e sportivo si fondono, declinando in chiave contemporanea un’estetica rinnovata. Si tratta della fusione dell’eleganza sperimentale della precedente ZZegna e del carattere tecnologico tipico del leisurewear Zegna Sport che esplora nuovi orizzonti e nuovi prodotti in risposta alle priorità di uno stile di vita globale. Il lancio della nuova collezione Z Zegna, disegnata a

quattro mani da Murray Scallon e Paul Surridge, è a Pitti Uomo il 19 giugno. “Zegna sta sviluppando un nuovo segmento di business, mirato a soddisfare un mercato maschile in continua evoluzione e caratterizzato da esigenze sempre più specifiche e mirate - spiega Gildo Zegna, CEO del Gruppo -. La nuova Z Zegna concentrerà i suoi sforzi di stagione in stagione sul lancio di singole categorie di prodotto. Dal ready to wear agli accessori, i designer di questo workshop creativo, metteranno in campo il miglior know-how e l’esperienza di Zegna per influenzare un’idea classica di stile con contenuti avvenieristici e conquistare un solido posizionamento nel segmento del lusso accessibile”. Ma per capire a fondo cosa compreranno i clienti uomini, e quindi come rivolgersi a loro, è utile il recente ‘True-luxury global consumer insight’, elaborata da The Boston Consulting Group,

che ha analizzato 40mila consumatori in 20 paesi nel mondo per capire chi sono i consumatori contemporanei, cosa cercano e dove comprano. Dall’analisi è emerso che il profilo degli acquirenti uomini e donne non è così diverso, fatta eccezione per alcune macrocategorie. I veri imperatori del consumo prettamente maschile (65% del totale) sono i cosiddetti ‘little prince’, i figli dei grandi ricchi dei Paesi emergenti che, nonostante siano molto giovani (dai 18 ai 25 anni), spendono ogni anno circa 10mila euro a testa. Cresciuti nel lusso estremo, a loro interessa un lusso divertente e fashion-oriented. Il loro è uno shopping impulsivo, poco attento, e basato sull’appariscenza principalmente degli accessori. Terreno fertile per ‘conquistare’ questi baby emperor è il Brasile (il 20% del totale dei big spender brasiliani appartiene a questa categoria), la Corea, la Russia e, in Europa,

Personalizzazione a tutti i costi Testo di PATRIZIA MARTELLO Presidente di Memethic Lab

Dai vestiti, ai cosmetici, ai prodotti finanziari vogliamo tutto esclusivamente su misura: il 'made-to-measure'. Perché? Perché la personalizzazione risponde al desiderio-bisogno delle persone di imprimere la propria identità, per definizione singolare e unica, agli oggetti di consumo. La voglia di prodotti tagliati su misura o con caratteristiche altamente differenzianti è un tratto preciso del nostro presente, forse anche una reazione alla depersonalizzazione della nostra contemporaneità. Nei consumi e nei processi di produzione la "mass customization", il passaggio, cioè, dal prodotto di massa, uguale per tutti, all'industriale su misura, ha rappresentato un punto di svolta importante che a livello economico vede il passaggio dai grandi mercati di massa a una massa di mercati di nicchia. La moda, anche quella maschile, che fa della rappresentazione identitaria attraverso lo stile la sua ragion d’essere, è un mondo che più di altri interpreta le diverse espressioni della personalizzazione che, per esempio, si allea con la democratizzazione. E’ il caso di Suit Supply, interessante sia sul fronte  La mass del prodotto customization che del format retail: brand vede il passaggio olandese di dai grandi abbigliamento maschile for- mercati di massa male che reaa una massa di lizza e vende mercati di nicchia abiti su misura rivisitati in chiave contemporanea per materiali, colori e finiture. I negozi, ormai presenti in tutto il mondo, anche a Milano in corso Monforte, offrono a una clientela di età compresa tra i 25 e i 50 anni una gamma di abiti di alta qualità e vestibilità, per cui sono possibili fino a 35 modifiche sul cartamodello base, realizzati con tessuti italiani, a un prezzo accessibile se confrontato con il “su misura” classico da sartoria o quello dei grandi marchi. Un concept tutto italiano, invece, quello di Natural Gentleman, che vende abiti da uomo su misura attraverso il suo portale web, in modo semplice, con la possibilità di scegliere i tessuti, tutti rigorosamente Made in Italy e di avere un abito perfetto inserendo 16 misure anatomiche: dal torace alla vita, dal bicipite alla coscia, con un pratico tutorial online che spiega come fare (per esempio la lunghezza della manica va presa dal punto spalla fino alla prima nocca del pollice); poi ci pensa l’algoritmo a tradurre questi numeri in misure tecniche . Il cliente riceverà il proprio ordine comodamente a casa in quattro settimane e senza alcun costo aggiuntivo, ma per chi ancora ama la modalità “tradizionale” , Natural Gentlemen ha aperto dei Temporary Showroom a Roma e a Milano. I consumatori, vero soggetto creativo del mercato, vogliono prodotti a loro immagine e somiglianza. E i processi di personalizzazione sono oggi certamente sempre più favoriti dalle nuove tecnologie produttive digitali e dalle possibilità di interazione cross canale tra brand e clienti che permette a entrambi di conoscersi meglio.


Mercati 14

 MATTEO ZARA/ BRAND MANAGER ALLEGRI

Innovare restando riconoscibili L'Italia resta il primo mercato, con quasi il 40% del fatturato globale. Stanno crescendo molto le vendite nei Paesi del Nord, Corea (dove sono presenti alcuni Allegri store) e Giappone, mercato nel quale abbiamo rinnovato una importante licenza con il gruppo Sanyo. La percentuale di esportazioni crescerà ancora, non perché diminuirà il mercato italiano ma perché aumenteranno le vendite in altri mercati, grazie soprattutto all’importante lavoro svolto nelle ultime stagioni sul brand ma soprattutto sul prodotto dove la svolta è avvenuta con la collezione autunno inverno 14/15 affidata ad un nuovo designer. Allegri nel mondo è riconosciuto per la grande innovazione e ricerca nei materiali e nelle forme. Per questa ragione il marchio è associato al payoff: “the architects of fabrics”. I nostri clienti ricercano dei capi innovativi che non tradiscano le aspettative di qualità e tecnicità pur mantenendo lo stile riconoscibile del marchio. Il capo best seller delle passate stagioni è la Polijacket, sintesi del pensiero Allegri: tessuti di ricerca, forme ergonomiche, multiuso: da viaggio e da lavoro. 

MARIO GRIARIOTTO/CEO RETAIL & MARKETING SLOWEAR

Leader in Giappone

Oggi non esiste un capo specifico che performa meglio in assoluto. I più apprezzati sono i capi frutto di innovazione, soprattutto nella maglieria. Come siamo stati precursori dello smart casual, lo siamo anche stati dal punto di vista dell’innovazione: parlando di Zanone ad esempio, le nostre maglie sono caratterizzate da un forte studio del fit, dell’attento studio del colore applicato alla tipologia di filato, e dalle nostre fibre esclusive come l’IceCotton (che è stato esposto anche al museo della Scienza e della Tecnologia), il CachemireSeta (una mischia di Cachemire e seta) e lo ShadeCachemire, per citarne alcuni. Il tutto studiato e creato con lo scopo di offrire ai clienti un prodotto durevole, non solo nei materiali, ma anche nel confort e nello stile senza tempo. Durevole anche in quanto innovativo, ma sempre nei giusti toni, senza essere né troppo esasperato e né troppo legato alla tradizione. Il nostro primo mercato è il Giappone, dove siamo molto onorati di avere una posizione di leadership. Questo perché il Giappone è un mercato molto sofisticato, evoluto ed esigente, che stimola a fare sempre meglio. Questo tipo di comportamento del consumatore è dato dal fatto che il cliente giapponese è disincantato di fronte al lusso e all’ostentazione, incline invece ad apprezzare un prodotto bello, durevole e orientato al value for money, ossia ad un prodotto il cui prezzo è totalmente giustificato dalla qualità e dal meticoloso lavoro che c’è dietro.

Francia e Italia. Ci sono poi gli ‘experiensier’ (sono uomini per il 60%) che optano per il lusso condiviso, ovvero che trovano felicità in una attività da fare in compagnia come un viaggio o una cena. E’ un cliente discreto e sofisticato e non ama apparire, tanto nel lifestyle quanto nell’abbigliamento. Sono circa 3milioni di consumatori di età compresa tra i 45 e i 50 anni e spendono ogni anno 33miliardi di euro. A pari ‘densità’ maschile sono gli ‘status seeker’, che amano mostrare i loro abiti griffati, accessori in primis. Sono per il 60% uomini, tra i 35 e i 40 anni, e sono principalmente asiatici: coreani, cinesi e russi. Seguiti subito dopo dai ‘class aspirational’: dei consumatori non sofisticati né sperimentatori che scelgono la via del lusso accessibile per essere accettati. Per il 55% sono uomini, tra i 30 e i 35 anni. A questa categoria appartengono il 36% degli uomini coreani, il 24% dei russi, il 16% dei giapponesi e il 10% dei cinesi.

corso degli anni la struttura aziendale è cambiata radicalmente per affrontare le nuove sfide e ci stiamo comportando sempre più come un’orchestra: nuove strategie di comunicazione, un ufficio stile anziché un singolo stilista, un reparto di ricerca materiali e qualità sempre più attento”. Stone Island ha fatto dell’Europa il suo ‘campo di battaglia’ strategico, con un 80% dei profitti conseguiti nel Vecchio Continente. Sul podio Italia (37% del fatturato globale,in crescita del 5%), Gran Bretagna (+28%) e Germania (che assieme all'Austria cresce del 19,4%), seguiti da mercati lontani come Giappone e Corea. “In Europa il consumatore apprezza maggiormente il nostro prodotto, mentre i consumatori di mercati meno ‘maturi’ preferiscono investire sul formale. Abbiamo aperto 10 monomarca in Europa che ci stanno dando grandi soddisfazioni economiche e di indirizzo: i nostri clienti dimostrano fedeltà alla marca e cercano innovazione di prodotto e rispetto dei valori”.

GEOGRAFIA DELLO SHOPPING Nel 2014 ci si aspetta un’Europa in crescita attorno al 2-4% grazie soprattutto ai turisti: cinesi in primis, con un flusso importante di potenziali clienti che faranno però acquisti più ponderati facendo scendere la spesa media pro-capite, russi (anche se molti andranno a fare shopping a Dubai anziché nel Vecchio Continente), e giapponesi, anche se in contrazione. Rimanendo in Europa, motore di crescita è la Germania che registra un incremento delle performance anche grazie al consumo locale (unico caso in Europa). Molto interessante il caso Canada, con flussi di cinesi che frequenteranno il paese per motivi di business e studio. Grande sviluppo anche negli USA, dove ci sono ampi spazi per i marchi europei soprattutto nelle città minori, più piccole dimensionalmente ma ricche in quanto considerate le nuove mete ‘non mainstream’ del turismo benestante. Sventato invece l’atteso boom brasiliano dove, a causa dei dazi altissimi, i visitatori del Paese in occasione dei mondiali pare non compreranno quel lusso che nei loro paesi d’origine costa anche la metà. In Giappone invece l’attesa crescita dell’iva di 3 punti percentuali sta anticipando i consumi nel lusso, convogliando nel paese del Sol Levante anche i turisti di quell’area geografica come i coreani e i cinesi (che nel caso di dipendenti statali hanno, a causa di una nuova legge, al massimo 5 giorni di ferie continuativi, e quindi optano per viaggi a breve raggio). La Cina continua comunque ad essere uno dei player strategici, con un 30% del consumo globale. C’è chi comunque continua a puntare sulla dimensione europea come nel caso di Stone Island, che da più di trent’anni (è nata nel 1982) punta sulla cultura della ricerca, sperimentazione e funzione d’uso. E la strategia sembra funzionare, con un fatturato in crescita del 12%. “Il cliente europeo ha profondamente cambiato il suo modo di vestire negli ultimi anni in quanto una volta concepiva i nostri capi per il week e il tempo libero, oggi invece anche i professionisti sono abituati a non andare al lavoro in giacca cravatta – spiega Carlo Rivetti di Sportswear Company (Stone Island) -. Ecco che nel

DOVE SI COMPRA Travel retail, outlet e on-line si avvantaggiano grazie al grande dinamismo dei consumatori bigspender, che acquistano in occasione di viaggi, spesso d’affari, o trovando affari in rete. Dati alla mano, secondo l’indagine di Bain di cui sopra, cresce a gonfie vele il travel retail soprattutto in

IL MENSWEAR CORRE IN SNEAKER

Europa, dove nuove strutture aeroportuali di qualità spingono i grandi brand del lusso ad aprire nei principali scali. Anche in Asia questo canale promette bene, ma si focalizza maggiormente sui duty free a causa delle alte tasse applicate fuori dagli aeroporti. “Assistiamo ad una vera e propria evoluzione di questo canale in quanto oggi possiamo considerare business travel retail anche gli acquisti fatti in città o negli hotel frequentati dagli uomini d’affari – commenta Armando Bianchini di Altagamma -. Non dimentichiamoci che questo canale fattura il 12% più che l’ecommerce, quindi è per i marchi un veicolo di grandissima importanza. Anche perché li aiuta a non dipendere in modo vincolante a dei mercati specifici (come invece accade nel retail tradizionale, ndr)”. Circa i canali di vendita tradizionale, invece, vediamo un’importante fioritura dei monomarca: store monobrand aprono i battenti nelle città di secondaria e terziaria importanza e, contemporaneamente, i marchi acquisiscono i negozi che prima erano in franchising. Grande sofferenza invece per i multibrand, che perdono terreno in Europa a causa della preferenza dei turisti ad acquistare nei monomarca. Il vero problema deriva però dal perpetuarsi di un contesto produttivo difficile, con un calo del circolante e una forte dif@magalinimarco ficoltà ad accedere al credito.

Di MARCO MAGALINI

Una partita a ping pong tra classico italiano (da vedere il piano attico, nel quale verrà la Corea del Sud, con la quale il nostro Paese commercia da 130 anni. Tra i nomi degli allestito un vero e proprio gentlemen club con tanto di barberia) e informale. Dal 17 ospiti Bastong, Byungmun Seo e Ze_Quun. Anche White (dal 21 al 23 giugno 2014) al 20 giugno 2014 torna a Firenze Pitti Immagine Uomo, il salone dedicato alla moda si riconferma piattaforma imprescindibile per lo scouting di Menswear, womenswear maschile che precede nei calendari del fashion system la settimana della moda uomo e accessori per la S/S 2015. Tra i molti progetti che trovano spazio in via Tortona 27 a Milano (in un clima generale di grande intesa). Sono circa 1030 i marchi che c’è il marchio di calzature Era Colorphilosophy, prodotto dal Calzaturificio Doespongono in fortezza, ai quali si aggiungono le circa 70 collezioni donmina di San Miniato Pisa: una collezione di derby, francesine e mocassini na di Pitti W. Obiettivo principale: accrescere il numero di espositori unisex e libere da regole prestabilite. Tra i nuovi esordi Joe Chia, die buyer esteri capaci di dare slancio economico all’intero settoplomato al Raffles Design Institute di Singapore, che affronta per re. Quasi il 40% delle aziende a questa edizione provengono la sua quinta stagione il tema della doppia funzionalità con capi dall’estero (oltre 30 Paesi) e oltre 30.000 buyer che rappretrasformabili, reversibili e versatili. Il risultato è un guardarosentano tutti i negozi e department store più importanti del ba composto da blazer impermeabili e giacche zaino, menmondo sono attesi alla kermesse. Questa edizione, dedicata tre silhouette slim-fit e tagli squadrati vengono alternati a allo sportswear con il tema del ping pong, si preannuncia forme oversize. Materiali sintetici come nylon traspirante e particolarmente intensa anche grazie al sessantesimo animpermeabile dialogano con fibre naturali di bamboo, seta, niversario del centro di Firenze per la Moda Italiana, in oclino e cotone. Grande attesa anche per le 43 sfilate e 30 casione del quale è stato stilato un programma straordinario presentazioni di Milano Moda Uomo che, dal 21 al 24 giudi eventi che coinvolgeranno l’intera città. Grande attesa angno, attireranno il meglio del fashion system internazionache per l’omaggio ai 5 creativi ‘born in Florence’ (questo anche le. Per la prima volta in passerella con le loro linee maschili, il nome dell’iniziativa), Salvatore Ferragamo, Gucci, Emilio Pucci, Tod's, N°21 di Alessandro Dell'Acqua, Tillmann Lauterbach, Ermanno Scervino, che organizzano eventi ad hoc. Fermento anTom Rebl e Christian Pellizzari, il giovane ospite al Teatro di Giorgio che per il nuovo progetto Z Zegna, il Menswear Guest Designer di Pitti Armani. Tra i cambiamenti c’è Moschino, che lascia Milano per Londra, Uomo 86 e per le sfilate dei due I Pitti Italics Marcelo Burlon County of dopo il debutto dello stilista Jeremy Scott con la donna a Milano lo scorso T.LIPOP Milan, il brand lifestyle in forte ascesa lanciato dall’eclettico direttore crefebbraio. Jil Sander invece resta a Milano ma scende dalla passerella in ativo argentino, e Au Jour Le Jour, giovane ma già acclamato marchio Made in Italy favore di una presentazione: il nuovo direttore creativo Rodolfo Paglialunga punnato dalla creatività dei designer Mirko Fontana e Diego Marquez che ha già sfilato al ta tutto sullo show donna di settembre. Sempre Milano è la destinazione anche di teatro di Armani nella scorsa design week donna. Last but not least la Guest Nation, Diesel Black Gold, che lo scorso gennaio aveva sfilato a Firenze durante Pitti Uomo.


FASHION ILLUSTRATED

Issue #27- Luglio/Agosto 2014


Trend 16

PREVIEW P/E 2015

GENTLEMEN CLUB

L'OPINIONE

Più novità nel daywear

Testo di FEDERICO GIGLIO Boutique Giglio a Palermo.

L’eleganza della mondanità legata agli sport d’élite è declinata in modo contemporaneo. Con un tocco di dissacrazione. Testo di GIULIANO DEIDDA (1)

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1. ETON 2. BAGUTTA 3. GANT RUGGER 4. MASSIMO REBECCHI 5. LARDINI

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I

l processo di rinnovamento dell’eleganza maschile continua a guardare al passato, recuperando i vezzi di un bel vestire che non esiste più, e riappropriandosene in modo quasi dissacratorio, per adattarli ai nostri tempi. La primavera estate 2015 celebra l’estetica tipicamente british delle occasioni mondane legate agli sport d’élite, dalla canoa al cricket, passando per il Royal Ascot. I testimonial metaforici per queste proposte potrebbero essere proprio loro, i due rampolli della casa reale inglese, che passano la vita a barcamenarsi tra eventi ufficiali (per i quali è previsto un rigido dress code) e la ricerca di momenti privati normali, da gestire come tutti i giovani uomini della loro età. Così, se le giacche a righe fanno d’istinto venire in mente i prestigiosi club di canottieri britannici, è anche vero che le loro nuove interpretazioni sono pensate per essere indossate in una quotidianità che richiede uno stile personale e versatile, possibilmente adatto alle occasioni mondane e a quelle formali, ma anche al tempo libero. Lardini chiama le sue maxi righe “gessato easy chic” e le propone su una giacca due bottoni in mohair e seta dalle linee asciutte, utilizzando colori accesi. Tagliatore, invece, da un lato opta per un più istituzionale abbinamento di blu e kaki, ma non rinuncia ad una (de)costruzione originale, abbinando ampi revers a lancia alle spalle a camicia. Righe a parte, sono tanti gli elementi dello stile del classico gentleman ad essere decontestualizzati e rieditati. Gant Rugger, per esempio, utilizza i revers sciallati tipici dello smoking per l’abito in hopsack di lana, da indossare su T-shirt, cintura regimental (ancora righe), e sneakers. A proposito di tuxedo, del resto, va notato come il papillon, ormai sdoganato da tempo dalle occasioni ufficiali o notturne, sia ormai l’antagonista trendy della classica cravatta. Bagutta lo propone in tessuto indaco, sopra la camicia in denim pizzo sangallo, una forte proposta in bilico tra formale e informale, tra preppy e dandy.

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DETTAGLI SCELTE DECISE uove interpretazioni per le classiche N scarpe maschili. Geox punta sulle iconiche francesine e derby in vitello con

fondo in cuoio traspirante. Le stesse linee sono interpretate da Brimarts utilizzando però il camoscio, la suola in para e tonalità accese. Ma è sui mocassini che si giocano le carte più apprezzate dai moderni dandy: Henderson li propone in coccodrillo e Moreschi in canguro tinto a mano.

BRIMARTS

HENDERSON

MORESCHI

osa mi aspetto di trovare C nelle proposte e nelle collezioni uomo per la primavera/

estate 2015 che vedremo alle fiere e alle sfilate? Innanzitutto più attenzione alla qualità. Il cliente, nonostante le difficoltà del momento, è ancora disposto a spendere, ma solo di fronte a un capo dove la qualità è percepibile: a cominciare dal tessuto, per arrivare alle finiture, alla vestibilità. Il made in Italy rimane sempre una garanzia per il cliente e un importante valore aggiunto che favorisce gli acquisti. L’uomo quando compra ha poco tempo a disposizione e non è competente come la donna, quindi il made in Italy lo rassicura. In negozio si vende tanto basic e min i m a l , ma per smuovere il mercato mi aspetto dalle aziende proposte moda sempre in un contesto sofi- Per smuovere il mercato ci sticato e non urlato. vogliono proposte Abbiamo ormai visto con stimoli nuovi i giubbotti nei colori e nei in tutte le materiali. salse, quindi vorrei trovare più novità nel daywear, dalla camicia alla maglia, dal pantalone alla giacca, con stimoli nuovi nei colori e nei materiali. Le aziende e gli stilisti devono fare grande attenzione anche al comfort: lo slim fit piace e funziona ancora, ma la vestibilità deve essere più soft, meno costrittiva. Anche sul fronte degli accessori, che in negozio fanno la parte del leone nelle vendite, anche se oggi un po’ meno rispetto al passato, avvertiamo la necessità di prodotti più frizzanti. Ad esempio nelle sneaker moda, che devono sempre più differenziarsi dal mondo tecnico, dalle proposte dei grandi “mostri sacri” del settore. Altrimenti si corre il rischio che il consumatore abbandoni la sneaker di lusso, sofisticata, per comprare i modelli active dagli specialisti e quindi i negozi di abbigliamento perderebbero una fetta importante di mercato. Non siamo contrari a inserire marchi nuovi in negozio, anzi facciamo scouting in giro per il mondo, ma oggi è sempre più difficile far accettare alla clientela maschile nomi emergenti. I brand poco conosciuti generano diffidenza e il più delle volte non sono competitivi con i grandi nomi della moda. Come deve evolversi quindi l’abbigliamento maschile? Deve rispondere alle esigenze reali del mercato: se nei momenti di boom economico si vendono prodotti più forti e riconoscibili, oggi il trend è verso l’understatement e la ricerca della qualità.


Trend 17

La riscossa del trench

PREVIEW P/E 2015

ON BOARD

L’evoluzione dello stile nautico passa attraverso l’unione di alte performance ed estetica nostalgica, per soddisfare le esigenze contemporanee. Testo di GIULIANO DEIDDA (1)

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L

o stile nautico, caposaldo dell’abbigliamento maschile nella bella stagione, unisce due tradizioni diverse. Da un lato c’è l’activewear nato per la vela agonistica e per la navigazione nei mari nordici, che ha portato allo sviluppo di capi performanti, in grado di proteggere da vento, freddo e sale. I tradizionali capispalla concepiti per queste esigenze sono poi diventati un successo anche in altri ambiti, tra i motociclisti per esempio. Dall’altro, c’è lo stile marinaro, legato alla vela non agonistica nelle tranquille acque del Mediterraneo, un modo di vestire sportivo e comodo, con un’estetica precisa, in cui dominano alcuni colori (bianco, blu, rosso e giallo), che è poi confluito nel “riviera”, affermatosi nella Costa Azzurra. La moda ha ormai da tempo fatto suoi questi due diversi mondi, unendo l’estetica di uno alla tecnicità dell’altro, e abbinando le moderne tecnologie al gusto retrò. Si inserisce in modo originale in questo filone la capsule collection nata dalla collaborazione di Barbour con il marchio giapponese White Mountaineering, per la primavera estate 2015. Spicca tra le proposte la stampa all over di un mare in tempesta che il designer Yosuke Aizawa, ha utilizzato per decorare la giacca multitasche e i bermuda cargo. Anche Mauro Grifoni gioca sulle contaminazioni per la precollezione “Progetto Uno”, cedendo per la prima volta ai materiali techno. I suoi capispalla oversize, dalla vestibilità quasi anni Ottanta, rigorosamente bicolore, prediligono le tonalità classiche dello stile marinaro. Il look da lupo di mare, tipico di Marina Yachting, si evolve invece in una direzione più urbana. Il classico giaccone in cotone è infatti arricchito dal gilet in nylon a contrasto, con l’imbottitura in piuma d’oca, che può anche essere indossato da solo. Altri puntano sui classici, come Fred Perry, che propone un k-way in nylon bicolore, da indossare su polo in jersey e immacolati pantaloni in gabardine stretch. Bark è ancora più fedele alla sua immagine, puntando su una versione estiva del duffle-coat, realizzato in tricot.

a febbre del piumino ha i giorL ni contati? Oltre all’assoluto dominio dei passati inverni, negli

ultimi anni la loro versione leggera ha monopolizzato anche la bella stagione, in nome della “praticità” e del casual ad ogni costo. Ma, si sa, le mode passano, fortunatamente, e l’intramontabile stile anglosassone del trench ha dalla sua una storia di successi lunga più di un secolo. Non meraviglia, dunque che Burberry, la maison che ha costruito un impero grazie all’impermeabile più famoso al mondo, continui a puntare orgogliosamente sulla sua “Heritage”, nonostante il successo delle sue proposte da passerella. Il trench è il capospalla perfetto per la primavera, il fitto gabardine di cotone è impermeabile e traspirante. In più, non esiste capo più versatile, è perfetto con l’abbigliamento formale, grazie alla sua costruzione minuziosa, pensata per

ALLEGRI

(5) SEALUP

1. MAURO GRIFONI PROGETTO UNO 2. PEPE JEANS LONDON 3. FRED PERRY 4. BARBOUR & WHITE MOUNTAINEERING 5. MARINA YACHTING

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BURBERRY HERITAGE

DETTAGLI SPORTY barca, sul molo, a bordo piscina, in città (e in qualche Ipencaso anche in ufficio). Saranno ancora le sneakers le scarpiù utilizzate, anche grazie alle potenzialità di rinnova-

mento apparentemente infinite. C’è chi utilizza diversi materiali per creare preziosi patchwork, come fa Voile Blanche mixando il nylon e la rete al velour, o Harmont&Blaine, utilizzando canvas e camoscio. Bruno Bordese, invece, punta sull’optical per le essenziali sneakers ultra leggere, mentre Converse riedita le mitiche Chuck Taylor basse.

BRUNO BORDESE

CONVERSE

VOILE BLANCHE

gli ufficiali dell’esercito, e diventa un segnale di stile per gli universi casual, giovanili o modaioli. Naturalmente, questo classico si è adattato ai tempi e l’ultima versione del Kensington di Burberry, seppur ancora realizzato a Castleford, nel Nord dell’Inghilterra, si presenta oggi in versione slim, dalla lunghezza media o corta. Anche in Italia possiamo vantare un’ottima tradizione nel campo. A cominciare da Allegri, che punta per la primavera estate 2015 sulle revisioni dei classici, grazie all’utilizzo di nuovi materiali, alla sperimentazione di nuove silhouette, o, nel caso del trench in cotone waterproof, prediligendo la versione corta. Sealup, invece, propone l’iconico Mac primaverile, in cotone accoppiato a prova di colonna d’acqua, caratterizzato dalla manica a giro e dalla doppia tasca a taglio laser termo incollata. (G.D.)


Trend 18

Versatilità estrema

PREVIEW P/E 2015

NEW COLONIAL

Shopping bag, zaino o tracolla? Nessun problema, le nuove borse possono trasformarsi in un attimo nella modalità preferita.

Lo stile sahariano incontra i colori tropicali, in un equilibrio di elegante stravaganza. Testo di GIULIANO DEIDDA (1)

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BRAINTROPY

’è voluto un po’ di tempo perché C gli uomini si abituassero alla borsa, ma ora che è diventata indi-

A

nche lo stile coloniale si rinnova. Sì, perché il classico abbinamento di giacca e camicia in lino sopra un paio di chinos, magari tono su tono, in verità è parecchio noioso e anche difficile da portare, a meno che non sia un sosia di Markus Schenkenberg ad adottare il look. Il problema è che forse quest’estetica è stata abusata tra la fine degli anni ottanta e i primi novanta, per cui è ancora legata a quel preciso periodo storico, e quindi percepita come vecchia. Lo dimostra, per esempio, la totale assenza della giacca sahariana dai guardaroba contemporanei. La nostra epoca, così dedita al mix-and-match, ha trovato un modo per recuperare in parte l’eleganza di questo stile, grazie alla contaminazione con elementi diversi, ma altrettanto esotici. Innanzitutto, sperimentando su trattamenti, tinture lavaggi, si è potuto dare una rinfrescata al classico lino e al gabardine di cotone, per esempio, eliminandone i difetti e aumentandone le potenzialità d’uso. Da un punto di vista stilistico, si è cercata l’ispirazione ai Tropici, riscoprendo le stampe più forti e “vacanziere”, perfette in abbinamento ad uno stile così estivo. Come spesso succede, è stata Miuccia Prada ad esplorare questo mondo per prima, già l’anno scorso, per una collezione maschile nella quale disegni provenienti da estremo oriente e Hawaii trionfavano su abiti e accessori, perfino sulle cartelle da lavoro. Le proposte per la primavera estate 2015 sono dunque tutto tranne che banali, in un equilibrato mix di sobrietà ed elegante stravaganza. Berwich tinge i pantaloni in cotone di colori accesi, nascondendo le stampe a contrasto nelle tasche e nel cinturino interno, le stesse con le quali decora vistosamente i bermuda cargo. Anche Seventy punta sui bermuda, in questo caso in

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1. PAOLONI 2. BROOKSFIELD 3. AMERICAN VINTAGE 4. TINTORIA MATTEI 5. BERWICH 6. PT01 7. SEVENTY

spensabile, le loro aspettative sono aumentate parecchio. Un po’ per necessità e un po’ per vezzo, si tende a portare con sé di tutto, per cui le borse devono essere progettate per essere di supporto in qualsiasi situazione, con le modalità più pratiche possibile, e senza dimenticare lo stile. La primavera estate 2015 propone dei modelli che sono virtuosismi di versatilità, progettati per essere i perfetti compagni tutto il giorno, dal lavoro al dopo cena, nei weekend e in vacanza. La forma prediletta è ormai quella quadrata della tote bag, o shopper, al tempo stesso la più pratica ed elegante. La novità di Felisi si chiama Slim, una cartella da lavoro o portacomputer in nylon, con dettagli in vacchetta vegetale, che grazie a una zip a due cursori si trasforma in una shopping bag con i bordi a contrasto. Braintropy invece continua a puntare su Zaby, un ibrido dalla forma quadrata, proposto in diversi materiali preziosi, tra cui la vacchetta trattata a mano e colorata con le tradizionali tecniche di spugnatura e tamponatura. Grazie ad un gioco di maniglie, la proposta del marchio fiorentino può essere utilizzata sia come elegante shopper che come zaino. Anche Gabs Franco Gabbrielli, per la seconda stagione della collezione dedicata all’uomo, arricchisce la briefcase in pelle dalla tipica forma, di una zip laterale, che le permette di allargarsi rivelando uno strato in neoprene a contrasto. Anche gli interni sono ricchi di dettagli e tasche, in nylon e pelle, e non manca la tracolla per i più tradizionalisti. (G.D.)

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gabardine kaki scolorito, caratterizzati da una stampa tropicale esclusiva. Tintoria Mattei usa un maxi pattern floreale sulla camicia realizzata in un mix di cotone e lino dal finissaggio morbido. Brooksfield, al contrario, predilige la discrezione e confina le stampe al codino della cravatta, che abbina a giacca in lino delavé e camicia in cotone bleached. FELISI

DETTAGLI IN VACANZA nche gli accessori sono contagiati da un’estetica tipicaA mente estiva, tra stampe, patchwork e leggerezza. Doria 1905 si lascia ispirare da “Viaggio in Italia” di Goethe e pro-

pone il panama dalle stampe salentine. Gallo e Clarks Originals, invece, sognano gli abissi. Le calze in cotone Reef sono infatti dedicate alle barriere coralline a rischio e le stringate in canvas sono proposte nel colore del tesoro sottomarino. Pierre Louis Mascia, infine, utilizza un mix di pattern, tra cui i fiori, per il morbido zaino in raso.

DORIA 1905

PIERRE LOUIS MASCIA GABS FRANCO GABBRIELLI


FASHION ILLUSTRATED

Issue #27- Luglio/Agosto 2014


Trend 20

PROFUMI MASCHILI

POESIE OLFATTIVE Sensazioni, colori, moda, arte e tecnologia diventano parte integrante di un’esperienza lifestyle che passa dal mondo della profumeria. Testo di MARCO MAGALINI

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Da sinistra, Eight & Bob, l'illustrazione di Alvvino per Unscent.

doro le fragranze donna e adoro quelle maschili. Rendono la vita più bella. Il profumo è il fashion per il naso. La moda di oggi non è più semplicemente il vestito. E’ l’intero involucro, tutto ciò che c’è attorno – non solo occhiali o accessori, ma anche le fragranze. E’ importante per un brand avere il profumo del proprio marchio, una fragranza è importante proprio come un capo di abbigliamento”. Queste le parole di Karl Lagerfeld in occasione del lancio delle sue due fragranze, una per la donna e l’altra per l’uomo, che riconfermano il suo impegno a creare uno stile alla portata di tutti e testimoniano quanto il lusso accessibile della profumeria non sia affatto superato. Un settore, quello delle fragranze maschili, allargate anche alla cosmetica, che continua a suscitare grande interesse nei clienti, nonostante un calo delle vendite. Secondo il Centro Studi Cosmetica Italia resta sostanzialmente allineato ai ritmi degli ultimi esercizi il trend del mercato cosmetico in Italia, che nel 2013 ha superato i 9.500 milioni di euro, con una lieve contrazione di 1,2 punti percentuali (nel caso specifico della profumeria maschile il calo è stato dell'1,8%). Nello studio si evidenzia quanto l’onda lunga della crisi abbia imposto una trasformazione in quei canali dove il consumo indiretto di cosmetici è più condizionato dalla propensione all’acquisto: è il caso dei canali professionali, estetica e acconciatura, che registrano i cali di mercato più evidenti. Di grande interesse il fenomeno della polarizzazione dei consumi determinata dalla razionalizzazione delle scelte dei consumatori che si spostano su fasce di prezzo e su canali più economici, senza però rinunciare ai prodotti premium, impoverendo il peso della fascia di prezzo intermedia. Un’altra profonda trasformazione riguarda i canali distributivi in corso da qualche anno, grazie allo sviluppo della grande distribuzione specializzata, all’affermazione di nuovi canali monomarca, e alle rinnovate dinamiche delle vendite dirette, senza dimenticare che alcuni canali tradizionali, come l’erboristeria, diventano di sempre più difficile individuazione, essendo maggiormente legati al concetto di prodotto rispetto alla tipologia di distribuzione. In questo scenario, la profumeria di nicchia conquista sempre più spazio e riesce ad entrare in concept store o negozi upper-level grazie anche a kermesse (altrettanto sofisticate) come Unscent. Si tratta di un evento ideato e sviluppato da Celso Fadelli e Cristiano Seganfreddo che ha presentato in Excelsior Milano e fatto conoscere al pubblico creatori e i marchi internazionali del settore della profumeria haut de gamme. Come sta cambiando il mondo della profumeria maschile alta di gamma? Cosa cercano gli uomini? “Nel mercato della profumeria

di nicchia non esistono regole o ricerche di mercato che guidino il consumatore – racconta Cristiano Seganfreddo -. A tutte le latitudini si cerca una storia che si declina certo in un prodotto ma con una completezza semantica. Siamo stanchi di labelling e marchi vuoti. Cerchiamo la sicurezza e la forza del passato e di un'eleganza d'altri tempi, ma ripensate e riattualizzate nei ‘volumi’ (come nella moda) e nei codici che devono essere contemporanei. Alcuni trend come la fase hypster si stanno diluendo in una dimensione più ‘tranquilla’, con una ricercatezza meno evidente ma più solida, meno grafica e più consistente”. La profumeria di nicchia non è però slegata dall’eleganza della moda, tanto da entrare in Fortezza a Pitti. I codici e i volumi olfattivi contemporanei (espressi da realtà come Eight&Bob, Roads, Blood Concept, Bond n°9 e Agonist) sono infatti i protagonisti di Avery – Perfume Gallery, un vero e proprio concept store di Intertrade Group, piattaforma di riferimento nella profumeria alto di gamma (e presente in department store di tutto il mondo, da Barneys a Lafayette). @magalinimarco

IL MERCATO COSMETICO NEL 2013 FONTE: CENTRO STUDI COSMETICA ITALIA. 0,6% 1,4% 1,5% 2,2% 3,0% 3,4% 4,3% 4,3%

16,3%

4,5% 15,3% 7,0%

8,5% 14,0% 13,1%

73,6%

26,4%

KARL LAGERFELD FOR MAN

ANDY WARHOL BY BOND NO. 9

BOTTEGA VENETA POUR HOMME

Per l’eau de toilette for Men di Karl Lagerfeld, il profumiere Jean-Christophe Hérault propone una fragranza aromatica fougère. Senza tempo e allo stesso momento ultra moderna, la fragranza presenta lavanda e scorza di mandarino rafforzato dalla croccante mela e dalle foglie di violetta. Attraente e sensuale, il profumo termina con le legnose e piccanti note di legno di sandalo e accordi ambrati, donando una sensazione vivace ed elegante.

È l’ultimo profumo della famiglia di Bond No. 9 dedicato alle creazioni d’arte del celebre Warhol. La fragranza celebra il mood e lo stile di vita sopra le righe dell’iconico artista. Nell’esclusiva fragranza (50ml a $180.00), si riconoscono il White Patchouli, il bergamotto, il cipresso della provenza, la rosa centifolia, il sandalo rosso e la vaniglia del madagarcar: una epopea di essenze che fa fare il giro del mondo.

È una fragranza fresca, intrigante e raffinata, nella quale le distintive note di prezioso ladano, balsamo di abete e bergamotto introducono nel viaggio ideale che Tomas Maier fa a nord del Veneto, sulle Dolomiti. Nel mezzo di un lussureggiante prato montano, si trova un casale, un ambiente rustico appartato dalla realtà. Ecco che la fragranza, un profumo di pelle legnoso e aromatico, ci conduce in un viaggio nel tempo e nello spazio ricco di ispirazione.

L'OPINIONE

Uomini e cosmetici

Testo di FABIO ROSSELLO Presidente Cosmetica Italia.

frequente pensare al femmiÈ nile nel considerare il mercato cosmetico, ma basta consultare

alcuni dati per notare come anche gli uomini si stiano facendo strada in questo campo: nel 2012 i consumi di prodotti cosmetici da parte del pubblico maschile sono stati pari al 30% del totale, rappresentando circa un terzo della spesa cosmetica in Italia. Una nicchia non trascurabile in cui a farla da padrone sono i prodotti per l’igiene del corpo (19%), i prodotti per capelli e cuoio capelluto (17,4%) e la profumeria alcolica (16,5%). Un segnale indicativo dell’evoluzione dei tempi arriva già dagli scaffali dei punti vendita, dove è possibile trovare i più svariati prodotti, dalle creme ai detergenti, fino alla profumeria, declinati al maschile. Superata la convinzione che i cosmetici siano quasi un tabù per l’uomo, non va sottovalutata l’attenzione che anche gli Gli uomini uomini di- non rubano più mostrano nei dalle trousse confronti di questi prodelle mogli dotti. Ne sono consapevoli le aziende che hanno iniziato a investire nello sviluppo di linee maschili, ideate per soddisfare le specifiche caratteristiche dell’uomo: basti pensare alle più comuni necessità di idratazione e protezione della pelle del viso che devono tenere conto di precise peculiarità della cute maschile. I consumatori sono sempre più attenti, informati e in grado di riconoscere i benefici della cosmesi, non più semplice accessorio, ma alleato per il benessere quotidiano. Ecco perché non si accontentano più di “rubare” creme e detergenti dalle trousse di mogli, fidanzate e sorelle, ma richiedono prodotti con formulazioni ad hoc. Si supera anche la barriera dell’ingresso in negozio e della richiesta di consiglio all’esperto nel punto vendita: la tendenza in aumento è l’acquisto in prima persona, volto alla ricerca di prodotti adatti a soddisfare le proprie esigenze. L’uomo si rivela quindi un consumatore competente, in grado di identificare i trattamenti più efficaci e attento alle novità: le abitudini di consumo maschili segnalano infatti un calo verso i prodotti classici e riconfermano lo spostamento su nuove tipologie come le creme polivalenti. Occorre infine considerare che il pubblico maschile non è estraneo alle tendenze che influenzano l’andamento dei consumi nel mercato cosmetico. Si assiste così a una maggiore ricerca di personalizzazione tanto nella marca quanto nel prodotto; il consumatore è attratto dalle realtà distributive più moderne, slegate dal concetto di distribuzione tradizionale, che sanno giocare con il desiderio della nuova shopping experience e con la ricerca di nuove emozioni.


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Trend 22

I TESSUTI PER LA P/E 2015

Sotto il segno di una vigorosa LEGGEREZZA Leggeri ma compatti, freschi e ben performanti i nuovi tessuti del lanificio F.lli Cerruti per la prossima primavera-estate. Dove le sofisticate fantasie, anche a sei colori, sono più percepibili che visibili. Testo di GLORIA MAGNI

D

a mezzo secolo a condurre il lanificio biellese è Nino Cerruti, nipote di uno dei fondatori, perseguendo ed ampliando il percorso dei suoi predecessori sulla scia di quell’eccellenza tutta italiana che appartiene all’azienda. Ad affiancarlo c’è ora il figlio Julian, quarantenne, studi internazionali e la stessa passione per il bello ben fatto trasmessagli dal padre. Ora il lanificio F.lli Cerruti ha 420 dipendenti, una produzione annua di tre milioni di metri l’anno, di cui l’85% destinati ai mercati esteri ed un fatturato di 65 milioni. Noi abbiamo fatto una chiacchierata con Daniele Sanzeni, AD dell’azienda, che ci ha raccontato le ultime evoluzioni del prodotto e dei mercati “Accanto alla collezione sartoriale, maschile, è la donna ad assorbire ora una fetta significativa del nostro business, pari a circa un 15% e la collezione Parcours, dai recenti natali, dal tratto upper casual, comunque di nicchia, che riscuote buon successo soprattutto negli Stati Uniti, tornati ad essere nuovamente una piazza di riferimento” continua Sanzeni. Si mantengono su buone posizioni il Giappone” continua Sanzeni, dove abbiamo una nostra sede, come ad Honk Kong e a Shangai, e buone le performances dei paesi emergenti della Federazione Russa”. Ed è bello sentirgli dire che “anche in Italia le vendite nel 2013 sono aumentate di un 6%, grazie alle piccole e medie aziende che hanno iniziato a vendere all’estero. Significative anche le realtà di paesi come la Polonia, la Romania e la Turchia in cui aziende sinora façoniste hanno dato vita a produzioni loro, dove il valore dei tessuti è compensato dal loro basso costo di mano d’opera”. A proposito di quella sopraccitata bellezza, che a detta di qualcuno sarà in grado di salvare il mondo, nella nuova collezione per la prossima estate fa rima con leggerezza e morbidezza. Ci sono tante mischie con seta nelle nuove concezioni estive, non tanto per conferire lucentezza, anzi, quanto per donare piacevolezza al tatto, addirittura utilizzando la bava di seta, robustissima, dentro il filato di lana ultraleggero. Ne risultano tessuti che uniscono dunque fre-

schezza ad alte performance. Il colore è il punto di forza della nuova collezione: non ci sono forti contrasti, piuttosto accostamenti soffusi, in fantasie ottenute anche con sei differenti sfumature dello stesso colore e percepibili ad uno sguardo più attento, per dar vita a superfici piene di movimento, quasi ad effetto 3D. E somigliano un po’ a certi quadri che, visti da lontano, svelano un certo tono di grigio o di blu, e solo avvicinandosi si scoprono tutti i toni che danno vita al risultato finale. Gli effetti jacquard sono dunque ricercatissimi, dai macrocheck alle righe anche irregolari o ai piccoli motivi, ottenuti anche con le tecniche degli antichi telai per incrociare la catena e la trama dei tessuti ortogonali con tutta una nuova ricchezza di variazioni possibili. E sono ormai immancabili i

AUTUNNO / INVERNO 2016

CALDA ECCELLENZA na tensione all’eccellenza cepiti per giacche da indossarsi U ancora più marcata segna con pantaloni informali. Superla collezione per l’inverno che fici” continua Cerruti “che ben verrà. E ce lo racconta direttamente Nino Cerruti, il fondatore dell’azienda: “il focus è sulle fibre nobili in mischia tra loro e sui finissaggi, ad esempio l’alpaca resa morbida al punto da sembrare una pelliccia. E dopo stagioni in cui la giacca si era fatta decisamente rilassata, ora torna con un nuovo vigore, un formale rivisitato e in un’ottica tutta nuova. Via libera dunque ai filati corposi con fibre preziose con macrodisegni dai contorni nebulosi anche declinati nei toni caldi, l’ocra, il mattone, il bluette, con-

incarnano quell’attitudine rustico chic ora in gran ritorno come fossero la naturale evoluzione dell’iconico harris tweed. Anche lo sportivo tecnico si nobilita, e le membrane in neoprene si fanno sottilissime. E’ vasta pure la proposta di tessuti cotonieri per pantaloni informali, da abbinarsi alla giacca: fantasiosi ed insoliti, che siano degni successori del jeans ormai inflazionato: fantasiosi ed insoliti, anche in lana purchè comodi e rusticheggianti, o, se in tessuti tecnici, comunque resi caldi, nella mano e nell’aspetto”.

tessuti con una componente di elasticità, seppur minima trattandosi del vestire maschile, per un comfort sempre maggiore: applicazioni sia mono che bi-elastiche, sia nei tessuti di lana che per gli ibridi per giacche e pantaloni. Le nuove proposte della collezione Parcours, ispirata agli archivi militari dell’azienda degli anni ’30 e ’40, vedono invece la mescolanza di fibre naturali, lini, cotoni e canape, o cellulosiche, come il cupro o il ramiè, abbinati con il nylon, anche in tessuti dalla doppia faccia dalla mano croccante, un colore da una parte e uno dall’altra, per realizzare capi reversibili e waterproof. Nuovi trattamenti di fintura ne accentuano ora la brillantezza, ora la compattezza, specie negli ultraleggeri. Lievi ma intensi i nuovi colori, ispirati al mondo vegetale.


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Ideazione 24

SCOUTING

Alle ORIGINI del talento

In concomitanza con VicenzaOro, ha debuttato Origin, Passion and Beliefs, un salone con il meglio dei giovani fashion designer internazionali sotto la guida attenta di Not Just A Label. A cura di MARCO MAGALINI

MAREUNROL’S

ANGÉLIQUE Angélique opera a New York City. Ha studiato presso il Fashion Institute of Technology dove si è laureata nel 2011. Le sue collezioni sono prodotte interamente negli Stati Uniti, nonostante lei sia nata e cresciuta a Edmonton, in Canada. Dopo la laurea, ha iniziato subito la creazione della sua linea inaugurale nell'autunno del 2011. Il brand si ispira alle esperienze umane e l'idea di fondo della stilista è che l'abbigliamento possa essere un veicolo usato per esprimere le proprie emozioni, pensieri ed ideali. “Ciò che indossiamo ogni giorno è l'espressione della nostra personalità e contribuisce alle storie della nostra vita. Crediamo che ognuno di noi abbia una storia unica da raccontare e che le collezioni cerchino di fornire i pezzi che aiutano a raccontare quelle storie”. Cercando di creare pezzi originali con un focus sulla qualità dei materiali e vestibilità comoda, la designer lavora a stretto contatto con alcuni selezionati produttori locali per contribuire a garantire la massima attenzione ai dettagli.

Coniugare la realtà con un senso di surrealismo, questa la mission della collezione Mareunrol’s, 100% made in Lettonia. Fondata nel 2005 dai due designer Marite Mastina - Peterkopa e Rolands Peterkops, la label ha spaziato nel tempo tra moda, arte concettuale, fotografia e costumi di scena. Quello che emerge con chiarezza è che i loro disegni viaggiano sempre accompagnati da un intero contesto di riferimento: gli insiemi concettuali appositamente progettati, di volta in volta corredati da scenografie, proiezioni video, installazioni, fotografie. Un vero story board creativo che aiuta loro a comunicare la storia d’ispirazione. Entrambi i designer cercano costantemente nuovi mezzi e modi di presentare la moda e la ricerca di nuove discipline artistiche che potrebbero essere incorporate nel mondo del fashion design. L’ultima collezione conferma questa tendenza ‘bipolare’: da un lato l’avanguardismo alla stregua dell’arte, dall’altra una praticità commerciale ready-to-wear.

Prospettive formato talents di FEDERICO POLETTI Fashion curator e giornalista

i è chiusa con grande successo la S prima edizione dell'LVMH Prize, che ha acclamato come vincitore il

METHODOLOGY La corrente del cubismo vista con occhi cinesi. Glori Tsui si lascia affascinare dalla struttura creativa di quelle opere e realizza una collezione basata su grande progettualità e metodologia (come suggerisce il nome del suo brand). Il risultato è un guardaroba di capi che possono essere indossati in più di un modo: un vero e proprio design trasformabile che lascia ampio margine di manovra ai clienti, che possono adattarli al loro stile personale. Prima di darsi al mondo del fashion, per entrare nel quale ha studiato alla Nottingham Trent University, la designer ha studiato illustrazione nel centro Art College of Design, nel sud della California, per poi lavorare per Disney. Una curiosità: più del 50% dei materiali della collezione è Upcycled e il 30% è biologico. Ma non solo, con una particolare tecnica cutter e una metodologia di progettazione attenta riesce a dare ai capi esistenti una seconda vita, minimizzando gli scarti.

L'OPINIONE

THOMAS BÁLINT Destinazione Toronto, con la moda ‘riflessiva’ di Thomas Bálint che ricorda l’antica tradizione sartoriale familiare allocata in una Ungheria nel vortice dell’impeto bellico. Thomas Bálint riflette sull'idea di famiglia, l’unica fonte di stabilità e di amore in mezzo al caos. Le radici del suo mestiere sono profonde, anche ricordando che i nonni lavoravano come sarti in Ungheria prima di scappare in Canada, sfuggendo al regime sovietico. Ecco che ogni collezione si appropria dei modelli elaborati dalla sua nonna nel 1940, facendo di ogni creazione un omaggio alla sua eredità. La sua boutique ‘in mattoni e malta’ ha aperto a Toronto nel 2012, mentre le sue collezioni sono vendute a livello internazionale in Austria, Germania, Italia e Giappone.

HENSON

WILLIAMS HANDMADE

Andy Henson e Brent Gold hanno iniziato a lavorare insieme a questo progetto nel 2009 e tutt’oggi le loro collezioni sono interamente prodotte in Australia. Nella creatività di Andy pesa profondamente il suo background cinematografico, mentre su Brent la sua infanzia trascorsa in una fattoria in Nuova Zelanda. Dal connubio tra i due nasce una collezione di gioielli scenografici in argento, dal sapore crudo, a tratti aggressivo, che trasmettono un’arte antica contaminata da luoghi e culture diverse. Ri-fuso, intagliato a mano e picchiato, l’argento si contamina di catene e ganci handmade, spesso alternati a perle nere e diamanti preziosi. La coppia ha recentemente lanciato una gamma di borse in pelle fatte a mano e accessori, tutti realizzati in Australia da pelli locali, tra cui quella di canguro.

Sarah Williams inizia il suo percorso creativo ‘in solitaria’ nel 2010, dopo aver completato il Master presso il London College of Fashion. Con il focus sull’artigianato tradizionale, le sue collezioni sono pezzi unici realizzati in pelle britannica d’altissima qualità e minuterie in ottone massiccio. Il suo lavoro ha già guadagnato un notevole apprezzamento da parte della stampa internazionale di moda, che l’ha notato in particolar modo per i suoi connotati di pulizia e bella fattura. Ma il vero colpo di fulmine deriva dalle forme bizzarre, con veri e propri puzzle statici dove l’equilibrio complessivo è studiato al millimetro. Di grande impatto soprattutto la collezione Country, dove ogni pezzo, sia nel nome che nella forma, è ispirato al villaggio inglese di Herefordshire.

Thomas Tait, che si aggiudica 300mila euro, una cifra record. Un’iniziativa studiata e organizzata in ogni dettaglio che ha coinvolto esperti, designer e addetti ai lavori di fama internazionale. Questo dovrebbe servire a innescare una riflessione e una strategia sui talenti italiani, sulla loro presenza e valorizzazione. Anche l’altrettanto famoso ANDAM Fashion Award, che vede il sostegno di tredici partner privati, ha previsto per questa edizione due premi per un totale di 325mila euro. Nel considerare a queste iniziative o progetti come il London Show Room, che porta nel mondo i migliori talenti inglesi, ci si domanda come l’Italia sostenga le nuove generazioni di stilisti, che lottano per sopravvivere nel duro mercato della moda. Tra i concorsi italiani più riconosciuti è sicuramente Who is On Next? organizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia, che ha come obiettivo la ricerca e la promozione di giovani talenti Le aziende si rivolgono italiani e internazionali già avviati ai giovani per con una propria rinnovarsi produzione rigorosamente Made in Italy. Il contest nella sezione donna festeggia proprio dieci anni e ha lanciato designer di successo come Gabriele Colangelo, MSGM, Stella Jean, Au Jour Le Jour, Barbara Casasola tanto per citarne alcuni. Nel 2009 Who is on Next? si è declinato anche nella versione maschile, in collaborazione con Pitti Immagine e L'Uomo Vogue. Anche da qui sta nascendo una community di designer menswear di grande talento come Andrea Incontri, Umit Benan, Andrea Pompilio, Fabio Quaranta, Christian Pelizzari. Va notato però che non sono previsti premi in denaro, ma la sempre osannata “visibilità” per finalisti e vincitori. Come benefit extra, Pitti Immagine produce gratuitamente al vincitore un grande evento di lancio durante Pitti Uomo e grazie a partnership strategiche agevola l’ingresso del brand nel mercato. Sul fronte dei neodiplomati la situazione italiana è ancora più preoccupante rispetto a quella estera, che vede player come il Festival di Hyeres e scuole di moda molto forti nel comunicare i propri talenti. Un caso da prendere come esempio è ITS, che ha sviluppato un solido progetto di scouting su base internazionale, offrendo non solo visibilità, ma anche premi e opportunità lavorative. Giunto alla tredicesima edizione grazie alla direzione di Barbara Franchin, ITS ha acquisito una forte credibilità internazionale. Sempre nel territorio si dovrà citare Mittelmoda, che pur vanta una lunga storia, il progetto Next Generation di Camera Nazionale della Moda e il recente Premo Micol Fontana: un panorama frastagliato e non entusiasmante. In un momento in cui il fenomeno degli “new comers” è diventato di moda e le aziende guardano più spesso ai giovani per rinfrescare i brand più impolverati, ci auguriamo si possano creare sinergie economiche e istituzionali per supportare il magmatico mondo degli “emergenti” e portare avanti una new wave italiana di creativi.


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Produzione 26

TAGLIATORE

NULLA è lasciato AL CASO Per dare al prodotto un sapore unico, la cura e l’attenzione ai dettagli sono imprescindibili. Anche quando la produzione è industriale.

Alcune fasi di lavorazione dei capi in azienda e Pino Lerario.

U

n cammino a piccoli passi, sempre in discesa, che ha portato lontano l'azienda. E’ questa la strada percorsa da Confezioni Lerario, che vent’anni fa ha creato il marchio Tagliatore, credendo fermamente nel made in Italy e nei valori della filiera a supporto di una produzione di qualità destinata a un selezionato circuito retail di circa 700 punti vendita nel mondo. Tessuti italiani, rifiniture a mano, valorizzazione dei dettagli, studio sulla vestibilità dei capi sono le carte vincenti del brand, come spiega il direttore creativo Pino Lerario. Come nasce una collezione Tagliatore? Nasce dalla materia prima, quindi dal tessuto, dalla paletta dei colori che scelgo in maniera molto attenta, quasi maniacale. Ricerco filati, faccio creare da aziende tessili, con cui collaboro strettamente, disegni in

esclusiva che possano quanto più riflettere il mio stile. Inoltre dedico la mia ricerca a nuove linee aggiornando sempre anche un piccolo dettaglio per attualizzare e rendere esclusive le mie proposte.

per quello che ci riguarda, non in maniera preponderante. Infatti le nostre collezioni sono sempre molto caratterizzate da nostri dettagli e da una identità molto marcata, tipica del Dna Tagliatore.

L'azienda produce tutto internamente o delocalizza alcune fasi della lavorazione?
 L'azienda produce tutto al suo interno, avvalendosi di 180 persone. Solamente la produzione dei pantaloni viene effettuata all'esterno del nostro opificio da un'azienda con la quale collaboriamo da circa 35 anni. Solo in questo modo possiamo garantire al nostro prodotto uno standard qualitativo omogeneo e costante nel tempo.

Quali sono le tipologie che rendono più riconoscibile il brand?
 Le caratteristiche che rendono riconoscibile il nostro brand sono essenzialmente tre: la linea delle nostre giacche sciancrate (punto vita marcato);
alcune linee hanno un dettaglio molto definito, le spalle non hanno cuciture, o per meglio dire hanno una spalla "arretrata" che segue al meglio l'anatomia del corpo creando una vestibilità naturale quasi come quella ottenuta indossando un leggero pullover;
la maggior parte delle nostre creazioni viene correlata da bottoni unici e dettagli anche questi frutto di grande ricerca.

Si può conciliare oggi una struttura industriale con una produzione semi artigianale? Credo proprio di sì. Abbiamo sempre perseguito questa strada per ottenere un prodotto che sia di qualità ma al tempo stesso possa avere quel famoso equilibrio qualità/prezzo che oggi, più che mai, rappresenta una caratteristica imprescindibile di vendita.
 Quali sono le fasi della lavorazione con un più elevato valore aggiunto?
 Oggi molti dei nostri capi vengono prodotti con dettagli sartoriali come le asole delle maniche aperte, la costruzioni di maniche a mappina, eccetera. Inoltre, molta attenzione viene riservata ai dettagli interni e ai particolari. Nulla viene lasciato al caso, tutto questo contribuisce a dare al prodotto un sapore unico.

 Quanto e come incide la moda nelle collezioni per l'uomo?
 La moda ha certamente un'incidenza sulle collezioni maschili, sarebbe anacronistico non ammetterlo, però,

Qual è la vostra ricetta anticrisi in questo difficile momento economico?
 Non abbiamo ricette né alchimie di nessun tipo. Da sempre mettiamo tanto amore e passione nel nostro lavoro, cercando di trasmetterlo nelle nostre creazioni. Curando sempre più i clienti per aumentarne il grado di soddisfazione con servizi post vendita che possano inoltre aumentare la loro redditività.

 Quali sono i vostri programmi per il retail? Oggi abbiamo una rete di circa 700 punti vendita nel mondo. Cercheremo di consolidare i risultati raggiunti ma a breve non pensiamo di aprire dei monomarca. I paesi in cui abbiamo già un ottimo core business sono la Germania, l'Austria, la Svizzera e il Giappone, mentre ci stiamo espandendo in Olanda, Corea, Canada e paesi scandinavi. Abbiamo in programma a breve l'ingresso in Russia e negli Stati Uniti, il tutto a piccoli passi così come è stato da sempre il nostro cammino.


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Italy

Luxury, Travel, Fashion and Trends Costo copertina €6

Direttore responsabile Flavia Colli Franzone

TREND

Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Milano

2013,

Issue #27- Luglio/Agosto 2014

FASHION&TRAVEL

意大利热推购物之旅

Prada P/E 2014

2013年已经出现了箱包、 鞋和眼镜等饰品类高端消费 超过服装的趋势。这一趋势 主要体现在女装领域。 女装仍然是最能体现时尚风 向的消费品。这也是为何过 去的10到15年中不少皮制 饰品类制造商都将女装列入 了他们的产品线,以求从社 会文化及创意方面赢得对其 饰品本身的认可。 服装是时尚概念的最高体 现,在如今的大媒体时代, 这一点不论从传统还是新兴 媒体中都能感受到。女装发 布会已然成为传播潮流、品 味与生活方式的发展趋势 的大戏。 2013年全球男装消费额以 270亿欧元超越女装的260 亿欧元。在男  女服装和饰品 领域中,意 大利都是行业 翘楚。这些领 域消费的持续 增长,已成为 意大利工业发展的主导因 素之一。 消费无国界。近三年来消费 增长的主要市场是美国、西 欧、俄罗斯、迪拜和中国。 意大利虽然低于欧洲平均水 平、且大半消费都来自于外 国游客,但是女装相关消费 也实现了增长。 女装消费增长较10至15年 前相比呈现放缓趋势,缘于 越来越多的女性消费者开 始尝试所谓的“混搭”(将 不同的一线品牌服装和配 饰混在一起搭配)或追求“ 快时尚”。这一趋势之前只 在相对成熟的消费市场出 现,如今已然在全球范围内 蔓延,高端产品与快时尚 产品在不同场合交替使用正 当王道。 配饰与服装的消费在各个 历史阶段发展都有所不 同:20世纪50年代到80年 代可谓女装盛世;然而从 80年代中期开始,箱包类 逐渐崭露头角;近年来,箱 包鞋类的组合开始由于其风 格与社交性引来消费高峰。

一场 无国界 的增长 大势.

奥黛丽·赫本与格利高里·派克在电影《罗马假日》中的场景,导演:威廉·惠勒

意大利各奢侈品集团“专宠”中国顾客,竭尽所能以求宾至如归 如今,越来越多的中国消费 者选择直飞欧洲购物。春节 假期刚刚结束,正是中国游 客背上行囊带好钱包,出国 来场奢侈品之旅的好时节。 欧洲各大奢侈品品牌也已摩 拳擦掌,时刻准备好迎接远 到而来的贵宾们,或是组织

中文导游团参观专属奢侈品 展厅,或是安排进入高级时 装秀后台体验,近几年这类 面向中国消费者的专项活动 越来越多了。 像这些品 牌,大部分都可以在中国的 商场买到,然而中国人在欧 洲的奢侈品消费比其他国家

都多,他们似乎更喜欢在欧 洲购物。这应该与中国的高 额奢侈品进口关税和意大利 本土的低价有关。 如今,越 来越多的中国消费者选择直 飞欧洲购物。春节假期刚刚 结束,正是中国游客背上行 囊带好钱包,出国来场奢侈

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Focus

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GERMANIA I

n tutto il mondo, anche per quest’anno il settore dell’alto di gamma è previsto in crescita. Infatti, a livello mondiale, il 2014 si chiuderà per l’industria del lusso con una crescita del 6% a tassi di cambio costanti, confermando l’andamento del 2013, anno che ha registrato un +6,5% per 217miliardi di euro a valore assoluto. Scendendo nello specifico del mercato europeo, questo, nell’anno in corso, dovrebbe crescere intorno al 4%, grazie all’andamento favorevole di Germania, Francia e Regno Unito e all’afflusso di nuovi profili di consumatori cinesi. «Le vendite di prodotti dell’alto di gamma nei mercati maturi – spiega Armando Branchini, vice-presidente di Altagamma – si compongono di due fattori: i consumi locali e gli acquisti fatti dai turisti. L’Europa, forte delle bellezze paesaggistiche e delle attrazioni culturali e storiche, è tradizionalmente una meta molto ambita per i viaggiatori di tutto il mondo. Per farsi un’idea dell’importanza dei flussi turistici nel fatturato del lusso nel singolo Paese basta guardare i dati. In Francia i viaggiatori generano il 60% del turnover del segmento lusso, nel Regno Unito il 55%, in Italia il 50%; in controtendenza la Germania dove il consumo locale pesa per l’80%. Il 20% dei viaggiatori del lusso che scelgono la Germania sono strategici per le aziende poiché provengono, oltre che dagli altri Paesi europei, anche da Russia, Cina, India, Americhe, Est Europa, aree molto recettive per i consumi dell’alto di gamma». Questo significa che il mercato tedesco è solido, stabile e, sostanzialmente, non influenzato da flussi poco sicuri e discontinui come quelli del turismo. Infatti chi viaggia sceglie le mete in base alla stagione, alla scoperta di nuove destinazioni, al gusto personale e a tanti altri fattori che sono poco costanti e legati alle mode del momento.

«Il mercato tedesco – illustra il Vice-presidente – è molto interessante perché si caratterizza per la presenza di consumatori molto sofisticati che hanno ben in mente quello che vogliono e quindi scelgono in maniera consapevole. Non va poi dimenticato che gli high spender in questo Paese sono svariati milioni». Ma quali sono le discriminanti che indirizzano la scelta dei ricchi tedeschi? «Dalle nostre analisi – prosegue Branchini – per il 78% dei consumatori tedeschi i fattori importanti che determinano gli acquisti sono esclusività, artigianalità ed essere “prodotti senza tempo”. Il 28% sceglie in base alla visibilità del logo, alla capacità dell’oggetto di rendere chi lo compra cool e sexy, all’essere esclusivo e su misura. Le leve che influenzano l’acquisto sono per il 40% il word of mouth che proviene per il 12% dai social network e web site e il 28% dal passaparola tradizionale. Quando arriva il momento dello shopping i tedeschi preferiscono i monomarca seguiti dai department store e dai siti di e-commerce». Inoltre, da un sondaggio svolto all’interno del progetto TF- Traceability & Fashion (marchio promosso da Unionfiliere che certifica al consumatore la storia del prodotto di moda che sta acquistando) si evince che per l’89% dei consumatori tedeschi la certificazione dell’identità del prodotto è importante nella loro decisione d’acquisto. In particolare a influire nella scelta del prodotto sono il rispetto dell’ambiente/ responsabilità sociale d’impresa (importante per il 91% dei consumatori tedeschi), l’origine (83%) e la salute del consumatore (64%).

MONOMARCA SEMPRE VINCENTE

MERCATO IN CRESCITA

«Con i suoi 9,9milardi di euro spesi nel mondo luxury – continua Branchini – la Germania è il settimo mercato a livello globale e il secondo, per consumi interni, in Europa dopo l’Italia. Nel 2013 si è verificato un incremento del 3%, percentuale che dovrebbe attestarsi intorno al +4% nell’anno in corso». Ma quello che attrae le aziende mondiali dell’alto di gamma è la tipologia del consumatore teutonico. Infatti è high spender, sofisticato e preparato: un profilo perfetto per l’acquirente di beni di lusso che, nello specifico, provengono per l’80% dal resto d’Europa (30% dall’Italia) e per il restante 20% dagli Stati Uniti.

Il consumatore tedesco spinge l’Europa del lusso

Da sempre denominata “la locomotiva d’Europa”, la Germania anche in questa fase economica di stallo-ripresa sta avendo un ruolo determinante.

Business

LA MODA IN GERMANIA

Il made in Italy è sempre più amato. Cresce la distribuzione retail. Pag. 30

di ALESSANDRA IANNELLO illustrazione NICOLA GOBBETTO

Directory

CHI E DOVE

Gli indirizzi utili per ottenere informazioni sul mercato. Pag. 31

Retail

LE VIE DELLO SHOPPING

I negozi trendy non si trovano solo nelle grandi città ma anche in provincia. Pag. 31

Come abbiamo già accennato, il consumatore tedesco è molto attento e preparato e quindi, quando si reca in negozio, preferisce per lo più un’assistenza discreta (46%) e solo una piccola percentuale (38%) vuole un supporto più ampio e approfondito. Per lui la customer experience è fondamentale e per questo preferisce vivere il mondo e il lifestyle del brand facendo i propri acquisti nei monomarca. Secondo canale di vendita i department store seguiti dall’online. Per quanto riguarda i nuovi media, tradizionalmente la Germania è conosciuta per la grande attenzione verso le innovazioni tecnologiche. «I tedeschi – conclude Branchini – si affidano al digitale oltre che per gli acquisti, il 9% compra tramite e-commerce, soprattutto per comparare prezzi e prodotti (41%) su blog, giornali on line e siti di informazione». Strategie

L'EXPORT TRAINA LA MODA Dopo i beni di consumo e l'alimentare, il fashion è strategico per la Germania. Pag. 32


Focus

GERMANIA

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L'OPINIONE

Il mercato tedesco è sport-oriented

Testo di PATRICK COPPOLECCHIA Fondatore D-tails agency.

I

n questa p/e 2014 anche la Germania, soprattutto la Germania nella zona in lingua tedesca ha subito un forte rallentamento. La problematica principale è legata ai costi che sono saliti su media nazionale del 7% e la frequenza che è diminuita del 30%. I negozianti si trovano da tre stagioni con fatturati in calo e margini ridotti all´osso. La massificazione di grandi marchi ha spinto i buyer, rispetto al passato, a cercare autenticità e made in Europe. Vogliono raccontare storie reali, di produttori italiani innamorati e presenti che con il loro amore e know how garantiscono quella creatività che rimane sempre unica e invidiata.Il mercato tedesco in particolare diventa sempre più sportswear evoluto. Brand come Stone Island, Duvetica, Moncorome o Myths sono molto amati e generano fatturati interessanti. Il casual di target alto rimane il mercato sul quale puntare. Ecco alcuni consigli su come penetrare e sviluppare il mercato: - Consegne: molti produttori non capiscono il metodo first in first out e solo ora si stanno abituando a consegnare bene e a capire che un mercato che consuma solo per emozione e non per bisogno consuma prima – dunque la merce estiva deve iniziare a essere negozi Le aziende nei presto, andevono puntare su che perchè consegne, servizio il buyer deve potere value magazzino tare la merce e le prime performance di vendita (la p/e quindi intorno al 15.12 – max 28.2, tenendo conto che gli acquisti vengono definiti i primi giorni di febbraio, dunque chi non ha consegnato fino ad allora almeno il 70% poi non si deve essere sorprendere se il buyer non compera). - Servizio: senza un adeguato e qualificato personale di back up office in azienda nessuno può pensare di penetrare un mercato. Se un solo paio di scarpe è difettoso, dopo un invio di foto all´agente o alla ditta, il paio deve essere ritirato dal negozio a proprie spese, con nota credito o sostituzione. Questo servizio costa ma lega fortemente i due partner alla lunga. - Magazzino: i best seller vanno messi un sovraproduzione, a rischio del produttore accordandosi con gli agenti. - Cambi merce: oggi cambiare un 20% dell´acquisto è normale. Il 60% di sell out è necessario affinchè un buyer ricompri un marchio, dunque fa parte del gioco supportare il negoziante , eventualmente chiedendo un piccolo supplemento spese. - Rapporto prezzo: a causa del calo e della stagnazione del mercato, il negoziante parte da un presupposto di un mark up minimo di 2,8 per prendere in considerazione un prodotto brandizzato e del 4 con prodotto cosiddetto "furbo". - Contenuto: chi ha contenuti da vendere è favorito, ma chi ha prodotti basici ci pensi bene; in questa fascia sono gia´ andati in Asia tanto tanto tempo fa!

Personaggi Playmobil, azienda di giocattoli tedesca diventata famosa in tutto il mondo.

Moda made in Italy ÜBER ALLES CRESCE IL MERCATO DELLA MODA IN GERMANIA. IL MADE IN ITALY È SEMPRE IL PIÙ AMATO COSÌ GLI INDUSTRIALI NOSTRANI PUNTANO A NORD APRENDO NUOVI NEGOZI.

I

di ALESSANDRA IANNELLO

l 2014 è iniziato positivamente per il mercato tedesco della moda e dei tessuti, registrando un aumento del fatturato per l´intero settore dell´1,1% nel primo trimestre rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Le crescite si sono verificate sull’intera filiera produttiva, dalla vendita di tessuti (+4,6%) fino alla produzione (+4,3% per l’abbigliamento e +3,5% nel tessile) e alle vendite al dettaglio che sono aumentate complessivamente dell´1,6%. In particolare, a marzo, i commercianti hanno registrato un aumento delle vendite dell´8%, soprattutto per il vestiario esterno femminile (+13%) e quello da uomo e da ragazzo (+1%). La moda giovanile ha registrato invece un calo del 2%. Forte il rialzo delle vendite nei centri commerciali (10%) mentre i magazzini di prodotti tessili hanno evidenziato una crescita degli incassi del 5%.

FERMENTO ITALIANO

Alla luce di dati così confortanti è facilmente intuibile perché aziende e marchi del fashion system mondiale stiano puntando a entrare

o a consolidare la loro presenza sul mercato tedesco. «La Germania per noi – dice Andrea Benedini, direttore export di Lubiam – rappresenta oggi in Europa il mercato più importante e quello su cui punteremo maggiormente. Al momento siamo presenti in quaranta boutique di alto livello, con il marchio L.B.M.1911. A partire dalla stagione primavera-estate 2015 lanceremo anche la linea Luigi Bianchi Mantova Sartoria, una collezione elegante, formale e allo stesso tempo innovativa e aggiornata, con vestibilità studiate ad hoc per questo mercato. Tutto, ovviamente, “made in Mantova”. Infatti, in Germania, così come in Europa in generale, il “made in Italy” è un valore fondamentale, che viene riconosciuto e apprezzato, così come la storia centenaria della nostra azienda. Punteremo soprattutto moltissimo sul nuovo servizio “Su Misura”, che in quest'ultimo anno ha visto i propri numeri aumentare dell'80%. Così come già facciamo in altri Paesi, saremo disponibili ad attivare, con i clienti che lo vorranno, progetti personalizzati e trunk show nei negozi, per supportare in modo mirato questo servizio dalle enormi potenzialità». Anche Wp Lavori in


GERMANIA

Focus 31

DIRECTORY

Fare shopping in Germania Certo, Dusseldorf tra e città tedesche è considerata quella della moda infatti nel centro cittadino, precisamente a Königsallee sono presenti numerose boutique oltre ad avere la fama di essere una delle vie più eleganti d’Europa. Ma anche il resto della Germania non scherza. Anzi, in tutto il Paese ci sono ben 170 strade dello shopping. Questo il risultato di una ricerca di Kemers’s Jones Lang LaSalle. Queste, nell’ora di punta (fra le 13 e le 14) di sabato sono prese d’assalto da tedeschi e turisti alla ricerca dell’oggetto del desiderio “alla moda”. In ordine di visite, Kaufingerstraße a Monaco, con i suoi 14.130 frequentatori durante l’ora di punta è la strada dello shopping più visitata dell’intera Germania e, insieme a Neuhauser Straße, forma la più popolare strada dello shopping della città. Fondata nel 1239, è una delle strade più vecchie della città bavarese. Questa strada confina con Marienplatz (dove si tiene l’OktoberFest) e finisce all’incrocio Färbergraben / Augustinerstraße. Zeil, a Francoforte, con i suoi 12.940 passanti l’ora è la seconda strada dello shopping più visitata di Germania. La peculiarità di Zeil è l’offerta variegata che trova la sua massima espressione nella Zeilgalerie. Questa è il più grande e antico centro commerciale della strada. Infatti fu inaugurato nel 1992, e ha 10 piani collegati da un grande corridoio a spirale che permette al cliente di raggiungere i piani camminando senza aver bisogno delle scale o dell’ascensore. 12.115 passanti, questa l’affluenza, nell’ora di punta registrata a Schildergasse a Colonia. La strada è lunga 500 metri e si estende tra Neumarkt e Hohen Straße. Forte della sua origine che risale al periodo dell’antica Roma questa è una Corso, Boggi Milano e Stefanel puntano sul mercato tedesco ma lo fanno aprendo monomarca diretti. Il primo ha inaugurato a Sylt, un flaghship dedicato al proprio marchio Woolrich. Questo spazio di 100 metri quadrati è il secondo nel mercato tedesco e sarà seguito da un altro opening ad Amburgo. Anche Stefanel rafforza la sua presenza in Germania con l’apertura di un nuovo punto vendita di 55 metri quadrati sull’isola di Sylt all’interno dell’area pedonale di Westerland. «La Germania - ha detto Carlo Stefanel, direttore commerciale di Stefanel - è il primo mercato estero di Stefanel e quindi è per me motivo di orgoglio avere ben 25 store nel Paese». Boggi Milano arriva invece in Germania con un monomarca a Norimberga (180 metri quadrati sulla KaiserStrasse) a cui seguiranno le aperture nell’aeroporto di Francoforte, a Seoul, a Knokke (Belgio) e a Singapore mentre Zucchi punta alla Germania per il rilancio del brand. Infatti con Bastimento Milano, il nuovo format di vendita (il primo già aperto in via Cavallotti a Milano) che raccoglie non solo gli house brand Zucchi e Bassetti e le licenze Diesel e Pantone, ma anche una serie di prodotti in cobranding e non, sarà prossimamente in Germania. «Con questa operazione – spiega Riccardo Carradori, ceo di Zucchi - il Gruppo vuole lasciarsi alle spalle le difficoltà (il primo trimestre del 2014 ha visto le vendite calare del 16% raggiungendo 32,7milioni di euro ndr) ed evolvere verso un concetto retail più dinamico. Siamo passati dal 15% del 2011 al 35% per il 2013. Stiamo performando molto bene in Germania, Austria, Svizzera e Nord Europa, poi vogliamo accelerare negli Usa». Se gli italiani spiccano per fervore delle attività, certo gli stranieri non stanno a guardare. Così Iconix, il gruppo americano di Neil Cole quotato al Nasdaq, punta a Nord e ha stretto un accordo con Karstadt per far arrivare Belle by Badgley Mischka e London Fog in Germania mentre Guess ha pianificato 30 aperture di nuovi store a gestione diretta in programma entro la fine dell’anno nel Vecchio Continente. Polonia e la regione Iberica ospiteranno la maggior parte degli opening del brand statunitense mentre il resto sarà diviso tra Francia e Germania. Infine il colosso dei cristalli Swarovski, con il suo brand di gioielleria e accessori Lola & Grace, pianifica lo sbarco nei prossimi mesi in paesi europei come la Germania e la Francia. «Per il 2014 – conclude Nina Müller, general manager di Lola & Grace - prevediamo di continuare a espanderci in Inghilterra e in Italia ed entreremo anche in Germania».

delle strade più antiche del Paese. La farmacia Haus Mirrweiler e la chiesa di Sant’Antonio sono i luoghi più interessanti dei dintorni. Qui si trovano anche i principali grandi magazzini della città. Königstraße, a Stoccarda, fu fondata nel 1806 ed è lunga ben 1,2 km. È la quarta strada più affollata di Germania con 11.180 visitatori. Parte dalla stazione ferroviaria della città, la Hauptbahnhof, situata in Arnulf-Klett-Platz e prosegue come zona pedonale fino a Rotebühlplatzal, il centro della città. Lungo la strada si incontra Schloßplatz con il nuovo e vecchio palazzo e il museo delle arti di Stoccarda mentre nelle vicinanze c’è la Borsa. Con 10.925 passanti, Spitaler Straße ad Amburgo è la quinta strada della moda più trafficata dell’intera Germania. La sua zona pedonale si estende parallela a un’altra via dello shopping: Mönckebergstraße. Al sabato pomeriggio, la strada più frequentata di Norimberga (10.700 passanti) è Karolinenstraße che si trova nella zona vecchia della città. Karolinenstraße è anche parte di una zona pedonale e rappresenta un posto perfetto non solo per lo shopping ma anche per le famiglie con bambini, poiché in quest’area vi sono varie attrazioni dedicate proprio ai più piccoli.A Wiesbaden, Kirchgasse (10.500 visitatori) con Langgasse è la strada più famosa per lo shopping cittadino. Il nome deriva dalla chiesa (Kirche in tedesco significa chiesa) di San Maurizio che un tempo si ergeva in questo luogo. Nel 1850 la chiesa fu distrutta da un incendio e, oggi al suo posto c’è Piazza Maurizio. Gli affitti in zona sono così alti che questa parte di Wiesbaden è la seconda zona più cara dopo Francoforte.

Chi e Dove CAMERA DI COMMERCIO ITALO-GERMANICA (AHK ITALIEN) Via Gustavo Fara, 26 20124 Milano www.ahk-italien.it

UNIONFILIERE Via Quintino Sella, 33 00187 Roma www.unionfiliere.it

CONSOLATO GENERALE DI GERMANIA Via Solferino, 40 20121 Milano www.mailand.diplo.de

ICE - ITALIENISCHE AGENTUR FÜR AUSSENHANDEL Schlüterstrasse, 39 10629 Berlin www.ice.it

BUNDESVERBAND DER DEUTSCHEN INDUSTRIE Breite Strasse 29 10178 Berlin www.bdi.eu

STUDIO LEGALE ITALO-TEDESCO Tübingen Wöhrdstrasse 20 72072 Tübingen Via Durini, 5 20122 Milano www.avvocato-germania.it

ITALIA MARKETING GMBH Siemensstrasse 8 53121 Bonn www.italia-marketing.com

ASSOCONSULT Viale dell’Astronomia, 30 00144 Roma www.assoconsult.org

D-TAILS FASHION SERVICE Reichenbachstr. 34 80469 Munchen 089 20207771 www.d-tails.de

Uno scorcio di Königsallee a Dusseldorf.


Focus

GERMANIA

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L’EXPORT traina la moda tedesca

Per la Germania il settore moda è strategico (dopo Cina-Hong-Kong è il più grande produttore di tessile e abbigliamento); infatti è il secondo più grande comparto industriale per i beni di consumo dopo l’industria alimentare. Testo di ALESSANDRA IANNELLO

Il mondo della moda in Germania è costituito da circa 1300 medie aziende, spesso a conduzione familiare, che danno lavoro a 120.000 occupati (un terzo industria dell’abbigliamento e due terzi industria tessile). L’industria tessile-moda tedesca è export oriented (dopo Cina e Italia è il terzo Paese per esportazioni) visto che valica i confini nazionali il 40% dei prodotti di abbigliamento e il 45% di quelli tessili. In particolare nel tessile, la Germania è leader mondiale, con il 45% della quota di mercato, per tessuti tecnici che generano circa il 50% del fatturato del comparto. Per quanto concerne il settore abbigliamento, l’andamento del fatturato è positivo in tutti i comparti a eccezione del segmento da lavoro dove si registra un calo del -3,2%.

alcune aziende come le catene di supermercati Lidl o Bonprix.

CRESCE L’INTERNET RETAIL

+2,2%

i consumatori tedeschi che scelgono secondo i criteri di esclusività, artigianalità e “senza tempo”

l’export di abbigliamento italiano in Germania nel 2013 (fonte SMI)

78%

CATENE MULTINAZIONALI SPRINTER PER L’ABBIGLIAMENTO

Sono i grandi player internazionali che guidano le vendite di abbigliamento in Germania. I nomi sono quelli che la fanno da padrone in tutto il mondo, dunque H & M, Zara, Bershka, Pull & Bear e C & A Mode KG e che devono il loro successo alla concomitanza di due fattori fondamentali: la conoscenza approfondita delle esigenze dei consumatori e la capacità di offrire una vasta gamma di prodotti di qualità a prezzi accessibili. Nelle posizioni top del mercato anche i produttori locali come Adidas, leader nel segmento dell’abbigliamento sportivo, e Deichmann, colosso tedesco delle calzature.

I TESTIMONIAL AUMENTANO LE VENDITE

La figura del testimonial non è certo stata una delle innumerevoli invenzioni dei tedeschi. Però, dati alla mano, si è notato come il consumatore teutonico sia sensibile ai consigli di star, atleti e personaggi famosi. Un esempio dell’uso di testimonial importanti viene dal settore più forte dell’abbigliamento tedesco, quello sportivo. Così Reusch vanta fra i suoi portabandiera nomi del calibro di Dida, Fernando Muslera, Andrea Consigli, Marco Storari, Christian Abbiati, Alexander Manninger, Mariano Andújar, Salvatore Sirigu, Antonio Mirante e Júlio César. Uhlsport ha invece puntato su Mark Schwar-

91% zer, Dino Zoff, Hans-Jörg Butt, Michael Fink, Pascal Zuberbühler, Grégory Coupet, Diego Klimowicz, Edmond Kapllani, Edwin Tenorio, Albert Riera e Srdjan Djekanović per citarne solo alcuni. Non mancano le star del grande schermo; così C & A Mode KG

ha stretto una collaborazione con Cindy Crawford mentre il marchio Adidas NEO ha puntato su un pubblico giovanissimo impiegando, come testimonial, Justin Bieber. Sempre in tema di testimonial non va dimenticato che la Germania è stato uno dei primi Paesi al mondo

i consumatori che ritengono importante il rispetto dell'ambiente

a guardare con interesse il mondo delle modelle curvy (sarà perché la donna tedesca, secondo uno studio di "Size Germany", ha come misure medie 98,7 – 84,9 – 102,9 numeri lontani dagli agognati 90-60-90?). Infatti Silvana Denker modella che pesa più di ottanta chili lavora per

PERSONAL LUXURY GOODS - TOP 10 COUNTRIES (2013-B€)

€ Growth 12-13 E

4%

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Presente a Pitti Filati 2-4 luglio 2014 www.baruffa.com

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L'Europa si conferma, come da tre anni a questa parte, il maggiore mercato per l'e-commerce B2C (ossia il commercio elettronico con vendita diretta ai consumatori), con un fatturato che crescerà arrivando a quota 625miliardi nel 2016, grazie prevalentemente all’incremento delle vendite effettuate dai dispositivi mobili. Il mercato europeo dell’on line vede sul gradino più alto del podio il Regno Unito (96miliardi di euro), al secondo posto della classifica c’è la Germania (50miliardi) mentre al terzo si posiziona la Francia (45 miliardi), che insieme generano oltre il 60% delle vendite. Nello specifico, l'Europa Occidentale (UK, Francia, Benelux e Irlanda) è la regione che ha generato il maggiore fatturato (160,8miliardi, pari al 51,6% del totale) seguita dall'Europa Centrale (Germania, Austria, Svizzera e Polonia) con un fatturato di 76,3miliardi, pari al 24,5%. Il Sud Europa ha superato i Paesi nordici e rappresenta la terza regione con un fatturato di 33,2 miliardi (10,7% del totale) e una crescita del 33,6%. In particolare i consumatori tedeschi utilizzano l'e-commerce principalmente per confrontare i prezzi ma anche per acquistare, soprattutto se l’on line permette di godere di offerte o di servizi non disponibili nei negozi tradizionali. I prodotti più acquistati on line sono, secondo una rilevazione aggiornata al 2012, i libri (44,9%), i biglietti per gli spettacoli (35,5%), l’abbigliamento femminile (28,4%) mentre l’abbigliamento uomo si ferma all’ottavo posto (25%). Lo sviluppo dell’e-commerce in Germania sta però subendo anche gli strali di una vera guerra. Infatti dopo un’ annata molto difficile per il gigante americano Amazon che è stato obbligato ad applicare le regole molto severe sulle condizioni lavorative tedesche, a fine aprile è stata la volta del suo concorrente tedesco Zalando che è stato denunciato per la stessa ragione. Infatti, Zalando si trova ad affrontare un grosso scandalo proprio nella sua Germania dopo che un reportage televisivo ha denunciato le condizioni di lavoro in una delle sedi del sito di e-commerce.


FASHION ILLUSTRATED

Issue #27- Luglio/Agosto 2014

want exclusive style, can our home become a fashion house? The 3D virtual shopping experience – a dream our software could bring to life. Innovative thinkers everywhere use INDUSTRY SOLUTION EXPERIENCES from Dassault Systèmes to explore the true impact of their ideas. Insights from the 3D virtual world are unlocking new shopping experiences that bring consumers and designers closer together. How long before the living room and the fitting room become one?

It takes a special kind of compass to understand the present and navigate the future. Our partner: Julien Fournié 3DS.COM/CONSUMER-GOODS


ADVERTORIAL

FASHION ILLUSTRATED

FIERE TEDESCHE

IGEDO COMPANY rafforza il legame con il trade The Gallery e CPM sono i fiori all’occhiello di Igedo, modelli fieristici che si rinnovano a ogni edizione per stare al passo con le esigenze del retail contemporaneo.

L

a simbiosi tra esperienza, competenza e potere d’innovazione ha permesso a Igedo di crescere oltre i confini del womanswear dal 1949. Nonostante i cambiamenti essenziali dell’industria fashion, avvenuti in particolare negli ultimi otto anni, Igedo si è confermata economicamente un’azienda di successo. Con THE GALLERY DÜSSELDORF e CPM – Collection Première Moscow, la società è presente sul mercato nazionale e internazionale. CPM - Collection Première Moscow è la prima leader rivolta al trade nell’Est Europa e si svolge ogni 6 mesi. I 60.874 mq dell’Expocentre Fairgrounds di Mosca vengono visitati da circa 19.850 visitatori durante CPM, il più grande evento di Igedo company nonché quello con più presenze internazionali. Come rappresentante degli espositori provenienti dai paesi DACH (Germania, Austria e Svizzera) al Central Asia Fashion in Kazakhistan, la società sta espandendo la sua presenza nell’Est Europa. Quest’anno Igedo celebra il suo 65esimo anniversario e sta aprendo la strada per i mercati di domani. L’anniversario è un’ottima opportunità per gettare uno sguardo alla storia di successo di questa realtà. A Düsseldorf, sede ideale e più importante per piazzare gli ordini, il ”chi è chi” è ancora fortemente presente ed è una delle molte ragioni per cui la sede di Düsseldorf torna a ricoprire un ruolo centrale. La manifestazione

THE GALLERY DÜSSELDORF (2528 luglio) si svolge nella nuova location ›Botschaft‹ dal luglio 2012. L’idea di moda contemporanea, design, accessori, abbigliamento bambino, da sera e uomo si è consolidata con successo nella città della moda, Düsseldorf. Con una continua crescita positiva, la piattaforma ordini cresce di evento in evento. E oggi THE GALLERY DÜSSELDORF si può visitare in tre location: ›Botschaft‹, il cuore dell’evento a ›Cecilienallee‹, con il suo stile unico, lo charme ricco di storia e l’architettura internazionale. Seconda location è la ›Rheinlandsaal‹ all’Hilton Hotel e per la prima volta anche gli ›Hammer Hallen‹ entrano a far parte di THE GALLERY DÜSS E L D O R F, che quest’anno avrà luogo dal 25 al 28 luglio. Gli ›Hammer Hallen‹ con il loro fascino industriale sono lo spazio perfetto per i nuovi espositori dei marchi premium e per le agenzie di alta qualità dell’industria fashion internazionale. Saranno presenti brand dall’Italia, Ungheria, Tur-

chia. Tra questi anche nuovi espositori come AMA DE LUXE •LAIDBACK LONDON • IKKII WINTER BOOTS • DES PETITS HAUTS • BOB • 2 / W 2 / M • 000 / OUT OF ORDER • WOOL & CO • ETIQUETA NEGRA • Hugenberg • NIU FASHION • ATOS LOMBARDINI e Sternensee. La Hinterhofagentur con CAPE HORN and MEMORYS, 22 Fashion Agency, Rose Brandenburg e HTC Apparel Women / Men si presentano con i loro marchi rinnovati. La nuova area Not Couture esordirà a luglio anche presso ›Hammer Hallen‹. Brand giovani e innovativi avranno un evento dedicato per presentare le loro creazioni al mercato. THE GALLERY DÜSSELDORF in questa edizione presenta i trend per l’autunno/inverno 2015 su una superficie di 8.600 metri quadrati. Espositori, visitatori, giornalisti e blogger potranno fruire di un esclusivo ed esteso programma di eventi. Ad esempio il press breakfast

nel giardino del ›Botschaft‹, serate per gli espositori, workshop sulle tendenze, TW fashion talk e happy hour di benvenuto. Da tempo Igedo collabora con blogger selezionati – in questa edizione ci saranno Franziska Albrecht di The Random Noise, Franziska Albrecht di Zukkermädchen e Anne-Kathrin Bieber di Les Attitudes che parleranno dell’evento. Anche Paul-Henry Duval, blogger e modello, parteciperà a THE GALLERY DÜSSELDORF. St. Pauli Blond, dietro cui si cela l’hairdresser Michael Geihe, sarà presente alla Fiera come responsabile dello style dei blogger. Il partner di St. Pauli Blond, Jens Gabor, presenterà invece la linea di cosmetici creata con ingredienti naturali e proporrà piccoli break per una veloce fuga dallo stress.


ADVERTORIAL

FASHION ILLUSTRATED

Düsseldorf 25 –28 July 2014

www.the-gallery-duesseldorf.com

Fashion Trade Show

Red Carpet 27 –29 July

Botschaft . Hammer Hallen . Rheinlandsaal


Retail 36

Ora NELLA RETE si entra per davvero Addio alle foto piatte e tristi: comprare on line è sempre più simile a una ‘inspired shopping experience’. Testo di GLORIA MAGNI

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on è più notizia ma trend di costume l’innegabile, repentina e in parte anche inaspettata, crescita degli acquisti on line di abbigliamento ed accessori, e sempre più da device mobili (solo in Italia +250% nel 2013 vs 2012 gli acquisti su eBay effettuati da smartphone o affini). E se in principio gli oggetti del desiderio venivano veicolati ai futuri possessori nella maggior parte dei casi attraverso una sequenza di immagini piatte e tristanzuole che certo non li valorizzavano appieno, è ora iniziata l’era dell’inspired shopping on line, grazie ad innovazioni tecnologiche dagli effetti tali che è come se nella rete ora si entrasse per davvero, per immergersi in un grande armadio virtuale. E’ recente l’acquisizione di eBay, la gigantesca piattaforma di acquisti on line, del software PhiSix per creare simulazioni in 3D degli abiti che si andranno ad acquistare in grado di fornire ai compratori informazioni attendibili sulla loro vestibilità. Un vero camerino virtuale insomma nel quale i compratori possono vedersi mentre indossano, virtualmente ma verosimilmente, l’agognato capo di abbigliamento, anche in diversi momenti d’uso, camminando per strada o colpendo la palla in un campo da golf per testare anche la fluidità dei materiali. “Grazie alla tecnologia di Phisix” - dichiara Steve Yankovich, vice Presidente Innovation e New ventures di eBay Inc. “gli acquirenti possono farsi un’idea di ciò che desiderano acquistare in maniera più efficiente e di impatto: crediamo sia un ottimo strumento per favorire il business dei venditori, anche riducendo le percentuali di resi, e creando un’esperienza accattivante e coinvolgente per i consumatori”. A proposito di prodezze emozional-tecnologiche, è assai significativo il fenomeno e l’ascesa di Metail, una startup di intraprendenti ragazzi basati a Londra capitanati da Tom Adeyoole, che alcuni mesi fa sono riusciti a raccogliere l’ingente somma di 2.600.000 sterline grazie al crowdfoung online e a crearsi una grane sede nella nuova East Tech City di Londra, una specie di Silicon Valley europea. Il progetto che ha destato tanta curiosità altro non è che la creazione di una vera e propria controfigura virtuale del sé comprante: il download di una foto e la trasmissione delle misure, peso altezza etc, pronti ad osservare nello schermo dei nostri device i manichini semoventi con le nostre fattezze (chiamati MeModel). Il primo a

Swivel, una dressing room digitale sviluppata da FaceCake. Sotto il virtual fitting room di eBay.

diventarne partner è stata la connazionale Tesco, poi Warehouse, Zalando per la Germania e la brasilIana Dafiti, ma c’è da giurarci, la lista dei proseliti sarà lunga, essendo un progetto ancora da perfezionare, più che altro nella fase di realizzazione repentina di foto con tecniche particolari, affinchè la resa sia ineccepibile, del gran numero di capi disponibili all’acquisto, anche per ammortizzare il costo del servizio tale da non gravarlo sul cliente. Mostra invece un’inclinazione social il camerino virtuale da utilizzarsi on e off line di Lg presentato al Consumer Electronic Show di Las Vegas lo scorso anno, che ricorda il fantasmagorico armadio di Cher, la protagonista di Clueless (in italiano ‘Ragazze a Beverly Hills’): uno schermo ad alta definizione che scatta la foto, la memorizza e ci fa scorrere sopra la collezione dello stilista o della boutique preferita, abbinandoci pure gli accessori. I più soddisfacenti risultati delle prove possono essere fotografati e subito condivisi sui social network per avere consigli, critiche o

I TURISTI ACQUISTANO OFF LINE

* COMPRENDE RUSSIA ** COMPRENDE ARABIA SAUDITA, BARHEIN, EMIRATI ARABI UNITI, GIORDANIA, IRAQ, IRAN, KUWAIT, OMAN, QUATAR, SIRIA, YEMEN. FONTE: ELABORAZIONE CENTRO STUDI TCI SU DATI ISTAT.

apprezzamenti. Un'evoluzione verso l’inspired shopping on line, seppur meno complessa, l’ha fatta anche la spagnola Privalia, dotandosi ora di un occhio capace di mostrare a 360° alcune proposte di abiti ed accessori, destinate in breve tempo ad aumentare.

Emergono dati interessanti e non scontati dalla ricerca di Global Blue presentata dal Touring Club dal titolo ‘I mercati emergenti una sfida da vincere’ sulle variazioni dei flussi e della spesa degli stranieri in Italia, al fine di evidenziare su cosa e come catalizzare l’attenzione dei mercati emergenti. L’Italia si conferma il quinto paese tra quelli con maggior flusso di clienti stranieri, tra i quali il 37% europei e il 10% extraeuropei (la percentuali sono calcolate sul totale delle presenze, per cui il restante sono italiani).Sono i tedeschi il popolo che più ama il nostro paese, seguiti dagli americani, dai russi, in aumento del 424% nello scorso decennio, sino al 2012, dai cinesi, +294% nello stesso periodo e dai brasiliani che marcano un +122. Tra coloro che effettuano acquisti tax free, fanno la parte del leone i russi e i cinesi, che insieme assorbono circa la metà del totale degli ac-

quisti (il 27% del totale i primi, il 21% i secondi nel 2013). Non sorprende che le città più gettonate siano Milano e Roma, che assorbono il 35 e il 19% del totale degli acquisti tax free effettuati nella penisola, ma stupisce che Verona, pur assorbendo solo l’un per cento degli acquisti stranieri, abbia registrato un incremento pari al 17% annuo lo scorso anno, e un ancor più significativo un 53% relativamente ai clienti russi. Considerando le tipologie più amate dagli stranieri, le loro preferenze si sono indirizzate ad abiti ed accessori, per il 68% del totale degli acquisti tax free e per il 15% ai gioielli e agli orologi, in calo questi ultimi di un punto percentuale rispetto all’anno precedente. Per concludere un ultimo dato in impennata: è pari al 34% la crescita annua, nel 2013, di acquisti tax free fatti all’interno degli outlet, che hanno così raggiunto un significativo 14% del totale.

L'OPINIONE

La fine del cibo (e la fine dei negozi) Testo di ROMANO CAPPELLARI Esperto di Retail

stato inventato il prodotto in graÈ do di sostituire i nostri pasti? È questo l’interrogativo che si pone un

articolo uscito nello scorso mese di maggio sul New Yorker e dedicato al lancio commerciale del Soylent, la polvere solubile che contiene tutte le sostanze necessarie al nostro organismo e che è quindi in grado di sostituire completamente ogni altro tipo di cibo. Rob Rhinehart, l’ingegnere americano che ha messo a punto la formula (e che ha già raccolto oltre un milione di dollari di finanziamenti per sviluppare l’impresa) sostiene di nutrirsi praticamente solo di Soylent da oltre un anno e, come l’articolista del New Yorker ha potuto confermare, di essere in ottima forma. Non ci sarà più l’obbligo di andare a fare la spesa e interrompere il lavoro o altre attività per cucinare e mangiare: è sufficiente ordinare qualche confezione di Soylent via web, a g g iu ngere acqua e berla. Nessuno però immagina che questo sig nif ichi una prossima “fine del cibo”, come la tecnologia provocatoriamente non risolve titola il pezi problemi zo, perché del retail mangiare non vuol dire solo immettere nell’organismo le sostanze indispensabili per il sostentamento, ma anche divertirsi, esplorare, socializzare e godere, e infatti il mondo dei cuochi e della cucina non è mai stato effervescente come oggi. È questa per molti versi la situazione in cui si trovano oggi i punti vendita brick & mortar: nessuno è più costretto ad alzarsi dal divano o a lasciare la scrivania per procurarsi una giacca o un paio di scarpe perché può farlo in modo molto più efficiente, e spesso anche divertente, on line. Stanno inoltre arrivando sul mercato soluzioni tecnologiche (si pensi ad esempio a quella messa a punto dalla startup XYZE) destinate a risolvere il problema dell’individuazione della taglia, problema che origina tanti costi per i web retailer e fastidi per i consumatori. Questo non sta portando però alla “fine dei negozi”, come testimoniano i prezzi degli affitti commerciali nelle vie della moda più prestigiose, e il futuro si presenta roseo per quei punti vendita che invece di sfidare l’ecommerce sull’efficienza logistica si ricorderanno che anche fare acquisti vuol dire soprattutto divertirsi, esplorare, socializzare e godere in un mondo nel quale le esperienze memorabili sono la merce più preziosa. Che ruolo avrà la tecnologia nell’aiutare i retailer a far vivere ai clienti esperienze memorabili? Certamente un ruolo importante per quanto riguarda in particolare l’accresciuta disponibilità di informazioni sul cliente da parte delle imprese (ma anche sulle imprese da parte dei clienti). La vera differenza nel garantire esperienze memorabili non è destinata però a dipendere dalla tecnologia, ma continuerà a essere basata sull’interazione tra persone in carne ed ossa e non è un caso che le aziende leader oggi stiano sì investendo in location e tecnologia, ma anche e soprattutto nello sviluppare i talenti della vendita e del retail management.


FASHION ILLUSTRATED

Issue #27- Luglio/Agosto 2014

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Strategie 38

SOSTENIBILITÀ REALE

Pensare GREEN è business

Saint Laurent illumina i suoi spazi per il 40% a LED, Bottega Veneta installa i pannelli solari sul tetto del nuovo store nel quadrilatero, Balenciaga si allea con Greenwishes per smaltire i rifiuti degli uffici a Parigi, i nuovi luxury stores sono a caccia delle LEED-certifications. Il gruppo Kering punta sulla sostenibilità. Di MARCO MAGALINI

La sede di Bottega Veneta immersa nel verde e sotto pannelli solari sul roof sempre di Bottega Veneta nel quadrilatero a Milano. Nella pagina accanto, uno dei capi sustainable wool di Stella McCartney, la borsa di Gucci heavy metal free leather e le scarpe Puma Panorama. Sotto The Palme d'oro Fairmined di Chopard.

S

ono i Paesi industrializzati i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra, con il primato degli Stati Uniti (7,5 miliardi di tonnellate stimate per il 2014), seguiti a corta distanza dalla Cina (7 miliardi). Questi due Paesi sono responsabili di circa il 40% dell'anidride carbonica emessa a livello globale. Mentre i 15 membri storici dell'Unione Europea sono in terza posizione (5 miliardi), davanti alla Russia (1,9 miliardi), all'India (1,7 miliardi) e al Giappone (1,5 miliardi). Una doccia fredda per entrare nel cuore del problema, che non guarda in faccia nessuno, luxury brand compresi. Nonostante “in Italia e in altri Paesi europei le imprese puntino sull'innovazione per ridurre le emissioni e accedere ai Titoli di Efficienza Energetica, mentre nei Paesi emergenti accade proprio il contrario, - commenta Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia, uno dei player chiave nell'ambito della sostenibilità ambientale – questo non è ancora sufficiente. Per guardare con ottimismo

agli obiettivi di Kyoto bisogna ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica, dunque i consumi di energia, in tutti i Paesi. Ognuno nel suo piccolo può organizzarsi”. Certo, su larga scala è più complesso ed è anche molto costoso. Per questo in Italia, così come in altri Paesi europei, lo Stato ha previsto un'importante politica di incentivi per chi rende più moderna ed ecologica la propria azienda, introducendo i "Titoli di Efficienza Energetica" (TEE), titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento di efficienza energeti-

ca. Stringendo il campo al lusso, molte aziende della moda si stanno muovendo in ottica di riduzione dei consumi, sia per una questione etica di responsabilità ambientale che nell’ottica di un risparmio diffuso. Tra i vari studi fatti da enti di analisi in questo campo, quello di Bank Sarasin, istituto svizzero, mostra che solo un numero limitato di aziende percepisce le opportunità, anche a livello di marketing, associate al perseguire attivamente elevati standard di sostenibilità a favore dell’integrità dei propri marchi. Molte invece non sono certo trasparenti quando di tratta di rendere pubbliche informazioni sui loro

processi e sulla loro catena produttiva e le iniziative a favore della comunicazione in termini di sostenibilità sono essenzialmente animate solo dall’opportunismo di proteggersi dal rischio di reputazione, puntando a evitare scandali o attacchi dalle Ngo, le organizzazioni non governative attive nel criticare comportamenti non etici (non ultimo lo scandalo sollevato da Greenpeace Asia, che ha denunciato la presenza di sostanze incriminate nei capi per bambini). I campioni della sostenibilità del lusso sono il Gruppo Kering, Lvmh e Burberry. Tra le italiane Prada, Ferragamo e Tod’s. Parlando di chi sta sul podio al primo posto, il Gruppo Kering, premiato tra l’altro con il Global leadership award in sustainable apparel, ha pubblicato da poco il nuovo sustainability report. Secondo François-Henri Pinault, Chairman & Chief Executive Officer del gruppo francese, ogni imprenditore deve capire i rischi e cercare nuove opportunità. “Questo è il motivo per cui la sostenibilità è la chiave per noi e perché la stiamo integrando nel nostro core bu-

(area di provenienza, quantità fornita e merceologia fornita). L’attività di auditing è successivamente strutturata per poter pianificare i controlli con il supporto delle aziende ispettrici, prevedendo la sessione di revisione e il trattamento delle non conformità. Durante le prime verifiche è prevista una fase di affiancamento agli auditor al fine di assimilare e portare all’interno del Gruppo conoscenze adeguate per poter gestire in futuro, direttamente e con efficienza, audit sociali con strumenti di autovalutazione.

A questo scopo è in fase di completamento lo sviluppo di un tool, su piattaforma web, che consentirà di raccogliere direttamente a cura del fornitore le informazioni relative alla compliance verso i codici di condotta sociali ed ambientali emessi dall’azienda. Ma non è tutto, sostenibilità è anche sicurezza intrinseca nel prodotto, sia per il consumatore che in termini di tutela dell’impatto ambientale delle proprie produzioni. In linea con questi obiettivi, oltre all’impegno verso Zero Discharge 2020, da qualche anno il Gruppo si è

SOSTENIBILITÀ MADE IN ARMANI Anche il Gruppo Giorgio Armani pone grande attenzione alla tutela dei consumatori e all’impatto sull’ambiente, con progetti mirati a supporto del suo business, coinvolgendo tutti gli stakeholders aziendali e la catena di fornitura dei propri prodotti. In questi decenni la collaborazione con i propri fornitori è stata un sicuro valore aggiunto che ha portato l’affidabilità e la considerazione del marchio a livelli di assoluto prestigio in campo internazionale. Focus operativo è anzitutto sull'attenzione al processo

produttivo con un serrato controllo sulla catena di fornitura per quanto riguarda la conformità alle principali regole di comportamento etico-sociale, le norme di sicurezza negli ambienti di lavoro e il rispetto dell’ambiente. A tal fine, il gruppo sta attuando dei mirati programmi di auditing, strumento per testare costantemente il grado di applicazione e l'efficienza dei processi aziendali, conferendo ai vari enti un adeguato numero di fornitori, a seconda dei criteri di individuazione stabiliti


Strategie 39

L'OPINIONE

Perché aziende del fashion devono fare sostenibilità? Testo di ANDREA CAMPORESE Presidente e AD di EcamRicert

S

siness. I nostri obiettivi si concentrano, dal 2012, attorno alle aree chiave dell’impatto ambientale e sociale attraverso le catene di approvvigionamento, l’uso efficiente di acqua, dei materiali nei nostri prodotti e imballaggi, le nostre emissioni di carbonio e lo studio di come poter garantire i più elevati standard di lavoro”. Come? Riducendo, per esempio, il 25% di emissioni di CO2 e di rifiuti, valutando ogni due anni i propri fornitori principali dal punto di vista della sostenibilità, eliminando le sostanze chimiche dannose e facendo in modo che il 100% della produzione di metalli preziosi, pellami e pellicce sia controllata sotto il profilo etico. Si tratta di un’operazione importante per la sostenibilità, ma anche profittevole, perché consente di capire quali sono gli investimenti giusti e quelli sbagliati, soprattutto nella supply chain. Oltre a quelle orientate al prodotto, le iniziative per ridurre gli impatti ambien-

tali (con un ritorno in termini economici per le aziende) riguardano anche le strutture. Nel 2012 Kering ha introdotto un sistema di stretto monitoraggio del consumo di energia in uffici, negozi, e servizi, per avere report chiari sui consumi e dei costi energetici che permettano di diagnosticare i punti caldi dei consumi energetici. “Il progetto ha generato un tangibile risparmio energetico e una riduzione dei costi per il nostro Gruppo. Per esempio, nel 2013, 30.698.963 kWh di energia elettrica sono co2. stati acquistati da fonti François-Henri Pinault verdi per 142 siti in Italia. Ma non solo. A titolo di esempio, se sommiamo le performance energetiche ottenute in un grande magazzino del gruppo negli Stati Uniti, la sede italiana di Bottega Veneta, di Puma e Sergio Rossi e il sito produttivo di Sergio Rossi a San Mauro Pascoli, il risparmio cumulativo ottenuto grazie ai nuovi impianti è stato di 203mila euro e 384 tonnellate di emissioni

Con gli impianti

installati in alcuni dei nostri spazi abbiamo risparmiato 203mila euro e 384ton di

CO2. Inoltre, Bottega Veneta ha installato anche i pannelli solari sul tetto della sua seconda costruzione a Milano e il suo nuovo sito a Montebello Vicentino”. Il risultato più importante per il brand è comunque l’ottenimento della certificazione LEED al più alto livello conseguibile – il Platino – nella categoria "Nuove Costruzioni & Ristrutturazioni", un traguardo che fa del marchio un’eccezione nel mondo dell’industria del lusso, facendolo divenire la prima azienda al mondo in questo settore a ottenere la certificazione. Sul red carpet della sostenibilità anche la Palma d’Oro, il simbolo del Festival di Cannes: per la 67esima edizione il trofeo che Chopard realizza sin dal 1998 nei suoi laboratori è stato creato in oro certificato Fairmined, un oro equo e solidale, estratto nel rispetto delle regole di sviluppo economico, ambientale e sociale. Sostenibilità d’oro. @magalinimarco

IN BREVE Bottega Veneta e Gucci: in partnership con ILSA trasformano gli scarti di pelle in fertilizzante organico (Gucci ha trasformato 230 ton di pelle in 115 ton di fertilizzante).

Laurent: 40% della sua rete di vendita è coperta con luci a LED. Tutti i negozi di nuova apertura o ristrutturati verranno illuminati con luce LED.

Saint

dotato di un sistema di Product Safety Control che garantisce una continua e metodica attività di controllo, attraverso programmi di test specifici sulle sostanze chimiche utilizzate nel prodotto finito. Il tutto nel rispetto delle normative e delle discipline più restrittive a livello internazionale e adottando tecniche di analisi aggiornate grazie al supporto di laboratori all’avanguardia che assicurano un continuo aggiornamento normativo dei capitolati di riferimento. M.M.

ha ottenuto la certificazione LEED per i suoi flagship store in Brera, Shanghai e Hong Kong. Presto altri.

Gucci:

Greenwishes ogni mese invia una serie di indicatori permettendo al marchio di monitorare l'efficacia delle misure attuate in fatto di riciclo rifiuti. Dal 2011 sono state riciclate 6 ton di carta, 26 ton di cartone, 3,2 ton di plastica e 2,6 ton di tessuto.

Balenciaga:

e porgiamo questa domanda ai consumatori le risposte potrebbero essere: perché sono sensibile a queste tematiche, oppure perché è trendy, o ancora per salvare il pianeta o per dare ai nostri figli un futuro migliore. Se lo chiediamo a operatori del settore la risposta più probabile è perché ce lo richiede il mercato e ce lo chiedono i consumatori. In realtà, in ognuna di queste risposte manca un aspetto che è legato al costo del prodotto che voglio o che vendo e, a parte una ristretta nicchia di “fondamentalisti” dell’ambiente, la persona comune non è disposta a pagare di più un prodotto perché è sostenibile. Magari lo dichiara se viene intervistata ma in realtà non è così. Del resto molte griffe producono dove conviene e noi compriamo a prescindere da dove viene prodotto. E’ vero che la sensibilità cresce e ne sono dimostrazione il diffondersi La sostenibilità di alcune è business fiere ed e deve essere eventi dedicati (So approcciata critical so come tale fashion o il Copenhagen fashion summit), piuttosto che il crescente successo di alcuni siti quali sustainabledesigners.org o rubriche come quella del Theguardian.com. Ma tutto ciò non è sufficiente prché molto spesso si rimane nell’ambito del green washing, piuttosto che della moda del momento, ma non tocca una corda fondamentale che è l’innovazione strategica delle aziende. Fare sostenibilità e farla sul serio significa conoscere l’argomento, formare i collaboratori ed avere una missione di innovazione di prodotto. Trovare soluzioni che permettano di avere un prodotto sostenibile ovvero creato con migliorie sensibili nella emissione di CO2, nel minore utilizzo di prodotti chimici, di minori trasporti, con minor e miglior uso di acqua, minor produzione di rifiuti, ecc. ecc ma allo stesso tempo al minor costo di produzione e di vendita, è la vera leva e la vera chiave di successo. I successi tangibili ci sono e permettono alle aziende di essere protagoniste riconoscibili nei rispettivi settori. Ma non è tutto, accanto a ciò vi sono i maggiori profitti derivati dei risparmi di consumi, dalla maggiore efficienza delle linee produttive e quindi dalla possibilità di fare introiti attraverso i Certificati Bianchi e dalla certificazione dei prodotti e dei processi con marchi noti e conosciuti, ma con una declinazione economica che troppo spesso è trascurata ma che non può e non deve divergere da un serio e consapevole approccio alla sostenibilità. Sostenibilità è business e deve essere approcciata come tale: solo allora sarà un successo nel fashion. Già proprio così, è il fashion che può essere sostenibile o la sostenibilità che è fashion?


PR&Comunicazione 40

I social sono un must, purché tailor made per il cliente La comunicazione è cambiata nell’era di Internet. Spetta alle PR proporre i media giusti. Guitar impiega risorse e tempo nello studio dei trend digitali.

L

a comunicazione oggi si è ‘allargata’, si hanno a disposizione molti più mezzi rispetto al passato. I social network hanno contribuito al suo arricchimento, creando opportunità interessanti, ma anche lanciando nuove sfide e modificando l’essenza della comunicazione che non è più a senso unico come in passato, ma ha imposto un dialogo attivo tra le parti coinvolte. Il passaggio fondamentale da un tipo di comunicazione offline a uno online sta proprio in questa libertà di comunicare, in maniera diretta e più profonda e, soprattutto, con uno scambio continuo. Grazie ai social network ognuno può dire la sua, anche e soprattutto nel mondo della moda, storicamente chiuso in se stesso e riservato agli addetti ai lavori, il cui monologo si è mutato in dialogo e in confronto tra diversi punti di vista non necessariamente “tecnici”. Con la comunicazione in continua evoluzione, nel macrosistema Internet dove ogni giorno nascono (e muoiono) social network, blog, messenger e sistemi di advertising, oltre alle modalità tecniche, sono cambiati soprattutto i concept comunicativi rivolti all’utenza. Dove negli anni pre-esplosione digitale era l’utente a cercare contenuti, quest’ultimi sono diventati talmente numerosi e vari che è compito degli addetti ai lavori cercare l’utente e proporgli il contenuto più adatto a fidelizzarlo. Oggi, per esempio, la lista dei social network è tale, che non è più essenziale l’esserci, quanto l’essere in quelli giusti nel momento giusto. Questo perché il trend degli algoritmi utilizzati dai motori di ricerca e dai social stessi sta puntando sempre più sulla qualità del contenuto e, da poco tempo, dell'autore, dato l’ormai conclamato superamento del traguardo quantità. In quest’ottica Guitar, agenzia fondata nel 1990 da Marta Godi, ora affiancata dalle figlie Raffaella e Katerina, ha deciso già da tempo di impiegare risorse a tempo pieno nello studio dei trend digitali, allo scopo di poter inserire il giusto contenuto nel giusto contenitore, di selezionare e profilare l’utenza. Utenza che, come nei proclami della Silicon Valley, vuole e deve sentirsi sempre sulla cresta dell’onda, mai troppo e mai troppo poco informata, per poter trasferire nella vita reale, negli eventi e nell’offline quotidiano tutta l’experience che si aspetta da chi lavora nel e per il mondo digitale. “I social network e le nuove tecnologie – dice Katerina Godi - sono diventati promotori di un enorme scambio di conoscenze, di idee e di esperienze e hanno già iniziato a trasformare la società e i comportamenti di singoli individui che, da semplici spettatori, sono oramai protagonisti di una vera e propria evoluzione socio economica”. É dunque importante, in un momento di globalizzazione generale, dare

L'agenzia Guitar

al proprio lavoro un coté internazionale ed essere presenti nei luoghi chiave del mondo - dall’Europa agli Stati Uniti all’Asia – creando delle connections e delle units che si configurino come la diretta emanazione della casa madre. Il concetto è semplice: trasferire il know how e il modus operandi dell’agenzia nelle sedi satellite per assicurare sempre uniformità di azioni e strategie, e per ottimizzare le risorse, la professionalità e garantire sempre e comunque il massimo dell’efficienza. “Essere nei posti giusti al momento giusto costituisce un atout imprescindibile: da questa esigenza è nata l’idea di creare delle ‘unit Guitar’ nelle maggiori città internazionali' , spiega Raffaella Godi – Infatti alla sede di Milano di è aggiunto nel 2011 l’ufficio di Parigi e quest’anno, a febbraio è stata inaugurata la sede di Los Angeles per la gestione diretta del product endorsement”.

IN BREVE MASERATI

SCEGLIE KARLAOTTO

Karla Otto gestisce la comunicazione dell’area lifestyle del brand Maserati per il mercato italiano. Il brand storico del tridente, nato a Bologna nel 1914, si affida alle pubbliche relazioni di Karla Otto, agenzia internazionale nel mondo del lusso, della moda, del beauty, del lifestyle, dell’arte e del design. Il press office si occuperà del settore automobili ma anche delle linee di orologeria, abbigliamento, accessori e pelletteria. ANGELICA

MONTI

DA

NEGRI

FIRMAN L’agenzia di Silvia Negri assume Angelica Monti come nuova International Pr Director.DopoKrizia come product communication manager per l’Italia, nel 2000 è entrata in Fratelli Rossetti e nel 2004 in Moncler, dove ha lavorato per otto anni come capo Ufficio Stampa Italia. L’ultima esperienza in Gilmar (2012 – 2014) dove ha gestito i clienti di proprietà e in licenza del gruppo come direttore della comunicazione.Per i clienti di Negri Firman Pr & Communication si interfaccerà con la stampa internazionale e con i clienti interessati al mercato estero.

ATTILA

& CO PER PAUL & SHARK E L’AUTRE CHOSE

Per il rilancio della comunicazione, Paul & Shark sceglie Attila & Co. Il brand vuole rafforzare il suo posizionamento sul mercato italiano ed estero e sarà compito dell’agenzia di Andreina Longhi e Andrea d’Amico pensare alla strategia giusta. L’agenzia seguirà il marchio e il prodotto a livello istituzionale sviluppando nuovi progetti di product marketing, in-store events e di pianificazione advertising per l’Italia. Il primo incarico è stato quello di pensare ad una campagna pubblicitaria mirata per la capsule colletion di luxury polos. Entra a far parte del portfolio Attila anche il brand di abbigliamento e accessori emiliano L’Autre Chose. Il brand della designer Michela Casadei affida i servizi di ufficio stampa prodotto e di comunicazione istituzionale ad Attila&Co. Nella showroom dell’agenzia le collezioni autunno-inverno 2014/2015 di moda donna, scarpe, borse e bijoux.

comunicazione. La filiale milanese dell’agenzia multinazionale Havas Worldwide, gruppo globale di comunicazione e marketing, ha vinto la gara, da 6 milioni di euro. La commissione incaricata ha valutato le proposte di 9 agenzie preferendo “la capacità di visione e prospettiva innovativa”. Da giugno fino alla fine di Expo ad ottobre 2015, Havas Italia sarà responsabile di tutte le attività di comunicazione: dalle prime azioni di awareness al coinvolgimento e l’invito a partecipare alla manifestazione sui canali online e offline, fino all’organizzazione di eventi nelle più grandi città italiane. NUOVO

CLIENTE PER SO SWEET: O JOUR BY GIORGIA CAOVILLA

SO SWEET PR, di Flaminia d’Onofrio e di Manuela Grossi, curerà la comunicazione per la designer Giorgia Caovilla e il suo brand di calzature O Jour. L’agenzia seguirà le attività di ufficio stampa e pubbliche relazioni worldwide per la giovane progettista, terza generazione della famosa dinastia produttrice di scarpe di lusso con sede nella Riviera del Brenta. S2B

PRESS INCLUDE WHITE IN 8 NEL PROPRIO PORTFOLIO

HAVAS

WORLWIDE MILAN AFFIANCA EXPO 2015 NELLA COMUNICAZIONE

Havas Media Group si aggiudica il bando di Expo come partner nella

S2BPRESS si occuperà dell’ufficio stampaperilmarchioWhitein8.L’agenzia di Serena Ruggeri, di consulenza di immagine e comunicazione nel settore

moda e design, si occuperà del marchio campano di pelletteria e borse. La prima collezione ad essere seguita sarà l’autunno-inverno 2014/2015 con travel bag e shopper ispirate alla donna. DANIELE

TOTARO E’ IL NUOVO COMMUNICATION & PR MANAGER DI SEVENTY

Dopo Moschino, Blufin, Domingo Communication, Studio Errani e l’Autre Chose, Daniele Totaro è il nuovo responsabile dell’ufficio interno di comunicazione di Seventy. L’azienda Cà Da Mosto Spa, a partire dalla stagione a/i 2014, affiderà le collezioni Seventy e 19.70 alla nuova sezione comunicazione Spazio Seventy di via Pontaccio, 10. BARK,

NUOVO CLIENTE PER NEXT AGENCY

Bark, il brand Made in Italy nato a Modena nel 2011 dalla Ozone Srl di Paolo Pierotti, sceglie Next Agency per i servizi di comunicazione istituzionale, ufficio stampa e product placement. Il marchio dei capispalla in maglia ha ormai assunto un ruolo internazionale con un adistribuzione in 600 store multimarca in tutto il mondo.

NUOVE

ACQUISIZIONI MODA PER PROBEATAGENCY

Probeat Agency, l’agenzia milanese fondata nel 2002 da Paolo Ruffato ed Emanuela Schiavone, acquisisce tre nuove linee. Abbigliamento e accessori per l’uomo con Plinsky, per la donna con Tirdy (entrambe di proprietà dell’azienda romana Consorzio Irl Group) e per il bambino, dai 4 ai 16 anni, con la linea junior di Antony Morato. Le collezioni sono già disponibili presso lo showroom dell’agenzia. FLAVIO

CASTELLANI SCEGLIE LE COMUNICAZIONI STUDIO RE

L’azienda Confezioni Gioielli Spa, nata nel 1998 a Prato, affida il proprio marchio Flavio Castellani, pret-àporter femminile con art director Rita Ricci, all’agenzia di pubbliche relazioni Studio Re Public Relation. LA

PIMPINELLA RENDE GREEN IL PORTFOLIO DI COLUMBUS ITALIA

La Pimpinella diventa cliente di Columbus Italia. L’innovativo neo brand, per bambine dai 0 ai 6 anni, che coniuga la moda al green style, ha debuttato con la collezione a/i 2014/15, ed ha affidato la comunicazione all’agenzia marchigiana, nata nel 1987 attiva a Corridonia (MC) e Milano. Il primo incarico, dopo il press day di presentazione alla stampa, sarà comunicare la start up in occasione della 79esima edizione di Pitti Immagine Bimbo.


Issue #27- Luglio/Agosto 2014

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Social 42

MODA & CINEMA

CANNES dal sapore retrò Da appuntamento locale a red carpet internazionale, il celebre Festival francese è divenato uno degli appuntamenti mondani per antonomasia. Di MARCO MAGALINI

L

'International Film Festival è stato creato su iniziativa di Jean Zay, ministro per l'istruzione e belle arti, che era desideroso di stabilire un evento culturale internazionale in Francia per rivaleggiare con il Festival di Venezia. La prima edizione del Festival è stata originariamente fissata per il 1939 sotto la Presidenza di Louis Lumière, ma per motivi legati alla guerra occorse attendere il 20 settembre 1946. Mentre le prime edizioni del Festival sono state principalmente un evento sociale nel quale quasi tutti i film vincevano un premio, con l’arrivo delle star tutto è cambiato. È infatti grazie a celebrità come Kirk Douglas, Sophia Loren, Grace Kelly, Brigitte Bardot, Cary Grant, Romy Schneider, Alain Delon, Simone Signoret, Gina Lollobrigida che, a partire dagli Anni Cinquanta, il Festival ha acquisito un lustro invidiato in tutto il mondo.

IL FESTIVAL D’ORO

A

consegnare la Palma d’oro quest’anno, accompagnato da Uma Thurman, è stato Quentin Tarantino, il vincitore morale del festival, tornato a Cannes a 20 anni dalla vittoria del riconoscimento più importante con Pulp Fiction. Prima di presentare l’omaggio a Sergio Leone, Per un pugno di dollari, consegna la palma al regista turco Nuri Bilge Ceylan per Winter sleep. Il Gran Prix di Cannes 67 è stato lustro per l’Italia con il film di Alice Rohrwacher, Le meraviglie, interpretato dalla sorella Alba (Angelica) e da Monica Bellucci (Milly Catena).


Social 43

Met Ball tra glam e cultura

Non è una questione di puro esibizionismo. Dietro al Met, evento clue per le celebrities di tutto il mondo, c'è una causa più profonda.

1. FESTIVAL DI CANNES 1972, ANDY WARHOL 2. FESTIVAL DI CANNES 1959 ALAIN DELON E LOAFER, GUCCI 3. FESTIVAL DI CANNES, MARCELLO MASTROIANNI, IL REGISTA NIKITA MIKHALKOV E L'ATTRICE MARTHE KELLER 4. FESTIVAL DI CANNES, NASTASSJA KNSKI CON JEAN-JACQUES BEINEIX

1,2,3. HARRISON FORD, CATE BLANCHETTE E SOFIA LOREN IN GIORGIO ARMANI. 4. VALERIA MARINI IN CARLO PIGNATELLI. 5. MARGARETH MADÈ IN EMILIO PUCCI 6. RYAN GOSLING IN GUCCI. 7. AISHWARYA RAI IN ROBERTO CAVALLI. 8. NICOLE KIDMAN IN SALVATORE FERRAGAMO. 9. PEDRO ALMODOVAR 10. LARA STONE IN CALVIN KLEIN. 11. BLAKE LIVELY E RYAN REYNOLD IN GUCCI. 12. SHARON STONE IN SALVATORE FERRAGAMO. 13. AGNESE GRAZIANI, MARIA ALEXANDRA LUNGU, EVA MORROW, MARIA STELLA MORROW IN ARMANI. 14. KELLAN LUTZ IN DIOR HOMME.

SOPRA ANNE HATHAWAY IN CALVIN KLEIN. SOTTO MONICA BELLUCCI E ROBERTO BOLLE IN DOLCE&GABBANA.

E

l mundo cambia con tu ejemplo, no solo con tu opiniòn” recitava un vecchio detto spagnolo, arrivato sembra anche alla regina della moda Anna Wintour. Quest’anno il direttore di Vogue America ha fatto enplain, prima ricevendo la First Lady Michelle Obama che ha tagliato il nastro della nuova sezione Anna Wintour Costume Center al Metropolitan Museum di New York, poi con un Met Ball di grande successo. La raccolta di fondi a favore del prestigioso Museo ha riscosso quest’anno un record di incassi anche grazie al biglietto che le star hanno dovuto pagare per partecipare al ballo: 25mila dollari anziché i 10mila del 2013. Per l’occasione è stata inaugurata una nuova mostra (allestita fino al 10 agosto), dedicata quest'anno al grande sarto americano Charles James. La lista di celeb che hanno sfilato sul red carpet è infinita: Beyoncé con uno splendido abito nero e trasparente di Givenchy, Anne Hathaway in rosso Calvin Klein, Charlize Theron in Dior, Kristen Stewart con un abito Chanel, Sara Jessica Parker che ha scelto un abito lungo di Oscar de La Renta e Rihanna in Stella McCartney. Da non perdere anche i look maschili, tra Johnny Depp vestito come un divo del passato e David Beckham in giacca bianca. M.M.


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ph.Michele De Andreis

design Laboratorium mmxiv

FASHION ILLUSTRATED Issue #27- Luglio/Agosto 2014


Issue #27- Luglio/Agosto 2014

PH. MICHELE DE ANDREIS

DESIGN. LABORATORIUM MMXIV

FASHION ILLUSTRATED

PITTI IMMAGINE AND FIERA MILANO PRESENT WOMENSWEAR ACCESSORY COLLECTIONS 20-22 SEPTEMBER 2014 MILANO THANKS TO UNICREDIT wITH THE pATRONAgE Of COmUNE DI mIlANO

Fieramilanocity Pad. 3 viale ScaramPo gate 5 WWW.PITTIMMAGINE.COM

NEW LOCATION


Digital 46

A cura di VALENTINA MASCARELLO

MODALITÀ 2.0

Anche i dati (digitali) sono fashion

L'OPINIONE

Promuovere l’e-commerce attraverso i social

Uno studio di IBM ha fotografato le dinamiche virtuali della fashion community. L’e-commerce da canale di vendita a “influencer”.

I

n un mondo in costante modalità 2.0, dove persone e aziende comunicano e si relazionano tramite post, tweet, emoticons e hashtag, i dati che emergono da questo contesto e la loro interpretazione possono fare la differenza. Individuare scenari di mercato, interpretare i trend, anticipare la domanda risulta essenziale per entrare in relazione con un consumatore volubile e attento alla relazione esperienziale con il brand. Il mondo del fashion, del lusso e del design non sono esenti da questo universo digitale, che oltre ad essere sempre online, hanno un’ anima social. Infatti, la comunicazione attraverso i social media risulta un elemento chiave per il coinvolgimento attivo dei propri clienti. Ibm in collaborazione con ModaCult, il Centro per lo studio della moda e della produzione culturale dell’Università Cattolica, ha analizzato la potenzialità dei canali social nel fashion dando vita alla ricerca “I dati sono fashion”. Uno studio che ha considerato, in termini numerici, circa 260.000 conversazioni digitali, 65.000.000 documenti indicizzati, 155.476 documenti provenienti da Forum online, blog e news, e 112.000 tweet. Un

Una vetrina in via della Spiga a Milano durante #MFW, organizzata da IBM.

insieme di software e diverse tecniche di social network analysis hanno permesso di acquisire dati, numeri e interessi, fotografando così le dinamiche virtuali

FONTE: IBM - I DATI SONO FASHION.

della fashion community. In aggiunta, sono stati sperimentati nuovi metodi analitici ideati nei laboratori di Ibm Research che puntano a fornire nuove interpretazioni delle discussioni, ricavando ulteriori dati attraverso la misurazione dell'uso del lessico in chiave psico-linguistica. Dalla ricerca emerge come il canale E–commerce, oltre a essere un canale di acquisto in espansione, sia diventato uno dei principali “influencer”. L’accezione social delle piattaforme online infatti, diviene uno strumento di influenza mediatica notevole, superando in materia di trend, i magazine e i blog. Sempre di più i fashion brand analizzano i temi della sostenibilità, dell’in-

ternazionalizzazione e soprattutto della disintermediazione. Fondamentale quindi l’indagine sul rapporto tra produttore e consumatore di moda attraverso gli e-commerce, ma anche tra creatore di contenuti e lettore attraverso i fashion blog. Il mondo della moda, caratterizzato da un incessante rinnovamento sia per stili che per materiali, oggi si trova ad affrontare nuove sfide culturali e commerciali in seguito allo sviluppo tecnologico. Deve essere riconsiderato il ruolo dei social media all’interno dell’industria moda, non più solo un canale per veicolare maggiori contenuti, ma uno strumento per coinvolgere i consumatori e gli addetti ai lavori.

LE APP DA NON PERDERE OVS

In questo ultimo biennio l’ e-commerce è forse uno dei pochissimi ambiti in cui si vedono crescite a doppia cifra. Il segmento B2C che ha avuto la maggiore crescita è il clothing in cui, con un peso importante, c’ è la fascia luxury. In US il segmento apparel & accessories è il primo e pesa circa il 17,2% del mercato digitale, stimato in 259 miliardi nel 2013. Proviamo a rispondere ad alcune delle domande fondamentali per un brand che vuole iniziare con un e-commerce: Dove partire? Questa scelta dipende sempre da dove il brand ha un mercato già sviluppato, in 10 anni d ’esperienza abbiamo sempre visto che la scelta YouTube&C, giusta è parsono importanti tire con un e-commerce per spingere il nel paese in cui la noto- ROI del proprio rietà di mare-commerce ca è più elevata, cioè venderai bene online dove già vendi bene offline. Chiaramente i mercati in cui in valore assoluto di fatturato l’ e-commerce è più grande sono US, China e India, mentre in Europa sono UK, Germania e Russia. Quale soluzione adottare? Per sviluppare un e-commerce è necessario rivedere più processi aziendali, non basta sviluppare un sito. Un ecommerce in diversi paesi necessita infatti di: scegliere la corretta piattaforma tecnologica; sviluppare contenuti ottimizzati per i motori di ricerca (SEO) e per i tool più moderni di distribuzione come il sempre più efficace Google Shopping; scegliere dove posizionare il magazzino; selezionare il giusto partner logistico; manutenere i contenuti del sito: dagli shooting fotografici, alla gestione dei prezzi. E’ importante stabilire l’approccio: dall’ esternalizzazione di tutto il processo a una terza parte, modello Yoox.com, alla selezione di partner diversi per ciascuna area. In questo caso, stanno nascendo realtà che offrono un servizio integrato tramite reti d’impresa come Re-Comm, che aggrega player specializzati in ogni processo. Come promuovere e far crescere le vendite? Nella maggior parte dei casi, un e-commerce beneficia del patrimonio di notorietà del brand stesso e quindi il lancio più efficace è quello tramite strategie di PR online e offline, da sostenere successivamente con un investimento pubblicitario che bilanci correttamente un’ allocazione di budget fra attività di awareness con attività di direct response. Ad oggi avere una strategia corretta di promozione all’ interno dei principali canali che garantiscono una reach internazionle: YouTube, Google, Facebook e i principali social network risulta fondamentale per spingere il ROI del proprio e-commerce, chiaramente con i dovuti aggiustamenti in caso si parta in paesi come Russia e Cina dove non sempre i player americani sono ad oggi i player dominanti.

SOCIAL NETWORK ANALYSIS

Testo di AMEDEO GUFFANTI 77Agency Partner & General Manager

THIRDLOVE

SNAP FASHION

FLINK

free IPhone, IPad e IPod touch By Ovs

free IPhone, IPad e IPod touch By MeCommerce Inc.© ThirdLove

free Iphone, IPad e IPod touch By Snap Fashion Ltd © Snap Fashion

free Iphone, IPad, e IPod touch By Epic Dream

Ovs è la nuova app lanciata dal gruppo Oviesse, per tenersi sempre aggiornati sul mondo del fashion, ma non solo. Contenuti, trend, novità, e sconti speciali condivisibili tra gli amici attraverso i social network. Se in più vi trovate nello store di Via Dante a Milano, l’app vi permette di provare la Magic Fitting Room. Grazie alla lettura dei qr code presenti all’interno della fitting area, è possibile scattare selfie con il proprio look, da inviare alle amiche per un consiglio, oppure richiedere la taglia degli abiti desiderati direttamente dal proprio camerino.

Un recente studio dimostra che 7 donne su 10 non conoscono la taglia esatta del proprio intimo andando spesso incontro ad acquisti errati. In soccorso al mondo femminile arriva l’app Thirdlove, sviluppata da Heidi Zak (ex manager di Google), che permette di calcolare con precisione la taglia perfetta del reggiseno. Uno strumento semplice e intuitivo collegato a uno store reale dove si può acquistare l’intimo perfetto. Come funziona? Con due autoscatti l’app rileva un modello 3d delle vostre forme, individuando quale sia il reggiseno più adatto, il tutto nella più completa privacy.

Che bello quell’abito, chissà dove l’ha comprato?.. Domanda che il mondo femminile si pone almeno una decina di volte al giorno trascorrendo magari ore sul web per ritrovare quello stesso abito. Fashion Snap sviluppata da Jenny Griffiths, permette di accorciare i tempi di ricerca in pochi click. Scattando una semplice foto del capo d’abbigliamento desiderato l’app è in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per ritrovarlo. Un software di riconoscimento immagini infatti, analizza lo scatto e ricerca il perfetto match all’interno di un database di 170 retalil, fornendo il link del punto vendita dove si può acquistare quel capo di cui non potete fare a meno.

Una fonte d’ispirazione multimediale per tutti gli appassionati di moda. Con flink è possibile scoprire i look presenti in più di 700 fashion blog e seguire le principali fashion bloggers : Garance Doré, La revue de Kenza, Adenorah, Which Clothes Today, le blog de Lilou. Il tutto ovviamente condivisibile con i propri amici in rete. Per scoprire l’outfit perfetto l’app crea inoltre collezioni targate Flink come trends of the week, hot brands, top blogs to follow. Uno strumento interattivo non solo per ispirarsi, ma anche per ottenere informazioni utili; l’app infatti suggerisce dove poter acquistare i capi d’abbigliamento presenti nel database.


FASHION ILLUSTRATED

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Issue #27- Luglio/Agosto 2014

I N T E R N AT I O N A L J E W E L L E RY S H O W FOLLOW US ON: FA C E B O O K . C O M / V I C E N Z A O R O TWITTER.COM/XVICENZAORO


Libri 48

A cura di DIANA BARBETTA DI GIUSEPPE SANTAMARIA

JOHN SEVERSON

HARDIE GRANT BOOKS, € 29.95

DAMIANI EDITORE, PP.212, € 35.00

Men in this Town

IN USCITA AUTUNNO 2014

La voce dell'oceano

e che ha poi stregato persone di tutto il mondo prendendo piede soprattutto a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. John Severson originario di Los Angeles nato nel 1933 , surfista fin dall’infanzia, ha iniziato la sua carriera come fotografo e pittore al Long Beach State College, ed è oggi noto per aver rivoluzionato la percezione della cultura del surf, attraverso la sua prolifica produzione artistica che ha spaziato dalla fotografia alla pittura fino a toccare la cinematografia. Dal 1958 Severson ha prodotto film pionieristici, come Surf, Surf Safari, Surfer Fever, Big Wednesday e Pacific Vibrations grazie ai quali ha plasmato l’immagine e l’iconografia di questo leggendario sport. SURF, curata interamente da Severson, è la prima monografia che esplora la sua passione per il surf attraverso la pittura, la fotografia, il cinema, l’editoria e il collezionismo. Il libro include un’ intervista all’artista Nathan Howe, una prefazione scritta dal noto surfista hawaiano Gerry Lopez e una postfazione di Drew Kampion, autore ed ex redattore di Surfer. Una monografia che rappresenta la testimonianza visiva di una passione e di un amore verso la forza dirompenLa cover del libro. te dell’oceano e dei suoi seguaci. Il volume SURF edito in Italia ra il 1962 quando i Beach Boys debuttarono con Surfin' da Damiani Editore sarà dispoSafari, un album nato nell’autunno del ’61 quando Brian nibile nell’autunno di quest’anno. Wilson e Mike Love composero una canzone intitolata “Surfin’”spinti dalla passione per questo leggendario sport, divenendo la colonna sonora per l’intero decennio e per Surfer è la scena dei cultori del surf che si sviluppò nei 60’s sulle spiagge una rivista di settore californiane del sud. John Severson in quegli stessi anni iniziò a nata nel 1960 promuovere la “Surf Culture”attraverso un magazine noto agli appassionati con il nome di “Surfer”. Agli esordi si presentava come per dare voce un booklet dalle modeste dimensioni ma fu fin dall’inizio carico alla sottocultura di quelle magiche suggestioni che ancor oggi alimentano l’immaginario dei surfisti di tutto il mondo. Immagini rigorosamente californiana che ruota in black&white tratte da frame dell’epoca in 16 mm, schizzi a intorno al surf, penna o inchiostro, diari di viaggio e alcuni brevi estratti di naruno sport che rativa connotavano le prime timide uscite editoriali di quello che poi diverrà “Surfer” oggi conosciuto come la Bibbia del surf. Una ha stregato intere rivista di settore nata nel 1960 per dare voce alla sottocultura cagenerazioni e liforniana nata intorno al surf, uno sport dalle antichissime e insospettabili origini, scoperto in Polinesia da James Cook nel ‘700 influenzato la moda.

E

no sguardo sull'uomo conU temporaneo e in particolare sullo stile che lo connota nel suo quotidiano catturato per le strade di cinque città sparse per il globo - New York, Tokyo, Mi-

lano, Londra e Sydney. Una personale restituzione della realtà, della moda non protagonista di una passerella ma della strada. Lo street style è da diverso tempo sotto l'occhio della creatività che dalla sua poliedrica rappresentazione trae linfa vitale per rielaborare il contemporaneo. Giuseppe Santamaria art director e fotografo originario di Toronto, nonché affermato blogger, ha raccolto in Men in this Town fotografie che ritraggono uomini dal look distinto catturati nella naturalezza del loro quotidiano. Una raccolta fotografica che delinea i differenti stili dell'uomo moderno sottolineando l'originalità del suo approccio alla moda e la rivisitazione che ne deriva. Una originale visione della scena menswear internazionale di oggi che incuriosirà chiunque abbia interesse per il fenomeno moda nella sua più ampia e vera manifestazione.

DI FABIANA GIACOMOTTI MENABÒ GROUP, PP. 201

Bluemasters Innovation in denim na pubblicazione promosU sa da Isko con il supporto di Archroma che svela tutti i

volti della filiera del denim: dai protagonisti della produzione alla creatività, dalla distribuzione alla comu n ic a z ione . Sono i “ bluem a s ter s ”, personaggi che con il loro fare hanno contribuito a rafforzare l'intero settore del denim, un capo iconico dall'intramontabile fascino e dietro cui si cela una complessa macchina di produzione. A dare voce a questo poliedrico racconto sono alcuni tra i protagonisti del settore. Scritto da Fabiana Gia-

comotti il volume raccoglie nella prima parte interviste e profili di coloro che sono stati selezionati come bluemasters fra cui compaiono i nomi di Maria Erixson Levin, Yuji Honzawa, Adriano Goldschmied, François Girbaud, Fat i h Konukoglu, Ermanno Scervino, Renzo Rosso, Vivienne Westwood e Thomas Winkler. La seconda parte del libro è dedicata a un approfondimento più tecnico che ci racconta l'evoluzione del denim, descrivendo il passaggio da cotone grezzo a prodotto finale, ed inoltre un capitolo dedicato all'interazione tra il mondo del denim e quello della couture.

IN BREVE BRAND JAMMING.

Heritage marketing, co-branding, brand extension: l'evoluzione del branding

di Paolo Lucci e Stefano Sacchi Franco Angeli, pp.144, € 21.00

Paolo Lucci e Stefano Sacchi si confrontano sul branding e in particolar modo sulla sua evoluzione, indagando le diverse stra-

tegie che la complessa macchina del marketing ha finora generato. Si parla di Heritage, un tema di assoluta attualità per ridefinire il percepito di un brand, basti solo ricordare due aziende note per esser divenute “icone” come Vespa e Lambretta. Ma non solo, si parla di co-branding, definito dagli autori come “una mutua alleanza tra due o più marchi che si uniscono per creare un nuovo percepito da parte del consumatore”, uno strumento che, al pari della pubblicità e alle strategie ad essa collegate, viene utilizzato per raggiungere un obiettivo ben preciso. E poi la brand extension, una definizione che indica qualunque attività di estensione di un brand verso settori o servizi differenti da quello di origine. Un libro che affronta temi complessi con assoluta semplicità e chiarezza e che rappresenta un utile strumento per approfondire la complessità del mercato.

 SNEAKERS: LIMITED EDITIONS Guida del collezionista

scritto e realizzato da U-Dox L' Ippocampo Edizioni, pp. 256, € 25.00 Per gli appassionati di sneaker da collezione una pubblicazione che, cavalcando l'onda del successo della precedente edizione del 2005 di cui rappresenta il seguito, riporta innumerevoli limited edition sottolineando l'evoluzione del design degli ultimi decenni. Un'immersione nel mondo della sneaker e nella sua cultura, in stretta sinergia con l'industria musicale e i suoi protagonisti, le cui note collaborazioni hanno generato edizioni limitate ambite al livello planetario. Oltre 300 ideazioni scaturite da collaborazioni tra i più disparati settori, da noti brand ad artisti, da designer a musicisti,

da icone della cultura a quelle dello sport. Ambite creazioni che trovano spazio all'interno di limitate nicchie commerciali, da piattaforme online a shop di settore o di lusso fino a giungere a concorrere in seguitissime aste sul web. Oggetti di consumo che assurgono al rango di oggetti d'arte, proprio perchè frutto dell'ingegno di designer di fama mondiale come Tinker Hatfield e Mark Parker della Nike.

 ESSERE UNICI. SERAPIAN MILANO

Editrice Compositori, pp. 176, € 38.00 Serapian compie settant’anni e a celebrare il traguardo raggiunto un libro che racconta la storia del brand e il pensiero del suo lungimirante fondatore. Una storia nata nei primi decenni del secolo scorso, quando Stefano Serapian scoprì la sua passione per le creazioni in pelle e la sua grande maestria nel realizzarle. Un talento coltivato per diversi anni e che attraverso il sodalizio con Gina Flori portò nel 1940 all'apertura del prestigioso negozio di Via Jommelli a Milano. L'unione sentimentale e lavorativa dei due creativi diede vita ad un carriera connotata da incessanti evoluzioni stilistiche, come l'introduzione nel 1947, del “Mosaico Serapian”, la classica lavorazione in nappa d'agnello divenuta negli anni cifra stilistica della maison.

Gli anni '60 videro l'affacciarsi di una committenza prestigiosa, come Audrey Hepburn, Ingrid Bergman e Bette Davis, celebrity alla ricerca dell'unicità, quella stessa prerogativa che ancor oggi costituisce una priorità aziendale e che si rappresenta attraverso il Bespoke.

I libri recensiti sono consultabili presso Biblioteca della Moda, Via Alessandria 8 - Milano www.bibliotecadellamoda.it


Agenda

A cura di VALENTINA MASCARELLO

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GIUGNO/AGOSTO

Savage and beauty

 V&A MUSEUM- LONDRA 14 MARZO-19 LUGLIO

Fra moda e arte

 The fashion world of Jean Paul Gaultier BARBICAN CENTRE- LONDRA 9 APRILE – 25 AGOSTO

1.

4.

Victoria & Albert Museum di Londra consacra la carriera di Alexander McQueen con la mostra Savage and Beauty. Un appuntamento da non perdere che esalta il lavoro visionario dello stilista inglese, capace di stupire il mondo della moda con le sue collezioni provocatorie. L’iniziativa nata nel 2011 a New York, grazie alla collaborazione tra il Met ( Metropolitan Museum of Arts) e il Costume Institute, è approdata a Londra sotto la cura di Claire Wilcox e la sponsorizzazione di Swarovski e American Express. La mostra racconta l’intero percorso creativo dello stilista: dalla sua prima collezione nel 1992 all’ultima nel 2010, rimasta inconclusa a causa del suo prematuro decesso.

Charles James Beyond Fashion

 METROPOLITAN MUSEUM OF ARTS (MET) – NEW YORK 8 MAGGIO / 10 AGOSTO

La mostra The Fashion world of Jean Paul Gaultier dopo numerose tappe - tra cui New York, Dallas, San Francisco, Madrid e Rotterdam - è ospitata dal Barbicane Centre di Londra. Una retrospettiva a 360 gradi quella realizzata dal Montreal Museum of Fine Arts e la Maison Jean Paul Gautier che vuole sottolineare la versatilità e il percorso artistico dello stilista francese dagli anni Settanta ad oggi. Lo spazio espositivo diviso in sette aree tematiche ospita numerosi capi iconici, come il corsetto utilizzato da Madonna durante il Blond Ambition tour nel 1990, gli outfit sfoggiati da Kylie Minogue e Bjork e i costumi per il film La pelle che abito di Pedro Almodóvar. Dries Van Noten-Inspirations, 2014, Les Arts Décoratifs, Musée de la Mode. Fotografia: Luc Boegly.

Viaggio nella creatività

LA VENARIA REALE - TORINO 29 MARZO-14 SETTEMBRE 5.

Dries Van Noten -Inspirations

2.

 Alta Moda, Grande Teatro

MUSÉE DES ARTS DEÈCORATIFS, PARIGI 1 MARZO -31 AGOSTO

Un appuntamento per l’estate, da segnare in agenda, è la retrospettiva del Metropolitan Museum di New 3. York dedicata a uno dei più importanti couturier americani: Charles James. La mostra, espone circa 75 capi, molti proveniente dalla collezione di Austine Hearst, una delle sue clienti migliori oltre a Marlene Dietrich, Millicent Rogers e Babe Paley. Charles James creava abiti da ballo rivoluzionari, dai tagli innovativi che traevano ispirazione da metodi scultorei, matematici e scientifici. L’attenzione nella realizzazione dei dettagli e la “mania” di perfezione rendevano i suoi capi motivo di vanto per le donne dell’epoca: possedere un suo abito era sinonimo di uno stile impeccabile.

Il Museè des arts decoratifs di Parigi, uno dei più famosi spazi museale d’ arte e moda, rende omaggio a Dries Van Noten, con la retrospettiva intitolata: Dries Van Noten – Inspirations. Non solo un’ esposizione dei suoi lavori, ma un vero e proprio viaggio all’ intern del processo creativo che ha reso unico lo stilista belga. La mostra divisa in sezioni, diviene un accurato retroscena delle sue ispirazioni e dei suoi riferimenti culturali: dai film come Arancia Meccanica di Stanley Kubrick e Lezioni di piano di Jane Champion fino ai lavori di artisti come Victor Vasarely, Francis Bacon, Damien Hirst, Anthony van Dyck ed Elizabeth Peyton. La prima parte dello spazio espositivo è invece dedicata alla storia dello stilista; un racconto intimo, che narra del nonno e del padre, dei suoi primi studi alla Royal Academy di Anversa fino alla creazione degli "Antwerp Six", e al debutto professionale con la sua prima collezione uomo, presentata nello scantinato dell'hotel Saint James Albany a Parigi. Dries Van Noten ha collaborato in prima persona per la realizzazione dell’intera retrospettiva: dalla selezione del materiale da esporre, alla collaborazione con l’azienda italiana Bonaveri per la creazione custom dei manichini, lasciando il proprio segno distintivo in ogni angolo. Particolare attenzione è riservata alla sezione oriente dove l’impatto visivo degli abiti e l'aspetto sartoriale sono i protagonisti: lo stilista belga, in seguito ad un viaggio in India, è profondo conoscitore delle tecniche tradizionali per la decorazione dei tessuti, dai ricami alle stampe. Curata da Pamela Goblin, direttrice del museo, la mostra è arricchita da opere d'arte, fotografie, musica e video, rendendola un appuntamento imperdibile per gli appassionati di moda. The glamour of italian fashion 1945/2014 VICTORIA AND ALBERT MUSEUM- LONDRA 5 APRILE-27 LUGLIO

Londra celebra il “Made in Italy”, aprendo le porte del Victoria and Albert Museum alla mostra The glamour of italian fashion. Dalle sorelle Fontana e Mila SchÖen agli stilisti degli anni Ottanta come Giorgio Armani, Fendi, Gianfranco Ferré, Gucci, Missoni, Prada, Pucci, Versace e Dolce & Gabbana, l’iniziativa ripercorre le tappe principali della storia del nostro paese dal 1945 ad oggi. Settant'anni non solo di storia, ma anche di stile e qualità, che hanno consacrato il no-

stro paese come uno dei protagonisti principali del mondo della moda. Lo spazio espositivo dedica inoltre una sezione speciale ai tessuti italiani e alla loro lavorazione: dal cuoio all’intarsio della pelliccia Fendi, introducendo così il concetto del prêt-à-porter. 1. Alexander McQueen Ready to Wear A/W 1998. Paul Vicente/ AFP/ Alexander McQueen RTW A/W 1998/ Getty Images. In partnership with Swarovski. Supported by American Express 2. CharlesJamesBallGowns, CecilBeaton, 1948. 3. Evening dress di Mila Schöen, 1966. Courtesy Maison Mila Schön, Photo © Victoria and Albert Museum, London. 4. The Fashion World of Jean Paul Gaultier: From the Sidewalk to the Catwalk, Skin Deep (detail). © Matthew Lloyd / Getty images. 5. Alta Moda, Gran teatro, Armani per Joaquìn Cortés, Bata de cola. Fonte: Consorzio La Venaria Reale.

La Venaria Reale di Torino ci porta alla scoperta del mondo della moda e del teatro con la mostra Alta Moda, Grande Teatro. Più di 200 capi esposti, tra abiti di scena e da concerto, bozzetti, video, che testimoniano trent’anni di storie e collaborazioni tra i principali esponenti del fashion e del teatro. Tra i principali nomi Armani, Balestra, Biagiotti, Fendi, Missoni ed opere di collezioni private di Roger Salas, Raina Kabaivanska, Valentino Garavani, Fondazione Roberto Capucci, Maurizio Galante Archivio, Missoni Archive, concepiti per grandi artisti come Mirella Freni, Raina Kabaivanska, e Joaquin Cortes. Un'opportunità da non perdere per vedere da vicino abiti di scena realizzati ad hoc dai più famosi stilisti italiani.


World News 50

A cura di GIOVANNA CAPRIOGLIO

BUSINESS OF FASHION

BUSINESS WEEK

9 aprile 2014

25 marzo 2014

Daigou, una nuova figura I brand del lusso si stanno che permette ai cinesi di procurarsi orientando verso i “Global i beni di lusso a minor prezzo. Yummies”: giovani uomini che vivono in città

di KATI CHITRAKORN

Un sempre crescente numero di cinesi si sta rivolgendo a questi “agenti di vendita” per evitare le tasse di importazione e assicurarsi prodotti originali, e spesso introvabili, a minor prezzo.

B

usiness of Fashion mette in luce un fenomeno sempre più diffuso in Cina: quello dei Daigou, ossia figure che acquistano in conto terzi beni di lusso che altrimenti i cinesi non potrebbero comprare o comprerebbero ad un prezzo molto più alto. Le norme anti-corruzione del governo cinese e le altissime tasse d'importazione per i beni di lusso, hanno reso questi prodotti dal 30 al 60% più cari rispetto al resto del mondo. Nonostante ciò, i cinesi restano i più numerosi acquirenti di beni di lusso nel mondo. Nell'ultimo anno però, due terzi dei più di 80 miliardi di dollari di acquisti in beni di lusso dei cinesi sono stati fatti fuori dalla Cina. Il fenomeno, spiega BoF, è in parte dovuto proprio alla figura di questa sorta di “agenti”, chiamato Daigou, che acquistano all'estero e rivendono poi a prezzi più bassi di quelli imposti in Cina. Una ricerca della Bain&Co afferma che “circa il 60% dei consumatori ha fatto almeno un acquisto attraverso questo canale parallelo, grazie a persone che vivono all'estero, il social Taobao o altre agenzie d'acquisto professionali o siti internet; inoltre il 50% dei consumatori che

ancora non l'hanno ancora provato lo prenderanno in considerazione per il futuro”. Spesso i Daigou trasportano i beni semplicemente via ferry da Hong Kong, dove gli acquisti di lusso sono meno costosi, ma molti di loro operano anche a livello internazionale, aiutando i clienti cinesi a procurarsi oggetti di lusso (tra i più ricercati Chanel, Prada e Luis Vuitton) a prezzi più bassi, o spesso introvabili in Cina, provenienti da Londra, Parigi, New York o anche Seoul. Secondo il China Research Center, il mercato dei Daigou valeva circa 12 miliardi di dollari nel 2013 e che dovrebbero salire a 100 nel 2014. Solo tra Hong Kong e Cina l'anno scorso si pensa ci fossero circa 20.000 Daigou, 1000 dei quali sono stati arrestati: si tratterebbe di un'attività legale se queste figure dichiarassero la merce e vi pagassero le tasse, ma ovviamente questo non accade o viene dichiarata solo una piccola parte della merce. Ci sono poi anche moltissimi cinesi che vivono all'estero, persino studenti, come una ragazza che vive a

Londra intervistata da BoF, che lo fanno per guadagnare velocemente un po' di denaro. Spesso infatti chi lo fa all'estero è un contatto avuto da amici o amici di amici, oppure via TaoBao, ma esistono anche veri e propri siti come 65 Daigou e OnlyLady. Il Governo Cinese ha iniziato a prendere le contromisure e a imporre delle multe per chi viene “beccato” e nelle dogane si è iniziato a scansionare pacchi e valigie con gli infrarossi. Più di un anno fa il Ministro del Commercio Cinese ha proposto di ridurre la tassa d'importazione sui beni di lusso: c'era chi lo supportava affermando che questa manovra avrebbe aumentato nuovamente la spesa nel mercato interno e stimolato la crescita economica, mentre molti altri credevano che questo avrebbe impattato sul mercato domestico, aumentando il gap tra i ricchi e i poveri , creando più malcontanto. Fino ad ora non è stata presa nessuna decisione su questo punto, il che significa, secondo BoF, che certamente l'uso dei Daigou non potrà che aumentare.

di KYLE STOCK

Pare che la maggior percentuale di guadagno del fashion di lusso possa a breve spostarsi verso il mondo maschile giovane. In molte parti del mondo oggi, infatti, i consumatori più interessanti per aziende come Burberry e Coach non sono più le donne di mezza età con alto potere d'acquisto, bensì uomini sulla ventina con uno smartphone e qualche problema di autostima. Almeno, questo è quello che riporta Business Week citando una ricerca della HSBC: il futuro del retail risiede nei giovani uomini di città, o come li chimano questi ricercatori “Yummies - Young Urban Males”. Il team di ricercatori afferma che “la figura del 'metro-sexual', un clichè da ormai vent'anni, sta diventando una realtà”. Questo perchè gli uomini si sposano molto più tardi ormai, avendo quindi una capacità di spesa maggiore, che prima era dedicata alla famiglia. Per la prima volta, inoltre, gli uomini non usano più l'auto come mezzo per stupire: dopotutto, chiunque può permettersi un leasing, ma per avere un set da viaggio di Tumi bisogna spendere 5.000

MADAME FIGARO 27 MARZO 2014

GARA DI SNEAKER SULLE PASSERELLE Raf Simons per Adidas, Pierre Hardy, Valentino: le sneaker ispirano i grandi stilisti di FRÉDÉRIC MARTIN-BERNARD

“Sulle passerelle, il trend del momento si ritrova soprattutto nel collage e nel contrasto di stili più che nella ricerca di un outfit in cui tutto è abbinato”, riassume Pierre Hardy interrogato da

Madame Figaro sull’esplosione della scarpa da jogging ai piedi di uomini vestiti in stile urbano “in Europa le scarpe da running hanno cominciato a uscire dagli stadi con la moda del jogging- afferma invece lo storico Florence Müller, autore del libro ‘Sneakers, una storia di scarpe da sport e da città’ del 1997; all’epoca della pubblicazione la moda delle sneaker abbinate non per forza ad un outfit sportivo era già sdoganata, ma il fenomeno si è definitivamente ‘democratizzato’ grazie a star dello spettacolo che si presentavano sul palco con queste scarpe e a personaggi come Michael Jordan. Inoltre, proprio il 1997

è stato il lancio della linea Prada Sport, che ha presentato un modello inedito che ha saputo abbinare una suola da competizione velica a una tomaia da sneaker. Velocissimamente questa scarpa ha ottenuto un successo incredibile, aprendo nuove prospettive per tutto il settore”. Il fenomeno poi si è sgonfiato nel corso degli anni; ora, quindici anni più tardi, il ritorno della sneaker in città. Nata per la donna che dopo tanti tacchi sentiva il bisogno di scarpe per la vita di tutti i giorni, questa tendenza è ormai lanciata anche nella moda maschile: Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, direttori artistici di Valentino, sono partiti proprio da

questo concept per rilancio della linea maschile nel 2012 lavorando su questo stile più informale e inserendo moltissime sneaker in passerella, reinterpretate con il loro approccio e finiture “couture” tipiche della maison. Nonostante l’infinità di modelli e combinazioni di tessuti e colori, le sneaker della stagione sono già terminate in tutti i negozi e sono già in lavorazione nuove proposte. Il paradosso di tutte queste sneaker è che appaiono molto performanti, ma in realtà limitano le loro “prodezze” allo stile…conclude il giornalista: “dobbiamo specificare che con nessuna di queste scarpe si può correre una maratona?”.

dollari. In più, non solo questi uomini guadagnano, ma grazie al sempre crescente marketing globale, non devono nemmeno trovarsi per forza nelle grandi città dove si definiscono i trend: un marchio con un mobile e-commerce ben fatto può ottenere grande ritorno in tutto il mondo. Burberry, per esempio, manda in streaming le sue sfilate e sta lavorando su un piano che chiama “Customer360” per tracciare le abitudini d'acquisto di ciascun consumatore nel mondo. Ma sono in molti a investire nel comparto maschile, come Michael Kors, che spera di raggiungere il miliardo di dollari nel 2014. Coach vi è già molto vicino, essendo riuscito ad aumentare in soli 4 anni le vendite di questo settore da 100 a 700 milioni. Una storia molto simile a quella di Burberry, che fino a tre anni fa dava in licenza la produzione del menswear. Angela Ahrendts, Amministratore Delegato del marchio, ha raccontato ai ricercatori HSBC che “Burberry vede crescere in modo significativo le opportunità del mercato maschile, soprattutto nei mercati non ancora sviluppati”. L'unica eccezione è ancora una volta la Cina, dove HSBC afferma che sono (ancora) le donne il segmento più importante della moda di lusso. Fino a metà degli anni 90, praticamente tutti gli acquisti di lusso del Paese erano fatti da uomini spesso come regali per altri uomini. Oggi però metà dei manager in Cina sono donne e quindi la realtà si è ribaltata, e orma il 50% della spesa di beni di lusso è fatta da donne. I negozianti in Cina stanno dunque ancora cercando di riallinearsi su questo fronte.


FASHION ILLUSTRATED

Issue #27- Luglio/Agosto 2014

9.10.11 settembre 2014 portello fieramilanocity

FALL/WINTER 2015-16

FALL/WINTER 2015-16

Tessuti e Accessori di alta gamma per la donna e l’uomo

Milano Unica invita a visitare: Lineapelle: 10.11.12 settembre Fieramilano RHO. Collegamenti Shuttle Milano Unica-Lineapelle-Milano Unica Osservatorio Giappone: 9.10.11 settembre, Pad 2 Portello, Fieramilanocity, adiacente a Milano Unica Denim Italiano: Italian Denim Makers: in collaborazione con Pitti Immagine Filati. 9.10.11 settembre, a Milano Unica

www.milanounica.it

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A cura di ALICE NOTARIANNI

Nick Wooster firma una capsule per Lardini

Frankie Morello, nuovo modello business

A Pitti Uomo l’anteprima della prima collezione disegnata da Nick Woster per Lardini. Già ambasciatore del gruppo in America, l’ex fashion director newyorkese di Bergdorf Goodman e Neiman Marcus, realizzerà una capsule collection non solo dedicata al mercato statunitense ma anche a quello europeo e asiatico, in particolare al Giappone e alla Corea del Sud. Lardini ha concluso il 2013 con un fatturato di 54 milioni di euro ed un indice export del 51%, la collaborazione tra l’azienda italiana di moda maschile, fondata ad Ancona nel 1978, e l’icona di tendenza menswear, concilia l’eccellenza made in Italy con uno sguardo internazionale e specializzato sul mercato estero.

7 For All Mankind lancia il denim delight

7 For All Mankind, il marchio di denim lifestyle nato nel 2000 a Los Angeles, ha presentato il nuovo tessuto Denim Delight. Il jeans superleggero da 4,5 once (circa 126 grammi) è stato sviluppato in esclusiva per la divisione Contemporay brands di Vf corporation e rappresenta un materiale premium nel settore denim per la sua vestibilità second-skin e le sue alte prestazioni tecniche. Il modello minimale The Skinny, ha cuciture a contrasto, tasche lineari ed è declinato nelle varianti del blu e del nero, ognuna sviluppata in due diversi lavaggi. L’innovativa gamma Denim Delight sarà in vendita con la collezione donna pre-spring 2015 .

Il joy top di Dhila B – Versatilità senza stagione

Ispirato dalla passione per i viaggi e dal desiderio di rispondere alle esigenze di vita di mamme lavoratrici, nasce nel 2010 il brand Dhila b; le sue ideatrici, Hillary Kraft e Deborah Mascari sono due giovani mamme che conducono una vita sempre in movimento e per questo studiano capi che possano essere versatili, originali e pratici. “It product” delle loro collezioni negli anni si è rivelato il Joy Top, il pezzo perfetto che risponde a tutte queste esigenze, potendo essere indossato in almeno 7 modi diversi: con la cintura sopra un paio di jeans oppure fissato con una spilla per un perfetto party dress, così come lasciato aperto sopra un top e un pantalone a sigaretta. Questa versatilità si ottiene anche grazie alla scelta oculata dei materiali, dalla seta al jersey lamè , anche double face, che permettono a questo capo di essere assolutamente senza stagionalità e ideale in ogni occasione. www.dihla-b.com

Frankie Morello ha assunto un nuovo assetto societario e farà capo alla neonata Frankie Morello Trademark S.r.l.. Nell’azionariato di FMT S.r.l, questo l’acronimo, oltre ai due stilisti e fondatori del brand, ora è entrato un nuovo socio la FMM SpA, con una partecipazione iniziale del 25% destinata a salire fino al 49%. La FMM SpA, una società di recente costituzione posseduta dalla famiglia Ammaturo, diventa licenziataria esclusiva per l’abbigliamento uomo e donna del brand, a livello mondiale. Il tradizionale rapporto di licenza è stato sostituito da una nuova formula che prevede un legame più stretto e duraturo. Questo consentirà ai due stilisti, Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti, che continuano a mantenere la maggioranza del marchio attraverso la loro società G.M. Studio Design & Fashion s.n.c., di ampliare il proprio coinvolgimento divenendo protagonisti oltre che del processo creativo anche della fase produttiva e d’industrializzazione del prodotto. Un piano di sviluppo importante che nei prossimi mesi punterà a consolidare il marchio in Italia e a rafforzare la sua distribuzione all’estero attraverso un approccio multicanale che integri al wholesale, i canali retail ed online. L’obbiettivo è raggiungere un giro d’affari di circa 40 milioni di euro entro il 2019, mentre oggi il fatturato è di 12 milioni. Il marchio punterà ancor più sull’estero, che già oggi copre un 60% del fatturato complessivo.

Cambio ai vertici di GFM Industria

Nuove nomine al vertice dell’azienda GFM Industria. Stefano Ferro assume la presidenza dell’azienda dopo una lunga esperienza nel mondo della moda e del lusso, Fabio Cavana, con esperienza nel settore accessori e abbigliamento, diviene il nuovo amministratore delegato e direttore commerciale e la designer Manuela Arcari lascia la direzione creativa di Ter et Bantine e Hache. L’azienda specializzata nella produzione e distribuzione di abbigliamento femminile, fondata nel 1992 a Faenza (RA),

continuerà lo sviluppo dei marchi di proprietà e in licenza e gli azionisti sosterranno i risultati già raggiunti da GFM con risorse finanziarie e menageriali. GFM Industra si è affermata nel tempo sui mercati internazionali (oltre il 70% dei fatturati) attraverso una forte attenzione alla progettazione e al mantenimento di elevati standard qualitativi in termini di prodotto e di servizio, oggi l’asset principale per la crescita dell’impresa è il posizionamento riconosciuto dal mercato ed il know how aziendale.

IN BREVE IL RETAIL DEL GRUPPO PRADA CONQUISTA IL MONDO

Concluso il 2013 con un fatturato di 3,587 miliardi di euro, in crescita dell’8,8%, il gruppo Prada continua con successo la propria espansione nel mercato mondiale dei beni di lusso con una presenza retail nelle location internazionali più prestigiose e una crescita sostenuta in tutti i imercati. Prada cresce dell’11,1% in particolare nel canale retail dove il marchio ha registrato un tasso di sviluppo tra i più elevati del settore. Le ultime aperture in Austria, a Vienna, all’ingresso di un prestigioso palazzo storico con 1430 metri quadrati, e in Cina, a Xian, nel prestigioso Modern Capital Printemps mall con 1066 metri quadrati.

Anche Miu Miu è in crescita (+ 1,2%) trainato dalla distribuzione. Punte accentuate in America, in Cina e in altri mercati emergenti. Negli Stati Uniti e in Canada hanno inaugurato due nuovi corner di accessori e borse nei prestigiosi department stores Saks Fifth Avenue di Chicago e Holt Renfrew Yorkdale a Toronto. Nella Cina continentale ha aperto il secondo punto vendita a Pechino, all’interno del grande magazzino “In88”, e la prima boutique nella città di Xian, nello shopping mall Modern Capital Printemps, per le collezioni di abbigliamento, borse, accessori e calzature. Trend positivo nel 2013 anche per il marchio Church’s, +3,2%, che punta al Nord Europa. Dopo Stoccolma ed Amsterdam, ha aperto,

lo scorso aprile, un corner a Copenaghen all'interno del Department Store Illum La Rinascente.  PULL & BEAR, NUOVO FLAGSHIP STORE A MILANO

In C.so Vittorio Emanuele II di Milano ha aperto il nuovo flagship store di Paul & Bear. Il marchio giovane del gruppo Inditex inaugura una superficie di vendita su due piani di 600 metri quadrati. Il nuovo concept store reinterpreta il mood del brand, ispirato alla città californiana di Palm Springs, con un mix di materiali. L’atmosfera è accogliente e calda, ricca di colori e consistenze. Elementi contemporanei si conciliano ad elementi vintage. Una facciata trasparente e luminosa accoglie il

cliente, all’interno zone luminose e bianche, pavimenti in marmo si alternano a murales decorativi, rifiniture in mattone, cemento dipinto, Oriented Strand Boards e legno di pino. L’arredo comprende un grande camino centrale e un imponente capitello con specchi all’ingresso, televisori vintage e schermi multimediali alle pareti, lampadari triangolari al soffitto.


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Industriale e su misura: la t-shirt tailor made

Son of a Tailor, il brand online danese, riesce a conciliare il dualismo tra industria e artigianato con un nuovo concept di t-shirt su misura per l’uomo. L’imprenditore danese Jess Fleischer, quando lavorava per eBay, ha assorbito dall’azienda l’attenzione per il consumatore e per l’online experience. Durante la sua permanenza all’estero in Australia, Italia, Africa e Medio Oriente è poi rimasto colpito dal capo basic a forma di T vissuto e interpretato internazionalmente in modo originale e unico. E’ nata così l’idea di creare un modello di maglietta che soddisfi esattamente le esigenze del cliente. L’ispirazione ha preso forma e si è concretizzata a Copenaghen nel 2012 quando Jess incontra il sarto Sten Martin Jonsson che, appassionato di abbigliamento casual, aderisce con entusiasmo al nuovo progetto e mette a disposizione il suo talento e la sua esperienza venticinquennale. Nel 2013 apre il sito web www.sonofatailor.com con un obiettivo unico e rivoluzionario: rendere personalizzato il capo più massificato al mondo, la tshirt. Parole d’ordine: Minimalismo, stile e vestibilità. Il servizio prevede un processo di produzione attento e dettagliato. Il cotone scelto proviene da piccole fattorie organiche che utilizzano solo fibre lunghe, accuratamente pettinate e filate, per ottenere un tessuto morbido e di alta qualità. La sartoria utilizza misure, forme e taglie uniche, per ogni singolo cliente e ogni ordine ricevuto. I materiali sono tagliati e cuciti a mano. I modelli offrono varianti nei colori (nero, bianco, blu e verde) e nella modellazione del collo (tondo o a “V”). L e maniche sono risvoltate per rendere il modello più elegante e il dietro è più lungo di 1-2 cm per rendere la linea migliore. È possibile infine ricamare le proprie iniziali sull’orlo davanti.

Qualità dei materiali e purezza di linee. What else?

Se la qualità dei materiali è eccellente e la fattura impeccabile, non serve altro. Desa Nineteenseventytwo ha scelto questa strada per la precollezione di borse primavera/estate 2015 che presenterà a luglio a Parigi. Niente decorazioni o fronzoli, ma forme scultoree, costruzioni architettoniche per modelli sofisticati e al tempo stesso di uso quotidiano. I pellami con finissaggi setosi sono stati prodotti in esclusiva per la collezione, come anche quelli dal nuovo tocco “wax-wash”. Del resto, il brand turco che fa capo alla famiglia Celet, può contare su una propria conceria per mettere a punto pellami ad hoc da utilizzare perle varie proposte, fra cui i modelli a forma di esagono, che sono il leit motiv della precollezione. I colori spaziano dalle sfumature dei blue tipici delle ceramiche turche, a quelle dei bianchi e dei neutri del deserto.

Sartoria Tramarossa: il jeans personalizzato

Sartoria Tramarossa lavora da anni per creare un jeans di altissima qualità e con un alto livello di personalizzazione. Tramarossa utilizza solo materie prime di alta qualità, dai tessuti, spesso cimosati, agli accessori rifiniti a mano nei migliori laboratori artigianali del distretto del denim di Vicenza. A tutto questo si aggiunge l’innovazione, come i brevetti per la personalizzazione del capo. Sartoria Tramarossa, infatti, è l’unico de-

Per l’apertura è stata presentata una collezione in limited edition di magliette e felpe progettata dagli studenti di moda dello IED di Milano.  CONTE OF FLORENCE ALLA CONQUISTA DELL'EST EUROPA

Conte of Florence accellera nel retail nell’Europa dell’est. Il brand toscano, nato negli anni Cinquanta

nim firmato con le iniziali di chi lo indossa: piccole e preziose lettere metalliche da applicare ed esibire sul jeans. Da questa collezione anche l’etichetta esterna è personalizzabile, grazie ad un sistema semplice e elegante che permette di staccarla ed attaccarla in pochi semplici gesti. Il cliente Tramarossa potrà così scegliere tra le tante proposte di pellami ricercati, lavorati artigianalmente e cambiare l’etichetta secondo il proprio gusto.

per volontà dell’imprenditore Romano Boretti, ha aperto un nuovo spazio di 50 metri quadrati nel centro commerciale Zira di Belgrado, in Serbia. Dopo l’inaugurazione del concept store di 112 metri quadrati all’interno del centro commerciale Paradise center in Bulgaria, a Sofia, la nuova apertura rientra in un programma più ampio di espansione retail in Italia e all’estero. Il nuovo shop in shop sviluppa la filosofia del brand, da sempre legato allo sport e al tempo libero, con un design pulito ed essenziale ed un’atmosfera di grande respiro e relax. Le luci sono leggere e morbide, la palette cromatica ultralight è dominata dal bianco e dal grigio con un tocco di verde che rimanda al mondo del

In concomitanza con Pitti Uomo, dal 17 al 20 Giugno, il museo Marino Marini di Firenze ospita la mostra monografica di Braccialini “il Giardino Incantato”. Il tradizionale laboratorio artigianale di borse, nato nel 1954 a Scandicci, celebra il suo sessantesimo anniversario con un percorso retrospettivo. Una selezione di creazioni uniche, dalle prime borse in paglia agli iconici modelli degli ultimi anni, rivela, in un lussureggiante giardino, la storia, la creatività e l’eleganza dell’azienda. Durante il giorno d’inaugurazione sarà presentato il volume “Le borse delle meraviglie” curato da Fabiana Giacomotti ed edito da Skira, monografia storica del marchio.

Dall'alto: borsa corona a/i 04-05, campagna pubblicitaria d'archivio 1977, campagna d'archivio ( Toni Meneguzzo).

fotografia che hanno contribuito a creare l’immaginario del brand immortalando modelle come Claudia Schiffer, Eva Herzigova, Laetitia Casta e Naomi Campbell.

golf e rende vive e accogliente lo spazio. Accanto alle collezioni uomo e donna della stagione estiva, è esposta la nuova linea di borse e accessori “Inspired by de Medici”, un tributo alle radici storiche dell’azienda.

LE VALIGE RIMOWA TOCCANO IL NORD DELLA FINLANDIA

GUESS RIPENSA I NEGOZI E RIAPRE A MILANO 

Ha riaperto la boutique Guess di Corso Buenos Aires, a Milano. Il 15 maggio, dopo un restyling dello store, il brand ha lanciato il nuovo concept caratterizzato dalla semplicità, ispirazione di un nuovo lifestyle moderno nel contenuto e nella forma. Anche la scelta dei materiali punta alla pulizia formale con legno, plexi e acciaio, in un ambientazione contemporanea e glamour. 400

LA MOSTRA “IL GIARDINO INCANTATO” CELEBRA I 60 ANNI DI BRACCIALINI

mq sviluppati su due piani di cui il piano terra dedicato alle collezioni donna e accessori e quello superiore all’uomo. Particolare rilievo è dato alle immagini che hanno fatto la storia del marchio a cui è dedicata una grande parete nell’ammezzato. Ellen von Unwerth, Wayne Maser, Herb Ritts, Dewey Nicks, sono solo alcuni dei grandi nomi della

Il gruppo Rimowa ha inaugurato la sua boutique più a nord del globo, ad Helsinki. La distribuzione del brand tedesco, nato nel 1898 a Colonia, continua la conquista del mondo nel nord Europa con l’apertura di uno spazio di 80 metri quadrati in una delle strade dello shopping più famose della capitale finlandese, Pohjoisesplanadi. All’interno dello storico edificio Grönqvist House

del 1883 prende posto la gamma completa di valige Rimowa, dai modelli colorati in policarbonato a quelli iconici in alluminio e titanio. Il Gruppo Rimowa ha chiuso il 2013 a 260 milioni di euro, con un incremento del 40% rispetto all’esercizio precedente, grazie ad una domanda sempre più alta e all’espansione distributiva di livello globale.


FASHION CHI LEGGE

L’eleganza è una dote animale La moda fa parte della mia vita, ma quando si tratta di me... di GIOVANNI GASTEL illustrazione di NICOLA GOBBETTO

D

a giovane non ne ero pienamente convinto, ma con il passare degli anni ho definitivamente deciso che l’eleganza è una dote animale, non la puoi acquisire con il tempo. Quindi, per me, essere troppo alla moda spesso è esattamente l’opposto di essere eleganti e penso che, soprattutto un uomo, dovrebbe quantomeno fingere di fregarsene un po’! Mi viene in mente una bellissima parola francese, râpé , che in italiano significa “liso” e che io tradurrei direttamente con eleganza… quanto spesso mi succede di guardare un uomo e ritenerlo elegante e scoprire poi che ha il colletto della camicia un po’ consunto! Per quanto mi riguarda, sono molto râpé, non ho assolutamente la “fievre acheteuse”, la febbre dell’acquisto, compro solo quando ne ho realmente bisogno e solitamente lo faccio sempre negli stessi negozi. Dalle sorelle Biffi soprattutto - in cui penso sempre di trovare ancora la signora Adele - e da Bardelli quando devo acquistare capi più formali. Il mio sarto, invece, è un ragazzo molto giovane e talentuoso, Lorenzo Albrighi, che mi ha letteralmente bussato alla porta chiedendomi se avevo bisogno di un sarto, proprio nel giorno in cui Colombo, il mio storico, mi comunicava che avrebbe cessato l’attività…quelle classiche coincidenze fortuite! Da settimo figlio, poi, devo ammettere che sono ancora abituato a

“rubare” dagli armadi dei miei fratelli (anche oggi alla nostra età li faccio impazzire!), perché una volta gli abiti passavano di fratello in fratello, un’abitudine normale anche nelle famiglie benestanti e per questo ogni tanto mi capita anche di acquistare capi vintage. Per quanto riguarda le scarpe, in estate uso quasi sempre mocassini Tod’s e in inverno da anni “vivo di rendita” con scarponcini Loro Piana che Sergio Loro Piana generosamente mi regalò in grande quantità. Il mio vero feticcio però sono le camicie, unico capo che compro volentieri, sempre e ovunque; amo quelle di mio fratello Luchino, che ha creato un brand col suo nome in cui propone solo due modelli e una grandissima varietà di tessuti e disegni molto originali, che riprendono quelli delle cravatte, ma ne compro davvero di ogni tipo. Questo è il mio unico vezzo, ma ritengo, come dicono gli inglesi, che la vera eleganza sia non essere notati, per cui ognuno dovrebbe avere il proprio stile, certamente non essere anonimo, ma nemmeno esagerare nell’osare . D’altra parte però in questi ultimi anni noto un certo conformismo in tutto, anche nel vestire, è davvero molto tempo che non conosco una persona che mi conquisti, nel bene e nel male, qualcuno che esca dal coro e che mi resti impresso… il mio consiglio dunque è: avere personalità, rendere elegante ciò che si indossa…e che si dice!


FASHION ILLUSTRATED

Issue #27- Luglio/Agosto 2014

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Rock Maniac.

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