Lapilli 29 Dicembre 2011

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NR. 29 - DICEMBRE 2011

Lacrime e Sangue

o m i o r t l U ume N


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Registrato presso il Tribunale di Catania n.17/07 del 15/07/2007

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Ringraziamo tutti gli amici per la collaborazione gratuita, chi ha seguito e creduto nel progetto e i nostri lettori che ci hanno incoraggiato in questi anni. Adriana Toscano, Alberto Surrentino D’Afflitto, Alessandro Lattanzio, Alessandro Puglisi, Andrea Ambra, Angelo Spanò, Annabella La Rosa, Antonio Borzì, Antonio Porto, Carlotta Reale, Carmen Catalano, Carole Basile, Daniele Casaburi, Diego Salemi, Federico Bianca, Filippo Bonaccorsi, Francesco Battaglia, Gabriele Montemagno, Giò Picciotto, Giorgia Musmeci, Giuseppe Mirabella, Giuseppe Papa, Giuseppe Ruscica, Irene Giuffrida, Lidia Ianuario, Lucio Corsaro, Marco Fisicaro, Marco Giurato, Marco Musumarra, Marzia Macca, Massimo Capodanno, Matteo Fontana, Maurizio Pistorio, Patrizia Spampinato, Piero Petralia, Pietro Figuera, Riccardo Marra, Roberta Reitano, Roberto Luca, Salvatore Leone, Salvo Bottaro, Stefano Fiamingo, Valeria Bafumi. E tutti gli altri amici che inavvertitamente abbiamo tralasciato dalle citazioni.


di Emilia Giuliana Papa

SI INTERROMPE LA NOSTRA AVVENTURA “Lapilli”.

Un’avventura durata quasi 5 anni, dal dicembre 2006, quando tutto pareva ancora una scommessa impossibile. Poi abbiamo preso la rincorsa e siamo partiti, senza troppo pensarci su, forti solo della passione e delle idee che ci animavano, ma senza “pezze d’appoggio”, esperienze consolidate, santi in Paradiso e quant’altro. Lapilli è diventato una realtà viva, pulsante, soprattutto “nostra”.

Arriva un tempo, però, in cui i bilanci sono d’obbligo.

E la fine dell’anno si presta bene allo scopo. Per non dilungarci, molti obiettivi sono stati raggiunti, ma altri no. Certo è dura fermarsi mentre si è in piena corsa; l’allenamento, il necessario training è stato privo di guida, e i muscoli faranno male una volta fermi. Eppure, è indispensabile, per crescere, saper guardare indietro, arricchirsi dell’esperienza vissuta e poi tornare a guardare avanti, senza voltarsi più, per essere pronti al nuovo.

L

a stampa di “Lapilli” si interrompe con questo numero, un numero ridotto ma speriamo sempre denso di spunti e informazioni che i nostri lettori apprezzeranno, quelli che ci hanno seguito fedelmente fino ad oggi e che ringraziamo per l’indulgenza dimostrata quando qualcosa è andato storto o qualche copia è uscita in ritardo.

M

a il nostro è un arrivederci più che un addio. Siamo caparbi e un po’ testoni e – nonostante la crisi drammatica in cui versa il Paese, nonostante molti di noi abbiano già preso le valigie in cerca di condizioni di vita e opportunità migliori di quelle consentite (o meglio, precluse) in questa terra inospitale e a volte spietata – proveremo a riorganizzarci, a lasciare traccia di noi magari passando il testimone ad altri “volenterosi”, a tentare nuove vie, anche – eventualmente - rinunciando al formato cartaceo, ad accogliere nuove idee con progettualità più matura ma senza mai perdere quello slancio ideale che, tra alti e bassi, non ci ha comunque mai abbandonato. E chi voglia, nel frattempo, suggerirci opinioni o proposte, potrà farlo ancora agli indirizzi consueti (lapilli@email.it,sebidibella@hotmail.it) o tramite facebook (giulianapapa@alice.it, faustidio@yahoo.it).

N

on ci resta che augurarvi buone feste e un anno nuovo foriero di svolte coraggiose e costruttive. Ne abbiamo tutti grande bisogno.


LACRIME E SANGUE Con la recessione alle porte si interviene sulle tasche degli italiani. O meglio, dei soliti noti: pensionati, impiegati, operai, per i quali il futuro è un salto nel buio di Claudio Sciacca Prendere o lasciare. L’ennesima manovra economica per salvare il paese dalla bancarotta ha visto la luce con il decreto “Salva-Italia” approvato lo scorso 16 dicembre alla Camera con 402 voti a favore e 75 contrari. Ci voleva un governo di tecnici per mettere quasi tutti d’accordo e per convincere gli italiani che è tempo di sacrifici, di responsabilità, di impegno. Altrimenti sarà tutta colpa nostra e “evaporeranno gran parte dei redditi degli italiani”, a sentire le rassicuranti parole di Mario Monti. E pensare che fino allo scorso dicembre il governo Berlusconi vivacchiava tranquillo grazie ai parlamentari “convinti” dall’ex premier a sostenere il governo in cambio di comode poltrone, ottenendo voti utili per approvare riforme discutibili come la riforma Gelmini. Chi l’avrebbe mai detto che per abbattere “il tiranno” ci sarebbe voluta una crisi speculativa di dubbia provenienza, che ha di fatto convinto Germania e Francia a commissariarci per il nostro bene, ma soprattutto per il loro. Neanche il grido di rabbia degli indignados di mezzo mondo “We are the 99%”, la percentuale dei poveri rispetto ai ricchi, urlato

dai ragazzi di Occupy Wall Street negli Usa, è servito a convincere i maggiori governi occidentali che la crisi dovesse essere pagata da quell’1% che ne è la causa. Mettendo finalmente in discussione un modello, quello capitalistico dello sviluppo ad ogni costo, che ha ormai mostrato la corda. E allora avanti con le misure salva-stati sulla pelle dei cittadini. Nel nostro paese serviva un economista col pedigree come l’ex Commissario dell’Ue Monti per indorare la pillola, ma i primi risultati della terapia d’urto sono stati deludenti. Se ne accorgerà ben presto il cittadino medio, che a partire da gennaio pagherà l’Imu sulla prima casa, vedrà crescere il costo della benzina grazie all’aumento delle accise, e farà i conti con l’aumento dell’addizionale regionale Irpef, che si versa direttamente con la busta paga. Poi, ammesso che sopravviva dopo le prevedibili raffiche di aumenti del costo dei trasporti e di altri servizi primari, se la vedrà dal primo ottobre 2012 con l’innalzamento delle aliquote Iva, un’imposta che colpisce tutti i consumatori. Così pagheremo di più tanto i beni e i servizi su cui era applicata l’Iva al 21%, che passerà al 23% - ad esempio su scarpe,

giocattoli, tv, computer, mobili – quanto quelli di primo consumo, per i quali l’Iva aumenterà di due punti, dal 10 al 12% come nel caso di carne, pesce, uova, riso, cioccolata, ma anche di energia elettrica e gas, medicine, cinema e teatro. Colpiti poi i pensionati, molti dei quali dovranno fronteggiare la mancata indicizzazione della pensione al costo della vita già dal 2012, non passa inosservata l’assoluta mancanza di proposte in tema di ammortizzatori sociali e di strumenti a sostegno di chi ha perso il lavoro. Niente di nuovo neanche sul fronte precariato e nessun accenno ad una seria riforma del mercato del lavoro. Un mercato tutt’oggi sregolato in cui da una parte ci sono i ragazzi umiliati e soggiogati da contratti “usa e getta” a tempo determinato, dall’altra ci sono personaggi come Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, o Mauro Moretti, a.d. di Ferrovie dello Stato, che decidono su importanti asset nazionali, le auto e il trasporto su rotaia, danneggiando il proprio paese nel più totale disinteresse della politica. Così mentre il primo porta la Fiat sempre più fuori dall’Italia chiudendo, tra gli altri, lo stabilimento di Termini Imerese

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e il secondo riesce a tagliare il paese in due, eliminando i treni della notte che collegavano nord e sud ritenuti meno remunerativi rispetto all’alta velocità, causando la perdita del posto di lavoro per oltre mille persone, il governo Monti tace. A chi rimane senza lavoro non resta che presidiare nell’indifferenza generale le torri, i tetti, le ciminiere, nell’attesa di risposte che vadano oltre lo strumento della cassa integrazione, ove previsto. Eppure la strada imboccata sembra essere sempre la stessa: flessibilità e licenziamenti facili. Se ne parlerà, con ogni probabilità, nei primi mesi del 2012, quando in agenda ci saranno, oltre alla riforma del mercato del lavoro e alle liberalizzazioni, anche i tanto sospirati tagli alla casta e la patrimoniale sui grandi patrimoni. Per queste misure c’è tempo, una volta fatta cassa sui soggetti più deboli. Come c’è tempo per attuare misure serie di lotta all’evasione fiscale che vadano oltre lo strumento della tracciabilità sui pagamenti superiori ai mille euro e per inseguire i grandi patrimoni in giro per il mondo nei paradisi fiscali. Qui si può fare con calma. Tanto, se va male, ci sono i soliti limoni da spremere.

TASSE UNIVERSITARIE: UNA SENTENZA RIVOLUZIONARIA

Vittoria dell’Udu nel ricorso sull’aumento illegale delle tasse nell’ateneo di Pavia. Adesso si aprono nuovi scenari in tutta Italia di Pietro Figuera “Una sentenza storica e rivoluzionaria per l’università italiana”. È così, con le parole del coordinatore nazionale dell’Udu Michele Orezzi, che si può commentare l’eccezionale vicenda che ha portato il sindacato studentesco a vincere una battaglia dall’esito tutt’altro che scontato. Il T.A.R. di Milano, infatti, ha accolto il ricorso presentato dall’Unione degli Universitari, nel quale si denunciava l’illegale aumento delle tasse universitarie nell’ateneo di Pavia, nell’anno accademico 200910. Una legge del 1997 prevede che la contribuzione studentesca non debba mai superare la soglia del 20% del FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario), cioè il finanziamento pubblico ricevuto dallo Stato. Ma in questi ultimi anni, con i brutali tagli effettuati dall’ex ministro Gelmini, i finanziamenti sono crollati e gli atenei hanno dovuto far cassa sugli studenti, innalzando progressivamente l’importo delle proprie tasse (a dispetto della qualità dei servizi, rimasta immutata, se non peggiorata). Nel caso di Pavia, l’università ha “sforato” dell’1,33% (pari a circa 1 milione e 700 mila euro) oltre la soglia stabilita dalla legge. Adesso quei soldi dovranno tornare a chi li ha sborsati,

ovvero gli studenti. La sentenza del tribunale, infatti, condanna l’università di Pavia a risarcire tutti gli studenti del proprio ateneo per aver aumentato illegalmente le tasse nell’anno accademico 2009-10, oltre a rifondere l’Udu delle spese di giudizio. Ma non finisce qui. Secondo un’indagine effettuata sempre dall’Udu, in Italia sarebbero ben 33 gli atenei “fuori legge”, ovvero con un livello di contribuzione studentesca più elevato del consentito. Complessivamente, si tratta di oltre 200 milioni di euro di tasse non dovute e quindi di potenziali rimborsi, una cifra considerevole. L’Udu promette battaglia in tutti gli atenei, e nonostante già si preparino le contromosse dei rettori, si profila un’affermazione rivoluzionaria dei diritti degli studenti. Un segnale molto forte, lanciato anche al nuovo governo: la crisi non la deve pagare più la cultura, non la devono pagare più gli studenti: hanno già dato. Le tasse non si possono più alzare, sono già tra le più alte d’Europa, e a fronte di un’università pubblica quasi sul lastrico. La via d’uscita? Rilanciare a livello nazionale il ruolo della cultura e del sapere aperto a tutti.

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Il Libro del Mese di Emilia Giuliana Papa

Dove la terra brucia. Un titolo emblematico per una novità editoriale che stupice per il rigore e la serietà con cui è stata concepita. Merito dei due autori, entrambi catanesi, Giuseppe Galeani e Paola Cannatella, che, dopo quasi due anni di assiduo lavoro di ricerca, interviste, contatti con la famiglia e i giornalisti più coinvolti, hanno saputo realizzare una graphic novel di indubbia originalità ma anche di grande verità, raccontando con parole e immagini la storia di Maria Grazia Cutuli, l’appassionata e caparbia giornalista catanese, redattrice del “Corriere della Sera” dal 1999 e uccisa il 19 novembre del 2001 in Afghanistan. A 10 anni dalla scomparsa Graphic Novel e con la giusta distanza dai fatti per evitare ogni PAOLA CANNATELLA, falsa retorica e ogni immediatezza emotiva, viene GIUSEPPE GALEANI fuori un ritratto, quello della Cutuli, tutt’altro che Dove la terra brucia edulcorato, che restituisce di lei una fisionomia umana, reale, anche spigolosa e sfaccettata Rizzoli 2011 nella sua complessità. Che era la complessità pp.143 € 16,00

Novità

Lapilli Scaffale

e l’inquietudine di una donna intelligente, insofferente a ogni ingiustizia e a ogni autorità, ribelle e determinata, eppure fragile, con un velo di malinconia nello sguardo e quel pizzico di narcisismo che fa parte integrante del mestiere di giornalista. Si vuole essere presenti, arrivare per primi, essere testimoni, pur di dare la notizia, costi quel che costi. E a Maria Grazia è costato la vita. Ma ci consola sapere – e di questo ringraziamo la fedele ricostruzione di Galeani e Cannatella – che Maria Grazia Cutuli ha scelto la vita che voleva, ha seguito il suo idealismo battagliero e la sua passione, senza tentennamenti, ha contribuito alla ricerca della verità scoprendo, infine, alcune fiale del letale gas nervino durante una delle sue trasferte afghane e pagando il prezzo più alto per questa sua scoperta. Non era ancora inviata di guerra quando la tragedia si è consumata. La notizia è stata pubblicata, comunque, sulla prima pagina del “Corriere” e la verità è venuta a galla.

a cura della Redazione

Graphic Novel M.GIFFONE, F. LONGO, A. PARODI Un fatto umano Einaudi, 2011 pp.345 € 24,00 Attualità CLAUDIO SABELLI FIORETTI Stelle bastarde Chiarelettere, 2011 pp.210 € 12,00

Narrativa Italiana CLAUDIO BUCCHERI Conta la musica Edizioni Brancato, 2011 pp.188 € 12,00

Narrativa Straniera JO NESBØ Il leopardo Einaudi, 2011 pp.767 € 21,00

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Attualità GIUSEPPE LO BIANCO, SANDRA RIZZA Profondo nero Chiarelettere, 2011 pp.310 € 14,60 Attualità MARCO TRAVAGLIO Silenzio si ruba Chiarelettere, 2011 pp.81 € 16,60

Narrativa Italiana MARGARET MAZZANTINI Mare al mattino Einaudi, 2011 pp.127 € 12,00

Narrativa Straniera JOHN UNDERWOOD Il libro segreto di Shakespeare Newton&Compton, 2011 pp.432 € 9,90

Attualità CRISTIANA PUMPO Maria Grazia Cutuli Ali&no edizioni, 2011 pp.104 € 12,00

Satira L.LITTIZZETTO, F.VALERI L’educazione delle signorine Einaudi, 2011 pp.105 € 10,00

Narrativa Italiana ALESSANDRO BARICCO Mr. Gwyn Feltrinelli, 2011 pp.158 € 14,00

Saggistica E.H. GIMENEZ Food Movements Unite! Slow Food, 2011 pp.416 € 13,50


Guida alla percezione delle essenze Le piramidi olfattive

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a nota di testa che si sente immediatamente [ una nota volatile. Dura da immediatamente dopo la vaporizzazione sino ad un massimo di due ore. Le materie prime utilizzate sono esperidate, essenzialmente a base di limone, bergamotto, arancio e neroli.

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a nota di cuore si diffonde dai primi 15 minuti sino a quattro ore dopo. Le note di cuore sono composte dal gelsomino, mughetto, caprifogliio, violetta, rosa e magnolia.

a nota di fondo si diffonde a partire da un’ora sino

alle seguenti 24 ore. Ci sono alcune materie prime che durano anche 3 mesi su una mouillette. É la nota di fondo che fa durare il profumo nel tempo ed è su di essa che si vanno ad appoggiare le note di testa e le note di cuore. Si possono segnalare come materie prime l’opoponaco l’essenza di rosa, il muschio o il sandalo.

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