Eladio Dieste: una ingegneria magica

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Premessa Dopo 10 anni dalla stesura di “Eladio Eladio Dieste un’ingegneria magica”, magica e cogliendo l’occasione del centenario dalla nascita, ho deciso di riscrivere completamente il testo sulla base delle numerose nuove conoscenze acquisite, acquisite arricchendolo con un approfondito regesto delle opere. Questa monografia non sarebbe stato possibile senza il contributo dei molti amici che mi hanno aiutato ed i cui nomi troverete nel testo ed in calce alla monografia.. Qui devo evidenziare lo straordinario impegno di Silvina Pérez, che da Montevideo, mi è stata d’aiuto in ogni parte del lavoro e la calorosa disponibilità di Ariel Valmaggia, nel mettere a disposizione le sue conoscenze ed i ricordi di d quando era nella Dieste y Montañez. Fausto Giovannardi


Indice L’Uruguay al tempo di Eladio Dieste I Dieste e gli anni della formazione di Eladio I primi lavori I primi passi della Dieste y Montañez Dieste y Montañez S.A. … se inventano loro poi comandano loro L’attività in Brasile Una frenetica attività Gli anni finali Le tipologie costruttive in ceramica armada Appendici Eugenio Montañez Doctor honoris causa Alcune testimonianze e ricordi Scritti di Eladio Dieste Fonti

In edizione separata

Opere Vol. 1 Opere in Uruguay Vol. 2 Opere in Brasile Vol. 3 Opere in Argentina Vol. 4 Opere in Spagna


No podemos seguir dando por sentado que el arte, la ciencia y la técnica nos han de venir de afuera. Hasta el gran Unamuno llegó a decir: "Que inventen ellos", aunque estoy seguro de que ésa fue una afirmación polémica que estaría dispuesto a rectificar. Yo le hubiese contestado: “perdone usted, don Miguel, pero si inventan ellos mandan ellos."1 Eladio Dieste

L’Uruguay al tempo di Eladio Dieste

Questo paese, grande come mezza Italia e con meno abitanti della Toscana, ha una storia intimamente connessa all’Europa, essendo sostanzialmente popolato da immigrati europei, spagnoli in prevalenza ma anche molti italiani. Posto sul lato orientale del fiume Uruguay, che lo divide dall’Argentina, confina ad est con il Brasile e si affaccia a sud sull’oceano Atlantico. Con la capitale Montevideo e la città turistica di Punta del Este, ad un’ora di volo da Buenos Aires, megalopoli di oltre 3 milioni d’abitanti, quasi come l’intero Uruguay. Conquista l’indipendenza nel 1824 e deve mantenerla accanitamente, stretto com’è tra due giganti come l’Argentina ed il Brasile. Giuseppe Garibaldi fu in Uruguay per vari periodi tra il 1839 ed il 1848. Qui vi sposò nel 1842, Ana Maria de Jesus Ribeiro, detta Anita, che aveva conosciuto tre anni prima a Laguna in Brasile. Il XX secolo inizia con una fase di prosperità e democratizzazione. L'uomo politico più rilevante del periodo è José Batlle y Ordóñez che crea lo stato sociale dell'Uruguay. I campionati mondiali di calcio, giocati a Montevideo nel luglio-agosto 1930, testimoniano il ruolo del paese nel contesto mondiale. A partire dal 1959 vi sono problemi economici che portano ad una forte conflittualità sociale con scontri e guerriglie 1

“Non possiamo continuare col presupposto che l’arte, la scienza e la tecnologia, vengano da fuori. Quando il grande (Miguel) Unamano disse “ che inventino loro” anche se penso trattarsi di un’affermazione polemica che sarebbe disposto a rettificare, io gli avrei detto: …perdoni don Miguel, ma se inventano loro poi comandano loro …” Eladio Dieste 1943-1996 Giunta de Andalusia Sevilla 1997, pag.17


urbane guidate dal movimento di estrema sinistra dei Tupamaros. Il 27 giugno 1973, nel pieno della crisi economica ed in una fase di iperinflazione avviene un golpe militare guidato dal presidente Juan María Bordaberry, a sua volta deposto da un colpo di stato militare nel 1976. Si apre anche per l’Uruguay un lungo periodo di dittatura militare, con la privazione delle libertà civili, con l’incarcerazione degli oppositori e con i desaparecidos. Solo 12 anni dopo, con le elezioni presidenziali del primo di marzo 1985, il paese torna al regime democratico. Vince Julio María Sanguinetti della fazione dei Colorados. Nelle elezioni generali del 31 ottobre 2004 viene eletto presidente Tabaré Vázquez, primo esponente di una coalizione di centro-sinistra il Fronte Amplio. L’Uruguay di Eladio Dieste è una nazione giovane, senza una popolazione autoctona2 che ha una sola grande città Montevideo. In questo paese, fatto di molti centri minori non ci sono monti, ma solo colline, non ci sono foreste e neppure rocce.

I Dieste e gli anni della formazione di Eladio

Eladio, figlio di Eladio e padre di Eladio Dieste I fratelli Eladio ed Eduardo Dieste y Muriel, spagnoli di Padrón, La Coruña, arrivarono sulla spiaggia atlantica di Valizas nel 1870, per un naufragio. Eladio qualche anno dopo si sposò con la brasiliana Olegaria Gonçalves ed ebbero quattro figli. Il primo, a cui misero nome Eladio, nacque il 15 maggio 1880. Nel 1993 tutta la famiglia ritornò in Galizia e si stabilì a Rianxo. Ma al figlio primogenito (Eladio Dieste Gonçalvez,18801972), la Spagna stava stretta e dopo tre anni s’imbarcò per Rio de la Plata. A soli 16 anni, nell’immensa Buenos Aires, si mise a lavorare per preparare la venuta dei suoi fratelli più piccoli, Enrique ed Eduardo. Mentre lavorava nel commercio, organizzando carovane che andavano a Baiha Blanca a rischio della vita, scriveva cronache e recensioni di spettacoli teatrali per le riviste La Tribuna ed Il Gladiator. Nel 1903 attraversò il fiume Uruguay e si arruolò nell’esercito. Fu inviato a Salto, con il grado di sottotenente. Qui conobbe Elisa Saint Martín (1884-1974), una giovane insegnante di origini francesi. Si sposarono e nel 1913 nasce Ariel, il loro primo figlio. Qualche anno dopo, intorno al 1910, ricevette dall’amico José Batlle y Ordóñez l’incarico di fondare l’8° Reggimento di Fanteria con sede ad Artigas, nella irrequieta zona di frontiera con il Brasile. La famiglia si sposta quindi ad Artigas, dove nel 1917 nasce Eladio e nel 1921, Saul. Quando lasciò l’esercito si mise ad insegnare storia, e la sua biblioteca divenne la più fornita della zona.

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Gli aborigeni furono sterminati non dagli spagnoli, ma dagli eroi dell’indipendenza verso la metà del 1800.



Eladio Dieste San Martín nasce il 10 dicembre 1917 ad Artigas, nel nord dell’Uruguay, al confine con il Brasile. La sua giovinezza trascorre allegra e stimolata dalla vita culturalmente attiva ed impegnata dei suoi genitori. Al termine del liceo la famiglia chiede all’amico Antonio Grompone3, residente a Montevideo, di interessarsi per una borsa di studio a cui Eladio aveva diritto come studente meritevole. La borsa non venne concessa ma i Grompone si offrirono comunque di ospitarlo nella loro casa. Nel 1936 Eladio si trasferisce a Montevideo e si iscrive alla facoltà d’Ingegneria della UdelaR4, un luogo d’eccellenza dell’ambiente scientifico, formato sul modello francese, unendo gli insegnamenti impartiti dalle Ecole de Ponts et Chaussées e dalle Ecole Politechnique.

“Ho studiato ingegneria perché mi interessavano la fisica e l’astronomia… Mi affascina la possibilità di comprendere la realtà attraverso il linguaggio fisico matematico”5. In questa città moderna e cosmopolita, grazie alle conoscenze dello zio Eduardo, noto scrittore, ed alle amicizie dei Grompone, si legò presto ai circoli intellettuali, che si arricchirono grandemente con l’arrivo degli esuli della guerra di spagna e del nazismo6, tra cui Rafael Alberti e Rafael Dieste, celebre poeta gallego e suo zio. Ma fu soprattutto il rientro in patria del pittore Joaquín Torres García a dare una scossa di modernità al paese ed un richiamo all’importanza dell’America del sud.

Joaquín Torres García (1874-1949), che per quarant’anni aveva vissuto in Europa, lavorando a Barcellona con Gaudí, frequentando a Parigi Miró, Mondrian, Picasso, Le Corbusier, etc. nel 1934 ritorna a Montevideo dove fonda e dirige per quindici anni un atelier frequentato da tutti i più sensibili giovani artisti dell’epoca. 3

La mamma di Eladio era amica della moglie dell’avv. Antonio Grompone, originaria di Salto, inoltre l’avvocato ed Eladio padre erano massoni. 4 Universidad de la República, Uruguay. 5 Projecto n.8 1985 6 A partire dal 1936 cominciò la grande emigrazione spagnola per la guerra civile e di ebrei europei per il nazismo e Montevideo si piena di una classe media colta centro europea.


Eladio è pienamente inserito in questo fermento culturale ed essendo molto amico dei figli del pittore Augusto ed Olimpia7 Torres, ne frequenta la casa e ne diviene amico, “ come può esserlo un giovane con un vecchio. Io parlavo molto con lui, a

casa sua, conversando fino all’alba. Era un grande conversatore, che aiutava molto a ragionare sulla scala di valori che ognuno ha della vita.” Quando parlava della sua arte, la descriveva come la “rivelazione del mistero del mondo”. Partecipa al gruppo intellettuale Teseo che si riuniva al caffè Tupì Nambà. Conosce e frequenta la casa di Maria Esther de Càceres8 ed è in questo clima che si manifesta in lui l’adesione convinta al cattolicesimo, in una forma molto vicina alla teologia della liberazione9. Il nipote Rafael Dieste sostiene che l’influenza principale in questa adesione, sia stata quella dello zio Enrique10 e di un sacerdote, di cui non ricorda il nome11. Sono gli anni della formazione per Eladio e per quelli che verranno poi chiamati la "generación del 45", in prevalenza letterati ed artisti, ma anche tecnici ed ingegneri che diverranno poi i docenti che porteranno la facoltà d'ingegneria ad essere un centro d'eccellenza di primo livello. In questa fucina si formarono Eladio Dieste ed anche Eugenio Montañez, una generazione di ingegneri affascinata dall'intelligenza ed anche un poco antifemminista, dove l'unica donna “intelligente” era la "polacca" Delia Maggiolo sorella di Oscar e sposata con Siegmund Gerszonowicz, un professore simbolo di questa generazione. Si laurea ingegnere civile nel 1943, quando già ricopriva un ruolo di assistente di cattedra. Nel 1944, da poco laureato, presenta domanda per un posto di professore supplente resosi disponibile, nella cattedra di Meccanica generale. Foto di ED in campeggio 1941 (catalogo mostra Eladio Dieste 1943-1996) 7

Olimpia Torres(1911-2007) figlia del pittore J.Torres Garcia e moglie dello scultore Eduardo Yepes (1909-1978)

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Maria Esther de Càceres (Montevideo1903-1971) da giovane si interessò al pensiero anarchico e militò in formazioni comuniste, per poi avvicinarsi al pensiero del filosofo francese Jacques Maritain che conobbe in un viaggio in Francia. Si laurea in Medicina nel 1929, anno in cui pubblica il suo primo libro di poesie. Sposa Alfredo Càceres medico psichiatra e la loro casa diviene un cenacolo in cui si mescola la lettura del vangelo, con le discussioni sull’arte e sul socialismo. Grande amica di J.Torres Garcia, alla morte ne fonda e dirige il museo. Nel 1962 viene nominata aggregata all’ambasciata di Washington. Muore nel 1971 durante in viaggio in Galizia, nella casa di Rafael Dieste. 9

La teologia della liberazione assume come punto di partenza la situazione degli oppressi. E’ quel che si definisce un "luogo teologico", cioè una prospettiva a partire dalla quale si costruisce il discorso su Dio. Un Dio d’amore non può esistere con l’ingiustizia, lo sfruttamento, la guerra. In America Latina, dove la teologia della liberazione è nata, la situazione è quella dell’oppressione sociale. Si tratta di analizzare e di spiegare i fenomeni sociali latinoamericani alla luce della situazione periferica del continente, di fronte a un capitalismo centrale, situato soprattutto negli Stati Uniti. La teologia della liberazione si basava su questa forma di analisi per costruire il proprio percorso. La povertà, la miseria, l’oppressione in America Latina non potevano venir staccate da un contesto più vasto, le cui logiche si situavano nel rapporto fra centro e periferia. Lo spirito del Vangelo va in questo senso, Gesù ha fatto un’opzione assai precisa in favore dei poveri e contro tutti i poteri che opprimono. E’ dunque possibile che un percorso teologico cristiano prenda una strada contraria, consciamente o meno? E’ questo il punto di partenza della teologia della liberazione. (La teologia della liberazione in America latina -François Houtart).

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I tre zii paterni hanno avuto un ruolo importante nella formazione di Eladio. Enrique, Rafael ed Eduardo erano intellettuali di formazione liberale ed in misura più o meno profonda, cattolici. Enrique in particolare, come l’amica Esther de Caceres, avrà un lungo travaglio spirituale che lo porterà ad aderire all’umanismo cristiano di Jacques Maritain. 11 Testimonianza fornitami da Sofia Garcia Cabeza dell’Archivio de la prensa, dell’università de la Republica di Montevideo


Ancora studente conosce onosce León Friedheim, arrivato a Montevideo il 13 giugno 1937 con la moglie Marta Ütke e le due figlie Elisabeth Emma Johanna (1922-2004) (1922 e Dorothea (1923). Leon ebreo e Marta ariana pura, entrambi anti nazisti accesi. Eladio si innamora di Elisabeth (1922 -2004) e la sposa il 9 dicembre 1945, dopo che si è convertita. León non parteciperà al matrimonio, ma anni dopo si dovrà ricredere delle qualità del genero. La coppia avrà dodici figli12. Inizialmente risiedono in un appartamento in calle Mediterráneo per poi stabilirsi nella casa propria a Punta Gorda, Gorda che costruirà tra il 1959 ed il 1963 sperimentando le volte autoportanti di ceramica armata.

La carriera Universitaria Eladio Dieste ha svolto una continua attività come docente, presso la Facoltà d’Ingegneria dell’Università Statale a Montevideo, senza però dedicarsi completamente all’insegnamento. La sua materia è stata Mecánica Generale, per la quale è stato incaricato professore supplente il 20 marzo 1944. Incarico poi prorogato periodicamente, con qualche variazione per corsi di cemento Armato e di Ponti e Grandi Strutture, fino al marzo 1986.

I primi lavori

Dieste comincia la sua attività già durante gli studi universitari, presso la Oficina Técnica de la Dirección de Arquitectura del Ministerio Ministerio de Obras Públicas.

[...] e lì ho avuto l'opportunità di confrontarmi quotidianamente con architetti. La necessità di analizzare e discutere con loro i problemi, cercando di risolverli nel modo più appropriato, e la ricerca, allo stesso tempo, di interpretare il loro linguaggio - quello che volevano dire, quali le loro esigenze - è stata una cosa che mi ha aiutato molto. Ho avuto modo di familiarizzare con il loro modo di pensare, a me interessava profondamente per specifiche questioni di forma architettonica, architettonica, di dettagli. L'architettura mi ha sempre interessato molto e questa esperienza mi ha permesso di applicare questo interesse. Quando poco dopo ho iniziato a lavorare per una società danese, ed a progettare le mie prime opere, avevo raggiunto una un consapevolezza profonda rispetto alla forma, circa l'aspetto formale delle cose [...]. 13 12 13

Uno morto appena nato e poi: Juan, Esteban,Eduardo, Antonio, Marta, Teresa, Bernardo, Pedro, Tomás, Inés, Isabel Una estética de la ética. Buenos Aires, 1988. Summa, n. 247, pp. 23-32, 23 1988, intervista a Alberto Petrina.


L’impresa a cui si riferisce è la Christiani e Nielsen, in cui comincia a lavorare nel 1945, dietro presentazione di Antonio Gomprone, il cui cognato Haakon Semeleng, era direttore della sede di Montevideo. Vi rimane per tre anni in cui si fa esperienza in coperture con volte di calcestruzzo armato. Tra queste lo stabilimento della ditta MAUSA per la tessitura del cotone e nel 1948 quella per la ditta IPUSA che lavora la carta. In questo periodo (1945), fu chiamato dall'arch. Antonio Bonet (1913-1989) esiliato dalla Spagna a collaborare al progetto della casa Berlinghieri a Portezuelo (Maldonado) dove realizza le prime volte in “cerámica armada”. Bonet non era rimasto soddisfatto del “calculista” che aveva conosciuto per la casa Martinez a Buenos Aires ed una volta trasferitosi a Montevideo, sia l’arch. Garcia Pardo che Antonio Torres (1913-1990) figlio di Joaquin, gli presentarono il giovane ingegnere uruguaiano Eladio Dieste, che lo convince a costruire le volte di copertura, non in cemento armato come fatto a Buenos Aires, ma con mattoni posati in foglio, sul tipo delle bovedas tabicadas di origine catalana ma molto diverse per caratteristiche e per la presenza dell’armatura metallica, che ne espande a dismisura le potenzialità.

Su questo lavoro Dieste pubblicherà il suo primo articolo “Bóveda nervada de ladrillo de “espejo” sulla Revista de Ingeniería, nel settembre 1947. Nel 1948 entra a lavorare come ingegnere direttore nell’impresa di fondazioni Viermond S.A.14, dove rimarrà per dieci anni. Non si è a conoscenza del rapporto personale e di lavoro fra Dieste e Leonel Viera, ma è probabile che l'abilità e l’audacia, sia nel progetto che nell’esecuzione di strutture di Viera, abbia influenzato il giovane Dieste. Il lavoro presso la Viermond, una delle più grandi imprese di fondazioni della nazione, gli permette di acquisire una vasta esperienza nell'analisi delle caratteristiche del terreno, aspetto importantissimo nella progettazione e calcolo di fondazioni di grandi strutture. Nell’azienda ha dovuto progettare e costruire macchine speciali per eseguire compiti specifici, dal momento che era molto problematico farle arrivare dall’estero; questa esperienza gli sarà di grande aiuto nel futuro per la costruzione delle apparecchiature per la precompressione delle volte autoportanti. 14

Vedi “Leonel Viera, vida y obras” di Fausto Giovannardi, disponibile in rete o da richiedere all’autore.


I primi passi della Dieste y Montañez A partire dal 1954, pur continuando il lavoro nella Viermond, dove rimane ancora per quattro anni, incomincia a lavorare, con l’amico e compagno di studi Eugenio Montañez, dando vita alla Dieste y Montañez, studio tecnico ed impresa di costruzioni. L’esperienza e le conoscenze acquisite nel lavoro presso la Direzione d’Architettura, nella Christiani & Nielsen e nella Viermond, favoriscono il lavoro del neonato studio Dieste y Montañez. Per la Viermond è incaricato dell’esecuzione delle opere di fondazione dell’edificio Gilpe (1955) dell’arch. Luis García Pardo15 (1910-2006). Da questa conoscenza e collaborazione nascono i successivi incarichi per gli edifici El Pilar (1957) e Positano (1959)16. Nel 1955 l’azienda petrolifera statale ANCAP manda in gara la costruzione di capannoni, nella raffineria di petrolio nel quartiere Capurro, nella baia di Montevideo. I due giovani ingegneri Dieste e Montañez, partecipano e vincono la gara sia per il prezzo che per il tempo proposto per l’esecuzione.

L'edificio è risolto attraverso portali in cemento armato lunghi 40 metri, del peso di 40 tonnellate, ad interasse di 8 m. Questi portali sono costruiti a terra e posizionati verticalmente per mezzo di un sistema di apparecchi ideato da Dieste. Su questi portali sono appoggiate volte cilindriche di copertura di laterizio armato di 8 m di luce, inclinate a shed. Questo sistema di costruzione è risultato più economico e veloce rispetto ai sistemi costruttivi tradizionali.

15 Luis García Pardo (1910-2006) è stato uno degli architetti più innovativi di questo periodo in Uruguay introducendo i concetti formali e spaziali dell'architettura moderna internazionale in edifici di alta qualità architettonico. La sua produzione ed i suoi interessi hanno spaziato dal progetto architettonico a tutte le scale, alla ricerca nel campo delle tecniche costruttive, alle arti plastiche e lo studio di varie discipline scientifiche. 16 Vedi scheda nel regesto delle opere.


Dopo 8 anni nni Eladio Dieste torna ad applicare, applicare a più grande scala, la “cerámica armada” sperimentata nella casa Berlingieri. Sulla stessa tipologia costruirono ostruirono anche il deposito Frugoni a Montevideo: 22 metri di luce di 3.500 mq coperti, oggi sede della concessionaria volkwagen Julio César Lestido, S.A.

E’ di questo periodo anche la chiesa di San Carlos Borromeo y Nuestra Señora de la Asunción, al Prado in Montevideo, il cui progetto architettonico è dell’amico architetto Juan Pablo Terra17 e lo studio dell’acustica di Luis García Pardo. Le strutture sono un insieme di gusci di calcestruzzo armato dal profilo di paraboloide.

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Juan Pablo Terra, nato a Montevideo il 3/09/1924, formatosi alla scuola di pensiero cristiano sociale (Economia (Economia e Umanesimo) Umanesimo di padre Louis Joseph Lebret,, si laurea in architettura nel 1950. Considerato il pioniere della sociologia in Uruguay, disciplina che insegnerà nella facoltà fac di Architettura. Nel 1957 fu tra i fondatori del Centro Latinoamericano de Economía Humana (CLAEH). Molteplici i suoi studi e scritti sopra i problemi delle abitazioni, l’habitat, l’educazione e l’infanzia e le politiche sociali. Consulente di molte istituzioni (ONU UNICEF CIDE CEPAL) dal 1940 s’impegna attivamente in politica, prima nella Unión Cívica e poi nel Partito della democrazia Cristina di cui è stato dirigente e deputato depu dal 1967 al 1972 e poi senatore fino al colpo di stato del giugno 1973. È stato tra i promotori della formazione del Frente Amplio nel 1971. In questo clima rientra anche la candidatura del suo amico Eladio Dieste per il Comune di Artigas nel Frente Amplio. Muore a Montevideo il 13 /09/1991


Sempre nel 1956 costruiscono scono la prima copertura con volte in cerámica cer armata, per il deposito delle bobine di carta del quotidiano El Pais tra la Rambla e Paraguai. Oggi demolita. L'edificio era costituito da due volte gemelle di 22 m di luce, sostenute da pilastri distribuiti ogni 12 m. Una superficie superfic e coperta di 2.200 m². Lo scarico scari delle volte sui pilastri avveniva per mezzo di archi che formavano forma no lucernari sulla sommità dei pilastri, che collaborano all'illuminazione naturale degli ambienti.

Foto da Revista Construcción onstrucción nº 07 Cámara de la Construcción del Uruguay febrero, marzo marzo y abril 2009


Nel 1957, come Dieste y Montañez realizzano quattro silos da grano, per il Banco de la Republica nelle località di Cardona, Tarariras, Palmita e Suarez, Suarez con volte a doppia curvatura. Ciascuno si area coperta: 1500 mq, Luce: 28 m.

Del 1957 è la costruzione della Fabbrica per l’azienda tessile A.Young, oggi fabbrica di dolci “Punta Ballena”, Ballena” in cui compaiono lucernari.

Originale, sempre nello stesso anno, la stazione di servizio nel barrio Carrasco all’incrocio tra l’avenida A. Arocena e Cooper, con una volta a doppia curvatura di 22 metri di luce sostenuta da un solo pilastro ad ogni lato.


Nel 1958 Eladio Dieste lascia la Viermond per entrare a tempo pieno nella Dieste y MontaĂąez.


Dieste Y Moñtanez S.A. Nel 1954 ha inizio l’attività dell'azienda che evoca ancora il suo nome e quello del suo stretto collaboratore e compagno di studi, Eugenio Montañez, che si occupava di calcoli e soprattutto dell'amministrazione.. La Dieste y Montañez era impegnata in due attività principali: le fondazioni su pali e la realizzazione di strutture (poi in ceramica armata). La prima sede è all’ultimo piano di un palazzo all'angolo tra la avenida 18 de Julio 2251 e Acevedo Díaz, a Montevideo, dove una parte è occupata dagli architetti Justino Serralta e Carlos Clemot, già allievi di Le Corbusier. Dieste & Montañez + Clémot e Serralta, costituiranno di fatto una società per non meno di 17 anni, condividendo prima il piccolo studio e poi due appartamenti al primo e terzo piano dello stesso edificio. In quello al primo piano gli uffici della società di costruzioni Dieste & Montañez. La vita di Justino Telésforo Serralta Pérez (1919-1986) e di Carlos Clémot (1922-1971) è segnata dal viaggio che nel 1947 li portò, con altri studenti della Facoltà di Architettura di Montevideo, in Europa ed ovviamente a Parigi all’atelier di Le Corbusier. I due giovani vi rimasero a lavorare per quattro anni. Al rientro in Uruguay, nel 1951 avviarono uno studio professionale. Serralta intraprese anche la carriera universitaria, fino al 1974, quando a causa del golpe militare, emigrò in Francia senza fare più ritorno. Carlos Clémot morì nel 1971 in un incidente automobilistico in cui furono coinvolti anche sua moglie e Serralta. Le loro opere principali sono: 1955 Edificio Maspons, in Av. Uruguay y Andes, Montevideo 1955 Capannone GEMCO, Montevideo 1958 Colegio La Mennais, Montevideo 1959 Hogar Estudiantil Universitario, Montevideo 1960 Edificio di appartamenti per Adolf Lussich, Punta Ballena 1960 Casa Acosta y Lara a el Prado, Montevideo Il primo importante lavoro di Serralta e Clémot è un edificio residenziale a Montevideo (Maspons - 1955) di cui non è noto se vi sia stata la collaborazione con Dieste e Montañez. Certa è invece la collaborazione nel progetto per la GEMCO (General Machinery Co.), una ditta d’importazione di macchinari pesanti (Caterpillar) per l’industria.18 A progetto eseguito le mutate condizioni della proprietà non ne renderanno possibile l’esecuzione. In quegli anni Dieste era presidente dell'associazione genitori del collegio La Mennais, dove studiavano i suoi figli. Necessitava una nuova sede e tra il 1958 ed il 1963 si svolge il progetto e la costruzione del collegio La Mennais per gli 18

Vedi scheda nel regesto delle opere.


Hermanos Menesianos, il tutto sotto la direzione di Eladio Dieste con la parte architettonica seguita dagli architetti Serralta e Clémot. Il 13 novembre 1960 vi è la posa della prima pietra. Il 26 maggio 1963 le opere sono concluse e si tiene l’inaugurazione del nuovo Colegio la Mennais.

Del 1959 è invece il concorso vinto da Justino Serralta y Carlos Clémot per la La residenza Universitaria per la Universidad de la República de Uruguay, in cui tutte le strutture, in cemento armato, sono progettate da Dieste e Montañez. La progettazione esecutiva ebbe un iter travagliato e si protrasse fino a 1965, quando cominciarono i lavori, che si fermarono nel 1970 a strutture ultimate, lasciando uno scheletro abbandonato fino al 1991, quando fu completato ad uso della Facoltà di Scienze. Il grande edificio della palestra, con una copertura plissettata di sottili lastre di cemento armato, è ancora in cerca di un utilizzo. Del 1960 sono il progetto, mai realizzato, di un enorme edificio destinato a 158 appartamenti di vacanza, per Adolfo Alonso Lussich a Punta Ballena, sul principo delle unité d’habitation di Le Corbusie, ed il piccolo intervento della soletta parasole in cerámica armada nella villa per Acosta y Lara che Serralta stava costruendo al Prado, Montevideo.


Dopo la collaborazione per la Chiesa di San Carlos Borromeo y Nuestra Señora de la Asunción,, dell’architetto Juan Pablo Terra, l’arch. Luis Garcià Pardo progetta nel 1960 la chiesa parrocchiale di Santa Maria Madre de la Iglesia Y San Juan Bosco, nella la Parroquia de Colón a Montevideo. Il progetto delle strutture è di Eladio Dieste con la volta in cerámica armada. La costruzione avviene a partire dal 1962 e l’inaugurazione l’inaugurazione nel 1967.


... se inventano loro, poi comandano loro.

Eladio Dieste, forte di un’ottima preparazione tecnico scientifica, si trova a lavorare in un paese senza risorse naturali, dove tutto deve essere importato, anche il legname, ed in cui le uniche risorse sono la mano d’opera e la terra. La scelta che lui fa, forte dei suoi convincimenti etico religiosi, è quella di un riscatto della realtà locale rispetto al dominio del colonialismo americano, che traduce nel detto: se inventano loro, poi comandano loro. Ecco quindi l’impegno a lavorare con il laterizio, impiegandolo in forme tali da poterlo sfruttare al massimo in concorrenza con il calcestruzzo armato e l’acciaio, per i quali avrebbe dovuto far ricorso all’importazione. E’ una sfida difficile, ma non impossibile per il giovane ingegnere, che inizia ad usare forme in cui prevale la compressione e quindi ottimali per il laterizio e, con l’uso del poco ferro necessario per contrastare le trazioni, realizza ardite strutture con forme ondulate, nelle quali non la massa, ma la forma, conducono gli sforzi ai punti di scarico e che gli permettono di superare grandi luci, anche di 50 metri con solo 12 cm di spessore. Il laterizio armato (cerámica armada): una tecnica semplice ed insieme fantastica che permette di usare poco legno per le casseforme, che sono ripetitive e che si tolgono dopo poche ore dal getto e si spostano per quello successivo. Laterizi di piccole dimensioni, facilmente spostabili senza bisogno di grossi camions e maneggiabili in cantiere anche da personale non specializzato. Posa che non necessita di una estrema precisione, per la presenza di giunti che accettano tolleranze notevoli. Ed un grande amore per il cantiere e per il lavoro, con un rapporto intenso e fraterno con i suoi muratori, tra cui fa piacere ricordare la figura del capomastro Vittorio Vergalito19, originario di Campobasso, emigrato nei primi anni ’50, la cui foto, che lo ritrae impegnato nella costruzione del muro inclinato della Iglesia di Atlantida, è oramai diventata sinonimo dell’opera di Dieste. Padre Juan Pedro Villanueva della chiesa di Durazno, ricorda che il capomastro era “un italiano, piccolino, vigoroso, un capocantiere straordinario, brillante e grande lavoratore.”

I lavori sono in prevalenza capannoni industriali che vengono coperti con volte a doppia curvatura gaussiana, con o senza lucernari. Nel 1959 sono stati costruiti i parcheggi per il Banco de Seguros del Estado, con volte di 35 m di luce. Nell'edificio sono stati utilizzati, per la prima volta, volte a doppia curvatura discontinua. Più tardi, nel 1960, costruiscono la fabbrica TEM a Montevideo con 43 m di luce. Questa dimensione sarà successivamente superata con la costruzione dei capannoni per Capputo nel 1972 a Salto, con 46,50 m di luce, e la ristrutturazione del Padiglione Julio Herrera e Obes nel porto di Montevideo del 1979, con luce 50 m. 19

Giuseppe Vittorio Vergalito, nato 11/04/1927 a Fossalto (CB). Figlio di contadini, con 5 fratelli maschi. Emigrato in Uruguay nel 1961, sposato nel 1972, ha una figlia.


Un ruolo particolare lo riveste la chiesa di Atlantida, per la quale Dieste è stato contattato dal donatore già dal 1952 e che verrà costruita tra il 1958 ed il 1960, in cui le pareti ondulate costituiscono una tipologia strutturale originale. Appena costruita la chiesa, fu pubblicato un primo articolo di Dieste "Iglesia en Montevideo"su INFORME DE INGENIERÍA n. 127 gen. 1961 dell'Istituto Eduardo Torroja di Madrid. E fu un successo, perché in tutta l'America Latina gli architetti cominciarono ad usare il laterizio. Subito dopo realizza il progetto della Iglesia de Nuestra Senora de Lourdes in Malvin, rimasta incompleta.


Tra il 1958 ed il 1959 Eladio realizza la sua casa famigliare di Punta Gorda a Mar Antártico 1227, Montevideo. La costruì un anno dopo, aiutato, come disegnatore da uno studente di architettura ecuadoriano, Fausto Banderas Vela.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo nel 1960, quando ero studente del quarto anno nella Facoltà di Architettura a Montevideo. Ricordo che dopo aver collaborato nel disegno di alcuni concorsi d’architettura, con il mio maestro, l’arch. Justino Serralta ex collaboratore di Le Corbusier, che aveva il suo studio professionale con l’arch. Carlos Clemont, mi chiamò un giorno e mi disse: “Dieste necessita di un disegnatore … perché non ti presenti per vedere se ti prende?”. Già allora l’impresa di calcolo e costruzione Dieste & Montañez era un ufficio importante, che si dedicava principalmente a risolvere problemi che riguardavano “ strutture difficili”. Era al terzo piano dello stesso edificio dov’era lo studio di Serralta e Clemont, all’angolo della Avenida 18 de julio e Juan Paulier, e qui, in una specie di pent-house, in due ambienti, lavorava Eladio Dieste con un collaboratore, a quel tempo uno molto giovane, l’ing. Raúl Romero. In questo ufficio installò un tavolo da disegno, perché lo aiutassi mettendo il bella copia i piani d’ingegneria ed i disegni di architettura che lui faceva a mano libera. Ricordo che il primo disegno di architettura che feci per Dieste fu quello della scala del campanile della chiesa di Atlantida. Dopo disegnai tutte le piante della sua casa di “Punta Gorda” a Montevideo, e mentre la stava costruendo lo accompagnai varie volte a visitare i lavori. Feci poi una prospettiva interna per una chiesa nel barrio Malvin, chiesa della quale si costruì solo l’abside. Allora le prospettive si facevano “ a metodo” e manualmente. Voi potete immaginare la difficoltà nel disegnare, con questa tecnica, una copertura costituita da volte gaussiane. Mi ci vollero tre mesi di lavoro continuo nell’orario libero dallo studio in Facoltà. Dieste parlava delle cose complesse con una semplicità straordinaria, non per falsa modestia, ma per la sua solida cultura generale, con un enorme rispetto e delicatezza nei confronti dell’arte e della letteratura, così come dell’architettura. Arch. Fausto Banderas Vela Sobre el Ing. Eladio Dieste Edificar, Revista de Arquitectura y Construcción n. 44 mag-giu 2005 - Montevideo UY Nel 1961, Alberto Gallinal Heber (1909-1994), noto avvocato, politico, produttore rurale d'avanguardia e filantropo, Presidente della Commissione del Bicentenario della nascita di José Gervasio Artigas, intenzionato allo sviluppo delle scuole rurali e del lavoro dei maestri che vi insegnavano, colse l’occasione per dare corpo ad un grande programma di costruzione di scuole rurali, chiedendo il contributo progettuale di Dieste. Il progetto che Dieste ha donato alla Commissione era un edificio in muratura di mattoni con copertura a volte autoportanti. Un progetto semplice con una o due aule, l'appartamento con la camera, il bagno e la cucina per l'insegnante che, con minime variazioni, poteva essere adattato a molti luoghi. Il periodo è contemporaneo alla casa dell'ingegnere e della sua famiglia, che utilizza le stesse risorse minime. Per costruire questi edifici furono formati alcuni muratori, i quali a loro volta hanno poi insegnato ad altri. Le scuole erano costruite su terreni donati dagli agricoltori e con il lavoro anche dei genitori dei bambini e


dei vicini. Sono stati usati mattoni di campo, spesso realizzati a piè d'opera, con argilla, stampi di legno e forni a legna. Tra il 1961 e il 1972 sono stati costruiti nelle campagne, in prevalenza del Dep.to D di Florida, più di duecento di queste scuole. La stragrande maggioranza di loro, caratteristiche e riconoscibili da lontano, sono ancora in funzione. Alcune sono stati chiuse per la scarsità di popolazione ed e hanno assunto altri usi.

E’ in questo periodo (1958-1971 1971) che la Dieste y Montañez sviluppa completamente la tecnica della ceramica armada, prima in forma sperimentale e poi, poi dopo l'approfondimento teorico, portandola al ruolo di nuova maniera costruttiva. Oltre alle volte gaussiane ssiane prendono forma anche le volte autoportanti, i silos orizzontali, i serbatoi e le torri e l’unica copertura a cono del parador di Ayui. Ayui


Insieme alle pareti ondulate che troviamo nella chiesa di Atlantida e poi nel Market di Montevideo, molti anni dopo, meritano attenzione le coperture plissettate, il cui primo esempio lo abbiamo nella piccola casa di vacanze di Dieste, nel balneario La Pedrera, che è il risultato di una ristrutturazione realizzata nel 1967, di una casa esistente. Come con la sua casa di Punta Gorda, anche questa serve per sperimentare le lastre plissettate di ceramica armata. In questo caso un’unica lastra dello spessore di 5,5 cm di laterizio e 2 cm di soletta impermeabilizzante.

Prima di questo, Dieste ha svolto a Montevideo almeno un lavoro con lastre piegate di calcestruzzo, nella costruzione della palestra per la casa dello studente. La padronanza concettuale di questi strutture e la loro applicazione in cemento armato gli hanno fornito parte della conoscenza necessaria allo sviluppo della teoria sulla costruzione di lamine piegate in ceramica armata, che troveranno la concretizzazione nella chiesa di San Pedro a Durazno, nel 1967.

È un periodo d’intenso lavoro per la Dieste & Montañez S.A. che la porterà a costruire molto, soprattutto edifici funzionali “minori”, come depositi, fabbriche, tutte di costo modesto, ma che loro elevano a monumenti di eleganza ed economicità.

“Non è di troppo il dire che abbiamo realizzato le opere per ragioni crudamente economiche, perché erano più economiche. Anche nel caso delle opere più “artistiche”, come le chiese, i costi sono stati irrisori” “ Arquitectura y Construcción”, in Eladio Dieste, La Estructura Cerámica, Bogotá p. 152.


Nel 1968, incaricato dall'Unesco come professore a contratto, tiene conferenze in Paraguay, a Cuba, Panama e Trinidad Tobago. Nel 1971 diventa membro della Academia Nacional de Ingeniería del Uruguay, e successivamente della Academia de Ciencias Exactas, Físicas y Naturales e della Academia de Bellas Artes argentina. Due anni dopo e' uno dei soci fondatori dell'ICLA (Ingenieros Consultores Latinoamericanos). Sempre nel 1971 un piccolo gruppo di cittadini della natia Artiguas, si recarono a Montevideo a casa sua per chiedergli di candidarsi nel Fronte Amplio20. Accettò, dopo essersi consultato anche con il suo amico arch. Juan Pablo Terra, presidente della Democrazia Cristiana, ritenendo inconciliabile la fede cristiana con posizioni che ostacolavano la solidarietà idarietà ed il progresso umano. Questa candidatura gli significò poi la proscrizione come docente e come cittadino nella prolungata notte della dittatura (1973-1985).

Nel 1971 iniziarono alcuni cambiamenti. Da un lato, Dieste fece una breve incursione nella nella attività politica, e d'altra parte, Montañez Monta si stabilì in Brasile e hanno inizio le grandi opere. Due anni dopo inizia la dittatura in Uruguay e finisce il ciclo universitario di Dieste. Dieste ha avuto, in questo periodo buio del paese, un lavoro attivo come consulente nell'opera di presa di Salto Grande, come professore invitato in diverse università e ha continuato a creare nuove opere. Eladio Dieste, Maestro de la l Ingenieria Juan Grompone 1996

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Allora nascente formazione politica che raggruppava i partiti di centro sinistra sin


L’attività in Brasile Intanto prende corpo lo sviluppo dell’attività della Dieste y Montañez in Brasile, a seguito dei contatti con gli architetti brasiliani Carlos Fayet e Claudio Araujo. I due ingegneri, al fine di di poter realizzare il CEASA21 di Porto Alegre, costituiscono la società EDEC: Estruturas de Cerâmica Projetos e Construções Ltda, con l’arch. Alvarez Lay come referente locale. Nel 1974 con l’appalto della CEASA di Rio de Janeiro, Montañez si trasferisce a Rio, seguito prima dall’ing. Mario Santos, poi dall’ing. Raul Romero. Nel 1976 viene costituita la Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda, con Dieste e Montañez come soci. Vi entrano a lavorare gli ingegneri Ariel Valmaggia (1977) che era entrato nell’aprile 1975 nella DyM di Montevideo in sostituzione di Raul Romero, e Mario Santos (1981). Nel settembre 1977 Ariel Valmaggia viene inviato ad aprire la filiale di Porto Alegre. Intanto la EDEC smette di lavorare come impresa e rimane attiva per la consulenza ed i progetti, mentre l’esecuzione delle coperture viene svolta tutta dalla Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda. Nel marzo del 1981 Montañez, per gravi problemi di salute, rientra a Montevideo; poco dopo cessa la sua attività la EDEC ed il 10 agosto viene ufficialmente chiusa anche la Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda. Valmaggia e Romero, per dare continuità ad alcune opere programmate dalla DyM, costituiscono l’impresa Esbratil (Estruturas Brasileras de Tijolos) Construcoes Ltda che rimarrà attiva per pochi anni.

Una frenetica attività In questo periodo l’attività in Uruguay non si ferma, e prosegue pure in Argentina, dove molte sono le opere eseguite con la tecnologia brevettata dalla Dieste y Montañez, con il Brevetto n. 4996 del 3 maggio 1967. Probabilmente nessuna di loro è stata seguita direttamente da Eladio Dieste o da Eugenio Montañez, ma attraverso la TECNOEDIL S.A. dell’arch. Migone e dell’ing. Massa, che pagavano un diritto per l’uso del sistema brevettato.

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Dal 1972 al 1988, il governo federale Brasiliano, attraverso il Cobal – Companhia Brasileira de Alimentos è stato gestore del Sistema Nacional de Centrais de Abastecimento – Sinac. Erano 21 società anonime, Centrais de Abastecimento S/A – Ceasa. Dopo il 1988 il governo federale ha ceduto le attività ai vari stati federali.


Tra il 1971 ed il 1983 a Montevideo sono costruiti il serbatoio dell’acqua del complesso residenziale Malvin Norte, un magazzino per la citricola Caputto, la Pensilina ANCAP, il capannone della Industria Metallurgica COLSA, il deposito Julio Herrera y Obes nel porto, la Palestra e salone poliuso dell’Associazione San Agustin, il Garage Carugatti, le fabbriche Neosul, Francis, Leon Iorio, Juan B. Ferrando, Van Damm e Lordix, lo Studio Televisivo Larrañaga, la Galeria Colorín, i depositi per la Lanera Santa Santa María, l’impresa di costruzioni Alvaro Palenga e la Central Lanera Uruguaya, la piscina coperta del Club Social Y Deportivo Andresito e la palestra del Collegio Santa Maria Hermanos Maristas e della Scuola Don Bosco, il serbatoio per acqua del complesso abitativo America, la Iglesia Fátima ed il Montevideo Shopping Center. Molti i lavori a Salto per la collaborazione con l’arch. Nestor Minutti: lo stabilimento agroindustriale Caputto, la stazione Municipale degli autobus, la stazione di servizio Barbieri ri y Leggire, il posto di ristoro di Ayuí, la fabbrica Refrescos del Norte e la stazione degli autobus e agenzia Turlit.

La stazione tazione di servizio Barbieri y Leggire, Leggire soprannominata “la gaviota” era una struttura speciale appoggiata ad un solo pilastri centrale, centrale, con la copertura ad ali di gabbiano, costruita con la stessa tecnica delle volte autoportanti precompresse. Costruita tra il marzo e dicembre 1976, oggi dismessa e spostata all’ingresso della città, come scultura omaggio a Dieste. Sempre a Salto, il Gimnasio Alberto Bernasconi, un serbatoio dell’acqua, i padiglioni delle Termas del Daymán e il Padiglione sportivo per il Club Remeros, con l’arch. Ambrosoni.


E poi la Palestra Municipale di Durazno e quella di Trinidad, i silos orizzontali di Vergara, Young e Nueva Palmira, lo Stabilimento Agroindustriale Massaro a Canelones, la Fabbrica Arozur nel dipartimento di Treinta y Tres e la fabbrica per la lavorazione del pesce Urupez vicino a Maldonado. Oltre al lavoro nella Dieste y Montañez ed all’insegnamento universitario, a partire dal 1973 inizia una intensa attività di consulenza per la Administración de Ferrocarriles del Estado (AFE), partecipa al gruppo di lavoro misto (UY-AR) per la costruzione della centrale della represa di Salto Grande ed alla commissione incaricata dal governo di valutare il progetto della represa di Palmar sul rio Negro, vicino a Mercedes. Progetta il recupero del ponte sul Toledo lungo la Rota 6.

Ho lavorato anche per la RIONE22, non all’opera di presa, ma alla costruzione della nuova linea ferroviaria. Era un’attività parallela, perché qui è molto difficile indirizzarsi in una sola attività, perché c’è poco lavoro ... lavorai molto anche a Salto Grande. Qui il capo del progetto era l’ing. De Anda ... io fui soprattutto un consulente. Salto Grande è un’opera molto interessante. E una lezione inclusiva dal punto di vista morale, giacché aveva una enorme quantità di gente (quasi mille persone) nessuna delle quali sapeva realmente al dettaglio quello che stava facendo e tutti confluivano al medesimo fine. Per me, per lo meno, fu una grande esperienza. Eladio Dieste in Memorias de una profesión silenciosa. Historia de la Ingeniería en el Uruguay. Ruiz Esther con María Laura Martínez e Marcelo de León Membro de la Academia de Ingenieros del Uruguay. Professore a contratto per UNESCO in due occasioni per cicli di conferenze in diverse università dell’America Latina, sul metodo originale di progetto ed esecuzione di strutture in Cerámica Armada. Tiene conferenze ad invito nelle università di: Buenos Aires, Rosario, Mar del Plata, Córdoba, Tucumán, La Plata, Resistencia e Gualeguaychú, in Argentina; Porto Alegre e San Pablo in Brasile; Bogotá in Colombia; Asunción in Paraguay; Nacional Autónoma y Puebla in México; Antofagasta e Santiago in Chile; La Coruña, Huelva, Sevilla, Málaga, Madrid e Granada in España; Toulouse in Francia; al MIT di Boston e Yale in USA. Tiene corsi su invito delle Associazioni di Ingegneri ed Architetti a Buenos Aires, La Plata e Paraná, Argentina; Porto Alegre, Brasile; Quito, Cuenca e Ambato in Ecuador; Barcelona, Sevilla, Málaga, La Coruña, Huelva, Alcalá e Madrid in España; Toulouse in Francia; Koblenz, Karlsruh, Stoccarda e Darmstad, in Germania.

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RIONE (Comisión Técnica y Financiera de las Obras Hidroeléctricas del Río Negro) per l’opera di presa Rincón del Bonete


Nella sua lunga attività la Dieste & Montañez ha avuto solo due incidenti, nessuno dei due legato alla tecnologia della ceramica armata. Il primo avvenne il 20-01-1978 quando nella fase di spuntellamento, la volta di Refresco del Norte a Salto si deformò per alcuni ferri mancanti nella trave di bordo. Il secondo fu più grave ed avvenne il 25 maggio 1987 nella costruzione del complesso Azucitruz S.A. a Paysandù e lasciò un segno indelebile in Eladio perché vi morirono dei suoi operai. La D&M ricostruì l'opera e fece causa alla ANCAP che aveva fornito un calcestruzzo di caratteristiche inferiori a quelle richieste, come risultò dal verdetto del tribunale. Il denaro del giudizio fu destinato dalla D&M alle famiglie degli operai morti.

Il 25 maggio 1987 si è verificato, in uno dei nostri cantieri, a Paysandú, Uruguay, un tragico incidente nel quale morirono: Juan Pintos, Capocantiere Walter López, Muratore Amado Aranda, Muratore Carlos Gerardo, Carpentiere Juan Ramón Vergara, Macchinista A loro dedico quanto ci può essere di personale in questo libro E. Dieste Eladio Dieste La estructura cerámica Universidad de los Andes (Colombia), University of Miami (USA) Editor Galaor Carbonell Bogota : Escala, 1987


Gli anni finali Eladio Dieste era un uomo d’opera. Durante un sopralluogo ad un cantiere, cadde scivolando all’interno della concavità di una volta, riportando una grave lesione alla parte bassa della colonna vertebrale. Un brutto incidente che gli portò progressivamente dei problemi al sistema nervoso con difficoltà d’equilibrio. Corse il rischio di finire su una sedia a rotelle, e per muoversi ha avuto, da allora, sempre bisogno del bastone. Intanto anche in Uruguay soffiano altri venti, più frivoli. Dal Nord del continente americano, da cui giungono da sempre gli oggetti industriali di uso quotidiano, arrivano ora anche le mode di effimere dell’architettura usa e getta, e Dieste deve cercarsi commissioni lontano da casa. Ad inizio degli anni ’90 viene contattato dagli architetti spagnoli Carlos Clemente e Juan de Dios de la Hoz, e si rende disponibile a portare la sua tecnica di costruzione in Spagna, dove vengono realizzate alcune chiese in provincia di Madrid ad Alcalà de Henares. Ma queste ultime opere, compreso lo shopping center di Montevideo, in cui non ha il controllo completo del lavoro (progetto, struttura, costruzione), finiscono per risultare un’architettura di maniera. Intanto arrivano numerosi riconoscimenti per il suo lavoro e riceve premi prestigiosi in Europa e in America. Nel 1990 gli vengono assegnati il Premio della Bienal de Arquitectura di Quito, in Ecuador, ed il Premio Gabriela Mistral dell'OEA (Organización de Estados Americanos). L'anno successivo riceve il Premio América della Asociación Panamericana de Arquitectos, a Santiago del Cile. La sua opera viene scoperta a livello internazionale a partire dal 1991, grazie ai lavori del prof. Karl Ludwig Diehl allora docente presso la Facoltà di Architettura a Montevideo. Un suo primo articolo esce tra il 1990 ed il 1991: Revista Ziegelindustrie International No. 6, 1990 e No. 9, 1991, Berlíno "Eladio Dieste Revolution im Ziegelbau". Karl Ludwig Diehl. A cui fa seguito la presentazione al 9th IM2BAC (International Brick/Block Masonry Conference) a Berlino, della memoria: Latin American architecture in brickwork as the expression of ·an independent movement and an attempt to distinguish it from the architecture of the highly industrialized countries. Karl Ludwig Diehl Universidad Nacional, Facoltà di Architettura, Montevideo – Uruguay Oltre a quella dello stesso Eladio Dieste: Reinforced Brick Structures Eladio Dieste Carlos Roxlo 1606 – Montevideo Uruguay


Seguono poi numerosi articoli su importanti riviste: "Chiesa in Uruguay". Fulvio Irace. Abitare No. 296, maggio 1991 Italia " Eladio Dieste. Bauten mit bewehrten Ziegelschalen” Ziegelindustrie International No.10, 1991, Berlino "La unidad recuperada: Eladio Dieste,formas y técnicas". Marina Waisman. Arquitectura Viva No.18, mag/giu 1991, Madrid "Eladio Dieste" Lorenzo Garabelli. Tendances de L'Architecture Contemporaine. Amérique latine: Architecture 1965-1990 - Editions du Moniteur, 1991, París, Francia "Some Reflections on Architecture and Construction". PERSPECTA 27, University of Yale, 1992, USA "Bewehrt und eigenwillig. Der Ziegelbau des Eladio Dieste in Uruguay". Karl Ludwig Diehl. Bauwelt No.11, marzo 1992, Germania "Die bewehrten Ziegelschalen von Eladio Dieste". Karl Ludwig Diehl. Bautechnik No. 6, junio 1992, Berlín, Alemania Articoli che fanno grande impressione per l’uso innovativo di un materiale, il mattone, e di una tecnica che gli ingegneri dell’occidente, hanno da tempo abbandonato, credendola esaurita davanti alle possibilità offerte dal cemento armato. Tra il 1992 e il 1993 viene tra l'altro nominato professore ad honorem della Facolta' di Architettura di Montevideo e di Buenos Aires e dottore honoris causa dalla Universidad de la República Oriental del Uruguay. E' del 1994 il premio Vitruvio Arquitectura Latinoamericana, a Buenos Aires, mentre nel 1996 ottiene la Medaglia d'Oro nella Federación Panamericana de Asociaciones de Arquitectos, a Santiago del Cile, e il Premio Nacional a la Labor Intelectual del Ministerio de Educación y Cultura, a San José, in Uruguay. Nel 1997 riceve il premio della fondazione Lolita Rubial, Minas, Departamento de Lavalleja (Uruguay). In quello stesso anno viene inaugurata la mostra 'L'Art de l'Ingenieur: Constructeur, Entrepreneur, Inventeur' al Centre Georges Pompidou di Parigi. Nel 1998 e' premiato alla prima Bienal Iberoamericana di Alcalá de Henares, in Spagna, e dalla Asociación de Ingenieros Estructurales di Buenos Aires.


Foto Oscar Bonilla - Brecha

L’incidente alla colonna vertebrale gli porta progressivi problemi al sistema nervoso, tant’è che negli ultimi anni di vita non può più scrivere, se non a macchina e firmando con mano tremante. Muore a Montevideo il 19 luglio del 2000. L’anno dopo muore anche Eugenio Montañez. La società da loro creata è ancora attiva. Nella seduta del 1 agosto 2000 la Camara de Senadores della Republica Oriental del Uruguay, gli ha reso omaggio alla memoria, in seduta pubblica alla presenza dei famigliari. Nel dicembre 2000 la Universidad de Montevideo (privata) gli conferisce il titolo di dottore honoris causa. Nel 2003 viene insignito alla memoria del premio internazionale di architettura 'Belgian Building Awards'.


Il 3 ottobre 2006 l’Uruguay ha dedicato la giornata del patrimonio Culturale della Nazione a Eladio Dieste. La città natale di Artigas gli ha intitolato una strada. Numerose le mostre in tutto il mondo, e le ricorrenze per il centenario della nascita.

Mi considero ciò che sono: un ingegnere; di fatto però ho risolto i problemi del costruire in modo tale che gli architetti mi considerano un architetto, ed io mi sento molto onorato. Eladio Dieste

Guillermo Garcia Cruz 2008


Le tipologie costruttive in ceramica armata Le costruzioni degli ingegneri Eladio Dieste ed Eugenio Montañez, sono capannoni per la lavorazione della frutta o della lana, fabbriche, silos per il grano, supermercati, stazioni per autobus e chiese, sparse per tutto l’Uruguay fino all’Argentina ed in Brasile. Ad ognuna di queste opere hanno però saputo conferire un qualcosa d’originale, fatto di invenzioni strutturali intimamente connesse alla forma ed alla economicità dell’opera. Per fare questo hanno usato il mattone ed il laterizio in modo ardito e fantasioso, creando superfici ondulate e di una estrema leggerezza. Il giovane Eladio Dieste (e come lui Eugenio Montañez) si forma in un’epoca turbolenta, in un piccolo paese, fortemente influenzato dalla cultura europea. Conosce la corrente modernista che si sta espandendo in Europa per effetto di Le Corbusier, ma soprattutto impara dalle idee del pittore Joaquin Torres Garcia e dal lavoro iniziale con l’architetto catalano Antoni Bonet, profondo conoscitore di Gaudì. Da tutto questo scopre la bellezza della sua terra, dei suoi uomini e della loro identità autoctona. Eladio Dieste Saint Martín, e' sempre rimasto ancorato al senso del luogo dettato dal suo Paese d'origine: l'Uruguay. ''Un'architettura nazionale - scriveva - deve

tenere in conto le abitudini della nostra gente, il nostro clima, la parte strutturale e la parte costruttiva vincolate alle nostre possibilità', le capacità' dei nostri operai e l'imponderabile espressione della nostra luce e il nostro paesaggio''. In questo senso, la casa costruita a Montevideo tra il '59 e il '63, per se stesso e per la propria famiglia, al di là' di ogni altra considerazione critica, può' considerarsi a tutti gli effetti una sorta di autoritratto architettonico. ”…ma è a partire dal 1953,quando abbiamo iniziato a lavorare con l’ing. Montañez, che si sono affermate ed hanno spiccato il volo.” In questa atmosfera di transizione il giovane ingegnere comincia ad esplorarsi intorno. Desidera creare edifici che siano un prodotto totalmente locale, per gli abitanti del suo paese. E’ così che concepisce l’idea di spazi larghi con molta luce naturale, di rapida ed economica costruzione. Considerata la disponibilità di materiale locale, l’uso del laterizio e della manodopera furono l’ovvia conseguenza per strutture in cui comunque la sua natura d’ingegnere aveva un ruolo fondamentale, nella progettazione e nel calcolo. Ma Eladio non era solamente un ingegnere, era anche un intellettuale umanista che non si accontentava del solo calcolo delle strutture e cercava anche un obbiettivo estetico e sociale. La funzionalità e la produttività non sono il suo fine, bensì lo è l’uomo. Tutta la sua opera è in funzione dell’uomo. Mattone dopo mattone comincia la costruzione ed in questo movimento ripetuto degli operai, si rappresenta la comunione, il cerimoniale delle costruzioni come nelle cattedrali gotiche che tanto lo appassionavano. Nelle sue chiese reinterpreta le cattedrali romaniche, quelle gotiche e forse l’opera di Antonio Gaudì. Ogni pezzo, ogni mattone, ogni uomo sono parte del tutto e la costruzione avviene con la ragione ed il pensiero adattato al suo intorno ed alle possibilità,


comprovando così che un modello esportato e disumanizzato dal proprio contesto, non risponde alla funzione sociale che il suo genio vuole trasmettere.

“La forma è un linguaggio e questo linguaggio deve essere comprensibile; siamo ansiosi di capire e pertanto di esprimerci. Parte del disincanto moderno si deve all’assenza di una chiara espressività, al fatto che le cose ostentano un ermetismo che è la negazione di quello che chiamiamo fraternità, che diamo per supposta e che naturalmente deve essere nelle opere dell’uomo.” Eladio Dieste ha creato opere memorabili, lavori che una volta realizzati, grazie soprattutto al suo intuito strutturale e alla sua grande conoscenza del management del costruire, entrano di diritto nella storia dell'architettura internazionale del '900, come la chiesa del Cristo Obrero, ad Atlántida. Pur operando in un Paese dove le materie prime come acciaio e cemento sono da sempre importate, l'ingegnere elabora e realizza edifici di alta scuola e di importante valore sociale. La sua materia preferita è il laterizio armato, che lavora con una tecnologia innovativa, da lui stesso ideata. Lo plasma e lo arcua con la giusta dose di armatura in ferro, fino ad ottenere forme anche estreme, per conferire a quel materiale una leggerezza impensabile. Nel linguaggio del mattone, egli traduce quello che Le Corbusier aveva intuito nella cappella di Ronchamp sulla colorazione che la luce assume quando rimbalza su una superficie pigmentata: il 'calore del colore' è la caratteristica principale di tutti i suoi edifici. Il laterizio armato è una novità strutturale che è possibile eseguire con attività artigianali, in cui la modalità di posa in opera del mattone fa si che il protagonista strutturale divenga la superficie (pareti volte,etc.) e l’uomo, non come nelle strutture industrializzate in cui predominano le trame piane (nervature, prismi) e le macchine. La scelta del mattone rispetto al calcestruzzo è motivata da una serie di motivi: 1) Elevata resistenza meccanica per un prodotto disponibile anche in tutti i paesi sottosviluppati; 2) Elevata leggerezza 3) Modulo d’elasticità minore del calcestruzzo e quindi maggiore adattabilità alle deformazioni; 4) Durabilità migliore e miglior comportamento agli sbalzi termici; 5) Buon isolamento termico; 6) Buon comportamento acustico; 7) Migliore capacità d’irraggiamento; 8) Costo minore; 9) Lavorazione insita nella tradizione dei muratori; “Queste tecniche… non si basano sull’uso moralmente iniquo di mano d’opera

incompetente e mal retribuita, ma al contrario, su un impiego razionale dello sforzo umano e sul principio di evitare lo spreco di materiale, dietro a cui, in definitiva, vi è anche sforzo umano.”


“Queste soluzioni sottosviluppate, cioè, sono molto adatte ai paesi poveri ma possono anche essere valide nel mondo dello sviluppo, senza che questo significhi che quel mondo dello sviluppo sia per me, come lo vedo, un ideale da imitare.” "… probabilmente quello che chiamiamo rivoluzionario è il riannodare i fili della tradizione. Rivoluzionario è ritrovare la tradizione più profonda. Non solo in quello che ha che fare con l'arte e architettura ma anche in quello che ha a che fare anche con la politica e con le cose che contano di più. Allora, è rivoluzionario il ritrovare delle cose che sono state come perse e che appaiono di nuovo." A partire dalla tecnica del laterizio armato Dieste e Montañez (D&M) hanno sviluppato due tipi di strutture: le volte gaussiane a doppia curvatura, con e senza lucernari, e le volte autoportanti. Tutta l’opera industriale della D&M si articola principalmente tra queste due tipologie, con l’aggiunta di alcuni interventi relativi a Silos orizzontali, Serbatoi e torri, coperture a cono. Il metodo di calcolo studiato da Dieste, parte dalla innovativa teoria della voltatrave, elaborata da H. Lundgren23 alcuni anni prima presso la società Cristiani & Nielsen, per le volte cilindriche in cemento armato, e va oltre sviluppandolo in una forma che gli permette di superare il vincolo che permane ancora in Lundgren, dei timpani o archi d’irrigidimento in corrispondenza degli appoggi delle volte. Le volte di D&M sono a bordo libero. Volte gaussiane Leggerissime volte in mattoni (o pignatte), con direttrice catenaria, per cui il peso proprio produce compressione semplice,24 a forma di campana di Gauss, di spessore 10 cm di laterizio e 2cm di cappa superiore in malta di sabbia e cemento, armata con una rete metallica elettrosaldata a maglia fine. Per aumentare le luci evitando il vero rischio di queste strutture, che è lo svergolamento, Dieste lavora sulla forma ed in particolare in senso longitudinale “ma

l’ondulazione costante su tutto lo sviluppo trasversale non risolve bene il problema perché costringe ad appoggiare la volta su elementi resistenti di larghezza pari all’ampiezza dell’onda più lo spessore della volta, che sono antieconomici e pesanti. Abbiamo risolto queste difficoltà rendendo variabile l’ampiezza dell’onda della volta, da un massimo in corrispondenza della chiave a zero contro gli elementi resistenti di bordo, i quali possono pertanto essere fatti in maniera 23 24

H. Lundgren, Cylindrical Shells vol1, The Danish Technical Press 1951 con compressione derivante dal peso proprio < 30 kg/cmq


economica, di spessore ridotto quanto quello della volta stessa.” Una variante, in cui la sezione longitudinale è a dente di sega, consente di ottenere l’illuminazione dall’alto. Sul cassero mobile si posano i mattoni (le pignatte) e nei giunti, in senso longitudinale e trasversale si posa un’armatura metallica (in genere 2Ø6) con malta di stuccatura. La volta viene poi completata con una cappa di malta di sabbia e cemento armata con una rete elettrosaldata a maglie fini. L’utilizzo di casserature mobili, da loro stessi progettata e costruita, ed il cui disarmo poteva avvenire dopo 3 ore per volte di 15 metri di luce e dopo 14 ore per quelle di 50 metri, perché la volta è composta da laterizi posati in maniera regolare, con giunti di piccola dimensione. Si ottiene una lamina a doppia curvatura: molto rigida per la doppia curvatura la parte deformabile nel breve periodo ( a tempo zero) è circa il 2% del totale. ”I

giunti sono semiarticolazioni che abbassano il modulo di elasticità della volta nel suo insieme.” si può scasserare dopo poche ore ed ogni scasseratura diventa una prova di carico nelle condizioni più sfavorevoli.

“La cappa con la rete permette un efficace controllo delle fessurazioni, dovute al ritiro della malta ed alle variazioni di temperatura, potendosi così eliminare l’impermeabilizzazione.” “Predisporre non soltanto l’armatura trasversale la cui funzione è ovvia, ma anche quella longitudinale di legatura, essenziale al funzionamento del sistema: le differenze di assestamento dovute alla diversa freccia causerebbero delle fessurazioni trasversali che renderebbero inoperante l’ondulazione che ci dà la rigidità necessaria di calcolo, se non ci fosse del ferro che assorbisse le trazioni.” Volte autoportanti Anche per queste volte, Dieste adotta il profilo a catenaria, l’uso di casseri mobili, puntelli solo nelle travi di valle tra due volte ed in quelle laterali, dove gli sbalzi a mensola, contrastano le spinte, attraverso il momento sulla trave. Nessun timpano di chiusura: volte a bordo libero. Se è necessaria la precompressione, vengono posati nella cappa superiore, dei tondini, che partono ed arrivano al centro, dove vengono tirati con un martinetto25 per pinzatura e bloccati in tensione con un cuneo. “noi tiriamo dal mezzo” perché lo spessore minimo della volta non permette la posa di apparecchi di ancoraggio. La precompressione dal centro alza le testate, consentendo ardite soluzioni: sono state fatte 25

Un originale martinetto a pinza, progettato e costruito dalla Dieste & Montanez.


volte con una sola fila di pilastri centrali, con 15 + 15 metri di sbalzo sui due lati. “Questo tipo di copertura è molto flessibile

come elemento architettonica.”

di

composizione

Silos Orizzontali Ne sono stati fatti per contenere fertilizzanti, grano e per il riso. Il prodotto viene immagazzinato in una grande tramoggia triangolare realizzata sotto il livello del terreno e nello spazio creato dal guscio a doppia curvatura, realizzato con cassero mobile, con la struttura ancorata al suolo su pali o su di una trave metallica. “…il

comportamento del guscio è molto buono ed il prezzo dell’opera civile,…, è inferiore a quello dei silos correnti.” “La sollecitazione preponderante è quella della spinta del riso.” Questi silos hanno la forma più economica per coprire quello spazio. Non può sfuggire l’analogia formale con l’hangar di Orly di Eugène Freyssinet del 1923. Serbatoi e torri Le torri per l’acqua o per antenne televisive, realizzate da Eladio Dieste permettono, grazie alla loro tecnica costruttiva, di eliminare le impalcature, risultano pertanto economiche e così traforate richiamano alla mente le torri della Sagrada Familia di Gaudì. Ma lasciamocelo dire dalle parole di ED:

“Un altro esempio delle possibilità del mattone sono i serbatoi, che risultano più economici di quelli in cemento armato, per volumi tra 50 e 300 metri cubi” “la torre è una lamina discontinua in mattoni di 12 cm di spessore.” “Per ragioni statiche (ridurre il taglio che viene trasmesso dalle legature orizzontali) e per eliminare le sgradevoli deformazioni prospettiche delle forme cilindriche, questi serbatoi vengono fatti leggermente tronco-conici. I suoi elementi verticali sono legati da pezzi di laterizio composti da due mattoni di coltello che portano due ferri nel giunto. Nei buchi della torre viene disposto il legname della piattaforma di lavoro, che può venire spostata man mano che si costruisce la torre, per cui non c’è bisogno di alcuna impalcatura. La cupola conica del fondo del serbatoio è di laterizio non armato, con una cappa di sabbia e cemento, armata con rete elettrosaldata. La si costruisce senza impalcatura per anelli successivi che si fanno a sbalzo di mezzo mattone rispetto a quello inferiore.


La spinta viene contrastata da cerchiature d’acciaio saldate all’imposta della cupola.” L’antenna televisiva a Maldonado è alta alt 66 metri.

Coperture a cono La copertura di grandi superfici circolari con un cono, la cui base poggia su colonne metalliche molto snelle, che continua in una veletta a sbalzo dalla superficie del cono, che ”…crea una spinta

verso l’interno, applicata al bordo del cono, che può rendere superflua la cerchiatura… la struttura risulta così auto precompressa.” Il posto di ristoro Parador Ayul è una struttura di una semplicità concettuale stupefacente, che sta insieme per forma ed essendo leggerissima, bastano no i montanti di lamiera degli infissi a sostenerla, ed il blocco dei servizi a controventare il tutto.

Le coperture piegate e le pareti ondulate Tra tutta la tipologia costruttiva della ceramica armata, questa è la meno usata da D&M. Ricordiamo che prima dell'esperienza con lamine piegate in ceramica, D&M hanno svolto a Montevideo, almeno un lavoro con lastre piegate di calcestruzzo, nella costruzione zione della palestra per la casa dello studente del 1960. La padronanza concettuale di questi strutture e la loro applicazione in cemento armato gli hanno fornito parte della conoscenza necessaria allo sviluppo della teoria sulla costruzione di lamine piegate ate in ceramica armata. La lastra piegata è una struttura spaziale che resiste fondamentalmente per forma.


Si conoscono poche applicazioni: il primo esempio è nella piccola casa di vacanze di Dieste, nel balneario La Pedrera, l’apoteosi nella chiesa di San Pedro a Durazno e poi un ritorno nei chioschi di Piazza Republica a Ijui in Brasile. Le pareti ondulate nascono con la chiesa di Atlantida, dove per la loro costruzione fu segnata la linea retta al suolo ed alla giusta altezza la linea formata da parabole alternate, una diritta ed una rovescia, raccordate. Tra queste due direttrici sono stati tesi i fili per gli operai, che seguendo queste linee generatrici, hanno eretto la parete spessa 30 cm, con grande precisione, quasi con la stessa facilità con cui si realizza un muro piano. Molti anni dopo, nello shopping Center a Montevideo, questa tipologia sarà ripresa ed estesa a due piani, con il solaio intermedio a formare una catena.


Appendici


Eugenio Montañez Eugenio Rolando Montañez Uribarri ( 1916-2001) 1916 Di umili origini è nato a Maldonado, in una famiglia di cui era il più giovane figlio maschio di 10 bambini. Un fratello lo indirizzò nello studio e lo sostenne economicamente ed è stato grazie a questo appoggio che ha potuto laurearsi in ingegneria. Ancora giovane conobbe Maria Angélica Mazzoli Paes, Paes quella che diverrà sua moglie e la compagna di una vita. Hanno avuto un unico figlio, dopo averne persi 5 per il problema dell’incompatibilità del fattore RH. Fin da piccolo ha avuto la passione del disegno, che ha sempre coltivato arrivando ad essere disegnatore in un giornale; abbandonando questo lavoro solo dopo la nascita ta (1954) del sodalizio di lavoro con il suo compagno di studi Eladio Dieste. Nella Dieste y Montañez SA, lui era l'amministratore, il tecnico che seguiva i conti e teneva in ordine l'impresa. Una sorta di alter ego di Eladio Dieste. La realtà al fianco della fantasia. Sua l’iniziativa di industrializzare la costruzione delle volte gaussiane ed autoportanti e sua l’idea di espandersi nel vicino e grande Brasile, dove si trasferisce nel 1971, quando Dieste s’impegna in politica e l’Uruguay si avvicina alla dittatura, per seguire le grandi opere come i mercati di Rio Grande e di Porto Alegre (1968-72) (1968 ed i capannoni del reparto manutenzione della metropolitana di Rio de Janeiro (1971-79). (1971 Visse molti anni in Brasile consentendo all'impresa di sopravvivere alla al dittatura in Uruguay ed a svilupparsi in quel paese. Formalmente la società brasiliana Dieste e Montañez Abobadas de Tijolos Ltda, è aperta il 15.03.1976 e chiusa il 10.08.1981. Nel 1983 si ritira dall'impresa per gravi motivi di salute.

Foto: Eugenio Montanez, dietro un elemento sperimentale per volte tratta da: DIEHL, Karl Ludwig: Die bewehrten Ziegelschalen von Eladio Dieste, In: Bautechnik, Jg. 85, Heft 6, Berlin 1992, S. 314321.


Doctor honoris causa Doctor Honoris Causa, titolo onorifico che concedono le Università, centri di Alti Studi ed organizzazioni che raggruppano Università, Istituti e Centri di Alti Studi in forma di Consiglio, ad alcune persone eminenti.

Fondamenti per la concessione del titolo di dott. Honoris Causa de la Universidad de la República proposti dall’Istituto di strutture e Trasporti della Facoltà d’Ingegneria all’ing. Eladio Dieste 23.11.1992 L’estesa e variegata attività dell’ing. Eladio Dieste nel campo strutturale è riconosciuta in ambito nazionale ed internazionale. Dai suoi lavori iniziali sul progetto ed esecuzione di fondazioni, in particolare su pali, fino al suo recente progetto per l’ampliamento del molo di Nueva Palmira, includendo eccezionali creazioni nel campo della “cerámica armada”, le sue opere presentano caratteristiche proprie che le distinguono e spiegano l’apprezzamento per i valori personali dell’ing. Dieste tanto sul piano tecnico che umano. L’audacia, sempre presente nelle opere dei creatori di tutte le forme dell’attività umana, gli hanno permesso di concepire i suoi progetti e poi di realizzarli nel segno della maggiore libertà senza soggezione alle pratiche usuali, salvo dove lo ha voluto, applicando le grandi idee base della teoria, creando con originalità le forme necessarie per risolvere così il problema presentatogli. Ogni sua opera costituisce un esempio positivo delle leggi della meccanica e della conoscenza del comportamento dei materiali. La preoccupazione estetica, concepita non come una aggiunta esterna, aliena all’essenza delle costruzioni, ma come un valore immanente della perfezione della concezione strutturale, della meravigliosa semplicità delle forme razionali concepite, dell’esaltazione del colore, la tessitura, la qualità della materia esposta alle più variabili incidenze della luce. L’originalità dei procedimenti costruttivi, elaborati insieme al progetto strutturale, impiegando le possibilità dei nostre attrezzature, le abitudini dei nostri muratori, le qualità dei nostri materiali, la destrezza dei nostri meccanici, le sue proprie capacità per progettare e costruire macchine e casseforme che compiono le funzioni specifiche in condizioni particolari, senza doversi affidare alle tecnologie avanzate dei paesi sviluppati. Questo istituto più di venti anni fa ha dovuto produrre una relazione documentale di come le sue volte a doppia curvatura di grande luce si disarmassero prima di 12 ore per vincere la incredulità di una prestigiosa rivista europea. L’uso dei materiali della nostra terra, il più frequente nelle sue opere, la cerámica, concedendo alla muratura un posto che in questi ultimi anni comincia ad essere riconosciuto nei paesi ad alto sviluppo, costruita con le mani e la testa dei nostri


operai, suoi compagni in questa difficile impresa di ottenere l’economia senza perdere la qualità e bellezza delle opere. L’applicazione delle idee strutturali di stampo scientifico usate con la semplicità propria del creatore di talento, di tal forma che nelle sue costruzioni l’andamento delle tensioni si percepisce chiaramente e si può apprezzarlo come quando si contempla un’opera d’arte, come un’esperienza estetica. L’adozione della forma strutturale leggera, atta a resistere, in luogo dell’accumulazione del materiale resistente. L’applicazione di pre-tensioni, con tecnologie semplici, di sua invenzione, per ottimizzare la capacità resistente delle sue strutture. Si deve segnalare qui, anche, la sua attività come docente in più di una materia. Nell’insegnamento della Meccanica Generale esibiva la sua formazione rigorosa e dimostrava l’abilità di pochi di poter introdurre le conoscenze teoriche accompagnate da esempi reali producendo così una simbiosi naturale che permetteva agli studenti di familiarizzare con temi che, in altro modo, sarebbero risultati aridi e presto dimenticati. In forma simile, nell’insegnamento delle strutture, trionfa nuovamente la sua abilità e riesce a contagiare gli allievi con la sua capacità creativa piena di originalità. Comunque, indipendentemente da questi insegnamenti formali, Dieste esercita la docenza in tutti i momenti della sua attività come ingegnere. Chi ha partecipato ad alcuni lavori con lui, sa che l’esercizio della professione viene svolto come una mescolanza di docenza e compartecipazione creativa, dove il collaboratore si sente utile nel lavoro e non un alunno permanente. I suoi insegnamenti si trasmettono in forma tanto naturale come gli sforzi nelle sue strutture. Non c’è niente d’imposto, tutto è frutto dell’equilibrio tra il ragionamento e l’immaginazione. Della eccezionale concorrenza del rischio e la sensatezza, della sensibile attenzione ai valori della tradizione costruttiva del nostro popolo con le idee più attuali della Scienza delle Costruzioni, della ricreazione delle forme classiche con i frutti maturi della nostra epoca e tante altre forme di unità dialettica, Eladio Dieste ha elaborato un insieme di opere che onorano l’ingegneria uruguaiana perché portano il segno della nostra cultura: Volte cilindriche autoportanti come quelle della Agroindustrias Massaro, Refresco del Norte, etc., volte a doppia curvatura, come al Mercato di Porto Alegre e tante altre, serbatoi d’acqua, la torre della televisione di Maldonado, le celebri chiese di Atlantida e di San Pedro a Durazno, l’incompiuta di Malvin, il locale del Montevideo Shopping Center, i silos orizzontali come quello di Vergara, la ricostruzione del deposito della dogana di Montevideo e la sua propria casa, realizzata in cerámica armada, il suo contributo alle strutture della ripresa di Salto Grande e l’ampliamento del molo di Nueva Palmira utilizzando calcestruzzo armato e precompresso. Sono queste alcune delle sue opere più conosciute prese da una lista eccessivamente grande perché è, inoltre, un costruttore prolifico di cui dobbiamo aspettarci sempre nuove espressioni della sua capacità creativa. DIESTE, Eladio Ing. Resolución Nº 6 data dell’atto: 1 giugno 1993 Grazie a Silvina Pérez


Il 9 dicembre 2000, l’Università di Montevideo (privata) ha conferito all’ing. Eladio Dieste il Dottorato Honoris Causa. La cerimonia è stata presieduta dal dott. Mariano Brito rettore dell’Università, alla presenza di vari famigliari di Eladio Dieste, del presidente della Academia Nacional de Ingeniería, Ing. Alvaro Cutinella, di docenti ed accademici. Omaggio all’ing. Eladio Dieste Acad. Ing. Alberto Ponce Delgado Decano de la Facultad de Ingeniería Profesor de Puentes

Mi è stato conferito l'onore di fare un ricordo dell'Ing. Eladio Dieste. Nacque a Artigas il 1 ° dicembre 1917. Si è laureato presso la Facoltà di Ingegneria dell’ Università della Repubblica nel 1943. E 'sposato con Elizabeth Friedheim ed è padre di 11 figli. Si dice che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna e per questo crediamo che questo omaggio che la Università di Montevideo vuole fare all'ing. Dieste, si estende a sua moglie, citandola come un sicuro appoggio familiare e ribadendo i suoi undici figli, perché è una riaffermazione del valore della famiglia, e della grazia di Dio per ottenerla. L'ing. Eladio Dieste ha una personalità che si compenetra col suo lavoro. é solida, sicura e amichevole conversando con lui. Ti senti come illuminare in quello che è la vita, nel creare, e nel comprendere l'essenza delle cose. In particolare nelle cose tecniche, ma non è limitato a quello la ricca esperienza della sua relazione. La sua conversazione o la spiegazione delle sue strutture va oltre la tecnica. Vengono attraverso il suo lavoro allo spirituale, al trascendente. Ed è quello che ci si sente all'interno della chiesa di Atlantida, dove c'è una comunicazione di forme, luci, di materiali usati, il tutto in perfetta armonia. Queste caratteristiche si ripetono in tutte le sue opere, anche quelle che non sono sviluppate in un ambiente religioso, perché questo carattere è dovuto alla concezione dell'opera e non alla sua destinazione. Innamorato della ceramica come materiale, lo sente e lo studia perché possa dare tutto quello che da questa analisi essenziale ritiene possa dare. E così crea procedimenti costruttivi di grande ingegnosità tecnica, ma anche con grande coraggio per estrapolare ciò che gli altri non hanno fatto. E progetta successivamente strutture di grandi luci per gli usi più svariati. In particolare nelle cose tecniche, ma non è limitato a quello la ricca esperienza della sua relazione. La sua conversazione o la spiegazione delle sue strutture va oltre la tecnica. Vengono attraverso il suo lavoro allo spirituale, al trascendente. Ed è quello che ci si sente all'interno della chiesa di Atlantida, dove c'è una comunicazione di forme, luci, di materiali usati, il tutto in perfetta armonia. Queste caratteristiche si ripetono in tutte le sue opere, anche


quelle che non sono sviluppate in un ambiente religioso, perché questo carattere è dovuto alla concezione dell'opera e non alla sua destinazione. Innamorato della ceramica come materiale, lo sente e lo studia perché possa dare tutto quello che da questa analisi essenziale ritiene possa dare. E così crea procedimenti costruttivi di grande ingegnosità tecnica, ma anche con grande coraggio per estrapolare ciò che gli altri non hanno fatto. E progetta successivamente strutture di grandi luci per gli usi più svariati. Ma fedele ai suoi primi lavori, l'impegno maggiore è nella progettazione strutturale di chiese. Progetta con forme molto variate altre chiese, come la chiesa di Durazno, così diversa da quella di Atlantida, ma con l'inconfondibile impronta di Dieste e della sua armonia e elevazione religiosa. Le sue strutture per uso industriale, più sobrie, ma con l'uso del mattone, con il suo colore, la sua forma e la sua capacità di salvare luci importanti, con semplicità costruttiva, e sempre creando un ambiente di lavoro e una luce che rispetta il sentimento umano per la bellezza. Ho conosciuto l'ing. Dieste come professore. Rispettato e ammirato dai suoi studenti. Dieste è sempre stato un punto di riferimento, per quelli che hanno ascoltato le sue lezioni. Dal suo tratto, dal suo vestire di una eleganza semplice, ha tenuto lezioni con un aspetto tra il professore e la persona delle costruzioni. L'ingegnere Dieste aveva ascendente non solo con i suoi studenti. Come colleghi lo ammiravamo per il suo rapporto compenetrato con le sue opere, per come utilizzava i materiali e le forme. E così in diverse occasioni ha vinto premi e riconoscimenti in molti paesi. Accademico ad Honorem dell'Academia Nacional de Ingeniería del Uruguay.. Accademico corrispondente dell'Academias de Ciencias Exactas, Físicas y Naturales y de la Academia Nacional de Bellas Artes della Republica Argentina.. Nel 1993 è stato nominato professore Honoris Causa dell'Università della Repubblica. Ha ricevuto riconoscimenti per il suo lavoro in diversi paesi come Ecuador, Cile, Argentina, Stati Uniti e Spagna. Ha tenuto cicli di conferenze in quasi tutti i paesi dell'America, e anche in Spagna, Francia e Stati Uniti. Il lavoro di Dieste è ammirato a livello internazionale e ha ricevuto l'attenzione da numerose pubblicazioni che descrivono non solo le loro opere, ma anche libri su di lui. Articoli e libri non sono su questa o quella opera dell'ing. Dieste. Articoli o libri sono intitolati "Eladio Dieste". E ciò accade in pubblicazioni provenienti da Argentina, Cile, Spagna, Germania, Francia, Italia, Scozia, Stati Uniti e Brasile. Enumerare le sue opere sarebbe un compito molto ampio. Però accenneremo ai più ammirati: la Chiesa di Atlantida, meraviglia di espressione religiosa, di volumi, sensazioni di equilibrio strutturale ed estetico: La Chiesa di San Pietro a Durazno, un'altra straordinaria opera di caratteristiche molto diverse dalla Chiesa di Atlantida, ma di simile espressione di equilibrio e atmosfera religiosa. La torre di comunicazione per la TV, traforata in mattoni, una torre di 66 metri di altezza, di grande snellezza, costruita a Maldonado. Una grande quantità di edifici industriali costruiti con volte in laterizio, raggiungendo luci importanti come nella fabbrica TEM con 43 metri e un magazzino per ANP di 50 mt., dove Dieste ha riciclato un vecchio capannone integrando la nuova struttura alla vecchia muratura. Il Terminal Bus di Salto dove Dieste ci stupisce nell'equilibrio di un doppio sbalzo di volte in ceramica sostenute su una sola fila di pilastri. Ma non solo si segnalano le opere costruite nel nostro paese. Anche all'estero sono in evidenza le sue costruzioni in ceramica. In Brasile ha costruito grandi mercati e in Spagna il Vescovado di Alcalá gli ha commissionato il progetto di 5 chiese. E' stato citato


come il Gaudí Latinoamericano. Oltre a uno straordinario ingegnere, Dieste è stato un ottimo insegnante. Ha insegnato presso la facoltà e ci ha insegnato con le sue opere. È per questo che l'Università di Montevideo ha sostenuto con entusiasmo la nomina dell'ing . Eladio Dieste per la sua distinzione come "Doctor Honoris Causa" di questa Università. Noi crediamo che con questo l'ingegnere Dieste riceverà un'ulteriore distinzione tra le tante che con tanta giustizia ha ricevuto. Per l'Università di Montevideo è un onore poter conferire questa distinzione all'ing. Eladio Dieste.


Alcune testimonianze e ricordi Il figlio Esteban Dieste:

“ lavorare con lui non era facile, perché egli aveva chiaro ciò che voleva e come fare per ottenerlo. Uno contava come un aiutante. Aveva una personalità molto dominante. Ricordo che quando andavo a dare un esame la mia preoccupazione principale era se mio padre sarà soddisfatto… già dal Liceo sapevo che era un uomo fuori dal comune, che non era uguale ai padri dei miei compagni. Per me Eduardo Yepes, fu come un secondo padre. Filosoficamente era il contrario di papà, perché era un repubblicano e anticlericale. Era un anarchico puro, un liberale assoluto per il quale non dovevano esistere regole oltre a quelle della fedeltà all’amicizia. Eppure era intimo amico di mio padre, ed il curioso è che un anticlericale abbia fatto il crocifisso della chiesa di Atlantida.” La decisione di lavorare con i mattoni ha a che fare con il fine ultimo di trovare soluzioni ai problemi locali. Dieste (figlio), spiega: "Così come ci sono forni di

laterizi in tutto il paese, in qualsiasi città nell'interno c'è anche un muratore in grado di posare mattoni. E non gli sembrerà strano o bizzarro posare pezzi di ceramica e unirli tra loro. "Inoltre, il mattone permette di realizzare costruzioni che altrimenti non si era in grado di eseguire. Ad esempio, la costruzione di serbatoi d'acqua di 23 metri di altezza e fino a 200.000 litri, senza l'utilizzo di sofisticate apparecchiature. "Erano opere che potevano fare tre persone. Non lo costruivano

in 15 giorni, ci volevano tre mesi, ma lo costruivano da soli senza gru ne paranchi elettrici nel bel mezzo delle proprietà rurali o in una nuova lottizzazione, come il serbatoio di Las Vegas in Canelones, " Da costruccion 07 2009

L’amica Olimpia Torres:

“La chiesa d’Atlantida fu come un figlio per noi,un figlio che è nato a poco a poco. Perche se doveva portare mattoni, Eladio è venuto da noi e abbiamo dovuto portare mattoni. Lui era li sempre a controllare ogni mattone messo, e se qualcosa non andava bene la si demoliva e rifaceva. Siamo stati grandi amici. Conosceva Gaudì e la sua opera, lo ammirava ma anche criticava, lo infastidiva il fatto che non avesse una scultore. Amava molto la Spagna e le sue architetture semplici. Si sentiva molto spagnolo. Gli piaceva molto il gotico, sopratutto francese: Chartres lo affascinava ed anche Notre Dame. La sua famiglia, il padre Eladio, lo zio Enrique, erano terribilmente maschilisti. Le donne non partecipavano alle riunioni. Provenivano dalla galizia, si sentivano aristocratici e machi”. Ida Vitale (scrittrice uruguaiana) José Bergamín26 Letras Libre n. 34 Ottobre 2001

26

José Bergamín Gutiérrez (1895-1983) scrittore e poeta spagnolo, per il quale politica e religione rappresentarono gli assi portanti del suo pensiero e le spinte propulsive del suo attivismo, inteso a conciliare comunismo e cattolicesimo. In esilio sotto il franchismo è stato in Uruguay dal 1947 al 1954.


“ Questa è stata la mia prima sorpresa, poco che era giunto a Montevideo, nel 1947, di conoscerlo, come allieva della della nuovissima Facoltà di Lettere e Scienze: vederlo passare tra estranei come se avesse una idea precisa, una definizione categoriale di ciascuno. Per la prima volta è stato prima di uno scrittore un agitatore politico. Essendo un maestro nato (più che porte porte apriva dighe da cui arrivava acqua tumultuosa), fu circondato da fedeli ascoltatori. Nelle sue lezioni, due volte a settimana [...] per un pubblico molto ampio e distinto, venivano i più grandi scrittori: Sara e Roberto Ibanez, Francisco Espinola, Esther Est de Caceres, Enrique Dieste, spesso con suo nipote, l'ingegnere Eladio Dieste. Accettò con fiducia quel poco che gli potemmo offrire: affetto, attenzione, solidarietà, ingenuità. Eravamo tutti gli antifranchisti di cui aveva bisogno. Lui, tutta la sottigliezza gliezza di cui avevamo bisogno per entrare nella complessità di un tessuto culturale senza confini. Ci incontravamo spesso nel pomeriggio per il tè in questi meravigliosi angoli, molto secolo XIX europeo. O a cena dopo le lezioni.” Enrique Dieste Un racconto, con Rafael. “Io sono un nipote di Rafael, sono nato e vivo nella piccola città di Artigas, a nord dell'Uruguay, al confine con il Brasile ... e ho una storia divertente su Rafael. Nel 1957, lo stimo in relazione alla mia età il giorno di questo episodio, Rafael venne in visita ai miei nonni. Nel tardo pomeriggio, facemmo una passeggiata per la città, accompagnati dal nipote Eladio, l'ingegnere di cui avrete sentito sicuramente parlare e che non viveva ad Artigas. Ci venne sete e ci siamo fermati in un piccolo bar del quartiere e ci facemmo dare un paio di "Coca Cola". Quando andarono per pagare ... non avevano soldi. Invano valse dire che erano in casa di "Don Eladio" il fratello di Rafael. Rafael ha dovuto togliersi l'orologio !! A quel tempo tutti tut gli orologi erano di valore ... e lasciarlo lì. Arrivati a casa mi dettero i soldi, presi la mia bicicletta e sono andato spedito a pagare il riscatto, e sono ritornato con il prezioso orologio.”

Eladio e Rafael Dieste in Galizia nel 1962


Ing. Gonzalo Larrambebere Dal prologo al libro La Invención Inevitable (Agustín Dieste, Comp.) Cachimba Del Piojo, 2009, Montevideo Ho conosciuto Dieste ad inizio degli anni '70. Era professore di laboratorio, ed io uno studente che partecipava poco alle lezioni, di modo che il primo contatto è stato insignificante. Pochi mesi dopo essermi laureato in ingegneria civile, nel mese di novembre del 1976, sono entrato nell'ufficio della Dieste y Montañez. Lì l'ho rincontrato che lavorava con i suoi collaboratori di quel tempo: l'architetto Alberto Castro, l'ingegnere Ariel Valmaggia e tre giovani vicini alla laurea: José Zorrilla e Antonio Dieste,da ingegneri, e Esteban Dieste, da architetto, gli ultimi due figli di Eladio Dieste. Il clima di lavoro era intenso, silenzioso ma rilassato. Si respirava serietà e entusiasmo. Dieste dava l'esempio di concentrazione ed impegno nel lavoro. Per età, per esperienza, per la presenza, nessuno dubitava che Eladio Dieste fosse il conduttore di quell'insieme di collaboratori. L'entusiasmo che emanava dalla sua squadra mi ha reso facile e rapido l'adattamento al lavoro. Mi resi subito conto che il lunedì era quasi un giorno di festa per me. Mi sono sempre chiesto come potesse delegare ai giovani così tanti compiti importanti incluso: il progetto delle strutture, il calcolo, l'organizzazione del lavoro e la direzione del lavoro; lì ho cominciato a imparare ad avere fiducia e a delegare. Mi piace ricordare in quale forma Dieste ci ha insegnato, come ci ha trasmesso la sua conoscenza del comportamento delle strutture, sopra la resistenza dei materiali, sulla progettazione dei gusci in ceramica armata, sui processi di costruzione. E io davvero non ricordo. Se dovessi spiegarlo, direi che è stata una sorta di osmosi, l'apprendimento con l'esempio. Sì mi ricordo di essere stato seduto con lui, collaborando ai suoi calcoli. Calcoli che non mi aveva insegnato e che io non sapevo, ma che entravano nella mia testa, Dieste non nascondeva niente della sua conoscenza, che trasmetteva durante l'avanzamento di un progetto che realmente veniva costruito, scorrendo naturalmente come una fonte inesauribile. Per capire un poco la concezione globale dell'ingegneria di Dieste è bene vederlo lavorare. Dieste si relazione con i clienti, con gli architetti, discute i progetti, disegna, calcola, organizza il lavoro, costruisce, analizza il costruito, immagina varianti per il futuro, sviluppa le varianti, la teoria, la pratica, innova, e affronta con entusiasmo il nuovo progetto, chiudendo il ciclo. Il ciclo non è circolare, è una spirale ascendente. In ogni opera alza l'asticella, crea nuove attrezzature, le prova nell'esecuzione, verifica la sua teoria, non può smettere di creare; con la gioia di un bambino e la saggezza di un maestro; gioisce e gioiamo. Intorno a lui l'esperienza è indimenticabile. Dieste visita i cantieri molto spesso. Veniamo a sapere che scende dall'auto e ad un primo sguardo scopre quello che ci vuole tutto il giorno. Saluta tutti, con moderazione e senza distinzioni. Impariamo. Parla con il caposquadra, gli mostra i disegni fatti in ufficio e li spiega (non molto), poi disegna a mano libera altri particolari su una carta straccia; il caposquadra guarda con attenzione, domanda, propone (sa di poter proporre), parlano, non si sentono ordini, le indicazioni sono al plurale, gentili, "Vittorio, faremo la cassaforma con ..." "Gonzalo, che ne dici se questo calcolo ... "e, naturalmente, le sue proposte si incarnano in noi come il compito più importante che si possa immaginare, che andiamo a svolgere e soddisfare a tutti i costi. Lasciando il cantiere, un popolano lo avvicina fino a chiedergli di queste volte straordinarie che stiamo costruendo. Dieste raccoglie da terra un pezzo di cartone, con il suo


portamine a punta grossa fa qualche schizzo sulla tavola, gli dedica un poco di tempo e in modo semplice spiega quello che sembra così difficile. Questo è il Dieste ho visto. Chi è Dieste? Lo hanno graduato come architetto. Lo hanno premiato come l'ingegnere più bravo a New York. Però è un'altra cosa. Con i mattoni ha costruito enormi volte sottili, le cui forme, colori e luci fanno magnifiche opere d'arte e ingegneria. Prendo un termine da David Billington e Mary Garlock, "artista strutturale". Mi sembra che gli si adatta, ora. Ma Dieste è ancora di più. Dominatore della matematica, della fisica e della meccanica, crede in Dio. A lui ha dedicato le sue opere più compiute, la Chiesa di Atlántida, la Chiesa di Durazno. Ha continuato a credere quando il mondo ha fatto l'oscillazione contraria. Una malattia crudele inizia a limitare gradualmente i suoi movimenti. E non può più salire la scala dell'ufficio. Dopo non cammina. Ci ha chiamato a casa per discutere i progetti. La voce sempre entusiasta. Alla fine quasi non si capisce quello che dice. Lui non si lamenta mai, lo sguardo ottimistica. Fino alla fine. Per questo, per definire Dieste, mi piace il termine che usiamo in ufficio con affetto: il Maestro.


Scritti di Eladio Dieste 1 Bóveda nervada de ladrillo "de espejo" REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo. p. 510–512, N. 473, settembre 1947. 2 Causas de un derrumbe parcial en la estructura del nuevo edificio para la Facultad de Arquitectura de Montevideo. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo. p. 102–105. N. 478, febbraio, 1948. 3 Iglesia en Montevideo. INFORMES DE LA CONSTRUCCIÓN. Instituto Eduardo Torroja, Madrid. p. 148–160, N. 127, gen. 1961. 4 Estructuras de cerámica armada. Revista de la Facultad de Arquitectura, Montevideo. p. 15–25, N. 3, 1961. 5 Église paroissiale d'Atlantida, Montevideo, Uruguay. LA ARCHITECTURE D'AUJOURD'HUI, Paris. p. 88–89, N. 96, giu-lug. 1961. 6 Voûtes en terre cuite. Une église en Uruguay, l'église paroissiale de Christ Ouvrier à Atlántida. TUILES ET BRIQUES, Paris. p. 19–25, N. 47. 3ème trimestre, 1961.

CONTEMPORARY MASONRY. p. 160–165, apr. 1962. 10 Estructuras Cerámicas. Eladio Dieste; Eugenio Montañez. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo. p. 219–228,N. 657–658, 1963; p.267–276, N.659–660,ago.1963. 11 Vivienda en Montevideo. OBRADOR. p. 46–51, N. 2, 1963/1964. 12 Double–Curvature Shell of Reinforced Ceramic. Eladio Dieste. Eugenio R. Montañez PROCEEDINGS OF THE WORLD CONFERENCE ON SHELL STRUCTURES, National Academy of Sciences. Washington? p. 69–74, 1964. 13 Campamento de estudios (Bella Unión, Artigas). Facultad de Ingeniería, Montevideo. 53 p., 1968. 14 Estructuras de cerámica armada. HABITAT, Montevideo. p. 8– 14, V. 1, N. 2, septiembre, 1969.

8 La chiesa di Atlántida in Uruguay. CONSTRUIRE. p. 39–46, N. 12, Lug-set. 1962.

15 Acción del viento sobre pilares de sostén de bóvedas de empuje eliminado; cálculo de torres de mampostería calada; viga alta: variación de la tensión vertical debida al peso propio. Aula de Grandes Estructuras, Facultad de Ingeniería, Montevideo. 11 p. 1970.

9 Brick shell construction

16 Estructuras Plegadas (preliminare)

7 Church at Atlántida, Uruguay. THE ARCHITECHTURAL REVIEW. p. 173– 175, V. 130, N. 775, sett. 1961.

Oficina de Publicaciones de la Facultad de Ingeniería. Montevideo. 8 p. (1970?) 17 Pandeo de láminas de doble curvatura. Montevideo. . 1970. 18 Técnica y subdesarrollo. Revista del Centro de Estudiantes de Arquitectura, Montevideo, p. 4, N. 34, febb. 1973. 19 Técnica y subdesarrollo. SUMMA, Buenos Aires. p. 17–18, N. 70, dic. 1973. 20 Acerca de la cerámica armada. SUMMA, Buenos Aires. p. 45–46, N. 70, dic. 1973. 21 Iglesia de San Pedro. SUMMA, Buenos Aires. p. 46–49, N. 70. Dic. 1973. 22 La cerámica armada. . SUMMA, Buenos Aires. p. 43–51, N. 85, gen. 1975. 23 Arquitectura y construcción. SUMMA. Colección Summarios, Buenos Aires. p. 84–93, N. 45. Lug. 1980. 24 La inevitable invención tecnológica. SUMMA. Colección Summarios, Buenos Aires. p. 93–94, V. 8, N. 45. Lug. 1980. 25 Las cáscaras autoportantes de directriz catenaria. Anais XXI Jornadas Sul Americanas de Engenharia Estructural. Rio de Janeiro. p. 267–286, V. 2, 1981. 26 La cerámica armada. Eladio Dieste.


27 Eladio Dieste. SUMMA, Colección temática. N. 2, 1983.

35 La invención inevitable. SUMMA, Eladio Dieste el maestro del ladrillo. Colección Temática,Buenos Aires. p 43–49, N. 19, giu. 1987.

28 La formación básica del ingeniero: el acento de la formación debe ponerse en las materias básicas. Encuentro Nacional de Ingeniería. p. 127–128. Montevideo, 1984.

36 Proyecto del puente sobre el arroyo Toledo. SUMMA, Eladio Dieste el maestro del ladrillo. Colección Temática. Buenos Aires. p. 48, N. 19, giu. 1987.

29 Bóvedas arco de directriz catenaria en cerámica armada. Dieste, Eladio, Montañez, Eugenio. Montevideo: Oficina Regional de Ciencia y Tecnología de la UNESCO para América Latina y el Caribe ROSTLAC, 49 p. 1985.

37 Estación de ómnibus en Salto. SUMMA. Colección Temática. Buenos Aires. p. 49, N. 19, giu. 1987.

FORMAS PARA LA CONSTRUCCIÓN, Cordoba AR Ott. 1982.

30 Cáscaras autoportantes de directriz catenaria sin tímpanos. 122 p. Montevideo, 1985. 31 Pandeo de láminas de doble curvatura. Montevideo. 58 p. 1986. Seconda edizione 32 Montevideo Shopping Center SUMMA, Buenos Aires. p. 82–84. N. 221/222, gen-feb. 1986. 33 Cáscaras cilíndricas autoportantes. Elección de la directriz. Sugerencia para el análisis de las cáscaras en plasticidad. Seminario: La Ingeniería Estructural Sudamericana en la década del 80 p. 35– 155. 2 V. Montevideo, 1986. 34 La estructura cerámica. Facultad de Arquitectura de la Universidad de los Andes, Colección Cono Sur, 286 p., Bogotá, 1987.

38 Terre cuite armé. L'ARCHITECTURE MEDITERRENNÉ, sett. 1988. 39 El diseño en Ingeniería Civil. O P, Colegio de ingenieros de Cataluña. p. 79–93, N. 7/8, Barcelona, 1988. 40 Una estética de la ética. Intervista concessa a Alberto Petrina. Summa, n. 247, pp. 23-32, Buenos Aires, marzo 1988 41 El nuevo muelle del puerto de Nueva Palmira. CONSTRUIR, Montevideo. p. 63–76, N. 1, nov. 1988 e p. 71–78, N. 2, sett. 1989. 42 Estética y diseño en Ingeniería. BASA, Tenerife Gran Canaria p. 8–23, N. 11, gen. 1990. 43 La iglesia de Atlántida. BASA, Tenerife Gran Canaria p. 23–29, N. 11. gen. 1990. 44 Fundación de máquinas: algunas consideraciones generales y soluciones concretas.

CONSTRUIR, Montevideo. p. 65–68, N. 3, gen. 1990. 45 Descripción de algunos equipos para la construcción de bóvedas. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo, 3a. época, p. 8–21, V. 3, N. 9, 1991. 46 Un teorema básico para estructuras laminares. CONSTRUIR, Montevideo. p. 83–85, N. 5, giu. 1991. 47 Architecture and Construction. PERPECTA, University of Yale, 1992. 48 Estética y Diseño. TRAZO, Revista del Centro de Estudiantes de Arquitectura, Montevideo. p. 60–67, N. 24, nov. 1992 49 Selección de problemas y soluciones prácticas. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo, 3a. época, N. 15, 1993 50 La resistencia a las fuerzas horizontales: Un teorema básico de estructuras laminares. JORNADAS DE INGENIERÍA ESTRUCTURAL, Montevideo. p. 163–170, V. 2, 1993. 51 Escritos sobre arquitectura. Montevideo: Irrupciones grupo editor, 160 p. 2011 52 Scritto autobiografico in Memorias de una profesión silenciosa. Historia de la Ingeniería en el Uruguay. Ruiz Esther con María Laura Martínez e Marcelo de León Montevideo, Facultad de Ingeniería, Universidad de la República, p. 202, 1997.


Fonti Campioli Andrea Senza dettaglio: architetture di Eladio Dieste COSTRUIRE IN LATERIZIO 50-51/96 Caraballo Perichi Ciro La obra de Eladio Dieste El reto del expediente para su inclusión en la Lista del Patrimonio Mundial Cuadernos del claeh · Segunda serie, año 34, n.º 102, 2015- Pagg. 249-265 Carbonell, Galaor (a cura di) Eladio Dieste – La estructura cerámica. Universidad de Los Andes (Colombia) & University Of Miami (USA); 286 p.Escala, Bogotá, 1987, Daguerre Mercedes Eladio Dieste 1917-2000 Electa, Milano 2003 Dieste Eladio La Invención Inevitable (Agustín Dieste, Comp.) Cachimba Del Piojo, 2009, Montevideo DPA– Documents de Projectes d’Arquitectura Dieste. Nº 15. Departament de Projectes Arquitectònics de la Universitat Politécnica de Catalunya (UPC) 97 p. Barcelona, 1999, Escandell Román Cláudio Eladio Dieste e a cerâmica armada Universidade de Brasília Faculdade de Arquitetura e Urbanismo Programa de Pós-Graduação Área de Concentração em Tecnologia Dissertação de Mestrado Orientadora: Profa. Dra. Cláudia Estrela Porto Brasília, 28 de novembro de 2012

Grompone Juan Eladio Dieste, Maestro de la Ingenieria 1993-1996-2011 inedito, originariamente destinato alla pubblicazione da parte della Università de la Republica di Montevideo in occasione della designazione a Doctor Honoris Causa. Jiménez Torrecillas, Antonio (a cura di) Eladio Dieste – 1943-1996. 1.ª ed., Consejería de Obras Públicas y Transportes – Dirección General de Arquitectura y Vivienda, Junta de Barcelona, 306 p. SevillaMontevideo, 1996, Pedreschi, Remo. Eladio Dieste. The Engineer´s Contribution to Contemporary Architecture 157 p. ed. Thomas Telford, Londra, 2000, Piaggio Juan Martín Eladio Dieste. Una casa d’abitazione, in Costruire in Laterizio n. 82/2001, pp. 48-51, Faenza ed., Faenza 2001. Petrina Alberto Una estética de la ética. Intervista a Eladio Dieste. SUMMA, Buenos Aires. p. 23–32, N. 247, giugno 1988 Ramos Armando Olveira Eladio Dieste, maestro de la arquitectura universal. Un intelecto diseñado para resistir Ciudades - Revista Oficial de la Cámara Inmobiliaria Uruguaya Anno 10 – n.31 sett-ott. 2010 Stanford Anderson Eladio Dieste: A principled builder In The Félix Candela Lectures The Museum of Modern Art, New York (July 1, 2008)


Grazie a Dott.sa Silvina Pérez Sección Información Biblioteca Central Facultad de Ingeniería Montevideo - Uruguay

Arq. Beatriz Birriel Arquitecta egresada de la Universidad de la República, Montevideo. Diploma Conservación de Patrimonio Universidad ORT. Uruguay.

Prof. Arq. Adriana Guisasola docente de las cátedras de Estructuras Facultad de Arquitectura Urbanismo y Diseño Universidad de Mendoza (AR) arquitecturasismica@gmail.com

Prof. Arq. Renè Longoni FAU Univ.Nacional de La Plata (AR)

Prof. Arq. Adriana Collado Profesora - Investigadora Directora del Doctorado en Arquitectura Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo Universidad Nacional del Litoral Ciudad Universitaria - Santa Fe – (AR)

Arq. Carla Pantoja Giuliano Porto Alegre (BR)

Arq. Virginia Vidal Cesin Presidenta Sociedad de Arquitectos del Uruguay sez. Canelones Canelones – Ciudad De Canelones Uruguay

Ing. Ariel Valmaggia di origini italiane, nato in Uruguay, formatosi alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Montevideo. Ha lavorato nella Dieste y Montañez di Montevideo ed in Brasile, dove risiede dal 1977 svolgendo attività di progettista strutturale.


Versione del 26 marzo 2017 Eladio Dieste una ingegneria magica (Edizione per il centenario della nascita) by Fausto Giovannardi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License

fausto@giovannardierontini.it www.giovannardierontini.it Foto di copertina Agrindustria Massaro Foto di chiusura Magazzino nel porto di Montevideo



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