Premessa Dopo 10 anni dalla stesura di “Eladio Eladio Dieste un’ingegneria magica”, magica e cogliendo l’occasione del centenario dalla nascita, ho deciso di riscrivere completamente il testo sulla base delle numerose nuove conoscenze acquisite, acquisite arricchendolo con un approfondito regesto delle opere. Questa monografia non sarebbe stato possibile senza il contributo dei molti amici che mi hanno aiutato ed i cui nomi troverete nel testo ed in calce alla monografia.. Qui devo evidenziare lo straordinario impegno di Silvina Pérez, che da Montevideo, mi è stata d’aiuto in ogni parte del lavoro e la calorosa disponibilità di Ariel Valmaggia, nel mettere a disposizione le sue conoscenze ed i ricordi di d quando era nella Dieste y Montañez. Fausto Giovannardi
Indice L’Uruguay al tempo di Eladio Dieste I Dieste e gli anni della formazione di Eladio I primi lavori I primi passi della Dieste y Montañez Dieste y Montañez S.A. … se inventano loro poi comandano loro L’attività in Brasile Una frenetica attività Gli anni finali Le tipologie costruttive in ceramica armada Appendici Eugenio Montañez Doctor honoris causa Alcune testimonianze e ricordi Scritti di Eladio Dieste Fonti
In edizione separata
Opere Vol. 1 Opere in Uruguay Vol. 2 Opere in Brasile Vol. 3 Opere in Argentina Vol. 4 Opere in Spagna
No podemos seguir dando por sentado que el arte, la ciencia y la técnica nos han de venir de afuera. Hasta el gran Unamuno llegó a decir: "Que inventen ellos", aunque estoy seguro de que ésa fue una afirmación polémica que estaría dispuesto a rectificar. Yo le hubiese contestado: “perdone usted, don Miguel, pero si inventan ellos mandan ellos."1 Eladio Dieste
L’Uruguay al tempo di Eladio Dieste
Questo paese, grande come mezza Italia e con meno abitanti della Toscana, ha una storia intimamente connessa all’Europa, essendo sostanzialmente popolato da immigrati europei, spagnoli in prevalenza ma anche molti italiani. Posto sul lato orientale del fiume Uruguay, che lo divide dall’Argentina, confina ad est con il Brasile e si affaccia a sud sull’oceano Atlantico. Con la capitale Montevideo e la città turistica di Punta del Este, ad un’ora di volo da Buenos Aires, megalopoli di oltre 3 milioni d’abitanti, quasi come l’intero Uruguay. Conquista l’indipendenza nel 1824 e deve mantenerla accanitamente, stretto com’è tra due giganti come l’Argentina ed il Brasile. Giuseppe Garibaldi fu in Uruguay per vari periodi tra il 1839 ed il 1848. Qui vi sposò nel 1842, Ana Maria de Jesus Ribeiro, detta Anita, che aveva conosciuto tre anni prima a Laguna in Brasile. Il XX secolo inizia con una fase di prosperità e democratizzazione. L'uomo politico più rilevante del periodo è José Batlle y Ordóñez che crea lo stato sociale dell'Uruguay. I campionati mondiali di calcio, giocati a Montevideo nel luglio-agosto 1930, testimoniano il ruolo del paese nel contesto mondiale. A partire dal 1959 vi sono problemi economici che portano ad una forte conflittualità sociale con scontri e guerriglie 1
“Non possiamo continuare col presupposto che l’arte, la scienza e la tecnologia, vengano da fuori. Quando il grande (Miguel) Unamano disse “ che inventino loro” anche se penso trattarsi di un’affermazione polemica che sarebbe disposto a rettificare, io gli avrei detto: …perdoni don Miguel, ma se inventano loro poi comandano loro …” Eladio Dieste 1943-1996 Giunta de Andalusia Sevilla 1997, pag.17
urbane guidate dal movimento di estrema sinistra dei Tupamaros. Il 27 giugno 1973, nel pieno della crisi economica ed in una fase di iperinflazione avviene un golpe militare guidato dal presidente Juan María Bordaberry, a sua volta deposto da un colpo di stato militare nel 1976. Si apre anche per l’Uruguay un lungo periodo di dittatura militare, con la privazione delle libertà civili, con l’incarcerazione degli oppositori e con i desaparecidos. Solo 12 anni dopo, con le elezioni presidenziali del primo di marzo 1985, il paese torna al regime democratico. Vince Julio María Sanguinetti della fazione dei Colorados. Nelle elezioni generali del 31 ottobre 2004 viene eletto presidente Tabaré Vázquez, primo esponente di una coalizione di centro-sinistra il Fronte Amplio. L’Uruguay di Eladio Dieste è una nazione giovane, senza una popolazione autoctona2 che ha una sola grande città Montevideo. In questo paese, fatto di molti centri minori non ci sono monti, ma solo colline, non ci sono foreste e neppure rocce.
I Dieste e gli anni della formazione di Eladio
Eladio, figlio di Eladio e padre di Eladio Dieste I fratelli Eladio ed Eduardo Dieste y Muriel, spagnoli di Padrón, La Coruña, arrivarono sulla spiaggia atlantica di Valizas nel 1870, per un naufragio. Eladio qualche anno dopo si sposò con la brasiliana Olegaria Gonçalves ed ebbero quattro figli. Il primo, a cui misero nome Eladio, nacque il 15 maggio 1880. Nel 1993 tutta la famiglia ritornò in Galizia e si stabilì a Rianxo. Ma al figlio primogenito (Eladio Dieste Gonçalvez,18801972), la Spagna stava stretta e dopo tre anni s’imbarcò per Rio de la Plata. A soli 16 anni, nell’immensa Buenos Aires, si mise a lavorare per preparare la venuta dei suoi fratelli più piccoli, Enrique ed Eduardo. Mentre lavorava nel commercio, organizzando carovane che andavano a Baiha Blanca a rischio della vita, scriveva cronache e recensioni di spettacoli teatrali per le riviste La Tribuna ed Il Gladiator. Nel 1903 attraversò il fiume Uruguay e si arruolò nell’esercito. Fu inviato a Salto, con il grado di sottotenente. Qui conobbe Elisa Saint Martín (1884-1974), una giovane insegnante di origini francesi. Si sposarono e nel 1913 nasce Ariel, il loro primo figlio. Qualche anno dopo, intorno al 1910, ricevette dall’amico José Batlle y Ordóñez l’incarico di fondare l’8° Reggimento di Fanteria con sede ad Artigas, nella irrequieta zona di frontiera con il Brasile. La famiglia si sposta quindi ad Artigas, dove nel 1917 nasce Eladio e nel 1921, Saul. Quando lasciò l’esercito si mise ad insegnare storia, e la sua biblioteca divenne la più fornita della zona.
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Gli aborigeni furono sterminati non dagli spagnoli, ma dagli eroi dell’indipendenza verso la metà del 1800.
Eladio Dieste San Martín nasce il 10 dicembre 1917 ad Artigas, nel nord dell’Uruguay, al confine con il Brasile. La sua giovinezza trascorre allegra e stimolata dalla vita culturalmente attiva ed impegnata dei suoi genitori. Al termine del liceo la famiglia chiede all’amico Antonio Grompone3, residente a Montevideo, di interessarsi per una borsa di studio a cui Eladio aveva diritto come studente meritevole. La borsa non venne concessa ma i Grompone si offrirono comunque di ospitarlo nella loro casa. Nel 1936 Eladio si trasferisce a Montevideo e si iscrive alla facoltà d’Ingegneria della UdelaR4, un luogo d’eccellenza dell’ambiente scientifico, formato sul modello francese, unendo gli insegnamenti impartiti dalle Ecole de Ponts et Chaussées e dalle Ecole Politechnique.
“Ho studiato ingegneria perché mi interessavano la fisica e l’astronomia… Mi affascina la possibilità di comprendere la realtà attraverso il linguaggio fisico matematico”5. In questa città moderna e cosmopolita, grazie alle conoscenze dello zio Eduardo, noto scrittore, ed alle amicizie dei Grompone, si legò presto ai circoli intellettuali, che si arricchirono grandemente con l’arrivo degli esuli della guerra di spagna e del nazismo6, tra cui Rafael Alberti e Rafael Dieste, celebre poeta gallego e suo zio. Ma fu soprattutto il rientro in patria del pittore Joaquín Torres García a dare una scossa di modernità al paese ed un richiamo all’importanza dell’America del sud.
Joaquín Torres García (1874-1949), che per quarant’anni aveva vissuto in Europa, lavorando a Barcellona con Gaudí, frequentando a Parigi Miró, Mondrian, Picasso, Le Corbusier, etc. nel 1934 ritorna a Montevideo dove fonda e dirige per quindici anni un atelier frequentato da tutti i più sensibili giovani artisti dell’epoca. 3
La mamma di Eladio era amica della moglie dell’avv. Antonio Grompone, originaria di Salto, inoltre l’avvocato ed Eladio padre erano massoni. 4 Universidad de la República, Uruguay. 5 Projecto n.8 1985 6 A partire dal 1936 cominciò la grande emigrazione spagnola per la guerra civile e di ebrei europei per il nazismo e Montevideo si piena di una classe media colta centro europea.
Eladio è pienamente inserito in questo fermento culturale ed essendo molto amico dei figli del pittore Augusto ed Olimpia7 Torres, ne frequenta la casa e ne diviene amico, “ come può esserlo un giovane con un vecchio. Io parlavo molto con lui, a
casa sua, conversando fino all’alba. Era un grande conversatore, che aiutava molto a ragionare sulla scala di valori che ognuno ha della vita.” Quando parlava della sua arte, la descriveva come la “rivelazione del mistero del mondo”. Partecipa al gruppo intellettuale Teseo che si riuniva al caffè Tupì Nambà. Conosce e frequenta la casa di Maria Esther de Càceres8 ed è in questo clima che si manifesta in lui l’adesione convinta al cattolicesimo, in una forma molto vicina alla teologia della liberazione9. Il nipote Rafael Dieste sostiene che l’influenza principale in questa adesione, sia stata quella dello zio Enrique10 e di un sacerdote, di cui non ricorda il nome11. Sono gli anni della formazione per Eladio e per quelli che verranno poi chiamati la "generación del 45", in prevalenza letterati ed artisti, ma anche tecnici ed ingegneri che diverranno poi i docenti che porteranno la facoltà d'ingegneria ad essere un centro d'eccellenza di primo livello. In questa fucina si formarono Eladio Dieste ed anche Eugenio Montañez, una generazione di ingegneri affascinata dall'intelligenza ed anche un poco antifemminista, dove l'unica donna “intelligente” era la "polacca" Delia Maggiolo sorella di Oscar e sposata con Siegmund Gerszonowicz, un professore simbolo di questa generazione. Si laurea ingegnere civile nel 1943, quando già ricopriva un ruolo di assistente di cattedra. Nel 1944, da poco laureato, presenta domanda per un posto di professore supplente resosi disponibile, nella cattedra di Meccanica generale. Foto di ED in campeggio 1941 (catalogo mostra Eladio Dieste 1943-1996) 7
Olimpia Torres(1911-2007) figlia del pittore J.Torres Garcia e moglie dello scultore Eduardo Yepes (1909-1978)
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Maria Esther de Càceres (Montevideo1903-1971) da giovane si interessò al pensiero anarchico e militò in formazioni comuniste, per poi avvicinarsi al pensiero del filosofo francese Jacques Maritain che conobbe in un viaggio in Francia. Si laurea in Medicina nel 1929, anno in cui pubblica il suo primo libro di poesie. Sposa Alfredo Càceres medico psichiatra e la loro casa diviene un cenacolo in cui si mescola la lettura del vangelo, con le discussioni sull’arte e sul socialismo. Grande amica di J.Torres Garcia, alla morte ne fonda e dirige il museo. Nel 1962 viene nominata aggregata all’ambasciata di Washington. Muore nel 1971 durante in viaggio in Galizia, nella casa di Rafael Dieste. 9
La teologia della liberazione assume come punto di partenza la situazione degli oppressi. E’ quel che si definisce un "luogo teologico", cioè una prospettiva a partire dalla quale si costruisce il discorso su Dio. Un Dio d’amore non può esistere con l’ingiustizia, lo sfruttamento, la guerra. In America Latina, dove la teologia della liberazione è nata, la situazione è quella dell’oppressione sociale. Si tratta di analizzare e di spiegare i fenomeni sociali latinoamericani alla luce della situazione periferica del continente, di fronte a un capitalismo centrale, situato soprattutto negli Stati Uniti. La teologia della liberazione si basava su questa forma di analisi per costruire il proprio percorso. La povertà, la miseria, l’oppressione in America Latina non potevano venir staccate da un contesto più vasto, le cui logiche si situavano nel rapporto fra centro e periferia. Lo spirito del Vangelo va in questo senso, Gesù ha fatto un’opzione assai precisa in favore dei poveri e contro tutti i poteri che opprimono. E’ dunque possibile che un percorso teologico cristiano prenda una strada contraria, consciamente o meno? E’ questo il punto di partenza della teologia della liberazione. (La teologia della liberazione in America latina -François Houtart).
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I tre zii paterni hanno avuto un ruolo importante nella formazione di Eladio. Enrique, Rafael ed Eduardo erano intellettuali di formazione liberale ed in misura più o meno profonda, cattolici. Enrique in particolare, come l’amica Esther de Caceres, avrà un lungo travaglio spirituale che lo porterà ad aderire all’umanismo cristiano di Jacques Maritain. 11 Testimonianza fornitami da Sofia Garcia Cabeza dell’Archivio de la prensa, dell’università de la Republica di Montevideo
Ancora studente conosce onosce León Friedheim, arrivato a Montevideo il 13 giugno 1937 con la moglie Marta Ütke e le due figlie Elisabeth Emma Johanna (1922-2004) (1922 e Dorothea (1923). Leon ebreo e Marta ariana pura, entrambi anti nazisti accesi. Eladio si innamora di Elisabeth (1922 -2004) e la sposa il 9 dicembre 1945, dopo che si è convertita. León non parteciperà al matrimonio, ma anni dopo si dovrà ricredere delle qualità del genero. La coppia avrà dodici figli12. Inizialmente risiedono in un appartamento in calle Mediterráneo per poi stabilirsi nella casa propria a Punta Gorda, Gorda che costruirà tra il 1959 ed il 1963 sperimentando le volte autoportanti di ceramica armata.
La carriera Universitaria Eladio Dieste ha svolto una continua attività come docente, presso la Facoltà d’Ingegneria dell’Università Statale a Montevideo, senza però dedicarsi completamente all’insegnamento. La sua materia è stata Mecánica Generale, per la quale è stato incaricato professore supplente il 20 marzo 1944. Incarico poi prorogato periodicamente, con qualche variazione per corsi di cemento Armato e di Ponti e Grandi Strutture, fino al marzo 1986.
I primi lavori
Dieste comincia la sua attività già durante gli studi universitari, presso la Oficina Técnica de la Dirección de Arquitectura del Ministerio Ministerio de Obras Públicas.
[...] e lì ho avuto l'opportunità di confrontarmi quotidianamente con architetti. La necessità di analizzare e discutere con loro i problemi, cercando di risolverli nel modo più appropriato, e la ricerca, allo stesso tempo, di interpretare il loro linguaggio - quello che volevano dire, quali le loro esigenze - è stata una cosa che mi ha aiutato molto. Ho avuto modo di familiarizzare con il loro modo di pensare, a me interessava profondamente per specifiche questioni di forma architettonica, architettonica, di dettagli. L'architettura mi ha sempre interessato molto e questa esperienza mi ha permesso di applicare questo interesse. Quando poco dopo ho iniziato a lavorare per una società danese, ed a progettare le mie prime opere, avevo raggiunto una un consapevolezza profonda rispetto alla forma, circa l'aspetto formale delle cose [...]. 13 12 13
Uno morto appena nato e poi: Juan, Esteban,Eduardo, Antonio, Marta, Teresa, Bernardo, Pedro, Tomás, Inés, Isabel Una estética de la ética. Buenos Aires, 1988. Summa, n. 247, pp. 23-32, 23 1988, intervista a Alberto Petrina.
L’impresa a cui si riferisce è la Christiani e Nielsen, in cui comincia a lavorare nel 1945, dietro presentazione di Antonio Gomprone, il cui cognato Haakon Semeleng, era direttore della sede di Montevideo. Vi rimane per tre anni in cui si fa esperienza in coperture con volte di calcestruzzo armato. Tra queste lo stabilimento della ditta MAUSA per la tessitura del cotone e nel 1948 quella per la ditta IPUSA che lavora la carta. In questo periodo (1945), fu chiamato dall'arch. Antonio Bonet (1913-1989) esiliato dalla Spagna a collaborare al progetto della casa Berlinghieri a Portezuelo (Maldonado) dove realizza le prime volte in “cerámica armada”. Bonet non era rimasto soddisfatto del “calculista” che aveva conosciuto per la casa Martinez a Buenos Aires ed una volta trasferitosi a Montevideo, sia l’arch. Garcia Pardo che Antonio Torres (1913-1990) figlio di Joaquin, gli presentarono il giovane ingegnere uruguaiano Eladio Dieste, che lo convince a costruire le volte di copertura, non in cemento armato come fatto a Buenos Aires, ma con mattoni posati in foglio, sul tipo delle bovedas tabicadas di origine catalana ma molto diverse per caratteristiche e per la presenza dell’armatura metallica, che ne espande a dismisura le potenzialità.
Su questo lavoro Dieste pubblicherà il suo primo articolo “Bóveda nervada de ladrillo de “espejo” sulla Revista de Ingeniería, nel settembre 1947. Nel 1948 entra a lavorare come ingegnere direttore nell’impresa di fondazioni Viermond S.A.14, dove rimarrà per dieci anni. Non si è a conoscenza del rapporto personale e di lavoro fra Dieste e Leonel Viera, ma è probabile che l'abilità e l’audacia, sia nel progetto che nell’esecuzione di strutture di Viera, abbia influenzato il giovane Dieste. Il lavoro presso la Viermond, una delle più grandi imprese di fondazioni della nazione, gli permette di acquisire una vasta esperienza nell'analisi delle caratteristiche del terreno, aspetto importantissimo nella progettazione e calcolo di fondazioni di grandi strutture. Nell’azienda ha dovuto progettare e costruire macchine speciali per eseguire compiti specifici, dal momento che era molto problematico farle arrivare dall’estero; questa esperienza gli sarà di grande aiuto nel futuro per la costruzione delle apparecchiature per la precompressione delle volte autoportanti. 14
Vedi “Leonel Viera, vida y obras” di Fausto Giovannardi, disponibile in rete o da richiedere all’autore.
I primi passi della Dieste y Montañez A partire dal 1954, pur continuando il lavoro nella Viermond, dove rimane ancora per quattro anni, incomincia a lavorare, con l’amico e compagno di studi Eugenio Montañez, dando vita alla Dieste y Montañez, studio tecnico ed impresa di costruzioni. L’esperienza e le conoscenze acquisite nel lavoro presso la Direzione d’Architettura, nella Christiani & Nielsen e nella Viermond, favoriscono il lavoro del neonato studio Dieste y Montañez. Per la Viermond è incaricato dell’esecuzione delle opere di fondazione dell’edificio Gilpe (1955) dell’arch. Luis García Pardo15 (1910-2006). Da questa conoscenza e collaborazione nascono i successivi incarichi per gli edifici El Pilar (1957) e Positano (1959)16. Nel 1955 l’azienda petrolifera statale ANCAP manda in gara la costruzione di capannoni, nella raffineria di petrolio nel quartiere Capurro, nella baia di Montevideo. I due giovani ingegneri Dieste e Montañez, partecipano e vincono la gara sia per il prezzo che per il tempo proposto per l’esecuzione.
L'edificio è risolto attraverso portali in cemento armato lunghi 40 metri, del peso di 40 tonnellate, ad interasse di 8 m. Questi portali sono costruiti a terra e posizionati verticalmente per mezzo di un sistema di apparecchi ideato da Dieste. Su questi portali sono appoggiate volte cilindriche di copertura di laterizio armato di 8 m di luce, inclinate a shed. Questo sistema di costruzione è risultato più economico e veloce rispetto ai sistemi costruttivi tradizionali.
15 Luis García Pardo (1910-2006) è stato uno degli architetti più innovativi di questo periodo in Uruguay introducendo i concetti formali e spaziali dell'architettura moderna internazionale in edifici di alta qualità architettonico. La sua produzione ed i suoi interessi hanno spaziato dal progetto architettonico a tutte le scale, alla ricerca nel campo delle tecniche costruttive, alle arti plastiche e lo studio di varie discipline scientifiche. 16 Vedi scheda nel regesto delle opere.
Dopo 8 anni nni Eladio Dieste torna ad applicare, applicare a più grande scala, la “cerámica armada” sperimentata nella casa Berlingieri. Sulla stessa tipologia costruirono ostruirono anche il deposito Frugoni a Montevideo: 22 metri di luce di 3.500 mq coperti, oggi sede della concessionaria volkwagen Julio César Lestido, S.A.
E’ di questo periodo anche la chiesa di San Carlos Borromeo y Nuestra Señora de la Asunción, al Prado in Montevideo, il cui progetto architettonico è dell’amico architetto Juan Pablo Terra17 e lo studio dell’acustica di Luis García Pardo. Le strutture sono un insieme di gusci di calcestruzzo armato dal profilo di paraboloide.
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Juan Pablo Terra, nato a Montevideo il 3/09/1924, formatosi alla scuola di pensiero cristiano sociale (Economia (Economia e Umanesimo) Umanesimo di padre Louis Joseph Lebret,, si laurea in architettura nel 1950. Considerato il pioniere della sociologia in Uruguay, disciplina che insegnerà nella facoltà fac di Architettura. Nel 1957 fu tra i fondatori del Centro Latinoamericano de Economía Humana (CLAEH). Molteplici i suoi studi e scritti sopra i problemi delle abitazioni, l’habitat, l’educazione e l’infanzia e le politiche sociali. Consulente di molte istituzioni (ONU UNICEF CIDE CEPAL) dal 1940 s’impegna attivamente in politica, prima nella Unión Cívica e poi nel Partito della democrazia Cristina di cui è stato dirigente e deputato depu dal 1967 al 1972 e poi senatore fino al colpo di stato del giugno 1973. È stato tra i promotori della formazione del Frente Amplio nel 1971. In questo clima rientra anche la candidatura del suo amico Eladio Dieste per il Comune di Artigas nel Frente Amplio. Muore a Montevideo il 13 /09/1991
Sempre nel 1956 costruiscono scono la prima copertura con volte in cerámica cer armata, per il deposito delle bobine di carta del quotidiano El Pais tra la Rambla e Paraguai. Oggi demolita. L'edificio era costituito da due volte gemelle di 22 m di luce, sostenute da pilastri distribuiti ogni 12 m. Una superficie superfic e coperta di 2.200 m². Lo scarico scari delle volte sui pilastri avveniva per mezzo di archi che formavano forma no lucernari sulla sommità dei pilastri, che collaborano all'illuminazione naturale degli ambienti.
Foto da Revista Construcción onstrucción nº 07 Cámara de la Construcción del Uruguay febrero, marzo marzo y abril 2009
Nel 1957, come Dieste y Montañez realizzano quattro silos da grano, per il Banco de la Republica nelle località di Cardona, Tarariras, Palmita e Suarez, Suarez con volte a doppia curvatura. Ciascuno si area coperta: 1500 mq, Luce: 28 m.
Del 1957 è la costruzione della Fabbrica per l’azienda tessile A.Young, oggi fabbrica di dolci “Punta Ballena”, Ballena” in cui compaiono lucernari.
Originale, sempre nello stesso anno, la stazione di servizio nel barrio Carrasco all’incrocio tra l’avenida A. Arocena e Cooper, con una volta a doppia curvatura di 22 metri di luce sostenuta da un solo pilastro ad ogni lato.
Nel 1958 Eladio Dieste lascia la Viermond per entrare a tempo pieno nella Dieste y MontaĂąez.
Dieste Y Moñtanez S.A. Nel 1954 ha inizio l’attività dell'azienda che evoca ancora il suo nome e quello del suo stretto collaboratore e compagno di studi, Eugenio Montañez, che si occupava di calcoli e soprattutto dell'amministrazione.. La Dieste y Montañez era impegnata in due attività principali: le fondazioni su pali e la realizzazione di strutture (poi in ceramica armata). La prima sede è all’ultimo piano di un palazzo all'angolo tra la avenida 18 de Julio 2251 e Acevedo Díaz, a Montevideo, dove una parte è occupata dagli architetti Justino Serralta e Carlos Clemot, già allievi di Le Corbusier. Dieste & Montañez + Clémot e Serralta, costituiranno di fatto una società per non meno di 17 anni, condividendo prima il piccolo studio e poi due appartamenti al primo e terzo piano dello stesso edificio. In quello al primo piano gli uffici della società di costruzioni Dieste & Montañez. La vita di Justino Telésforo Serralta Pérez (1919-1986) e di Carlos Clémot (1922-1971) è segnata dal viaggio che nel 1947 li portò, con altri studenti della Facoltà di Architettura di Montevideo, in Europa ed ovviamente a Parigi all’atelier di Le Corbusier. I due giovani vi rimasero a lavorare per quattro anni. Al rientro in Uruguay, nel 1951 avviarono uno studio professionale. Serralta intraprese anche la carriera universitaria, fino al 1974, quando a causa del golpe militare, emigrò in Francia senza fare più ritorno. Carlos Clémot morì nel 1971 in un incidente automobilistico in cui furono coinvolti anche sua moglie e Serralta. Le loro opere principali sono: 1955 Edificio Maspons, in Av. Uruguay y Andes, Montevideo 1955 Capannone GEMCO, Montevideo 1958 Colegio La Mennais, Montevideo 1959 Hogar Estudiantil Universitario, Montevideo 1960 Edificio di appartamenti per Adolf Lussich, Punta Ballena 1960 Casa Acosta y Lara a el Prado, Montevideo Il primo importante lavoro di Serralta e Clémot è un edificio residenziale a Montevideo (Maspons - 1955) di cui non è noto se vi sia stata la collaborazione con Dieste e Montañez. Certa è invece la collaborazione nel progetto per la GEMCO (General Machinery Co.), una ditta d’importazione di macchinari pesanti (Caterpillar) per l’industria.18 A progetto eseguito le mutate condizioni della proprietà non ne renderanno possibile l’esecuzione. In quegli anni Dieste era presidente dell'associazione genitori del collegio La Mennais, dove studiavano i suoi figli. Necessitava una nuova sede e tra il 1958 ed il 1963 si svolge il progetto e la costruzione del collegio La Mennais per gli 18
Vedi scheda nel regesto delle opere.
Hermanos Menesianos, il tutto sotto la direzione di Eladio Dieste con la parte architettonica seguita dagli architetti Serralta e Clémot. Il 13 novembre 1960 vi è la posa della prima pietra. Il 26 maggio 1963 le opere sono concluse e si tiene l’inaugurazione del nuovo Colegio la Mennais.
Del 1959 è invece il concorso vinto da Justino Serralta y Carlos Clémot per la La residenza Universitaria per la Universidad de la República de Uruguay, in cui tutte le strutture, in cemento armato, sono progettate da Dieste e Montañez. La progettazione esecutiva ebbe un iter travagliato e si protrasse fino a 1965, quando cominciarono i lavori, che si fermarono nel 1970 a strutture ultimate, lasciando uno scheletro abbandonato fino al 1991, quando fu completato ad uso della Facoltà di Scienze. Il grande edificio della palestra, con una copertura plissettata di sottili lastre di cemento armato, è ancora in cerca di un utilizzo. Del 1960 sono il progetto, mai realizzato, di un enorme edificio destinato a 158 appartamenti di vacanza, per Adolfo Alonso Lussich a Punta Ballena, sul principo delle unité d’habitation di Le Corbusie, ed il piccolo intervento della soletta parasole in cerámica armada nella villa per Acosta y Lara che Serralta stava costruendo al Prado, Montevideo.
Dopo la collaborazione per la Chiesa di San Carlos Borromeo y Nuestra Señora de la Asunción,, dell’architetto Juan Pablo Terra, l’arch. Luis Garcià Pardo progetta nel 1960 la chiesa parrocchiale di Santa Maria Madre de la Iglesia Y San Juan Bosco, nella la Parroquia de Colón a Montevideo. Il progetto delle strutture è di Eladio Dieste con la volta in cerámica armada. La costruzione avviene a partire dal 1962 e l’inaugurazione l’inaugurazione nel 1967.
... se inventano loro, poi comandano loro.
Eladio Dieste, forte di un’ottima preparazione tecnico scientifica, si trova a lavorare in un paese senza risorse naturali, dove tutto deve essere importato, anche il legname, ed in cui le uniche risorse sono la mano d’opera e la terra. La scelta che lui fa, forte dei suoi convincimenti etico religiosi, è quella di un riscatto della realtà locale rispetto al dominio del colonialismo americano, che traduce nel detto: se inventano loro, poi comandano loro. Ecco quindi l’impegno a lavorare con il laterizio, impiegandolo in forme tali da poterlo sfruttare al massimo in concorrenza con il calcestruzzo armato e l’acciaio, per i quali avrebbe dovuto far ricorso all’importazione. E’ una sfida difficile, ma non impossibile per il giovane ingegnere, che inizia ad usare forme in cui prevale la compressione e quindi ottimali per il laterizio e, con l’uso del poco ferro necessario per contrastare le trazioni, realizza ardite strutture con forme ondulate, nelle quali non la massa, ma la forma, conducono gli sforzi ai punti di scarico e che gli permettono di superare grandi luci, anche di 50 metri con solo 12 cm di spessore. Il laterizio armato (cerámica armada): una tecnica semplice ed insieme fantastica che permette di usare poco legno per le casseforme, che sono ripetitive e che si tolgono dopo poche ore dal getto e si spostano per quello successivo. Laterizi di piccole dimensioni, facilmente spostabili senza bisogno di grossi camions e maneggiabili in cantiere anche da personale non specializzato. Posa che non necessita di una estrema precisione, per la presenza di giunti che accettano tolleranze notevoli. Ed un grande amore per il cantiere e per il lavoro, con un rapporto intenso e fraterno con i suoi muratori, tra cui fa piacere ricordare la figura del capomastro Vittorio Vergalito19, originario di Campobasso, emigrato nei primi anni ’50, la cui foto, che lo ritrae impegnato nella costruzione del muro inclinato della Iglesia di Atlantida, è oramai diventata sinonimo dell’opera di Dieste. Padre Juan Pedro Villanueva della chiesa di Durazno, ricorda che il capomastro era “un italiano, piccolino, vigoroso, un capocantiere straordinario, brillante e grande lavoratore.”
I lavori sono in prevalenza capannoni industriali che vengono coperti con volte a doppia curvatura gaussiana, con o senza lucernari. Nel 1959 sono stati costruiti i parcheggi per il Banco de Seguros del Estado, con volte di 35 m di luce. Nell'edificio sono stati utilizzati, per la prima volta, volte a doppia curvatura discontinua. Più tardi, nel 1960, costruiscono la fabbrica TEM a Montevideo con 43 m di luce. Questa dimensione sarà successivamente superata con la costruzione dei capannoni per Capputo nel 1972 a Salto, con 46,50 m di luce, e la ristrutturazione del Padiglione Julio Herrera e Obes nel porto di Montevideo del 1979, con luce 50 m. 19
Giuseppe Vittorio Vergalito, nato 11/04/1927 a Fossalto (CB). Figlio di contadini, con 5 fratelli maschi. Emigrato in Uruguay nel 1961, sposato nel 1972, ha una figlia.
Un ruolo particolare lo riveste la chiesa di Atlantida, per la quale Dieste è stato contattato dal donatore già dal 1952 e che verrà costruita tra il 1958 ed il 1960, in cui le pareti ondulate costituiscono una tipologia strutturale originale. Appena costruita la chiesa, fu pubblicato un primo articolo di Dieste "Iglesia en Montevideo"su INFORME DE INGENIERÍA n. 127 gen. 1961 dell'Istituto Eduardo Torroja di Madrid. E fu un successo, perché in tutta l'America Latina gli architetti cominciarono ad usare il laterizio. Subito dopo realizza il progetto della Iglesia de Nuestra Senora de Lourdes in Malvin, rimasta incompleta.
Tra il 1958 ed il 1959 Eladio realizza la sua casa famigliare di Punta Gorda a Mar Antártico 1227, Montevideo. La costruì un anno dopo, aiutato, come disegnatore da uno studente di architettura ecuadoriano, Fausto Banderas Vela.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo nel 1960, quando ero studente del quarto anno nella Facoltà di Architettura a Montevideo. Ricordo che dopo aver collaborato nel disegno di alcuni concorsi d’architettura, con il mio maestro, l’arch. Justino Serralta ex collaboratore di Le Corbusier, che aveva il suo studio professionale con l’arch. Carlos Clemont, mi chiamò un giorno e mi disse: “Dieste necessita di un disegnatore … perché non ti presenti per vedere se ti prende?”. Già allora l’impresa di calcolo e costruzione Dieste & Montañez era un ufficio importante, che si dedicava principalmente a risolvere problemi che riguardavano “ strutture difficili”. Era al terzo piano dello stesso edificio dov’era lo studio di Serralta e Clemont, all’angolo della Avenida 18 de julio e Juan Paulier, e qui, in una specie di pent-house, in due ambienti, lavorava Eladio Dieste con un collaboratore, a quel tempo uno molto giovane, l’ing. Raúl Romero. In questo ufficio installò un tavolo da disegno, perché lo aiutassi mettendo il bella copia i piani d’ingegneria ed i disegni di architettura che lui faceva a mano libera. Ricordo che il primo disegno di architettura che feci per Dieste fu quello della scala del campanile della chiesa di Atlantida. Dopo disegnai tutte le piante della sua casa di “Punta Gorda” a Montevideo, e mentre la stava costruendo lo accompagnai varie volte a visitare i lavori. Feci poi una prospettiva interna per una chiesa nel barrio Malvin, chiesa della quale si costruì solo l’abside. Allora le prospettive si facevano “ a metodo” e manualmente. Voi potete immaginare la difficoltà nel disegnare, con questa tecnica, una copertura costituita da volte gaussiane. Mi ci vollero tre mesi di lavoro continuo nell’orario libero dallo studio in Facoltà. Dieste parlava delle cose complesse con una semplicità straordinaria, non per falsa modestia, ma per la sua solida cultura generale, con un enorme rispetto e delicatezza nei confronti dell’arte e della letteratura, così come dell’architettura. Arch. Fausto Banderas Vela Sobre el Ing. Eladio Dieste Edificar, Revista de Arquitectura y Construcción n. 44 mag-giu 2005 - Montevideo UY Nel 1961, Alberto Gallinal Heber (1909-1994), noto avvocato, politico, produttore rurale d'avanguardia e filantropo, Presidente della Commissione del Bicentenario della nascita di José Gervasio Artigas, intenzionato allo sviluppo delle scuole rurali e del lavoro dei maestri che vi insegnavano, colse l’occasione per dare corpo ad un grande programma di costruzione di scuole rurali, chiedendo il contributo progettuale di Dieste. Il progetto che Dieste ha donato alla Commissione era un edificio in muratura di mattoni con copertura a volte autoportanti. Un progetto semplice con una o due aule, l'appartamento con la camera, il bagno e la cucina per l'insegnante che, con minime variazioni, poteva essere adattato a molti luoghi. Il periodo è contemporaneo alla casa dell'ingegnere e della sua famiglia, che utilizza le stesse risorse minime. Per costruire questi edifici furono formati alcuni muratori, i quali a loro volta hanno poi insegnato ad altri. Le scuole erano costruite su terreni donati dagli agricoltori e con il lavoro anche dei genitori dei bambini e
dei vicini. Sono stati usati mattoni di campo, spesso realizzati a piè d'opera, con argilla, stampi di legno e forni a legna. Tra il 1961 e il 1972 sono stati costruiti nelle campagne, in prevalenza del Dep.to D di Florida, più di duecento di queste scuole. La stragrande maggioranza di loro, caratteristiche e riconoscibili da lontano, sono ancora in funzione. Alcune sono stati chiuse per la scarsità di popolazione ed e hanno assunto altri usi.
1971) che la Dieste y Montañez sviluppa completamente E’ in questo periodo (1958-1971 la tecnica della ceramica armada, prima in forma sperimentale e poi, poi dopo l'approfondimento teorico, portandola al ruolo di nuova maniera costruttiva. Oltre alle volte gaussiane ssiane prendono forma anche le volte autoportanti, i silos orizzontali, i serbatoi e le torri e l’unica copertura a cono del parador di Ayui. Ayui
Insieme alle pareti ondulate che troviamo nella chiesa di Atlantida e poi nel Market di Montevideo, molti anni dopo, meritano attenzione le coperture plissettate, il cui primo esempio lo abbiamo nella piccola casa di vacanze di Dieste, nel balneario La Pedrera, che è il risultato di una ristrutturazione realizzata nel 1967, di una casa esistente. Come con la sua casa di Punta Gorda, anche questa serve per sperimentare le lastre plissettate di ceramica armata. In questo caso un’unica lastra dello spessore di 5,5 cm di laterizio e 2 cm di soletta impermeabilizzante.
Prima di questo, Dieste ha svolto a Montevideo almeno un lavoro con lastre piegate di calcestruzzo, nella costruzione della palestra per la casa dello studente. La padronanza concettuale di questi strutture e la loro applicazione in cemento armato gli hanno fornito parte della conoscenza necessaria allo sviluppo della teoria sulla costruzione di lamine piegate in ceramica armata, che troveranno la concretizzazione nella chiesa di San Pedro a Durazno, nel 1967.
È un periodo d’intenso lavoro per la Dieste & Montañez S.A. che la porterà a costruire molto, soprattutto edifici funzionali “minori”, come depositi, fabbriche, tutte di costo modesto, ma che loro elevano a monumenti di eleganza ed economicità.
“Non è di troppo il dire che abbiamo realizzato le opere per ragioni crudamente economiche, perché erano più economiche. Anche nel caso delle opere più “artistiche”, come le chiese, i costi sono stati irrisori” “ Arquitectura y Construcción”, in Eladio Dieste, La Estructura Cerámica, Bogotá p. 152.
Nel 1968, incaricato dall'Unesco come professore a contratto, tiene conferenze in Paraguay, a Cuba, Panama e Trinidad Tobago. Nel 1971 diventa membro della Academia Nacional de Ingeniería del Uruguay, e successivamente della Academia de Ciencias Exactas, Físicas y Naturales e della Academia de Bellas Artes argentina. Due anni dopo e' uno dei soci fondatori dell'ICLA (Ingenieros Consultores Latinoamericanos). Sempre nel 1971 un piccolo gruppo di cittadini della natia Artiguas, si recarono a Montevideo a casa sua per chiedergli di candidarsi nel Fronte Amplio20. Accettò, dopo essersi consultato anche con il suo amico arch. Juan Pablo Terra, presidente della Democrazia Cristiana, ritenendo inconciliabile la fede cristiana con posizioni che ostacolavano la solidarietà idarietà ed il progresso umano. Questa candidatura gli significò poi la proscrizione come docente e come cittadino nella prolungata notte della dittatura (1973-1985).
Nel 1971 iniziarono alcuni cambiamenti. Da un lato, Dieste fece una breve incursione nella nella attività politica, e d'altra parte, Montañez Monta si stabilì in Brasile e hanno inizio le grandi opere. Due anni dopo inizia la dittatura in Uruguay e finisce il ciclo universitario di Dieste. Dieste ha avuto, in questo periodo buio del paese, un lavoro attivo come consulente nell'opera di presa di Salto Grande, come professore invitato in diverse università e ha continuato a creare nuove opere. Eladio Dieste, Maestro de la l Ingenieria Juan Grompone 1996
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Allora nascente formazione politica che raggruppava i partiti di centro sinistra sin
L’attività in Brasile Intanto prende corpo lo sviluppo dell’attività della Dieste y Montañez in Brasile, a seguito dei contatti con gli architetti brasiliani Carlos Fayet e Claudio Araujo. I due ingegneri, al fine di di poter realizzare il CEASA21 di Porto Alegre, costituiscono la società EDEC: Estruturas de Cerâmica Projetos e Construções Ltda, con l’arch. Alvarez Lay come referente locale. Nel 1974 con l’appalto della CEASA di Rio de Janeiro, Montañez si trasferisce a Rio, seguito prima dall’ing. Mario Santos, poi dall’ing. Raul Romero. Nel 1976 viene costituita la Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda, con Dieste e Montañez come soci. Vi entrano a lavorare gli ingegneri Ariel Valmaggia (1977) che era entrato nell’aprile 1975 nella DyM di Montevideo in sostituzione di Raul Romero, e Mario Santos (1981). Nel settembre 1977 Ariel Valmaggia viene inviato ad aprire la filiale di Porto Alegre. Intanto la EDEC smette di lavorare come impresa e rimane attiva per la consulenza ed i progetti, mentre l’esecuzione delle coperture viene svolta tutta dalla Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda. Nel marzo del 1981 Montañez, per gravi problemi di salute, rientra a Montevideo; poco dopo cessa la sua attività la EDEC ed il 10 agosto viene ufficialmente chiusa anche la Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda. Valmaggia e Romero, per dare continuità ad alcune opere programmate dalla DyM, costituiscono l’impresa Esbratil (Estruturas Brasileras de Tijolos) Construcoes Ltda che rimarrà attiva per pochi anni.
Una frenetica attività In questo periodo l’attività in Uruguay non si ferma, e prosegue pure in Argentina, dove molte sono le opere eseguite con la tecnologia brevettata dalla Dieste y Montañez, con il Brevetto n. 4996 del 3 maggio 1967. Probabilmente nessuna di loro è stata seguita direttamente da Eladio Dieste o da Eugenio Montañez, ma attraverso la TECNOEDIL S.A. dell’arch. Migone e dell’ing. Massa, che pagavano un diritto per l’uso del sistema brevettato.
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Dal 1972 al 1988, il governo federale Brasiliano, attraverso il Cobal – Companhia Brasileira de Alimentos è stato gestore del Sistema Nacional de Centrais de Abastecimento – Sinac. Erano 21 società anonime, Centrais de Abastecimento S/A – Ceasa. Dopo il 1988 il governo federale ha ceduto le attività ai vari stati federali.
Tra il 1971 ed il 1983 a Montevideo sono costruiti il serbatoio dell’acqua del complesso residenziale Malvin Norte, un magazzino per la citricola Caputto, la Pensilina ANCAP, il capannone della Industria Metallurgica COLSA, il deposito Julio Herrera y Obes nel porto, la Palestra e salone poliuso dell’Associazione San Agustin, il Garage Carugatti, le fabbriche Neosul, Francis, Leon Iorio, Juan B. Ferrando, Van Damm e Lordix, lo Studio Televisivo Larrañaga, la Galeria Colorín, i depositi per la Lanera Santa Santa María, l’impresa di costruzioni Alvaro Palenga e la Central Lanera Uruguaya, la piscina coperta del Club Social Y Deportivo Andresito e la palestra del Collegio Santa Maria Hermanos Maristas e della Scuola Don Bosco, il serbatoio per acqua del complesso abitativo America, la Iglesia Fátima ed il Montevideo Shopping Center. Molti i lavori a Salto per la collaborazione con l’arch. Nestor Minutti: lo stabilimento agroindustriale Caputto, la stazione Municipale degli autobus, la stazione di servizio Barbieri ri y Leggire, il posto di ristoro di Ayuí, la fabbrica Refrescos del Norte e la stazione degli autobus e agenzia Turlit.
La stazione tazione di servizio Barbieri y Leggire, Leggire soprannominata “la gaviota” era una struttura speciale appoggiata ad un solo pilastri centrale, centrale, con la copertura ad ali di gabbiano, costruita con la stessa tecnica delle volte autoportanti precompresse. Costruita tra il marzo e dicembre 1976, oggi dismessa e spostata all’ingresso della città, come scultura omaggio a Dieste. Sempre a Salto, il Gimnasio Alberto Bernasconi, un serbatoio dell’acqua, i padiglioni delle Termas del Daymán e il Padiglione sportivo per il Club Remeros, con l’arch. Ambrosoni.
E poi la Palestra Municipale di Durazno e quella di Trinidad, i silos orizzontali di Vergara, Young e Nueva Palmira, lo Stabilimento Agroindustriale Massaro a Canelones, la Fabbrica Arozur nel dipartimento di Treinta y Tres e la fabbrica per la lavorazione del pesce Urupez vicino a Maldonado. Oltre al lavoro nella Dieste y Montañez ed all’insegnamento universitario, a partire dal 1973 inizia una intensa attività di consulenza per la Administración de Ferrocarriles del Estado (AFE), partecipa al gruppo di lavoro misto (UY-AR) per la costruzione della centrale della represa di Salto Grande ed alla commissione incaricata dal governo di valutare il progetto della represa di Palmar sul rio Negro, vicino a Mercedes. Progetta il recupero del ponte sul Toledo lungo la Rota 6.
Ho lavorato anche per la RIONE22, non all’opera di presa, ma alla costruzione della nuova linea ferroviaria. Era un’attività parallela, perché qui è molto difficile indirizzarsi in una sola attività, perché c’è poco lavoro ... lavorai molto anche a Salto Grande. Qui il capo del progetto era l’ing. De Anda ... io fui soprattutto un consulente. Salto Grande è un’opera molto interessante. E una lezione inclusiva dal punto di vista morale, giacché aveva una enorme quantità di gente (quasi mille persone) nessuna delle quali sapeva realmente al dettaglio quello che stava facendo e tutti confluivano al medesimo fine. Per me, per lo meno, fu una grande esperienza. Eladio Dieste in Memorias de una profesión silenciosa. Historia de la Ingeniería en el Uruguay. Ruiz Esther con María Laura Martínez e Marcelo de León Membro de la Academia de Ingenieros del Uruguay. Professore a contratto per UNESCO in due occasioni per cicli di conferenze in diverse università dell’America Latina, sul metodo originale di progetto ed esecuzione di strutture in Cerámica Armada. Tiene conferenze ad invito nelle università di: Buenos Aires, Rosario, Mar del Plata, Córdoba, Tucumán, La Plata, Resistencia e Gualeguaychú, in Argentina; Porto Alegre e San Pablo in Brasile; Bogotá in Colombia; Asunción in Paraguay; Nacional Autónoma y Puebla in México; Antofagasta e Santiago in Chile; La Coruña, Huelva, Sevilla, Málaga, Madrid e Granada in España; Toulouse in Francia; al MIT di Boston e Yale in USA. Tiene corsi su invito delle Associazioni di Ingegneri ed Architetti a Buenos Aires, La Plata e Paraná, Argentina; Porto Alegre, Brasile; Quito, Cuenca e Ambato in Ecuador; Barcelona, Sevilla, Málaga, La Coruña, Huelva, Alcalá e Madrid in España; Toulouse in Francia; Koblenz, Karlsruh, Stoccarda e Darmstad, in Germania.
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RIONE (Comisión Técnica y Financiera de las Obras Hidroeléctricas del Río Negro) per l’opera di presa Rincón del Bonete
Nella sua lunga attività la Dieste & Montañez ha avuto solo due incidenti, nessuno dei due legato alla tecnologia della ceramica armata. Il primo avvenne il 20-01-1978 quando nella fase di spuntellamento, la volta di Refresco del Norte a Salto si deformò per alcuni ferri mancanti nella trave di bordo. Il secondo fu più grave ed avvenne il 25 maggio 1987 nella costruzione del complesso Azucitruz S.A. a Paysandù e lasciò un segno indelebile in Eladio perché vi morirono dei suoi operai. La D&M ricostruì l'opera e fece causa alla ANCAP che aveva fornito un calcestruzzo di caratteristiche inferiori a quelle richieste, come risultò dal verdetto del tribunale. Il denaro del giudizio fu destinato dalla D&M alle famiglie degli operai morti.
Il 25 maggio 1987 si è verificato, in uno dei nostri cantieri, a Paysandú, Uruguay, un tragico incidente nel quale morirono: Juan Pintos, Capocantiere Walter López, Muratore Amado Aranda, Muratore Carlos Gerardo, Carpentiere Juan Ramón Vergara, Macchinista A loro dedico quanto ci può essere di personale in questo libro E. Dieste Eladio Dieste La estructura cerámica Universidad de los Andes (Colombia), University of Miami (USA) Editor Galaor Carbonell Bogota : Escala, 1987
Gli anni finali Eladio Dieste era un uomo d’opera. Durante un sopralluogo ad un cantiere, cadde scivolando all’interno della concavità di una volta, riportando una grave lesione alla parte bassa della colonna vertebrale. Un brutto incidente che gli portò progressivamente dei problemi al sistema nervoso con difficoltà d’equilibrio. Corse il rischio di finire su una sedia a rotelle, e per muoversi ha avuto, da allora, sempre bisogno del bastone. Intanto anche in Uruguay soffiano altri venti, più frivoli. Dal Nord del continente americano, da cui giungono da sempre gli oggetti industriali di uso quotidiano, arrivano ora anche le mode di effimere dell’architettura usa e getta, e Dieste deve cercarsi commissioni lontano da casa. Ad inizio degli anni ’90 viene contattato dagli architetti spagnoli Carlos Clemente e Juan de Dios de la Hoz, e si rende disponibile a portare la sua tecnica di costruzione in Spagna, dove vengono realizzate alcune chiese in provincia di Madrid ad Alcalà de Henares. Ma queste ultime opere, compreso lo shopping center di Montevideo, in cui non ha il controllo completo del lavoro (progetto, struttura, costruzione), finiscono per risultare un’architettura di maniera. Intanto arrivano numerosi riconoscimenti per il suo lavoro e riceve premi prestigiosi in Europa e in America. Nel 1990 gli vengono assegnati il Premio della Bienal de Arquitectura di Quito, in Ecuador, ed il Premio Gabriela Mistral dell'OEA (Organización de Estados Americanos). L'anno successivo riceve il Premio América della Asociación Panamericana de Arquitectos, a Santiago del Cile. La sua opera viene scoperta a livello internazionale a partire dal 1991, grazie ai lavori del prof. Karl Ludwig Diehl allora docente presso la Facoltà di Architettura a Montevideo. Un suo primo articolo esce tra il 1990 ed il 1991: Revista Ziegelindustrie International No. 6, 1990 e No. 9, 1991, Berlíno "Eladio Dieste Revolution im Ziegelbau". Karl Ludwig Diehl. A cui fa seguito la presentazione al 9th IM2BAC (International Brick/Block Masonry Conference) a Berlino, della memoria: Latin American architecture in brickwork as the expression of ·an independent movement and an attempt to distinguish it from the architecture of the highly industrialized countries. Karl Ludwig Diehl Universidad Nacional, Facoltà di Architettura, Montevideo – Uruguay Oltre a quella dello stesso Eladio Dieste: Reinforced Brick Structures Eladio Dieste Carlos Roxlo 1606 – Montevideo Uruguay
Seguono poi numerosi articoli su importanti riviste: "Chiesa in Uruguay". Fulvio Irace. Abitare No. 296, maggio 1991 Italia " Eladio Dieste. Bauten mit bewehrten Ziegelschalen” Ziegelindustrie International No.10, 1991, Berlino "La unidad recuperada: Eladio Dieste,formas y técnicas". Marina Waisman. Arquitectura Viva No.18, mag/giu 1991, Madrid "Eladio Dieste" Lorenzo Garabelli. Tendances de L'Architecture Contemporaine. Amérique latine: Architecture 1965-1990 - Editions du Moniteur, 1991, París, Francia "Some Reflections on Architecture and Construction". PERSPECTA 27, University of Yale, 1992, USA "Bewehrt und eigenwillig. Der Ziegelbau des Eladio Dieste in Uruguay". Karl Ludwig Diehl. Bauwelt No.11, marzo 1992, Germania "Die bewehrten Ziegelschalen von Eladio Dieste". Karl Ludwig Diehl. Bautechnik No. 6, junio 1992, Berlín, Alemania Articoli che fanno grande impressione per l’uso innovativo di un materiale, il mattone, e di una tecnica che gli ingegneri dell’occidente, hanno da tempo abbandonato, credendola esaurita davanti alle possibilità offerte dal cemento armato. Tra il 1992 e il 1993 viene tra l'altro nominato professore ad honorem della Facolta' di Architettura di Montevideo e di Buenos Aires e dottore honoris causa dalla Universidad de la República Oriental del Uruguay. E' del 1994 il premio Vitruvio Arquitectura Latinoamericana, a Buenos Aires, mentre nel 1996 ottiene la Medaglia d'Oro nella Federación Panamericana de Asociaciones de Arquitectos, a Santiago del Cile, e il Premio Nacional a la Labor Intelectual del Ministerio de Educación y Cultura, a San José, in Uruguay. Nel 1997 riceve il premio della fondazione Lolita Rubial, Minas, Departamento de Lavalleja (Uruguay). In quello stesso anno viene inaugurata la mostra 'L'Art de l'Ingenieur: Constructeur, Entrepreneur, Inventeur' al Centre Georges Pompidou di Parigi. Nel 1998 e' premiato alla prima Bienal Iberoamericana di Alcalá de Henares, in Spagna, e dalla Asociación de Ingenieros Estructurales di Buenos Aires.
Foto Oscar Bonilla - Brecha
L’incidente alla colonna vertebrale gli porta progressivi problemi al sistema nervoso, tant’è che negli ultimi anni di vita non può più scrivere, se non a macchina e firmando con mano tremante. Muore a Montevideo il 19 luglio del 2000. L’anno dopo muore anche Eugenio Montañez. La società da loro creata è ancora attiva. Nella seduta del 1 agosto 2000 la Camara de Senadores della Republica Oriental del Uruguay, gli ha reso omaggio alla memoria, in seduta pubblica alla presenza dei famigliari. Nel dicembre 2000 la Universidad de Montevideo (privata) gli conferisce il titolo di dottore honoris causa. Nel 2003 viene insignito alla memoria del premio internazionale di architettura 'Belgian Building Awards'.
Il 3 ottobre 2006 l’Uruguay ha dedicato la giornata del patrimonio Culturale della Nazione a Eladio Dieste. La città natale di Artigas gli ha intitolato una strada. Numerose le mostre in tutto il mondo, e le ricorrenze per il centenario della nascita.
Mi considero ciò che sono: un ingegnere; di fatto però ho risolto i problemi del costruire in modo tale che gli architetti mi considerano un architetto, ed io mi sento molto onorato. Eladio Dieste
Guillermo Garcia Cruz 2008
Le tipologie costruttive in ceramica armata Le costruzioni degli ingegneri Eladio Dieste ed Eugenio Montañez, sono capannoni per la lavorazione della frutta o della lana, fabbriche, silos per il grano, supermercati, stazioni per autobus e chiese, sparse per tutto l’Uruguay fino all’Argentina ed in Brasile. Ad ognuna di queste opere hanno però saputo conferire un qualcosa d’originale, fatto di invenzioni strutturali intimamente connesse alla forma ed alla economicità dell’opera. Per fare questo hanno usato il mattone ed il laterizio in modo ardito e fantasioso, creando superfici ondulate e di una estrema leggerezza. Il giovane Eladio Dieste (e come lui Eugenio Montañez) si forma in un’epoca turbolenta, in un piccolo paese, fortemente influenzato dalla cultura europea. Conosce la corrente modernista che si sta espandendo in Europa per effetto di Le Corbusier, ma soprattutto impara dalle idee del pittore Joaquin Torres Garcia e dal lavoro iniziale con l’architetto catalano Antoni Bonet, profondo conoscitore di Gaudì. Da tutto questo scopre la bellezza della sua terra, dei suoi uomini e della loro identità autoctona. Eladio Dieste Saint Martín, e' sempre rimasto ancorato al senso del luogo dettato dal suo Paese d'origine: l'Uruguay. ''Un'architettura nazionale - scriveva - deve
tenere in conto le abitudini della nostra gente, il nostro clima, la parte strutturale e la parte costruttiva vincolate alle nostre possibilità', le capacità' dei nostri operai e l'imponderabile espressione della nostra luce e il nostro paesaggio''. In questo senso, la casa costruita a Montevideo tra il '59 e il '63, per se stesso e per la propria famiglia, al di là' di ogni altra considerazione critica, può' considerarsi a tutti gli effetti una sorta di autoritratto architettonico. ”…ma è a partire dal 1953,quando abbiamo iniziato a lavorare con l’ing. Montañez, che si sono affermate ed hanno spiccato il volo.” In questa atmosfera di transizione il giovane ingegnere comincia ad esplorarsi intorno. Desidera creare edifici che siano un prodotto totalmente locale, per gli abitanti del suo paese. E’ così che concepisce l’idea di spazi larghi con molta luce naturale, di rapida ed economica costruzione. Considerata la disponibilità di materiale locale, l’uso del laterizio e della manodopera furono l’ovvia conseguenza per strutture in cui comunque la sua natura d’ingegnere aveva un ruolo fondamentale, nella progettazione e nel calcolo. Ma Eladio non era solamente un ingegnere, era anche un intellettuale umanista che non si accontentava del solo calcolo delle strutture e cercava anche un obbiettivo estetico e sociale. La funzionalità e la produttività non sono il suo fine, bensì lo è l’uomo. Tutta la sua opera è in funzione dell’uomo. Mattone dopo mattone comincia la costruzione ed in questo movimento ripetuto degli operai, si rappresenta la comunione, il cerimoniale delle costruzioni come nelle cattedrali gotiche che tanto lo appassionavano. Nelle sue chiese reinterpreta le cattedrali romaniche, quelle gotiche e forse l’opera di Antonio Gaudì. Ogni pezzo, ogni mattone, ogni uomo sono parte del tutto e la costruzione avviene con la ragione ed il pensiero adattato al suo intorno ed alle possibilità,
comprovando così che un modello esportato e disumanizzato dal proprio contesto, non risponde alla funzione sociale che il suo genio vuole trasmettere.
“La forma è un linguaggio e questo linguaggio deve essere comprensibile; siamo ansiosi di capire e pertanto di esprimerci. Parte del disincanto moderno si deve all’assenza di una chiara espressività, al fatto che le cose ostentano un ermetismo che è la negazione di quello che chiamiamo fraternità, che diamo per supposta e che naturalmente deve essere nelle opere dell’uomo.” Eladio Dieste ha creato opere memorabili, lavori che una volta realizzati, grazie soprattutto al suo intuito strutturale e alla sua grande conoscenza del management del costruire, entrano di diritto nella storia dell'architettura internazionale del '900, come la chiesa del Cristo Obrero, ad Atlántida. Pur operando in un Paese dove le materie prime come acciaio e cemento sono da sempre importate, l'ingegnere elabora e realizza edifici di alta scuola e di importante valore sociale. La sua materia preferita è il laterizio armato, che lavora con una tecnologia innovativa, da lui stesso ideata. Lo plasma e lo arcua con la giusta dose di armatura in ferro, fino ad ottenere forme anche estreme, per conferire a quel materiale una leggerezza impensabile. Nel linguaggio del mattone, egli traduce quello che Le Corbusier aveva intuito nella cappella di Ronchamp sulla colorazione che la luce assume quando rimbalza su una superficie pigmentata: il 'calore del colore' è la caratteristica principale di tutti i suoi edifici. Il laterizio armato è una novità strutturale che è possibile eseguire con attività artigianali, in cui la modalità di posa in opera del mattone fa si che il protagonista strutturale divenga la superficie (pareti volte,etc.) e l’uomo, non come nelle strutture industrializzate in cui predominano le trame piane (nervature, prismi) e le macchine. La scelta del mattone rispetto al calcestruzzo è motivata da una serie di motivi: 1) Elevata resistenza meccanica per un prodotto disponibile anche in tutti i paesi sottosviluppati; 2) Elevata leggerezza 3) Modulo d’elasticità minore del calcestruzzo e quindi maggiore adattabilità alle deformazioni; 4) Durabilità migliore e miglior comportamento agli sbalzi termici; 5) Buon isolamento termico; 6) Buon comportamento acustico; 7) Migliore capacità d’irraggiamento; 8) Costo minore; 9) Lavorazione insita nella tradizione dei muratori; “Queste tecniche… non si basano sull’uso moralmente iniquo di mano d’opera
incompetente e mal retribuita, ma al contrario, su un impiego razionale dello sforzo umano e sul principio di evitare lo spreco di materiale, dietro a cui, in definitiva, vi è anche sforzo umano.”
“Queste soluzioni sottosviluppate, cioè, sono molto adatte ai paesi poveri ma possono anche essere valide nel mondo dello sviluppo, senza che questo significhi che quel mondo dello sviluppo sia per me, come lo vedo, un ideale da imitare.” "… probabilmente quello che chiamiamo rivoluzionario è il riannodare i fili della tradizione. Rivoluzionario è ritrovare la tradizione più profonda. Non solo in quello che ha che fare con l'arte e architettura ma anche in quello che ha a che fare anche con la politica e con le cose che contano di più. Allora, è rivoluzionario il ritrovare delle cose che sono state come perse e che appaiono di nuovo." A partire dalla tecnica del laterizio armato Dieste e Montañez (D&M) hanno sviluppato due tipi di strutture: le volte gaussiane a doppia curvatura, con e senza lucernari, e le volte autoportanti. Tutta l’opera industriale della D&M si articola principalmente tra queste due tipologie, con l’aggiunta di alcuni interventi relativi a Silos orizzontali, Serbatoi e torri, coperture a cono. Il metodo di calcolo studiato da Dieste, parte dalla innovativa teoria della voltatrave, elaborata da H. Lundgren23 alcuni anni prima presso la società Cristiani & Nielsen, per le volte cilindriche in cemento armato, e va oltre sviluppandolo in una forma che gli permette di superare il vincolo che permane ancora in Lundgren, dei timpani o archi d’irrigidimento in corrispondenza degli appoggi delle volte. Le volte di D&M sono a bordo libero. Volte gaussiane Leggerissime volte in mattoni (o pignatte), con direttrice catenaria, per cui il peso proprio produce compressione semplice,24 a forma di campana di Gauss, di spessore 10 cm di laterizio e 2cm di cappa superiore in malta di sabbia e cemento, armata con una rete metallica elettrosaldata a maglia fine. Per aumentare le luci evitando il vero rischio di queste strutture, che è lo svergolamento, Dieste lavora sulla forma ed in particolare in senso longitudinale “ma
l’ondulazione costante su tutto lo sviluppo trasversale non risolve bene il problema perché costringe ad appoggiare la volta su elementi resistenti di larghezza pari all’ampiezza dell’onda più lo spessore della volta, che sono antieconomici e pesanti. Abbiamo risolto queste difficoltà rendendo variabile l’ampiezza dell’onda della volta, da un massimo in corrispondenza della chiave a zero contro gli elementi resistenti di bordo, i quali possono pertanto essere fatti in maniera 23 24
H. Lundgren, Cylindrical Shells vol1, The Danish Technical Press 1951 con compressione derivante dal peso proprio < 30 kg/cmq
economica, di spessore ridotto quanto quello della volta stessa.” Una variante, in cui la sezione longitudinale è a dente di sega, consente di ottenere l’illuminazione dall’alto. Sul cassero mobile si posano i mattoni (le pignatte) e nei giunti, in senso longitudinale e trasversale si posa un’armatura metallica (in genere 2Ø6) con malta di stuccatura. La volta viene poi completata con una cappa di malta di sabbia e cemento armata con una rete elettrosaldata a maglie fini. L’utilizzo di casserature mobili, da loro stessi progettata e costruita, ed il cui disarmo poteva avvenire dopo 3 ore per volte di 15 metri di luce e dopo 14 ore per quelle di 50 metri, perché la volta è composta da laterizi posati in maniera regolare, con giunti di piccola dimensione. Si ottiene una lamina a doppia curvatura: molto rigida per la doppia curvatura la parte deformabile nel breve periodo ( a tempo zero) è circa il 2% del totale. ”I
giunti sono semiarticolazioni che abbassano il modulo di elasticità della volta nel suo insieme.” si può scasserare dopo poche ore ed ogni scasseratura diventa una prova di carico nelle condizioni più sfavorevoli.
“La cappa con la rete permette un efficace controllo delle fessurazioni, dovute al ritiro della malta ed alle variazioni di temperatura, potendosi così eliminare l’impermeabilizzazione.” “Predisporre non soltanto l’armatura trasversale la cui funzione è ovvia, ma anche quella longitudinale di legatura, essenziale al funzionamento del sistema: le differenze di assestamento dovute alla diversa freccia causerebbero delle fessurazioni trasversali che renderebbero inoperante l’ondulazione che ci dà la rigidità necessaria di calcolo, se non ci fosse del ferro che assorbisse le trazioni.” Volte autoportanti Anche per queste volte, Dieste adotta il profilo a catenaria, l’uso di casseri mobili, puntelli solo nelle travi di valle tra due volte ed in quelle laterali, dove gli sbalzi a mensola, contrastano le spinte, attraverso il momento sulla trave. Nessun timpano di chiusura: volte a bordo libero. Se è necessaria la precompressione, vengono posati nella cappa superiore, dei tondini, che partono ed arrivano al centro, dove vengono tirati con un martinetto25 per pinzatura e bloccati in tensione con un cuneo. “noi tiriamo dal mezzo” perché lo spessore minimo della volta non permette la posa di apparecchi di ancoraggio. La precompressione dal centro alza le testate, consentendo ardite soluzioni: sono state fatte 25
Un originale martinetto a pinza, progettato e costruito dalla Dieste & Montanez.
volte con una sola fila di pilastri centrali, con 15 + 15 metri di sbalzo sui due lati. “Questo tipo di copertura è molto flessibile
come elemento architettonica.”
di
composizione
Silos Orizzontali Ne sono stati fatti per contenere fertilizzanti, grano e per il riso. Il prodotto viene immagazzinato in una grande tramoggia triangolare realizzata sotto il livello del terreno e nello spazio creato dal guscio a doppia curvatura, realizzato con cassero mobile, con la struttura ancorata al suolo su pali o su di una trave metallica. “…il
comportamento del guscio è molto buono ed il prezzo dell’opera civile,…, è inferiore a quello dei silos correnti.” “La sollecitazione preponderante è quella della spinta del riso.” Questi silos hanno la forma più economica per coprire quello spazio. Non può sfuggire l’analogia formale con l’hangar di Orly di Eugène Freyssinet del 1923. Serbatoi e torri Le torri per l’acqua o per antenne televisive, realizzate da Eladio Dieste permettono, grazie alla loro tecnica costruttiva, di eliminare le impalcature, risultano pertanto economiche e così traforate richiamano alla mente le torri della Sagrada Familia di Gaudì. Ma lasciamocelo dire dalle parole di ED:
“Un altro esempio delle possibilità del mattone sono i serbatoi, che risultano più economici di quelli in cemento armato, per volumi tra 50 e 300 metri cubi” “la torre è una lamina discontinua in mattoni di 12 cm di spessore.” “Per ragioni statiche (ridurre il taglio che viene trasmesso dalle legature orizzontali) e per eliminare le sgradevoli deformazioni prospettiche delle forme cilindriche, questi serbatoi vengono fatti leggermente tronco-conici. I suoi elementi verticali sono legati da pezzi di laterizio composti da due mattoni di coltello che portano due ferri nel giunto. Nei buchi della torre viene disposto il legname della piattaforma di lavoro, che può venire spostata man mano che si costruisce la torre, per cui non c’è bisogno di alcuna impalcatura. La cupola conica del fondo del serbatoio è di laterizio non armato, con una cappa di sabbia e cemento, armata con rete elettrosaldata. La si costruisce senza impalcatura per anelli successivi che si fanno a sbalzo di mezzo mattone rispetto a quello inferiore.
La spinta viene contrastata da cerchiature d’acciaio saldate all’imposta della cupola.” L’antenna televisiva a Maldonado è alta alt 66 metri.
Coperture a cono La copertura di grandi superfici circolari con un cono, la cui base poggia su colonne metalliche molto snelle, che continua in una veletta a sbalzo dalla superficie del cono, che ”…crea una spinta
verso l’interno, applicata al bordo del cono, che può rendere superflua la cerchiatura… la struttura risulta così auto precompressa.” Il posto di ristoro Parador Ayul è una struttura di una semplicità concettuale stupefacente, che sta insieme per forma ed essendo leggerissima, bastano no i montanti di lamiera degli infissi a sostenerla, ed il blocco dei servizi a controventare il tutto.
Le coperture piegate e le pareti ondulate Tra tutta la tipologia costruttiva della ceramica armata, questa è la meno usata da D&M. Ricordiamo che prima dell'esperienza con lamine piegate in ceramica, D&M hanno svolto a Montevideo, almeno un lavoro con lastre piegate di calcestruzzo, nella costruzione zione della palestra per la casa dello studente del 1960. La padronanza concettuale di questi strutture e la loro applicazione in cemento armato gli hanno fornito parte della conoscenza necessaria allo sviluppo della teoria sulla costruzione di lamine piegate ate in ceramica armata. La lastra piegata è una struttura spaziale che resiste fondamentalmente per forma.
Si conoscono poche applicazioni: il primo esempio è nella piccola casa di vacanze di Dieste, nel balneario La Pedrera, l’apoteosi nella chiesa di San Pedro a Durazno e poi un ritorno nei chioschi di Piazza Republica a Ijui in Brasile. Le pareti ondulate nascono con la chiesa di Atlantida, dove per la loro costruzione fu segnata la linea retta al suolo ed alla giusta altezza la linea formata da parabole alternate, una diritta ed una rovescia, raccordate. Tra queste due direttrici sono stati tesi i fili per gli operai, che seguendo queste linee generatrici, hanno eretto la parete spessa 30 cm, con grande precisione, quasi con la stessa facilità con cui si realizza un muro piano. Molti anni dopo, nello shopping Center a Montevideo, questa tipologia sarà ripresa ed estesa a due piani, con il solaio intermedio a formare una catena.
Appendici
Eugenio Montañez Eugenio Rolando Montañez Uribarri ( 1916-2001) 1916 Di umili origini è nato a Maldonado, in una famiglia di cui era il più giovane figlio maschio di 10 bambini. Un fratello lo indirizzò nello studio e lo sostenne economicamente ed è stato grazie a questo appoggio che ha potuto laurearsi in ingegneria. Ancora giovane conobbe Maria Angélica Mazzoli Paes, Paes quella che diverrà sua moglie e la compagna di una vita. Hanno avuto un unico figlio, dopo averne persi 5 per il problema dell’incompatibilità del fattore RH. Fin da piccolo ha avuto la passione del disegno, che ha sempre coltivato arrivando ad essere disegnatore in un giornale; abbandonando questo lavoro solo dopo la nascita ta (1954) del sodalizio di lavoro con il suo compagno di studi Eladio Dieste. Nella Dieste y Montañez SA, lui era l'amministratore, il tecnico che seguiva i conti e teneva in ordine l'impresa. Una sorta di alter ego di Eladio Dieste. La realtà al fianco della fantasia. Sua l’iniziativa di industrializzare la costruzione delle volte gaussiane ed autoportanti e sua l’idea di espandersi nel vicino e grande Brasile, dove si trasferisce nel 1971, quando Dieste s’impegna in politica e l’Uruguay si avvicina alla dittatura, per seguire le grandi opere come i mercati di Rio Grande e di Porto Alegre (1968-72) (1968 ed i capannoni del reparto manutenzione della metropolitana di Rio de Janeiro (1971-79). (1971 Visse molti anni in Brasile consentendo all'impresa di sopravvivere alla al dittatura in Uruguay ed a svilupparsi in quel paese. Formalmente la società brasiliana Dieste e Montañez Abobadas de Tijolos Ltda, è aperta il 15.03.1976 e chiusa il 10.08.1981. Nel 1983 si ritira dall'impresa per gravi motivi di salute.
Foto: Eugenio Montanez, dietro un elemento sperimentale per volte tratta da: DIEHL, Karl Ludwig: Die bewehrten Ziegelschalen von Eladio Dieste, In: Bautechnik, Jg. 85, Heft 6, Berlin 1992, S. 314321.
Doctor honoris causa Doctor Honoris Causa, titolo onorifico che concedono le Università, centri di Alti Studi ed organizzazioni che raggruppano Università, Istituti e Centri di Alti Studi in forma di Consiglio, ad alcune persone eminenti.
Fondamenti per la concessione del titolo di dott. Honoris Causa de la Universidad de la República proposti dall’Istituto di strutture e Trasporti della Facoltà d’Ingegneria all’ing. Eladio Dieste 23.11.1992 L’estesa e variegata attività dell’ing. Eladio Dieste nel campo strutturale è riconosciuta in ambito nazionale ed internazionale. Dai suoi lavori iniziali sul progetto ed esecuzione di fondazioni, in particolare su pali, fino al suo recente progetto per l’ampliamento del molo di Nueva Palmira, includendo eccezionali creazioni nel campo della “cerámica armada”, le sue opere presentano caratteristiche proprie che le distinguono e spiegano l’apprezzamento per i valori personali dell’ing. Dieste tanto sul piano tecnico che umano. L’audacia, sempre presente nelle opere dei creatori di tutte le forme dell’attività umana, gli hanno permesso di concepire i suoi progetti e poi di realizzarli nel segno della maggiore libertà senza soggezione alle pratiche usuali, salvo dove lo ha voluto, applicando le grandi idee base della teoria, creando con originalità le forme necessarie per risolvere così il problema presentatogli. Ogni sua opera costituisce un esempio positivo delle leggi della meccanica e della conoscenza del comportamento dei materiali. La preoccupazione estetica, concepita non come una aggiunta esterna, aliena all’essenza delle costruzioni, ma come un valore immanente della perfezione della concezione strutturale, della meravigliosa semplicità delle forme razionali concepite, dell’esaltazione del colore, la tessitura, la qualità della materia esposta alle più variabili incidenze della luce. L’originalità dei procedimenti costruttivi, elaborati insieme al progetto strutturale, impiegando le possibilità dei nostre attrezzature, le abitudini dei nostri muratori, le qualità dei nostri materiali, la destrezza dei nostri meccanici, le sue proprie capacità per progettare e costruire macchine e casseforme che compiono le funzioni specifiche in condizioni particolari, senza doversi affidare alle tecnologie avanzate dei paesi sviluppati. Questo istituto più di venti anni fa ha dovuto produrre una relazione documentale di come le sue volte a doppia curvatura di grande luce si disarmassero prima di 12 ore per vincere la incredulità di una prestigiosa rivista europea. L’uso dei materiali della nostra terra, il più frequente nelle sue opere, la cerámica, concedendo alla muratura un posto che in questi ultimi anni comincia ad essere riconosciuto nei paesi ad alto sviluppo, costruita con le mani e la testa dei nostri
operai, suoi compagni in questa difficile impresa di ottenere l’economia senza perdere la qualità e bellezza delle opere. L’applicazione delle idee strutturali di stampo scientifico usate con la semplicità propria del creatore di talento, di tal forma che nelle sue costruzioni l’andamento delle tensioni si percepisce chiaramente e si può apprezzarlo come quando si contempla un’opera d’arte, come un’esperienza estetica. L’adozione della forma strutturale leggera, atta a resistere, in luogo dell’accumulazione del materiale resistente. L’applicazione di pre-tensioni, con tecnologie semplici, di sua invenzione, per ottimizzare la capacità resistente delle sue strutture. Si deve segnalare qui, anche, la sua attività come docente in più di una materia. Nell’insegnamento della Meccanica Generale esibiva la sua formazione rigorosa e dimostrava l’abilità di pochi di poter introdurre le conoscenze teoriche accompagnate da esempi reali producendo così una simbiosi naturale che permetteva agli studenti di familiarizzare con temi che, in altro modo, sarebbero risultati aridi e presto dimenticati. In forma simile, nell’insegnamento delle strutture, trionfa nuovamente la sua abilità e riesce a contagiare gli allievi con la sua capacità creativa piena di originalità. Comunque, indipendentemente da questi insegnamenti formali, Dieste esercita la docenza in tutti i momenti della sua attività come ingegnere. Chi ha partecipato ad alcuni lavori con lui, sa che l’esercizio della professione viene svolto come una mescolanza di docenza e compartecipazione creativa, dove il collaboratore si sente utile nel lavoro e non un alunno permanente. I suoi insegnamenti si trasmettono in forma tanto naturale come gli sforzi nelle sue strutture. Non c’è niente d’imposto, tutto è frutto dell’equilibrio tra il ragionamento e l’immaginazione. Della eccezionale concorrenza del rischio e la sensatezza, della sensibile attenzione ai valori della tradizione costruttiva del nostro popolo con le idee più attuali della Scienza delle Costruzioni, della ricreazione delle forme classiche con i frutti maturi della nostra epoca e tante altre forme di unità dialettica, Eladio Dieste ha elaborato un insieme di opere che onorano l’ingegneria uruguaiana perché portano il segno della nostra cultura: Volte cilindriche autoportanti come quelle della Agroindustrias Massaro, Refresco del Norte, etc., volte a doppia curvatura, come al Mercato di Porto Alegre e tante altre, serbatoi d’acqua, la torre della televisione di Maldonado, le celebri chiese di Atlantida e di San Pedro a Durazno, l’incompiuta di Malvin, il locale del Montevideo Shopping Center, i silos orizzontali come quello di Vergara, la ricostruzione del deposito della dogana di Montevideo e la sua propria casa, realizzata in cerámica armada, il suo contributo alle strutture della ripresa di Salto Grande e l’ampliamento del molo di Nueva Palmira utilizzando calcestruzzo armato e precompresso. Sono queste alcune delle sue opere più conosciute prese da una lista eccessivamente grande perché è, inoltre, un costruttore prolifico di cui dobbiamo aspettarci sempre nuove espressioni della sua capacità creativa. DIESTE, Eladio Ing. Resolución Nº 6 data dell’atto: 1 giugno 1993 Grazie a Silvina Pérez
Il 9 dicembre 2000, l’Università di Montevideo (privata) ha conferito all’ing. Eladio Dieste il Dottorato Honoris Causa. La cerimonia è stata presieduta dal dott. Mariano Brito rettore dell’Università, alla presenza di vari famigliari di Eladio Dieste, del presidente della Academia Nacional de Ingeniería, Ing. Alvaro Cutinella, di docenti ed accademici. Omaggio all’ing. Eladio Dieste Acad. Ing. Alberto Ponce Delgado Decano de la Facultad de Ingeniería Profesor de Puentes
Mi è stato conferito l'onore di fare un ricordo dell'Ing. Eladio Dieste. Nacque a Artigas il 1 ° dicembre 1917. Si è laureato presso la Facoltà di Ingegneria dell’ Università della Repubblica nel 1943. E 'sposato con Elizabeth Friedheim ed è padre di 11 figli. Si dice che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna e per questo crediamo che questo omaggio che la Università di Montevideo vuole fare all'ing. Dieste, si estende a sua moglie, citandola come un sicuro appoggio familiare e ribadendo i suoi undici figli, perché è una riaffermazione del valore della famiglia, e della grazia di Dio per ottenerla. L'ing. Eladio Dieste ha una personalità che si compenetra col suo lavoro. é solida, sicura e amichevole conversando con lui. Ti senti come illuminare in quello che è la vita, nel creare, e nel comprendere l'essenza delle cose. In particolare nelle cose tecniche, ma non è limitato a quello la ricca esperienza della sua relazione. La sua conversazione o la spiegazione delle sue strutture va oltre la tecnica. Vengono attraverso il suo lavoro allo spirituale, al trascendente. Ed è quello che ci si sente all'interno della chiesa di Atlantida, dove c'è una comunicazione di forme, luci, di materiali usati, il tutto in perfetta armonia. Queste caratteristiche si ripetono in tutte le sue opere, anche quelle che non sono sviluppate in un ambiente religioso, perché questo carattere è dovuto alla concezione dell'opera e non alla sua destinazione. Innamorato della ceramica come materiale, lo sente e lo studia perché possa dare tutto quello che da questa analisi essenziale ritiene possa dare. E così crea procedimenti costruttivi di grande ingegnosità tecnica, ma anche con grande coraggio per estrapolare ciò che gli altri non hanno fatto. E progetta successivamente strutture di grandi luci per gli usi più svariati. In particolare nelle cose tecniche, ma non è limitato a quello la ricca esperienza della sua relazione. La sua conversazione o la spiegazione delle sue strutture va oltre la tecnica. Vengono attraverso il suo lavoro allo spirituale, al trascendente. Ed è quello che ci si sente all'interno della chiesa di Atlantida, dove c'è una comunicazione di forme, luci, di materiali usati, il tutto in perfetta armonia. Queste caratteristiche si ripetono in tutte le sue opere, anche
quelle che non sono sviluppate in un ambiente religioso, perché questo carattere è dovuto alla concezione dell'opera e non alla sua destinazione. Innamorato della ceramica come materiale, lo sente e lo studia perché possa dare tutto quello che da questa analisi essenziale ritiene possa dare. E così crea procedimenti costruttivi di grande ingegnosità tecnica, ma anche con grande coraggio per estrapolare ciò che gli altri non hanno fatto. E progetta successivamente strutture di grandi luci per gli usi più svariati. Ma fedele ai suoi primi lavori, l'impegno maggiore è nella progettazione strutturale di chiese. Progetta con forme molto variate altre chiese, come la chiesa di Durazno, così diversa da quella di Atlantida, ma con l'inconfondibile impronta di Dieste e della sua armonia e elevazione religiosa. Le sue strutture per uso industriale, più sobrie, ma con l'uso del mattone, con il suo colore, la sua forma e la sua capacità di salvare luci importanti, con semplicità costruttiva, e sempre creando un ambiente di lavoro e una luce che rispetta il sentimento umano per la bellezza. Ho conosciuto l'ing. Dieste come professore. Rispettato e ammirato dai suoi studenti. Dieste è sempre stato un punto di riferimento, per quelli che hanno ascoltato le sue lezioni. Dal suo tratto, dal suo vestire di una eleganza semplice, ha tenuto lezioni con un aspetto tra il professore e la persona delle costruzioni. L'ingegnere Dieste aveva ascendente non solo con i suoi studenti. Come colleghi lo ammiravamo per il suo rapporto compenetrato con le sue opere, per come utilizzava i materiali e le forme. E così in diverse occasioni ha vinto premi e riconoscimenti in molti paesi. Accademico ad Honorem dell'Academia Nacional de Ingeniería del Uruguay.. Accademico corrispondente dell'Academias de Ciencias Exactas, Físicas y Naturales y de la Academia Nacional de Bellas Artes della Republica Argentina.. Nel 1993 è stato nominato professore Honoris Causa dell'Università della Repubblica. Ha ricevuto riconoscimenti per il suo lavoro in diversi paesi come Ecuador, Cile, Argentina, Stati Uniti e Spagna. Ha tenuto cicli di conferenze in quasi tutti i paesi dell'America, e anche in Spagna, Francia e Stati Uniti. Il lavoro di Dieste è ammirato a livello internazionale e ha ricevuto l'attenzione da numerose pubblicazioni che descrivono non solo le loro opere, ma anche libri su di lui. Articoli e libri non sono su questa o quella opera dell'ing. Dieste. Articoli o libri sono intitolati "Eladio Dieste". E ciò accade in pubblicazioni provenienti da Argentina, Cile, Spagna, Germania, Francia, Italia, Scozia, Stati Uniti e Brasile. Enumerare le sue opere sarebbe un compito molto ampio. Però accenneremo ai più ammirati: la Chiesa di Atlantida, meraviglia di espressione religiosa, di volumi, sensazioni di equilibrio strutturale ed estetico: La Chiesa di San Pietro a Durazno, un'altra straordinaria opera di caratteristiche molto diverse dalla Chiesa di Atlantida, ma di simile espressione di equilibrio e atmosfera religiosa. La torre di comunicazione per la TV, traforata in mattoni, una torre di 66 metri di altezza, di grande snellezza, costruita a Maldonado. Una grande quantità di edifici industriali costruiti con volte in laterizio, raggiungendo luci importanti come nella fabbrica TEM con 43 metri e un magazzino per ANP di 50 mt., dove Dieste ha riciclato un vecchio capannone integrando la nuova struttura alla vecchia muratura. Il Terminal Bus di Salto dove Dieste ci stupisce nell'equilibrio di un doppio sbalzo di volte in ceramica sostenute su una sola fila di pilastri. Ma non solo si segnalano le opere costruite nel nostro paese. Anche all'estero sono in evidenza le sue costruzioni in ceramica. In Brasile ha costruito grandi mercati e in Spagna il Vescovado di Alcalá gli ha commissionato il progetto di 5 chiese. E' stato citato
come il Gaudí Latinoamericano. Oltre a uno straordinario ingegnere, Dieste è stato un ottimo insegnante. Ha insegnato presso la facoltà e ci ha insegnato con le sue opere. È per questo che l'Università di Montevideo ha sostenuto con entusiasmo la nomina dell'ing . Eladio Dieste per la sua distinzione come "Doctor Honoris Causa" di questa Università. Noi crediamo che con questo l'ingegnere Dieste riceverà un'ulteriore distinzione tra le tante che con tanta giustizia ha ricevuto. Per l'Università di Montevideo è un onore poter conferire questa distinzione all'ing. Eladio Dieste.
Alcune testimonianze e ricordi Il figlio Esteban Dieste:
“ lavorare con lui non era facile, perché egli aveva chiaro ciò che voleva e come fare per ottenerlo. Uno contava come un aiutante. Aveva una personalità molto dominante. Ricordo che quando andavo a dare un esame la mia preoccupazione principale era se mio padre sarà soddisfatto… già dal Liceo sapevo che era un uomo fuori dal comune, che non era uguale ai padri dei miei compagni. Per me Eduardo Yepes, fu come un secondo padre. Filosoficamente era il contrario di papà, perché era un repubblicano e anticlericale. Era un anarchico puro, un liberale assoluto per il quale non dovevano esistere regole oltre a quelle della fedeltà all’amicizia. Eppure era intimo amico di mio padre, ed il curioso è che un anticlericale abbia fatto il crocifisso della chiesa di Atlantida.” La decisione di lavorare con i mattoni ha a che fare con il fine ultimo di trovare soluzioni ai problemi locali. Dieste (figlio), spiega: "Così come ci sono forni di
laterizi in tutto il paese, in qualsiasi città nell'interno c'è anche un muratore in grado di posare mattoni. E non gli sembrerà strano o bizzarro posare pezzi di ceramica e unirli tra loro. "Inoltre, il mattone permette di realizzare costruzioni che altrimenti non si era in grado di eseguire. Ad esempio, la costruzione di serbatoi d'acqua di 23 metri di altezza e fino a 200.000 litri, senza l'utilizzo di sofisticate apparecchiature. "Erano opere che potevano fare tre persone. Non lo costruivano
in 15 giorni, ci volevano tre mesi, ma lo costruivano da soli senza gru ne paranchi elettrici nel bel mezzo delle proprietà rurali o in una nuova lottizzazione, come il serbatoio di Las Vegas in Canelones, " Da costruccion 07 2009
L’amica Olimpia Torres:
“La chiesa d’Atlantida fu come un figlio per noi,un figlio che è nato a poco a poco. Perche se doveva portare mattoni, Eladio è venuto da noi e abbiamo dovuto portare mattoni. Lui era li sempre a controllare ogni mattone messo, e se qualcosa non andava bene la si demoliva e rifaceva. Siamo stati grandi amici. Conosceva Gaudì e la sua opera, lo ammirava ma anche criticava, lo infastidiva il fatto che non avesse una scultore. Amava molto la Spagna e le sue architetture semplici. Si sentiva molto spagnolo. Gli piaceva molto il gotico, sopratutto francese: Chartres lo affascinava ed anche Notre Dame. La sua famiglia, il padre Eladio, lo zio Enrique, erano terribilmente maschilisti. Le donne non partecipavano alle riunioni. Provenivano dalla galizia, si sentivano aristocratici e machi”. Ida Vitale (scrittrice uruguaiana) José Bergamín26 Letras Libre n. 34 Ottobre 2001
26
José Bergamín Gutiérrez (1895-1983) scrittore e poeta spagnolo, per il quale politica e religione rappresentarono gli assi portanti del suo pensiero e le spinte propulsive del suo attivismo, inteso a conciliare comunismo e cattolicesimo. In esilio sotto il franchismo è stato in Uruguay dal 1947 al 1954.
“ Questa è stata la mia prima sorpresa, poco che era giunto a Montevideo, nel 1947, di conoscerlo, come allieva della della nuovissima Facoltà di Lettere e Scienze: vederlo passare tra estranei come se avesse una idea precisa, una definizione categoriale di ciascuno. Per la prima volta è stato prima di uno scrittore un agitatore politico. Essendo un maestro nato (più che porte porte apriva dighe da cui arrivava acqua tumultuosa), fu circondato da fedeli ascoltatori. Nelle sue lezioni, due volte a settimana [...] per un pubblico molto ampio e distinto, venivano i più grandi scrittori: Sara e Roberto Ibanez, Francisco Espinola, Esther Est de Caceres, Enrique Dieste, spesso con suo nipote, l'ingegnere Eladio Dieste. Accettò con fiducia quel poco che gli potemmo offrire: affetto, attenzione, solidarietà, ingenuità. Eravamo tutti gli antifranchisti di cui aveva bisogno. Lui, tutta la sottigliezza gliezza di cui avevamo bisogno per entrare nella complessità di un tessuto culturale senza confini. Ci incontravamo spesso nel pomeriggio per il tè in questi meravigliosi angoli, molto secolo XIX europeo. O a cena dopo le lezioni.” Enrique Dieste Un racconto, con Rafael. “Io sono un nipote di Rafael, sono nato e vivo nella piccola città di Artigas, a nord dell'Uruguay, al confine con il Brasile ... e ho una storia divertente su Rafael. Nel 1957, lo stimo in relazione alla mia età il giorno di questo episodio, Rafael venne in visita ai miei nonni. Nel tardo pomeriggio, facemmo una passeggiata per la città, accompagnati dal nipote Eladio, l'ingegnere di cui avrete sentito sicuramente parlare e che non viveva ad Artigas. Ci venne sete e ci siamo fermati in un piccolo bar del quartiere e ci facemmo dare un paio di "Coca Cola". Quando andarono per pagare ... non avevano soldi. Invano valse dire che erano in casa di "Don Eladio" il fratello di Rafael. Rafael ha dovuto togliersi l'orologio !! A quel tempo tutti tut gli orologi erano di valore ... e lasciarlo lì. Arrivati a casa mi dettero i soldi, presi la mia bicicletta e sono andato spedito a pagare il riscatto, e sono ritornato con il prezioso orologio.”
Eladio e Rafael Dieste in Galizia nel 1962
Ing. Gonzalo Larrambebere Dal prologo al libro La Invención Inevitable (Agustín Dieste, Comp.) Cachimba Del Piojo, 2009, Montevideo Ho conosciuto Dieste ad inizio degli anni '70. Era professore di laboratorio, ed io uno studente che partecipava poco alle lezioni, di modo che il primo contatto è stato insignificante. Pochi mesi dopo essermi laureato in ingegneria civile, nel mese di novembre del 1976, sono entrato nell'ufficio della Dieste y Montañez. Lì l'ho rincontrato che lavorava con i suoi collaboratori di quel tempo: l'architetto Alberto Castro, l'ingegnere Ariel Valmaggia e tre giovani vicini alla laurea: José Zorrilla e Antonio Dieste,da ingegneri, e Esteban Dieste, da architetto, gli ultimi due figli di Eladio Dieste. Il clima di lavoro era intenso, silenzioso ma rilassato. Si respirava serietà e entusiasmo. Dieste dava l'esempio di concentrazione ed impegno nel lavoro. Per età, per esperienza, per la presenza, nessuno dubitava che Eladio Dieste fosse il conduttore di quell'insieme di collaboratori. L'entusiasmo che emanava dalla sua squadra mi ha reso facile e rapido l'adattamento al lavoro. Mi resi subito conto che il lunedì era quasi un giorno di festa per me. Mi sono sempre chiesto come potesse delegare ai giovani così tanti compiti importanti incluso: il progetto delle strutture, il calcolo, l'organizzazione del lavoro e la direzione del lavoro; lì ho cominciato a imparare ad avere fiducia e a delegare. Mi piace ricordare in quale forma Dieste ci ha insegnato, come ci ha trasmesso la sua conoscenza del comportamento delle strutture, sopra la resistenza dei materiali, sulla progettazione dei gusci in ceramica armata, sui processi di costruzione. E io davvero non ricordo. Se dovessi spiegarlo, direi che è stata una sorta di osmosi, l'apprendimento con l'esempio. Sì mi ricordo di essere stato seduto con lui, collaborando ai suoi calcoli. Calcoli che non mi aveva insegnato e che io non sapevo, ma che entravano nella mia testa, Dieste non nascondeva niente della sua conoscenza, che trasmetteva durante l'avanzamento di un progetto che realmente veniva costruito, scorrendo naturalmente come una fonte inesauribile. Per capire un poco la concezione globale dell'ingegneria di Dieste è bene vederlo lavorare. Dieste si relazione con i clienti, con gli architetti, discute i progetti, disegna, calcola, organizza il lavoro, costruisce, analizza il costruito, immagina varianti per il futuro, sviluppa le varianti, la teoria, la pratica, innova, e affronta con entusiasmo il nuovo progetto, chiudendo il ciclo. Il ciclo non è circolare, è una spirale ascendente. In ogni opera alza l'asticella, crea nuove attrezzature, le prova nell'esecuzione, verifica la sua teoria, non può smettere di creare; con la gioia di un bambino e la saggezza di un maestro; gioisce e gioiamo. Intorno a lui l'esperienza è indimenticabile. Dieste visita i cantieri molto spesso. Veniamo a sapere che scende dall'auto e ad un primo sguardo scopre quello che ci vuole tutto il giorno. Saluta tutti, con moderazione e senza distinzioni. Impariamo. Parla con il caposquadra, gli mostra i disegni fatti in ufficio e li spiega (non molto), poi disegna a mano libera altri particolari su una carta straccia; il caposquadra guarda con attenzione, domanda, propone (sa di poter proporre), parlano, non si sentono ordini, le indicazioni sono al plurale, gentili, "Vittorio, faremo la cassaforma con ..." "Gonzalo, che ne dici se questo calcolo ... "e, naturalmente, le sue proposte si incarnano in noi come il compito più importante che si possa immaginare, che andiamo a svolgere e soddisfare a tutti i costi. Lasciando il cantiere, un popolano lo avvicina fino a chiedergli di queste volte straordinarie che stiamo costruendo. Dieste raccoglie da terra un pezzo di cartone, con il suo
portamine a punta grossa fa qualche schizzo sulla tavola, gli dedica un poco di tempo e in modo semplice spiega quello che sembra così difficile. Questo è il Dieste ho visto. Chi è Dieste? Lo hanno graduato come architetto. Lo hanno premiato come l'ingegnere più bravo a New York. Però è un'altra cosa. Con i mattoni ha costruito enormi volte sottili, le cui forme, colori e luci fanno magnifiche opere d'arte e ingegneria. Prendo un termine da David Billington e Mary Garlock, "artista strutturale". Mi sembra che gli si adatta, ora. Ma Dieste è ancora di più. Dominatore della matematica, della fisica e della meccanica, crede in Dio. A lui ha dedicato le sue opere più compiute, la Chiesa di Atlántida, la Chiesa di Durazno. Ha continuato a credere quando il mondo ha fatto l'oscillazione contraria. Una malattia crudele inizia a limitare gradualmente i suoi movimenti. E non può più salire la scala dell'ufficio. Dopo non cammina. Ci ha chiamato a casa per discutere i progetti. La voce sempre entusiasta. Alla fine quasi non si capisce quello che dice. Lui non si lamenta mai, lo sguardo ottimistica. Fino alla fine. Per questo, per definire Dieste, mi piace il termine che usiamo in ufficio con affetto: il Maestro.
Scritti di Eladio Dieste 1 Bóveda nervada de ladrillo "de espejo" REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo. p. 510–512, N. 473, settembre 1947. 2 Causas de un derrumbe parcial en la estructura del nuevo edificio para la Facultad de Arquitectura de Montevideo. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo. p. 102–105. N. 478, febbraio, 1948. 3 Iglesia en Montevideo. INFORMES DE LA CONSTRUCCIÓN. Instituto Eduardo Torroja, Madrid. p. 148–160, N. 127, gen. 1961. 4 Estructuras de cerámica armada. Revista de la Facultad de Arquitectura, Montevideo. p. 15–25, N. 3, 1961. 5 Église paroissiale d'Atlantida, Montevideo, Uruguay. LA ARCHITECTURE D'AUJOURD'HUI, Paris. p. 88–89, N. 96, giu-lug. 1961. 6 Voûtes en terre cuite. Une église en Uruguay, l'église paroissiale de Christ Ouvrier à Atlántida. TUILES ET BRIQUES, Paris. p. 19–25, N. 47. 3ème trimestre, 1961.
CONTEMPORARY MASONRY. p. 160–165, apr. 1962. 10 Estructuras Cerámicas. Eladio Dieste; Eugenio Montañez. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo. p. 219–228,N. 657–658, 1963; p.267–276, N.659–660,ago.1963. 11 Vivienda en Montevideo. OBRADOR. p. 46–51, N. 2, 1963/1964. 12 Double–Curvature Shell of Reinforced Ceramic. Eladio Dieste. Eugenio R. Montañez PROCEEDINGS OF THE WORLD CONFERENCE ON SHELL STRUCTURES, National Academy of Sciences. Washington? p. 69–74, 1964. 13 Campamento de estudios (Bella Unión, Artigas). Facultad de Ingeniería, Montevideo. 53 p., 1968. 14 Estructuras de cerámica armada. HABITAT, Montevideo. p. 8– 14, V. 1, N. 2, septiembre, 1969.
8 La chiesa di Atlántida in Uruguay. CONSTRUIRE. p. 39–46, N. 12, Lug-set. 1962.
15 Acción del viento sobre pilares de sostén de bóvedas de empuje eliminado; cálculo de torres de mampostería calada; viga alta: variación de la tensión vertical debida al peso propio. Aula de Grandes Estructuras, Facultad de Ingeniería, Montevideo. 11 p. 1970.
9 Brick shell construction
16 Estructuras Plegadas (preliminare)
7 Church at Atlántida, Uruguay. THE ARCHITECHTURAL REVIEW. p. 173– 175, V. 130, N. 775, sett. 1961.
Oficina de Publicaciones de la Facultad de Ingeniería. Montevideo. 8 p. (1970?) 17 Pandeo de láminas de doble curvatura. Montevideo. . 1970. 18 Técnica y subdesarrollo. Revista del Centro de Estudiantes de Arquitectura, Montevideo, p. 4, N. 34, febb. 1973. 19 Técnica y subdesarrollo. SUMMA, Buenos Aires. p. 17–18, N. 70, dic. 1973. 20 Acerca de la cerámica armada. SUMMA, Buenos Aires. p. 45–46, N. 70, dic. 1973. 21 Iglesia de San Pedro. SUMMA, Buenos Aires. p. 46–49, N. 70. Dic. 1973. 22 La cerámica armada. . SUMMA, Buenos Aires. p. 43–51, N. 85, gen. 1975. 23 Arquitectura y construcción. SUMMA. Colección Summarios, Buenos Aires. p. 84–93, N. 45. Lug. 1980. 24 La inevitable invención tecnológica. SUMMA. Colección Summarios, Buenos Aires. p. 93–94, V. 8, N. 45. Lug. 1980. 25 Las cáscaras autoportantes de directriz catenaria. Anais XXI Jornadas Sul Americanas de Engenharia Estructural. Rio de Janeiro. p. 267–286, V. 2, 1981. 26 La cerámica armada. Eladio Dieste.
27 Eladio Dieste. SUMMA, Colección temática. N. 2, 1983.
35 La invención inevitable. SUMMA, Eladio Dieste el maestro del ladrillo. Colección Temática,Buenos Aires. p 43–49, N. 19, giu. 1987.
28 La formación básica del ingeniero: el acento de la formación debe ponerse en las materias básicas. Encuentro Nacional de Ingeniería. p. 127–128. Montevideo, 1984.
36 Proyecto del puente sobre el arroyo Toledo. SUMMA, Eladio Dieste el maestro del ladrillo. Colección Temática. Buenos Aires. p. 48, N. 19, giu. 1987.
29 Bóvedas arco de directriz catenaria en cerámica armada. Dieste, Eladio, Montañez, Eugenio. Montevideo: Oficina Regional de Ciencia y Tecnología de la UNESCO para América Latina y el Caribe ROSTLAC, 49 p. 1985.
37 Estación de ómnibus en Salto. SUMMA. Colección Temática. Buenos Aires. p. 49, N. 19, giu. 1987.
FORMAS PARA LA CONSTRUCCIÓN, Cordoba AR Ott. 1982.
30 Cáscaras autoportantes de directriz catenaria sin tímpanos. 122 p. Montevideo, 1985. 31 Pandeo de láminas de doble curvatura. Montevideo. 58 p. 1986. Seconda edizione 32 Montevideo Shopping Center SUMMA, Buenos Aires. p. 82–84. N. 221/222, gen-feb. 1986. 33 Cáscaras cilíndricas autoportantes. Elección de la directriz. Sugerencia para el análisis de las cáscaras en plasticidad. Seminario: La Ingeniería Estructural Sudamericana en la década del 80 p. 35– 155. 2 V. Montevideo, 1986. 34 La estructura cerámica. Facultad de Arquitectura de la Universidad de los Andes, Colección Cono Sur, 286 p., Bogotá, 1987.
38 Terre cuite armé. L'ARCHITECTURE MEDITERRENNÉ, sett. 1988. 39 El diseño en Ingeniería Civil. O P, Colegio de ingenieros de Cataluña. p. 79–93, N. 7/8, Barcelona, 1988. 40 Una estética de la ética. Intervista concessa a Alberto Petrina. Summa, n. 247, pp. 23-32, Buenos Aires, marzo 1988 41 El nuevo muelle del puerto de Nueva Palmira. CONSTRUIR, Montevideo. p. 63–76, N. 1, nov. 1988 e p. 71–78, N. 2, sett. 1989. 42 Estética y diseño en Ingeniería. BASA, Tenerife Gran Canaria p. 8–23, N. 11, gen. 1990. 43 La iglesia de Atlántida. BASA, Tenerife Gran Canaria p. 23–29, N. 11. gen. 1990. 44 Fundación de máquinas: algunas consideraciones generales y soluciones concretas.
CONSTRUIR, Montevideo. p. 65–68, N. 3, gen. 1990. 45 Descripción de algunos equipos para la construcción de bóvedas. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo, 3a. época, p. 8–21, V. 3, N. 9, 1991. 46 Un teorema básico para estructuras laminares. CONSTRUIR, Montevideo. p. 83–85, N. 5, giu. 1991. 47 Architecture and Construction. PERPECTA, University of Yale, 1992. 48 Estética y Diseño. TRAZO, Revista del Centro de Estudiantes de Arquitectura, Montevideo. p. 60–67, N. 24, nov. 1992 49 Selección de problemas y soluciones prácticas. REVISTA DE INGENIERÍA, Montevideo, 3a. época, N. 15, 1993 50 La resistencia a las fuerzas horizontales: Un teorema básico de estructuras laminares. JORNADAS DE INGENIERÍA ESTRUCTURAL, Montevideo. p. 163–170, V. 2, 1993. 51 Escritos sobre arquitectura. Montevideo: Irrupciones grupo editor, 160 p. 2011 52 Scritto autobiografico in Memorias de una profesión silenciosa. Historia de la Ingeniería en el Uruguay. Ruiz Esther con María Laura Martínez e Marcelo de León Montevideo, Facultad de Ingeniería, Universidad de la República, p. 202, 1997.
Fonti Campioli Andrea Senza dettaglio: architetture di Eladio Dieste COSTRUIRE IN LATERIZIO 50-51/96 Caraballo Perichi Ciro La obra de Eladio Dieste El reto del expediente para su inclusión en la Lista del Patrimonio Mundial Cuadernos del claeh · Segunda serie, año 34, n.º 102, 2015- Pagg. 249-265 Carbonell, Galaor (a cura di) Eladio Dieste – La estructura cerámica. Universidad de Los Andes (Colombia) & University Of Miami (USA); 286 p.Escala, Bogotá, 1987, Daguerre Mercedes Eladio Dieste 1917-2000 Electa, Milano 2003 Dieste Eladio La Invención Inevitable (Agustín Dieste, Comp.) Cachimba Del Piojo, 2009, Montevideo DPA– Documents de Projectes d’Arquitectura Dieste. Nº 15. Departament de Projectes Arquitectònics de la Universitat Politécnica de Catalunya (UPC) 97 p. Barcelona, 1999, Escandell Román Cláudio Eladio Dieste e a cerâmica armada Universidade de Brasília Faculdade de Arquitetura e Urbanismo Programa de Pós-Graduação Área de Concentração em Tecnologia Dissertação de Mestrado Orientadora: Profa. Dra. Cláudia Estrela Porto Brasília, 28 de novembro de 2012
Grompone Juan Eladio Dieste, Maestro de la Ingenieria 1993-1996-2011 inedito, originariamente destinato alla pubblicazione da parte della Università de la Republica di Montevideo in occasione della designazione a Doctor Honoris Causa. Jiménez Torrecillas, Antonio (a cura di) Eladio Dieste – 1943-1996. 1.ª ed., Consejería de Obras Públicas y Transportes – Dirección General de Arquitectura y Vivienda, Junta de Barcelona, 306 p. SevillaMontevideo, 1996, Pedreschi, Remo. Eladio Dieste. The Engineer´s Contribution to Contemporary Architecture 157 p. ed. Thomas Telford, Londra, 2000, Piaggio Juan Martín Eladio Dieste. Una casa d’abitazione, in Costruire in Laterizio n. 82/2001, pp. 48-51, Faenza ed., Faenza 2001. Petrina Alberto Una estética de la ética. Intervista a Eladio Dieste. SUMMA, Buenos Aires. p. 23–32, N. 247, giugno 1988 Ramos Armando Olveira Eladio Dieste, maestro de la arquitectura universal. Un intelecto diseñado para resistir Ciudades - Revista Oficial de la Cámara Inmobiliaria Uruguaya Anno 10 – n.31 sett-ott. 2010 Stanford Anderson Eladio Dieste: A principled builder In The Félix Candela Lectures The Museum of Modern Art, New York (July 1, 2008)
Grazie a Dott.sa Silvina Pérez Sección Información Biblioteca Central Facultad de Ingeniería Montevideo - Uruguay
Arq. Beatriz Birriel Arquitecta egresada de la Universidad de la República, Montevideo. Diploma Conservación de Patrimonio Universidad ORT. Uruguay.
Prof. Arq. Adriana Guisasola docente de las cátedras de Estructuras Facultad de Arquitectura Urbanismo y Diseño Universidad de Mendoza (AR) arquitecturasismica@gmail.com
Prof. Arq. Renè Longoni FAU Univ.Nacional de La Plata (AR)
Prof. Arq. Adriana Collado Profesora - Investigadora Directora del Doctorado en Arquitectura Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo Universidad Nacional del Litoral Ciudad Universitaria - Santa Fe – (AR)
Arq. Carla Pantoja Giuliano Porto Alegre (BR)
Arq. Virginia Vidal Cesin Presidenta Sociedad de Arquitectos del Uruguay sez. Canelones Canelones – Ciudad De Canelones Uruguay
Ing. Ariel Valmaggia di origini italiane, nato in Uruguay, formatosi alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Montevideo. Ha lavorato nella Dieste y Montañez di Montevideo ed in Brasile, dove risiede dal 1977 svolgendo attività di progettista strutturale.
Versione del 26 marzo 2017 Eladio Dieste una ingegneria magica (Edizione per il centenario della nascita) by Fausto Giovannardi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License
fausto@giovannardierontini.it www.giovannardierontini.it Foto di copertina Agrindustria Massaro Foto di chiusura Magazzino nel porto di Montevideo
Eladio Dieste Eugenio Rolando MontaĂąez
Opere in Uruguay
Dal 1954 al 2000, Eladio Dieste, con Eugenio Montañez (fino al 1983) hanno progettato e costruito in tutto l’Uruguay tanti capannoni, palestre, torri e chiese. In tutte utilizzando la “ceramica armada”, attraverso la Dieste y Montañez SA con sede in Montevideo. Il corpo principale delle opere sono capannoni con volte “gause” o autoportanti, che hanno permesso soluzioni ardite ed economiche, sfociate anche nella costruzione di grandi silos orizzontali. A contorno le alte torri, usate per depositi dell’acqua, antenne Tv e campanili. Discorso a parte per alcune opere isolate ma significative, in cui l’impiego della tecnica porta a strutture con pareti ondulate, come nella chiesa di Atlantida e nello Shopping Center di Montevideo, a coperture con lastre piegate, come nella chiesa di San Pedro a Durazno ed alla coperture a cono del posto di ristoro di Ayui. L’elenco che segue è stato elaborato sulla base degli elenchi fino ad oggi pubblicati, integrato da alcune opere sconosciute. Il rinnovato interesse attorno ad Eladio Dieste, innestato dalle celebrazioni del centenario dalla nascita, fa sperare in ulteriori arricchimenti dell’elenco. Fausto Giovannardi.
Regesto delle opere Elenco delle opere eseguite dalla D&M in Uruguay, fino al 2000, anno di morte di Eladio Dieste. Montañez muore nel 2001, ma dal 1983 ha lasciato la società per motivi di salute. 1946-47 Casa Berlingieri Punta Ballena, Dep.to Maldonado Arch. Antoni Bonet Prime volte di laterizio armato realizzate da Eladio Dieste: 6 m di luce. Vedi scheda 1947 Fabbrica per la tessitura del cotone M.A.U.S.A. ( oggi BOSCH), Av. Pedo de Mendoza, angolo Cno Teniente Rinaldi, M.video Volta ellittica in calcestruzzo armato con archi all’estradosso. Christiani & Nielsen. 1948 Fabbrica di carta I.P.U.S.A. Avenida España, Pando, Canelones Volta ellittica autoportante in calcestruzzo armato. Christiani & Nielsen. 1954-55 Deposito ANCAP Deposito Capurro, Montevideo Portali di calcestruzzo armato di 40 metri di lunghezza con volte cilindriche di laterizio armato di 8 m di luce. 1955 Deposito Frugoni, ( oggi Julio César Lestido, S.A.) Cerro Largo 1729, M.video Volte a doppia curvatura con lucernari. Area cop. 3500 mq; luce: 22 m. 1955 Deposito e uffici GEMCO (non realizzato) Montevideo Arch. Serralta e Clémot Vedi scheda
1956 Deposito per il quotidiano El Pais (demolito) Rambla República Argentina y Paraguay, Montevideo. Volte a singola curvatura con lucernario. Area cop: 2200 mq; luce: 22 m. 1956 Iglesia de San Carlos Borromeo y Nuestra Señora de la Asunción Av Millán 3307 angolo Cisplatina, Montevideo Progetto Arch. Juan Pablo Terra, Volte di calcestruzzo armato Vedi scheda 1957 Edificio El Pilar Al vertice dell’Avenida España, Avenida Brasil e la Rambla, Montevideo Arch. Luis García Pardo Vedi scheda 1957 Magazzini per il grano per il Banco de la República (BROU) Cardona e Palmitas, Dpto. Soriano, Tararíras, Dpto. Colonia, Suárez Dpto Canelones. 4 capannoni silo con volte a doppia curvatura. Ciascuno area coperta: 1500 mq, Luce: 28 m. Vedi scheda 1957 Stazione di servizio (oggi BMW Moto Haus) Cooper 2099, Carrasco, Montevideo Volta a doppia curvatura di 22 m di luce, con una sola colonna su ogni lato. Vedi scheda 1957 Palestra del Club Remeros Mercedes Jose Battley Ordoñez, Mercedes Dep. Soriano Volte a doppia curvatura Area cop: 1300mq, luce: 25m Vedi scheda
1957 Fabbrica tessile A. Young S.A. ( oggi Fabrica Alfajoles “Punta Ballena”) Camino Carlos A. López 7700, Montevideo Volte a doppia curvatura con lucernari Area cop: 4100mq, luce: 25m Vedi scheda 1957 Edificio Positano (progetto non realizzato) Av. Ing. L. Ponce, all’incrocio con Blvd.Artigas. Montevideo Arch. Luis García Pardo Vedi scheda 1958 Palestra per la Intendencia Municipal di Artigas, Ruta Gen. Canabarro, Artigas, a pochi metri dal ponte de la Concordia che attraversa il Rio Quaraí e porta in Brasile. Volte a doppia curvatura. Area cop:1500mq, luce: 26m Vedi scheda 1958 Iglesia de Atlántida, Parroquia de Cristo Obrero y Nuestra Señora de Lourdes Estación Atlántida, Ruta 11 Km.164, Dpto. Canelones Il progetto ha inizio nel 1952 Donante: Alberto Giudice Costruzione: marzo 1958 luglio 1960 Copertura con volte a doppia curvatura con i tiranti inclusi nella lamina. Pareti ondulate. Batistero sotterraneo. Torre/campanile. Area cop: 528 mq, luce: 16m. Vedi scheda 1958 Fabbrica di elettrodomestici TEM S.A. (oggi SUDYLEVER). Camino Carrasco 5975, Montevideo. Progetto architettonico: Studio Clerk e Guerra Due campate con pilastri interni, ognuna di 10.25m,
area coperta: 8200mq, luce: 43m. Costruzione: sett.1960 marzo 1962 Vedi scheda 1959 Depósito Carrau y Cía. Avda. Dámaso A. Larrañaga 3444, Montevideo Edificio a due campate con volte a doppia curvatura con lucernari. Area cop: 3200mq, luce: 25m Vedi scheda 1959 Fonderia Inyecta Metal, Emancipación e Avenida Garzón, Montevideo Volte a doppia curvatura. Area cop: 1800mq luce: 30m Vedi scheda
1960 Fabbrica Electroplast Servando Gómez 2440, Montevideo Costruzione in tre fasi: 1960,1966,1975 Volte autoportanti Area coperta/luce: 600/12, 800/16, 900/16 mq/m Vedi scheda 1961 Casa Dieste Mar Antártico 1227, Punta Gorda, Montevideo. Collaboratori: H. Gatti and F. Banderas. Volte autoportanti. Area coperta. 264 mq Costruzione: Ottobre 1961Aprile 1963 Vedi scheda
1959 Hogar Estudiantil Universitario Malvín Norte Montevideo Arch. Serralta e Clémot Vedi scheda
1961 Escuelas rurales Progetto tipo di un edificio in muratura di mattoni con copertura a volte autoportanti Vedi scheda
1959 Collegio La Mennais. Montevideo. Ing. J. Acquistapace 1701, Montevideo Arch. Serralta e Clémot Vedi scheda
1962 Casa Acosta y Lara Enrique Guarnero 3928 Prado, Montevideo Arch. Serralta e Clémot Parasole in ceramica armata. Vedi scheda
1959 Garage Banco de Seguros del Estado (oggi: Fripur Alimentos congelados), A.Gral Rondeau 2274, Montevideo Volte a doppia curvatura con lucernari. Area cop: 2500mq, luce: 35m Costruzione: maggio 1959 maggio 1960 Vedi scheda
1962 Estadio Cerrado Municipal a Dolores Complejo Deportivo “Ingeniero Carlos A. Magnone”, Volte a doppia curvatura. Area cop:1400mq,Luce:30m Costruzione: gen-sett 1962. Inaugurato il 25 feb 1967 Vedi scheda
1960 Edificio per appartamenti, proprietà Adolfo Alonso Lussich, Punta Ballena, Dpto Maldonado (non realizzato) Arch. Serralta e Clémot Vedi scheda
1962 Padiglione FIAT Carmelo, Dpto Colonia Vedi scheda 1962 Escuela Industrial de Tala. Obra del Padre Borrazás Ildefonso de León - Tala, Dpto Canelones
Tre capannoni affiancati con volte a doppia curvatura, ognuna di 8 conoidi. Vedi scheda 1963 Palestra del Liceo N.18, Avenida Millán 3898, Montevideo Prima realizzazione di una volta autoportante di grandi dimensioni. Vedi scheda 1963 Collegio delle Hermanas Rosarinas (Studi preliminari) Villa Argentina–Atlantida Arch. Serralta e Clémot Vedi scheda 1963 Motel Paola Oggi appartamenti privati Calle Roger Balet, Atlantida 9 volte autoportanti di 11 mt di lunghezza. Vedi scheda 1963 Stadio “Luis Franzini” (non costruito) Parque Rodó, Montevideo 1963 Autopalace Avda. General Flores 2775, Montevideo Architetto: A. Acerenza Prima realizzazione di una volta autoportante di grandi dimensioni. Area coperta: 2600 mq; luce max :28 m. Costruzione: mag-nov 1964 Vedi scheda 1964 Uffici Banco Popular, (oggi UTE uffici Amministrativi) General Flores 2381, Montevideo Architetto: Mario Paysse Reyes Volte a doppia curvatura, con laterizi forati sp. 5,5 cm. Area cop: 1800 mq Luce: 22m Costruzione: luglio-dicembre 1964 Vedi scheda
1964 Frigorifico Carrasco, Camino Carrasco n.5, Montevideo Costruzione in tre fasi: 1964,1968,1970 Volte autoportanti: 2000/25, 1400/25, 1800/26 mq/m Vedi scheda 1965 Chiesa e casa parrocchiale di Nuestra Señora de Lourdes, Calle Michigan 1945 e Avenida General Rivera, Malvín, Montevideo. Opera non completata: costruita solamente la torre (H:27m) e la casa parrocchiale. Volte a doppia curvatura e pareti ondulate. Construzione: giugno 1965 agosto 1968 Vedi scheda 1965 Lanas Trinidad S.A. Planta Industrial Gral Rivera 292 - Trinidad, Dpto Flores Barraca de Lana Route 14, KM 174, 97000 Durazno Architetti: Andrea Queirolo e Victor Lorietto Costruzione in quattro fasi: 1965,1979,1987,1989 Volte autoportanti (quella di 40m precompressa) Area coperta/luce: 2400/18, 4100/28, 3500/40 2300/12,6 mq/m Vedi scheda 1965 Garage Carlos Patrón (oggi Supermercado Devoto), Lima 1737 e Arenal Grande, Montevideo. Bóveda Volte autoportanti, appoggiate su pilastri inclinati. Area coperta 2250mq, Luce: 32m Costruzione: sett 1965 apr1966 La ristrutturazione a supermercato non ha toccato le volte. Vedi scheda
1965 Laboratori Sandoz, oggi Fármaco Uruguayo S.A Dámaso A. Larrañaga 4479, Montevideo Volte autoportanti Area cop: 1500mq Luce: 18m Vedi scheda 1965 Laboratori Sidney Ross, oggi Laboratorio Roemmers (dal 1991) Camino Maldonado 5634, Montevideo Volte autoportanti Area cop: 2500mq Luce: 26m Vedi scheda 1965 Magazzino Epidor S.A, Juan Arrieta 2985, Montevideo Volte a doppia curvatura Area cop: 3200mq Luce: 25m Costruzione; apr-sett 1965 Vedi scheda 1965 Silos per Fertilizzanti Fosfato Thomas, Avda. de las Instrucciones e Camino Carmelo Corman, Montevideo. Costruzione in due fasi: 1965,1967 Primo silo per materie conservate con spinte laterali; volte doppia curvatura, incorporate nel terreno. 1965 Area coperta: 1900 mq volta di 30 m. di luce e 15m di freccia. 1967 Area coperta: 1550 mq volta di 22 m di luce e 12 m di freccia. Vedi scheda 1965 Magazzino Erosa, Avenida Garzón 1827, Montevideo Volte a doppia curvatura Area cop: 2400mq Luce: 26m 1966 Fabbrica tessile Mac Gregor, Avenida Garzón 1827, Montevideo Volte autoportanti
Area cop: 900mq Luce: 26m 1966 Chiesa della Parroquia Santa Maria Madre De La Iglesia Y San Juan Bosco Av. Gral. Eugenio Garzon, 2024, Montevideo Arch. Luis García Pardo Volta catenaria in mattoni Vedi scheda 1966 Fabbrica Fabex Ruta 14 km 138,5 Trinidad Dpto Flores Volte autoportanti Area cop: 2000mq Luce: 22m Vedi scheda 1966 Serbatoio pensile per il Balneario Las Vegas, Las Vegas, Dpto. de Canelones Torre traforata di mattoni di 27 metri di altezza e capacità 120 mc di acqua. Costruzione: feb – sett 1966 Vedi scheda 1966 Mercato della frutta, Canelones Gral Fructoso Rivera, Canelones Volte autoportanti Area cop: 2100mq Luce: 30m Costruzione: nov1966 – mar 1977 Vedi scheda 1966 Distribuidora Americana Sede commerciale, Paysandù dal 1972 ANCAP cemento Portland. Vedi scheda 1966 Hogar de Ancianos Mixto “Enrique Chaplin” Avenida Enrique Chaplin 728, ciudad de Paysandú. Volte autoportanti sul tipo delle scuole rurali. Non risulta citato da nessuna fonte. Vedi scheda 1966
Fabbrica di mattoni Cerámicas del Sur Oggi Bader International Sucursal Uruguay (pellami) Ruta 1 Vieja km 31,100 Cdad. del Plata, Departamento de San José Uruguay Due edifici con volte a doppia curvatura con lucernari, posti accostati ad L (30x40 e 40x80 m) Un edificio con sette volte autoportanti ( 3 di L=22m e 4 di L=16m, corda di 6 m.) Area coperta dalla D&M: 5200mq Luce: 20m Vedi scheda 1966 Tipografia Fratelli Garino Calle Goes angolo Joaquín Requena, Montevideo 7 volte autoportanti accostate di 8x27m ciascuna Costruzione agosto 1967 settembre 1968 Vedi scheda 1966 Capannone Frigorificio Cruz del Sur Oggi Polígono Empresarial Cruz del Sur Ruta 69 kilometro 31, Canelon Chico, Costruzione in tre fasi: 1966,1968,1970 Due edifici con volte autoportanti. Il primo composto da 12 volte affiancate di corda 8 metri e lunghezza 54 metri, il secondo di 3 volte, sempre di 8 metri di corda e 23 metri di lunghezza. Area coperta: 5400 mq e 600 mq Vedi scheda 1967 Laboratori Roche oggi Laboratorio Roemmers (dal 2010) Camino Maldonado 6550, Montevideo Costruzione in due fasi: 1967,1975 Volte autoportanti Area coperta 2200 mq; luce: 24 m (uguale la seconda fase) Vedi scheda
1967 Deposito Roberto Miles, General Santander 1785, Montevideo Volte autoportanti Area cop: 2300mq Luce: 25m 1967 Annesso Atlantida Country Club Venida Pinares, Atlantida depto Canelones – (La data di costruzione non è certa) Volta autoportante 7,5x26 mt circa. Vedi scheda 1967 Serbatoio d’acqua barrio City Golf Atlantida Calle 28-28 city Golf, Atlantida depto Canelones Vedi scheda 1967 Casa di vacanze della famiglia Dieste Nel balneario La Pedrera Copertura a lastra piegata 1967 Palestra Municipale di Maldonado Ciudad de Maldonado, Dpto.Maldonado Volte autoportanti precompresse su pilastri inclinati. Area coperta 2000 mq; luce: 33 m con aggetti di 7 m Costruzione: gen 1967 – gen 1968 Vedi scheda 1967 Cappella della Escuela Madre Paulina Carmelo de Arzadum 6023 Nuevo París Montevideo Arq. Alfredo Rafael Solari Maglione Volta autoportante con bordi piastre piane Area cop 900 mq; luce: 23 m Vedi scheda 1967 Gimnasio del Liceo Francisco Bauzá
Lucas Obes 896, angolo Garcia Lorca, Montevideo Volte autoportanti Area cop: 1100mq luce: 24m Vedi scheda 1967 Chiesa di San Pedro Batlle y Ordoñez 622, Plaza Independencía, Durazno Area coperta 800 mq Larghezza 23m lunghezza 32m Copertura in lamina piegata di laterizio armato precompressa. Pareti in laterizio armato precompresso. Vedi scheda 1967 Matadero Frigorífico Montes Macello industriale per la impresa Rausa, oggi Chacinados Doña Coca Montes Dep. Canelones Costruzione in tre fasi: 1967,1968,1969 Volte autoportanti Area coperta/Luce: 900/15, 800/18, 1050/18 mq/m Base silos metallici Non molto distante dal complesso, in prossimità di una strada rurale, vi sono le basi per 5 silos metallici verticali. Vedi scheda 1968 Palestra Associazione Hebraica y Macabi Camacuá 623, Montevideo Volte autoportanti Vedi scheda 1968 Fabbrica tessile Edasa Route 1, km 31, Dpto San José Costruzione in due fasi: 1968,1979-1980 Area coperta/Luce: 4000/35, 2000/35 mq/m Volte a doppia curvatura 1968 Capannone per CALNU Oggi ALUR - Alcoholes del Uruguay S.A.
Bella Unión Paraje Colonia España s/n Dpto. Artigas Volte a doppia curvatura Area coperta. 12000 mq Luce. 25m Altezza max colonne: 23 m Vedi scheda 1969 Unidad Portones Asociaciones Cristianas de Jóvenes Esther de Cáceres 5678, Montevideo Arq. Jaime Balas, posa prima pietra 6.11.1969, ultimazione lavori 1972. Una palestra con copertura a doppia curvatura di 20x30 mt e due padiglioni composti ognuno da 6 volte di 3,5x10mt Vedi scheda 1969 Salone dell’automobile Avenida Costanera Parada 3, Punta del Este, Maldonado (Demolita 2002) Volte autoportanti Area cop: 2900mq Luce: 26m 1969 Fabbrica di sigarette La Repubblicana, per la Cía. Industrial de Tabacos S.A., Mirungá 6505, Montevideo Oggi Tabacalera Mailhons Costruita in 3 fasi: 1969-70, 1980-81, 1982-83 Volte di doppia curvatura per un totale di 9000mq con luce 40 m. Vedi scheda 1971 Serbatoio dell’acqua complesso residenziale Malvin Norte, Camino Carrasco y Veracierto, Malvín Norte Montevideo Altezza: 40 m; capacità: 300 mc. Costruzione: luglio 1971giugno 1972 Vedi scheda 1971 Stabilimento agroindustriale Caputto,
Paraguay y Ferreira, Salto Costruito in due fasi: 197172, 1986-87 Architetto: Nestor Minutti Area coperta/Luce: 4200/46,5, 2950/26,5 Volte a doppia curvatura, la prima con lucernario. Vedi scheda 1971 Stazione Municipale degli autobus, Latorre angolo Larrañaga, Salto Architetto: Nestro Minutti Volte autoportanti con unica fila di pilastri centrali Area coperta: 1080 mq Corda: 6m Sbalzo di 13,50m Costruzione: settembre1973 – Aprile 1974 Vedi scheda 1973 Palestra Municipale Durazno Dr. E. Penza angolo Saravia, Durazno Arq. Julio Villamajo Volte a doppia curvatura Area coperta: 1945mq Luce: 45m Freccia: 4,5m Pilastri H:6,55m Costruzione: Marzo 1974gennaio 1975 Vedi scheda 1974 Club Peñarol Calle 19 de Abril & Dr. Angel Fortunato, Ombues de Lavalle Dep.to Colonia Ing. Responsabile: Raul Romero, collaboratore Jose Zorrilla, ancora studente. 4 volte autoportanti 6 x 22 mt circa. Vedi scheda 1974 Gimnasio Alberto Bernasconi Av. Benito Solari, Salto In letteratura si trova come Palestra Club Salto Nuevo F.C. Probilmente la DyM ha realizzato la sola copertura della parte centrale. Area coperta dalla volta: 1000mq Luce: 28m Vedi scheda
1974 Silo Vergara Vergara Dpto Treinta y Tres SAMAN - Soc. Anónima Molinos Arroceros Nacionales Capacità: 30000 Ton. Struttura di 30 m di luce e 15 m di freccia. Pavimento in calcestruzzo inclinato di 45°. Costruzione: agosto 1974 – dicembre 1978 Vedi scheda 1975 Magazzino Caputto Bv. Battle y Ordoñez 3276, Montevideo Progettato come Magazzino della Caputto-Citrícola Salteña, S.A. Costruito in due fasi: 197677, 1979 poste ain perpendicolare tra loro Volta a doppia curvatura (la prima fase con lucernario) Area coperta/Luce: 2200/34, 1000/12 Vedi scheda 1975 Serbatoio dell’acqua Salto Av. Gral Manuel Oribe, Salto Altezza: 30 m; capacità: 150 mc. Costruzione: apriledicembre 1976 Vedi scheda 1975 Stazione di servizio Barbieri y Leggire Calle Blandengues y Avenida Batlle y Ordoñez, Salto (spostata nel Nov.1996 a la Puerta de la Sabiduría) Architetto Nestor Minutti Soprannominata “La gaviota” è una struttura speciale appoggiata ad un solo pilastri centrale, con la copertura ad ali di gabbiano, costruita con la stessa tecnica delle volte autoportanti precompresse. Costruzione: marzodicembre 1976. Vedi scheda 1975 Silo Young
Avda. Montevideo 3517 Young, Río Negro. Silo per la Cooperativa Agricola de Young Limitada CADYL. Capacità 30000 Ton. Lungo 120 m, largo 30m, alto 18m Struttura a volta a doppia curvatura, sagomata a catenaria invertita. La presenza della falda freatica ha impedito/limitato la realizzazione della parte interrata. Vedi scheda 1976 Pensilina ANCAP Camino Lecoq, Montevideo Volte autoportanti Vedi scheda 1976 Termas del Daymán Termas del Daymán, Salto Dipartimento di Paysandú Due gruppi di due edifici con volte autoportanti Vedi scheda 1976 Industria Metallurgica COLSA Dal 1996 Compañía ColgatePalmolive Camino Teniente Galeano, 3160, Montevideo Volte Autoportanti di corda 9 mt . Lunghezze 10 di 25m 6 di 35m e 4 di 50m Vedi scheda 1976 Posto di ristoro di Ayuí Avda. Costanera Apolón de Mirbek, Salto - In prossimità del fiume Uruguay Arch. Nestor Minutti Cupola conica, appoggiata a pilastrini metallici quadrati di 4mm e auto precompressa dai sui aggetti. Area coperta: 400 mq; diametro: 21 m. di cui 15 interno e 3+3 sbalzi Vedi scheda 1976 Deposito Julio Herrera y Obes Rambla 25 de Agosto de 1825 e Zabala, Montevideo
Vincitore del concorso bandito dalla Administración Nacional de Puertos Copertura con volte a doppia curvatura con lucernari di un vecchio magazzino del porto. Area coperta: 4200 mq; Luce libera 50 m. (massima luce realizzata da D&M) freccia 6.5m Costruzione: ottobre 1977 maggio 1979 Nel corso del 2016 è stato registrato tra i beni del Monumentos Históricos Nacionales del Uruguay. Vedi scheda
1976 Stabilimento Agroindustriale Massaro Joanicó, Route 5 km 37,500, Canelones Oggi Timac Agro Uruguay SA Arch. Martin Boada Area coperta: 10000 mq Volte autoportanti precompresse sp. 10 cm Pilastri ad interasse di 35 m, aggetto della volta principale 16.40m. freccia 4.30m. Torre alta 24 m con una capacità di 56 mc d’acqua. Costruzione: settembre 1976 – maggio 1980, la torre 1979. Vedi scheda 1976 Carnet de salud ASSE – volta cilindrica ribassata Calle Durazno 1242. Montevideo Sostituzione di un antico lucernario in ferro e vetro, con una volta cilindrica ribassata, costruita con una griglia di laterizi, con i fori verso il basso, con 18 lucernari zenitali. Dimensioni circa 10 x 25 metri. Vedi scheda 1976 Hospital Pasteur – volta cilindrica ribassata Jose Antonio Cabrera, Montevideo Sostituzione di un antico lucernario in ferro e vetro, con una volta cilindrica
ribassata, costruita con una griglia di laterizi, con i fori verso il basso, con 9 lucernari zenitali. Dimensioni circa 13 x 15 metri. Vedi scheda 1977 Fabbrica di lamiere Leon Iorio Oggi CESMART fabbrica di contenitori in alluminio Av. Don Pedro de Mendoza 4063, Montevideo 10 Volte autoportanti di 6x18m Vedi scheda 1977 Fabbrica Refrescos del Norte S.A. Av. Gobernador De Viana, Salto Oggi Fabrica de produco porcinos Fenix - Venturini Architetto: Nestro Minutti (1933-1977) Volte autoportanti e strutture complementari. Pensilina d’ingresso coperta da due volte autoportanti. Edificio composta da 2 volte di 14x47 m e 4 di 13x38m c.a 2 Serbatoi cilindrici ed una torre per acqua alta 28 m della capacità di 60 mc. Costruzione: aprile 1977 maggio 1980, la torre 1979 Vedi scheda 1978 Palestra e salone poliuso Associazione San Agustin Oggi Laboratori Roche calle Justino Zavala Muniz n. 5591. Montevideo Una volte autoportante e grande lato piano a fianco. Area coperta 865 mq Costruzione: gennaio 1978 – gennaio 1980 Vedi scheda 1978 Padiglione sportivo per il Club Remeros Rambla Costanera, Salto Architetto Ambrosoni Volta autoportante Area coperta: 500 mq Luce: 27m Vedi scheda
1978 Fabbrica ARROZUR SA Villa Sara Km. 283 Ruta 8, Dpto Treinta y Tres Area cop. 1000 mq Luce 20 m Volte a doppia curvatura Vedi scheda 1978 Garage Carugatti S.A. All’incrocio tra Av. Italia e Alejandro Korn, Montevideo 2-3 file di volte autoportanti sovrapposte a scendere lungo Alejandro Korn, per una lunghezza totale di 110 metri. Costruzione: settembre 1978-agosto 1979 Vedi scheda 1979 Fabrica Francis S.A., 21 de Abril 2620, Montevideo Tre volte autoportanti di 9x25 m Vedi scheda 1979 Neosul S.A. Calle Benito Aizpurúa 2092, Montevideo Area Cop.ta 500 mq Luce 8 m Volte autoportanti Oggi abbandonata e non si vedono tracce delle volte autoportanti Vedi scheda 1979 Studio Televisivo Larrañaga Gral Fraga, Montevideo Oggi Teledoce Area coperta : 800 mq circa. 2 volte di 10x37m ed 8 volte laterali basse Costruzione 1979-80 Vedi scheda 1979 Fabbrica Industria di metalli Juan B. Ferrando Camino Oncativo, Montevideo Oggi Fundación Don Pedro (gruppo della famiglia proprietaria della Solsire SA) Area cop: 3000 mq Luce: 32m Volta a doppia curvatura Costruzione: 1979-80 Vedi scheda
1979 Stazione degli autobus e agenzia Turlit (oggi Agencia Central), calle Dr. Bortagaray, Salto Architetto: Nestor Minutti. 5 volte autoportanti con un’unica file di pilastri centrali .Area coperta: 900 mq circa. Costruzione: aprile-agosto 1980 Vedi scheda 1979 Fabbrica di lavorazione del pesce Urupez Ruta 10 Playa Verde, Maldonado Area cop. 2400 mq Luce: 20m Due edifici coperti a volta Vedi scheda 1980 Fabrica Lordix, S.A. Ing Alberto Caubarrere 4602, Montevideo Area coperta: 1500 mq Luce: 16m Volta a doppia curvatura Vedi scheda 1980 Galeria Colorín Miguelete 1737, Montevideo Una volta autoportante di 9x30 mt circa Vedi scheda 1980 Deposito per la lana, Central Lanera Uruguaya (oggi Conaprole) Camino de la Tropas 1969 e Route 5, Belvedere, Montevideo. Area cop 9000 mq Luce: 40m Tre edifici con volte a doppia curvatura. Costruzione: giugno 1980 – dicembre 1982 Vedi scheda 1981 Deposito Impresa di costruzioni Alvaro Palenga, S.A. Emancipación, Montevideo Dimensioni: 38x50 mt Costruzione: 1981-82 Vedi scheda
1981 Fabbrica di dolci Van Damm S.A. Oggi gruppo Arcor Bv. Batlle and Ordóñez 6791, Montevideo Area coperta: 30x70m Volte a doppia curvatura con lucernari. Vedi scheda 1981 Lanera Santa María S.A. Bv. Aparicio Saravia and Rafael, Montevideo Costruzione in tre fasi: 1981, 1983-84, 1984-85 -Area coperta/Luce: 1500/20, 1780/25, 2000/25. Prima e seconda fase: volte a doppia curvatura, la terza fase: volte autoportanti La scheda riporta l’edifico attualmente presente all’angolo tra Bv. A. Saravia e Florencia. Trattasi di un capannone coperto con volte a doppia curvatura con lucernari. Area coperta 800 mq circa. Dimensioni: 16x50 mt Vedi scheda 1981 Silos orizzontali per la Corporación Navios S.A. Nueva Palmira, Colonia. 3 silos uguali in tre tempi diversi: Dic. 1981 – Set. 1982, Gen-Dic.1987, Feb.1989-Sett.1990. Capacità: 27000 T Luce libera: 27m Altezza 19 freccia 11 m Lunghezza 90 m Volte precompresse ancorate al terreno. Vedi scheda 1982 Palestra del Collegio Santa Maria Hermanos Maristas 8 de octubre 2977, Montevideo Area cop: 800 mq Luce: 30m Volte a doppia curvature con lucernario Vedi scheda 1982 Serbatoio per acqua, complesso abitativo America
Camino Duran y Yegros, Colón Montevideo Altezza 40 mt Cap.ità 390 mc Costruzione : agosto 1982 – novembre 1984 Vedi scheda 1982 Club Social Y Deportivo Andresito Centro sportivo della Comandancia General del Ejercito, Bv. Gral Artigas 2555, Montevideo Area coperta: 1700 mq Tre volte autoportanti di 11x30mt circa. Vedi scheda 1982 Iglesia Fátima Gral. Brito del Pino angolo Silvestre Blanco, Montevideo Tre volte autoportanti di 6x35 mt circa. Vedi scheda 1983 Gimnasio Scuola Don Bosco Maldonado 2128, Montevideo Area cop 954 Luce: 24,40m Volte a doppia curvatura con lucernario e tiranti esterni ancorati sui pilastri prolungati in alto. Costruzione: maggio 1983dicembre 1984 Vedi scheda 1983 Gimnasio Municipale Trinidad, Dpto Flores Area cop: 2850 mq Luce: 34m Volte a doppia curvatura Costruzione: 1983- 1984 Vedi scheda 1983 Montevideo Shopping Center Luis A. de Herreras 1380, Buceo, Montevideo Architetti : López Rey - Gómez Platero. Costruzioni in due fasi: gennaio 1984-maggio 1985, luglio-dicembre 1988 Area coperta/Luce: 9800/816, 4000/8-10 mq/m Insieme di volte a semplice e doppia curvatura con lucernari. Pareti ondulate
precompresse ed ancorate al piano intermedio. Vedi scheda 1984 Gimnasio Cedemcar Cont. Sarandì, San Carlos, Maldonado Area cop: 900 mq Luce: 25m Volte a doppia curvatura Costruzione: 1984-95 Vedi scheda 1984 Frigorifico Elbio Pérez Rodríguez Oggi INALER S.A. gruppo Marfrig Camino de la costa, San José Area cop: 180 mq Luce: 15m Volte autoportanti a formare un edificio circolare Vedi scheda 1984 Iglesia Nuestra Señora del Líbano Molinos de Raffo 926, Montevideo Una volta autoportante di luce 10 metri con due sbalzi di 2,5 m circa, costituisce la navata; sul fondo il presbiterio a torre di pianta pentagonale. Sul retro, il campanile, non di Dieste. Costruzione: 1984-1986 Vedi scheda 1984 Capilla San José Obrero Dr. Elias Pascale 385, Barrio Mi Tío, Salto. All’interno della Obra Don Calabria Volta autoportante di 11x25mt circa Vedi scheda 1985 Serbatoio d’acqua Ruta 101 Route 101, km 26, Canelones Capacità: 100mc Vedi scheda 1985 Torre delle comunicazioni Avda. General Artigas e Guabirá, Maldonato Costruzione: Novembre 1985-settembre 1986
Altezza: 66 m. Diametro alla base: 3.50 m. Vedi scheda 1986 Stabilimento Azucitrus S.A. Camino Roldán, Paysandú Tre edifici con volte a doppia curvatura, uffici ed accessori. Area cop: 9000mq; Luce:30 m. Vedi scheda 1986 Stabilimento Tops Fray Marcos S.A. Oggi ENGRAW S.A. Ruta 94,Fray Marcos, Dpto. di Florida Costruzione in tre fasi: Nov.1986-ott.1987,Gengiu.1988, Ott.1994-giu.1995 Volte a doppia curvatura. Area coperta/Luce: 4500/25, 2000/25, 2000/25. Vedi scheda 1987 Fabbrica CINCELCUR, Arribeños 3532, Montevideo Area cop: 850 mq Luce: 25 m Volte a doppia curvatura Vedi scheda 1987 Serbatoio d’acqua, Agricultural Market, Maldonado (non costruito) Altezza: 23,15 m, capacità: 40 mc 1987 Ponte sopra il fiume Toledo. Ruta 6. Canelones, (non costruito) Un sistema con volte a doppia curvature per le travate, sostenute da murature del tipo di quelle della chiesa di Atlantida. Vedi scheda 1987 Opere infrastrutturali ANCAP, Paysandú. Progetto e costruzione di un tunnel sotterraneo per lo scarico di petrolio da imbarcazioni sul rio Uruguay a serbatoi interrati a 12 m di
profondità. (Licitación Pública Nº 759) 1987 Corporación Navíos S.A. Porto di Nueva Palmira, terminal de la Hidrovía, Dpto di Colonia Molo per l’attracco d’imbarcazioni sul río Uruguay di 120 m di lunghezza. Con ing. Antonio Dieste Vedi scheda 1989 Deposito Lanera Piedra Alta S.A. Zorrilla de San Martin S/N Cno A. Berrondo Dpto Florida Area coperta: 7500 mq Luce: 16+40m Volte a doppia curvatura, serbatoio dell’acqua, uffici ed accessori. Costruzione: 1989-90 Vedi scheda 1991 Fabbrica di bibite Fagar S.A. Route 22 km.12, San Juan, Dpto di Colonia Costruzione in due fasi: Aprile 1991 – maggio 1992, Aprile 1995 – febbario 1996 Area cop : 5000 + 2000 mq. Volte autoportanti precompresse, sbalzo 12.80m luce tra pilastri 24.38m; torre in muratura a forma cilindrica alta 26 m. Vedi scheda 1992 Deposito per A. Dewavrin Fils S.A. Juanicò, Canelones Costruzione: novembre 1992 – settembre 1994 Area coperta di 9300 mq con u n edificio con volte a botte (Luce:10m) e tre con volte a doppia curvatura con lucernario (L:25m). Completa l’opera un serbatoio d’acqua troncoconico. Eladio Dieste non ha però partecipato a questo progetto. Vedi scheda
1992 Silo per il sale,Solsire S.A. Avda. Gral. Flores 4431, Montevideo. Silo con struttura a volta a doppia curvatura, fondato su pali e con tiranti incorporati nel pavimento di calcestruzzo. Area coperta: 3100 mq; capacità 20000 T; Ffreccia 13 m, luce 28.5m. Costruzione: settembre 1992 – aprile 1994 Vedi scheda 1993 Salone multiuso colegio Nuestra Senora del Lujan calle W. Beltran 1868, Montevideo Volta autoportante 11x24 mt Vedi scheda 1993 Salone multiuso, Colegio Pastorino, 19 de junio 5653, Montevideo Volta autoportante 8 x 24 mt Costruzione: 1993-94 Vedi scheda 1994 Gimnasio Club Social Empleados BPS, Av. Uruguay angolo Gaboto, Montevideo Area cop. di 800 mq con volta a doppia curvatura con lucernari. Costruzione: 1994-95 Vedi scheda 1994 Tunnel del vento Facoltà di Ingegneria Montevideo Realizzato all’interno dell’edificio, con lo scavo in una corte. Volta a doppia curvatura. Vedi scheda 1995 Serbatoio d’acqua Hipercentro Devoto Sayago Ariel Y Bell, Montevideo Capacità 162 mc. Vedi scheda
1996 Silo per Corporación Navíos S.A. Porto di Nueva Palmira, Dpto di Colonia Area coperta di 7200 mq, luce 45m lunghezza 160m capacità 75000T Eladio Dieste non ha però partecipato a questo progetto. 1997 Todo Música A fianco del Montevideo Shopping Center Ariel y Bell, Montevideo Area coperta di 900 mq. Volta a botte. 2000 Palestra e salone multifunzioni Torres Nauticas Tomás de Tezanos 1107, Montevideo Area coperta di 12 x 55 mt Volta a botte. Vedi scheda
Opere da definire più compiutamente Crufi S.A. Camino Durán, 12400 Montevideo Capannone con copertura a doppia curvatura Parroquia Santa Bernardita Soubirous Avenida Italia 4318 esquina Caldas Montevideo Capannone Aparicio Saravia angolo Florencia, Montevideo Capannone con copertura a doppia curvatura Fideeria Belza-Penela di fronte al Mulino san Ramón Accesso dalla calle Luis Alberto de Herrera, San Ramón Dpto Canelones Capannone ad un piano composto da 7 volte autoportanti di 6x 33 mt di cui una con sbalzo aggettante di 5,5 mt. Serbatoio d’acqua a Las Piedra Dr. Elias Regules, Canadá y Arapey, Las Piedra Dpto Canelones Originariamente a servizio del Barrio San Francisco della Municipalità 18 de Mayo UTU - Escuela Técnica Las Piedras Baltasar Brum n. 665, Las Piedras, Dpto Canelones Edificio coperto con 10 volte autoportanti di 8x15 mt circa, oltre a porzioni con copertura piana Area coperta. 1250 mq. Jardín de Infantes N° 213 Enriqueta Compte y Riqué General Luna 1270, Montevideo 5 volte autoportanti 6x12 mt.
Casa Berlingieri. La prima volta in “ceràmica armada”. Punta Ballena, Punta del Este, Uruguay Antonio Bonet Castellana (1913-1989), architetto catalano giunto in Argentina dopo la guerra civile spagnola, al seguito di Jorge Ferrari Hardoy e Juan Kurchan, conosciuti nell’atelier di Le Corbusier a Parigi, viene incaricato da un gruppo di imprenditori, dell’urbanizzazione di una zona boscosa sulla costa uruguayana, di proprietà della famiglia Lussich, nel balneario Portezuelo. È così che è nata Punta Ballena, con gli edifici dell’Hotel Solana del Mar, la casa Berlingieri, la casa La Gallarda, del poeta Rafael Alberti, la casa La Ricarda, la casa Booth, e la casa Cuatrocase. In Uruguay Bonet ritrova il pittore Joaquín Torres García, che aveva conosciuto in Europa, e nella sua casa si Montevideo incontra anche il giovane ingegnere Eladio Dieste e lo coinvolge per le strutture della casa Berlingeri1.
Foto G. Sola Pinilla Bonet conosce la boveda catalana ma nei primi progetti a Buenos Aires le volte sono in cemento armato. Al momento di eseguire la casa per la famiglia Berlingeri il giovane Eladio Dieste, propone a Bonet l’uso del laterizio per le volte di copertura e vi introduce una importante innovazione e nasce la “ceràmica armada”. Con uno spessore di 6 centimetri in laterizio, le volte di copertura dei vari locali della casa, arrivano a coprire fino a luci di 6 metri.
“(…) a Punta Ballena, Bonet aveva pensato ad una soluzione di volta come aveva già fatto a Buenos Aires. Erano molto poco razionali ed io gli dissi perché non facciamo una volta di laterizi, perché l’opera lo richiede plasticamente (…) lui mi disse che era d’accordo, però che la vedeva molto pesante, giacché pensava al laterizio messo di coltello, come si fa negli archi; allora io gli dissi: no una lamina di laterizio (…) Eladio Dieste intervista del giugno 1995 agli architetti Folle e Gaeta -Elarqa n. 15
“Il costruttore non voleva costruirla, dopo non voleva starci sotto, poi non voleva salirci sopra alla struttura e poi guardare i ricorsi dei mattoni contro il bosco mi ha fatto realmente vedere che avevo trovato qualcosa che valeva la pena seguire; era la punta di un filo ". Intervista ad Eladio Dieste del Dr. Rodrigo Gutiérrez, maggio 1996 a Granada (Spagna)
1
Sembra che sia stato Antonio Torres (1913-1990) figlio di Joaquin ed amico di Eladio a presentarlo a Bonet, che cercava un calculista, non troppo soddisfatto da quello che aveva conosciuto per la casa Martinez a Buenos Aires.
"Fu studiata per la prima volta, come la struttura dei tetti per una casa, progetto dell'architetto. Spagnolo Antonio Bonet, attualmente in costruzione a Punta Ballena. La casa si presentava come ambienti a tetto (tetti che sono stati previsti a volta nel progetto architettonica), uno di 6 metri di luce approssimativamente. Tutto risolto con le volte descritte, aventi nervi di 2 cm di spessore 2 fili di 4 mm come mostrato in Figura 1. I carichi considerati producono tensioni molto basse, essendo la maggiore dovuta ai carichi concentrati, poco importanti, tuttavia, anche con ipotesi particolarmente severe in quello che si riferisce alla lunghezza della volta interessata. Si è deciso di procedere alla costruzione, senza alcuna precedente esperienza. La freccia è di 1/6 della luce. Il tetto è stato finito con gattaiolato che indicano i dettagli, cercando così un buon isolamento termico. Nel caso che le pareti del soffitto scaricano in un muro pieno la soluzione dell'appoggio è stata quella di figura 2. L'asse della volta passa attraverso il centro di gravità della base di appoggio. I tenditori si sono disposti ogni tre metri nel caso della volta di 6 metri di luce. Nei casi in cui è stato necessario salvare un vano con l'appoggio, si è usata la soluzione della figura 3. Consiste nel disporre due travi che possono assorbire indipendentemente i due sforzi: una legata ai tensori che resiste alle spinte, appesa da l'altra che sopporta la componente verticale della reazione della volta e il peso proprio di entrambi. Per la costruzione si è usata una casseforme della lunghezza di 1,50 m movendola a mano sopra tre tiranti longitudinali, due ai lati ed uno nel mezzo. In una giornata si costruivano 1,50 m di volta, spostando la cassaforma per il giorno successivo. La costruzione è stata molto semplice e si può anticipare che il costo a metro quadro della volta è molto basso. Speriamo di dare dati più precisi di questo costo in un prossimo articolo. La struttura finita è molto rigida. " Eladio Dieste “Bóveda nervada de ladrillo de “espejo” Revista de ingeniería 473 Septiembre 1947 Pagg. 510-512 (Grazie a Silvina Pérez della Biblioteca del Facoltà d’Ingegneria di Montevideo)
GEMCO - Caterpillar (non eseguito) eseguito) Nel marzo del 1955 Rodolfo Vasen, proprietario della GEMCO (General Machinery Co.), riceve dallo studio “Clémot Dieste Montañez Serralta Arquitectos Ingenieros”, da lui incaricati, la prima copia del progetto della nuova sede a Montevideo. L’edificio, a pianta rettangolare, è coperto da una grande volta centrale e due mezze volte, più piccole, aperte sui lati. La struttura è basata su due pilastri ad Y inclinati verso l’interno dell’edificio, che sostengono, attraverso l’interposizione di profili metallici, le volte di calcestruzzo ondulate nel senso longitudinale dell’edificio. Ogni pilastro poggia su un plinto con 5 pali che lavorano anche a trazione per bilanciare le spinte. Nel settembre dello stesso anno, alla GEMCO subentra la Vamax ed il progetto subisce alcune variazioni in ampliamento e la modifica dei pilastri ad Y in cavalletti a V posati su un basamento che esce dal suolo. Le copie definitive sono datate settembre 1956. Esiste poi una terza versione, molto semplificata, che conferma le difficoltà economiche che portarono la Vamax ad abbandonare l’idea di costruire l’edificio.
(Sopra) Primo progetto – sezioni (Sotto) secondo progetto – sezioni (archivio CDI-IHA Montevideo)
Iglesia de San Carlos Borromeo y Nuestra Señora de la Asunción Av Millán 3307 angolo Cisplatina,, quartiere di Prado, Montevideo Progetto Arch. Juan Pablo Terra
La chiesa è un interessante esempio di architettura moderna. A pianta a croce formata da volte paraboliche in cemento armato. Il progetto è dell'architetto Juan Pablo Terra, il calcolo strutturale è degli ingegneri Eladio Dieste ed Eugenio Montañez e la acustica dell'arch. Luis Garcia Pardo. Lla costruzione è stata eseguita dall'impresa Alvaro Palenga nell’anno 1956.
Interno, vista dell’altare e della crociera. Sotto l’interno verso l’ingresso Entrambe le foto sono di Miguel Montelongo.
Juan Pablo Terra, (1924(1924-1991) Nato a Montevideo il 3/09/1924, formatosi alla scuola di pensiero cristiano sociale (Economia e Umanesimo) di padre Louis Joseph Lebret, si laurea in architettura nel 1950. Considerato il pioniere della sociologia in Uruguay, disciplina che insegnerà nella facoltà di Architettura. Nel 1957 fu tra i fondatori del Centro Latinoamericano de Economía Humana (CLAEH). Molteplici i suoi studi e scritti sopra i problemi delle abitazioni, l’habitat, l’educazione e l’infanzia e le politiche sociali. Consulente di molte istituzioni (ONU UNICEF CIDE CEPAL) dal 1940 s’impegna attivamente in politica, prima nella Unión Cívica e poi nel Partito della Democrazia Cristiana di cui è stato dirigente e deputato dal 1967 al 1972 e poi senatore fino al colpo di stato del giugno 1973. È stato tra i promotori della formazione del Frente Amplio nel 1971. In questo clima rientra anche la candidatura del suo amico Eladio Dieste per il Comune di Artigas nel Frente Amplio. Muore a Montevideo il 13 /09/1991
El Pilar (1957(1957-59)
Tutte le ffoto oto sono di Silvina Pérez
El Pilar, che si trova tra l’Avenida España, l’Avenida Brasil , la Rambla, e tutti i limiti imposti dalle normative locali che imponevano 4 metri di ritiro da ogni strada, riducendo la poca area disponibile di 34 metri quadrati, imposero di fare una unica colonna, un cilindro, contenente la circolazione verticale. Avevo due possibilità, ad ogni piano mettere delle mensole o appendere l’edificio da mensole poste in alto. La soluzione con mensole ad ogni piano, dovendo rispettare le altezze abitabili permetteva di realizzare 8 piani oltre ad un piccolo soppalco. L’edificio con piani appesi, permetteva una grande economia di materiale, localizzare la macchina ascensore ed il serbatoio dell’acqua in copertura ed ottenere 9 piani abitabili. Questo è il motivo per cui c’è un unico pilastro, a causa di queste limitazioni che mi hanno costretto poi,ad appendere l'edificio. Seppi poi, perché a quel tempo non lo sapevo, che è stato il primo al mondo. Intervista a Luis García Pardo “Las arquitecturas potentes de dos metrópolis asimétricas”, CD, Grupo de Viaje de Arquitectura Taller Sprechmann – Montevideo, Editore Dos Puntos, 1997. L'audacia e l'originalità dimostrata tanto nella sua risoluzione strutturale come nel trattamento a "pelle di vetro" delle superfici di facciata fanno che questo edificio conserva tutta la sua forza a quasi cinquanta anni dalla costruzione. Il sistema strutturale utilizzò un unico pilastro cilindrico che serve di sostegno alle grandi mensole dalle quali scendono i tiranti che sostengono i bordi delle lastre dei vari piani. In questo modo si liberò da appoggi ai differenti livelli, sfruttando al massimo l'area edificabile. Con il vetro come avvolgente esterno del volume, sono stati "dematerializzati" i muri ottenendo che per trasparenza totale gli spazi interni sono più vicini alla spiaggia e al lungomare di La Rambla. Nel "Pilar" gli autori investigarono ed indagarono le possibilità espressive e costruttive dei materiali utilizzati, rendendo questo edificio un vero e proprio esempio di architettura moderna. Arq. Carlos Etchegoimberry, boletines bimestrales Nov.Dic. 2004 Sociedad Arquitectos de Uruguay
El Pilar è un edificio di testa al vertice di due strade ed in fronte all’oceano. Un piccolo lotto di forma irregolare di 147 mq su cui costruire il massimo, considerato il costo del terreno. Questa è la sfida raccolta da Luis Garcia Pardo e Adolfo Sommer Smith, con l’aiuto riconosciuto di Eladio Dieste per le strutture, su cui insiste, però a giudizio di chi scrive, il marchio inconfondibile di Leonel Viera. Ad oggi non vi sono disponibili documenti sul progetto delle strutture. Dai pochi dati disponibili, risulta che le opere di fondazione sono state eseguite dalla VIERMOND e che Eladio Dieste è stato consultato da Luis Garcia Pardo. Le varie testimonianze riportano sia il nome di Dieste che quello di Leonel Viera1, ma questo può derivare dal fatto che a quel tempo Dieste era ancora alle dipendenze della Viermond, pur lavorando già anche con Montañez. Sicuramente Leonel Viera è stato coinvolto nel progetto, giacché era il rappresentante commerciale dei cavi di acciaio che sono stati utilizzati. La struttura è l’elemento più rilevante del progetto. Un unico grande pilastro, di quasi 4 metri di diametro, alto una trentina di metri, che sorregge in alto un sistema di grandi mensole a cui sono agganciati i 7 tiranti che sostengono i 9 piani abitabili, ognuno con tre pareti libere ed aperte sul mare.
En 1957, los arquitectos Luis García Pardo y Adolfo Sommer Smith levantan el edificio El Pilar, en la confluencia de bulevar España, avenida Brasil y la rambla de Pocitos. Todo el inmueble está sustentado por un único pilar hueco de hormigón armado, que alberga en su interior la escalera y el ascensor; de él surgen ménsulas -también de hormigón- de cuyos extremos penden tensores metálicos que sostienen a los entrepisos. El cálculo de su audaz extructura - considerada por el tratadista germano Udo Kultermann la primera en su género la realizó el prestigioso técnico compatriota Leonel Viera. Cuadernos Hispanoamericanos 632 febrero 2003 Dossier : Aspectos de la cultura uruguaya. La tradición de la modernidad César J. Loustau 1
Nel testo La tradición de la modernidad César J. Loustau in Cauderno Hispanoamericanos n. 632 feb. 2003 si parla di Viera come progettista strutturale anche de El Pilar, come pure nella Resolución N° 28/12 della Junta Departamental de Montevideo che intitola una piazzetta a Leonel Viera.
MoMA A sessantanni dalla mostra sull’architettura moderna in America Latina, il MoMa dal 29 marzo al 19 luglio 2015 organizza una nuova grande esposizione dal titolo: Latin America in Construction: Architecture 1955– 1955–1980, Curata da Barry Bergdoll, Carlos Eduardo Comas, Jorge Francisco Liernur, e Patricio del Real. Sono esposte oltre 500 opere di architettura di: Cile, Argentina, Uruguay, Brasile, Perú, Colombia, Venezuela, México, Cuba, República Dominicana e Puerto Rico. Quattro sono le opere ritenute rappresentative dell’Uruguay: • Edificio El Pilar, 1957. Arq. Luis García Pardo y Sommer Smith. • Edificio Positano, 1957 Arq. Luis García Pardo y Sommer Smith. • Conjunto Habitacional Complejo Bulevar Artigas, 1971-74 Arq. R. Bascans, T. Sprechmann, A. Villamil e H. Viglieca • Urnario, Cementerio del Norte, Montevideo (Av. Burges) 1960-62 Arq.Nelson Bayardo Oltre alle due chiese di Eladio Dieste: Cristo Obrero di Atlantida e San Pedro di Durazno.
El Positano Av. Ing. L. Ponce, all’incrocio con Blvd.Artigas. Montevideo Progetto delle strutture, non eseguito.
Situado en la ciudad de Montevideo el Edificio Positano (1959) de los arquitectos Luis García Pardo y Adolfo Sommer Smith, constituye uno de los intentos más claro de construcción moderna en la ciudad. El prisma abstracto del edificio, (de hormigón, vidrio y aluminio) flota sobre cuatro pilares que permiten liberar la planta baja y crear una nueva metáfora de la naturaleza a través del diseño de todos sus elementos. En ella los murales del artista Lino Dinetto, la escultura de Germán Cabrera y el diseño del jardín de Pablo Ross, asesorado en última instancia por Burle Marx dan forma a esta metáfora construida en piedra, ladrillo, metal y agua. Arq. Juan Pablo Tuja1 De naturaleza moderna Edificio Positano Docente de la Universidad de la República Facultad de Arquitectura de Montevideo, Uruguay. 1
Informe Final - Trabajo De Iniciación A La Investigación Farq (Udelar) Proyecto De Investigación Llamado Interno Nº 45/13 Edición 2014. El Proceso De Proyecto Del Edificio Positano Y El Proceso De Interpretación AUTOR: Arq. Juan Pablo Tuja TUTOR : Dr. Arq. Fernando de Sierra
Nell’edificio Positano, realizzato su progetto degli arch. Luis Garcia Pardo e Adolfo Sommer Smith, quasi in contemporanea con il Pilar, ed uno dei primi edifici con facciate interamente vetrate, la struttura riveste un ruolo fondamentale nella concezione dell’edificio, definendone gli spazi, le funzioni e la forma. Come per il Pilar2, il progetto delle strutture è affidato agli ingg. Dieste y Montañez, che se ne occupano nel 1957. Il progetto prevedeva una struttura multipiano a pareti, con sul fronte grandi travi a formare i parapetti. che appoggia su una grande piastra, a livello del primo solaio, che riporta gli scarichi al suolo, su due grandi “chiglie” e due nuclei scatolari.
Evidentemente questa soluzione non soddisfece del tutto gli architetti, dal momento che decisero di procedere con un nuovo progetto di struttura affidandosi a Viera e Mondino, che con la loro ditta, il cui direttore era Eladio Dieste, stavano lavorando alle fondazioni del Pilar. In questo progetto vi sono quattro elementi verticali, posti lungo l’asse longitudinale dell’edificio, la cui pianta è di 24,60 x 12,00 mt. Ognuno degli undici livelli scarica su una grande trave a cassone, alta come l’interpiano ( e collegata alle gemelle sopra e sotto) ed a cui sono "appese" 20 costole” travi sagomate” che lavorano a mensola nella direzione trasversale dell’edificio. Queste costole sostengono sottili lastre di cemento armato di solo 7 cm. di spessore. Sopra di queste e tra le nervature un riempimento con materiali leggeri permette di ottenere il livello orizzontale in ciascuno dei livelli. Al piano terra, i soli quattro nuclei scatolari lasciamo di fatto lo spazio libero ed integrabile con il giardino. Questo secondo progetto è accettato ed i lavori iniziano nel 1959. Pianta 24,60 x 12,00 altezza 11 piani fuori terra ed un’interrato. Due appartamenti per piano, in uno vivrà Leonel Viera con la sua famiglia, fino alla morte.
Foto Silvina Pérez 2
La cosa è dubbia, vedi considerazioni al riguardo nella scheda dedicata a El Pilar
Fabbrica tessile A. Young S.A. Oggi fabbrica di dolci “Punta Ballena” Camino Carlos A. López, 7700 - Montevideo Volte a doppia curvatura con lucernari Area coperta: 4100mq, luce: 25m Rispetto al complesso iniziale, oggi la fabbrica è molto più ampia.
Magazzini per il grano a Palmitas e Tarariras Palmitas, Dpto. de Soriano, Tarariras, Dpto. de Colonia La letteratura riporta la costruzione di tre magazzini per il grano a Cardona e Palmitas, Dpto. de Soriano ed a Tarariras, Dpto. de Colonia , praticamente uguali, con copertura a volte gaussiane di luce 28 metri e superficie coperta di 1500 mq, costruiti per conto del Banco de la República tra il novembre del 1957 ed il settembre 1958. Al momento non abbiamo nessuna notizia su quello di Cardona, mentre gli altri due sono ancora attivi. Lo stesso progetto ha dato origine a questi depositi in luoghi diversi in cui Dieste ha iniziato la sua ricerca sulle coperture di grandi dimensioni. A Tarariras oltre al deposito di 1.500 mq, coperto con volte a doppia curvatura, vi è anche una volta per proteggere lo scarico del grano. A Palmitas è il deposito gemello con le stesse volte a doppia curvatura con arco di 28 metri tra gli appoggi, con tiranti e colonne interne inclinate, a forma di contrafforti invertiti, a cui sono legati i tiranti. Fonte: PROYECTO EDUCATIVO DIESTE Portale del Progetto Educativo promosso dalla Comisión del Patrimonio Cultural del Uruguay, con l’appoggio dell’ufficio UNESCO di Montevideo. Foto Ciro Caraballo Perichi
Sopra Palmitas, sotto Tarariras
Palestra del Club de Remeros Mercedes Jose Battley OrdoĂąez, Mercedes Dep. Soriano Arch. Antonio Cravotto, e Carlos Magnone Volte a doppia curvatura Area coperta: 1300mq luce: 25m
Stazione di servizio (oggi BMW moto Haus) Haus) Cooper 2099, Carrasco, Montevideo Volta a doppia curvatura con una sola colonna su ogni lato . Luce: 22 m
Palestra per la Intendencia Municipal di di Artigas Ruta Gen. Canabarro, Artigas, a pochi metri dal ponte de la Concordia che attraversa il Rio QuaraĂ e porta in Brasile. Volte a doppia curvatura. Area coperta: 1500 mq, luce: 26 m. Foto a lato da: Los Departamentos - Artigas 17 1970 Editorial Nuestra Tierra Soriano 875 Montevideo
Depósito Carrau y Cía. Avda. Dámaso A. Larrañaga 3444, Montevideo Edificio a due campate con volte a doppia curvatura con lucernari. Area coperta: 3200mq, luce: 25m
Colegio La Mennais, Montevideo Ing. J. Acquistapace 1701, Montevideo
Cenni storici Gli Hermanos Menesianos1, già presenti in Argentina, arrivano a Canalones nel 19512, con l’intenzione di istituirvi un loro collegio. Nel marzo del 1952 hanno inizio le prime lezioni presso la Parrocchia di Nuestra Señora de Guadalupe. Nel 1956 viene deciso di aprire un collegio anche a Montevideo, inizialmente presso le Hermanas Capuchinas del Colegio de Lourdes. Lunedì 5 marzo 1956 hanno inizio le prime lezioni. L’anno dopo, il collegio si sposta presso l’ex Hotel Nettuno. Intanto il primo nucleo di direzione del collegio composto dal religioso responsabile, padre Fermin e dai rappresentanti dei genitori (Eladio Dieste Presidente, Ignacio Novas, Segretario e Rúben Ferrari, Tesoriere) si dedicano alla ricerca di un terreno per potervi costruire un edificio consono alla funzione. Il giorno 11 dicembre 1959 viene acquistato il terreno. Dopo l'acquisto del terreno, tutte le energie si indirizzano sulla progettazione e costruzione del nuovo Collegio, il tutto sotto la direzione di Eladio Dieste con la parte architettonica seguita dagli architetti Serralta e Clémot. Il 13 novembre 1960 vi è la posa della prima pietra. Il 26 maggio 1963 le opere sono concluse e si tiene l’inaugurazione del nuovo Collegio La Mennais.
I quattro pilastri del nuovo collegio La Mennais: Padre Joaquín Freire, Fratello Fermín, primo Direttore; Frate Roberto de Rocha, Cappellano e l’ing. Eladio Dieste, primo Presidente dell’associazione dei genitori.
1
Jean-Marie de La Mennais (1780-1860) fondatore della congregazione Frères de l'instruction chrétienne de Ploërmel che dal 1819 opera l’insegnamento scolastico attraverso collegi in tutto il mondo. 2 http://www.lamennais.edu.uy/El_Colegio/Menesianos_en_Uruguay/76/ e Archivo de los Hermanos Menesianos. Montevideo, Uruguay.
26 maggio 1963 â&#x20AC;&#x201C; la messa nel giorno dellâ&#x20AC;&#x2122;inaugurazione.
Eladio Dieste alza la bandiera il giorno dellâ&#x20AC;&#x2122;inaugurazione (Archivo de los Hermanos Menesianos. Montevideo)
Il progetto e la costruzione Alla definizione del progetto sotto l’aspetto funzionale parteciparono attivamente gli Hermanos Menesianos. Il collegio doveva infatti disporre delle abitazioni private dei religiosi e di una cappella. Grande importanza viene inoltre data allo sport e questo sarà molto importante nella scelta del terreno con la consulenza di Dieste. Il lotto è di grandi dimensioni, quasi 10.000 mq. I primi studi progettuali sono del 1958 e tutti portano la firma: Clémot – Dieste - Montañez - Serralta. Successivamente la mascherina dei progetti sarà differenziata tra gli arquitectos e gli ingenieros. Il primo progetto è di 5 piani, con una grande scala circolare posta su di un lato e sulla copertura una serie di 21 volte cilindriche affiancate.
Prospettiva del primo progetto del 1958. Archivio IHA, Facultad de Arquitectura, UDELAR Montevideo Seguono vari progetti intermedi, fino al progetto finale che, per decisione dei religiosi, è relativo ad una prima fase con il solo edificio principale, posto su di un lato del lotto. L’edificio è su tre piani oltre all’interrato, con la scala interna centrale e non ci sono più le volte in copertura, ma un piccolo osservatorio astronomico (non realizzato). Nei primi due piani le aule sono ai lati del corridoio centrale. Il terzo piano è per metà occupato dalle residenze dei religiosi, con accesso da una scala indipendente. Al centro del loro spazio, una piccola cappella illuminata dall’alto. Tutta la facciata a nord ha le pareti delle aule arretrate rispetto al fronte, con terrazze coperte in cui trovano posto ampie fioriere per la protezione dal sole. Le strutture sono, in prevalenza, telai regolari in calcestruzzo armato con alcune pareti in ceramica armata e due piccole volte a copertura della cappella. La forma rettangolare è risolta strutturalmente da 4 telai longitudinali di nove campate di 7 metri, mentre in senso trasversale i loro interassi sono di 8 metri ai lati e 3,40 nel centro, ad individuare il corridoio. I solai sono lastre di calcestruzzo di 12 centimetri di spessore con armatura nei due sensi. Le travi in spessore 90x30 cm con quelle di bordo ricalate in alto. I pilastri sono di 27x74 e 27x90 cm. Anche le scale sono interamente in calcestruzzo armato.
4 marzo 1962. Costruzione del secondo solai con le travi di bordo ricalate in alto. Archivo de los Hermanos Menesianos. Montevideo, Uruguay La cappella è coperta da due volte di ceramica armata, di sezione troncoconica abbastanza ribassate. Hanno dimensioni diverse, il che fa si che nel loro incontro si formi una lunetta molto piacevole. Le misure della cappella sono 11,55 metri in senso longitudinale, e 6,43 metri di larghezza media sotto la lunetta. Una stretta fessura di 20 cm sopra l'entrata illumina il muro di fondo di questa piccola navata, mentre la lunetta illumina l'altare ed i religiosi assistono alla cerimonia in penombra.
La cappella/oratorio Archivio IHA, Facultad de Arquitectura, UDELAR Montevideo
Serralta e Clémot sulla copertura delle volte della cappella
Agosto 1962. Vista generale della costruzione Archivo de los Hermanos Menesianos. Montevideo
Il primo permesso di costruzione è del settembre 1960 con il Nº 94.039, nel 1968 il secondo con il Nº 117.683 per la costruzione di uno spogliatoio nel seminterrato. Entrambi firmati da Serralta-ClémotDieste-Montañez. Successivamente sono stati realizzati, la palestra (1976) il teatro, aule, cappella e servizi (1995) e la biblioteca e parcheggio (2005), ad opera di altri professionisti.
Fonti http://www.lamennais.edu.uy/El_Colegio/Menesianos_en_Uruguay/76/ Ado Estefanía, Jorcin Natalia Serralta | Clémot | Dieste | Montañez Colegio La Mennais Tesina Instituto de Historia de la Arquitectura 2012 Facoltà di Architettura, Montevideo Tutor: Arq. Jorge Nudelman Nudelman Jorge tres visitantes en parís los colaboradores uruguayos de le corbusier programa de doctorado: teoría y práctica del proyecto de arquitectura departamento de proyectos arquitectónicos escuela técnica superior de arquitectura de madrid director: josé maría de lapuerta. doctor arquitecto. 2013
Fonderia Inyecta Metal (oggi Minstar Metal) Emancipaciรณn 4700, 11900 Montevideo, Uruguay Volte a doppia curvatura con lucernari. Area coperta: 1800mq Luce: 30m
Garage Banco de Seguros del Estado (oggi: Fripur Alimentos congelados, in crisi) Avenida Gral Rondeau 2274, Montevideo Volte a doppia curvatura con lucernari. Area coperta: 2500mq Luce: 35m Costruzione: maggio 1959 - maggio 1960
Hogar Estudiantil Universitario, Montevideo Padrón tra le calles Iguá, Rambla Euskalerría y Mataojo. Malvín Norte – Montevideo La residenza Universitaria per la Universidad de la República de Uruguay, fu oggetto di un concorso bandito nel 1959 ed i cui vincitori furono gli architetti Justino Serralta y Carlos Clémot, da poco rientrati dalla Francia, dove avevano lavorato nell’atelier di Le Corbusier. Tutte le strutture sono progettate da Dieste & Montañez. La progettazione esecutiva ebbe un iter travagliato e si protrasse fino a 1965, quando cominciarono i lavori, che si fermarono nel 1970 a strutture ultimate, lasciando questo scheletro abbandonato fino al 1991 quando fu completato ad uso della Facoltà di Scienze. Analoga sorte all’esperienza della vivienda Universitaria dell’Università di Túcuman, nella vicina Argentina, di dieci anni prima. Chiaro in entrambi i casi il riferimento alle “unité d’habitation” di Le Corbusier. L’edificio per la residenza ha la pianta a croce con i primi due piani, in cui sono previsti i servizi comuni, disposti parallelamente alle curve di livello e sopra su pilotis perpendicolare al primo, le cellule delle residenze degli studenti (1.000 in totale, con ogni alloggio previsto su 3 piani per 12 studenti).
L’edificio a strutture ultimate ( archivio IHA Montevideo)
L'edificio della palestra è stato costruito nel 1968 e mai usato. Ha una pianta quadrangolare di 30 metri di lato. La superficie utile totale è di circa 2000 mq, ed è sviluppata su due livelli oltre ad un soppalco; lo spazio centrale del primo livello è un campo di circa 800 mq. Il livello basso doveva ospitare i servizi, mentre al primo livello, alto 7 metri e completamente libero da pilastri, si dovevano svolgere le attività sportive. La struttura è in cemento armato con pareti in muratura di mattoni. La copertura è in lastre piegate di cemento armato, che sul fronte sud poggiano su esilissime colonne quadrate di metallo. Una rampa in cemento armato, sviluppata all’esterno,fornisce l’accesso al piano principale. Recentemente l’Università ha attivato una procedura per il suo completamento per l’utilizzo sportivo.
Gimnasio del centro Malvín Norte
Edificio di appartamenti a Punta Ballena per Adolfo Alonso Lussich (non realizzato). Punta Ballena, Dpto Maldonado Arch. Serralta e Clémot Questo progetto è datato luglio 1960, subito dopo il concorso per la residenza Universitaria ed è firmato da Serralta, Clémot, Dieste e Montañez. Anche per questo lavoro il riferimento è l’unité d’habitation, mitigato dalla destinazione ad abitazione di vacanza. I due fronti dell’edificio hanno qui un dislivello di mezzo piano. Tutti i 158 appartamenti dovevano essere dotati di terrazze con legna e griglia per soddisfare le esigenze delle famiglie uruguayane in vacanza.
Fonte : Archivio CDI IHA
Casa Dieste Mar Antártico 1227, Punta Gorda, Montevideo. Collaboratori: H. Gatti and F. Banderas. Area coperta. 264 mq Nel 1952 Dieste compra un piccolo lotto di terreno a Punta Gorda per costruirci la sua abitazione. I soldi per costruirla arrivano solo dopo una diecina d’anni. I lavori cominciano nell’ottobre 1961 e terminano nell’aprile 1963. La casa sorge su un pendio che guarda a sud-est, verso il Rio de la Plata. Il lotto di terreno è stretto e lungo (12 x 50 m, per un totale di 600 mq) e la casa lo occupa in tutta la sua larghezza, lasciando due piccoli giardini sul fronte e sul retro. Nella sua casa, tutta realizzata in mattoni, Dieste usa per la prima volta, le volte autoportanti semplici, costruite con centine mobili.
Il calcolo perfetto e completo di una struttura a doppia curvatura, per esempio, è possibile di recente è quindi dieci o dodici anni dopo. [...] La stessa cosa è successa con le volte autoportanti: le ho usate per la prima volta nella mia casa, vedendo come funzionava la struttura, stabilendo dopo la teoria. Alberto Petrina Una estética de la ética. Intervista a Eladio Dieste. SUMMA, Buenos Aires. p. 23–32, N. 247, giugno 1988 Nel complesso incastro di volumi e funzioni dell’edificio, particolare importanza assume il meccanismo distributivo, dove le scale diventano atri (e viceversa), dove i corridoi diventano zone di studio (e viceversa). Le funzioni “principali” sono accolte dagli spazi voltati, mentre gli ambienti “serventi” hanno la copertura piana: e questa distinzione non è soltanto un artificio per connotare i diversi spazi, ma svolge anche una funzione costruttiva, poiché le coperture in piano funzionano come travi per riportare le spinte delle volte nei punti dove esse possono essere più efficacemente contrastate. Poiché il clima di Montevideo è temperato dalla latitudine e dalla prossimità alla massa d’acqua, la coibentazione di muri e coperture non riveste grande rilevanza (il problema non era comunque molto sentito nei primi anni ’60). L’edificio, pertanto, si riduce a un sottile guscio in mattoni rustici che avvolge le funzioni dell’abitare. In particolare, le coperture voltate sono composte da un semplice strato di mattoni pieni posti di piatto (5 cm) rivestiti sull’estradosso da 2 cm di malta, nella quale è annegata una rete elettrosaldata. Tutto lì. I mattoni delle pareti sono imbiancati a calce, mentre quelli delle volte sono lasciati a vista. Piaggio Juan Martín Eladio Dieste. Una casa d’abitazione, in Costruire in Laterizio n. 82/2001, pp. 48-51, Faenza ed., Faenza 2001. Il prezzo di costruzione è stato molto basso, tenendo conto del livello di qualità raggiunto. L’impresa esecutrice è stata la Dieste & Montañez.
Fonte per il testo: Memoria descrittiva di Dieste pubblicata nella rivista FORMAS Cerรกmicos II, Nยบ 5, octubre de 1982, pp. 104-109 Rendering Blog di Daniela Dani - Rosario Argentina
Fabbrica Electroplast Servando Gรณmez 2440, Montevideo Costruzione in tre fasi: 1960,1966,1975 Volte autoportanti (probabilmente uno dei primi lavori in larga scala) Area coperta/luce: 600/12, 800/16, 900/16 mq/m
Casa Acosta y Lara, parasole in ceramica armata. Enrique Guarnero 3928 Prado, Montevideo Arch. Justino Serralta La casa dell’ingegnere Horacio Acosta y Lara progettata da Serralta e Clémot nasconde un piccolo gioiello strutturale di Eladio Dieste. Il parasole di ceramica armata a protezione della camera e della cucina è, infatti, il risultato di una variazione, suggerita da Eladio Dieste a Justino Serralta nel 1962, durante l’esecuzione dei lavori, rispetto ad una ordinaria soletta di cemento armato.
Escuela Industrial de Tala. Obra del Padre Borrazás Ildefonso de León - Tala, Dpto Canelones Tre capannoni affiancati con volte a doppia curvatura, ognuna di 8 conoidi.
Grazie all’arch. Virginia Vidal
Estadio Cerrado Municipal Dolores Complejo Deportivo “Ingeniero Carlos A. Magnone”, ubicato all’ingresso nord della città di Dolores. Volte a doppia curvatura. Area coperta: 1400 mq, Luce: 30m. Costruzione: gennaio-settembre 1962 è stato inaugurato il 25 febbraio 1967
Grazie a Mario Santellan D'Andrea Dolores (UY)
Autopalace Avda. General Flores 2775, Montevideo Architetto: A. Acerenza Prima realizzazione di una copertura con volte autoportanti di grandi dimensioni. Area coperta: 2600 mq; luce max : 28 m con sei volte autoportanti. Costruzione: maggio-novembre 1964 Da notare il grande aggetto sulla Av. General Flores a formare la pensilina d’ingresso, traforata per lasciare passare la luce. Originariamente era un salone per l’esposizione di auto, ora è usato come un deposito di mobili.
Vista del fronte sulla strada Vista della pensilina d’ingresso Vista dell’interno
Colegio para las hermanas Rosarinas Villa Argentina, Atlantida Eladio Dieste riceve l’incarico preliminare per la costruzione di un collegio per le hermanas Rosarinas, in un lotto di una nuova lottizzazione a Villa Argentina adiacente ad Atlantida. L’acquisto del terreno non avrà luogo, ed il lavoro fatto è stato solo quello di alcuni studi elaborati con l’arch. Serralta.
Justino Serralta: primer croquis para una residencia de verano para las “hermanas rosarinas”, ca. 1963. CDI, IHA.
Il blocco delle aule, posto alla base del triangolo del lotto, ai due lati dell’ingresso è previsto coperto da lastre piegate o volte autoportanti. Lo stesso tipo strutturale è previsto per le residenze dei religiosi in un blocco parallelo ed in prossimità al vertice del lotto. Al centro uno spazio polivalente ed una cappella dalla forma a tronco di cono con il vertice tagliato da un piano inclinato e da cui svetta una piccola croce. Successivamente il collegio ha trovato sede proprio a fianco della Chiesa di Cristo Obrero in un edificio “vernacolare”.
Fonte: Nudelman Jorge - tres visitantes en parís los colaboradores uruguayos de le Corbusier -programa de doctorado: teoría y práctica del proyecto de arquitectura -departamento de proyectos arquitectónicos -escuela técnica superior de arquitectura de madrid director: josé maría de lapuerta. doctor arquitecto. 2013
Palestra del Liceo N.18 Avenida Millรกn 3898, Montevideo Viene indicata come la prima realizzazione di volte autoportanti di grandi dimensioni. Le volte autoportanti sono 4 affiancate ed oggi risultano intonacate.
Uffici Banco Popular,Montevideo (oggi UTE uffici Amministrativi), General Flores 2381, Montevideo Architetto: Mario Payssé Reyes Volte a doppia curvatura, con laterizi forati sp. 5,5 cm. Area coperta: 1800 mq Luce: 22m Costruzione: luglio-dicembre 1964 L'uso del mattone da parte di Payssé va ancora oltre quando, in collaborazione con gli ingegneri Eladio Dieste e Montañez, progetta il Banco Popular (1965), in cui questo materiale non solo è la finitura predominante nelle pareti marcate dalla struttura, fino alla chiusura superiore, composta da volte in mattoni armati che caratterizzano spazialmente l'opera. La struttura modulata di pilastri e travi di cemento armato sporgenti crea nicchie in cui sono installate le apparecchiature e riceve i tiranti che contrastano la spinta delle volte, ampliando l'uso di questo materiale e attribuendogli una caratteristica strutturale insolita nelle sue opere . Gonzalez Luz Martin El ladrillo y la estructura en la arquitectura de Payssé y Lorente Doctor Arquitecto, Porto Alegre RS Brasil Universidad do Vale do Rio dos Sinos (UNISINOS)
Mario Payssé Reyes (Montevideo 5.03.1913 – 13.01.1988) Architetto discepolo di Julio Vilamajó (1894-1948).Professore universitario e progettista affermato.
Uffici Banco Popular,Montevideo (oggi UTE uffici Amministrativi), General Flores 2381, Montevideo Architetto: Mario Payssé Reyes Volte a doppia curvatura, con laterizi forati sp. 5,5 cm. Area coperta: 1800 mq Luce: 22m Costruzione: luglio-dicembre 1964 L'uso del mattone da parte di Payssé va ancora oltre quando, in collaborazione con gli ingegneri Eladio Dieste e Montañez, progetta il Banco Popular (1965), in cui questo materiale non solo è la finitura predominante nelle pareti marcate dalla struttura, fino alla chiusura superiore, composta da volte in mattoni armati che caratterizzano spazialmente l'opera. La struttura modulata di pilastri e travi di cemento armato sporgenti crea nicchie in cui sono installate le apparecchiature e riceve i tiranti che contrastano la spinta delle volte, ampliando l'uso di questo materiale e attribuendogli una caratteristica strutturale insolita nelle sue opere . Gonzalez Luz Martin El ladrillo y la estructura en la arquitectura de Payssé y Lorente Doctor Arquitecto, Porto Alegre RS Brasil Universidad do Vale do Rio dos Sinos (UNISINOS)
Mario Payssé Reyes (Montevideo 5.03.1913 – 13.01.1988) Architetto discepolo di Julio Vilamajó (1894-1948).Professore universitario e progettista affermato.
FrigorĂfico Carrasco S.A. Camino Carrasco n.5, Paso Carrasco, Canelones Costruzione in tre fasi: 1964,1968,1970 - Volte autoportanti: 2000/25, 1400/25, 1800/26 mq/m
Laboratori Sandoz Oggi Fármaco Uruguayo S.A. Dámaso A. Larrañaga 4479, Montevideo 5 volte autoportanti Area coperta: 1500mq Luce: 18m
Laboratori Sidney Ross, oggi Laboratorio Roemmers (dal 1991) Camino Maldonado 5634, Montevideo 4 Volte autoportanti Area coperta: 2500mq Luce: 26m
Fonte google.maps 2016-12-15
Magazzino Epidor S.A, oggi Darcel S.A. Juan Arrieta 2985, Montevideo Capannone con volte a doppia curvatura Area coperta: 3200mq Luce: 25m Costruzione; aprile-settembre 1965
Fonte google.map 2016.12.15
sotto vista da via Francisco Rodrigo
Garage Carlos Patrรณn (oggi Supermercado Devoto) Lima 1737 e Arenal Grande, Montevideo. Volte autoportanti, appoggiate su pilastri inclinati. Area coperta 2250mq, Luce: 32m Costruzione: settembre 1965 - aprile 1966 La ristrutturazione a supermercato non ha toccato le volte. Grazie a Ariel Tinaglini, Gerente de Servicio & Atenciรณn Sup. Devoto.
Silos per Fertilizzanti Fosfato Thomas Avda. de las Instrucciones e Camino Carmelo Corman, Montevideo. Costruzione in due fasi: 1965,1967 Primo silo per materie conservate con spinte laterali. Volte a doppia curvatura, incorporate nel terreno. 1965 Area coperta: 1900 mq volta di 30 m. di luce e 15m di freccia. 1967 Area coperta: 1550 mq volta di 22 m di luce e 12 m di freccia.
Una diversa tipologia di applicazione è quella della grandi volte per i silos e depositi di materiali in polvere. Sebbene obbediscano alla stessa teoria di base, queste strutture hanno una grande freccia e si appoggiano direttamente sul suolo, senza pilastri e travi. Inoltre essi devono resistere alle forze laterali che si generano dal materiale stoccato. Nel 1965 costruirono la Fosfato Thomas a Montevideo: una volta impressionante di 30 m di luce, 15 metri freccia, con una grande curvatura. Queste dimensioni non sono state superate dalle opere successive del 1974: silo di Vergara , Young e quelli di Nueva Palmira. Eladio Dieste, Maestro de la Ingenieria Juan Grompone 1996
Fabbrica di mattoni CerĂĄmicas del Sur Oggi Bader International Sucursal Uruguay (pellami) Ruta 1 Vieja km 31,100 Cdad. del Plata, Departamento de San JosĂŠ Uruguay Due edifici con volte a doppia curvatura con lucernari, posti accostati ad L (30x40 e 40x80 m) Un edificio con sette volte autoportanti ( 3 di L=22m e 4 di L=16m, corda di 6 m.) Area coperta dalla D&M: 5200mq Luce: 20m Vista aerea (dal sito della Bader). Gli edifici D&M sono in primo piano
Fabbrica Fabex, Trinidad Dpto Flores Ruta 14 km 138,5 Volte autoportanti Area coperta: 2000mq Luce: 22m
Frigorificio Cruz del Sur Oggi Polígono Empresarial Cruz del Sur Ruta 69 kilometro 31, Canelon Chico, Costruzione in tre fasi: 1966,1968,1970 Due edifici con volte autoportanti. Il primo composto da 12 volte affiancate di corda 8 metri e lunghezza 54 metri, il secondo di 3 volte, sempre di 8 metri di corda e 23 metri di lunghezza. Area coperta: 5400 mq e 600 mq Il frigorífico Cruz del Sur è stato inaugurato nel 1967. E' stato il modello di impianto frigorifero della sua epoca, considerata una delle industrie più importanti del paese. Ci hanno lavorato circa 400 persone, tante famiglie della zona di Canelón Chico, Progresso, Sauce, Cerrillos, San Antonio, Las Piedras, sono stati colpite dalla chiusura dello stesso, avvenuta in forma definitiva il 31 gennaio 1993, dopo sei anni di instabilità.
Tipografia Fratelli Garino Calle Goes angolo Joaquín Requena, Montevideo 7 volte autoportanti accostate di 8x27m ciascuna Costruzione agosto 1967 settembre 1968 Julio Garino era stato compagno di studi di Eladio Dieste ma non divenne ingegnere, entrando a lavorare nell’azienda famigliare, la F.lli Garino, ancora oggi attiva. Logico quindi che al momento di realizzare il nuovo stabilimento si rivolga al vecchio amico oramai famoso nella costruzione di edifici industriali. Il progetto sarà sviluppato congiuntamente da Dieste e Montañez e Serralta e Clémot.
Lo stabilimento Garino in un disegno di studio di Justino Serralta Archivio CDI, IHA
Probablemente Héctor Gatti: Imprenta Garino: planta definitiva, abril 1974. CDI, IHA. Inédito.
foto di Silvina Pérez 2017.02.17 Fonti: nudelman jorge tres visitantes en parís - los colaboradores uruguayos de le corbusier programa de doctorado: teoría y práctica del proyecto de arquitectura departamento de proyectos arquitectónicos escuela técnica superior de arquitectura de madrid director: josé maría de lapuerta. doctor arquitecto. 2013 CDI-IHA Instituto de Historia de la Arquitectura (I.H.A.) della facoltà pubblica di Architettura in Uruguay Nel I.H.A. ha creato il CDI “Centro de Documentación e Información en Historia de la Arquitectura, el Urbanismo y el Territorio”. http://www.farq.edu.uy/iha/documentacion-centro-documental/
Parroquia Santa Maria Madre de la Iglesia y San Juan Bosco Av. Gral. Eugenio Garzon, 2024 Colon - Montevideo Arch. Luis Garcia Pardo
La chiesa parrocchiale di Colón è stata progettata nel 1966 dall'architetto Luis Garcia Pardo, uno dei più rappresentativi architetti uruguaiani dell’epoca, con la stretta collaborazione dell'ingegnere Eladio Dieste per la parte strutturale, che in questo caso è quasi tutto. Questa opera è stata concepita seguendo le linee guida innovative del Concilio Ecumenico Vaticano II della Chiesa cattolica, della quale entrambi i professionisti erano parte attiva , con un linguaggio completamente spoglio di decorazioni, modanature ed immagini religiose, anche sul lato esterno. E' stata completata nel 1967. Il progetto architettonico originario prevedeva una pianta della chiesa è di forma triangolare, con i vertici curvi, in cui si trovano il campanile ed il battistero. Le sedute sono poste nella direzione della volta e puntano direttamente verso l'altare. Infine, per completare la composizione del progetto, la sagrestia ed una cappella di pianta triangolare, posti ai lati del presbiterio, ognuno con un ingresso separato. L’esecuzione finale differisce per la posizione del battistero, di forma circolare, con tetto conico in mattoni, con l'oculo di vetro, posto sul lato opposto rispetto a dove progettato, nel punto dove era previsto il campanile non costruito. Quello che si vede oggi è un'aggiunta recente. La struttura è tutta compresa in una volta autoportante, a forma di "catenaria rovesciata" con lle basi su tratti piani, che sfalsano gli appoggi lateralmente. Questa particolarità, che ritroviamo nella coeva chiesa di San Pedro a Durazno di Dieste, conferisce all'edificio uno spazio molto ampio, libero da colonne. La volta è costituita da un solo strato di mattoni, con una soletta superiore di cemento armato nelle due direzioni, di soli 10 cm. di spessore. Come è caratteristica delle opere di Dieste, il mattone strutturale è a sua volta l'elemento di finitura estetica, dando anche un'ottima acustica alla chiesa. Anche il trattamento della luce naturale, in questo progetto di Luis Garcia Pardo, ha un legame molto marcato con la risoluzione della chiesa di San Pedro di Durazno e questo testimonia ulteriormente i forti legami tra i due in questo momento, sia concettualmente che formalmente. L'ampia apertura frontale della cupola permette un'ottima illuminazione senza finestre aggiuntive.
Sopra, vista della navata con l’altare sullo sfondo e sotto la torre sull’altare. Nella pagina seguente il Battistero troncoconico.
È anche importante sottolineare la connotazione che ha l'ingresso di luce zenitale sopra l'altare, questa soluzione è un chiaro gesto di rappresentazione di Gesù Cristo e della possibilità di salvezza secondo la dottrina Cristiana "illuminando gli uomini e portandoli fuori dalle tenebre".
Foto di Carlos A. Montiel Spada - Luz y ladrillo. La iglesia parroquial San Juan Bosco de Luis García Pardo 14.06. 2013 in Arquitectura Moderna Croquizar – Decír mucho, en pocas lineas. www.croquizar.com
Hogar de Ancianos Mixto “Enrique Chaplin” Avenida Enrique Chaplin 728, ciudad de Paysandú. Serie di volte autoportanti in due corpi di fabbrica. Edifici sul tipo delle scuole rurali Non risulta citato da nessuna fonte.
Distribuidora Americana Sede commerciale dal 1972 ANCAP produzione cemento Portland - PaysandĂš Due edifici coperti con volte autoportanti. Non vi sono dati ufficiali sul contenuto di questa scheda che pertanto è solo una ipotesi dellâ&#x20AC;&#x2122;autore.
Serbatoio pensile per il Balneario Las Vegas Las Vegas, Dpto. de Canelones Torre traforata di mattoni di 27 metri di altezza e capacità 120 mc di acqua.. Costruzione: febbraio – settembre 1966 Chiamata “Torre de Agua Dieste”” è di proprietà della Intendencia Municipal de Canelones. Canelones Grazie all’arch. all Virginia Vidal
Annesso Atlantida Country Club Venida Pinares, Atlantida depto Canelones La data di costruzione non è certa. Volta autoportante 7,5x26 mt circa.
Fonte: Tras las huellas de Eladio Dieste en Atlántida - Omar Darío Porta, Mireya Bracco CCIFA | Centro Comercial, Industrial y Fomento de Atlántida Grazie all’arch. Virginia Vidal
Serbatoio d’acqua barrio City Golf Atlantida Calle 28-28 city Golf, Atlantida depto Canelones
"E 'stato costruito da Dieste intorno al 1967-1968 quando la corte non c'era più. Il proprietario del terreno, Abel Sanroman, voleva lottizzarlo, per questo è stato costretto a costruire un serbatoio per l'approvvigionamento idrico in sito, giacché Atlantida non aveva abbastanza acqua dalla laguna del Cisne, e da diversi pozzi. Per questo ha incaricato Dieste della sua costruzione.” Porta Omar Darío, Bracco Mireya Tras las huellas de Eladio Dieste en Atlántida CCIFA | Centro Comercial, Industrial y Fomento de Atlántida
Grazie all’arch. Virginia Vidal
Cappella della della Escuela Madre Paulina Carmelo de Arzadum 6023 Nuevo ParĂs Montevideo Arq. Alfredo Rafael Solari Maglione Volta autoportante con bordi piastre piane Area coperta 900 mq; luce: 23 m
La casa di vacanze della della famiglia Dieste Balneario La Pedrera, La Pedrera Rocha Uruguay Questa piccola casa per le vacanze della sua famiglia è il risultato di una ristrutturazione realizzata nel 1967 da Eladio Dieste di una casa esistente. Come con la sua casa di Punta Gorda, anche questa serve per sperimentare le lastre plissettate di ceramica armata. In questo caso unâ&#x20AC;&#x2122;unica lastra dello spessore di 5,5 cm di laterizio e 2 cm di soletta impermeabilizzante.
Ricordiamo che prima dell'esperienza con lamine piegate in ceramica armata, Dieste ha svolto a Montevideo, almeno un lavoro con lastre piegate di calcestruzzo nella costruzione della palestra per la casa dello studente nel 1959. La padronanza concettuale di queste strutture e la loro applicazione in cemento armato gli hanno fornito parte della conoscenza necessaria allo sviluppo della teoria sulla costruzione di lamine piegate in ceramica armata, che porterĂ alla chiesa di San Pedro a Durazno.
Gimnasio del Liceo Francisco Bauzå Lucas Obes 896,angolo Garcia Lorca, Montevideo Volte autoportanti Area coperta: 1100mq Luce: 24m Nel 2016 è stato oggetto di un lavoro di manutenzione.
Laboratori Roche oggi Laboratorio Roemmers (dal 2010) Camino Maldonado 6550, Montevideo Costruzione in due fasi: 1967,1975 Volte autoportanti Area coperta 2200 mq; luce: 24 m (uguale la seconda fase)
Chiesa di San Pedro a Durazno Batlle y Ordoñez 622, Plaza Independencía, Durazno Area coperta 800 mq Larghezza 23m lunghezza 32m Copertura in lamina piegata di laterizio armato precompressa. Pareti in laterizio armato precompresso. La chiesa di San Pedro a Durazno, a 180 km a nord di Montevideo, si trova sulla piazza principale della città e svetta sul profilo basso delle case tipiche della zona. Nel 1967 un incendio danneggiò gravemente la preesistente basilica, con il crollo della copertura in legno della campata centrale ed il danneggiamento delle due navate laterali. La chiesa era una tipica costruzione di una piccola città dell’interno dell’Uruguay, realizzata con una modesta tecnica costruttiva. Dieste fu chiamato per la riparazione della navata centrale, ma valutò che questo risultava impossibile. Fu pertanto deciso di ricostruire la chiesa preservando la facciata principale, non danneggiata. I lavori durarono dal gennaio 1969 al maggio 1971. Nella ricostruzione è stata mantenuta la pianta originaria eliminando la separazione tra le navate. La copertura della navata centrale è una grande lamina piegata di mattoni, le pareti sono grandi travi pure in mattoni, appoggiate agli estremi, in corrispondenza dell’atrio e del presbiterio. Le pareti della navata centrale si prolungano fin nello spazio della torre del presbiterio, formando un poligono irregolare di cinque facce leggermente inclinate che si chiudono al salire di quota e fuori della vista, in una torre. Le grandi pareti della navata centrale hanno una leggera inclinazione, che ne aumenta la prospettiva e la sensazione di altezza. Il tetto sembra galleggiare grazie a fasce di luce laterali continue situate tra il soffitto e la parete. In questa chiesa, è il piano che governa lo spazio. Tutto l’interno è in mattoni a faccia vista, perfettamente posti in opera. La concezione strutturale è semplice e sorprendente. Le pareti principali che formano lo spazio centrale in alto, sono due enormi travi miste di mattoni e calcestruzzo precompresso di 32 m di luce e dello spessore di 25 cm per un’altezza di 8 metri, leggermente inclinate ed appoggiate sul muro preesistente della facciata e sul nuovo muro lato presbiterio. Nella parte bassa si collegano alle lastre di copertura delle navate laterali, pure di mattoni, che hanno travi di cemento sopraelevate, che poggiano sulle pareti laterali, pure leggermente inclinate.
Il tetto della navata centrale, lunga 32 metri è composta da unâ&#x20AC;&#x2122;unica lastra piegata di mattoni, precompressa, di spessore 8 cm ancorata alle due testate e libera sui due lati lunghi, dove poggia per mezzo di colonnine metalliche alle due pareti, permettendo alla luce di entrare con un effetto straordinario. La facciata interna della chiesa è formata da un portico su pilastri che sostengono il peso superiore, soluzione che ha permesso a Dieste di introdurvi un rosone di mattoni armati, composto da una serie concentrica di cinque poligoni irregolari esagonali sostenuti da tre cavi di acciaio. Questi cavi tengono gli anelli della figura agli angoli dell'esagono dove vi sono piccole staffe metalliche che sostengono le lamine di mattoni del poligono. Strutturalmente, l'anello esterno lavora in compressione e l'anello interno in trazione. La stabilitĂ del complesso è incrementata dalla precompressione dei cavi in ragione di una tonnellata ciascuno al momento della costruzione de rosone.
Capannone per CALNU Complesso industriale Zuccheriero, Oggi ALUR - Alcoholes del Uruguay S.A. Bella Unión Paraje Colonia España s/n Dpto. Artigas Volte a doppia curvatura Area coperta. 12000 mq Luce. 25m Altezza max colonne: 23 m La commessa ha compreso anche le fondazioni per macchinari di grande peso e presa d’aqua nel Río Uruguay. Costruzione: febbraio 1968 – maggio 1970
Fabbrica di sigarette La Repubblicana per la CĂa. Industrial de Tabacos S.A., MirungĂĄ 6505, Montevideo Oggi Tabacalera Mailhons Costruita in 3 fasi: 1969-70, 1980-81, 1982-83 Tre edifici paralleli uguali con copertura a volte di doppia curvatura con lucernari, per un totale di 9000mq con luce 40 m.
Stazione degli autobus a Salto Latorre angolo Larrañaga, Salto Arch. Nestor Minutti 7 volte autoportanti precompresse, su una sola fila di pilastri centrali. Doppio sbalzo di 13,50 m Ingombro max trasversale 25,76 n Corda di 5,75 m Freccia di 1,94 m Area coperta 1.080 mq Costruzione tra sett.1973 – Aprile 1974 Una serie di volte in laterizio armato precompresso che si controventano mutuamente, e che poggiano su una singola fila di pilastri, che purtroppo, non essendo la Dieste y Montañez incaricata della costruzione dei pilastri ma soltanto delle volte, sono più larghi delle travi che vi insistono.
“... queste forme più ricche e complesse non si possono fare come routine; esigono amore per l’opera e gusto per il particolare, condizioni che non abbondano tra gli uomini d’impresa (...). Perciò oppongono resistenza alcuni appaltatori a queste soluzioni dicendo che sono costose; non lo sono, ma li costringono ad agire maggiormente come dovrebbero, ad essere costruttori e non soltanto appaltatori o impresari” Il nostro contratto si limitava al progetto della struttura ed alla costruzione delle volte; il resto dell'edificio è stata fatto da un impresario del luogo e gli errori a cui mi riferisco si devono al fatto che l'architetto direttore del lavoro non ha potuto seguire la fase finale ... la direzione non poteva essere esercitata e sono state prese decisioni che mascherano l'intenzione del progetto e ricordo di aver vissuto quei momenti con dolore quasi fisico. “ Estación de ómnibus en Salto. Eladio Dieste. SUMMA. Colección Temática. Buenos Aires. p. 49, N. 19, junio, 1987.
Stabilimento agroindustriale Caputto Paraguay y Ferreira, Salto Costruito in due fasi: 1971-72, 1986-87 Architetto: Nestor Minutti Area coperta/Luce: 4200/46,5, 2950/26,5 Volte a doppia curvatura, la prima con lucernario.
Serbatoio dell’acqua complesso residenziale Malvin Norte, Camino Carrasco y Veracierto, Malvín Norte Montevideo Altezza: 40 m; capacità: 300 mc. Costruzione: luglio 1971-giugno 1972
Palestra Durazno Dr. E. Penza y Saravia, Durazno Arq. Julio Villamajo Volte a doppia curvatura Area coperta: 1945mq Luce: 45m Freccia: 4,5m Pilastri H:6,55m Costruzione: Marzo 1974-gennaio 1975
Gimnasio Alberto Bernasconi Av. Benito Solari, Salto In letteratura si trova come Palestra del Club Salto Nuevo F.C. Lâ&#x20AC;&#x2122;edificio di pianta rettangolare ha alle due testate le gradinate, la parte centrale, probabilmente la sola eseguita dalla DyM è coperta con una volta a doppia curvatura. Area coperta dalla volta: 1000mq Luce: 28m
Club PeĂąarol Calle 19 de Abril & Dr. Angel Fortunato, Ombues de Lavalle Dep.to Colonia Ing. Responsabile: Raul Romero, collaboratore Jose Zorrilla, ancora studente. student 4 volte autoportanti 6 x 22 mt circa. circa
Silo Vergara Vergara, Dpto Treinta y Tres SAMAN - Soc. Anónima Molinos Arroceros Nacionales Silo orizzontale per il riso Capacità: 30000 Ton. Struttura di 30 m di luce e 15 m di freccia. Pavimento in calcestruzzo inclinato di 45°. Costruzione: agosto 1974 – dicembre 1978
Foto da FADU UDELAR Dieste y Montañez
Magazzino Caputto Bv. Battle y OrdoĂąez 3276, Montevideo Progettato come Magazzino della Caputto-CitrĂcola SalteĂąa, S.A. Costruito in due fasi: 1976-77, 1979 poste ain perpendicolare tra loro Volta a doppia curvatura (la prima fase con lucernario) Area coperta/Luce: 2200/34, 1000/12
Serbatoio dellâ&#x20AC;&#x2122;acqua Salto Av. Gral Manuel Oribe, Salto Altezza: 30 m; capacitĂ : 150 mc. Costruzione: aprile-dicembre 1976
Silo Young Avda. Montevideo 3517 Young, Río Negro. Silo per la Cooperativa Agricola de Young Limitada CADYL. Capacità 30000 Ton. Lunghezza 120 m, larghezza 30m, altezza 18m Struttura a volta a doppia curvatura, sagomata a catenaria invertita. La presenza della falda freatica ha impedito/limitato la realizzazione della parte interrata.
Il silo è destinato ad immagazzinare cereali, macinati o in grani, per un periodo limitato. La costruzione consiste di una grande tramoggia triangolare interrata e di un guscio a doppia curvatura (parzialmente incassato e ancorato con pilastri , dove il terreno è argilloso, e con ancoraggi metallici dove il fondale è roccioso) studiato per resistere alla pressione del grano contro le pareti. In questa struttura non si hanno problemi di torsione né di flessione causati dal vento, e la maggiore sollecitazione è quella provocata dalla pressione dei cereali che, in questo caso, è stata forse sopravvalutata. I risultati ottenuti sono molto buoni e il costo della costruzione e dei macchinari, per tonnellata immagazzinata, è inferiore rispetto ai più comuni depositi verticali. Come nel caso delle torri a superficie ondulata, la funzione dà origine a una forma particolarmente espressiva. Víctor Pérez Escolano Rigore e autenticità nell’opera di Eladio Dieste LOTUS 98 – settembre 1998
Foto Ciro Carabello Perichi 2014
Stabilimento Agroindustriale Massaro, Joanicó, Route 5 km 37,500, Canelones Oggi Hydro Agri SA Arch. Martin Boada Area coperta: 10000 mq Volte autoportanti precompresse sp. 10 cm Pilastri ad interasse di 35 m, aggetto della volta principale 16.40m. freccia 4.30m. Torre alta 24 m con una capacità di 56 mc d’acqua. Costruzione: settembre 1976 – maggio 1980, la torre 1979. In questo caso siamo stati chiamati, come costruttori esperti in strutture industriali, a sviluppare un progetto già impostato da un altro professionista. La struttura è formata da una serie di coperture autoportanti e precompresse di direttrice catenaria, senza travi ne timpani. Si tratta di una serie di gusci, liberi nello spazio, con una leggerezza vicina a quella delle strutture metalliche. E’ stato necessario reimpostare i problemi costruttivi più generali e i sistemi e le tecniche per la precompressione, per ottenere tra i pilastri una luce di 35 metri, con una freccia di 4,23 metri. La serie delle volte poggia su un’unica fila di pilastri intermedi, con doppie travi a sbalzo di circa 15 metri. Lo spessore dei gusci è di 10 centimetri, di cui 7,3 sono di mattoni forati. La fondazione, a causa della natura del terreno, è stata realizzata con un sistema a pali. Per dare un’idea dell’economicità del progetto, la valutazione fiscale ha considerato un costo di costruzione doppio rispetto a quello reale. Eladio Dieste in Pérez Escolano Víctor Rigore e autenticità nell’opera di Eladio Dieste LOTUS 98 – settembre 1998
In un'intervista con Rosario Castellanos del 1993 parlando dell'impatto di queste volte sulla gente Dieste ha detto:
"E 'successo che, quando era pronta e fu iniziata ad usarla. Allora le ragazze che classificavano la frutta erano consapevoli del fatto che una cosa del genere non si fa senza sforzo, e che in realtà questo sforzo è stato fatto per loro, in modo da avere un posto nobile per lavorare. E questo lo esprimevano - e probabilmente non lo sapevano esprimere con le parole - ma lo esprimevano nella maniera di guardare, nel modo in cui sorridevano, in quello di salutare. Lo sentivi. Sentivi una specie di cordialità profonda."
Fonte FADU UDELAR
Critico sullâ&#x20AC;&#x2122;utilizzo attuale, il figlio di Eladio Dieste.
"Il pavimento è costantemente coperto da una sorta di melma. l'urea attacca la struttura, è un uso del tutto inadatto dal punto di vista del mantenimento " Esteban Dieste, intervista a Felipe Miguel del 28 de Agosto de 2016
Carnet de salud ASSE â&#x20AC;&#x201C; volta cilindrica ribassata Calle Durazno 1242. Montevideo Sostituzione di un antico lucernario in ferro e vetro, con una volta cilindrica ribassata, costruita con una griglia di laterizi, con i fori verso il basso, con 18 lucernari zenitali. Dimensioni circa 10 x 25 metri. Foto aerea da google maps
Hospital Pasteur â&#x20AC;&#x201C; volta cilindrica ribassata Jose Antonio Cabrera, Montevideo Sostituzione di un antico lucernario in ferro e vetro, con una volta cilindrica ribassata, costruita con una griglia di laterizi, con i fori verso il basso, con 9 lucernari zenitali. Dimensioni circa 13 x 15 metri.
Foto aerea da google maps
Industria Metallurgica COLSA Dal 1996 CompaĂąĂa Colgate-Palmolive Camino Teniente Galeano, 3160, Montevideo Volte Autoportanti di corda 9 mt . Lunghezze 10 di 25m 6 di 35m e 4 di 50m
Deposito Juilio Herrera y Obes Rambla 25 de Agosto de 1825 e Zabala, Montevideo Vincitore del concorso bandito dalla Administración Nacional de Puertos Copertura con volte a doppia curvatura con lucernari di un vecchio magazzino del porto. Area coperta: 4200 mq; Luce libera 50 m. (massima luce realizzata da D&M) freccia 6.5m Costruzione: ottobre 1977 maggio 1979 Nel corso del 2016 è stato registrato tra i beni del Monumentos Históricos Nacionales del Uruguay. Nel 1978 un'opera maestra: la copertura del Pabellón Juilio Herrera y Obes nel porto di Montevideo, attraverso il recupero della vecchia muratura di 70 cm rinforzata contro il vento e coperta con una volta a doppia curvatura di 50 metri di luce. Grompone Juan 1996 Eladio Dieste, Maestro de la Ingenieria Nel magazzino del porto di Montevideo mette una trave-cordolo sul muro per ripartire il carico della nuova volta. Stanford Anderson Eladio Dieste: A principled builder In The Félix Candela Lectures The Museum of Modern Art, New York (July 1, 2008)
Il bando di concorso prevedeva la demolizione e la ricostruzione di un vecchio deposito. Demolire la vecchia struttura non era né razionale né economico, perciò abbiamo deciso di conservare e di consolidare la vecchia muratura in laterizio, ricostruendo la copertura con un guscio a volta gaussiana a doppia curvatura con una luce di 50 metri. Dal momento che i costi erano molto contenuti, siamo riusciti a convincere le autorità portuali che avremmo potuto, con una modesta integrazione, rivestire le vecchie pareti con una muratura di protezione. Abbiamo rispettato, enfatizzandola, l’intera forma del deposito preesistente, ottenendo un’area di 4.200 metri quadrati con una copertura di soli 12 centimetri di spessore, di cui 10 in mattoni forati. Al termine dei lavori l’ammontare delle opere – compresi un nuovo pavimento, gli ingressi, il rivestimento interno imbiancato a calce, la muratura di protezione e la mano d’opera – è stato di 120.000 dollari USA. La muratura esistente, in cui ha trovato alloggio l’armatura necessaria a contrastare le spinte laterali, è stata integrata con pilastri e rivestita in mattoni a vista, mantenendone le precedenti proporzioni. Eladio Dieste, tratto da: Víctor Pérez Escolano Rigore e autenticità nell’opera di Eladio Dieste LOTUS 98 – settembre 1998
Stazione di servizio Barbieri y Leggire, Salto Calle Blandengues y Avenida Batlle y Ordoñez, Salto (spostata nel Nov.1996 a la Puerta de la Sabiduría) Architetto Nestor Minutti Soprannominata “La gaviota” è una struttura speciale appoggiata ad un solo pilastri centrale, con la copertura ad ali di gabbiano, costruita con la stessa tecnica delle volte autoportanti precompresse. Costruzione: marzo- dicembre 1976.
Il Gabbiano (gaviota in spagnolo) è stato costruito tra il 1975 ed il 1976 a Salto, Uruguay, nell’angolo tra Calle Blandengues e Avenida Batle Y Ordoñez, come cope ertura delle pompe di benzina della stazione di servizio Barbieri & Leggire, posta di fronte ad un altro lavoro di Dieste & Montañez, la stazione degli autobus. Questo nome glielo ha dato il popolo di Salto, per il suo profilo elegante ad ali di gabbiano. La scelta della forma è stata dettata da esigenze di massima altezza per la manovra dei camion che utilizzano la stazione di servizio. La superficie coperta totale è di 17 metri per 5,60. Un unico pilastro centrale alto 4,0 metri, quadrato, di sezione 45x45 centimetri, che si restringe verso l’alto fino a 25x25, sostiene una trave di valle da cui si dipartono, ai due lati, le mezze volte dal profilo a catenaria1 invertita. La fondazione è un plinto quadrato di 1,20m alto 40 centimetri. Dieste progetta questa struttura, tenendo conto del peso proprio e del vento, secondo lo schema di una trave, considerando i carichi agenti principalmente nella sua direzione longitudinale, con la sezione trasversale che non deve deformarsi significativamente nel suo piano; per questo adotta un profilo a catenaria, che minimizza le tensioni di trazione. Sulle due volte è poi usata la precompressione sull'asse longitudinale per ridurre la flessione. Le volte sono costruite con mattoni forati (27x27 cm) speciali per la muratura armata, posati in corsi regolari, con i giunti allineati in entrambe le direzioni. All'estradosso, una soletta di calcestruzzo che diventa più spessa nella valle, creandovi una trave di dimensioni sufficienti, senza ricalature, alta 22 cm ed armata con 2Ø10 in basso e 2Ø6 in alto. Le armature sulle due volte sono 1Ø 10 / 54 cm in senso trasversale ed una maglia di Ø 6 tra i giunti dei mattoni (27x27). Sulla parte alta di ogni volta, all’estradosso, sono poi stati applicati, due sistemi di precompressione per contrastare le tensioni di trazione. I trefoli2, posati a formare due anelli allungati, sono ancorati, sulle due un martinetto di propria invenzione, i trefoli vengono avvicinati e serrati insieme, nella parte centrale della volta, provocando il tensionamento delle due testate ancorate. A finire: il getto della soletta di 1 2
Il profilo delle direttrici è parte di una parabola che può essere descritta dall'equazione: (x -1800) 2 = -2770(y -1170) Cavi in acciaio ad alto limite elastico usati per la precompressione di strutture.
calcestruzzo che ingloba anche i trefoli ed una cappa di impermeabilizzazione. Spessore totale 8 cm. La costruzione procede dal plinto al pilastro alla trave di valle, sostenuta da un ponteggio che permette di realizzare anche le due ali. Per segmenti successivi, progredendo simmetricamente onde evitare il caricamento asimmetrico del pilastro.
Per 20 anni la gaviota è stata un punto di riferimento popolare, poi nel 1996 nelle opere di ristrutturazione dell’area di fronte alla Stazione dei bus non c’era più posto per le ali del gabbiano. Non è stata demolita, ma presa intera e ricollocata in un parco cittadino all’ingresso della città.
Simbolo, monumento o un pezzo di un’opera?
Foto di Silvina Pérez Intervento dell'Ing. Douglas Simonet in omaggio all' Ing. Eladio Dieste a Salto 16/07/2001.
Signore e Signori, Oggi ho l'onore di rappresentare l'Associazione degli Ingegneri dell'Uruguay, in questo omaggio all'Ing. Eladio Dieste in riconoscimento della sua lunga e feconda carriera di realizzazioni dell'Ingegneria Nazionale, nel nostro paese e all'estero. Non è un caso che questa commemorazione è fatta di fronte ad una delle sue opere di ingegneria, concepita inizialmente come la copertura per i distributori di carburante di una stazione di servizio, che è stata riconvertita in un monumento e incorporata nel patrimonio culturale di Salto. Questo fatto insolito, risultato dal salvataggio dalla demolizione di una struttura per trasformarla in un monumento, riassume in sé l'importanza del lavoro di Dieste. La "Gaviota", come viene popolarmente chiamato contiene gli elementi che sono presenti in tutti i lavori dell'ing. Dieste e che sono propri di tutte le opere di buona ingegneria: Primo.
Creatività, in particolare questa struttura, anche se lontana dalle dimensioni di molte altre che ha realizzato l'Ing. Dieste, è, a mio parere, una delle migliori per mostrare il suo genio creativo, non è facile concepire una copertura con un unico punto di appoggio , per farlo si richiede una gran dose di immaginazione e audacia. Secondo. Funzionalità, penso che non merita un commento basta semplicemente osservarla per riconoscere che è un portento di funzionalità, che non è esclusiva della "gaviota", ma di tutto il lavoro di Dieste. A Salto abbiamo buoni esempi che mostrano questa caratteristica delle sue opere. Terzo. Dominio del calcolo strutturale, le opere dell'Ing. Dieste non sono opere che possono essere risolte utilizzando manuali, richiedono una profonda formazione ed esperienza nel calcolo di strutture, dobbiamo anche tenere in conto che è stato uno dei pionieri a livello mondiale nel progetto e nella costruzione di ceramiche armate. Quarto. Il talento di integrare le sue conoscenze teoriche con la capacità di esecuzione, l' Ing. Dieste non fu solamente progettista, ma anche costruttore, cosa che si verifica poche volte contemporaneamente in una sola persona, e meno ancora in opere di caratteristiche tanto speciali. Diceva "la concezione spaziale e la forma in cui questo spazio si costruisce devono essere una cosa sola". Quinto. Economia, le opere dell'Ing. Dieste non sono opere faraoniche per mostrare opulenza, potere o grandiosità, sono opere di ingegneria competitive con i metodi di costruzione e materiali convenzionali da costruzione. Sesto. Bellezza, e questo è un merito importante di tutto il lavoro dell'Ing. Dieste, la funzionalità e l'economia dei suoi progetti non gli ha impedito di renderli compatibili con l'estetica, qualcosa che non è facile da ottenere. Settimo. E a mio giudizio ciò che credo più importante dell'opera dell'Ing.Dieste: la personalità, oltre agli attributi di cui sopra, l'opera dell'Ing. Dieste ha un enorme personalità, quando guardiamo la gaviota, come quando guardiamo la costruzione di Refresco del Norte, sappiamo che siamo di fronte ad un lavoro dell'Ing. Dieste. L'Ing. Dieste, con le sue opere di ceramica armata ci ha mostrato un modo di fare ingegneria di livello internazionale utilizzando conoscenze, tecnologia, materiali e mano d'opra nazionale, questa è la sua eredità più importante. Arch. Ciro Caraballo Perichi consulente UNESCO incaricato dell’esame delle opere di Dieste per la candidatura a patrimonio mondiale dell’UNESCO. Intervista del 30.03.2014 al Diario El Pueblo di Salto - In realtà ci fu un riconoscimento pochi anni fa, quando "la gaviota" è stata spostata all'ingresso della città.
- Certo, ma quello che passa è che "la gaviota" è un pezzo di un’opera ... - Si tratta di un simbolo.
- Lo hanno convertito in un simbolo, ma è stata un'opera che hanno rotto, è come se tu hai la caffettiera di tua nonna, gli togli la maniglia e la metti in mostra in sala da pranzo. Sì, che bella maniglia di una caffettiera, ma la caffettiera l'hai rotta, e la metà della caffettiera è ancora lì dov'era. Vale a dire, diciamo così, vi è un riconoscimento di Eladio Dieste, ma non un riconoscimento al lavoro di Dieste e a quello che significa, e questo passa a livello generale della popolazione, ed è qui che dobbiamo fare uno sforzo in un'organizzazione per raccogliere la storia orale, per esempio. Ci sono molte persone che hanno lavorato con Dieste, che hanno fatto le sue opere, muratori, operai che sanno come funzionava, i clienti che hanno commissionato gli edifici stessi possono dire perché hanno scelto Dieste. Queste informazioni non sono state raccolte come sarebbe necessario. Fotografie di opere. Si fa di Dieste una collezione. C’è un processo avviato ma manca tuttavia ancora gran parte del lavoro. Foto di Silvina Pérez
Foto di Silvina PerĂŠz
Il posto di ristoro di Ayuí Avda. Costanera Apolón de Mirbek, Salto - In prossimità del fiume Uruguay Arch. Nestor Minutti Cupola conica, appoggiata a pilastrini metallici quadrati di 4mm e auto precompressa dai sui aggetti. Area coperta: 400 mq; diametro: 21 m. di cui 15 interno e 3+3 sbalzi
Si tratta di una copertura a forma di cono di 15 m di diametro e 6 m in più di sbalzo (21 m diametro totale), in cui la "piegatura prodotta dallo sbalzo rende inutile il collare del bordo, in altro modo essenziale, per assorbire le spinte. La struttura generale risulta in questo modo autopretesa, non avendo altre trazioni che quelle dovute alla flessione della lastra a sbalzo ". Jiménez, Antonio.
Eladio Dieste, 1943-1996. Departamento de Publicaciones Junta de Andalucía, 1996. Sevilla Il posto di ristoro di Ayuí è una struttura di una semplicità concettuale stupefacente: essa sta insieme per forma, ed essendo così leggera, bastano dei montantini di lamiera piegata (gli stessi ai quali si fissano i serramenti) a tenerla su; il corpo dei servizi, in muratura, funge da controvento. Ma, addossato a quel bosco di eucalyptus, non richiama forse la tenda degli indiani, con tanto di buco in mezzo da cui far uscire il fumo? Piaggio Juan Martín Eladio Dieste - L’ingegno e l’architettura COSTRUIRE IN LATERIZIO N. 52-53, 1996
Pensilina ANCAP Camino Lecoq, Montevideo Volte autoportanti
Termas del Daymán Termas del Daymán, Salto - Dipartimento di Paysandú Due gruppi di due edifici con volte autoportanti
Fabbrica di lamiere Leon Iorio Oggi CESMART fabbrica di contenitori in alluminio Av. Don Pedro de Mendoza 4063, Montevideo 10 Volte autoportanti di 6x18m
Foto Silvina PerĂŠz
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Padiglione sportivo per il Club Remeros Salto Rambla Costanera Norte, Salto Architetto Ambrosoni Area coperta: 500 mq Luce: 27m Nel centro sportivo del club dei Vogatori di Salto che si trova sulla sponda del fiume Uruguay, vi è una sola cupola autoportante con travi piane laterali, che permettono di liberare da pilastri lo spazio contiguo a quello principale. Inoltre con le due pareti dei fronti di geometria variabile, è ottenuto altro spazio libero con i cordoli superiori che collaborano ad assorbire la spinta orizzontale della volta.
Palestra e salone poliuso Associazione San Agustin Oggi Laboratori Roche calle Justino Zavala Muniz n. 5591, Montevideo Una volte autoportante (L.13m) e grande lato piano a fianco. Area coperta 865 mq Costruzione: gennaio 1978 â&#x20AC;&#x201C; gennaio 1980
Fabrica Francis 21 de Abrile 2620, Montevideo Tre volte autoportanti accostate di 9x25 metri circa.
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Galeria ColorĂn Miguelete 1737, Montevideo Una volta autoportante di 9x30 mt circa
Fabrica Lordix S.A. Ing Alberto Caubarrere 4602, Montevideo Area coperta: 1500 mq Luce: 16m Volta a doppia curvatura
Fabbrica di dolci Van Damm S.A. Oggi gruppo Arcor Bv. Batlle and Ordóùez 6791, Montevideo Area coperta: 30x70m Volte a doppia curvatura con lucernari.
Lanera Santa MarĂa S.A. Bv. Aparicio Saravia and Rafael, Montevideo Costruzione in tre fasi: 1981, 1983-84, 1984-85 Area coperta/Luce: 1500/20, 1780/25, 2000/25. Prima e seconda fase: volte a doppia curvatura, la terza fase: volte autoportanti La scheda riporta lâ&#x20AC;&#x2122;edifico attualmente presente allâ&#x20AC;&#x2122;angolo tra Bv. A. Saravia e Florencia. Trattasi di un capannone coperto con volte a doppia curvatura con lucernari. Area coperta 800 mq circa. Dimensioni: 16x50 mt
Club Social Y Deportivo Andresito Centro sportivo della Comandancia General del Ejercito, Bv. Gral Artigas 2555, Montevideo Area coperta: 1700 mq Tre volte autoportanti di 11x30mt circa.
Palestra Palestra del Collegio Collegio Santa Maria Hermanos Maristas Maristas 8 de octubre 2977, Montevideo Area coperta: 800 mq Luce: 30m Volte a doppia curvature con lucernario.
Iglesia Fรกtima Gral. Brito del Pino angolo Silvestre Blanco, Montevideo Tre volte autoportanti di 6x35 mt circa.
Serbatoio per acqua, complesso abitativo America Camino Duran y Yegros, Colón Montevideo Altezza 40 mt Capacità 390 mc Costruzione : agosto 1982 – novembre 1984
Gimnasio Scuola Don Bosco Maldonado 2128, Montevideo Area coperta: 954 Luce: 24,40m Volte a doppia curvatura con lucernario e tiranti esterni ancorati sui pilastri prolungati in alto. Costruzione: maggio 1983- dicembre 1984
Gimnasio Municipale Trinidad Av. Gral Artigas, Trinidad, Dpto Flores Area coperta: 2850 mq Luce: 34m Volte a doppia curvatura Costruzione: 1983- 1984
Fabbrica di dolci Van Damm S.A. Oggi gruppo Arcor Bv. Batlle and Ordóùez 6791, Montevideo Area coperta: 30x70m Volte a doppia curvatura con lucernari.
Lanera Santa MarĂa S.A. Bv. Aparicio Saravia and Rafael, Montevideo Costruzione in tre fasi: 1981, 1983-84, 1984-85 Area coperta/Luce: 1500/20, 1780/25, 2000/25. Prima e seconda fase: volte a doppia curvatura, la terza fase: volte autoportanti La scheda riporta lâ&#x20AC;&#x2122;edifico attualmente presente allâ&#x20AC;&#x2122;angolo tra Bv. A. Saravia e Florencia. Trattasi di un capannone coperto con volte a doppia curvatura con lucernari. Area coperta 800 mq circa. Dimensioni: 16x50 mt
Club Social Y Deportivo Andresito Centro sportivo della Comandancia General del Ejercito, Bv. Gral Artigas 2555, Montevideo Area coperta: 1700 mq Tre volte autoportanti di 11x30mt circa.
Palestra Palestra del Collegio Collegio Santa Maria Hermanos Maristas Maristas 8 de octubre 2977, Montevideo Area coperta: 800 mq Luce: 30m Volte a doppia curvature con lucernario.
Iglesia Fรกtima Gral. Brito del Pino angolo Silvestre Blanco, Montevideo Tre volte autoportanti di 6x35 mt circa.
Serbatoio per acqua, complesso abitativo America Camino Duran y Yegros, Colón Montevideo Altezza 40 mt Capacità 390 mc Costruzione : agosto 1982 – novembre 1984
Gimnasio Scuola Don Bosco Maldonado 2128, Montevideo Area coperta: 954 Luce: 24,40m Volte a doppia curvatura con lucernario e tiranti esterni ancorati sui pilastri prolungati in alto. Costruzione: maggio 1983- dicembre 1984
Gimnasio Municipale Trinidad Av. Gral Artigas, Trinidad, Dpto Flores Area coperta: 2850 mq Luce: 34m Volte a doppia curvatura Costruzione: 1983- 1984
Capilla San José Obrero Obrero Dr. Elias Pascale 385, Barrio Mi Tío, Salto All’interno della Obra Don Calabria Volta autoportante di 11x25mt circa
Frigorifico Elbio Pérez Rodríguez Oggi INALER S.A. gruppo Marfrig Camino de la costa, San José Area coperta: 180 mq Luce: 15m Volte autoportanti a formare un edificio circolare
Gimnasio Cedemcar Cont. SarandĂŹ, San Carlos, Maldonado Area coperta: 900 mq Luce: 25m Volte a doppia curvatura Costruzione: 1984-95
Iglesia Iglesia Nuestra Señora del Líbano Molinos de Raffo 926, Montevideo Una volta autoportante di luce 10 metri con due sbalzi di 2,5 m circa, costituisce la navata; sul fondo il presbiterio a torre di pianta pentagonale. Sul retro, il campanile, che è evidente non essere di Dieste. I lavori sono iniziati nell’ottobre del 1984 e l’inaugurazione è avvenuta il 18 ottobre 1986.
Serbatoio d’acqua Ruta 101 Centro de Investigación y Desarrollo AEROPARQUE Ciudad de la Costa, calle Líneas Aéreas Paraguayas Departamento de Canelones Capacità: 100mc
Torre delle comunicazioni a Maldonado Avda. General Artigas e Guabirá, Maldonado Costruzione: Novembre 1985-settembre 1986 Altezza: 66 m. Diametro alla base: 3.50 m. La torre è alta 60 metri di laterizio oltre ad un’asta in calcestruzzo di 6 metri per l’ancoraggio delle antenne TV. Realizzata con muratura di mattoni 25x12x5 cm, posati a formare due teste, con all’interno una leggera armatura; la torre ha un diametro di 3,5 metri alla base, con i primi 5 metri senza aperture pieni per poi assumere la caratteristica forma traforata dei serbatoi della Dieste y Montañez. Nei buchi della torre è stato disposto il legname della piattaforma di lavoro, che veniva spostata man mano che si saliva, senza quindi bisogno di alcuna impalcatura. La fondazione è una platea circolare di calcestruzzo armato, poggiante su 10 pali Franki.
Foto di Silvina Pérez
Stabilimento agroindust agroindustriale industriale Azucitrus S.A. Calle Republica de Bolivia, PaysandĂş Tre edifici coperti con volte a doppia curvatura, uffici sul fronte con volte autoportanti Area coperta: 9000 mq; Luce: 30 m.
Il 25 maggio 1987 si è verificato, in uno dei nostri cantieri, a Paysandú, Uruguay, un tragico incidente nel quale morirono: Juan Pintos, Capocantiere Walter López, Muratore Amado Aranda, Muratore Carlos Gerardo, Carpentiere Juan Ramón Vergara, Macchinista A loro dedico quanto ci può essere di personale in questo libro E. Dieste
Fab Fabbrica CINCELCUR CINCELCUR ArribeĂąos 3532, Montevideo Area coperta: 850 mq Luce: 25 m Volte a doppia curvatura
Il fabbricato originario, intercluso nel lotto, risulta appena visibile da calle Garay â&#x20AC;&#x201C; google maps -
Ampliamento molo nel porto di Nuova Palmira Corporación Navíos S.A. Porto di Nueva Palmira, terminal de la Hidrovía, Dpto di Colonia Molo per l’attracco d’imbarcazioni sul río Uruguay. Progetto 1985/87. Collaboratore ing. Antonio Dieste. Nel marzo 1985 Eladio Dieste viene incaricato del progetto dell’ampliamento del molo. Più precisamente della modifica al progetto, appaltato nel 1983, per ricevere un tipo di navi più grande. La struttura è una enorme trave di calcestruzzo precompresso a cassone, lunga oltre 200 metri, suddivisa in tronchi di 40 metri, poggiante su pali diam. 100cm infissi nel suolo per 5 metri, ad una profondità di 15 m. La verifica per l’urto della nave di progetto ha comportato la realizzazione di due grandi contrafforti alle estremità.
Fonte: Dieste, Eladio El nuevo muelle del puerto de Nueva Palmira. -- Montevideo : UR, 1988. In: Construir no 1, nov 1988, p. 63-76 Grazie a Silvina Pérez.
Progetto del ponte sopra il fiume Toledo Collaboratore ing. Paolo Castro
Quando il Ministero dei Trasporti ed Opere Pubbliche dell’Uruguay decise di trasformare la Ruta n.6 da una a due corsie , si incontrò con un bellissimo ponte sul fiume Toledo, di pietra e mattoni e con più di ottant’anni di vita e senza che nessuno sapesse chi lo ha progettato e costruito. Questo ponte è in perfetto stato di conservazione e ha un alto valore di testimonianza ed estetico. Le autorità del Ministero ci chiesero di progettare per la seconda corsia un ponte che, essendo di concezione attuale, in qualche maniera dialoghi con quello antico. La proposta accettata consta di una struttura cava, che forma un portale doppiamente incastrato il cui intradosso è di laterizio. Le gambe sono conoidi e si costruiranno in maniera analoga alle pareti di Atlantida o dello Shopping Center e l’architrave è una superficie complessa del tipo di quelle che siamo soliti fare per le coperture di doppia curvatura. I costi sono del medesimo ordine di quello dei ponti tipo di Vialidad, dove gli appaltatori devono ammortizzare i costi delle casserature metalliche. Eladio Dieste ing. Eladio Dieste el maestro del ladrillo. SUMMA, Colección Temática. Buenos Aires. p. 48, N. 19, giugno 1987
Grazie a Silvina Pérez
Stabilimento Tops Fray Marcos S.A. Oggi ENGRAW S.A. Ruta 94,Fray Marcos, Dpto. di Florida Costruzione in tre fasi: Nov.1986-ott.1987,Gen-giu.1988, Ott.1994-giu.1995 Volte a doppia curvatura - Area coperta/Luce: 4500/25, 2000/25, 2000/25.
Deposito per Lanera Piedra Alta S.A. Zorrilla de San Martin S/N Cno A. Berrondo Dpto Florida Area coperta: 7500 mq Luce: 16+40m Volte a doppia curvatura, serbatoio dellâ&#x20AC;&#x2122;acqua, uffici ed accessori. Costruzione: 1989-90
Fabbrica Fabbrica di bibite Fagar S.A. Route 22 km.12, San Juan, Dpto di Colonia Costruzione in due fasi: Aprile 1991 â&#x20AC;&#x201C; maggio 1992, Aprile 1995 â&#x20AC;&#x201C; febbario 1996 Area coperta : 5000 + 2000 mq. Volte autoportanti precompresse, sbalzo 12.80m luce tra pilastri 24.38m; torre in muratura a forma cilindrica alta 26 m.
Deposito per A. Dewavrin Fils S.A. Juanicò, Canelones Costruzione: novembre 1992 – settembre 1994 Area coperta di 9300 mq con u n edificio con volte a botte (L:10m) e tre con volte a doppia curvatura con lucernario (L:25m). Completa l’opera un serbatoio d’acqua troncoconico. Eladio Dieste non ha però partecipato a questo progetto.
Silo per il sale, Solsire S.A. Avda. Gral. Flores 4431, Montevideo. Silo con struttura a volta a doppia curvatura, fondato su pali e con tiranti incorporati nel pavimento di calcestruzzo. Area coperta: 3100 mq; capacitĂ 20000 T; freccia 13 m, luce 28.5m. Costruzione: settembre 1992 â&#x20AC;&#x201C; aprile 1994
Salone Salone multiuso, Colegio Nuestra Senora del Lujan calle W. Beltran 1868, Montevideo Volta autoportante di 11x24 mt
Salone alone multiuso, Colegio Pastorino Calle 19 de junio 5653, Montevideo Volta autoportante di 8 x 24 mt circa Costruzione: 1993-94
Gimnasio Club Social Empleados BPS Av. Uruguay angolo Gaboto, Montevideo Area coperta di 800 mq con volta a doppia curvatura con lucernari. Costruzione: 1994-95
Serbatoio d’ d’acqua hipercentro Devoto Barrio Sayago tra Camino Ariel e Bv. José Battle y Ordoñez. Capacità 162 mc. Tinteggiato del colore aziendale si ha difficoltà a riconoscerlo come opera di DyM
Palestra e salone salone multifunzioni Torres Nauticas Tomรกs de Tezanos 1107, Montevideo Area coperta di 12 x 55 mt Volta a botte.
Opere da definire piĂš compiutamente Crufi S.A. Camino DurĂĄn, 12400 Montevideo Capannone con copertura a doppia curvatura
Parroquia Santa Bernardita Soubirous Avenida Italia 4318 esquina Caldas Montevideo
Capannone Aparicio Saravia angolo Florencia, Montevideo Capannone con copertura a doppia curvatura
Fideeria Belza-Penela di fronte al Mulino san Ramรณn Accesso dalla calle Luis Alberto de Herrera, San Ramรณn Dpto Canelones Capannone ad un piano composto da 7 volte autoportanti di 6x 33 mt di cui una con sbalzo aggettante di 5,5 mt.
Serbatoio rbatoio d’acqua a Las Piedra Dr. Elias Regules, Canadá y Arapey, Arapey Las Piedra Dpto Canelones Originariamente a servizio del Barrio San Francisco della Municipalità 18 de Mayo
Grazie all’arq. Virginia Vidal
UTU - Escuela Técnica Las Piedras Baltasar Brum n. 665, Las Piedras, Dpto Canelones Edificio coperto con 10 volte autoportanti di 8x15 mt circa, oltre a porzioni con copertura piana Area coperta. 1250 mq.
Arq. Virginia Vidal Escuela Técnica de Las Piedras: Non abbiamo la certezza che sia opera di Dieste. Negli anni ´60, l’ing. Dieste aveva tra i collaboratori l’ing. Carlo Agorio, che ha poi fatto vari progetti per UTU. Nello studio Dieste & Montañez non ci sono disegni di questa scuola (mentre ci sono di quella di Tala).
Jardín de Infantes N° 213 Enriqueta Compte y Riqué General Luna 1270, Montevideo 5 volte autoportanti di 6 m x 12
fausto@giovannardierontini.it www.giovannardierontini.it
Versione del 27 marzo 2017 Eladio Dieste Eugenio MontaĂąez â&#x20AC;&#x201C; Opere in Uruguay (Edizione per il centenario della nascita) by Fausto Giovannardi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License
Eladio Dieste Eugenio Rolando MontaĂąez
Opere in Brasile
Fausto Giovannardi con Ariel Valmaggia
Eladio Dieste, Eugenio Rolando Montañez - Opere in Brasile Fausto Giovannardi
con la collaborazione di Ariel
Valmaggia
fausto@giovannardierontini.it
La relazione con Dieste fu occasionale. Alfredo Lay, giovane architetto formatosi in Uruguay, ci disse che sarebbe stato interessante provare alcune cose differenti per il mercato di Porto Alegre. Andammo a Montevideo per vedere le opere di Dieste & Montañez. Dieste era in Europa e ci incontrammo con Montañez. Ci fermammo per tre o quattro giorni ed al ritorno era nato il progetto di CEASA. Ho proposto a Fayet ed a tutto il gruppo di lavoro del concorso, di usare le volte autoportanti degli uruguaiani, che oltre a coprire grandi luci, propiziavano una buona condizione termica per i prodotti agricoli e, data la scala del progetto, risultavano vantaggiosi dal punto di vista tecnico ed economico. Dieste venne, brevettò il sistema e costituì una società in Brasile, nella quale Lay era responsabile. Terminata CEASA abbiamo fatto altri lavori per Cobal che gestiva l’approvvigionamento di alimenti a livello nazionale. Le volte sono diventate un marchio forte che ci ha aiutato nello sviluppo dello studio. Il sistema si è diffuso in varie parti del paese. Dieste & Montañez ampliarono la loro gamma di progetti ed opere. Poi passato un certo tempo, il volume d’affari si è ridotto, Lay ha cessato di rappresentare l’impresa e la Dieste & Montañez ha chiuso la sua attività in Brasile. CLÁUDIO ARAUJO, architetto Fonte: ARQTEXTO 0 (POA-RS) - 1• semestre 2000 um depoimento Nel 1971, Dieste, Montañez e Alvarez Lay costituiscono la società EDEC: Estruturas de Cerâmica Projetos e Construções Ltda, al fine di poter realizzare il CEASA di Porto Alegre, su progetto degli architetti Carlos Fayet e Claudio Araujo. La società si espande grazie al lavoro per questi architetti, che hanno grande interesse per le coperture proposte dagli uruguaiani. Nel 1974 con la CEASA di Rio de Janeiro, Montañez si trasferisce a Rio, lo segue l’ing. Mario Santos che inizia a lavorare nella EDEC. L’anno dopo anche l’ing. Raul Romero si trasferisce dalla DyM di Montevideo, dove aveva iniziato a lavorare nel 1960, alla EDEC di Rio. Nel 1976 viene costituita la Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda, con Dieste e Montañez come soci. Vi entreranno a lavorare gli ingegneri Ariel Valmaggia (1977) che era entrato nell’aprile 1975 nella DyM di Montevideo, in sostituzione di Raul Romero, e Mario Santos (1981). Nel settembre 1977 Ariel Valmaggia viene inviato ad aprire la filiale di Porto Alegre. Intanto la EDEC smette di lavorare come impresa e rimane attiva per la consulenza ed i progetti, mentre l’esecuzione delle coperture viene svolta tutta dalla Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda. Nel marzo del 1981 Montañez, per gravi problemi di salute, rientra a Montevideo; poco dopo cessa la sua attività la EDEC ed il 10 agosto viene ufficialmente chiusa anche la Dieste y Montañez Abobadas de Tijolos Ltda. Valmaggia e Romero, per dare continuità ad alcune opere programmate dalla DyM, costituiscono l’impresa Esbratil (Estruturas Brasileras de Tijolos) Construcoes Ltda che rimarrà attiva per pochi anni.
Nel 1971 iniziarono alcuni cambiamenti. Da un lato, Dieste fece una breve incursione nella attività politica, e d'altra parte, Montanez si stabilì in Brasile e hanno inizio le grandi opere. Due anni dopo inizia la dittatura in Uruguay e finisce il ciclo universitario di Dieste. Dieste ha avuto, in questo periodo buio del paese, un lavoro attivo come consulente nell'opera di presa di Salto Grande, come professore invitato in diverse università e ha continuato a creare nuove opere. Eladio Dieste, Maestro De La Ingenieria Juan Grompone 1996 Nel seguito l’elenco dei lavori realizzati in Brasile, che ad oggi è stato possibile riconoscere come ascrivibili all’opera di Eladio Dieste ed Eugenio Rolando Montañez. Per alcuni di essi è stato possibile redigere una scheda riepilogativa. Per alcuni i dati sono ancora incompleti.
Lavori in Brasile 1968-72
Mercato centrale di Porto Alegre Ceasa Poa-Rs Di Salvo Centrais de Abastecimento do Rio Grande do Sul Av. Fernando Ferrari 1001, Bairro Anchieta, Porto Alegre, RS Arch. Carlos Maximiliano Fayet e Claudio Araujo Collaboratori: arch. Carlos Eduardo Comas, Luis Amérigo Vincenzi Progetto paesaggistico Arch. Ronald Jameson EDEC - Progetto strutturale: ingg. Eladio Dieste, Eugenio Montañez, Raul Romero, Arch. Alberto Castro Direzione dei lavori strutturali: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero, Arch. Alfredo Alvarez Lay Capocantiere: Victor Retamar, Delger e Vito Pacheco, Carlos Blanco, Alcide Pereira, Roberto Arias, Ricardo Espindola, Hector Chiribao, Hector Casco, Gabino Almeida Padiglione dei produttori, volte a doppia curvatura, Sup. 13.600 mq Padiglioni dei commercianti, volte autoportanti in più edifici, Sup. 40.000 mq Porticato d’ingresso, volte autoportanti con doppio sbalzo Vedi Scheda 1970-72
Pacheco, Roberto Arias, Antonio Fraigola, Ricardo Espindola, Vicente Crudo Sup. 33.320 mq Volte Autoportanti Vedi Scheda 1972-76
CEASA GO –Centro agroalimentare do Goiánia Centrais de Abastecimento de Goiás Rodovia BR-153, Km 5,5 - Jardim Guanabara, Goiânia - GO EDEC - Progetto delle strutture: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero Sup. 23.000 mq. Volte autoportanti Vedi Scheda 19..
Curtume Isa Couros, Uruguaiana Via Dr. Adir Machado Mascia e Monteiro Lobato, Uruguaiana, Rio Grande do Sul Edificio già sede del CRAS e prima (forse) della fabbrica di calzature Azaléia EDEC – Progetto strutturale: ing.Eladio Dieste e Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e Eng. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias, Martin Escobar Sup. 7.000 mq Volte a doppia curvatura L=20 m Vedi Scheda
Mercato di Maceió
1972-75
CEASA AL- Central de Abastecimento de Alagoas nel bairro di Levada, Maceió. Alagoas Avenida Francisco de Menezes, 446 Bom Parto – Maceió AL Arch. Carlos Maximiliano Fayet e Claudio Araujo EDEC - Progetto delle strutture e direzione lavori: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero Capocantiere: Delger e Vito Pacheco, Fermin Silveira, Eduardo Romero Sup. 7.500 mq luce libera 26mt. Un edificio con volte a doppia curvatura e due affiancati a volte autoportanti Vedi Scheda
Cooperativa Regional Triticola Serrana
1972-76
CEASA PR –Centro agroalimentare do Paraná Rodovia Rua Jaime Balão, 765 - Hugo Lange - 80040340 - Curitiba - PR Arch. Nelson Andrade, Joao Rodolfo Stroeber EDEC - Capocantiere: Victor Retamar, Vito
oggi: COTRIJUI - Cooperativa Agropecuária & Industrial. Rua das Chácaras, 1513 - Ijuí, RS – Brasil Arch. Clovis Ilgensfrich EDEC - Progetto strutturale : Ingg. Eladio Dieste, Raul Romero e Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias Numerose volte autoportanti. Vedi Scheda 1973-74
CEASA Grande Rio RJ- Centro Agroalimentare Rio de Janeiro Centrais de Abastecimento do Estado do Rio de Janeiro Avenida Brasil, nº 19.001 -Irajá - Rio de Janeiro- RJ Arch. Alcides Horacio da Costa e Caio Mendes
EDEC - Progetto strutturale: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero e Arch. Alberto Castro Direzione lavori: ingg. Eugênio Montañez, Antônio Raul Romero, Harry Valevicci , Carlos Ferro Capocantiere: Victor Retamar, Delger y Vito Pacheco, Carlos Blanco, Roberto Arias, Alcides Silveira, Hector Chiribao, Antonio Fraigola, Eufrasio Gomez , Martin Escobar Sup. 150.000 mq. Volte autoportanti 7 x 25 Vedi Scheda 1974
Ristorante Mercato di Porto Alegre Av. Fernando Ferrari 1001, Bairro Anchieta, Porto Alegre, RS Progetto dell’ Arch. Carlos Eduardo Comas EDEC - Calcolo e Direzione lavori: Ingg. Eladio Dieste e Raul Romero e Arch. Alfredo Alvarez Lay Copertura a tronco di piramide, similare a MEMPHIS Sup. 2000 mq Vedi Scheda 1974
Frigorifero Alegretense CESA Unidade Frigorifica Oggi MARFRIG GROUP Attualmente abbandonata Estr. Alegrete/Itaqui, s/n km 07 - Capivari CEP: 97541-970 – ALEGRETE – RS EDEC - Progetto strutturale: ing. Raul Romero Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias 5 edifici coperti con volte autoportanti di 6 mt e lunghezze di 12-20-38 mt Sup. 4560 +960 + 480 + 1080 +220 per un totale di 7.300 mq Vedi Scheda 1975
Cotrijui Entrata Sede Rua das Chácaras, 1513 - Ijuí, RS – Brasil Progetto dell’ Arch Clovis Ilgensfrich EDEC - Progetto strutturale: Ing. Eladio Dieste, Raul Romero e Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias Ombrello rovescio di diametro 10 mt circa Vedi Scheda 1975
Chioschi in Piazza Republica a Ijuí Praca Republica - Centro – Ijuí, RS Progetto dell’ Arch Clovis IlgensfrichEDEC Progetto strutturale e direzione lavori : ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias
Vedi Scheda 19..
Pérola Transportadora Ltda - Garage camions Rua Jackson Figueiredo, 119 - Parolim – Curitiba, Paranà EDEC - Progetto strutturale e direzione lavori: ing. Mario Santos, Arch. Alfredo Alvarez Lay 10 Volte autoportanti L=22 m Vedi Scheda 1976
Colégio Leonardo da Vinci– Unidade Beta Anteriormente Posto de Gasolina e Restaurante Av. Icarai, 1879, Barrio Cristal - Porto Alegre RS EDEC - Progetto strutture: Ing. Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias Vedi Scheda 1976
Italex Oggi ITM ISD. TEXTEIS H. MILAGRE S. A. Rod. RSC 453, KM 117.2, Vicentina, Farroupilha, RS EDEC - Progetto strutture: Ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias Vedi Scheda 1976
Cooperativa de Las Valuruguai oggi AGROVIT Distreito Rodoviario, BR 290, Km 717 Rod. Osvaldo Aranha, 1990 - Aeroporto, Uruguaiana - RS, EDEC – Progetto Strutturale: Ingg. Eladio Dieste e Raul Romero Direzione lavori: ingg. Eladio e Antonio Dieste, Matio Santos, Arch. Alfredo Alvarez Lay Capocantiere: Roberto Arias, ... Il complesso comprende 8 edifici tutti coperti con volte autoportanti di luce 6 e 12 metri, con lunghezze variabili tra i 28 ed i 40 metri. Sup. 22.000 mq circa Vedi Scheda 1976/78
Centro di manutenzione della metropolitana di Rio de Janeiro Avenida Presidente Vargas, 2700 Rio de Janeiro RJ Progetto: Promon
EDEC e DYM Abobadas RJ - Calcolo e Direzione lavori: Ing. Eugênio Montañez, Antônio Raul Romero, Harry Valevicci. Collab. Ariel Valmaggia Capocantiere: Victor Retamar, Delger Pacheco, Vito Pacheco, Carlos Blanco, Alcides Pereira Volte autoportanti di 7 x 23 mt Sup. 52.000 mq Vedi Scheda 19..
SESI Edificio a Corumbá Avenida Nossa Senhora de Candelària,1555 Corumbá, Mato Grosso do Sul DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Raul Romero Capocantiere: Alcides Pereira Volte autoportanti di 33x6 m, superficie 5.400 mq Vedi Scheda 1977
Fabbrica Memphis, Porto Alegre Av. João Elustondo Filho, 175 - Sarandi, Porto Alegre Arch. Cláudio Araújo e Cláudia Obino Correa DYM Abobadas RJ e EDEC - Progetto strutture: Ingg. Eladio Dieste, Raul Romero, Mario Santos Assistenza Tecnica: Arch. Alberto Brisolara Copertura con moduli piramidali in ceramica armata Vedi Scheda 1977/78
Silo per la FAROL S.A. (Armazen Graneleiro) R. Augusto Frederido Markus, Estrela , Rio Grande do Sul, DYM Abobadas RJ e RS - Progetto: Ingg Eugenio Montañez, Ariel Valmaggia, Mario Santos Capocantiere: Delger Pacheco y Antonio Fraigola Capacità 30.000 ton. Largo 30 m alto 16 m e lungo 120 m Vedi Scheda 1978
SESI Escola de Música e Clube do Trabalhador Fortaleza Av. Francisco Sá, 6623, Barra do Ceara, Fortaleza, CE. DYM Abobadas RJ - Progetto dell’ Arch. Severiano Mario Porto y Mario Emilio Ribeiro Progetto strutture: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero Capocantiere: Alcides Pereira.
Sup. 2.600 mq Volte autoportanti 10x15 m Vedi Scheda 1978
COBRA Computadores e Sistemas Brasileiros Ltda oggi Farmanguinhos - Av. Cmte. Guaranys, 447 – Jacarepaguá, Rio de Janeiro - RJ DYM Abobadas RJ Capocantiere: Roberto Arias, Martin Escobar, Rosso Sup. 14.000 mq. Volte autoportanti 28x6 m Vedi Scheda 1978
Centro de Tecnologia Mineral (CETEM) Av. Pedro Calmon, 900, Cidade Universitária Rio de Janeiro - RJ DYM Abobadas RJ Sup. 8.300 mq volte autoportanti 25x6 m Vedi Scheda 1978
SESI Centro Social a Sao Goncalo R. Dr. Alfredo Backer, 521 - Alcantara - Sao Goncalo - RJ DYM Abobadas RJ - Progetto strutture: Ing. Raúl Romero Capocantiere: Alcides Pereira All’interno di un isolato, non visibili dalla strada, due edifici appena sovrapposti, uno con 6 volte di 4,5x10 e l’altro più alto, con 6 volte di cui le due laterali di 4,5x16 e le quattro centrali di 4,5x20. 1978
Centro de Educação Tecnológica – CENTEC oggi: Instituto Federal de Educação, Ciência e Tecnologia IFAB, Campus Simões Filho, Estrada SESI-SENAI, s/n, Pintaguinha, Simoes Filho-Salvador-Bahia Progetto dell’ Ing. Arch. Pasqualino Romano Magnavita (1929) DYM Abobadas RJ Sup. 9.000 mq. per 4 edifici coperti con volte autoportanti di 25x5 m Vedi Scheda 1978
SESI scuola e club Jacarepaguà, Rio de Janeiro Avenida Geremário Dantas 342, Tanque, Jacarepaguà, Rio de Janeiro. DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Luiz Fernando Mayrick Pereira
Capocantiere: Alcides Pereira y Eufrasio Gomez Sup. 5.000 mq Volte autoportanti 35x8 m Vedi Scheda 1978
SEST SENAT Deodoro Serviço Social do Transporte - Serviço Nacional de Aprendizagem do Transporte Marechal Deodoro, Sáo Paulo Rio de Janeiro Estr. Do Camboata, 135 - Deodoro - Rio de Janeiro - RJ DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Raúl Romero Direzione lavori: ingg. Eugenio Montañez e Raúl Romero Sup. 3.500 mq Volte autoportanti 35x8 m Vedi Scheda 1978/79
Portocel - Terminal Especializado de Barra do Riacho S.A. Barra de Riacho. Aracruz, Espirito santo DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Raúl Romero e altri Direzione Lavori: ingg. Eugenio Montañez e Raúl Romero Capocantiere: Delger Pacheco e Alcides Pereira Sup. 18.000 mq. Volte autoportanti 36x12 m Vedi Scheda 1978-79
COTRIJUI Envasado Oleo Soja MUCAMA Av. Almirante Maximiliano Fonseca 6361, Rio Grande RS Arch. Clovis Ilgensfrich DYM Abobadas RS - Progetto strutturale: ingg.Raul Romero e Clonado Caputto Montevideo Direzione lavori: Ingg. Ariel Valmaggia, Gonzalo Larrambebere, Mario Santos e Walter Vilche Sup. 3.500 mq Volte a doppia Curvatura 34x104 mt Oggi demolito 1978-79
Centro Social do SESI - Campo Bom Av. Pres. Vargas, 937 - Campo Bom, Rio Grande do Sul Arch. Sergio Monserrat DYM Abobadas RS - Progetto strutturale e direzione lavori: ingg. Ariel Valmaggia e Mario Santos 2 edifici con volte autoportanti (8-16) ognuna 3.5 x 15 m. Sup.totale1300 mq.
Vedi Scheda 1978/79
SESI Centro Social CAT Rio Branco R. Alberto Scherer, 743 - Rio Branco, São Leopoldo – RS EDEC - Progetto strutture: Ing. Mario Santos Assistenza Tecnica costruzione copertura: Arq. Alberto Brizolara Pensilina d’ingresso composta da 5 volte autoportanti e quattro edifici sempre composti da elementi coperti con volte autoportanti, affiancati Sup.totale 3500 mq. circa Vedi Scheda 1979/80
Stazione di controllo Fiscale Av. Quintino Bocaiuva , 1499 - (BR-470 ) Apiúna, Santa Catarina km 100 della BR-470 DYM Abobadas RS - Progetto strutture e direzione lavori: ingg. Ariel Valmaggia e Mario Santos Tre volte autoportanti con una sola fila di 4 pilastri centrali, doppio sbalzo 6.5 x 2 x 17.5 mt Sup.800 mq. Vedi Scheda
1979/80
Portogalo Suite Hotel Rodovia Rio-Santos - BR 101, KM 457 - Costa Verde - Angra dos Reis - Rio de Janeiro Progetto Arch. Luiz Paulo Conde DYM Abobadas RS - Progetto strutturale e direzione lavori: ing. Raul Romero e altri Capocantiere: Delger Pacheco, Antonio Pereira Vedi Scheda 1979/80
Michelin Fabrica Itatiaia Rod. Presidente Dutra KM 150. Itatiaia, RJ D Y M Abobadas RJ Progetto e direzione dei lavori: ing. Raul Romero Capocantiere: Irmo Barbieri Un edificio coperto con 7 Volte autoportanti (Demolito prima del 2013) 1980
Cobertura Agencia Banco Itau Novo Hamburgo, RS DYM Abobadas RS - Progetto strutturale e direzione dei lavori: ing. Ariel Valmaggia Volta cilindrica di 3,5 mt; Sup. 120 mq.
1980/81
SESI Centro Social a Parobé Rua da Paz, 146 - Guaruja Parobé, Rio Grande do Sul Arch. Sergio Monserrat DYM Abobadas RS - Progetto strutturale e direzione dei lavori: ingg. Ariel Valmaggia e Mari Santos Pensilina d’ingresso composta da 4 volte autoportanti di 3,5 x 7,0mt e tre edifici sempre composti da elementi coperti con volte autoportanti, affiancati: 11 volte di 3,5x18mt, 12 volte di 3,5 x 18mt e 12 volte di 3,5x9,0mt. Sup.totale 19100 mq. circa Inaugurato il 16 maggio 1981 Vedi Scheda
Capocantiere: Onofre Bernardes Prestes (Gaucho) e Antonio Honorio da Silva (Meroca) 8 Volte autoportanti su una sola fila di pilastri centrali. Vedi Scheda 1988
Cooperativa de las Valuruguai Uruguaiana, Rio Grande do Sul, DYM Montevideo - Progetto e Direzione lavori: Ingg. Gonzalo Larrambebere e Ariel Valmaggia e Walter Vilche Lotto n. 2 Sup. 3.000 mq volte autoportanti 20x6 m 1993/94
1980/81
Michelin Fabrica Campo Grande Av. Mario Pedrosa, 406, Guaratiba, Campo Grande, RJ DYM Abobadas RJ - Progetto e direzione dei lavori: ing. Raul Romero Capocantiere: Delger Pacheco All’interno del grande complesso produttivo, due edifici coperti con volte autoportanti. 5 volte Sup. 12x 22, 7 volte Sup. 33x42 1980/81
Casa Catenaria Rua Jose Madrid, 435, Vila Brasilia, Porto Alegre, RS DYM Abobadas RS - Progetto e direzione dei lavori: ingg. Ariel Valmaggia Capocantiere: Onofre Bernardes Prestes (Gaucho) Sup. 110 mq Catenaria 7 m x 5.6 m Lunghezza 10 m Vedi Scheda 1984
Assembléia Legislativa do Estado de Rondônia, Arq. Severiano Porto – ESBRATIL CONSTRUCOES LTDA Il progetto, non realizzato, prevedeva una volta in cerâmica armada calcolata dall’ing. Raul Romero (1933-)
1985
Mercado Troca-Troca Av. Maranhao, s/n, barrio centro Teresina, Piaui, Architetti: Júlio Medeiros, Goreth Mendes ESBRATIL ENGENHARIA LTDA - Progetto e direzione dei lavori: Ingg. Ariel Valmaggia, Gonzalo Larrembebere.
Centro De Tecnologia Universidade Federal do Piauí -Teresina Campus Universitário Ministro Petrônio Portella - Bairro Ininga - Teresina – PI Progetto dell’ Arch. Ana Lucia Ribeiro e Joao Alberto Cardoso Costruzione: Construtora Lourival Sales Parente Ltda. ESBRATIL ENGENHARIA LTDA - Progetto e direzione dei lavori: Ingg. Ariel Valmaggia, Capocantiere: Antonio Honorio da Silva (Meroca) Vedi Scheda 1994
Centro Sportivo Pelotense Oggi Pelotas Parque Tecnológico, Av Domingos Jose de Almeida, 1785 Pelotas-RS DYM Montevideo. - Progetto Strutturale: Ingg. Gonzalo Larrambebere, Lucia Pesci, Ariel Valmaggia e Walter Vilche Direzione dei lavori: Ing. Gonzalo Larrambebere Capocantiere: Delger Pacheco Un lungo edificio di 130 metri, di larghezza variabile (30-26-17-10 mt) coperto con 25 volte autoportanti di ceramica armata, su una struttura di cemento armato. Una torre per acqua Sup. 7200 mq Vedi Scheda
Mercato centrale di Porto Alegre CEASA RS - Centrais de Abastecimento do Rio Grande do Sul Av. Fernando Ferrari 1001, Bairro Anchieta, Porto Alegre, Rio Grande do Sul Arch. Carlos Maximiliano Fayet e Claudio Araujo Collaboratori: arch. Carlos Eduardo Comas, Luis Amérigo Vincenzi Progetto paesaggistico Arch. Ronald Jameson EDEC - Progetto strutturale: ingg. Eladio Dieste, Eugenio Montañez, Raul Romero, Arch. Alberto Castro - Direzione dei lavori strutturali: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero, Arch. Alfredo Alvarez Lay Capocantiere: Victor Retamar, Delger e Vito Pacheco, Carlos Blanco, Alcide Pereira, Roberto Arias, Ricardo Espindola, Hector Chiribao, Hector Casco, Gabino Almeida Padiglione dei produttori, volte a doppia curvatura, Sup. 13.600 mq Padiglioni dei commercianti, volte autoportanti in più edifici, Sup. 40.000 mq Porticato d’ingresso, volte autoportanti con doppio sbalzo
Foto Acervo João Alberto FAU UniRitter, Sergio Marques, Ramiro Furquim Archivio Dieste y Montanez
Nel 1968 gli architetti locali Carlos Maximiliano Fayet, Cláudio Luís Araújo , Carlos Eduardo Dias Comas e José Américo Gaudenzi, vincono il concorso per la costruzione del nuovo mercato di porto Alegre. (Fonte: http://enciclopedia.itaucultural.org.br/en/pessoa443489/carlos-fayet 2015.12.12) Il progetto fu reso costruttivo nel 1972 e le opere realizzate dalla Centrais Estaduais de Abastecimento, Sociedade Anônima (CEASA) di Porto Alegre; una società statale costituita appositamente per la realizzazione dell’opera, così come poi avverrà in molte altre città del Brasile, come Maceió, Rio de Janeiro, Curitiba, Goiania. Rispetto al progetto originario l’esecuzione sarà ridotta. La vicinanza a Montevideo sollecitò la richiesta alla Dieste y Montañez di presentare un’offerta per la costruzione di alcuni capannoni, con la loro tecnica della ceramica armata dal prezzo competitivo. Il trasferimento di Eugenio Montañez in Brasile ha permesso una esecuzione particolarmente accurata. L’apertura del mercato è del 19 marzo 1974.
Padiglione dei produttori, una struttura immensa di 47x280 m, in volte gaussiane di doppia curvatura che configurano shed di 5 x 35 m in pianta, con una trave e gronda in C.A. di 5 m di sbalzo per assorbire le spinte laterali. Lo spazio centrale doveva essere libero dalle catene di acciaio usuali. Ma secondo Dieste, difficoltĂ di approvvigionamento dei materiali hanno impedito di costruire i pilastri precompressi di idonee caratteristiche e la posa dei tiranti nel pavimento e quindi hanno dovuto optare per la posa delle catene realizzati â&#x20AC;&#x153; con ferri attorcigliatiâ&#x20AC;?.
I padiglioni dei commercianti sono stati realizzati con la ripetizione di coperture a volte autoportanti di 5 x 30 m con una superficie chiusa di 5x 20m e due area a sbalzo di 5x5m (una per lato), per il carico e lo scarico dei camion. Con questo metodo sono stati coperti 40.000 mq divisi in vari padiglioni.
Il porticato dâ&#x20AC;&#x2122;ingresso è una lunga fila di pilastri che sorreggono volte autoportanti a doppio aggetto, centrate su di loro.
Nelle immagini alcune fasi della esecuzione delle volte autoportanti precompresse
Mercado de Maceió CEASA AL- Central de Abastecimento de Alagoas nel bairro di Levada, Maceió. Alagoas Avenida Francisco de Menezes, 446 Bom Parto – Maceió AL Arch. Carlos Maximiliano Fayet e Claudio Araujo EDEC - Progetto delle strutture e direzione lavori: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero Capocantiere: Delger e Vito Pacheco, Fermin Silveira, Eduardo Romero Sup. 7.500 mq luce libera 26mt. Un edificio con volte a doppia curvatura e due affiancati a volte autoportanti Un grande edificio con volte a doppia curvatura senza lucernari, di 27 m di luce, con mensole laterali di quasi 4 m affiancato da un lato da un edificio con due volte autoportanti e dall’altro da uno con 13 volte autoportanti, di 6 m di luce. Per molto tempo abbandonato, e quindi ricettacolo di criminalità, recentemente sembra oggetto di rinnovato interesse da parte delle autorità, per un riuso come Mercato popolare. Un ampio rendiconto di questo progetto è dato dallo stesso Eladio Dieste nell’articolo “la ceramica armada” pubblicato sulla rivista Formas para la construccion, n. 5 ottobre 1982. (foto aerea da google maps)
CEASA – Centro agroalimentare do Paraná Rodovia Rua Jaime Balão, 765 - Hugo Lange - 80040-340 - Curitiba - PR Arch. Nelson Andrade, Joao Rodolfo Stroeber EDEC - Capocantiere: Victor Retamar, Vito Pacheco, Roberto Arias, Antonio Fraigola, Ricardo Espindola, Vicente Crudo Sup. 33.320 mq Volte Autoportanti
CEASA –Centro agroalimentare do Estado de Goiás Centrais de Abastecimento de Goiás Rodovia BR-153, Km 5,5 - Jardim Guanabara, Goiânia - GO Arch. Carlos M. Fayet e Cláudio Araújo ( probabile) EDEC - Progetto delle strutture: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero Sup. 23.000 mq. Volte autoportanti
Curtume Isa Couros Uruguaiana Via Dr. Adir Machado Mascia e Monteiro Lobato, Uruguaiana, Rio Grande do Sul EDEC – Progetto strutturale: ing.Eladio Dieste e Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e Eng. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias, Martin Escobar Sup. 7.000 mq 49 volte autoportanti di lunghezza diversa (gruppi di 21+3+25). Siamo nel Barrio Cabo Luiz Quevedo tra le vie Dr. Adir Machado Mascia e la Monteiro Lobato, ed il grande edificio, già sede del CRAS e prima (pare) della fabbrica di calzature Azaléia, è da tempo abbandonato. Il Municipio sta cercando affannosamente un riuso e nel mentre vi ubica un deposito provvisorio di pneumatici usati.
Foto dell’interno di Maurizio Villeda
Cooperativa Regional Triticola Serrana (COSTRIJUI) oggi: COTRIJUI - Cooperativa Agropecuária & Industrial , Rua das Chácaras, 1513 - Ljuí, RS - Brasil Arch. Clovis Ilgensfrich EDEC - Progetto strutturale : Ingg. Eladio Dieste, Raul Romero e Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias Numerosi gruppi di volte autoportanti. Nel 1972 la COTRIJUI iniziò la costruzione della sua nuova sede, e dal 3 dicembre 1975, in questa struttura funziona la sede della cooperativa, attiva a tutt’oggi.
CEASA Centro Agroalimentare Rio de Janeiro Avenida Brasil, nº 19.001 -Irajá - Rio de Janeiro- RJ Arch. Alcides Horacio da Costa e Caio Mendes EDEC - Progetto strutturale: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero e Arch. Alberto Castro Direzione lavori: ingg. Eugênio Montañez, Antônio Raul Romero, Harry Valevicci , Carlos Ferro Capocantiere: Victor Retamar, Delger y Vito Pacheco, Carlos Blanco, Roberto Arias, Alcides Silveira, Hector Chiribao, Antonio Fraigola, Eufrasio Gomez , Martin Escobar Sup. 150.000 mq. Volte autoportanti 7 x 25 E’ la seconda Central de Abastecimento dell’America Latina. E’ stata aperta il 28 agosto 1974.
La precompressione delle volte. A fianco Carlos Blanco
Ristorante Mercato di Porto Alegre Av. Fernando Ferrari 1001, Bairro Anchieta, Porto Alegre, RS Progetto dellâ&#x20AC;&#x2122; Arch. Carlos Eduardo Comas EDEC - Calcolo e Direzione lavori: Ingg. Eladio Dieste e Raul Romero e Arch. Alfredo Alvarez Lay Copertura a tronco di piramide, similare a quella della successiva fabbrica Memphis. Sup. 2000 mq
Frigorifero Alegretense Oggi MARFRIG GROUP Estr. Alegrete/Itaqui, s/n km 07 - Capivari CEP: 97541-970 â&#x20AC;&#x201C; ALEGRETE â&#x20AC;&#x201C; RS EDEC - Progetto strutturale: ing. Raul Romero Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias 5 edifici coperti con volte autoportanti di 6 mt e lunghezze di 12-20-38 mt Sup. 4560 +960 + 480 + 1080 +220 per un totale di 7.300 mq
Cotrijui Entrata Sede Rua das Chácaras, 1513 - Ijuí, RS – Brasil Progetto dell’ Arch Clovis Ilgensfrich EDEC- Progetto strutturale: Ing. Eladio Dieste, Raul Romero e Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias Ombrello rovescio di diametro 10 mt circa
Chioschi in Piazza Republica a Ijuí Praca Republica - Centro – Ijuí, RS Progetto dell’ Arch Clovis Ilgensfrich EDEC - Progetto strutturale : ing. Mario Santos Direzione lavori: ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias Posti su di un lato della piazza hanno copertura a lastre piegate.
Pérola -Transportadora Ltda Rua Jackson Figueiredo, 119 - Parolim – Curitiba, Paranà EDEC - Progetto strutturale e direzione lavori: ing. Mario Santos, Arch. Alfredo Alvarez Lay Garage camions 10 Volte autoportanti L=22 m
Colégio Leonardo da Vinci– Vinci– Unidade Beta Anteriormente Posto de Gasolina e Restaurante Av. Icarai, 1879, Barrio Cristal - Porto Alegre - RS EDEC - Progetto strutture: Ing. Mario Santos Direzione lavori: Arch. Alfredo Alvarez Lay e ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias
Italex Oggi ITM Indústrias Téxteis H. Milagre S.A. Rod. RSC 453, KM 117.2, Vicentina, Farroupilha, RS EDEC - Progetto strutture: Ing. Mario Santos Capocantiere: Roberto Arias L’edificio ed il resede sono stati oggetto di un profondo restiling.
Cooperativa de Las Valuruguai oggi AGROVIT Distreito Rodoviario, BR 290, Km 717 Rod. Osvaldo Aranha, 1990 - Aeroporto, Uruguaiana - RS, EDEC â&#x20AC;&#x201C; Progetto Strutturale: Ingg. Eladio Dieste e Raul Romero Direzione lavori: ingg. Eladio e Antonio Dieste, Matio Santos, Arch. Alfredo Alvarez Lay Capocantiere: Roberto Arias, ... Il complesso comprende 8 edifici tutti coperti con volte autoportanti di luce 6 e 12 metri, con lunghezze variabili tra i 28 ed i 40 metri. Sup. 22.000 mq circa
Centro di manutenzione della metropolitana di Rio de Janeiro Avenida Presidente Vargas, 2700 Rio de Janeiro Progetto: Promon EDEC e DYM Abobadas RJ - Calcolo e Direzione lavori: Ing. Eugenio Montañez, Antônio Raul Romero, Harry Valevicci. Collab. Ariel Valmaggia Capocantiere: Victor Retamar, Delger Pacheco, Vito Pacheco, Carlos Blanco, Alcides Pereira Volte autoportanti di 7 x 23 mt Sup. 52.000 mq Il grande edificio, destinato ad ospitare le officine per la manutenzione dei treni della metropolitana, è composto da un insieme di volte autoportanti di 23 m di lunghezza, poste a livello diverso, al fine di consentire la penetrazione della luce all’interno. Il progetto fu eseguito a Montevideo ed i lavori seguiti in loco da Eugenio Montañez.
SESI Edificio a Corumbá Avenida Nossa Senhora de Candelària,1555 Corumbá, Mato Grosso do Sol DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Raul Romero Capocantiere: Alcides Pereira Volte autoportanti di 33x6 m, superficie 5.400 mq
Fabbrica Memphis, Porto Alegre Av. João Elustondo Filho, 175 - Sarandi, Porto Alegre Progetto degli architetti Cláudio Luiz Gomes de Araújo (1931) e Cláudia Obino Correa (1950) DYM Abobadas RJ e EDEC - Progetto strutture: Ingg. Eladio Dieste, Raul Romero, Mario Santos Assistenza Tecnica: Arch. Alberto Brisolara Copertura con moduli piramidali in ceramica armata La Memphis, una impresa di prodotti cosmetici di Porto Alegre, decise di costruire la sua nuova fabbrica in un modo che oltre a soddisfare le esigenze funzionali, fosse anche “immagine” dell’azienda.
“Le ipotesi di base utilizzate sono state: la necessità di una previsione di crescita; la diversificazione e l'evoluzione degli impianti industriali; la formazione di una nuova immagine attraverso la costruzione, capace di essere associata ai prodotti e alla nuova fase dell'industria.” “Marco Zanuso, che era un misto di architetto e designer … fu l’autore del progetto della fabbrica Olivetti a São Paulo … nella Memphis mettemmo qualcosa di questo progetto, costituito da cupole che si ripetono con colonne che sono anche condotti di ventilazione indipendenti per ogni modulo. Questa strategia di elementi che si ripetono è stata ripresa nel nostro progetto di fabbrica con crescita non prevedibile: devono essere possibili variazioni di altezza in funzione dei macchinari e permettere la crescita orizzontale. Allo scopo fu creato un modulo la cui copertura è un tronco di piramide in ceramica armata, come se fosse un baldacchino, quattro pilastri che variano in altezza e in determinati moduli sostengono la copertura. Gli elementi d’illuminazione e ventilazione sono indipendenti.” Cláudio Araújo Il lotto, di forma rettangolare, ha una superficie di 25.000 mq. La costruzione ne occupa 7.500 mq ed è organizzata principalmente in tre elementi tipologici: volumi che ospitano i servizi di supporto e amministrativi per l'industria "caratterizzati da una architettura semplice e sistema di costruzione tradizionale, con pannelli di facciata in prefabbricati leggeri." Il corpo industriale, con un volume dominante dove sono alloggiate le attrezzature industriali più pesanti, con una struttura in cemento armato ed il nome della società scritto sul volume del serbatoio dell’acqua. Infine i “moduli”, che costituiscono l’edificio propriamente detto, la cui coordinazione modulare, la tecnica di
costruzione e l’opzione formale sono il segno principale e determinante di questo progetto. Ogni modulo di 10m x 10m, permette variazioni in altezza e di combinazione in tutte le direzioni, rispondendo ai requisiti di flessibilità richiesti dall’azienda. L’illuminazione zenitale diffusa dai lucernari aperti sulla direzione nord-sud, offre un ambiente ricco di luce naturale. Costruttivamente, l’esecuzione del modulo é stata abbastanza razionale. Le forme di legno, su cui un reticolo di listelli determinava la posizione di ciascun pezzo ceramico, sono state pre-montate in cantiere, per ogni faccia del volume piramidale. Posizionate poi sopra un ponteggio scorrevole, a formare il volume della copertura piramidale, sono state portate nella posizione definitiva, le parti sono state assemblate e solidarizzate tra loro da una maglia di tondino di acciaio ricoperta con una soletta di malta di cemento e sabbia che conferisce la rigidezza e la tenuta all'acqua. Le aperture zenitali sono costituite da profili metallici che penetrano in una sorta di "guanto" costruito all'interno del guscio, che gli consente la necessaria possibilità della copertura di "respirare" senza causare danni al telaio. Il problema della ventilazione è risolto da camini posti al centro della lastra piatta che copre la piramide.
Fonte: Sérgio Moacir Marques, MEMPHIS: uma análise tipológica necessária. um depoimento - CLÁUDIO ARAUJO, arquiteto ARQTEXTO 0 Rivista della ufrgs.br (POA-RS) 1semestre 2000
Silo per la la FAROL S.A. R. Augusto Frederido Markus, Estrela , Rio Grande do Sul, DYM Abobadas RJ e RS - Progetto: Ingg Eugenio Montañez, Ariel Valmaggia, Mario Santos Capocantiere: Delger Pacheco y Antonio Fraigola Il silo ha una capacità di 30.000 ton. Largo 30 m alto 16 m lungo 120 m. La Farol SA si è insediata a Estrela tra il 1976 e il 1977, con l'avvio della produzione nel 1978. Si trattava di una industria che lavorava leguminose, con produzione di olio, crusca, farina e lecitina di soia. Durante il periodo di costruzione, arrivarono a Estrela centinaia di lavoratori del settore delle costruzioni e della metallurgia, provenienti da diverse parti del Rio Grande do Sul e altri Stati per la costruzione del grande impianto. La Farol SA ha operato fino al 1990 arrivando ad avere 20 filiali distribuite in tutto il Rio Grande do Sul. La sua chiusura ha provocato gravi problemi alla città di Estrela. I silos sono ancora utilizzati per lo stoccaggio del grano.
Fonte: blog di Airton Engster dos Santos - Estrela-RS Immagini: Aepan-ONG
SESI Escola de Música e Clube do Trabalhador Fortaleza. Av. Francisco Sá, 6623, Barra do Ceara, Fortaleza, CE. DYM Abobadas RJ - Progetto dell’ Arch. Severiano Mario Porto y Mario Emilio Ribeiro Progetto strutture: ingg. Eladio Dieste, Raul Romero Capocantiere: Alcides Pereira. Sup. 2.600 mq Volte autoportanti 10x15 m
Perambulando pela Arquitetura Latino-americana - Hugo Segawa - Universidade de São Paulo
Foto tratta dalla locandina . ”La sostenibile leggerezza del laterizio armato” Incontro con Ariel Valmaggia 25 ottobre 2000 Aula Magna Palazzo Vegni Via San Niccolò 89/A, Firenze Incontro promosso dal Dipartimento Di Processi E Metodi Della Produzione Edilizia Università di Firenze Coordinamento scientifico Corrado Latina Coordinamento segreteria Adolfo Baratta
Cobra Computadores e Sistemas Brasileiros Ltda oggi Farmanguinhos - Av. Cmte. Guaranys, 447 – Jacarepaguá, Rio de Janeiro - RJ Sup. 14.000 mq. Volte autoportanti 28x6 m DYM Abobadas RJ Capocantiere: Roberto Arias, Martin Escobar, Rosso. Il 27 luglio del 1979, dopo solo 5 anni dalla sua fondazione, la società informatica Cobra inaugura la sua nuova fabbrica: "uma fábrica de bons exemplos".
Fonte: Helena Silvia “Rastro De Cobra” © Copyright By Silvia Helena Vianna Rodrigues Ottobre 1984
Oggi: Farmanguinhos
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vaccinazione gratuita
Centro de Tecnologia Mineral (CETEM) Av. Pedro Calmon, 900, Cidade Universitária, Rio de Janeiro – RJ DYM Abobadas RJ 8.300 mq di volte autoportanti ( 25x6 m) su una superficie edificata di 19.800 mq all’interno dell’area urbanizzata di 10 ettari della Città Universitaria di Rio de Janeiro.
Fonte: projob engenharia
Centro de Educação Tecnológica – CENTEC oggi: Instituto Federal de Educação, Ciência e Tecnologia IFAB, Campus Simões Filho, Estrada SESI-SENAI, s/n, Pintaguinha, Simoes Filho-Salvador-Bahia Progetto dell’ Ing. Arch. Pasqualino Romano Magnavita (1929) DYM Abobadas RJ Sup. 9.000 mq. per 4 edifici coperti con volte autoportanti di 25x5 m
Revista do Instituto Federal de Educação, Ciência e Tecnologia da Bahia N°21, Ano VI, Ed. 1 / 2014
SESI scuola e club Jacarepaguà, Jacarepaguà, Rio de Janeiro Avenida Geremário Dantas 342, Tanque, Jacarepaguà - Rio de Janeiro. DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Luiz Fernando Mayrick Pereira Capocantiere: Alcides Pereira y Eufrasio Gomez Sup. 5.000 mq Volte autoportanti 35x8 m
SEST SEST SENA SENAT NAT Deodoro Serviço Social do Transporte - Serviço Nacional de Aprendizagem do Transporte Marechal Deodoro, Sáo Paulo Rio de Janeiro Estr. Do Camboata, 135 - Deodoro - Rio de Janeiro - RJ DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Raúl Romero Direzione lavori: ingg. Eugenio Montañez e Raúl Romero Sup. 3.500 mq Volte autoportanti 35x8 m
Portocel - Terminal Especializado de Barra do Riacho S.A. Barra de Riacho. Aracruz, Espirito santo DYM Abobadas RJ - Progetto strutturale: ing. Raúl Romero e altri Direzione Lavori: ingg. Eugenio Montañez e Raúl Romero Capocantiere: Delger Pacheco e Alcides Pereira Sup. 18.000 mq. Volte autoportanti 36x12 m
Centro Social SESI Campo Bom Av. Pres. Vargas, 937 - Campo Bom, Rio Grande do Sul Arch. Sergio Monserrat DYM Abobadas RS - Progetto strutturale e direzione lavori: ingg. Ariel Valmaggia e Mario Santos Due edifici con volte autoportanti (8-16) ognuna di 3.5 x 15 m. Sup.totale1300 mq. Inaugurato il 14 marzo 1980 ed intitolato ad Emilio Miguel Vetter
SESI (Servico Social da Industria) Centro Social CAT R. Alberto Scherer, 743 - Rio Branco, São Leopoldo – RS EDEC - Progetto strutture: Ing. Mario Santos Assistencia Tecnica costruzione copertura: Arq. Alberto Brizolara Pensilina d’ingresso composta da 5 volte autoportanti e quattro edifici sempre composti da elementi coperti con volte autoportanti, affiancati Sup.totale 3500 mq. circa
Stazione di controllo Fiscale Av. Quintino Bocaiuva , 1499 - (BR-470 ) - Apiúna, Santa Catarina km 100 della BR-470 Costruzione: Constructora Schaffer Ltda di Curitiba DYM Abobadas RS - Progetto strutture e direzione lavori: ingg. Ariel Valmaggia e Mario Santos Tre volte autoportanti con una sola fila di 4 pilastri centrali, con sbalzo di 17,5 mt sul fronte e retro. Sup.800 mq.
Viaggiando attraverso l'interno di Santa Catarina mi sono imbattuto nel vecchio posto di Vigilanza Fiscale di Apiúna. Situato al bordo della strada che collega Apiúna a Blumenau, l'edificio è attualmente abbandonata. E' composto da due elementi: un blocco di servizi distribuiti parallelamente alla strada ed una copertura di circa 800 mq, composta da tre volte di mattoni rinforzati sostenuta da solo quattro pilastri in cemento, che ospita la zona di controllo delle merci. Le volte sono estremamente sottili, e sopportano sbalzi di oltre quindici metri. A bordo di ognuna una trave orizzontale blocca l'insieme e consente il corretto smaltimento delle acque piovane. Le proporzioni e la leggerezza sono un segno che marca il paesaggio del luogo. L'intero edificio segue fedelmente i principi dell'architettura di Eladio Dieste. Eladio Dieste em Apiúna? Blog di Marco O. Costa Publicato il 13/01/2013 https://marcosocosta.wordpress.com
Portogalo Suite Hotel In origine Hotel dos Sinos Rodovia Rio-Santos - BR 101, KM 457 - Costa Verde - Angra dos Reis - Rio de Janeiro Progetto Arch. Luiz Paulo Conde DYM Abobadas RS - Progetto strutturale e direzione lavori: ing. Raul Romero e altri Capocantiere: Delger Pacheco, Antonio Pereira Copertura con 16 volte autoportanti, a gruppi sfalsati, di 3,4x16/19mt
SESI Centro Social a Parobé Rua da Paz, 146 - Guaruja Parobé, Rio Grande do Sul Arch. Sergio Monserrat DYM Abobadas RS - Progetto strutturale e direzione dei lavori: ingg. Ariel Valmaggia e Mari Santos Pensilina d’ingresso composta da 4 volte autoportanti di 3,5 x 7,0mt e tre edifici sempre composti da elementi coperti con volte autoportanti, affiancati: 11 volte di 3,5x18mt, 12 volte di 3,5 x 18mt e 12 volte di 3,5x9,0mt. Sup.totale 19100 mq. circa Inaugurato il 16 maggio 1981
Casa Catenaria Rua Jose Madrid, 435, Vila Brasilia, Porto Alegre, RS DYM Abobadas RS - Progetto e direzione dei lavori: ingg. Ariel Valmaggia Capocantiere: Onofre Bernardes Prestes (Gaucho) Sup: 110 mq Catenaria 7 m x 5.6 m Lunghezza 10 m
Mercado TrocaTroca-Troca Av. Maranhao, s/n, barrio centro Teresina, Piaui, Architetti: Júlio Medeiros, Goreth Mendes ESBRATIL ENGENHARIA LTDA - Progetto e direzione dei lavori: Ingg. Ariel Valmaggia, Gonzalo Larrembebere. Capocantiere: Onofre Bernardes Prestes (Gaucho) e Antonio Honorio da Silva (Meroca) 8 Volte autoportanti su una sola fila di pilastri centrali. Il Troca-Troca (scambio) è uno dei più antichi e tradizionali luoghi commerciali di Teresina. In origine il mercato aveva luogo sotto un albero di fico, dove le persone si scambiavano le merci. L'albero è stato conservato dal progetto, inaugurato nel 1985 con una struttura pensata per ospitare commercianti e merci in modo più organizzato.
Foto panoramica Tarcisio Vilarinho
Universidade Federal do Piauí Centro de Tecnologia -Teresina Campus Universitário Ministro Petrônio Portella - Bairro Ininga - Teresina – PI Progetto dell’ Arch. Ana Lucia Ribeiro e Joao Alberto Cardoso Costruzione: Construtora Lourival Sales Parente Ltda. ESBRATIL ENGENHARIA LTDA. Progetto e direzione dei lavori: Ingg. Ariel Valmaggia, Capocantiere: Antonio Honorio da Silva (Meroca)
Centro Sportivo Pelotense Oggi Pelotas Parque Tecnolรณgico - Av Domingos Jose de Almeida, 1785 Pelotas-RS DYM Montevideo Progetto Strutturale: Ingg. Gonzalo Larrambebere, Lucia Pesci, Ariel Valmaggia e Walter Vilche Direzione dei lavori: Ing. Gonzalo Larrambebere Capocantiere: Delger Pacheco Un lungo edificio di 130 metri, di larghezza variabile (30-26-17-10 mt) coperto con 25 volte autoportanti di ceramica armata, su una struttura di cemento armato. Una torre per acqua Sup. 7200 mq
fausto@giovannardierontini.it www.giovannardierontini.it
Versione del 27 marzo 2017 Eladio Dieste Eugenio MontaĂąez â&#x20AC;&#x201C; Opere in Brasile (Edizione per il centenario della nascita) by Fausto Giovannardi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License
Eladio Dieste Eugenio Rolando MontaĂąez
Opere in Argentina
Fausto Giovannardi
Molte sono le opere eseguite in Argentina con la tecnologia brevettata dalla Dieste y Montañez. Poche le notizie al riguardo ed ancora meno la conoscenza ed il rispetto per questi lavori. Probabilmente nessuna di loro è stata seguita direttamente da Eladio Dieste o da Eugenio Montañez. Sappiamo di un rapporto continuativo con la TECNOEDIL S.A. dell’arch. Migone e dell’ing. Massa, che pagavano un diritto per l’uso del sistema brevettato. Abbiamo trovato traccia presso la INPI (ufficio brevetti Argentino) di un brevetto per le volte autoportanti:
L’elenco che segue è per buona parte derivato da: Stanford Anderson ELADIO DIESTE Innovation in Structural Art 2004 Princeton Architectural Press. Matthias Ruhl – ELADIO DIESTE BTU Cottbus-Senftenberg, Fakultät 2 Lehrstuhl Bautechnikgeschichte und Tragwerkserhaltung Univ. Prof. Dr.-Ing. Werner Lorenz Brandenburg University of Technology (BTU) Cottbus – Senftenberg Platz der Deutschen Einheit 1 03046 Cottbus Grazie agli amici Prof. Adriana Collado e Renè Longoni Per alcuni degli edifici è stata possibile l’identificazione ed una prima schedatura Molte delle foto provengono da Google - DigitalGlobe Molto di più dovremmo arrivare a conoscere. Per ora accontentiamoci di riportare quanto ad oggi a noi disponibile.
Fausto Giovannardi fausto@giovannardierontini.it
REGESTO 1962 Stazione degli autobus a Junín Av. San Martin 179 Junín, Prov. Buenos Aires Volte autoportanti Vedi Scheda 1965 TERKA S.A. Salta y Jujuy, Partido San Justo, Buenos Aires Sup. 2.100 mq coperti luci 22 mt. Volte a doppia curvatura 1966 Melian S.C.A. Industria metalli Panamericana km 25, Bancalari. Partido tigre Prov. Buenos Aires Interventi in quattro fasi: 1966,1972,1972,1973 Sup. 2.200 mq (600+600+700+ 300) luci 3215-30-12 Volte a doppia curvature le prime due e la quarta, volta autoportante la terza.
Asociacion Potencia Fluidica (oggi sede della Polizia municipale di San Isidro)
Maria B. de Cazon e Av. Cura Allievi, sulla Ruta 9 "Colectora Panamericana" Prov. Buenos Aires Sup. 2100 mq Volte autoportanti Vedi Scheda 1969 Galeria Laprida Galería Laprida, Francisco Narciso de Laprida Mariano Boedo - Lomas de Zamora, Partido Lomas de Zamora, Prov. Buenos Aires Sup. 500 mq. Luce 15 m. Volte autoportanti. Edicones de Contabilidad Moderna S.A. Ruta Provincial 8 km 29. Partido San Miguel, Prov. Buenos Aires Sup. 490 mq, Luce 18 m. Volta a doppia curvatura
1967 Balder S.A. Marcelo T. de Alvear 777, Partido de San Martin, Prov. Buenos Aires Sup. 620 mq, luce 18 m. Volte autoportanti.
1970 Hotel Samoa Camino Bancalari San Fernando, Prov. Buenos Aires Sup. 1100 mq Luce:11 m Volte autoportanti. Vedi Scheda
Bianchetti S.A. Oggi - Dabra S.A. Autopista Panamericana Colectora Este 3222, Don Torcuato, Buenos Aires Costruzione in 5 fasi: 1967,1970,1973,1974,1974 Area coperta: le prime tre fasi 1.200 mq 3.500 mq e 800 mq, Luci: 16-32-22 metri Le prime quattro fasi: volte a doppia curvatura, la quinta: volte autoportanti.
1971 Restaurant Carlo III Av. Del Libertador – Don Orione, Partido S. Fernando, Prov. Buenos Aires Sup.490 mq Luce:12 m Volte autoportanti
1968 Mois Chami S.A. Oggi Claro (telefonia) Olleros Amenabar, Buenos Aires Sup. 1.100 mq Luce 11 m. Volte autoportanti. Confiteria Aloha Panamericana km 16, Partido Tigre, Prov. Buenos Aires Sup. 1.100 mq. Luce 15 m. volta autoportante
Cageao Automotores, S.A. Oggi Pami Inssjp Instituto Nacional de Servicios Sociales para Jubilados y Pensionado Av Francisco Beiró 3582-3600, Buenos Aires Sup. 500 mq Luce:16 m Volte autoportanti Vedi Scheda FANACOA Panamericana km 10, Partido San Isidro, Prov. Buenos Aires Sup. 500 mq Luce: 16 m Volte autoportanti UZAL, S.A. (oggi UBITEC BLUE) Ruta 2 km 119, Partido Chascomus, Prov. Buenos Aires
Sup. 4000 mq Luce: 20 m Volte autoportanti Vedi Scheda Iglesia Laboulage Laboulage, Prov. Córdoba Sup.500 mq Luce: 20 m Volte autoportanti Galería Alvear Gral.Alvear 50, Partido San Isidro, Prov. Buenos Aires Sup. 700 mq luce: 9 m Volte autoportanti 1972 Galería del Norte Gral.Alvear 43, Partido San Isidro, Prov. Buenos Aires Sup. 800 mq luce: 16 m Volte autoportanti Industrias Plásticas Panamericanas, S.A. (probabilmente oggi Xilem) Km. 24,6 Ruta panamericana – Colectora Este (1611) Don Torcuato – Prov. de Buenos Aires Costruzione in 4 fasi: 1972; 1975; 1977; 1977 Sup/Luce:2,900/38,380/38,1300/3 8,1200/30mq/m Volte a doppia curvatura (1,2,3), volte autoportanti (4) Vedi Scheda Polinor, S.A. Kennedy e Uruguay, Partido San Fernando, Prov. Buenos Aires Costruito in due fasi: 1973; 1981 Sup/Luce 1600/24, 650/24 Volte a doppia curvatura 1973 Restaurant Gran Colón Paseo Colón 443, Buenos Aires Sup. 750 mq Luce 16 m Volte autoportanti Stazione degli autobus Mercedes Calle 35, 6600 Mercedes, Buenos Aires, Argentina Sup. 1600 mq Luce: 20 m Volte autoportanti Vedi Scheda 1974 Empresa Lineas Maritimas Argentina (ELMA) Puerto Nuevo, Buenos Aires
Costruzione in due fasi: 1974 e 1976 Sup/Luce: 3,500/25, 1500/22 mq/m Volte autoportanti Vedi Scheda Bagley, S.A. San Miguel de Tucumán, Prov. Tucumán Sup. 1200 mq Luce: 24 m Volte a doppia curvatura Max Juda, S.A. Alvear s/n, Partido San Martín, Prov. Buenos Aires Sup. 1100 mq Luce: 32 m Volte autoportanti J.Charrúa y Cía S.A. Benito Juárez, Prov. Buenos Aires Sup. 4500 mq Luce: 25 m Volte autoportanti Madera Panamericana, S.A. Panamericana (Ruta 9) e Ruta 197, Partido Tigre, Prov. Buenos Aires Costruzione in due fasi: 1975 e 1977 Sup./Luce: 3100/30, 2300/30 mq/m Volte autoportanti 1975 Norte Supermercato Alvear 900, Partido San Isidro, Prov. Buenos Aires Sup. 2100 mq Luce: 25 m Volte autoportanti 1976 Automóvil Club Argentina Stazione di servizio Marcelo T. de Alvear 658,Centro,X5900FWN Villa María,Córdoba Sup. 1500 mq Luce: 24m Volte autoportanti Vedi Scheda CABSHA S.A. Fábrica de caramelos San Miguel de Tucumán, Prov. Tucumán 1977 Sup. 3600 mq Luce 20 m Volte a doppia curvatura LUSOL S.A. Panamericana, Ramal Pilar, Partido Tigre, Prov. Buenos Aires 1977 Sup. 1800 mq Luce 22 m
Volte a doppia curvatura 1977 FOLIMAD S.A. Panamericana km 13, Bancalari, Partido Tigre, Prov. Buenos Aires Sup. 2100 mq Luce 23 m Volte autoportanti 1978 Bortolin y Cía. S.A. Villa Adelina, Partido San Isidro, Prov. Buenos Aires Sup. 3300 mq Luce: 35 m Volte autoportanti Longvie Paraná, S.A. Parque Industrial Paraná, Prov. Entre Rios Calle Valentín Torra Sup. 7850 mq Luce: 38 m Volte a doppia curvatura 1979 LANICO S.A. Ruta 205 s n Lobos, Prov. Buenos Aires Sup. 2500 mq Luce: 20 m Volte a doppia curvatura Vedi Scheda Juan Minetti y Cía., S.A. (oggi HOLCIM) Málagueño Prov. Córdoba 1979–1980 Sup. 2700 mq Luce: 27 m Volte autoportanti 1980 Brown Boveri, S.A. (oggi ABB) Uruguay s/n, Partido San Isidro, Prov. Buenos Aires Costruzione in due fasi: 19801986 Sup./Luce:1800/20,500/20 mq/m Volte autoportanti Ciccone Hnos. y Lima, S.A. (oggi Ciccone Calcografica, S.A.) Panamericana 25000, Don Torcuato, Buenos Aires Costruzione in due fasi: 1981; 1987 Sup./Luce:8000/26,1200/26 mq/m Volte autoportanti Vedi Scheda 1983 Polideportivo (CeNARD)
León
Najnudel
Av. Miguel B. Sánchez 1052 Buenos Aires Area Coperta : 2400 mq; Luce: 38 m Volte a doppia curvature con lucernari Vedi Scheda 1985 Norte Supermercato América, Partido San Martín, Prov. Buenos Aires Sup. 2500 mq Luce. 21 m Volte autoportanti 1986 Autoservizio Mayorista La Loma (Oggi Levy Moises Y Levy Elias Alfredo Sh) Av. Brig. Gral. Juan Manuel de Rosas 4062, Buenos Aires Sup. 2.600 mq Luce 29 m. Volte autoportanti Vedi Scheda Frigosol Supermercato (Oggi Hipermercado Disco) Villa Gesell, Bv. Gesell, Prov. Buenos Aires Sup. 2.300 mq Luce 27 m. Volte autoportanti Vedi Scheda 1988 Decorinter S.A. (Oggi MAXICONSUMO – succursale Pacheco) Ruta 197 Nro. 2815, Partido Tigre, Prov. Buenos Aires 2.600 mq Luce 31 m Volte autoportanti Vedi Scheda 1989 Astilleros Gamma S.A. Junin, Partido San Fernando, Prov. Buenos Aires Sup. 2.400 mq. Luce 25 m Volte autoportanti Vedi Scheda 1993 Confiteria N/S Costanera Norte, Buenos Aires Sup. 500 mq Luce 20 mt. Volte Autoportanti
Terminal de Omnibus - Junín Prov. Buenos Aires
edición del domingo 15 abril 1962
Ieri sera alle 20 è stato ufficialmente inaugurato il nuovo terminal degli autobus costruito tra le vie Belgrano, Winter, Rivadavia e Avenida San Martin. La pioggia insistente non ha fermata un vasto pubblico che si è dato appuntamento in un edificio moderno ed ha seguito la semplice ma significativa cerimonia. Il sindaco, Osvaldo Pagella, ha scoperto la tela che copriva la scritta su una delle pareti che si affacciano sulla Av. San Martin "Comune di Junín - Stazione degli Autobus", dicendo che così è soddisfatta la preoccupazione delle nostre autorità di offrire al viaggiatore il massimo del comfort. Poi, Padre Gregorio González, sacerdote incaricato della Parrocchia di S. Ignazio ha benedetto le strutture, e quindi le autorità ed il pubblico hanno fatto ingresso nell'edificio in cui la tecnica funzionale pone una nota di singolare rilievo. Una grande sala centrale offrirà agli utenti una comodità senza pari e un'ampia visuale dell'esterno dove le diverse linee di autobus hanno i loro posti assegnati.
La stazione è stata demolita e sostituita da questa. TERMINAL DE OMNIBUS Junín Prov. Buenos Aires Av. San Martin 179
Grazie all’arch. Horacio Marchetti di Junín
All'interno dell'imponente edificio ci sono locali per uffici comunali, informazione ai passeggeri, biglietterie e altri scopi che saranno debitamente segnalati. Ad uno degli estremi, un confortevole bar e ristorante, progettato con i più recenti progressi della tecnologia moderna, sicuramente riempirà una necessità urgente per il viaggiatore. All'esterno, sulla via Rivadavia, ci sono altri locali che saranno appaltati per lo sfruttamento a breve termine. I bagni, dotati di ogni comfort, coprono in eccesso le esigenze previsti. Ad uno degli estremi, un confortevole bar e ristorante, progettato con i più recenti progressi della tecnologia moderna, sicuramente riempirà una necessità urgente per il viaggiatore. All'esterno, sulla via Rivadavia, ci sono altri locali che saranno appaltati per lo sfruttamento a breve termine. I bagni, dotati di ogni comfort, coprono in eccesso le esigenze previsti. Dobbiamo rappresentare che l'opera per le sue caratteristiche è la prima ad essere costruito nel paese e altre, di stile simile, sono state avviate a Saladillo e Lujan, anche se non raggiungono le dimensioni di questa. Il progetto, scelto tra i 28 presentati al concorso indetto dal Comune di Junín, appartiene, come la direzione lavori all'ing. Rodolfo D. Ogando e all' architetto Juan A. Cadario e la società di costruzioni che ha vinto la gara d'appalto stipulato prontamente per 6 milioni di pesos è la Hedsel O. Poncino. Per dare una dimensione dell'opera inaugurata, diremo che le coperture arrivano sulla spianata prospiciente la via Winter, in modo che, anche se von il tempo inclemente, i passeggeri non correranno rischi. Nell'altro settore, sulla Av.da San Martin Avenue, si trovano i taxi ed un parcheggio per auto.
Bianchetti S.A. (Oggi - Dabra S.A.) Autopista Panamericana Colectora Este 3222,Don Torcuato, Buenos Aires Costruzione in 5 fasi: 1967,1970,1973,1974,1974 Area coperta: le prime tre fasi 1.200 mq 3.500 mq e 800 mq, Luci: 16-32-22 metri Le prime quattro fasi: volte a doppia curvatura con lucernari, la quinta: volte autoportanti.
Hotel Samoa Panamericana, Camino Bancalari San Fernando, Prov. Buenos Aires Sup. 1100 mq Luce:11 m Volte autoportanti.
Cageao Automotores, S.A. (Oggi Pami Inssjp Instituto Nacional de Servicios Sociales para Jubilados y Pensionado) Av Francisco BeirĂł 3582-3600, Buenos Aires Superficie coperta di 500 mq con 3 volte autoportanti di luce 16 m
Da notare la copertura dellâ&#x20AC;&#x2122;ingresso di un annesso vicino, pure con la volta.
Fabbrica UZAL, S.A. Oggi UNITEC BLUE Ruta 2 km 119,2 Chascomús, Prov. Buenos Aires 1971 Sup. 4000 mq Luce: 20 m Volte autoportanti
Grazie a René Longoni
Industrias Plásticas Panamericanas, S.A. (Probabilmente oggi Xilem) Km. 24,6 Ruta panamericana – Colectora Este (1611) Don Torcuato- Provincia de Buenos Aires Costruzione in 4 fasi: 1972; 1975; 1977; 1977 Sup/Luce: 2,900/38, 380/38, 1300/38, 1200/30 mq/m Volte a doppia curvatura (1,2,3), volte autoportanti (4) Dell’impiano originario rimangono solo le volte autoportanti.
Stazione degli autobus di Mercedes Calle 35, 6600 Mercedes, Lujan, Argentina A Mercedes, una cittadina di 50.000 abitanti a 100 km ad ovest della Grande Buenos Aires, ai margini dellâ&#x20AC;&#x2122;abitato suddiviso in un reticolo di strade dal nome che va da calle 1 a calle 127, câ&#x20AC;&#x2122;è questa stazione per gli autobus. Sup. 1600 mq Luce: 20 m Volte autoportanti
Empresa Lineas Maritimas Argentina (ELMA) Puerto Nuevo, Buenos Aires Costruzione in due fasi: 1974 e 1976 Sup/Luce: 3,500/25, 1500/22 mq/m Volte autoportanti
Automóvil Club Argentina - Stazione di servizio a Villa Maria Villa María, Córdoba Villa María, un cittadina in provincia di Córdoba, lungo la Ruta 9 che passa da Rosario, nel centro lungo la via Marcelo T. de Alvear 658, c’è ancora la stazione di servizio dell’ACA, costruita dalla Singenser y Cia, sotto la direzione dell’arch. Gregorio Luis Yalangozian. Quattro volte autoportanti di 24 m di luce, a coprire circa 1500 mq di spazi di servizio.
Asociacion Potencia Fluidica (oggi Polizia municipale di San Isidro)
All’angolo tra le due strade Maria B. de Cazon e Av. Cura Allievi, a fianco della Ruta 9 detta anche "Colectora Panamericana" nella Grande Buenos Aires si trova questo edificio in cui per anni ha svolto la sua attività la Asociacion Potencia Fluidica, oggi ai più sconosciuta, che si occupava dello studio del moto dei fluidi viscosi, etc. L’edificio, la cui data di costruzione non è conosciuta, dopo anni di abbandono, ma ancora in buone condizioni, è diventato recentemente sede della polizia Municipale di San Isidro. Una struttura in cemento armato, su due e tre piani, con pianta ad angolo tra le due strade Maria B. de Cazon e Mariquita Tallece e con l’ingresso da Av. Cura Allevi. Una superficie di 2.100 mq coperta da 16 volte autoportanti.
Ciccone Hnos. y Lima, S.A. (oggi Ciccone Calcografica, S.A.) Panamericana 25000, Don Torcuato, Buenos Aires Costruzione in due fasi: 1981, 1987 Sup./Luce: 8000/26, 1200/26 mq/m Volte autoportanti
Polideportivo León Najnudel Centro Nacional de Alto Rendimiento Deportivo (CeNARD) Av. Miguel B. Sánchez 1052 Buenos Aires
Tra le varie strutture del Centro Nazionale sportivo (ceNARD), vi è un grande edificio in cemento armato coperto con volte a doppia curvature con lucernari. Area Coperta : 2400 mq; Luce: 38 m, capacità per 2.250 spettatori.
Autoservizio Mayorista La Loma (Oggi Levy Moises Y Levy Elias Alfredo Sh) Av. Brig. Gral. Juan Manuel de Rosas 4062, Buenos Aires In prossimitĂ della guarnigione militare di Campo de Mayo, lungo la Ruta 4, si trova questo edificio coperto interamente con volte autoportanti: 12 piccole sul fronte e 6 grandi sul retro, a coprire circa 2.600 mq.
Frigosol Supermercato (Oggi Hipermercado Disco) Villa Gesell, Bv. Gesell, Prov. Buenos Aires Sup. 2.300 mq Luce 27 m. Volte autoportanti
Decorinter S.A. (Oggi MAXICONSUMO Marolioâ&#x20AC;&#x201C; succursale Pacheco) Ruta 197 Nro. 2815, Partido Tigre, Prov. Buenos Aires 2.600 mq Luce 31 m Volte autoportanti
Astilleros Gamma S.A. A San Fernando, nel nord della grande Buenos Aires, non lontano dal Rio LuyĂĄn, tra la Calle Junin e Rivadavia, câ&#x20AC;&#x2122;è ancora questo fabbricato industriale costituito da 5 volte autoportanti a coprire una superficie di 2.400 mq.
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Versione del 27 marzo 2017 Eladio Dieste Eugenio MontaĂąez â&#x20AC;&#x201C; Opere in Argentina (Edizione per il centenario della nascita) by Fausto Giovannardi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License
Eladio Dieste
Opere in Spagna
Fausto Giovannardi
Nel 1993 Eladio Dieste partecipa alla quinta conferenza “La ciudad del Saber” ad Alcalá de Henares vicino a Madrid, dove è chiamato a tenere un laboratorio su un progetto d’intervento sul Castello di Molina de Aragón. Particolarmente interessato al suo lavoro gli arch. Carlos Clemente e Ana M. Marin lo chiamano a collaborare ad alcuni progetti in corso nella città, in particolare una piccola volta ad arco nell’edificio Nebrija della Metropolitana Complutense ed il muro traforato e la torre scala del laboratorio di chimica nel Campus della Universidad de Alcalá de Henares.
In un secondo viaggio di Dieste in Spagna lavorarono al progetto del Camino de los Estudiantes sempre nel Campus Universitario. L’incarico consisteva nel realizzare un percorso coperto che collega il campus con la stazione ferroviaria. Il progetto prevede 52 volte autoportanti di 25 metri a doppio sbalzo su due pilastri centrali e 3 rotatorie troncoconiche di 25 metri di base. Una parte (6 elementi) sarà realizzata in due fasi da Carlos Clemente e Ana M. Marín Palma. Nel dicembre 2016 tutte le sei volte sono state demolite.
In questo periodo l'arcivescovato di Alcala de Henares, a seguito dell'inurbamento della periferia ad est di Madrid, lungo la strada per Barcellona, privo di segni di comunità, pensa alla costruzione di nuove parrocchie (chiese cattoliche con servizi sociali e culturali) e prende contatti con una società di costruzioni (Construcciones Ramirez). 1
A Carlos Clemente si affianca l’arch. Juan de Dios de la Hoz ed il rapporto con Dieste si fa più intenso, fino ad arrivare alla proposta del maestro di fornire progetti e consulenza per la costruzione in Spagna di opere non realizzate. Nel 1994, i due architetti, insieme ad un gruppo d’impresari spagnoli fanno un viaggio in Uruguay a visitare le opere di Dieste ed a prendere conoscenza delle modalità costruttive. Il risultato è positivo ed il gruppo rientra in Spagna deciso a realizzare qualcosa, che si concretizza con la volontà dell’arcivescovato a costruire delle nuove chiese, nell’intorno di Madrid. Dieste, fornisce i progetti di Atlantida e Durazno, che vengono studiati approfonditamente per apprendere la tecnica della costruzione in ceramica armada e sviluppare il sistema costruttivo in loco, per costruire poi le chiese Madre del Rosario a Mejorada del Campo e della Sagrada Familia a Torrejón de Ardoz. Dopo questi due modelli al vero, il gruppo inizia a studiare la chiesa non realizzata da Dieste in Malvin, elaborando il progetto per la Chiesa di San Juan de Avila a Alcala de Henares, a cui fanno seguito la chiesa della Virgen de Belén e la chiesa di Santa Cruz a Coslada. Sono state costruite tutte entro il 2000, con un costo sarà mediamente di 450 dollari al metro quadrato. Il risultato è diseguale, pur non mancando l’impegno e la perizia tecnica, le norme europee, il clima diverso e la collocazione, non hanno permesso il ripetersi della magia uruguaiana.
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Carlos Clemente San Román – architetto Universidad de Alcalá de Henares, Juan de Dios de la Hoz Martínez - architetto Lavila Arquitectos, S.L.P. professore di Restauración y Rehabilitación nella Escuela Superior de Arquitectura de la UCJC di Madrid.
Regesto delle opere La piccola volta nell’edificio Nebrija della Metropolitana Complutense, Alcalá de Henares Carlos Clemente e Juan de Dios de la Hoz. Il muro traforato e la torre scala del laboratorio di chimica nel Campus della Universidad de Alcalá de Henares Ana Mª Marín e Carlos Clemente. Il percorso al Campus Universitario, realizzato in due fasi. 1º fase: Ana Mª Marín e Carlos Clemente. 2º Fase: Carlos Clemente. Demolite nel 2016 Centro parrocchiale Madre del Rosario, Mejorada del Campo Juan de Dios de la Hoz, Carlos Clemente e José Luis Quintana Centro parrocchiale San Juan de Ávila, Alcalá de Henares Juan de Dios de la Hoz e Carlos Clemente Chiesa della Sagrada Familia, Torrejón de Ardoz Juan de Dios de la Hoz, Carlos Clemente e Ana Mª Marín Chiesa della Virgen de Belén, Alcalá de Henares Juan de Dios de la Hoz e Carlos Clemente. Chiesa di Santa Cruz, Coslada Juan de Dios de la Hoz e Carlos Clemente Grazie alla: a Prof. Arch. Ana M Marín Palma Dip. Architettura Universidad de Alcalá, Madrid
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Versione del 27 marzo 2017 Eladio Dieste Eugenio MontaĂąez â&#x20AC;&#x201C; Opere in Spagna (Edizione per il centenario della nascita) by Fausto Giovannardi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License