Fausto Giovannardi Luisa Baroni Con la collaborazione di Adriana Guisasola
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“Giorgio Baroni construisit en 1934 à Milan
la première coque en forme de paraboloide hyperbolique et en 1938 la première voûte mince “en parapluie”. Giorgio Baroni ha costruito nel 1934 a Milano, la prima copertura a forma di paraboloide iperbolico e nel 1938 la prima volta sottile “ad ombrello”. Jurgen Joedicke Les structures en voiles et coques Editions Vincent Freal & Cie. Paris -1962
Premessa Ho intravisto la storia di Giorgio Baroni, accennata su qualche libro d’ingegneria. Ma non era completa ed a me le storie incomplete non piacciono. Ho cercato Giorgio per anni, raccogliendo tracce, documenti, ma rimaneva sempre una storia incompleta. Poi, finalmente ho incontrato Luisa, che cercava anche lei di ritrovare suo padre. Abbiamo fatto un lungo percorso insieme ed il racconto della vita di Giorgio ha trovato la sua strada e la storia dell’ingegneria italiana ha ritrovato uno dei suoi protagonisti. Fausto Giovannardi
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I Baroni I Baroni, di cui parliamo in questo racconto, hanno origini veneziane. La famiglia di mio padre, dal lato Baroni, viene da Venezia ed era una antica e rispettabile famiglia, anche se il nome Baroni significava “brigante”. Zia Luisa diceva che era menzionata nel libro d’oro dei Dogi. Luisa Baroni
Nel XVIII secolo un Baroni, artista-scienziato con interessi a Murano dove sviluppa colori per i vetri ed una bella moglie, abitano in una villa con un enorme parco alla Giudecca. L’artista girava molto e non si faceva mancare gli amori, ma ogni Natale tornava a casa, per poi ripartire lasciando la moglie incinta. Ebbero non meno di 22 figli, tra i quali Luigi che si trasferì a Milano dove sposò Vittoria Rossi ed ebbero tre figli: Mario, Ezio e Corina.
Mario Baroni (1853 – 1948) 1948) Laurea in Ingegneria civile 1893 Assistente di Giuseppe Colombo e Professore di Costruzioni industriali al Politecnico di Milano dal 1915. Docente di Analisi, Teoria dei motori idraulici, Tecnica delle costruzioni, Meccanica industriale. Ingegnere alla Franco Tosi di Legnano. Progettista nel campo del cemento armato ed autore di numerose pubblicazioni: Manuale dell'ingegnere civile e industriale Colombo, Giuseppe (1836-1921) con la collaborazione dei Proff. ing. C. I. Azimonti, M. Baroni, G. Belluzzo e G. Semenza Milano: U. Hoepli, 1920 (Firenze, Tip. L'arte Della Stampa)
Ossature di cupole in cemento armato R. Scuola d'Ingegneria R. Politecnico Milano, Mario Baroni Editore Hoepli, 1932
Lezioni di tecnica delle costruzioni, Mario Baroni Milano: Libreria editrice politecnica, 1933 Le ossature degli edifici: telai piani multipli. Lezioni alla S. C. C.A. Mario Baroni. U. Hoepli, 1937
Il cemento armato: Vol. II. Le applicazioni alle costruzioni civili ed industriali. Santarella, Luigi, prefazione di Mario Baroni Milano: U. Hoepli, 1946
A cavallo del novecento Mario Baroni, con l’ingegnere Emilio Lüling1 di Milano definiscono e brevettano uno dei primi sistemi di costruzione in calcestruzzo armato: il sistema BaroniBaroni-Lüling, Lüling che sarà molto diffuso al pari del sistema di Hennebique della Soc. Porcheddu ing. G.A. (altri sistemi: Bianchi, Odorico, Gabellini). Brevetto N. 59.778 del 3 settembre 1901, prorogato poi con N.83.429 del 12/10/1906 - Baroni Mario e Lüling Emilio di Milano. 1
Emilio Lüling (1867 Torre Pellice-1943 Firenze)
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Sagome in ferro razionali calcolate per armare con uniforme resistenza la travatura in calcestruzzo. Il brevetto viene anche depositato negli Stati uniti d’America. United States Patent Office. Emilio Lüling and Mario Baroni, of Milan, Italy. Patented Sept. 13, 1921. 1390,364 Beam girder, or the like. Il sistema Baroni-Lüling prevedeva l’impiego di tralicci metallici semirigidi, annegati nel calcestruzzo, costituiti da briglie e diagonali formate con quadri tenuti in posizione da bulloni, e tondini formanti montanti e diagonali. L’impiego nelle costruzioni del cemento armato è in pieno sviluppo ed avrà una prima regolamentazione normativa con un Decreto del 10 gennaio del 1907: Norme e condizioni per le prove e l’accettazione degli agglomerati idraulici e prescrizioni normali per l’esecuzione delle opere in cemento armato. Moltissimi sono i lavori eseguiti dall’impresa dell’ing. H. Bollinger di Milano, a cui Baroni e Lüling hanno concesso la gestione del brevetto. Tra i tanti è da ricordare lo stabilimento Supertessile per la Società Viscosa, per la produzione delle fibre tessili artificiali, a Rieti eseguito tra il 1920 e 1920, su progetto generale dell’ing. Arturo Hoerner di Roma.
“La ricchezza delle soluzioni costruttive per le strutture in cemento armato è dovuto poi al ruolo dell’impresa Ing. H. Boellinger di Milano, chiamata a realizzarle, e dell’ingegnere Mario Baroni che le progetta. Abbiamo coperture a shed con capriate triangolari singole o multiple, coperture a shed irregolare con capriata mista ad arco e triangolo e coperture con capriate ad arco. Tutte realizzate secondo l’originale soluzione del brevetto Baroni Lüling, e caratterizzate dall’adozione di una armatura reticolare semirigida. Vi sono numerose similitudini con opere di poco precedenti o successive realizzate dalla stessa ditta Boellinger, ma alcuni elementi, come le reticolari multiple su arco ribassato, compaiono solo a Rieti.” E. Currà , L. Diana, E. Habib Aree industriali dismesse e città storica: Rieti, laboratorio di sinergie sostenibili In Bo - Ricerche e progetti per il territorio, la città e l’architettura, n. 5 Dic. 2012
Nonno Mario dicono sia stato un uomo molto simpatico e meraviglioso, mia madre ha detto sempre così. Quando era vecchio, gli è successo un tragico evento - si era recato in visita con una ventina di giovani studenti universitari ad un cantiere di un edificio in corso di riparazione, una volta saliti sulle impalcature queste si ruppero e tutti caddero - alcuni sono morti e altri si ferirono gravemente. Non era colpa sua, ma lui ha insistito per pagare ogni famiglia per le spese ospedaliere e dei costi d'invalidità, e questo gli rovinò la vita e lo ha impoverito. Morì a 94 anni poco dopo la mia nascita. Disegnava molto bene e ci sono suoi lavori nel Museo di Leonardo da Vinci in via San Vittore a Milano. LB
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Gli anni della formazione Giorgio Baroni nasce a Milano il 16 aprile 1907. Il suo secondo nome è Alvise, Luigi in Veneziano. Figlio di Mario e Matilde Allasia (1876-1965). La madre di famiglia di origine Corsa e Torinese nata a Torino, ed il padre, un affermato ingegnere libero professionista e professore della Scuola di Ingegneria di Milano nel gruppo formatosi attorno al senatore prof. Ing. Giuseppe Colombo. Vivevano in Via Togni 28, nella zona di Sant’Ambrogio. Hanno avuto quattro figli2, tutti nati a Milano: Luisa (1901-1996), Alberto (1904-1997), Giorgio (1907-1968), e Gianmario (19101952). Con il tempo in famiglia Alberto sarà il bello, Gianmario il simpatico e Giorgio l’originale. Luisa farà studi artistici e sarà pittrice dilettante. Alberto e Giorgio ingegneri, mentre Gianmario non si laurerà. Prima della nascita dei figli i coniugi Baroni avevano comprato una grande villa a Osmate3, nei pressi di Cadrezzate (Sesto Calende – Varese), con un enorme parco affacciato sul lago di Monate. La villa di Osmate è stata la residenza estiva della famiglia e tutti i figli vi hanno passato le estati della loro giovinezza e non solo. Il villaggio era molto piccolo, quando ho vissuto lì, c'erano meno di 300 persone che vi abitavano. La casa, una volta era stato un chiostro del 18° secolo e aveva una piccola chiesa collegato ad esso… La casa era enorme, ed aveva oltre 1000 ettari di terreno. Per quanto si poteva vedere la terra era la nostra. C'erano più di due chilometri di riva al confine con il lago. C'era una torre su un lato, che era stata aggiunta alla casa ad un certo punto. Da li si poteva vedere il Lago Maggiore ed il monte Rosa, oltre a tutte le altre montagne sul confine svizzero. LB
D’inverno il lago si ghiacciava ed è qui che Giorgio e Gianmario hanno imparato a pattinare sul ghiaccio.
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Luisa Vittoria Albertina (28.11.1901 – 19.06.1996) sposata con Augusto Tito Maria Livio, senza figli, Alberto Giuseppe Marco (25.04.1904 28.07.1997) sposato con Marazza Luigi Carla Maria (14.03.1907) il 20.04.1929, emigrato a Roma il 5.10.1944. Una figlia: Matilde (26.05.1930) che ora vive in Canada. Giovanni Mario Andrea (21.01.1910 – 07.02,1952) sposato con Bernardoni Piera (27.06.1914) il 23.02.1939, emigrato con la famiglia a Johannesburg il 29.03.1949. Morto a Pretoria in un incidente d’auto. Due figli: Alberto Giorgio (20.06.1941), Augusto (30.04.1945). 3 La villa, originariamente residenza signorile della famiglia Besozzi, ora si chiama Villa Baroni ed è sede comunale.
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Mio padre sembra sia stato un bambino insaziabile, si è fatto strada attraverso tre balie. Era anche un bambino difficile - questa è la storia. E 'stato il terzo figlio, e come tutti i terzi figli in famiglia aveva i capelli rossi, come Gianmario e i cugini. I capelli di papà erano rosso chiaro, carota. Il suo secondo nome, Alvise, significa Luigi in veneziano. Era troppo intelligente per la sua classe e ha creato una grande quantità di problemi a scuola - come mettere il codino della ragazza, che sedeva di fronte a lui, nel calamaio ... ma anche cose probabilmente peggiori. Non poteva essere espulso, però, perché i suoi voti erano troppo buoni. Ha continuato a studiare all’Università, ha ottenuto un dottorato, ed è diventato un ingegnere come suo padre. LB
A scuola Giorgio va bene, anche se è un bambino “troppo” vivace. Pratica molti sport, principalmente il nuoto ed il pattinaggio. Si allena in bicicletta andando avanti ed indietro dal Gottardo. Nel 1925 consegue la maturità al Liceo Classico G. Parini di Milano.
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Mio padre è stato campione italiano nel pattinaggio di velocità ed ha mantenuto il titolo per sei anni, tra il 1928 ed il 1935. Durante questo periodo, ha fatto parte della squadra olimpica italiana, come pure Gianmario nella squadra di hockey. Entrambi hanno preso parte alle Olimpiadi di St. Moritz nel 1928, e poi è andato a Los Angeles nel 1929, per delle gare estive, come un nuotatore di velocità. Erano dilettanti e lui aveva 21,22 anni. Sulla via del ritorno, a New York, ha visto un uomo saltare da un grattacielo in Park Avenue - era la Grande Depressione e ne rimase sconvolto. LB
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La squadra olimpica con Mussolini. Giorgio è il quarto da sinistra, in piedi e Gianmario il terzo.
Osmate: Giorgio e Gianmario, Luisa con Luisetta e Matilde (Tidi), moglie e figlia di Alberto.
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Non disdegna le amicizie femminili, come si vede in queste due foto sempre del 1928 (archivio Matilde Baroni.)
Si iscrive al Politecnico di Milano, dove si laurea il 8/11/1930 in Ingegneria industriale (sez. Meccanica). Nel 1932 frequenta la scuola di specializzazione per il Cemento Armato e le strutture speciali presso il Politecnico. Entra a lavorare nello studio del padre a Milano, dimostrando da subito un’attitudine particolare e doti non comuni.
Matilde,Giorgio,Alberto,Luisa,Gianmario,Mario Baroni
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Le prime significative attività da ingegnere e le coperture sottili Progetta le strutture in cemento armato della Casa del Dirigente dell’Opera Nazionale Balilla4, in via Mascagni 6 a Milano, su progetto dell’arch. Mario Cereghini (1903-1906), opere eseguite tra l’ottobre 1934 e il febbraio 1936 dall’impresa Aldo Panzeri; collaudo dell’ing. Alberto Cugini, progettista del primo stadio a S.Siro. “La struttura, il cui studio è dovuto
all’ing. Giorgio Baroni, è in cemento con fondazioni a travi rovesce, date le particolari condizioni del terreno.” Saverio Muratori. Casa del dirigente dell’O.N.B. a Milano. Architettura 1936 - XV dicembre fascicolo XII Intanto comincia a frequentare Roma, dove apre uno studio in via Margutta 33 con annesso pied-à-terre, facendo la spola tra Milano e Roma5.
A introdurre Giorgio in via Margutta è stato probabilmente un suo parente che vi abitava facendo il pittore. Costretto a fuggire in Argentina, perché scoperto a dipingere falsi di Giovanni Boldini, fece poi ritorno in via Margutta ridotto in miseria e Giorgio gli dovette pagare anche il funerale. 4 5
Edificio che esiste ancora Anagraficamente emigra a Roma da Milano il 28/11/1946.
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A Roma progetta le strutture della Casa delle Armi, realizzata dall’architetto Luigi Moretti6 tra il 1933 e il 1936 al Foro Mussolini (poi Foro Italico), uno degli edifici centrali nella storia dell’architettura italiana. L’edificio costituisce l’ingresso meridionale del Foro ed è impostato su una raffinata costruzione geometrica di quadrati e rettangoli aurei e consiste in due semplici volumi ortogonali tra loro collegati da un sistema di pensiline, la Casa delle Armi con i relativi spogliatoi e la Biblioteca e Museo delle Armi con i relativi servizi. L’esterno è completamente è rivestito in marmo statuario venato di Carrara, secondo un disegno delle lastre di 3-5 cm di spessore, sviluppato in maniera molto accurata da Moretti, il quale voleva dare l’impressione che l’edificio fosse stato ottenuto da un unico blocco di marmo. Era destinata alle esercitazioni dei 300 allievi del corso biennale dell’Accademia della Scherma. Un edificio dai forti richiami classici con una straordinaria struttura in cemento armato, opera di Giorgio Baroni7. Notevole la grande sala della scherma coperta da una volta “
che invece di essere classicamente a botte, è stata sdoppiata in due elementi, mettendo nel punto più cruciale della costruzione, che è la chiave della volta, una vetrata e tale ardita costruzione è resa possibile solo dal cemento armato, perché così la volta diventa due enormi pensiline di calcestruzzo.”8 La Sala d'Armi è un'ampia palestra (di 25 metri per 45) con galleria, concepita per consentire l'allenamento di ben 160 schermidori in simultanea, con ampie finestrature che assicurano un'illuminazione a luce diffusa che dilata ulteriormente lo spazio.
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Luigi Walter Moretti (Roma 1907-1973) Laureato con lode nel 1929 viene scelto da Renato Ricci, figlio di un capocava di Carrara e presidente dell’Opera nazionale Balilla (ONB) per guidare l’ufficio tecnico dell’ente fin dal 1933. 7
Fonte : Biografie a cura di Gianluca Capurso e Patrizia Fermetti in: Iori Tullia, Poretti Sergio a cura di Ingegneria Italiana Rassegna di Architettura e Urbanistica n. 121-122 gen-ago.2007 8
Conferenza di Rinaldo Capomolla, Roma Aula magna Liceo Artistico Enzo Rossi, 11 febbraio 2015 Atti del Convegno: Ricerche sul Tiburtino III, a cura di De Angelis Daniela, Gangemi Editore SpA Roma
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L’edificio fu inaugurato il 5 aprile del 1936, da Mussolini. Nel 1937 vi si svolse la "Mostra dell'edilizia sportiva per la gioventù".
Foto della trave reticolare di sostegno della copertura a volta della sala d’arme. (Fonte ACS)
Foto di Luca Ceraboni feb.2015
Il degrado dell’edificio ha avuto inizio negli anni Cinquanta, quando cominciò a essere utilizzato per cerimonie, ricevimenti, esposizioni e infine per competizioni di pallacanestro, per poi diventare nel 1976 aula bunker per i processi ai terroristi, poi magazzino e archivio giudiziario. Nel 2013, il complesso è tornato nella disponibilità del CONI che pare intenzionato a ridare nuova vita a una delle più celebri architetture del Novecento.
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Le coperture sottili con paraboloidi iperbolici iperbolici Il periodo autarchico indirizza la progettazione verso lo studio di soluzioni con il massimo risparmio di ferro. La ricerca e la sperimentazione si indirizzarono su due strade, quella delle strutture sottili e quelle del calcestruzzo armato precompresso. Giorgio lavora sulle strutture sottili e in particolare sulle volte a doppia curvatura con superfici di parabolide iperbolico, realizzando, secondo quanto riportato da Jurgen Joedicke nel suo celebre libro sulle nuove architetture (Les structures en voiles et coques), la prima copertura di questo tipo nel 1934.9 per un edificio della Fonderia Vanzetti di Milano, in cui sappiamo opera l’arch. Franco Albini (19051977)10.
Copertura del Teatro Dopolavoro, fonderia milanese acciaio Vanzetti, Milano. 9
La data è incerta altri fonti parlano del 1937. Probabilmente perchÊ la progettazione inizia nel 1934 e la costruzione nel 1937.
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Che ne aveva giĂ progettato lo stand per la Fiera di Milano - Esposizione internazionale di fonderia 1931
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Risiede in via de Togni 28 a Milano, quando deposita i Brevetti per una nuova
copertura sottile. Brevetto N° 346.696, G. Baroni, Milano, “Copertura in cemento armato e relativo procedimento di fabbricazione”, 23 novembre 1936. Seguito l’8 febbraio 1939 da un completivo N° 371.165 che rivendica i diritti su un sistema di illuminazione dall’alto delle volte stesse. Il Brevetto è depositato anche in Gran Bretagna e Francia: Patent Specification N. 505,787 Nov. 23, 1937, No. 32194. Accettato il 15 maggio 1939 “Improvements in and relating to reinforced concrete roofs and the like and to a process of manufacture of same. “ (Miglioramenti ai tetti in cemento armato e simili e al loro processo di fabbricazione). Brevet d’invention Gr.6 Cl.3 N. 829.708 del 19 apr. 1938, Couverture én Béton Armé et son procedé d’obtention. Domanda del 22 Nov. 1937
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Nella relazione al brevetto riassume le ragioni che lo hanno portato a studiare questo sistema ed i vantaggi che presenta:
“Le volte cilindriche ed in genere tutte le superfici di sviluppo presentano il grave inconveniente di inflettersi, e poi sfiancarsi, allorché le forze esterne unitamente alle pressioni interne, costituiscono un sistema di equilibrio instabile. Ciò avviene per esempio nel caso di volte cilindriche sottoposte a carichi normali con direzione dall’alto in basso: le compressioni che si trasmettono nella volta possono assumere valori assai grandi, tendendo teoricamente all’infinito allorché la volta si deforma. Nelle volte a doppia curvatura, nel caso di forze esterne aventi direzione dall’alto in basso: l’inconveniente dello sfiancamento praticamente non esiste, per la grande rigidità che esse oppongono alle deformazioni: qualunque sia essa la natura delle forze applicate, sempre si può trovare una forma di equilibrio stabile. Se però noi pensiamo a capovolgere tali forze (come praticamente avviene per depressioni o per azioni dirette provocate dal vento) vediamo che né le volte a curvatura semplice (volte a botte, circolari o paraboliche), né le volte a doppia curvatura manoversa (cupole) attualmente in uso, sono atte a resistere sotto l’azione delle forze, il cui valore superi quello dei carichi permanenti o comunque gravanti in quell’istante, esse si richiuderebbero su se stesse come fogli di carta: di qui l’impossibilità di raggiungere i valori che si ottengono dal calcolo e cioè spessori economici. Inoltre le volte a doppia curvatura del tipo di rivoluzione, non sono per se stesse atte a ricoprire aree rettangolari. Ora è invece possibile coprire un’area di forma qualsivoglia assegnata a priori, (e quindi a maggior ragione un’area rettangolare) con una volta a doppia curvatura, senza che questa determini ai bordi altre reazioni che degli sforzi assiali: in altre parole, si può sempre trovare una superficie che sotto definiti carichi non dia origine a spinte ai bordi. 15
D’altra parte perché una volta sia economica, è interessante che, sotto l’applicazione dei carichi, gli sforzi siano ovunque gli stessi, cioè che la volta rappresenti “una superficie di uniforme resistenza”. È importante ancora che tale volta sia a doppia curvatura inversa, affinché possa vantaggiosamente resistere ad azioni dirette sia dall’alto verso il basso, che dal basso verso l’alto. Queste proprietà si realizzano tutte e si riuniscono tutte nel paraboloide iperbolico sottoposto a carichi verticali uniformemente distribuiti: in tal caso le tensioni principali costanti si dirigono secondo le due direzioni delle parabole di maggior curvatura, cioè secondo le bisettrici delle generatrici. Volendo semplicemente enunciare le qualità di tale superficie, esse si possono riassumere nelle tre seguenti: 1) Il paraboloide iperbolico è una superficie di uniforme resistenza per ogni sistema di carichi uniformemente ripartiti e paralleli alla direzione del suo asse. 2) Sempre ed in ogni punto dei bordi del paraboloide iperbolico si possono trovare due direzioni secondo le quali è possibile equilibrare nella volta stessa, a mezzo di tensioni semplici o di compressioni semplici, le reazioni dei bordi. 3) In ciascun paraboloide di uniforme resistenza, lungo un qualsiasi bordo rettilineo sono nulle le reazioni ad esso normali: cioè è nulla la spinta nel vuoto.” Il sistema costruttivo brevettato da Baroni, permette di realizzare strutture sottili in calcestruzzo armato impiegando elementi in forma di paraboloide iperbolico o di conoide che presentano caratteristiche di resistenza eccezionali e di facile esecuzione. Il sistema prevede la realizzazione, con i metodi tradizionali, delle travi o delle crociere che formano le linee direttrici della superficie rigata da realizzare, occorre poi realizzare dei fori nelle casseforme impiegate per le travi, dove si infilano dei fili d’acciaio nei due sensi delle generatrici rette e li si tendono dai bordi, attraverso appositi tenditori. Si ottiene pertanto un reticolo di fili d’acciaio che costituisce la complessa geometria della volta, tendendo e vincolando i fili alle casseforme stesse, con lo scopo di limitarne la deformazione della volta durante la costruzione e prima della presa del cemento. Su questo reticolo di base viene poi posata l’armatura necessaria, disposta secondo le isostatiche, ed uno o più strati di rete metallica a maglia fittissima su cui si esegue il getto del calcestruzzo realizzando un piccolo strato di cemento di soli tre centimetri senza impiegare casseri, con un rinzaffo da sotto e da sopra. È lo stesso Baroni a riassumere, nella relazione11 di accompagnamento al Brevetto, le possibilità di utilizzo e le caratteristiche di resistenza del sistema:
“…le in sostanza infinite possibilità risolutive che nascono dall’applicazione di settori di paraboloide iperbolico nelle volte di copertura e nelle cupole in genere… Vastissime aree vengono coperte con leggerissime cupole in cemento armato o vetrocemento, a pianta rettangolare con soli quattro pilastri a sostegno, disposti agli angoli o sulla mezzeria dei lati, oppure con tettoie a forma di fungo o di ombrello, portate da un unico pilastro centrale! La novità dell’applicazione e dei calcoli relativi, la sua mai raggiunta leggerezza (le volte hanno uno spessore uniforme di tre centimetri!), la grande importanza che 11
Relazione sulle cupole sistema brevettato ing. G. Baroni”, A. C. S., Fondo E42, busta 326.
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veniva ad assumere il verificarne il comportamento al vero ed il confrontarne i risultati con i risultati del calcolo teorico, hanno fatto si che su una volta costruita a Milano, di dimensioni assai vicine ai m. 20 x 30, all’atto del collaudo si commettesse al collaudatore, scelto nell’autorevole persona del prof. Luigi Stabilini, titolare della cattedra di ponti e Grandi strutture Speciali al Politecnico di Milano e Direttore di quel laboratorio di Prove, l’incarico di eseguire tutta una serie di prove sperimentali, esulanti dalle prove di collaudo vere e proprie. Tali prove durate 49 giorni. Registrate da ben 33 istrumenti di altissima precisione, hanno contemplato 12 casi di distribuzione del carico (di cui due dissimmetrici), 6 casi di carichi concentrati (di cui uno con sollecitazioni dinamiche), il comportamento elastico della copertura nei riguardi delle variazioni termiche (registrate per 12 giorni consecutivi), e misurazioni complementari, per mezzo di tensimetri, delle tensioni interne. Il magnifico risultato di tali prove con carichi non previsti dal calcolo, il fatto che una cupola calcolata per 80 Kg/mq di sovraccarico uniformemente distribuito sia stata lasciata per sette giorni sotto il carico di 110 Kg/mq, ed immediatamente dopo lo scarico sottoposta alle prove di carico dissimmetrico, a quello di carichi concentrati (arrivati sino ad 1 Ton. in chiave!) avevano permesso di dire al Collaudatore nella Relazione delle prove di carico che “da quanto precede risulta che la struttura ha avuto un comportamento ottimo sia sotto il carico uniforme di 110 Kg/mq (maggiore di quello di calcolo), che anche sotto i carichi concentrati e sotto condizioni di carico dissimmetriche che non erano affatto previste nel progetto, dimostrandosi perfettamente elastica in tutte le prove ed in ogni tempo sensibile alle variazioni di temperatura con movimenti qualitativamente previsti”. Il suo brevetto prevede una copertura in cui le falde sono superfici rigate. Con questa tecnica e dopo averne ceduti i diritti alla romana Soc. An. Ing. C. Bonomi e G. Federici con contratto dell’8 gennaio 1937, realizza a Milano il Teatro del Dopolavoro della Fonderia Acciaio Vanzetti, con una copertura a vela in cemento armato di 3 cm di spessore su quattro pilastri d’angolo e poco dopo un magazzino per l’Alfa Romeo, nel quale viene ripetuta in serie la copertura testata per il dopolavoro dell’acciaieria. Studia inoltre una soluzione per una grande aviorimessa con una luce libera di oltre 38 metri.
Magazzino per l’Alfa Romeo, Milano
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Progetto di una grande aviorimessa con una luce libera di 38 metri progettata con il sistema costruttivo brevettato da Baroni, 1937. Ditta Ingg. Bonomi e Federici Roma.
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Rosemary Rosemary Rolwing (St.Louis 14.02.1913 – Roma 6.07.2000), figlia di George Edward Rolwing (1874-1931) e Morton Suzanne Kimmel, (1886-1978). Rosemary è cresciuta a St. Louis, Missouri USA, ed ha avuto un’infanzia felice, ultima di tre fratelli. Avevano un sacco di spazio per giocare e il parco era proprio dall'altra parte della strada. A undici anni è stata mandata in collegio prima a Friburgo e poi a Losanna. Aveva molta nostalgia di casa. Odiava la scuola, perché erano molto severi. Il padre era un ricchissimo proprietario terriero e banchiere. I genitori divorziano nel 1925 e il padre muore quando lei ha 18 anni, avendo perso quasi tutto nella grande depressione del 1929. La mamma si risposa con Emil Strauss, un ricco ebreo e dopo due anni divorzia con un buon appannaggio. I due figli più grandi sono già sposati e lei si trasferisce a New York con Rosemary. Insieme fanno un lungo viaggio alle Bermude. Al rientro Emil, pentitosi del divorzio le chiede di risposarlo e per pensarci con calma, le offre un viaggio di sei mesi intorno al mondo. Lei accetta a condizione di portare con loro Rosemary. Partono l’11 gennaio 1934 sulla “President Johnson” e rientreranno a New York il 2 luglio dello stesso anno, da Marsiglia, dove erano arrivati attraverso il canale di Suez, passando per Capri, Genova e San Remo. Il matrimonio dei due divorziati non ebbe luogo e madre e figlia hanno continuato a vivere a New York.
A inizio del 1936 le due donne partono per un nuovo viaggio di sei mesi nel mediterraneo, sul S.S. Vulcania: nord Africa (Algeria e Marocco), Spagna (Andalusia, Madrid, Toledo e Barcellona) e infine Capri ... dove vi sono rimaste per un paio di mesi, e l’isola gli è piaciuta così tanto che hanno deciso di trasferirvisi in modo permanente. Il 15 ottobre 1936 sono tornate a New York per raccogliere tutti i mobili e gli oggetti, e si sono trasferite a Capri nel mese di marzo del 1937.
E’ a Capri che Giorgio incontra Rosemary ed i due s’innamorano. 19
Mamma ha sempre parlato di "Chantecler", un suo amico di Capri - Pietro Capuano, così soprannominato per le sue famose feste che duravano fino all'alba. Successivamente ha aperto la conosciutissima boutique di gioielli di Capri, dal nome Chantecler, dopo di lui. Dopo un po’ di tempo che mia madre e mia nonna vivevano a Capri, mio padre è venuto per una vacanza, ha incontrato mia madre e s'innamorarono. (Il barista ha avvertito la mamma di non sposarlo, perché era un bevitore ... ma lei non ci ha creduto ... o non ha voluto ...) Dopo un certo tempo, sono andati a Venezia e si sono fidanzati all'Harry's Bar. LB
Si sposano a Roma, il 28/2/1938 Papà viveva allora a Roma, aveva uno studio in Via Margutta, 33, dove abitava e lavorava. Era lo studio di un artista, perfetto per il suo lavoro di ingegneria ed architettura. Si sono sposati a Roma, a San Clemente, nella cappella di Santa Caterina, il 28 febbraio 1938, mamma in un tailleur blu scuro, perché papà non ha voluto che indossasse un abito da sposa. Non gli piaceva niente di sentimentale o appariscente ... quindi fecero un matrimonio molto semplice con solo i famigliari e pochi amici, e poi sono andati alla Casina Valadier per il pranzo. Per il loro viaggio di nozze sono andati a San Remo, dove si sono ammalati entrambi e sono rimasti a letto la maggior parte del tempo. LB
Inizialmente abitano nello studio di via Margutta. La madre di Rosemary va ad abitare vicino a loro, nella stessa via, al n.7 .
Si trasferiscono poi sull’Appia Antica, in un'antica casa costruita su delle catacombe, più o meno all’incrocio con la strada proveniente dalla Tomba di Cecilia Metella, in aperta campagna. Tanto terreno intorno dove potevano tenere polli e coltivare ortaggi. 20
L’appartamento di via Margutta rimane come ufficio di Giorgio.
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Mi fece sobbalzare il cuore quando l'ho vista 1939 fino al 1944 Erano anni meravigliosi ed io ero cosĂŹ felice (Rosemary)
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A quel tempo mio padre lavorava ancora con suo padre a Milano, e faceva la spola avanti e indietro con la sua Topolino. Una volta, era di fretta, e voleva arrivare a Milano per la cena, e ha cercato di sorpassare un camion facendo un incidente frontale, ed è finito in ospedale per un mese. Mamma ha colpito con la testa lo specchietto retrovisore che non aveva telaio, e ha avuto un taglio profondo sulla fronte a destra. Le è rimasta una cicatrice lì per il resto della sua vita, (e anni dopo, sorprendentemente, ha trovato un pezzo di vetro sul cuscino). Quando si svegliò in ospedale, l'infermiera gli portò uno specchio per guardarsi - avevano dovuto radergli i capelli da un lato, e scoppiò in lacrime ... e l'infermiera gli disse: "Ma perché piangi? Tu hai già un marito! " LB
I primi anni di matrimonio hanno vissuto una vita felice e spensierata a Roma. La mamma ha detto che era estremamente felice in quei primi anni. Era tutto molto diverso allora, con pochissimi turisti in confronto ad oggi, e poco traffico. Assolutamente bella! Avevano un sacco di amici, ed erano sempre fuori, e facevano parte di quello che oggi, sarebbe chiamato "jet-set". Una volta mentre stavano cenando in una piazza, mamma vide Cary Grant, che era già una famosa stella del cinema, seduto sul lato opposto della piazza. Lei lo aveva conosciuto a St. Louis, quando aveva 16 anni o giù di lì e lui era ancora Archibald Leach, e facevano parte dello stesso gruppo di amici. Beh, lui si alzò e si avvicinò e disse: "Rosemary, vuoi ballare? "Una grande, grande emozione !!! LB
Entrambi i miei genitori erano non convenzionali nei loro stili di vita - Mia madre e la nonna, nel modo in cui hanno vissuto, viaggiando avanti e indietro, vivendo sulle isole lontano dalla cosiddetta civiltà, e poi in mezzo alla vita a Parigi e New York - e mio padre, che anche se proveniva da una famiglia molto "normale", è andato a vivere a Roma, quando lavorava a Milano, con uno studio da artista, e quindi vivendo una vita da bohemien. LB
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Gli iperboloidi di Tresigallo Alla fine degli anni Trenta, mentre la politica autarchica del regime rende sempre più difficile l’approvvigionamento dei materiali dell’edilizia e blocca progressivamente i cantieri, fervono a Roma i preparativi per la grande Esposizione Universale prevista per il 1942. Nel settembre del 1938, Giorgio riesce a farsi ricevere da Cesare Palazzo, capo dei servizi tecnici dell’Ente Esposizione Universale per illustrargli il suo sistema e le sue realizzazioni, chiedendo che ne sia tenuto conto per le costruzioni nell’area espositiva, anche per gli evidenti vantaggi economici e costruttivi soprattutto in un periodo di autarchia. La proposta non viene tenuta in nessuna considerazione dai burocrati romani, ma lui non si arrende ed alla fine del ‘40 scrive direttamente a Cini, presidente dell’Ente, illustrandogli la sua ultima costruzione, un magazzino per l’ammasso di bacchette di canapa realizzato a Tresigallo (Ferrara), notevole esempio di cittadina di “ri-fondazione” fascista, secondo i dettami dell’urbanistica razionalista e dotato di una zona industriale dedicata alla lavorazione dei prodotti agricoli. Il magazzino, delle dimensioni di 30x60m è formato da una successione di 6 file di 3 “ombrelli” di cemento armato quadrati di lato 10m e dello spessore di 3 centimetri, formati da 4 settori di paraboloide iperbolico ed accostati l’uno all’altro, alti 12 metri dal suolo, sorretti da un pilastro centrale di 40 centimetri di lato, con un capitello tronco piramidale di raccordo alla volta. La costruzione è stata fatta con l’utilizzo di casseforme lignee, semplici da realizzare e spostare, trattandosi di superfici rigate. Il ferro impiegato per ogni ombrello è stato di appena 650 kg, con un’incidenza di 3,5 kg/mq per la copertura . Gli ombrelli di Tresigallo sono gli antesignani dei più celebri e rovesciati “Paraguas” di Fèlix Candela. L’edificio è ancora oggi in buono stato di conservazione ed ancora usato come magazzino, purtroppo è stato tamponato alcuni anni orsono con una muratura perimetrale a tutta altezza, che ne impedisce la vista e di apprezzare la straordinaria originalità strutturale. Tresigallo - Veduta durante la costruzione.
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Tresigallo oggi nelle foto di Adriana Guisasola
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Un altro magazzino, costruito vicino a quello per l’ammasso della canapa, pure notevole ed originale per la copertura a shed con volte troncoconiche è da alcuni attribuito a Giorgio Baroni.
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L’origine delle coperture sottili a forma di paraboloide iperbolico La ricerca e sperimentazione sulle superfici sottili a doppia curvatura inversa o anticlastiche, la cui origine possiamo intravedere nella copertura conoidale della scuola della Sagrada Familia che Antoni Gaudì aveva realizzato nel 1909, trova in Francia, soprattutto ad opera di Bernard Laffaille (1900-1955), giovane e brillante ingegnere, una sistematicizzazione. Laffaille, appena laureato lavora presso un’impresa di costruzioni di coperture e carpenterie in calcestruzzo, poi nel 1932 inizia la libera professione come consulente di alcune importanti imprese di costruzioni e sviluppa le ricerche sulle proprietà costruttive delle “surfaces gauches” in gusci di cemento armato. Con l’aiuto di Léon Beschkine, ingegnere aereonautico, Lusi Bréguet e Florin Vasilesco matematici, Fernand Aimond (1902-1984) e Léger Issenmann-Pilarsky, definisce la teoria9 ed il metodo di calcolo e costruisce il primo esempio di una struttura a forma di paraboloide iperbolico in cemento armato a Dreux nel 1934, e ne registra il brevetto, per poi abbandonarne di fatto gli sviluppi, indirizzandosi verso altri settori10. Giorgio Baroni conosce le esperienze francesi e le mette in pratica per primo, almeno secondo quanto affermato da Jurgen Joedicke11 :
“Giorgio Baroni construisit en 1934 à Milan la première coque en forme de paraboloide hyperbolique et en 1938 la première voûte mince “en parapluie”.
Bernarde Laffaille – il paraboloide iperbolico di Dreux
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I testi elaborati al riguardo sono: Aimond, Fernand. 1933. Les voiles minces en forme de paraboloïde hyperbolique. Le Génie Civil (Paris) 102: 179-181. Lafaille, Bernard. 1934. Les voiles minces en forme de paraboloïde hyperbolique. Le Génie Civil (Paris) 104: 409-410. Lafaille, B. 1935. Mémoire sur l’étude générale de surfaces gauches minces. Mémoires de l’Association Internationale des Ponts et Charpentes (Zürich) 3: 293-332. Issenmann Pilarski L., Calcul des voiles minces en béton armé, Dunod, Paris, 1935 Aimond, F. 1936. Etude statique des voiles minces en paraboloïde hyperbolique travaillant sans flexion. Mémoires de l’Association Internationale des Ponts et Charpentes (Zürich) 4: 1-112. 10 Per maggiori informazioni: “Bernarde Laffaille e l’ingegneria strutturale high-tech” Fausto Giovannardi e Rahel Hartmann Schweitzer su www.giovannardierontini.it 11
Jurgen Joedicke Les structures en voiles et coques Paris : Editions Vincent Fréal & Cie. 1962, stampa 1963.
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Gli anni della guerra Collabora nella progettazione dell’Hotel Bernini Bristol12 in Piazza Barberini a Roma, in particolare risolve alcuni problemi sulla portata delle strutture di fondazione. Per un monumento fascista viene interpellato per garantire l’equilibrio di una sfera sopra una colonna. Il regime ringrazia, ma non paga. In compenso Mussolini lo nomina “cavaliere”. Esegue un lavoro per clienti Afghani, che non lo pagano. Riesce ad avere in cambio un cane Afghano, Raffie che ben presto diventa il terrore di tutti i pollai della via Appia Antica. Ma purtroppo la guerra è alle porte e Giorgio viene richiamato alle armi. È in aereonautica, ma lavora come ingegnere a terra. Difficile è trovare i soldi per mantenere la famiglia. La Guerra ha inizio nel settembre 1939 con l’invasione della Polonia da parte dei nazisti. L’Italia entra in guerra nel giugno del 1940 ed il conflitto dura fino alla liberazione dell’aprile del 1945. Il 1 maggio del 1940 nasce Mario, il primo figlio13. La guerra è stata molto difficile per i miei genitori. C'era molto poco da mangiare, il riso quando lo si trovava, aveva i vermi, lo chiamavano il riso alla bolognese, e non c'era niente da comprare. Mia madre ha tagliato i vestiti di mio padre per fare i vestiti a Mario, ed ha usato le tovaglie per fare i vestiti per se. Era così denutrita in questo periodo che sembrava un "lungo sorso d'acqua" nelle fotografie, così sottile ed alta! E 'stato anche molto difficile essere americana per lei, che era inevitabile, considerando il modo in cui parlava e appariva, perché significava che lei era il "nemico". Questo ha causato un sacco di guai per Mario che non voleva essere diverso dagli altri ragazzi. LB
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Aperto nel 1874 ad opera del Principe Barberini su disegno dell’Arch. Francesco Azzurri. Dopo la marcia su Roma del 1919 , ove vi fu stabilito il quartier generale delle operazioni, sul finire degli anni ’30 il palazzo ottocentesco di quattro piani fu demolito e sulla stessa area venne eretto l’attuale albergo di otto piani. Al nome originale Bristol venne aggiunto Bernini, in onore dell’autore della fontana del Tritone che domina la piazza. 13
Mario (1.05.1940 – 7.04.2005) Baton Rouge Louisiana
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Era un bel ragazzo, ed è stato fotografato per copertine di riviste e articoli ... Aveva meravigliosi riccioli biondi e assomigliava proprio alla mamma, che era bellissima. Facevano lunghe passeggiate sulla via Appia sulla sua bicicletta, con lui in un cesto di fronte a lei. Questo è stato uno dei momenti migliori della vita di mamma anche se la guerra era iniziata. Mia nonna Matilde e Nonno Mario e la zia Luisa da Milano venivano spesso a trovarli. Insieme, hanno avuto una bella vita familiare per i primi anni, quando Mario era un bambino, anche se a Natale e ai compleanni non c’erano soldi per comprare giocattoli. LB
Nel 1942 la mamma di Rosemary, impaurita dalla guerra e dal fatto di essere una “nemica”, lascia Roma per New York, dove poi conosce e sposa (4.11.1944) un ricco portoghese: Alberto Santos. Dopo l’8 settembre del 1943 i tedeschi occuparono Roma ed iniziarono i bombardamenti alleati e l’azione della resistenza partigiana. Roma sarà liberata dagli Americani il 4 giugno del 1944. Durante i bombardamenti Mario sbiancava dalla paura e Raffie correva a nascondersi in cantina. Quando i tedeschi arrivarono, tutta la famiglia con gli amici sfollati ed i vicini era nascosta nella cantine/catacombe. I soldati spianarono i fucili ordinando di venire fuori. Tutti furono riuniti nel cortile davanti alla casa e mio padre, che conosceva molto bene il tedesco, parlava con i militari, quando Raffie provò a mordere uno degli ufficiali. L’hanno preso, cosparso di benzina e gli hanno dato fuoco … ma qualcuno ce l’ha fatta a salvarlo gettandogli delle coperte addosso. Poi per fortuna i tedeschi se ne andarono. Da tempo i miei avevano preso in affitto un appartamento ai Monti Parioli nella villa Bazzani, dove avevano già portato parte dei mobili, e dove si trasferirono in tutta fretta. LB
Nell’agosto del 1943 un bombardamento distrugge la casa di famiglia di Milano. Tutti i suoi documenti vanno perduti. Fernando Soleti14 era un ottimo amico e la sua è una storia incredibile: era generale della Polizia di Roma. Nel 1943, il re ed i suoi aiutanti hanno voluto unirsi agli Alleati e staccarsi dai tedeschi, così sono riusciti a catturare Mussolini, e prima lo misero in una fortezza in Corsica, e poi, quando i tedeschi lo hanno scoperto, gli italiani lo hanno portato sul del Gran Sasso in Abruzzo e dove lo tenevano prigioniero. Ma i tedeschi hanno trovato anche questo nascondiglio. Poi i tedeschi presero Fernando con la forza perché avevano bisogno di confondere i soldati italiani che tenevano imprigionato Mussolini. Sono atterrati sul Gran Sasso in aliante e c’è una foto di Skorzeny e dei suoi uomini che spingono Fernando avanti con una pistola alle spalle. Gli italiani hanno riconosciuto il loro capo, naturalmente, e li hanno fatti entrare. Quindi i tedeschi sono riusciti a prendere Mussolini e a portarlo a Monaco con loro per incontrarsi con Hitler, e purtroppo, la guerra è continuata in Italia per altri 2 anni. Se il re avesse potuto deporre Mussolini e consegnarlo agli Alleati, l'Italia sarebbe stata libera nel 1943. I tedeschi presero anche Fernando con loro, ma lui riuscì a fuggire e tornare a piedi a Roma, tutto il viaggio in divisa da generale. Così è come è arrivato sulla Via Appia ed ha chiesto aiuto. I miei genitori lo presero e lo portarono a San Clemente dove i monaci irlandesi, domenicani, lo hanno vestito da monaco, fatto la tonsura dei capelli, e lo hanno tenuto nascosto fino alla fine della guerra. Fernando è rimasto un grande e generoso amico. L’ho sempre amato molto. Era un tesoro, ed anche un uomo molto bello. LB 14
Fernando Soleti (1891 – 1978) è stato un militare italiano. Nel 1943 era generale di Polizia, Ispettore del Corpo dei Metropolitani di Roma. Il 25 luglio 1943 collaborò al colpo di Stato contro Mussolini voluto dal re. Il 12 settembre 1943 fu arrestato, tentò invano di suicidarsi e fu quindi costretto a forza dalle SS del capitano Otto Skorzeny ad imbarcarsi sugli alianti dei paracadutisti tedeschi che andavano a liberare Mussolini sul Gran Sasso. Fu di Karl Radl, un giovane sottufficiale tedesco, la brillante intuizione del coinvolgimento del Generale Soleti al fine della buona riuscita dell'operazione Quercia. All'arrivo nei pressi dell'albergo dove era custodito Mussolini ebbe un ruolo attivo nella liberazione incruenta attirando su di sé l'attenzione delle guardie e dei carabinieri e intimando loro di non sparare. Rilasciato dai tedeschi dopo la liberazione di Mussolini, rimase in clandestinità fino all'arrivo a Roma degli alleati. Dopo la guerra restò in servizio fino alla pensione nel 1956. Wikipedia 2015.08.03
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Anche Alberto arriva a Roma, ferito, a bordo dell’ultima nave dalla Libia, dov’era colonnello dell’esercito. Lo raggiunge la moglie, mentre la figlia Matilde rimane ad Osmate con la zia Luisa, sfuggendo ai bombardamenti di Milano, per riparare poi in Svizzera, dopo che i tedeschi li misero al muro a mani alzate per quattro ore, come sospetti di ospitare partigiani. Giorgio, più addentro alle vicende romane, aiutò Alberto, che una volta guarito entrò a far parte attiva nel C.L.N. Al principio della guerra mia madre ha venduto un anello di diamanti di famiglia di grandi dimensioni e con i soldi hanno comprato un terreno e si sono costruiti una casa di vacanza all’isola del Giglio, sotto l’Elba. Al solito una scelta insolita ed originale, perché a quei tempi nessuno sarebbe andato in un luogo disabitato e sconosciuto come il Giglio. Non c’erano case, ce n’era solo una tra loro ed il porto. Papà ha progettato la casa, in uno stile arabo, con coperture arrotondate, bianco con le persiane rosse e una grande terrazza con vista sul mare. La casa non era grande, un ampio soggiorno, tre camere da letto e una grande cucina e un pollaio, e una piccola pensione a valle della collina. C'era un bellissimo patio nella parte posteriore, circondato da mimosa, e con piastrelle blu-verde, il colore del mare. La casa è stata arredata con ogni sorta di cose che la mamma e la Nonna si erano portato dietro dai loro viaggi in giro per il mondo, pouf arabi e indiani, tappeti strani, e scope balinesi ... Era semplicemente bellissimo e un vero e proprio paradiso. LB
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A causa dei suoi capelli rossi, egli chiamava se stesso "Pappagallo Rosso", (PapĂ e rosso) e sempre firmava le sue lettere in questo modo. Il soprannome di Mario era "Pinkie", o Pinkie Pie. Io ero Nini Poo. PapĂ ci scriveva lettere bellissime, in diversi colori, spesso in spirali e in seguito anche in immagini speculari, come Leonardo - dovevi guardarle allo specchio per essere in grado di leggerli. Era sempre molto originale e creativo e di grande talento, ha fatto disegni molto divertenti. LB
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Nel 1946, quando la guerra era decisamente lontana, mia nonna è tornata dagli Stati Uniti - è stato un tempo meraviglioso, in cui tutto sembrava potesse solo migliorare e tutti erano estremamente felici. Ci fu una grande sensazione di festa nell'aria. Nonna aveva portato a mia madre un cappotto nuovo con pelliccia da NY e quattro giorni dopo il suo arrivo, stavano camminando in via Veneto in una splendida primavera. Arrivate all’ingresso di Villa Borghese stavano per attraversare la strada quando mamma è crollata per terra sul marciapiede, soccorsa è stata riportata a casa in taxi. Era completamente paralizzata ed è stata messa a letto. Era incinta di tre mesi di me in quel momento. Ha detto che era il lusso più grande che lei avrebbe potuto avere quello di un altro bambino, ora che la guerra era finita ed era così felice. Aveva perso un altro figlio durante la guerra, nel 1943. I medici non avevano idea di quello che aveva e così è rimasta a letto per più di un anno. Non riusciva a muovere le gambe e le braccia, solo il collo e la testa. Pensavano che la ragione era il suo essere incinta, con io che premevo su di un nervo e questo era il motivo per cui lei non poteva muoversi ... gli hanno dato la morfina contro il dolore per l'intero anno. Non poteva mangiare, mi ha poi detto che è sopravvissuta a semolino e pompelmo ... che dovevano darle da mangiare. Ovviamente lei era in preda al terrore, senza alcuna idea di quali potevano essere le conseguenze della malattia e di tutti quei farmaci su di me, oltre alla preoccupazione se sarebbe più stata mai in grado di muoversi e camminare di nuovo. Mia madre ha detto che nessuno stava con lei. Mia nonna sosteneva di essergli stata sempre accanto dormendo ai piedi del letto, mentre mio padre semplicemente non c’era. Si è stabilito in via Margutta, badando, per quanto possibile ai suoi affari. Suppongo che una moglie ammalata era troppo da sopportare, e tutto doveva averlo molto spaventato. Mia madre è stata prevalentemente accudita dal personale di servizio e da infermieri. Mario aveva 6 anni e ha giocato con lei ogni giorno, di solito seduto sul suo letto - se avessero saputo che lei aveva la paralisi infantile !!!Si è ammalata a maggio e fu solo nel mese di settembre che hanno scoperto che aveva avuto la polio ... solo dopo che FDR, il presidente americano, ha ammesso di averla avuta. Prima di allora, la poliomielite era stata solo la malattia dei bambini e non degli adulti, in modo che nessuno ha capito che quello era il motivo per cui non poteva muoversi. Pensate a Mario che stava nella sua stanza per tutto il tempo - non lo ha mai preso in collo e solo questa è stato la sua più grande fortuna. Oltre ad aver trascorso l'estate al Giglio con una tata a prendersi cura di lui. Sono nata in un modo del tutto normale, è stata portata in ospedale e non poteva muoversi, premere o fare qualsiasi respirazione – allora un medico saltò sulla sua pancia per tirarmi fuori, e sono uscita con il cordone ombelicale intorno al collo, ma perfettamente sana e normale. Siamo dovuti rimanere in ospedale per un'altra settimana perché Papà è arrivato con una spilla di diamanti, proprio come aveva fatto per la nascita di Mario, ma senza i soldi per pagare il conto dell'ospedale e allora ci hanno lasciato andare a casa solo quando lo ha fatto !!! Hanno aspettato a lungo a battezzarmi, finché mamma ha potuto alzarsi dal letto e far parte della cerimonia. Il battesimo è stato a San Clemente e Zia Luisa era la mia madrina e disse che ero così pesante che da allora non mi ha più potuto tenere in collo. Zio Alberto era il mio padrino. Dopo la mia nascita, ma già mentre la mamma stava male, mio padre più o meno ci ha lasciato. Era sempre fuori casa, anche se c'è una foto che mi tiene in braccio per la prima volta quando avevo un mese a Natale. Lui veniva, ma in modo molto irregolare, per lo più, ha vissuto a Via Margutta per conto suo. Beveva di più, sempre whisky, e preferiva vivere da solo per poter fare come voleva lui. Da lì in poi, l’alcool divenne un grandissimo problema. Era sempre alcolizzato e ci ha più o meno abbandonati. LB
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Nel 1948 muore il prof. Mario Baroni. L’anno dopo Gianmario con la famiglia emigra in Sudafrica. Intanto Alberto inizia a intraprendere varie attività imprenditoriali, tra queste è Presidente della “Impresa Costruzioni e Opere Pubbliche I.C.O.P.” di Roma e Giorgio è Vice presidente e ingegnere consulente. Mio padre ha lavorato per anni per INCO società Canadese con sede a NYC. Papà era il loro rappresentante manager per l’Italia e presidente di un’associazione per gli acciai inossidabili ... Tidi (Matilde) Baroni
Sono di questo periodo due opere significative, attribuibili a Giorgio Baroni, che purtroppo non hanno superato le incurie degli uomini. Mercati Generali di Roma - Via Ostiense Il complesso, realizzato dal Comune di Roma, su progetto dell’ingegnere Emilio Saffi, capo del "Servizio fabbriche" del Comune, negli anni tra il 1910 e il 1926, è ubicato sulla via Ostiense, a circa due chilometri dalle Mura Aureliane. All’interno vi si trovano varie funzioni e all’interno del Mercato delle Erbe, intorno al 1950-51 vengono costruite cinque tettoie in c.a. su brevetto di Giorgio Baroni, composte da due serie di coperture ad ombrello, a pianta quadrata, con pilastro centrale e solette sottili.
Foto del 1950 circa – Studio d’Arte Fotografica Cav. Luigi Conti – Archivio Storico Capitolino. http://www.archiviocapitolinorisorsedigitali.it/
Nel 1990 la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio dichiara il complesso dei Mercati Generali compreso negli elenchi di cui all'art. 4 della Legge1089/39, sottoponendolo alle disposizioni di tutela di legge. Intanto le attività commerciali vengono dismesse, per essere trasferite infine fuori Roma. Nel 2004 il Comune di Roma decide la ristrutturazione di tutto il complesso degli ex Mercati, bandendo un concorso internazionale per la realizzazione di un Nuovo centro di aggregazione giovanile, la “Città dei Giovani”. 34
Si aggiudica la gara la Mills Global e Lamaro Appalti con il gruppo di progettazione che fa capo a Rem Koolhaas15. Il budget di costruzione è stimato in 150 milioni di euro ed il completamento dei lavori è previsto per il 2008. Ad oggi le cose sono ancora in corso e alla stonatura generale si aggiunge il fatto che nel 2007 le” tettoie Baroni” sono state distrutte, per far posto alle baracche di cantiere.
Vista interna 2002
Mercato generale Caserta Difficile se non impossibile risalire alle tettoie di Baroni, simili a quelle di Roma, nel Mercato di Caserta. L’unica traccia ce l’ha segnalata un appassionato cultore della storia fotografica di Caserta. Il mercato di piazza Matteotti, anni 50/60 aveva una piccola tettoia con una bilancia e dei locali "uffici Dazio" e al lato c'era un’altra tettoia piccola di cemento. Lato angolo con via Ricciardi, ed essendo zona isolata (all'epoca) la vendita si svolgeva al lato "piazzetta": Poi esistevano dei box, dove vendevano dei generi alimentari (trippa e nervetti) e una trattoria. Il mercato generale della frutta era a Maddaloni, negli anni 60/70 si trasferì di rimpetto al macello, ma era quasi tutto scoperto. … allego una foto dell’abbattimento della tettoia. Antonio Genovese - Caserta
Intanto tra Giorgio e Rosemary le cose non funzionano più ed anche con Alberto nascono problemi.
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Il gruppo di progettazione include Office for Metropolitan Architecture (OMA), Arup, gli architetti Moauro e Capocaccia, come architetti locali, e l’ingegnere Giuseppe Amaro come consulente per la sicurezza e l’antincendio.
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Mio padre stava già bevendo molto allora, ma nessuno se n’era veramente accorto, diceva semplicemente che era stanco e spesso si trovava a dormire sul divano. Avrebbe potuto fare un sacco di soldi, ma la realtà era non c'era mai abbastanza per pagare le bollette. Non è mai stato bene con i soldi, e li ha spesi con noncuranza. A dire il vero, era totalmente irresponsabile con essi. Poteva comprare gioielli senza pensare a cosa era il loro costo, e a quel tempo, spesso ha portato a casa delle cose belle che ha trovato in negozi di antiquariato. Aveva molto buon gusto, anche nei mobili. Molte delle cose che abbiamo, che sono particolarmente belle sono ancora cose che ha trovato e comprato. Una delle cose più belle che ha fatto, è stata quella di acquistare a mia madre un braccialetto ad ogni compleanno di Mario (e mio dopo). Ha detto che anche lei doveva avere qualcosa, dopo tutto! C'era la data incisa su ciascuno, e dopo ne ha avuti un bel po'. LB
Giorgio parte per Buenos Aires, dove rimane per quasi un anno. Al rientro in Italia annuncia l’intenzione di andare a lavorare a New York. Nel 1950 o giù di lì, quando avevo circa 4 anni, papà andò a vivere a New York per conto suo. Ha detto che una volta trovato un lavoro lo avremmo raggiunto. Ma non succedeva mai niente e la mamma si rese conto che dovevamo andare lì e cercare di tornare insieme con lui oppure non lo avremmo più rivisto. Subito dopo la guerra lei aveva votato in un'elezione italiana - (era vietato per gli americani votare in un’elezione straniera) - e lei aveva votato contro i fascisti. Doveva essere stata trasportata al seggio su una barella o forse lei era già in una sedia a rotelle? Ma qualcuno l'ha denunciata ed ha perso il suo passaporto americano e la cittadinanza. Doveva portare il suo passaporto all'ambasciata americana e la signora ci ha fatto una smorfia e raccolse il passaporto nella punta delle dita, come se fosse contaminato, e lo lasciò cadere nel cestino della carta straccia. LB
Dal gennaio 1950 e fino all’ottobre 1952 è ingegnere consulente della Baroni Construction Corp. 513 Madison Ave. NY ed anche tesoriere della società, il cui presidente è Gino Fubini (10 Grace Ave, Great Neck NY.) L’anagrafe di Roma registra la sua emigrazione in data 4/11/1951 in USA a NYC.
L’ultima foto di Giorgio Baroni fatta per il passaporto USA. Una lettera alla figlia Luisa 26.01.1953
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Così nel 1952, la mamma ha deciso di andare negli Stati Uniti, dove non era stata da circa 15 anni, e sistemare le cose con Papà e cercare di riottenere la cittadinanza. Non c'era molto denaro per il viaggio, così ha preso un cargo che ci ha messo 22 giorni per attraversare l'oceano. Hanno dovuto legarla alla sua sedia con le corde in modo che non cadesse. Camminare sulla barca era praticamente impossibile per lei. Ma lei ce l'ha fatta, ed è rimasta a New York con papà per sei mesi. Lui viveva allora con una donna terribile, che pure beveva, ma la mamma l'ha fatta mettere da parte ed è stata in grado di iniziare un nuovo rapporto con papà. Sembrava che sarebbero stati bene di nuovo insieme, che lui avrebbe smesso di bere e trovato un lavoro stabile. Poi lei è dovuta andare a Washington DC per ottenere le sue carte in ordine di nuovo, ci sono voluti un paio di mesi, ma finalmente ha ottenuto la sua cittadinanza di nuovo. Senza di quella, non saremmo mai potuti andare negli Stati Uniti in seguito. Noi siamo stati mandati a Milano per stare con Zia Luisa e Zio Augusto fino a quando lei è tornata. LB
Dal 1952 al 1954 è Consulente Adviser del Governo d’Israele per l’ONU in relazione a International Center of Stabilized Earth Construction and low cost housing and roofing. Mamma è tornata, sicura che saremmo presto andati a New York, perché Papà aveva promesso di smettere di bere e di trovare un buon lavoro. Lei gli credeva, e cominciò a prepararsi. Ha preso tutti i mobili e li ha messi in un deposito, di un amico di papà, un avvocato chiamato Pepe, che si prese cura di tutto per noi. Poi, l’abbiamo saputo solo anni dopo, ci ha derubato, così che ci è rimasto pochissimo. Noi tre, mia mamma, Mario ed io ci siamo trasferiti nello studio di via Margutta temporaneamente, ma abbiamo finito per vivere lì per tre anni. Papà non ci ha mai chiamati. Così siamo andati a vivere lì con i soldi di scorta: lui non ha mai inviato niente. Solo una volta è arrivato un baule pieno di giocattoli per il Natale, e una volta che mi ricordo, ci ha chiamati al telefono nel cuore della notte. Mamma ha cominciato a fare la guida di Roma su autobus turistici di grandi dimensioni a marea noi attraverso, ma che non ha mai pagato le bollette. E 'stato molto difficile per lei a causa di dover stare in piedi così tanto, e lei aveva ancora un bastone, ma in qualche modo ce l'ha fatta. Lei ha anche dato lezioni di inglese a varie persone, una delle quali era Anna Magnani, la famosa attrice. LB
Nel 1954 è Ingegnere consulente per la International Petroleum (Colombia) IBEC Housing Co, Creole Co. Venezuela Nel 1955 mamma si decide di ritornare in America per vedere cosa potesse fare per rimettersi insieme con papà. Io Sono stata mandata da Zia Luisa, e lei e Mario sono partiti su una nave da carico che apparteneva a un amico che gli ha dato il viaggio gratis. Era il gennaio 1955 e avevo 8 anni e Mario 14. Mamma e Mario sono sbarcati a New York, senza un soldo, per così dire, e hanno trovato Papà sdraiato sul pavimento dell'Hotel Wales sulla 92th e Madison. Aveva inviato una nota sulla nave dicendo: "Questo è il più grande errore che hai mai commesso." Era completamente ubriaco e non poteva camminare, era senza lavoro e senza denaro. Fu così che la nostra vita americana ha avuto inizio. LB
1955, in gennaio entra nella Roberts & Schaefer Company. Richiede la cittadinanza USA il 27 agosto 1956. Papà è diventato un cittadino naturalizzato americano allora, e ricordo che mi disse che quando gli hanno chiesto il colore dei capelli, lui ha scritto " rosa" - dopo tutto, aveva avuto i capelli rossi, e ora andavano verso il bianco ... in modo che erano rosa. LB
Lavora presso la Roberts & Schaefer Co. a NYC, 254 W. 54TH St. con Anton Tedesko16 allora uno dei progettisti strutturali di rilevanza mondiale. 16
Anton Tedesko (Grünberg, Germania 1903- Seattle, Washington, USA 1994) ingegnere strutturista americano di origine tedesca, conosciuto per il suo intenso lavoro nelle coperture leggere di calcestruzzo in importanti progetti, in gran parte negli Stati Uniti. Giunse in America con la Dyckerhoff & Widmann, per poi passare alla Roberts & Schaefer.
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Di questo periodo è il progetto, con Anton Tedesko e I. M. Pei & Ass. di un grattacielo amministrativo di 426,72 m (1.400ft) di altezza in forma d’iperboloide a una falda17. La struttura esterna, formata da diagonali a croce secondo le generatrici rette, è collegata a punti fissi ogni 13 piani. La forma rotonda è particolarmente favorevole all’assorbimento della spinta del vento. La costruzione permette di ottenere una superficie utile senza pilastri e, secondo le indicazioni degli ingegneri, una economia di acciaio del 33% in rapporto alle soluzioni usuali.
Sempre in questo fruttuoso periodo vede luce il progetto con I.M. Pei delle strutture per la Luce Memorial Chapel a Formosa18, oggi Taiwan in cui ancora le superfici sono dei paraboloidi iperbolici.
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Fonte: Joedicke Jurgen Les structures en voiles et coques Paris : Editions Vincent Freal & Cie. 1962
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Fonte: Biografie a cura di Gianluca Capurso e Patrizio Fermetti in : Iori Tullia, Poretti Sergio a cura di -Ingegneria Italiana - Rassegna di Architettura e Urbanistica - n. 121-122 gen-ago.2007
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La Luce Memorial Memorial Chapel del campus della Tunghai University a Taichung, Taiwan prende il nome dal rev. Henry W. Luce, missionario in Cina alla fine del XIX secolo. Il progetto è dell’arch. I.M. Pei e dell’architetto ed artista taiwanese Chen ChiKwan. La progettazione ha inizio nel 1954 e dall’agosto 1956 Chen diviene unico responsabile e la costruzione avviene tra il settembre 1962 ed il novembre 1963. L’edificio è su una pianta ad esagono irregolare di 477 mq ed è composto da quattro pareti separate da lucernari, dalla forma ad hypar con struttura reticolare di cemento armato con le membrature che s’ingrossano verso la parte bassa, a formare una tenda alta 19,20 mt. O, come qualcuno ha osservato, una barca capovolta. L'esterno è rivestito da piastrelle smaltate a forma di diamante.
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Nell’agosto del 1957 Giorgio presenta domanda per ottenere la licenza di Professional Engineer, che gli viene rilasciata in data 13 Nov.1958 al n. 35.476. Tra i 5 tecnici che garantiscono per la sua preparazione professionale vi è anche Anton Tedesko, oltre a Michalos James (1913-1995) professore al Dipartimento di Ingegneria Civile della New York University. Contatta, su richiesta di Anton Tedesko, nel novembre 1957, Pier Luigi Nervi in merito al Palazzetto dello Sport di Roma. Nervi rinvia a Baroni il materiale necessario per l’intervento che Tedesco terrà al 3° National Building Congress a Chicago nel dicembre 1957 e che sarà poi riportato negli atti congressuali con alcune delle immagini inviate da Nervi. David P. Billington19:
“ Ho conosciuto Giorgio Baroni quando lui lavorava alla Roberts and Schaefer a New York, dove ho lavorato anch’io dal 1952 al 1960. Anton Tedesko lo conosceva bene, pure io ma non profondamente. Baroni lavorava molto da solo. Aveva buone idee ma ricordo poco, mi dispiace.”
Ponti in alluminio. Il sistema ReynoldsReynolds-Baroni A partire dal 1958 studia per la Reynolds Metal Company, una tipologia di ponte stradale in alluminio, per luci tra i 12,20 ed i 36,60 m e lo brevetta nel 1962, dopo averne realizzato un prototipo presso un terreno della New York University. Le foto, tratte dal testo di Jodicke20, mostrano la costruzione sperimentale sul terreno della New York University, nel Bronx. Il ponte ha una lunghezza di 18,28 m ed una larghezza di 3x1,22m. Il peso è di 38kg d’alluminio per metro quadrato di carreggiata.
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Testimonianza raccolta il 26/09/2011 Jurgen Joedicke Les structures en voiles et coques - Paris : Editions Vincent Fréal & Cie. 1963 vedi Fonti
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Sembra che sia stato costruito, con il sistema Reynolds-Baroni un ponte, nel 1965 sul Big Wills Creek in Alabama, con 5 travi di alluminio e soletta in calcestruzzo leggero, per una lunghezza totale di 71,5 m ed una larghezza di 0,94 + 9,14 + 0,46 m. Peso totale dell’alluminio 49kg/mq.21
“Bridge construction”, Patent US 3027687, 3 aprile 1962, New York. Giorgio A. Baroni, New York, N.Y. Reynolds Metals Company, Richmond, Va Filed Aug. 6, 1958, Ser. No. 753,456 L'invenzione riguarda un sistema modulare prefabbricato per la rapida costruzione di ponti leggeri stradali. Un ponte leggero che può essere facilmente trasportato sul sito, costruito rapidamente e praticamente privo di esigenze di manutenzione. La costruzione del ponte comprende una serie di elementi curvi in alluminio aventi superiormente dei connettori a taglio, gettati direttamente nella soletta/carreggiata in calcestruzzo a formare una struttura composita, molto leggera e rigida.
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Dato riportato da Siwowski (pag. 57) in DROGI i MOSTY 1/2005, mentre Subodh e Kaufman sostengono che sia stato solo progettato. Vedi Fonti
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Roof Construction Il 17 novembre 1959 presenta la richiesta di brevetto per una “Roof Construction” in cui ripropone gli ombrelli di Tresigallo ma in metallo ed in cui le solette sono in pannelli sandwich. “Roof Construction”, Patent US 2912940, 17 November 1959, New York. Giorgio Baroni, New York Application August 26, 1952, Serial No. 306,480
La presente invenzione è nel campo della costruzione dei tetti prefabbricati. La realizzazione preferita della presente invenzione, è un tetto prefabbricato con pannelli di vetro e plastica nella superficie superiore ed inferiore separati da materiale leggero o cellulare. Ogni sezione del tetto ha una forma a paraboloide iperbolico che fa si che le sollecitazioni prodotte dal peso proprio e da fattori esterni come neve, ecc, si trovano lungo la direzione della superficie del tetto in modo che le sollecitazioni di flessione non sono presenti. Ogni sezione del tetto: ha una forma parabolica lungo ambedue le così che la resistenza della sezione è aumentata relativamente alla sua rigidità flessionale ed il numero di elementi di sostegno per un tetto composto di queste sezioni è ridotto al minimo. Elementi di rinforzo sono collocati in ogni sezione del tetto lungo diagonali tesi. Un ulteriore importante aspetto della presente invenzione è quello che queste sezioni sono sagomate in modo che possano essere collegati tra loro in diversi modi per produrre diversi contorni, e ogni sezione e può sotto o sopra e facilmente assemblata con altre sezioni in ogni posizione. Papà in un primo momento non è venuto a vivere con noi, ma dopo che Mario ci ha lasciato, in seguito, si è trasferito nella sua stanza per un po'. Credo che lui stesse avendo difficoltà e non aveva abbastanza soldi per pagare un appartamento o una stanza d'albergo? … Questo è quando è diventato molto irrazionale, aveva delirium tremens e un giorno rientrando a casa l'ho trovato che giaceva svenuto nella mia camera. Sarebbe spesso caduto sul pavimento e avevo paura di trovarlo. Spesso lo riportavano a casa che era un disastro totale - il suo volto era contuso, il suo naso era rotto, pieno di tagli e lividi. Era buono di andare in un bar e pagare da bere per tutti. Ha sempre portato un sacco di soldi con se, almeno 1.000$! Dopo un anno o poco più di questo, papà è stato portato al Bellevue hospital e messo in clinica psichiatrica. Non c'erano soldi per pagarla così lui era insieme ai clochard e ad altre persone di strada. Vi è rimasto per circa un mese, fino a quando lo lasciarono andare, ed è tornato completamente cambiato, aveva preso un tale spavento lì. Fu allora che smise di bere per due anni. Egli semplicemente non ha preso un'altra goccia di alcol, e divenne perfettamente razionale, ancora una volta. Tornò al lavoro e fece rapidamente un sacco di soldi - aveva uno stipendio di circa 60-100.000$ all'anno, che era molto buono per quel tempo. Di quelli, però, ne abbiamo visti pochissimi… Anche quando guadagnava, ci dava quasi niente, ma anche poco ci aiutava. La mamma era andata a lavorare nel consolato italiano a Park Avenue e 69thStreet, già dopo il nostro arrivo a NY, e così abbiamo sopravissuto. Però devo constatare che anche quando Papà beveva, non era il solito ubriaco che diventava violento e abusivo. È sempre rimasto un gentiluomo, molto riservato, educato e silenzioso. LB
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Quando sono tornata a New York, era tempo di tornare a scuola e ho iniziato il mio anno junior di high school, il mio terzo anno. Papà mi aveva regalato un piccolo giradischi a batterie, perché l'energia elettrica nel nostro appartamento era non idonea per le nuove apparecchiature elettriche. ... Papà mi ha dato un piccolo televisore Sony, lo schermo era di circa 25 cm. di larghezza, e mi piaceva tenerlo nella mia stanza e guardare la televisione - non avevamo ne avevamo mai avuto uno in modo che è stato emozionante. Fu a questo punto, però, che papà ha cominciato a bere di nuovo. E dopo le cose sono andate totalmente in discesa. Lui ci ha lasciato per andare a San Francisco, e non lo abbiamo più rivisto a casa. Ha anche smesso di inviarci soldi. LB
1960 1960 Nell’archivio delle carte di Anton Tedesko, presso la Princeton University Library è conservata una lettera a lui indirizzata da Giorgio Baroni con due pagine di disegni e tre pubblicazioni: 1) Direct Solution of Folded Plate Concrete Roofs by A.L. Parme and John A. Sbarounis – 46pg 2) Direct Solution of Folded Plate Concrete Roofs in Advanced Engineering Bulletin – 59pg 3) Analysis of Folded Plates published by Portland Cement Assoc. – 19pg
Los Angeles, 29 mars 1960 Mr. Anthon Tedesko Roberts and Schaefer Company 254 West 54th Street New York 19, New York
Dr. Giorgio Baroni Consulting Engineer 2505 West Sixth Street Los Angeles 57 California
Caro Ted: E’ troppo tardi per proporre qualcosa di differente e nuovo per il fabbricato di Honolulu? Un tetto come quello dello schizzo allegato non deve costare più di 10-15 dollari per piede quadrato, in alluminio. Questa è giusto un’idea: molti cambiamenti possono essere fatti a piacere degli architetti. Ed anche lavorando sul loro schema, come nei loro disegni, io penso che ci sia spazio per sviluppare qualcosa di originale, forse più vicino all’idea generale degli architetti. Fammi sapere cosa ne pensi. Cordialmente PS. Sembra che Parsons abbia adottato i miei suggerimenti, per la porta e la struttura di supporto.
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1961 Kaiser steel Oakland Tribune (Newspaper) - December 19, 1961, Oakland, California Libertà di visione con l'acciaio Un’autostrada sopraelevata non deve essere una macchia sul paesaggio della nostra comunità. Non lo sarà se viene usato il forte, lucido, spettacolare acciaio nella progettazione. L'acciaio dà al progettista la possibilità illimitata per creare sottili, volanti campate che ti danno la libertà di visione. Ad esempio, l'acciaio in forma "ortotropa" come questo permette campate il doppio di lunghezza, impalcati di metà spessore, le colonne di un terzo e per l'intera struttura metà massa delle autostrade sopraelevate convenzionali. Dal punto di vista dell'orgoglio civico e dei valori della proprietà, ogni autostrada in acciaio è un buon vicino. Per l'azione nella vostra comunità, parlate con i vicini, i leader civili, la vostra commissione urbanistica. Per ulteriori informazioni su l'acciaio nelle autostrade scrivete a: Kaiser Steel Corporation, Kaiser Center, Oakland 12, California. KAISER STEEL Number One in the West Engineering concept designed for Kaiser Steel by Mr. Giorgio Baroni, Baroni Consulting Engineer,
1962 Giorgio Baroni, nel febbraio del 1962 contatta Pier Luigi Nervi, per conto della Kaiser Steel Corporation di Oakland CA, proponendogli di partecipare al progetto di alcune autostrade sopraelevate. Di fatto aprendo la strada ad una lunga collaborazione anche se priva di risultati tangibili. Nervi progetterà infatti 5 viadotti in ferro per autostrade sopraelevate, ma nessuno sarà realizzato. 8La Kaiser ha chiesto la collaborazione di PLN per entrare nell’appetitoso business delle highway attraverso una campagna d’immagine. “Scott Newhall del Chronicle era molto entusiasta di tutti i disegni. Ha comunque chiesto, se lei avesse mai considerato la possibilità di una struttura, utilizzando una serie di archi molto alti. Si è ricordato di una nostra pubblicità nella quale avevamo utilizzato un settore di arco (hyperboloid) del Dottor Baroni e si è chiesto se singoli archi che si estendono al di sopra della strada del piano superiore, e sostenendo i piani con un cavo sospeso, sia stato mai preso in considerazione”. Lettera 12 dicembre 1962 di Hanka Hance manager della Kaiser a PLN
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San Meteo Creek Bridge, Fort Sutter Viaduct,Embarcadero Viaduct, California
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La trave Baroni Per conto della International Nickel Company progetta il prototipo di una trave in acciaio inox estremamente leggera e ne segue le prove presso il Fritz Engineering Laboratory della Lehigh University di Bethlehem in Pennsylvania vengono condotte le prove documentate nel Report. N. 200.62.385.2 del giugno 1963 a cura dell’ing. Ronnie G. Adams il cui abstract qui si riporta:
La trave, prevista per l’uso in sezione composta (acciaio-calcestruzzo), ha una sezione dalla forma a clessidra, con uno scheletro d’acciaio ed una pelle in lamiera d’acciaio inox, per limitarne la manutenzione. Il suo peso è 1/5 delle travi attualmente impiegate. Le prove, oltre alla determinazione della portata d’esercizio e limite, hanno investigato il comportamento della trave al riguardo di: 1) controllo dell’instabilità (buckling) sotto carichi statici 2) verifica del comportamento sotto carichi dinamici delle saldature a punti e continue tra lamiera di rivestimento e scheletro I carichi statici sono stati applicati alla trave d’acciaio, mentre le prove dinamiche a simulare i carichi stradali d’esercizio, hanno interessato la sezione composta, verificando quindi anche il comportamento delle connessioni a taglio. Sia la trave d’acciaio che quella composta si sono comportati come previsto dalle analisi teoriche (di Giorgio Baroni Baroni). Le prove statiche sulla trave d’acciaio hanno riscontrato che il buckling delle lamiere non è un problema serio e quelli dinamici che l’affaticamento delle saldature non è un fattore critico. Il sistema dei connettori si è comportato egregiamente.
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Ma la nostra situazione è peggiorata ancora, e abbiamo dovuto affittare una camera ad un ospite pagante, si chiamava Lois, in modo da pagare l'affitto. Era sgradevole, e deve essere stato semplicemente orribile per Mamma, anche perché avevamo solo un bagno. Poi è arrivata l'altra catastrofe - ci hanno fatto sapere che la nostra casa e l'intero blocco sarebbero stati abbattuti, per far posto a un grattacielo. Però proprio in questo momento la mamma ha avuto un colpo di grande fortuna - ha incontrato Howard Sprehe ed entro due mesi mi ha detto che si sarebbero sposati! Lo conoscevo appena, lo avevo incontrato forse una o due volte. Ma l'ho dovuto accettare, che cosa potevo fare? So benissimo che lei avrebbe potuto sposarsi prima di questo, ma di solito gli uomini non mi volevano ... ma ad Howard non importava affatto. Era benestante, era vice-presidente della Coats e Clark, una società che faceva articoli di filo e cucito perfetto per me! E aveva un grande e bellissimo appartamento sulla 81st St., fuori Central Park West, una delle più belle strade di New York, di fronte al Museo di Storia Naturale… Era del tutto ovvio, ripensandoci, che lo sposò perché non c'era altra via d'uscita - ma non lo avevo capito in quel momento. Ero confusa, perché quasi non lo conoscevo. La mamma è andata in Messico per ottenere un divorzio immediato dal papà e lei e Howard si sono sposati nel giro di pochi mesi. LB
Il congresso della CECA in Lussemburgo dell’ottobre 1964 e la trave Baroni Nell’ottobre 1964 partecipa come uno dei sei charmain al convegno internazionale organizzato dalla C E C A9, sul tema: Il progresso delle costruzioni in acciaio. HIGH AUTHORITY OF THE EUROPEAN COAL AND STEEL COMMUNITY
Steel Congress 1964 Progress in Steel Construction Work Luxembourg 28-30 October, 1964 Sette commissioni di lavori. Working Party I : Brigdes, Elevated Roads and Flyovers Working Party II — Roads and Roadway Accessories Working Party III — Structural Framework Working Party IV— Préfabrication of Steel Building Working Party V — Prefabricated Standard Buildings and Mass-Production of Building Units Working Party VI — New Methods Employed in the Preparation of Building Plans and in the Calculation of Steel Constructions Working Party VII — Building-Site Organization and Improvement in Productivity
WORKING PARTY I : Brigdes, Elevated Roads and Flyovers Chairman : Dr. Dr.lng Giorgi Giorgio gio BARONI
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Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio
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BOLLETTINO DELLA COMUNITÀ EUROPEA DEL CARBONE E ACCIAIO ALTA AUTORITA’ PROGRESSI NELLE COSTRUZIONI IN ACCIAIO CONGRESSO SULL’USO DELL’ACCIAIO in Lussemburgo 28-30 Ottobre 1964 N.# 51 LUSSEMBURGO Volume 9 - Nr. 6 del 1964
CONCLUSIONI DEI LAVORI DELLE COMMISSIONI I Opere di attraversamento
Le relazioni molto interessanti, presentate nella commissione che trattava delle opere di attraversamento, hanno fatto risaltare quale sia la tendenza dell'impiego dell'acciaio per la costruzione di queste opere oltremodo importanti. L'accento è stato posto sull'impiego di acciai a più alto limite elastico e soprattutto saldabili. La saldabilità di questi acciai, a resistenza elevata, in cantiere lascia qualche titubanza. La saldatura viene largamente impiegata nelle parti approntate in officina dove questa operazione può' essere eseguita con maggior cura e può' essere sottoposta a tutti quei controlli atti a confermarne la buona riuscita; per il montaggio delle parti, in cantiere vengono usati, in molti paesi, quasi esclusivamente chiodi o bulloni ad alta resistenza. Con l'impiego di acciai a più elevato limite elastico nelle parti più sollecitate la costruzione diviene più economica e competitiva anche la dove gli altri materiali sembravano imperare incontrastati. L'adozione di strade sopraelevate e che a volte si sovrappongono ha dato la soluzione del traffico in città dove l'esistenza di ostacoli preesistenti non dava possibilità di aumentare le vie di comunicazione. E' risultato evidente come sia desiderabile e conveniente, per aumentare ancor più la competitività dell'acciaio, evadere dalle forme convenzionali dei laminati che si trovano in commercio e sviluppare forme nuove utilizzando le lamiere sottili facilmente saldabili e che possono essere adattate nelle forme più razionali atte a resistere più efficacemente ai carichi, con minor peso di materiale impiegato, e nello stesso tempo più rigide traendo profitto al massimo dell'alto modulo di elasticità. Interessante in questo campo la trave in acciaio inossidabile di forma del tutto nuova ottenuta per saldatura di lamiere sottili. La costruzione dei ponti in ferro ha già una lunga storia ma finora l'acciaio era considerato un sostituto di altri materiali senza spingerne a fondo l'utilizzazione delle sue caratteristiche. E' quindi augurabile che coloro che si dedicano alle costruzioni in acciaio siano più a conoscenza delle possibilità di questo materiale per sfruttarne al massimo le caratteristiche. Il Presidente Giorgio Baroni
New York – USA
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Nel congresso viene presentata da Ludwing Anselmini, della INCO International Nickel Co. Inc. la memoria: A New Stainless Steel Bridge Beam Development, in cui viene presenta una innovativa trave da ponte progettata da Giorgio Baroni, e che qui si riassume: I programmi intensivi di miglioramento delle viabilità negli USA ed in Europa hanno indirizzato la INCO allo studio di soluzioni che prevedono l’impiego di acciaio inox e di acciai microlegati, spesso indicati con la sigla HSLA (high-strength low-alloy) che pur con un basso tenore di elementi aggiunti in lega, mostrano elevate caratteristiche di resistenza strutturale ed alla corrosione. All’ing. Giorgio Baroni fu commissionato lo studio di un ponte per strade importanti interstato, con carichi di transito elevati dettati dalla norma AASHO H20-S16-44, con struttura mista acciaiocalcestruzzo e con il limite imposto da esigenze economiche di contenere il peso dell’acciaio inox sotto i 32 kg/mq di carreggiata. Baroni progetta una soluzione originale con travi di 19,50 mt di luce ad interasse di 2,74 mt ed una soletta di 25 cm di spessore posata su 4 travi. L’originalità è nelle travi a sezione cava di sottile (1,78 mm) lamiera di acciaio inox con flange ed accessori interni di HSLA. Base 30 cm ed altezza di 1,00 metro ed un peso di acciaio inox di 21 kg per metro quadro di carreggiata. Per il calcolo Baroni si riferisce al testo “Theory of Elastic Stability” di Timoshenko e Gere ed i risultati sono successivamente comprovati da prove sulla trave metallica e composta fino a rottura, presso il Fritz Engineering Laboratory della Lehigh University di Bethlehem in Pennsylvania. La trave campione, costruita dalla Pittsburgh-Des Moines Steel Company con le procedure di saldatura verificate presso l’Ecole Polytechnique, Montreal, Canada aveva una lunghezza di 9,14 mt. ed è stata sottoposta a prove statiche e, nella versione composta, anche a prove di fatica. La rottura si è avuta per valori del carico di 6,2 volte maggiori di quello previsto dalla norma. La trave è poi oggetto del Brevetto US 3241285 del 22 marzo 1966 e CA 773301 del dicembre 1967 per il Canada.
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United States Patent Office 3,241,285 Patented March 22, 1966 Structural Member For Supporting Supporting Loads Giorgio Alvise Baroni, New York, N.Y. The International Nickel Company, Inc., New York, N.Y. Filed May 27, 1964, Ser. No. 370,455 8 Claims. (Cl. 52-731) This is a continuation-in-part of application Serial No. 275,899, filed April 26, 1963, now abandoned.
La presente invenzione si riferisce ad elementi strutturali, e, più in particolare, ad elementi strutturali per il sostegno di carichi, comprese le travi per campate di ponti, copertura di edifici e simili, di tale nuova configurazione che permette di superare l’ostacolo dei costi proibitivi per l’impiego di materiali come acciaio inossidabile che ora possono essere utilizzati con costi equivalenti agli altri materiali strutturali fino ad ora utilizzati, ... ma con una riduzione drastica delle spese di manutenzione.
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Papà è tornato a New York e viveva in piccoli appartamenti, sempre più convenienti e meno costosi. Ha ottenuto un lavoro attraverso Zio Alberto per la CECA ed andò in Lussemburgo come consulente per tre giorni. Lo hanno pagato $ 10.000 per i tre giorni e lui ha insistito per essere pagato in contanti. Poi, purtroppo, è andato a Palma di Maiorca, ed è arrivato pochi giorni dopo a Milano, senza un soldo. Zio Alberto lo ha messo sul primo aereo per tornare a New York. Dopo di questo lo andavo a trovare ovunque viveva, ma era sempre più deprimente e spaventoso. Era immerso in guai finanziari, non aveva un lavoro, e viveva in alberghi molto infimi. Poi, un giorno (1965) ho ricevuto una notizia terribile - mio padre era stato accecato con l’acido. E' stato in ospedale per mesi, ma non potevano aiutarlo. Non c'era niente da fare. Un medico molto gentile, il Dr. Claudio Gerbi, si prese cura di lui. Erano cresciuti sulla stessa strada di Milano ed erano stati alla stessa scuola. Il dottor Gerbi era ebreo, era fuggito dall'Italia prima o all'inizio della guerra, ed era andato in America. Lo abbiamo incontrato per caso ed è stato molto caritatevole e lo ha seguito ... Papà naturalmente non aveva assicurazione medica, ed era in una situazione disastrosa in cui egli non poteva più prendersi cura di se stesso. Dopo di che, è stato inserito nel Welfare, l'aiuto del governo per i poveri che non possono prendersi cura di se stessi, e viveva in una stanza a Brooklyn da solo. E' stato terribile. In qualche modo riusciva a tenersi pulito, è sempre rimasto un gentiluomo, ma le unghie crescevano, il suo letto era grigio di sporco e non ho guardato in bagno. La mamma è andata qualche volta a pulire, ma a mia vergogna, non l'ho mai fatto. Era troppo terribile da vedere. Diventava sempre più vago, parlava per ore di Mozart, e mi chiamava quasi ogni sera, quasi mi faceva impazzire. A volte io non rispondevo al telefono. Quando andavo a trovarlo, gli portavo una bottiglia di whisky, era l'unica cosa che potevamo fare per lui. Era semplicemente incredibilmente doloroso, era troppo orribile, un vero incubo. LB
1968 Luisa si laurea, una laurea formalmente straordinaria perché è presente Richard Nixon per quella della figlia Tricia. Pochi giorni dopo, Luisa parte per Zurigo per sposarsi. Il nostro matrimonio è stato bellissimo, una splendida giornata di sole il 27 giugno 1968. Ma quando siamo tornati a casa dal viaggio di nozze, la mamma mi ha chiamato e mi ha detto che papà era morto. E' stato terribile. Avrebbe potuto essere morto il giorno del nostro matrimonio, … perché è stato trovato un po' di tempo dopo la sua morte, nessuno se n’era accorto e non sappiamo quanto tempo è passato. È stato messo in un obitorio della città e Mario è dovuto andare ad identificarlo. Deve essere stato terribile per lui. LB
Ufficialmente Giorgio Baroni è morto il 27 giugno 1968 a NYC, dove è sepolto in un cimitero di Long Island. Non abbiamo mai scoperto perché mio padre beveva e divenne un alcolizzato. Era molto raro per un italiano. Lui, ovviamente, cominciò a bere quando era molto giovane. Lui stesso ha detto di non sapere perché l'ha fatto, solo che la vita era troppo noiosa ... probabilmente è stato noioso per lui sia perché era vicino ad essere un genio e non riusciva a far fronte con il resto del genere umano, o perché il bere gli faceva vedere la vita in quel modo. Aveva tutto quello che un uomo possa desiderare, è cresciuto in una buona famiglia, aveva abbastanza denaro, una formazione molto buona, i talenti, una bella e amorevole moglie, due bambini sani, e ancora se ne andò e si è distrutto. Recentemente si è scoperto che in famiglia c’è una malattia ereditaria. Si tratta della talassemia. Essa provoca grande stanchezza e spossatezza perché le cellule del sangue devono rinnovarsi continuamente. Mio padre potrebbe averla avuta, e questo può spiegare il fatto che aveva sempre sonno ed era molto stanco. Ciò potrebbe spiegare il desiderio di bere alcolici per combattere la debilitazione. Non ha mai voluto trovare aiuto, per esempio con gli Alcolisti Anonimi o con dottori psichiatrici, rifiutava e riteneva di non averne bisogno. Diceva che con la sua intelligenza avrebbe trovato sempre lavoro e che non aveva problemi. Non pensava mai a noi, non è che non ci volesse bene, anzi sono sicura che ci tenesse, ma era completamente incapace di avere rapporti normali con quelli che amava. Non aveva qualsiasi senso di responsabilità e ha vissuto soltanto per se stesso, senza pensare agli altri. Viveva veramente solo per il suo lavoro che era la sua passione. Peccato che non ha potuto fare di più. Se non avesse bevuto sarebbe stato un genio. LB
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Fonti Abbruciati Andrea, Elisa Mancini Un luogo tra astrazione e paesaggio. Valorizzazione dell’area industriale di Tresigallo Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” - Cesena Alma Mater Studiorum - Università di Bologna relatore Annalisa Trentin correlatore Matteo Agnoletto - Tesi, anno accademico 2007-2008
Garda (a cura di), Curare il moderno. I modi della tecnologia, Marsilio, Venezia 2002, pp. 101-110
Anselmini Ludwing The International Nickel Co. Inc., A New Stainless Steel Bridge Beam Development
Joedicke Jurgen con Walter Bauersfeld e Herbert Kupfer Les structures en voiles et coques Paris : Editions Vincent Freal & Cie. 1962
Iori Tullia, Poretti Sergio a cura di Ingegneria Italiana Rassegna di Architettura e Urbanistica n. 121-122 gen-ago.2007
Architettura -Rivista del sindacato nazionale Fascista Architetti 1936 - XV dicembre fascicolo XII Casa del dirigente dell’opera Balilla a Milano. Arch. Mario Cereghini. Saverio Muratori
Marconi Plinio La casa delle armi al Foro Mussolini in Roma, in «Architettura», 08/1937,
Bologna Alberto Pier Luigi Nervi negli Stati Uniti. 1952-1979 Firenze University Press, 2013
Maurice Victor Le pont Routier Reynolds-Baroni Revue de L’Aluminium, No. 271, December, 1959, pp. 1321-1323.
Bulletin Der Europäischen Gemeinschaft For Kohle Und Stahl Hohe Behörde Fortschritte Im Stahlbauwesen Kongress Über Stahlverwendung In Luxemburg 28.-30. Oktober 1964 Nr. 51 Luxemburg 9. Jahrgang - Nr. 6 1964
Mullanu, Katia, Giorgio Baroni: un pioniere nella costruzione di paraboloidi iperbolici in calcestruzzo armato Ttesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di architettura, Torino, luglio 2004. relatore Prof. Alberto Chiorino
Ferrari Mario Luigi Moretti: Casa delle armi nel Foro Mussolini a Roma, 1933 - 1937 Ilios Editore, 2010
Siwowski Tomasz Drogowe Mosty Aluminiowe - Wczoraj, Dziœ I Jutro ( Aluminum Bridges Road - Ieri, oggi e domani) - DROGI i MOSTY 1/2005 (Strade e ponti 1/2005) - Instytut Badawczy Dróg i Mostów, Warszawa 2005
Grand Duché De Luxembourg Ministere D'état Service Information Et Presse 20' Année BULLETIN DE DOCUMENTATION 31 OCTOBRE 1964 N.11
Sedlacek H. Aluminium fur tragende Konstruktionen in Ingenieurbau. Der Bauingenieur, Jahrgang 42, Heft 4, 117 – 123, Heft 5, 182 – 188, 1967
Greco Claudio Giorgio Baroni. Coperture sottili in forma di paraboloide iperbolico, “AREA”, n.57, Milano Luglio/Agosto 2001
Subodh K. Das - J. Gilbert Kaufman, Aluminum Alloys For Bridges And Bridge Decks In Alluminium Alloys for transportation, packaging. Aerospace, and other application pagg.61-72 TMT (The Minerals Metals & Material Society), 2007
Greco Claudio, Iori Tullia Sperimentazioni autarchiche in Italia per le coperture di grande luce. I casi di Eugenio Miozzi e Giorgio Baroni, in P.G. Bardelli, E. Filippi, E.
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Grazie a: Dr. Alessandro Gilioli Tresigallo (FE)
Tidi (Matilde) Baroni Herndon Nipote di Giorgio Baroni, figlia di Alberto.
Gli uffici anagrafe di Milano, Roma, Montorfano (Co) Gli archivi storici delle universitĂ di Torino, Milano, Bologna e Pisa
Sandra Calabrese Special Collections Assistant for Public Services Department of Rare Books and Special Collections Princeton University Library
Un grazie particolare a Arq. Adriana Guisasola FAUM - UniversitĂ di Mendoza (AR) per il lavoro su Tresigallo
Sharon Siegler, Shelley Drozd Fritz Engineering Laboratory Lehigh University di Bethlehem in Pennsylvania David P. Billington Jr. e suo padre
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Luisa Baroni Wohlgroth – Zurigo CH
Fausto Giovannardi – Italia fausto@giovannardierontini.it 54
Versione del 9 settembre 2015 Giorgio Baroni, ingegnere by Fausto Giovannardi e Luisa Baroni is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Foto copertina: Tresigallo in costruzione controcopertina: La casa al Giglio
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