UNA STAGIONE “BOLLENTE”
ANTONIO PORTACCIO, PRESIDENTE ITALGROBL’estate 2023 sarà ricordata per i forti rincari che hanno toccato un po’ tutti i settori, in particolare quello dell’ospitalità professionale: sensibili gli aumenti per gelati, spritz, hotel, ristoranti, stabilimenti balneari e voli aerei. Uno studio realizzato dal Codacons parla di rincari che vanno dal 15,5% per una birra al 26.8% per un pacchetto vacanza, passando per il 10-15% dei servizi in spiaggia.
Davanti a questi numeri c’è stato il timore di un rallentamento dei consumi favorito anche da una instabilità metereologica che nel bimestre maggio/giugno ha creato non poche difficoltà a tutti gli operatori della filiera.
Tuttavia, il caldo ‘rovente’ di luglio dovrebbe aver favorito una sensibile ripresa dei consumi, anche se non abbiamo ancora i dati finali della stagione per poter fare un bilancio definitivo. Se è vero, però, che maggio e giugno sono stati caratterizzati da una forte instabilità, il mese di luglio ha fatto registrare picchi di temperature mai viste prima. Addirittura, in alcune
città, si sono superati i 45 gradi rendendo necessario da parte dell’Inps (su proposta del Governo) aprire la cassa integrazione ordinaria per aiutare una serie di lavoratori/aziende in difficoltà. Certamente preoccupa questa ‘deriva termica’ causata dall’aumento delle temperature che hanno afflitto soprattutto il Sud Italia, come anche i nubifragi che hanno devastato la parte settentrionale della nostra Penisola.
È importante quindi che le Istituzioni lavorino su quelli che sono i due fronti più caldi da qui ai prossimi anni: clima ed economia. La crescita dei prezzi al consumo, particolarmente forte nell’ultimo anno, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.
È di vitale importanza, anche per la tenuta del nostro comparto, tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, creando le condizioni per un rinnovato clima di fiducia che favorisca la ripresa della domanda nei prossimi mesi, con l’obiettivo di garantire stabilità alle nostre aziende e alle numerose filiere collegate!
IL PUNTO
PRATICHE SLEALI, CONTINUA LA BATTAGLIA DI ITALGROB
Chiamato anche Utp, ossia ‘Unfair Trading Practices’, l’applicazione del Decreto Legislativo 198 del 2021, che disciplina le pratiche sleali nel settore agroalimentare, si sta rivelando complessa soprattutto nel fuori casa, in termini di aspetti contrattuali, fatturazioni e sanzioni. Italgrob è intervenuta più volte con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, per dare sostegno a tutte le imprese associate sollevando non solo una serie di domande e quesiti necessari di chiarimento, ma ponendosi anche come interlocutore attivo con il nuovo Governo. Inoltre, ha messo in campo una serie di strumenti utilissimi ai distributori, realizzati dall’Avv. Francesco Bettagno, referente legale, per aiutare la categoria nell’applicazione del Decreto. In teoria, un’interpretazione letterale del Decreto Legislativo 198/2021 dovrebbe garantire maggiore sicurezza relativamente ai tempi di pagamento, soprattutto in raffronto all’Articolo 62, cioè la norma che in precedenza regolava la materia e che, in media, ha portato a registrare pagamenti a 93 giorni. In realtà, alla luce della complicata situazione economica, i tempi con cui vengono saldati i creditori rischiano di allungarsi nuovamente. E i distributori Horeca devono entrare nell’ottica di adottare una linea comune d’azione. Va ricordato che non rispettare il Decreto Legislativo 198/2021 significa esporsi a pesanti sanzioni, pensate all’origine per la Gdo e non certo per i distributori Horeca, cioè aziende che hanno dimensioni di gran lunga inferiori a quelle dei colossi del retail. La Federazione, tuttavia, sta dando un significativo supporto con vademecum esplicativi, documenti volti
a sciogliere dubbi, modelli contrattuali già strutturati per soddisfare quanto richiesto dal Decreto. Resta peraltro valido il suggerimento di affidarsi a consulenti di fiducia per razionalizzare i diversi processi, nella speranza anche di una certa elasticità da parte delle autorità di controllo. Per sanare le criticità alla base del Decreto Legislativo 198/2021, la Federazione si è mossa anche a livello parlamentare in diverse occasioni. In primis, nel mese di giugno, Italgrob è stata ascoltata in audizione in XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati in merito alla proposta di legge (Atto Camera 851) che mira ad apportare modifiche al Decreto Legislativo 198/2021 in materia di considerazione dei costi di produzione per la fissazione dei prezzi nei contratti di cessione dei prodotti agroalimentari. L’audizione è stata per Italgrob una preziosa occasione per far sentire la propria voce e porre all’attenzione del decisore pubblico le criticità rappresentate dal Decreto Legislativo 198/2021 per l’intera categoria dei distributori di food&beverage. Inoltre, la Federazione ha svolto anche una serie di proficui incontri al Senato della Repubblica in cui è stato affrontato il tema delle disposizioni all’articolo 25 del cd. “DL Salva infrazioni” in materia di modifiche proprio al Decreto Legislativo 198/2021 sulle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare. La questione insomma è ancora calda, ma la Federazione continua la sua battaglia in attesa di portare a casa il risultato migliore per tuttala categoria.
SOMMARIO
01. EDITORIALE
Una stagione “bollente”
03.
06.
IL PUNTO
Pratiche sleali, continua la battaglia di Italgrob
SCENARI/TRADELAB
La sfida delle sfide
14.
MERCATO/ ACQUA MINERALE
Un nuovo inizio
20.
IN VETRINA/AZIENDE
Acqua minerale: i principali brand
24.
SCENARI/ BROWN SPIRITS
Un mercato che punta a crescere
28.
IN VETRINA/AZIENDE
Brown Spirits: i principali brand
32. SCENARI/ DISTILLATI ALCOL FREE
Spirits: senza alcol conviene
36. IN VETRINA/AZIENDE
Alcol free: i principali brand
40. TREND/ESTERO
Restrizioni o meno, cala il consumo di alcol
44. DISTRIBUZIONE/ TECNOLOGIA
L’Horeca alla prova dell’innovazione
50. FOCUS/ RAPPORTO CENSIS
Il fulcro della filiera
54. ITALGROB/SERVIZI
Contratto di agenzia: ecco come redigerlo
60. NORMATIVE/ TECNOLOGIA
Digitale: se non ora, quando?
64. INTERVISTA/ MANAGER
Una sfida vinta
68. CONSORZI/ COOPERATIVA
ITALIANA CATERING
Chi si ferma è perduto!
74. IL GROSSISTA/ ERRE-BI
Voglia di ripartenza
LA SFIDA DELLE SFIDE
Secondo le stime TradeLab, il 2022 si è chiuso con 93 miliardi di euro spesi in consumi food & beverage fuori casa e con una crescita complessiva a valore del +9% rispetto al 2019, percentuale di molto superiore a quella mediamente registrata nel periodo pre-pandemia, dal 2015 al 2019, pari al +3% .
Un anno molto buono, se si considera l’evento dirompente della pandemia e il contesto macroeconomico incerto (si veda Figura 1 ).
Per il 2023 TradeLab prevede un ulteriore balzo in avanti del mercato (complice ancora un buon livello di inflazione) a 100 miliardi (stima su base dati del monitoraggio continuativo TradeLab “ AFH Consumer Tracking” ).
REALIZZATO DALL’INGROSSO
A CURA DI ANGELA BORGHI
Due i fattori a sostegno di tale crescita del comparto. In primo luogo, si confermano la resilienza e la rigidità dei
consumi fuori casa degli italiani Nonostante i rincari, i consumatori - in particolare i giovani - continuano a voler spendere nei canali Away From Home (bar, ristoranti, catene, …). Il desiderio di consumare fuori casa è sempre più espressione delle nostre abitudini, stili di vita e della nostra voglia di socialità.
Andamento consumi complessivi fuori casa (Italiani + Stranieri); valori in mld di euro
In secondo luogo, i turisti stranieri stanno tornando a visitare il nostro Paese con livelli di presenza anche superiori a quelli del pre-pandemia. Le previsioni parlano di un turismo straniero tornato a pesare il 10% dei consumi fuori casa (stima TradeLab: oltre 10 miliardi di euro nel 2023). Se è vero che “il buongiorno si vede dal mattino”, allora non possiamo non menzionare l’ottima partenza d’anno del mercato Away From Home, che nel primo semestre di quest’anno ha già fatto registrare una crescita a valore superiore al +10% rispetto allo stesso periodo del 2022.
RIPARTE IL MERCATO MA LA FILIERA RESTA
LUNGA
La pandemia e le recenti crisi (rialzo costi materie prime, inflazione, crisi climatiche, …) hanno pesato molto sul fuori casa e hanno innescato tutta una serie di cambiamenti, più o meno attesi, lasciando alcune eredità importanti, come nuove dinamiche della domanda dei consumi e l’avvio/consolidamento di processi di innovazione e digitalizzazione del comparto.
Neppure la pandemia, però, è riuscita a scardinare la struttura e le peculiarità del trade AFH: tantissimi punti di consumo
indipendenti (340.000) e ancora relativamente poche catene (Fonte: TradeLab-Noovle Piattaforma di Geomarketing «OnTheMap Geo AFH» (si veda Figura 2 ).
Un mercato che resta, dunque, ancora molto articolato e frammentato e nel quale rimane centrale il presidio dell’ultimo miglio operato attraverso partnership con la Distribuzione Intermedia, in primis con il Canale Ingrosso.
Fonte: Elaborazioni TradeLab su dati Istat e Camera di Commercio; dal 2020 dati derivanti dalla Piattaforma di Geomarketing TradeLab-Noovle «OnTheMap Geo AFH»
RESTA ELEVATO IL LIVELLO DI FRAMMENTAZIONE DEI GROSSISTI
Nonostante una spinta alla razionalizzazione della numerica degli operatori, già in atto dal pre-pandemia, la rete dei grossisti food & beverage resta estesa.
Tuttavia, dal 2011 a oggi, ben 1.500 attività sono state chiuse/assorbite, circa 550 delle quali negli ultimi cinque anni, con tassi di cessazione equiparabili a quelli registrati nel periodo pre-covid (si veda Figura 3 ).
Malgrado ciò, il numero dei grossisti food & beverage attivi in Italia resta alto.
…con tassi di cessazione equiparabili a quelli registrati nel periodo pre-covid
A fine 2022 il settore, infatti, conta 3.400 realtà ma resta ancora molto frammentato, con il 72% delle Aziende che fattura meno di 2,5 milioni di euro.
In particolare, sono 1.900 i Distributori di trattanti bevande - grandi operatori nazionali, consorziati e indipendenti - operativi sul territorio italiano.
IMPORTANTE MOTORE DELLA RIPRESA
Nel 2022 oltre la metà (56%) degli acquisti food & beverage effettuati da parte degli operatori del canale Away From Home sono transitati proprio attraverso il Canale Ingrosso (stima TradeLab), per un valore totale di 15 miliardi di euro. All’interno di tale panorama, un ruolo chiave è stato rivestito dai grossisti trattanti bevande, che hanno generato circa un terzo del totale del fatturato ingrosso, pari a oltre 4 miliardi di euro.
LE PECULIARITÀ DEL CANALE AFH
Tre le caratteristiche principali del canale ingrosso italiano (Fonte: Analisi TradeLab “Linea Gross 2022/2023” ) che ne caratterizzano struttura ed evoluzione:
• concentrazione del valore;
• elevata specializzazione;
• forte ruolo dei Consorzi. Primo elemento da considerare : la forte concentrazione del mercato ingrosso che, nonostante l’elevata resilienza dei piccoli operatori, vede ancora il 62% del valore ingrosso bevande concentrato nelle mani del 15% degli operatori di maggiori dimensioni con un fatturato medio superiore ai 5 milioni. Sarà sempre più fondamentale, dunque, per le Aziende
Levico Acque presenta la nuova limited edition
Climate Positive per la ristorazione, dedicata all'amore per il nostro pianeta
Levico Acque, dal 2020 la prima Società benefit nel settore delle acque minerali, dal 2079 è diventata Climate Positive, grazie ad un intenso programma pluriennale di riforestazione in grado di rimuovere dall'atmosfera fino al 110% della C02 emessa nel suo ciclo produttivo, come documentato ® dalla dichiarazione EPD e dalla certificazione
Fsc ® - Forest Council Stewardship. Per valorizzare ulteriormente questo risultato e coinvolgere sempre
di più i distributori e gli operatori del settore Horeca, Levico Acque ha deciso di dare ulteriore visibilità al messaggio Cli mate Positive con una nuova livrea in edizione limitata per l a bottiglia da 7/10 in vetro a rendere, naturale e frizzante. L'immagine, un mondo a forma di cuore, parla della cura e dell'amore verso il nostro pianeta. un tema che a Levico sta particolrmente caro, e che desidera arrivi sulle tavole di tutti i consumatori. Grazie a voi, di cuore.
Beverage la selezione degli operatori chiave cui dedicare progetti di Route-to-Market. Secondo elemento che caratterizza il comparto: l’elevato grado di specializzazione degli operatori.
Sul totale dei 1.900 distributori trattanti bevande, 1.300 imprese (pari all’82%) sono “Specializzati Drink” e sviluppano un fatturato medio di 2,6 milioni di Euro.
Fondamentale, dunque, intercettare questi operatori per lavorare in modo mirato sul canale
Fatturato medio Associati Bevande: 3,5 mio Euro Fatturato medio NON associati Bevande: 1,9 mio Euro
Horeca e Superhoreca. Un aiuto in questo senso arriva dall’analisi “Linea Gross 2022/2023” di TradeLab che censisce in modo puntuale gli operatori attivi e li classifica in base alla specializzazione merceologica
(Beverage, Food Fresco/ Gelo/Secco e Sweet) e alla strategicità per il comparto ( Alto strategici, Complementari e Marginali ), misurando quindi la capacità che ogni operatore ha di contribuire allo sviluppo del fatturato della specifica categoria.
Terzo elemento: il forte ruolo giocato dai
Consorzi in ambito Beverage (si veda Figura 4).
Quasi due terzi dei grossisti drink (il 60%, a fronte di una media nazionale del comparto ingrosso del 37%), fanno parte di Consorzi/Grandi realtà Distributive nazionali.
Con un fatturato medio di 3,5 milioni di euro (rispetto ai 1,9 milioni di media degli operatori indipendenti non appartenenti a Consorzi/Gruppi) concentrano tre quarti del valore del comparto Drink.
Tale elemento ci parla di un settore organizzato e dunque della possibilità di attuare strategie di Route-to-Market Beverage, oltre che ad hoc, centralizzate e quindi ottimizzate e coordinate, grazie alla presenza di un Consorzio che funge da guida e da Centrale.
GROSSISTI DRINK:
QUALI NUOVE SFIDE?
Due i grandi obiettivi per il futuro del settore, già in parte in auge prima della pandemia, che attendono il canale
dell’Ingrosso Beverage italiano, oltre che il mercato AFH nel suo complesso:
1) la Digitalizzazione
2) la Sostenibilità
Due sfide con la “S” maiuscola che possono essere definite come “trasformative”, proprio per la loro valenza di cambiamento profondo delle regole del gioco nel lungo termine e che, una volta superate, segneranno un passaggio epocale: concettuale, tecnologico, culturale.
Due obiettivi che, probabilmente nei fatti, determineranno un ulteriore assottigliamento della “pancia” del mercato, indebolendo ulteriormente a valle i grossisti più tradizionali (favorendo cioè la cessazione o acquisizione di tutti quegli operatori che non saranno in grado di adeguarsi), e rafforzando a monte i grossisti più evoluti in grado di introdurre nuove competenze e nuove modalità di gestione.
A queste due importanti sfide intrinseche all’evoluzione del modo di fare business oggi in atto, si aggiunge post-covid anche una maggiore premiumizzazione del nostro mercato Horeca.
In questo nuovo scenario, a fronte di consumatori maggiormente alla ricerca di esperienze di valore, e di gestori maggiormente orientati a un’offerta di qualità che sia riconoscibile per i clienti e differenziante (in termini di competition), sempre più ai grossisti, sia food sia drink, sarà richiesto di saper offrire valore aggiunto: consulenza, servizio e benefici distintivi.
MERCATO/ACQUA MINERALE
UN NUOVO INIZIO
LA CATEGORIA REGINA DEL BEVERAGE SI È FINALMENTE LIBERATA
DELLA PESANTE EREDITÀ DEL COVID E PROCEDE VERSO
LA NORMALIZZAZIONE. METEO PERMETTENDO
DI GUIDO CHIUSANO
Un’ombra in meno, qualche incognita in più. Nel 2023 il mercato dell’acqua minerale si è finalmente liberato dell’eredità della pandemia anche sotto il profilo della controcifra. Le prime evidenze sull’andamento dell’anno, frutto delle rilevazioni effettuate da Circana, vanno infatti lette guardando ai dati del 2022, cioè un periodo in cui erano già sparite le
tante turbolenze create dal Covid-19, che nel biennio precedente avevano pesantemente condizionato le performance del fuori casa. “Anche l’inflazione media registrata nel primo quadrimestre del 2023 è su livelli paragonabili a quelli del 2022 – afferma Mario Carbone, Account Director di Circana – tenuto conto che lo scorso anno la pressione sui prezzi era emersa a partire da febbraio. C’è però un’altra variabile esogena che impedisce di emettere giudizi
definitivi: il meteo”. Al momento di mandare in stampa questo numero di GBI, le analisi di Circana si fermano al primo quadrimestre 2023 e raccontano un trend molto positivo che difficilmente però sarà stato confermato nelle settimane seguenti, a causa delle perturbazioni climatiche succedutesi nella tarda primavera. “Le temperature di maggio a e giugno sono state tra i tre e i cinque gradi più basse rispetto a quelle registrate negli stessi mesi
del 2022 – fa notare Carbone –. D’altra parte, sempre mel primo quadrimestre, non si sono manifestati fenomeni quali le difficoltà nell’approvvigionamento di anidride carbonica, di vetro e nemmeno le rotture di stock che lo scorso anno avevano scandito i periodi di massima stagionalità. Nell’insieme il mercato dell’acqua minerale va verso una sorta di normalizzazione, ma come sempre le somme potremo tirarle solo in autunno”.
RISTORAZIONE IN PRIMA FILA
Fatta questa premessa, quali sono le tendenze di fondo ravvisabili in una merceologia prioritaria per i distributori Horeca?
Il primo aspetto interessante è che la categoria tiene il passo del canale, con circa +18,3% a volume e +31,5% a valore. L’avvio è stato molto positivo, anche se il primo quadrimestre non è alto vendente e dunque le sorti dell’anno si giocano più avanti. “Focalizzando l’attenzione sui segmenti – riprende Carbone – si conferma la polarizzazione tra naturale e gassata, con l’effervescente naturale che ha un suo spazio in determinate aree, cioè Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e il Catanese. Quanto alla leggermente frizzante è una nicchia, con un andamento a volume abbastanza stabile. La ristorazione fa segnare il maggiore incremento nelle vendite: +25,6% a volume, rispetto al +21,8% del bar diurno o al +19,5% delle pizzerie. Indubbiamente la ripresa del turismo, l’ampliamento dei dehors e in
generale la propensione al consumo degli italiani si riflettono positivamente sulle performance della ristorazione, ma la crescita citata in precedenza deriva anche dal fatto che i grossisti spingono maggiormente sul canale perché garantisce una marginalità superiore rispetto per esempio al bar diurno, dove la categoria acqua minerale ha un ruolo di servizio. Stringere una relazione commerciale con un ristoratore fornendogli l’acqua dà l’opportunità di presentargli altre bevande più remunerative, a cominciare dal vino. Nel sell in alla ristorazione il prezzo medio al litro è di 0,56 euro, contro 0,41 euro per le vendite al bar diurno. Quei 15 centesimi in più sono dovuti principalmente a un diverso mix di prodotto, sintetizzabile nella maggiore incidenza del formato in vetro nella ristorazione, mentre nel bar diurno è la bottiglia in plastica a prevalere”.
I RAPPORTI DI FORZA NEI FORMATI
In termini assortimentali non ci sono variazioni di rilievo: il numero medio di referenze vendute settimanalmente
dai distributori Horeca (83,7) è stabile e lo stesso accade scendendo nel dettaglio dei singoli canali e dei segmenti. “Spostando il focus sulle confezioni – dichiara l’Account Director di Circana – ritroviamo una netta polarizzazione tra plastica e vetro, mentre la lattina e la bottiglia in PET Pull & Push hanno un’incidenza inferiore al punto percentuale. Semplificando, possiamo dire che nei valori complessivamente venduti dai grossisti, vetro e plastica pesano circa il 50% ciascuno. Se però guardiamo al sell in effettuato nella ristorazione, il vetro rappresenta il 75% dei volumi contro il 25% della plastica. Nel bar diurno i rapporti di forza si invertono, con oltre il 70% che è appannaggio della plastica”. Il vetro, poi, ha un prezzo medio al litro praticamente doppio rispetto alla plastica: 0,59 euro contro 0,32 euro. Restando sul tema prezzo, l’incremento è stato pari al +11,1% rispetto all’analogo periodo del 2022.
“La crescita di prezzo fatta segnare
ACQUA MINERALE, LE VENDITE DEI GROSSISTI
dai distributori Horeca nell’acqua minerale è perfettamente allineata con quella che abbiamo rilevato in Gdo – precisa Carbone –. Gli aumenti di costo del packaging vanno inevitabilmente trasferiti a valle, con il vetro che ha visto un incremento di prezzo del +13%, quindi superiore al +9,8% della plastica”.
Dai numeri di Circana non sembrano insomma emergere fenomeni speculativi, anche perché per i grossisti beverage l’acqua resta un’importantissima categoria di servizio: “Il loro punto di forza rispetto alla Gdo – sottolinea Carbone – è la capacità di fare consegne frequenti, persino più volte al giorno. E questo nel periodo estivo è fondamentale per i pubblici esercizi che non dispongono di un magazzino abbastanza ampio da poter ospitare ingenti scorte di acqua”.
VETRO, IL LITRO PERDE QUOTA
A fornire numerosi spunti è l’approfondimento fatto da Circana sui quattro principali formati in vetro: 500 ml, 700 ml, 750 ml, 1.000 ml. Calcolando nel 51,1% la quota a valore appannaggio
del vetro, il 750 ml si ritaglia la fetta maggiore (28,9%) mentre il quasi gemello da 700 ml rappresenta una nicchia (1,4%). Entrambi crescono – rispettivamente +4,6% e +24,6% – così come il mezzo litro, che pesa per il 5,8%, sale dell’1,1% e ha una penetrazione maggiore nelle pizzerie e, in misura minore, nei bar diurni. A perdere terreno in maniera consistente è la bottiglia da un litro, che ha una quota dell’11,8% e sconta una flessione analoga (-11,8%). A volume lo scenario cambia parzialmente, ma la sostanza resta la stessa.
“I formati da 750 e 700 ml probabilmente sono favoriti da un costo unitario leggermente più basso – riflette
Carbone – che consente in pratica al gestore del punto di consumo di pagare meno ogni cassa. Inoltre, c’è un altro aspetto non trascurabile e di valenza più commerciale: nella ristorazione i formati leggermente più piccoli, come appunto il 700 o il 750 ml, favoriscono l’acquisto della seconda bottiglia da parte dell’avventore , cosa di sicuro assai meno frequente con il formato da litro”.
Concludiamo riparlando di quella tragica ombra – la pandemia – finalmente fugata. Persino un evento tanto catastrofico lascia un elemento positivo: la consapevolezza di poter superare tutte le difficoltà, comprese quelle (imprevedibili) generate dal meteo, vero kingmaker in categorie come l’acqua minerale.
“ Dopo il Covid – osserva Mario Carbone – non credo che variabili come gli eventi atmosferici avversi possano spaventare più di tanto. Resilienza è un termine entrato nel linguaggio comune, ma nel caso della filiera Horeca è anche un’evidenza consolidata”.
IL PIACERE È SERVITO.
Effervescente naturale
Acqua di Nepi, con il suo basso residuo fisso e un mix equilibrato di minerali, è una delle più leggere tra le acque effervescenti naturali. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza e dona piacere con il suo gusto soave.
Il
che fa bene
LA BELLEZZA RENDE
IN VETRINA/ACQUE
SPAREA
L’incontro speciale tra la sorgente Sparea e la pietra di Luserna dà vita a un’acqua pura e leggera. Un’icona di stile ed eleganza resa ancora più preziosa grazie alla linea Splendida, disponibile nei formati da 0.75 lt e 0.50 lt La bottiglia è in vetro bianco e trasparente ed è impreziosita da un sigillo che si ripete 3 volte attorno al collo; l’etichetta, posizionata nella parte bassa, sottolinea la purezza dell’acqua. Il tappo a vite declinato nei colori oro e argento riprende il decoro presente in etichetta per differenziare le referenze frizzante e naturale. Con un residuo fisso di soli 23,8 mg/l è considerata un’acqua estremamente leggera ed anche una tra le più povere di sodio grazie al suo valore di 1,2 mg/l.
www.acquasparea.com
ACQUA DI NEPI
Acqua di Nepi è una delle più leggere tra le acque effervescenti naturali, grazie al suo residuo fisso tra i più bassi della categoria. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza (caratteristica riconosciuta dal Ministero), mentre il suo mix equilibrato di preziosi sali minerali dona piacere, conferendole un gusto soave e inconfondibile. Acqua di Nepi è disponibile nei formati in vetro da 0.50l, 0.75l, 1l e nel nuovo formato da 1l Tower dedicati alla ristorazione e nei formati da 0.50l e 1.5l in PET. www.acquadinepi.it
SAN BENEDETTO
L’acqua San Benedetto Millenium Water ha origine da una falda acquifera millenaria, situata a 236 metri di profondità con un valore di nitrati inferiore allo 0,0001%, arriva sulle tavole più esclusive per accompagnare ed esaltare al massimo le proposte dei grandi maestri della cucina italiana. Disponibile nei gusti naturale e frizzante, in vetro nei formati da 0,65l e 0,33l e in PET da 0,40l e 0,25l, si può trovare anche nelle innovative, pratiche ed eleganti lattine da 0,33l. www.sanbenedetto.it
S.BERNARDO
S.Bernardo presenta Ely – naturale e frizzante –: una bottiglia 100% di plastica riciclata e riciclabile dalla forma elicoidale, con le gocce disposte nel rapporto aureo e prodotta nello stabilimento di Garessio che funziona a energia eolica, naturale e pulita. Un packaging che si inserisce nella progettualità che l’azienda persegue a favore della sostenibilità. Le fonti S.Bernardo hanno origine nelle Alpi Marittime, a un’altezza di 1.300 m, in un ambiente incontaminato. Conosciuta sin dal 1926 per la sua leggerezza e per le eccellenti caratteristiche organolettiche, dagli anni Novanta S.Bernardo è anche espressione del design italiano, grazie alla sua inconfondibile bottiglia “Gocce”, disegnata da Giorgetto Giugiaro. www.sanbernardo.it
LURISIA PREMIUM BEVERAGES
L’acqua Bolle Stille – frizzante e naturale – ha un gusto neutro per la minima quantità di minerali presenti. Una linea dedicata alla ristorazione, perfetta per accompagnare un pasto elegante. La raffinata bottiglia prodotta da Verallia ricorda la lanterna del minatore che, nel 1918, scoprì la fonte, ed è perfetta per le tavole più prestigiose al mondo. L’acqua Bolle Stille racchiusa nell’esclusiva bottiglia Winner, firmata da Sottsass Associati, Guzzini e Verallia è leggera ed è tra le acque con minor residuo fisso d’Italia, perfette per le diete povere di sodio.
www.lurisia.it
ACQUA PLOSE
Acqua Plose vanta caratteristiche eccellenti già dalla sua fonte a 1.870 metri sul Monte Plose, in Alto Adige, presso il parco naturale Puez. Ha un residuo fisso di soli 22 mg/l, 10 mg/L di ossigeno e durezza bassissima (1,1 F). Fonte Plose imbottiglia esclusivamente in vetro, il miglior contenitore per esaltare il gusto e la purezza dell’acqua, igienico e sostenibile. Acqua Plose è ideale per accompagnare i pasti e valorizzare i vini: sono molti infatti i ristoranti, bar e pasticcerie che scelgono Acqua Plose proponendola nelle versioni Gourmet (VAR) o Luxury (VAP), disponibili nei formati da 25, 50 e 75cl, liscia e frizzante www.acquaplose.com
FONTE MARGHERITA 1845
L’acqua minerale Fonte Margherita 1845 nasce nel cuore delle Piccole Dolomiti, nelle valli del Pasubio. Con un residuo fisso di 102 mg/l, grazie al sapore neutro che la caratterizza, esalta il gusto dei cibi e dei piatti a cui si accompagna.
Fonte Margherita 1845 è tra le acque preferite dai ristoratori non solo per le sue qualità ma anche per la bottiglia, ispirata a quelle del passato: un design originale degli anni Sessanta rivisitato in chiave contemporanea. Disponibile in vetro da 80cl, 44cl, 27,5cl e nel brick eco-friendly interamente riciclabile da 50cl www.fontemargherita.com
MANIVA
Smile-Box Maniva pH8 è l’Acqua
Minerale alcalina Maniva nei formati da 50 e 100cl in brick di Tetra Pak. Il nuovo pack, pienamente riciclabile, esprime valori che da sempre fanno parte della mission Maniva: benessere e sostenibilità. L’Acqua alcalina Maniva, che piace tanto alle cellule del corpo, incontra la protezione speciale del box realizzato con carta certificata
FSC®, mentre il tappo deriva dalla canna da zucchero.
Un packaging sostenibile che assicura protezione dalla luce e calore esterno e garantisce la purezza originaria dell’Acqua Maniva ph8 grazie all’esclusivo confezionamento asettico.
www.maniva.it
ACQUA DOLOMIA
Dolomia Exclusive – vincitrice del Superior Taste Award 2023 – si distingue per l’alta concentrazione di ossigeno naturalmente disciolto (10.7 mg/L), è un’acqua oligominerale fra le più leggere con residuo fisso 118 mg/L ed è l’acqua minerale con il più basso contenuto di sodio a livello europeo. Dolomia Exclusive, naturale e frizzante, è un’acqua dal gusto naturale, pulito e delicato, perfetta per essere messa in tavola perché capace di esaltare il connubio con cibo e vino. Elegante e raffinata nel design della bottiglia in vetro, si può trovare in diversi formati: 0.75l, ideale per la ristorazione, 0.50l per la fascia alta dell’Horeca e 0.33l dedicata al settore dell’ospitalità.
www.acquadolomia.it
SCENARI/BROWN SPIRITS
IN
PIÙ PREPOTENTE NEL CANALE MIXABILITY
er gli operatori che operano in un settore complesso come quello dell’Horeca due sono le variabili che si tendono a monitorare con una certa attenzione: i numeri e il meteo.Ebbene, quello che sappiamo è che i mesi di maggio e giugno hanno ‘regalato’ non poche difficoltà a tutti gli operatori della filiera. E, in attesa che vengano elaborati i dati della stagione estiva, analizziamo i numeri della chiusura del primo semestre 2023 attraverso il Mindforhoreca, lo strumento di rilevazione sistematica del mercato di Formind. Il comparto beverage a giugno 2023 ha fatto registrare un trend progressivo di +3,7% vs i volumi 2022; confrontandoci con lo stesso dato 2019, registriamo circa un -4% sui volumi progressivi. Più nel dettaglio, vediamo un mercato molto positivo per le categorie aperitivi (trainati dagli aperitivi litro), per gli spirits ed energy drink.
Siamo molto vicini a recuperare i volumi storici pre-pandemia, anche se maggio e giugno non hanno portato una ripresa completa dei consumi come sperato, soprattutto considerando che maggio 2022 aveva anticipato la stagione estiva ‘regalando’ molte giornate di sole che avevano contribuito a generare un elevato volume di consumi fuori scala. Per giugno 2023 lo scenario previsto era ben diverso: la discontinuità dei consumi, complice un clima sfavorevole che ha coinvolto l’intera Penisola, ha fatto registrare una negatività per la performance del mese rispetto al dato storico giugno 2022 di circa -6%.
Positivo, tuttavia, l’andamento degli arrivi turistici: nel mese di maggio 2023 è stato registrato un numero di presenze straniere superiore a quelle del 2019; dall’inizio della pandemia, è stato il primo mese in cui il trend delle presenze è stato positivo rispetto al 2019. Questo fattore ci fa ben sperare per i dati relativi all’andamento turistico estivo 2023 che ha visto anche una maggior presenza di italiani sul territorio nazionale - dato l’elevato costo dei voli aerei per le mete estere – e che ha portato a performance superiori a quelle previste. Attraverso il Formind Observatory Consumer AFH Channel (piattaforma di rilevazione continuativa dell’atteggiamento e della spesa del consumatore sul canale in ciascun momento di consumo), nel semestre continua a essere positiva la numerica di consumatori che frequenta il canale, soprattutto nei momenti di aperitivo serale, cena e dopocena, con un forte recupero di atti di consumo nel momento del pranzo, data la flessione dello smart working, e nel dopocena, momento preferito da alcuni avventori soprattutto per la sua componente edonistica.
FOCUS ON: SPIRITS AMBRATI
Una panoramica generale a più ampio raggio vede il mercato degli spirits per il canale Horeca essere trascinato dalle perfomance
degli alcolici da mixology. Se i white spirits contribuiscono più che positivamente all’andamento totale della categoria, in particolare per il fenomeno del gin che continua a portare a casa numeri molto alti per questo primo semestre 2023, diverso è invece l’andamento dei brown spirits che registrano una flessione vs 2022. Se confrontiamo il dato con il 2019, notiamo un consumatore italiano propenso al consumo di rum e whisky che registrano buoni trend di crescita vs 2019 ; sempre positivo anche il trend delle grappe , a cui il consumatore italiano è molto affezionato, e infine troviamo i brandy con un dato a volume allineato allo storico 2019. Tutto il comparto degli spirits ambrati ha un ottimo potenziale di crescita, lo si evince dai risultati del whisky, ma anche le altre categorie possono avvicinarsi maggiormente al consumatore italiano, esattamente come è accaduto per il segmento white.
PROSSIMO SCENARIO: UN LENTO RECUPERO
I dati di consumo per l’estate 2023 ci fanno pensare che non si raggiungeranno ancora i volumi storici del 2019. Questo considerando un primo trimestre 2023 che ha chiuso in negativo a causa del meteo, ma anche di un mercato di fatto influenzato da dinamiche completamente assenti nel dato storico, come lo smart working che ha influito negativamente sulla pausa pranzo; tuttavia, i volumi probabilmente saranno recuperati - lentamente - in altri momenti di consumo. Il dato positivo è che, con l’arrivo delle correnti africane e l’esplosione di un clima torrido nei mesi estivi, sia l’industria che la distribuzione sono state pronte ad affrontare i picchi di richieste del mercato.
CAPOLAVORO
Capo Tonic
Negroni del Capo
IN VETRINA/ BROWN SPIRITS
ILLVA SARONNO
The Busker è la linea di Irish Whiskey prodotta a Royal Oak, la distilleria del XVIII secolo nella Contea irlandese di Carlow, dal 2019 di proprietà di Illva Saronno Holding. The Busker comprende la “The Busker Single Collection”, rappresentata dai tre tradizionali whiskey Irlandesi (Single Grain, Single Pot Still e Single Malt) ai quali si aggiunge la quarta referenza, The Busker Triple Cask Triple Smooth, il blend dei 3 Single. The Busker Single Grain ha note di vaniglia e gusto morbido, invecchiato in botti di bourbon e di Marsala; The Busker Single Malt ha sentori di mela e banana, pino e sambuco e matura in botti bourbon e sherry; The Busker Pot Still con note di fiori bianchi e chiodi di garofano, invecchia in botti di bourbon e sherry. The Busker Triple Cask Triple Smooth è un blend con note tropicali e di vaniglia e matura in botti di Marsala, bourbon e sherry. Disponibili in bottiglie da 70cl www.thebusker.com www.illva.com
MARZADRO
Marzadro arricchisce l’intramontabile Diciotto Lune aggiungendo alla classica versione tre referenze in edizione speciale: la Riserva Botte Porto, la Riserva Botte Rum e la Riserva Botte Whisky. Un ulteriore invecchiamento che segue i 18 mesi passati in legni diversi. Con i loro 42%vol. si caratterizzano, rispettivamente, per profumi fruttati e gusto armonico la Riserva Porto, per sentori speziati, fruttati e sapore avvolgente la Riserva Rum, per sensazioni tornate e sapore persistente e rotondo la Riserva Whisky. Sono tutte disponibili nei formati da 70, 50, 20 e 5cl www.marzadro.it
MERCANTI DI SPIRITS
Ron Relicario Dominicano Peated Finish è un prodotto esclusivo che ha come base il Relicario Superior prodotto a San Pedro de Macorís da una combinazione di due rum dominicani invecchiati rispettivamente 5 anni e 10 anni. Seguono altri 6 mesi di invecchiamento in botti di rovere americano da 250 litri che contenevano un pregiato Whisky Torbato Single
MEREGALLI SPIRITS
Malt. Il legno di queste botti è pregno dei sentori tipici dei whisky torbati che si ‘spostano’ naturalmente al rum che matura al loro interno. Sentori di zucchero, di vaniglia e di melassa si combinano ai sentori affumicati di torba e alle sfumature di malto e di frutta secca. Gradazione di 40%vol. Disponibile in bottiglie da 70cl.
www.mercantidispirits.com
Yellowstone Kentucky Straight Bourbon Whiskey- il nome deriva dall’omonimo National Park - è uno dei più antichi marchi di Bourbon Whiskey, disponibile in quantità limitata e che dal 1872 non ha mai cessato la produzione. Con una gradazione di 46,5%vol, invecchia da 4 a 7 anni in botti di quercia americana. Il colore è giallo ambrato, i profumi sono di spezie, cuoio e accenni di frutti rossi; al palato è intenso e rotondo con una gradevole nota di caramello affumicato e un ritorno della sensazione speziata sul finale. Inimitabile bevuto liscio, si presta alla perfezione anche per la mixology. Formato da 0,70l www.limestonebranch.com | www.meregalli.com
SILVIO CARTA
Pigskin è un gin morbido e invitante. Si tratta di un aged gin, un distillato che nasce da botaniche quali ginepro, salvia, scorza di limone, timo, finocchietto, mirto… per poi forgiarsi in botti di castagno sardo centenarie che per decenni sono state dimora del vino Vernaccia di Oristano. Il nome deriva da un incontro ravvicinato e curioso con alcuni cinghiali durante la raccolta delle botaniche. I cinghiali anziché fuggire alla presenza dell’uomo, sono rimasti nelle vicinanze a curiosare, così Elio Carta ha voluto rendere omaggio a questo impavido animale con un distillato altrettanto indomito. Perfetto per un Gin & Tonic all’italiana, ha profumi intensi di macchia mediterranea e toni dolci di vaniglia; al palato i 40%vol. sono bilanciati e lo rendono caldo e rotondo, arricchito da un finale di note tostate. Disponibile in bottiglie da 70cl www.silviocarta.it
TOSO
Nurin Riserva del Fondatore racchiude l’eccellenza dell’Amaro Toccasana all’ennesima potenza, è un liquore morbido ed elegante, con uno splendido colore ramato da grande distillato, ottenuto grazie all’affinamento di almeno
30 mesi in botti di rovere dell’infuso di 37 erbe. Caratterizzato dalle piacevoli note delle erbe è arricchito da un finale amaricante e persistente. Da servire a temperatura ambiente in un ballon, è perfetto per accompagnare un fine pasto o per essere bevuto come liquore da meditazione. Gradazione 30%vol, disponibile in bottiglie da 1 litro www.toso.it
www.toccasanaamaro.it
OPIFICIO FRED
Gin Rum & Vermut Double Finish Cask Fred Jerbis nasce da 3 metodi estrattivi e
GRUPPO CAFFO
Prodotto in quantità limitata, il Vecchio Amaro del Capo Riserva del Centenario – nato per celebrare i 100 anni della Distilleria Caffo – è prodotto con erbe, fiori, frutti calabresi infusi e pregiate partite di acquaviti di vino invecchiate a lungo in botti di rovere di Slavonia. Elegante e intenso, va bevuto a temperatura ambiente; ben bilanciati i 37,5%vol., è disponibile in formato da 70cl.
Dalla Distilleria Mangilli – proprietà del Gruppo Caffo – la Grappa Friulana Stravecchia Mitica, nata dalla selezione di vinacce di Cabernet, Merlot, Refosco, Pinot Grigio, Sauvignon e Friulano.
un affinamento in barrique di rum delle Barbados e barrique di ciliegio di Vermuth di Schioppetino. Da questi elementi e dalle 7 botaniche di origine italiane ne deriva un Gin ambrato e dai profumi intensi, al palato si percepisce la struttura intensa e gli aromi dati dall’affinamento chiudendo con note fresche di arancia, il tutto ben bilanciato nei 40 gradi alcolici. Disponibile in bottiglie di vetro da 70cl si consiglia di gustarlo liscio.
www.opificiofred.com
www.caffo.com
L’invecchiamento per oltre 18 mesi in piccole botti di rovere di Slavonia regala un gusto intenso, avvolgente e ricco di aromi. Da bere liscia oppure da provare per la creazione di originali cocktail.
Grado alcolico 50%vol., disponibile in bottiglie da 70cl.
www.vecchioamarodelcapo.com
www.mangilli.it
ROTEGLIA 1848
Anche liquori più tradizionali possono affinare ed evolvere in botte per elevare il proprio carattere. È il caso del Nocino Riserva Roteglia 1848 che, nella versione Arte, affina per oltre 12 mesi in quella che apparentemente è una batteria di botti per l’aceto balsamico. Roteglia 1848 realizza un liquore speciale, frutto della macerazione dei malli di noce, per oltre un anno, in alcol da grano duro. L’estrazione dà vita a un infuso scuro con aromi vegetali. Il passaggio di oltre un anno in 5 botticelle di legni diversi e diverse dimensioni, ammorbidisce e arricchisce il liquore di aromi vanigliati, tostati, di caffè e cioccolato. Prodotto in tiratura limitata, fa parte della collezione ‘Nocino Riserva Arte’ per la quale, ogni anno, l’etichetta è realizzata da un artista. Disponibile in bottiglie da 70cl. www.roteglia1848.it
DIAGEO
La Armonía, a edizione limitata, racconta l’artigianalità e il percorso di rum Zacapa e delle botti nelle quali il distillato invecchia a 2.300mt di altitudine. La Armonía è la terza preziosa referenza della Heavenly Cask Collection, la serie speciale di 4 blend raffinati ed esclusivi. La Armonía è dedicata alle botti di Zacapa che hanno custodito Sherry Oloroso e il risultato è un rum avvolgente, dal finale sontuoso e setoso, anticipato da note di bacche caramellate, ciliegia, noci pecan e nocciole. Gradazione alcolica 40%vol, disponibile in bottiglie da 70cl.
www.zacaparum.com
www.diageo.com
BRANCA
Gusto avvolgente e caldo, arricchito da note legnose, di vaniglia e di frutta secca. Sono solo alcune delle caratteristiche dello Stravecchio Branca, il celebre brandy di Fratelli Branca Distillerie. Nasce da una miscela equilibrata di acquaviti ottenute
dalla distillazione di vini italiani di qualità. In una prima fase maturano in botti di rovere, successivamente passano all’interno della ‘Badessa’, la botte madre, dove tutte le componenti si amalgamano con armonia. A questo punto si aggiungono acquaviti invecchiate
RINALDI 1957
Arran Single Malt Reserve è uno dei marchi che, da diverso tempo, si contraddistingue per una crescente domanda di mercato. La distilleria, con sede a
Lochranza, è stata fondata nel 1995. Oggi la Arran, pur essendo una tra le più piccole di Scozia, conta oltre 60.000 visitatori annuali. Single Malt non torbato invecchia per circa 7 anni in sole botti ex-Bourbon ed è imbottigliato a 43%vol. conservando inalterato il suo colore naturale. Al naso è fresco con note di agrumi, erba verde e sentori di vaniglia e mela. Al gusto è morbido con una leggera nota marina accompagnata dal miele. Disponibile in bottiglie da 70cl.
www.rinaldi1957.it
www.arranwhisky.com
fino anche a 20 anni. Il risultato è un distillato elegante, perfetto da bere liscio, on the rocks oppure adatto per realizzare originali cocktail. Si abbina anche piacevolmente al gusto dolce o più intenso del cioccolato. Disponibile in bottiglie da 1l, alcol 38%.
www.brancadistillerie.com
Le acque toniche Bisleri sono a base di infuso delle migliori qualità di corteccia di China, la stessa che viene utilizzata dal 1881 per il famoso Ferro China Bisleri.
VAI SU: BISLERI1881.IT
ACQUE TONICHE BISLERI
Nate per drink di qualità.
SCENARI/DISTILLATI ALCOL FREE
SPIRITS: SENZA ALCOL CONVIENE
I PRODOTTI A BASSO O NULLO TENORE ALCOLICO RAPPRESENTANO
ANCORA UN MERCATO DI NICCHIA CHE MOSTRA PERÒ INTERESSANTI
POTENZIALITÀ DI CRESCITA ANCHE IN ITALIA: I CONSUMATORI
SEMBRANO GIÀ BEN DISPOSTI A SPERIMENTARLI
DI MANUELA FALCHERO
Almeno in Italia, è ancora un mercato di nicchia, trainato soprattutto dalla birra. Ma ci sono tutte le carte in regola perché possa crescere. E farlo velocemente. Le conclusioni cui è arrivato lo studio condotto da Areté per la
Commissione UE sulle bevande “low/no alcohol” indicano con chiarezza che questo è un settore sul quale conviene puntare, perché potrebbe regalare buone soddisfazioni agli operatori della filiera alimentare. I numeri rilevati dall’indagine accendono in particolare i riflettori su alcuni segmenti che
devono essere tenuti sotto osservazione, perché promettono di rivelare interessanti dinamiche di sviluppo. Tra questi, va segnalato il vino (parzialmente) dealcolizzato che nel 2021 ha generato in Italia vendite per 30 milioni di euro. Dati certamente ancora limitati, fa notare Areté, che però devono essere confrontati con le performance ben più significative messe a segno da Francia (166 milioni) e Germania (69 milioni). Ma soprattutto vanno monitorate le bevande “low/no” alternative ai superalcolici che, sempre nel 2021, hanno mosso 8 milioni di euro (lo 0,1% del totale della categoria), a fronte tuttavia dei 78 milioni di euro registrati dal mercato francese. Un confronto che induce all’ottimismo: le rilevazioni di Euromonitor International analizzate da Areté fanno infatti intravedere per questa categoria previsioni di forte sviluppo nei prossimi anni, portando a ipotizzare un tasso di crescita medio annuo del +23% per il periodo 2021-2026. Una previsione peraltro in linea con le aspettative di molti operatori, che vedono in questo mercato un grande potenziale per raggiungere nuove categorie di shopper – si pensi, per esempio, a chi non beve alcolici per motivi religiosi – e allinearsi a trend di consumo ormai consolidati, come la sempre maggiore preferenza registrata dai prodotti più salutari.
BUONA ACCOGLIENZA
Le risposte già fornite dai consumatori sono del resto già parecchio incoraggianti. Sempre lo studio di Aretè, che ha svolto una indagine ad hoc effettuata su oltre 5.500 rispondenti in 15 Paesi UE, indica che la birra analcolica o a bassa gradazione è ormai familiare presso la maggior parte della popolazione . Qualche resistenza in più si incontra ancora nel caso delle versioni “low/no alcohol” di altri alcolici quali il vino o i distillati: qui lo scetticismo era prevalente fino a poco tempo fa, anche a causa della bassa qualità percepita di queste bevande. Questa iniziale diffidenza pare però aver stimolato gli investimenti da parte dei produttori verso un miglioramento della qualità organolettica tramite lo
sviluppo di nuove tecniche produttive dirette ad aumentare la somiglianza di queste bevande ai correspettivi alcolici. E così oggi il 59% dei consumatori dell’UE dichiara un atteggiamento generalmente positivo, di curiosità, nei confronti di queste bevande in quasi tutti i principali mercati dell’Unione, mentre solo il 6% ha riferito una reazione negativa. E va detto che in prospettiva le stime potrebbero migliorare dal momento che gli under 35, più attenti a stili di vita sani, appaiono generalmente più inclini a provare prodotti nuovi – per esempio versioni “low/no” dei distillati o dei vini aromatizzati – discostandosi dalla tradizione.
L’OSTACOLO DELLE ETICHETTE
Sulla strada di questo comparto si pone però uno scoglio: la normativa.
A oggi – spiegano gli esperti di Aretè – non esiste una definizione legale di “bevanda alcolica” nella legislazione alimentare dell’UE e il quadro normativo per i prodotti di questa categoria può variare in modo significativo da un Paese all’altro e tra prodotti diversi, così come può variare anche la
possibilità di commercializzare versioni alcohol free o a ridotta gradazione alcolica. Differenze che diventano particolarmente evidenti soprattutto in tema di etichettatura e di denominazioni di vendita autorizzate: mentre la possibilità di produrre (e commercializzare come tali) vini dealcolizzati è stata introdotta dalla più recente riforma PAC del 2021, attualmente è vietato etichettare come gin, vodka o whisky bevande che ne imitano il sapore, ma che hanno un tenore alcolico ridotto. “Sarà dunque necessario – è la conclusione dello studio – lavorare sul nodo dell’etichettatura per garantire maggior chiarezza a consumatori e operatori, senza trascurare le istanze di chi vuole tutelare le produzioni tradizionali di bevande alcoliche, per le quali l’Europa è celebre in tutto il mondo”. Questo promette insomma di essere lo snodo centrale della discussione. La buona notizia è che su questo tema l’Unione Europea ha a disposizione diversi strumenti di intervento: può, per esempio fornire regole comuni per l’uso di locuzioni quali “analcolico” o “a bassa gradazione” nella comunicazione di prodotto e cercare, assieme ai diversi portatori di interessi, soluzioni efficaci per descrivere queste bevande.
CHI GUIDA I CONSUMI OLTRECONFINE?
Il mercato europeo, che Areté ha stimato in circa 2,5 miliardi di litri e 7,5 miliardi di euro , è guidato da Francia, Spagna, Germania e Belgio , un quartetto che in totale rappresenta l’84% del comparto continentale dei superalcolici e il 91% del mercato comunitario per i vini aromatizzati “low/no” . Fuori dai confini dell’Unione, invece, i Paesi più vivaci sono soprattutto Australia e USA , con un giro d’affari stimato rispettivamente di circa 2 miliardi e 1 miliardo di euro ciascuno.
Dal punto di vista merceologico, la birra è di gran lunga il prodotto più venduto, ma in alcuni mercati sta avanzando anche il consumo di vini dealcolizzati e delle versioni a gradazione ridotta dei distillati più diffusi. In particolare, va segnalata la performance del Regno Unito, primo mercato per le alternative “ low/no alcohol ” ai superalcolici, con vendite per 98 milioni di euro.
IN VETRINA/ ALCOL FREE
DIAGEO – TANQUERAY
Diageo, azienda leader nella produzione e distribuzione di distillati ultra premium, ha lanciato a settembre 2022 in Italia Tanqueray 0.0%, il nuovo alcohol free spirit che promette di diventare un’alternativa al classico Tanqueray & Tonic. Frutto di una lunga sperimentazione, Tanqueray 0.0% nasce grazie all’esperienza del mondo della distillazione del gin dell’innovation team di Diageo che, partendo dalle stesse botaniche del classico Tanqueray London Dry ha saputo creare un prodotto completamente 0.0% ABV Distillando bacche di ginepro, coriandolo, angelica e liquirizia, gli esperti infatti, sono riusciti a ottenere un liquido con le stesse note di gusto ideale per chi ricerca un prodotto equilibrato e non vuole rinunciare al gusto di Tanqueray.
Proprio come il classico Gin&Tonic, la degustazione perfetta di Tanqueray 0.0 è con ghiaccio, acqua tonica e uno spicchio di lime.
Con Tanqueray 0.0 è possibile vivere la stessa esperienza di gusto del Gin&Tonic ma senza alcohol in ogni occasione, anche per il pre pranzo o durante un light lunch.
www.tanqueray.com
www.diageo.com
LUCANO 1894
Lucano Amaro Zero° è l’amaro prodotto con l’antica ricetta del cavalier Pasquale Vena, ma completamente analcolico! Si caratterizza per un colore delicatamente aranciato e per un profumo intenso nel quale spiccano note mediterranee di mirto, agrumi e rosmarino. Al gusto si svela avvolgente e con un piacevole finale amaricante. È perfetto per essere bevuto da solo o per realizzare una mixology versatile e adatta a chi anche senza alcool non vuole rinunciare al gusto. Il packaging di Lucano Amaro Zero è 100% sostenibile: il vetro e l’alluminio di bottiglia e capsula sono completamente riciclabili, il cartone del box in cui sono contenute le bottiglie è fatto con carta riciclata certificata FSC e riciclabile e l’etichetta è realizzata con componenti 100% sostenibili: una parte è composta da materiali di recupero degli scarti di lavorazione degli agrumi, una da carta riciclata e una da carta certificata FSC, utilizzando tecnologie particolarmente innovative e a basso impatto ambientale. www.amarolucano.it
PALLINI
Limonzero è il limoncello analcolico di Pallini, caratterizzato dal profumo dei limoni di Amalfi e dalle note speziate dello zenzero. Limonzero, extension analcolica del tradizionale Limoncello Pallini, tra i più venduti al mondo e prima versione alcol free disponibile sul mercato, si distingue per essere versatile e leggero, avvolgente e ricco di gusto, perfetto per essere bevuto in purezza con ghiaccio in qualsiasi momento della giornata, e ideale anche per dar vita a drink speciali e rinfrescanti, magari con acqua tonica o tè freddo. www.limoncellopallini.com
SABATINI
Sabatini Gin 0.0, miscela analcolica 100% italiana, nasce dalla distillazione di 5 botaniche toscane: lavanda, timo, salvia, foglie di olivo, lemon verbena. Senza zucchero, senza dolcificanti e senza aromi artificiali, è l’alternativa analcolica perfetta per chi sceglie di non bere alcool. Oltre ad avere il certificato VeganOK, Sabatini Gin 0.0 ha un QR code rinnovato e impresso sulla bottiglia così da permettere ai consumatori di conoscere la storia della filiera produttiva, le certificazioni e la tracciabilità. www.sabatinigin.com
MARTINI
Una gamma premium di due aperitivi analcolici Vibrante e Floreale, realizzati per chi predilige un consumo no-alcol, senza rinunciare al piacere di un drink. Utilizzando gli stessi ingredienti per i vermouth classici, l’alcol viene rimosso e infuso naturalmente con una selezione di botanicals provenienti da fonti sostenibili. Senza coloranti, senza aromi artificiali e completamente gluten free, Martini Floreale è fresco, leggero e floreale, Martini Vibrante è agrumato, avvolgente ed equilibrato. Disponibili in bottiglie da 0,75l www.martini.com
FONTE MARGHERITA
MAGI SPIRITS
VOL0 – MEREGALLI SPIRITS
Vol0 (Volozero), la linea di comparativi analcolici, vuole offrire la possibilità di gustare un buon cocktail senza un contenuto alcolico. Tra le referenze il Gin Vol0, corposo e pungente, con una spiccata sensazione di pepe nero e una nota fresca vegetale, disponibile in bottiglia da 750ml; da provare Vermouth Vol0 con
La linea degli aperitivi analcolici Fonte Margherita 1845 comprende Spritz Zero, Gin Tonica Zero e il recente Bellini Zero. Sono tutti realizzati con l’acqua oligominerale delle Piccole Dolomiti e selezionati aromi naturali, senza coloranti artificiali e senza alcool. Sono disponibili nelle bottiglie di vetro che ‘richiamano’ i tempi passati, così come le etichette che sono state rivisitate in chiave contemporanea da importanti designer. La linea è destinata al mondo dell’Horeca che cerca distintività basata su qualità, sostenibilità ambientale e socialità responsabile. www.fontemargherita.com
L’amaro VENTI analcolico nasce da 20 botaniche naturali, lavorate secondo i più antichi metodi liquoristici. La grande attenzione data in fase di miscelazione delle erbe e la cura nell’estrazione degli aromi, lo rendono speciale e unico, perfetto per chi vuole godersi un amaro da bere liscio o un drink esclusivo ma analcolico. Ricco di profumi di arancia e rabarbaro, oltre a note fresche mediterranee, al palato è bilanciato e corposo; sul finale si caratterizza per una lunga e gentile sensazione amaricante. Disponibile in bottiglie da 75cl www.amaroventi.com
RINALDI 1957 - HOOGHOUDT
profumi erbacei e fruttati e note dolci e amaricanti ben bilanciate, disponibile in bottiglie da 750ml. Tutto da gustare anche Bitter Vol0 con un aroma amaricante e fresco grazie alle scorze d’arancia, formato da 750ml. Perfetti nella miscelazione e per drink esclusivi low alcohol. www.meregalli.com
Dalla distilleria indipendente Hooghoudt (1888) arriva Zero Zero 24, un infuso di erbe naturale e analcolico, fresco e floreale. Zero Zero 24 combina i sapori schietti di fiori di ginepro, sambuco e gelsomino con sentori erbacei per realizzare Gin & Tonic e altri grandi cocktail analcolici. Ogni componente botanica viene distillata individualmente per poi essere miscelata in base ai loro aromi e sapori specifici, con lavanda e bacche di ginepro che danno il tipico carattere. La ricetta è basata sull’autentico Rijke Jenever (Rich Genever) n. 24 di Ludolf Wietse Hooghoudt. www.hooghoudt.com - www.rinaldi1957.it
TREND/ESTERO
RESTRIZIONI O MENO, CALA IL CONSUMO DI ALCOL
ANCHE I PAESI SCANDINAVI, SPECIE NELLE GENERAZIONI GIOVANI, STANNO VIVENDO
Anche i nordici bevono meno, a partire dagli adolescenti, la fascia in un certo senso da sempre più a rischio a queste latitudini. Ce lo raccontano due fonti distinte, i dati di Statista e la ricerca sui trend di Nielsen. Nel 2020 secondo Statista la Norvegia ha registrato il consumo di alcol più basso tra i quintetti dei Paesi Nordici, pari a 7,2 litri pro capite contro i 7,5 litri della Svezia, i 7,4 dell’Islanda e gli 8,2 della Finlandia mentre la Danimarca, unico Paese a vendita libera, ha registrato
il consumo più elevato: 9,7 litri.
Va detto però che anche qui il volume medio annuo di consumi di alcol puro per persona è costantemente diminuito dal 2010, e nel 2021 è sceso ancora a 8,4 litri. La novità, relativa in tempi di inflazione, è la maggiore attenzione ai prezzi anche in questi Paesi ad alto reddito pro capite.
ECOLOGIA E SALUTE
Un atteggiamento più consapevole e attento verso la salute, propria e del Pianeta, viene proprio dalle nuove generazioni, che guardano sempre più alle bevande a basso o zero contenuto alcolico . Prova ne è l’aumento della vendita di birre analcoliche, che hanno registrato un +33% nel 2021 sul 2020 in Finlandia, il +15,1% in Danimarca e il +12,9% in Svezia, mentre in Norvegia sono diminuite dell’1,6%
(ma è il Paese con il più basso consumo di alcol, dati NielsenIQ Market Trends report).
Parallelamente, si assiste a un aumento nel consumo di bevande analcoliche frizzanti : un punto fermo per i Paesi nordici il cui consumo supera l’acqua in bottiglia e i succhi, e che ha registrato ancora aumenti a due cifre nel 2020. Le vendite sono aumentate dell’11% in Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia, ma mentre nei primi due Paesi a fronte della crescita dei volumi si è assistito a un forte calo del valore, in Danimarca e Finlandia, oltre ai volumi, è aumentato anche il valore per vendita delle bevande analcoliche gassate (del +10,5% e +20%).
Sono sempre più richieste anche le bevande a base vegetale sostitutive del latte, con una preferenza per l’avena, probabilmente dovuta alla forte presenza della cultura del caffè specialty che predilige questa tipologia.
MIXOLOGY NORDICA
L’onda lunga della New Nordic Cuisine, con il focus sull’uso di materie prime locali, il foraging, la stagionalità e le tecniche innovative (sous vide, infusioni rapide, milk e fat wash), ha investito anche il mondo del beverage. Portando prima di tutto alla nascita e all’affermazione di piccoli birrifici artigianali e distillerie di gin, vodka e acquavite, liquore “autoctono” un po’ passato di moda che è stato ripreso e “attualizzato”.
Anche grazie alla rinnovata conoscenza della grande varietà di frutti di bosco ed erbe, dal rafano all’aneto, dal cerfoglio al dragoncello, timo selvatico e acetosella, ortiche, artemisia, angelica e aglio ursino. Trainano la scena emergente della mixology nordica un manipolo di bar di fama internazionale come Himkok a Oslo, Lucy’s Flower Shop a Stoccolma e Ruby a Copenaghen . Una community coesa che si riunisce in occasione del Norse Bar Show (appuntamento che richiama bartender, proprietari di bar e industria beverage).
Al bar e al ristorante si guarda anche alle bevande fermentate (kombucha), tè e caffè Cold Brew e vini a base frutta ma anche ai vini locali, con cantine attive nelle nuove regioni a vocazione vinicola di Danimarca (Jutland e Sud, isole di Zealand e Fune) e Svezia (Scania, isole di Öland e Gotland), frutto dei cambiamenti climatici che stanno spostando la “cintura del vino” (la fascia di latitudine in cui la vite è coltivabile) sempre più a nord.
QUANDO L’ALCOL È AFFARE DI STATO
I Paesi scandinavi o nordici, spesso visti come un unicum, hanno in realtà legislazione diverse quanto alla vendita di alcolici. Se tutti, tranne la Danimarca, hanno forti restrizioni, cambiano le regole. In Norvegia, le bevande con un contenuto alcolico superiore al 4,75% possono essere vendute solo da Vinmonopolet, rivenditore di proprietà del governo. In Svezia, il limite di contenuto alcolico scende al 3,5%, dopo di che si passa obbligatoriamente per Systembolaget, la catena di negozi di liquori di proprietà statale. In Finlandia il limite per birre, sidri e long drink è stabilito a 4,8% di contenuto alcolico per la vendita in supermercati e chioschi, mentre vini e alcolici di gradazione superiore sono disponibili nei punti vendita statali Alko.
L’Islanda ha rilassato le sue politiche assai strette con un decreto del giugno 2022 che consente ai birrifici di vendere direttamente: fino ad allora ogni tipo di alcolico doveva passare per i negozi statali Vínbúðin: ci si aspetta che arrivino ulteriori concessioni anche per la vendita online. In Danimarca infine supermercati, chioschi e altri negozi sono autorizzati a vendere tutti i tipi di alcolici.
DISTRIBUZIONE/TECNOLOGIA
L’HORECA ALLA PROVA DELL’INNOVAZIONE
I SISTEMI SOFTWARE DI ULTIMA GENERAZIONE NON BASTANO: PER DIGITALIZZARE UN’AZIENDA BISOGNA RIDISEGNARNE
I PROCESSI. A MAGGIOR RAGIONE SE SI INTENDE AMPLIARE
TARGET E CANALI DI VENDITA
DI GUIDO CHIUSANO
Cosa vuol dire digitalizzare un’azienda? La prima risposta che viene in mente – ovvero: dotarla di hardware e software all’avanguardia – non è quella giusta. O meglio, la tecnologia è indispensabile, a patto di rientrare in una visione strategica. Il tema è stato al centro di un evento organizzato da GBI
in occasione della XII edizione dell’International Horeca Meeting. Un dibattito tra addetti ai lavori, aperto da una presentazione di Damiano Possenti, Partner di Progettica, che ha delineato i nuovi scenari della distribuzione Horeca. Il “mestiere” resta quello di sempre – fare da punto di unione tra la polverizzazione dell’offerta a monte, rappresentata dalle migliaia di referenze esistenti, e della domanda a valle,
dove si contano centinaia di migliaia di pubblici esercizi – ma si arricchisce il ventaglio di strumenti a disposizione e soprattutto il panorama competitivo.
PLAYER VECCHI E NUOVI
“Ci sono operatori come Partesa e Doreca che hanno intrapreso una digitalizzazione complessiva – ha spiegato Possenti – ridisegnando l’intera struttura. Diverso l’approccio seguito
da Bernabei, che ha rapidamente ampliato il perimetro aziendale, affiancando l’attività di distribuzione online a quelle classiche. Sul mercato hanno fatto il loro ingresso piattaforme specialistiche: nel mondo del caffè, a livello internazionale, abbiamo esempi come Maxicoffee e Pianocoffee. Esistono poi i marketplace trasversali a più categorie, come Sirvis e Quisto, contraddistinti dal fatto di non disporre di depositi, mezzi per le consegne e venditori: la loro attività è fornire un’infrastruttura tecnologica e la capacità di analisi del dato. Per capire quanto profondo sia il cambiamento, basti dire che il mercato Horeca, storicamente legato a una dimensione locale, regionale o al massimo multiregionale, ora vede player che operano su scala nazionale o addirittura internazionale”.
Effetto della tecnologia, in particolare della sua declinazione in ottica e-commerce, che però richiede un’accorta analisi delle caratteristiche aziendali: “Un distributore Horeca deve chiedersi quali sono gli elementi di valore unici che porta sul mercato – ha affermato Possenti – oltre al prezzo e alla convenienza
Il rischio è ridurre l’online al fatto di vendere a qualche centesimo in meno gli stessi prodotti commercializzati dai concorrenti.
In generale, non basta comprare un software per conseguire una trasformazione digitale della propria azienda; è necessario prima decidere su quali leve del business si intende intervenire e quali aspetti la tecnologia deve aiutare a gestire meglio. La tecnologia non è la soluzione assoluta, ma un
fattore abilitante per un’impresa che viene ripensata”.
PARTESA, IL B2B CHE FIDELIZZA
“Abbiamo l’ambizione di essere il distributore più connesso, sebbene per noi la digitalizzazione non sia una meta, ma un viaggio per migliorare la vita dei nostri clienti ed essere più vicini ai nostri venditori , affinché svolgano attività con un maggiore
valore aggiunto”. Così Pieter Billiau , Commercial Manager e Responsabile Digitale di Partesa , ha sintetizzato la strategia della società di distribuzione beverage del gruppo Heineken, che ha già toccato picchi del 66% di incidenza della piattaforma digitale sul fatturato settimanale. “ Il nostro obiettivo per la fine dell’anno – ha annunciato Billiau – è arrivare all’80% del fatturato settimanale realizzato mediante la piattaforma
Ogni mese sondiamo il livello di apprezzamento della nostra azienda tra oltre 2.500 clienti e vediamo che coloro che fanno il 100% degli acquisti mediante la piattaforma digitale mostrano un livello di soddisfazione del 20% superiore”.
L’investimento in tecnologia è considerato una priorità da Partesa, che non intende però ampliare le vendite al consumatore finale.
DORECA INVESTE SULL’OMNICANALITÀ
Il B2C rientra invece nel raggio d’azione di Doreca, che ha intrapreso la strada dell’omnicanalità.
“ Il core business resta il presidio del territorio mediante la rete di agenti e la formula delivery – ha chiarito
un domani potranno servire anche da piattaforme per le consegne di prossimità, e il canale online. L’obiettivo è raggiungere il cliente con ogni mezzo a disposizione.
Non temiamo fenomeni di cannibalizzazione tra un servizio e l’altro, perché sono occasioni di acquisto diverse e percepite come tali dal cliente”.
Come si integra l’online con la forza vendita sul territorio?
“Nel momento in cui il cliente professionale entra nel sito e si registra – ha risposto De Siero – il sistema lo riconosce, proponendogli condizioni, incentivi, premialità legate ai pagamenti, sempre in linea con il suo profilo. Lo stesso accade quando si reca nello store e in entrambi i casi, a fronte di un acquisto, l’agente riceve una provvigione.
Luca De Siero , Direttore Generale di Doreca – a cui abbiamo affiancato nel tempo dei punti vendita fisici, che
La forza vendita sul territorio non vede l’e-commerce e il negozio fisico come competitor, ma come strumenti che vanno a integrarsi nella sua attività . Un agente in media riesce a gestire significativamente 250 referenze, a fronte delle 800 trattate da un distributore. In un nostro punto vendita ci sono 5.000 referenze e questo dà l’idea del ventaglio di opportunità, tanto è vero che sono i nostri venditori a portare i loro clienti nello store per fargli sperimentare l’ampiezza e la profondità dell’offerta”.
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Appassimento
BERNABEI, LEADER NELL’E-COMMERCE FORMATO B2C
Nata nel 1933, Bernabei ha conquistato un ruolo di primo piano sulla piazza romana nel segmento B2B Horeca. “Nel 2014 abbiamo intravisto la possibilità di approcciare il consumatore finale con l’online – ha raccontato Camillo
Bernabei , Retail Director e Business Developer di Bernabei – e abbiamo creato un’azienda completamente separata, tranne che nella logistica. Nel 2022 ci siamo confermati come il primo e-commerce B2C sul territorio italiano nell’ambito di quelli specializzati nel beverage.
Abbiamo circa 300.000 utenti registrati, con un’elevata incidenza dell’area romana, dove riusciamo a consegnare in giornata e a ottenere marginalità maggiori”. Bernabei non ha escluso la possibilità di ampliare il proprio network fisico, così da avvicinarsi ai clienti di altre zone geografiche. Così come ha individuato in una linea di prodotti beverage sviluppati internamente – per un totale di circa 300 referenze –un punto di forza dell’offerta, in termini di marginalità per l’azienda e di rapporto qualità-prezzo per l’acquirente. L’esperienza nell’e-commerce ha avuto riflessi sull’operatività complessiva:
“Oggi abbiamo un customer care centralizzato – ha specificato Bernabei – che raccoglie tutti i feedback della clientela, tanto da essere una sorta
di cartina di tornasole dell’attività dell’azienda e di eventuali criticità su cui intervenire. Inoltre, disponiamo di una grande quantità di dati sul consumatore, che utilizziamo come base da cui partire per qualsiasi nuovo progetto”.
PERSONE E IDEE FANNO
LA DIFFERENZA
Sul valore dei dati ha insistito Raffaele Cerchiaro, Senior Partner di Jakala: aggiungendo che “i progetti di trasformazione digitale vanno costruiti mettendo al centro le persone, cioè coloro che utilizzano la tecnologia per raggiungere i risultati aziendali”. A chiudere i lavori è stato Roberto Baldassari, Docente presso l’Università degli Studi RomaTre, Direttore Comitato Scientifico
ANGI – Associazione Nazionale Giovani
Innovatori e Direttore Generale Lab 21.01, con un intervento dedicato al metaverso. “Gli spazi tridimensionali del metaverso non hanno per ora una diretta connessione con il segmento Horeca – ha premesso Baldassari – anche se abbiamo esempi come il birrificio virtuale aperto da Heineken o Vinophila, che ha sviluppato un metaverso dedicato al vino. Nell’opinione pubblica, inoltre, ci sono delle resistenze e il timore che il metaverso possa essere un luogo pericoloso. In prospettiva potrà diventare una grande vetrina, ma attenzione: i contenitori, anche se digitali, vanno riempiti di contenuti e dunque l’invito, nel fisico come nel virtuale, resta sempre quello di dare profondità alle nostre azioni”.
DALLE AZIENDE/FERRARELLE
PER LA TUA SETE DI PIACERE
ARANCIATA, LIMONATA E GASSOSA : ECCO I TRE GUSTI DELLE NUOVE E SORPRENDENTI BIBITE FERRARELLE . LE UNICHE IN ACQUA EFFERVESCENTE NATURALE FERRARELLE
Con la stagione calda Ferrarelle ha lanciato la sua linea di bibite gassate realizzate in acqua minerale effervescente naturale Ferrarelle, una novità assoluta in tre gustose ricette: Limonata Ferrarelle - con il 13% di succo di limoni siciliani, Aranciata Ferrarelle - con il 21% di succo di arance calabresi e Gassosa Ferrarelle - gusto fresco dissetante e naturale.
Le Bibite Ferrarelle regalano un’esperienza di gusto unica, grazie all’incontro dell’effervescenza e del gusto tipico dell’acqua Ferrarelle con le ricette delle bibite tra le più amate dagli italiani*.
Disponibile in lattine da 250 ml caratterizzate da un design minimal ed elegante, con tonalità pastello e dettagli silver, la nuova linea è stata pensata per preservare al meglio il loro gusto unico e diventare un piacevole momento rinfrescante grazie all’effervescenza delicata e al gusto fresco degli ingredienti.
“La linea nasce dalla volontà di offrire ai consumatori che desiderano una bevuta appagante e dissetante, ma dal gusto naturale ed effervescente, una bibita allo stesso tempo innovativa e sorprendentemente familiare grazie alla presenza dell’acqua
Ferrarelle – spiega Gabriele Monda, Head of Marketing Ferrarelle Società Benefit.LE CARATTERISTICHE
Limonata Ferrarelle, realizzata in acqua minerale effervescente naturale Ferrarelle e con il 13% di succo di limoni siciliani, si distingue per il suo gusto sottile e raffinato, delicatamente aspro e perfettamente equilibrato, che evoca il succo di limone appena spremuto. La bibita ideale quando ci si vuole immergere in un’atmosfera mediterranea.
Aranciata Ferrarelle, realizzata in acqua minerale effervescente naturale Ferrarelle e con il 21% di succo di arance calabresi, è dove la dolcezza e l’acidità tipiche dell’arancia calabrese sprigionano un gusto pieno, equilibrato e dissetante. Intensamente profumata e lievemente frizzante, questa bibita è perfetta per rinfrescarsi nei caldi pomeriggi estivi.
Gassosa Ferrarelle, realizzata in acqua minerale effervescente naturale Ferrarelle, sorprende con il suo profumo di agrumi e il perlage fine ed equilibrato. Un connubio gentile tra l’acqua Ferrarelle e una selezione di aromi naturali che evocano lo zest di limone, per una Gassosa dal gusto fresco e dissetante.
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FOCUS/RAPPORTO CENSIS
VERSO UNA SOCIETÀ SOSTENIBILE
IL FUORI CASA PUÒ DARE UN GRANDE CONTRIBUTO ALLA TRANSIZIONE GREEN, NON SOLO ADEGUANDO I PROPRI MODELLI E PROCESSI, MA FACILITANDO L’ACCETTAZIONE DI UN PERCORSO CHE GLI ITALIANI SPESSO PERCEPISCONO SOLO COME UN INSIEME DI PRIVAZIONI E RINUNCE
Tutto può accadere: è questa la convinzione che gli italiani hanno fatto propria nell’ultimo triennio. Persino eventi estremi, che in precedenza trovavano spazio solo nell’immaginario letterario o cinematografico, si sono purtroppo materializzati sotto i nostri occhi.
Una pandemia, il lockdown, la crisi energetica e il ritorno della guerra di trincea, oltre che il rischio del ricorso all’atomica. Cosa ha a che fare tutto questo con il mondo del fuori casa e la distribuzione Horeca? Una risposta arriva dal secondo Rapporto Censis-Italgrob, di cui GBI ha pubblicato ampi stralci
anche nello scorso numero (si veda GBI n.201 pag.10). Eco-ansia, sostenibilità, qualità della vita sono gli elementi da cui emerge la rilevanza strategica dell’intero comparto del fuori casa.
I TIMORI PER IL FUTURO
Cominciamo dal primo punto, cioè l’incertezza generata dal timore degli effetti che l’attività umana ha sul pianeta. L’indagine del Censis evidenzia che il 68,3% degli italiani dichiara di avere paura che il pianeta e la vita umana finiscano in catastrofe a causa del riscaldamento globale, dell’inquinamento o di altri eventi atmosferici avversi.
Inevitabilmente la nostra società guarda al domani con poche certezze: il 66,5% (+10 punti percentuali rispetto al 2019), pensando al futuro proprio, si sente insicuro. Dunque, la sostenibilità trova terreno fertile anche in contesti di consumo extradomestici e infatti ben il 91,1% delle persone apprezza molto i locali che comunicano in modo trasparente le pratiche ecologiche quali, ad esempio, la riduzione degli sprechi, la differenziata per i rifiuti, il ricorso a prodotti bio o a chilometro zero (si veda fig. 1). Nel Rapporto si legge che questa è un’opinione condivisa da quote plebiscitarie trasversalmente ai gruppi sociali e dai territori.
OLTRE LA QUESTIONE AMBIENTALE
Appare insomma indubbio che in un periodo segnato dal susseguirsi di emergenze, la sostenibilità si è affermata come componente costitutiva della cultura sociale collettiva e criterio ordinatorio primario di attività economiche e sociali I ricercatori del Censis fanno però notare come troppo spesso prevalga una visione ristretta e semplificatoria della sostenibilità
stessa, schiacciata sui temi della tutela ambientale e della lotta al riscaldamento globale. Una dimensione decisiva, perno di tanta nuova programmazione Ue che poi ricade nei processi operativi nazionali, orienta e condiziona l’attività delle aziende e gli stessi comportamenti dei cittadini, ma che tuttavia da sola non riuscirà a modificare l’economia e la società. Intanto va detto che il boom dei costi dell’energia, amplificato dall’aggressione russa all’Ucraina, ha imposto di considerare al fianco della questione ambientale quella economica, di sostenibilità dei budget delle famiglie, delle imprese e degli Stati. Prende poi quota anche l’aspetto sociale, inteso come inclusione che richiede sempre maggiore puntualità ed efficacia poiché, ad esempio, deve con-
sentire la partecipazione piena alla vita economica e sociale delle tante componenti della popolazione. È l’obiettivo della diversity a cui se ne aggiungono altri ancora, dal rispetto dei diritti dei tanti stakeholder della vita economica e d’impresa al coinvolgimento nei processi decisionali d’impresa come della società. Ambiente, economia e società si sono quindi imposti come le tre dimensioni che devono convivere nella nuova idea di sostenibilità.
LA QUALITÀ DELLA VITA
Queste tre dimensioni non sono però ancora sufficienti e la particolarità del Rapporto Censis- Italgrob sta nel fatto di ampliare il significato di sostenibilità con un aspetto poco richiamato e che invece risulta decisivo: la qualità della vita. Infatti, dal contesto ambientale a quello economico e sociale l’esito complessivo non potrà che essere una migliore qualità della vita dei cittadini. Pertanto, quando si parla di transizione
verso una società più sostenibile non si può non considerare oltre alla tutela ambientale, che implica beni e servizi accessibili così da generare inclusione sociale, anche una più alta e diffusa qualità della vita che risponda alle aspettative dei cittadini, a cominciare da una relazionalità gratificante, che soddisfa e risponde alla domanda di socialità. Per gli autori dello studio è importante valorizzare il richiamo alla qualità della vita come componente costitutiva della società sostenibile, il cui raggiungimento deve guidare ed essere visibile nella fase di transizione. Altrimenti sarà molto difficile ottenere una elevata social acceptance all’idea stessa di società sostenibile e più ancora alla transizione verso tale modello.
L’EREDITÀ DI UN TRIENNIO DIFFICILE
Anche perché c’è nella società una stanchezza per la persistenza di eventi avversi che portano sempre nuove rilevanti sfide nel quotidiano. L’80,3% dichiara di sentire il peso degli ultimi anni difficili, duri, fatti di sacrifici e impegni di fronte ai tanti eventi inattesi che citavamo in precedenza. Gli italiani in questa fase sono convinti che di sacrifici ne hanno fatti e ne dovranno fare ancora tanti – sottolinea il Il Rapporto Censis-Italgrob – e pertanto valutano come puro autolesionismo aggiungerne altri, non importa se in nome di una società che nel tempo dovrebbe essere migliore perché tutela l’ambiente. In tanti ritengono che la propria vita sia ormai troppo piena di ingiunzioni invasive che vorrebbero colpevolizzare le persone.
Il 79% dichiara che capita di sentirsi colpevole quando non adotta comportamenti ecosostenibili, cioè se ritiene di sprecare cibo, di non praticare la differenziata per i rifiuti, di acquistare o gettare prodotti in plastica. Non solo: il 79,2% teme il razionamento dell’acqua e sente la pressione di diktat relativi ad utilizzi non conformi a criteri di sobrietà. Ci si sente giudicati per docce prolungate, per aver lavato l’auto o per avere innaffiato il giardino. Così, la sostenibilità a livello sociale viene troppo spesso associata a forme di colpevolizzazione nel quotidiano che pesano sui singoli e vorrebbero indurli ad adottare comportamenti che, di fatto, sono percepiti come rinunce, privazioni, sacrifici. È evidente che una tale visione della transizione sostenibile è ad alto rischio di subire un rigetto da parte degli italiani.
IL VALORE DELLA BUONA RELAZIONALITÀ
Ecco il motivo per cui, secondo il Rapporto Censis-Italgrob, occorre una visione alta e ampia della sostenibilità, ben oltre i suoi limiti solo ambientali o tecnico-astratti, per entrare nella molteplicità di aspetti senza i quali difficilmente potrebbe imporsi. Non ci può essere sostenibilità ambientale senza inclusione economica, ma non ci può essere sostenibilità senza l’indicazione che produrrà una migliore qualità della vita. Perché ciò sia possibile, una società sostenibile deve disporre di un tessuto relazionale significativo, in grado di generare ricadute positive sulla qualità della vita ed il benessere delle persone e delle comunità.
È qui che si innesta l’apporto specifico della filiera del fuori casa che, se da un lato adotta criteri di sostenibilità dalla produzione, dai servizi ai prodotti, dall’altro però, tramite la buona relazionalità, contribuisce ad innalzare la qualità della vita individuale e collettiva. In definitiva, il fuori casa rende più sostenibile la società non solo perché pratica il green economicamente sostenibile e inclusivo, ma perché la sua attività è di per sé stessa promozione di una dimensione costitutiva della società sostenibile, la buona qualità della vita, ed è anche origine di una più facile transizione ad essa.
ITALGROB/SERVIZI
CONTRATTO DI AGENZIA, ECCO COME REDIGERLO
LA FEDERAZIONE ITALIANA DEI DISTRIBUTORI HORECA HA PREDISPOSTO PER I PROPRI SOCI UNO SCHEMA TIPO DEL CONTRATTO DA STIPULARE CON GLI AGENTI, IN MODO DA EVITARE DUBBI INTERPRETATIVI E POSSIBILI CONTENZIOSI DI FRANCO METTA
Il tema è delicato e nessuno dovrebbe saperlo meglio dei distributori Horeca. Il contratto di agenzia è il pilastro (legale) su cui si regge il rapporto tra le aziende e i loro agenti sul territorio. Eppure, la consapevolezza dell’importanza di questo istituto giuridico appare meno diffusa di quanto
si è portati a credere. Una ricerca di Italgrob ha evidenziato che i contratti di agenzia possono variare da distributore a distributore e soprattutto non sempre vengono redatti e sottoscritti con quella particolare dovizia che il delicato rapporto, anche fiduciario, richiederebbe. In alcuni casi
i contratti stipulati lasciano aperti dubbi interpretativi oppure sono inadeguati, perché non aggiornati in linea con l’evoluzione della normativa. L’imprecisione all’inizio di un rapporto, quando si firma un contratto, rischia di essere poi pagata con un contenzioso legale quando quel rapporto si interrompe. Per queste ragioni Italgrob ha predisposto uno schema di contratto “tipo”, redatto con un “taglio aziendale” e avvalendosi della consulenza degli studi legali Bettagno e Lumen , al fine di ridurre gli strascichi legali. Ovviamente il contratto di agenzia va declinato su ogni singola realtà, mantenendo però alcuni punti fermi inderogabili e affidandone altri alla trattativa tra le parti, così da raggiungere una comune soddisfazione, che è la migliore premessa per un accordo duraturo e scevro da contenziosi. Quelle che seguono sono le previsioni contenute nello schema realizzato da Italgrob e rappresentano un indispensabile vademecum per redigere al meglio il contratto di agenzia.
LE PREMESSE PRINCIPALI
Il contratto di agenzia va coordinato e messo in simbiosi con il contratto di somministrazione, perché insieme costituiscono la “traduzione giuridica” della politica commerciale dell’azienda. Alcuni punti, come vedremo, vanno inseriti per evitare controversie. Gli allegati, per esempio, sono fondamentali e servono per definire i rapporti con il singolo agente e comprendono: listino prezzi, elenco clienti e prodotti già trattati dall’agente, elenco clienti direzionali, condizioni generali di vendita, provvigioni, tabelle del minimo fatturato. L’oggetto del contratto è l’incarico della preponente all’agente di promuovere la conclusione di contratti di vendita dei prodotti contenuti nel listino prezzi allegato al contratto stesso. Nello schema di Italgrob, oltre a escludere la rappresentanza per la conclusione dei contratti, viene definito l’ambito territoriale, la facoltà della società distributrice in deroga all’art. 1743
del codice civile di concedere a terzi il diritto di operare nello stesso territorio e di prevedere il divieto di avvalersi di subagenti.
L’ESCLUSIVA E LA CLIENTELA DI RIFERIMENTO
Nello schema redatto da Italgrob, l’agente si impegna, per la durata del contratto, a non commercializzare e promuovere, direttamente o indirettamente, la conclusione di contratti aventi ad oggetto prodotti in concorrenza con quelli della preponente per conto di altre società . Sono esclusi dal divieto i prodotti già trattati dall’agente alla stipula del contratto, elencati in apposito allegato.
Con l’indicazione della clientela di riferimento si deroga al diritto alla provvigione che non competerà all’agente per i clienti direzionali con i quali la preponente si riserva di intrattenere rapporti diretti nel territorio. Italgrob, inoltre, nel suo contratto tipo consiglia di mettere nero su bianco che l’agente non può promuovere affari con clienti non aventi sede o domicilio nel
territorio a lui assegnato
Come principio generale, l’agente è libero di organizzare e svolgere in via indipendente l’attività – con diligenza e secondo le direttive impartitegli dalla preponente –e la conclusione di contratti di vendita dei prodotti nel territorio, tutelando al tempo stesso gli interessi della società. Nello specifico, l’agente dovrà raccogliere informazioni sul mercato e sulla solvibilità dei clienti .
L’agente è tenuto inoltre a comunicare ai clienti i termini e le condizioni di vendita, di consegna e di pagamento, indicategli per iscritto attraverso un allegato al contratto. Eventuali deroghe dovranno essere previste sempre attraverso la forma scritta. Un aspetto da inserire, a giudizio di Italgrob, riguarda le dilazioni dei pagamenti che non potranno trovare applicazioni per quei clienti che abbiano ritardato i
pagamenti o siano risultati inadempienti o comunque quando la condizione di non solvibilità sia facilmente accertabile.
Un’altra mansione accessoria dell’agente, che va adeguatamente compensata, può riguardare il recupero crediti: l’agente sarà legittimato a riscuotere pagamenti presso i clienti e dovrà rimettere immediatamente le somme riscosse, che in alcun caso potranno essere trattenute in compensazione con eventuali sue pretese creditorie. Lo schema suggerisce di formalizzare anche la gestione dei reclami e dei resi. La sostituzione non farà maturare alcun compenso.
LE PROVVIGIONI E LE SPESE
Il contratto di agenzia sancisce il diritto per l’agente a una provvigione che è indicata in un allegato. Il diritto matura solo al momento e nella misura in cui il terzo ha pagato la preponente o avrebbe dovuto eseguire il pagamento qualora la preponente avesse eseguito la prestazione a suo carico. Nello schema di Italgrob, viene riconosciuto un compenso aggiuntivo dell’0,5% per la riscossione dei crediti. Nel contratto va specificato che non spetta alcuna provvigione nel caso in cui la preponente non accetti gli ordini entro il termine di 60 giorni dalla data di trasmissione . Per ordini evasi parzialmente, all’agente non competerà la provvigione sulla parte non eseguita, salvo che la mancata esecuzione non sia imputabile alla preponente.
Continuando l’analisi delle previsioni elencate nello schema di contratto proposto da Italgrob, si rileva che l’agente ha diritto alle provvigioni sulle vendite concluse in un momento successivo alla cessazione del rapporto, qualora gli ordini siano pervenuti in data anteriore alla cessazione . E in ogni caso all’agente spetterà la provvigione entro i sei mesi successivi, qualora la conclusione sia da ricondurre all’attività svolta dall’agente. La provvigione si calcola sul prezzo di vendita dedotti sconti, premi e Iva ed eventuali spese di incasso.
Per ogni mese viene consegnato l’estratto conto entro il 28 giorno del mese successivo. Le spese (postali, telefoniche, per ufficio, di viaggio, ecc.) sono a carico dell’agente eccetto quelle preventivamente autorizzate.
IL PATTO DI NON CONCORRENZA
Tra le clausole di particolare interesse inserite nello schema di contratto di agenzia predisposto da Italgrob, rientra quella che stabilisce che a seguito della cessazione del contratto l’agente si obbliga per il periodo di 24 mesi (massimo previsto dalla legge) a non svolgere alcuna attività rivolta alla conclusione di contratti di somministrazione o vendita avente ad oggetto prodotti in concorrenza con quelli della preponente. In caso di violazione, l’agente sarà tenuto alla restituzione dell’intera indennità percepita e a
una penale pari all’ultima annualità provvigionale percepita, salvo maggiore danno subito dalla preponente. Quanto ai target da raggiungere, nello schema redatto da Italgrob, l’agente si impegna e garantisce di promuovere nel corso del primo anno contrattuale il fatturato complessivo minimo stabilito in allegato. A ogni rinnovo contrattuale le parti provvederanno a sostituire l’allegato concordando nuovi minimi di fatturato. Il mancato raggiungimento del minimo di fatturato costituisce causa di risoluzione del contratto . Nello schema elaborato da Italgrob, la preponente inoltre si riserva il diritto di variare in modo unilaterale il territorio, l’elenco dei clienti direzionali, nonché la misura delle provvigioni. L’Accordo economico collettivo del settore commercio prevede che l’agente possa non accettare le modifiche e dichiarare estinto il contratto.
LA DURATA DEL CONTRATTO
Il contratto di agenzia di Italgrob definisce il giorno della sua entrata in vigore, fissando in sei mesi il periodo di prova consigliato, durante il quale è possibile recedere da ambo le parti senza preavviso. Successivamente il contratto diviene a tempo indeterminato e ciascuna parte potrà recedere inviando la relativa comunicazione mediante raccomandata o Pec. Italgrob suggerisce altresì di prevedere esplicitamente i motivi di giusta causa di risoluzione del contratto, ovvero la violazione degli obblighi come l’esclusiva a carico dell’agente, la modalità di promozione, incassi e recupero crediti, il mancato raggiungimento del minimo di fatturato.
Vanno inoltre inserite alcune clausole conclusive, per esempio che il contratto abroga e sostituisce accordi precedenti, che non è cedibile né in tutto o in parte Infine, per quanto riguarda il foro competente lo sche-
ma tipo realizzato da Italgrob rimanda a quanto previsto dalla legge italiana e integrato dall’Accordo economico collettivo del settore commercio.
DALLE AZIENDE/MEREGALLI SPIRITS
UN CATALOGO SUPER PREMIUM
PERSONALE QUALIFICATO , CONTINUA FORMAZIONE, ANALISI DI MERCATO, SELEZIONE PUNTUALE E ACCURATA DEI PRODOTTI , SONO ALCUNI TRA I PUNTI FORZA DI MEREGALLI SPIRITS CHE HA NEL
MONDO HORECA PREMIUM IL SUO FOCUS
Negli anni ’60 il concetto di distribuzione stava cam biando e la necessità di avere legami forti, di esclusi va, con nuovi partner del settore bevande, diventava sempre di più un’esigenza. È con questa nuova concezione del business che Giuseppe Meregalli, proprio in quegli anni, iniziò l’importazione in esclusiva dei suoi primi prodotti che furo no principalmente Cognac, Armagnac, Calvados e Whisky.
Meregalli Spirits è poi cresciuta, sempre all’inter no della ragione sociale allora esistente (Giuseppe Meregalli Srl, divenuta poi Spa), completando la propria selezione di qualità nel mondo spirits stra nieri ma anche italiani, e sempre solo in esclusiva.
“Lo Spin Off, dunque, la vera e propria creazione di una so cietà indipendente e dedita solo al mondo spirits (distillati, liquori, ecc.) avvenne nei primi anni 2000 – spiega
Corrado Mapelli
del Gruppo Meregalli cise di creare due aziende separate, entrambe con management dedicato, una propria logistica e organizzazione. Nacque così l’attuale Meregalli
Spirits Spa”
Oggi Meregalli è certamente un’eccellenza nel panorama della distribuzione del mondo degli spirits, ancora di proprietà di un’unica famiglia, con una chiara filosofia di qualità, sia per i
prodotti distribuiti che per il servizio offerto. “Abbiamo un portfoglio prodotti premium molto vasto – afMarco Vicentini , direttore vendite Meregalli Spirits - Spaziamo
Distillerie Poli , nostro partner principale che negli ultimi anni ha saputo allargare il core business della grappa inserendo gin di successo e Segretario di , un whisky 100% iPer quanto riguarda i brown spirits, abbiamo come rhum agricole Clément , come iconico scotch Yamazakura per presidiare il crescente business di Yellowstone, sicuramente uno dei migliori bourbon al mondo. Parlando dei nostri white spirits, il mercato è trainato dal gin neozelandese Scapegrace che sta avendo un’esplosione global grazie al successo del Black, il primo gin naturale nero che cambia colore se miscelato. Gin Cubical con l’iconica bottiglia squadrata, e la tonica premium inglese Fentimans. Infine, siamo leader nel canale enoteche e ristorazione con il Cognac Poire Peyrot”. Questo solo per citare alcune delle 42 aziende che Meregalli Spirits importa in esclusiva sul territorio italiano per un totale di circa 500 referenze con cui l’azienda sta continuando la sua scalata nel mondo dell’ingrosso e del cocktail bar.
DIGITALE: SE NON ORA, QUANDO?
I VOUCHER PER CONSULENZA IN INNOVAZIONE COSTITUISCONO
UNO STIMOLO E UN SOSTEGNO CONCRETO ALLA TRASFORMAZIONE TECNOLOGICA DELLE PMI. ECCO COME ACCEDERE ALLE AGEVOLAZIONI
“Digitalizzare non è facile in generale da nessuna parte – afferma Eugenio Santagata, Chief Public Affairs & Security Officer di TIM Group
–. Tutta l’Europa sta cercando di colmare un gap che ci portiamo dietro storicamente. Oggi al mondo abbiamo circa 46 miliardi di dispositivi connessi. Secondo alcune stime,
nel 2030 avremo 125 miliardi di dispositivi ”. “La digitalizzazione è un passaggio fondamentale – sostiene Umberto Roccatti, Presidente di Anafe Confindustria – che tante piccole e medie imprese stanno affrontando con un grande impegno. C’è bisogno che anche culturalmente si faccia questo piccolo sforzo in più iniziale per poi avere enormi benefici successivi”.
“Il digitale è un nuovo modello istituzionale – precisa Carlo Alberto
Carnevale Maffè , Docente SDA
Bocconi –. Perché ci sono tanti cyber attacchi? Perché il valore si sposta dall’analogico al digitale. E ovviamente i ladri vanno a rubare dove c’è valore. Ma proprio per questo serve un nuovo patto sociale. Lo Stato deve digitalizzare tutto in maniera trasparente e responsabile. I cittadini devono farsi carico di questo principio, che ciò che è digitale è attaccabile, è prezioso, è uno strumento di libertà, ma richiede
responsabilità. È anche una concezione geopolitica. Le guerre lo vediamo tutti i giorni sono fatte sempre più di elettronica, di software, di attacchi; quindi, dobbiamo ricordare che in questo Paese la necessaria evoluzione verso la digitalizzazione comporta una necessaria evoluzione della consapevolezza delle istituzioni pubbliche e di quella dei cittadini. Digitalizzare è un atto di crescita di civiltà, quindi bisogna essere molto più responsabili, dedicare risorse, tecnologie a questo, anche per indirizzare i comportamenti educativi di consumo e di riduzione del rischio”.
Queste che abbiamo ripreso come introduzione sono autorevoli opinioni espresse in merito alla sfida digitale e rendono perfettamente l’idea delle tante criticità che tocca affrontare nel percorso d’innovazione intrapreso dall’Italia.
Oggi più che mai, anche alla luce delle tensioni geopolitiche in atto, la digitalizzazione è una questione non
più rimandabile, giustamente inserita tra le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
LE MISURE A FAVORE
DELLE PMI
I governi italiani già negli anni scorsi hanno introdotto la misura dei voucher per consulenza in innovazione, per offrire uno stimolo e un sostegno concreto alla trasformazione tecnologica e digitale delle Pmi . Il primo sportello (www.mimit.gov.it/ it/incentivi/voucher-per-consulenza-in-innovazione) è intervenuto con una dotazione finanziaria di 75 milioni di euro ripartita per ciascuna delle annualità 2019, 2020 e 2021.
Quest’anno l’esecutivo Meloni ripropone la misura dei voucher per consulenza in innovazione, con il secondo sportello.
Si tratta sempre di un intervento che, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”, sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale
delle Pmi e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale, attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. La dotazione finanziaria stanziata per l’attuazione dell’intervento è pari a 75 milioni di euro.
CHI PUÒ FARE RICHIESTA
Possono beneficiare delle agevolazioni dei voucher per consulenza in innovazione le imprese operanti su tutto il territorio nazionale che risultino possedere, alla data di presentazione della domanda nonché al momento della concessione del contributo, i requisiti di seguito indicati:
� qualificarsi come micro, piccola o media impresa ai sensi della normativa vigente;
� non rientrare tra le imprese attive nei settori esclusi (tra i quali non c’è la distribuzione Horeca) dall’articolo 1 del Regolamento UE n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013 “De Minimis”;
� avere sede legale e/o unità locale attiva sul territorio nazionale e risultare iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente;
� non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n.
231 e risultare in regola con il versamento dei contributi previdenziali;
� non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente ai sensi della normativa vigente;
� non aver ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato
aiuti sui quali pende un ordine di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione Europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune. Possono inoltre beneficiare del voucher anche le reti d’impresa composte da un numero non inferiore a tre Pmi in possesso dei requisiti descritti, purché il contratto di rete configuri una collaborazione effettiva e stabile e sia caratterizzato dagli elementi di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto 7 maggio 2019.
LE SPESE AMMISSIBILI
Si considerano ammissibili al contributo le spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete. Per manager dell’innovazione qualificato e indipendente si intende un manager iscritto nell’apposito elenco costituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy oppure indicato, a parità di requisiti personali e professionali, da una società iscritta nello stesso elenco e che risulti indipendente rispetto all’impresa o alla rete che fruisce della consulenza specialistica. La consulenza deve essere finalizzata a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l’applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 individuate tra le seguenti:
� big data e analisi dei dati;
� cloud, fog e quantum computing;
� cyber security;
� integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;
� simulazione e sistemi cyber-fisici;
� prototipazione rapida;
� sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);
� robotica avanzata e collaborativa;
� interfaccia uomo-macchina;
� manifattura additiva e stampa tridimensionale;
� internet delle cose e delle macchine;
� integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
� programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati;
� programmi di open innovation.
IL SUPPORTO AI PROCESSI DI AMMODERNAMENTO
Gli incarichi manageriali possono inoltre indirizzare e supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali, attraverso:
� l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle
strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa;
� l’avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al Programma Elite, all’apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, all’utilizzo dei nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale quali, a titolo esemplificativo, l’equity crowdfunding, l’invoice financing, l’emissione di minibond.
Le specifiche circa contenuto e finalità delle prestazioni consulenziali, nonché durata e compenso, devono risultare da un contratto di consulenza sottoscritto dalle parti successivamente alla data di presentazione della domanda di ammissione al contributo.
L’ENTITÀ DEI CONTRIBUTI
L’agevolazione è costituita da un contributo in forma di voucher concedibile in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013. Il contributo massimo concedibile è differenziato in funzione della tipologia di beneficiario:
� Micro e piccole: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40.000 euro.
� Medie imprese: contributo pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 25.000 euro.
� Reti di imprese: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 80.000 euro.
Con un successivo provvedimento della Direzione generale per gli incentivi alle imprese saranno definiti i termini e le modalità per la presentazione, da parte di Pmi e reti d’ impresa, delle domande di ammissione al contributo.
INTERVISTA/MANAGER
UNA SFIDA VINTA
DALL’ALLEVAMENTO DELLE TROTE A UN’AZIENDA DI ACQUE MINERALI CHE È CRESCIUTA IN POCHI ANNI FINO A ESSERE
SCELTA COME ACQUA UFFICIALE AL SUMMIT DELL’ONU SUL CLIMA IN PRESENZA DEI PIÙ IMPORTANTI CAPI DI STATO DELLA TERRA
DI MARIA ELENA DIPACE
Sembrerà strano ma tutto nasce dalla Troticoltura Foglio e dall’acqua pura di montagna che alimenta i suoi allevamenti.
La famiglia (Foglio) ha una lunga esperienza nella riproduzione e allevamento dei salmonidi, tramandata per generazioni con i 2064 metri del monte Dosso Alto (Alpi Bresciane, Lombardia) che ha sempre sovrastato la vita della famiglia e il suo lavoro.
“Abbiamo sempre avuto la consapevolezza che il Monte Maniva racchiudesse in sé un’acqua unica, la stessa che tutti gli abitanti di Bagolino possono gustare ogni giorno. Una volta deciso di intraprendere la nuova attività di imbottigliamento di acque minerali ci è sembrato naturale chiamare l’azienda Dosso Alto” – spiega Michele Foglio, Ad di Maniva
COME MAI PROPRIO QUESTO SETTORE?
Non nascondiamocelo, il mercato dell’acqua minerale negli anni ’90 era in forte espansione e ci sembrava una buona opportunità poter entrare in quel settore con un prodotto dalle caratteristiche organolettiche difficilmente riscontrabili in altre acque.
QUALI SONO STATE LE TAPPE
FONDAMENTALI DI QUESTA IMPRESA?
Per distinguersi tra le tante aziende di acqua minerale sparse nel territorio nazionale, avevamo bisogno di fare qualcosa che, con un costo ragionevole, ci consentisse un’ampia visibilità presso distributori e consumatori. Così, nel 2002 si decise di sponsorizzare
l’Associazione Calcio Milan, un‘operazione vincente che viene ancora ricordata da molti nostri clienti. L’anno precedente, cioè nel 2001, l’acquisizione del marchio Balda – ben introdotto nell’Horeca – ci consentì una presenza più capillare in questo canale, così come la successiva acquisizione del marchio Verna e riapertura dello stabilimento di Chiusi della Verna (Arezzo), che è stato un passo fondamentale per l’espansione aziendale nel Centro Italia, in particolare in Toscana. Nel 2009 la decisione di chiamarci Maniva SpA ha dato importanza al nostro brand principale, connotando l’azienda per gli stretti legami col territorio che ci caratterizzano.
NEL 2009 DOSSO ALTO SPA
CEDE IL PASSO A MANIVA
SPA…
Un passo importante per l’identificazione dell’azienda con la sua fonte principale proveniente dal Monte Maniva e che diventa anche dichiarazione d’origine. Ma è anche una dichiarazione della maturità raggiunta, il segno del passaggio di Maniva da una dimensione locale ad azienda di livello nazionale, in grado di competere con i maggiori produttori nazionali su tutto il territorio italiano.
COM’È SUDDIVISA
LA PRODUZIONE E
QUALI SONO I NUMERI?
Bagolino vuol dire nascita, Chiusi della Verna significa una nuova dimensione aziendale. Con lo stabilimento di Bagolino abbiamo acquisito uno spazio di mercato tra le acque minerale presenti nel Nord Italia, con Chiusi della Verna la nostra presenza si è estesa al Centro della Penisola. Almeno inizialmente
questo era il ruolo dei due stabilimenti, ma prima con acqua Classica – acqua d’alta gamma pensata per la ristorazione di qualità e distribuita in tutt’Italia – poi con la decisione di specializzare lo stabilimento toscano nella produzione esclusiva di acque minerali in vetro, la funzione dei due stabilimenti si è modificata. Attualmente lo stabilimento di Bagolino assorbe circa l’85% della produzione totale, mentre in termini di fatturato le percentuali cambiano di qualche punto a favore dello stabilimento di Chiusi.
QUALI LE DIFFERENZE TRA I VARI MARCHI?
Maniva è il nostro brand principale, quello più largamente distribuito e presente in tutti canali di vendita. È un’acqua minerale alcalina con pH8 e per questo si distingue dalla maggior parte delle acque italiane. Balda è un’acqua quasi esclusivamente presente nell’Horeca, ancor di più da quando con l’acronimo AQ è stata lanciata un’acqua con bottiglia in vetro finemente personalizzata. Vaia invece è un’acqua alpina dal rapporto prezzo-qualità ineguagliabile, presente soprattutto nella Gdo. Verna è un’acqua storicamente toscana che si sta evolvendo verso una dimensione più ampia, mentre Acqua Classica è un’esclusiva per la ristorazione di qualità, con la tipica bottiglia bordolese in vetro su cui campeggia il giglio fiorentino.
AVETE UN RUOLO CENTRALE NELL’ECONOMIA DEL TERRITORIO.
Maniva non potrebbe esistere senza il borgo montano di Bagolino. La realtà di un antico paese – non facilmente accessibile – ha
creato una comunità fortemente unita al suo interno, per la quale la partecipazione è un valore prioritario. Non voglio dire banalità, ma l’idea di famiglia ben si adatta alla nostra realtà aziendale, così come fuori dall’azienda esistono forti collaborazioni con la comunità stessa. Non è quindi un caso se tutto il personale Maniva risiede a Bagolino e se durante i tre giorni del nostro Carnevale storico, che risale al XV secolo, anche l’azienda partecipa chiudendo i battenti.
DA QUI ANCHE LA VOSTRA SENSIBILITÀ AL TEMA DELL’AMBIENTE…
Bagolino è parte di una comunità montana il cui sostentamento è storicamente legato al territorio attraverso la pastorizia, le attività artigianali derivate e i commerci resi possibili dalle risorse della terra. La sovrapposizione tra azienda e comunità ha generato un’identica sensibilità verso l’ambiente e iniziative per minimizzare l’impatto dell’attività industriale. L’uso esclusivo di carrelli elettrici,
dell’energia elettrica solo da fonti rinnovabili, la riduzione del peso delle bottiglie in pet e relativa emissione di CO2, l’uso di casse per bottiglie in vetro in materiale riciclato, sono solo alcuni esempi dell’impegno dell’azienda in questa direzione.
QUANTO I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ATTO IMPATTANO NELLA PRODUZIONE DELLA VOSTRA ACQUA?
Negli ultimi anni ci basta guardare in alto da una delle finestre dell’azienda, verso il Monte Maniva spoglio e senza neve nei mesi invernali, per capire che il cambiamento è in atto e corre veloce. Fortunatamente non abbiamo ancora avuto problematiche di scarsità di acqua delle nostre fonti, piccola consolazione se pensiamo a quanti problemi hanno affrontato altre aziende l’estate scorsa e ai disastri che il cambiamento climatico sta causando con periodica puntualità un po’ dovunque.
AVETE INVESTITO NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA IN ANTICIPO RISPETTO AD ALTRE AZIENDE…
Premesso che ogni attività dell’uomo, anche la più semplice, produce cambiamenti che impattano sull’ambiente, nell’acqua minerale si può raggiungere un buon equilibrio tra rispetto ambientale ed efficienza dell’attività produttiva dando impulso all’economia circolare, intesa sia come riutilizzo dello stesso contenitore, sia come recupero e riciclo attraverso la trasformazione. Per questa ragione nel 2016 Maniva è stata tra i primi sei soci fondatori di Coripet, Consorzio volontario riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, composto da produttori, converter e riciclatori di bottiglie in Pet. L’obiettivo del Consorzio è l’attuazione della perfetta economia circolare attraverso
la quale da 1 bottiglia si ottiene 1 bottiglia. Su un altro versante abbiamo dato un forte impulso alla produzione di acqua in vetro tanto da dedicargli uno stabilimento intero come quello di Chiusi della Verna.
E ANCHE I VOSTRI PACKAGING SEGUONO QUESTO MOOD…
Il primo segnale arriva dall’acquisizione di quota sul fatturato aziendale del vetro a rendere che passa dal 22% del 2019 al 26% del 2022, nonostante le difficoltà post-Covid dell’Horeca. In questi ultimi anni abbiamo investito molto sul vetro, sia allargandone la distribuzione, sia con lo studio e il lancio di nuovi contenitori. Sul versante del Pet, abbiamo invece cominciato con l’uso del R-Pet che arriverà a breve al 100% sulla bottiglia della pH8 Sport. Importante è il lancio di Mineral Seltz, prima acqua minerale Seltz in fusti da 20 litri in acciaio, riutilizzabili infinite volte, novità assoluta che sta avendo successo tra gli operatori dell’Horeca attenti alla qualità delle loro preparazioni. A giugno scorso, infine, lo Smile-Box ha aggiunto un tassello importante al nostro impegno per la sostenibilità.
SIETE STATI SCELTI PER
L’ANNUALE SUMMIT SUL
CLIMA DELL’ONU SUL
CLIMA. UNA GRANDE
SODDISFAZIONE, MA ANCHE
UNA ENORME VISIBILITÀ…
Devo dire che più della visibilità, riempie di soddisfazione la scelta da parte degli organizzatori di rivolgersi alla nostra azienda per realizzare in tempi brevissimi circa un milione
di Smile-Box da far arrivare a Sharm el-Sheikh in tempo utile per l’inizio della manifestazione. Un segnale di fiducia nella nostra capacità organizzativa che ci ha riempito d’orgoglio. Poi, è vero che fa un bell’effetto vedere foto con la nostra acqua in bella mostra sui tavolini dei colloqui privati mentre Joe Biden parla dei temi fondamentali legati a clima e all’ambiente con gli altri potenti della Terra. Il ritorno di visibilità c’è stato indubbiamente, come il riconoscimento da parte della distribuzione delle nostre capacità d’innovare con prodotti volti alla sostenibilità ambientale.
QUANTO È STATO IMPORTANTE IL VOSTRO RAPPORTO CON I DISTRIBUTORI?
Nel 1998 siamo partiti con la produzione di acqua minerale senza conoscere a fondo il mercato nel quale ci eravamo buttati. Se non avessimo cercato di stringere buoni rapporti di collaborazione con la distribuzione, sarebbe stato impossibile sopravvivere in un mercato tanto competitivo. Se agli inizi la collaborazione era necessità, oggi è opportunità e condivisione. Il nostro non è più un rapporto di vendita, ma un modo per dare soddisfazione a esigenze che vengono dal mercato di cui il distributore si fa portavoce. Alcuni dei nostri ultimi prodotti sono nati proprio da istanze venute dai distributori, mi riferisco alle novità e allo sviluppo delle nostre produzioni in vetro e alla Mineral Seltz che non sarebbe mai nata se qualcuno dei nostri clienti non ci avesse detto che avere dei fusti di Seltz come per la birra avrebbe accontentato una larga fetta di operatori insoddisfatti dei sistemi correntemente in uso. È solo un esempio, ma significativo.
CONSORZI/COOPERATIVA ITALIANA CATERING
CHI SI FERMA È PERDUTO!
COOPERATIVA ITALIANA CATERING SOSTIENE IL SUO
PROGETTO INNOVATIVO METTENDO IN CAMPO UN MODELLO DI BUSINESS WIN WIN OLTRE CHE LA QUALITÀ INDISCUSSA
DEL PRODOTTO A MARCHIO QUALITALY
Avanguardista! È questa la definizione attuale di Cooperativa Italiana Catering (CIC), il Consorzio alimentare che nel 2021 ha iniziato un processo di cambiamento ponendosi come obiettivo un forte sviluppo commerciale della Cooperativa stessa e dei propri associati.
“La nuova visione del direttivo aziendale – spiega il Presidente Roberto Zanobi - proietta CIC non solo a essere una centrale acquisti, ma a collocarsi come un’azienda promotrice di qualità di prodotto, in un canale che è
ancora troppo spesso orientato dal prezzo e non alla valorizzazione della gastronomia italiana”.
QUANDO NASCE
CIC E QUALE L’IDEA DI FONDO?
CIC nasce nel 1999 dall’idea condivisa di un gruppo di distributori del fuori casa. Oggi riunisce 36 aziende specializzate nella distribuzione food e non food per il canale Horeca, che propongono un ampio assortimento per le necessità degli operatori: carne, formaggi e salumi, pesce, surgelati, secco e no food. La
nostra idea di fondo è stata, ed è ancora oggi, quella di essere gli intermediari qualificati a sostenere la filiera agro-alimentare.
COME POSSIAMO DEFINIRE LA COOPERATIVA OGGI?
Cooperativa Italiana Catering si pone, attraverso i suoi soci-distributori, come una soluzione win-win per il settore Away From Home. Vincere assieme è l’obiettivo che CIC supporta ‘restituendo’ una distribuzione di valore all’intera filiera di cui la Cooperativa si fa carico come intermediario.
UN VALORE CHE
TRASMETTETE AI SOCI…
Esattamente! Le piccole-medie dimensioni delle aziende associate richiedono una sempre più impellente ricerca di qualità di prodotto e di servizio, per identificarsi in un mercato del Food Service sollecitato da una certa polarizzazione dell’offerta. Per colmare il gap tra la domanda del consumatore, sempre più curioso e consapevole, e l’offerta del punto di consumo non sempre adeguata
alle richieste, è necessario che il distributore sappia innovare la propria gamma di prodotti e trasferirne al canale i valori, fornendo al cliente un servizio su misura.
IL VOSTRO PUNTO DI FORZA È GIOCATO SUL
PRODOTTO A MARCHIO
QUALITALY, RECENTEMENTE
RINNOVATO…
Il restyling dello storico marchio Qualitaly, e del packaging dei prodotti, è stato il primo passo verso il nostro obiettivo. I nuovi packaging sono stati progettati per il settore Food Service e coniugano la ‘storica’ qualità dei prodotti
forniti ai punti vendita, a una confezione di altissimo servizio. Un sistema integrato che risponde alle esigenze dei punti di consumo indipendenti, ma anche della ristorazione organizzata. Un progetto che va oltre il design, tanto da essere stato riconosciuto da ADI al Marca e dall’organizzazione del Cibus, come una vera e propria innovazione nel settore. Il premio Packaging Awards della regione Romagna e il posto d’onore nell’Innovation Corner di Cibus Connect, hanno sancito il riconoscimento di Qualitaly come marca autorevole nel settore Food Service.
QUAL È IL VALORE AGGIUNTO DEI VOSTRI PRODOTTI?
La forte identità e riconoscibilità dei packaging Qualitaly, associati alle informazioni contenute nelle confezioni e ai test qualitativi a cui i prodotti sono sottoposti, costituiscono un valore aggiunto ed esclusivo dell’assortimento degli associati. I prodotti sono rigorosamente selezionati da uno chef stellato per gli operatori del settore e confezionati per essere riconoscibili e fruibili dal cliente.
IL PROGETTO QUALITALY CONTEMPLA ANCHE IL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ…
Assolutamente, un tema da noi molto sentito che si traduce in una campagna anti-spreco dichiarata nelle confezioni. Ogni prodotto Qualitaly ha una storia da raccontare con un investimento, quindi, anche sulla formazione della rete vendita. E per trasferire l’impegno della filiera ai punti di consumo, gli agenti sono preparati a essere consulenti gastronomici. Le nostre attività formative riguardano non solo i prodotti dell’assortimento, ma il terroir di origine e la valorizzazione del menù dei punti di consumo.
DA QUALCHE TEMPO È NEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL CONSORZIO HORECA ITALIANA. COME MAI QUESTA PARTNERSHIP E CON QUALE INTENTO?
Negli ultimi anni si è assistito a un avvicinamento del mondo food a quello del beverage, con sempre più distributori che trattano i due settori merceologici. Questo ha portato Cooperativa Italiana Catering e Horeca Italiana a iniziare una collaborazione con l’intento di mettere a fattor comune i punti di forza dei due Consorzi per tutti i soci che volessero integrare la gamma offerta al cliente. Infatti, se è vero che si tratta di tipologie di servizio diverse, oggi molti grossisti hanno rivisto la propria organizzazione interna in funzione del cliente servito, al quale si propongono con una gamma sempre più ampia.
MA NON TUTTI I DISTRIBUTORI BEVERAGE POSSONO FARE QUESTA SCELTA…
Questo ampliamento merceologico è sicuramente più semplice per i grossisti food che approcciano il mondo beverage poiché sono richiesti investimenti strutturali meno importanti. Basti pensare che la gestione del food richiede celle frigorifere, camion refrigerati a doppia temperatura, mantenimento della catena del freddo, etc. Tuttavia, ritengo che il completamento di gamma sia un passaggio inevitabile nel settore del Food Service, in risposta alla sempre più veloce globalizzazione che tende a premiare aziende con una completa offerta merceologica e con grande capacità di servizio.
COME VEDE CIC TRA 10 ANNI?
Sono convinto che fra 10 anni saremo una bella realtà per il mondo Horeca grazie a una presenza capillare sia sul territorio italiano che in molti
paesi esteri, e riconosciuti per la forte identità data dall’unicità dei prodotti a marchio e per la grande professionalità dei soci. Questo ci permetterà di essere considerati fornitori strategici, oltre che dalla nostra bellissima ristorazione tradizionale italiana, anche da quel mondo Horeca fatto da catene organizzate che in Italia cresceranno in maniera significativa.
SCHEDA
Giro d’affari: 589 mln €
Numero soci: 36
Regioni presidiate: tutta Italia (escluse Marche, Molise e Calabria).
Estero: Austria, Slovenia, Croazia, Ungheria, Corsica, USA.
Referenze trattate: 5.000 di cui 500 (prodotti a marchio)
Clienti serviti: 55.000
Organigramma:
Roberto Zanobi, Presidente
Lorenzo Morelli, Vicepresidente
Sito Internet: www.coopitcatering.com
DALLE AZIENDE/UVE SOLUTIONS
ROUTE TO MARKET DATA INTELLIGENCE
TRASFORMIAMO IL PROCESSO COMMERCIALE DI PRODUTTORI E DISTRIBUTORI DEL SETTORE FMCG VERSO UN MODELLO DI BUSINESS BASATO
UVE Solutions nasce 16 anni fa a Manresa in provincia di Barcellona, Spagna. Dopo una lunga carriera alla guida di progetti tecnologici per aziende del settore FMCG, Jordi Vila, CEO di UVE, comprese l’enorme difficoltà che esisteva nel settore HORECA e nei team commerciali di On Trade quando si trattava di pilotare la loro Route to Market. A differenza del Canale Moderno (Off Trade), l’HORECA tipicamente non ha accesso a strumenti di business intelligence ad alta granularità per definire, pianificare e misurare con precisione le azioni commerciali e di marketing. L’obiettivo di Jordi Vila, fin dalla fondazione di UVE, è stato lo sviluppo della tecnologia necessaria per fornire ai produttori e ai distributori del settore una visibilità completa del loro Route To Market attraverso il data intelligence. UVE offre la migliore piattaforma tecnologica per la trasformazione digitale del Route to Market. Permette di automatizzare e governare il processo commerciale sulla base di dati aziendali reali, insight facilmente azionabili ed i migliori strumenti di esecuzione commerciale. UVE si espande inizialmente in Spagna ed avvia un processo di internazionalizzazione nel 2017, anno di approdo in Italia dove oggi fornisce i propri software e servizi a diversi dei più importanti produttori leader, collaborando con più di 500 distributori. Abbiamo recentemente inaugurato un ufficio a Milano, questo ci permetterà di essere ancora più vicini ai nostri clienti italiani ed offrire servizi specializzati per il mercato FMCG/CPG italiano. Partendo dalla raccolta, normalizzazione, trasformazione, conservazione in cloud ed analisi dei dati di Sell Out abbiamo ampliato la nostra proposta alla gestione totalmente informatizzata dei transfer orders e più recentemente alla creazione di un’interfaccia completa che permetta ai grossisti di vendere i propri prodotti su piattaforme e-commerce e marketplace. A questo si aggiungono soluzioni proprie ed integrate di e-commerce ed SFA, intelligenza artificiale, data science, geomarketing, integrazione di fonti dati esterne… La nostra piattaforma, a differenza di altre soluzioni generiche presenti sul mercato, offre un unico ecosistema
(all-in-one) che integra tutti i processi commerciali e transazionali per gestire perfettamente la distribuzione moderna e frammentata, sia diretta che indiretta. Disponendo di una soluzione verticale e di una tecnologia specializzata nel settore FMCG, incorporiamo una serie di vantaggi strategici per le aziende del settore:
• Tempi rapidi di realizzazione del progetto: le aziende raggiungono rapidamente gli obiettivi di implementazione.
• Risparmio sui costi: le esigenze di sviluppo e manutenzione sono ridotte grazie al nostro modello collaudato ed al nostro team esperto.
• IA integrata in tutti i processi: sviluppo continuo della tecnologia per mettere a disposizione dei nostri clienti le ultime innovazioni del settore.
• Esperti nel settore FMCG/CPG: Lavoriamo con le aziende più importanti del settore e gestiamo più di 100 clienti in oltre 26 Paesi www.uvesolutions.com/it
IL GROSSISTA/ERRE-BI
VOGLIA DI RIPARTENZA
“Il nostro compito principale è quello di non far mai mancare nulla ai clienti. E ci siamo riusciti”. Con queste parole Franco Boschetti, Presidente di ErreBi, società di distribuzione con sede a Fornace Zarattini, frazione di Ravenna, commenta i danni dell’alluvione che ha portato un metro e mezzo di acqua nel suo magazzino proprio nel periodo dell’anno di massimo stoccaggio. L’acqua, che le Autorità hanno dirottato sulla zona industriale per salvare la città, ha distrutto e contaminato in maniera irrimediabile non solo tonnellate di prodotti, ma anche carrelli elevatori, camion e frigoriferi. Di fronte
a tutto questo, inossidabile, Franco Boschetti illustra le previsioni di crescita dell’azienda, che dal 19 giugno, a distanza di 31 giorni dall’alluvione, è ripartita a pieno regime.
A QUANTO AMMONTANO I DANNI?
Contiamo circa 500.000 euro di danni, tra prodotti, pulizia, sgombero, disinfezione, tinteggiatura e lavori agli impianti elettrici ma, grazie alla stretta collaborazione con la nostra partecipata Blubai, siamo riusciti a rifornire senza interruzione tutti i nostri clienti, pochissimi dei quali sono stati coinvolti direttamente nell’alluvione. Il territorio che serviamo come Erre-Bi si snoda tra la provincia di Ferrara e di Ravenna, una parte di quella di Forlì/Cesena e una piccolissima quota delle provincie di Rovigo e Bologna. Quello coperto da Blubai è limitrofo e complementare e si intreccia con ErreBi nell’area di Forlì/Cesena. A questo si
aggiungono le province di Rimini e di Pesaro/Urbino, con un’appendice in quella di Ancona.
I MAGAZZINI DI BLUBAI SONO RIMASTI INDENNI?
Sì, la sede operativa di questa società che lavora all’unisono con noi si trova a Cesenatico. Io sono presidente di entrambe le aziende e – oltre a essere tutte e due socie del gruppo d’acquisto Beverage Network – condividiamo tanti aspetti, tra cui la logistica, fatta al 90% da trasportatori indipendenti che lavorano in esclusiva per noi. Dobbiamo quindi ringraziare Blubai per essere riusciti a non fermare mai l’attività, ma siamo grati anche ai nostri trasportatori e alla nostra forza vendita, che hanno raddoppiato il lavoro e sono stati molto efficienti.
E I PRODOTTI ANDATI PERSI?
Stiamo riscontrando una grande partecipazione e sensibilità anche dalla maggior parte dei fornitori, che si sono dimostrati fin da subito pronti a sostituire i prodotti danneggiati, emettendo note di credito a copertura dei danni. Purtroppo, anche le bottiglie sigillate, rimaste a mollo per giorni in acque contaminate, non sono più utilizzabili in alcun modo e sono andate al macero.
GESTITE DIRETTAMENTE IL MAGAZZINO?
La gestione fisica del magazzino è affidata a una società specializzata che si occupa di tutti gli aspetti, dal ricevimento delle merci allo stoccaggio, dal picking alle spedizioni.
LA COLLABORAZIONE È UN ELEMENTO RICORRENTE...
Erre-Bi, che significa Ravenna Bevande, è un’azienda storica del territorio e ha ormai una storia piuttosto lunga di aggregazione di società. A partire dal 1990, infatti, abbiamo iniziato ad acquisire altri distributori nell’area di Ravenna e di Ferrara e oggi abbiamo una liason molto stretta con Blubai, che potrebbe essere foriera di ulteriori importanti sviluppi. Al momento, oltre alla già citata logistica, condividiamo la direzione commerciale e amministrativa e ci avvaliamo della preziosa collaborazione del loro ufficio marketing, un elemento fortemente
distintivo rispetto agli altri distributori, perché ci permette di offrire assistenza propositiva ai punti vendita che serviamo.
CHE TIPO DI SERVIZI OFFRITE?
Il nostro impegno principale è quello di favorire il sell-out dei clienti e lo portiamo avanti con una vasta gamma di attività realizzate insieme a loro. Organizziamo eventi e iniziative di co-marketing, forniamo consigli per l’assortimento e ci occupiamo della realizzazione di carte dei vini e delle birre di qualità, suggerendo aggiornamenti e miglioramenti continui. A breve, introdurremo la BLUBAI APP, realizzata per valorizzare la relazione fra gli agenti e i clienti, permettendo loro di risparmiare tempo e dedicarsi allo sviluppo del proprio business e delle attività strategiche. Dalla gestione autonoma degli ordini alle offerte esclusive, dalle comunicazioni continue agli aggiornamenti in tempo reale relativi ai nuovi prodotti disponibili: l’APP ha lo scopo di semplificare il lavoro dei clienti, che possono così dedicarsi alla scoperta delle novità e delle iniziative aziendali, migliorando la qualità dell’offerta e ottenendo vantaggi e premi accessibili esclusivamente sul portale. A questo si
aggiunge un puntuale e attento servizio di assistenza tecnica e di manutenzione degli impianti di spillatura.
LA BIRRA È PER VOI UN PRODOTTO CHIAVE?
La birra in fusti è la nostra categoria di maggior peso, in termini di fatturato e, insieme a quella confezionata, rappresenta più del 30% del giro d’affari aziendale. Blubai ha anche una partecipazione in Birra Castello ma, in generale, siamo specializzati in questo mercato e la nostra attenzione è massima per tutti i marchi. Oltre alla birra alla spina, che si sta riprendendo progressivamente dalla penalizzazione registrata durante il periodo del Covid, assistiamo a una forte ascesa nella domanda di spirits, dovuta in particolare al diffondersi del fenomeno degli aperitivi e alla moda dei miscelati a base gin. Nel nostro portafoglio prodotti c’è anche una quota di food secco (6,7%) e si tratta proprio di referenze proposte soprattutto per l’aperitivo o di ingredienti per la preparazione di pizze.
CHE PREVISIONI AVETE PER IL 2023?
Noi chiudiamo i bilanci a fine settembre e avendo tra i nostri clienti, tutti nell’Horeca, molte attività stagionali legate al turismo balneare, gli ultimi sei mesi da aprile determinano il 65/68% del fatturato. Al di là dell’alluvione, quest’anno la stagione è partita un po’ in ritardo, perché durante la primavera il meteo non è stato favorevole. Dalla seconda/terza settimana di giugno, però, siamo tornati a regime e contiamo di chiudere quest’anno con il 10% in più rispetto al precedente.
A COSA È DOVUTA LA CRESCITA?
Soprattutto all’acquisizione di nuovi clienti selezionati tra le attività più importanti del territorio, insieme alla maggiore penetrazione determinata dalla nostra attività di marketing, che ha prodotto anche un aumento delle referenze vendute. Tutte le sfide che ci prefiggiamo sono riconducibili al motto che ci identifica, “il partner che ti serve”: Blubai ed Erre-Bi sono dei veri e propri partner per i propri clienti, figure di supporto costanti su cui poter fare affidamento, con l’obiettivo condiviso di crescere, svilupparsi e aumentare le vendite insieme. Il successo dei nostri clienti è il nostro successo: ed è esattamente così che vanno le cose.
L’IDENTIKIT DELL’AZIENDA Errebi Spa
Via Braille 16, 48124 Fornace Zarattini - RA Tel. 0544 469911
presidente: Franco Boschetti
amministratore
delegato: Andrej Castellucci
capitale sociale: 2.674.672 € fatturato 2022: 13.700.000 €
ebitda: 1.519.000 €
mq magazzino: 5.267 (più tettoia di 1.667 mq e ulteriore area scoperta di 7.601 mq)
mezzi per distribuzione: 11 autocarri
clienti serviti: 1.630 (compresi stagionali)
referenze: 1.947
incidenza sul fatturato:
birra fusti 25,3%; birra confezionata 5,1%; acqua 16,6%; soft drink 12,1%; vino 20,4%; spirits 10,9%; succhi 1,5%; CO2 / azoto 1,4%; food secco 6,7%
Fonte: dati aziendali
IDENTITY
Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.
VISION
MISSION
La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.
Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.
• POLITICO ECONOMICO SOCIALE
• SINDACALE
• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA
DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA SUL MERCATO HORECA
IHM
INTERNATIONAL HORECA
MEETING
L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.
GBI
GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.
GBI NEWS
GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.
ISCRIZIONI A ITALGROB DA PARTE DI IMPRESE INDIPENDENTI:
Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti:
• Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria
• Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato
• Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS
• Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)
PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI:
06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it
SITO
ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.
n. 202 agosto - settembre 2023 www.gbinews.it
ANTONIO PORTACCIO PRESIDENTE
REDAZIONE
Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile
Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665
Domenico Apicella • Redazione d.apicella@lswr.it – tel: 349 3100181
Collaboratori • Maddalena Baldini, Angela Borghi, Dino Di Marino, Manuela Falchero, Antonio Faralla, Maddalena Marconi, Franco Metta, Anna Muzio, Antonio Portaccio
PUBBLICITÀ
Costantino Cialfi • Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it – tel. +39 3466705086
Giorgio Lomuoio • Sales Manager Area Horeca g.lomuoio @lswr.it – tel: 335 7884503
Elena Cotos • Ufficio Traffico e.cotos@lswr.it – tel: 340 1367901
SERVIZIO ABBONAMENTI
abbonamenti.quine@lswr.it – Tel. 02 864105
Abbonamento annuale 30 € (6 numeri e annuario)
PRODUZIONE
CLAUDIA
CONSIGLIO GENERALE
LUCA DE SIERO CONSIGLIERE NAZIONALE CONSIGLIERE NAZIONALE
MASSIMO LA TORRE CONSIGLIERE NAZIONALE
Antonio Iovene a.iovene@lswr.it
Progetto grafico: Debora Morabito, Edra Spa
Grafica e impaginazione: Life sh.p.k.
Stampa: Faenza Group – Faenza (Ra)
Editore
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Testata Associata
GAETANO ALIPRANDI CONSIGLIERE NAZIONALE
GIUSEPPE BOVIER CONSIGLIERE NAZIONALE