GBI rivista 206

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Quine S.r.l. –GBIAnno XXIX N. 206AprileMaggio 2024 –PT Magazine AMARI UN VIAGGIO TRA STORIA, BOTANICHE E TERRITORIALITÀ VINO POCA INFLAZIONE NELL’HORECA? MERITO DEI GROSSISTI

EDITORIALE

LA NOSTRA SFIDA

Anche quest’anno l’International Horeca Meeting è stato un momento di analisi e confronto sulla situazione economica nazionale con un focus su problematiche e opportunità dell’Horeca, come potrete leggere nei vari articoli che questo numero di GBI dedica all’evento. Un appuntamento realizzato – com’è nello stile Italgrob – evitando scontri, rendite di posizione e visioni miopi, cercando un dialogo con tutti gli stakeholder, per costruire un ponte ideale con l’anello della filiera che può fare la differenza: il consumatore finale.

La distribuzione Horeca sviluppa circa 21 miliardi di fatturato, è un elemento nevralgico del fuori casa e svolge un ruolo sociale fondamentale, perché contribuisce in maniera significativa al benessere soggettivo delle persone, rende più vivibile i territori, promuove le economie di prossimità, crea valore per il comparto del turismo che rappresenta circa il 13% del Pil nazionale.

In questo momento economico la visione di Italgrob è fondamentale e passa attraverso un percorso di dialogo con l’industria e la tessitura di relazioni con le istituzioni e le

associazioni di categoria, per difendere un mercato il cui valore finale a valle è vicino ai 100 miliardi di euro e che dà lavoro a più del 6% della popolazione lavorativa italiana.

Nel 2023 le aziende di distribuzione che operano nel fuori casa non sono riuscite a ribaltare tutta l’inflazione generata dagli aumenti di listino. Il primo margine si è ridotto mediamente di due punti percentuali, con un’impennata degli oneri finanziari e un incremento dei giorni di incasso dei crediti commerciali. Anche la distribuzione, quindi, è chiamata a dare risposte e una possibile, se non necessaria, va nella direzione della digitalizzazione dei processi. Ricercare nuova competitività attraverso un efficientamento dei costi, aumentando il livello di consulenza nei servizi offerti alla clientela, rappresenta la sfida con il futuro

In un quadro sociopolitico ed economico la cui unica certezza è rappresentata dall’incertezza, individuare nella ricerca della qualità professionale la probabile via d’uscita è segnale di coraggio e di lungimiranza. Sta alla nostra categoria saper raccogliere e governare questa sfida.

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ANTONIO PORTACCIO, PRESIDENTE ITALGROB

VOCE DEL VERBO ‘MIGLIORARE’ IL PUNTO

Una nuova sfida per Italgrob: migliorare la categoria che la nostra Associazione ha l’onore di rappresentare e, di riflesso, il mercato di cui i distributori Horeca sono volano e indispensabile anello di congiunzione.

È questa la funzione di Italgrob che poi, a pensarci bene, è l’indispensabile ruolo delle aziende che rappresentiamo che sono appunto l’anello di congiunzione fra produttori e punti di consumo. Siamo, come ho sempre avuto modo di sottolineare, il braccio di servizio dell’Industria; siamo parte di quell’imprenditoria di servizi che in Confindustria, della quale siamo parte, rappresenta una categoria strategica per lo sviluppo dell’economia.

Senza distribuzione l’economia non si muove.

Lo abbiamo capito ancora una volta durante il recente Horeca Meeting di Rimini dove abbiamo ascoltato le parole di autorevoli speaker che hanno tracciato uno scenario complesso e sfidante ma, allo stesso tempo, ci ha confortato sapere che il mercato dei consumi Fuori Casa conserva buone fondamenta; quel mercato, quel luogo, quell’esperienza fondamentale per il nostro vivere,

per la nostra vita sociale, oltre che per la nostra economia. Come spiega bene, d’altronde, il nuovo Rapporto Censis: “Il Fuori Casa rende l’Italia migliore’’: un’affermazione che in poche parole racchiude il valore di questo mondo e quanto lo stesso sia prezioso per la vita sociale degli italiani.

E, come già anticipato a Rimini, il nuovo Rapporto Censis sarà presentato ufficialmente al governo nella sala capitolare del Senato il prossimo 23 maggio. Un appuntamento fondamentale per Italgrob, e per tutto il mondo Horeca, che attesta quanto il mondo politico si sia finalmente accorto di questo mercato e di chi ne è l’anima, ovvero i distributori.

È questa la nostra mission: sollecitare le politiche più opportune, attraverso le collaborazioni fra associazioni e produttori.

Un impegno il nostro per migliorare quel mondo nel quale tutti noi lavoriamo. La strada è tracciata, percorriamola sempre insieme, come fatto fino ad oggi.

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DIRETTORE
DINO DI MARINO,
GENERALE ITALGROB
DINO DI MARINO, DIRETTORE ITALGROB
4 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA SOMMARIO 01. EDITORIALE La nostra sfida 03. IL PUNTO Voce del verbo ‘migliorare’ 06. IHM 2024/ CONGRESSO HORECA I consumi nell’Italia che cambia 12. IHM 2024/ RAPPORTO CENSIS Gli italiani e l’inflazione 14. SCENARI/ CIRCANA Rivediamo le strategie 20. SCENARI/ TRADELAB Servono strategie dedicate 28. MERCATO/VINO L’ingrosso contiene i prezzi 34. MERCATO/VINO Vetrina prodotti 40. MERCATO/ FORMIND Un anno sfidante 46. MERCATO/AMARI Un viaggio tra storia, botaniche e territorialità
MERCATO/AMARI Le eccellenze territoriali
52.

70. IL GROSSISTA/ EFFEMME HORECA &ACADEMY

76. CONSORZIO/ BEVERAGE NETWORK

In continua evoluzione

80. TREND/ESTERO

Portogallo, un Paese di santi bevitori

86. STRATEGIE/ ASSORTIMENTI

Il nuovo ruolo del buyer: da negoziatore a imprenditore

5 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
56. MERCATO/AMARI Vetrina prodotti
58. NORMATIVE/ IMBALLAGGI L’UE trova l’accordo
60. CONSUMI/ TENDENZE La contesa dell’acqua
e
66. INTERVISTA MANAGER/ UVE SOLUTION Vendere di più
meglio
La formazione al centro
74. INTERVISTA/ FONTE MARGHERITA Innovazione e tradizione nella distribuzione

IHM 2024/CONGRESSO HORECA

I CONSUMI NELL’ITALIA CHE CAMBIA

IL CONVEGNO PROMOSSO DA ITALGROB A RIMINI HA GUARDATO AL FUTURO DEL FUORI CASA E ALLE VARIABILI ECONOMICHE, SOCIALI E NORMATIVE CHE NE SEGNERANNO LO SVILUPPO

DI GUIDO CHIUSANO

C’ è un tempo per la tattica e uno per la strategia. Un tempo per arroccarsi in difesa della propria posizione e uno per costruire ponti basati sul dialogo. Un tempo per

focalizzarsi sul presente e uno per condividere la visione del futuro. Il Congresso dell’Horeca “Consumi e scenari nell’Italia che cambia”, promosso da Italgrob in occasione dell’International Horeca Meeting, presso l’Italian Exhibition Group – Fiera di Rimini, è stato un momento di confronto per la

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filiera del fuori casa, all’insegna della strategia, del dialogo e del futuro . A indicare la rotta, Antonio Portaccio , Presidente di Italgrob: “Per gli italiani il fuori casa è un booster per il benessere soggettivo e la qualità della vita in generale. Il mercato di riferimento è vivo e dinamico, ma si evolve a causa di dinamiche endogene ed esogene, per cui ci troviamo di fronte ad un consumatore diverso. Di conseguenza, le nostre aziende si devono adeguare a questo cambiamento al fine di dare le risposte attese. È fondamentale, dunque, avviare un percorso di dialogo con l’industria, le istituzioni e le associazioni di categoria nell’ottica di accompagnare, attraverso lo strumento dell’informazione e della formazione, la transizione in atto. Analizzare e far comprendere il mondo che esiste dietro una banale bottiglia su un tavolo di un ristorante rappresenta quella linea sottile che segna il futuro della distribuzione Horeca”.

Un approccio pragmatico condiviso da Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di IEG: “Quella tra Italian Exhibition Group e Italgrob è una collaborazione di lunga data che ha prodotto risultati più che soddisfacenti. L’International Horeca Meeting risponde al nostro modo di intendere le fiere e cioè non solo appuntamenti commerciali importanti, ma momenti in cui fare il punto sul comparto , ascoltando le testimonianze di quelle realtà che stanno a metà strada tra produzione e consumo e che ci possono dare indicazioni indispensabili per progettare al meglio le future edizioni delle nostre manifestazioni food&beverage”. Il convegno – moderato da Paolo Petrecca, Direttore di Rai News 24 – ha visto la presenza di un membro del Governo Meloni, Alessandro Morelli , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri , che ha sottolineato come “Fra inflazione e stretta creditizia l’economia italiana attraversa una fase delicata, il potere di acquisto degli italiani è messo a dura prova da una serie di aumenti che hanno alimentato una pericolosa spirale inflattiva. Anche per il 2024 l’economia italiana spera nelle entrate derivanti dai settori

dell’Horeca e dell’ospitalità, uno degli asset portanti del Paese. La via per continuare a crescere è quella che porta a consolidare le sinergie all’interno della filiera e in particolare con l’industria di marca”.

L’INVERNO DEMOGRAFICO

La necessità di avere una visione del futuro ha spinto ad affrontare temi solo apparentemente lontani dal fuori casa, con l’aiuto di Gian Carlo Blangiardo, Demografo e già Presidente dell’Istat: “Nel 2008 sono nati in Italia 577.000 bambini e da quell’anno in poi, questo numero ha continuato regolarmente a diminuire. L’ultimo dato disponibile è relativo al 2022 ed è di 393.000 nascite. Nei primi 11 mesi del 2023 c’è stato un’ulteriore flessione del 3,3% e a conti fatti dovremmo essere scesi a 380/385.000 nati. Dal 2014 in poi il numero di abitanti in Italia è sempre calato e in totale abbiamo perso 1,4 milioni di persone: è come se fosse sparita la popolazione della Sardegna. Oggi siamo 59 milioni, ma secondo l’Istat nel 20702080 scenderemo a 46 milioni. In pratica, è come se tutti gli abitanti del Mezzogiorno d’Italia non ci fossero più. Per essere un grande paese non sono necessarie solo l’estensione territoriale e la ricchezza, serve anche la popolazione che vuol dire economia, domanda, produzione, importanza nel quadro geopolitico internazionale. Tutto questo l’Italia sta rischiando di perderlo”.

Blangiardo ha elencato altri dati per fotografare il rapido invecchiamento degli italiani: “Le persone con almeno 90 anni oggi sono 831.000 e ce ne sono 22.000 circa con almeno 100 anni. Fra 40 anni noi avremo 2,1 milioni di novantenni e 88.000 centenari. Vi lascio immaginare quale sarà la pressione sul sistema sanitario. Sul fronte opposto, la potenzialità produttiva del Paese va peggiorando. Oggi abbiamo 34 milioni di persone in età lavorativa, tra i 20 e i 65/67 anni. Tra 40 anni saranno 25 milioni, cioè 10 milioni di potenziali lavoratori in meno. Io ho fatto un esercizio provocatorio, da prendere quindi per quello che è:

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DA SIN. PAOLO PETRECCA, ANTONIO PORTACCIO, CORRADO PERABONI

teniamo conto del cambiamento demografico e lasciamo fermi una serie di altri elementi, come la produttività, la partecipazione al mercato del lavoro, il tasso di occupazione e così via. Ebbene, se noi cambiamo solo l’aspetto demografico, nell’arco di 40 anni perdiamo 500 miliardi di Pil”.

L’IMPATTO SULLA DOMANDA

Una traiettoria assai preoccupante anche sotto il profilo dei consumi, perché applicando i coefficienti Ocse, l’inverno demografico italiano si tradurrebbe in una riduzione pari al 2% della domanda aggregata, con picchi del 10% nelle regioni del Sud. E nemmeno il fuori casa ne uscirebbe indenne: “In base ai dati Istat, a consumare di più sono i single giovani e le coppie giovani –ha chiarito Blangiardo – mentre a consumare meno sono i single anziani e le coppie anziane. Le prime due categorie hanno un consumo pari a tre volte quello delle altre due. Il problema è che single giovani e coppie giovani aumenteranno del 6% nei prossimi 20 anni, contro il 36% di crescita delle categorie di anziani. Se dovessi dare un suggerimento a chi lavora nel fuori casa, direi ovviamente di provare a stimolare la domanda, ma anche di puntare su altri target, come le famiglie con figli, per tentare di compensare la trasformazione in atto”. Invertire la rotta della denatalità è però possibile e il prof. Blangiardo ha chiuso

il suo intervento citando le leve su cui intervenire: “Io le chiamo le quattro C. Costo: i figli costano; cura: i figli richiedono cura, quindi asili nido e quant’altro; conciliazione, tra maternità e lavoro; cultura: vogliamo dire bravi a quelli che osano fare più figli? Ecco, queste quattro cose messe insieme danno una mano. Le altre leve sono l’immigrazione, che non è dannosa purché sia regolare, e la non emigrazione e quindi evitare che i nostri giovani, su cui abbiamo investito in istruzione vadano a lavorare all’estero. E infine i diversamente giovani: l’esperienza, se la testa gira, rende estremamente produttivi. E allora definiamo delle regole che consentano a chi ha voglia, con la più assoluta libertà, di continuare a lavorare, essere utile e produttivo per il sistema paese”.

Su questi temi ha insistito Adriano Bordignon , Presidente Forum delle Associazioni Familiari: “Le famiglie, come le imprese, hanno bisogno di prospettive per fare le loro scelte. Oggi sono come equilibristi su un filo, esposti a un colpo di vento che ora si chiama Covid, ora guerra in Ucraina e in Palestina, ora Canale di Suez. Servono interventi generosi, universali e strutturali. L’idea di fondo è che in Italia, a differenza di altre nazioni europee, avere un figlio è un costo personale; invece, deve essere un investimento per il sistema paese, per tenere alto il livello dell’occupabilità e del gettito fiscale, così da continuare ad avere una sanità universale e gratuita, sostenere la solidarietà intergenerazionale del sistema pensionistico. Come Forum delle Associazioni Familiari abbiamo aderito alla proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che coinvolge altri quattro ministeri e numerose associazioni di categoria, per il contenimento dei prezzi dei servizi della ristorazione a favore delle famiglie, dal 1° febbraio al 30 giugno 2024. Il progetto ‘Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più’, oltre ad esiti pratici sul portafoglio, attiva un bene immateriale che riguarda un’alleanza per la famiglia, urgente e necessaria, se si vogliono cambiare i destini della denatalità e si vuole supportare il compito sociale ed educativo delle famiglie”.

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DA SINISTRA, ANTONIO PORTACCIO E ALESSANDRO MORELLI DA SINISTRA, ADRIANO BORDIGNON, DINO DI MARINO, ANTONIO PORTACCIO, GIAN CARLO BLANGIARDO
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NUOVE NORME E VECCHIE TASSE

Molte delle partite fondamentali per il settore Horeca si giocano sui tavoli europei e Salvatore De Meo , Presidente della Commissione Affari Costituzionali e membro della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, ha riconosciuto che “Il fuori casa è un segmento cruciale della nostra economia. L’indice demografico in ribasso è motivo di grande preoccupazione per l’impatto sui consumi. Abbiamo il dovere di mettere il legislatore a fianco del settore a tutela degli operatori”. E sulle possibili conseguenze delle decisioni del legislatore europeo è intervenuto Enrico Zoppas, Presidente di Mineracqua: “Lo sviluppo del mercato dell’acqua minerale è stato molto supportato dal contenitore in plastica, che offre un servizio estremamente valido al consumatore. Le nuove norme sugli imballaggi possono sconvolgere il sistema produttivo e distributivo. È necessario stare attenti a non minare la filiera dell’acqua, che è veramente peculiare del nostro Paese, fatta di centinaia di marche con valori notevoli e diversi”. Zoppas ha inoltre ricordato che il rallentamento del mercato beverage è in parte legato al calo dell’inflazione e dunque ha invitato a non lasciarsi sopraffare dalla

negatività: “Abbiamo molti ostacoli dinanzi a noi, dobbiamo capire come superarli e guardare al medio termine per creare valore attraverso l’innovazione, di prodotto e di sistema”. Alfredo Pratolongo, Presidente di Assobirra, ha sollevato il tema dell’imposizione fiscale: “Circa 30 centesimi di accise a monte su un litro di birra generano 80 centesimi di costo per una birra alla spina e 40 centesimi per una birra da 66 cl venduta al supermercato, a un prezzo che in promozione solitamente si aggira intorno a 1 euro. Questo vuol dire che il 40% del valore di ciò che il consumatore beve è rappresentato da tasse, a cui va poi aggiunta l’Iva”.

Sulla stessa falsariga le riflessioni di Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe, che ha ricordato come l’ombra di plastic e sugar tax aleggi ancora sul mondo dele bevande analcoliche: “Le imprese hanno investito in innovazione tecnologica, riducendo del 40% negli ultimi 12 anni lo zucchero immesso sul mercato, ma non è ipotizzabile assorbire una tassa che porta a circa il 30% di incremento di fiscalità sul prodotto per litro. Speriamo prevalga il buon senso e ci si possa concentrare su formule di collaborazione all’interno della filiera, per soddisfare un consumatore in costante evoluzione”. In chiusura dei lavori, Dino Di Marino, Direttore di Italgrob, ha sintetizzato lo spirito dell’intera iniziativa, accolta da una folta partecipazione: “Il Congresso Horeca rappresenta un momento di analisi e confronto sulla situazione economica nazionale con un focus sul mercato, sulle sue problematiche, sulle sue opportunità ed è la naturale prosecuzione degli Stati Generali del Mercato del Food & Beverage che abbiamo organizzato a Roma lo scorso novembre. Due eventi strettamente collegati fra di loro e funzionali ad uno dei principi cardine di Italgrob: essere il punto di riferimento, elemento propulsore e di stimolo verso tutti gli stakeholder del mercato. Senza distribuzione, l’economia non si muove. Il nostro obiettivo vuole essere questo: migliorare la categoria che Italgrob ha l’onore di rappresentare e di riflesso il mercato di cui i distributori Horeca sono volano e indispensabile anello di congiunzione”.

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SALVATORE DE MEO , EUROPARLAMENTARE DA SINISTRA, PAOLO PETRECCA, ENRICO ZOPPAS, ALFREDO PRATOLONGO, GIANGIACOMO PIERINI
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PIÙ DELLA METÀ DEI CONSUMATORI PERCEPISCE UN AUMENTO DEI PREZZI DOPPIO RISPETTO A QUELLO REALE. CON IMPATTI SUI COMPORTAMENTI D’ACQUISTO, ANCHE NEL FUORI CASA DI DOMENICO APICELLA

Cosa c’è di peggio di un’inflazione elevata? La sua errata percezione. Un aspetto con cui il fuori casa deve fare i conti, come ha spiegato Sara Lena , Ricercatrice del Censis , in occasione dell’International Horeca Meeting, mostrando dei dati che costituiscono un’anticipazione del terzo Rapporto Italgrob Censis, intitolato “Il fuori casa rende l’Italia migliore” , la cui presentazione è in programma il 23 maggio presso il Senato, a Roma: “ L’Italia nel 2023 ha registrato un’inflazione del +5,7%, ma il 52,6% degli italiani è convinto che il suo valore sia pari ad almeno il doppio di quello reale ” chiarisce Lena. In pratica – a parte un 9% che non sa rispondere alla domanda – solo l’8% ha una percezione dell’inflazione pari al 5% o meno, mentre il 30,4% la colloca tra il 6 e il 10%. “A ritenere che l’inflazione si sia attestata tra l’11 e il 15% è il 19% degli italiani – continua Lena – mentre un altro 18,3% crede sia stata tra il 15 e il 20%. Infine, il 15,3%, oltre un italiano su

sei, pensa che l’inflazione abbia superato il 20% , un valore di gran lunga maggiore rispetto a quello reale”.

LE ASPETTATIVE PER IL FUTURO

Alla luce di questi dati, non sorprende che il 55,8% degli italiani si aspetti un aumento dell’inflazione nei prossimi mesi . “A pensare che l’inflazione resterà uguale è il 20,3% – sottolinea Lena – e solo il 15,3% degli italiani ritiene che diminuirà. Nelle nostre analisi trova conferma il carattere regressivo dell’inflazione, che colpisce particolarmente chi ha minori disponibilità economiche. A immaginare che i prezzi aumenteranno è il 66,1% dei redditi bassi, il 55% dei redditi medi e il 40% dei redditi alti. In conclusione, nonostante sia in rallentamento, l’inflazione si è ormai radicata nelle aspettative degli italiani , a causa dell’esperienza concreta che hanno vissuto negli ultimi anni. E questo incide sui comportamenti e sui consumi, anche nel fuori casa. Come e con quali effetti lo vedremo nel terzo Rapporto Italgrob Censis”.

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ITALIANI E L’INFLAZIONE IHM 2024/CENSIS
GLI

UN PIACERE ACCENTUATO DA AROMI DELICATI E BOLLICINE PERSISTENTI

Da sempre sinonimo di originalità e innovazione, Schweppes è il brand di acqua tonica più conosciuto al mondo che nel tempo ha affinato conoscenze e competenze per rinnovarsi costantemente ed essere punto di riferimento del mercato. Anni di studi e messe a punto del processo con il supporto di mixologists di fama internazionale e più di due secoli di curiosità, esperienza, creazione e ricerca della qualità, hanno dato vita alla linea Schweppes Selection sviluppata per esaltare gli aromi e le sfumature dei diversi tipi di Spirits ed elevare l’esperienza di gusto. Grazie ad ingredienti selezionati di alta qualità, al processo di doppia macerazione per intensificare gli aromi e il gusto e la famosa bottle studiata appositamente per mantenere la gasatura a lungo, Schweppes Selection è perfetta per garantire cocktail dal sapore unico e sorprendente fino all’ultimo sorso. Da sempre Schweppes pone molta attenzione alle esigenze dei propri consumatori, proponendo un ventaglio di referenze in grado di accontentare anche i palati più esigenti e la creatività dei cocktail lovers che amano sperimentare. La nuova gamma Schweppes Selection si compone infatti di 6 gusti, che grazie al loro perfetto equilibrio, diversificano l’offerta dei drink con i gusti classici, originali e versatili come: Tonica&Touch of Lime, amara al punto giusto con leggere note di lime che, sostenute dalle preziose bolle, esaltano le peculiarità di

ogni drink; Ginger Beer&Chili, una piacevole doppia piccantezza ottenuta dall’unione dello zenzero e del chili; White Peach&Elderflower, un’esplosione di fiori e frutta magistralmente orchestrata dalle eleganti bollicine; Lemon&Quinine, ideale per un drink rinfrescante e meditativo dove il gusto vivace del limone incontra l’amaro antico del chinino; Soda Water, bolle decise a rendere spumeggianti ogni cocktail, completa la gamma Ginger Ale, un equilibrio perfetto tra fresco e speziato con un sentore verde adatto alla creazione di drink a base di amari alle erbe. Ogni gusto di Schweppes Selection è stato delicatamente sviluppato per esaltare l’aroma degli spirits ai quali viene mixato e gli ingredienti si completano a vicenda per creare drink perfettamente ricercati. Che si tratti di un cocktail o di un mocktail, Schweppes Selection offre innumerevoli opzioni di miscelazione e garantisce un risultato ottimale. Ogni referenza della linea acquisisce essenze e aromi tramite doppia macerazione, processo che intensifica il gusto, conferendo una varietà aromatica unica e amplia la gasatura per un drink più gustoso, fresco e frizzante. I prodotti Schweppes Selection presentano un equilibrio perfetto tra tutte le loro note: erbacee, floreali, di lime e agrumi. All’interno non si trovano aromi prodotti chimicamente o sintetizzati ma alcuni tra gli ingredienti più pregiati al mondo.

COCKTAIL D’AUTORE

Schweppes ha scelto Yuri Gelmini come proprio Brand Ambassador per la sua sensibilità e passione nella ricerca di ingredienti naturali e spesso fuori dagli schemi tradizionali. La preziosa collaborazione ha dato vita a proposte di cocktail che cavalcano i principali trend del settore e incontrano i gusti di una clientela attenta alla qualità del prodotto. Tra questi: Esperido, una combinazione di un aperitivo a base di vino francese; Lillet Rosè, con sciroppo di basilico e il gusto di lime di Schweppes Selection il tutto servito con crosta di sale di Camargue e una foglia di basilico come guarnizione. Il tocco di Schweppes Selection Tonic & Touch of Lime rende il cocktail rinfrescante, agrumato e impreziosito dal profumo di scorza di limone. Persica, un cocktail che rappresenta un’esplosione di fiori e frutta magistralmente orchestrata dalle eleganti bollicine di Schweppes.

SCENARI/CIRCANA

RIVEDIAMO LE STRATEGIE

UNA RICERCA DI CIRCANA CHIAMA I DISTRIBUTORI A RIPENSARE LE POLITICHE DI ASSORTIMENTO, GUARDANDO PIÙ ATTENTAMENTE AI NUOVI PRODOTTI E AUMENTANDO LE COMPONENTI DI SERVIZIO

DI MATTEO CIOFFI

Un po’ di sole con qualche nuvola preoccupante all’orizzonte. Il clima vissuto lo scorso anno dalla distribuzione di bevande nel fuori casa non si può definire del tutto limpido ed esente da instabilità.

I numeri per capire lo stato dell’arte sono stati divulgati dalla società di ricerca Circana, lo scorso 20 febbraio , nell’incontro

organizzato da Italgrob e andato in scena durante la tredicesima edizione dell’International Horeca Meeting tenutasi poche settimane fa a Rimini all’interno di Beer&Food Attraction

La prima impressione ascoltando i numeri è che la cautela sia d’obbligo. La notizia più rassicurante, ma non esaustiva come vedremo, riguarda le vendite di soft drink e alcolici cresciute, dopo due anni a doppia cifra, del 9,4% rispetto al 2022, per

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un fatturato di 4,7 miliardi di euro

A fronte però di questa performance, e qua veniamo al punto dolente, i volumi complessivi sono incrementati del 2,6%, con un trend in negativo riportato nel periodo tra maggio e settembre (per tradizione mesi favorevoli ai consumi di bevande), con un calo vistoso riportato soprattutto nel mese di giugno (-5,5%). Analizzando l’andamento da maggio a fine anno, paragonato a quello medesimo dell’anno prima, la flessione a volume è stata dello 0,4%, mentre il giro di affari è cresciuto del 7,6% rispetto agli analoghi otto mesi del 2022 per effetto dell’inflazione.

ANDAMENTO PER CATEGORIE

Non tutte le categorie merceologiche si sono comportate allo stesso modo nel corso del 2023.

“Le carbonate hanno rialzato la testa rispetto all’anno prima quando avevano patito due criticità serie come la bassa reperibilità del prodotto e la forte carenza di anidride carbonica – ha commentato in merito Marco Colombo , Global Central Operation SVP di Circana , presentando la ricerca davanti a una folta platea di persone accorse ad ascoltarlo durante la manifestazione riminese –. Al contrario, abbiamo assistito a una leggera sofferenza per quelle che sono le bevande principali del settore, ovvero l’acqua minerale che, sempre tra maggio e dicembre, ha perso l’1% a volume scontando gli effetti di un’estate 2022 molto calda, e

Dopo tre anni dinamici, nel 2023 crescita a valore a cifra singola in linea con un trend di lungo periodo

Circana, Inc. and Circana Group, L.P.

MARCO COLOMBO, GLOBAL CENTRAL OPERATION SVP DI CIRCANA

la birra che, a sua volta, ha accusato un calo dell’1,3%, dovuto a una flessione fisiologica dopo i grandi numeri degli anni scorsi , ma anche al fatto che il periodo estivo rovente, in generale, tende a favorire un consumo di bibite analcoliche, trend quest’ultimo sostenuto soprattutto dai giovani”. Ora, in vista di un 2024 sul quale sono riposte non poche incertezze e ben poche sicurezze, i distributori sono chiamati a rivedere alcuni aspetti della loro strategia , come sollecitato da Circana alla

Maggio-Dicembre 2023: periodo chiave per interpretare il futuro

Var. % Maggio-Dicembre 2023 su 2022

Fatturato M ix

Volumi In azione (Volumi Costanti)

B eva nde Ga ss a te

B olli ci ne

Al coli ci

B eva nde B as e F r ut ta

V ino

Acqua Mine ra l e

B irr a

Aper i ti vi e V er mouth

B eva nde P ia t te

Circana – Liquid Data Panel Dristributori Bevande Maggio – Dicembre 2023

Inc. and Circana Group, L.P. | Proprietary and con dential

15 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
3,74 3,96 3,1 3,3 3,4 3,6 2,4 3,2 4,2 4,7 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 +4,9% +4,2% +6,2% +30,6% +32,9% -32,6% +9,4%
Fonte: Circana Panel Distributori Bevande 2016-2023; Universo 1090 Depositi su Universo di 1800. Vendite in Valore (M.di€) e Variazione % Vendite in Valore su anno precedente 2020-2021 – Stima Vendite su base Trend storico
| Proprietary and con dential
Circana,
4,4% 4,1% 4,0% 1,6% 1,4%
%
+0,1% -0,4% +7,9%
Var
Volumi
+7,6%
-1,0% -1,3% -2,3% -3,9%

La creazione di distintività di prodotto passa dall’introduzione di nuove referenze

luce di questi risultati economici. In primis, si ritiene necessario razionalizzare le politiche di assortimento. La ricerca, infatti, ha affermato che negli ultimi sei anni le nuove bevande introdotte nell’Horeca sono state complessivamente oltre 15 mila , con un aumento quantificato del 30%. Aumento che ha avuto negli aperitivi & vermouth (+81%) e nella birra (+33,7%) le categorie più dinamiche e innovative , mentre sul fronte vino l’incremento è stato del 26,5%, con particolare effervescenza per il segmento delle bollicine che tra il 2018 e 2023 ha ampliato l’offerta del 55,1%.

Come sono cambiate le rotazioni per referenza? Contribuzione marginale alla crescita di volume.

Il moltiplicarsi di nuove proposte non ha però sortito gli effetti desiderati. Secondo Circana questo sforzo non è stato premiato a livello di vendite in quanto le società di distribuzione, in generale, tendono a confluire verso una selezione limitata di prodotti e, su questa, concentrano la loro offerta, che di fatto si risolve in un contribuito marginale alla crescita dei volumi, o comunque inferiore alle attese. “Notiamo tanti movimenti da parte dei produttori che investono molto sull’innovazione ma - dati alla mano - è emerso che le dieci nuove referenze più altovendenti lanciate dal 2018 al 2023 pesano per il 15% del fatturato totale del segmento novità (167 milioni di euro) e soltanto lo 0,9% dei ricavi generali nell’Horeca in quello stesso periodo”, ha osservato sempre Colombo.

16 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
Circana, Inc. and Circana Group, L.P. | Proprietary and con dential 2 315 12 194 905 1 713 2 161 826 15 953 5 627 24 373 Acqua Minerale Alcolici Aperitivi e Vermouth Bevande Base Frutta Bevande Gassate Bevande Piatte Birra Bollicine Vino Numero Referenze Disponibili 2023 2023 10,3% 32,5% 81,0% -1,4% 20,8% 16,8% 33,7% 55,1% 26,5% Var % 2023 su 2018 V ar % 2023 vs 2018
Circana, Inc. and Circana Group, L.P. | Proprietary and con dential 6,6% 7,2% 21,3% 2,2% 7,1% 14,5% 11,2% 7,8% 35,9% 29,4% Tot a le Be va nde Acqua Mine ra l e Al coli ci Aper i ti vi e V er mouth B eva nde B as e F r ut ta B eva nde Ga ss a te B eva nde P ia t te B irr a B olli ci ne V ino 2023 su 2018 2023 s u 2018 0,9% 2,0% 3,7% 9,2% 4,3% -0,4% 2,7% 3,1% 1,9% 2023 su 2022 2023 s u 2022 -2,4%

LA RISPOSTA DELLA DISTRIBUZIONE

I dati emersi dalla ricerca di Circana hanno chiaramente pungolato la distribuzione - rappresentata a Rimini da Luca Di Siero, Direttore Generale di Doreca - richiamando l’importanza di puntare sull’innovazione, ma cominciando davvero a muoversi con maggiore attenzione.

Locali Notturni e Birrerie hanno un Prezzo/litro medio superiore rispettivamente di 57 e 71 punti, ma non hanno avuto gli incrementi più signi cative di prezzo

“I numeri della ricerca sulle bevande nell’Horeca sono severi e mettono in luce un aumento del fatturato imputabile in gran parte all’inflazione, a fronte di una stagnazione dei consumi – ha premesso il manager invitato sul palco a commentare l’analisi condotta da Circana –. Se questo scenario si ripeterà o, addirittura, peggiorerà quest’anno, il 2024 non si rivelerà una grande annata per il canale del fuori casa. Al tempo stesso, questi riscontri ci fanno capire come oggigiorno sia diventato sempre più strategico agire sulla specializzazione dell’offerta. Si assiste troppo spesso a nuovi lanci che, nei fatti, non riescono a ottenere risultati di vendita soddisfacenti, recando poco valore aggiunto sia al produttore che al distributore. C’è, dunque, la necessità di lanciare meno novità, facendolo in maniera più razionale, oculata e migliore”.

“Bisogna tenere particolarmente d’occhio il mercato dell’acqua funzionale – ha infatti dichiarato il rappresentante della società di ricerca –. Una bibita che lo scorso anno, negli Stati Uniti, ha totalizzato un giro di affari di 5 miliardi di dollari

In Italia siamo ancora lontani da queste cifre, ma vale la pena rendere noto che, nel 2023, questi prodotti hanno segnato un balzo in avanti dell’11%, generando ricavi per 50 milioni di euro circa. State sicuri che in futuro ne sentiremo parlare sempre di più”.

Parole che spingono quindi a direzionare le strategie verso categorie realmente in crescita e che hanno le potenzialità per dare una scossa al mercato. Tra queste, Marco Colombo, ha portato all’attenzione del mercato una tipologia di bibita che in Italia è stata forse troppo presto ritenuta poco redditizia.

IL CONSUMATORE È IN DIFFICOLTÀ

Un altro aspetto sul quale si è concentrata l’indagine di Circana è relativo alla distribuzione del reddito da parte dei consumatori. Un’analisi che ha, a sua volta, mostrato una criticità che sta colpendo l’out of home e di cui si parla da tempo e confermata dai dati.

“La situazione è chiara – ha precisato nel suo discorso Colombo –: una vasta fetta di italiani riconosce oggi di avere, rispetto a prima, più difficoltà di natura economica a frequentare i punti vendita del fuori

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Circana, Inc. and Circana Group, L.P. | Proprietary and con dential 11,1 -5,9 -26,5 -0,7 57,4 -3,1 71,1 -15,6 -45,9 B ar Di ur no Ri s tor ant i Al tr o P iz zer i e Mondo de l l a Nott e Gr oss is ti P ub e B i rr e ri e Hot e l Al ime nta r i Delta Indice
– Totale
Prezzo 100
Bevande
14,6% 23,5% 15,1% 18,8% 21,3% 5,8% 12,2% 22,0% 29,8% Variazione
Attenzione
Prezzo Medio 2023 su 2019
al Cliente - Canali di sbocco
MARCO COLOMBO E LUCA DE SIERO (DIRETTORE GENERALE DORECA)

Quali prospettive per il 2024?

Stima di crescita per categoria

casa. La ragione principale si lega all’aumento dei prezzi dei prodotti causato dall’inflazione, come confessato dal 65,7% dei nostri intervistati. Oggi gli italiani, nella classifica delle loro rinunce, pongono al primo posto la voce parrucchiere/centro di bellezza, ma subito dopo troviamo appunto i ristoranti e i bar”.

Un comportamento ovviamente che agita i sogni dei distributori che, a questo punto, sono portati a pensare a nuove strategie. Circana qualche indicazione in merito l’ha dispensata. “ È consigliabile puntare su quei canali dove il costo per singolo litro è più alto, come avviene nel mondo notte e nelle birrerie dove non ci sono però stati gli incrementi di prezzo più significativi”, ha dichiarato Colombo. Spazio quindi alle conclusioni. Secondo la società di ricerca di mercato, nonostante un graduale abbassamento della spinta inflattiva, nel 2024 la domanda rimarrà debole con un effetto sui prezzi che si sensibilizzerà intorno a 3,5 punti “Complessivamente la stima è di una crescita del 3,7% del fatturato e di una leggera flessione dei volumi dello 0,1% che, seppure contenuti, in un contesto di sviluppo diventano critici, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei conti economici – ha finalizzato nel suo intervento Marco Colombo, andando poi ad aggiungere: “L’effetto ripresa post Covid si è oramai esaurito a causa di inflazione e tensioni socio-politiche. Inoltre, le iniziative di stimolo alla domanda (calmierare i prezzi e attivare promozioni) attuate su tutti i canali, hanno effetti tattici e non consolidano i trend”. E non solo. “I distributori di bevande –ha proseguito – continuano a operare in una logica di intermediari

qualificati verso i punti di consumo e, sostenendo un’offerta con più articoli in magazzino, è necessario aumentare le componenti di servizio (come per esempio le multiple consegne quotidiane, l’uso di pallet misti o carichi non completi, la presenza di venditori/ promoter da parte del distributore per sostenere la domanda…). Tutto ciò ha un costo diretto che va attentamente valutato per non incidere in maniera troppo significativa sull’ultima riga del conto economico”.

QUALI INDICAZIONI E QUALI OPPORTUNITÀ

• Il percorso di ripresa post-pandemico sembra essersi esaurito per effetti esogeni, in primis inflazione e riduzione sentiment positivo per evoluzione di scenari socio-politici.

• Le iniziative di stimolo della domanda – calmieramento prezzi, promozionalità – operate cross-canali hanno effetti tattici e non consolidano le tendenze.

• I distributori bevande continuano ad operare in logica di intermediario qualificato verso punti di consumo sostenendo offerta diversificata ed estendendo le componenti di servizio (a quali costi?).

• L’industria di marca deve riconsiderare il sostegno ai consumi finali non solo in logica commerciale ma strategica con continuità d’azione nella proposizione distintiva.

• Le prospettive per il 2024 presentano uno scenario di sostanziale stabilità di consumi – la selezione delle categorie su cui investire diventa fattore critic di successo nella costruzione della catena del valore per il distributore.

18 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
3,7% 6,0% 3,0% 2,6% 5,7% 6,1% 6,6% 4,0% -2,0% -0,2% 0,1% 0,1% 1,9% -1,0% 1,4% 0,2% -0,4% 0,6% 1,4% -2,4% Tot a le Be va nde Acqua Mine ra l e Al coli ci Aper i ti vi e V er mouth B eva nde B as e F rut ta B eva nde Ga ss at e B eva nde P ia t te B irr a B olli ci ne V ino V ar V endi te in V al or e V ar V endi te in V olume
Circana, Inc. and Circana Group, L.P. |
Proprietary and con dential

SCENARI/TRADELAB

SERVONO STRATEGIE DEDICATE

COME CAMBIANO I MODELLI DI CONSUMO AWAY FROM HOME MENTRE

PROSEGUE LA CRESCITA DEL MERCATO

A CURA DI BRUNA BORONI

Nel 2023 gli italiani hanno speso poco meno di 100 miliardi in consumi Food & Beverage fuori casa, all’interno di bar, ristoranti, catene della ristorazione, take away, gelaterie.

Nel frattempo, stanno cambiando i consumi Away From Home, sempre meno omogenei e sempre più destinati a soddisfare specifici bisogni e target di clientela. Da un lato, il fuori casa dei giovanissimi della Generazione Z che

esce principalmente per mangiare fuori (pranzo/cena) e “fare serata” (59% delle visite); dall’altro, quello dei Boomers i cui consumi Away From Home si concentrano la mattina, fra colazione e pausa caffè (55%).

Ma entriamo nel vivo dei numeri. Secondo le stime TradeLab, il 2023 si è chiuso con 99 miliardi di euro spesi in consumi Food & Beverage fuori casa e con una crescita complessiva, sia a valore (+6%) che a visite (+3%) rispetto al 2022.

20 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

Un anno positivo, con uno sviluppo importante anche trainato dall’inflazione e dalla maggiore presenza in Italia di turisti stranieri.

Parlando di forecast per il 2024 , prevediamo un’ulteriore crescita del mercato Food & Beverage fuori casa che arriverà a quota 103 miliardi (stima su base dati del monitoraggio continuativo TradeLab “AFH Consumer Tracking”). (si veda figura 1) Se si analizza il breve periodo, tre le principali tematiche cui guardare per lo sviluppo del comparto AFH ci

sono: la chiusura anno 2023, che ci parla di un fuori casa “in salute”; la previsione di crescita per il PIL (+0,6% nel 2024) e la conseguente crescita del budget di spesa delle famiglie italiane (+0,9%); il contributo al comparto da parte del turismo estero (9 miliardi di euro nel 2023, +13% rispetto a 2022). Per il 2024 attesi in particolare i turisti cinesi, come ulteriore importante boost ai consumi Horeca.

Se si guarda al medio periodo, due le determinanti principali della continua crescita dei consumi fuori casa.

Da un lato, la resilienza dei consumi AFH : si tratta di consumi non comprimibili perché strettamente legati ai nostri stili di vita (60% delle visite fuori casa connesse al lavoro o altre attività leisure). Si pensi alla forte valenza sociale dei consumi AFH, a come rendano di fatto la nostra vita migliore.

Dall’altro, la capacità del comparto AFH di rispondere anche a problematiche di diseguaglianza sociale, maggiormente presenti in periodi di crisi, grazie alla varietà di punti di consumo anche con posizionamenti di “value-for-money”.

21 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
93 99 103 2022 2023 2024 24 Vs. 23 Visite +1,5% Valore +3,8% +2,3%
Valore Turismo: +6% Residenti: +3% In azione
La resilienza durerà ancora per tutto il 2024 ma, con Fonte: TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking»
1
PREVISIONE
CRESCITA A VISITE E A VALORE SOSTENUTA DAL TURISMO
Figura
-
2024:

184 comuni con oltre 500 mila presenze turistiche

•184 comuni 2% del totale che concentrano:

› 70% delle presenze turistiche

› 30% della rete di bar e ristoranti

› 84.292 bar e ristoranti da presidiare!

Pensiamo soprattutto alla crescita delle Catene in Italia, non solo grandi player conosciuti, ma anche medi e piccoli, per esempio nel mondo “Poke” o in quello “Specialità Carne”. Un segmento che sta fortemente contribuendo allo sviluppo del fuori casa in Italia, anche per i sempre maggiori investimenti da parte di Fondi finanziari, oltre all’ampliamento del portfolio da parte dei grandi brand e alle micro-realtà italiane emergenti.

LE ‘NUOVE’ SFIDE DEL SETTORE

Certo, non mancano le nuvole all’orizzonte, le sfide date al settore AFH, derivanti sia da elementi esogeni sia da elementi più strettamente connessi al comparto, sono tante.

A partire dal contesto macro-economico ancora incerto: elezioni americane, elezioni europee, i vari fronti di guerra aperti a livello internazionale. E poi c’è il tema della forza lavoro, un argomento cross legato a tutti i settori produttivi, ma che potrebbe frenare o comunque rallentare lo sviluppo. Per esempio, se pensiamo alle aperture di nuovi punti di consumo che sono possibili solo in presenza di nuovo staff reclutabile. Alla luce di opportunità da cogliere e di sfide da superare, il forecast di TradeLab per il 2024 - come anticipato sopraè quello di una crescita dell’Away From Home, sia a visite (+1,5%) che a valore (+3,8%).

A questo proposito, non possiamo non menzionare la buona partenza d’anno del mercato che ha già fatto registrare una

crescita a valore del +5% rispetto allo stesso periodo del 2023. La chiave per continuare a crescere? Cogliere le opportunità in modo più capillare sui territori e monitorare, in termini di canali ed occasioni, le scelte di consumatori AFH sempre più attenti a come spendono.

PRESIDIO DEI TERRITORI TURISTICI

Abbiamo visto che il turismo è una risorsa molto importante per il mercato Away From Home: nel 2023 oltre 20 miliardi sono stati generati per effetto del turismo, sia italiano che estero. Si tratta di un fenomeno in crescita: nell’anno appena chiuso le presenze turistiche in Italia sono state 412 milioni, +4% rispetto al 2022. Secondo i dati ufficiali: 197 milioni di italiani e 215 milioni di stranieri (+11%).

Altro elemento importante da tenere in considerazione, la forte concentrazione temporale di tali presenze. Nei 4 mesi dell’estate (da giugno a settembre) si concentra il 60% delle presenze, il 40% delle consumazioni fuori casa (per alcune categorie come birra e cocktails siamo addirittura a poco meno del 50%) e oltre un terzo (35%) delle visite nei canali away from home. Sono dunque mensilità determinanti per decidere l’andamento complessivo del mercato AFH.

La domanda, allora, è: “dove vanno questi turisti?” Dove si concentrano, quindi, nei mesi estivi le opportunità per gli operatori, industria e distribuzione, del mercato fuori casa? Grazie alla piattaforma di geomarketing OnTheMap AFH, interamente

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Fonte: TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking» Figura 2 - TURISMO E ROUTE TO MARKET

dedicata al mercato fuori casa con la miglior lista qualificata di punti di consumo, TradeLab riesce a rispondere mappando esattamente i 184 comuni - con oltre 500 mila presenze turistiche all’anno - che concentrano non solo il 70% delle presenze turistiche, ma anche il 30% della rete di bar e ristoranti da presidiare, oltre 80.000 attività situate nelle città “top” per il turismo in Italia. (si veda figura 2)

MODELLI DI CONSUMO IN EVOLUZIONE

Abbiamo detto che i consumatori stanno cambiando i propri comportamenti di consumo fuori casa, adattandoli a nuovi stili di vita e soprattutto a nuovi sentiment di spesa. Un dato che forse ci stupisce un po’ è che la classe di consumatori AFH che sta maggiormente rinunciando a uscire è quella dei giovanissimi fra i 18 e i 25 anni di età (-6% a visite): probabilmente la più colpita dalla situazione economica non facile degli ultimi anni e forse - dovremmo chiederci - anche alla ricerca di nuovi luoghi di ritrovo, diversi dal bar. (si veda figura 3) Mentre cresce il peso dei Baby Boomer fra i 56 e i 75 anni di età sulla frequentazione del fuori casa: circa un terzo (29%) delle visite nel 2023

Andando più nel dettaglio di una visione dei dati per momenti di consumo: colazione e pausa mattina, occasioni “regine” del Bar, piacciono molto ai Baby Boomer; mentre oltre il 20% dei consumi serali dipendono ancora dai giovanissimi della Gen Z. Per cui crescono le occasioni diurne (in termini di visite), mentre cala il dopocena (appannaggio dei giovanissimi). Se è vero che le generazioni frequentano in modo differente le occasioni del fuori casa, ciò vale anche per i canali.

Fiere, chioschi, street-food, eventi all’aperto e locali stagionali pesano di più nelle scelte dei giovanissimi (21% vs 7% per i Boomer), così come le Catene e i fast food dove quasi il 25% dei consumi sono generati proprio dalla Generazione Z. (si veda figura 4). Queste riflessioni si possono fare anche per le categorie di prodotto consumate fuori casa. Cosa scelgono i giovanissimi e cosa i Boomer? Noi tutti probabilmente associamo “giovani & alcool”. Sono, invece, i giovanissimi i più alti consumatori di drink “no alcool”, trasversalmente a tutte le occasioni di consumo: pranzo, aperitivo e cena. CSD le preferite a pranzo, mentre il ruolo del vino resta limitato. Anche guardando al food, i panini vanno forte per i giovanissimi sia a pranzo che a cena; mentre i Boomer prediligono i piatti “classici” da ristorazione (primi e secondi).

NUOVI CONSUMATORI DA SODDISFARE

Oggi la sfida che si prospetta, per generare valore e quindi crescere, è quella di trovare il giusto ruolo del prodotto e del brand, nel grande canale fuori casa e all’interno dei diversi target di consumatori. Generare valore che possa

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Fonte: TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking» 4% 3% 1% 6% 18-25 anni 26-39 anni 40-55 anni 56-65 anni 66-75 anni -6% Quota visite fuori casa 12% 24% 34% 29% Trend 23 vs 22 Generazioni YTD - visite
Figura 3 - CONSUMI AFH 2023: MODELLI DI CONSUMO PER GENERAZIONI «frenano» i giovanissimi crescono gli anziani

essere tangibile. Il consumatore post-Covid ha meno risorse economiche, ma può essere comunque disposto a pagare di più se il prodotto, di qualità, che gli viene offerto è presentato e narrato in modo credibile e convincente; se a fronte di un’immediata certezza che ciò che spenderà sarà ripagato dall’esperienza. Ciò non dimenticando che le regole del mercato fuori casa sono completamente differenti da quelle della GDO. I prodotti non sono esposti a scaffale, ma devono, trovare la corretta collocazione in un assortimento e offerta con caratteristiche proprie (differente da locale a locale, oltre che da territorio a territorio) ed essere in grado di convincere gestori e consumatori; il ruolo della marca è profondamente diverso

Ristorante/Pizzeria no a 30€

Bar diurni

Insomma, per crescere nel mercato dei consumi fuori casa non basta un solo piano, la complessità del mercato e le specificità dei diversi attori richiedono strategie dedicate.

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d’Aviano 2,
Milano
www.tradelab.it | awayfromhome@tradelab.it | 02-799061
Angela Borghi - Responsabile Commerciale AFH aborghi@tradelab.it
TradeLab S.r.l. Via Marco
20131
(MI)
32% 45% 54% 63% 17% 17% 16% 17% 3% 5% 5% 6% 12% 9% 5% 3% 14% 10% 9% 4% 21% 15% 10% 7%
Quasi il 25% dei consumi delle catene dipendono dai giovanissimi Quasi il 40% dei consumi dei bar diurni dipendono dagli over 55 RIPARTIZIONE VISITE
PER CANALE Altri canali Fast food/ self service in catena Locale serali Ristorante/trattoria >30€
47% 14%
Altri canali: take away, eventi, sagre, chioschi, ambulanti, food delivery, on board Fonte: TradeLab su dati 2023 «AFH Consumer Tracking» Figura 4 - CONSUMI AFH 2023: MODELLI DI CONSUMO PER GENERAZIONI giovanissimi multi-canale, non frequentano i bar

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25 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

PARTESA 1 ANNO DI GRANDI SUCCESSI

PARTESA A BEER&FOOD ATTRACTION

2.200 visitatori e 6.000 assaggi: i numeri sanciscono il successo di Partesa a Beer&Food Attraction, dove ha raccontato gli ingredienti di una strategia vincente incentrata sul cliente: referenze di qualità (oltre 7.000 quelle in portfolio), digitalizzazione e consulenza. Partesa ha proposto in degustazione una selezione 15 birre premium alla spina (oltre ad altre 26 in bottiglia), svelando i segreti del servizio perfetto nei momenti formativi “Star Serve Heineken”. All’assaggio anche le nuove referenze della Premium Collection di Liq.ID, la linea di spirits private label Partesa, nata per rispondere alla crescente domanda di qualità da parte dei consumatori: GAL 41, il London Dry Gin con luppoli selezionati, AMAROTTANTA, amaro con 80 erbe e spezie da tutto il mondo, VERMOUTH DI TORINO, arricchito dalle aromatiche artemisie, e BITTER, con protagonista la genziana e una nota amaricante. A mixarli in 3 ricette ideate appositamente per l’occasione, il noto bartender Bruno Vanzan che, in un partecipatissimo Live Show, ha servito ben 250 cocktail in una sola ora.

EAZLE VINCE IL PREMIO INNOVAZIONE

Dall’approccio pioneristico di Partesa alla digitalizzazione, già nel 2020 era nata Partesa per Te, primo e-commerce B2B del settore in Italia, confluita lo scorso anno in eazle, nuovo brand globale che raggruppa le 40 realtà di e-commerce B2B del Gruppo HEINEKEN nel mondo. Eazle permette ai gestori dei locali di effettuare ordini online 24/7 e con pagamenti digitali, ricevere premi fedeltà, promozioni, suggerimenti, consultare catalogo, fatture e storico ordini…

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

ed è costantemente aggiornata per migliorare continuamente funzionalità e user experience. I 23 mila clienti che la utilizzano gestiscono in modo autonomo e semplice ordini (1.800 al giorno) e burocrazia, mentre ricevono un supporto ancora maggiore dai venditori che, liberando tempo di qualità dalle attività più routinarie, possono dedicarsi alla consulenza personalizzata. Un’innovazione che traghetta il fuoricasa italiano nel futuro e che è valsa a Partesa il “Premio Innovazione Beer&Food Attraction 2024” nella categoria “Prodotto Innovativo”.

FORMAZIONE E WINE LAB

Partesa offre ai propri clienti sempre nuove opportunità di business anche attraverso la formazione, sia con i corsi di Università della Birra, sia con gli innovativi format di Contesto Birra, Wine Cube e Wine Lab e MySpirits, eventi dedicati a birra, vino, spirits: occasioni uniche per scoprire e degustare il vasto assortimento di Partesa tramite uno storytelling di prodotto che il cliente può raccontare al consumatore finale, e soprattutto per ricevere supporto dai venditori che, in qualità di consulenti, accompagnano nella scelta delle referenze più adatte per i propri locali e più strategiche per le necessità di business. Non solo: durante gli eventi Partesa propone anche momenti formativi condotti da esperti del settore per approfondire la cultura di prodotto e analizzare gli ultimi trend del mercato.

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

MERCATO/VINO

L’INGROSSO CONTIENE I PREZZI

IN BASE AI DATI CIRCANA, GLI AUMENTI PRATICATI NEL VINO E NELLE

BOLLICINE DAI DISTRIBUTORI HORECA SONO STATI INFERIORI A QUELLI VISTI IN GDO. UNA STRATEGIA CHE HA PORTATO I SUOI FRUTTI

DI DOMENICO APICELLA

Pack, colore e prezzo. Sono questi i tre parametri indispensabili per raccontare il mercato del vino nel fuori casa, incrociandoli con l’andamento dei singoli canali. Un esercizio che Circana ha condotto per GBI, analizzando le dinamiche di fondo in un comparto vitale per il conto economico dei distributori Horeca . Ne emerge un quadro con molte conferme e qualche sorpresa,

come vedremo. Lo studio ha riguardato l’intero 2023, il primo anno veramente “normale” dopo la pandemia, come lo definisce Virgilio Romano , Client Service Director di Circana : “Ovviamente ciascun anno ha le sue peculiarità, ma il 2023 non ha registrato i rimbalzi e contro rimbalzi che hanno scandito la fase pandemica, il post-Covid e l’inizio della guerra in Ucraina. Ecco perché abbiamo voluto confrontare tutti i dati non solo con i

12 mesi precedenti, ma anche sul 2019, cioè l’ultimo anno prima che si manifestassero quelle variabili che hanno segnato il recente passato”. Il primo aspetto da mettere in evidenza è il bilancio positivo per i distributori Horeca , soprattutto in rapporto a quanto fatto dagli altri canali: “Il vino in Gdo ha perso oltre il 3% a volume – chiarisce Romano –e anche nei cash & carry leggiamo un dato negativo. Invece i grossisti hanno

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chiuso a +4,5% e la situazione è simile nelle bollicine, con la Gdo in calo, i cash & carry in territorio positivo e i grossisti ancora più positivi, perché cresciuti del +7,8% a volume”.

BOTTIGLIE VS FUSTI, CHI SALE E CHI SCENDE

Con riguardo al packaging, è inevitabile affrontare il tema del braccio di ferro tra bottiglie e fusti. Prendendo in esame le vendite dei grossisti censuari, secondo la definizione adottata da Circana, le prime sono in vantaggio e hanno una quota del 48,4% a volume contro il 45,8% dei fusti. Come è normale che sia, la forbice si allarga considerevolmente a valore, con il vetro al 71,4% rispetto al 25,7% dei fusti. Davvero marginali le restanti tipologie di pack, cioè brick (3,6% a volume), damigiana (1,5%) e altre confezioni in plastica (0,6%).

“Il 2023 ha visto una lievissima crescita a volume dei fusti pari a +0,3% – fa notare Romano – mentre le bottiglie calano dello 0,8% sul 2022. Potrebbe essere l’effetto di una ricerca, da parte degli operatori del fuori casa, di una frazione di risparmio che il fusto può garantire, ma il punto fondamentale è che si tratta di due packaging che rispondono a esigenze di servizio diverse. Anche perché, se confrontiamo il 2023 con il 2019, emerge come il fusto perda il 4,4% a volume e il 3,3% a valore, mentre di tutt’altro segno è la performance delle bottiglie, che guadagnano il 5% a volume e il 4% a valore. Ma attenzione:

questi numeri non vanno interpretati unicamente come il passaggio degli esercenti da una confezione all’altra, perché potrebbero essere in parte una conseguenza del buon andamento dei ristoranti, uno dei canali cresciuto di più nel 2023 e che, soprattutto nella fascia media, propone il vino in bottiglia e non in fusto”.

mondo della notte con il 58,8% a volume (+0,2% vs 2022, +2,8% vs 2019) a fronte del 38% del fusto (-1% vs 2022, -4% vs 2019).

IL BIANCO BATTE

IL ROSSO

Il secondo punto di interesse è l’andamento del vino per colore. Il bianco domina nelle vendite dei grossisti e ha un’incidenza del 57,1% a volume (+1,2% sul 2022) e del 52% (+0,7%) a valore. Il rosso ha confermato nel 2023 le quote dell’anno precedente, cioè 26,8% a volume e 27,5% a valore. Va precisato che una parte del prodotto commercializzato (il 12,9% nel 2023) sfugge alla suddivisione per colore operata da Circana, perché l’informazione non viene comunicata dal grossista oppure perché si tratta di confezioni miste, realizzate così per ragioni promozionali o di efficientamento logistico. “Nell’ambito del colore le variazioni di quota

Ed effettivamente, lo scorso anno nei ristoranti il vetro si è attestato al 50,2% a volume (-0,8% vs 2022, +5,3% vs 2019) contro il 44,6% del fusto (+0,6% vs 2022, -6% vs 2019); nel bar diurno le posizioni sono invertite: 51,9% fusto (-1% vs 2022, -1,8% vs 2019), 44,3% vetro (+0,3% vs 2022, +4,7% vs 2019), sempre a volume, per non parlare delle pizzerie, dove il fusto tocca il 58,3% (-2,1% vs 2022, -8,4% vs 2019) con le bottiglie al 36% (+1,2% vs 2022, +7,5% vs 2019). Il vetro, infine, prevale nel

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

anno su anno sono molto contenute –premette Romano – e più che ad aspetti promozionali, vanno legate a un discorso di scenario e di prospettive di mercato. Di base, il bianco è favorito dalla maggiore facilità di bevuta, dalla diffusa attenzione al benessere, all’apporto calorico e al bere responsabile. I rossi, in particolare quelli importanti, pagano dazio rispetto a queste caratteristiche ed ecco spiegata una certa preoccupazione che serpeggia tra gli addetti ai lavori. Si tratta, però, di fenomeni di medio o lungo periodo e dunque destinati a far sentire i loro effetti nel tempo”.

ROSÉ, SARÀ VERA GLORIA?

Sempre con riguardo al colore, nell’ambito delle bollicine i dati Circana

fotografano una netta predominanza del bianco (45,1% a volume e 41,7% a valore), che non è stata intaccata dal rosé, su cui pure si erano appuntate le speranze di vari produttori. “Nel 2023 il rosato ha pesato il 2,6% a volume nelle bollicine – afferma Romano – perdendo però lo 0,6% rispetto all’anno precedente. Più alta la quota a valore, pari al 4,4%, ma ad essere superiore è stata anche la flessione: -1,1% sempre rispetto al 2022. Al di là dei numeri, si percepisce una certa delusione tra gli addetti ai lavori, perché effettivamente il rosato è cresciuto bene il primo anno e poi si è fermato. Al momento non è chiaro quanto ciò sia dovuto al contesto di mercato non semplice oppure al fatto che si tratta di una tipologia destinata

a un consumo di nicchia. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi, sebbene vada detto che in Gdo la tendenza è stata identica”.

LA LOTTA ALL’INFLAZIONE

E arriviamo al capitolo teoricamente più spinoso – i prezzi – ma che in realtà si rivela quello in cui la distribuzione Horeca ha saputo, meglio di altri, governare le inevitabili difficoltà di un anno segnato dall’inflazione. In base alle rilevazioni condotte da Circana sulle vendite effettuate nel 2023 dai grossisti censuari, il vino si è attestato a 4,12 euro al litro e questa cifra è cresciuta dello 0,9% rispetto al 2022 e del 9,9% in confronto al 2019. Nelle bollicine, il prezzo medio al litro è stato pari a 6,52

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LE
CONFEZIONE QUOTA % A VALORE SU TOT. CATEGORIA VAR % A VALORE VS 2022 VAR % A VALORE VS 2019 QUOTA % A VOLUME SU TOT. CATEGORIA VAR % A VOLUME VS 2022 VAR % A VOLUME VS 2019 PREZZO MEDIO €/L VAR. % PREZZO MEDIO VS 2022 VAR. % PREZZO MEDIO VS 2019 Fusto 25,7% +0,6% -3,3% 45,8% +0,3% -4,4% 2,32 +2,6% +6,7% Bottiglia di vetro 71,4% -0,9% +4,0% 48,4% -0,8% +5,0% 6,08 +1,3% +4,4% Brick 1,9% +0,2% -0,5% 3,6% +0,3% -0,9% 2,16 +3,6% +8,2% Damigiana 0,8% 0,0% -0,1% 1,5% +0,2% 0,0% 2,16 -4,3% +3,3% Altre plastica 0,2% 0,0% -0,1% 0,6% 0,0% +0,4% 1,34 +3,2% -69,9% Fonte: Circana – dati 2023
VINO,
VENDITE DEI GROSSISTI

euro, in calo del 2,4% sul 2022 e salito di appena l’1,6% rispetto al prepandemia. “A fronte delle tante tensioni patite dal mercato – riprende Romano – questa capacità di contenere i prezzi balza agli occhi e ha di sicuro favorito l’ingrosso. In Gdo si sono visti aumenti anno su anno superiori a quelli che i distributori Horeca hanno fatto registrare nel vino rispetto al 2019”.

Guardare in filigrana le performance dei due canali aiuta a dare una spiegazione di dinamiche così differenti. “Notoriamente i volantini e i forti sconti della grande distribuzione attirano anche la clientela professionale – sostiene Romano – che coglie queste occasioni di risparmio. Soprattutto nel 2023, l’aggressività promozionale delle insegne della Gdo è venuta meno e possiamo perciò ipotizzare che sul canale di approvvigionamento classico del fuori casa, cioè i grossisti, si sia riversata una quota di acquisti che in altri tempi avrebbe preso strade diverse. Di sicuro un ruolo lo ha giocato quello che in Circana chiamiamo trading down, cioè un diverso mix degli acquisti da parte dell’esercente, che per contenere la spesa ha preferito referenze più economiche. Per esempio,

il calo del prezzo medio nelle bollicine potrebbe derivare da una crescita del Prosecco Doc a scapito del più costoso Docg. Sull’altro fronte, va sottolineato il buon lavoro dei grossisti in termini di ampiezza assortimentale e quindi di capacità di essere attrattivi per quanti vogliono proporre i propri prodotti nel fuori casa e di essere convenienti agli occhi di chi quei prodotti li deve acquistare”.

LE TENDENZE DEL 2024

Infine, quale eredità ha lasciato il primo anno “normale” del post pandemia? “Come sempre, il saldo finale è l’effetto di tanti elementi diversi – risponde il Client Service Director di Circana –ma l’impressione è che in questi mesi ci sia un riallineamento di tutti i canali. Anche per i grossisti il 2024 è iniziato in maniera meno dinamica e bisognerà verificare se riusciranno a proseguire nel contenimento dei prezzi descritto nel vino e nelle bollicine. La spinta che

ha reso positivo il 2023, dopo un 2022 straordinario, si è andata inevitabilmente esaurendo e non c’è un’ulteriore iniezione di fiducia tra i consumatori che possa far immaginare una forte crescita dell’Horeca. Al momento vediamo oscillazioni sotto il punto percentuale, ma non va dimenticato il sostanziale recupero di tutto quanto era andato perso nel periodo del Covid e il successivo consolidamento delle vendite.

Insomma, il 2024 potrebbe essere più difficile dell’anno scorso, ma fa ben sperare la tenuta di canali importanti come i ristoranti, il mondo della notte e gli hotel, che non sono stati trascurati né tantomeno abbandonati dai consumatori”.

E se nel calcio “squadra che vince non si cambia”, lo stesso dovrebbe valere per le strategie commerciali: ampiezza assortimentale e contenimento dei prezzi hanno consentito ai grossisti beverage di tenere la barra dritta nel periglioso mercato del vino. “Bisognerebbe continuare a lavorare nella stessa direzione – conclude Romano – in modo da garantire un’offerta adeguata alle attese della clientela Horeca”.

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

IN VETRINA/VINI

SERENA WINES

Da uve Glera all’85% unite a un blend selezionato di Chardonnay e Pinot Bianco, nasce il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg

Brut Serena 1881

Con il suo basso dosaggio e la moderata gradazione alcolica, perfetti per la New Gen e adatti ai più recenti trend di consumo, si presenta giallo paglierino con riflessi verdolini. Il perlage è fine e persistente, i profumi includono sentori floreali e note fruttate di mela verde, banana e ananas. Al palato troviamo sapidità e freschezza. Uno spumante versatile, ottimo per l’aperitivo, da servire a 5-7 °C. Bottiglie da 0,75l disponibili in cartoni da 6. www.serenawines.it

MANGILLI - CAFFO

Mangilli Prosecco Doc Vino Spumante Brut – Gruppo Caffo 1915 - incanta i sensi. Al naso emergono note floreali di glicine e note fruttate che richiamano la dolcezza della pera Williams e della pesca. Durante la degustazione, la spuma si presenta cremosa e persistente, accompagnata da un elegante e sottile perlage. La chiusura al palato si rivela acida e fresca, lasciando in bocca un retrogusto fruttato che invita a un altro sorso. Per apprezzare appieno le sue qualità, la temperatura ottimale deve essere tra i 7 e 9°C, servito preferibilmente in un calice a tulipano ampio che permetta di esaltare al meglio i suoi profumi e favorire la liberazione degli aromi. www.mangilli.it - www.caffo.com

LE MANZANE

Ha un basso residuo zuccherino ed è frutto dell’esperienza del passato che si intrecciano con le conoscenze enoiche di oggi. È Springo Green di Le Manzane, un Conegliano Prosecco Superiore Docg Brut Nature Sui Lieviti. Una produzione limitata le cui uve provengono da un vigneto coltivato secondo i criteri di sostenibilità SQNPI. Le uve di Glera

raccolte in leggera surmaturazione danno vita a uno spumante di spessore, giallo paglierino e dal perlage persistente. Profumo delicato di frutti e sentori di panificazione. Al palato è fresco e sapido. Da servire a 5-7 °C. Le bottiglie da 0,75l, di vetro verde scuro per preservare il prodotto, sono incartate con carta velina. www.lemanzane.com

VALDO

Si chiama Aquarius, lo Spumante Blanc de Blancs di Valdo dal packaging innovativo: una bottiglia stampata senza supporti in carta o plastica con finiture 3D “effetto touch”. Una creazione originale e raffinata nata dall’incontro tra Ceci Johnson, artista di New York di fama

internazionale e la cantina

Valdo. Il design della bottiglia celebra la bellezza degli abissi marini

mentre l’esperienza tattile della stampa 3D permette di riconoscere al tatto coralli, tentacoli e ogni singolo dettaglio disegnato a mano dall’artista e poi digitalizzato. Questo spumante nasce da uve Garganega e Glera ha un colore paglierino con riflessi verdognoli. Il profumo è fresco e invitante, il gusto armonioso, equilibrato e contraddistinto da una gradevole sapidità. Ha un residuo zuccherino di 15 g/l e gradazione di 11 Vol%, disponibile nel formato da 0,75l è un Extra Dry adatto per l’aperitivo e per un tutto a pasto con piatti a base di pesce e frutti di mare.

www.valdo.com

34 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

IL PIACERE È SERVITO.

Effervescente naturale

Acqua di Nepi, con il suo basso residuo fisso e un mix equilibrato di minerali, è una delle più leggere tra le acque effervescenti naturali. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza e dona piacere con il suo gusto soave.

Il piacere che fa bene

www.acquadinepi.it

UMBERTO CAVICCHIOLI & FIGLI

SAN MARTINO VINI

L’essenza profonda del Lambrusco di Sorbara, l’eleganza del Metodo Classico e la qualità enologica di Cantine Cavicchioli trovano perfetta sintesi ne Lo Scarlatto di Umberto. Uno spumante che vuole essere un omaggio al territorio così come al fondatore della cantina, unendo tradizione e innovazione, semplicità ed alta enologia. Di grande eleganza, questo Metodo Classico dal perlage fine e persistente, si presenta con un colore rosso rubino chiaro luminoso sul quale spicca una spuma rosa e corposa. La degustazione, introdotta da profumi di amarena e ciliegia con note speziate, inizia con un ingresso arioso seguito da un gusto deciso con note di frutta rossa e caratterizzato da un’acidità vibrante e armonica tipica del vitigno. www.cavicchioli.it

MACCARI VINI

Sostenibilità e rispetto per l’ambiente si uniscono alle uve Glera in San Martino Vini , per dare vita al nuovo Prosecco Doc Spumante Brut Biologico . Oltre che bio, questo nuovo Prosecco è anche ‘vegan friendly’, certificato da Vegan Society, poiché lungo tutta la filiera non fa uso di materiali e coadiuvanti di origine animale. Nella versione Brut ha un gusto fresco e vivace, con un lieve residuo zuccherino che lo rende armonico e delicatamente secco. Perfetto per l’aperitivo o per un menù di pesce o carne bianca, va servito a 6-8°C per far emergere note e sentori. Il Prosecco Bio completa l’ampia gamma dei prodotti San Martino Vini ed è disponibile in cartoni da 6 bottiglie da 0,75l. www.sanmartinovini.it

MARZADRO

Il Trento Doc Dosaggio Zero Metodo Classico nasce dalle uve di Chardonnay coltivate ad Arco, sul Lago di Garda Trentino, e porta la firma di Madonna delle Vittorie, cantina di proprietà della famiglia Marzadro. La sua struttura lo rende adatto per essere bevuto in compagnia di piatti a base di pesce oltre a essere perfetto come aperitivo. Disponibile nella classica bottiglia in vetro da 0,75l, si presenta con un bel colore giallo paglierino e un perlage persistente e fine. Intenso il bouquet al naso, con sentori floreali e note di crosta di pane, al palato ha una buona struttura, dalla percezione cremosa ed è supportato da un’acidità equilibrata. Da servire a una temperatura di 8°C.

www.madonnadellevittorie.it

www.marzadro.it

Un grande formato – magnum da 1,5l – per il Prosecco Doc Extra Dry di Maccari. Elegante e raffinato nella confezione, si fa notare per il caratteristico sapore fruttato di mela Golden, pesca bianca, fiori di acacia e biancospino, e per il colore giallo paglierino. Ottimo come aperitivo e versatile negli abbinamenti, accompagna

piacevolmente antipasti anche grassi, piatti a base di pesce e crostacei. Per questo ottimo spumante, dalla gradazione alcolica di 11Vol%, solo uve Glera 100%. Si consiglia di servirlo fresco, a una temperatura di circa 6-8°C. Disponibile anche in bottiglie da 0,75l. www.maccarivini.it

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Dal 1777 Petrus è il padre di tutti gli amari. Petrus Boonekamp prende il nome dal liquorista che inventò la sua ricetta utilizzando solo erbe e spezie che arrivavano da tutto il mondo nei porti Olandesi. Oggi come allora la sua ricetta segreta non prevede neanche un granello di zucchero. Perché ci sono amari solo di nome, Petrus è l’amaro di fatto.

VI ASPETTIAMO AL VINITALY - 14/17 Aprile 2024 - Pad. 3 - Stand B5

Bevi responsabilmente.
Dopo mangiato l’amarissimo che va benissimo.

CAMPARI GROUP

La Maison Champagne Lallier di Aÿ – tra i brand del Gruppo Campari -, ha presentato l’ultima creazione della collezione Réflexion: il multi-vintage Brut R.020

Uno Champagne testimone del terroir di Aÿ e della sua natura, capace di trasmettere le quattro caratteristiche che identificano la Maison: purezza, freschezza, profondità e intensità. Le uve provengono da oltre 50 cru diversi ma, a farla da padrone, per la prima volta, è lo Chardonnay che domina l’assemblaggio con il 51%. Note di fiori bianchi si alternano a sentori di agrumi, al palato si apre con aromi di pesca e albicocca, note minerali e ottima persistenza. La nuova bottiglia. moderna ed elegante, riflette il legame della Maison con il terroir e l’impegno verso la natura. www.champagne-lallier.com www.camparigroup.com

BISOL1542

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato 2023 I Gondolieri è l’ultimo nato della casa, parte del Gruppo Lunelli da 10 anni. Un Prosecco Superiore innovativo: il Brut a minor gradazione alcolica della Denominazione (10,5% Vol.), realizzato con 100% di uve Glera e senza zuccheri aggiunti, poiché rifermentato con mosto. Un omaggio a Venezia e ai suoi Gondolieri, con cui il brand ha stretto un’innovativa partnership pluriennale. Colore lucente come l’opale, profumi di biancospino, erbe aromatiche, frutta estiva e salsedine. Al palato è invitante, suadente, perfetto in ogni momento della giornata. La bottiglia da 0,75l si caratterizza per l’etichetta che raffigura, ad acquerello, proprio le gondole della Laguna veneziana. www.bisol.it – @bisolprosecco

MONTELVINI

BOTTEGA

Il Vino dei Poeti Ancestral Bottega nasce da un lungo lavoro di ricerca che ha portato alla riscoperta delle lavorazioni artigianali e dei prodotti fatti ‘come una volta’. È un vino spumante con zuccheri quasi assenti, ottenuto con questo particolare metodo di vinificazione messo a punto quando erano le stagioni a dettare l’evoluzione del prodotto. Un vino caratterizzato dal residuo zuccherino quasi inesistente e dal sapore schietto e autentico. Al palato risulta asciutto, secco ma al tempo stesso morbido, ha un’acidità equilibrata e una notevole persistenza. Il termine ‘Ancestral’ si riferisce a una tecnica antica che affonda le radici in un passato lontano, tramandata, di generazione in generazione, fino a oggi. www.bottegaspa.com

Collezione Serenitatis – il primo cru dell’Asolo Prosecco – di Montelvini nasce da una tenuta di circa 2 ettari e dalle uve di un unico vigneto chiamato Fontana Masorin, situato sulla collina del Montello a 333 metri sul livello del mare. Disponibile in cartoni da 4 bottiglie nel formato da 0,75l, questo FM333, frutto di una spumantizzazione unica direttamente da mosto fiore, mostra elegante freschezza, equilibrio e ottima versatilità. Da Vinitaly 2024 sarà disponibile la versione magnum in edizione limitata di 333 bottiglie astucciate singolarmente. www.montelvini.it

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YOUR PERFECT MIXER

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MERCATO/FORMIND

UN ANNO SFIDANTE

ANALISI DEL MERCATO

HORECA E PROSPETTIVE PER IL 2024 CON UN FOCUS SUGLI AMARI CHE, SEPPUR CON UNA CRESCITA MODESTA, POSSONO APPROFITTARE

DEL MOMENTO PER UN RILANCIO DELLA CATEGORIA

DI LUCA DE VIVO

Il 2024 si prospetta come un anno pieno di sfide per il settore Horeca con l’industria che ha disposto ulteriori aumenti di listino e un consumatore con un potere d’acquisto che, se non leggermente diminuito rispetto al 2023, rimane sostanzialmente invariato.

Nonostante il Mindforhoreca (strumento di monitoraggio del mercato a cura di Formind) indichi una flessione nei volumi rispetto all’anno precedente , il Fuori Casa sembra aver risentito poco del sentiment negativo degli avventori nei confronti del canale, anche se il risultato è inferiore alla previsione del D.WP.M. (Dynamic Way Point Market), uno strumento di proiezione del mercato Away From Home. Un consumatore, quindi, che si sta comportando in modo controcorrente rispetto alle aspettative per questi primi mesi del 2024; sarà interessante vedere se manterrà questo atteggiamento positivo nei confronti della frequentazione

40 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

del Fuori Casa o se, successivamente, attuerà una riduzione.

Per quanto riguarda l’industria , oltre alla gestione degli aumenti di prezzo, c’è la sfida del lancio di nuovi prodotti .

Molto spesso, ciò avviene per entrare in categorie e mercati in cui non si è competitivi.

Alcuni rilanciano vecchi brand con un nuovo look, altri riducono gli assortimenti per razionalizzare l’offerta di business nella gamma di prodotti disponibili.

I DATI DEL PRIMO BIMESTRE

In un contesto che registra un calo di circa il 2% rispetto ai volumi 2023, il Sud Italia segna una riduzione complessiva di circa l’1,5% seguito da un Centro con performance in linea con i dati nazionali. Ma le aree più colpite da questa battuta d’arresto sono il Nord Ovest e il Nord Est, con quest’ultimo che chiude il bimestre con una riduzione di circa

il 3% dei volumi. Il Sud Italia si conferma al contrario come l’area trainante per le performance di questo inizio 2024, con regioni come Campania, Sicilia e Lazio, che registrano i migliori risultati del mercato. Per quanto riguarda il turismo, in termini di presenze straniere, si registra un aumento di circa il 15% rispetto al 2023, superiore del 7% anche al 2019. Questo ‘ritorno’ sta contribuendo positivamente sui consumi, ma potrebbe mascherare le reali performance del canale che potrebbe essere in difficoltà (come avevamo previsto nell’ottobre 2023 nella seconda edizione del M.O.M., Mind Observatory Market, a

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
REGIONI VOL VAL Totale Nord Ovest -2,4% 2,6% REGIONI VOL VAL Totale Centro -2,0% 2,6% REGIONI VOL VAL Totale Nord Est -2,9% 2,0% REGIONI VOL VAL Totale Sud -1,6% 3,3% VOL -2,2% VAL 2,6%
Trend mercato Ho.re.ca. – aree progressivo

LE PERFORMANCE PER SINGOLE CATEGORIE

Vediamo ora come hanno performato le singole categorie merceologiche in questi due mesi.

I volumi di energy drink e aperitivi monodose risultano positivi rispetto al 2023 In flessione rispetto all’anno precedente, ma con performance migliori, troviamo acqua minerale, bibite gasate e succhi, mentre sotto la media si collocano birra confezionata, aperitivi in formato litro e vino. Il momento dell’aperitivo sembra favorire i formati monodose rispetto ai tradizionali drink nelle prime battute del 2024. Persistono, invece, le difficoltà per la categoria vino che sembra non riuscire a trovare la via giusta per una ripresa definitiva dopo un 2023 non proprio entusiasmante.

FOCUS SUGLI AMARI

cura di Formind). Per quanto riguarda i singoli canali, si registrano ottime performance per il bar diurno e l’intrattenimento, seguiti dalle pizzerie che chiudono leggermente in flessione rispetto ai dati complessivi del mercato. Al contrario, soffrono maggiormente in questo momento il bar notturno e il ristorante tradizionale

Il settore degli amari ha rappresentato un segmento interessante nel mercato delle bevande alcoliche nel 2023, e anche nei primi mesi del 2024 continua a destare attenzione. Un comparto che lo scorso anno ha mostrato una performance variegata, con alcuni brand che hanno registrato una crescita costante e altri che hanno dovuto affrontare sfide significative. Complessivamente gli amari nel 2023 hanno mantenuto una presenza stabile sul mercato ma senza mostrare un notevole aumento di volumi, con una crescita di circa l’1% rispetto al 2022. Nello specifico, più che positivo l’andamento degli amari nel nord, in particolare Nord Ovest con circa un

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Ristorante
Intrattenimento 7% 31% 18% 19% 25%
Bar Diurno Bar Notturno
Pizzeria
Bar
8% 25% 33% 18% 16%
Mercato Ho.re.ca. – ponderata canali volumi progressivo
Diurno Bar Notturno Ristorante Pizzeria Intrattenimento
Mercato Ho.re.ca.
ponderata canali fatturato progressivo

Trend mercato Ho.re.ca. – volumi categorie 2024vs2023

LE PROIEZIONI PER IL 2024

Succhi Di Frutta Vino

Andamento Amari – Consumi YTD 2023 vs 2022

ANDAMENTO AMARI

+3% vs volumi 2022, mentre sottotono le aree di centro e sud dove la categoria replica i volumi storici del 2022.

Per quanto riguarda le prospettive per il 2024, è difficile fare previsioni precise.

Tuttavia, potrebbero esserci opportunità di crescita per gli amari se i produttori riusciranno a capitalizzare puntando sulle tendenze emergenti legate al consumo di cocktail e bevande alcoliche, oltre a promuovere l’innovazione e l’espansione del mercato

Gli amari potrebbero trovare un nuovo appeal presso i consumatori attraverso strategie di marketing mirate e nuove proposte di prodotto.

Tuttavia, fattori come le condizioni economiche generali e le preferenze dei consumatori continueranno a influenzare il mercato degli amari anche nel 2024.

Se da un lato siamo limitati nella nostra visione sul futuro essendo condizionati dall’incremento del turismo straniero, la grande sfida per questo anno riguarderà i consumi nei mesi di aprile, maggio e giugno, che nel 2023 sono stati influenzati negativamente da condizioni climatiche avverse. Speriamo che nel prossimo futuro il consumatore italiano possa recuperare parte del potere d’acquisto perduto negli ultimi due anni senza dover rinunciare alle uscite Fuori Casa a causa di un budget più limitato. Tuttavia, nonostante la propensione e il desiderio di frequentare il canale, gli avventori potrebbero trovarsi costretti a implementare politiche di risparmio per affrontare le spese in altri settori.

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Area YTD 2023 VS 2022 Nord Ovest 3,2% Nord Est 1,0% Centro -0,1% Sud 0,5% Totale 1,1% -0,9 -3,4 0,1 0,6 YTD -0,7 -3,0 -2,5 -2,3 -4,8 -2,2 Acqua Aperitivi
Mono Aperitivi Litro Bibite Birra Energy Spirits
Totali

FINLANDIA, LA VODKA CHE

STAVAMO ASPETTANDO

QUALITÀ ECCELLENTE E ATTENZIONE AL DRINK COST

A partire dal mese di febbraio 2024 Coca-Cola HBC Italia gestisce nel nostro Paese la distribuzione di Finlandia Vodka, marchio leader nel mercato delle Vodka nell’Europa centrale e orientale, acquisito recentemente dal Gruppo Coca-Cola HBC. La vodka Finlandia si aggiunge alle oltre 70 le referenze che compongono il portafoglio spirits di Coca-Cola HBC Italia, frutto della collaborazione con alcuni dei più importanti marchi nazionali ed internazionali del settore, in tutte le categorie: vodka, rum, tequila, mezcal, whisky, gin, aperitivi, vermouth, amari e liquori dolci. La qualità di Finlandia vodka risiede nella sua semplicità impeccabile e, a differenza di altre categorie, dipende da pochi e semplici elementi: il luogo, l’acqua e l’orzo. Questo prodotto nasce in un luogo incontaminato, la Finlandia, un Paese ricoperto per il 75% di foreste,

in cui si trova un’acqua particolarmente pura e un orzo che matura per 72 giorni sotto il “sole di mezzanotte” con un importante contenuto di amido di alta qualità. Finlandia Vodka dispone inoltre dei più efficienti sistemi di distillazione, con un alambicco a 7 colonne e il più avanzato sistema di produzione certificato ISO 14001. La sua qualità eccellente, dovuta all’impiego di ottime materie prime e di tecniche innovative, fa sì che il prodotto ottenuto dopo la distillazione non necessiti di nessun tipo di filtraggio. La sua natura crea la ricetta perfetta per i mixologist alla ricerca di un ingrediente che possa valorizzare le loro idee, tenendo conto anche delle forti esigenze in termini di drink cost. Infatti, Finlandia Vodka si adatta con eleganza a ogni palato e a ogni occasione all’interno di qualsiasi drink, sia che sia un signature che un grande classico.

“Siamo onorati e orgogliosi di aggiungere al nostro portafoglio Spirits questo eccellente prodotto con i suoi 50 anni di storia prestigiosa, apprezzato e scelto dagli intenditori tra le tantissime marche a disposizione ” dichiara Maria Antonella Desiderio, Spirits BU Director di Coca-Cola HBC Italia. “Si tratta di un brand di proprietà di Coca – Cola HBC, sul quale abbiamo un piano di sviluppo ambizioso per il 2024 e gli anni a seguire.” Finlandia Vodka si posiziona al primo posto in Paesi quali Polonia, Repubblica Ceca, Ukraina, dove il consumo della vodka è paragonabile a quello degli aperitivi in Italia. Questa acquisizione contribuisce a rafforzare la posizione dell’azienda nel settore degli alcolici premium, proseguendo così il suo percorso per diventare il partner leader 24/7 nel settore delle bevande. Il portafoglio spirits completo di Coca-Cola HBC Italia è disponibile su: https://it.coca-colahellenic.com/it/ portafoglio-prodotti/premium-spirits

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

MERCATO/AMARI

UN VIAGGIO TRA STORIA, BOTANICHE E TERRITORIALITÀ

LA LUNGA TRADIZIONE ITALIANA NELLA PRODUZIONE DI AMARI È RADICATA IN UNA COMBINAZIONE DI FATTORI RELIGIOSI, CLIMATICI, SOCIALI E CULTURALI CHE HANNO CONTRIBUITO A PLASMARE

LE ABITUDINI ALIMENTARI DEL PAESE NEL CORSO DEI SECOLI DI MARIA ELENA DIPACE

Gli amari rappresentano un connubio unico di storia, tradizione e innovazione che continua a suscitare fascino e apprezzamento in Italia e oltre. Con la loro vasta gamma di sapori e aromi, offrono un viaggio sensoriale attraverso la ricca cultura gastronomica italiana. Questi liquori dalle proprietà aromatiche e digestive hanno una storia lunga e affascinante. Uno dei pilastri, risiede nei fattori religiosi e medicinali. Nei monasteri medievali, infatti, i monaci praticavano l’arte della fitoterapia, utilizzando erbe e piante per creare

rimedi naturali per la salute. L’uso di queste erbe nel processo di produzione degli amari non solo conferiva loro proprietà digestive e curative, ma anche un senso di sacralità e venerazione.

Il clima e il terreno variabili dell’Italia hanno anche giocato un ruolo fondamentale nella produzione di questi liquori. Le regioni del nord offrono terreni ideali per la coltivazione di erbe alpine robuste e aromatiche, mentre al sud, il clima mediterraneo favorisce la crescita di agrumi e altre piante aromatiche.

Questa diversità di habitat ha permesso una vasta gamma di ingredienti di alta

qualità per la produzione di liquori in tutto il paese.

E nonostante la solida base tradizionale, gli amari italiani hanno anche subito

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un processo di evoluzione e innovazione nel corso del tempo. I produttori hanno sperimentato nuove ricette e tecniche di produzione per soddisfare i gusti moderni, introducendo varianti intriganti e reinterpretazioni dei liquori più classici. Per saperne di più, ci siamo affidati al più valoroso dei condottieri, Fulvio Piccinino, lo storico della miscelazione, che ci ha raccontato più nel dettaglio questo prodotto principe del ‘made in Italy’ cercando di dare anche qualche consiglio sui prodotti da avere in assortimento.

LIQUORI VS AMARI.

meno forte rispetto al fatto che impieghi anche assenzio o genziana. Ci sono poi degli amari che contengono meno zucchero - o non ne contengono affatto – pertanto, non possono essere considerati liquori.

QUAL È IL ‘RUOLO’ DELLE ERBE?

un gusto amaro e complesso derivato principalmente da erbe e spezie, quelli fatti con i frutti tendono a essere più dolci e fruttati (la frutta gioca un ruolo dominante nel profilo del sapore). Fermo restando che gli unici frutti usati in maniera diffusa nel mondo degli amari sono gli agrumi, usati - oltre che per le proprietà digestive - anche come elemento di piacevolezza.

A COSA SERVE LO ZUCCHERO?

A bilanciare l’amaro e dare una texture al prodotto. Per questo si usa anche molto il caramello naturale (150a) che è zucchero bruciato.

SONO LO STESSO PRODOTTO?

Il regolamento europeo dice che un liquore deve avere almeno 100 grammi di zucchero per litro e 15 gradi alcolici. A questo disciplinare sono assoggettati anche gli amari. Questi, devono contenere uno o più principi amaricanti, come erbe, spezie o scorze di agrumi, da cui diversi tipi di amaro, più o meno intensi. Per intenderci, se uso solo scorze di agrumi avrò una sensazione

In passato avevano uno scopo curativo, pertanto negli amari c’erano tutte quelle erbe stomatiche ed eupeptiche atte a stimolare l’appetito o la digestione; in altri casi si parlava di azione battericida o vermifuga per eliminare infezioni intestinali o i vermi intestinali. Oggi tutto questo non serve più grazie all’industria farmaceutica, pertanto i prodotti sono creati per dare piacere. Credo che nessuno pensi di curarsi bevendo un amaro anche se io amo chiamarli ‘le piccole medicine degli uomini sani’.

C’È DIFFERENZA TRA GLI

AMARI DERIVANTI DALLE

PIANTE O DAI FRUTTI?

Certamente, mentre gli amari fatti con le piante sono caratterizzati da

IN ITALIA OGNI REGIONE HA PIÙ DI UN AMARO TIPICO. POSSIAMO FARE UNA CLASSIFICAZIONE PER MACROAREE?

Nella classificazione degli amari è bene non parlare di

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
FULVIO PICCININO

nord e sud. La Liguria, ad esempio, è a nord ma la sua scuola degli amari ricorda molto quella del Sud Italia per via del suo clima mediterraneo.

Nel mio libro - Amari & Bitter, storia e produzione dagli speziali ai bartender - individuo due grandi scuole: Mediterranea e Alpina.

Adotterei pertanto il termine Alpino per descrivere un amaro più alcolico, giocato sui toni balsamici e amari, adatto a una cucina più grassa, ricca di carni e con un clima più freddo. Il Mediterraneo invece è più agrumato, meno amaro, meno alcolico, adatto a una cucina ricca di verdure, grassi vegetali e pesce, con un clima più caldo. Poi abbiamo delle eccezioni.

Sull’Appenino abruzzese troviamo amari alcolici ricchi di genziana ma, a ben guardare, siamo comunque in montagna. Volendo, potremmo coniare anche una scuola dell’Appenino dove troviamo genziana e nocino, quest’ultimo prodotto dalla Liguria fino alla Campania lungo le catene montuose.

CI SONO PRODOTTI

O STORIE PARTICOLARI

DA RACCONTARE?

Le cose affascinanti della storia degli amari sono due: la figura del farmacista che, dopo l’avvento dell’industria farmaceutica - molto più pratica ed

efficace – trasforma il suo elisir in amaro vendendolo come digestivo; poi c’è la figura del mercante di seta che offre questi liquori di benvenuto ai clienti. Con l’arrivo della crisi del settore tessile, i mercanti si trasformano in liquoristi. E dopo le prime scoperte farmaceutiche - come la cristallizzazione del chinino o dell’acido salicilico - si assiste a una trasformazione degli elisir.

Inoltre, la nascita dei primi zuccherifici europei nei primi dell’ottocento, libera dal giogo delle colonie questo bene creando i presupposti per una vera rivoluzione nel mondo della liquoristica. Su un libro di Pietro Valsecchi, “Il Distillatore-Liquorista”, del 1857, non esiste un paragrafo dedicato agli amari degno di questo nome.

Di contro, nel “Manuale del Liquorista” di Antonio Rossi del 1899 o ne “Il Liquorista”, di Arturo Castoldi del 1910, gli amari hanno una rilevanza fortissima. Infine, una curiosità importante da segnalare è che moltissimi amari hanno nomi di città, paesi o di persone (probabilmente il farmacista che li ha inventati).

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

Da sorseggiare rigorosamente a temperatura ambiente oin un buon cocktail

Riserva del Centenario

VI ASPETTIAMO AL VINITALY - 14/17 Aprile 2024 - Pad. 3 - Stand B5

La “Riserva del Centenario” del Vecchio Amaro del Capo, ha origine da una lunga e sapiente lavorazione: erbe, fiori e frutti calabresi infusi secondo antichi metodi artigianali, uniti a pregiate partite di acquaviti di vino invecchiate a lungo, per oltre 40 anni, in botti di rovere di Slavonia sotto il controllo dello Stato. Nasce così questo prezioso liquore che rappresenta la migliore qualità Italiana, premiato sin dal suo lancio sul mercato con i massimi riconoscimenti nelle principali competizioni tra i migliori alcolici del mondo. vecchioamarodelcapo.it caffo.com

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Bevi responsabilmente.

COME DOVREBBE

COMPORTARSI UN

DISTRIBUTORE DI BEVANDE IN FATTO DI ASSORTIMENTI?

Dipende dal distributore e dal lavoro che vuole fare. Se preferisce essere solo un fornitore di servizi, dovrà avere solo amari commerciali perché i suoi venditori non hanno tempo di argomentare su prodotti troppo specifici. Ma così dovrà subire la concorrenza della grande distribuzione. Se non vuole ‘avversari’, dovrà dotarsi di brand esclusivi o produrre un suo amaro, come stanno già facendo alcuni grossisti. In questo caso, è necessario che i venditori siano bravi ad argomentare, convincendo il cliente a diversificare l’offerta. Se io avessi un ristorante, terrei in assortimento 4/5 amari commerciali per assecondare le richieste spontanee, ma anche 2/3 amari del territorio, o comunque, non troppo conosciuti, per le persone curiose che vogliono provare cose diverse.

IN CHE FASE DI MERCATO È

LA CATEGORIA DEGLI AMARI

OGGI?

Se guardiamo i numeri, per quanto riguarda i prodotti commerciali, siamo al massimo della curva di crescita. Su

quelli cosiddetti artigianali o di territorio, ci sono ampie prospettive di affermazione. Raramente faccio previsioni perché nessuno conosce il futuro e il mercato cambia molto velocemente. Io credo che fra le centinaia di nuovi brand lanciati negli ultimi anni, ci saranno dei ‘new classic’.

Probabilmente, taluni piccoli saranno acquistati dalle multinazionali, mentre la maggioranza saranno destinati a scomparire. In questi ambiti, o si è una nicchia, e quindi il basso numero di bottiglie a fronte di un alto margine renderà profittevole il business, altrimenti il conto economico per fare il

grande salto e mantenere una distribuzione non permette di rimanere indipendenti.

AMARI IN MISCELAZIONE?

Un amaro si può usare per fare ottimi cocktail dissetanti. Si può usare al posto di bitter o vermouth per fare un drink che segue la filosofia dell’Americano. Se un amaro non ha troppo zucchero, lo si può usare anche al posto dell’aromatic bitter.

COME FINE PASTO, L’AMARO

AVRÀ SEMPRE IL SUO RUOLO?

Certamente, soprattutto in Italia questo rito non morirà mai.

50 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
51 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

MERCATO/AMARI

LE ECCELLENZE TERRITORIALI

UNA SELEZIONE DEI PRINCIPALI AMARI REGIONALI ITALIANI SUDDIVISI

PER LE QUATTRO AREE NIELSEN

AREA 1

VALLE D’AOSTA PIEMONTE LOMBARDIA

VALLE D’AOSTA PIEMONTE LOMBARDIA

LIGURIA

LIGURIA

Amaro Dei Saraceni

Amaro Camatti

Spaccasassi

S.Maria al Monte

Amaro Fabrizi

LIGURIA

PIEMONTE

Amaro Cardamaro

Amaro Dente di Leone

Amaro di Torino

Amaro Lyskamm

Amaro San Carlo Beccaris

Amaro San Simeone

TRENTINO-ALTO

ADIGE

Amaro Berta

TRENTINO-ALTO

AREA 2

FRIULI - VENEZIA GIULIA

Amaro Mandragola

Amaro Sibona

Amaro Gentile Mazzetti

Amaro Forte Mazzetti

China Martini

Doragrossa

Bitter 015 Rapa

Amaro Effe

VALLE D’AOSTA

Amaro Benefort

Le Sapin

Amaro Lys

Amaro Aosta

Ebo Lebo

Amaro San Grat 36°

LOMBARDIA

Braulio

Rabarbaro Zucca

Fernet Branca

Amaro Imperiale

Amaro Farmily

Amaro Venti

Amaro Ramazzotti

Amaro 18 Isolabella

VENETO

Cynar

Petrus

VENETO

ADIGE VENETO

EMILIA - ROMAGNA

EMILIA - ROMAGNA

FRIULI - VENEZIA GIULIA

Amaro Of Bonollo

Amaro Bonaventura Maschio

Elixir Amaro

Amaro Abano

Amaro Del Cansiglio

Poli Vaca Mora - Amaro Veneto

Amaro Venesian

Amaro Nardini

Amaro Leon

TRENTINO ALTO ADIGE

Amaro Marzadro

Amaro Trentino

52 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

Amaro 1870 Bertagnolli

Stomatica Foletto

Novasalus

Amaro del Checco

Amaro Dei Fazzilisti

Rutaben

Amaro Proibito

Amaro Pasubio

VENETO

FRIULI - VENEZIA GIULIA

Roner Alpler

Roner K32 Amaro

Psenner Waldhexe

EMILIA - ROMAGNA

FRIULI VENEZIA GIULIA

Amaro Aquileia

Amaro Canciani

Amaro Nonino

TOSCANA

AREA 3

SARDEGNA

TOSCANA

Amaro China Clementi di Fivizzano

Amaro Svedese

Amaro Artista

Antico Amaro di Firenze

Làbaro Amaro

ABRUZZO

Amaro di Quartiere

Amaro Melagrana

Amaro Maremma Impestata

Amaro del Buttero

Amaro SestoSenso

MARCHE

Amaro 24

Amaro Canaja

Amaro Meletti

MOLISE

AREA 4

CAMPANIA

CAMPANIA

Amaro Borbone

Amaro Teggiano

Amaro Eroico Essentia Mediterranea

AmaRè

Amaro Campano

PUGLIA

BASILICATA

Amaro Di Fiano

Strega Alberti Benevento

Amaro Santa Croce

MOLISE

CALABRIA

Passarè Is Antico Molise

Amaro del Molise Belmonte

Amaro Tosolini

Storica Amaro Domenis 1898

EMILIA ROMAGNA

Amaro Montenegro

Amaro Casoni

Amaro del Ciclista

Sirene Canto Amaro

UMBRIA

Nuovo Amaro del Dipendente

Amaro Ardelio

Amaro Vipero

Amaro Artemisia

Amaro d’Abruzzo 77 Jannamico

Amaro del Vecchio Abruzzese

Amaro Genziana

Amaro Centerba

LAZIO

Amaro Formidabile

Amaro Nerone

Re Genzio

Amaro Angostura

Amaro Ciociaro

Amaro San Marco

SARDEGNA

Carciò Amaro sardo

Amaro Rau

Amaro di Sardegna 150 Is Cogas

Amaro Amaro

Amaro Santeria

Amaro Istrinas Hervas

Amaro Bomba Carta

Amaro Fozzas

Amaro Bàttoro

BASILICATA

Amaro Lucano

Amaro del Pollino

Amaro di Uggiano

Amaro Girasole

Amaro del Cacciatore

53 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
MARCHE UMBRIA LAZIO

Amaro Milone

Amaro Eroico Essentia Mediterranea

AREA 4

ABRUZZO

MOLISE

CAMPANIA

PUGLIA

BASILICATA

CALABRIA

SICILIA

PUGLIA

Amaro del Gargano

Amaro Gariga di Murgia

Amaro dei Trulli

Amaro Carduus

Amaro Bastaldo

Borsci

Amaro Tarantino

Amaro di Leuca

Amaro Salento Classico

CALABRIA

Vecchio Amaro del Capo

Vecchio Amaro Del Capo Riserva

Jefferson

Frack Amaro Indisciplinato

Amaro Binzantino

Amaro Silano 1864

Kaciuto

Amaro Sea MZero

Amaro Rupes

Amaro Kephas

Foraffascinu

Amaro Bandito

Amaro Calabrisella

SICILIA

Amaro Monte Polizo

Unico Amaro Siciliano

Amaro Florio

Amaro Tutone

Amaro di Sicilia

Amaro dell’Etna

Amaro Amara

Amaranca

Amaro Averna

Amaro Cox

Spinamara

Ulibbo

Amaro Punico

Amaro Segesta

Amaro Eolie

Amarazita

Amaronna Sicily

ESTERO

Petrus Boonekamp (Olanda)

Jägermeister (Germania)

Unicum (Ungheria)

Amaro Underberg (Germania)

UNGHERIA OLANDA

GERMANIA

54 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
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IN VETRINA /AMARI

GRUPPO CAFFO

Prodotto simbolo della Distilleria Caffo, Vecchio Amaro del Capo esprime il meglio di sé bevuto rigorosamente a -20°C. Disponibile in diversi formati (70, 100 e 300 cl) e con gradazione di 35% vol, lo si può assaporare nella versione Red Hot Edition, al peperoncino piccante di Calabria, e anche con la Riserva del Centenario (quantità limitata), creata in occasione dei 100 anni dell’azienda. Sempre nel Gruppo Caffo, Petrus Boonekamp, con gradazione alcolica di 45% vol, è disponibile nel formato da 70 cl.

www.caffo.com

www.vecchioamarodelcapo.com

www.petrusbk.com

ILLVA SARONNO

Noti e apprezzati gli amari che compongono il portafoglio Illva Saronno. Unicum, uno dei più antichi liquori alle erbe di tutta Europa, nasce da oltre 40 tipi diversi di erbe e spezie. Affinato in botti di rovere, raggiunge una gradazione di 40% vol e lo si trova in bottiglia da 100 cl. Rabarbaro Zucca, con gradazione 16% vol, può essere bevuto liscio, ma è adatto anche alla mixology. Disponibile in formato da 70 o 100 cl, è anche presente nella versione Gran Riserva (30% vol).

www.disaronno.com/it

CARDAMARO

Cardamaro è un amaro unico nel suo genere. Prodotto con l’infusione nel vino del Cardo Gobbo di Nizza Monferrato, presidio Slow Food, mette in mostra le sue qualità speciali in questa ricetta segreta, creata negli anni ‘50 da Rachele Torlasco Bosca e perfezionata nel corso degli anni dagli erboristi della casa. Nel mondo della mixology oltreoceano Cardamaro è diventato un piccolo mito grazie alla sua versatilità e alla bassa gradazione alcolica. Negli Stati Uniti sono molti i locali che propongono cocktail con questo amaro protagonista, come il Clover Club di Brooklyn, New York. www.meregalli.com

CASONI

L’Amaro del Ciclista, nato da una storica tradizione della famiglia Casoni, è il frutto di ben 20 botaniche lavorate con un complesso processo produttivo. Deciso e vigoroso con i suoi 26 gradi alcolici, è disponibile in bottiglia da 70 cl.

www.casoni.com

MONTENEGRO

Amaro Montenegro nasce nel 1885 a Bologna per opera dell’erborista

Stanislao Cobianchi. Ancora oggi è prodotto in base a una formula segreta e fedele alla ricetta originale, che comprende 40 erbe aromatiche. Il profilo organolettico

è ricco e complesso, equilibrato tra dolce e amaro; si adatta a un consumo liscio, con ghiaccio o come ingrediente di cocktail.

Disponibile in più formati (70, 100, 150 e 300 cl), ha una gradazione alcolica di 23% vol.

www.montenegro.it

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PALLINI

LUCANO

Lucano Amaro Essenza : realizzato con Amaro Anniversario invecchiato

Acquisito da Pallini, Amaro Formidabile è un liquore amaro naturale, lavorato artigianalmente. Nasce da una macerazione a freddo (in alcool di grano) di differenti botaniche come rabarbaro cinese, genziana, rosa damascena, assenzio romano, anice stellato e chiodi di garofano, senza l’aggiunta di additivi, coloranti, caramello, aromi di sintesi e aromi naturali. Creato dal liquorista Armando Bomba, ha un colore ambrato molto intenso, al naso offre un bouquet di mandorla, spezie e agrumi, sentori che tornano anche all’assaggio in aggiunta a un sapore vellutato e avvolgente con 33,5% vol. Ottimo da bere liscio, si esprime al meglio anche nella mixology.

www.amaroformidabile.com

12 mesi in barrique di grappa, il liquore, in bottiglia da 70 cl e 34% vol, è morbido e complesso, con note di cioccolato, pasticceria secca e frutti canditi, arricchite dall’inconfondibile bouquet erbaceo dell’Amaro Lucano. Amaro Bomba Carta: un amaro sardo nato dalla combinazione insolita di miele di corbezzolo ed erbe selvatiche. La gradazione alcolica è di 33% vol e offre un gusto originale, con note di miele, erbe aromatiche e una piacevole freschezza. www.amarolucano.it

PERNOD RICARD

Amaro Ramazzotti è il risultato di una combinazione di 33 erbe, spezie, fiori e frutti provenienti da tutto il mondo. Un prodotto intenso con i suoi 30% vol, da gustare liscio o miscelato.

Da provare pure nella versione Ramazzotti Menta , in entrambi i casi in bottiglia da 70 cl. www.ramazzotti1815.com

CAMPARI GROUP

Braulio è l’amaro dello Stelvio, prodotto nel cuore di Bormio dove riposa per oltre 24 mesi nel Rovere di Slavonia. La ricetta di Braulio è segreta ma si distingue soprattutto per un’attenta selezione di botaniche alpine ed una attesa di almeno 24 mesi in botte che donano a Braulio quelle note piene e profumate, balsamiche di una tradizione custodita da quasi 150 anni da gustare un sorso alla volta. Disponibile nei formati da 70 cl e 1lt con l’innovativa etichetta disegnata a mano. Nella sua versione Riserva, il prodotto invecchia in botti di rovere per almeno 24 mesi, gradazione 24,7% e formato da 70 cl. Dal 1868, l’Amaro Averna rappresenta la vera arte siciliana, con una storia che affonda le sue radici nella tradizione gastronomica dell’isola, Averna è una scelta autentica e conviviale per concludere il pasto. Averna è l’amaro siciliano per eccellenza, il sapore è racchiuso in 29% vol, nei formati da 70 cl e 1lt.

www.amarobraulio.com

www.amaroaverna.com

www.camparigroup.com

57 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

NORMATIVE/IMBALLAGGI

L’UE TROVA L’ACCORDO

L’IMPIANTO NORMATIVO DEL TESTO, DESTINATO A ESSERE DEFINITIVAMENTE APPROVATO PRIMA DELL’ESTATE, RICHIEDERÀ ALL’INDUSTRIA DEL BEVERAGE DI AFFRONTARE ULTERIORI INVESTIMENTI E INTRODURRE NOVITÀ TANTO NELLA PRODUZIONE QUANTO NELLE VENDITE. POSITIVO È PERÒ

L’ACCOGLIMENTO DI BRUXELLES DELLE DISPOSIZIONI CHE VALORIZZANO

LA LOGICA DELLA RACCOLTA E DEL RICICLO, OLTRE A QUELLA DEL RIUSO DI MANUELA FALCHERO

Il pericolo che più preoccupava la nostra industry è stato, per fortuna, scongiurato. Bruxelles ha ammorbidito i confini di quella netta e decisa virata verso la logica del riutilizzo prefigurata dalla prima stesura del Nuovo Regolamento sugli Imballaggi. Ma l’accordo sulla normativa, cui hanno dato semaforo verde i ventisette ambasciatori degli Stati membri e che sarà definitivamente

votato in Assemblea Plenaria prima dell’estate, presenta comunque luci e ombre.

LIMITI STRINGENTI

Tra queste ultime ricadono senza dubbio le complessità che la norma introduce per cercare di arginare una produzione di rifiuti in continua crescita. I numeri parlano chiaro: in Ue si è passati dai 66 milioni di tonnellate nel 2009 agli 84 milioni

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GIANGIACOMO PIERINI, PRESIDENTE DI ASSOBIBE

di tonnellate nel 2021. Un’emergenza alla quale l’Unione ha deciso di rispondere attraverso alcune precise mosse, che non mancano di riguardare il mondo del beverage: le nuove norme prevedono, infatti, una progressiva riduzione degli imballaggi del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040 Nello specifico poi del nostro settore, introducono il divieto entro il decennio dei pack per alimenti e bevande riempiti e consumati al bar e al ristorante. Ma non solo. “Tra gli ambiti di interesse per il comparto – spiega Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche – dobbiamo segnalare alcune limitazioni nell’impiego di packaging nelle fasi di trasporto e l’incremento del requisito di plastica riciclata nelle bottiglie”. Un’indicazione, quest’ultima, destinata a creare qualche problema all’industria, dal momento che “il Regolamento – ricorda Pierini – incrementa le quantità di PET riciclato nelle bottiglie, ma non tiene conto della difficoltà di approvvigionamento di questo materiale, sempre più utilizzato da altri settori industriali”. E ancora, va segnalato l’obbligo per il distributore di impiego di contenitori anche riutilizzabili oltre a quelli monouso. “Gli operatori –precisa Pierini – potranno però essere derogati per cinque anni laddove nel Paese di riferimento vengano raggiunti determinati obiettivi di riciclo dei materiali”.

DEPOSITI CAUZIONALI

Ma non è tutto. C’è infatti da considerare anche l’introduzione dell’obbligo di un deposito

cauzionale su contenitori per bevande come le bottiglie in plastica e le lattine. Un punto che non manca di sollevare perplessità perché non pare trovare solide giustificazioni. “I sistemi di deposito (DRS) degli imballaggi delle bevande monouso, che prevedono il pagamento da parte dei consumatori di una cauzione – rimborsabile – in aggiunta al prezzo di vendita dei prodotti – sostiene Pierini –, in Europa non hanno sempre dimostrato di riuscire a massimizzare l’obiettivo di rafforzare l’economia circolare. Nella realtà, i contenitori spesso finiscono in termovalorizzatori, quando invece potrebbero seguire un percorso virtuoso di riutilizzo e riciclo. Per contro, invece, secondo alcuni studi di valutazione del ciclo di vita, i pack monouso correttamente raccolti, riciclati e realizzati con contenuto riciclato possono offrire benefici ambientali – sotto il profilo delle emissioni – addirittura migliori rispetto a quelli derivanti dall’uso di imballaggi riutilizzabili”.

DEROGHE POSITIVE

In questo scenario, c’è però una buona notizia di cui prendere nota: la deroga di cinque anni concessa agli Stati membri sugli obiettivi di riuso di almeno il 10% degli imballaggi per bevande alcoliche e analcoliche entro il 2030

Un provvedimento che avvantaggia in particolare il nostro mercato. “L’Italia –afferma Pierini – è uno dei Paesi europei

che vanta le migliori performance sia sul fronte del riciclo dei rifiuti urbani e sia su quello dei rifiuti di imballaggio. Il sistema CONAI, che si fonda su singoli consorzi di materiali, e altri consorzi tra cui il Coripet per le bottiglie in Pet, tutti finanziati dalle imprese, garantiscono una gestione integrata degli imballaggi a fine vita con il coinvolgimento dei Comuni, così da riciclare i contenitori e dare loro una seconda vita. Un sistema capace di anticipare i principi che ispirano oggi l’economia circolare”.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA

Stabilito il perimetro normativo – la cui applicazione, va ricordato, diventerà operativa 18 mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quindi ragionevolmente dopo la metà del 2026 –, la sfida si sposta ora sul piano operativo. “Per raggiungere gli obiettivi fissati secondo il calendario stabilito – rileva Pierini – andranno affrontati investimenti e introdotte novità, sia a livello di produzione che sul fronte della vendita dei prodotti imballati o degli imballaggi. Si tratterà, insomma, di calare le nuove disposizioni in realtà complesse, fatte di tanti aneli della filiera coinvolti nella produzione, vendita e trasporto di imballi e prodotti imballati, che poi diventeranno rifiuti coinvolgendo una ulteriore parte di filiera dedicata alla raccolta, selezione, riciclo e vendita del materiale riciclato”.

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CONSUMI/TENDENZE

LA CONTESA DELL’ACQUA

GLI EROGATORI SOTTRAGGONO VENDITE AL PRODOTTO

CONFEZIONATO, MA IN CHE MISURA E IN QUALI TIPOLOGIE DI PUNTI

DI CONSUMO? UNA RICERCA FORMIND FA LUCE SU UN FENOMENO

PREOCCUPANTE PER INDUSTRIA E DISTRIBUTORI HORECA

DI DOMENICO APICELLA

Definire il perimetro dell’acqua. Suona un po’ come una “mission impossible” quella che in occasione dell’ultima edizione dell’International Horeca Meeting è stata assegnata ad Antonio Faralla, Ceo e Founder di Formind. Anche perché l’acqua in questione è considerata a dir poco insidiosa dalle aziende della distribuzione Horeca e guardata con comprensibile

sospetto. Stiamo parlando infatti della cosiddetta acqua trattata, cioè quella di rubinetto fatta passare attraverso appositi impianti di filtraggio ed erogazione. Quanto è grande la fetta di mercato sottratta al prodotto confezionato? E qual è il canale in cui la penetrazione è maggiore? A queste domande Faralla ha risposto durante un evento che ha visto dibattere quattro manager dell’industria e della distribuzione – le cui riflessioni trovate

60 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

in queste stesse pagine – proponendo una lettura dei dati che distingue le dimensioni del fenomeno nel suo insieme dalla reale erosione nei confronti del prodotto confezionato. Detto in altre parole, secondo Faralla non sempre erogatore e bottiglia sono in concorrenza; perciò, le energie di produttori e distributori andrebbero concentrate sui segmenti di mercato in cui è realisticamente possibile recuperare almeno parte dell’acqua perduta.

NUMERI IN CRESCITA

L’analisi è stata condotta su un panel di poco più di 2.000 punti vendita, raggiungendo una copertura geografica pari al 100% delle regioni, al 70% delle province e all’83% della popolazione italiana. Formind ha confrontato i dati relativi al 2023 con quelli del 2018 in maniera da diluire – tanto per restare in tema – gli effetti della pandemia. E il bilancio finale è impressionante. Nel canale bar, la presenza di erogatori è aumentata di 28 punti percentuali, salendo dal 45% al 73% del campione “La crescita c’è stata soprattutto nel Nord-ovest e al Sud – spiega Faralla – con quest’ultimo che ha visto un deciso incremento di erogatori anche nella ristorazione, passata nel complesso dal 23% al 33% in cinque anni, sempre come quota di punti vendita del campione dotati di impianti. Nel canale intrattenimento la variazione è stata minore, dal 13% al 15%, e più uniforme a livello nazionale”. All’aumento del numero di locali che propongono acqua trattata corrisponde ovviamente una crescita dell’erogato, che risalta ancora di più nel confronto con le vendite di prodotto confezionato. “Dal 2018 al 2023, in base ai nostri dati, il canal bar ha visto una diminuzione del 14% di litri d’acqua confezionata – fa notare Faralla – mentre sono saliti del 23% i litri erogati dagli impianti, con i picchi maggiori al Nord-ovest e al Sud. Il canale intrattenimento perde il 10% in termini di litri confezionati, a fronte del +4% nell’erogato. Nella ristorazione il saldo è positivo per entrambe le tipologie di prodotto, ma i litri confezionati fanno segnare +3% contro il +12% dell’erogato. Quanto alle aree geografiche, nel bar e ancor di più nella ristorazione il

Sud ha visto un netto incremento di litri di acqua trattata, a fronte di un calo del confezionato sotto la media nazionale nel bar e una crescita in linea con la media nella ristorazione. In pratica nel Meridione il confezionato ‘tiene’ meglio, nonostante l’ottima performance dell’erogato, e questo a mio giudizio è legato al maggior consumo di effervescente naturale rispetto ad altre zone d’Italia, un prodotto che non ha un corrispondente nell’acqua trattata, che classicamente è naturale o gassata”.

LE DINAMICHE DI CANALE

Il passaggio successivo compiuto da Formind è stato quello di calcolare il peso di ciascuno dei tre canali sul totale dei litri erogati dagli impianti. Il bar vede salire la sua quota dal 47,26% del 2018 al 49,78% del 2023, a scapito della ristorazione – che dal 48,81% cala al 46,71% – e dell’intrattenimento, passato dal 3,94% al 3,51% registrato lo scorso anno. “Il mercato Horeca dell’acqua minerale noi lo calcoliamo in quasi 1,8 miliardi di litri – riprende Faralla – ma mentre nella ristorazione e nell’intrattenimento possiamo considerare tutta l’acqua somministrata dagli erogatori come concorrente di quella confezionata, nel bar non è così. Un tempo, quando si ordinava un caffè al bar e si chiedeva un po’ d’acqua, il barista riempiva un bicchiere dal rubinetto. Poi si

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0 200 400 600 800 1.000 1 200 1.400 1.600 1.800 BAR RISTORAZIONE INTRATTENIMENTO MERCATO 807 860 89 1.755
LITRI 2023 *LITRI ESPRESSI IN MILIONI * Grafico 1 - MERCATO HO.RE.CA. ACQUA MINERALE ANTONIO FARALLA, CEO E FOUNDER DI FORMIND

Grafico 2 - REAL CONSUMER MARKET

EROSIONE VS CONFEZIONATO

è diffuso il cosiddetto ‘sbicchieramento’ di acqua minerale, versandola da bottiglie di grande formato, da 1,5 o 2 litri, che negli ultimi anni effettivamente sono state in gran parte sostituite dagli erogatori. Nel bar l’acqua trattata è utilizzata soprattutto nel momento della colazione o legata al consumo di caffè, mentre la pausa pranzo è appannaggio delle bottigliette da mezzo litro. A nostro avviso, dei circa 304 milioni di litri somministrati dagli erogatori al bar, solo 64 milioni vanno visti come sottratti all’acqua minerale, mentre tutti il resto è andato a sostituire quella che originariamente era l’acqua del rubinetto servita con il caffè”. Adottando l’ottica proposta da Formind – e dunque sottraendo dal computo i litri di acqua trattata considerati come non in competizione con la confezionata – la geografia del mercato muta profondamente, perché la ristorazione diventa di gran lunga il canale più penetrato dagli impianti di filtraggio. “L’acqua trattata erode il 21% del mercato alla confezionata – sostiene Faralla – però questa incidenza sale al 33% nella ristorazione e al 24% nell’intrattenimento, mentre si ferma all’8% nel bar”. È dunque in pizzerie, ristoranti e locali serali che si gioca la partita tra erogatore e bottiglie, mentre i bar diurni hanno un ruolo piuttosto residuale.

I CLIENTI CHIEDONO PIÙ SCELTA

E i consumatori cosa ne pensano? “In base a una nostra ricerca -dichiara Faralla – il 60% indica il vetro come contenitore preferito, un altro 30% il Pet e solo il 10% cita l’erogatore. Il 60%, inoltre, vorrebbe una carta delle acque da cui scegliere, segnale

di un’evoluzione culturale della clientela di cui tutti dovremmo tenere conto. Quanto agli esercenti, il 54% dei baristi vorrebbe utilizzare di più gli erogatori, ma la quota scende al 35% tra i ristoratori. Ricordiamoci che il 33% dei ristoranti del nostro campione è già dotato di un impianto e dunque viene da chiedersi se il fenomeno dell’acqua trattata nel suo canale più importante, la ristorazione, sia entrato in una fase di maturità”. La domanda è intrigante e persino più difficile di quella da cui siamo partiti. Ma se anche la risposta fosse positiva, la quota di mercato sottratta al prodotto confezionato – il 21% indicato in precedenza sulla base delle analisi di Formind – resterebbe oggettivamente elevata. Un bel problema per produttori e distributori Horeca.

VINCENZO TUNDO, DIRETTORE

COMMERCIALE E MARKETING ITALIA

ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO

Il fenomeno dell’acqua trattata ha sicuramente dimensioni importanti, ma se lo guardiamo in una prospettiva di lungo periodo, la quota resta sempre intorno al 15% nella ristorazione. Ovviamente questo non ci esime dal portare avanti, anche a livello di associazioni di categoria, delle azioni per combattere una comunicazione scorretta che tende a equiparare acqua minerale e acqua trattata, quando in realtà si tratta di prodotti con prestazioni, caratteristiche e valori completamente diversi. Le aziende di marca fanno grandi investimenti per garantire qualità, salubrità e dobbiamo lavorare in maniera congiunta, industria e distribuzione, per fare comprendere al consumatore che l’acqua minerale è un prodotto nobile. Purtroppo, a volte c’è una componente ideologica difficile da contrastare. È il caso della demonizzazione del Pet, che invece è un materiale virtuoso, riciclabili infinite volte. Il problema non è quindi il riciclo, ma piuttosto trovare soluzioni normative per garantire che, una volta recuperate e trattate le bottiglie, l’R-Pet torni nella filiera beverage e non venga venduto – come accade oggi – nei settori automotive e tessile.

62 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% BAR RIST. INTRATT. MERCATO 8% 33% 24% 21%
*LITRI ESPRESSI IN MILIONI VINCENZO TUNDO
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ANTONIO BIELLA, DIRETTORE GENERALE ACQUA S. BERNARDO

Tra i ristoratori a mio avviso c’è poca attenzione: vendono l’acqua trattata come se fosse minerale – in ciò favoriti dal fatto che la legislazione italiana è meno chiara rispetto alle norme in vigore all’estero – e non percepiscono che ai costi più bassi corrisponde un fatturato inferiore. L’acqua minerale, soprattutto se confezionata in bottiglia di vetro, è forse il prodotto con la più alta marginalità percentuale tra quelli venduti da un ristorante. Il punto è far capire tutto questo all’esercente, prima che si leghi con un contratto – magari di durata pluriennale – a una società che propone erogatori. Noi come azienda abbiamo in realizzato in passato un libretto, intitolato “Meglio saperlo”, proprio per illustrare le differenze tra l’acqua minerale e quella di rubinetto, ma servirebbe una politica comune per fare informazione nei confronti del ristoratore e anche del consumatore. Così come sarebbe interessante far conoscere le storie, e ce ne sono, di pizzerie e ristoranti che sono tornati sui loro passi, comprendendo che l’acqua trattata non è pratica e valida sotto il profilo economico come sembra.

comportamenti, ci sono tre cose che tutti insieme, industria e distributori, dovremmo ricordare ai nostri clienti Horeca. Primo: se si serve acqua trattata definendola acqua minerale nel menù o nello scontrino, si sta dichiarando il falso nei confronti del consumatore. Secondo: se per l’acqua trattata vengono utilizzate bottiglie tappate, si va contro la normativa propria dell’imbottigliamento, a cominciare dall’ obbligo di riportare sulla bottiglia l’etichetta con le analisi. Terzo: se viene fatta la corretta manutenzione dell’impianto di erogazione rispettando davvero la normativa in vigore, la convenienza economica dell’acqua trattata si riduce fortemente. Aggiungo un’ultima cosa che spetta a tutti noi come clienti: segnalare i comportamenti scorretti, così come faremmo se ci facessero pagare al prezzo di un Brunello qualcosa che Brunello non è.

ALESSANDRO CAPUANO, DIRETTORE CONSORZIO DI.AL.

ANDREA MARINO, DIRETTORE SALES FERRARELLE SOCIETÀ BENEFIT

Considero l’utilizzo degli erogatori e dunque l’acqua trattata come un importante concorrente. Ci sono ristoratori che la vendono in bottiglie personalizzate con il nome del ristorante, a un prezzo premium, proponendola al consumatore come se fosse acqua minerale, quando invece è un prodotto di tutt’altra natura. Per reagire a questi

Uno dei temi che emerge da questa tavola rotonda è senza dubbio quello sanitario, oltre a una vendita forviante al consumatore finale . Mi viene da pensare che questo potrebbe essere un ulteriore atto di cinismo da parte dei ristoratori che hanno intuito come rendere remunerabile ciò che hanno già in casa propria, ma ovviamente il discorso è molto più ampio. Le difficoltà logistiche, con le innumerevoli aperture di punti di consumo in luoghi angusti che non hanno spazi adeguati per stoccare merce, uniti al blocco mentale sui prodotti in Pet, hanno reso questo fenomeno più ricorrente. È ovvio quindi che il problema è culturale. Dovremmo tutti insieme sensibilizzare il mercato. Le industrie negli ultimi anni, con i re-branding dei prodotti, con etichette e forme sempre più accattivanti e prodotti alternativi (vedi l’Horeca Pet) ci hanno dato una grandissima leva da poter trasmettere ai nostri venditori sul territorio, che ricordo sono il vero termometro di un mercato in continua evoluzione.

64 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
ANTONIO BIELLA ANDREA MARINO ALESSANDRO CAPUANO

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65 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
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UVE Data Italia

INTERVISTA MANAGER/UVE SOLUTION

VENDERE DI PIÙ E MEGLIO

UVE SOLUTIONS OFFRE SOLUZIONI TECNOLOGICHE IN GRADO DI AUMENTARE IL FATTURATO GRAZIE A STRUMENTI DI BUSINESS INTELLIGENCE CHE INTEGRANO TUTTI I PROCESSI COMMERCIALI PER PILOTARE LA ROUTE TO MARKET

DI MARIA ELENA DIPACE

Trasformare il processo commerciale di produttori e distributori del settore dei beni di largo consumo verso un modello di business basato sulla Data Intelligence Automation. Questo l’obiettivo di UVE Solutions, azienda spagnola nata nel 2007 a Manresa, vicino Barcellona. Nel 2017 inzia il processo di internazionalizzazione con l’approdo in Italia.

Oggi la società lavora in 28 paesi, dove offre a più di 120 clienti soluzioni tecnologiche e servizi orientati alla digitalizzazione del Route To Market. “L’intuizione va attribuita al nostro fondatore e CEO, Jordi Vila, che comprese l’enorme difficoltà affrontate dai team commerciali On Trade per pilotare la loro Route to Market nel canale Horeca – spiega

Andrea Maritati, Area Manager Italia - A differenza del Canale Moderno (Off Trade), il canale Horeca non disponeva di strumenti

di business intelligence o di informazioni ad alta granularità che consentissero di definire, pianificare e misurare con precisione le azioni commerciali e di marketing”.

IN CHE MODO UVE APPORTA

QUINDI VALORE ALL’INDUSTRIA DEI BENI DI LARGO CONSUMO?

In UVE lavoriamo per creare soluzioni tecnologiche all’avanguardia che guidino la trasformazione digitale del Route to Market, automatizzando e governando il processo commerciale sulla base di dati aziendali reali, insights facilmente azionabili e strumenti di esecuzione commerciale best-in-class.

QUALI SONO I VANTAGGI PER PRODUTTORI E DISTRIBUTORI?

Lo sviluppo di un modello indiretto collaborativo permette a produttori e grossisti di vendere di

66 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

più e vendere meglio: questo vuol dire aumentare il fatturato grazie a un miglioramento degli assortimenti, della distribuzione, crescita dei volumi derivante da maggior rotazione, introduzione di nuovi prodotti e acquisizione di nuovi clienti.

Altro punto importante è l’ottimizzazione dei costi grazie a una miglior allocazione degli investimenti di marketing, un controllo più accurato dello stock e a una ottimizzazione della performance della forza vendita che, grazie ai nostri strumenti, può concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto.

CHE STRUMENTI OFFRE UVE PER LA GESTIONE DEL ROUTE TO MARKET?

La piattaforma UVE, a differenza di altre soluzioni generiche presenti sul mercato, offre un ecosistema unico (all-in-one) che integra tutti i processi commerciali e transazionali, e permette ai nostri clienti di gestire perfettamente la distribuzione moderna e Horeca, sia diretta che indiretta.

QUAL È IL VOSTRO OBIETTIVO?

UVE nasce per dare visibilità del sell out - a livello di sku (codice univoco che le aziende utilizzano per tracciare l’inventario) e punto

vendita - ai produttori: su questo elemento centrale

abbiamo poi costruito una piattaforma cloud modulare che integra CRM, BI analitica per la visione di sell in, sell out, stock, vendite per categoria, automazione della forza vendita (SFA), app e-commerce b2b e b2c, moduli di esecuzione commerciale (come transfer orders, calcolo automatico contributi ai grossisti, riordino...), previsione delle vendite con IA (intelligenza artificiale), censimento dei punti vendita Horeca. Di recente, abbiamo iniziato una collaborazione con Fourgreen per il calcolo delle emissioni CO2 della distribuzione, un tema molto attuale che acquisirà sempre più importanza nei prossimi anni.

RISPETTO AL CENSIMENTO DEI

PUNTI VENDITA HORECA, QUALI

SONO I VANTAGGI DETERMINATI

DALL’USO DI QUESTO

STRUMENTO?

Incrociamo i punti vendita già serviti direttamente - o indirettamente attraverso i grossisti - per arricchire le informazioni disponibili, per identificare clienti ad alto potenziale e leads non ancora serviti. La qualità delle informazioni è fondamentale, il nostro dipartimento Data aggiorna il database con

67 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

cadenza trimestrale per rilevare aperture e chiusure, oltre a informazioni qualitative come tipologia del punto vendita, presenza di terrazza, delivery, categorie di prodotto servite, recensioni... Completa l’offerta il geomarketing per la rilevazione del livello socio-economico, di zone turistiche, orari di maggiore affluenza, momenti di consumo...

CHI PUÒ BENEFICIARE DEI DATI

FORNITI DAL SOFTWARE E COME DEVE ESSERE UTILIZZATO

PER OTTENERE LE MIGLIORI

PERFORMANCE?

Tipicamente la funzione commerciale per l’analisi delle vendite, la generazione di insights e l’esecuzione commerciale perfetta sul punto vendita, direttamente o in collaborazione con i distributori. Marketing e trade marketing beneficiano del sistema per il calcolo del ROI delle attività svolte, finance e amministrazione per integrazione ordini, calcolo automatizzato note di credito, gestione tariffe e promozioni. La nostra piattaforma viene costantemente aggiornata per consentire un utilizzo facile e immediato di tutte le informazioni tenendo in considerazione le necessità dei diversi ruoli e profili utente. Ovviamente, è necessario accompagnare l’adozione di questi strumenti

con una trasformazione dei processi aziendali, delle logiche commerciali e della maniera di lavorare: anche in questo diamo supporto ai nostri clienti con servizi specifici di consulenza e formazione.

QUANTI DISTRIBUTORI HANNO GIÀ APPROCCIATO QUESTO

SISTEMA E CHE BENEFICI NE HANNO AVUTO?

A livello mondiale collaboriamo con più di 6.000 tra grossisti, retailers e piattaforme e-commerce. In italia ci interfacciamo con oltre 550 grossisti, sia in maniera diretta che attraverso i principali consorzi: il nostro obiettivo è aumentare l’adesione al nostro ecosistema e diventare un importante facilitatore per tutta la filiera agroalimentare.

68 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

IL GROSSISTA/EFFEMME HORECA&ACADEMY

LA FORMAZIONE AL CENTRO

DA GAZZOSAI A CONSULENTI DEI PUNTI VENDITA HORECA:

IL DISTRIBUTORE DI BEVANDE CAMBIA PELLE E SI ADATTA

ALLE NUOVE ESIGENZE DEI CLIENTI PUNTANDO SU FIGURE

PROFESSIONALI CHE AFFIANCANO GLI IMPRENDITORI

NELLA GESTIONE DEI PUNTI DI CONSUMO

VITTORIO FERLA

Fare il distributore non significa solo consegnare un prodotto. Oggi la parte dei servizi offerti ai clienti, a partire dalla formazione, è diventata cruciale. Ne parliamo con Francesco Iaconis, socio fondatore della Effemme Horeca&Academy , che ha puntato le sue carte sul ruolo degli ‘specialist’.

COME COMINCIA LA VOSTRA STORIA?

All’inizio lavoravo per un’azienda di beverage e collaboravo con alcuni grossisti. In dialetto romano ci chiamavano i ‘gazzosari’ perché distribuivamo le

bibite. Ma il mondo dei distributori di bevande era saturo: troppa concorrenza e pochi margini. Impossibile esprimersi

in modo originale. Per fare l’imprenditore serviva offrire un supporto ai clienti. Effemme nasce nel 2008 con tre soci: abbiamo dovuto sgomitare. In genere, le aziende di beverage sono ereditate dai genitori, ma io vengo da Vibo Valentia e ho cominciato da zero: zero clienti e zero fatturato. Ecco perché all’inizio abbiamo preso di tutto.

POI C’È STATA UNA SVOLTA?

Sì, quando ho capito che l’unico modo per diversificarci dalla concorrenza era quello di specializzarci in due settori strategici che oggi rappresentano il 60% del fatturato: il vino (32%) e gli spirits (26-27%).

70
FRANCESCO IACONIS, SOCIO FONDATORE DELLA EFFEMME HORECA&ACADEMY

CHE TIPO DI SERVIZIO OFFRITE AL CLIENTE?

Oggi dare un servizio al cliente non significa correre e dopo mezz’ora portare la cassa di vino, bensì vuol dire capire le esigenze del cliente e consigliarlo. Tanti imprenditori investono tantissimo per creare un locale bellissimo sotto il profilo estetico, ma così c’è il rischio di creare un contenitore senza contenuti. Noi offriamo contenuti suggerendo il giusto assortimento, con un focus sugli spirits e i vini.

ANCHE PER QUESTO VI

AIUTATE CON DEGLI SPECIALIST?

Esatto. Arrivare al punto in cui siamo oggi non è stato facile. Difficile trovare specialisti esperti che si mettano nella testa dell’imprenditore. Il nostro Federico Fazzini, per esempio, è un sommelier diplomato Ais che ha anche fatto dei corsi di cucina. Pertanto, capisce di food e di abbinamenti. Così riesce a dare una mano per abbinare i giusti vini ai giusti piatti. Inoltre, con questo servizio, aiutiamo anche a definire il food cost e il drink cost. Non vendiamo per il gusto di vendere, ma offriamo anche un servizio. Inoltre, grazie alla scelta di investire sugli specialisti, dopo la pandemia, continuiamo a crescere di un 20% l’anno.

COME FATE LA SELEZIONE DEI FORNITORI?

Collaboriamo con grandi realtà del vino ma diamo spesso spazio a piccoli

produttori e vignaioli che fanno una grande fatica quotidiana per mandare avanti la loro azienda. Il 70% delle cantine che trattiamo oggi sono piccoli produttori. Noi tocchiamo tutta Italia con aziende che lavorano anche in terre ‘estreme’. Scegliamo piccoli liquorifici che hanno la possibilità di crescere. Non guardiamo solo il prezzo del prodotto, ma anche la storia del produttore. Ascoltiamo tutti e cerchiamo il valore che può aggiungersi alla nostra offerta.

AVETE ANCHE

UN’ATTENZIONE VERSO L’ECONOMIA CIRCOLARE?

Sì, è uno dei nostri punti di forza. Il nostro spirit specialist, Jordy Di Leone, per esempio, prima di tutto cerca di

capire se si vuole dare un tema alla drink list del locale affiancando il team dei bartender nella realizzazione. Ma la cosa più importante, cerca di aiutare il cliente a riciclare gli scarti della cucina per trasformarli in altrettanti ingredienti per la realizzazione dei cocktail.

COME VI MUOVETE SULLE VOCI ASSORTIMENTI E PREZZI?

Il nostro uomo dei vini, Federico, è anche un esperto di spirits e, assieme a Jordy, studia le cantine e i liquorifici facendo la scelta dei prodotti; l’assortimento, quindi, è completamente pensato da loro. Siamo molto attenti anche al discorso qualità-prezzo: negli ultimi anni abbiamo alzato la media del valore della bottiglia passando dai 4,50 euro ai 7 euro.

COME FUNZIONA LA VOSTRA LOGISTICA?

Siamo rapidi: 12 ore e andiamo in consegna. Inoltre, facciamo parte del Consorzio

71

Cda che mette a disposizione di tutti gli associati un sistema informaticosmart horeca - che ogni notte invia i dati di tutte le aziende al Consorzio. Questo fa sì che si abbia un’idea a livello nazionale degli andamenti e delle vendite di ciascun articolo. Le grandi aziende sono molto interessate a questi dati.

COME STA CAMBIANDO IL MERCATO HORECA?

Negli ultimi anni il cliente medio ha alzato le aspettative. Il consumatore è sempre più preparato: vuole bere bene, anche un po’ meno, ma meglio. I vini di pregio hanno maggiore attenzione: diminuisce il volume ma cresce il valore.

L’IDENTIKIT DELL’AZIENDA

Effemme Horeca Srl

Viale Enrico Ortolani, 75, 00125 Roma RM

Tel. 06 521 5111

www.effemmehoreca.com

AVETE PROBLEMI DI APPROVVIGIONAMENTO?

Qualche difficoltà l’abbiamo con alcune aziende di gin e rum. Ma questo è dovuto a un problema di quantità a causa dell’andamento

delle annate per alcune cantine: quest’anno, ad esempio, tra peronospora e grandine, potranno esserci problemi di disponibilità di alcuni prodotti, cosa per cui avvertiamo per tempo il cliente in fase di ordine.

Prodotti trattati:

30% vino, 25% spiriti, 20% birra (fusti e bottiglie), 15% (acqua e soft drink)

Risorse umane: circa 30 persone

Clienti forniti: circa 700 (horeca e superhoreca)

Referenze: 2.000 circa

Dimensioni magazzino: 2.580 mq

Numero automezzi: 12

Fonte: dati aziendali

72 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

COME GESTITE MODALITÀ E

TEMPI DI PAGAMENTO? CI SONO

RITARDI SIGNIFICATIVI O SIAMO

RIENTRATI NELLA NORMA?

Con il Covid abbiamo dato modo ai nostri clienti di allungare i pagamenti a 180

giorni. Ma a condizione che, con la ripartenza, non superassero i 30 giorni. Oggi con i pagamenti siamo messi ‘benino’.

COME VEDE IL FUTURO NEL

MONDO HORECA?

IL RUOLO DEGLI SPECIALIST

“Lo specialist è il barman che ha studiato presso una scuola abilitata e può essere impiegato dai grossisti nella formazione dei giovani bartender all’interno dei locali – spiega Jordy Di Leone, spirit specialist Effemme -.Un valore aggiunto che serve al distributore Horeca per diventare un partner ancora più strategico dei punti vendita, perché in grado di assisterli nella scelta del giusto assortimento ma con il

plus della formazione del personale. Noi offriamo diversi corsi che riguardano il bartending: base, avanzato, miscelazione, bar management, flair bartending. Tra due mesi parte anche il progetto ‘miscelando a casa’, un programma pensato per le persone che vogliono farsi le miscele a casa”.

“Effemme cuce un vestito su misura del cliente – continua Federico Fazzini, wine specialist –. Attraverso le mie competenze, suggerisco ai nostri partner quali app impiegare per controllare il magazzino, monitoro l’andamento dell’attività, il lavoro del personale, suggerisco gli abbinamenti cibo-vino… insomma, gli specialist sono importanti perché hanno il ruolo di far sentire il cliente al centro risolvendo anche alcuni problemi di gestione. In più, recentemente

Vediamo un futuro roseo. Siamo ottimisti per natura: l’ottimismo ti dà la forza di osare e crescere.

Anche perché tutte le mattine mi guardo indietro e ricordo da dove sono partito.

abbiamo organizzato una fiera con i ‘nostri’ produttori di vino. Un’occasione di confronto, ma anche una bella opportunità per quelle cantine che non hanno grandi possibilità di promozione regalando visibilità al piccolo produttore. Inoltre, con la nostra Academy offriamo anche corsi di avvicinamento al vino e corsi avanzati in collaborazione con Ais. Cerchiamo di alzare sempre il livello dei nostri clienti”.

73 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
JORDY DI LEONE , RESPONSABILE TRADE MARKETING FEDERICO FAZZINI, SOMMELIER DIPLOMATO ALL’AIS

INTERVISTA/FONTE MARGHERITA

INNOVAZIONE E TRADIZIONE NELLA DISTRIBUZIONE

COMBINARE SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE. L’IMPEGNO DI FONTE

MARGHERITA 1845, AZIENDA CHE SI DISTINGUE NEL SETTORE

HORECA PER LA SUA GAMMA DI APERITIVI ANALCOLICI E ACQUE DI QUALITÀ PER LA RISTORAZIONE

DI RICCARDO SADA

Il percorso di Fonte Margherita 1845 incarna un’armonia tra il rispetto delle tradizioni e l’adozione di pratiche distributive all’avanguardia, stabilendo nuovi standard nel settore delle bevande. Con una forte enfasi sulla sostenibilità, l’innovazione e la qualità, l’azienda continua a ispirare il settore Horeca mantenendo un legame indelebile con il suo ricco patrimonio e guardando con fiducia verso un futuro ‘a impatto zero’, mantenendo un occhio di riguardo sulla capillare copertura della Penisola, isole comprese. Fonte Margherita 1845 sta ridefinendo il panorama degli aperitivi analcolici con una visione distributiva che rispecchia la sua storica dedizione alla qualità e sostenibilità. La presenza sul mercato di Spritz Zero, Gin Tonica Zero e Bellini Zero non è solo un consolidamento del

portafoglio prodotti ma una dichiarazione del suo impegno verso pratiche distributive innovative e rispettose dell’ambiente. Denis Moro, Amministratore Delegato di Fonte Margherita 1845, spiega le strategie interne.

IN CHE MODO AVETE ADATTATO

LE STRATEGIE DISTRIBUTIVE

PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL

MERCATO MODERNO?

Con una lunga storia che risale al 1845, Fonte Margherita ha sapientemente bilanciato tradizione e innovazione. L’azienda è presente in tutti i canali distributivi con marchi diversi, valorizzando la storicità dei suoi marchi e posizionandoli strategicamente per massimizzare la copertura e l’impatto nell’ambiente.

74 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

QUALI SONO LE INIZIATIVE CHIAVE

CHE SOTTOLINEANO IL VOSTRO

IMPEGNO VERSO LA SOSTENIBILITÀ

NELLA DISTRIBUZIONE?

L’impegno ‘no PET’ di Fonte Margherita e il sistema di vuoto a rendere sono pietre miliari della nostra visione sostenibile. Con oltre 35 milioni di bottiglie annue in circolazione, abbiamo puntato sulla promozione di soluzioni di packaging eco-compatibili per dimostrare concretamente la nostra attenzione verso l’ambiente.

COME SI POSIZIONA FONTE

MARGHERITA NEL CONTESTO

INTERNAZIONALE, CONSIDERANDO

LA SUA STRATEGIA DISTRIBUTIVA?

Fonte Margherita sta consolidando la sua presenza a livello internazionale, adattando i suoi prodotti alle esigenze dei mercati esteri. L’adozione di soluzioni logistiche sostenibili, come il trasporto ferroviario e i veicoli elettrici, riflette la nostra visione globale unita a un forte impegno locale.

CENNI STORICI

Fonte Margherita è un’impresa veneta con origini che risalgono al 1845. Oggi ha tre stabilimenti, cinque marchi di storiche acque minerali delle Piccole Dolomiti (Fonte Margherita, Fonte Regina Staro, Acqua Azzurra, Fonte Lonera Staro, Sorgente Alba), due linee di bibite analcoliche ed è presente in Italia e all’estero nel fuori casa, nei bar, ristoranti e locali, in alcune insegne della moderna distribuzione organizzata, nella distribuzione automatica e nel porta a porta. Con una grande attenzione all’ambiente e al design, imbottiglia esclusivamente in vetro, per lo più a rendere, e nel brick in cartone riciclabile. Tra i suoi valori, la promozione di uno stile di vita sano, la sostenibilità ambientale e sociale, la non-alcoholic mission e la solidarietà attraverso il sostegno a una Fondazione onlus di ricerca scientifica pediatrica.

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

CONSORZI/BEVERAGE NETWORK

IN CONTINUA EVOLUZIONE

BEVERAGE NETWORK SI DISTINGUE NEL SETTORE FUORI

CASA GRAZIE A UNA COMBINAZIONE UNICA DI SERVIZI CHE CONFERISCONO AL CONSORZIO UN VANTAGGIO COMPETITIVO CHE COINVOLGE SOCI E PRODUTTORI

DI MARIA ELENA DIPACE

Un Consorzio che si propone come realtà all’avanguardia nel settore della distribuzione specializzata Horeca. Beverage Network ha un grande vantaggio competitivo perché ha unito alla funzione di centrale d’acquisto, anche altre attività di servizio per gli Associati: imprenditori che sono direttamente impegnati e coinvolti nelle strategie di pianificazione commerciale e marketing. Si tratta di attività innovative ed esperienziali pensate per generare una crescita delle vendite sia a valore che a volume, rispondendo adeguatamente alle complessità del mercato e cercando di anticipare le nuove tendenze dei consumatori. Ne

parliamo con Pietro Flaccadori, Coordinatore del Consorzio.

QUALI SONO I MOMENTI

CARDINE CHE HANNO SEGNATO

IL CAMMINO DI BEVERAGE NETWORK?

Il nostro Consorzio si è costituito nel 1999; operativamente ha iniziato la sua attività a gennaio 2000, con 14 aziende e un fatturato di poco più di 45 milioni di euro. La crescita in questi anni è stata costante sia come numero di aziende che per fatturato. Beverage Network nel 2023 con le 63 aziende socie/affiliate ha chiuso l’esercizio con un fatturato 670,00 milioni di euro e una copertura ormai nazionale. La caratteristica

76 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
PIETRO FLACCADORI COORDINATORE DEL CONSORZIO

immutata nel tempo è il senso di coesione di questo Gruppo capace di far risiedere nelle diversità geografiche e dimensionali una modalità condivisa nell’interagire, in un mercato in costante evoluzione.

PARLIAMO DEL VOSTRO GRUPPO D’ACQUISTO.

Sinergie Proattive è il gruppo d’acquisto della distribuzione Horeca nato nel 2014 dall’unione tra Beverage Network con T&C Carslberg, a cui si aggiunge nel 2018 il Consorzio Rasna. Il 2023 ha chiuso con un fatturato di 1.030 milioni di euro (+11,2% a valore e +4,2% a volume vs 2022), issandosi come primo Gruppo italiano per quota di fatturato e volumi nell’AFH. La gestione analitica dei dati in e out di tutte le aziende, struttura una quota di oltre il 20% del mercato Horeca nazionale, creando l’osservatorio più rilevante e profondo del mercato beverage per famiglia, canale e sotto-canale di ogni prodotto del settore.

C’È STATO UN IMPORTANTE

VENTO DI CAMBIAMENTO LO

SCORSO ANNO?

Proprio così. Nel corso del 2023 sono cambiate alcune figure storiche del Consorzio con nuovi volti che hanno il compito di proseguire il percorso avviato, valorizzando il presente e integrando

le nuove strategie del Gruppo. Dal mese di ottobre 2023 ho assunto il ruolo di Coordinatore lasciando la funzione di Responsabile Commerciale e Marketing a Mario Carbone dopo che, già ad aprile, il nuovo Responsabile Amministrativo, Giovanni Rotigni, ha ereditato il ruolo lasciato dopo oltre un ventennio da Riccardo Marinoni per usufruire della meritata pensione.

QUALI SONO I VOSTRI PUNTI DI FORZA?

BN si pone come obiettivo quello di essere la bussola di riferimento nello sviluppo dei rapporti tra le aziende di distribuzione e la produzione; nello specifico parliamo di aspetti negoziali, commerciali, promozionali, marketing, digital, IA, etc.. Le negoziazioni commerciali, per esempio, non sono confinate nel rinnovo degli accordi annuali ma sono un costante e continuo fluttuare di interazioni. Crediamo che dal confronto costante possano nascere piani virtuosi o, semplicemente, più lungimiranti per tutte le parti in causa. E poi ci sono gli ‘Sconti Top’, ovvero quelle attività promozionali di sell out e/o di incentivazione della forza vendita, che si rinnovano costantemente da 25 anni e sono fra le operazioni di marketing più apprezzate e riconosciute. Infine, stiamo presentando ai soci alcuni nuovi servizi che possono migliorare le performance aziendali della distribuzione come la logistica, gli ordini

77 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
GIOVANNI ROTIGNI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO MARIO CARBONE RESPONSABILE COMMERCIALE E MARKETING

I

merce dei pubblici esercizi e la geolocalizzazione territoriale.

E IL CONSUMATORE?

Il consumatore è la voce attraverso cui arrivano dati importanti, che sono poi la chiave interpretativa della salute del mercato e delle relative esigenze. Fare scelte e/o non assecondare le richieste di nuove referenze, per esempio, è un costo pesante per la distribuzione. E si tratta di informazioni che non possono che essere condivise con l’industria.

COSA CI ASPETTA NEL 2024?

L’evoluzione delle vendite registrata nel 2023 ci fa pensare a un anno in salita. Tuttavia, l’erosione della disponibilità economica e il riposizionamento dei prodotti, causa aumenti dei listini ingiustificati, e l’instabilità geopolitica, ci induce ad agire con prudenza. Come distribuzione abbiamo intrapreso un’attività poderosa impegnando tutte le nostre forze nella ricerca della stabilizzazione dei prezzi al consumo nel canale Horeca. La necessità di dovere continuamente riposizionare i nostri portafogli a causa degli aumenti di listino, rischia di disincentivare il consumatore, penalizzando tutto il comparto. Questo fattore potrebbe innescare la ricerca di prodotti meno qualitativi, che hanno un costo più sostenibile, ma che non valorizzano la categoria riducendone la marginalità per tutti.

E, ancor peggio, fanno perdere affezione da parte del consumatore, oggi molto più preparato ed educato. In termini di trend, la mixology continuerà a far penetrare gli aperitivi alcolici con cocktail innovativi e curiosi, frutto non d’improvvisazione ma di preparazione e professionalità, così come la digitalizzazione sarà di grande supporto alla crescita come strumento sia di vendita che d’informazione. Infine, la sostenibilità, che va esplorata in tutte le direzioni: dal packaging al materiale di servizio (realmente bio-compostabili o riutilizzabili) perché il consumatore è sempre più responsabile e attento al rispetto ambientale.

UN BILANCIO FINALE?

Nel 2023 dal nostro osservatorio abbiamo rilevato una crescita importante del numero di clienti soprattutto nel canale stagionale (+17,1%), alberghiero (+17,9%), ristorazione (4,8%). Crescite più contenute sul diurno (+1,9%) e serale/notturno (+ 2,2%). La media complessiva è di una crescita del 5,10% sul totale settori. Stagionali, alberghi e ristorazione rappresentano il 50% delle attività dei nostri clienti che presidiano un mercato vulnerabile e instabile che, oltre all’economia, deve fare i conti con il meteo e il turismo sia interno che esterno. Nell’ambito dei consumi, il 2023 ha mostrato un settore dei soft drink in crescita a volume con un +5,5%, seguito dalle acque con il +4,6%, birra +3,4%, spirits +2,7% e vini +2,2%. La categoria degli aperitivi ha rallentato invece il passo per la prima volta dopo anni di crescita ma pensiamo a una ripresa immediata nel 2024.

BEVERAGE NETWORK

Presidente: Antonio Portaccio

Amministratore Delegato: Lorenzo Verardo

Coordinatore: Pietro Flaccadori

Responsabile Commerciale e Marketing: Mario Carbone

Consiglieri: Emanuele De Biasio, Lorenzo Pellegrini, Febo Leondini

Commissione Commerciale: Enrico De Biasio, Alessio Verardo, Raffaele Timossi e Luca Vavassori.

78 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
SOCI DI BEVERAGE NETWORK NELL’ASSEMBLEA 2023 ALL’ADRIANO PANATTA RACQUET CLUB DI TREVISO

TREND/ESTERO

PORTOGALLO, UN PAESE DI SANTI BEVITORI

SONO I MAGGIORI CONSUMATORI PRO CAPITE DI VINO DEL MONDO.

MA LE NUOVE TENDENZE VERSO IL LOW ALCOL E LA SALUBRITÀ STANNO

ANCHE QUI LENTAMENTE CAMBIANDO I CONSUMI, GRAZIE ANCHE A NUOVE REFERENZE

DI ANNA MUZIO

È

un Paese di vino, anzi di Porto, e di santi e robusti bevitori il Portogallo. Oltre a essere il maggior consumatore mondiale di vino pro capite, fatto che ha dato vita e varie campagne per arginare l’uso di alcolici, il Portogallo ha anche un buon settore di produzione vinicola. Produzione piuttosto fluttuante invero: secondo Statista, nel 2018 sono stati prodotti 580 milioni di litri, cifra salita nel 2021 a oltre 710 milioni mentre nel 2023 si è raggiunto il massimo storico di quasi 730 milioni di litri di vino. Quanto all’export, nel 2023 le esportazioni di vino portoghese hanno raggiunto 928 milioni di euro in valore e 319 milioni di litri.

Un mercato consistente e con una tradizione che risale all’epoca romana, dunque, ma tutt’altro che statico. Secondo il Portugal Wine Landscapes di Wine Intelligence stanno vivacizzando il mercato interno la premiumisation, un crescente numero di consumatori giovani, l’aumento degli acquisti online

e nei negozi di prossimità e l’avanzata di nuove regioni vinicole e vitigni autoctoni: al momento sotto i riflettori c’è il Baga, un varietà a bacca rossa della regione vinicola di Bairrada che è stata accostata al Pinot nero e al Nebbiolo.

PIÙ ALCOL PIÙ TASSE

La cultura del vino e degli alcolici è certamente ancora forte nel Paese, specie tra gli uomini: secondo la Società portoghese di alcologia (SPA) la dipendenza da alcol in Portogallo è aumentata di quasi il 50% nell’ultimo decennio, ma la domanda di trattamento per i disturbi legati all’alcol rimane stabile. Secondo il SICAD (il Servizio per l’intervento nei comportamenti di dipendenza e nelle dipendenze) la dipendenza da alcol è salita al 4,2% nel 2022 (dal 3% nel 2012).

Tra le misure prese c’è l’imposta sull’alcol e sulle bevande alcoliche (IABA) , parte dell’Imposta Speciale sui Consumi (IEC), che sarà più alta quest’anno di circa il 10%. Il Governo

80

prevede che nel 2024 otterrà un gettito aggiuntivo di quasi 40 milioni di euro.

IL PORTO CERCA UN RESTYLING

Il più noto dei vini portoghesi resta comunque il Porto, con un mercato pari a 942 milioni di dollari nel 2021 che, secondo Future Market Insight, dovrebbero raggiungere i 1371 milioni di dollari entro il 2030, con un CAGR del 4,26%.

Dei quattro stili di Porto, Bianco, Tawny, Ruby e Rosé, è l’ultimo a guidare il rinnovato interesse verso una tipologia che ha sofferto per i nuovi stili di consumo.

Sahil Mohan, Assistant Professor alla Shoolini University, spiega come tra i fattori di sofferenza ci sono stati l’ascesa dell’industria della birra artigianale e degli alcolici con uno spostamento delle preferenze dei consumatori: “Le giovani generazioni gravitano verso bevande alcoliche più varie e sperimentali. Questa tendenza ha emarginato i vini tradizionali, tra cui il Porto, che sono spesso percepiti come obsoleti o meno appassionanti”. La maggiore attenzione al benessere e alla moderazione ha poi portato a rivolgersi a bevande con un più basso contenuto alcolico (la gradazione alcolica del Porto va

COSA BEVONO I PORTOGHESI

63,5

56,33

LITRI PRO CAPITE

DI BIRRA (2022 KIRIN

HOLDINGS)

51,9

12,1

LITRI PRO CAPITE

DI SOFT DRINKS (2022, STATISTA)

136

LITRI PRO CAPITE DI VINO (2020, OMS)

LITRI DI ALCOL PURO SPIRITS (2021, OMS)

LITRI PRO CAPITE DI ACQUA

MINERALE (2022, NMWE)

dal 19 al 22%) e a vini con un contenuto di zuccheri inferiore e con meno calorie.

Molti produttori hanno quindi puntato su varietà low alcool e biologiche, mentre campagne marketing dirette ai più giovani stanno cercando di svecchiare l’immagine del Porto. Strizza l’occhio al successo mondiale dello Spritz ma anche del Gin Tonic (di cui esiste da tempo una versione portoghese, il Porto Tonic, con porto bianco) l’azienda Porto Cruz, fondata sulle rive del fiume Douro nel 1887 e che ha proposto il Portonic Cruz Fresco, un ready-to-drink in bottiglia da 200 ml realizzato con il 30% di Porto Rosé e il 70% di acqua tonica

LA TRADIZIONE RESISTE NEI LIQUORI

Resta l’attenzione verso alcune bevande tradizionali, spesso derivate, come i nostri vermouth o amari, da ricette custodite gelosamente dai produttori. Tra queste c’è il Licor Beirão, un digestivo usato anche nei cocktail, dal gusto erbaceo con note di cannella, anice e buccia d’arancia e dalla consistenza liscia e setosa. Utilizzato come aperitivo o dopocena c’è anche la Ginjinha, un liquore ottenuto dalle Visciole. Altro liquore

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utilizzato anche nella mixology, in cucina e in pasticceria è l’Aguardente, un distillato di frutta o cereali la cui versione più diffusa viene dalla canna da zucchero (Aguardente de Cana). Molto diffuso anche il Moscatel , vino fortificato di bacca Moscato cui durante il processo di fermentazione è aggiunto Brandy o altro liquore.

ACQUA GRATIS PER LEGGE

Dal vino all’acqua: il Portogallo è tra i cinque maggiori consumatori di acqua

in bottiglia europei , dopo Italia e Germania e davanti a Ungheria e Spagna. Anche qui ci sono novità: a seguito della legge n. 52/2021, ristoranti e bar sono obbligati a mettere a disposizione dei clienti gratuitamente acqua di rubinetto e bicchieri non monouso sanificati per il consumo in loco. In realtà un escamotage ci sarebbe. E riguarda, oltre all’acqua “del sindaco”, il ricarico nell’uso di stoviglie (frutto di polemiche estive l’anno scorso anche in Italia).

Come ha chiarito Ana Jacinto, segretaria generale dell’Associazione portoghese degli hotel, ristoranti e affini AHRESP: “Gli esercizi di ristorazione possono definire, come regole operative interne, l’addebito di una tariffa per l’uso delle stoviglie o per altre situazioni definite.

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Tuttavia, queste regole operative interne devono essere adeguatamente pubblicizzate, nonché affisse in un luogo ben visibile, vicino all’ingresso del locale, per informare comodamente i clienti”.

ENOTURISMO E SPEAKEASY

In evoluzione c’è anche l’industria dell’ospitalità, legata a doppio filo, come è nello spirito dei tempi, ai prodotti del territorio, alcuni dei quali hanno ricevuto la Dop. A nord, la valle del Douro, casa del Porto, è diventata luogo favorito per le strade del vino, con strutture di lusso che sorgono in mezzo ai vigneti. Ma ci sono tour anche della regione del Minho, areale del Vinho Verde. Intanto, i bar della capitale Lisbona hanno abbracciato la new wave della mixology . Tra i più noti c’è Red Frog , uno speakeasy che si è piazzato al numero 88 tra i 100 Best Bars, e il Lumi Rooftop , nominato come il più bel rooftop d’Europa.

BREVE STORIA DEL PORTO

Un’invenzione inglese a 1.300 km a sud di Londra. Nasce così il vino fortificato più famoso del mondo, il Porto. Promosso dagli inglesi, come lo Sherry (Jerez) e il Marsala. E pensare che tutto ebbe origine prima di una guerra, che nel Seicento ostacolò le importazioni di vino dalla Francia, e fu sancita poi e agevolata dal Trattato di Methuen, del 1703, che stabilì come i vini importati in Inghilterra dal Portogallo sarebbero stati soggetti a un terzo di dazio in meno rispetto a quelli provenienti da altri Paesi. L’aggiunta ai vini di brandy e acquavite d’uva neutra in fase di fermentazione invece fu introdotta per alzare la gradazione alcolica e favorire la conservazione durante il lungo viaggio in nave verso l’isola di Albione. I commercianti inglesi iniziarono a investire in tenute vinicole nella valle del Douro. Alcune cantine sono ancora proprietà delle famiglie che le fondarono, come Quinta da Senhora da Ribeira e Quinto do Bomfin, acquistate da George Acheson Warre, produttore di Dow’s, o Quinta dos Malvedos proprietà della famiglia Graham. Solo i vini prodotti nella regione del Douro possono essere etichettati come “Porto” secondo la legge dell’Unione Europea. Il Porto è comunemente servito come digestivo, cioè dopo cena, abbinato a dessert come formaggio, noci o cioccolato. Il Porto bianco e tawny vengono talvolta presentati come aperitivo. Francia, Regno Unito e Spagna sono i principali mercati di esportazione del Porto.

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TROPICAL TWIST AL LUMI ROOFTOP BAR & RESTAURANT: LICOR BEIRÃO, COINTREAU, FRUTTO DELLA PASSIONE E LIMONE GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
85 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA RESTA AGGIORNATO CON NOI I A ABBONATI A GBI LA RIVISTA DI RIFERIMENTO PER I DISTRIBUTORI DEL CANALE HORECA EMPOWERING MINDS uine

STRATEGIE/ASSORTIMENTI

IL NUOVO RUOLO DEL BUYER: DA NEGOZIATORE A IMPRENDITORE

OLTRE A GESTIRE GLI ACQUISTI, I BUYER MODERNI DEVONO ASSUMERE

UNA PROSPETTIVA PIÙ STRATEGICA, INFLUENZANDO DECISIONI CHIAVE

E CONTRIBUENDO ATTIVAMENTE ALLA CRESCITA DEL BUSINESS

DI CARLO GIULIANO, PROJECT MANAGER DI AXIANTE

CARLO GIULIANO, PROJECT MANAGER AXIANTE

Figura centrale nel mondo della distribuzione Horeca, il buyer è colui che ha la responsabilità di selezionare e ordinare i prodotti che andranno a comporre l’offerta del bar o del ristorante. Pianifica la selezione, valuta gli spazi in magazzino, conclude gli acquisti. Negli ultimi anni il suo ruolo sta subendo una trasformazione significativa, che si traduce in un ampliamento di responsabilità sempre più vicine a quelle di un imprenditore piuttosto che ai tradizionali compiti del compratore esperto. Questa evoluzione riflette la crescente consapevolezza dell’importanza della gestione strategica degli assortimenti per il successo complessivo della catena di vendita.

Il coinvolgimento del buyer tende così a essere esteso anche a tutto il processo di vendita, attribuendo alla figura anche la responsabilità del risultato economico delle categorie che gestisce.

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OTTENERE UN VANTAGGIO COMPETITIVO

Oggi sono infatti molteplici le responsabilità che vengono associate al buyer, oltre alla “tradizionale” contrattazione con i fornitori (diretta o per il tramite di una centrale acquisti). È chiamato a proporre assortimenti di articoli che producano le migliori performance di vendita, soddisfacendo le esigenze dei consumatori e massimizzando redditività e marginalità sui prodotti distribuiti. È incaricato, quindi, di una continua attività di pianificazione, verifica e affinamento della proposta, con l’obiettivo di perseguire il risultato economico previsto. Un ruolo ormai decisivo: i distributori in grado di aggiornare rapidamente la propria proposta, sulla base delle variazioni nei gusti, preferenze ed esigenze dei consumatori finali, avranno infatti dalla loro un vantaggio competitivo, unico vero modo per realizzare effettivamente l’obiettivo economico che ci si pone.

occupare della loro pianificazione dettagliata, al fine di individuare strategie e obiettivi di redditività da perseguire. La sua visione ora non è più limitata a ottenere dal mercato le migliori condizioni d’acquisto per gli articoli inclusi nell’assortimento: deve anche definire quale sia il miglior assortimento per ogni esercizio, poiché la sua responsabilità abbraccia l’intero processo, dall’acquisto all’esposizione in negozio, e le conseguenti prestazioni di vendita dei prodotti commercializzati. Necessita, quindi, di competenze e strumenti che gli consentano di svolgere numerose analisi, confronti, simulazioni e, infine, di comunicare agli altri uffici quali siano gli assortimenti definiti e come debbano essere esposti nei diversi tipi di punti di consumo.

ANALISI DI MERCATO E NUOVI PRODOTTI

GESTIONE STRATEGICA DELLE CATEGORIE

Ecco perché al buyer è ora necessaria una visione più strategica delle categorie che gestisce, in quanto si trova a doversi

Dovrà avere a disposizione dati e strumenti di analisi per valutare le tendenze del mercato, le dinamiche della concorrenza e le opportunità emergenti, fondamentali per pianificare strategie vincenti. Si tratta di informazioni (driver) che possono essere inserite in logiche di category marketing per la definizione degli assortimenti ideali da proporre.

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SEGMENTAZIONE DELLA CLIENTELA

Per meglio individuare i bisogni dei consumatori, il buyer dovrà adottare metodi di segmentazione della clientela, in correlazione con la zona geografica in cui vivono e consumano i clienti, tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche del territorio. Queste possono infatti essere correlate alle abitudini di consumo, rappresentando così una base concreta su cui costruire le previsioni di vendita. Ciò porta a un concetto di decisioni data-driven, quindi non più soggettive, basate sulla propria esperienza personale, ma condivisibili e giustificabili per mezzo delle analisi eseguite.

STRUTTURAZIONE DELLA PROPOSTA ASSORTIMENTALE

In questa trasformazione del proprio ruolo, il buyer dovrà adottare metodologie diverse per la definizione della proposta assortimentale. Il miglior sistema è definire un albero dei bisogni del consumatore, che permetta di prescindere da altri tipi di classificazione merceologica, puntando invece direttamente alla soddisfazione del cliente, rispondendo alle sue effettive e mutevoli necessità. Su questa struttura ad albero si andranno a collocare - e poi a selezionare – gli articoli da proporre, previa verifica che le misure adottate portino a una positiva previsione di vendita.

VERIFICA DELL’ATTUABILITÀ DELLA PROPOSTA

Il buyer, in questa nuova veste dalle molteplici sfumature, è chiamato anche a verificare che quanto propone sia effettivamente

gestibile dagli esercizi che, a loro volta, proporranno l’assortimento ai propri clienti. Diversi sono i fattori che influenzano la praticabilità dell’idea del buyer: la divisione logistica è in grado di fornire puntualmente gli esercizi previsti con gli articoli in assortimento? I costi di magazzino e trasporto sono compatibili con i margini che si intendono realizzare? L’esercizio ha sufficiente spazio per conservare ed esporre in maniera adeguata tutti i prodotti?

Tali domande richiedono una simulazione, anche grafica, degli impatti sulla rete di distribuzione e sui magazzini e sulle aree espositive negli esercizi.

*Nelle prossime puntate della rubrica approfondiremo meglio alcuni di questi temi, cercando anche di identificare quali strumenti possano essere d’aiuto nel superamento delle sfide a cui un buyer è chiamato.

CHI È AXIANTE?

È un Business Innovation Integrator che supporta le aziende, locali e internazionali, nella trasformazione digitale. Axiante opera attraverso business unit dedicate: Digital, che crea soluzioni digitali uniche per ogni realtà, grazie a uno sviluppo software di eccellenza; Integra, che analizza contesti operativi complessi, progetta e gestisce soluzioni integrate per grandi organizzazioni; Retail, scelta da otto dei primi dieci retailer italiani; Stream, dedicata all’Intelligent Finance; Data Driven, pensata per supportare le organizzazioni alle prese con una molteplicità di dati distribuiti su più ambienti eterogenei.

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www.axiante.com
GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA SEMPLICE INTUITIVO ed NUOVA GRAFICA, NUOVI CONTENUTI…

AZIENDE/BIRRIFICIO MÖNCHSHOF

UNA BIRRA DA DEGUSTARE LIVE

UN BIRRIFICIO MOBILE BRAUMEISTEREI E LA MESCITA ITINERANTE DI MÖNCHSHOF BRAUSCHÄNKE HANNO PORTATO ALLA FIERA DI RIMINI L’ARTE DEL FARE LA BIRRA E TUTTA LA VARIETÀ BRASSICOLA CHE LA CITTÀ DI KULMBACH DELLA FRANCONIA HA DA OFFRIRE

Dal 18 al 20 febbraio 2024 tutti i visitatori della Beer&Food Attraction che sono confluiti a Rimini hanno potuto scoprire da vicino la grande varietà delle birre Mönchshof. In occasione di questa fiera specializzata che ha visto la presenza di oltre 600 marchi del settore brassicolo e del food, Mönchshof ha proposto ben due elementi di attrazione. Ad attendere gli ospiti vi è stato innanzitutto il birrificio dimostrativo Mönchshof BrauMeisterei che ha permesso agli ospiti di conoscere da vicino l’arte del fare la birra e di partecipare attivamente alla birrificazione. Inoltre, insieme agli oltre 2000 visitatori dello stand, c’è stato l’assaggio della novità Mönchshof Zwickl, sia alla spina sia nell’apprezzata bottiglia a tappo meccanico. Ogni giorno è stata preparata una nuova cotta e i visitatori hanno potuto vedere dal vivo e da vicino come si prepara la birra in Franconia: attraverso la macinazione, l’ammostamento e l’imbottigliamento a mano nelle apprezzate bottiglie La Mönchshof Zwickl è una birra non-filtrata della terra della Kellerbier di Franconia con tappo meccanico. www.mönchshof.de

La Mönchshof Zwickl è una birra naturalmente torbida con il suo gusto corposo e delicato; in origine era riservata solo per il al mastro birraio stesso. Fermentata a freddo e maturata a 1° Celsius, per tradizione non è filtrata e viene gustata fredda direttamente dalla fresca cantina. Con il suo contenuto alcolico di 5,4% vol., questa birra speciale di colore ambrato chiaro, con un morbido corpo maltato e un lieve gusto fruttato al palato, grazie alle diverse aggiunte di luppolo ben dosate e alla speciale miscela di malti, si presenta con un gusto vellutato e morbido e una nota leggera di noce che promette davvero di sorprendere.

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ANDREA MENICI PAST PRESIDENT

ORGANIGRAMMA

ANTONIO PORTACCIO PRESIDENTE

DINO DI MARINO DIRETTORE GENERALE

CONSIGLIO GENERALE

GIORGIA GIUSTRA SEGRETERIA ITALGROB

GAETANO ALIPRANDI CONSIGLIERE NAZIONALE CONSIGLIERE NAZIONALE

LUCA DE SIERO CONSIGLIERE NAZIONALE

MASSIMO LA TORRE CONSIGLIERE NAZIONALE

GIUSEPPE BOVIER CONSIGLIERE NAZIONALE

ASSEMBLEA:

COMPOSTA DAI PRESIDENTI DEI CONSORZI FEDERATI, REFERENTI GRUPPI IMPRESE NAZIONALI E DAGLI ASSOCIATI INDIPENDENTI.

STAFF TECNICO:

GRUPPO DI LAVORO COMPOSTO DA TECNICI DELLA DISTRIBUZIONE.

DELEGHE SPECIALI:

FEBO LEONDINI: PRESIDENTE

AFDB E RESPONSABILE DEL CENTRO STUDI ITALGROB.

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IDENTITY

Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.

VISION

MISSION

La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.

Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.

• POLITICO ECONOMICO SOCIALE

• SINDACALE

• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA

DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA

SUL MERCATO HORECA

IHM

INTERNATIONAL HORECA

MEETING

L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.

GBI

GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.

GBI NEWS

GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.

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ISCRIZIONI A ITALGROB DA PARTE DI IMPRESE INDIPENDENTI:

Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti:

• Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria

• Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato

• Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS

• Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)

PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI:

06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it

SITO

ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.

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G B I

www.gbinews.it

n. 206 aprile - maggio 2024 www.gbinews.it

REDAZIONE

Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile

Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale

m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665

Domenico Apicella • Redazione

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Collaboratori • Maddalena Baldini, Bruna Boroni, Guido Chiusano, Matteo Cioffi, Luca De Vivo, Dino Di Marino, Manuela Falchero, Vittorio Ferla, Anna Muzio, Carlo Giuliano, Antonio Portaccio, Riccardo Sada

PUBBLICITÀ

Costantino Cialfi • Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it – tel. +39 3466705086

Giorgio Lomuoio • Sales Manager Area Horeca

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Stampa: Faenza Group – Faenza (Ra)

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Registrazione del Tribunale di Milano n°437 del 16/12/78 in corso di variazione.

Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono.

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