Nr 2/2016 - Febbraio
MAGAZINE
IBIZA E LEON I programmi 2016
LE INTERVISTE PETER WYHINNY Direttore da podio ALBERTO BASSI Manager campione LE PREMIAZIONI ACI DI TAORMINA E BOLOGNA
INDICE
Il monomarca che non ti aspetti
Peter Wyhinny, direttore da podio
3 16 24 Alberto Bassi, manager campione
36 38
Premiazioni ACI Bologna
Premiazioni ACI Taormina
SEAT MOTORSPORT ITALIA MAGAZINE
Direttore editoriale: Tarcisio Bernasconi Direttore responsabile: Fiammetta La Guidara Foto: Maurizio Rigato, ACI Sport, Andrea Sabella SEAT MOTORSPORT ITALIA Via Sempione, 45 21029 - Vergiate (Varese) www.seatmotorsportitalia.com
SEAT Motorsport Italia Magazine #2 Febbraio 2016 Vietata la riproduzione anche parziale delle foto e dei contenuti a meno che non sia stata preventivamente autorizzata da Seat Motorsport Italia, citando la fonte (@Seat Motorsport Italia)
Il monomarca che non ti aspetti Dalla Ibiza Cup al TCR, passando per la Leon Racer: cosĂŹ la filiera di SEAT Motorsport Italia traghetta i piloti nel campionato Turismo di Fiammetta La Guidara (da Autosprint)
Con la stagione agonistica alle porte, questo è il momento per molti piloti di scegliere in quale griglia di partenza schierarsi. Ruote scoperte o coperte? Prototipi o derivate dalla serie? Campionati multimarca o challenge che schierano vetture simili fra loro? Le domande che ogni pilota si pone ad inizio anno sono molteplici. Non esiste una "risposta giusta" in assoluto, ma ciascuno dovrà fare i conti con il budget a disposizione, i traguardi che ci si pongono e le opzioni offerte dal paddock. Tra queste, una delle realtà più longeve è rappresentata dai trofei organizzati da SEAT Motorsport Italia: lo scorso anno la compagine guidata da Tarcisio Bernasconi ha schierato per la quinta stagione consecutiva la Ibiza Cup, affiancata dal debutto del Leon Cup Racer. Il team varesino si è aggiudicato anche il Campionato Italiano Turismo Endurance con la Leon Racer TCR pilotata da Valentina Albanese, af-
fiancata nelle ultime quattro gare dal talento spagnolo Jordi Gené. Seat, del resto ha sempre avuto un'indole sportiva e l'obiettivo di regalare esperienze positive. Lo slogan "Auto emociòn" che ha identificato per anni la Casa spagnola è stato sostituito di recente con un altro ugualmente evocativo: "Technology to enjoy", ovvero "tecnologia di cui godere". Di fondo, si punta a catturare l'immaginazione e identificare lo sviluppo e l'innovazione con un maggior piacere di guida. Da assaporare soprattutto in pista. "Noi abbiamo fatto una scommessa in questi ultimi anni nonostante la crisi che ha accompagnato il Motorsport ed è ancora presente", spiega il patròn Tarcisio Bernasconi. "Il Trofeo Ibiza, che vuol essere un ‘entry level’, cioè offrire una vettura professionale da 200 cavalli a costi contenuti, quale è la Ibiza 1.4 turbo, e il trofeo Leon, che regala grandi prestazioni con i suoi 330 cavalli e un li-
vello professionale spinto. Entrambi consentono ai piloti di combattere ad armi pari. Lo scorso anno abbiamo portato in pista un totale di oltre 30 vetture e abbiamo creato una filiera che può culminare con la partecipazione al campionato Turismo e questo significa che chi si avvicina a Seat e corre con noi può fare un percorso sportivo completo".
MONTEPREMI E DIRETTA TV Non solo, ma c'è anche un montepremi particolarmente ghiotto. "Quest'anno per il vincitore della Ibiza Cup ci sarà un test 'particolare' con la Leon Cup Racer e l'iscrizione gratuita alla stagione successiva del trofeo Leon ", dichiara Tarcisio Bernasconi. "Nella Leon Cup il montepremi sarà di 110.000 euro: verranno premiati i primi dieci all'arrivo nelle dodici gare e alla fine della stagione i primi tre classificati del trofeo si divideranno 15.000 euro. Considerando che in gara2 proprio i primi otto partono in ordine invertito rispetto alle qualifiche, saranno in molti ad avere possibilità di accedere alle posizioni alte della classifica e quindi al montepremi". Altro elemento stuzzicante è la presenza delle telecamere in pista: sia le gare della Ibiza che della Leon Cup che si svolgono nel contesto degli ACI Racing Weekend - saranno trasmesse in diretta televisiva su Sportitalia e godranno di diverse repliche nei giorni successivi. FORMULE DIVERSE I due trofei hanno modalità di partecipazione differenti. Le vetture della Ibiza Cup, infatti, sono tutte di proprietà di SEAT Motorsport Italia, e quindi il pilota le "noleggia", mentre la Leon Cup non prevede la presenza di una squadra ufficiale e l'iscrizione è aperta soltanto ai team privati, che quindi acquistano la vettura.
IBIZA CUP La formula studiata da Tarcisio Bernasconi per l'Ibiza Cup fa sì che il pilota abbia le minor preoccupazioni possibili: non deve far altro che presentarsi in circuito nel weekend, per scendere in pista. Alla gestione delle 'piccole' di Martorell pensa la squadra, che predispone un assetto-base uguale per tutti, modificabile su richiesta del pilota. Benché sia un trofeo "entrylevel" si avvale dell'uso della telemetria, che misura la velocità della ruota, l'angolo di sterzo e l'inclinazione del pedale acceleratore. In pista c'è un team di tre ingegneri, ciascuno dei quali prende in carico un gruppo di quattro/cinque piloti, per valutare con loro i dati e
studiare se è possibile migliorare la percorrenza in curva, il punto di frenata e in generale lo stile di guida. Per questo i dati della telemetria dell'autore del giro più veloce vengono messi a confronto con quelli degli altri piloti. Dopo la riunione con i piloti si svolge quella fra i tecnici, che valutano se apportare modifiche alle vetture e in quale direzione. Se poi durante le prove la vettura viene danneggiata, il team passerà la notte a lavorare nel box per rimetterla in pista l'indomani, a tempi record: per sostituire un motore servono meno di tre ore, per il cambio appena un'ora e mezza. Per avere sempre le vetture nel massimo stato di competitività, il team continua a
lavorare anche fra una gara e l'altra, mettendo il motore al banco per saggiarne la compressione e per controllare la funzionalità del cambio, e durante i mesi invernali, quando le Ibiza vengono smontate completamente, per verificare telaio, semiasse, freni e giunti. Il format prevede 2 turni di prove libere da 30', un turno di qualifica suddiviso in due tranche da 20', e due gare da 48' più un giro ciascuna. Ai fini della classifica, vengono assegnati 20 punti al vincitore, 15 al secondo e 12 al terzo, e via scalare fino ad 1 punto per il 10° classificato. I primi tre qualificati mettono in carniere rispettivamente 4, 3 e 1 punto.
LEON CUP RACER Le Leon Cup Racer sono di proprietà dei clienti, anche se l'assistenza tecnica in pista delle vetture fa sempre capo a Seat Motorsport Italia, che fornisce anche un adeguato servizio ricambi. Ad ogni gara sono presenti due ingegneri e un tecnico meccanico di Seat Sport. La telemetria fornisce gli stessi dati della Ibiza Cup - velocità della ruota, angolo di sterzo, inclinazione del pedale acceleratore - ai quali si aggiunge la pressione dei freni. Oltre alla classifica assoluta, sono previste le classi Under 25 e Over 48. Il format prevede 2 turni di prove libere da 30', un turno di qualifica suddiviso in due tranche da 15', e due gare da 28' più un giro ciascuna. Ai fini della classifica, vengono assegnati 20 punti al vincitore, 15 al secondo e 12 al terzo, e via scalare fino ad 1 punto per il 10° classificato. I primi tre qualificati mettono in carniere rispettivamente 4, 3 e 1 punto.
VILLAGGIO SEAT SEAT Motorsport Italia si distingue anche per la presenza di un'ampia hospitality progettata per accogliere ospiti, staff e piloti dei team, con servizio di open bar e catering. A dispetto dell'eleganza degli ambienti, l'atmosfera è informale e il "Villaggio Seat" diventa un punto d’incontro anche per i piloti di altre squadre. L’attenzione ai dettagli è massima: lo chef, ad esempio, ha l’incarico di preparare piatti diversi, in base alla tradizione culinaria della località in cui si trova l’autodromo. "Siamo un gruppo unico, dove tutti sono accomunati dalla gran voglia di praticare lo sport che più amano. La sera in pista organizziamo cene e spettacoli dove anche gli accompagnatori, si ritrovano in un giusto clima. Finita la corsa ho visto piloti scambiarsi opinioni, festeggiare e brindare insieme, al di là dei risultati raggiunti, con uno spirito sportivo vera-
mente bello. L’agonismo non deve mancare, ma solo in pista e sempre con gare corrette e divertenti anche da vedere sia in circuito che in televisione”, spiega Tarcisio Bernasconi. NUOVA SFIDA Tarcisio Bernasconi ha già ideato una nuova sfida per il 2016: la sua struttura sta lavorando alla preparazione di due vetture in allestimento TCS. A breve verranno svelati i particolari e i nomi dei piloti protagonisti con Seat nel nuovo campionato, che si schiererà in griglia di partenza con le vetture del TCR nazionale ma con classifiche separate.
QUANTO COSTA
IBIZA CUP Il noleggio della vettura è di € 7.500,00 per weekend di gara e comprende gomme, benzina, ingresso prove libere, prove ufficiali e tutto quello che serve per arrivare preparati a disputare due gare da 48' più un giro. I piloti hanno anche diritto a due pass open bar presso l'hospitality del villaggio Seat per tutto il weekend. Chi si iscrive a tutto il campionato avrà il kit di abbigliamento ufficiale Seat Motorsport Italia. LEON CUP Il costo della Seat Leon Cup
Racer è € 85.000,00. La quota d'iscrizione al campionato è di € 6.000,00 e comprende anche la fornitura di tuta, giacca, maglietta e borsone, 3 pass pit-wall, 3 pass pit-lane e 6 pass paddock. Per equipaggio di due piloti: € 7.000,00 con due kit di abbigliamento. L'iscrizione a singola gara è di € 2.000,00 e comprende i pass.
IBIZA CUP DATI TECNICI La Ibiza Cup si avvale di un motore da 1400 cc TSI turbo volumetrico con elettronica e intercooler modificati da SEAT Sport ed è capace di erogare 200 cavalli e una
coppia di 270 Nm (contro i 180 cavalli della vettura di serie). Si avvale di un cambio DSG a sette marce. Rispetto alla vettura di serie monta i freni anteriori e posteriori della Leon Cupra, ha ammortizzatori anteriori diversi nelle geometrie e ammortizzatori posteriori regolabili. Il trapezio anteriore è stato modificato da Seat Sport per consentire la regolazione dell'angolo di camber. La carreggiata è allargata (da 1.693 mm a 1.770 mm). Il roll bar è saldato sulla carrozzeria - e non imbullonato - e l'ala posteriore è regolabile in quattro posizioni. Tutti i comandi "importanti" sono al
volante, che è realizzato da Seat Sport. Monta gomme Yokohama 210/67 R17.
LEON CUP RACER DATI TECNICI Sono ammesse solo le Seat Leon Cup Racer MK3 in versione 2016 (versione 2015 evoluta con almeno il KIT 1). La vettura è stata sviluppata da SEAT Sport per sottolineare l'impegno della Casa spagnola nelle competizioni. Si basa sulla versione a cinque porte stradale e monta un motore di serie con elettronica modificata capace di erogare 330 cavalli, con una coppia massima di 350 Nm (contro i 290 cavalli della versione di serie). Anche
l'intercooler è esclusivo di Seat Sport. La versione 2016 si avvale di un nuovo pacchetto aerodinamico e di raffreddamento, di un serbatoio FT3 da 100 l, dischi freni anteriori da 378 mm e nuovi ammortizzatori anteriori. La trasmissione di potenza alle ruote anteriori è gestita da un cambio DSG a 6 marce a doppia frizione con controlli dal volante e bloccaggio del differenziale a controllo elettronico. Rispetto alla vettura di serie non dispone dei controlli di sicurezza, come ESP, traction control e ABS, che viene mantenuto soltanto nella sua funzione elettro-
nica e non idraulica. Modificati anche i flussi di aspirazione. La vettura è stata rivista anche nelle geometrie con modifiche all'avantreno, al montante e al trapezio, che consente regolazioni dell'angolo di Camber sia all'anteriore che al posteriore. Il sistema frenante prevede la possibilità del ripartitore di frenata. Cruscotto AIM, per avere tutti i dati a portata di mano. La vettura dovrà avere un peso minimo di 1070 kg. senza pilota ed eventuali zavorre. Per alleggerirla, diverse parti della carrozzeria sono in carbonio e in fibra di vetro; l'ala posteriore è regolabile in cinque posizioni. Monta pneumatici Yokohama 250/660 R18. 14
CALENDARIO
21 maggio Monza 12 giugno Misano 17 luglio Mugello 4 settembre Vallelunga 25 settembre Imola 9 ottobre Adria
COSA SI CERCA IN UN MONOMARCA?
RISPONDE ThOMAS BIAGI Perché un pilota dovrebbe iscriversi ad un monomarca? Lo abbiamo chiesto al due volte campione del mondo FIA GT Thomas Biagi, che ha iniziato la sua carriera proprio con iniziative simili: il campionato Formula Alfa Boxer e la Formula 3, dove a differire erano solo i telai.
"Un monomarca come quello dell'Ibiza dà la possibilità di uscire dal mondo del kart e di arrivare all'automobilismo con vetture interessanti a costi contenuti e inferiori ad una stagione in kart ad alto livello", spiega Thomas Biagi. "Ma quel che si trova in un monomarca è un altissimo grado di competizione, perché non hai scuse di vetture e gomme diverse fra loro. Ci si confronta più con se stessi ed è la ricerca della messappunto che può fare la differenza: la virgola di pressione, il punto di barra antirollio... ma anche il lavoro su se stessi. La bagarre in pista, poi, insegna a gestire il confronto ravvicinato con gli avversari. ho provato l'Ibiza nella 24 Ore di Adria e ho pro-
vato sensazioni simili a quelle di una GT3: ti insegna una grande pulizia di guida, perchÊ non ha tantissimi cavalli e ha la trazione anteriore, quindi serve farla scorrere senza sacrificare il mezzo e le gomme, e per essere davanti si deve cercare l'ultimo centimetro di traiettoria utile. E' una scuola importante per quando si salirà di categoria. Ma il mio consiglio è di farlo solo quando si è certi di aver raggiunto la giusta maturazione, risultati alla mano".
Peter Wyhinny
DIRETTORE DA PODIO
«Mi dissi: Perché non fare un Caddy da corsa?» E così l’attuale direttore generale di SEAT Italia cominciò a correre con un furgoncino Volkswagen SEAT è un marchio d'impronta sportiva, volto alla tecnologia e alla prestazione. Non a caso in passato il suo slogan è stato a lungo "Auto emociòn", proprio per sottolineare l'intento di offrire un'esperienza emozionale a bordo di una qualsiasi vettura della Casa di Martorell. Il nuovo slogan di SEAT è “Technology to enjoy”, che conferma questa filosofia e, tradotto, suona più o meno come "Ingegneria da godere". E quale ambiente mi-
gliore delle competizioni per assaporare a pieno le prestazioni offerte da una tecnologia sempre più sofisticata? Ecco perché il direttore di SEAT Italia, Gianpiero - Peter - Wyhinny, nel weekend indossa tuta e casco e scende in pista per collaudare in prima persona le vetture: lo scorso anno al volante una Ibiza si è persino tolto la soddisfazione di vincere a Pergusa, e ha conquistato due podi, a Imola e al Mugello.
Peter Wyhinny è direttore di SEAT Italia dal 1° febbraio del 2013. Laureato in Economia Applicata presso la Coventry University, è stato per otto anni direttore dei Veicoli Commerciali Volkswagen e poi direttore di SEAT UK, ma la carriera nel mondo dell'auto l'ha iniziata nel 1973, come apprendista alla Jaguar, poi in vari ruoli tecnici e commerciali in Land Rover. Italo-inglese (la madre è italiana), Peter ha nel sangue una grande passione per le competizioni. "Il mio approccio al mondo delle corse è avvenuto quando ero direttore Volkswagen Commercial Vehicles in Inghilterra: ho avuto la possibilità di prendere parte ad una tappa di un Rally con la Polo. Mi sono sbrigato a trovare subito un navigatore che si fidasse a correre con me, che ero al debutto", ricorda Peter Wyhinny. "Conclusi in sesta posizione su 12 partenti, vincendo anche uno stage. Questo rally per me è stato una rivelazione: pensai che un Volkswagen Caddy non è altro che una Polo con una diversa carrozzeria. E allora mi dissi: perché non fare un Caddy da corsa? Siamo riusciti a cambiare i regolamenti sostituendo la regola che consentiva la partecipazione “ad ogni auto VW” con “ad ogni veicolo VW". "Così la mia prima esperienza in pista è stata con un Caddy 1.9 TDI diesel da 200 cavalli", spiega SEAT Motorsport Italia Magazine 2/2016
ancora Peter. "Abbiamo debuttato sul circuito di Thruxton, il più veloce in Inghilterra. Io l'ho testato direttamente in qualifica, ma inizialmente non era molto stabile e spesso mi ritrovavo su una ruota. Dopo le qualifiche non volevano farmi correre per motivi di sicurezza, ma convinsi tutti perché non ero mai uscito di pista. E in gara non arrivai neanche ultimo, riuscendo a superare anche alcune Golf GTI, che era il nostro obiettivo. "Dopo tre anni con il Caddy originale, ho corso con il Caddy MK2 da 270 cavalli per altri cinque anni, sfidando non altri furgoni, ma macchine come la R32 della Golf e le GTI. Era una cosa molto divertente. "Quando sono diventato direttore di SEAT in Inghilterra ho introdotto una Leon Cupra di seconda generazione nel campionato Volkswagen, perché la tecnologia era la stessa. ho corso per tre anni: non prendevo punti in gara, perché la corsa formalmente era riservata solo ai modelli VW, ma comunque mi divertivo a gareggiare e a portare visibilità al marchio. Poi sono arrivato qui in Italia". Che differenze hai trovato? "In Inghilterra forse c'è più varietà, e accanto ai professionisti ci sono i piccoli club e i piloti che arrivano con la propria tendina. Ma le piste ita19
liane le adoro e la qualità di organizzazione mi piace molto. Le gare della SEAT sono sempre toste, ci sono dei piloti bravi e situazioni in cui mi diverto moltissimo perché nessuno mi dà un centimetro e non lo aspetto e io non do un centimetro a nessuno". Com'è la vita nel paddock? "Siamo una grande famiglia e questo è uno degli obiettivi fondamentali di SEAT. Noi al centro di tutto quello che facciamo poniamo il fatto che ci dobbiamo divertire: in pista facciamo delle lotte a sportellate, ma nel paddock siamo tutti amici, ci prepariamo, mangiamo e festeggiamo insieme".
La passione per le corse l'hai trasmessa a tuo figlio Paul. "Anche lui non solo è pilota: è laureato in ingegneria del motorsport e lavora in un'azienda specializzata. Abbiamo corso in equipaggio insieme, oppure da avversari... ma anche in questo caso nessuno concede niente all'altro". C'è un episodio legato alle corse che in pochi conoscono della vita di Peter Wyhinny ma che la dice lunga sulla sua voglia di adrenalina: l'esperienza in pista come passeggero di un sidecar. "E' stato a Donington, in Inghilterra, una decina di anni fa, sul sidecar dell'equipaggio di
Steve Webster e Paul Woodhead, pluricampioni del mondo", ricorda Peter con un grosso sorriso. "Io avevo sponsorizzato il team dandogli un furgone. Loro sapevano che ero appassionato e mi proposero di fare da passeggero. Dopo due giri ero completamente sfinito, pensavo che avrei mollato la presa da un momento all'altro, ma è stata un'esperienza fantastica: l'accelerazione era maggiore di vettura di F1. Allora correvo con il Caddy di 2a generazione da 270 cavalli e quel weekend abbiamo fatto uno scambio di esperienze: dopo che io sono salito sul suo sidecar, Steve Webster, ma lui è venuto con me sul Caddy. E anche lui è
uscito con un gran sorriso", aggiunge Peter, che non fa mistero delle sue qualità velocistiche. Per Wyhinny l'investimento nel motorsport è una strategia fondamentale. "Il miglior modo di esprimere il DNA sportivo di un marchio come SEAT è quello di partecipare alle competizioni. Investire nel motorsport, poi, consente di sviluppare tecnologie da trasferire sulle vetture stradali. Partecipare in prima persona alle gare per me significa anche portare avanti una strategia di marketing".
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Peter Wyhinny in azione sulla Seat Ibiza e, sopra, con i trofei della gara di Imola. A fianco, alla sua scrivania. In primo piano, il Casco d’Oro di Autosprint SEAT Motorsport Italia Magazine 2/2016
Alberto Bassi
MANAGER CAMPIONE
Alberto Bassi ha conquistato il titolo della Seat Ibiza Cup proprio nel round conclusivo della stagione 2015: sul circuito del Mugello, con il secondo posto alle spalle di Pelatti, si è assicurato matematicamente la vittoria del trofeo, relegando alle sue spalle l’equipaggio composto da Gabriele Torelli e Gabriele Volpato. Per Bassi era la seconda stagione nei trofei Ibiza. Il suo debutto nelle competizioni è avvenuto nel kart, per poi passare alle vetture di Formula e ai Prototipi, ma in Casa SEAT ha trovato una famiglia e ha dichiarato che se quest’anno sarà al volante di una qualche vettura sarà nel team di Tarcisio Bernasconi. Benché ancora molto giovane Alberto Bassi considera oggi l’automobilismo come uno sport e la sua attività principale è quella di manager: oltre ad essere presidente della Borile Moto (essendo succeduto al padre Carlo, scomparso lo scorso aprile), Alberto è ammini-
stratore delegato di BackToWotk24, Gruppo 24 Ore. Si tratta di una società creata da Carlo Bassi la cui missione è accompagnare manager, dirigenti e professionisti disposti a investire capitali propri ed esperienza per diventare partner e soci di piccole imprese che cercano competenze qualificate, utili ad affrontare il mercato attuale, e soluzioni per accedere alle risorse finanziarie necessarie a sostenere lo sviluppo. Il Gruppo 24 ORE ha acquisito il portale www.backtowork.ilsole24ore.com, con l'intento di farne un progetto strategico a supporto delle imprese, del territorio e delle risorse umane altamente qualificate. Abbiamo incontrato Alberto Bassi durante la presentazione del Campionato Italiano Turismo, e gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia agonistica e come si è avvicinato ai trofei monomarca SEAT.
«Cercavo un percorso di crescita», spiega Alberto Bassi. "Dalla Ibiza si può passare alla Leon e poi - perché no? - al campionato italiano TCR che nasce adesso. E poi l'Ibiza è semplice da guidare, ma allo stesso tempo è competitiva. Il fatto che siano tutte uguali, seguite allo stesso modo da un'unica squadra, fa sì che emergano le doti velocistiche di ogni pilota. Le gare sono combattute, con tanti sorpassi, divertenti da fare e belle da guardare. Ci sono molti piloti giovani che magari arrivano, come è successo a me, dalle formule, e quindi il livello è alto, sia nella Ibiza che nella Leon. «Credo che nessuno in Italia oggi riesca a fare quello che fa SEAT durante i weekend di gara: la squadra di Tarcisio Bernasconi diventa una vera e propria famiglia che ti segue in occasione delle gare, e questo è il valore più bello e più grande. Un team e altri piloti che lottano insieme a te e ti spingono a dare il meglio, ma poi quando ci ritroviamo tutti sotto la tenda è una festa. Ad un pilota, che sia un gentleman o un professionista, quello che serve è la tranquillità e un team e una struttura che ti spingono a dare il meglio. E tutto questo io l'ho trovato in SEAT Motosport Italia». Soprattutto per chi è un professionista come te, la formula dell’Ibiza è particolarmente comoda...
«Sì, le vetture sono gestite da Seat Motorsport Italia: tu arrivi in circuito il venerdì, ti fai il tuo weekend e devi solo pensare a guidare. Ti confronti con i ragazzi della Scuderia del
Girasole per sistemare la macchina e ti diverti, perché lo spirito con cui tutti facciamo questo sport è soprattutto quello di divertirsi. E' bello correre in questo modo, poi se vinci, come è successo a me l'anno scorso, è un qualcosa in più». Che ne pensi della formula di gara? «La formula mi piace perché corri tanto: fai gare lunghe con l'Ibiza, 48 minuti più un giro, quindi in un weekend hai le prove libere, il turno di qualifiche di mezz'ora, e le gare. Essendo lunghe e non gare sprint, devi essere pronto anche a livello strategico, devi giocarti bene il momento della sosta, devi imparare a rispar-
miare le gomme... quest'anno molte gare si sono decise proprio sull’abilità di risparmiare gli pneumatici. A livello di strategia c'è tanto da mettere sul piatto quando fai una gara che di fatto dura un'ora». Come hai iniziato a correre? «Mio padre correva nel CIVT. Fin da bambino lo accompagnavo in pista. ho iniziato nei go-kart, poi a 16 anni sono passato alle Formule, ho fatto la Formula Renault 1600 nel 2005, e l’anno dopo sono arrivato secondo, poi ho fatto il salto sulla Renault 2000 sia in Italia che in Europa. «Ad un certo punto nella carriera di un pilota c’è un bivio, perché se vedi che nella Formula fai fatica ad andar su,
perché il percorso di Formula che ti porta poi magari anche in F1 è difficile, allora è giusto cercare anche altre categorie in cui cimentarsi. Così mi sono spostato nei Protitipi, un bellissimo campionato con vetture molto competitive che di fatto sono delle Formula3, che ti insegnano tanto anche a livello di messapunto perché impari tutte le regolazioni che puoi fare durante un weekend di gara per avere il meglio dalla macchina. Poi ho deciso di fare il salto nel Turismo, trovando in Seat nel 2014 una soluzione bella, valida e strutturata per cimentarmi nelle ruote coperte. Al primo anno ho fatto un po' fatica perché la vettura era completamente diversa da quelle che ero abituato a guidare. L'Ibiza è semplice, però bisogna capirla bene perché abituato ai Prototipi, ad esempio, andavo a frenare molto forte, l'Ibiza invece richiede un'altra guida: devi essere
molto più dolce sui freni, impegnarla meno di sterzo, riuscire comunque a portarla velocemente in curva, perché non ha così tanti cavalli che rischiano di portarti fuori. Devo dire grazie ai ragazzi di SEAT Motorsport perché pazientemente si sono messi ad aiutarmi, e poi nel 2015 sono riuscito a vincere il campionato - penso meritatamente perché nonostante in qualche gara ci sia stata qualche difficoltà quando sia io che la macchina eravamo a posto abbiamo praticamente vinto sempre». Quali gli avversari più impegnativi? «Gabriele Volpato e Gabriele Torelli sono stati i più difficili: giovani, carichissimi e sempre molto veloci e già capaci di gestire una gara di 48 minuti. In alcune gare sono stato in difficoltà con loro. E poi specialisti del Trofeo come Roberto Ferri, un avversario duro, e per buona parte della stagione anche Carlotta Fedeli. E’ stato un buon campionato per-
ché fino a Misano, dove credo di aver dato la spinta giusta vincendo le due gare, era molto in bilico. Io sapevo che per me Misano e Mugello sarebbero state più facili perché sono le due piste dove mi trovo meglio. Sapevo che le dovevo vincere tutte e quattro, poi sono riuscito a vincerne tre ma è stato bello perché nella prima del Mugello, quando mi sono assicurato il titolo, ho condiviso la vittoria con Sandro Pelatti, che è un grande amico in pista e tutto l'anno mi ha supportato quasi come un padre. Visto che l'anno scorso ho perso mio papà, Sandro mi è stato molto vicino. Arrivare secondo alle sue spalle e vincere il titolo è stata la ciliegina sulla torta». Come ti alleni? «Faccio tanta palestra e quest'anno du-
rante l'inverno ho fatto una preparazione maggiore per essere pronto a fare il salto su vetture più potenti e competitive come può essere la Leon. L'obiettivo comunque è rimanere con SEAT, ho trovato una realtà speciale, non riuscirei ad andare a correre con altro marchio. Con Tarcisio (Bernasconi, ndr) e con Peter (Wyhinny, ndr), si è creato un legame bello e se continuerò a correre lo farò sicuramente con loro». Sei presidente di un’azienda che produce moto. Ma sulle due ruote vai? «Sì, con le nostre, sia in fuoristrada che su strada, ma sono più forte in macchina!»
SEAT Motorsport Italia alla presentazione del Campionato Italiano Turismo
Numerose le vetture presenti nel paddock di Monza, sia in configurazione TCR che TCS e tantissimi i rappresentanti di squadre e dealer ufficiali, oltre che piloti, che hanno partecipato all'incontro con i responsabili di Acisport, Roberto Marazzi e Ciro Sessa. Nella foto in apertura, il patròn di SEAT Motorsport Italia intervistato da AutomotoTV.
Premiazioni ACI SPORT a Taormina
Nella splendida cornice di Taormina, ACI ha premiato i campioni tricolori e i vincitori di coppe e trofei. Per i colori di SEAT, premiati Valentina Albanese per il titolo nel Turismo Endurance, Alberto Bassi e Jonathan Giacon per i trofei Ibiza e Leon. Un riconoscimento è andato anche a Peter Wyhinny, direttore generale di SEAT Italia.
Bologna Premiazioni ACI SPORT
Nell’Auditorium di Bologna si sono svolte le premiazioni dei campioni 2015. Nella foto in alto Valentina Albanese, che ha firmato il tricolore al volante della Leon TCR. In apertura, la premiazione ai team: per Tarcisio Bernasconi ha ritirato il premio Valentina Marangoni (terza da destra).
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