Orizzonti 02

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B i o t e c n o l o g i

Aperiodico di informazione, Numero 2

I t a l i a n a

FIBioMagazine

F e d e r a z i o n e

THE FUTURE IS NANO BIOTECNOLOGI

E

POLIZIA SCIENTIFICA

MOSTRA DI DARWIN

INTERVISTA A

DOMENICO PIAZZA


DIRETTORE EDITORIALE Federazione Italiana Biotecnologi, sede ammin.: via Gianbattista Ruoppolo n°105, scala C, 80128 Napoli; sede legale: via Leonardo Bianchi n°10, 80131 Napoli

REDATTORE CAPO Maria Vinciguerra

REDAZIONE Vinciguerra M.(DISCOVERY), Ruotolo G. (FIBIO-WORK IN PROGRESS, VITE PER LA SCIENZA),Catapano O. (BIOTECH EVENTS), Ferraris R. (LA VOCE DEGLI STUDENTI, MISCELLANEA) IMPAGINAZIONE E GRAFICA Antonio Massa IN COPERTINA Scena tratta dal cartoon “Alice nel paese delle meraviglie” , rivista e modificata (M. Vinciguerra)

CONTATTI vinciguerra@biotecnologi.it

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SOMMARIO L’EDITORIALE

di Maria Vinciguerra

p.4

DISCOVERY

a cura di Maria Vinciguerra

T H E F U T U R E IS NANO

p.5

LE NANO TECNOLOGIE: “ A NEW FRONTIER “

p.8

FIBIO- WORK IN PROGRESS

a cura di Gianluca Ruotolo I LAUREATI IN BIOTECNOLOGIE DEL VECCHIO ORDINA MENTO E GLI ESAMI DI STATO Co n c o r s i d i D i r e t t o r e T e c n i c o del Corpo della Polizia Scientifica p.11

a cura di Oriana Catapano DARWIN 1809-2009: UNA MOSTRA DA NON PERDERE L A D UE GIORNI NAPOLETANA DEL PADRE DEL DNA

a cura diVirginia Brancato I N TE R V I S TA A DOMENICO PIA ZZ A: INGEGNERE A 360°

VITE PER LA SCIENZA

a cura di Gianluca Ruotolo U N A V I TA DEDICATA ALL A CONOSCENZ A

LA VOCE DEGLI STUDENTI

p.13

BIOTECH EVENTS p.12

L’INTERVISTA

p.14

p.16

a cura di Roberta Ferraris PASSAGGIO DAL NUOVO AL NUOVISSIMO ORDINAMENTO: DUBBI E PROSPETTIVE

MISCELLANEA

a cura di Roberta Ferraris

p.19

p.9

p.18


L’editoriale

“The next Industrial Revolution is right around the corner. Fourth generation — molecular manufacturing — will radically transform the world, and the people, of the early 21st century. Whether that transformation will be peaceful and beneficial or horrendously destructive is unknown. Although nanotechnology carries great promise, unwise or malicious use could seriously threaten the survival of the human race…” (www.crnano.org)

T

rentacinquemila anni fa: Homo sapiens sapiens. Ventimila anni fa: culto dei morti, arte primitiva. Arco, frecce e lampade ad olio. Addomesticamento animale e nascita dell’agricoltura. Rame, bronzo, imbarcazioni e carri con ruote. Calendari. Stonehenge. Piramidi d’Egitto… duemila anni fa….addomesticamento del cavallo, alfabeto, remi, ferro. Teorema di Pitagora e atomi di Democrito. I cadaveri di Ecateo. Il pallottoliere, Ippocrate e la catapulta. Aristotele e la Terra rotonda, Euclide e la geometria, Archimede e Eureka, Eratostene e la circonferenza della Terra, Ipparco e la distanza della Luna. Cristo. Roma, l’Impero, il Cesare, la carta. “In natura, il vuoto, o qualsiasi cosa senza un significato e senza uno scopo è inconcepibile”(Tolomeo). La medicina di Galeno, l’algebra di Diofanto, la polvere da sparo, il tè. La caduta dell’impero romano… millecinquecento anni fa… l’architettura bizantina, Maometto. Geber e la scoperta dell’acido acetico, la staffa e il collare per cavalli. Acciaio, lino, lana…il medioevo… la prima supernova, la forchetta, il mulino idraulico, la bussola, gli occhiali…il rinascimento… l’acido solforico e poi l’orologio, il cannone e la cupola del Brunelleschi, la stampa, le esplorazioni. La scoperta dell’America, la nascita della scienza, Leonardo da Vinci. Tartaglia e il ladro derubato, Copernico e la Terra che gira, la struttura del corpo umano di Vesalio…il seicento…Galileo, il pendolo e la caduta dei corpi, Giordano Bruno e gli infiniti mondi, il telescopio e le lune di Giove, la circolazione del sangue, Keplero. Le coordinate cartesiane, la pressione atmosferica, Torricelli, Pascal, la calcolatrice, i globuli rossi, le cellule di Hooke. Le lune di Saturno, le leggi di Boyle, la nuova chimica, la gravitazione universale. Leibniz, Newton… il settecento... l’illuminismo, Linneo, il termometro, il parafulmine, le origini dei viventi, la macchina a vapore, il primo veicolo, la mongolfiera. L’auto e il battello a vapore. Le rane e le leggi di Coulomb, Galvani, Urano, “Nulla si crea e nulla si distrugge” (Lavoisier), la rivoluzione industriale, il vaiolo, la vaccinazione… l’ottocento… la tecnologia. La pila di Volta, il primo asteroide di Piazzi, Avogadro, locomotive a vapore e battelli, Lamarck, Ampère,Ohm, il primo dinosauro, la stele di Rosetta, i motori elettrici, il telegrafo, la fotografia, la Luna e la gomma, i fertilizzanti chimici, la termodinamica e lo zero assoluto, Kelvin, la rivoltella, la nitroglicerina, Nettuno, Darwin e la selezione naturale, il petrolio, il motore a scoppio. Germi patogeni, Pasteur, dinamite, Nobel, la velocità della luce. Magnetismo, ereditarietà, tabella di Mendelev. Mendel, il telefono, la lampadina. Edison, le lune di Marte, i marziani, le cellule del cervello, Camillo Golgi…il novecento… Marconi, l’elettrone, Thomson, Becquerel e i Curiè. I sommergibili e i grattacieli, i quanti, l’atmosfera, il dirigibile, l’aeroplano. La relatività. I cromosomi sessuali. La struttura dell’atomo. La Grande Guerra. La deriva dei continenti, la Via Lattea e le altre galassie. I razzi. La penicillina. Plutone. I radar. La scienza del comportamento, la bomba atomica. La doppia elica, i computers, Rita Levi Montalcini, l’altra faccia della Luna, la plastica e il laser. I quark. Rubbia. I trapianti di cuore. Luria e Dulbecco. Il progetto genoma. Le stazioni spaziali. la clonazione. La vita sugli altri pianeti… Le NANOTECNOLOGIE. Maria Vinciguerra Orizzonti biotecnologici 4


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THE FUTURE IS NANO Come le nanotecnologie cambieranno la nostra vita

tano una r e a l t à ormai affermata n e l ACURADI M.VINCIGUERRA mondo della ricerca. Esse fanno riferimento ad un insieme di tecniche e processi che consentono la creazione e utilizzazione di materiali, dispositivi e sistemi con dimensioni nanometriche. Già circa 2400 anni fa, il filosofo greco Democrito aveva ipotizzato che il nostro mondo materiale fosse costituito da atomi ma dobbiamo aspettare Avogadro nel 1800 per poter assistere all’analisi di una goccia di pioggia. Negli anni ’80 è stato poi messo a punto uno strumento, il microscopio a scansione ad effetto tunnel, in grado non solo di visualizzare i singoli atomi di un cristallo, ma anche di farli scivolare uno sull’altro. Da dove nasce l’idea di una “Nanotecnologia”? Se impariamo a capire meglio i fenomeni che ogni giorno avvengono in natura, già possiamo prendere spunto per applicazioni “nanotech”. La tecnica di adesione di una cozza è un esempio applica-

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Ognuno di noi si è trovato al- significantly from those at a meno una volta nella sua vita larger scale” e “Nanotechnodi fronte alla parola nano. Il logy is the design, charactepensiero che di solito balza risation, production and in mente è collegare questa application of structures, deparola ad una condizione pa- vices and systems by controltologica definita nanismo, la ling shape and size at cui espressione fenotipica nanometre scale". Secondo il più evidente è una riduzione National Nanotechnology dell’altezza delle persone che ne sono affette. Per altri invece sarà stata immediata l’associa“Nanoscience is the study zione con la favola Disney di Biancaneve e i of phenomena and manisette nani e i nostri ripulation of materials at cordi di bambini. Nella atomic, molecular and mente degli scienziati, tuttavia, il termine nano macromolecular scales, suscita ben altri penwhere properties differ sieri poiché si identifica significantly from those con le Nanotecnologie e le Nanoscienze. Ma at a larger scale” e “Nacosa descrivono precinotechnology is the desamente questi termini? sign, characterisation, Attualmente non esistono ancora delle defiproduction and applicanizioni universalmente tion of structures, deviaccettate sia per Nanoces and systems by tecnologie che per Nacontrolling shape and size noscienze, ma ve ne sono diverse simili tra at nanometre scale” loro. La Royal Society & The Royal Academy of Engineering (UK) le ha definite così: “Nano- Initiative le Nanotecnologie science is the study of pheno- costituiscono il punto di inmena and manipulation of contro di discipline diverse materials at atomic, molecu- quali la fisica quantistica, le lar and macromolecular sca- scienze dei materiali, la bioles, where properties differ logia molecolare e rappresen-

ACURADI

M.VINCIGUERRA


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tivo utile: essa, quando vuole attacNei laboratori di ricerca sia pubblici che privati carsi ad una roccia, stiamo assistendo a una vera e propria rivoluapre la sua conchizione scientifica che cambierà la vita dell’uomo, glia, spinge il piede seguendo la strada delle nanotecnologie in tutte sulla roccia, lo piega le sue forme, in pochi decenni, sarà possibile per formare una ventosa e mediante piccreare nuove strutture biologiche, creare nuovi cole cannule inietta materiali, con funzionalità migliori di quelle natugoccioline adesive, rali e con dimensioni simili a quelle di un atomo le micelle, formando un potente adesivo subacqueo. L’Istituto Ogni nuova maschera ag- presenta un ampio ventaglio Fraunhofer (IFAM) di Brema giunge nuove funzionalità al di applicazioni, in cui è possta effettuando ricerche su chip, aumentandone la com- sibile individuare almeno i adesivi di mitilo modificati plessità. La tecnologia tre principali rami di sviche potrebbero servire a ren- sol/gel permette di produrre luppo nanotech: wet, dry e dere la porcellana più deli- un sol (una dispersione gene- computational. Queste tre cata resistente alla ralmente colloidale) di com- aree sono fortemente interdilavastoviglie. In una piccola posti solubili in cui pendenti ed i progressi in una zona di mare vicina alle Fi- goccioline contenenti silicio si riflettono immediatamente lippine vive una spugna chia- sono in sospensione in una sulle altre, permettendo semmata “cesto di Venere”, che soluzione conduttrice. pre maggiori progressi sciendeve il suo nome alla strut- Quando sono vaporizzate su tifici. Il campo di tura del suo scheletro, costi- una placca e riscaldate la so- applicazione della "wet natuito da una trama di spicole luzione evapora e le goccio- notechnology" è lo sviluppo silicee traforate che formano line di silicio si saldano e di conoscenze e tecnologie un reticolato ad angoli retti e formano una rete. Questa che permettono la manipolain diagonale; questa spugna rete gelificata poi si solidi- zione di sistemi biologici che viene studiata come modello fica e forma uno strato di ce- si sviluppano in ambiente biologico per le fibre ottiche. ramica dura. La placca resta umido: acidi nucleici, memIn elettronica, il processo così protetta dalla corrosione brane, enzimi ed altri compodella litografia viene utiliz- e dai graffi. Essa consente nenti cellulari, finalizzati zato per produrre la struttura anche di fabdi un chip, in cui tutti gli ele- bricare commenti di commutazione sono p o n e n t i ordinati in strati distinti. Per ottici sofistiun chip moderno ad elevate cati come i prestazioni occorre preve- cavi di fibra dere da 25 a 30 strati di que- ottica. Questo tipo, che richiedono sti sono solo ognuno la propria maschera a l c u n i litografica. La struttura della esempi che maschera viene proiettata sul d i m o s t r a n o wafer mediante il fascio di la natura traluce e il sistema lenticolare sversale di del ripetitore, un apparecchio q u e s t a simile ad un retroproiettore. scienza che Orizzonti biotecnologici 6


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alla produzione di kit diagnostici, alla generazione di una nuova classe di farmaci (nano-farmaci), in ambito terapeutico, ed i nanobiosensori. La“Dry nanotechnology” ha come oggetto dei suoi studi strutture di carbonio (quali i nanotubi ed i fullereni), di silicio e di altri materiali inorganici che trovano applicazione in campo elettronico, magnetico e ottico con una trasversalità di utilizzo che lascia davvero spazio alla fantasia dello scienziato. Uno degli obiettivi più ambiziosi del settore “dry” è quello di creare strutture inorganiche capaci di organizzarsi ed assemblarsi in modo del tutto autonomo, come accade per le strutture organiche. La “Computational nanotechnology" ha come obiettivo lo sviluppo di sistemi di progettazione e simulazione del comportamento di strutture nanometriche complesse. Nei laboratori di ricerca sia pubblici che privati stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione scientifica che cambierà la vita dell’uomo. Seguendo la strada delle nanotecnologie in tutte le sue forme, in pochi decenni, sarà possibile creare nuove strutture biologiche, nuovi materiali, con funzionalità migliori di quelle naturali e con dimensioni simili a quelle di un atomo. Se la nanotecnologia entrerà a far parte della nostra vita quotidiana ci risulterà più grade-

vole notare che il rumore dei motori a scoppio sarà stato sostituito da un ronzio discreto e da una vibrazione simile a quella delle porte stagne nell’Enterprise di Star Trek, l’odore di benzina sarà sostituito dall’odore passeggero del metanolo utilizzato per le celle a combustibile. Le vetrine dei caffè saranno molto care perché avranno

svariate funzioni, come la resistenza alla sporcizia ed ai graffi, si scuriranno automaticamente quando la luce sarà troppo intensa. Le nanotecnologie oltre ad introdurre numerose innovazioni, permetteranno a centinaia di imprese europee di offrire in futuro decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, con notevoli impatti positivi sull’economia continentale. Tuttavia come ogni rivoluzione che si rispetti c’è sempre il rovescio della medaglia, rappresentato in questo caso dalle “nanopato-

logie”, cioè le malattie che sono generate dall’ingresso di micro- e nano particelle all’interno dell’organismo umano. Queste ultime sono, infatti, in grado di penetrare nei tessuti e nelle cellule superando le naturali barriere difensive dell’organismo e inducendo degli effetti tossici che possono sfociare in manifestazioni patologiche quali tumori, stati infiammatori e allergici ed altro ancora da definire. Oggi le Nanotecnologie e le Nanoscienze rappresentano il futuro, come lo furono le biotecnologie una decina di anni fa, ma è auspicabile che i nanoscienziati prendano piena coscienza sia dei vantaggi che degli svantaggi di questa scienza moderna e dell’impatto che avrà sulla vita dell’uomo e sull’ambiente. [Antonio Varriale] [Francesco Netti]

BMBF-Programm IT-Forschung 2006 – Förderkonzept Nanoelektronik Ministero tedesco dell’Istruzione e della Ricerca; Bonn, marzo 2002. Nanotechnologie erobert Märkte- Deutsche Zukunftsoffensive für Nanotechnologie Ministero tedesco dell’Istruzione e della Ricerca Bonn, marzo 2004. Bachmann, G.Innovationsschub aus dem Nanokosmos: Analyse &Bewertung Zukünftiger Technologien (Band 28) Centro tecnologico VDI per il BMBF; 1998. Hartmann, U. Nanobiotechnologie – Eine Basistechnologie des 21.Jahrhunderts ZPT, Saarbrücken, 2001. Werkstoffinnovationen für Industrie und Gesellschaft-WING Ministero tedesco dell’Istruzione e della Ricerca; Bonn, ottobre 2003.

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LE NANOTECNOLOGIE: “A NEW FRONTIER “

Le potenziali applicazioni delle nanotecnologie in ambito medico

Le applicazioni potenziali delle nanotecnologie sono letteralmente infinite e numerosi prodotti riconducibili al loro utilizzo sono già disponibili sul mercato: nanoparticelle per cosmetici o per coatings e vernici, tessili tecnici e abbigliamento, articoli sportivi, ma anche nanocompositi, “hard disks” con superfici nanostrutturate per registrazione dati ad altissima densità, “chips” di memoria con dimensioni inferiori a 100 nm, dispositivi fotonici, superfici autopulenti, sistemi per diagnostica medica basati, per esempio, sul principio “lab-on-chip”. In ambito medico diverse sono le applicazioni interessanti in fase di studio, come una nuova terapia anticancro che nel giro di un anno sarà sperimentata su pazienti (The Times). Il medicinale da impiegarsi contro le cellule tumorali viene infatti affidato a una nanoparticella in grado di colpire solo le cellule interessate e di eludere l'intervento del sistema immunitario, ottimizzando la terapia e minimizzando gli effetti collaterali. La nanoparticella è stata battezzata Bind 014 ed è stata progettata per risolvere tre dei principali problemi nella somministrazione di un farmaco: localizzazione, rilascio e come impedire al sistema immunitario di riconoscerlo come estraneo e quindi eliminarlo. Bind 014 è formata da quattro elementi, il primo dei quali è il principio attivo - nel caso in questione, un farmaco chemioterapico ricoperto da un polimero biodegradabile che si scioglie poco a poco nel corso di diversi giorni, assicurando un rilascio graduale. La «nanomolecola» farmacologica è a sua volta ricoperta da uno strato di glicole polietilenico, che «nasconde» la particella al siOrizzonti biotecnologici 8

stema immunitario; infine, alla superficie della nanoparticella sono attaccati degli speciali enzimi in grado di ancorarsi solo a della molecole che si trovano sulle cellule tumorali (nel caso della prostata l'antigene Psma, presente però anche nelle cellule malate in altri tumori solidi). Il vantaggio è quindi quello di ottenere un'alta densità del farmaco nelle zone dove effettivamente serve e bassa altrove, aumentando l'efficacia della cura e riducendo gli effetti collaterali. Un altro studio si basa sull’utilizzo delle nanoparticelle come vettori di terapia genica tumorale. Una ricerca

condotta dal team guidato da Georges Vassaux, Ph.D., Institute National de la Santé et de la Recherche Médicale (INSERM), pubblicata su Cancer Research, ha permesso di sviluppare nanoparticelle in grado di trasportare geni antitumorali selettivamente alle cellule cancerose, lasciando intatte le cellule sane. Il vettore, costituito da nanoparticelle di dendrimeri di polipropienimine, forma complessi stabili con il DNA (PPIG3/DNA) che si desidera inserire nella cellula per forzarne la produzione di una specifica proteina. Negli esperimenti condotti dal team il gene reporter NIS (Na/I symporter) contenuto nelle nanoparticelle, una volta inglobato dalle cellule cancerose, si è rivelato in grado di forzare

queste ultime nella produzione della proteina reporter NIS nel topo, come evidenziato dalle analisi di tomografia computerizzata che hanno permesso di confermare l’espressione del transgene nelle cellule cancerose ma non in quelle sane. Utilizzando invece sequenze di DNA di geni killer, geni cioè in grado di promuovere la morte cellulare, e sfruttando la selettività intrinseca di questo nuovo tipo di vettore, sarà finalmente possibile distruggere in maniera altamente selettiva le sole cellule tumorali. «La terapia genica rivela un grande potenziale nel realizzare trattamenti tumorali sicuri ed efficaci: la vera sfida è però rappresentata dalla capacità di bersagliare solo le cellule tumorali. Con questa ricerca per la prima volta si è riusciti in questo obiettivo, colpendo il tumore in maniera selettiva» spiega Andreas Schatzlein, Ph.D., Università di Londra, uno dei ricercatori coinvolti nello studio. [Antonio Pezone]

1.Nanotechnology: small science, big deal 2.Museo virtuale delle nanotecnologie 3.Nanotechnology and the next 50 years, R. Smalley, 1995 4.Engines of Creation: The Coming Era of Nanotechnology, E. Drexler, Anchor Books, New York, 1986 5.Nanoscience and nanotechnologies: opportunities and uncertainties, The Royal Society & The Royal Academy of Engineering, 2004 6.National Nanotechnology Initiative: past, present and future?, M.C. Roco, NNI, 2006 7.The economic development of nanotechnology - An indicators based analysis” - A. Hullmann, European Commission, DG Research, Nov 2006 8.ASSOBIOTEC.IT - Redazione (CS) 07/05/2009


F.I.Bio: work in progress

I l aureati in biote c n o l o g i e d e l v e c c h i o o r dinamento e gli E s a mi d i S t a t o La telenovela infinita

logi, in possesso di una laurea specialistica (classi di laurea specialistica 7/S, 8/S e 9/S oggi lauree magistrali LM-7, LM-8 e LM9), di poter sostenere l’esame di stato per accedere alle sezioni A dell’albo dei biologi ed, ai possessori di laurea triennale, la possibilità di poter sostenere l’esame di stato per acce dere alle sezioni B dello stesso albo. Per quanto concerne i biotecnologi del ramo agrario si previde la possibilità di sostener e l’Esame di Stato anche per accedere alla sezione A dell’albo degli agronomi. Ta l e D P R v e n n e a s e g u i t o della riforma universitaria

fatta dalla legge 5 0 9 d e l ACURADI G. RUOTOLO 1 9 9 9 , nota come “3+2”, con la quale si i s t i tuirono i corsi di laurea tr ie n n ali e q u elli d i lau r e a specialistica di durata biennale (chiamati lauree magistrali in seguito alla l e g g e 2 7 0 d e l 2 0 0 4 ) . Va sottolineato che, prima dell’emanazione del DPR 328 del 5 giugno 2001, p e r i possessori di laurea in biotecnologie (qualunque tipo di laurea e qualunque indirizzo) non c’era la possibilità di sostenere alcun Esame di Stato e quind i d i poter iscriversi ad alcun ordine o albo. Il DPR, d u n que, mise fine a questo vuoto normativo nei confronti della nostra professione. Lo strabismo del legislatore però nel formulare il DPR fu davvero colossale in quanto, pur prevedendo che per i possessori di un titolo accademico conseg u i t o s e c o n d o l ’ o r d i n amento previgente alla legge 509 del 1999 (vecchio ordinamento) restavano inalterate le procedure per l’accesso agli Esami di Stato, non regolamentò l’accesso a tali esami per tutte quelle lau-

Work inprogress

F.I.Bio: work in progress

L’ a c c e s s o d e i l a u r e a t i i n biotecnologie del vecchio ordinamento agli Esami di Stato, per l’iscrizione alla sezione A dell’albo dei Biologi e/o degli Agronomi, rimane finora la questione più annosa a ff r o n t a t a d a l l a n o s t r a a s sociazione, ed anche quella p e r l a q u a l e a b biamo speso p i ù e n e rg i e i n q u e s t i a n n i . Le nostre battaglie cominciarono circa un anno e mezzo dopo l’emanazione del DPR 328 del 5 giugno 2001 e l’ultimo incontro, fatto con i tecnici del Ministero, è solo del 17 giugno scorso. Con l’approvazione del D P R , s o p r a c i t ato, si diede la possibilità ai biotecno-

Il terzo da sinistra: Gianluca Ruotolo, segretario F.I.Bio

ACURADI G. RUOTOLO


F.I.Bio: work in progress

ree istituite tra la precedente riforma e quella del 1 9 9 9 . I n f a tti per le lauree conseguite, antecedentemente alla legge 509 del 1999, resta valido ai fini dell’ammissione all’Esame d i S t a t o i l DPR 28 ottobre 1982 n. 980 poi modificato con DPR 26 maggio 1984 n . 3 8 7 . Ta l i d i s p o s i z i o n i s o n o a n t e c edenti all'istituz i o n e d e l l a Laurea in Bio tecnologie, istituita in Italia nel 1994, e quindi n o n p o t e v a no prevedere la stessa come titolo idoneo a i f i n i d e l l ' accesso ai relativi Esami di Stato. È facile capire quindi che i biotecnologi del vecchio ordinamento si trovano in una specie di “terra di mezzo”, tra la legge dell’84 e quella dell’99, in c u i n o n e s i ste normativa! A causa di tale problema n o r m a t i v o , le richieste dei b i o t e c n o l o g i “ v e c c h i o o rd i n a m e n t o ” p e r l a p a r t e c ipazione agli Esami di Stato sono state rifiutate d a g l i u ff i c i d e l l e U n i v e rsità. Dopo i primi ricorsi a l TA R , c h e v i d e r o p e rdenti diversi nostri colleg h i s i a i n C ampania che in Sicilia, questa enorme sperequazione fu segnalata d a l l a F. I . B i o. al MIUR nel Orizzonti biotecnologici 10

Gennaio del 2004 e sanata da quest’ultimo nel Consiglio dei Ministri del 29 Marzo 2006. In tale occasione, il Ministro Letizia Moratti approvò la riforma dell’accesso alle professioni con i relativi esami di Stato, revisionando di fatto il DPR 328 del 2001. La revisione del DPR n. 328 del 2001 che prevedeva , finalmente, l’ammissione dei laureati in Biotecnologie del vecchio ordinamento agli Esami di Stato fu oggetto di rilievi di legittimità, nonostante la natura regolamentare del provvedimento da parte della Corte dei Conti in sede di registrazione. A fronte di tali rilievi, il successivo Governo Prodi decise di procedere alla revisione della materia nell’ambito della più ampia riforma delle professioni intellettuali prevista dal disegno di legge presentato dall’allora Ministero della Giustizia (C. Mastella), approvato il 1 dicembre 2006 e mai andato in discussione per la caduta dello stesso Governo Prodi nel gennaio 2 0 0 8 . L a F. I . B i o n e l p e riodo tra il dicembre 2006 ed il gennaio 2008 sollecitò il Governo a dare una soluzione in svariate occasioni incontrando il minis t r o , l ’ u ff i c i o l e g a l e d e l MIUR e il direttore generale del MIUR ed anche facendo presentare i n t e r r o g a z i o n i p a r l a m e ntari, sia alla Camera che al Senato, rivolte al ministro

Mussi, il quale non h a m a i risposto nemmeno ad un’interrogazione fatta fare dal CNSU (Consiglio Nazionale Studenti Universitari). Con l’arrivo del nuovo Governo Berlusconi, nell’aprile del 2008, la telenovela ricomincia e la F. I . B i o immediatamente sottopone al neo-Ministro del MIUR, Mariastella Gelmini, la richiest a d i r e visione del DPR 328 del 2001. Lo scorso dicembre abbiamo incontrato per la prima volta i tecnici della segreteria politica del neoMinistro chiedendo l’approvazione del decr e t o d e l 29 marzo 2006 e, lo s c o r s o 17 giugno si è svolto un altro incontro tra una dele gazione della F.I.Bio, il dr. Roberto Borsa, con s u l e n te scientifico del Ministero e d i l d r. M a r c o R o m a n o capo della segreteria politica del sottosegretario al MIUR On.le Giuseppe Pizza. In questo incontro l a F. I . B i o . h a s o t t o l i n e a t o p e r l ’ e n n e s i m a v o l t a l ’ u rgenza di modifica d e l D P R 328 del 5 giugno 2001 e i tecnici, della segreteria del Ministero, si sono impegnati a stilare un emendamento, basato sulle nostre richieste, che p e r l a prima metà di ottobre dovrebbe essere posto a l l’ a t tenzione del Govern o . Speriamo questa vo l t a c h e possa essere messa la parola fine a questa telenovela! [Gianluca Ruotolo]


Concorsi di Direttore Tecnico del Corpo della Polizia Scientifica

F.I.Bio: work in progress

Perché i laureati in Biotecnologie non possono parteciparvi? Uno dei primi obiettivi della F.I.Bio è stato quello di permettere al laureato in biotecnologie di ricoprire alcuni incarichi pubblici, tra cui il ruolo di direttore tecnico del corpo della Polizia Scientifica e i ruoli tecnico-logistici (RTL) del corpo dei RIS (reparto investigazioni scientifiche) dei Carabinieri. Negli anni 2001-2003, quando si sono laureati i primi biotecnologi, non era consentito a questi di partecipare né ai concorsi per Polizia Scientifica né tantomeno a quelli per i RIS dei Carabinieri. Fu fatto notare ad entrambe le forze armate, che le Lauree Specialistiche e Magistrali in biotecnologie, nonché i Diplomi di Laurea in Biotecnologie antecedenti al D.M. 509/99, forniscono competenze di base molto confacenti ai profili dei ruoli di investigazione scientifica; essendo, tali competenze, pressoché identiche a quelle fornite dalle Lauree specialistiche e Magistrali in Biologia (titolo necessario per partecipare ai concorsi per i ruoli sopracitati). Questa costatazione viene sia dall’ampia sovrapposizione dei settori scientifico-disciplinari sia dal fatto che, ai sensi del DPR 328 del 5 Giugno 2001, le Lauree in Biotecnologie rientrano tra i titoli idonei per l’ammissione all’Esame di Stato proprio per la sezione A dell’Albo dei Biologi. Dopo aver fatto notare tale anomalia, dei risultati sono stato ottenuti. Dal 2006 in poi, nei bandi di concorso emanati dall’Arma dei Carabinieri, per gli RTL dei RIS, compare la laurea in biotecnologie tra i requisiti per la partecipazione, in affiancamento a quella di biologia. Purtroppo la stessa solerzia non è stata usata dalla Polizia di Stato che, a tutt’oggi, dimentica costantemente di inserire la nostra laurea come titolo di accesso ai concorsi per i ruoli della Polizia Scientifica. Si ricorda che la Polizia di Stato è sotto l’egida del Ministero dell’Interno mentre l’Arma dei Carabinieri è sotto l’egida del Ministero della Difesa. La norma che individua quali classi di Laurea Specialistica siano idonee per l'accesso ai ruoli di Direttori Tecnici della Polizia di Stato è l’articolo 2 del Decreto del Ministro dell'Interno del 6 febbraio 2004. Dalla tabella A, allegata a tale decreto, si evince, che

solo la laurea in Biologia (classe 6/S) costituisce requisito per la partecipazione ai concorsi per l'accesso al ruolo di direttore tecnico biologo, ma l’articolo 3 dello stesso decreto recita quanto segue “Almeno ogni tre anni dalla data di emanazione del presente decreto, l'amministrazione dell'interno verifica la congruità dei titoli di studio universitari individuati a norma degli articoli precedenti, alla luce anche delle eventuali evoluzioni dell'ordinamento universitario”. Ebbene questo aggiornamento, almeno triennale, imposto al Ministero dell’Interno dal suo stesso decreto, sembra finora non essere mai stato espletato. La F.I.Bio, in un primo momento, ha sollecitato il Ministero dell’Interno ad assolvere a questo aggiornamento, evidenziando sia le peculiarità delle lauree in biotecnologie sia le analogie tra queste e le lauree in biologia. Non avendo avuto riscontro, ha fatto notare al Ministero dell’Interno che le lauree in Biotecnologie sono da diversi anni considerate titoli idonei per l’accesso ai concorsi nei ruoli tecnico-logistici degli Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri nelle specialità investigazioni scientifiche – specializzazione biologi. Da dicembre 2008, l’associazione è in contatto sia con la Segreteria Particolare del Ministro, sia con i tecnici del Ministero e resta in attesa di una modifica del D.M. 06/02/2004, sperando che elimini questa ormai sperequazione nei confronti dei biotecnologi già dai prossimi bandi [Gianluca Ruotolo]


Biotech Events

DARWIN 1809-2009: UNA MOSTRA DA NON PERDERE

I

Biotech events

La storia degli esseri viventi attraverso la vita di un uomo

n onore del bicentenario della nascita del celebre scienziato naturalista Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione delle specie, le città di Roma (dal 12 febbraio al 3 maggio 2009), Milano (dal 4 giugno al 25 ottobre) e Bari (da novembre 2009 a marzo 2010), hanno ospitato o ospiteranno la mostra itinerante dal titolo “Darwin 1809 – 2009″. L’evento è stato organizzato seguendo l’esempio della mostra allestita a New York dall’American Museum of Natural History, ossia ripercorrendo la vita dello scienziato inglese attraverso tutte le osservazioni, i ragionamenti e le ricerche che lo hanno progressivamente portato alla formulazione della celebre teoria sull’evoluzione naturale. L’edizione italiana, curata in prima persona da Niels Eldredge (responsabile della divisione invertebrati dell'American Museum of Natural History di New York), con l'aiuto di Ian Tattersall (uno dei massimi esperti al mondo di evoluzione umana e direttore della Hall of Human Evolution presso l'American Museum of Natural History) e Telmo Pievani (associato di Filosofia della Scienza presso l'Università degli studi di Milano Bicocca, filosofo della biologia ed esperto di teoria dell'evoluzione), si differenzia da quella americana per la presenza

ACURADI O. CATAPANO

di molti elementi inediti. Tra questi i primi taccuini di Darwin, rimasti nascosti per decenni dopo la sua morte e solo recentemente decifrati e pubblicati in edizione critica, o una riproduzione fedele e a grandezza reale del suo studio a Down House. Attraverso i vari spazi espositivi si intrecciano tra loro i linguaggi della storia, del naturalismo, della filosofia

della scienza e delle più recenti ricerche sperimentali, cosicché passeggiando tra la biografia avventurosa del giovane Darwin o spiando le sue complesse relazioni familiari, immergendosi nella cultura inglese dell'epoca e nei suoi conflitti e ripercorrendo il famoso viaggio attorno al mondo, si assiste esterrefatti alla nascita delle sue rivoluzionarie idee. Darwin, studiando attentamente la

natura in tutte le s u e forme, dai bradipi giACURADI O. CATAPANO g a n t i fossili ai tordi beffeggiatori, dalle primule ai bambini, comprese che le specie si trasformano nel corso del tempo, che siamo tutti legati gli uni agli altri da una parentela genealogica, che l’enorme diversità di forme di vita comparse sulla Terra deriva da processi naturali in atto da milioni di anni e tuttora in corso. Non si limitò a riconoscere il fatto empirico dell’evoluzione ma ne dedusse una spiegazione coerente, che ancora oggi rappresenta il cuore degli studi evoluzionistici e costituisce il fondamento della biologia moderna, consentendoci di decifrare i nostri geni e di combattere i virus, di comprendere le testimonianze fossili e la ricchezza della biodiversità sulla Terra. La cosa che mi ha colpito di più? Le stanze e i corridoi strapieni di persone, di ogni età, a bocca spalancata. Nessuno è arrivato all’uscita senza essersi stupito imparando un’altra cosa della straordinaria e più che probabile storia degli esseri viventi!

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[M.Vinciguerra]


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G

L A DUE GIORNI NAPOLETANA D E L PADRE DEL D N A

Dopo il Premio Capo d’Orlando la conferenza alla “Federico II”

iovedì 7 maggio alle 18, nella sala conferenze del Castello Giusso di Vico Equense, James D. Watson, scopritore della doppia elica del DNA e direttore del progetto del Genoma Umano, è stato insignito del riconoscimento per la sezione scientifica della XI edizione del premio Capo d’Orlando, l’annuale manifestazione culturale a cura del Museo Mineralogico Campano- Fondazione Discepolo e dal Comune di Vico Equense, col patrocinio della Regione Campania e dell’Azienda di Soggiorno di Vico. Il premio, intitolato a una località fossilifera di Vico Equense, è il primo riconoscimento italiano attribuito a uno dei pionieri della scienza. Per l’edizione 2009, patrocinata dall’università Federico II, in occasione del bicentenario della nascita di Charles Darwin, è stato scelto come filo conduttore il tema de «L’origine della vita e la sua evoluzione». Prima della consegna del riconoscimento per la sezione scientifica, Watson ha tenuto una relazione di poco più di un’ora sul tema «Il mio genoma personale», partendo dal suo personale legame con la città di Napoli, ove venne per la prima volta nel 1951, da dottorando, alla stazione zoologica A. Dohrn , per lavorare con i ricercatori italiani Dulbecco e Luria. Ripercorrendo la sua vita di

scienziato e divulgatore, ha travolto il pubblico in un’appassionante racconto, condito di tanto in tanto da sagaci motti di spirito; ad esempio, ha raccontato di quando firmò la liberatoria per sequenziare e pubblicare il suo genoma personale (che è stato reso disponibile in rete nel 2007, dopo sei settimane di lavoro), ponendo l'unica condizione di non voler conoscere le informazioni riguardanti i geni dell’Al-

dell’Istituto di ricerca “CEINGE”, erano alcuni tra i mediatori dell’incontro. Durante il suo discorso, nella splendida e stracolma aula Magna federiciana, il nostro scienziato ha espresso grande affetto per la città di Napoli che frequentò molte volte, sia per motivi scientifici (come già detto ebbe legami di ricerca con gli italiani Renato Dulbecco e Salvador Luria, entrambi premi Nobel) che personali. Ha dichiarato, infatti, che il suo legame affettivo nei confronti della città di Napoli è dovuto anche e soprattutto ad una “comunanza di atteggiamento culturale e comportamentale”. Inutile dire quale e quanto l’entusiasmo degli studenti dell’illustre ateneo partenopeo, emozionati almeno quanto i loro docenti. A chiusura del convegno è stata inaugurata zheimer, sostenendo di non voler una mostra autobiografica al museo trascorrere l’ultima parte della pro- di Paleontologia dell’ateneo, in pria vita a morire di preoccupa- Largo San Marcellino 10, compozione, preferendo anzi vivere sta da sette pannelli che ripercornell’ignoranza e morire di qualco- rono le attività s’altro! Il giorno 8 maggio Watson scientifico-divulgative di Watson è stato poi a Napoli, ove ha tenuto una conferenza nell’Aula Magna [Roberta Ferraris] storica della Federico II. Il rettore [Maria Vinciguerra] dell’Università, il prof. Trombetti, e il Prof. Franco Salvatore, presidente Orizzonti biotecnologici 13


L’intervista

INTERVISTA A DOMENICO PIAZZA: INGEGNERE A 360°

L’intervista

C o n l a c u r i o s i t à d i u n b a m b i n o s i ra c c o n t a c h i p r o muove il dialogo tra s c i e n z a e i m p r e s a La sua ultima creatura si nasconde dietro l’acronimo ITER, poker di Innovare, Te c n o l o g i e , Esperienze, Ricerche. Classe 1944, inizia i suoi studi a Ravenna per poi conseguire la laurea in Ingegneria a Bologna. Per tredici anni lavora presso la IBM dove approfondisce le tecnologie quali Database e Data Comunication. Nel 1983 lascia la IBM per lavorare presso altre importanti aziende nel settore dei servizi e poi delle tecnologie avanzate. Nel 1989 deposita il marchio ITER, volto all’aggiornamento manageriale e alla diffusione della conoscenza delle nuove tecnologie e soluzioni. Da allora non ha smesso di perseguire che un obiettivo: essere attento al mondo che cambia e organizzare eventi per offrire un costante aggiornamento su tematiche innovative. Abbiamo incontrato l’ingegner Piazza al termine della “due giorni” del Bioforum, manifestazione che si è tenuta al Palazzo delle Stelline a Milano, dove la FIBio è stata presente per diffondere la sua missione di affermare la professione del biotec-

ACURADI V. BRANCATO

nologo a livello nazionale. Il suo entusiasmo e la sua curiosità ci attraggono, ma soprattutto ci sorprende piacevolmente la sua capacità di guardare lontano e di farlo a 360°, riguardo a temi delicati ma di grande attualità quali possono essere

le biotecnologie e la necessità di una maggiore comunicazione tra università e impresa. Decidiamo così di fissare un appuntamento virtuale per strappargli un’intervista.

Q

uale è stata scintilla che fatto nascere Lei la passione per Biotecnologie e quando se ne occupa?

un libro in cui si racconta di un topolino che un giorno non ha più trovato il suo pezzetto di formaggio nel solito posto e si è dovuto industriare per trovare altro formaggio in altri posti … scintilla poco prosaica ma molto vera. Noi tutti di ITER siamo convinti che se l’Italia in particolare non riesce a trasmettere i risultati della ricerca alle imprese, facciamo della buona ricerca ma … senza sbocchi concreti. Questo cerchiamo di trasmetterlo nel settore della gestione di documenti e informazioni dal 1990 (prima ediz i o n e d i O M AT ) e d a l 2004 con bioforum. Il sito bioforum è stato acquisito nel luglio 2003 e la prima edizione è del 2004. Sul sito, alla voce “Edizioni Precedenti”, si possono ottenere informazioni in merito alle sei edizioni precedenti.

C

osa significa per Lei la parola Biotecnologia?

la ha in Una vera e propria rivolule zione: ci sono i fanatici da pro e contro; ci sono grandi territori inesplorati che quotidianamente Qualche anno fa è uscito danno grandi sorprese.


L’intervista

C’è soprattutto un mondo d a s c o p r i r e . L’ u l t i m a p a gina di copertina della Guida-Catalogo di bioforum 2009 vorrebbe sintetizzare proprio questo. Quando, verso fine novembre, annunceremo data e luogo di bioforum 2010 pubblicheremo anche quella pagina.

C

osa rappresentano Bioforum e Nanoforum e come nascono?

Entrambi gli eventi hanno l’ambizione di aiutare la ricerca a trovare sbocchi concreti ed i giovani a capire questi due nuovi mondi. La nascita, come dicevo al primo punto, nasce dal fatto che altri settori, in cui operiamo, nei primi anni 2000 sono entrati in forte crisi e quindi occorreva risicare altrove. Personalmente mi piacerebbe molto operare in campi quali la moda, il design ecc… ma ritengo che bio e nanotecnologie siano molto più vicine a questi settori B2B, complessi, dove già lavoriamo da anni.

Q

parecchie centinaia di euro. Quando nel 2008 abbiamo fatto alcune sessioni del convegno di Bioforum con ingresso a pagamento, i partecipanti sono stati poche decine ed i contenuti erano stati decisi in piena libertà da alcuni dei maggiori esperti del settore. Quindi in Italia, Paese povero e poco incline alle t e c n o l o g i e ( 0 6 / 11 / 2 0 0 8 , The Guardian: "Italia, un paese tecnofobico"), o questi eventi sono gratuiti o sono ritrovi – spesso molto qualificati – di pochi specialisti (per non dire “4 gatti”). La difficoltà principale è dunque quella di coprire i costi; subito dopo quella di proporre la migliore qualità possibile.

Q

uali prospettive e proposte vede per il Bioforum 2010?

In questo momento stiamo lavorando al 2010 e – per la dovuta riservatezza verso i possibili partners – preferisco rimandare la risposta.

A

che posto colloca uali difficoltà inil nostro Paese nel c o n t r a n e l l ' o r g apanorama monnizzare un diale delle Biotecnoloevento, il Bioforum, di gie? tale portata? Quì ci sono persone e soIn questi anni gli “Spon- cietà con conoscenze spesor” sono diventati una cifiche molto più specie in via di estin- profonde delle mie e zione. All’estero eventi quindi in grado di dare sul tipo di questi sono a una risposta ben più dop a g a m e n t o c o n q u o t e d i c u m e n t a t a . L’ I t a l i a i n

questi ultimi anni è scesa di alcuni gradini non soltanto nelle biotecnologie ma in senso generale; purtroppo abbiamo una forte burocrazia, un fortissimo individualismo e nessuna o poca concentrazione negli sforzi e negli obiettivi. Gli altri Paesi sono molto meno individualisti e quindi complessivamente più efficaci in senso generale. Ritengo che abbiamo dei giovani molto in gamba, ma che il settore richieda anche - e forse soprattutto - capitali e tempo; di capitali ne abbiamo pochi e si suol dire che “il tempo è denaro” . In ogni caso ad un giovane incerto se intraprendere questi studi o meno suggerirei di pensarci bene; ad uno che li ha già scelti direi di mettere molto impegno, molta costanza e guardare bene anche alle opportunità che offre l’estero. Credo che per quelli in grado di emergere (grazie all’impegno, alle capacità ed anche a un po’ di fortuna) ci siano grandi soddisfazioni ed opportunità sempre maggiori. Grazie per l’attenzione che mi dedicate e … arrivederci a Bioforum 2010. [Virginia Brancato]

Orizzonti biotecnologici 15


Vite per la Scienza

UNA VITA DEDICATA ALLA CONOSCENZA

Storia dell’uomo che ha rivoluzionato le scienze biomediche

Vite per la Scienza

J

ames Dewey Watson nasce a Chicago nel 1928. Fra il 1943 ed il 1947 frequenta l’Università di Chicago, ove si laurea in Zoologia. Nel 1946, quando è ancora uno studente, legge il libretto Che cos’è la vita di E. Schödinger, in cui l’autore, uno dei fondatori della meccanica quantistica, teorizzava che l’elemento chiave dell’ereditarietà fosse il trasferimento di informazioni genetiche in forma molecolare da una generazione ad un'altra. Watson comincia così ad interessarsi ai problemi legati alla natura dei geni. Nel 1948 comincia le ricerche per il suo Dottorato di Ricerca in Zoologia nell’Università dell’Indiana, nel laboratorio di Salvador Luria, e conosce anche Max Delbruck. Con loro comincia a collaborare. I due genetisti sono a capo di un gruppo di ricercatori, il "Phage group", che utilizza batteriofagi per studi di genetica. In quest’ambiente comincia ad intuire che il DNA possa essere il contenitore dei geni. Nel 1950 consegue il Dottorato ed in seguito ha un incarico di ricerca a Copenhaghen. Approda poi a Cambridge, dove conosce il giovane ricercatore Francis Crick e co-

ACURADI GIANLUCARUOTOLO

mincia a collaborare col biologo Maurice Wilkins e la dott.ssa Rosalind Franklin per capire la struttura del DNA. Nell’aprile del 1953 pubblica sul volume 171 della rivista Nature un articolo scritto a quattro mani con Crick, dove suggerisce una nuova struttura per il DNA, diversa da quelle a tripla elica proposte da Corey e Pauling (di cui avevano potuto visionare il lavoro prima della pubblicazione) e da quella di Fraser, evidenziandone i li-

James Dewey Watson

miti. La struttura proposta da Watson e Crick è innovativa: una doppia elica destrorsa antiparallela, con i fosfati all’esterno che fungono da supporto (suggerito dalla Franklin) e le basi azotate all’interno, che effettua un giro completo nello spazio di 34 Angstrom. L’elica

inoltre può diventare più o m e n o compatta in ACURADI GIANLUCA RUOTOLO base al contenuto d’acqua. Le basi sono unite a coppie di una purina (A o G) e una pirimidina (C o T) in maniera specifica, di modo che sapendo la sequenza di basi su una catena è possibile determinare automaticamente la sequenza sull’altra; in questo modo si spiega in maniera convin-

ViteperlaScienza

cente la regola di Chargaff (A + T = G + C) e si crea una struttura compatibile sia con i dati sperimentali dell’epoca sia con la realtà stereochimica (questa è la parte del lavoro di cui si occupa Watson). Questo lavoro permette agli altri ricercatori in meno di


Vite per la Scienza

un decennio non solo di verificare che la doppia elica sia la più comune struttura del DNA, ma anche di capire come questo materiale genetico venga copiato. Per questo nel 1962, assieme a Crick e Wilkins, Watson vince il Nobel per la Fisiologia e la Medicina per la risoluzione della doppia elica di DNA. L'esclusione della Franklin dal premio è dovuta alla sua morte di cancro nel 1958. Al termine dell’incarico a Cambridge, Watson trascorre due anni al California Institute of Tecnology. Nel 1955 entra nell’Università di Harvard, divenendone docente nel 1961. Nel 1968 diviene direttore del Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) di New York e nel 1976 si dimette da Harvard per dirigerlo a tempo pieno, improntando la ricerca verso la virologia tumorale, da cui sono emerse le informazioni alla base delle nostre attuali conoscenze su oncogeni e basi molecolari del cancro. Nel 1988 è nominato vicedirettore per la ricerca sul progetto genoma umano (Human Genome Research Project) al National Institute of Healt (NIH) e nel 1989 ne diviene direttore. Si di-

mette dall’incarico dal NIH nel 1992 per dedicarsi al Progetto Genoma Umano, che lo vede impegnato in prima persona, non solo nella ricerca dei finanziamenti: infatti autorizza la mappatura del suo genoma personale, che è disponibile su internet dal 2007, così da poter permettere a tutti i ricercatori del mondo di sapere come sia fatto e scoprire eventuali mutazioni. Nel 1994 diviene presidente del CSHL di New York che nel 1998 istituisce in suo onore la “Watson School Biological Sciences”. Oggi partecipa a dibattiti pubblici e mantiene un ruolo all'interno del CSHL. Il Professor Watson ha ricevuto lauree honoris causa da 32 Università ed è anche autore di otto libri: La Biologia Molecolare del Gene (1965,1970,1976,1987), che fissò un nuovo standard stilistico per i libri di testo; La Doppia Elica (1968), che racconta i retroscena della sua scoperta ed è considerato il libro scientifico più letto del XX secolo; La Storia del DNA (1981); La Biologia Molecolare della Cellula (1983,1989,1994); Il DNA ricombinante: un breve corso (1983,1992), che raccoglie le tecniche attraverso le quali l'ingegneria genetica ha dato nuove informazioni sul funzionamento degli organismi; La Passione per il

DNA (2000); Geni, Ragazze ed un fisico di nome Gamow: dopo la Doppia Elica (2002) e DNA: Il segreto della Vita (2003). Ha ricevuto svariati riconoscimenti oltre al Nobel, fra cui: il premio Eli Lilly per la biochimica nel 1960, la Presidential Medal of Freedom nel 1977, la Lomosov Medal della Russian Academy of Science nel 1995, il premio della University College London nel 2000, il titolo di Cavaliere Onorario del British Empire nel 2002. Watson è inoltre membro onorario di diverse associazioni, fra cui: la National Academy of Science americana dal 1962, russa dal 1989, ucraina dal 1995 e dell’Indiana dal 2001; la Danish Academy of Arts and Science dal 1963; l’American Philosophical Society dal 1977; la Oxford University dal 1994; la Royal Society di Londra dal 1981 e di Edinburgo dal 1999. E’ sposato con Elizabeth Lewis, dalla quale ha avuto due figli: Rufus e Duncan. [Roberta Ferraris]

Orizzonti biotecnologici 17


La Voce degli Studenti

PA S S A G G I O D A L N U O V O A L N U O V I S S I M O ORDINAMENTO: D U B B I E P RO S P ET T I V E

La voce degli studenti

Alla ricerca delle differenze tra laurea specialistica e laurea magistrale A partire da Settembre 2008 le nuove matricole si sono imbattute nel "Nuovissimo Ordinamento", una rivisitazione del decreto ministeriale 509 del 1999, che diede vita al 3+2. Non è un cambio per gli studenti italiani, ma una “correzione” di alcuni passaggi dei corsi di laurea triennali (3 anni), specialistici (+2 anni) e magistrali a ciclo unico (le lauree come Medicina e Architettura). Ciò ha comportato la riorganizzazione degli esami (per la laurea triennale il tetto massimo è di 20 esami, per la magistrale 12) e una garanzia di “mobilità” per gli studenti che, se si trasferissero da un Ateneo all’altro, si vedrebbero riconosciuti almeno il 50% dei crediti conseguiti. Su questa linea si è mossa anche la Facoltà di Scienze Biotecnologiche di Napoli, modificando in parte il piano di studio per chi dal nuovo anno accademico frequenta la triennale (ad esempio il modulo di Genetica Medica e Biosicurezza costituirà esame a parte) e per chi si è iscritto alla laurea di secondo livello, che non si troverà più a frequentare la Laurea Specialistica o L/S ma la Laurea Magistrale o L/M. Questa rivoluzione ha gettato un po’ di panico fra gli iscritti al secondo anno del biennio, che sulle prime non sapevano che fare, ma poi è stato chiarito che per loro il Piano di Studi sarebbe rimasto invariato e solo dietro richiesta esplicita avrebbero potuto convertirlo da L/S a L/M. Cosa però è cambiato? Riassumendo, le novità sono: 1. l’accorpamento di alcune discipline, come Diagnostica Avanzata degli Additivi e dei Residui e Bioinformatica, che da esami a sè stanti confluiscono rispettivamente negli esami di Scienze e Tecniche di Laboratorio Biotecnologico e di Biotecnologie Biomolecolari Avanzate; 2. il rimaneggiamento dei crediti

ACURADI R. FERRARIS

per esami come Diagnostica Integrata (che passa dai 16 crediti della L/S agli 11 per la L/M), Fisiopatologia della Riproduzione e dello Sviluppo (da 8 crediti della L/S ai 7 della L/M) e Diagnostica Avanzata degli Additivi e dei Residui (da 4 crediti della L/S ai 3 della L/M); 3. cambio nominale di alcuni esami, come Diagnostica Inte-

grata della L/S, che diventa alla L/M Diagnostica Integrata Avanzata e Progettazione e Sintesi di Farmaci Biotecnologici, esame del II anno II semestre della L/S, che diventa un esame del II anno I semestre della L/M dal titolo Progettazione e Sintesi di Biofarmaci. Ma come percepiscono queste novità i ragazzi della L/M? Francesca, 24 anni: “Penso che la L/M rispetto alla triennale formi gli studenti come biotecnologi/ricercatori non solo sul piano teorico. Rispetto alla specialistica c'è stato un riassetto dei crediti degli esami, ma senza grossi cambi nei programmi. Trovo svantaggioso l'aumento degli esami integrati (rispetto alla L/S),sia in termini di carico (perchè gli esami dei singoli moduli devono essere sostenuti insieme), sia nell'eventualità di poter svolgere un periodo di studio all'estero (come l' Erasmus) poiché è difficilissimo trovare in università straniere esami che ci diano un numero di crediti equivalenti ai

nostri”. Giovanna, 25 anni, è dello stesso avviso ma ha un dubb i o : ACURADI R.FERRARIS ”Non credo che ci siano sostanziali differenze con la L/S: stessi esami, stessi programmi. Sono stati solo accorpati alcuni esami con altri che sono stati spostati da un semestre all’altro, così sulla carta è un esame in meno, ma nella realtà no! C’è stata anche una variazione sul numero di crediti. A livello organizzativo, non so se sia meglio o peggio della L/S, forse c'è una migliore distribuzione degli esami e relativi corsi da seguire, ma non capisco lo scopo del passaggio da L/S a L/M: quello di agevolare le matricole o è solo una presa in giro ?". Rosa, 23 anni, ha una sua idea: “Ho saputo dell’esistenza della L/M a Settembre, consultando il sito della Facoltà. Ero perplessa, poiché non c’erano notizie precise su natura e finalità del nuovo corso di laurea. Ho chiesto informazioni sia in segreteria sia ai miei colleghi ed ho concluso che dovrebbe essere una modifica formale del vecchio corso di laurea specialistica, che ha portato una nuova matricola e un po' di confusione per chi si è laureato a Marzo, che non sa cosa sia. Dire se La L/M sia meglio o peggio di laurea specialistica non credo abbia senso, perchè non colgo tra le due sostanziali differenze, ma qualora ci fossero, chi di dovere ce le dovrebbe spiegare” . Quindi sembra che tutto cambi affinché niente cambi…solo il tempo ci dirà se le cose stanno davvero così. [Roberta Ferraris]

Lavocedeglistudenti


IL GL I O B L A S T O M A H A O R I G I N E G E NETICA?

Miscellanea

I tumori cerebrali alla base della patologia potrebbero essere correlati a polimorfismi di un singolo nucleotide sul cromosoma 9. È quanto emerge dallo studio pubblicato su Nature Genetics dai ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota (USA) e dell`Università della

California di San Francisco (USA). Questi pazienti hanno 1 possibilità su 7000 di incorrere nel tumore rispetto ai wild type, che hanno 1 possibilità su 10000. Tuttavia l’insorgenza di questi tumori è collegata anche allo stile di vita, all’ambiente e ad altri fattori esterni.

Dal mese di luglio è disponibile sul sito della F.I.Bio www.biotecnologi.it un link per rispondere ad un questionario anonimo rivolto a tutti i soci. Rispondendo al

test, i soci potranno esprimere un giudizio sulla Federazione, indicare quali attività vorrebbero potenziare e quali cambiare. Spendendo solo pochissimi

minuti è possibile fornire utilissimi suggerimenti e contribuire attivamente alle scelte future dell’associazione.

Un bicchiere di latte a colazione limita l’appetito a pranzo. Lo dimostra uno studio pubblicato sull`American Journal of Clinical Nutrition condotto dai ricercatori della School of Medicine and Pharmacology, University of Western Au-

stralia di Pert. Sostituire succhi di frutta o tè con una tazza di latte scremato aumenta la sensazione di sazietà a lungo termine, grazie probabilmente alle proteine del latte, e ridimensiona il pranzo. I bevitori di latte consumano il 9% di cibo in

meno e porzioni più leggere di circa 50 calorie. Il latte è un alimento sano perché contiene calcio, vitamina D, ha pochi grassi e apporta solo 80 calorie per porzione e sazia di più.

Quest’anno la F.I.Bio ha partecipato alla sesta edizione del Bioforum che si è tenuta il 30 settembre ed il 1 ottobre 2009 presso il palazzo delle Stelline a Milano, a poca distanza dal celebre Cenacolo di Leonardo. Il Bioforum è

una mostra-convegno incentrata sulle principali tematiche dell’innovazione che permette di incontrare attori importanti delle industrie farmaceutiche, biotecnologiche, agroalimentari e non solo, provenienti da Italia,

Francia, Svizzera, Portogallo, Germania, Ungheria, Spagna, U.K, Canada ed U.S.A. In questa sede la F.I.Bio. ha presentato un poster che è servito a far conoscere le sue iniziative alle aziende.

Neurologi inglesi hanno individuato un test della memoria, chiamato TYM, che è in grado di riconoscere i segni dell`Alzheimer nel 93% dei casi. La sua efficacia è al centro di uno studio pubblicato sull`edizione

on line del British Medical Journal. Bastano 5 minuti per misurare dieci abilità come copiare una frase, fare calcoli o testare la fluidità verbale e stabilire in 9 casi su 10 se si è in presenza di segnali di demenza

precoce. La semplicità è la forza di questo test cognitivo che può essere eseguito autonomamente dagli anziani, che saranno opportunamente indirizzati in caso di un basso punteggio.

L ATT E A C O L A Z I O NE ? L A B I L A N C I A SORRIDE

BIO F O R U M A R R I V I A MO

NUO V O T E ST P E R L ’ A L Z HE I M E R

ACURADI R FERRARIS

Miscellanea

QUES T I O N A R I O P E R I S O C I

Miscellanea .

ACURADI R. FERRARIS



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