B i o t e c n o l o g i
Aperiodico di informazione, Numero 0
I t a l i a n a
FIBioMagazine
F e d e r a z i o n e
CANCRO E AMBIENTE BIOTECNOLOGI E DISPA-
RITÀ... FACCIAMO IL PUNTO
LE BIOTECNOLOGIE IN MEDICINA: LA
PCR NELLE DISCIPLINE DI FRONTIERA
INTERVISTA A
GENNARO MARINO
AMBIENTE E CANCRO,
Laura del prete DIRETTORE EDITORIALE Federazione Italiana Biotecnologi,sede ammin.: via Gianbattista Ruoppolo n°105, scala C, 80128 Napoli; sede legale: via Leonardo Bianchi n°10, 80131 Napoli
REDATTORE CAPO Maria Vinciguerra
REDAZIONE Vinciguerra M.(DISCOVERY), Ruotolo G.(FIBIO-WORK IN PROGRESS, VITE PER LA SCIENZA),Catapano O.(BIOTECH EVENTS),Ferraris R.(LA VOCE DEGLI STUDENTI, MISCELLANEA)
IMPAGINAZIONE E GRAFICA Antonio Massa
DISEGNI E VIGNETTE Laura del Prete
IN COPERTINA Dintorni del Parco Nazionale Retezat (Romania)
CONTATTI vinciguerra@biotecnologi.it
Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 559 Nathan Abbott Way, Stanford, California 94305, USA.
SOMMARIO L’EDITORIALE
di Maria Vinciguerra
p.4
DISCOVERY
a cura di Maria Vinciguerra
CANCRO E AMBIENTE: ALLA SCOPERTA DELLA VERITÁ!
p.5
Invecchiamento e declino della funzione di p53: un possibile meccanismo alla base dell’insorgenza dei tumori nella popolazione adulta p.8 a cura di Gianluca Ruotolo
FIBIO- WORK IN PROGRESS
BIOTECNOLOGI E DISPARITÀ… FACCIAMO IL PUNTO p.9
F.I.BIO: sempre più vantaggi per i soci p.11
a cura di Oriana Catapano
“LE BIOTECNOLOGIE IN MEDICINA: LA PCR NELLE DISCIPLINE DI FRONTIERA” p.12
BIOTECH EVENTS
Ricercatori all’ISPL si interrogano sugli oli vegetali
L’INTERVISTA
a cura di Ida Crifò
INTERVISTA A GENNARO MARINO: CHIMICO INSOSTITUIBILE, FILOSOFO MANCATO
a cura di Gianluca Ruotolo
VITE PER LA SCIENZA
p.13 p.14
MARIE CURIE E LA STRAORDINARIA SCOPERTA DELLA RADIOATTIVITÀ p.16
LA VOCE DEGLI STUDENTI
a cura di Roberta Ferraris
MISCELLANEA
a cura di Roberta Ferraris
È TEMPO DI ERASMUS
p.19
p.18
S
L’editoriale
pesso mi capita di riflettere sui paradossi che caratterizzano l’epoca in cui viviamo e sulle note stonate che hanno dominato questo ultimo secolo. Mi chiedo quante persone sulla faccia della Terra conoscano il significato e il senso di parole come integrazione, multidisciplinarità, differenza di genere, diritti umani, giustizia, progresso, felicità. E penso a quanti, molti di più, sentano ancora oggi sulla propria pelle la violenza di parole (e spesso non sono solo parole!) come terrore, fame, morte, guerra, superstizione, condanna, sopruso, infibulazione, sperimentazione. Se dunque da un lato quella parte di mondo in cui non sono arrivati la corrente elettrica, l’acqua potabile già confezionata in comodi cartoni da sei bottiglie, internet, la Feltrinelli e Sky, continua a vivere secondo le regole e il tempo che Madre Natura da sola scandisce, dall’altro lato, catapultata nell’era della globalizzazione e della cultura di massa, una parte, tanto più piccola quanto più determinante dello stesso mondo, continua la famosa e catastrofica “corsa all’oro”, iniziata ormai diverso tempo fa, secondo un ritmo non più biologico ma tecnologico. Io lo definirei, per deformazione professionale, biotecnologico. Le Biotecnologie rappresentano senza dubbio per queste società una delle fonti di ricchezza e progresso su cui costruire il proprio presente e programmare il futuro. Discutibile resta invece, dal punto di vista burocratico e legislativo, almeno in Italia, la figura professionale del biotecnologo, ed è proprio per garantire al laureato in Scienze Biotecnologiche la dignità sociale e professionale che merita che, da qualche anno, la Federazione Italiana dei Biotecnologi (F.I.Bio.) si batte con convinzione contro ignoranza, pregiudizi, legislazione assurda e in molti casi persino assente, all’interno di un sistema, lo Stato Italiano, il cui limite più grande è quello di formare professionisti altamente qualificati per poi costringerli a diventare risorse preziose di altre nazioni perché totalmente incapace di offrire loro le prerogative di vita prospettate dal corso di studi perseguito. Oggi, dopo il sito internet e il blog, la F.I.Bio. propone un giornale on-line con l’intento di fornire ai lettori un vero e proprio palcoscenico virtuale su cui, con “regolare aperiodicità”, si susseguiranno aggiornamenti in merito agli obiettivi e ai traguardi della federazione, le varie iniziative come convegni, giornate studio, convenzioni che permettano ai soci di usufruire di particolari vantaggi nelle più svariate circostanze, ma anche descrizioni, commenti, punti di vista in merito ad eventi biotech accaduti o in prossimità di accadere così come a nuove scoperte ed invenzioni riguardanti il mondo della scienza nella sua totalità. Personalmente mi auguro che il giornale possa rappresentare di volta in volta per ognuno di noi un altro sguardo rivolto all’orizzonte, un ulteriore spunto critico per riflessioni personali e soprattutto un momento di confronto e di scambio che contribuisca a collocarci all’interno di quello che è il vero raggio d’azione del biotecnologo in ogni settore. Solo la presa di coscienza delle proprie capacità da parte degli stessi biotecnologi consentirà a questa categoria di essere finalmente riconosciuta dalla società civile italiana, di cui rappresenta un valore aggiunto tanto irrinunciabile quanto ignorato e bistrattato! Maria Vinciguerra
Orizzonti biotecnologici 4
Discovery
C A N C R O E A M B I E N T E : A L L A S C O P E R TA D E L L A V E R I TÁ !
L’ambiente contribuisce o no all’insorgenza del cancro?
biente da svariate sorgenti, a partire dagli auACURADI M.VINCIGUERRA toveicoli, le industrie, gli impianti di riscaldamento,gli inceneritori/temovalorizzatori, le discariche, gli incendi fino ad arrivare ai vari concimi e fertilizzanti usati in agricoltura. La presenza di questi composti, capaci di produrre effetti devastanti sia di tipo acuto (riguardanti principalmente la cute e l’apparato respiratorio, con ripercussioni più lievi a livello del sistema nervoso, rene e apparato urinario, sistema immunitario) che cronico (aumento della mortalità per patologie cardiovascolari e, probabilmente, tumorali), si spiega facilmente se pensiamo che negli ultimi due secoli la popolazione mondiale è triplicata e che i consumi materiali sono sestuplicati solo negli ultimi cinquant’anni. In Italia ogni anno un cittadino produce circa 600 kg di spazzatura, di cui principalmente plastica, metalli, prodotti velenosi non combustibili e vetro, a cui vanno aggiunti quelli industriali e le scorie dell’agricoltura. Questo ma-
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Gran parte dei programmi di logie). ricerca attualmente in corso Esiste poi una terza categoria sui tumori, puntando esclusi- di fattori di rischio, ancora vamente sulla scoperta della alquanto discussa: l’amcura, talvolta tralascia la vera biente. Sono moltissimi gli raison d’ètre della ricerca sul inquinanti atmosferici di cui cancro: la comprensione è stata valutata la tossidelle cause. Il problema del- cità/cancerogenicità (benl’eziologia del cancro ha ra- zene, composti del cromo, dici profonde nel tempo formaldeide, arsenico, acriloanche se, diversamente dal passato, quando la cono“La prevenzione primaria, fatta scenza definita dei fattori di rischio ci cioè a monte della malattia sulle veniva esclusivasue cause, può riuscire già oggi a mente da studi epidefar diminuire la frequenza della miologici, negli malattia. La sua validità cmunque ultimi vent’anni, con resterà inoppugnabile anche se si l’avvento della bioloavvereranno le più ambiziose gia e dell’epidemiologia molecolare, si è aspettative terapeutiche. Resterà entrati in possesso di intatto anche il suo valore universtrumenti più precisi sale, dato che la prevenzione priper definire l’assomaria è capace di proteggere tutti ciazione tra ipotetici gli strati della popolazione, dai più fattori di rischio e inforti ai più deboli, dai più ai meno sorgenza di cancro. Oggi sono riconofavoriti socialmente, cosa non sciute e scientificasempre evidente per quanto rimente accertate tra i guarda diagnosi e terapia” fattori di rischio la componente genetica Lorenzo Tomatis, 1991 (molti geni mutati sono ereditati e in grado di conferire un rischio molto alto di contrarre questa patologia) e lo stile di vita (basti nitrile, cadmio, piombo, tricloruro di pensare al ruolo svolto da cloroetilene, fumo, alcool, dieta, sesso, at- vinile, idrocarburi aromatici tività sportiva nell’insor- policiclici, materiale particogenza di determinati tipi di lato, etc…), che ogni giorno tumore, così come altre pato- vengono riversati nell’am-
ACURADI M.VINCIGUERRA
Discovery
teriale viene in parte riciclato, in parte distrutto. È lecito dunque chiedersi quanto l’insorgenza di determinati tipi di cancro sia correlata alla presenza nel nostro ambiente di fattori cancerogeni, chimici, fisici e biologici, presenti nell’acqua, nell’aria, nel cibo, nel suolo e negli oggetti quotidiani. Purtroppo non è così semplice stabilirlo, e l’incertezza deriva dall’estrema difficoltà nel valutare gli effetti dell’esposizione a basse dosi di certi contaminanti e loro metaboliti e i loro effetti cumulativi nel tempo. Prendiamo il caso delle diossine, ad esempio. La prima volta che abbiamo sentito parlarne è certamente stato a proposito dello scoppio della famigerata fabbrica dei profumi di Seveso di proprietà della Roche, Icmesa, più o meno 30 anni fa. Lo scoppio liberò una nube tossica contenente circa 12 kg di diossina, contenuta in gran quantità nel reattore perché la Roche produceva, oltre ai profumi, triclorofenolo per diserbanti e battericidi. Alcuni pensarono addirittura che l’Icmesa producesse diossina a scopi bellici, in quanto proprio una diossina, la TCDD, attualmente classificata tra i più potenti veleni conosciuti, fu utilizzata con il nome di Orange Agent come defoliante nella guerra del Vietnam, allo scopo di affamare i vietcong. Fatto sta che le diossine vengono prodotte quando materiale organico è bruciato in presenza di cloro, e data la loro alta temperatura di ebollizione, si riOrizzonti biotecnologici 6
trovano principalmente in forma solida, e dunque nel particolato. Così come i policlorobifenili, sono molecole ricche di cloro esavalente, una delle sostanze più reattive esistenti, capace, veicolato nel tessuto adiposo, di fare gravi danni, dalle ulcerazioni della pelle, la cloracne, ad effetti sull’apparato riproduttivo, come l’endometriosi. Nel 90% dei casi l’esposizione umana alla diossina non avviene per via aerea ma attraverso gli alimenti: grazie al bioaccumulo la diossina risale la catena alimentare concentrandosi via via dai vegetali agli erbivori prima e ai carnivori poi, fino all’uomo. È presente praticamente ovunque: industrie farmaceutiche, siderurgiche, metallurgiche, industrie di vetro e ceramica, fumo di sigaretta, combustione di legno, carbone, rifiuti solidi e speciali, centrali t e r m o e l e t t r iche ed inceneritori. Questi ultimi sono stati a lungo fra i maggiori produttori di diossina, anche se negli ultimi anni l’evoluzione tecno-
logica ha permesso un notevole abbattimento delle emissioni nocive, al punto che numerosi studi condotti in vari paesi europei ne hanno messo in evidenza l’assoluta eco-affidabilità. Tuttavia altre ricerche epidemiologiche in Europa rivelano una correlazione tra le patologie diossina-correlate e la presenza di inceneritori nelle aree soggette ad indagine, affemando che gli inceneritori/termovalorizzatori provocano gravi danni alla salute. Esistono dunque due linee di pensiero ben distinte: la prima afferma che i termovalorizzatori sono da considerare assolutamente affidabili; la seconda sostiene, invece, che le emissioni di diossina
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da parte delle varie sorgenti, principalmente gli inceneritori, sono estremamente pericolose ai fini dello sviluppo di patologie tumorali. È questo soltanto uno dei momenti del dibattito scientifico, che investe il rapporto cancroambiente nella sua complessità ed interezza. Da un lato alcuni, tra cui l’IARC (International Agency for Research on Cancer), sostengono, infatti, che l’impatto degli agenti ambientali sull’aum e n t o dell’incidenza di cancro negli ultimi anni sia davvero scarso. Per loro ciò che è stato di gran lunga il fattore più rilevante ai fini dell’aumento dell’incidenza dei casi di tumore nel mondo occidentale è l’eccezionale allungamento della speranza di vita media: in Italia, ad esempio, si è passati dai quaranta anni del 1900 agli attuali ottanta. Poiché vi è uno stretto rapporto tra il rischio di ammalarsi di tumore e l’età - un ottantenne corre tale rischio mille volte più di un adolescente - è evidente come, al crescere della speranza di vita, s’incrementi l’incidenza della malattia (in Africa, per esempio, il cancro è assai meno diffuso). Un’altra ragione per cui l’incidenza di cancro au-
menta è che si muore di meno per altre patologie. Infine un incremento spurio dei dati di incidenza è generato dalla diffusione delle attività preventive di screening. Alla
cancro. Negli ultimi tempi il dosaggio dei cancerogeni ambientali nel tessuto adiposo di pazienti con tumori, di cui lo svedese Hardell è pioniere, si è rivelato davvero utile a questo fine. Gli studi di Hardell hanno dimostrato che pazienti con carcinoma del pancreas esocrino presentano alte concentrazioni di POP (persistent organic pollutants) contenenti cloro, nel tessuto adiposo. È stato dimostrato che anche il benzo[a]pirene, un cancerogeno chimico ben caratterizzato, può indurre sovrappeso/obesità nei topi, e queste considerazioni si possono estendere a un gran numero di composti liposolubili. In conclusione, il dibattito è vivace ed incalzante ma, tra una risposta trovata e altre mille domande a cui rispondere, ogni giorno la ricerca muove piccoli e grandi passi anche verso la luce di quanto sopra esposto conoscenza del nesso tra canl’impatto dell’ambiente sul- cro e ambiente. l’insorgenza di cancro risulterebbe essere del tutto modesto. [Maria Vinciguerra] Dall’altro lato troviamo invece chi è convinto che l’esposizione inconsapevole e costante a determinati cancerogeni presenti nell’amBelpomme (2007). Cancer and the envibiente possa essere realmente -D. ronment: Facts, figures, methods and miBiomedicine & una causa dell’aumento di in- sinterpretations. Pharmacotherapy 61, 611-613. cidenza dei tumori. Questi J. Sasco (2008) . Cancer and gloscienziati sostengono e docu- -Annie balization. Biomedicine & Pharmacothementano che, in merito al- rapy 62, 110-121. l’età, l’aumento di incidenza -F. Belpoggi, Michela Padovani, Morando (2005). Atmospheric pollution of non riguarda preferenzial- Soffritti urban areas and cancer risk. Eur. J. mente nessuna fascia speci- Oncol., vol. 10, n. 1, pp. 31-35. fica. È ovvio però che -P. Irigaray, J.A. Newby, R. Clapp, L. Hardell, V. Howard, L. Montagnier, S. Epstein, l’epidemiologia da sola sia D. Belpomme (2007). Lifestyle-related facand environmental agents causing insufficiente a stabilire la tors cancer: An overview. Biomedicine & Pharcorrelazione tra ambiente e macotherapy 61, 640-658. Orizzonti biotecnologici 7
Discovery
INVECCHIAMENTO E DECLINO DELLA FUNZIONE DI P53: UN POSSIBILE MECCANISMO ALLA BASE DELL’INSORGENZA DEI TUMORI NELLA POPOLAZIONE ADULTA
L’
invecchiamento è caratterizzato dal graduale declino di molti processi biologici, spesso causa di alcune condizioni patologiche presenti con maggiore frequenza nell’adulto piuttosto che nel bambino. È ben noto, infatti, che con il progredire dell’età aumenta l’incidenza di cancro, patologia, questa, associata all’accumulo di mutazioni geniche. Arnold Levine e colleghi si chiedono se l’aumento della frequenza di mutagenesi e l’insorgenza dei tumori possano essere collegati ad una riduzione della funzione del soppressore tumorale p53 con il progredire dell’età. Per rispondere a questo quesito essi utilizzano un modello sperimentale basato sull’analisi di eventuali differenze nella funzione della proteina p53 di topi giovani e anziani in un ben noto ceppo murino, C57BL/6. In prima istanza viene esaminata l’attività trascrizionale di p53 nei topi giovani ed in quelli anziani dopo irradiazione con raggi γ. L’irradiazione determina danno al DNA con rottura a doppio filamento (Double Strand Breaks), attivazione di p53 ed accensione dei sistemi di riparo del danno. Nella milza, dove c’è una risposta imponente mediata da p53, i livelli di mRNAdi sei geni bersaglio [Cdkn1a (codificante p21), Puma, Bax, Fas, Mdm2 e Ccng1 (codificante la ciclina G1)] vengono analizzati e risultano consistentemente più bassi dopo l’irradiazione nei topi anziani, rimanendo tali per diverso tempo, a conferma del fatto che il fenomeno osservato non è frutto di una funzione rallentata. Inoltre il numero di splenociti apoptotici in seguito ad irradiazione è inferiore nei topi anziani Orizzonti biotecnologici 8
analizzati rispetto ai topi giovani (la funzione principale di p53 è indurre apoptosi). Simili risultati sono osservati anche in altri tessuti, indicando che il fenomeno non si limita alla sola milza, ed in altri due ceppi murini. Interessante è notare la differenza tra topi maschi e femmine: i topi di sesso femminile presentano una funzione ridotta di p53 dopo 20 mesi; i maschi, in accordo con la loro aspettativa di vita, mostrano una riduzione di funzione di p53 solo dopo 28 mesi. Gli autori, dopo essersi chiesti perché i livelli di p53 si riducono, se a causa di una ridotta stabilità della proteina o di una diminuzione della trascrizione del gene codificante per p53, osservano che la riduzione non sembra essere dovuta ad una up-regolazione delle molecole che regolano negativamente la proteina p53, ovvero MDM2, la ubiquitin-ligasi COP1 o PIRH2. Potrebbe p53 essere
duo estremamente conservato, attivandosi. L’attivazione di ATM a sua volta è responsabile del reclutamento e dell’attivazione in prossimità della rottura del DNA di una serie di proteine del riparo come p53 (fosforilato in Ser18 nel topo ed in Ser15 nell’uomo), BRCA1 ed il complesso MRN. Come per p53, i livelli di mRNAe di proteina di ATM sono ridotti in maniera significativa nei topi anziani rispetto ai topi giovani, mostrando dunque questi ultimi una sostanziale inefficienza dei sistemi di riparo del DNA. Tutti gli esperimenti sono ripetuti e confermati in vitro su splenociti di tutti e tre i ceppi murini. La dimostrazione della funzionalità di altri pathways come quello dell’IGF1,AKT e mTOR, a prescindere dall’età, esclude che il fenomeno analizzato sia il frutto di un generale processo di decadimento nella funzione di tutti i sistemi di trasduzione del segnale. Traslando all’uomo queste informazioni si potrebbe spiegare l’incremento dell’insorgenza dei tumori negli adulti e quindi una maggiore mutagenicità, con l’instaurarsi di un fenotipo mutatore, favorito da una progressiva incapacità di risponLA PROTEINA P53 dere al danno al DNAcausa di una rimeno trascritto? E se è così, cosa re- dotta espressione e/o funzione di geni gola o viene deregolato affinché p53 del riparo, come previsto da Loeb. sia meno espresso? Similmente a Questo lavoro apre tanti altri quesiti p53, in questo lavoro è analizzata tutti da affrontare. anche la proteina chinasi Ataxia Telangiectasia Mutated (ATM), sensore del danno a doppio filamento del [Luca Palazzo] DNA. In presenza del danno al DNA indotto da radiazioni ionizzanti o da droghe antitumorali come etoposide Feng Z. et al. (2007). Declining p53 function in the process: a possible mechanism for the increased o doxorubicina,ATM si autofosforila aging tumor incidence in older population. sulla serina in posizione 1981, resi- Proc. Natl. Acad.Sci. USA 104, 16633-16638.
F.I.Bio: work in progress
V i pre sento la Fed e r a zi o n e I ta l i a n a d e i b i otecnol ogi
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Biotecnologi e disparità...facciamo il punto lire allo strabismo del legislatore o al fatto che chi fa le leggi non si rende conto o non è al corrente delle lauree istituite negli ultimi anni. La F.I.Bio ha intrapreso, dal 2004 ad oggi, una serie di azioni per la soluzione di
questo problema prendendo contatti con i presidenti delle commissioni competenti della Camera e del Senato, con il presidente dell’ordine dei biologi ed con i dirigenti del MIUR per poter fare un’azione congiunta verso il Ministro competente della materia. Tuttavia per un’analisi più esaustiva sarà meglio rimandare la discussione ad un prossimo numero. Altro grande problema è quello dell’accesso ai concorsi nella polizia scientifica. I biotecnologi, infatti, non possono ancora partecipare ai concorsi per l’in-
gresso n e l ruolo di Direttore ACURADI G. RUOTOLO Te c n i c o del Corpo della Polizia Scientifica nonostante abbiano una preparazione decisamente superiore a quella delle figure che oggi sono ammesse a concorrere per tali incarichi. Inoltre non si capisce perché nei bandi per i ruoli tecnicologistici dei Carabinieri dei NAS, quelli del reparto investigazioni scientifiche per intenderci (RIS), ci sia spazio per la figura del biotecnologo. In fondo il RIS e la polizia scientifica non fanno più o meno le stesse cose!? Per la risoluzione di questo problema, i biotecnologi della F.I.Bio hanno inviato una lettera al Ministro competente, in questo caso il ministro dell’interno On.le Maroni, con la richiesta di una soluzione del problema in tempi rapidi. Per quanto riguarda il comparto scuola, che proprio in questi giorni è al centro del dibattito parlamentare, i biotecnologi sono esclusi dalla procedura abilitante per alcune classi di concorso all’insegnamento secondario, una procedura che fino allo scorso anno si
Work inprogress
F.I.Bio: work in progress
li annosi problemi che attanagliano la categoria dei biotecnologi italiani ormai sono noti, se non a tutti, almeno agli addetti ai lavori. Proprio per affrontare tali problemi, dal febbraio 2004 un gruppo di biotecnologi ha costituito l’associazione nazionale “F.I.Bio” che sta combattendo tenacemente contro le leggi di uno stato, quello italiano, che prima forma i suoi figli e poi non sa cosa farsene della formazione che ha fornito loro. Questo trafiletto servirà a chiarire un po’ le idee sui problemi di inserimento lavorativo dei biotecnologi e delle iniziative che la F.I.Bio ha intrapreso per risolverli. La prima problematica a cuore della F.I.Bio, forse la più vecchia, è quella che attanaglia oramai da 7 anni i biotecnologi laureatisi con il cosìddetto “vecchio ordinamento”. I biotecnologi laureatisi antecedentemente alla riforma 509/99 non possono attualmente sostenere l’esame di stato per l’accesso all’albo A della professione di biologo, a differenza di quelli del nuovo ordinamento. Il motivo di questa disparità, come quello della maggior parte delle sperequazioni di cui tratteremo, è da far risa-
ACURADI G. RUOTOLO
F.I.Bio: work in progress
espletava con le scuole di della professione di esperto specializzazione all’insefarmaceutico e di esperto gnamento secondario farmaco-tossicologico per (SSIS). Per fare un esemle aziende farmaceutiche; pio, che appare quasi paradossale, i biotecnologi possono insegnare scienze (classe A060) dunque biologia, chimica, scienze della terra, ecc. nelle scuole superiori, ma non possono farlo nelle scuole medie (A059)! Anche se da quest’anno le SSIS sono state, a ragion veduta, chiuse dal neo Ministro Gelmini, in quanto le graduatorie ad esaurimento non concedevano accesso ai futuri abilitati, Gianluca Ruotolo resta il fatto che l’acSegretario della FIBio cesso alle procedura abilitante, stabilita con due decreti rispettivamente del 1998 e di inserimento della figura del 2005, va rivista per condel biotecnologo nei consentire anche ai biotecnocorsi per il ruolo dirigenlogi l’accesso ziale nel Servizio Sanitario all’insegnamento. Per tale Nazionale; di inserimento causa la F.I.Bio si è già attidelle Lauree triennali in vata con lo scorso Ministro Biotecnologie tra quelle dell’istruzione (G. Fioroni) idonee per l’esercizio della ed è in attesa di risposta dal professione di tecnico di laMinistro attuale. boratorio biomedico; ed inAltra grande area di intefine di inserimento della resse per i biotecnologi è il figura del biotecnologo nel settore sanitario. In tale amcontingente dei laboratori bito la F.I.Bio si sta muodi analisi cliniche, specialivendo in differenti stici e non, convenzionati o direzioni cercando di ampubblici. pliare le opzioni di ingresso Il superamento di tali ostanel mondo del lavoro dei coli è di interesse strategico biotecnologi. Infatti ha proper i biotecnologi ma nel dotto richiesta di insericontempo è di difficile reamento delle Lauree in lizzazione sia per le “caste” Biotecnologie tra quelle che gestiscono tali meccaidonee per lo svolgimento nismi sia per la farraginoOrizzonti biotecnologici 10
sità di alcuni regolamenti e norme che dividono la questione sanità tra competenze nazionali e regionali. Nonostante i molti affanni però la F.I.Bio porta avanti queste lotte e spera per la fine del prossimo anno di avere i primi risultati. Ricordo, infine, che la F.I.Bio è già riuscita ad ottenere, negli scorsi anni, dei successi per il riconoscimento professionale dei biotecnologi. Mi riferisco fondamentalmente a tre cose: l’equipollenza, ai fini dei pubblici concorsi, tra la laurea in biotecnologie agrarie e quella in scienze e tecnologie agrarie, obiettivo raggiunto con il decreto 26 aprile 2005 (gazzetta ufficiale n. 153 del 04 luglio 2005); l’inserimento della laurea in biotecnologie tra quelle idonee allo svolgimento della professione di informatore scientifico del farmaco, obiettivo raggiunto con il decreto 3/08/2007 (gazzetta ufficiale serie generale n.198, di lunedì 27 agosto); la possibilità per i biotecnologi di frequentare alcune scuole di specializzazione di area medica, in molti atenei italiani, a cui prima era vietato l'accesso il tutto in attesa dell’approvazione del decreto ad hoc redatto ormai da più di tre anni (DM 01/08/2005). [Gianluca Ruotolo]
F.I.Bio: work in progress
F.I.BIO: sempre più vantaggi per i soci Tra le numerose iniziative della nostra associazione, per la prima volta quest’anno la F.I.Bio. ha stipulato delle convenzioni con altri enti, nella fattispecie alcuni dei cinema più importanti presenti nella regione Campania. Grazie all’accordo conseguito, i soci campani sono andati al cinema fino al 31 dicembre a soli 3.50 € in tutti i giorni della settimana, compresi festivi e prefestivi. Alla convenzione hanno aderito anche alcuni Mc Donald’s e Burger King presenti nelle vicinanze dei multicinema, offrendo allo stesso prezzo un “pasto completo”. Il progetto, promosso dalla sezione Campania, è stato realizzato grazie alle capacità e all’impegno del
socio Dr. Luigi Iovino ed ha suscitato un tale entusiasmo ed interesse da parte delle altre sezioni regionali, facenti capo all’associazione, che attualmente, i vari coordinatori regionali sono già all’opera per estendere l’iniziativa anche in altre regioni. Per poter usufruire degli sconti basta acquistare dei coupons, presso i punti di distribuzione F.I.Bio. e presentarli direttamente alla cassa. Di seguito sono riportate le strutture della regione Campania coinvolte nella convenzione. [Gianluca Ruotolo]
Le strutture coinvolte nella convenzione
CINEMA Arcobaleno (NA) America Hall (NA) Filangieri (NA) Plaza (NA) Sofia (NA)
RISTORANTI Mc Donald’s Doganella Mc Donald’s Stadio Fuori grotta (NA)
Burger King presso “Uci cenema”,Casoria BurgerKingpresso“LeportediNapoli”,Afragola
La Perla (NA) Delle Palme (NA) Ucicinemas Casoria (NA) Vittoria Aversa (CE) Torre Village Torrecuso (BN) Modernissimo Telese Terme (BN); Cineplex Irpinia Mercogliano (AV) Partenio (AV) Cinepolis C.Commerciale Campania (CE) Teatro Comico Tam (NA)
Per l’acquisto dei coupons e per ulteriori informazioni i soci interessati possono rivolgersi ai seguenti referenti: Gianluca Ruotolo (segreteria@biotecnologi.it), Maria Vinciguerra (vinciguerra@biotecnologi.it), Mirko Cortese (cortese@biotecnologi.it)
Biotech Events
LE BIOTECNOLOGIE IN MEDICINA: LA PCR NELLE DISCIPLINE DI FRONTIERA
L’
Aula Magna della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università degli Studi della Basilicata ha ospitato il secondo Convegno Nazionale della F.I.Bio, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata e l’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” di Potenza.L’evento, tenutosi il 19 Settembre 2008, è stato un momento di confronto sulle molteplici tematiche, sia teoriche che pratiche, inerenti la PCR (“Polymerase Chain Reaction”), l’invenzione di Kary Mullis, che ha rivoluzionato il mondo della ricerca e della diagnostica molecolare Dopo i discorsi introduttivi del Direttore Generale Ing. Giovanni De Costanzo e del Direttore del Dipartimento Clinico Assistenziale Oncologico, Prof. Attilio Olivieri, il congresso è stato articolato in tre sessioni . Durante la prima sessione, relatori di importanti aziende che si occupano di PCR, come la Dott.ssa Orlandi e la Dott.ssa Galietta, hanno illustrato le basi della tecnica e le ultime novità presenti sul mercato. Inoltre, il Preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN., docente al corso di Biotecnologie ha relazionato sulla PCR nelle Biotecnologie Biomediche. Nella seconda sezione, la Dott.ssa Sabrina Coluzzi e il Dott. Luchetti hanno descritto le applicazioni, nel settore dell’oncoematologia, della PCR classica e della più recente PCR “Real Time”. Tali metodiche sono oramai diventate di uso routinario per
ACURADI O. CATAPANO
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effettuare diagnosi, per analizzare marcatori molecolari in grado di orientare le scelte terapeutiche, nonché monitorare nel tempo l’andamento della malattia minima residua. La Dott.ssa Cifarelli, del Centro Agrobios di Metaponto, ha invece illustrato come sia possibile monitorare nel tempo l’andamento di coloro che I traguardi raggiunti in medic ina grazie all'ut ilizzo della PC R e de lle bi o te cn o l og i e so no e no r mi
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Biotech events
Il legame tra ricerca e diagnostica
hanno ricevuto un trapianto di midollo osseo allogenico, mediante l’analisi del chimerismo. Infine, durante l’ultima sessione, dedicata alla ricerca, è stato presentato dal gruppo del Dott. Gabrieli un interessante studio sul dosaggio quantitativo dell’espressione genica del collagene, applicabile allo studio delle patologie da accumulo dello stesso. Diversi spunti di riflessione sono emersi sia per gli addetti ai lavori (medici, biologi e biotecnologi) che per la schiera di studenti che hanno partecipato con vivo interesse alle svariate presentazioni. Sembra chiaro che i traguardi raggiunti in medicina grazie all’utilizzo della PCR e delle biotecnologie sono enormi, ma si deve lavorare per migliorare ancora. In particolare nel settore clinico, si punta alla standardizzazione dei protocolli e al miglioramento dei
controlli di qualità per garantire una diagnostica efficace e ACURADI O. CATAPANO coeren te tra i differenti laboratori d’Italia, d’Europa e del mondo; nel settore industriale, l’obiettivo è quello di creare strumenti miniaturizzati, maneggevoli, automatizzati ed adattabili alle più svariate esigenze, con la possibilità anche di essere utilizzati per analisi in campo e non più in laboratorio. La ricerca deve proseguire, invece, per individuare nuovi geni che possano essere utilizzati come marcatori molecolari di una o più patologie. La crescita e il miglioramento in questo settore, come ricordato dal Prof. Attilio Olivieri, potranno però scaturire solo grazie al confronto tra le diverse esperienze professionali, dalla cu-
Biotech Events
Il convegno a Potenza
riosità dei giovani ed alla collaborazione tra Enti di ricerca, industrie ed Università. E’ tuttavia necessario sottolineare che, sebbene molte metodiche biotecnologiche siano oramai indispensabili nel coadiuvare la diagnosi del medico, attualmente la figura del Biotecnologo
Biotech Events
stenta a trovare spazio adeguato nel settore diagnostico, sia pubblico che privato. Una contraddizione a cui la F.I.Bio sta tentando di rimediare, cercando di sostenere il riconoscimento del profilo del biotecnologo nel settore sanitario, affinché quest’ultimo possa avere un ruolo sempre più attivo non solo nella ricerca, ma anche nell’applicazione clinica
delle tecnologie da esso messe a punto. Un plauso particolare va riconosciuto alla Dott.ssa Sabrina Coluzzi, biotecnologa lucana, per aver brillantemente coordinato il convegno, in collaborazione con gli altri membri della sezione F.I.Bio Basilicata e con il Prof. Attilio Olivieri. La loro capacità organizzativa non ha tralasciato alcun aspetto garantendo addirittura ai fuori sede un
rimborso economico per le spese legate al viaggio. Infine un sentito ringraziamento va dato a tutti coloro che hanno sostenuto finanziariamente l’iniziativa della F.I.Bio, mostrando attenzione ai problemi dei biotecnologi come la Instrumentation Laboratory (IL) e la Biodiverity s.p.a..
ricercatori che lavorano sui lipidi vegetali si riuniscono ogni 2 anni in un simposio internazionale, l’ISPL. Quest’anno il simposio si è svolto nella favolosa Bordeaux agli inizi di giugno. “A Bordeaux? Ah ecco perché sei andata a questo meeting palloso, per il vino?“. Effettivamente il meeting si è svolto in un clima straordinariamente conviviale: pasti deliziosi, musica e vino D.O.C.. I ricercatori presenti, per la maggior parte brillanti, integri e collaborativi, rendono la comunità lipidi una delle più salde comunità scientifiche attuali. Tutte le sessioni sono state di alto contenuto culturale e i risultati riportati testimoniano il progresso fatto negli ultimi anni sul complesso e ancora poco conosciuto metabolismo lipidico. Ciò nonostante i gaps conoscitivi sono ancora numerosi e vari geni, implicati nella via metabolica, annotati nelle banche dati con funzione sconosciuta, suggeriscono importanti legami con il tournover di aminoacidi e con l’omeostasi di vari organelli, aprendo cosi le porte ad una realtà della biologia sconosciuta ai nostri libri di testo universitari. Una delle sessioni più interes-
santi è stata quella degli sfingolipidi. Queste molecole coprono un ruolo dualistico nella complessa organizzazione della cellula eucariotica; un primo, più ovvio, ruolo strutturale, in quanto componenti di tutte le membrane, dove tutte indica le membrane di tutti gli eucarioti, incluse quelle degli organelli; un secondo ruolo, meno immediato, vede queste molecole partecipi in importanti processi cellulari come la proliferazione, la differenziazione e l’apoptosi. Nonostante l’affascinante ruolo degli sfingolipidi e dei lipidi in generale nella biologia unicellulare e pluricellulare, gli interessi economico-politici di tutti i paesi sono soprattutto rivolti ai lipidi in quanto oli, più che commestibili, combustibili. Nella sessione appunto dedicata agli oli vegetali i portavoce di Montsanto e Dupond hanno rivelato la grande mole di lavoro dei loro laboratori riguardo la overespressione combinata di enzimi della via biosintetica dei lipidi di accumulo allo scopo di incrementare il tenore in olio di varie piante. Perché aumentare il tenore lipidico delle piante? Beh l’olio ci serve e ne abbiamo poco. Quello di oliva ci serve per la pizza, gli acidi grassi, come
l’omega 3, allungano la vita, altri li mettiamo nelle creme antirughe e, infine, gli oli ci servono per mantenere in funzione le macchine industriali quando non ci sarà più petrolio (perché è ovvio che una risorsa finita come il petrolio, prima o poi, finirà). E i biocarburanti per le macchine? mi sa che non ci riusciremo. Beh finito l’oro nero, ce ne andiamo in bici. Comunque, per la fine dell’automobile privata, magari ci vogliono 30 anni. Tornando alle multinazionali, usano la genetica per cercare di produrre barili di biocarburante. Ma niente panico: i ricercatori non sono fessi. Anzi! Più di 200 brevetti sono stati prodotti da laboratori pubblici per “proteggere” l’uso di enzimi a scopo di lucro. Dove proteggere significa avere il diritto di vendere al migliore offerente per guadagnarci personalmente. Ecco, siamo sempre alla solita storia: profitto. Certo mettere a crescere piante per riempire barili in un mondo che muore di fame sembra uno scempio, eppure pare che abbiamo l’obbligo di farlo, a tutti i costi e conseguenze.
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[Oriana Catapano]
RICERCATO R I A L L ’ I S P L S I I NT E R R O G A NO S U G L I O L I V E G ETALI
[Diana Molino] Orizzonti biotecnologici 13
L’intervista
INTERVISTA A GENNARO MARINO: CHIMICO INSOSTITUIBILE, FILOSOFO MANCATO
Il presidente della conferenza dei presidi e presidenti dei C.D.L. in biotecnologie si racconta partment of Biochemistry dell’Imperial College of Science, Technology and Medicine dell’Università di Londra, dove tutt’ora è Visiting Professor. Dal 1997 è socio dell’autorevole “Accademia delle Scienze detta dei XL”. L’importante attività scienIl professore Gennaro Marino tifica e di ricerca del Prof. Marino è riccamente docuaureato in Chimica nel mentata da oltre duecento pub1964 con il massimo dei blicazioni su riviste ad elevato voti, ha svolto gran parte fattore di impatto e riguardano della sua attività didattica e aspetti della biochimica pura ed scientifica presso la Facoltà di applicata e delle biotecnologie. Scienze dell’Università di Napoli E’ stato uno dei pionieri in Italia “Federico II”, fino a quando, in degli studi e delle applicazioni un momento di gran fervore delle della spettrometria di massa nel biotecnologie in Italia, insieme campo delle biomolecole. ad altri illustri colleghi, contribuisce nel 2000 all’istituzione ato il Suo elevato prodella prima Facoltà di Scienze filo scientifico, una cuBiotecnologiche di Italia, di cui è riosità:Gennaro stato primo Preside e il cui man- Marino al liceo era già un aldato è ancora in corso. Profes- lievo modello? sore Ordinario in Chimica e Biochimica delle Fermentazioni Più che un allievo modello, direi dal 1980, è stato promotore e che sono stato, piuttosto, un alPresidente della Conferenza dei lievo curioso. Ho frequentato, Presidi e Presidenti di Corsi di negli anni ’50, il liceo classico Laurea in Biotecnologie, nata “Gian Battista Vico” e ho avuto allo scopo di sostenere in Italia lo la fortuna di aver avuto alcuni sviluppo delle biotecnologie e di docenti eccezionali, in particotutelare la figura e le competenze lare il professore di “Storia e Fidel biotecnologo. Ha svolto atti- losofia”: Libero Villone, una vità di ricerca presso prestigiosi figura straordinaria per il suo imEnti, tra cui il CNRS, Gif sur pegno nella scuola e nella società Yvette, le Università di Manche- civile. Nella scelta della facoltà ster e di Liverpool e presso il De- universitaria ero spaventosa-
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L’intervista
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ACURADI IDACRIFÒ
mente indeciso tra un corso di laurea di tipo umanistico (mi affascinava lo studio della filosofia) o di tipo scientifico. Un infortunio all’esame di maturità (un tema sul pangermanesimo valutato con molta severità e con qualche pregiudizio sulla mia formazione storico-filosofica) mi indirizzò verso la scelta che ha condizionato la mia vita. Vorrei completare questa risposta aggiungendo che, in effetti, tutto il mio percorso scolastico è stata determinato dalla qualità degli insegnamenti del mio maestro della quinta elementare di cui ricordo ancora il nome: Vincenzo De Filippis. Un’ultima notazione: vorrei ribadire che il mio profilo scientifico, che lei ha la cortesia di definire “elevato”, è certamente il risultato della frequentazione di una scuola universitaria di grande prestigio, come era quella della Chimica a Napoli negli anni ’70, e dei prestigiosi laboratori di Gif, di Manchester, di Liverpool e di Londra, ma è anche la risultante degli anni di studio del latino e del greco che hanno contribuito, in maniera determinante, a sviluppare ed accrescere qualche mia innata dote di intuizione e di deduzione logica.
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hi è stato il Suo maestro, il Suo punto di riferimento?
Sono stato il primo laureato in Chimica dell'Università di Napoli
L’intervista
a presentare una tesi di laurea sulla purificazione di un enzima, relatore il prof. Vincenzo Scardi, allora professore incaricato di “Batteriologia Industriale”. Buona parte dei risultati della mia tesi furono poi oggetto di una pubblicazione sul “Biochemical Journal”, a quel tempo una delle riviste internazionali di biochimica più prestigiose. Il mio relatore mi riferì poi che uno dei componenti della commissione di laurea, incuriosito dalle proprietà catalitiche che avevo descritto, chiese al prof. Scardi “se questo enzima veniva conservato nello…stabulario!”. Insomma la cultura biochimica dei docenti del corso di laurea in Chimica negli anni '50 non era proprio esaltante. Scardi era però molto stimato dal prof. Nicolaus, grande figura di scienziato, che, tornato a Napoli da Roma, chiamò giovani colleghi prestigiosi, provenienti da varie sedi italiane, a ricoprire le cattedre di Chimica Generale, Chimica Fisica, e Chimica Analitica. Tra gli altri, proprio nell’anno in cui mi laureai, chiamò Alessandro Ballio a ricoprire la prima cattedra in Italia di Chimica delle Sostanze Naturali. Ballio aveva un curriculum prestigioso come capo-laboratorio del Centro Internazionale di Chimica Microbiologica dell’Istituto Superiore di Sanità, creato e diretto da Ernst Boris Chain, premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia per la scoperta della penicillina. Il prof. Ballio portò a Napoli una ventata di novità nella didattica e nella ricerca. Dal primo nostro incontro ne fui letteralmente affascinato dal suo trascinante carisma. Alessandro Ballio è stato un mio maestro di Scienza, ma è stato soprattutto il mio maestro di Vita. Ancora oggi
ual è la “ricerca” a cui è più legato e di cui conserva il più bel ri-
presso l’Istituto Regina Elena a Roma. Era il febbraio del 1965. La corsa durava una decina di ore ed un rudimentale meccanismo fotografico registrava l’andamento della rifrazione nella cella di centrifugazione: un picco simmetrico durante tutta l’analisi avrebbe dimostrato l’omogeneità della preparazione. Naturalmente ero ospite e dovetti accontentarmi di un’analisi in notturna. La corsa partì intorno alle 20,00: il momento critico dell’analisi avrebbe avuto inizio intorno alle 24.00. Andai a cenare nella solita trattoria di Via Alessandria, dove con meno di 1000 lire – 0,50 euro – ci si poteva sfamare bene e a sufficienza, bighellonai tra Piazza Fiume e Viale Regina Elena, e, intorno alle 23,30 ritornai in laboratorio. Mi avvicinai alla centrifuga, misi a fuoco l’ottica schlieren e… l’immagine di un picco perfettamente simmetrico (la foto è immortalata sul Biochemical Journal) si presentò a miei occhi: cominciai a saltare e a gridare per la gioia. Non mi ero accorto che un agente della vigilanza era venuto a controllare i laboratori e, spaventato, mi chiese se mi sentissi bene. La sera successiva mi raggiunse mia moglie e mi diede l’annuncio della sua prima gravidanza! Forse anche per questa notizia, l’emozione del mio primo grande successo di ricercatore oggi si confonde con uno dei momenti più entusiasmanti della mia vita!
Per verificare l’omogeneità della mia preparazione di aspartato amminotrasferasi, che avevo purificato con i vari passaggi messi a punto durante la mia tesi di laurea, ebbi la possibilità di utilizzare un’ultracentrifuga analitica
[Ida Crifò]
nei momenti delle scelte, nei momenti delle difficoltà, nei momenti dei dubbi, sento il bisogno di confrontarmi con Lui e spero, ancora per molto tempo, di po-
Secondo da sinistra, il professore Gennaro Marino
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termi avvalere della sua saggezza, del suo affetto e della sua stima.
elativamente alla Sua carriera, se potesse tornare indietro che cosa cambierebbe?
Non cambierei niente; forse sono stato fortunato o forse la mia innata curiosità mi ha fatto fare le scelte giuste nel momento giusto. In effetti la mia vita scientifica, che io identifico con la mia carriera, è stata ed è una continua sfida intellettuale. Sfide che quasi sempre ho vinto e che perciò giustificano la mia serena soddisfazione per quello che ho fatto e per quello che ho dato all’università ed alla ricerca scientifica.
Q cordo?
Orizzonti biotecnologici 15
Vite per la Scienza
MARIE CURIE E LA STRAORDINARIA SCOPERTA DELLA RADIOATTIVITÀ
La storia della prima donna nella storia, nonché l’unica, che ha ricevuto due premi Nobel (prima parte)
Vite per la Scienza
Q
uando viene alla luce, a Varsavia, il 7 novembre del 1867, Maria Skłodowska trova ad accoglierla un Paese, la Polonia, schiacciato a tal punto dal predominio della Russia da chiamarsi Territorio della Vistola. Come tutte le bambine polacche dunque, ufficialmente, Maria studia a scuola la storia e la lingua russa ma segretamente, durante le lezioni di cucito, le viene trasmessa la storia del suo Paese e l’amor patrio. Le sue caratteristiche sono fin da piccola memoria, capacità di concentrazione, sete di sapere. A soli 15 anni ottiene la medaglia d’oro che designa i migliori al ginnasio, ma con questa arrivano anche le prime turbe nervose e la prima bomba sulla sua fede: la madre e la sorella maggiore muoiono. La madre, in particolare, soffriva da tempo di tubercolosi; lei non aveva mai potuto abbracciarla senza sapere perché. A 18 anni non sa ancora cosa sarebbe diventata, ma già possiede la certezza che sarebbe stata qualcuno. Nel frattempo si arrangia facendo la governante e per 2 anni usa il suo stipendio per mantenere gli studi di medicina di sua sorella Bronia a Parigi…..finalmente alla Sorbona. Il patto è che poi
ACURADI GIANLUCARUOTOLO
Bronia, una volta terminati i propri studi, pagherà per lei. Intanto il tempo passa e Maria a 24 anni è ancora povera, non ancora bella, come titolo di studio solo la maturità. Nel novembre del 1891, tra sfiducia ed eccitazione, arriva a Gare du Nord, e di lì a poco, a 24 anni, attraversa il cortile della Sorbona per la prima volta. Esattamente quindici anni dopo sarà la prima donna ammessa ad insegnarvi. Dopo due anni si laurea in matematica, e poco prima di laurearsi fa l’incontro più importante di tutta la
Marie Curie
sua vita: il trentacinquenne Pierre Curie. Dalle parole di Maria, scritte quando oramai lei era cinquantenne, emerge chiaramente che fu un vero e proprio colpo di fulmine tra i due. Parlano di tutto, e si stu-
piscono di ess e r e “fatti l’uno per l’altra”, ACURADI GIANLUCARUOTOLO pur essendo così diversi. Maria non è certo la classica donna della sua età, cerca in ciò che fa la propria realizzazione e, pur senza rinnegare la propria femminilità sente di dover affermare le proprie capacità, necessità, questa, tanto più forte in quanto donna in una società che relega inesorabilmente le donne nelle funzioni di ”massaie o cortigiane”, come le ha definite il padre del sindacalismo francese, Proudhon. Dal canto suo Pierre nonostante le sue grandi capacità non ha alcun interesse per la competizione, né mai lo avrà; per tutta la vita sfuggirà alla lotta e quando vi sarà costretto, procederà con una ripugnanza tale che saranno più gli insuccessi che le vittorie. Lei gli parla del suo studio sulle proprietà magnetiche di alcuni acciai, progetto richiesto dalla “Società d’Incoraggiamento per l’Industria Nazionale” che sta portando avanti nel laboratorio del professor Lippmann; lui la aggiorna in merito allo studio di un fenomeno che porta avanti da anni insieme al fratello, la piezoelettricità
Vite per la Scienza
Vite per la Scienza
(produzione di cariche elettriche in seguito alla compressione o alla dilatazione dei cristalli privi di simmetria), i risultati del quale hanno suscitato l’interesse della massima autorità della fisica britannica, lord Kelvin. Pierre le parla anche dei suoi studi in merito alle transizioni, per quanto riguarda le proprietà magnetiche, tra le tre condizioni della materia; sarà questo l’oggetto della sua tesi di laurea, anche se Pierre procede con molta lentezza non disponendo d i at-
trezzature, né di materiale di laboratorio e lavorando in un corridoio da quando a 25 anni, un decennio prima, è diventato direttore della scuola di Fisica e Chimica industriale di Parigi. Nell’estate del ‘94, ottenute le sue due lauree, la signorina Skłodowska sceglie di non far ritorno in Poil Albert Einstein lonia, paese d’origine da lei mai dimenticato, per restare a Parigi, nella sua vera patria, la scienza, ossia la ricerca senza fini pratici, e sposa Pierre diventando la signora Curie! Inizialmente la loro è una vita davvero modesta, ma pian piano si arricchisce della convivenza e dell’arrivo di una bambina, Irene. Maria intanto vuole diventare dottore in scienze e sceglie per la sua tesi di dottorato un fenomeno che lei stessa più tardi chiamerà radioattività. Ha trent’anni quando inizia ad esporsi alle radiazioni ed è ignara della pericolosità del fenomeno che sta studiando. Al congresso di fisica del 1900 , l’interesse dei fisici francesi e stranieri è rivolto ai nuovi materiali radioattivi di cui i Curie hanno parlato a lungo, il Polonio e il Radio. Pierre ottiene di lì a breve la cattedra di fisica, chimica e scienze naturali alla Sorbona; Maria, intanto, insegna alla
“ E’, fra tutte le
persone celebri, la sola che la gloria
non abbia corrotto”
Marie Curie
Scuola normale superiore femminile di Sèvres, e nonostante il suo lavoro, le sue dita screpolate, quella stanchezza che il dottor Curie non riesce a spiegare, la determinazione di questa donna la porta in poco tempo a fissare il metodo di estrazione del Radio. In data 18 marzo 1902 compare scritto sul suo quaderno di laboratorio: “Ra= 225,93 peso di un atomo di Radio”. Nei salotti parigini così come nei laboratori e nelle università non si parla che del Radio, di questo misterioso elemento capace di guarire il cancro. Infatti è bastato ben poco per capire che il radio distrugge le cellule malate nel cancro della pelle: quando l’epidermide si riforma in seguito alle ustioni riportate dall’esposizione al radio è sana.. L’accademia delle scienze apre ai Curiè un consistente credito per “l’estrazione delle materie radioattive”, grazie al quale nasceranno una terapeutica, un’industria e una leggenda. Pierre e Maria vengono fotografati, intervistati e a volte, persino disturbati nel lavoro. Nel 1903 arriva il Nobel e un anno dopo, un’altra figlia, Eva. [Maria Vinciguerra]
Orizzonti biotecnologici 17
La Voce degli Studenti
É tempo di Erasm u s
A
Intervista ad uno studente del primo anno di specialistica
La voce degli studenti
l primo anno della laurea specialistica in Biotecnologie della Salute, Giuseppe lo conoscono un po’ tutti, vuoi per la sua innata comunicativa e simpatia, vuoi perché appena c’è un minuto di pausa si fionda fuori dall’aula a fumare e chiacchierare, vuoi perché i suoi tipici intercalare ma base, ma serio stanno prendendo sempre più la piega del tormentone. Con mio grande piacere è stato molto disponibile quando gli ho proposto di fare due chiacchiere sull’argomento Erasmus!
Ciao Giuseppe, raccontami, dove sei diretto? In Inghilterra, precisamente nella città di Leeds. Per quanto tempo ci resterai? Spero a lungo, comunque secondo il progetto Erasmus il mio soggiorno lì dovrebbe durare otto mesi (con possibilità di proroga). Wow!Era la meta che avevi richiesto? Si, era la mia prima scelta. Ottimo! E Quando partirai? Ancora non è definitivo però dovrei partire intorno a metà gennaio. Sarai da solo o partiranno altri colleghi con te? Purtroppo per Leeds c'era un'unica borsa disponibile per la facoltà di Biotecnologie, ma non me ne preoccupo perché mi ritengo un tipo piuttosto socievole, quindi non dubito di fare nuove conoscenze lì; a dirla tutta credo sia un'esperienza stimolante partire da soli. Perché il progetto Erasmus? Vuoi cambiare aria, fare nuove esperienze o che altro? Diciamo entrambe. Il primo motivo è
ACURADI R. FERRARIS
la voglia di emanciparmi dato che ad avermi vivo con i miei e mi piacerebbe pro- "prepavare per un po’ a vivere da solo; inol- rato" ritre credo che la nostra facoltà offra spetto mag-giori occasioni lavorative al- ai coorl'estero piuttosto che da noi in Italia d i n a (purtroppo). Questo è stato un altro t o r i , ACURADI R.FERRARIS motivo che mi ha portato a scegliere anche se l'Inghilterra che, come risaputo, sem- devo ringraziare la Prof.ssa Condobra piuttosto avanti nel campo della relli che è stata molto disponibile soricerca genetica. prattutto quando ho affrontato alcune Ovviamente un terzo motivo per cui difficoltà burocratiche. Ad ogni modo ho voluto partecipare al progetto è la decisione di accettare la borsa di stata la voglia di migliorare il mio in- studio è maturata dopo un viaggio che glese, che al momento è molto scola- feci due anni fa proprio in visita ad un stico. altro mio amico che aveva vinto la Of course…chi te ne ha parlato? borsa Erasmus a Strasburgo: ne rimasi La prima volta che sentii parlare della davvero molto colpito. possibilità di studiare all'estero per un Sai se c'è già stato qualche altro stulungo periodo (anche se ancora non dente in questa sede? sapevo cosa fosse esattamente) fu Si, infatti io sarei il secondo studente quando frequentavo le superiori, ed della facoltà di Biotecnologie a partire un mio amico iscritto alla facoltà di ar- per Leeds. chitettura passò un anno intero a Ber- Sai già dove alloggerai? lino. No, ancora non mi sono inPoi una volta formato. Come hanno reagito i iscritto all'Univertuoi familiari quando hai sità, mi capitò per detto loro che avevi vinto le mani un giorla borsa di studio? nale dell'ateneo (di cui mi sfugge il Sono stati molto felici, pernome) in cui c'era ché anche i miei pensano un articolo riguarche possa essere un’espedante il progetto rienza utile. Leeds, Regno Unito Erasmus. Da lì in Come pensi che ti arricpoi mi sono inforchirà questa esperienza ? mato sia mediante gli sportelli di Fa- Sinceramente non lo so proprio, stacoltà sia attraverso amici che nel corso remo a vedere! ;) degli anni sono partiti sempre grazie Che altro dirgli se non “grazie” e auall'Erasmus. Come ti hanno preparato i tuoi re- gurargli un sincero “In bocca al lupo”? latori a quest'esperienza? A dire il vero sono stati più gli amici che già hanno vissuto quest'esperienza [Roberta Ferraris]
La voce degli studenti
CO S T I T UZ I O NE D E L L A CO M M I S S I O NE F.I.BIO. CAMPANIA potranno partecipare coloro che sono soci e non, proponendo idee e suggerimenti per problemi, eventi e tutto ciò che sia Biotech in Campania. Per saperne di più contattare Danilo Ranaldi (djhorus@libero.it).
L ATT E C O NTA MI N AT O I N C I N A
Sono oltre 53.000 i bambini in Cina sottoposti a cure dopo aver consumato latte in polvere contaminato dalla melamina, che ha provocato la morte di quattro neonati e il ricovero in ospedale di 13.000 bimbi, di cui 104 in
gravi condizioni. La melamina (1,3,5-Triazine-2,4,6triamine, formula bruta C3H6N6) è una sostanza chimica usata per produrre plastica, colle e fertilizzanti, capace di causare, se ingerita, inappetenza, perdita di
TERA P I A G E N I CA P E R C I E CH I
Nel settembre 2008 la rivista Human Gene Therapy ha pubblicato un articolo riguardante un trial clinico di fase I effettuato in Pennsylvania su 3 pazienti con Amaurosi congenita di Leber. Questa patologia è ca-
ratterizzata dalla mancanza di traduzione dell´impulso luminoso in segnale nervoso da parte dei fotorecettori della retina per mancanza di una proteina necessaria alla visione normale e codificata dal gene
PASS A G G I O D A LS A L M : C H E S UC CEDERÀ ?
Da settembre 2008 la laurea di secondo livello in Biotecnologie non si chiama più Laurea Specialistica (LS) ma è diventata Laurea Magistrale
L'IS T I T U T O C U R I È
L'Istituto Curiè, fondato nel 1909 a Parigi da Marie Curiè con il nome di “Istituto del Radio”, per poi divenire una fondazione no-profit privata nel 1921, è attualmente uno dei maggiori centri Europei coinvolti nella lotta contro il cancro. Il centro di ricerca
Miscellanea . ACURADI R FERRARIS
peso, vomito, diarrea, letargia, difficoltà nell´assunzione di acqua, calcoli renali. Intanto in tutta Italia sono stati sequestrati prodotti contenenti latte e yogurt cinesi.
RPE65. Nello studio i ricercatori hanno usato dei virus adeno-associati (AAV) per trasportare il gene mancante in alcune porzioni retiniche. Il risultato è che i pazienti oggi vedono alcune immagini.
(LM). Le materie saranno le stesse ma vigerà una differente ripartizione dei crediti e degli esami. Nel prossimo numero chiederemo agli studenti
del I anno di LM e del II anno dell´ormai "vecchia" LS che cosa pensano di questo cambiamento.
dell’istituto è articolato in diverse unità di ricerca in cooperazione con altri importanti centri francesi, come il “Centre national de la recherche scientifique” (CNRS) e l’”Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale”
(INSERM). L'Istituto Curiè bandisce corsi di dottorato di ricerca e offre proposte di lavoro interessanti per i biotecnologi.
Miscellanea
Da Martedì 30 settembre, corrente, anno sono partite le riunioni di coordinamento della sezione Campania-F.I.Bio. Tali incontri avverranno periodicamente presso la Tensostruttura del Secondo Policlinico e vi
Miscellanea
ACURADI R. FERRARIS
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