B i o t e c n o l o g i
Aperiodico di informazione, Numero 5
I t a l i a n a
FIBio Magazine
F e d e r a z i o n e
HABEMUS QUORUM! nuove opportunitĂ Lavorative per i bioteCh
Corso: Le bioteCnoLogie neL mondo deLLa CriminoLogia
F.i.bio. speak engLish!
A.Massa
Privatizzazione dell’acqua
Direttore eDitoriale Federazione Italiana Biotecnologi, sede ammin.: via Gianbattista Ruoppolo n°105, scala C, 80128 Napoli; sede legale: via Leonardo Bianchi n°10, 80131 Napoli reDattore CaPo Roberta Ferraris reDazione Sansone M. (DISCOVERY),Crifò I. (FIBIO-WORK IN PROGRESS), Netti F. (BIOTECH EVENTS), Costa R. (L’INTERVISTA), Ferraris R. (VITE PER LA SCIENZA), Cocco S. (VOCE DAL MONDO BIOTECH), Ferraris R. (MISCELLANEA) imPaginazione e grafiCa Antonio Massa Contatti redazione.fibio@biotecnologi.it Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 559 Nathan Abbott Way, Stanford, California 94305, USA.
SOMMARIO
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_________l’eDitoriale ___DiSCoVerY
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___VoCe Dal monDo BioteCH ______________miSCellanea
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L’editoriale
L
e ragioni del sì e le ragioni del no a noi poco interessano. per la prima volta un referendum popolare raccoglie un milione e 400 mila firme in tre mesi, 100mila in più di quelle del divorzio. gli italiani vengono chiamati a decidere sulla gestione delle risorse idriche e, come previsto, più del 57% decide di essere “popolo sovrano”. va a votare con il “quorum”, raggiunto poco dopo le 12:00 di una calda domenica di giugno che non fa altro che invitare al mare. sarà forse servita a poco l’opera di convincimento di illustri esper ti in materia che sponsorizzavano la “truffa” del referendum, l’inutilità dell’abrogazione di una legge che non spingeva alla “mercificazione dell’acqua” ma che ne migliorava la gestione e soprattutto i costi. e’ pur vero che la legge ronchi non pone nessun limite alla gestione dei servizi idrici da par te di enti pubblici, i comuni sono chiamati ad indire una gara di appalto a cui possono par tecipare pubblici e privati. e’ sempre pur vero che gestire l’acqua non è cosa da poco, significa garantire il corretto funzionamento del sistema idrico, la manutenzione costante, il trattamento degli scarichi inquinanti, insomma è un servizio che richiede capitali e che deve fronteggiare, a tutti gli effetti, i costi del mercato. inoltre, è mancata per troppo tempo in italia una logica di riduzione agli sprechi e senso di comunità. ma c’è qualcosa che non quadra, qualcosa che non ha convinto gli elettori: che interesse ha un gestore privato ad operare solo nel rispetto del recupero delle spese di gestione? chi garantisce la regolarità di una gara d’appalto? e che orizzonti biotecnologici
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possibilità (di base economica) può avere un’azienda pubblica rispetto a quella privata? Che il privato operi per il profitto è la base di ogni sistema economico, tanto che in toscana publiacqua spa ha aumentato le tariffe dell’acqua non appena i cittadini hanno aderito alle campagne agli sprechi consumando meno acqua. il senso di non mercificazione dell’acqua, tanto osannato dai comitati promotori del referendum, prevede solo che i costi necessari al funzionamento del ser vizio idrico debbano essere coper ti dalla collettività attraverso le tasse, e a botte di aumento di responsabilità comune e condivisione. Questi principi sono la strada verso cui spingersi nella gestione di tutti i beni comuni. ebbene, sembra proprio che l’esito dei referendum possa far promettere bene verso l’indirizzamento in questa direzione che è solo l’effetto diretto di una più impor tante intuizione, il risveglio di una coscienza sociale e par tecipativa nelle questioni che riguardano i beni comuni. uscire dal disimpegno, dal disinteresse, ed essere finalmente par te attiva e decisionale. il 13 giugno 2011 segna, in tal senso, un momento impor tante nella storia partecipativa del popolo italiano che inizia ad uscire fuori dal torpore in cui era eclissato negli ultime anni; con l’auspicio che questa spinta di svolta diventi un sentimento generale che non sia dettata solo dalla salvaguardia dei “doni di dio” come l’acqua
[steFania CoCCo ]
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DALL'ACCORDO CON GLI AGROTECNICI NASCONO NUOVE OPPORTUNITÀ LAVORATIVE PER I BIOTECNOLOGI Con i corsi F.I.Bio. si riducono i C.F.U. inoltre prevede che i corsi d'aggiornamento, i convegni ed i congressi organizzati dalla F.i.bio. conferiranno ai chi li frequenta C.F.u. che potranno essere usati, da chi vuole sostenere l'esame di stato per l’albo sopracitato, di ridurre il monte ore del semestre di tirocinio professionale obbligatorio. in parole semplici, qualsiasi biotecnologo, sia socio F.i.bio. sia non socio, può prenotarsi e seguire i nostri eventi, ottenendo il rilascio di un attestato che fa fede per i C.F.u. Come si diventa "agrotecnico ed agrotecnico laureato" libero professionista? bisogna iscriversi nell'albo professionale; possono farlo i professionisti di vari ambiti tra cui i biotec-nologi con laurea triennale della classe L-2
(ex-Classe 1). a tale prerequiAcurAdi M. SANSoNe sito va aggiunto, al fine di sostenere l’esame di stato abilitante alla professione, un semestre di pratica professionale cer tificato. È proprio per accorciare questo semestre che la Fibio ha stipulato questo accordo con l’albo degli agrotecnici facendo in modo che i corsi di aggiornamento, i congressi e i convegni da essa organizzati vengano riconosciuti nel conteggio dei CFu o delle ore necessari per raggiungere il semestre suddetto. va precisato che l’iscrizione all’albo degli agrotecnici non preclude l’iscrizione anche all’albo professionale dei biologi, sia per la sez. a sia per la sez. b. già nel 2010 l'albo degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati è diventato il primo del settore agrario per numero di candidati agli esami abilitanti. nel periodo 2005-2010, mentre altri albi avevano visto le iscrizioni crollare, l'albo degli agrotecnici aveva aumentato i propri candidati del 40%, probabilmente perché tale albo dispone di una autonoma cassa di previdenza giudicata nel 2010 dal ministero del Lavoro la "migliore", che non presenterà mai problemi futuri nel pagamento delle pensioni ed il cui
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l giorno 23/06/2011 la F.i.bio. nella persona del presidente dott. g. ruotolo ha stipulato una convenzione con il Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici Laureati, (ed in contemporanea lo stesso accordo era siglato fra lo stesso Collegio e l’associazione italiana naturalisti) permettendo così la nascita dell’albo dei “colletti verdi”, il primo albo interdisciplinare tra agrotecnici, biotecnologi e naturalisti. Ciò compor ta che F.i.bio. potrà dare tutte le indicazioni necessarie per far confluire i propri soci che lo volessero (e in generale i biotecnologi, e fra poco si vedrà perché) in possesso di adeguato titolo di studio nell’albo degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati. L’accordo
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saldo previdenziale sarà sempre positivo. per questo F.i.bio. consiglia a tutti i biotecnologi, specie a chi vuol intraprendere la libera professione, l’iscrizione a tale albo viste le competenze riguardanti molteplici settori “accessibili” chi ne fa par te (es: agro-alimentare, zootecnico, amministrativo,ecc). in par ticolare l’agrotecnico può occuparsi di: -direzione e amministrazione di cooperative di produzione, commercializzazione e vendita di prodotti agricoli; direzione, amministrazione e gestione di aziende agrarie, zootecniche, di lavorazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agrari e zootecnici, di piccole e medie imprese, comprese le funzioni contabili, d’assistenza e rappresentanza tributaria e quelle relative all'amministrazione del personale dipendente dalle medesime aziende. - consulenza del lavoro nelle aziende agricole ed in particolare di dichiarazioni e comunicazioni circa l'assunzione di personale compreso l'invio telematico.
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- tenuta del "registro di impresa agricola" per l'assunzione di manodopera nelle imprese agricole, la trasmissione telematica delle denunce aziendali di manodopera e del "Libro unico sul lavoro", anche ai fini inaiL; assistenza tecnico-economica agli organismi cooperativi ed alle piccole e medie aziende, compresa la progettazione e direzione di piani aziendali ed interaziendali, anche ai fini della concessione dei mutui fondiari nonché le opere di trasformazione e miglioramento fondiario e la predisposizione di piani di miglioramento fondiario ai sensi di tutti i regolamenti dell'unione europea e delle attuali leggi regionali. - assistenza alla stipulazione dei contratti agrari, l'assistenza nei patti in deroga e la registrazione telematica dei contratti d'affitto; formulazione e l'analisi dei costi di produzione e la consulenza ed i controlli analitici per i settori lattiero-casear io, enologico ed oleario; rappresentanza della
propria clientela presso le Commissioni tributarie nelle controversie con il fisco. - assistenza tecnica per i programmi e gli interventi fitosanitari e di lotta integrata; curatela di aziende agrarie e zootecniche, le attività relative alla consegna e riconsegna delle aziende e le attività connesse. - direzione e manutenzione di parchi e la progettazione, direzione e manutenzione di giardini, anche localizzati, gli uni e gli altri, in aree urbane, e tutte le questioni relative alla gestione del verde pubblico, degli spazi verdi, ecc. - assistenza tecnica ai produttori singoli ed associati, l'assistenza agli imprenditori agricoli in tutte le controversie con i terzi per espropri, indennità servitù, ecc.; l'assistenza nei rappor ti con gli enti pubblici e gli istituti di credito nella erogazione di pubbli-
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che provvidenze; l'assistenza nella commercializzazione dei prodotti agro-alimentari. - formulazione di piani regionali per lo smaltimento e l'utilizzo delle acque reflue di vegetazione, cioè: la competenza nella formulazione di tutti i piani per lo smaltimento delle deiezioni zootecniche. - cer tificazione delle produzioni vivaistiche regionali; attività connesse agli accer tamenti ed alla liquidazione degli usi civici; predisposizione dei piani di sicurezza sul lavoro e nei cantieri mobili di lavoro nel settore edilizio; attività catastali in genere ed i tipi di frazionamento. - predisposizione dei piani di autocontrollo alimentare (haCCphazard analysis Critical Control point)-regolamento Ce n. 852/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari. L'iscrizione all'albo consente inoltre l'automatica acquisizione della qualifica di "alimentarista" e l'esenzione dai corsi regionali di formazione. - preferenza nelle attività di rilevamento redatte nel settore agricolo (censimenti istat regionali, ecc.). - relazioni paesaggistiche nei set-
tori di competenza; invio telematico delle dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di irap ; redazione dei p.u.a. piani di utilizzazione aziendale, strumento urbanistico-edilizio previsto dalla ragione Lazio. - rilascio di cer tificati di prevenzione incendi, (in questo caso par ticolare, occorre iscriversi ad uno speciale elenco tenuto dal ministero dell'interno); rilascio di asseverazioni ed attestati di certificazione/qualificazione energetica, per inter venti a favore dell'impiego di fonti energetiche rinnovabili e di risparmio energetico in agricoltura, per opere previste nei piani aziendali ed interaziendali e nelle opere di miglioramento e trasformazione fondiaria; attività di protezione dell'ambiente (ad esempio, i piani di smaltimento dei fanghi di depurazione,ecc.). - ricoprire il ruolo di rspp (responsabile dei servizi di prevenzione e protezione dei Lavoratori) e di aspp (addetti ai ser vizi di prevenzione e protezione dei Lavoratori) e svolgerne le funzioni accer tare danni: da selvaggina alle colture agricole; da avversità atmosferiche alle colture agri-
cole, anche nell'ambito dei contratti di assicurazione agevolata; derivanti alle colture dal pascolamento libero di bestiame brado; prodotti dell'improprio od errato uso di prodotti fitosanitari; stime di immobili agricoli e loro per tinenze; di terreni agricoli e di terreni edificabili; di immobili anche civili, quali "periti di fondi chiusi immobiliari"; le stime e valutazioni di idoneità tecnica degli impianti di lavorazione e condizionamento dei prodotti or tofrutticoli; - perizie giurate di immobili per la garanzia e l'acquisto di terreni e fabbricati nell'ambito degli inter venti del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo; - progetti e pratiche relative all’ agricoltura bio-compatibile; piani e progetti in materia di forestazione, recepito in italia nei psr. - conferimento di incarichi professionali, per impor ti inferiori a 100.000,00 €. dalle pp.aa. per ulteriori informazioni o delucidazioni, è possibile contattare il presidente al seguente indirizzo: presidenza@biotecnologi.it
[roberta Ferraris ]
Fonti: http://www.adnkronos.com/IGN/Lavoro/Professioni/Biotecnologi-naturalisti-e-agrotecnici-nasce-albo-deicolletti-verdi_312164417707.html; http://www.agrotecnici.it/come_si_ diventa.htm http://www.agrotecnici.it/competenze.htm
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A GRANDE RICHIESTA TORNANO “LE BIOTECNOLOGIE NEL MONDO DELLA CRIMINOLOGIA” Nella prestigiosa cornice dell’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna sarà ospitata la seconda edizione del corso d’aggiornamento.
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bbene si: dopo il successo della prima edizione del corso d’aggiornamento professionale “Le biotecnologie nel mondo della criminologia” svoltosi il 26 ed il 27 novembre 2011 a Caser ta presso la Facoltà di biotecnologie della seconda università degli studi di napoli (s.u.n.), per soddisfare le richieste anche di chi all’ epoca non è riuscito a prenotarsi in tempo, il corso è riproposto in una seconda edizione aggiornata che si svolgerà nella sala Congressi presso il Centro di ricerca Codivilla-putti dell’ istituto or topedico rizzoli in via di barbiano, 1/10 a bologna nell’unica giornata di venerdì 30 settembre 2011. il corso è organizzato dalla dott.ssa anna Lucia peluso (consigliere del direttivo nazionale, responsabile dei rappor ti con le aziende, qui nella veste di presidente del comitato scientifico ed organizzatore di questo corso e già presidente del comitato scientifico del corso in citogenetica del 21 aprile 2011) e mira a fornire ai par tecipanti varie conoscenze; in par ticolare: 1. Fornire un’esaustiva panoramica delle applicazioni delle più moderne tecnologie e saperi mirati alle investigazioni scientifiche-giudiziarie, senza tralasciare il settore delle rilevazioni sulle specie selvatiche rare o di allevamento, sia nel campo della botanica sia della zoologia, condotte orizzonti biotecnologici
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dalle polizie ambientali, le nozioni trasversali in campo legale, del-le scienze criminologiche, ed in par ticolare nel campo giuridico-legale e psicologico-criminalista; 2. Favorire il dialogo e la diffusione della coltura scientifica nel mondo della giustizia in par ticolare magistratura e corpo forense, anche con simulazioni di sopralluoghi sulla scena del crimine; 3. evidenziare le competenze richieste per le applicazioni scientifiche all’interno dei procedimenti penali, in base alle direttive
del trattato di prum (sottoscritto nel maggio 2005 da sette paesi della u.e, serve a rafforzare la cooperazione di polizia per la lotta al terrorismo, alla criminalità transfrontaliera e all’immigrazione clandestina. e’aperto all'adesione degli altri stati membri e prevede fra l’altro disposizioni concernenti lo scambio di dati relativi a dna e impronte digitali, di informazioni su indagati, sulla falsificazione di documenti. inoltre prevede la possibilità di formare squadre miste per forme di intervento comune nel territorio di
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uno degli stati contraenti e la mutua assistenza per manifestazioni di massa, catastrofi ed altre gravi calamità) e della legge del 30 giugno 2009, n.85; 4. offrire una specifica analisi delle principali forme di devianza per individuare e comprendere le migliori strategie biotecnologiche per rilevare tracce sulla scena del crimine; 5. dare un aggiornato approfondimento tecnico-scientifico sulla tecnica dhpLC con relative evoluzione della ricerca e delle idee di progetto e soluzioni innovative. 6. Fornire una panoramica sui vantaggi derivati dall’iscrizione alla Cassa di previdenza del Collegio degli agrotecnici Laureati e sulle modalità e sui requisiti per l’iscrizione alla suddetta Cassa. Quest’ edizione
del corso prevede un numero chiuso di un massimo di 150 par tecipanti, grazie alla capienza della sala che ci ospiterà. La domanda di ammissione al corso di formazione dovrà essere inviata via e-mail all’indirizzo di posta elettronica specificato nel bando dalle ore 12:00 del 20 luglio fino alle ore 12:00 del 7 settembre 2011. La graduatoria dei partecipanti al corso sarà pubblicata sul sito web www.biotecnologi.it il giorno 8 settembre 2011, e sarà stilata in base alle priorità delle mail inviate, nell’ottica della chiarezza e trasparenza che da sempre contraddistingue F.i.bio. ovviamente
prima ci si prenota, maggiori saranno le possibilità di essere ammessi. invece il programma del corso potrà essere consultabile sul nostro sito già dalla fine di Luglio 2011. Le scadenze relative alla prenotazione per il corso saranno ricordate periodicamente attraver so la newsletter del sito www.biotecnologi.it e tramite i gruppi di F.i.bio. dei social network “Facebook” e “Linkedin”, sia tramite mail sia tramite post sulle relative bacheche. attraverso gli stessi mezzi arriverà la comunicazione della stesura della gra-
duatoria finale visibile sulla home page del sito www.biotecnologi.it ricordiamo inoltre che in occasione dell’evento la F.i.bio ha stipulato una convenzione per il pernottamento con l’albergo quattro stelle “i portici hotel bologna” ricavato da un’antica struttura in pieno centro di bologna, a via indipendenza 69 nelle giornate dal 28/9 al 02/10/2011 il programma del corso, estremamente articolato, coinvolgerà in questa giornata di lavoro i seguenti relatori: - il dr. emanuele Ferri - Fem2ambiente s.r.l., università degli studi di milano bicocca – btbs. - il prof. domenico Fulgione - dipartimento di biologia strutturale e Funzionale dell’università degli studi di napoli “Federico ii”, Complesso universitario monte sant’angelo - il prof. massimo Labra - dipartimento di biotecnologie e bioscienze Facoltà di scienze matematiche, Fisiche e naturali dell’università degli studi di milano – bicocca - il dr. alessandro maraschi - Coordinatore della Cassa di previdenza del Collegio degli agrotecnici Laureati - il dr. stavros papadimitriou – european Customer suppor t manager transgenomic -il dr. pasquale peluso – ricercatore in Criminologia e sociologia della devianza, università degli studi di roma “g. marconi” - il magg. marco pizzamiglio – vicecomandante repar to investigazioni scientifiche dei Carabinieri di parma - il prof. piero pucci – dipar timento di Chimica dell’università degli studi di napoli “Federico ii”, Complesso universitario monte sant’angelo - il dr. gianluca ruotolo – presiorizzonti biotecnologici
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dente nazionale della F.i.bio. - Federazione italiana biotecnologi - il .dr. marco sbalzarini – responsabile vendite transgenomic per i soci F.i.bio. (ossia quelli regolarmente iscritti entro il 31/08/2011 con una delle quattro modalità spiegate sul nostro sito, cioè bonifico bancario, conto corrente postale, vaglia postale ordinario, o versando l'impor to al coordinatore regionale F.i.bio) come previsto dal nostro regolamento l’iscrizione è gratuita, mentre per i non soci F.i.bio. il costo del corso è di 60,00 euro; per tutti i par tecipanti sono previsti un kit del corso di Formazione (composto da materiale car taceo sugli argomenti trattati nella giornata di lavoro, penna e cartellina rigorosamente a marchio F.i.bio. !), il rilascio di un attestato di par tecipazione ed una colazione di lavoro. inoltre a ridosso della colazione di lavoro si svolgerà l’assemblea dei soci F.i.bio., (ove tutti soci sono tenuti a par tecipare per votare delle proposte che influenzeranno la vita futura dell’associazione), così da poter permettere ai non soci di usufruire di una pausa pranzo un po’ più lunga prima della ripresa dei lavori. poi per i soci ordinari, com’è già accaduto per i corsi passati, è previsto un rimborso spese, che sarà calcolato in base ai chilometri percorsi per arrivare alla sede del corso, indipendentemente dal mezzo di trasporto scelto dal socio. Le fasce di rimborso previste sono le seguenti: • se si copre una distanza compresa tra 0-200 km: zero euro • se la distanza è compresa tra 201-300 km: cinque euro • se la distanza è compresa tra 301-400 km: dieci euro • se la distanza è compresa orizzonti biotecnologici
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tra 400-501 km: quindici euro • se la distanza è compresa tra 501-600 km: venti euro • se la distanza è compresa tra 601-700 km: venticinque euro • se è oltre i 700 km: trenta euro per ottenere il rimborso è necessario conservare fino a fine giornata una ricevuta (ad esempio, il biglietto del treno o dell’aereo o ancora il cartoncino rilasciato al casello autostradale relativo alla tratta dell’andata, ecc.) da esibire alla segreteria organizzativa del Corso al momento di ricevere il rimborso. La segreteria organizzativa resta aperta per l’intera giornata di lavori. per arrivare alla sala Congressi presso il Centro di ricerca Codivilla-putti istituto ortopedico rizzoli via di barbiano, 1/10 - 40136 – bologna, ci sono diverse alternative: • in auto: bisogna seguire i cartelli per il poliambulatorio rizzoli, poi percorrere i viali fino a por ta Castiglione, quindi procedere in direzione sud (allontanandosi dal centro storico) per via Castiglione che diventa poi via di barbiano. • in treno: una volta giunti alla stazione Fs di bologna, sui viali nella parte nord della città, è capolinea o punto di transito di alcuni autobus che giungono sino al rizzoli. si deve prendere La linea a che collega la stazione ferroviaria al poliambulatorio e al Centro di ricerca Codivilla - putti (in via di barbiano 1/10) con capolinea al poliambulatorio (vedi percorso). L'autobus effettua una corsa ogni 10-11 minuti (a seconda della fascia oraria in cui ci si sposta) ed impiega all’incirca 22 minuti per effettuare il tragitto.
in aereo: occorre prende• re l’autobus della linea aerobus bLQ che collega l'aeroporto “guglielmo marconi” alla stazione ferroviaria di bologna. L'autobus compie una corsa ogni 15 minuti ed impiega all’ incirca 30 minuti per effettuare il percorso dall'aeropor to alla stazione delle Ferrovie dello stato. da qui è possibile prendere la linea a per arrivare al poliambulatorio e quindi al Centro di ricerca Codivilla putti, in via di barbiano 1/10. Chiunque voglia avere ulteriori delucidazioni sul corso o il pernottamento, può farlo inviando una mail al Dott. G. Ruotolo e alla Dott.ssa A. L. Peluso agli indirizzi istituzionali: presidenza@biotecnologi.it ; peluso@biotecnologi.it . a questo punto, non resta altro da fare che augurare a voi lettori un’ottima estate e darvi un nuovo appuntamento: dopo Caserta, roma e napoli … arrivederci a bologna! [roberta Ferraris ]
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UNA RIVOLUzIONE CHIAMATA RINNOVABILE Le energie non più “alternative”Le energie non più “alternative”pubblici in ambito sanitario.
È
il nostro pianeta a chiederlo. una richiesta non più rinviabile né opinabile. ne va di mezzo il nostro futuro. rinnovabile, green economy, green jobs. tutti sinonimi della stessa parola: ambiente. oggi l’ambiente è il tema caldo al centro di dibattiti televisivi, economici e politici. La produzione di petrolio, infatti, raggiungerà (se non lo ha già fatto) un picco di produzione con prezzi astronomici: infatti c'è chi ritiene che il picco si raggiungerà tra trent'anni, chi dice che sia stato già raggiunto tra il 2005 e il 2010 e chi afferma che ci siano grandi quantità di petrolio non sfruttate a profondità sempre maggiori. una cosa è certa: il petrolio ha le ore contate. L’oro nero che ha permesso la nascita della rivoluzione industriale, delle lotte e ha scatenato guerre per il suo possesso, si esaurirà. il nuovo oro è la luce del sole. Le energie rinnovabili provengono da fonti che s’“autorigenerano”, non arrecando danni né all’ambiente né all’uomo; perciò queste energie sono ormai una tappa obbligata per noi e le generazioni future e quindi negli ultimi anni sono cresciuti nei paesi industrializzati gli investimenti in fonti energetiche cosiddette alternative; perchè tanto alternative non sono più. tra i tipi di energie rinnovabili c’è l’energia geotermica, l’idroelettrica, la marina, la solare, l’eolica e quella da biomasse. anche le case costruttrici automobilistiche come la Ford stanno elaborando soluzioni green per i propri motori; negli stati uniti, ad esempio, sono nati gli e85, motori che funzionano si col meccanismo dei motori a benzina a 4 tempi, ma che hanno per combustibile benzina miscelata ad etanolo fino all’85%, riducendo all’osso le emissioni inquinanti. e in italia? da una fonte del gestore servizi energetici, “gse” emerge che per la produzione di energia fotovoltaica le regioni del nord italia ne sono i maggiori produttori, mentre paradossalmente quelle del Centro sud, più ricche di sole, sono indietro. Questo la dice lunga sulla necessità
di pressare affinché il sud non sia più fanalino di coda ma solo la punta dello stivale. deve par tire una rivoluzione chiamata “rinnovabile”, che non può e non deve escludere la tecnologia degli impianti fotovoltaici, che sfruttano l’energia solare. per questo le forze politiche italiane hanno detto si ad incentivi “green” per le energie rinnovabili, sfruttati già qui da multinazionali; la nestlè è un esempio in tal senso: a Ferentino, vicino Frosinone ha aper to uno stabilimento di produzione di gelati “speciale”, ove l’energia elettrica per i processi produttivi è ricavata dal parco fotovoltaico adiacente all’impianto. anche nel privato possono esserci iniziative “green”, installando pannelli fotovoltaici sui tetti delle abitazioni, per produrre acqua calda o energia elettrica. e’un primo passo ma siamo ancora indietro rispetto ad altri stati europei come danimarca e germania, forse perché scettici sui costi iniziali da affrontare; ma una volta ammortizzato il costo iniziale, c’è un risparmio sulla bolletta energetica e successiva produzione e vendita di energia elettrica ex novo da quella solare e diventiamo da consumatori, venditori d’energia: infatti l’energia solare fotovoltaica in esubero rispetto ai consumi istantanei dell’utenza si vende al gse. La vendita di energia da impianto fotovoltaico conviene a tutti. per vivere meglio e in un mondo più pulito, basta poco. semplicemente… geniale.
[FranCesCo netti ]
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F.i.Bio.: work in progress
BASTA ILLAzIONI SULLA NOSTRA FIGURA PROFESSIONALE! Il Presidente della FIBio ricorre agli organi d’informazione per far tacere un’inutile bagarre.
s
ono riportati qui di seguito i passaggi salienti della lettera scritta dal presidente della F.i.bio, il dott. g. ruotolo, pubblicata integralmente sul blog Lucano “blogallo” e sulle testate “La nuova basilicata”, “La gazzetta del mezzogiorno” e in data 21 e 26 giugno 2011. tale lettera è stata scritta dal nostro presidente per fugare ogni dubbio (si spera definitivamente) sulla figura professionale del biotecnologo, spesso ancora erroneamente confusa con il tecnico sanitario di laboratorio biomedico: “oggi alla luce dei decreti ministeriali 509/99 e 270/04, esistono un corso di Laurea in biotecnologie triennale e tre corsi di laurea specialistica (oggi magistrale) di ulteriori due anni tra i quali ve ne è uno denominato "biotecnologie mediche, farmaceutiche e veterinarie". Come si evince dal decreto ministeriali
28/11/2000 i laureati “magistrali o specialistici in biotecnologie mediche, Farmaceutiche e veterinarie […] possiedono approfondite conoscenze su “aspetti biochimici e genetici delle cellule e delle tecniche di colture cellulari; […] morfologia e funzioni degli organismi umani […]; anche ai fini della progettazione e produzione di biofarmaci, diagnostici, vaccini, e a scopo sanitario […]; i fondamenti dei processi patologici d'interesse umano; […] la capacità di disegnare e applicare, d'intesa con il laureato specialista in medicina e chirurgia […], strategie diagnostiche e terapeutiche […]. inoltre, il d.p.r. 328/01, articoli 31 e 32, afferma che i biotecnologi specialistici o magistrali possono iscriversi alla sezione a dell'albo dei biologi e sono così abilitati ad eseguire “a) analisi biologiche (urine, essudati, escrementi, sangue), sierologiche, immunologiche, istologiche, di gravidanza, metaboliche e genetiche; […]; d) identificazione di agenti patogeni [infettanti ed infestanti] dell'uomo, degli animali e delle piante; […] h) problemi di genetica dell'uomo […]”. equiparazione […] confermata da pareri resi dall’ordine nazionale dei biologi nei quali s’afferma che il biotecnologo iscritto alla sez. a dell'albo dei biologi può lavorare come biologo collaboratore nei labo-
ratori di analisi cliniche convenzionati AcurAdi i. grifò o meno con il ssn. inoltre, il d.m. 01/08/ 2005 consente l’accesso dei biotecnologi alle scuole di specializza-zione […] quali biochimica Clinica, microbiologia e virologia, patologia Clinica. di conseguenza il biotecnologo può conseguire un titolo di alta specializzazione in maniera similare al biologo. La confusione che s’è generata tra il biotecnologo ed il tecnico di laboratorio, nonostante il non inserimento a tutt’oggi del biotecnologo tra le figure sanitaria ai sensi del dm 02/04/01, resta alta creando […] problemi ai responsabili dei laboratori clinici e di ricerca quando si trovano ad dover fare selezioni per l'assunzione di personale. […] punto di riferimento […] resta il dm 02/04/01 che preclude ai biologi ed ai biotecnologi di ricoprire posizioni di tecnico di laboratorio poiché […] esiste una figura apposita e per essa vanno banditi, a norma di legge, tali concorsi. Questo per onestà intellettuale va affermato con chiarezza! Con altrettanta chiarezza ed onestà intellettuale […] bisogna smettere di deni-
Work in progress
grare la figura professionale del biotecnologo e le sue applicazioni nel campo sanitario come negli altri campi. non di rado infatti si sono verificate […] polemiche di bassa lega, che ingenerano solo confusione. un caso emblematico è […] accaduto nel 2008, presso l’azienda sanitaria san Carlo di potenza la quale bandì, forse nel tentativo vano ed errato di aggirare un ostacolo, un concorso per la figura di “tecnico biotecnologo” per la u.o. di ematologia. tale figura professionale è inesistente e dunque l’azienda ha commesso un errore […]. tuttavia ci risulta che il concorso non sia mai stato espletato […] e che il posto in questione sia stato regolarmente occupato da un tecnico di laboratorio. infatti il laboratorio della u.o. di ematologia dell’ospedale san Carlo […] attualmente vanta due tecnici di laboratorio. pertanto tutto avrebbe avuto un lieto fine, se non […], si perpetuasse una polemica sterile e faziosa. […] i biotecnologi non hanno mai pensato di “rubare” il posto di lavoro ai tecnici di laboratorio e che il bando emesso è stato solo un mero errore tecnico (e senza conseguenze) dell’amministrazione del san Carlo e non per un sopruso dei biotecnologi. se l’azienda volesse bandire un concorso per un terzo posto di tecnico di laboratorio, non potremmo che essere contenti per loro, anzi, sembrerebbe che qualcuno stia cavalcando l’onda di questo precedente concorso per cercare di ottenere più posti in organico. se è così la Corporazione dei tecnici faccia delle
proposte all’azienda, ma senza strumentalizzare e denigrare la figura del biotecnologo! urge chiarire […] un punto fondamentale: non si può impedire ad un’azienda o un privato di voler utilizzare le competenze di un biotecnologo in uno specifico profilo lavorativo! anche laddove questa attività sia collaterale a quella delle altre figure professionali! […] a tutt’oggi i finanziamenti per biotecnologi sono generalmente extra-ospedalieri, spesso fondi di ricerca o donazioni per specifici progetti. non vi è nessun divieto legislativo che impedisca ai biotecnologi di partecipare a concorsi per borse di studio, assegni di ricerca, contratti di collaborazione e contratti di lavoro autonomo con aziende sanitarie o laboratori privati in ambito di ricerca di laboratorio, ricerca clinica, data managing e addirittura diagnostica di laboratorio (se regolarmente iscritti all’albo dei biologi). a mio parere ciò rappresenta solo un arricchimento per l’azienda o per il laboratorio e non si viola nessuna legge in tal senso.ne tanto meno è consentito impedire ai biotecnologi di eseguire il tirocinio per le tesi di laurea, di laurea magistrale, di dottorato o di specializzazione, al fine di formare tali figure professionali da un punto di vista pratico.” [gianLuCa ruotoLo ]
orizzonti biotecnologici
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Biotech events
ESAME DI STATO PER BIOTECNOLOGI VECCHIO ORDINAMENTO: UNA SENTENzA DEL CONSIGLIO DI STATO APRE LA STRADA PER UNA RISOLUzIONE Corso di formazione della F.i.Bio. per il 2010
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a F.i.bio. informa i colleghi che, in seguito al diniego da parte del tar di napoli alla possibilità di iscrizione alla sez. a dell’albo degli agronomi e forestali avanzate da due soci Fibio, (laureati vecchio ordinamento in biotecnologie agrarie), il Consiglio di stato ha accolto positivamente il ricorso, presentato in secondo appello, pronunciando una sentenza che ribalta il giudizio formulato in primo appello dal tar.tale sentenza, oltre a costituire un successo per i ricorrenti, potrebbe aprire prospettive positive per l’accesso a tutti i biotecnologi del vecchio ordinamento alla sez. a dell’albo dei biologi. infatti, appare importante la
che per onestà intellettuale, occorre dire AcurAdi f. Netti che è una sola pronuncia giurisprudenziale che per quanto emessa dal Consiglio di stato non è detto che costituisca orientamento dominante dei tar. La Fibio mette a disposizione la sua consulenza legale ai soci laureati con il vecchio ordinamento che sono inagrarie e la laurea in agronomia. La tenzionati a sostenere l’esame di stasentenza del Consiglio di stato to (scrivere a presidenza@biotecpotrà essere opposta ai dinieghi di nologi.it ammissione all’esame di stato da [gianLuCa ruotoLo] parte delle università. tuttavia, an-
motivazione di questa sentenza che si basa sull'equiparazione tra vecchio e nuovo ordinamento delle classi di laurea in biotecnologie ai sensi del d.m. 05/05/04 e successive integrazioni e non sull’equipollenza tra laurea in biotecnologie
Biotech Events
BIOTECNOLOGIE IN ONCOEMATOLOGIA
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Biotech events
iotecnologie in oncoematologia: focus su citofluorimetria e medicina molecolare”- e’ l’evento svoltosi il 31 maggio scorso presso l’università degli studi della basilicata, or-
ganizzato dalla Fibio in collaborazione con l’ospedale san Carlo di potenza, che ha raccolto oltre 150 iscritti, molti dei quali studenti o laureati in biotecnologie. il convegno è stato incentrato sulla valutazione dell’importanza delle biotecnologie
AcurAdi f. Netti
come ausilio per la diagnostica oncoematologica. nel corso della mattinata, dopo un’ introduzione da parte del prof. attilio olivieri sull’importanza dello studio della malattia minima residua onde valutare precocemente la ricaduta di malattia oncoematologica, l’attenzione è stata focalizzata sull’utilizzo della citofluorimetria per valutare la componente cellulare alterata in sindromi mielodisplastiche, leucemie e mielomi. nel pomeriggio è stato invece descritto il supporto dell’analisi citogenetica e molecolare per caratterizzare le patologie oncoematologiche e per valutare precocemente la malattia minima re-
sidua. L’evento, che ha ricevuto l’accreditamento eCm presso il ministero della salute, ha visto la par-
tecipazione di relatori come il prof. olivieri, il prof. terrazzano, il prof. del vecchio, la dott.ssa attolico e la dott.ssa gruszka, ma ha anche di relatrici impegnate nel campo della biotecnologie, come le dott.sse Coluzzi, pascale, nuccorini e passannante. [sabrina CoLuzzi]
Biotech events
LE NANOTECNOLOGIE: PRESENTE E FUTURO Riflettori puntati sulle biotecnologie “nano al corso di formazione e aggiornamento F.I.Bio.
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here's plenty of room at the bottom” (C’è molto spazio in fondo). nel 1960 richard Feynman, fisico statunitense, intitolava così l’articolo che è divenuto il primo riferimento nella storia delle nanotecnologie. oggi quello che Feynman incominciava ad immaginare e fino a qualche anno fa era etichettato col termine futuro, oggi, si coniuga al presente. a roma il 15 aprile, presso la prestigiosa cornice della Camera dei deputati-palazzo marini, ne hanno discusso i biotecnologi nel corso di formazione e aggiornamento organizzato dalla F.i.bio. (Federazione nazionale biotecnologi), all’interno del quale s’è svolta anche l’annuale
la sezione “documenti associazione” del sito www.biotecnologi.it tornando al corso d’aggiornamento, i relatori hanno presentato la storia delle nanotecnologie, ma soprattutto hanno focalizzato l’attenzione sulle applicazioni in campo biomedico, le nano biotecnologie appunto. in tal senso La dr. L. del mercato, dell’istituto di nanoscienze sito presso il Cnr di Lecce, ha presentato il concetto microcapsule multifunzionali e le sue applicazioni in medicina. ha chiuso la giornata la dr. m.salerno, dell’istituito rizzoli, che ha parlato del trattamento, tramite trasporto selettivo della doxorubicina (antibiotico ad azione antitumorale) all’osso, delle metastasi scheletriche. tuttavia nanobiotecnologie non è solo nanomedicina. Quindi durante la giornata c’è stato spazio per un dibattito sui nanodilemmi e l’opinione pubblica, proposto dalla dr a.tito del Cnr di assemblea dei soci che ha visto l’ap- napoli. La dr. C. tortiglione,anch’esprovazione delle modifiche al rego- sa del Cnr di napoli, ha presentalamento statutario, consultabile nel- to, invece, un organismo modello per
lo studio di base delle nano particelle. L’organizzazione ha previsto anche un intervento del dr. giuseppe Caputo, della nanobiotech Company di torino, che ha permesso di avere uno sguardo da parte di realtà private. La scelta da parte della Fibio di investire in formazione è stata premiata dalla nutrita presenza di biotecnologi che hanno ottenuto l’attestato di partecipazione, nonostante lo sciopero della linea a della metropolitana romana ed il funzionamento a singhiozzo della linea nazionale ferroviaria. Le nanotecnologie si sono mostrate un argomento di grande interesse per i biotech presenti. molti da tempo se ne occupano con grande passione, quella che caratterizza chi si occupa di biotecnologie in italia. infatti dispiace sottolineare, ancora una volta, che lo stato è troppo distratto e non investe abbastanza nelle biotecnologie. Le facce giovani dei ricercatori, la grande attualità degli argomenti, e la voglia di far sentire la propria voce hanno avuto comunque una prima vittoria nella disponibilità di una sede istituzionale importante. un buon segno per il futuro.“time for nano” dunque? i biotecnologi dicono...yes. [armando C astieLLo] orizzonti biotecnologici
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l’intervista
DARE VOCE AI MOVIMENTI PER L’ACQUA: INTERVISTA A FULVIO VESCIA
L’intervista
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a vittoria dei sì ai referendum sull’acqua significa, da un lato, impedire al gestore del servizio idrico di continuare a ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza però alcun obbligo di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio stesso (art. 154, d.lgs. n. 152/2006, c.d. Codice dell’ambiente), dall’altro, eliminare l’obbligo di definitiva privatizzazione – entro il 2015 – delle S.p.A. che gestiscono il servizio idrico ancora controllate dagli enti locali (art. 23 bis, legge n. 133 del 2008). Luigi Einaudi, da liberale e liberista, affermava che il mercato soddisfa domande e non bisogni, eppure, dai malcelati timori del PD sul quesito riguardante la remunerazione del capitale, fino all’aperta ostilità del PDL, è stato evidente che i maggiori partiti del paese difendessero ben altri interessi e fossero allo stesso modo fautori dell’applicazione di modelli economici liberisti anche al più vitale dei beni.
AcurAdi r. coStA
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osa testimonia questa volontà bipartisan? Lo scarto tra la volontà degli elettori e il mondo politico è emerso chiaramente subito dopo il voto. L’abrogazione degli articoli di legge richiamati non può che essere interpretato come manifestazione di una volontà di ripubblicizzazione del servizio idrico ed esclusione di logiche di profitto dall’acqua. E invece, basta mettere a confronto le due proposte di legge che il 7 luglio sono state calendarizzate in Commissione ambiente della Camera: quella di iniziativa popolare concernente principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico e quella presentata dai deputati del PD concernente disposizioni per il governo delle risorse idriche e la gestione del servizio idrico integrato. Nella
seconda, ogni riferimento al concetto di gestione pubblica e ripubblicizzazione, scompare già nel titolo. L’articolato conferma le divergenze: all’art. 6 della legge di iniziativa popolare si stabilisce il passaggio della gestione del servizio idrico a società a capitale interamente pubblico come fase iniziale di un processo che dovrà poi portare alla definitiva trasformazione in enti di diritto pubblico entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge,
l’intervista
si stabilisce cioè la fine delle S.p.A. come forma di gestione delle risorse idriche; viceversa l’art. 9 della proposta di legge del PD mantiene la gestione in capo ad S.p.A., limitandosi a prevedere la possibilità che queste possano essere a partecipazione mista pubblica e privata, a capitale interamente pubblico ma anche affidate a «società di capitali individuate attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica». Ecco spiegata la timidezza del partito di Bersani soprattutto sul quesito riguardante la remunerazione del capitale investito: quale privato
investirebbe in una S.p.A. che non può garantire profitti?
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Se spira in Italia un vero vento di ripubblicizzazione dell’acqua è perché sono i movimenti a soffiare convinti in questa direzione
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ual è invece il modello di gestione auspicato dal forum italiano dei movimenti per l’acqua e più aderente alla volontà espressa dagli elettori? Un esempio: Napoli è il primo comune italiano ad essersi incamminato verso la ripubblicizzazione. La delibera approvata appena 5 giorni dopo l’esito referendario e presentata in sala Giunta dal neoassessore ai beni comuni, Alberto Lucarelli, tra gli estensori dei quesiti referendari, fa esplicito riferimento alla Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell’acqua ove si dichiara che «l’acqua è un bene comune dell’umanità» e si chiede che «la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione parteci-
pativa e integrata, che coinvolga gli utenti (…) nella definizione delle politiche (…) a livello locale ed in modo democratico». Sulla stessa scia, la risoluzione del Parlamento Europeo dell’11 marzo 2004 sul mercato interno afferma che, data la loro natura di bene comune dell’umanità, le risorse idriche «non dev[ono] essere assoggetta[e] alle norme del mercato interno».
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ltre le dichiarazioni di principio, quali sono gli impegni assunti tramite questa delibera? Al punto 1 viene preso l’impegno a far propri e approvare i principi della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico e dell’acqua come bene comune e diritto umano universale non assoggettabile ai meccanismi di mercato. Al punto 2 si dispone affinché si proceda ad instaurare meccanismi di concertazione con il Forum dei movimenti per l’acqua e con la «cittadinanza attiva» al fine di attuare concretamente il principio della partecipazione. Il punto 5 getta le basi per il superamento della gestione in forma di S.p.A., anche di quella a totale capitale pubblico, a favore di un modello pubblico-partecipato fondato sulla conorizzonti biotecnologici
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l’intervista
sultazione delle organizzazioni della «cittadinanza attiva». Si stabilisce, infatti, che gli uffici competenti dovranno proporre al Consiglio comunale le modifiche statutarie necessarie per la trasformazione dell’ARIN S.p.A. – la società che attualmente gestisce il servizio idrico – in soggetto giuridico di diritto pubblico. Schietto, accento romano sfoggiato più che nascosto, la voce rauca e profonda, gli occhi umili ma mai bassi di chi è abituato a parlare apertamente: ad illustrarci il modello di gestione delle risorse idriche per cui i movimenti italiani per l’acqua si stanno battendo anche dopo la vittoria dei referendum è
Fulvio Vescia, lavoratore ACEA, rappresentante sindacale e membro del CRAP, il Coordinamento per l’acqua pubblica che ha portato avanti dal basso la campagna referendaria su Roma. Intervistiamo Fulvio come avremmo potuto intervistare qualunque altro membro del movimento a cui pensiamo sia giusto dare voce in quanto espressione di tanti comuni cittadini, i veri vincitori dei referendum, interessati alla politica come strumento di partecipazione dal basso ed esercizio di democrazia diretta, portavoce di istanze oscurate, inascoltate, raramente interpellati dai mezzi di comunicazione di massa e dalla politica che sem-
pre più si allontanano l’una dalla rappresentazione e l’altra dalla rappresentanza della realtà per avvicinarsi ad una sorta di affresco edulcorato di essa, scollato dalle problematiche sentite. Intervistiamo allora un vincente sconosciuto: i movimenti per l’acqua hanno parlato così, quasi come fossero il vento, capace di sussurrare all’orecchio di tutti anche se pochi saprebbero distinguerne la direzione e chiamarlo Libeccio, Maestrale o Tramontana, un vento che però ha convinto e ricongiunto, ricongiunto i cittadini con gli elementi naturali da cui dipende la vita di tutti, con il senso di condivisione di risorse che non possono essere assogget-
l’intervista
tate al controllo di pochi, con il loro essere umani e non un paio di scarpe, un auto, una casa, un ingranaggio del mercato che tutto controlla e deve controllare perché «la libera concorrenza», «il debito», «la crisi».
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u lavori attualmente in aCea, cosa cambia nel passaggio da un ente di diritto pubblico ad una s.p.a. nella gestione dell’acqua e dei servizi in generale? ACEA oggi è una s.p.a. il cui capitale è per il 51% nelle mani del comune di Roma e per il 49% controllato da soci privati, tra cui i gruppi Suez e Caltagirone (attivo nelle costruzioni). La principale differenza tra una azienda municipalizzata e una s.p.a. partecipata da capitale privato – ma la situazione sarebbe simile anche con una s.p.a. interamente pubblica – è che mentre la prima agiva all’interno della pubblica amministrazione, essendone una diretta emanazione, con il solo scopo di garantire un servizio, l’altra gode di autonomia imprenditoriale, deve distribuire dividendi e può reinvestire il capitale accumulato, non solo al di fuori del proprio territorio di competenza ma anche in settori diversi da quello in cui
opera. Ad esempio, nel caso di ACEA, è stato manifestato l’interesse per l’acquedotto pugliese e lombardo, mentre una effettiva espansione si è avuta in quello toscano. La società investì persino nel campo della telefonia fondando ATLANET, esperienza conclusasi con un fallimento costato centinaia di migliaia di euro. Alla faccia dell’equazione privato uguale efficienza. Si applicano, dunque, ad una risorsa fondamentale come l’acqua, logiche imprenditoriali, di espansione commerciale e finanziaria, al contrario, l’azienda municipalizzata era una diretta emanazione della pubblica amministrazione con il solo scopo di garantire l’efficienza del servizio erogato sul proprio territorio di competenza, cioè l’interesse del cittadino.
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olpa del decreto ronchi, tutto risolto adesso che l’art. 23 bis è stato abrogato? Il decreto Ronchi su cui il 17 novembre 2009 il governo italiano pose la fiducia è stato solo l’ultimo passo. Con il susseguirsi di vari provvedimenti legislativi si è passati nel corso degli anni dalle aziende locali di pubblica utilità del go-
verno Giolitti, alle s.p.a. a prevalente capitale pubblico, fino all’eliminazione di quest’ultimo vincolo e alla quotazione in borsa. Il passo ulteriore, quello che i referendum hanno impedito, avrebbe dovuto obbligare i comuni a cedere il controllo delle s.p.a. gestrici ai privati ma, premesso che i problemi risiedono nella forma stessa della s.p.a. e sono quelli che abbiamo accennato sopra, c’è ancora chi vuole farci credere, a destra come a sinistra, che per dire che l’acqua sia un bene comune e di proprietà pubblica, basti stabilire che tutte le acque e le infrastrutture idriche appartengano al demanio inalienabile dello Stato. Assodato questo, si ritiene che la gestione possa essere affidata in concessione anche ad un privato, questo però significa svuotare di significato la proprietà sostanziale della risorsa da parte dello Stato. Insomma, pubblica deve essere la proprietà così come la gestione.
[SALVATORE ALTIERO]
orizzonti biotecnologici
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LE bIOTECNOLOGIE bIANChE A VENEzIA CON bIOFORUm Per la varietà di eventi in cui la F.I.Bio è stata coinvolta negli ultimi mesi, sia come promotore sia come protagonista principale, in questo numero lo spazio dedicato alle vite per la scienza lascia il posto al racconto di due socie F.I.Bio che hanno partecipato alla 7° edizione del Bioforum e alla presentazione della convenzione stipulata fra F.I.Bio. e l’università telematica Marconi.
Vite per la Scienza
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nche quest’anno la F.i.bio. ha partecipato come partner a bioforum, l’evento nato nel 2004 per promuovere occasioni di contatto tra i mondi scientifico ed imprenditoriale nel settore delle biotecnologie. in seguito a sei edizioni tenutesi a milano, la manifestazione si è spostata a venezia presso la sede di Confindustria del parco tecnologico vega – Lybra. il focus della 7° edizione, svoltasi nell’anno della chimica, sono state le biotecnologie bianche, e in particolare i processi di biocatalisi che, rispetto alle tecnologie chimiche convenzionali, possono dare migliori performance: una maggiore selettività di reazione e velocità, un incremento dell’efficienza di conversione e della purezza del prodotto, un minor consumo energetico e una minore produzione di rifiuti. L’intervento del dott. Fumagalli ha aperto i lavori con una panoramica sullo stato dell’arte delle biotecnologie in italia e nel mondo, con particolare attenzione ai nuovi scenari nell’ambito della biocatalisi. Le opportunità sulla produzione e l’uso di enzimi come catalizzatori sono stati affrontate invece
AcurAdi r.ferrAriS
dai dott. arenghi e motterle che hanno portato la loro esperienza di ricerca in questo settore, sottolineando le problematiche di scaling-up dei processi produttivi per la gestione dei grandi “volumi”. La sfida delle nuove ricerche non è soltanto abbassare i costi di produzione utilizzando materiali di partenza economici, ma anche ridurre l’energia necessaria per far si che i processi funzionino, si riducano il numero degli step di sintesi, nonché si diminuisca la produzione di materiali di scarto dannosi, allo scopo finale di abbattere così le spese per il loro smaltimento. per la ricerca biomedica e in particolare l’influenza dell’ambiente sulla salute umana, la relazione del prof. mita ha posto l’attenzione sugli effetti degli interferenti endocrini (ie), composti chimici che agiscono sul sistema endocrino imitando l’azione degli ormoni prodotti naturalmente dal corpo umano, con ripercussioni dannose che possono provocare alterazioni degli organi, dalle funzioni del sistema riproduttivo, fino all’insorgenza di tumori. Le fonti principali di interferenti endocrini sono i processi di produzione, uso e smaltimento di cibo trattati con pesticidi, di plastiche, colle, vernici, di cosmetici e altri prodotti di uso quoti-
diano. Fra gli interferenti endocrini ci sono i contaminanti alogenati AcurAdi r. ferrAriS persistenti (ddt, diossine, pCb), fitofarmaci, biocidi, antiparassitari e pesticidi, sostanze di uso industriale (composti fenolici, ftalati, solventi, metalli pesanti), mentre quotidianamente la principale via di contatto è quella alimentare. data la sensibilità verso la sostenibilità dei processi ed il loro impatto ambientale, è plausibile che le tecnologie emergenti nel prossimo decennio saranno quelle legate alla produzione di biocarburanti, sempre più spesso ottenuti da batteri ricombinanti, ma anche biomateriali, per sostituire i derivati del petrolio e, più in generale, delle biotecnologie industriali, legate allo sviluppo di nuovi processi per la produzione di intermedi, enzimi e reagenti per varie applicazioni. di questo tema s’è occupato il prof. perosa nel suo intervento “Chemicals e fuels da fonti rinnovabili”, che ha sottolineato l’importanza di usare biomassa di seconda e di terza generazione per avere combustibili come bioetanolo, biodiesel e bio-
Vite per la Scienza
vite per la Scienza
oli. gli altri interventi hanno affrontato aspetti e problematiche delle normative sui brevetti in ambito biotecnologico e le implicazioni regolatorie nel settore delle biotecnologie farma-ceutiche. Le possibilità applicative delle biotecnologie possono infatti tradursi in una varietà di prodotti utili per la società tramite brevetti biotecnologici, che così diventano fattori cruciale per lo sviluppo economico e per la tutela delle ricerche. da questa giornata si comprende che lo sviluppo industriale merita maggior attenzione e im-pegno da parte delle istituzioni. il mercato italiano, pur offrendo
enormi potenzialità, manca purtroppo di una politica industriale di sostegno come nel resto dell’europa. Con l’auspicio che siano presto implementate strategie e normative adeguate, per gettare solide basi in grado di aiutare lo sviluppo competitivo delle “imprese innovative”, ci auguriamo che le future edizioni del bioforum possano diventare occasione per conoscere ed approfondire tematiche di grande interesse per un numero sempre maggiore di biotecnologi. [mariangeLa bottegaL e barbara bovo]
Corsi di inglese per i soci F.i.bio Come s’evince dalla home page del sito www.biotecnologi.it la Fibio ha stipulato una convenzione col Centro Linguistico d’ateneo (CLa) dell’università degli studi “g. marconi” di roma – telematica, sede esami trinity College per ottenere la cer tificazione internazionale della lingua inglese. il CLa fornisce ser vizi didattici per l’apprendimento delle lingue straniere organizzando ed erogando corsi di lingua straniera in modo Fad (Formazione a distanza) e in modo “blended” integrando la didattica online con attività frontali, esercitazioni linguistiche, gruppi di conversazione in lingua, proiezioni in lingua originale e presentazioni multimediali, strutturati in base ai livelli stabiliti nel Quadro di riferimento proposto dal Consiglio d’europa. al termine di ogni livello del Corso di Lingua, si rilascerà un attestato di conoscenza della lingua relativo al livello frequentato, previo accer tamento delle competenze richieste. inoltre, al raggiungimento un congruo numero di iscritti al corso di lingua inglese si potrà chiedere la programmazione e pianificazione di percorsi d’apprendimento modellati sulle esigenze dei soci Fibio. orizzonti biotecnologici
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voce dal Mondo Biotech
L’ AUTO m AzIO NE IN C ITO G E NE TIC A Napoli protagonista del nuovo corso d’aggiornamento targato “F.I.Bio.”
La voce degli studenti
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a Federazione italiana biotecnologi è da sempre attenta alla formazione e alla continua crescita dei suoi soci, tanto da avere ha tra i suoi obiettivi primari l’organizzazione di corsi di aggiornamento, come s’evince anche dal suo regolamento associativo, visibile dal sito www.biotecnologi.it. in quest’ottica, il 21 aprile 2011, (a meno di una settimana dal corso in nanobiotecnologie targato F.i.bio. svoltosi a roma) presso il Ce.in.gebiotecnologie avanzate, in via Comunale margherita n. 482 (napoli) s’è svolto il corso di aggiornamento dal titolo “L’automazione in citogenetica”, organizzato dalla dott.ssa anna Lucia peluso, responsabile della Commissione eventi e rapporti con le aziende per la F.i.bio., in collaborazione con la transgenomic, leader nel campo dei prodotti per l’analisi cromosomica. il corso, svoltosi interamente nella mattinata, s’è aperto con la presentazione della dottoressa ida pisano che ha focalizzato l’attenzione sulle difficoltà e sui problemi pratici che spesso s’incontrano nella preparazione dei vetrini e del campione cromosomico.tale difficoltà nascono dalla mancanza di procedure standardizzate per la preparazione dei vetrini destinati all’analisi citogenetica, evidenziando come queste tecniche variano da laboratorio a laboratorio e fanno si che l’allestimento dei vetrini si avvicini più ad
AcurAdi S. cocco
un’espressione artistica, dove è l’esperienza e la manualità dell’operatore a far la differenza per la riuscita dell’esperimento, che ad un rigido protocollo sperimentale facilmente ripetibile. La parola è poi passata al dottor marco sbalzarini, sales manager per la transgenomic, che ha illustrato l’innovazione del campo dell’automazione in citogenetica. La necessità di automatizzare alcune fasi della preparazione del campione per l’analisi citogenetica nasce dall’esigenza di impiegare gli operatori anche in altre attività. infatti la metodica per l’allestimento dei vetrini è abbastanza minuziosa e richiede una costante presenza dell’operatore al banco da laboratorio e ciò, però non consente all’operatore di svolgere contemporaneamente altre operazioni. grazie alle soluzioni proposte dalla transgenomic, è possibile affidare alla macchina parte delle operazioni di allestimento del vetrino con notevole guadagno in termini di tempo. inoltre l’automazione permette di raggiungere una standardizzazione delle operazioni e quindi una maggiore riproducibilità dei protocolli sperimentali.
infine l’ingegnere paolo zaccagna, ha mostrato uno degli apparecchi AcurAdi S. cocco di nuova generazione prodotti dalla transgenomic, evidenziandone i punti di forza che facilitano la vita degli addetti ai lavori. il corso completamente gratuito si è concluso con il rilascio degli attestati per tutti gli uditori per poi partecipare ad pranzo offerto sia agli uditori sia ai relatori da
La voce degli studenti
Fibio e transgenomic, dove tutti in un clima di massima convivialità hanno discusso ulteriormente delle proprie esperienze e si sono confrontati sulle problematiche riguardanti la citogenetica e l’analisi dei cromosomi in laboratorio, prima di salutarsi. [virginia brancato]
Miscellanea
Inte r v ista al Pr e sid e nte d e l l a F. I. B io. interviste al presidente F.i.bio.- sulla home del sito www.biotecnologi.it è possibile visionare due interviste rilasciate nel maggio 2011 su due differenti testate giornalistiche dal nostro presidente, il dott. g. ruotolo sulla realtà lavorativa che
ad oggi si trova ad affrontare il biotecnologo una volta terminati gli studi. per qualsiasi chiarimento sulle tematiche trattate, potete scrivere al seguente indirizzo: presidenza@biotecnologi.it [r. F.]
Miscellanea
AcurAdi r.ferrAriS
Balli? Dipenderebbe dal GABA! balli? dipenderebbe dal gaba!Lo dicono i ricercatori della oxford university: alte concentrazioni di gaba inibirebbero la comunicazione tra neuroni, bloccando la formazione di nuove connessioni cerebrali e rallen-
tando la capacità di apprendimento, mentre livelli contenuti farebbero creare ai neuroni nuovi circuiti. un gruppo di volontari ha appreso una sequenza di movimenti con dieci dita. tramite risonanza magnetiche, s’è visto
che nei soggetti che avevano imparato senza difficoltà l'esercizio, i livelli di gaba erano minimi, mentre negli altri erano più alti. seguire il ritmo è innato? per alcuni scienziati si, per altri dipenderebbe da anni di esercizio. [r. F.]
N u ov a e d iz ione qu e stionar io occu p az ional e su i b iote cnol og i nuova edizione questionario occupazionale sui biotecnologi - è possibile visualizzarlo ed effettuarlo in forma anonima dal mese di Luglio sul sito www.biotecnologi.it . a due anni dal precedente, è uno strumento che resterà
sul sito per diversi mesi e sarà fondamentale per dare e avere la reale percezione dei tipi di difficoltà che i biotecnologi ritrovano in ambito lavorativo una volta terminati gli studi. rapido da effettuare, il questionario è aperto sia
ai soci sia ai non soci. i dati raccolti saranno indicativi per avere un riscontro immediato sia sulle battaglie che la F.i.bio. ha intrapreso negli ultimi anni sia per quelle che intraprenderà in futuro. [r. F.]
il cancro al seno non è uguale per tutte! - perché ogni paziente ha un’ impronta genetica diversa per questa patologia. La prova arriva dallo studio condotto da un team della Washington university di st. Louis che ha analiz-
zato il genoma di 50 pazienti, ed hanno presentato i risultati nel meeting annuale della american association for Cancer research a orlando, in Florida; su 1.700 mutazioni osservate la maggior parte erano uniche e solo 3 sono sta-
te riscontrate nel 10% delle pazienti: quella del gene soppressore di map3k1, un complesso di proteine che evita la mor te programmata delle cellule tumorali, quella del gene pik3Ca e del gene tp53. [r. F.]
è nata l a se z i one R e g ional e Cal ab r ia! e’ nata la sezione regionale Calabria!- iL 31/5/11, presso la sala riunioni del vii livello dell’edificio delle bioscienze dell’università magna graecia di Catanzaro, in presenza del Coordinatore Fibio Calabria, la dott.ssa Francesca Ca-
sadonte, (che è la referente per il reclutamento in regione) è avvenuta l’elezione dei membri del direttivo regionale. erano presenti 25 dei 31 soci iscritti nella regione per l’anno 2011. La votazione è avvenuta per alzata di mano de-
cretando a maggioranza il dott. alessio gentile, presidente Fibio per la regione Calabria, a cui auguriamo buon lavoro e di veder presto protagonista la Calabria di nuove attività targate F.i.bio. [r. F.]
Miscellanea
Il cancr o al se no non è u g u al e p e r tu tte !
AcurAdi r. ferrAriS