Trasferte: bei ricordi di un tempo che non c'è piÚ! Da quando questa maledetta tessera ha fatto irruzione nel calcio italiano, ogni anno, noi, come tutte le altre tifoserie che non si sono volute piegare al ricatto della fidelizzazione, viviamo ogni trasferta della nostra squadra con un misto di speranza, illusione e delusione. A nulla serve ogni nostro sforzo di cercare vie, ci teniamo a precisare sempre legali, per seguire la Sampdoria in trasferta. Se abbiamo il biglietto ci rimandano a casa e nella maggior parte delle occasioni non ci viene neppure consentito di fare il biglietto stesso.
Quello che è successo ai tifosi leccesi a Treviso di recente è un fatto che tante volte abbiamo dovuto sopportare anche noi:
biglietto di un settore diverso da quello ospiti in tasca, lunga trasferta e quando sembra che tutto sia andato bene arriva il funzionario di turno che ti obbliga a risalire sui mezzi e ritornare a casa. Non c'è sensazione più frustrante! Non abbiamo intenzione di dilungarci con troppe parole su un argomento che a più riprese abbiamo già trattato, quello che vogliamo fare oggi è proporvi alcune immagini delle trasferte della
nostra storia, un po' per nostalgia, ma ancor di più per ricordare a tutti quali sono i valori che vanno difesi, i motivi per cui ancora oggi ci battiamo per un calcio diverso. Guardatele queste immagini!
Ogni foto è un viaggio, un'emozione. Coreografie, striscioni e tanta, tanta gente lontana da Genova a onorare i colori blucerchiati.
Per queste emozioni non si possono chiedere permessi, nessuna questura è legittimata ad autorizzare o negare a qualcuno di viverla!
Per questi tifosi, fedeli e non fidalizzati, vale ancora la pena di combattere. Guardatele queste foto e capirete perchĂŠ non la smetteremo mai! La repressione ha i tempi lunghi! Siamo tutti tristemente consapevoli dei tempi biblici della giustizia italiana, ma crediamo che quanto accaduto recentemente in merito ai fatti dell'aeroporto di Genova del 29 ottobre 2011 abbia davvero dell'assurdo. A distanza di quasi un anno, la procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di 4 tifosi Blucerchiati, a seguito della contestazione seguita alla sconfitta della Sampdoria a Nocera nello scorso campionato cadetto. Posto che nell'occasione la tifoseria aveva duramente contestato la squadra, senza comunque porre in
essere condotte tali da giustificare un simile trattamento da parte della giustizia, quello che più ci indigna è questo protrarsi dell'attività giudiziaria per fatti di così lieve entità. A questo si aggiunga che per aver urlato il proprio disappunto alla squadra, gli stessi tifosi per i quali oggi si chiede il rinvio a giudizio si erano visti sottoporre a Daspo senza alcun motivo. Non riusciamo proprio a non indignarci per la sorte di ragazzi come noi, rei solo di aver voluto manifestare la propria rabbia dopo una prestazione indecorosa della propria squadra, obbligati a non poter seguire per tanto tempo la Sampdoria e a dover subire un iter giudiziario interminabile. Non ci sono parole per esprimere il torto che questi ragazzi stanno subendo, possiamo solo dire: NON MOLLATE RAGAZZI, VERRÀ IL TEMPO DELLA GIUSTIZIA ANCHE PER VOI! Ultras liberi! PAOLO MANTOVANI Mercoledì 26 si è svolta a Roma l'inaugurazione del Largo intitolato al nostro grande e indimenticato presidente Paolo Mantovani, iniziativa nata da un'idea di un tifoso Sampdoriano residente nella capitale che nel 2004 propose al Comune di intitolare una strada al Presidente della grande Sampdoria, nato proprio a Roma. Dopo Genova, sua città di adozione, ora anche a Roma, sua città natale, esiste una via intitolata al grande Paolo: un gesto davvero apprezzabile da parte del Comune di Roma al quale vanno i nostri dovuti ringraziamenti, nonché l'ennesima dimostrazione del ricordo indelebile lasciato da uno dei più grandi Presidenti della storia del calcio italiano non solo nei cuori e nelle menti di noi tifosi Sampdoriani ma di tanti sportivi, che ancora oggi riconoscono in Paolo Mantovani la perfetta incarnazione di uno stile unico e di valori etici che il calcio di oggi sembra aver dimenticato.