ADESSO TOCCA A NOI!
Finalmente si ricomincia, dopo l'atipica pausa di metà gennaio dovuta alla novità del turno di campionato di fine dicembre introdotta nel calendario di questa stagione. Oggi, terminato il girone di andata con la vittoria sulla Spal e iniziato quello di ritorno con l'incommentabile prestazione di Benevento, possiamo tracciare un bilancio di ciò che sono stati questi primi mesi della stagione in corso e proiettarci verso quelle che sono le nostre aspettative per i mesi a venire. Se analizziamo il percorso della squadra ovviamente non possiamo che essere soddisfatti della posizione attuale in classifica, insperata alla vigilia e figlia di una prima parte di campionato giocata ad alti livelli e costellata da importanti successi, su tutti le vittorie con Milan e Juventus e l'ennesimo trionfo nel derby. Tuttavia non possiamo nasconderci dietro la bella classifica senza soffermarci su quanto accaduto negli ultimi due mesi, dove la squadra ha raccolto diverse sconfitte e pochi punti, vuoi per un calo fisico e psicologico che poteva essere preventivabile, vuoi per alcune partite
affrontate con un atteggiamento che non ci è piaciuto per nulla. A questo aggiungiamo anche l'eliminazione in Coppia Italia, che come spesso accade negli ultimi anni ci è sembrata essere un po' snobbata dall'allenatore e dai giocatori stessi quasi fosse un intralcio agli impegni del campionato. Negli ultimi tempi abbiamo avuto la sensazione , in alcuni frangenti, che la squadra non abbia affrontato l'impegno con la giusta determinazione, lasciandosi sopraffare pesantemente da avversari di livello inferiore. Ci riferiamo principalmente alle partite di Bologna e soprattutto al secondo tempo di Benevento, che si sommano alla debacle patita a Udine nelle prime giornate di campionato, sconfitta che lì per lì pareva essere un semplice incidente di percorso, ma che purtroppo non si è rivelato tale. Quello che auspichiamo per il girone di ritorno è vedere sempre la squadra con la giusta rabbia , a prescindere dall'avversario di turno. La stessa cosa però la dobbiamo pretendere da noi stessi , perché se chiediamo alla squadra il massimo impegno dobbiamo fare altrettanto in Gradinata. Il nostro dovere è quello di cantare per 90 minuti senza guardare il nome e il blasone dell'avversario che abbiamo di fronte e ci aspettiamo un girone di ritorno nel quale saremo noi a trascinare l'U.C. Sampdoria per far sì che non venga vanificato quanto di buono fatto nella prima parte del girone di andata. Fuori gli attributi! Fuori la voce! Avanti Sampdoria! Avanti Sampdoriani!
TRASFERTA A BENEVENTO
Trasferta in casa delle Streghe? Non poteva che capitare il giorno dell’Epifania. Così alle 3:00 del mattino partiamo con un pullman da 35 alla volta di Benevento.
L’attesa per questa trasferta era tanta, vista la lunghezza del viaggio in terra campana e la possibilità, finalmente, di organizzare un bel pullman all’antica e attraversare l’Italia per portare i colori Blucerchiati nel settore ospiti del Vigorito. Sul pullman ci sono ragazzi del gruppo provenienti da Genova, Milano, Bergamo e addirittura un ragazzo ungherese che vive e lavora a Stoccarda e che spesso viene con i Fieri Fossato a seguire il Doria. Inoltre, per l’occasione, sono venuti a trovarci due amici portoghesi del Colectivo 1995, direttamente da Porto, che presenzieranno con la loro pezza in questa importante trasferta. Fino a qualche mese fa, a causa della Tessera del Tifoso, sarebbe stato impensabile imbastire una trasferta come questa e se pensiamo a cosa ci hanno costretti a rinunciare per ben 7 anni, non possiamo che provare una grande rabbia. Il viaggio procede con grande entusiasmo, tra vecchi racconti e cori che partono per scacciare via la stanchezza dei tanti chilometri. Dopo ben 7 ore di pullman usciamo a Caianello dove ci aspettano 70km di strada statale tra i colli beneventani prima di arrivare in città. Una grappa locale ci dà una sonora sveglia in prossimità dell’arrivo. Quando arriviamo nei pressi dello stadio Ciro Vigorito siamo tutti carichi e pronti. Ci raduniamo tutti insieme e portiamo dentro la nostra pezza nuova, cucita nelle settimane precedenti, insieme alle bandiere. Entrati nel settore troviamo un grande entusiasmo: saremo almeno in 400, molto belli e colorati. Sistemata la nostra pezza, con sopra quella del Colectivo, e montate le bandierine, ci facciamo subito sentire incitando la squadra a gran voce. C’era grande aspettativa intorno a questa partita da parte di tutto l’ambiente visto che la Sampdoria poteva vantare una buona posizione di classifica. Purtroppo, la delusione che scaturisce dopo una sconfitta, assolutamente meritata, arrivata dopo essere passati in vantaggio a fine primo tempo, è davvero cocente. Nonostante la prestazione estremamente negativa della squadra, noi facciamo il nostro lavoro sugli spalti cantando, incitando i ragazzi per tutta la partita e trasformando il Vigorito in una bolgia blucerchiata. Il viaggio di ritorno sembra infinito e la stanchezza inizia a serpeggiare ma un panino, un bicchiere di vino e (più di) una birra ci danno l’energia per non mollare fino all’arrivo. Un sincero ringraziamento va ai fratelli di Porto; un’amicizia che si
rinnova di continuo e si rafforza ogni giorno di più.
OCCHIO ALLA REPRESSIONE! Molte volte si è trattato l’argomento della repressione negli stadi italiani, principalmente mirata a distruggere il mondo ultras, in quanto ultimo baluardo di un calcio fatto di passione popolare che più non piace a chi governa il calcio e che ben altri programmi ha nella testa e soprattutto per le proprie tasche. Fino ad oggi gli unici colpiti erano stati i gruppi organizzati, mentre il resto della tifoseria ha vissuto questo processo di cambiamento quasi come spettatore inerme, qualche volta indignato ma per lo più poco interessato a fatti che non lo riguardavano direttamente se non nel vivere per sette lunghi anni le trasferte con settori ospiti quasi sempre desolatamente vuoti e senza il calore e il colore a cui da sempre eravamo abituati. Ma se l’intento di chi governa questo freddo macchinario è quello di creare un bel teatrino utile solamente a rendere più bello ed ordinato lo sfondo dello schermo televisivo dal quale la gente dovrà vedere le partite di calcio, era inevitabile che prima o dopo tutta la componente tifo dovesse essere colpita. Ed ecco che anche a Torino nello stadio del Toro, dopo quanto accaduto già nella stagione precedente allo stadio Olimpico in occasione delle partite della Roma, sono scattate le prime multe da 170 euro (ma con una cifra massima raggiungibile di 500 euro), per chi non fosse seduto al posto indicato sul proprio abbonamento durante il match Torino Sassuolo; e attenzione che non stiamo parlando dei posti assegnati per un abbonamento di tribuna ma bensì della curva primavera. A questa ondata di sanzioni sono seguiti poi dieci Daspo (sette diffide della durata di un anno e tre della durata di cinque anni) ad altrettante persone trovate in “fallo” anche durante la partita Torino Samp del 17 Settembre, diffide peraltro confermate pochi giorni fa nonostante il ricorso effettuato dai dieci tifosi. Ciò che è successo a Torino, sebbene non abbia ancora colpito noi direttamente, ci deve mettere in guardia e deve far capire a tutti quelli che ancora hanno a cuore la gradinata e la sua essenza fatta di tifo e passione, che finita la battaglia contro la tessera del tifoso, ne sta iniziando un’altra dove nessuno può più tirarsi indietro proprio perché tutti indistintamente potrebbero essere colpiti dalla morsa di repressione.