Nr. 10 - GIUGNO 2020
F
RIV
si riparte! IL PROTOCOLLO FIF PER ESCURSIONI E RADUNI
“EXTREME E” SVELA IL FORMAT 2021
L’IMPRESA AFRICANA DELLA CAMPAGNOLA
chefoto
Bringing light to life OSRAM LEDriving® driving & working lights I fari da lavoro e gli abbaglianti omologati LED OSRAM offrono la più sofisticata tecnologia LED e il design più accattivante sul mercato. I prodotti sono disponibili in 4 categorie (funzionale, multifunzione, sottile e valore), permettendo una grande varietà di prestazioni, forme e fasci di luce, con una potente illuminazione fino a 450m. Per veicoli a 12 e 24 V*. Credi in OSRAM - n. 1 nell’illuminazione automotive
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questo mese
FUO FUO
RIVISTA UFF
4
16
foto
avventure
38
novità
ALLEANZA IN NOME DELL’AMBIENTE
RIVISTA UFFI LA ROLLS CHE NON TI ASPETTI - VIDEO
12
notizie
SI RIPARTE!
62
storia
FIAT CAMPAGNOLA - VIDEO
28
avventure
VIETNAM MON AMOUR - VIDEO
TOYOTA HILUX - VIDEO
46
novità
DEFENDER BY TAZZARI
54
racing
EXTREME E - VIDEO
foto
Tre studenti del Michigan e della California hanno conquistato il primo posto nel concorso “Drive for Design” 2020, che poneva ai concorrenti il tema “Il RAM del futuro”. Le proposte degli studenti americani sono state valutate dal team di design FCA e vincitore è risultato Job Skandera, di Santa Clara (California). A causa delle recenti restrizioni dovute alla pandemia, i premi per il concorso annuale sono stati cambiati per permettere un’esperienza più concreta, che includerà dimostrazioni virtuali e condivisione dei bozzetti di progettazione con i membri del team di progettazione FCA
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Gli inizi degli anni sessanta del secolo scorso videro il debutto di Mazda (che quest’anno compie un secolo di attività ) nel mercato dei pickup. Il Mazda ha vissuto quasi mezzo secolo, restando in commercio dal 1961 fino al 2006, attraverso sei generazioni e una miriade di versioni, tra cui questo raro Pathfinder fuoristrada del 1972
foto
Gli organizzatori del Silk Way Rally (nella foto un concorrente nell’edizione 2019) hanno gettato la spugna, annunciando la cancellazione dell’evento che proprio quest’anno avrebbe debuttato come prova mondiale sia per le moto che per le quattro ruote (FIM Cross-Country Rallies World Championship e FIA World Cup for Cross-Country Rallies). Gli organizzatori russi hanno comunque confermato la gara per il 2021. Chi non si arrende invece è il promoter della serie americana di Desert Races, che però a dovuto ridurre il calendario 2020 a due prove soltanto, tutte in Baja California (Messico) con questo calendario: • San Felipe 250, 22-27 settembre, San Felipe • Baja 1000,17-22 novembre, Ensenada
notizie
ESCURSIONI E RADUNI
La Federazione ha emanato un protocollo sanitario che dovrà tassativamente essere seguito da organizzatori e partecipanti… un piccolo sacrificio per tornare a dare sfogo alla “passione integrale”
E’
proprio il caso di gridarlo: si riparte! Anche la Federazione Italiana Fuoristrada esce dalla fase di emergenza più stringente e avvia la cosidetta “fase 3”, emettendo delle linee guida e un protocollo sanitario per l’organizzazione di Gite Sociali e Raduni Nazionali. Si tratta quindi di attività di natura turistica o sportiva di base e non eventi di altra natura, quali quelli agonistici di competenza del Settore Sportivo Federale o l’attività della Scuola Federale. I Club associati a F.I.F. potranno pertanto organizzare gli eventi ma dovranno attenersi con scrupolo e rigore alle norme pubblicate dalla Federazione.
Ci sono già molti club e soci in fermento… la voglia di far uscire i propri mezzi dal garage è tanta e la bella stagione è pronta ad accogliere tutti. Il protocollo sanitario è stato redatto per garantire la massima sicurezza in virtù delle misure di contenimento imposte dalla normativa attualmente vigente per contrastare il contagio del virus Covid19. Il documento completo (dettagliatissimo!) è consultabile e scaricabile sia dal sito federale che dalle prossime pagine qui di seguito ne riassumiamo per comodità i punti salienti. L’iscrizione dei partecipanti dovrà avvenire esclusivamente con pre-iscrizione a distanza. L’eventuale ritiro del materiale necessario alla partecipazione predisposto dall’Organizzatore potrà avvenire solo all’aperto e nell’integrale e rigoroso rispetto delle misure di distanziamento. In particolare i singoli partecipanti dovranno mantenere tra loro la distanza minima di almeno un metro e munirsi di mascherine almeno e guanti monouso. L’organizzazione dovrà obbligatoriamente mettere a disposizione di tutti i partecipanti una soluzione idroalcolica per le mani. Lo stesso vale per ogni veicolo, che dovrà avere in dotazione una soluzione idroalcolica per le mani, alcune mascherine nonché un prodotto disinfettante spray per le superfici. A seguire, durante lo svolgimento delle attività, ogni equipaggio dovrà rispettare la distanza minima tra il guidatore ed eventuali passeggeri, i quali saranno trasportati sul sedile posteriore opposto a quello di guida. Da sottolineare che sarà tassativamente vietato guidare o salire su un veicolo differente da quello inizialmente occupato.
I pasti principali saranno preferibilmente consumati in locali pubblici o aperti al pubblico: è vietato cucinare pasti in autonomia ma sarà permesso all’equipaggio di portare con sè un pasto già pronto. Resta assolutamente esclusa la possibilità di effettuare pic-nic preparati o distribuiti dall’organizzazione. In caso di avarie od incidenti il recupero di un veicolo dovrà avvenire con strumenti che consentano il distanziamento dei soccorritori, che dovranno essere azionati da un unico operatore munito di guanti. Qualora fosse necessario l’intervento di un secondo operatore dovrà avvenire ad una distanza minima di almeno due metri dal primo operatore. Da tenere inoltre presente che non è consentito lo scambio tra partecipanti di materiale e strumenti di recupero. Queste le norme principali, ma per una conoscenza completa delle direttive federali vi invitiamo a scaricare l’intero Protocolla Sanitario tramite il link presente nelle prossime pagine. Le linee guida targate FIF resteranno in vigore finché non cesserà lo stato di emergenza dovuto alla pandemia.
avventure
ROLLS-ROYCE PRESENTA IL FILM “INSPIRING GREATNESS”
LA ROLLS CHE NON TI ASPETTI
Parlare di una Rolls in una rivista dedicata al fuoristrada non deve apparire blasfemo. Soprattutto se la vettura in oggetto è stata usata da un esploratore di assoluto valore internazionale, per attraversare alcune delle zone piÚ affascinanti e inospitali del pianeta. E’ anche dalla conoscenza di questi episodi che scatta la scintilla della passione 4x4
la Rolls che non ti aspetti
Rolls
Royce ha dedicato al pluripremiato fotografo ed esploratore Cory Richards, l’ultimo di una serie di film “Inspiring Greatness” creati dal marchio. La “grandezza ispiratrice” è fondamentale per la filosofia di Rolls-Royce e si riflette in ogni attività: dalla costruzione “a mano” di ogni automobile al “Global Center of Luxury Manufacturing Excellence” a Goodwood nel West Sussex sino alla recente alla creazione di un’applicazione chiamata Whispers, che pone l’obiettivo di per ispirare grandezza ai clienti di tutto il mondo. Il film esplora l’intuizione di Richards sull’assunzione di rischi e sulla ricerca della perfezione, come lo stesso Richards ha modo di spiegare nel breve video che trovate in questo servizio. Dall’infanzia al vertice dell’Everest (senza l’uso di ossigeno), la vita di Richards ha seguito un percorso a dir poco fuori dal comune. Esploratore o fotografo? Difficile dirlo, forse la definizione più azzeccata è “fotografo di avventure”. La fotografia lo ha portato in tutto il mondo. Dalle vette dell’Antartide (mai conquistate prima) alla magnificenza dell’Himalaya in Nepal, alle zone di guerra dimenticate di Angola, Uganda e Pakistan.
la Rolls che non ti aspetti
Rolls-Royce Motor Cars è una consociata interamente controllata da BMW Group ed è una società completamente separata da Rolls-Royce plc, il produttore di motori aeronautici e sistemi di propulsione. Oltre 2.000 uomini e donne qualificati sono impiegati nella sede principale e nello stabilimento di produzione di Rolls-Royce Motor Cars a Goodwood, nel West Sussex, l’unico posto al mondo in cui auto di super-lusso sono interamente assemblate a mano
la Rolls che non ti aspetti
Nel 2011 ha scalato il Pakistan Gasherbrum II, fatto che lo ha reso l’unico americano, e una delle poche persone al mondo, a scalare un picco di 8000 metri in pieno inverno. Fu nel corso di quella spedizione che sopravvisse a una tremenda valanga durante la discesa, quando scattò una straordinaria fotografia di se stesso pochi istanti dopo la tremenda disavventura. Il rapporto di Richards con la casa britannica risale invece al 2018, quando l’esploratore americano fu protagonista del film “The Final Challenge”, che seguì il suo viaggio in alcune delle parti più remote della Scozia, degli Emirati Arabi Uniti e degli Stati Uniti d’America a bordo di una Rolls-Royce Cullinan camuffata. L’obiettivo di quella produzione video era di testimoniare la resistenza dell’automobile, portata sino all’estremo per dimostrane le capacità su tutti i tipi di terreno, prima del suo debutto mondiale a maggio 2018. “Cory Richards è una persona straordinaria - commenta Torsten Müller-Ötvös, CEO di Rolls Royce Motor Cars - La sua abilità dietro l’obiettivo è senza dubbio fuori dalla norma e “The Final Challenge”, che documentava la fase finale dei test della Cullinan, ne cattura perfettamente la sua filosofia del “si può fare ovunque”. Quello fu un episodio storico nella storia di Rolls Royce e ci fa molto piacere che sia stato catturato da un fotografo di così notevole talento.”
la Rolls che non ti aspetti
Una volta Sir henry Royce ebbe a dire”le piccola cose fanno la perfezione ma la perfezione non è una piccola cosa”. Ed è proprio ispirandosi a questa frase che Rolls Royce oggi presenta un modello in scala 1:8 del suo suv Cullinan. Inutile sottolineare che nel modello ogni dettaglio è riprodotto con assoluta perfezione. Ovviamente ogni esemplare è realizzato letteralmente a mano, assemblando più di mille componenti; un processo che richiede circa 450 ore di lavoro
la Rolls che non ti aspetti
“Tutto ciò che faccio è guidato dall’assunzione di rischi - ha dichiarato Richards da parte sua - Se non assumiamo rischi, non falliamo e quando non falliamo non impariamo. RollsRoyce, per me, significa la ricerca della perfezione, un’assoluta attenzione ai dettagli… che credo non abbia rivali su questo fronte. C’è la volontà di prendere del tempo per creare qualcosa che non ha paragoni, che ci incoraggi a sognare ciò che possiamo essere capaci di realizzare.” “Inspiring Greatness” è una serie di film creati da Rolls-Royce, con episodi precedenti dedicati a grandi personaggi tra cui l’artista di immagini in movimento Refik Anadol, l’artista Dr. Esther Mahlangu e il fotografo di ritratti e moda Rankin, disponibili per la visione su www.rolls-roycemotorcars.com
avventure
LUNGO IL MAR CINESE MERIDIONALE
VIETNAM VIETNAM MON MON AMOUR… AMOUR…
……
SEMBRANO PASSATE ERE GEOLOGICHE DAI TEMPI DELL’ATROCE GUERRA. ORA IL VIETNAM È UNA MERAVIGLIA CHE SI VISITA IN TUTTA SICUREZZA, MEGLIO SE A BORDO DI UN FUORISTRADA
vietnam mon amour...
Inutile
nasconderlo, il nome Vietnam evoca in tutti noi i terribili ricordi di una lunga, atroce e assurda guerra, combattuta, semplificando, a seguito del ritiro dei francesi dall’area (anche se la situazione era molto più complessa), avvenuto verso la metà degli anni cinquanta del secolo scorso. Fallite sul tutte le ipotesi che puntavano alla costituzione di un unico e indipendente Vietnam, ebbe quindi inizio verso la fine di quel decennio una lunga a sanguinosa guerra che vedeva il Nord comunista (appoggiato da Cina e Unione Sovietica) contrapposto al sud a trazione occidentale, affiancato dagli USA. Gli americani si ritirarono soltanto nel 1973 e due anni dopo Saigon (capitale del Sud) cadde nelle mani dell’esercito del Nord. La riunificazione, dolorosa e ostile, era comunque cosa fatta ma il cammino per uno stato letteralmente demolito da decenni di occupazione coloniale, di guerra e di guerriglia, si prospettava ancora assai lungo. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, il Vietnam si è emancipato ed è stato riformato in molte sue istituzioni, aprendosi al commercio e al turismo internazionale, tant’è vero che negli ultimi due decenni l’economia ha viaggiato a ritmi altissimi. Oggi possiamo affermare che il Vietnam è un gioiello che vale veramente la pena visitare, meglio se a bordo di un fuoristrada come il Ford Ranger, per meglio assaporare
vietnam mon amour...
la bellissima e differenziata natura del Sud Est Asiatico. Proprio come è accaduto un paio di mesi fa ad un gruppo di giornalisti, provenienti da Thailandia, Vietnam e Filippine, invitati da Ford per un impegnativo viaggio di tre giorni con il lungo la costa meridionale del Vietnam, per evidenziare le capacità fuoristrada del suo pickup ad alte prestazioni. Il viaggio si è svolto principalmente lungo il Mar Cinese Meridionale nel sud-est del Vietnam. Il percorso, ampiamente diversificato, si è dimostrato l’ideale per mostrare ai partecipanti alcune delle incomparabili bellezze del Paese, quali la strada panoramiche fuori Da Lat, Doi Co Hong e i suoi leggendari panorami nonché i dintorni di Mui Ne, per poi addentarsi nella foresta lungo un impegnativo sentiero fuoristrada. I Ranger Raptor utilizzati erano spinti dal motore Bi-Turbo da 2 litri accoppiato all’affidabile cambio automatico a 10 rapporti ed erano equipaggiati con il Sistema di Gestione (TMS), che offre sei modalità per varie esperienze di guida. I partecipanti al tour hanno approfittato a piene mani della modalità Baja fino a Doi Co Hong, per poi verificare la capacità con gestione della trazione di un campo di prova “estremo”, realizzato su un terreno sabbioso e sdrucciolevole. Nella stessa occasione è stato fatto un ampio uso dell’Hill Descent Control (che regola continuamente la pressione
vietnam mon amour...
le maniglie delle porte, sono tutti elementi che ne esaltano l’unicità. I fari a LED sono caratterizzati da cornici in colore scuro mentre il rivestimento del vano di carico (e la copertura del cassone) sono con finitura powder-coated in colore Black Mountain. Per la prima volta, è stato introdotto un pratico divisore per il vano di carico. L’interno Irrompe sul mercato europeo la versione “Thunder” del Ford Ranger. Questa edizione limitata (solo 4.500 esemplari per l’Europa) aggiunge qualità al design sia esterno che interno e mira ad avvicinarsi al comfort di un vero suv. Colore Sea Grey, cerchi in lega nera da 18 pollici e finiture in nero ebano per la griglia anteriore, il paraurti posteriore, le soglie battitacco e
offre sedili in pelle con dettagli a contrasto in colore rosso Thunder e cuciture coordinate per volante, sedili, cruscotto e gli elementi più importanti dell’abitacolo. Di serie anche i tappetini neri che contrastano con i pedali realizzati ad hoc, illuminati di rosso. Il motore è il conosciuto e affidabile 2.0 Bi-Turbo EcoBlue (213 cv e 500Nm di coppia) abbinato all’altrettanto conosciuto cambio automatico a 10 rapporti.
vietnam mon amour...
Novità sul fronte dell’alleanza globale Volkswagen-Ford. La prima fase della collaborazione prevede la realizzazione di tre progetti nell’ambito dell’elettrificazione e dei veicoli commerciali leggeri.
L’alleanza globale Volkswagen-Ford (che non comprende la partecipazione incrociata) dovrebbe generare efficienze annuali per entrambe le aziende. La proposta di accordo include i seguenti progetti: - la piattaforma modulare MEB del Gruppo Volkswagen sarà utilizzata da Ford per un veicolo elettrico in Europa; - un SUV medio sviluppato da Ford sarà adattato da Volkswagen Veicoli Commerciali per alcuni mercati selezionati; - Volkswagen Veicoli Commerciali sarà responsabile per lo sviluppo di un city van - Ford supervisionerà la pianificazione di un veicolo nel segmento da una tonnellata
Seguiranno altri progetti, oltre all’investimento in Argo AI, azienda specializzata in piattaforme per la guida autonoma
di frenata per controllare lo slittamento e mantenere una velocità costante) sui ripidi pendii del percorso prova. Qui è anche le sospensioni sono state messe alla frusta. Progettato per fornire forze di smorzamento più elevate, controllare il rimbalzo e consentire ottime capacità fuoristrada (garantendo al contempo una buona stabilità laterale) il sistema di sospensioni ha fatto bene il suo lavoro anche nelle situazioni più complicate. Da ricordare anche gli ammortizzatori Fox, appositamente progettati per affrontare terreni difficili a buona andatura. Sui terreni più scivolosi è emerso invece il differenziale posteriore con bloccaggio elettronico, che offre la massima coppia del motore a entrambe le ruote posteriori, anche se una è sollevata da terra, mentre per ultima è stata provata la modalità Ghiaia, che offre cambi di marcia più fluidi e permette ripartenze in seconda marcia, riducendo al minimo la probabilità di slittamento delle ruote. Il giorno successivo, la carovana Ranger Raptor si è diretta a Mui Ne, con una tappa di circa 250 chilometri attraverso il traffico piuttosto “confuso” che è all’ordine del giorno in Vietnam nelle città: milioni di ciclomotori oltra a… altri milioni di ciclomotori! E per non farsi mancare nulla, durante il tragitto le strepitose dune White Sand Dunes hanno permesso di provare la modalità Sand. Provare per credere.
novitĂ
PIU’ TOSTO
Il rinnovato design ne aumenta il senso di potenza mentre il nuovo propulsore da 2,8 litri permette migliori prestazioni sia su strada che fuoristrada. Anche la strumentazione e la tecnologia multimediale paiono migliorate
O CHE MAI
più tosto che mai
E’
arrivato. I suoi tifosi, ma anche i semplici curiosi, lo aspettavano da tempo ed oggi finalmente il nuovo Toyota Hilux si svela. La cosa che si nota subito è una considerevole “muscolosità” estetica che tende ad esaltarne dimensioni e prestazioni. Il frontale del nuovo Hilux è stato completamente ridisegnato e presenta una più evidente griglia tridimensionale che, unita a una nuova linea del paraurti anteriore, aumenta significativamente la presenza su strada del pickup, rafforzando al tempo stesso le sue credenziali di robustezza e solidità.
Questa scelta stilistica è ulteriormente sottolineata dai gruppi ottici a LED anteriori e posteriori, da una nuova finitura dei cerchi in lega neri da 18” e dall’aggiunta di una nuova colorazione Oxide Bronze metallizzato. Gli interni sono ora caratterizzati dal nuovo design del quadro strumenti e dal nuovo schermo di infotainment da 8”, posizionato sulla console centrale, che adotta pulsanti e manopole per una migliore operatività in tutte le condizioni di guida. Il sistema multimediale è stato migliorato (incorpora sia Apple CarPlay® che Android Auto™ ) ed è dotato di un software più potente e di una risposta dello schermo più veloce.
Un’ampia lista di equipaggiamenti comprende la smart entry e l’avvio con pulsante, la navigazione satellitare, il climatizzatore automatico, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori e un sistema audio JBL Premium a 9 altoparlanti da 800W con amplificatore a 8 canali e tecnologia CLARi-Fi. Rafforzando l’esclusività della gamma del nuovo Hilux, un’ampia lista di accessori permetterà ai clienti di personalizzare ulteriormente i loro veicoli e tra questi una nota la meritano rollbar in resina, tonneau cover e hardtop. La gamma di propulsori del nuovo Hilux è stata ampliata grazie al nuovo e più potente motore diesel da 2,8 litri da 204 cv, che regala al pickup Toyota prestazioni altamente competitive nel suo segmento. Con ben 500 Nm di coppia, questo nuovo motore permette all’Hilux di accelerare da 0-100 km/h in 10 secondi (2,8 secondi più veloce dell’attuale unità da 2,4 litri), con un consumo medio di carburante di 7,8 l/100 km* ed emissioni di CO2 di 204 g/km*. Rivolto ai clienti Hilux più esigenti il nuovo propulsore da 2,8 litri sarà disponibile nella versione Double Cab, con una scelta di trasmissioni manuali a 6 velocità o automatiche a 6 velocità, sempre abbinate alle 4 ruote motrici. Per il nuovo Hilux, l’obiettivo era quello di mantenere le leggendarie capacità in fuoristrada migliorando nel contempo il comfort su strada. Per garantire condizioni di fuoristrada estreme l’Hilux rimane uno dei pochi modelli ancora fedeli alla struttura “body-on-frame”, in grado di resistere meglio e più a lungo alle forze di torsione.
piĂš tosto che mai
più tosto che mai
Verso la fine del 2019 in Spagna, durante la preparazione per la Dakar 2020, le leggende del motorsport Fernando Alonso e Marc Coma avevano avuto l’opportunità unica di testare un primo prototipo di preproduzione del nuovo Toyota Hilux 2020. L’ultima evoluzione del pickup Toyota arriverà a fine anno sul mercato europeo
Il comfort e la guidabilità del nuovo Hilux sono stati migliorati grazie agli interventi effettuati sulle sospensioni e al servosterzo. Le sospensioni beneficiano di una inedita messa a punto degli ammortizzatori anteriori e posteriori, della nuova progettazione delle balestre e di nuove boccole, per ottenere una guida più fluida con uno smorzamento più efficace su avvallamenti e buche. Le già ottime doti fuoristradistiche dell’Hilux sono state ulteriormente migliorate grazie ad una nuova funzione elettronica (che replica l’effetto di un LSD meccanico sui modelli 2WD), all’abbassamento del regime minimo del motore da 850 a 680 giri/ min e ad una risposta dell’acceleratore ottimizzata, che contribuisce a migliorare il controllo in marcia. Completano le novità un sistema VSC aggiornato e un nuovo tyre angle monitor. Il top della nuova gamma Hilux, disponibile nella variante Double Cab, è la versione Invincible, fatta su misura per gli utenti che vogliono tutta la comodità combinate ad uno stile più avventuroso e sofisticato, con più alti livelli di dotazioni ed equipaggiamenti. I dettagli esterni esclusivi dell’Invincibile includono griglia anteriore e paraurti, piastra sottoscocca, passaruota, maniglie, cerchi e design del portellone posteriore dedicati. A bordo l’Invincible punta decisamente verso l’alto di gamma, con un’esclusiva strumentazione, finiture metalliche nere e cromate nere e persino una chiave smart entry dedicata. L’illuminazione delle portiere anteriori e posteriori “clear blue” e i sedili in pelle traforata a doppia tonalità sono stati aggiunti per migliorare l’appeal dell’abitacolo. Il nuovo Hilux sarà introdotto in Europa Occidentale e in Italia a fine anno. *Ciclo NEDC, in attesa di omologazione finale.
novitĂ
La
scelta giusta?
DEFENDER ELETTRICO BY TAZZARI Verrebbe proprio di rispondere affermativamente. Cosa c’è di meglio che godersi la natura con il proprio fuoristrada ?… E se lo facessimo in silenzio e senza emissioni?
la scelta giusta?
“Il
Defender elettrico by Tazzari EV Technology nasce dalla voglia di travasare le nostre tecnologie di elettrificazione veicoli in una icona assoluta nel panorama mondiale come il Defender 110. Un veicolo gigantesco, 9 posti, notoriamente imponente e non leggero. Per noi si è trattato di dimostrare rapidamente che tutto è possibile e che il futuro è oggi.” Chi si esprime così è Erik Tazzari, giustamente e meritatamente orgoglioso del prodotti di cui la sua azienda è stata capace. Di veicoli fuoristrada a propulsione elettrica orami si sente parlare sempre di più. Nei mesi scorsi, ad esempio, abbiamo parlato su queste colonne degli off road americani Rivian e Nikola mentre ormai iniziative di questo genere spuntano quotidianamente in ogni dove. I chilometraggi limitati (nella maggior parte dei casi) delle escursioni off road la possibilità di godersi in totale silenzio, e senza emissioni nocive, il proprio percorso non sono aspetti di poco conto. Tazzari Group è un gruppo di aziende fondato nel 1963 dalla volontà di Giorgio Tazzari, ma è grazie ad un’idea di Erik Tazzari (Presidente del Gruppo dal 2005) che nel 2006 prende vita il Progetto ZERO. L’obiettivo è chiaro e ambizioso: creare un’auto elettrica da città, con caratteristiche tecniche inedite, tra cui un’innovativa tecnologia telaistica ultraleggera, che utilizza fusioni di alluminio assemblate con colle strutturali aerospaziali e la più evoluta tecnologia per la gestione delle batterie al litio, per prestazioni e autonomie straordinarie.
la scelta giusta?
Nel 2009 vede pertanto la luce la prima e unica vettura elettrica interamente concepita e costruita in Italia, che nasce anche sulla base di mezzo secolo di esperienza del Gruppo Tazzari nella tecnologia della fusione di alluminio e nella fornitura di componenti automotive/motorcycle, unita alle alte competenze maturate nei settori telaistico, elettronica e design. D’accordo, si tratta di una “microauto” ma l’aspetto importante è che “nasce” elettrica, progettata, sviluppata e prodotta presso gli stabilimenti Tazzari Group a Imola, nel cuore della Motor Valley. Il primo modello di auto elettrica Tazzari ZERO viene quindi presentato nel dicembre 2009 al Motor Show di Bologna e arriva sul mercato nel gennaio 2010. La prima ZERO è un prodotto pionieristico, ma negli anni seguenti l’azienda si impegna nella ricerca e nella realizzazione di continue evoluzioni di gamma e nuovi modelli. Le piccole auto elettriche Tazzari oggi sfruttano l’esperienza di milioni di chilometri percorsi sulle strade di tutto il mondo. “Spesso abbiamo sviluppato progetti top secret per altri brand - prosegue Tazzari - tra cui anche un suv 7 posti per una casa automobilistica cinese, che vanta bel 185 kmh di velocità massima e oltre 430 km di autonomia. Lo abbiamo disegnato da zero e alla fine anche provato guidato sui circuiti di Monza e Imola. Ora volevamo palesare il nostro know-how anche in un progetto tutto nostro e su un veicolo che personalmente amo come il Defender”. Tazzari parte quindi da questo “pezzo unico” senza però escludere che possano esserci sviluppi commerciali per questo kit
la scelta giusta?
Un esempio di elettrificazione arriva dal Missouri, opera dello specialista Gateway Bronco di St. Louis. Si tratta della ristrutturazione di un Ford Bronco del 1966 su cui è stata innestata la power unit elettrica di una Tesla, il cambio è manuale a cinque rapporti e l’autonomia di circa 200 miglia (approssimativamente 330 chilometri). Con questa propulsione, che vale circa 400 cavalli, l’auto è estremamente più potente di quanto non lo fosse con il suo originario V8. Gateway Bronco, è un’azienda rinomata per il restauro e il ricondizionamento di vecchi Ford Bronco, sui cui spesso vengono innestate meccaniche odierne. Le auto che escono dalle officine di St. Louis sono omologate e fornite di garanzia di cinque anni
di elettrificazione del Defender e magari di veicoli similari. Nei progetti Tazzari EV Technology per terzi la società romagnola ha svariato dalle due alle quattro ruote, fino alle barche elettriche. Si tratta di una tecnologia modulare applicabile, ad esempio, anche ai veicoli agricoli, un altro mercato a cui Tazzari sta strizzando l’occhiolino. E infatti nei piani c’è anche un accordo con azienda del settore, per giungere alla conversione della gamma in elettrico a zero emissioni, che è decisamente la direzione anche in campo agricolo. A livello tecnico, declinare una scheda della Defender sarebbe un paradosso, essendo la tecnologia Tazzari assolutamente modulare. Potenza e autonomia sono dati che vanno calibrati in base ai target di ogni singolo progetto. Nel caso specifico è stato sviluppata una power unit che ha oltre 200 kW di potenza al banco e l’autonomia può andare da 100 a 500 chilometri, in base alle necessità di utilizzo, grazie ad un pacco batterie al litio. I tecnici Tazzari hanno anche deciso di mantenere il cambio originale Defender, con relativa trazione integrale e possibilità di utilizzare le ridotte. In pratica per il guidatore è come avere la comodità del cambio automatico, quindi con utilizzo del solo acceleratore, ma mantenendo la trazione integrale e la possibilità di innestare le ridotte al bisogno. E’ stata attuata anche una riduzione della coppia massima e l’erogazione è stata modulata in base a quanto previsto dal cambio originale. Tutto ciò porta anche il vantaggio di agevolare l’eventuale omologazione del veicolo.
racing
SI SVELA IL FORMAT DI EXTREME E
SPETTACOLO E AMBIENTE
Le cinque prove del campionato, che porteranno i protagonisti intorno al mondo, vogliono attirare l’attenzione e evidenziare l’impatto del riscaldamento globale e delle interferenze umane in alcune delle zone più remote del pianeta di Niccolò Gargiulo
spettacolo e ambiente
Gli
organizzatori parlano di un misto tra le gare dei Pod di Star Wars e le desert race… ma il format delle competizioni Extreme E è davvero innovativo ed risulta difficile calarlo in schemi già conosciuti. Extreme E punta infatti a sovvertire i classici paradigmi delle corse attraverso gare brevi, ricche di azione, dove piloti di calibro mondiale si sfidano ruota a ruota su mezzi nuovi e sconosciuti a tutti i concorrenti.
L’americana Chip Ganassi Racing è stata una delle prime squadre a aderire al progetto Extreme Pochi giorni fa Ganassi ha annunciato il primo pilota sotto contratto, la ventisettenne californiana Sara Price. Sara, dopo gli esordi motociclistici con le dirt bikes, è passata alle quattro ruote nel 2012 e attualmente gareggia con notevole successo nelle serie Desert Races, nella classe Trophy Truck
Il format di debutto del campionato prevede l’iscrizione di otto team con due piloti (un uomo e una donna) che si alterneranno alla guida del SUV elettrici nel corso dell’evento,
previsto su due giorni. Saranno pertanto quattro le vetture a sfidarsi nelle due semifinali degli Xprix e saranno i team a decidere quale pilota sarà il primo a scendere sul tracciato. Tale scelta potrà rimanere segreta fino al momento dello schieramento delle vetture per il via della gara. Le gare prevedono il completamento di due giri di un tracciato di circa 16 Km, dove due piloti per ciascuna squadra effettueranno un cambio pilota dopo un giro di gara, dando vita a serrati duelli. Le qualifiche (che si svolgeranno durante il primo giorno) decideranno i primi quattro contendenti che si sfideranno nella prima semifinale, mentre le quattro vetture che seguono
prenderanno parte alla Semi-Final 2, battezzata “Crazy Race”. La Crazy Race è l’ultimo appello per i più lenti delle qualifiche, dove solo il primo classificato viene ripescato per la finalissima assieme ai primi tre classificati della prima semifinale. Più facile farlo che spiegarlo … sta di fatto che l’equipaggio che vincerà la finalissima verrà incoronato XPrixWinner. Un’interessante peculiarità degli XPrix sarà invece l’Hyperdrive, ovvero l’aumento di potenza concesso al pilota in grado di saltare più lungo al primo salto di ogni gara. Il boost Hyperdrive potrà successivamente essere utilizzato in qualsiasi momento della gara con conseguente concreto vantaggio.
spettacolo e ambiente
Extreme E nasce dalle stesse menti del campionato FIA Formula E. Il nuovo campionato per fuoristrada vuole operare minimizzando il proprio impatto ambientale e in tal senso si è pensato a particolari soluzioni per la trasmissione del segnale televisivo in remoto mentre l’utilizzo del “garage galleggiante” St. Helena (una nave) è stato deciso per eliminare la necessità di lunghi trasporti aerei o su terra. La nave, appartenuta in passato alla Royal Mail) sta subendo una ristrutturazione e ammodernamento per ridurne le emissioni e servirà da trasporto principale e base tecnica per il campionato. La St. Helena ospiterà anche un team di scienziati che condurranno ricerche nel laboratorio di bordo
Il comitato scientifico di Extreme E comprende accademici dalle università di Oxford e Cambridge. A capo della spedizione sarà il professor Peter Wadhams (esperto dell’Artico dell’università di Cambridge). Il collega Francisco Oliveira si occuperà degli studi nella foresta amazzonica mentre il professor Richard Washington e la dottoressa Lucy Woodall (università di Oxford) si occuperanno di desertificazione e degli studi oceanici. Il comitato affiancherà gli organizzatori di Extreme E nei programmi educativi e di ricerca, nelle iniziative in supporto delle comunità locali e nella pianificazione degli eventi
spettacolo e ambiente
Extreme E ha annunciato la produzione di un documentario che svelerà il dietro le quinte dell’organizzazione del campionato prima del debutto della serie nel 2021. Il documentario sarà composto da segmenti quali “Come costruire un’auto da corsa”, che mostrerà in dettaglio il design e le innovazioni tecnologiche dell’ODYSSEY 21 mentre “MakingTracks” documenterà le spedizioni per individuare zone dove avverranno le gare. Infine “The Electric Future” si concentrerà sul ruolo dei veicoli elettrici nella nostra società. Extreme E ha anche concluso accordi con BBC (UK) Fox Sports (USA, Canada), Fox Sports Asia, Fox Sports Australia, Mediaset, Sony India, RDS (Canada), TVNZ (Nuova Zelanda), RTM (Malesia), Dubai Sports e BTRC (Belarus) per la trasmissione televisiva delle gare del campionato
I circuiti degli XPrix prevedono anche l’incorporamento di particolari sfide, ostacoli da superare, salti, dune e guadi, per spingere i piloti al limite e per assicurare un grandissimo spettacolo per gli spettatori. “Non si è mai visto un campionato come Extreme E - ha dichiarato Alejandro Agag, fondatore e CEO di Extreme E - L’obiettivo è quello di accelerare l’innovazione ed affrontare il problema dei cambiamenti climatici. Per mantenere questo obiettivo nel mirino è necessario creare un format innovativo per attirare le nuove generazioni di appassionati del mondo delle corse. Ci auguriamo che i fan possano godere appieno di queste brevi gare pensate apposta per regalare battaglie
ruota a ruota e altre entusiasmanti emozioni grazie ai potenti SUV elettrici, i cambi pilota, l’Hyperdrive e la Crazy Race. C’è moltissimo da aspettarsi da gare come queste!”. Il modernissimo SUV ODYSSEY 21 da 550 cavalli è stato pensato per attraversare terreni mai calcati dai piloti delle quattro ruote. Progettato ex-novo e realizzato da Spark Racing Technology (con batterie sono prodotte da Williams Advanced Engineering) questo veicolo si basa su un telaio tubolare in acciaio rinforzato da niobio ed è in grado di garantire prestazioni eccezionali, quali un’incredibile spinta, che gli permette di accelerare da 0 a 100 in 4,5 secondi.
Il pacco batterie fornisce 400 kw e e il peso (contenuto visto il tipo di veicolo) è di 1650 Kg. Extreme E vuole dimostrare le capacità off road dei veicoli elettrici ma anche rafforzare la consapevolezza della popolazione sui cambiamenti climatici, organizzando le competizioni in zone particolarmente colpite. Un team di scienziati sta aiutando l’organizzazione degli eventi concentrandosi su questioni come la deforestazione in Brasile, l’aumento del livello del mare sulle coste dell’Africa Occidentale, lo scioglimento dei ghiacciai artici in Finlandia e altro.
spettacolo e ambiente
CALENDARIO PROVVISORIO 2021
23-24 gennaio: Lac Rose, Dakar, Senegal 5-6 marzo: Al ‘Ula, Saudi Arabia
14-15 maggio: KaliGandaki Valley, Mustang District, Nepal 28-29 agosto: Kangerlussuaq, Greenland 30-31 ottobre: Santarém, Pará, Brazil
storia
FIAT CAMPAGNOLA “ALGER - LE CAP”
IL MITO! La mitica Campagnola ha scritto una delle pagine più leggendarie dell’automobilismo del dopoguerra, attraversando l’Africa da Sud a Nord in 11 giorni 4 ore 54’ 45”. Sulle mappe di allora si calcolarono 14.193 km, ma il contachilometri della Campagnola indicava di averne percorsi 15.256
il mito!
Nel
1950 l’Esercito Italiano bandì una gara per la fornitura di veicoli polivalenti per impieghi speciali (in inglese MPV, cioè Multi Purpose Vehicle), che ricalcassero lo schema della Jeep Willys, il fuoristrada impiegato dalla truppe americane durante la campagna europea del secondo conflitto mondiale. Alfa Romeo e Fiat parteciparono costruendo ciascuna il proprio prototipo di “A.R. 51”, secondo la denominazione militare italiana di Autoveicolo da Ricognizione modello 1951. L’esercito scelse la versione Fiat progettata da Dante Giacosa, perché risultò più semplice ed economica nella manutenzione. Iniziò così, nel 1951, la produzione su larga scala della vettura, che non fu prodotta solamente per l’impiego militare. Il nome Campagnola infatti fu scelto proprio con l’intento di promuovere un mezzo utile anche (se non soprattutto) per l’impiego agricolo. Il veicolo era dotato di un telaio in acciaio a longheroni e traverse, ponte rigido su balestre al retrotreno e sospensioni indipendenti, innovative per quel periodo, all’avantreno. Il motore (tipo 105) da 1901 cm3 erogava 53 Cv a 3.700 giri/minuto ed era accoppiato ad un cambio a 4 rapporti con riduttore, trazione normalmente posteriore con anteriore inseribile in aggiunta solo dopo l’innesto delle ridotte. Nell’autunno del 1951 la dirigenza Fiat decise, per scopi pubblicitari, di provare a battere il record di percorrenza da Città del Capo ad Algeri, attraversando l’Africa nel minor tempo possibile.
il mito!
il mito!
La scelta del pilota cadde su Paolo Butti, forte dell’esperienza maturata nel corso di precedenti rally in terra d’Africa, affiancato da un collaudatore Fiat con profonda conoscenza della Campagnola, Domenico Racca, che si era occupato qualche tempo prima della messa a punto del prototipo destinato all’Esercito. La compagine era completata dalla moglie di Butti e dall’operatore cinematografico Aldo Pennelli. In realtà non si trattò “solamente” di percorrere il tragitto Città del Capo-Algeri bensì di effettuare prima il percorso al contrario, partendo da Algeri per raggiungere Città del Capo, organizzando via via le tappe ed i punti di rifornimento per il raid vero e proprio; per i componenti dell’equipaggio fu quindi una doppia traversata nord-sud-nord del continente africano. Racca e Butti utilizzarono due identiche Campagnole, una per ciascuna tratta, in modo da poter avere quella “fresca”, spedita da Torino, per il tentativo di record. Il viaggio di andata fu portato pertanto a termine con una “A.R. 51” dotata di carrello per l’apparecchiatura cinematografica, per poi utilizzare la vettura gemella “fresca” nella tratta di ritorno, da Città del Capo ad Algeri, e tentare di stabilire il record. Per quell’epoca si trattava davvero di un’avventura epica, tanto per le condizioni avverse del vasto e vario territorio africano, quanto per l’isolamento a cui fu costretto il team durante le tratte più impervie. Venne scelta una versione a passo lungo della Campagnola, con carrozzeria speciale chiusa, attrezzata con un robusto portapacchi
il mito!
il mito!
Attive dal 2015 presso la sede di Abarth & C. in via Plava a Torino, le Officine Classiche di FCA ospitano le attività di riparazione, restauro e certificazione delle auto storiche di FCA, sia quelle dei collezionisti sia quelle appartenenti alla collezione di FCA Heritage. L’accuratezza degli interventi è garantita dall’utilizzo dei dati di produzione e dei disegni tecnici originali, custoditi negli archivi aziendali. Qui i possessori di vetture storiche Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth possono trovare competenze e standard qualitativi unici a disposizione della loro passione. Oltre agli interventi di restauro e riparazione, le Officine Classiche procedono alle attività legate alla “Certificazione di autenticità”. Dopo aver analizzato in dettaglio la vettura in esame FCA Heritage attesta l’autenticità dell’auto d’epoca, evidenziandone il valore
sul tetto, due fari ausiliari sui parafanghi, taniche per la benzina ancorate alla carrozzeria, pala, diversi ricambi meccanici tra cui una balestra intera, fissata al paraurti anteriore. FIAT la Campagnola recitava la scritta sulla portiera, mentre sulle fiancate correva la scritta Algeri – Città del Capo e ritorno, in italiano e francese. Non basterebbe un libro per descrivere quell’impresa, contrassegnata da insormontabili problemi causati dalle pessime condizioni del percorso, spesso reso pressoché impraticabile dalle più che abbondanti precipitazioni, che erano in grado di trasformare in pochissimo tempo sottili rigagnoli in veri e propri fiumi, impossibili da guadare. In molte zone dell’Africa era inoltre vietato circolare di notte (e lo è ancora oggi) e questo elemento costituiva un ulteriore ostacolo per il tentativo di stabilire il record. Superata persino la neve, sulle cime del piccolo Atlante, la Campagnola raggiunse finalmente il traguardo, presidiato dal cronometrista dell’Automobile Club Francese, attorno al quale si era radunata una gran folla. Il viaggio era stato compiuto in 11 giorni 4 ore 54’ 45”: un record tuttora imbattuto! FCA Heritage conserva nella sua collezione l’eroica Campagnola del record, che fa bella mostra di sé all’Heritage HUB di Torino per ricordare l’impresa ed il record e sottolineare (a quasi settanta anni dalla spedizione) la solidità di un veicolo che è stato in grado di compiere una traversata continentale che resterà per sempre impressa nella storia dell’automobile.
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