L’architettura nel periodo del Governo Militare Alleato, in Trieste Anni Cinquanta.

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1945-1957

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edĂŒzioni comune di trieste


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It assessorato alla cultura

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Comune di Tlieste Roberlo D p azza

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Vcesindaco e assessoTe

UniveÌsità degli studi di Trieste

Facoltà di Lettere e Filosofia a aculLlTa

Assessorato alla cultura flar a MasaLr Dan Diettore Area cutura Museo Revoltella Gallerìa d'arte moderna

Facoltà dì Architettura Dipadimento di Storia e storia dell'arte Dipadimento d: Progettazione architettonica e urbana

triesteann cinquanta atgan zzaz aae Area cu tura de Comune di Treste

coordinamento amrnlnÌslral vo Donate a Ouarantollo Sergia A oÌs Fenato Larosa. Elena Corninolto. Gora Deotto,

Bruna Esposilo Andrea Po acco, Carrnine Garofalo, Angeo Gig io Ermanno Lantschner Ornella N,4ari, L ana lvless na, Lara Busato, Chiara Volpin Ufficio stampa N,4ar na Nemelh mrnag ne coord nata,

catalogh, a est menl CODEsgn Pao o Tassinar

Leonardo Sonnoli Thomas Bsan G ovanni Barbiero

N/atleo Bartol

gor Bev acqua grafica Laura Forcessinì C aud a Bosch an segreterie

Francesco N co ell Gabrie e Toneguzzi

con

contr buto di FerrLrccio N4onlanari


La città delle forme

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arch tellLrra e aÌ1 applicate a treste 1945 1957

Archivo d Slalo diTr este

moslra e calaogo a cura d Fu vo Capulo Civ

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conlr bLrt di Dana Barilari. Gabre a Bucco, Fuvio Capulo Antone a Cal(] , G

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Lu sa Crusvar.

Grazia Tatò Archiv o Fanlon d Udrne. Alessandra Fanton Arch v o Progeitì. Veneza Associaz one N,4arfara

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este ALrtorilà PoÌllrale d Treste, l\,,lar na l\,,lonass Anlon o Guerreri, Dar o Sa m Centrc degliStudi e Arch vio

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Parma

Arch vio Genera e del Comune

Roberto Drozina Rosse a Fag an [4 chela N/]agLrolo,

d Triesle Barbara Bg

GuoN/lenato,

d Triesle

N4assrmo l\,4ucci

Nalasha F Pu lzer, sabella Reale Anna Rosa Rug ano Pier Angeo Ton ne i apparali Barbara Cos ov ch Anna Da.n ani, [4ara Dreossi, Aulo Guagn n \.4arco Stefan segreter a scÌenl

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e organizzativa

Serga Alo s, Yen a Apolono, Barbara Coslovch Susanna Gregoal rnonLagg o v deo Dav de Lonzarch

hanno co aborato al a estimento Carrnen JLrgovic Bruno l!4asset (Associaz one

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Arch vio Tecn co del ComLrne l',4arina Cassln, l,,lara Dreossi, Giulano Persog a Fololeca Cvc l\4Lrseid Slor a ed Arle, Ond na Nin no La Comlnae Ga era d'Arle ConteTnporanea N4onfacone Convento Suore Orsolne Trieste Enle F,éra d Triesle. R ccardo Novacco EZL-r, Trieste P erpaolo Ferante, G ann Lconori

CÌvc l\4use d lldn,.. Guseppe Bergam ni NAIL, Triesle G Lrseppe [4l]sto UAV Venez a Rosa f.4ar a

CaÌnozzo, Opera delVilagg o de Fanc ulo,

Tresie S !a Sernol [4ons. Per Giorg o Ragazzon Rcg onc ALrlonoma FrÌul Veneza G Lr a G ovanni Be arosa

voontarÌalo Cllaviva), l\4arfa Cog evina,

Scuoa l,4osaco d Sp i.nbergo G ampiero Brcvcdan, Danlla

Servzio Sport del Comune di Tr esle

VenLrto

Soprnlendenza per Beni archlellon c ed paesagg o e pcr i patrrnono storco artisico ed etnoantropoog co

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V-onezaG!ìa Tamara Fucka l'/ar a PatriTa Zellln Tiren a Nav gaz o'ìe, Napo Un versilà degl Slud d Tr esle Facoltà d ngegnera, Ed rìo Valcovch LLrc o Amesi G

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de N4 n stero per i Ben e e Att vtà Culìlra

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Ered Giovann Zoncada relerenze f olograf iche Arch v o Carà Arch v o Cery Arch v o Crlrsvar Arch v o CSAC Arch v o De a l,4ea Arch v o EZT Arch v o Fanlon Arch v o Generae Comune

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La cittĂ delle forme architettura e arti applicate 1945-1957


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lntroduzione alla mostra e al catalogo Verso un nuovo mondo

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945-1957)

1O Prologo. Dall'italianità all'ltalia' Gli AnniVenti e Trenta Fulvio Caputo

'18 Trieste 1945-1954 GiuLio [,4ellinato e P]er Angelo Toninellì

22 Allied Military Government: una nuova committenza Diana Barillari

Dalla sede dell,EPlT a Borgo san sergio. Episodi, temi, questioni della ricostruzione l\,4ichela Maguolo 50 I piani dell'E.Z.l.T Roberto Drozina 56 La ricostruzione dell'attività portuale Antonella Caroli 68 ll transatlanlico: I'incontro tra arte e tecnica negli interni navali degli anni Quaranta e Cinquanta Luisa Crusvar 96 ll Conte di Biancamano. Come cambia lo scenario dell'architettura navale nel secondo dopoguerra Natasha F. Pulilzer

34

lntorno al 1954

l.l4llcircolodellaculturaedellèArti..,L,ltaliainunadimensioneinternazionale,, Anna Rosa Rugliano 118 Architettura e ricostruzione nèl periodo del Governo Militare Allealo Massimo l\,4ucci

140 Artisti, architetti, artigiani: esempi di collaborazione regionale Gabrìella Bucco

156 Marcello d'Olivo al Villaqgio del Fanciullo di Opicina lsabella Reale

164 Antonio Guacci: I'inizio di un percorso particolare Giovanni Ceiner

't70 Appunti sulla storia della tutela e della conservazione Rossella Fabiani

176 Approfondimenti

Apparati

204 ll problema del Regolamento Edilizio all'epoca del Governo Militare Alleato Aulo Guagnini

206Regestodeiprogetticonservatipressol'ArchivioTecnicodelcomunediTrieste lMaria Dreossi

211 Bibliografia 215 Gli oggetti Posti in mostra



Una difficile catarsi tra continuità e innovazione "Stiamo risollevando dalle ceneri le membra sparse, pezzi rimastici del nostro tesoro distrutto" affermo nel i

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19461o scrittore Giani Stuparich, nel discorso di fondazione del Circolo della Cultura e delle ArIi di Trieste (CCA), del qual fu primo presidenter. Proseguiva dichiarando che uFunzione della cultura e stabilire un'armonia fra le opposte tendenze che s'agitano nella vita dell'uomo, o connesse con la sua natura o sprigionatesi dal mistero del cosmo> e concludeva con un chiaro messaggio alla citta: *è in questo dolore e in questo tormento, che l'età nostra riproduce, che il messaggio dell'arte potra dire la sua parola di consolazione durevole all'affanno presente e di ricostruzione sicura da valori dispersi, (in Quazzolo, 1997, p.21). Il tentativo di Stuparich di ridare un ruolo centrale alla cultura nel momento difficilissimo della ricostruzione postbellica, in una citta amministrata dal Governo Militare Alleato (GMA) e oggetto di una contesa territoriale internazionale forlemente penalizzante, è gia un fondamentale atto di ricostruzione morale della società', L'aspirazione principale del Circolo sara quella di difendere e divulgare l'italianita di Trieste, tema intorno al quale si stringe la maggioranza della popolazione con artisti ed intellettuali. Divenuto in breve tempo il Circolo più rappresentativo della città, gia nel 1948 sono iscritti molti dei professionisti e artisti che opereranno nel periodo della ricostruzione, quali Romano Boico, Aldo Cervi, Umberto Nordio, Alessandro Psacaropulo, Marcello Mascherini,


Ramiro l\,4eng, Dino Predonzan , Nino PerizÌ, Federico Rjghi, Carlo e lVIire la Sbisà, al quali

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gono negli anni successivi, tra gli allri, Bobedo Costa, Dino Tamburini.. Ernesto Nathan Rogers, trjestjno, una delle persona ità di rnagglore spicco della cultura architettonica ita iana, non manca al 'appello di Stuparich, frequentando la c ttà, tenendo irnpoftanti conferenze a CCA e realizzando alcune opere architettoniche. Anche Rogers si impegna subito nel clibatlÌto su la ricostruzjone con un'intensa attività di conferenzjere e progettista, insieme ag iatr componenti del suo sludio BBPR di l\lilano, e nel Co,gresso della Ricostruzione italiana aîîerma che "Ricostruire con criterÌo sÌgnifica, dunque, rispondere con la tecnlca alle es qenze de la morale: e sia concesso, a me archÌietto, dÌ r cordare anche che dal congiungÌmento di questi faîtori scaturisce I'estetica, la quale non è minole es genza, né meno trascurabile termine ne]la funzione di una civlltà', (Rogers, 945). L'esigenza d i Rogers d i rifondare 'archltettura su basi mora i condiv se lo porterà a lavorare in quesli anni su un processo d catarsi dagli errori del passato regime politico, e a lo stesso tempo ad una ricerca sul tema delle preesistenze ambientali del contesto architettonlco, fonda, mental per I'architettura ialÌana del dopoguerra. Di pariicolare importanza per Trieste sono state le conferenze di Rogers dedicate a a memor a e r valutazione dell'alch tetto Giuseppe Pagano Pogatschnig per le tematiche sulla continuità con la lradizione de l'architettu[a moderna da iui già djvulgate a livello naz onale. Pagano, di origjnl istriane e mofto nel /ager di N4authausen ne 1945, viene visto come l'esempio più coeren te e coragg oso del riscallo, per 'ammissione delle proprie colpe e i conseguente impegno attivo nella resistenza, fino a pagare con la propria vita, ed è per Triesie un'lmportante ered tà rnorale, anche per la sua difesa del 'talianltà de l'area giuljana. Ne numero monografico di "CostruzioniCasabella" a lui dedicato ne dicembre 1 946, in cui è pubblicato anche il suo interessante progetto per un centro culturale spaftivo a 77lesfe (1941), Rogers scr ve un articolo dl autocritica sul propr o operato, da signiflcativo titolo "Catarsi" e affelma che "il fascismo non era mai slato rivoÌu 1

lvlarcèllo Mascherini, mìto di Giasone nella motonave Conte Biancamano, 19218-49 (Foto U. lvlorterra, Trieste,

concessione archivio Marcello Mascherini) Raffaello Fagnoni, Umberto Nordio sede delÌ'Università degli Studi di Trieste, 1938- 1950 (Foto Paolo Bonassi)


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zione, ma reazione" (Rogers, 1946), quindi era assurdo pensare che potesse adottare il razionali smo' La conclusione di questo cruciare passaggio de|a curtura architettonica itariana è pieno di amarezza, ma è anche una dichiarazione di riabilitazione del razlonalismo come idea ancora da cornpiere e forza varida per i rinnovamento dell'architeÌtu ra. La stazione di servizio per ra società Aquila (.1953 54) realtzzata da Rogers sulle rive ne press del Carnpo l\4arzio, olt[e che una speri mentazione sull'appricazione di tecniche costruftve recenti, quari IutirÌzzo di una struttura portante n tubi di eternlt riempiti con cemento armato, sernbra essere un piccolo omaggio a pagano, con la riproposizione della stessa successione in coperlura di volte ribassate in element di cotto ar_ mati presenti nel suo progetto per un centra culturale e spaftivo in Campo Marzio,,. l\4a il concetto di "continuità" con ia tradÌzione deuarchitettura moderna, che Rogers definisce ln questi anni e presenta al CCA nel 1955, non come ricopiatura del passato o dell,opera dei maestri, bensì come ricerca di un Iinguaggio critico da appllcare caso per caso nella costanza di me_ todo' può dare a Trieste esiti morto contraddittori'. La tradizione de]l'archìtettura moderna è soro il razionalismo? Dopo anni d eserc zio progettuale intorno al temi della monumenta rtà e dell'elo_ quenza architettonica perché si dovrebbe abbandonare la strada del classicisrno di matrice nove centista? La risposta ra forniscono arcuni professionisti che mantengono un atteggramento dr continu tà con la propria formazione culturale, sia essa piùr incline a razionalismo o al classÌcrsmo, e in a _ cuni casi anche alla loro sovrapposizione nell,opera di un singolo progettista, alla ricerca di quella moderna class/cità promossa anche da pagano. A T|este la catarsi daglÌ eccessi ideologici del regime puo valere sia per il razionalismo sia per

iclassicismo,setorniamoadun'originerniticasenzaternpodelreterregiurane.rnquestosensoac-

quista grande forza evocariva t) Mito di G,€sone, opera clello scultore l\,,larcello l\4ascherini, realizza_ to per decorare il sotfÌlto della veranda di 1. classe ne]la rlstrutturata mofona ve conte Biancamano (1948-49). all'inlerno degri spazi ar estiti crar gruppo di architetti capeggiato da umbeno Nordio.

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con Aldo Cervi, Vittorio Frandoli e Romano Boico-. ln un glande ane lo uminoso in gesso suddiviso ln episod, lvlascherini racconta i viaggio di Giasone e gli Argonauti con la loro nave Argo. Con loro la classiclà sale dalla Grecia verso l'Europa centrale attraverso il fiume lstro, ogg Danubio, per poj riÌrovare il lvediterraneo passando per una terra che chiarnarono lstria, dal nome de fiume che s asciarono alle spalle. In [/]ascherini emerge il sentÌmenlo della separazione e del ,incertezza sul pro, prio destino, che trova ne mito di fondazione deÌ propriterritori una possiblle origine comune tra popoli diversi, capace di unire invece che d videre. Nla nell'ultimo episodio, I più inquietan.te e maÌinconico, Giasone muore schiacciato da la carena della sua stessa nave mentre dormiva, conferendo all'opera un u teriore s gnificato simbolico6. Può Trieste evitare di rimanere travolta dalla storia? può Trieste trovare una catarsi nel sacrificio dei suo terrÌ'tori per ritornare a l' talia? ll Biancamano risodo da le ceneri della guerra, come una nuova Argo in viaggio per irnpadronirsi del Vello d,oro, parte per a conquista dell'italianità della c ltà giuliana. Un secondo calco dell'anello di Giasone, non a caso, Nordlo o colloca sul sotfifio dell,aula magnadela nuova sede dell'Università degli StudidiTrieste, da ui progettata con Raifaello Fagnoni, opera monurnentale iniziata dal regime fascÌsta nel I938 per atfermare con vigore l,appartenenza nazÌonale delÌa città. ln questo cantiere Nordio è impegnato senza soluzione di continuità fino al dopo guerra, quando v ene completato 'edificio centrale del Rettorato, esenzaalcun ripensamenÌo delle sue scelte architettoniche. Nela relazione de progettisli pubblicata in occasione dell'tnaugurazione

tenutasi ll 3 novembre 1950, a tecnica, l'ade e l'economia sembrano rscat'tare e giustificale qualunque eccesso retorico. l\,4a soprattutto, ciò che salva l'edìficio dalla evidente magniloquenza fascista, è a riafiermazione deÌ sÌgnÌflcato originario di rappresentazione dell'italanità di Trieste. ,,1\,4a un fattore dl ordine splrituale predomina sugli altri", so-ivono idue progettisÌi, "la necessità che la cullura ita iana d Trieste avesse una palese affermazione ai confini della patria, lncorporandosÌ in un'opera che dominasse per mole e proporzioni tut.io il panorama, che si ergesse quale p lone d,ingresso de la ciltà sulla via provenlente dal confine" (Fagnoni, Nordio, 1950, p. 5). Ora che il conflne passa m naccioso poco d stante da colle dell'Università, paradossalmenle quest'opera architettotrae dal dopoguerra ancora più forza evocativa. A questa riattualizzazione di vaiori, g i autori fanno seguire un'indovinata citazione da un articolo sclitto da Silvio Benco jl 29 settembre 1945, in cui spiega come finalmente la clttà abbia un nuovo edificio dominante di coronamento del a sua immagine panoramjca vÌsta dal mare, in sostituzione del piùt debole e orizzontale profilo de San Giusto: "Ora nell'ombra deglÌ anni di guerra questo segnacolo della città è pur venuto sorgendo, e con accentuazione ben vigorosa: è 'edificio ancora incompiuto dell'Università Ìlaliana, quella poderosa n ca

umberto Nordio, scuola Morpurgo in Campi Elisi, '1947-1952

{Foto Paolo

Bonassi)

Vittorio Frandoli, seminario Vescovile di Trieste, 1948-5'1 {Archivio Giornalf oto, Trieste) Ramiro Meng, chiesa della Beata Vergine delle Grazie, '1950-56 (Foto Paolo Bonassi)


mole, che ncontestabilmenle s erge su Ìutto ll panorama cittadino e o dornina, quasi o accentra al l'occhio di chi giunge dal mare." Benco glissa esplicitamente sul linguaggio architettonlco ed esal ta il carattere monumentale, infine conclude con l'augurio che alla realizzazione dell,edificio corrisponda anche a reaizzazione degli ideali, "che possa da quel a rfo e irradiars ne l,awenlre la luce del pensiero nostro, della cjviltà nostra" (in Fagnon , Nordio, 1950, p. 6). La questione del 'ita ian tà di Trieste è a taÌ punto drammatica da divenire un prob ema di soprawivenza de la civiltà e I'a[chitettura è chiamata a proietîare un chiaro significato simbo] co di nuo vo tempio de la patria, che domina e protegge. nonostante l'edif cio appadenga ad un tempo ditf ci le da accettare come tradizione. La catarsi triest na s preannunc a dawero ditfjcile e contracld ttoria. Quale sarà il prezzo da pagare? Eppure anche questa è rjcostruz one, del senso delle cose. ancor prima della oro presenza materiale.

Ricostruzione e continuità con la tradizione ln questa particolare rcostruztone postbellca le due tendenze architetioniche maggiormente presenti, sebbene con d verse declinazioni corr spon den'li aj vari progettisti, sono il razionalsmo ed il classicismo di niatrice novecentista, fitrato da l,ar chitettura fascisla. Su questo terreno, impostato in contÌnuità con le esperienze degli anni Trenta, si rnsenscono anche contributl piùl innovatori dÌ ascendenza organica, neoempirista e di espressionismo strutturale, tesj a perfezionare è superare il raz onalismo ododosso. La spinta per un'architettura che espr ma la rnonumentalità con un linguaggio moderno, pro viene sopraÌtutto dalle scelte sti ist che dei progettisti, suppoda'ie da uno spirito cittadino solldale in djfesa dell'ita ianjtà diÎieste, che pona ad esaltare la paradossale nrodernÌià dj interventi edilzi ln realtà iniziat negl anni del regirne fascista. Nesono un esempo lcompleiamento di viadel Teatro Romano con l'edificio lNAIL, di Romano Boico, a nuova sede degl uff ci comunali d Aclo Cervi e Rornano Bo co, il mercato odofrutticolo coperto, a meno nella fase del concorso di progettazione, o I completamento del comp esso in piazza Oberdan d Nordio. I progettisti in questi cas hanno il dif ficile compito di rnediare tra un passalo scomodo e un presente lncedo. ll filone di ricerca di una moderna classicjtà in perfetta continujtà con l'archltettura deg i anni Trenta, fra accenti novecentisti, generica roman tà e riduzioni funziona iste, ha come maggjore espo nente Umbefro Nordio. Nel a scuo/a Morpurgo in Campi Elisi \1947 -19521 e nel progetto di compietamenlo del 'isolato della ex Casa del Bailk, da ui stud ato dal I932, con un complesso di /esldenze, ufficí, auditarium di musica, cinema, dancing e vari servizi \1939-j948), propone la continuazione di un classic smo giocato sulla giustapposizione di volumi netti e monumentali, e su l,util zzo a con

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trasto di mattoni a vista con pietra bianca nei marcapiani, basamenti. cornic on , ed e ementi decoratlvi n generer. Sotto l'aspetto del 'rnpantogeneralebsognaconsderareinontrascurable ntervento del G[,/TA nel l]occiare j prÌmo progetto di ricostruzione dellascuoa bomllardata sul sÌtooigi nar o. Ìra viale Taft ni e v a Calvola, proponendo invece la sua realizzaz one nel v cino terreno più a val

e.Nordiorducel'edificodi unpanomanonmoclif ca linguaggio arch tetton co nofostanÌe la ogica de la ricostruzione vera e propr a sia venuta a mancare. Nella Chlesa del/'/m macalata Cuare di L4aria (1941-55J Nord o. [imanendo coerente con le premesse tradiz ona ste de suo pr mo progetto di matrice novecentista, realizza, se non unatipica architettura deg i ann Cinquanta. ceitamente uno straord nario saggio di edficio monumenta e storic sta, che c ripoda ancora Ltnavota, con citazoni paleocrstiane e romanlche, a e origini de cristianesirno. Vittorio Frandoli, riprende didasca icarnente lalezionedi Nordo, n particolare delasede del I'Università, nel Seminario diocesano (1948-50). real zzato r costruendo I'ex-caserrna dei Carabin eri d via Besenghi bombardaÌa. Questa paradossale continuità con gli anni Trenta e Quaranta è u tenormente legitlimata da ' mpegno morale nella ricostruz one di mons. Anton o Santin. Vescovo delaDiocesi di TriesîeeCapodjsiria,chevede'operaconreunbaluardodelacrstiantàedel .taìantà r vo to verso i confine, e asoddsfazonedi un'es genza sent ta già da la fine degl ann Trenta,. Co me per l'Università, a posizione dom nante sul co le e la funzione simbolica dell'edific o, unite a l'enfas del 'atto di rcostruzione postb'el ica, ispirano un linglaggio, c assicista e monumentale ne l'ed f cjo centrale del Sern nario, con corn cioni, arco trionfa e d'ingresso e basamento a bugnato I scio. Ne l'adlacente chiesa a navata unica. invece, Frando iadotta uno stile neoromanico pìùr moderato,contantodl chlostro ad arcate evote acrocera. Anche n questo caso l'ntervento de GN4A, in qualtà di finanz atore de le opere di ricostruz one, se non determina certo e scelte arch tettoniche, slcuramente cond ziona i crearsi de le oppodun tà progettualj, non approvando prinri due progetti elaborat de Genio Civi e nel 1946. I terzo progetto va a buon fine, lÎa non decol a, inf ne. con passaggio di propr età alla Curia nel 1 948 vlene incar cato Frandol . che mant ene le stesse piante ma caratterzza decÌsarnente i inguaggio archiÌetton co con maggiore romanità. Frandoli e Nordjo, con 'ngegnere S.C sil n, realizzaro negl stess ann inuovi uffici ammini strativi e servizi dell'Aspedale Maggiore (1948) con le stesse soluzioni di facciata. mantenendo qu anche ldisegnod unagrgiadecorativaad mtazionedÌ un rivest mento in lastre d petra. che era stato abbandonato ne Seminario eaggiungendo unacauta art colazione pan metrica. Nel fi one del a cont nuità con a trad iz one storicista si co loca anche l'opera d Ram ro l\,4eng. anch'esso arch tetto operante con successo nel per odo fasc sta e prosecutore nel dopoguerra dl uf competente professìonismo. La r costruzione de la ch esa neoromanica della Beata Vergine delle Grazle (1950-56), già real zzata dal'atchitetto Carlo Pol i (1 924) e d strutta quasi completamente dal bombardamenti, è emblematico per cornprendere a comp ess tà e p ural tà de soggetti decis onalj in g oco, tutti nteressati ad interferire n qualche rnodo ne risultato finale. Dopoil rifiutodapadede G[,,4A d f nanziareil progetto di rcostruziofe presenÌato da Genio C vjeall'iniziode 1946, a prec sazione categorica de GeneraeAreysu progefio dei 'archtetto Bruno Cravos ripresentato dalla parrocchia, ncu afferma che verranno finanz at solo "lavorl di restauro a 'edific o com'era n orig ne. senza comprendere altra opera d m gl oria od ampl amento" . ci permette. a m o avv so d attribu re al 'anim fistraz one alleata un rlolo attivo ne de ineare conf ni di sc pl nari degli inten'/enti ediliz. Spetta a loro scoraggiare interventi ambigui ch arendo che una nuova costruzione non è un restauro. I\4a superata questa fase, si aggunge lparadossale giudizio negativo del a Soprintendenza che suggerisce pers no di adottare una soluz one moderna e sl arr va quasi al conf ittoisttuzionaleconiComune. lnuovo progetto di [/]eng, ev dentemente gravato del cornpito d trovare un coJîpromesso fra anastios e modernità. è Ltn'equil llrata declinazione di neoromanico novecentista che bene interpreta I senso moderno de la decorazione, molto austera, cof mattoni in vista sia internamenÌe sia esternamente, ed e emefÌi decorativi semplÌficati in p etra. ln facciata un

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Umberto Nordio, progetto per il quartiere Ente Fiera di Trieste, assonometria, 1949 (AGCTS, prot. Corr 289/1949)

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Umberto Nordio, Fiera di Trieste, sede amministrazione e ingresso principale (Archivio Giornalfoto, Trieste)


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grande rosone cÌrcolare e e stilzzate arcatelle disegnano I'inconfondibile carattere dell'edificio. Nonostante i Genio C vile pretenda i ruolo di direz one avor, lvleng, conîe direttore artist co, r esce ad mporle una visione del a chiesa come opera d'arte unitaria, in cu tulti g ] èlementi ar chitettonlci, dal bassoriliev scolpiti sui pi astr d'ngresso ai serrarnenti, dal e strutture murarÌe al l'a tare, sono da ui disegnati per concorrere a la reaizzaziane del va ore spir tua e. "l serramenti, secondo i miei d segni, sono corrjspondent per concetto sti stico, nfatti, per non divenire ridicoli dj fronte alle grandi supedic che I cÌrcondano, essi devono essere massicci [...] I monumen to non è fatlo solo di grandi masse, rna anche d piccoli part co ar." (ASI, FTT 36/3, periz a 2821l4, lettera del 17/05/1554). Gli fa lverso Padre Adolfo Grassi, consigliere del Convento, dimostrando d avere p ù d tutt coscienza del va ore rnonumentale che si sta edificando. quando concludendo una lunga re az one di lamentela sui lavori rnal esegu ti, afferma che la chiesa "E un'opera pubblica che sarà esposta alle critiche d tutti i temp " (AST, FII 36/3, pe(izia 2821/A,lelleta del 12/12/1953), ed è quind inaccettabile a bassa qualità. Ramiro N,4eng rimarrà, come Nordio, sostanzialmente egato a le sue esperienze passate, proponendo coerentemente una rarefatta monurnenialiÌà, come nel'albergo Miramare (1949), o in al-

cLn edi'ci .esideîzia i coîdo-"ì ria

Ricostruzione e internazionalità: i casi della Fiera di Trieste e del Mercato OÉofrutUmberio Nordio e abora progetto per nn nuava quarliere fieristico di lrleste (1949) a N/lontebello, un intervento appoggiato e finanziato dal GN/lA per a sua funz one d infrasÌruttu-

ticolo

ra al serv zio della ricostruz one economica. La prospettlva d avere una sede stabile per orga nizzare la Fie"a è un'es genza nuova fortemente promossa anche dal Governo iÌaliano, per avere una la vetrina dei prodott del progresso italiano, e con fina tà politiche per dimostrare l'appartenenza naziona e de la città.

Provino e Gino Valle. torre Vriz in via San Francesco, 1952-57 (Foto Paoìo Bonassi)


Nel J 948 viene islituito l'Ente Fiera di Trieste e la sua prima e fondamenlale manifesiazÌone si tiene lo stesso anno alla Stazione lvlariltÌma e nel Codile delle Milizie del Castello di San Giusto, dopo una sperimentale manifeslazione nell'anno prècedente. fautopromozione della Fiera, voce deli'anÌma mercanliie di Trieste, è incentrata sul tradizionale ruolo internazionale della città, corne luogo di incontro e scambio tra I'area mediterranea e l'entroterra continèntale, nonché tra I'ltalia e

l'area orienlaler'z. viene dato grande risalto alla presenza dell'industria italjana e dèi paesi esteri, quali Jugos avia, S'latl Uniti, Austria, Cecoslovacchia, Ungheria e Svizzera, e sono nurnerosè le industrie locali. Tra le curiosità pÌù interessanti sono da rilevare la presenlazione in anteprìma di copie delle cabÌne passeggeri della mofo nave conte Biancamano e la moderna lavatrice americana per panni e stovÌgÌie, accolta come esempio di vita moderna. È forse ques.ta Ia prima vera fiera della ricostruzione, ancora senza un'architettura ufficiale, ma piena di speranze per il futuro. ln questo intreccio fra italianità e inlernazionalità è chiamato a esprimersi Nordio nel 1949 per progeÌlare la nuova sede permanente e la sua scelta questa volta è pÌir orienta.ta a far emergere la componente razionalista della sua architettura, sebbene talvolta con eccessiva riduzione e semplificazione formale, senza comunque rinunciare a rigorose geomètrie. Gli edifici dell,Ammin strazione, ìl Centro Servizi con cinematografo e ristorante, il palazzo delle Nazioni, i due capannoni e i piccoli padiglioni sparsi a monte del terreno, sono diverse variazionj compositive sullo stesso tema, distinti nell'ariicolaz ione volumetrica, nelle tipologia di finestre e di copedure, per caratterizzarne formalmente le specifiche funzioni. ll piano urbanis'tico appare, quindi, ornogeneo per unità di concezione, ma diversificato nei vari episodi architettonici per conferire un effetto di varietà e libedà, senza eccessi retorici e monumentali. Ma i buoni propositi dl consolidare un,immagine duratura e dinamica vengono travolti dall'urgenza di organizzare la Fiera del 1950. Si realizza solo la sede amminislrativa con lecniche edi izie permanenti, mentre i due capannoni sono affidati interamente a ditte di prefabbricali in tubolari. farchitettura come linguaggio viene soppianlata da una più radicale modernità, imbattibile per velocità ed economicità: è il trionfo del sistema iubolare Dalmine lnnocenti, che farà anche da supporto a tulle le insegne pubblicitarie della successlve manifestazione. I progetti per il cinematografo e per il Palazzo delle Nazioni vengono ritirati e al loro posto sono realìzzati una serie di padiglioni prefabbrjcatì con elementi tubolari e lamìere ondulate in alluminio, tra cui anche l,importanle padiglione ERP in cui è allestita la mostra sui risuliati del piano l\ilarshail. Non è un caso che queste tecniche costruttive vengano salutate, ovviarnente anche con intenti giustificativj, come espressione di modernità. Una nuova razionalità tecnologica, sembra contrastare, almeno in questo campo, le ormai consolidate tecniche costru.ttivè del telaìo in cemenÌo armato e pareti in mattoni. La Fiera del 1950 è un successo senza precedenli, con la presenza all'inaugurazione del nuovo quartiere di tutti irappresentanti delle istituzioni locali, del GMA, e del Governo italiano, con una più vasta partecipazjone di nazioni estere, infine con il risultato dÌ ben 200.000 visitatori. Si pensa da subito al complelamento del quartiere e viene indetto un concorso di progettazione per la sistemazione di massima, vinto da AntonÌo Guacci e LucÌo Arneri. ll /eltmo'y del loro progetto, che unisce ivari padiglioni espositivi e di servizio, è daio dalla carica espressiva delle geometrie strutturali, esaltata da fodi contrasti mater ci tra setti in muralura a vista o intonacati, pareti vetrate e puntelli di acciaio, incrociati spesso ai pilasiri in calcestruzzo. fesibizione di tÌpici elemenli dell'archìtettura anni cinquanta, quali coraggiose leggerezze strutturali e contraddittorl incontri materici, viene visto come effetto spettacolare e come espressione di dinamismo e fiducia presenti nelÌa società trÌestina. ll progetto non viene realizzato, nonoslante fosse architettonicamente più attuale rispetto alla proposta di Nordio, e più omogeneo dell'accavallamento dei successivi interventì. Al posto del cinematografo-sala conferenze, viene afiidato a paolo Scarpa e l\,4arjo Zocconi la progettazione del padiglione per mostre spec/a, (1950-51). L edificio è caratterizza.to da una schietta esibizione del slstema cosÌruttivo ad arcate paraboliche in calceslruzzo, che partono diretta,

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e puoblcira.ia. Lo stesso spÌrÌto d esibzione struttura e come prncpale c araltet zzazione farmale ortroviano nel Palazza de e Nazioni (1951-52), progettato da t\4arcello D'Olivo. R.t,4or si. VC. pÌccinini. l pr mo progetto mostra addirittura so o a struttura in calcestruzzo, costitu ta da un grande teia o d pilastr d spostl a losanga, come proposto negli stess a.rni nel Vjllaggio del Fanciulla a Apjcina, e tre piani d rollusti solai tra loro sfalsat e a sba zo, con una plast ca scala disposta sul fianco.r. L,edificio appare come un grande s stema domlno lecorbuseriano dalla autonorna valenza arch tetto nica, tanto che v ene specificata dal progettist la comp eta subordinazlone e fless bjltà de serra menti e dei djv sori n rnuratura. ln rea tà l'attento studjo dei serrament esterni per a qrande pare te vetrata continua, conferisce a l'Ìntervento un'accattivante e uminosa irfmagine di modernità. Tra cont nuità con le aspiraz oni dei decenn precedenti e tentativÌ di innovazione archjtetto n ica si colloca I primo corcorso p er il mercata aftofrutticola dl frleste (1 951 ). E una vicenda par tico armente ntricata e da d ostacoli che poda a comp mento g studi iniz ati negli anni Venti e Trenta, quando già si erano e aborati i primi progett, success vamente ma realzzat a causa dela guerra. Nel dopoguelra i Comune. avva]endos ;n partico ale del contributo dell'ingegnere Vittorio Privi eggi alLora Capod vis one ne l'Ufficio Tecn co Cornuna e, ne riprende le nee generali e approva ne 1949 un defjn tivo progetto. La ricerca dei fnanzament per realizzarc I'operavene supportala da una dup ce promozione per ii rilancio economico dell'area: da una parte verso il Governo ita iano, dimostrando 'orgogljo naziona e di avere un grande mercato ortofruttico o al pa ri delle a tre città, da I'a tra pade verso I Gl\,4A, esaltando i ruolo di emporio commerciale con f unzioni di scarico e trans to nternaziona i. l\4a quando I G[,4A accetta di f nanzia[e parte de 'opera ch ede che in cambio venga indetto un concorso naz onale d progettaz one, aperto a tutti pro fessionisll taliani, per dare effett varnente all'in z atlva amp o respiro al d fuori de a d rnensione ocale, dimostrando ancora una volta di avere un ruolo att vo nel 'impostazione culturale degli n tervent . L'ingegne[e Ra mondo Vis nt n, assessore de egato, è costretto a sp egare persona]mente all'ingegnere Prìv eg . il qua e incredulo di fronte a 'ennes mo arresto de progetto chiedeva spjegaz oni, che il concorso e vo uto da GMA '. Nel frattempo il progeito approvato dal Comune era stato pubb caÌo sui quot dian e la sua impostaz one con pianta rettango are e grande sa a centrale con copertura voltata n cemento armato, rimane come un'imprescind b le punto di r fe rimento per alcuni progett sti ". ll progetto vinciÌore è del gruppo Lucio Arneri, Robedo Costa, Anton o Guacc, Djno Tamburin "i. ll mercato da oro proposto, n due varianti possibi i. è una grande macchina per la gestione deg spostamenti e deg i ncontri d merci. rnezzi d trasporto su gornma e su roÌaia. venditor e

compratori, organizzata su vell e zone separate. L'arch tettura non puo che rispondere a questa moderna condrzione d dinamsmo, veloctàecornpesstàdelle relazioni spazia i, se non con un in guaggio attua e, industr ale, raz onale. dal progettist maggiormente caraiterizzato da un espression ismo struttu ra e degli elementi in ca cestruzzo che si ripercuote su volumi movmeniandoicon scafi, pareti vetrate inclinate. fasce finestrate aqqettant, asjmmetrje e volte vetrate. L'arditezza struttura e dei capannoni. forse incoraggiata dal a presenza nel gruppo di tre ingegneri, assurge a valore formale autonomo laddove lcalcestruzzo avista mostra tutte lesuecapactà statiche ed espressive negli snel i p lastr e ne grandi archi su cul poggiano a vo ta vetrata e le falde di copertura inc inate verso l'interno. l',4arcello D'Olivo, giovane esponente del 'arch tettura organica I cui progetto era stato premiato per I'origina e soluzione di una pianta circolare, ripropone auÌonomamente lo stesso edif cio avva endos de la collaboraz one dell' nqeqnere Si vano Zorzi, con ' ntroduzione della tecnica del cemento arrfalo precompresso per abbattere notevo mente la spesa. La quest one dei cost Romano Boico. tribune

dell'lppodromo di N4ontebello, 1951-58 (Foto Paolo Bonassì)

Riccardo Morandi, stabilimento per il Consorzio lndustrie Fiammiferi, prospetto principale, 1951

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(Foto Paolo Bonassi)


di costluz]one, proll ernatlca anche per I'Uffic o Tecn co e che viene u teriormenle affrontata da Gl\,4A con la categor ca lmitaz one a c rca due terzi del a spesa prevent vata dal Comune, riapre il dibattilo e manda in cris nuovamente )a realzzaziane. La vicenda, nonostante cÌ s ano state in gioco proposte progettuali di notevole interesse, s ch ude a sfavore ditutto il lavoro di pubblicizzazione e apenura cu turale iniziato dal Gl\4A, con il c amoroso epi ogo di lndire un nuovo appalto concorso nel 1954. che annulla tulll precedenti studi eprogetti,esi ch ude con la v ttoria del 'lmpresa lfg. G.Canarutto di Trieste.

Ricostruzione e innovazione costruttiva

Jn questi anni vengono sviluppate in alcune opere iematiche costruttive part colarmente innovatrici che spesso contribu scono a r flettere sui s gn ficati della forma architettonica travallcando e questioni st isliche personali e e problema

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Ìiche cu turali ocali. Rileviamo, qu ndi, rjcerche sulla valenza arch tettonica attribuita all'espress one del e strutture podanti, sopraltutto in cemenÌo armato, la d alettica fla struttura primar]a a telaio e tamponamenti, l'utilizzo di tecniche costruttive nuove, come cemenÌo armato precompresso e prefabbricazione, infine una forte spinta a superare g j schernatismi de razionalismo. Un esemp o impoftante in questo contesto è dato da Marcello D'Olivo, che realizza )l vjttaggio delfanciulla ad Opicina (1948-57), per accog iere giovani disadattatÌ, orfan e profughi d guerra, opera che o pone all'attenzione della critica nazionale'-. F nanziato in gran pade da Governo Ita ano e da enti statunitensi sotto il contro o del G[,4A, il v lagg]o acquisisce, dopo i Sem nario di Frandoli, il signif cato di secondo falo a l'insegna del senso di appartenenza nazionale, simbolo dÌ ricostruzione morale e materia e, n questo caso rivolto in direzione de Carso. luttavia r spetto a a sede vescov e, I'archltettura è di segno comp etamente opposto, poiché I chiaro r ferìmento al maestro statunitense Frank Lloyd Wright e la ricerca di ardite strutture in cemento armato, esc udono qualsiasi conrpromesso con Le tendenze cu tural localÌ e con le facil attr buzioni di signifìcati po itici. llvillagg o cornprende anche un edific o per officine, una tipografia, un padiglione con aule e dormitor, tre nuclei abitaîiv e attrezzature sportive. ln padicolare nella tipografia è ancora 'lnvenzione strutturale 'aspetto plit innovativo e caratterizzante, che diventa l'eemento forrnale dom nante. I suoi pad gl onl hanno una copertura a piastra quadrata sorretta da un unico p lone cen'trale jn calcestruzzo arrfato precompresso e tutte le pareti perimeÌrali sono so lodi tamponamento. ln un suoschzzod stud o dove mette in pr mo p ano un contono a bero con le quattro strutture ad omblello senza tamponament, in evidente analogia struttura]e, ascja ntendere che vige un'un ca legge organjca di natura neg I esseri v venti e ne la sua archjtettura.

Dino Tamburini, chiesa

diSan Luigi, vista interno della navata centrale, 1955-60 (Foto Pozzar, archivio Dino Tamburini, Trieste) Alessandro Psacaropulo, cinema Astra a Roiano, vista interno della sala, 1949-5'l (Foto Pozzar, archivio Lisa Psacaropulo, Trieste) Mario Zocconi, Paolo Scarpa case per appartamenti in via Commerciale, 1951-53 {Foto Paolo Bonassi) Roberto Costa, Dino Tamburini case IACP a torre in via Conli, 1952 (Foto Pozzar, archivio D;no Tamburini, Trieste) Romano Boico, Aldo Cervi, Vittorio Frandoli, sede del poliambulatorio e sanatorio chirurgico dell'lNAM, 1950-1953 {Foto Paolo

Bonassi)


Sembra quasi che i professionist non operanti ab tualmente a Trieste, oltre a mostrare ricerche personali di elevata qua ità, abbiano un rappodo meno problemat co con la c ttà ne proporre soluzioni costruti ve e stilistiche piit innovatìve e radjca , non condlzionate dalle esigenze po it che dl rappresentativ tà. ln questo gruppo sp cca ne panorama dell'architettura trie stina progetto dello studio Provino e Gino Valle di Udine, per latorre Vriz in via San Frcncesca (1952-57). E denunciata espl citarrente la sua estraneità sia alle tendenze neorea lste che s an davano sviluppando in lta a, sja ad un facile razlonalismo adattato a le preesistenze amb enÌali,quindi in contrappos zione a le proposte d Rogers.. La torre VrÌz è realizzala con una strutÌura scatolare di setti ved cali e so ai in cemento armato a vista. all'avanguard a per i tempj, con pannell esterni d tamponamento prefabbricati n cemento e metal o per i serrament. La razional tà estrema del sisterna costruttivo di concezione ndustriale viene esibita bruta mente e diventa espressione formale. I principio de a prefabbrlcaz one esige una modu arità costante che diventa pretesto per e aborare anche tipologie di alloggi standard zzate, binate e tra oro specu ar, di estrema pulizia formale e distr butiva. D ascendenza raziona sta è anche l'art colazione volurnetrica del comp esso con la piastra basamenta e di ufficì e negozi. contrapposta a la torre residenz a e affeIraIa rispetto a filo stradale. La ricerca sulle valenze arch iettoniche delle strutture statiche è il tema anche di R ccardo l\,4o rand , uno tra i più mportanti ingegneri ta ian de Novecento. che a Trieste realizza il vasto siabl/i mento per il Consarzio lndustrie Fiammife (1951), a ZauLe ne a nuova area dell'EZ|L l vari capannoni sono realzzati contelai a portale in cemento arrnato messi inrsaltoda prof lo rasiremato e leggermente curvilineo verso a base, che segue l'andamenlo de le solecitazion nterne, con ampla sezione alla somm tà che prosegue su la trave d copedura. ln questo modo i prospett laterali assumono un aspetto monumentale, come era stato proposto da l\4orand anche nella centrale ter moelettrica di Civitavecchia (1950-54), n paftlcolare nell'offlc na trasformatori,!. I tamponamenti n muratura intonacata e serramenti metallici a f lo del soffitto sono più arretrati ed evidenterfente su bord nat alla struttura. Un ungo fabbr cato amministrativo ad un p ano confìgura i prospetto principale d'ingresso allo stabÌ imento, previsto interarnente a fasce di bugnato e con finestre o rizzontali, e in ad acenza dell'ingresso l,4orandi coloca al secondo p]ano due volumi scatolari leggermente aggettanti degl aloggi. distinti da un lìnguaggio architetton co dec samente astratio. L'esp[essionismo struttura e diventa ]l motivo dominante nelle nuove trlbune dell'lppodramo di Montebella (1951-58) di Romano Bo co, e sono nel a sua persona e r ceTca forma e un mportante passo verso il superamento de razionallsmo piil ortodosso. De progetto, vincitore di un

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sa ta subito agl occhÌ l'enfatizzazione e il dinarrlsmo delle possenti strutture in cemento armato della grande e fluida pensilina di copertura. La d rnensione architeÌtonlca de 'ntervento si manifesta nell' ntenso espression smo de costolon inflessi e delia copertura, realizzati con sez one trapezoidale ad altezza variabile da 3 a 0,25 metri, ne piloni rastremat verso il basso, neì volumi piegati alle esìgenze deli'empatia fra opera e fruitore, e nella geometria f uida, per rappresentare potenza, eggerezza e d nam smo. Con le amp e vetrate di tamponamento completamente apribi i. che Ìrasformano le sale interne ln grand terrazze gradonate, s ac centua maggiormente la funzione prìmar a della struttura contrapposta al a versat ità e mobi tà dei iamponamenti. NonosÌante il progetto originario prevedesse l'estensione de e trjbune lungo tutto i rettilineo d corsa e le f niture tardino ad essere rca izzale, Bolco si guadagna subito 'attenzìone di Bruno Zev e dell'lnstituto Eduardo Torroja, che ne pubblicano un articolo su le loro r viste, propr o per l'interessante valenza architetton ca data alle st[utture'?r. lnfine, sebbene s a un'opera success va al periodo del GMA, r entra ne filone de le strutture architettoniche innovatve la chlesa dlSan Luigl (1955-60) progettata da D no Tambur ni, sv uppando e sue precedenti ricerche sul cemento arrnato. lspirandosi al a lez one dello stlutturista spagno o Felix Candela, realizza un edificlo a pianta llasil ca e con tre navate copefte da vo te pa rabo iche sottili in calcestruzzo a v sta. eggermente coniche e fra loro staccate per lasciar passare la luce radenÌe verso I'aLtare. Cerca d chiaratamente d unire, quind , la tipologia e 'ausierità mater ca t p che della lrad z one romanica, prevedendo nel primo progetto anche delle arcate ab sjdal su colonne, con la modernità d'avanguard a delle tecniche costruttlvez .

Diffusione e superamento del razionalismo I f one raziona sta si jmpone velocemente sulle altre tendenze, sebbene n var e declinazion persona , come sce ta stilistica consona ad una città moderna e promossa come internaz ona e, sia dall' n z ativa pr vata sia spesso dag enti pubb ic. Saranno le opere, in particolare, di Romano Boico, ALdo Cervi, ancora Frandol . Lucio Arneri. Roberto Costa, Antonio Guacci. Dlno Tamburini, Alessandro Psacaropu o, Mar o Zocconi, a tentare la strada de movirnento moderno con maggiore convinzione. Fin da primi anni del dopoguerra è attivo l'architetto Alessandro Psacaropulo, in collabo razione con Carlo Alberto Bordogna d Torino, nel a realizza di numerose opere orientate ad uno sch etto e d namico razlonalismo:':. Nell',4uforlmessa FIAT a Barcoia (1948-50) un corpo di fabllrÌca disposto ad L è artico ato volumetr camente dai e sott i coperture a volta r bassata ed è catallerizzaTo esternamente da ampie finestre rettangolari, a nastro e ad oblo, che ritaqliano vo INPS, ospedale Sanatoriale INPS, 1951-sg {ATCTS dis.

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Aldo Cervi, condominio in via Rossetti, f954 (ACTS dis. r6486) Romano Boico, sede provinciale lNAlL, 1952-57 (Archivio Piero Boico, Trieste)


lurn puri. A a struttura a telaio di calcestruzzo denunciata negl spazi internl si affianca la pre senza nella sala d'atiesa per i cl entl di opere d,arte di Alice psacaropulo, N no per z e Car o Sbisà. Questo edificio appare piil moderno, e v ene anche reclam zzata come tale. se confrontato al a p ù grande Filiale FIAT in campo Marzio (1952) progettata dall'ufficio tecnico clel ,az enda con un linguaggio monumentale più scontato.

Psacaropulo e Bordogna rea tzzano anche lCinemaAstraa Roiano (1g4g-51) per 1200 po_ sti dislocati su due lìveili in platea e gal eria. Le forme fluide dettate dalle esigenze ottrche e acu stiche diventano motivo formale da evldenziare con figure curve e avvolgenti, con illuminazioni lineari che disegnano vo um , infine con rivestimenti di materiali economic e pr vi di decoraz on . L'esperienza vÌene successivamente ripetuta nel Cinema lvlocierno (1gSA-52), anche qui con 'applicazione di moderni impianti dl vent laz one e cond zionamento de 'aria. lnfine merita di essere rilevata, tra le molle opere ed liz e che progetta, a casa psacaropulo (i 952) che ,architetto costruisce per sé, come conferma che il razionalismo sobrio e anrÌreîorico delie grandl pareti vetrate, del tetti piani, dei modesti volum puri intonacati, non è una sce ta episodica di convenienza. lntelessante anche i suo confronto con ]'architettura neoclass ca, quando neg i anni successivr rea )zza la sistemazione della Galleria Tergestea (1 955 57), con una copedura inte ramente Ìn vetrocemenio a forma di volta a botte ribassala con cupola centrale. Quando AnÌonio Guacci progettava da solo lendeva spesso a sconfinare dai limlti sti stici e dai principi del razionalismo per spingers in ricerche forrnali cornuni aila sua contemporanea at tività di scultore e pittore?r. Nela torre residenziale della casa per anziani e scuala materna \jgs4), emerge un accentuato formalismo gestua e che rievoca l'immagine di due man congÌunte con le dita incrociate, pretesto per estremizzare un'astratta rappresentazione volumetrica. Lo stesso motivo vlene riproposto successivamente ne progetto di cancorsa perla chlesa dl s.Lulgl (19b5) a Chiadino in lvlonte, questa volta posizionato sulla copedura dell,edific o. Nelle piir tarde case d'appartamenti in via Matteucci (1954) e nei quarfiere lACp dj poggi sant'Anna (1955) con Lucio Arneri e l\,4ario zocconi, sviluppa re sue tipiche conraminazioni formali senza eccess srrnbol ci, con g ustapposizioni di p ani e setti in facciata di derivazione neoplastica. A Poggi Sant'Anna, pur conservando la t pologia edil zia, d stingue alcun edlfici ri componendo a facciata corne una parte autonoma dell,edificio, applicando il principio funzionale della diversif icazione di for e serramenti. ma inseriti n nuovi tracc ati regolatori. Le ncerche formal di Guacci proseguiranno negli ann successiv, soprattutto durante gli anni Sessanta, su pos zion ancora più personali e con magqiori contam nazioni scultoree.


Ne le case /ACP a torre in via Canti (1952) di Roberto Costa e Dino Tamburinl la implicita critica dell'urban isl ca razional sta ne confront della ciltà storica emerge, sebbene in frammento isolato, senza mediazioni e delermina una decisa rottura tipo og ca e stilistica con il tessuto urbano ottocentesco. Le due Ìorri uguali s arretrano dal fronte stradale e si sviluppano so la n allezza. L'effetto visivo del volume a piastla viene accentuato ne lati ]unghi dalle neoplasÌ che pareii n mattoni protese in avanti, dal taglio arretrato verticale del vano sca e, e le facc ate sono studlate in modo da Ìntrodurre piccole variaz oni formali pel d fferenzjarle e spezzare la simmetrÌa. l\,4eno appariscenti, rna sviluppati sul o stesso linguaggio sono a tri intervenli res denziall d i Costa e Tamburini, qualj la casa Costa e Bolaffio in via Besenghi (1 951), e la casa della Cooperativa Assicuraziani Generali in via Combi (1953J. L' ngegnere Tambuflni successivamente prosegue da solo la r cerca sul linguagglo astratto util zzato nelle torri dí via Cantì e rea izza l'interessante candominio in via Canava (1956). setti in maÌtoni a vista non sono più forati dalle fineslre, come in via Conti, ma sono diventali veri e propri element pian di una struttura ritmica dei prospetti intervallata da fasce vert calj di finestre, a loro volta lnterroÌle da marcaplani e parapetti e suddivise da montanti verlicali dei serramenti, secondo una rigida gerarchia astratta. Nei progetti di lVario Zoccon , che condivlde n questi anni con l'impresa de l'ingegnere Pao I

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o Scalpa, sÌamo di fronte ad una pratica quotidiana del raziona ismo, rivolto spesso alla vasta produzione delle iniziatlve edi i private. E un professionismo, I suo, teso a sperimentare e consumare le variazioni sul lema della residenza moderna, come nelle case per appaftamenti in via Commerciale (1951),le due ville accoppiate a Scorcola (1952) e il complesso residenziale in via Monfoft (1955), dj volta in volta provando tipologie di al oggi, purezza delle forme. rapporti volumetrici tra a Ìorre aslmmetrica ed il contesto, o la dialettica tra a maglia strultu[a e in v sta ed i tamponamenti. Appaiono interessanti e coerenti anche i progetti sviluppat su tematiche più pad colari, cone la ricostruzione dello stabi mento balneare ex Savoia (1953), oppure Ìa piar tarda chlesa SS. Fu femia e Tecla a Grignano (1955) a navata unica con volÌa parabolica di copertura. Ritroviamo un razionalismo piat rigoroso con suggestioni navali e indusÌriali, quali coperture p ane a Ierrazza, ringhiere in tubolari metallici, volume puri, amp e finestre scandite orizzonta menle e citazioni di aiberi maeslri, anche ne e sed/ per società nautiche (1948), lnizialmente proqettate da B[uno Cravos per il molo Sartor o, successivamente rivisitate da Banno Adrioli e Silvio Ernè per il nuovo mo o in riva Grarnula (1951). Accent piùr monumental tipici del periodo prebrellico, sebbene consoni al e richiesîe di rappresentativ 1à, sono presenti nella sede dell'Ente Porlo lndustriale di lrleste (1 952), realizzala dagi architetli Ratfaele Batt gelli e Edoardo Rutter in seguito ad un concorso di progettazione che ha avuto ampia ditfusione n città. L'edificio presenta una facciata composta contrapponendo un fode volume pieno d'angolo ponicaîo a piano Ìerra e senza f nestre, ad un'ampia logg ja vetrata a tripla altezza su cui si staglia o scalone principale d'ingresso. La gèometria regolare compare nel 'orditura struÌturale e ne volume puro d' nsieme, conferendo forza e monurnentalità a la costruzione. Una de le opere pubbl che che rientrano ne la propaganda fÌlo taliana come esempio di edÌficìo tra i più moderni e grandi d'Europa nel suo genere, soprattutto per la qualità di imp ant e atIrezzatve, è la sede del poliambulatarìo e sanatorio chirurgíco dell'INAM (1950-1953) progeltato degli architett Boico, Cervi e Frandoli'?l. L impegnativo invest rnento di un ente nazionale veniva vislo in cit'tà come una promessa di ricos'truzione maler ale della società triestÌna da pade dello Stalo italiano. I progettisti cercano d confer re un senso di dinamica e moderna monumentalità, per mezzo di accurate asimmelrie e leggere curvature dell'imp anto planlmetrico ad L, con volumi puri ma tra loro giustapposii su le testate e sul e giunzioni. Gli eccessi della modernità internaz onalista vengono annullati dale lunghe e m nimali fughe del rivest mento di liste li in cotto, e dalle finestre rettangolari a taglio verti


cale tradiz onale con bordature in pietra d'aurisina, ripetute uguali su tutte le facciate, secondo una

rigida e monotona padjtura. La latente matrice classicista cornpare piùr esplicitamente nelle a straite arcate a tutto sesto realizzate nei corridoi intern . La tematica viene sviluppata negli stessi anni da Cervi e Frando i nel progetto per il cinema Aurora (1950 55), con un basso prospetto in fronte slrada afticolato dal rvest mento d ljstel i in cotto, conÌrapposto al vo ume più arretrato del a volta d copedura che denunc a la forma della sa a interna. Tra le grandi opere di carattere assistenzia e si inserisce anche I'Ospedale Sanatoriale INPS (1 951 -59), progettato da l'ingegnere Ratfaello l\,4attlangeli de Serv zio Tecn ico lN PS, con un g rande complesso edilzio posto sul costone carsico a rnonte de la via Bonomea. La posizione è dominante su la città, ben so egg ata e con vista su rnare, e l'mpianto edilizio è contrapposto senza compromessi con i paesaggio, secondo un monumentaÌismo d'altr tempi. La pianta a T del sanatorio ha i fronte pr ncipale rlvolto a va le alto sei pianl e u ngo 36 metr , com posto secondo r g ida simrnetrja con grandi loggiati, ter[azze e ampie finestre. La parte centrale è accentuata da finestro n a fascia vedicale che si alternano a esene giganti. che sorreggono una grande p attaforma vetrata aggettante su tetto. La presenza di un irfpegnativo invest mento da pade di un ente taliano quale I'INPS sembra non debba passare inosseryata a chi volgerà io sguardo velso il Carso. La costanza professionale di Cerv e Frandoli nel r manere coerenti alla loro rìcerca di una moderna class cÌtà, è un nteressante esempio di continuità delLa tradiz one moderna. ln partico are Cervi, quando lavora da solo. opera un processo dÌ decanlaz one architetton ca che lo porta a risultati rninima isti, d pwezza classica con materia i moderni, di griglie regolari ed astrazioni formali, come nella sede della Cassa di Risparmio a Slstlana (1 954), con l'inserlmento dÌ un bugnalo di rivestlmento in pietra carsica, o nel rigoroso ampliamenta del palazzo munici pale (1954 56), in collaboraz one con Romano Bo co, ma che raggiunge risultatÌ di purisrno nel candaminia in yla Rossettl (1954). L'esper enza proseguirà ne condominio per i dipendenti della Banca Nazionale del Lavora (1 955) a Scorcola, con affresco esterno di D no Predonzan , e firo agli arîi Sessaîla ser/a inrerr-zior. Romano Boico, quando progetta autonomamente dimostra di essere uno dei professioni più stj attenti a e tendenze di rinnovamento e superamento de razlona isrno, ìnteressato a sperimen'iare sia e declinazjonl med terranee, sia le contamlnazionÌ con l'architettura organica e neoempiI sta, senza escludere, come vjsto, i va ori espressivi delle strutture n calcestruzzo. Ne è un esemp o a rapida evo uzione delle sue case d'abitazione, dalla rnediterranea casa perappatTamenti in via Murat (.1948 50) con fluÌde lerrazze aggettanti, ampie vetrate e solarium in copertura, fino alla organica casa Alberi a Duino (1957). Nel mezzo trovÌamo affinamenti progressiv intorno a tema del superarnento de razionaljsmo ed un processo di personale emancipa z one dalle esperienze svolte n comune ag i altri profess on sti, come ne condominio della Coaperativa Edificatrice Dipendenti INAIL (1950), nel candominio a Scorco/a (1 954), nella casa A/beri in via Capitalina (1 953 55), o ne o stabilimento Sadoch (1956), con giustapposiz oni a contrasto di basamenti e setti rrurari in arenaria trattata a bugnato irrego are, copefture a due falde dist nte da blocco stereometr co degl; appartamenti. amp e terrazze e logg ati a sbalzo rastremato, finestre orlzzonta i con aperture Ìradizìonali. Queste esperlenze progetîuali, ins eme all' rnpegno nei confronti dei temi cultural , polt ci e p ù st[ettarnente disciplinari de primo decennio del dopoguerra, vengono sintetizzati e distillat nella sede provinciale INAIL (1952-57) in via de Teatro Romano, capo avoro di equilillrismo tra opposle es genze rappresentatjve e antimonumentalismo, sfruttamento ntens vo dell'area e r spet to de contesto, allusoni all'italanitàea'internazonaltà.1palazzo INAIL appartiene al gruppodi interventi edilizi programmati dal regime deg ianni îenta nel centro di Trieste con ampÌ sventra menti. e mai comp etato a causa de la guerra. L'opera è po iÌicamente e strategicamente rltenuta importante da Governo Ìtal ano, e I'lNAlL, con sede centrale a Roma, ne diventa I suo podavoce, 1


grazie anche a continuo e tenace interessarnento del dott. Benuss Gambei. d rettore della sed-a trjest na e assessore comu na e. Anche senza Ìi possesso del a lcenza d costruzione, si vuoledare un ch aro messaggio al a città ant cÌpando a cerÌmonia per la posa del a prima pietra il 14 maggio T 952, con la presenza del Sottosegretario ai Lavoro e a la Previdenza sociale (onorevole D no Del Bo). Bo co sente l' mpodafza de tema ed I peso de la storia che grava su chi opera in quelI area, e non es ta a proporre una soluzione vo umetrjcamente cii rottura con i contesto. cost tujta da una piastra basamentaie di due pian e una torre arretrata d tredici piani. in ch ara opposizione alle indicaz oni prev ste da P ano regolatore. I suo interesse è portare a compimento i supe-

ramento de linguagg o raziona sta, cosi come teor zzato in quegl anni dallo storico Bruno Zev consapevole che anÌimonumental smo, approccio emp rico alle esigenze funzionali e psicolog che, forme f uide, d namismo e leggerezza con'rpositive, sono i nuovi elementi de la progettazione che a ivello lnternazionale si stanno irnponendo:.. Allo stesso tempo Boico soddisfa 'es genza di rappresentativ tà del commjttente prevedendo, nel primo progetto, un rivestimento n lastre di tra vert no ucido, per conferire maggjore senso d mon!mentaltà e d rornanità. Le tesi urbanistiche d Boico vengono ben v ste ln queg i ann , quasi come una ventata d magg ore libenà daqli sche matism magniloquent de p[ecedente Piano rego atore, ad eccez one della Sopr]ntendenza che si concentra in part colare sugl ultimÌ due piani del a torre. I progetto, lungo Ìutto suo ter amministraîivo ed esecutivo, sarà continuamente dibattLtto sulla questione de la torre. ritenuta troppo a ta da la Sopr ntendenza, e difesa assÌduamente da Bo co e da l'lNAlL. A lo stesso tempo, Bo co mette in pratica l'approccio regist co acquis to lavorando con Nord o neg i allestimenti navali e professato da Gio Ponti per ottenere un risultato stilstico omogeneo e rende omaggio a 'ita ian tà di Trieste in rnan era appadala. chiamando Nìno Per zi a decorare la sa a rÌun oni con j rass curanti 'no rJmeî-i delle p i-c pa i c tta i d ra^é. ,

I

1954: rrla città allo specchio" ll 1 954 è per Trieste il momento de la rif ess one su|a proprja storia per rpensa[e come affrontare il futuro. è 'anno crucae in cu 'entusiasmo per i tanto atieso ritorno al 'ltaliasi mescoacon 'anarezza di aver perso gran parte de proprio territoro. Lu qi Lo ze Spaca percep sce e contraddiz oni di questo mornento storico e riesce a rappresentarle n un'opera d'arte emblemat ca: La città allo specchlo (1954)'". Nella xi ograf a i segni geometrici a stratti si ntrecciano a formare la figura d Triestevstadal mare mentre s specch a su I'acqua, ma e due immagin , sospese nel nulla del fondo nero, non coincidono fra loro. Le mo teplic storie e identità diTrieste non si ricompongono ne memorandum di Londra, e quando la città rif elte sul proprio futuro guardandos neljo specch io della stor a, non si r trova con l' mmag ne che ha d sé. La ricostruz one mate|ale si è compiuta con grandi sacrifici, ora nizla a vera caîarsi sp rituale. Neg i ambient del CCA 'entusiasmo per il compirrento dele proprie aspirazion nazionali è ta e, da proiettare tutte le att v tà ne futuro, forse con tloppo ottirnismo, e per 'occasione ven gono organizzate una serje d conferenze su letteratura. arch tettura e ar[edamento navale, con a parteclpazione di important esponenti della cultura italiana,'. ln particolare, a "settimana del I'architettura" e e contemporanee esposiz on "l\4ostra dell'architeltura moderna nelle tre Venezie". "N/lostra delle realzzazioni dell'lNA-Casa", e "l\4ostra del 'lndustral Design", sono un forte stimo o a rial jneamento alla cultura tallana dopo Ltn decennio di parz ale iso amento. Non sl parla piùr di r costruzione, bensì di sviluppo della soc età e deil'archjtettura triestina all'interno delle ten denze italane, prlme fra tutte I'avvio del secondo settennio INA-Casa. I ruolo di Rogers ln questo rnportante mornento storico è dec sivo, s a per il suo contributo teorico offerto attraverso i CCA, sia per i suo progetto del quartiere residenziale per lavaratori de 'EPIT Borgo San Sergio (dal 1 955). Ne ia conferenza propone uno stato d'animo con cui affrontare i nuov impegn co ett v , suppoftato da saldi principi teor ci: la tradizÌone come "conti nuo mutamento" e perpetua trasformazione delle conoscenze g à date; "l'estetica de a verità",


'137

Luigi-Loize Spacal, La città allo specchio, 1 954 {proprielà Civico Museo Revoltella. Trieste)


un nguaggio architetton co criÌico da valutare caso per caso; infine la poetica delle preesistenze ambientall, inÌese come conlesto naturale e stor co-artrstico. È indispensab le per 'architetto, scrjve Rogers, una ferma cosc enza storica "perché non si può essere moderni senza fondamenta culturali, né si può essere veramente nella Ìradizionesenonci si consideri come n unfertlef uire" (Rogers, 1955, p. 17). Lo stesso forte impatto emotivo lo ritroviarno evocato negli schizzi prospett c per Borga San Serglo. Ìn cui è rjtratta una città nuova ideale senza contraddiz oni, dove gli uomini sono veri protagonist della quoîidianità mentre l'archite'ttura è una quinta scenica.Lapazza del mercato, i ,ston, il caffè della piazza centrale, iporticati, il sagrato de la chiesa, realizzana quel 'idead "cuore della città" indispensabile per superare defin tivamente il razionalismo e per risolvere la crisi degli spazi pubb ic nel a città moderna, cosi come d battuto da Rogers nel ClAl\,4 B del 1 951 . Recupero della tra dizione delle piazze ita iane conferendo centra ltà allo spaz o pubbl co, adozÌone di un linguaggio archjtetlonico di mediazlone fra tecn ca moderna e stilemi popolari, unione di arch tettura e ur banistica, la diversificazione t pologica ed il riferimenlo a la varietà del llorgo g ard no, sono gli eementi progettuali plù innovativÌ del borgo'!î. l\4a i grande messaggio soclale e politico di armo nia fra la città ndustria e e la tradizione abitat va italiana v ene quas completarnente d sperso nella fat cosa rcalizzazione e nelLe lungaggini burocratiche. I prÌncipi rogersiani leglttin'rano, per chi vuole ascolÌarl , cambiamenti di stile improvvÌsi con il pretesto della logica del "caso per caso". G à nel primo decennio de dopoguerra si era avviato un processo d frarnmentazione de vari linguagg arch Ìetton ci decl nati secondo e manie[e personali de vari gruppi d professionisti, partico armente evidente neg i al est]ment na vali dal Biancamano in poi, ma solo nella seconda metà degli ann C nquanta il fenomeno si evidenz a con inequivocab Ie chiarezza. Nel 1 958 glovani Luciano Semerani e Gigetta Tamaro ne reg slravano sul e pagine d Casabella gl esiti confusi e caoticl per la città, con accavalla menti e sovrapposjzionj di nguaggi moderni disomogenei. ll fenomeno è di p ù ampia portata e non rjguarda solo Trieste naturalmente, rr]a qui sembra coincidere, con il r torno de a città n ltalia. ll clima po tico e cu turale pjù disteso e l'indebo imento del 'esigenza rappresentat va nazionalista, con I'aggiunta successivamente di un atteggiamento di involuzione nelle propr e speciflcità locali, porta al rapido sciogljmento dei gruppl di progettazione con la conseguente esplosione de e poetiche personali. Sono un'eccezione iquartieri di case popolari, in cui si lavora ancora in gruppo e secondo le comunl coordinate culturali dell'lNA-Casa. Non tulti riusciranno a rimanere coerenli con le proprie premesse formative come Cerv e Frandoli, e proseguÌranno da soli ricerche formali sempre piir indivi duali e iso ate, come nel caso di Boico e Guacc; Psacaropu o sciogl e la collaborazione con Bordogna, mentre Costa, Tamburlni e Arneri proseguiranno da soli. Nuove tematiche durante g jann successvi s sostituiranno al'onn presente propaganda jn difesa dell'talian tà, con un piùr attento studio delle es genze urllanlstiche della ciltà, il d batt to suÌ nuovo piano regolatore, la conservaz one del centro storico, lo sviluppo di grandj strutture re sidenziali e di servizÌ, infine con l'apporto d nuove generazioni di progettjsti. Nla dopo disincanto da le utopie rogersiane di real zzare w)a nuova città umana, dopo le piir serene prese di coscienza sulle conseguenze del ritorno all'lÌalia, rirìane d'attualilà L'inquieta r f ess one espressa nel 1954 dall'opera La città alla specchlo dì Spacal, su la costruzione di una identità cornune. dove ut lità e be lezza si uniscono; l'uso di

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Note 'I lldiscorso

leflto

d cerìrbrc gerna/o, 1953 54, p. 95,

rpubb calo n

da G an

Stuparch da ltoo .Funzone clela cullura e rìresseggio del ade, e rportalo n Paoo Ouazzolo, // Cttcolo della Culture e delle Aii dl Trieste, 1 9,16 - 1 996 Ciiquant' anni di sloria clrlturale L n1. Tr esle 1997, p. 16. 2 Sulconleslo slorco

neg anjl

clel

s vedano Angelo Ara Oaudo l',4agrs Trieste Un idenlità dl fiortlera. E naudi Torino 1982 (ed 1987/2) G anìDaoio Va clevit GN4A

Le ctue.:ltane di Tneste 19,11 -1954 Polittce inlenezìonale e cantesLa /oca/e Franco Angel l,Iiano 1986 E o Apih Inesle, Forfa Bar Lateza 1988. Sul archlellura a Tr este Ìre primo decennio de

secondo dopoguerra: [,4ass mo N4Lrcc, ".La cltà a o st,eccho" larch letlura a Tresle ne secofdo dopoguerra (19,15 1955) in Archeogralo lresrro, Sere V vo Lrme LX I (CX dela Raccolla), 2003. pp.631 652 3 CCA. Éi9/3, Elenco de Soc . 1 aprie T 946, CCA.69/8, [Ecnco

de Soc 19481 119481;CCA,6919 'Lbro Soc versamenl lg49 50: cft Paolo QLraTzoo. op. ctl p 18

4 Franco Ab lli. Giancado

Pa anti Giuseppe

d.

Esperienza

dell architettLira Einaud Tor no 1958 ied Skirà l\4rar]o 1997 pp. 7 Rllrendo qLr qLranto g à esposio da ch scrve n l\lassmc Mucc. 'iLa c ttà elo specchio,,: 'arch lettura a

Ì

este nel secondo dopoguera (1945 1955) , n Archeagrafa Ttiestina Set e l',1, vo lme LX (CXl d,Àla Faccota) 2003, pp. 631 652 Su l\,4ascherin s veda: Alfonso Panzetta, Merc-.ro l\lascherini Scullarc. 19A6 1983. Catelaga genetale dell' apeta p/lslica Umberto Alerìand & C.. lor no I998 (cof arnpa

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10 ll Seninaria alelle unile dtacesi Irr.-ste e Capodislra ed zone

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11. dcembre T951. pp. 1T-8. 17 GLrdo Zucconi op. ct. AA.W, L/larcellÒ D Olìvo (1921 1997/ Archlfetlul? e ade (catalogo dela mostra), lvlazzotla, L4lano 2002. 18 Perre Aain Croset Giro yal/e P ragetti e erc h if ef tLt re E)ecIa [1iano 1989. p ]2.Clr a scheda nel presenle calalogo. 1 l\,4a2 a Vlarandola, Flumafeiia 1 954- 54. La centrale ternaetetirica cli Ci/ila\,ecchia di R)acardo

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Cancarso na.onale per i] prcgefto del rnercata artaftutttcola all ingras so a lresle n'Archiletl anno l

Morardl, n Casabela n'723

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l\/lascheti n r C Ò nle B tan can an a la a Soc elà d Navgazione, Genova ll949l. g Umberlo Nord o Laud)tarium dt Iheste Una acaastane di risalvere organi carnenie u n pra blem a

Lrbarlsrco, NS afno V r9s0

genna o 1950 p 4. 16 SLr prcgelto v ncitore s veda: s a , Lu.:ta Aneri. Robeta Casta, Antanb GLÀcci, Dina Tamburinl

di

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Moriebero n Fevsla nfonnes de a Consiruccón n' 163. agoslo sepiembre T964 pp. 121 25 21 MassÌno f\4ucc La ch/esa tlt SeD Lutg Ganzaga a Tr)esîe

ti

(19.18 196A), Archeogralo no'. ser-. lV vo Lrme LXIV Pagana Pogaîschnig. Archtielture e (CXl de a Raccola), 200,1. sc,/Ì/, Domus [4iano 1947. De llons. Antonio Santin Vescova di 22 Ch ara Bordogna Neirott Seta Cesare, ll Cest/ro Trieste, valle e reelzò I'apera. Efrorc la..úa d ), Calo Albeia Bardagùa. del I arch lettu n. Persi cÒ, G ial ]i, f.4a nat , Artorlo Sarr, Ur Yescoyo 65 annl d/ archltettura, Urnbedo Pegeno Laterza Forìre 1985. Bass tra prafezta e tradiziane 1938 1915 Alemand &C. Torno 200T. Albedo, Casiagno LaLr€ G/useppe N4GS Press, Tr este 2003. lesto r ustra anche acuÌre '11 AGCTS prol corr 384/49, Pagaro, Lat,.za, Forta T 994 de le opere prcgellale n 5 Ezo Bonfani Vlario Poda, C//Ìà. ellera delsuperiore Padre Luc ano co aboraz cne da Bordogna nusea -a archiletlura: il Gruppa SusÌre a Geno Civie. n crisi e Aessandro Psacaropu o BBPR nella culiura archileiiÒnica r porta anche per esteso a rsposta 23 M\N. Anlania Guacci (1912 7932 7970 Val ecch . Frenze avula da Genera e A rey. 1995). I clt segna dima iía 1973. p. 65; BBPF, Ure sléz,rone dl 12 Fiela d Treste Fierc diTriesle cataÌogo de a fiìosira Lnl freste servzio n'Casabela' n. 201, 7948'7988, Tr este T 988. r998 nìaggo gìugno 1954, pp.38 4l 13 Glrido Zlcconila cura dt 24 SLi componeni de gruppo s Fer prcgello d Pagano sivedai Marcell.J D'alivo. Archtetture e vedafo N4arco Pozzello (a cura di) Franco A bin G ancaro Paanti progetti,19.17 1997, E ecta, [4tano Ramano BÒico erchitefta. 191A Anna Casle i op ct. r998. 1985. catalogo de a mostra 6 Ernesto Nathaf Rogers la 14 AGCTS. reg corr 43/1951 Lito/Sie a lr esle 1987; l,4assirno ra.Jizian t e d ell' arch iÌett u ra m a dema elteÉ de T 6/04./1951 lvlLrcc , La R/s/e/a d/ Sa/r Sebba a n Urnana . afno lV nn. 7 ugo 15 sa , La sislentazione definitiva Tnesie. Un architettLlra per ta agoslo 1955, p T7 Sivedano dèl rnercato aftofrul cala. Un memaria Ed lt ae Gat z ara, Got z a prablerna che st ttascina de allre un 1999: l\A.W \laslra celebraÍiva ancire: d, Conrrulk, n 'Casabela cont nutà , n. lg!1. frerlennio Gornale d Trieste", 24 .Jell' archiletta Alda Ceù. calaloga

Anfa Castel

(a cura

d)

I

139

specae d Vita Nuova i oltobre lg50t in Ìlartcolare afticolo diVT,

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dela mostÉ. Cicoo de a CLrnrra e dele AÌ1i lreste 1974.

25 Brlrno Zevi Yelso ut1'archtelLLtra argantca. Saggia srllo svluppa dei pensiero arc h lef lo n tca negl i ullimi clnqLtanl anni Einald, Torno lg45l Btuno Zev , SLÒ a dell'archilellura

troderra EinaLd Torno I950 26

SLr

Vtloro

Spacal s vedano:

Sgarir (a cLrra di), Spacal L'opera gtafl.:a 1935 19813 Calalaga gererale Trev so Veneiembern,

1986 AA.W, Spaca/r l93l 7991 ses\ant'ard d, allrylà a,tlstlca Lnt Triesie 1997 (cataogo de a rnostÉ)

27 Settnìana ctterara dcembre

19541,

con

(r:11

a

padecpazione. tra g atr, d G!do P ovene. E o V ìtor ni lgnazio S one, Alonso Galto: Settrnana del archlett!ra" (8 20 g rrgno 1955) con e reazon d Erneslo Nalhan RogeE clo DorJes, G useppe Sarnonà Cesare Vale. Glancaro De Caro Girlo Caró Argan. Lafno successivo è s è tenuta la Sett ra ra del Archrletiura e de lAde nel aredaÌrento navae (18 28

aprle 1956) prma n ELrropa ne sLro genere, con !na nrostra e confercnze

Fnar.

N

d Guslavo Pu tzer

coò Coslanz, Ernesto

Naihan Fogers, Umbedo Nord o Agnodomen co Pca. Cfr Paolo Quazzolo, op. c t 28 Su a slora del EZT stveda: Roberto DroziÌra, Cern/ s! Ctnquanta e piu anni della zana nddslra/e d/ Irlesle EZ fieste

I

[1999]; sui BBPF : Ezio Bofiant. l,4aro Porta op. crt Su Borgo Sa/r Serg/o e a casa popo are a Tr esle: F avia Caslro, Edlr2la popo/are a lr,èste, L ft Trieste 1984 Paoa D Bag (acuradl, La gran.Je ti:ostruzione ll piana l^lA casa e l llalia degliannt Cnquarfa RoÍìa. Donzel 2001; Paoa D Bagi Elena l,4archgianr. Alessandra l,4ar n (a cura d), Iresle '9AA Edilizta sociale ubanistoa, etchilettLtra Un secala dalla fónclazlone deil Ater, S \'ara Ed tora e [4iano 2002 (cata ogo de a mosira)


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