PENSARE DA ECONOMISTA L’ECONOMISTA COME SCIENZIATO Gli economisti tentano di avvicinarsi al soggetto della propria disciplina con obiettività scientifica: l’essenza delle scienza è il metodo scientifico, cioè la formulazione e la verifica di teorie sul funzionamento del mondo.
Il metodo scientifico: osservazione, teorizzazione e ancora osservazione Il legame tra teoria e osservazione viene rispettato anche in economia. Gli economisti formulano teorie e le sottopongono a verifica come tutti gli altri scienziati ma devono fare i conti con un ostacolo che rende loro il lavoro particolarmente delicato: la difficoltà della sperimentazione. Un economista che studia l’inflazione non può pretendere di controllare la politica monetaria di una nazione con il solo intendo di verificare una teoria. Gli economisti di solito si devono arrangiare con i dati che il mondo mette loro a disposizione. Non potendo sperimentare in laboratorio gli economisti dedicano molta attenzione agli esperimenti naturali offerti dalla storia: questi episodi sono utili allo studio sia perché aiutano a capire il funzionamento delle economie del passato sia perché mettono nelle condizioni di verificare e valutare teorie attuali.
Il ruolo delle ipotesi Gli economisti formulano ipotesi per facilitare la comprensione della realtà. Per studiare gli effetti del commercio internazionale, per esempio, potremmo ipotizzare che al mondo vi siano solo due paesi e che ciascuno produca solo due beni. Una volta compresi gli effetti del commercio internazionale in questo modo immaginario siamo in una posizione migliore per capire il complesso mondo in cui viviamo. L’arte del pensiero scientifico consiste nel decidere quali ipotesi fare. Se volessimo studiare cosa accade in un sistema economico quando il governo modifica la quantità di moneta in circolazione, nello studiare gli effetti sul breve periodo, potremmo ipotizzare che i prezzi non esprimano grandi variazioni o addirittura che i prezzi siano fissi nel breve periodo; nello studiare gli effetti sul lungo periodo potremmo ipotizzare che i prezzi siano perfettamente flessibili. L’economista usa diverse ipotesi per studiare glie effetti di breve e di lungo periodo delle variazioni della quantità di moneta.
I modelli economici Gli economisti ricorrono a modelli per descrivere il mondo. I loro modelli sono composti da grafici ed equazioni e non comprendono ogni aspetto del sistema economico. Tutti i modelli semplificano la realtà al fine di migliorare la nostra capacità di comprenderla.
Il primo modella: il diagramma di flusso circolare Un sistema economico è composto da milioni di persone dedite alle attività più disparate: comprare, vendere, produrre, lavorare etc. Al fine di semplificare la visione di tutte queste attività abbiamo bisogno di un modello che ci spieghi com’è organizzato il sistema economico. Ricavo Beni e servizi venduti • •
• •
MERCATI DI BENI E SERVIZI Le imprese vendono Le famiglie comprano
IMPRESE Producono e vendono beni e servizi Utilizzano lavoro e fattori di produzione
Beni e servizi comprati • •
Fattori di produzione Salari, rendite e profitti
Spesa
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MERCATI DEI FATTORI DI PRODUZIONE Le famiglie vendono Le imprese comprano
FAMIGLIE Comprano e consumano beni e servizi Possiedono e cedono in uso i fattori di produzione
Lavoro, terra e capitale Reddito
Il diagramma di flusso circolare è un modello schematico del sistema economico che descrive il flusso di moneta e quello corrispondente di beni e di servizi che intercorre tra famiglie e imprese, attraverso i mercati. In tale modello il sistema economico è formato da due tipi di soggetti: le famiglie e le imprese. Le imprese producono beni e servizi utilizzando elementi quali il lavoro, la terra e il capitale detti fattori di produzione. Le famiglie detengono i fattori di produzione e consumano tutti i beni e i servizi che le imprese producono. Imprese e famiglie interagiscono in due tipi di mercati: nei mercati dei di beni e servizi le famiglie comprano e le imprese vendono, nei mercati di fattori di produzione le famiglie vendono e le imprese comprano. Il diagramma descrive in maniera semplice l’organizzazione di tutte le transazioni che intercorrono tra famiglie e imprese in un sistema economico. L’anello interno del diagramma rappresenta il flusso dei beni e dei servizi tra famiglie e imprese: le famiglie offrono sul mercato fattori di produzione alla imprese che, utilizzandoli, producono beni e servizi. Dunque i fattori di produzione fluiscono dalle famiglie alla imprese, mentre i beni e i servizi fluiscono dalle imprese alle famiglie. L’anello esterno rappresenta il corrispondente flusso di moneta: le famiglie spendono denaro per acquistare beni e servizi dalla imprese che utilizzano questi ricavi per acquistare fattori di produzione (pagare i salari). Ciò che rimane è il profitto, distribuito fra i proprietari che sono a loro volta famiglie. Quindi la spesa per i beni e servizi fluisce dalle famiglie alle imprese e il reddito, in forma di salari, rendite e profitti, fluisce dalle imprese alle famiglie.
Il secondo modello: la frontiera delle possibilità di produzione La maggior parte dei modelli economici sono costruiti utilizzando modelli matematici: uno dei più semplici è quello chiamato frontiere delle possibilità di produzione. La frontiera delle possibilità di produzione è un grafico che mostra le combinazioni di produzione che un sistema economico può raggiungere, date le risorse disponibili e lo stato della tecnologia. Immaginiamo un sistema economico nel quale vengano prodotti solo due beni: automobili e computer. Nel loro insieme l’industria automobilistica e quella informatica assorbono tutti i fattori di produzione disponibili. La frontiera delle possibilità di produzione mostra tutte le combinazioni di automobili e computer che il sistema può produrre a parità di risorse e tecnologie utilizzate. Numero di computer
3000
C
2200
A
2000
1000
D
Innovazione tecnologica
Frontiera delle possibilità di produzione
B
300
600 700
1000
Numero di automobili
I punti in cui la curva incontra gli assi rappresentano le due possibilità estreme. Il punto D rappresenta una combinazione di produzione impossibile, dal momento che l’economia non ha risorse sufficienti per sostenere quella combinazione di produzione. Una combinazione di prodotti è detta efficiente se il sistema sfrutta completamente le risorse disponibili. I punti che si trovano esattamente sulla frontiera sono una soluzione efficiente. Quando l’economia si trova in uno di tali punti non c’è modo di produrre una quantità maggiore di un bene senza che si riduca la quantità prodotta dell’altro (individuo deve confrontarsi con scelte alternative). Il punto B, interno alla frontiera, rappresenta invece una combinazione inefficiente: il sistema produce meno di quanto le risorse disponibili gli permetterebbero. Un altro dei principi che si può applicare a questa curva è quello che parla del costo-opportunità. La frontiera di produzione mostra il costo-opportunità di un bene misurata in termini di un altro bene: quando un sistema rialloca alcuni fattori di produzione muovendosi dal punto A al punto C scambia 100 automobili per 200 computer in più. Quindi il costo opportunità di 200 computer è di 100 automobili. Se il sistema alloca la maggior parte delle risorse su un prodotto la frontiera avrà una forte pendenza e quindi, ritornando all’esempio, ogni automobile in meno permette di aumentare in modo sostanziale la produzione di computer. Man mano che la pendenza diminuisce, ogni automobile in meno permette incrementi sempre minori nella produzione di computer. Se una innovazione tecnologica nell’industria informatica aumenta il numero di computer rispetto le auto, la frontiera si alzerà.