Contabilità (Patrimonio)

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IL PATRIMONIO DELLE IMPRESE IL CONCETTO DI PATRIMONIO Il Patrimonio è l’insieme coordinato dei mezzi (beni economici, diritti, disponibilità monetarie) che in un determinato momento sono a disposizione del soggetto aziendale per il conseguimento delle finalità dell’azienda, considerati in stretta relazione con i finanziamenti acquisiti e ancora in essere in quello stesso momento. Il patrimonio aziendale va osservato in un dato istante: le operazioni di gestione e talvolta anche alcuni fatti extragestione infatti modificano continuamente la sua composizione. Gli elementi che concorrono a formare il patrimonio aziendale possono essere inseriti in un prospetto, diviso in due sezioni, che prende il nome di Situazione patrimoniale e che indica: - Nella sezione di destra, i finanziamenti acquisiti e ancora in essere nel momento considerato; - Nella sezione di sinistra, gli investimenti nei quali in quello stesso momento tali finanziamenti risultano impiegati. Investimenti (Attività) Fattori a lungo ciclo di utilizzo (macchinari) Fattori a breve ciclo di utilizzo (materie prime) Disponibilità liquide e crediti

Finanziamenti (Passività) Capitale proprio Capitale di terzi: - Debiti di regolamenti - Debiti di finanziamento

Il patrimonio aziendale può essere analizzato in base a due aspetti:

L’ASPETTO QUALITATIVO DEL PATRIMONIO considera la natura, la funzione e le caratteristiche degli investimenti e dei finanziamenti che lo compongono. L’esame dell’aspetto qualitativo precede necessariamente quello quantitativo, in quanto non si può determinare il valore degli elementi che lo compongono se prima non se ne individuano con precisione le caratteristiche qualitative. Nell’aspetto qualitativo il patrimonio è un complesso coordinato di mezzi a disposizione dell’azienda in un dato istante, considerati in connessione con le relative fonti di finanziamento. I beni che compongono il patrimonio aziendale sono innanzi tutto da considerare nell’aspetto fisico-tecnico e da classificare secondo le loro caratteristiche funzionali. Essi inoltre sono collegati fra loro e formano un complesso unitario in quanto parte delle più generale “coordinazione economica”. Gli elementi patrimoniali sono rappresentati da un insieme coordinato di fattori produttivi aventi caratteristiche molto diverse ma tutti riconducibili a: - Fattori produttivi specifici cioè caratterizzati da precise funzioni tecnico-economiche, come i fabbricati, i macchinari, le materie, le merci etc; - Fattori produttivi generici ossia non direttamente impiegabili nella produzione ma suscettibili di essere impiegati nei vari fattori specifici necessari per la produzione, come il denaro, i crediti, le cambiali, tutti elementi che possono essere impiegati nell’acquisto di fattori specifici. L’analisi qualitativa del patrimonio quindi è essenzialmente descrittiva e classificatoria.


Immobilizzazioni e attivo circolante La principale classificazione degli elementi del patrimonio delle aziende di produzione è quella che li distingue in: 1. Immobilizzazioni (attivo immobilizzato): Gli investimenti in fattori produttivi possono essere destinati a permanere in azienda per periodi più o meno lunghi e a ritornare in forma liquida in maniera più o meno rapida attraverso il loro realizzo o disinvestimento. - Realizzo diretto se il disinvestimento ha luogo attraverso la vendita dei beni stessi come accade per i prodotti finiti o per le merci; - Realizzo indiretto se il disinvestimento avviene con la vendita dei beni e dei servizi che quei fattori hanno concorso a produrre come accade nel caso delle materie prime, dei macchinari o degli impianti. Le immobilizzazioni sono costituite dagli investimenti destinati a restare durevolmente impiegati nei processi aziendali e che, avendo cicli di realizzo ultraannuali, ritornano in forma liquida in tempi medio-lunghi. Le immobilizzazioni si suddividono a loro volta in: I.

II.

III.

Immobilizzazioni immateriali: sono costituite da impieghi di mezzi finanziari effettuati per acquisire condizioni operative che, pur non essendo beni in senso stretto, hanno un’utilità che dura nel tempo. Sono esempi i costi di impianto e di ampliamento ossia le spese sostenute per consulenze e studi in sede di costruzione dell’azienda e di ampliamento delle sue dimensioni, i diritti di brevetto industriale etc; Immobilizzazioni materiali: sono rappresentate dai cosiddetti beni strumentali ossia dai beni utilizzati come strumenti dell’attività aziendale. Sono esempi i fabbricati industriali e commerciali, i macchinari e gli impianti, i mobili e le macchine d’ufficio, gli automezzi e in genere tutti gli elementi patrimoniali che costituiscono la struttura tecnico-operativa dell’azienda. Proprio per tali caratteristiche, la reintegrazione finanziaria di questi investimenti è graduale poiché avviene in tempi medio-lunghi attraverso i ricavi di vendita delle produzioni che l’azienda attua negli anni in cui tali beni vengono utilizzati; Immobilizzazioni finanziarie: sono formate dai crediti per prestiti con scadenza ultraannuale che l’azienda ha concesso a terzi e dagli investimenti duraturi nel capitale proprio e di altre imprese (partecipazioni).


2. Attivo circolante: L’altro gruppo fondamentale di elementi patrimoniali che è possibile individuare sulla base della durata dei relativi investimenti è quello che va sotto il nome di attivo circolante. L’attivo circolante è rappresentato dal complesso degli investimenti che permangono nell’azienda per un breve periodo in quanto, essendo destinati a un rapido impiego produttivo o ad essere prontamente venduti o riscossi, ritornano in forma monetaria in tempi brevi e non superiori all’anno. Per estensione fanno parte di questo gruppo di elementi patrimoniali anche la disponibilità liquide. Pertanto l’attivo circolante di divide in: I.

II. III.

Rimanenze: sono costituite principalmente da scorte di beni destinati ad esser oggetto di rapido realizzo diretto mediante la vendita sul mercato oppure di realizzo indiretto mediante il pronto utilizzo nei processi produttivi (materie prime); Crediti: comprendono i crediti e le cambiali a breve scadenza cioè entro un termine non superiore all’anno; Disponibilità liquide: sono rappresentate dai mezzi già liquidi cioè dal denaro, dagli assegni e dagli altri valori esistenti in cassa nonché dai conti correnti bancari e postali.

La distinzione fra immobilizzazione e attivo circolante non ha significato assoluto ma relativo: l’appartenenza di un bene all’una piuttosto che all’altra categoria di elementi patrimoniali dipende dal tipo di azienda in cui esso si trova inserito e dal momento considerato. In definitiva gli elementi patrimoniali non si classificano tra immobilizzazioni e attivo circolante in base alla loro “natura” ma per la funzione che essi hanno nell’ambito dell’azienda cioè in base alla loro destinazione. 3. I finanziamenti: Per attuare gli investimenti che la gestione richiede, l’imprenditore deve procurarsi i necessari finanziamenti attingendoli a due tipi di “fonti”: - Il capitale proprio, detto anche capitale di rischio; - Il capitale di terzi, detto anche capitale di credito. A loro volta finanziamenti a titolo di capitale di terzi si distinguono per la loro natura “commerciale” o “finanziaria” e per la loro durata: I.

II. III. IV.

Debiti a breve termine: la loro scadenza non va oltre l’anno e sono essenzialmente rappresentati dai finanziamenti bancari in c/c, dai debiti di fornitura per materie prime o merci etc; Debiti a medio termine: hanno una durata che supera l’anno ma non i 5 anni; Debiti a lungo termine: hanno una durata superiore ai 5 anni; Debiti tributari: (nei confronti dello stato) hanno una durata superiore ai 10 anni.

In linea generale si può dire che i debiti a breve termine dovrebbero concorrere a finanziare gli elementi dell’attivo circolante mentre i debiti a medio e lungo termine sono destinati, insieme al capitale proprio, a finanziare gli elementi delle immobilizzazioni.


INVESTIMENTI

FINANZIAMENTI

Immaterial di apporto

IMMOBILIZZAZIONI

CAPITALE PROPRIO

Materiali

Autofinanzio Finanziari

ATTIVO CIRCOLANTE

Rimanenze

Debiti lungo termine

Crediti

Debiti medio termine

Liquidi

Debiti breve termine

CAPITALE DI TERZI


L’ASPETTO QUANTITATIVO DEL PATRIMONIO mira a determinare il “valore” ossia a stabilirne l’entità in termini monetari. L’unità di misura tramite cui confrontare i vari valori patrimoniale è la moneta e più precisamente la moneta di conto, quella utilizzata nella contabilità. L’operazione con la quale si giunge alla misurazione quantitativo-monetaria del patrimonio aziendale nel suo complesso prende il nome di valutazione.

ASPETTO QUALITATIVO (Quali elementi?)

Valutazione

ASPETTO QUANTITATIVO (Quanto valgono?)

Dunque la valutazione rende fra loro omogenei gli eterogenei elementi del patrimonio aziendale anche se si tratta di omogeneità relativa perché il valore della moneta è variabile nel tempo e perciò a valori nominalmente uguali possono corrispondere valori reali diversi. Nell’aspetto quantitativo-monetario il patrimonio è un fondo astratto di valori che esprime sinteticamente gli elementi che compongono la ricchezza aziendale in un preciso momento Diciamo che è un fondo astratto perché i suoi elementi non vanno considerati singolarmente ma come un complesso unitario le cui parti sono fra loro complementari e hanno un certo valore in quanto sono collegate con tutte le altre.

Attività, passività e patrimonio netto L’espressione fondo di valori indica anche che il patrimonio si ottiene come somma algebrica di valori di segno opposto. Nell’aspetto quantitativo-monetario infatti gli elementi patrimoniali si distinguono in due gruppi: attività e passività. Le attività sono i valori dei fattori produttivi generici e specifici acquisiti dal soggetto aziendale che in un dato momento risultano ancora impiegati nei processi aziendali. Le attività sono i valori di segno positivo. Possono considerarsi attività i valori dei beni materiali e immateriali appartenenti al soggetto aziendale e utilizzati nell’esercizio dell’impresa. In questo concetto di attività rientrano non solo i fabbricati, le attrezzature, le merci e i crediti ma anche i brevetti, i costi di impianto etc. Le passività rappresentano vincoli che gravano sull’azienda per debiti giuridicamente già sorti per impegni in via di formazione nei confronti di terzi. Le passività sono i valori di segno negativo. Sono passività i debiti verso fornitori ed i prestiti a breve, medio e lungo termine ma lo sono anche i trattamenti di fine rapporto verso il personale. Il totale dei valori delle attività prende il nome di patrimonio lordo ed esprime il valore complessivo degli investimenti in immobilizzazioni e in elementi dell’attivo circolante. Il patrimonio netto è la differenza fra il totale delle attività ed il totale delle passività nell’ipotesi che il valore delle attività sia superiore alle passività. Dal momento che le passività rappresentano il capitale di terzi, risulta evidente come il patrimonio netto sia il valore della ricchezza aziendale al netto dei debiti ovvero misura il capitale proprio.


La relazione trovata considerando l’aspetto qualitativo del patrimonio può ora essere riletta come: đ??źđ?‘›đ?‘Łđ?‘’đ?‘ đ?‘Ąđ?‘–đ?‘šđ?‘’đ?‘›đ?‘Ąđ?‘– = đ??śđ?‘Žđ?‘?đ?‘–đ?‘Ąđ?‘Žđ?‘™đ?‘’ đ?‘‘đ?‘– đ?‘Ąđ?‘’đ?‘&#x;đ?‘§đ?‘– + đ??śđ?‘Žđ?‘?đ?‘–đ?‘Ąđ?‘Žđ?‘™đ?‘’ đ?‘?đ?‘&#x;đ?‘œđ?‘?đ?‘&#x;đ?‘–đ?‘œ ATTIVITA’

=

+

PassivitĂ

Patrimonio netto

Se il valore delle passività supera quello delle attività la differenza è negativa e prende il nome di deficit patrimoniale o passivo scoperto.

Equazioni patrimoniali Se le attivitĂ sono maggiori delle passivitĂ la differenza fra queste misura il patrimonio netto e si avrĂ che gli investimenti sono finanziati in parte con mezzi propri (N) e in part con mezzi di terzi (P) đ?‘¨>đ?‘ƒ

⇒

đ??´ − đ?‘ƒ = đ?‘ đ?‘œđ?‘Łđ?‘Łđ?‘’đ?‘&#x;đ?‘œ đ??´ = đ?‘ƒ + đ?‘

Nel caso in cui le passivitĂ siano nulle, l’azienda non ha debiti da pagare e gli impieghi aziendali risultano essere pagati solo attraverso il capitale proprio (N). questo caso potrebbe verificarsi nella fase di costruzione dell’azienda quando l’imprenditore potrebbe avere difficoltĂ ad ottenere capitale di credito. đ?‘ˇ=đ?&#x;Ž

⇒

đ??´=đ?‘

�=�

⇒

đ?‘ =0

Se l’ammontare delle attività è uguale a quello delle passivitĂ il patrimonio netto risulta nullo. L’azienda dovrebbe finanziarsi solo con capitale di terzi trovandosi in una situazione rischiosa: la mancanza di capitale proprio è una situazione rischiosa per i creditori, basta un perdita perchĂŠ l’azienda non possa piĂš coprire l’importo dei debiti. Nel caso in cui il valore delle attivitĂ sia minore di quello delle passivitĂ si determina una situazione di deficit patrimoniale. In questo caso le attivitĂ non riescono a coprire per intero i debiti che gravano sull’azienda e ne deriva la progressiva distruzione del capitale proprio causata dalle perdite gi gestione. đ?‘ˇ>đ?‘¨

⇒

đ?‘ƒ − đ??´ = đ??ˇ đ?‘œđ?‘Łđ?‘Łđ?‘’đ?‘&#x;đ?‘œ đ??´ + đ??ˇ = đ?‘ƒ

Se questa situazione dovesse continuare il patrimonio netto potrebbe anche annullarsi del tutto. Questa situazione fa si di non poter far fronte ai propri impegni verso i creditori e che ci si avvii al fallimento aziendale o alla sua liquidazione. Naturalmente i debiti potranno essere pagati solo in parte e quindi al termine della liquidazione vi saranno dediti ancora non coperti. A questo punto essendo le attivitĂ pari a zero ci si troverĂ nella situazione in cui il deficit è uguale alla somma dei debiti rimasti inestinti. đ?‘¨=đ?&#x;Ž

⇒

đ??ˇ=đ?‘ƒ


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