La schiavitù negli Stati Uniti
«Che cos’è per lo schiavo americano il vostro Quattro di Luglio? Io rispondo: un giorno che gli rivela, più di tutti gli altri giorni dell’anno, la rozza ingiustizia e la crudeltà di cui egli è continuamente vittima. Per lui, la vostra festa è una mistificazione; la libertà di cui vi vantate, un arbitrio profano; la vostra grandezza nazionale, tronfia vanità; i vostri suoni di gioia risuonano vuoti e senza cuore; le vostre denunce contro i tiranni sono sfacciata impudenza; le vostre grida di libertà e uguaglianza, scherno senza contenuto» [F. Douglass, Il significato del Quattro di Luglio per il popolo nero (1852), in AA.VV., La libertà a ogni costo. Scritti abolizionisti afroamericani, a cura di R. Laudani, Torino, La Rosa, 2007, pp. 131-166 (:145)].
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La schiavitù negli Stati Uniti
Lemuel Haynes (1754-1833), La libertà allargata, ovvero pensieri liberi sull’illegalità della pratica della schiavitù (1776) David Walker (1796-1830), Appello ai cittadini di colore del mondo, ma in particolare ed espressamente a quelli degli Stati Uniti d’America (1830) Henry Highland Garnet (1815-1861), Agli schiavi degli Stati Uniti d’America (1843) 2
La schiavitù negli Stati Uniti
«Il termine “negro” deriva da una parola latina usata dagli antichi romani per definire esseri inanimati che erano neri, come la fuliggine, un vaso, un legno, una casa, ecc., e anche animali di colore nero […]. Gli americani hanno applicato questo termine agli africani come forma di discredito del nostro colore, per aggravare e acuire le nostre miserie, dato che ci tengono sotto i piedi». (D. Walker, Appello…, cit., p. 74)
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«Volete che argomenti sul principio che l’uomo ha diritto di essere libero? Che è legittimo proprietario del proprio corpo? Voi l’avete già dichiarato. Devo argomentare sull’ingiustizia della schiavitù? È una domanda da farsi a un popolo repubblicano?». [F. Douglass, Il significato del Quattro di Luglio per il popolo nero, cit., p. 144]
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Samuel George Morton, Crania Americana (1839) (si sforza in ogni modo di teorizzare l’assoluta estraneità degli Egizi e della loro civiltà al sangue degli africani, irrimediabilmente condannati a una vita primitiva e bestiale)
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– William Loyd Garrison, Società antischiavista: moral suasion – 1830: primo raduno nazionale dei militanti abolizionisti
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W.E.B. Du Bois, Sulla linea del colore. Razza e democrazia negli Stati Uniti e nel mondo, a cura di S. Mezzadra, Bologna, il Mulino, 2010
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Due strategie di liberazione: – separazione: Martin Robinson Delany (1812-1885): poiché la discriminazione è in base al colore, resterà sempre impossibile una vera uguaglianza tra bianchi e neri, negli Usa; – integrazione: Frederick Douglas; Richard Allen (vescovo metodista): «Questa terra che noi abbiamo irrigato con le nostre lacrime e con il nostro sangue è diventata ora la nostra madrepatria, e qui vogliamo vivere, dove la saggezza abbonda e il vangelo è libero». 8
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Emigrazione all’incontrario, ritorno in Africa: American Colonization Society del pastore presbiteriano Robert Finley; acquisto della “Liberia” (porzione della Sierra Leone). Osteggiato dagli abolizionisti
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«non parliamo più di pregiudizio, finché il pregiudizio non finirà in casa nostra» [M.W. Stewart, Discorso di addio al popolo di colore di Boston (1833), in AA.VV., La libertà a ogni costo, cit., pp.109-118 (: 115)].
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