sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio
DESIGN FOR MADE IN ITALY
07
Stone&Ceramics Design
Direttore responsabile | Managing Director Tonino Paris Direttore | Director Carlo Martino Coordinamento scientifico | Scientific Coordination Committe Osservatorio scientifico sul Design del Dipartimanto ITACA, Industrial Design Tecnologia dell’Architettura, Cultura dell’Ambiente, Sapienza Università di Roma Redazione | Editorial Staff Luca Bradini Nicoletta Cardano Ivo Caruso Paolo Ciacci Emanuele Cucuzza Antonio Las Casas Sara Palumbo Filippo Pernisco Felice Ragazzo Clara Tosi Pamphili Monica Scanu Graziano Mario Valenti Segreteria di redazione | Editorial Headquarter Via Flaminia 70-72, 00196 Roma tel/fax +39 06 49919016/15 info@disegnoindustriale.net Traduzione | Translations Claudia Vettore Progetto grafico | Graphic design Roberta Sacco Impaginazione | Production Sara Palumbo Editore | Publisher Rdesignpress Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma tel/fax +39 06 3225362 e-mail: info@disegnoindustriale.net Distribuzione librerie | Distribution through bookstores Joo distribution – Milano
DESIGN FOR MADE IN ITALY
sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio
n°7_febbraio 2010
allegato alla rivista
Distribuzione estero | Distribution for other countries S.i.e.s. srl – Milano 20092 Cinisello Balsamo (MI), via Bettola 18 tel. 02 66030400 – fax 02 66030269 www.siesnet.it e-mail sies@siesnet.it
diid
Stampa | Printing Tipografia Ceccarelli, Grotte di Castro - VT
Registrazione presso il tribunale di Roma 86/2002 del 6 marzo 2002 ISSN: 1594-8528
_disegno industriale industrial design Rivista bimestrale di formazione e ricerca Bimonthly magazine of training and research
indice 04 _ 11
Topic_Stone&Ceramics Design Una conferma e un rilancio | A confirmation and a relaunch_Tonino Paris Due pesi e due misure | Two contrasting outlooks_Carlo Martino Materia e Design per lo sviluppo. Il Lazio e la sfida dei mercati internazionali | Material and Design for development. Lazio and the challenge of international markets_ Pierpaola D’Alessandro
12 _ 31
Designer Talocci Design e Luceri Design System Questione di genere | A question of gender_Ivo Caruso Bathroom designers_Paolo Ciacci
Designer_index
36 _ 45
International Focus VIA_Valorisation de l’Innovation dans l’Ameublement La VIA del design | Design VIA innovation_Paolo Ciacci
32 _ 39
Factory Flaminia Ceramiche Contemporanee | Contemporary Ceramics_Filippo Pernisco Damiani Marmi Litici Gusci | Shells of stone_Paola Iacobellis I bagni sono pietre | Bathrooms are stone_Felice Ragazzo
Factory_index
40 _ 69
Innovation & Tradition L’innovazione di processo: il “sistema” Ceramica Catalano | Process innovation: the ceramica Catalano ‘System’_Luca Bradini Laboratorio Medici. Il Lusso delle pietre | Luxury of stones_Nicoletta Cardano
70 _ 71
Lsd _ la sapienza design factory
Topic_Stone&Ceramics Design Una conferma e un rilancio | A confirmation and a relaunch Tonino Paris
04
Con questo numero, sullo Stone&Ceramics Design, si avvia una nuova annualità del Magazine, Design for Made in Italy, Sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio, allegato alla rivista Disegno Industriale, che dirigo. A testimonianza dell’importante funzione che questa rivista ha svolto lo scorso anno con i primi 6 numeri, in accordo con l’Osservatorio Scientifico sul Design nel Lazio, della Factory Sapienza design, è stato riconfermata la collaborazione fra Università e l’Agenzia Sviluppo Lazio SpA. A partire da questo numero, nel magazine viene introdotta una nuova rubrica: uno spazio di confronto internazionale, mirato a selezionare enti, organizzazioni e società, designer, aziende, prodotti che dell’innovazione e la sperimentazione nella contemporaneità sono “campioni”, stimolare e promuovere, anche a livello politico, la sperimentazione nell’ambito del Design. La nuova rubrica International Focus ha l’intento di aprire una finestra sul mondo, tale da stimolare verso i designer e le nostre imprese presenti nel Lazio, una maggiore attenzione per la ricerca e, perché no, anche la semplice emulazione, comunque sempre proficua. Il tema del Magazine, infine, Stone&Ceramics Design, rappresenta quasi una scelta obbligata per chi vuole parlare di Design nel Lazio. Sono entrambi settori trainanti dell’economia della regione e a vario titolo, intrinsecamente legati a livello nazionale ed internazionale all’architettura e al design.
This issue on Stone&Ceramics Design marks the start of a new year for Design for Made in Italy, A design system for businesses in Rome and the Lazio Region, which is a supplement of the magazine that I edit, Industrial Design. In recognition of the important work that the magazine did with its first 6 issues last year, in accordance with Sapienza Design Factory’s Scientific Observatory of Design in Lazio, an ongoing partnership between the university and Agenzia Sviluppo Lazio S.p.A. has been confirmed. Starting with this issue, there will be a new feature in the magazine: an international space selecting bodies, organizations, companies, designers and products that are prime examples of contemporary innovation and experimentation. It will present the panorama of those on the international scene who have decided to encourage and promote experimentation in the field of design, also through political measures. The new feature will be called International Focus and it will open a window on the world in an attempt to inspire closer concentration on research by designers and above all companies in Lazio, as well as simple emulation, which in any case is always profitable. The topic of the magazine – Stone&Ceramics Design – is almost an obligatory choice for anyone who wants to talk about design in Lazio. The industries are both driving forces behind the region’s economy and they are closely bound to architecture and design in various ways on a national and international basis.
Carlo Martino
Due pesi e due misure | Two contrasting outlooks Ceramica e materiali lapidei sono settori merceologici radicati nella cultura e nella tradizione industriale del Lazio che però, in relazione al design ed al suo potenziale strategico, mostrano approcci molto differenti. L’Italia ha un patrimonio di giacimenti lapidei straordinario, che l’ha resa famosa in tutto il mondo, soprattutto per il forte legame che questi materiali hanno avuto nel tempo con l’arte e l’architettura, e oggi con il design. Il Lazio ha pietre che hanno consentito di realizzare opere eccezionali dell’antica Roma, del Rinascimento e del Barocco, ma anche del Razionalismo. Travertino, Peperino, Perlato Coreno e Basalto hanno dato fondamento, riempito e rivestito capolavori della nostra storia dell’arte. Noti architetti di fama internazionale come per esempio Richard Meier o I.M. Pei, hanno scelto anche in anni recenti, le pietre del Lazio per alcune loro opere emblematiche. È quindi innegabile una grande e importante tradizione estrattiva, che continua anche oggi con non pochi problemi, prelevando pietre dal territorio, per alimentare un fiorente mercato internazionale. Il legame con il design, inteso come una cultura che integra la materia con un progetto colto, anche per una produzione in serie, a dispetto della grande tradizione estrattiva e artistica, è invece tutt’oggi molto debole. I consorzi di promozione delle pietre ornamentali del Lazio, hanno avviato in passato numerose iniziative, tra cui la partecipazione ad alcune edizioni di Abitare il Tempo di Verona, o mostre in giro per il mondo e nella stessa Roma. Ma l’industria estrattiva, che si muove per grandi quantità, non ha forse mai creduto fino in fondo alle potenzialità applicative del design. Diverso approccio hanno dimostrato altre famose aree estrattive d’Italia, quali Carrara o Verona.
Maya Cohen, Outline, Althea Ceramica.
Studio Cassio – Arte del Mosaico, Mosaico contemporaneo, su disegno di Dario Passi | contemporary mosaic, after a drawing by Dario Passi.
Studio Cassio – Arte del Mosaico, ricerca sulla terza dimensione del mosaico, Studio Cassio | searching after a third dimension in mosaics, Studio Cassio
Studio Cassio – Arte del Mosaico, Memorial in Central Park, New York, da un’originale restaurato a Pompei | John Lennon Memorial in Central Park, New York, after an ancient roman original, restored at Pompei.
505
In queste sedi sono attive aziende che veicolano fortemente i loro materiali lapidei attraverso il design. Ad iniziare dalla Up Group o dalla Piba Marmi, per la Toscana o da Antolini per il Veneto. Anche tradizioni estrattive più recenti, come quella della pietra leccese, stanno attivando importanti collaborazioni con designer ed architetti per promuovere e vendere il proprio materiale. Molto diversa è nella regione, la relazione tra settore ceramico, inteso prevalentemente nell’ambito arredo bagno, e design. Il settore dei sanitari ceramici, che si è concentrato nell’unico distretto monofiliera della regione, a Civita Castellana, può essere definito a pieno titolo design oriented, ed è uno dei settori produttivi più maturi del Lazio. La tradizione della lavorazione della ceramica è stata importata nel viterbese qualche centinaio di anni fa, anche per la disponibilità in questo luogo di particolari argille. Inizialmente aveva un carattere prevalentemente decorativo ed è stata poi declinata nella produzione di stoviglie, oramai quasi estinta, e di sanitari ceramici. Nei decenni successivi il saper fare locale si è molto evoluto, da modelli semiartigianali a modelli industriali fortemente automatizzati. La grande svolta di questo settore si è avuta alla fine degli anni Ottanta, quindi recentemente, quando alcuni imprenditori più sensibili, cogliendo la stasi del mercato e dell’offerta che i grandi brand dell’arredo bagno facevano – Ideal Standard e Pozzi Ginori – hanno deciso di accogliere il design come strumento strategico di sviluppo. Sono di quegli anni le prime collaborazioni con designer romani e toscani, che hanno dato vita a nuovi corsi industriali. Storie che vedono oggi, nonostante la crisi economica, le aziende di Civita Castellana trasformate in noti Brand internazionali, presenti in modo capillare sul mercato globale,
Le immagini si riferiscono a prodotti disegnati dai più importanti progettisti dell’arredo bagno presenti nel Lazio e per alcune delle principali aziende laziali di sanitari (Althea, Kerasan, Moab80, Treesse). The images refer to some of more important designers in bathroom design in the Lazio. They refer also to some of more important bathroom factories in the Lazio (Althea, Kerasan, Moab80, Treesse).
e con cataloghi di prodotti emulati non solo in Cina ma nell’Europa più consolidata. Il sistema industriale dell’arredo bagno di Civita Castellana ha oggi una rete di collaborazioni con grandi firme del design italiano e internazionale, da Matteo Thun e Simone Micheli, a Fabio Novembre e Marc Sadler, all’americana Terry Pecora o al francese Patrick Nourguet. Le collaborazioni sono oggi anche di tipo commerciale e tecnologico, grandi partnership con altri brand internazionali, piuttosto che con grandi costruttori d’impianti e macchinari. Altro fiore all’occhiello del Sistema Design Lazio è rappresentato dai professionisti attivi nella regione e operanti principalmente nell’arredo bagno. Qui nel Lazio è possibile individuare una vera e propria “scuola” di design del bagno che si lega a figure quali, Fabio Lenci, Giovanna Talocci, Carlo Urbinati e Pino Pasquali. Nomi ai quali si legano importanti vicende e successi imprenditoriali del settore e non solo regionali. Dalla Teuco, creata da Lenci e Talocci con Virgilio Guzzini alla Jacuzzi, e oggi, alla spagnola Roca, per Urbinati e alla visibilità della Agape, ottenuta anche grazie al primo lavabo in legno, il Gabbiano, disegnato da Pino Pasquali. Oggi, a questa prima generazione di designer dell’arredo bagno, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali – il Compasso d’Oro a Lenci e Talocci – ed internazionali, si sono affiancate altre due generazioni, come le interviste ed i profili presentati nel numero dimostrano. Un sistema potente, di grande competenza tecnica e ormai maturo, che dal bagno si sta irradiando su molti altri ambiti del design. Ci auguriamo che da questa importante vicenda di proficuo connubio tra imprese e design del Lazio, possano nascere spunti per una sua estensione ad altri filoni produttivi di cui abbiamo già parlato o parleremo.
707
08
Ceramics and stone materials are well established goods sectors in the Lazio region’s culture and industrial tradition, but they have very different outlooks on design and its strategic potential. Italy has exceptional stone material assets that have made it famous all over the world. This is largely down to their strong ties with art and architecture over time, and with design today. The stone resources in Lazio were used for outstanding Ancient Roman, Renaissance and Baroque works, as well as for Rationalist ones. Travertine, Peperino, Perlato Royal and Basalt have provided foundations for, filled and covered masterpieces in Italian art history. Internationally renowned architects such as Richard Meier and I.M. Pei have also chosen stone from Lazio for some of their emblematic work in recent years. There are therefore no doubts over the existence of a large, important quarrying tradition, which despite its many problems continues to take stone from the local area to supply the flourishing international market. However, the link with design – i.e. with a culture that uses the material in sophisticated plans that may also include mass production, in contrast with the great quarrying and artistic tradition – is still very weak. The associations for the promotion of Lazio’s decorative stone have undertaken numerous initiatives over the years, including participation in Verona’s Abitare il Tempo interior design trade fair on several occasions, as well as exhibitions all over the world and in Rome itself. However, it is perhaps the case that the quarrying industry, which deals in big quantities, has never fully believed in the application potential of design. Their counterparts in other famous quarrying areas of Italy, such as Carrara and Verona, have taken a different approach. In these areas there are companies that spread the use of the local materials through design, for example the Up Group and Piba Marmi in Tuscany and Antolini in the Veneto region. More recently established quarrying areas such as Lecce are also working with designers and architects on important projects to promote and sell their materials. There is a very different situation in Lazio when it comes to the relationship between design and the ceramics industry, which mainly involves bathroom fittings. The ceramic sanitary fixtures trade is concentrated in the region’s only single-sector district, in Civita Castellana. It can completely justifiably be called design-oriented and it is one of the most mature production areas in Lazio. The ceramics tradition was imported into the Viterbo area a few hundred years ago, partly because special types of clay were available locally. Decorative items were mainly produced to start with. This was followed by a move to
Le immagini si riferiscono a prodotti di alcune delle principali aziende laziali di sanitari (Gsi, Catalano). The images refer to product manufactured by some of more important bathroom factories in Lazio (Gsi, Catalano).
kitchenware – which has practically disappeared nowadays – and ceramic bathroom suites. The local know-how has evolved a great deal over the years, progressing from partially craft-based techniques to highly automated industrial models. The big turning point in the field came recently, in the late 1980s, when some of the more observant entrepreneurs picked up on the stagnation on the market and in the ranges of the big names in bathroom suites, such as Ideal Standard and Pozzi Ginori, and decided to use design as a strategic development tool. That period saw the first collaborations with Roman and Tuscan designers, who got new industrial journeys underway. As a result, despite the current economic crisis, the companies in Civita Castellana have become famous international brands with a widespread presence on the global market and products that are emulated not only in China but also in the more consolidated European countries. The Civita Castellana bathroom suite industry now works with various big names in Italian and international design, including Matteo Thun, Simone Micheli, Fabio Novembre and Marc Sadler, not to mention the American Terry Pecora and the Frenchman Patrick Norguet. There are now also commercial and technological partnerships, both with other international brands and with big producers of systems and machinery. Another asset of the Lazio design scene is the group of professionals in the region who mainly work on bathroom fixtures. There is a genuine bathroom design ‘school’ here in Lazio, built around such figures as Fabio Lenci, Giovanna Talocci, Carlo Urbinati and Pino Pasquali. Their names are associated with important undertakings and business successes in this field that go far beyond the regional boundaries. They include Teuco, which was created by Lenci and Talocci with Virgilio Guzzini, and Jacuzzi. More recent examples are the work by Urbinati for the Spanish firm Roca and the high profile of Agape, which has partly been achieved thanks to the first wooden washbasin: the Gabbiano, designed by Pino Pasquali. This first generation of bathroom suite designers has received a great deal of national recognition, including a Compasso d’Oro for Lenci and Talocci. It has now been joined by two more generations, as shown by the interviews and profiles in this issue. The local industry is powerful, has vast technical know-how and has now reached maturity. It is expanding from the bathroom into many other design fields. We hope that this important, profitable union in Lazio between companies and design can spread into other areas of production that we have already covered or that we will look into in the future.
09
Pierpaola D’Alessandro*
Materia e Design per lo sviluppo. Il Lazio e la sfida dei mercati internazionali | Material and Design for development. Lazio and the challenge of international markets *Direttore Affari Industriali Sviluppo Lazio S.p.A. | Director of Industrial Affairs Sviluppo Lazio S.p.A.
10
Marmo e ceramica, materia creativa e design si incontrano nuovamente nell’edizione 2010 di DIID- Design for Made in Italy, sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio , l’ambizioso progetto editoriale promosso dalla Regione Lazio attraverso Sviluppo Lazio e realizzato grazie alla collaborazione dell’Osservatorio Scientifico sul Design del Dipartimento Itaca della Sapienza Università di Roma. Un progetto di successo che prenderà in considerazione anche esperienze nazionali ed internazionali con la finalità di sollecitare il sistema produttivo del Lazio al confronto con le best practice di altri contesti. Un’iniziativa che si inserisce tra le attività a supporto delle politiche regionali di sostegno dell’internazionalizzazione e che si sviluppa, per il secondo anno, attraverso sei monografie che andranno a indagare, con curiosità, ambiti produttivi sino ad oggi poco esplorati. Il Lazio appare attraverso le pagine della rivista, un territorio ricco di sollecitazioni dove aziende di diversi settori sono pioniere di un nuovo modo di stare sul mercato, nazionale ed internazionale, e di realizzare prodotti. Protagoniste assolute sono le
filiere generate dalle produzioni ad alto contenuto di design dove il made in Lazio dà carattere a quei settori composti da fattori eterogenei e dove l’elemento immateriale rappresentato da design, creatività, storia e tradizioni incontra le tecnologie più innovative dando vita a oggetti che trasmettono, così, emozioni ed evocano identità culturale. La filiera della ceramica e quella legata all’estrazione del marmo rappresentano per il territorio del Lazio settori dove le aziende stanno sperimentando l’introduzione di nuovi elementi; l’aspetto della manualità nella produzione, l’introduzione del carattere creativo sono elementi distintivi e si fondono con la tecnologia attribuendo al prodotto finito quel carattere di esclusività e di qualità che lo distingue rispetto a quelle esclusivamente industriali. Il travertino, il peperino, il tufo, il basalto, il perlato coreno pietre ornamentali estratte nel Lazio, così come le creazioni di “ceramic design” stanno conquistando sempre più i mercati esteri grazie anche alle politiche della Regione Lazio a sostegno dei distretti Industriali e dei Sistemi Produttivi Locali. Due realtà industriali, quella dei Monti Ausoni-Tiburtina e quella di Civita Castellana, dove il futuro si gioca sulla sperimentazione di nuove forme e funzionalità legate non solo all’aspetto tecnico ma anche e soprattutto a quello architettonico e creativo.
Logo della Mostra “Material and Design”, Seoul, Korea, aprile 2010 | logo of the exhibition “Material and Design, Seoul, Korea, April 2010.
Marble and ceramics, creative materials and design meet once again at the 2010 edition of DIID - Design for Made in Italy, sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio, an ambitious editorial project promoted by the Lazio Region through Sviluppo Lazio and with the collaboration of the Osservatorio Scientifico sul Design of the Dipartimento Itaca at Rome’s Sapienza University. This successful project will also consider national and international experiences in order to encourage the Lazio productive system to compare itself to the best practices in other parts of the world. This initiative is part of support activities through regional policies sustaining internationalisation which is being developed for the second year through six essays which will attentively examine productive spheres that have been little explored to present. The magazine’s pages show Lazio as a region rich in activity where companies from different sectors break new ground in creating products and on both national and international markets. The real protagonists are the businesses created by production
with high design content, where ‘Made in Lazio’ gives character to those sectors composed of heterogeneous elements and where the immaterial elements that are design, creativity, history and traditions meet the most innovative technologies to bring to life objects that express emotions and their cultural identity. For the Lazio region, the ceramics and marble extraction businesses are sectors where companies experiment with introducing new elements; the manual aspect of production and the introduction of the creative character are distinctive elements which combine with technology to give the finished product a character of exclusiveness and quality that sets it apart from exclusively industrial products. Travertine, peperine, tuff, basalt, and pearly coreno are all ornamental stones extracted in Lazio; more and more, they, and ceramic design creations, are winning over foreign markets, thanks also to the Lazio Region’s policies in support of industrial districts and local production systems. In the industrial districts of Monti Ausoni-Tiburtina and Civita Castellana, the future hinges on experimentation with new shapes and functions linked not only to the technical aspect, but also and above all to architectural and creative ones.
11
Designer Ivo Caruso
12
Talocci Design, Vasca Seaside, Teuco Guzzini. Una vasca studiata appositamente per uscire dall’ambiente bagno e approdare in soggiorno o in camera da letto, per un piacere da godersi in solitudine o in compagnia | Talocci Design, Seaside Bathtub, Teuco Guzzini. A bathtub designed especially for use outside the bathroom environment, in the living room or bedroom, for individual or shared pleasure.
Nel bathroom design la parola d’ordine è “benessere”. I sanitari, le docce, le vasche, le rubinetterie, gli accessori, i mobili da bagno, i termoarredi ed i rivestimenti si evolvono sempre più facendo perdere all’ambiente bagno il suo ruolo di semplice servizio, facendogli acquisire una valenza di vera e propria area relax. Il bagno oggi è il luogo dove poter ritemprarsi, dove poter rallentare il ritmo imposto dal mondo esterno, dove poter riscoprire il piacere di avere cura di se stessi. Gli spazi diventano sempre più fluidi e ibridano funzioni quotidiane, legittimando la presenza di arredi da bagno anche in altri ambienti e viceversa. Nel Lazio il distretto della ceramica di Civita Castellana (VT) ospita storiche aziende produttrici di sanitari e di arredo bagno che nel tempo hanno acquisito prestigio grazie alla collaborazione con studi professionali altamente qualificati, operanti nel territorio. Lo studio Talocci è una consolidata realtà nel campo della progettazione industriale e, nel settore bagno, vanta tra i suoi clienti Teuco Guzzini, Effegibi, Provex Industrie e Fantini Rubinetterie. Lo studio Luceri Design System, operativo dal 2007, ha collaborato con aziende come Ceramica Flaminia, Ceramica Tecla e Gruppo Treesse. Giovanna Talocci ed Anika Elisabetta Luceri, appartenenti a due diverse generazioni di designer locali, raccontano le loro esperienze di progettazione applicata al settore bagno rivelando come è cambiato e come cambierà il modo di concepire lo spazio privato dedicato al sé.
The watchword in bathroom design is ‘wellbeing’. Sanitary fixtures, showers, baths, taps, fittings, accessories, bathroom furniture, heated towel rails, wall coverings and flooring are constantly evolving, to the point where bathroom environments no longer exist purely for practical reasons: they have gained a status as genuine relaxation zones. Nowadays bathrooms are a place to recharge your batteries, take a break from the hectic pace of the outside world and rediscover the pleasure of pampering yourself. Living spaces are becoming increasingly fluid and hybridization of everyday functions means it is now normal to see bathroom fixtures in other rooms and vice versa. In the Lazio region, the Civita Castellana ceramics district near Viterbo is home to longstanding manufacturers of bathroom fixtures and fittings. They have gained a certain prestige over the years through their work with the highly professional design studios in the local area. The Talocci studio is a well established industrial design company. Its clients in the bathroom trade include Teuco Guzzini, Effegibi, Provex Industrie and Fantini Rubinetterie. Luceri Design System was founded in 2007 and has worked with companies such as Ceramica Flaminia, Ceramica Tecla and Gruppo Treesse. Giovanna Talocci and Anika Elisabetta Luceri, who come from two separate generations of local designers, discuss their bathroom design experiences, revealing how our outlook on this private space dedicated to the individual has changed and will be transformed in the future.
Questione di genere. Il futuro del bathroom design secondo Giovanna Talocci e Anika Elisabetta Luceri | A question of gender. The future of bathroom design according to Giovanna Talocci and Anika Elisabetta Luceri. Essere designer donna a Roma. In che modo questa condizione ha influenzato il suo lavoro? G.T. Ho iniziato a lavorare negli anni ‘70 e non so dire se in quel periodo fosse più difficile, da un punto di vista professionale, essere romana o essere donna. Essere donna in un mondo professionale quasi esclusivamente maschile mi ha messo di fronte alla radicata diffidenza nell’affidare ad una (allora) giovane ragazza aspetti altamente tecnici oltre che estetici della progettazione di un prodotto. Ho dovuto anche dimostrare, col tempo, di saper anteporre ai problemi personali le esigenze professionali, tipico approccio maschile al lavoro, ma ho voluto farlo cercando di non togliere qualità ai rapporti familiari. Nel tempo,
complice anche l’aiuto di un marito comprensivo e collaborativo, sono riuscita ad ottenere un soddisfacente riconoscimento professionale ed un ottimo rapporto con i miei due figli... ma che fatica! L’impossibilità di essere presente quotidianamente in azienda ha creato la necessità di preparare il lavoro in studio fin nei minimi dettagli. Gli esecutivi consegnati al cliente erano in scala 1:1 per eliminare incertezze nell’approntare un prototipo. Questa esigenza mi ha fatto sviluppare un metodo progettuale molto diverso da tanti miei colleghi che si limitano a indicare all’azienda l’aspetto estetico del prodotto lasciando al lavoro in azienda la messa a punto tecnologica. A.E.L. Parto sempre dall’idea che le cose vanno guadagnate con tenacia ed impegno. Di fronte a questo non ho quasi mai dedicato il mio tempo a pensare se l’essere donna ha portato a dei risultati diversi che se fossi stata uomo. Non posso negare di aver trovato diverse difficoltà in determinate situazioni, come
13
14
un approccio meno formale e di minor rispetto che talvolta sembra normale ricevere in determinati contesti aziendali, ma preferisco credere che la cosa sia legata maggiormente alla mia età. Provengo da una formazione al nord, dove sono stata abituata ad altro modo di concepire il lavoro, con distinzioni semplicemente meritocratiche. Provengo dal settore motociclistico e ancor prima di provare ad entrare in un centro stile, sono andata a lavorare in una officina meccanica. Ho progettato componenti motociclistiche, gioielli, ho lavorato in officine artigianali mettendo in macchina direttamente i miei progetti d’arredo, quindi credo di aver saputo far valere il mio essere donna tra chi mi vedeva tale e non semplice collega di lavoro. Oggi mi dedico molto al settore dei decorati, perché sicuramente ho una sensibilità diversa rispetto agli altri collaboratori aziendali, ma è un settore al quale si potrebbe dedicare tranquillamente un uomo con altrettanta sensibilità.
Come è cambiato e come cambierà il modo di vivere l’ambiente bagno? G.T. Negli anni l’aspetto puramente funzionale ha lasciato spazio a quello più edonistico, complice anche il lavoro svolto da alcuni di noi a partire dai primi anni ottanta, e questa tendenza non accenna a finire. A.E.L. Ogni volta che proviamo a parlare dell’evoluzione di un determinato sistema dobbiamo inserirlo in contesto culturale. Vivo in un paese, Civita Castellana, che ha segnato la storia dell’evoluzione dell’ambiente bagno in quanto la maggior parte della produzione locale è concentrata in questo settore. Provengo da una famiglia di commercianti che hanno vissuto il cambiamento, dal boom economico industriale degli anni 70/80 alla discesa economica del settore degli ultimi anni. Si è passati dal bagno come necessità, al bagno come comodità, al bagno in stile come status symbol. Oggi si tende a pensare al bagno come zona di benessere assoluto, come luogo d’arredo integrato all’ambiente casa. L’idea è
Anika Elisabetta Luceri, vasca da bagno Nina, Gruppo Treesse, 2008 | Anika Elisabetta Luceri, Nina bathtub, Gruppo Treesse, 2008.
Anika Elisabetta Luceri, vasca da bagno Nina Cross, con cristalli Swarovski, Gruppo Treesse, 2008 | Anika Elisabetta Luceri, Nina Cross bathtub with Swarovski crystals, Gruppo Treesse, 2008.
quella di vivere il relax termale nell’ambiente domestico. Altra direzione parallela è quella del lusso, del decoro, del materiale ricercato. Entrambe condizioni di benessere psico-fisico, di evasione dallo stress giornaliero in una situazione idilliaca di benessere. Il bagno colorato, il bagno oversize, il bagno high-tech ed il minimale, il neo-organico e l’emozionale. Quali sono le tendenze che stanno evolvendo il modo di progettare l’area bagno? G.T. Non c’è una risposta unica, i vari aspetti convivono nell’offerta dei prodotti e sopratutto nelle proposte degli architetti, ma certamente l’aspetto emozionale, declinato in vari linguaggi espressivi, è quello vincente. Ne è testimone la tendenza attuale del “bagno che esce dal bagno”, del desiderio cioè di mettere vasca o doccia in ambienti living, per godere con altri delle coccole e del relax che solo l’acqua sa dare. Il luogo termale diventa domestico... ed anche in questo il rapporto del progettista romano con questo argomento forse non è così casuale.
A.E.L. Il settore al quale mi sto dedicando attualmente è quello dei mercati di lusso prevalentemente esteri. Insieme all’evoluzione dell’ambiente bagno come luogo di estremo relax, ricontestualizzato in grandi spazi, dove troviamo vasche da bagno-piscina dotate di ogni comfort, si propone il decorato che attualmente è il mio punto forte. Il bagno decorato, ri-contestualizzato, il piacere per il fatto a mano e il restyling hanno risvegliato una grossa fascia di mercato. Ceramica, legno, vetro, marmi, compositi e laminati. Con quali materiali si realizzerà il bagno del futuro? G.T. Non credo esista una soluzione unica, salvo fare una riflessione più ampia sullo scenario prossimo futuro. Certamente un buon modo di progettare è quello di usare il materiale più giusto per la funzione cui è destinato, e questo sia dal punto di vista tecnologico che da quello emozionale. Vanno però considerati altri due fattori: il primo è quello economico; non si è più disposti a spendere molto se la spesa non è più che giustificata, e
15
Lenci - Talocci, Vasca 232, Teuco Guzzini, uscita nel 1983 e ancora in catalogo | Lenci - Talocci, Bathtub 232, Teuco Guzzini, first introduced on the market in 1983 and still on sale. Talocci Design, porta S-Lite, Provex Industrie. Linea di porte scorrevoli | Talocci Design, S-Lite door, Provex Industrie. Line of sliding doors. Anika Elisabetta Luceri, decoro dipinto a mano per la vasca da bagno Eggs Comics One, design Jad | Anika Elisabetta Luceri, hand-painted decoration for the Eggs Comics One bathtub, design Jad.
questo obbliga a fare un’attenta riflessione sui materiali da usare. L’altro è di carattere “ecologico”; sempre più i materiali saranno scelti in base al loro basso impatto ambientale, sia in termini di conservazione dei patrimoni naturali (mi riferisco in particolare a marmi o legni rari) che di corretta riciclabilità a fine vita dei prodotti.
16
A.E.L. Sicuramente la ceramica non ci abbandonerà mai e di pari passo prenderà posto insieme ad essa il materiale composito. La ceramica segna l’eternità del sanitario. È un materiale ricavato in natura che risponde a qualità di igiene e durevolezza nel tempo come nessun altro. Il composito, in genere di resina e polveri di marmi, viene utilizzato, oltre alla vetroresina tradizionale, soprattutto nelle vasche da bagno. Sul mercato sono presenti ormai una molteplicità di materiali che riescono ad imitare ad esempio la pietra o la ceramica, arrivando ad effetti materici e cromatici diversi. Binomio vincente di qualità ed estetica è sicuramente il Cristaltech® del Gruppo Treesse. Il legno, il vetro, i laminati, così come tanti altri materiali,
rappresentano un valore aggiunto, ma è difficile farli vivere nel contesto bagno completamente soli nella loro totalità. Nel settore bagno la progettazione quanto è veicolata da vincoli tecnologici? Quanta tecnologia ci sarà nella home toilet di domani? G.T. La progettazione è molto influenzata da vincoli tecnologici dovuti all’impiantistica, alle normative di sicurezza e alla resistenza dei materiali all’acqua e ai detersivi. Si deve tenere conto di questi vincoli e di quanto questi vincoli prolunghino la vita dei prodotti nella percezione del fruitore. Non è difficile sostituire un tavolo o un divano se la moda o il gusto personale lo richiedono, altra cosa è sostituire un bagno, con opere murarie ed idrauliche... i prodotti per l’area bagno devono essere più durevoli nel tempo. A questo proposito ho appena trovato in una recentissima ristrutturazione una vasca della Teuco che ho progettato trenta anni fa, è ancora in catalogo ed ancora attuale... un esempio di buon design per il bagno.
A.E.L. Non si può pensare ad un progetto senza essere vincolati dalla tecnologia. Quasi tutte le aziende per le quali ho lavorato sono produttrici, automaticamente devono rispondere a dei limiti dettati dalle proprietà del materiale che lavorano. Si può realizzare tutto, ma con più o meno difficoltà, tempistiche e, di conseguenza, costi. La Niña, ad esempio, è nata come idea di restyling della vasca Epoca, e si è poi trasformata in un prodotto di design. Lo stampo è stato sicuramente un motivo in più per l’accettazione del progetto. Se pensiamo poi alla tecnologia come agente di comfort, la tendenza è quella di inserire quanti più “gadget” tecnologici e multimediali possibili al fine di garantire una perfetta risposta alla propria idea di relax. Quanto incide il tema dell’eco-sostenibilità nella progettazione di nuovi sistemi per il bagno? G.T. Ora moltissimo, risparmio energetico ed idrico, riciclabilità dei materiali ed attenzione all’inquinamento sono temi ormai imprescindibili.
A.E.L. Ogni azienda ha imparato, soprattutto negli ultimi anni, a concentrarsi sull’ecosostenibilità garantendo dal momento stesso della progettazione fino all’imballo, dallo smistamento degli stampi fino alla scelta dei materiali, un rapporto ottimale con l’ambiente.
18
How has being a female designer in Rome influenced your work? G.T. I started working in the 1970s and I couldn’t tell you whether at that time it was harder, from a professional point of view, being Roman or being a woman. Being female in an almost exclusively male professional environment, I had to deal with deep-rooted wariness over entrusting a young (at the time) woman with highly technical aspects of product design, as well as aesthetic ones. Over time, I also had to show that I was capable of putting professional matters before personal ones, which is a typical male approach to work, but I tried to do it without it impinging on my relationship with the family. With the help of an understanding, cooperative husband, I managed to gain a decent professional reputation and have an excellent relationship with my two children... but it was very hard work! As I was unable to be physically present in the company every day, I had to prepare the work right down to the finest details in the studio. The working drawings I gave to clients were always in 1:1 scale to do away with any doubts in the preparation of a prototype. This necessity led me to develop a very different design method from many of my colleagues, who simply
provide the company with the physical appearance of the product and leave them to do the technological finetuning. A.E.L. I always start out with the idea that things should be earned with tenacity and commitment. Because of this, I have hardly ever spent any time wondering whether things might be different if I were a man instead of a woman. I cannot deny that I have had a number of difficulties in certain situations, such as the less formal and less respectful approach that sometimes seems par for the course in some business environments, but I prefer to think that this is more down to my age. I had my training in the north, where I became accustomed to another outlook on work, with purely meritocratic distinctions. I come from the motorcycle industry and before I even tried entering a style centre, I gained some experience in a mechanical workshop. I have designed motorcycle components and jewels, and I have put my furniture designs directly in the machines when working in craft workshops, so I think I have been able to show my value as a woman to those who saw me that way rather than simply as a workmate. I now do a
Anika Elisabetta Luceri, New Classic Young Royal, lavorazione in capitonnè in sky bianco, Gruppo Treesse, 2008 | Anika Elisabetta Luceri, New Classic Young Royal, button-tufted artificial white leather, Gruppo Treesse, 2008.
Anika Elisabetta Luceri, New Classic Young Oriente, Gruppo Treesse, 2008 | Anika Elisabetta Luceri, New Classic Young Oriente, Gruppo Treesse, 2008.
Anika Elisabetta Luceri, New Classic Young Red, Gruppo Treesse, 2008 | Anika Elisabetta Luceri, New Classic Young Red, Gruppo Treesse, 2008.
Anika Elisabetta Luceri, vasca da bagno Impero, decoro a mano, Gruppo Treesse, 2008 | Anika Elisabetta Luceri, Impero bathtub, decorated by hand, Gruppo Treesse, 2008.
lot of work with decoration because my sensitivity in the field is unquestionably unlike that of other company team members, but it is an area in which a man with the same level of sensitivity could easily work. How has people’s way of experiencing bathrooms changed and what will be different in the future? G.T. Over the years, the purely functional aspect has given way to a more pleasure-oriented approach – partly thanks to the work some of us have been doing since the early eighties – and this pattern shows no signs of coming to an end. A.E.L. Every time we try to speak about the evolution of a system, we have to look at the cultural context. I live in Civita Castellana, a town that has left its mark on the story of the development of the bathroom environment, as most of the local manufacturing companies work in this field. I come from a family of traders who have seen the changes, from the economic and industrial boom in the 70s and 80s to the economic decline of the sector in recent years. We have gone from the concept of the bathroom as a necessity, to that of the bathroom as a convenience, to that of the stylish bathroom as a status
symbol. Nowadays we tend to think of bathrooms as areas devoted to wellbeing and a furnished zone integrated with the rest of the house. The idea is to experience the relaxation offered by spas in your own home. Another movement alongside this is luxury, decor and refined materials. Both involve mental and physical tranquillity – getting away from the stress of daily life in an idyllic situation of perfect wellbeing. There are colourful bathrooms, oversize bathrooms and high-tech bathrooms, as well as minimalist, neo-organic and multi-sensory ones. What are the evolving design trends for the bathroom area? G.T. There is more than just one answer. The various aspects come together in the range of products and above all in architects’ proposals, but the emotional approach – which is expressed in various ways – is definitely the way to go. This is shown by the current trend for the ‘bathroom outside the bathroom’, i.e. the desire to put a bath or shower in living spaces, in order to enjoy the pampering and relaxation that only water can give in the company of others. Spas are entering people’s homes... and perhaps when it comes to this, the relationship with
19
Talocci Design, sauna Sky, Effegibi.
Talocci Design, sauna con doccia Logica, Effegibi. Premio Design Plus, ISH 2003 | Talocci Design, Logica shower and sauna, Effegibi. Design Plus Award, ISH 2003.
Talocci Design,Omniasteam, Effegibi. Porta con colonna in alluminio estruso che racchiude generatore di vapore, il sistema di diffusione del vapore, riscaldamento e ventilazione forzata. All’interno pannello di controllo, illuminazione RGB e luce bianca | Talocci Design, Omniasteam, Effegibi. Door with extruded aluminium column that contains the steam generator, steam diffusion system, heating and fan. White and RGB lighting on the internal control panel.
Roman designers is not entirely down to chance. A.E.L. At the moment, I am mainly concentrating on luxury markets, largely in other countries. Along with the development of the bathroom as a place for total relaxation, relocated in large areas with baths like swimming pools and every modern convenience imaginable, my current strong point of decoration is also being offered. Decorated bathrooms in fresh settings, the pleasure of handmade elements and restyling have renewed the interest of a large, previously dormant portion of the market.
20
Ceramics, wood, glass, marble, composite materials and laminates. What will be used to make the bathrooms of the future? G.T. I do not think that there is just one solution, except for broadening our horizons when reflecting on the scenario for the near future. Unquestionably, one good way of designing is to use the most appropriate material for the intended function, both in technological and emotional terms. However, two other factors should be considered. The first is the economic aspect: people are
no longer willing to spend a lot if the price cannot be fully justified, and this forces you to think very carefully about which materials to use. Secondly, there is the ‘ecological’ aspect: it is increasingly common for the choice of materials to be based on their environmental impact, both in terms of the conservation of our natural heritage (I’m referring to marble and rare types of wood in particular) and the possibility for recycling the products properly at the end of their lifecycle. A.E.L. We will definitely always have ceramics, and they will be joined in equal measure by composite materials. Ceramics make bathroom fixtures and fittings timeless. The material comes from nature and offers unparalleled hygiene and durability. Composite materials, generally with resin and marble powder, are used in bathtubs in particular, along with the traditional glass-reinforced plastic. A large number of products which resemble materials such as stone and ceramics are now available on the market, with various physical and colour effects. For example, Cristaltech® by Gruppo Treesse offers an excellent combination of quality and appearance. Wood, glass and laminates, as well as many other materials, give
added value, but it is difficult to introduce them into the bathroom environment completely on their own. To what extent is bathroom design affected by technological restraints? How much technology will there be in the home toilets of tomorrow? G.T. Design is influenced a great deal by technological restraints related to systems, safety regulations and the resistance of materials to water and cleaning products. It is necessary to take into account these constraints and the extent to which they prolong the user’s perception of the products’ lifespan. It is not difficult to replace a table or a sofa for reasons such as changing fashions or personal taste, but replacing a bathroom, with building and plumbing work, is a different matter altogether. Products for the bathroom must be longer lasting. Talking of which, in a very recent renovation project, I found a Teuco bath that I designed thirty years ago. It is still in the catalogue and it is still in keeping with the times, making it a good example of bathroom design. A.E.L. It is impossible to consider a project without being constrained by technology. Almost all of the companies I have worked with are manufacturers and they have
no choice but to deal with the limits associated with the materials they use. It is possible to make everything, but the time required and level of difficulty vary, and therefore so do the costs. The Niña, for example, was originally an idea for restyling the Epoca bath, then it became a design product. The mould was definitely an extra reason to accept the project. Furthermore, if we consider technology as a tool for comfort, the trend is to add as many technological and multimedia gadgets as possible in order to correspond perfectly with the individual concept of relaxation. How much of an influence does ecological sustainability have in the design of new systems for bathrooms? G.T. Nowadays it has a huge influence. Saving energy and water, recyclable materials and a focus on pollution are now indispensable matters. A.E.L. Every company has learnt, especially in recent years, to focus on sustainability and guarantee an optimum relationship with the environment, from the design phase to the packaging stage, from the sorting of the moulds to the choice of materials.
21
Paolo Ciacci
Bathroom designers
22
Il distretto della ceramica di Civita Castellana, è una delle principali realtà industriali del Lazio. L’arte della ceramica è sempre esistita in questa area fin dal X secolo a.C. Civita, alle pendici del Monte Soratte nell’Alto Lazio, è costruita su un blocco di tufo: la disponibilità in questa zona di argille, ricche di calce e di ferro ma anche di silicati di alluminio, ha permesso l’affermarsi dell’arte della ceramica. Civita Castellana oggi si configura come una “monosettorialità produttiva” per l’elevata concentrazione di aziende nel comprensorio, per la quantità e la qualità dei prodotti, e per la considerevole quota di mercato nazionale ed estero conquistata. Dal punto di vista quantitativo nel Distretto Industriale operano complessivamente 75 imprese con un numero di occupati di circa 3.450 unità (il 70% della regione e il 6% su scala nazionale dello stesso settore). In termini quantitativi l’industria della ceramica civitonica svolge un ruolo insostituibile nell’economia provinciale, con un’incidenza sull’export del 52,8% ed un fatturato pari al 52% per un valore di circa 700 miliardi di euro. A formare tale valore contribuiscono per il 56,6% il comparto dei sanitari, per il 36,6% le stoviglie e per il residuo 6,8% le altre specialità produttive. La ceramica civitonica ha ricevuto dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato il marchio DOC per la ceramica artistica tradizionale. Il periodo che stiamo attraversando sicuramente non favorisce nessun settore produttivo, di conseguenza anche quello della ceramica, ma come sottolinea il responsabile marketing della Globo, Riccardo Bianchini (Corriere di Viterbo) “esiste una crisi globale, ma le ceramiche di Civita Castellana reggono il colpo”. Il valore su cui si basa la realtà di Civita è la sua produzione sana nel rispetto dell’ambiente, una produzione sicuramente più costosa di altre realtà internazionali, ma che sicuramente ha più forza potenziale per quando il mercato riprenderà la sua crescita economica. É quindi naturale che in questa zona industriale di grosso valore, imprenditori e progettisti abbiano dato vita ad un connubio di idee e progetti che hanno permesso a Civita Castellana di essere una eccellenza nazionale. In questo numero della rivista i settori che approfondiamo sono la produzione di ceramica per l’arredo bagno e il settore dei materiali lapidei. Sono due settori merceologici radicati nella cultura e nella tradizione
industriale del Lazio che spesso si ritrovano negli stessi progetti, ma che dietro nascondono delle differenze sostanziali. Infatti nella ceramica per i sanitari, ci sono numerosissimi progettisti che fanno ricerche di tipo stilistico e tipologico che unite alla crescita tecnologica danno vita a prodotti all’avanguardia; per quanto riguarda invece il settore dei materiali lapidei, essi si limitano ad utilizzarli come fornitura per rivestimenti di un progetto più ampio, approfondendo poco la loro ricerca e sperimentazione da un punto di vista strettamente di design. Quindi rispetto all’importante tradizione estrattiva di pietre dal territorio, che alimenta il mercato internazionale, l’aspetto del design è ancora oggi debole. Nonostante ciò ci sono stati importanti esempi di promozione ed applicazione di tali materiali nel design, ricordiamo la mostra di Giovanna Talocci dal titolo “l’uomo e la pietra” ad Abitare il Tempo a Verona, o Carlo Martino che, con il suo prodotto Piega disegnato per i Conci, composto da un unico blocco di marmo statuario ultrachiaro, ha dato prova delle capacità del marmo di adattarsi a forme e soluzioni innovative. Ecco che la piega che accoglie l’acqua per incanalarla, si presta a giochi di luce che esprimono al meglio la pietra, con le sue irregolarità e la sua naturalità. Questo esempio d’applicazione del materiale non ha avuto molto seguito tra i progettisti, ma sarebbe sicuramente un ottimo modo di diversificare l’applicazione sul mercato di questo settore. Ritornando alla ceramica per l’arredo bagno, ci sono progettisti che con la loro bravura e intuizione hanno fatto scuola, formando all’interno dei propri atelier dei profili professionali specifici che poi hanno trovato le loro autonomie. Esempio più rappresentativo è lo studio di Fabio Lenci, che vedeva al suo interno la presenza di Carlo Urbinati e Giovanna Talocci, progettisti questi ultimi che, separandosi, hanno contribuito ad arricchire la scena regionale del progetto di design grazie anche ad un portfolio di clienti che spazia dalla Jacuzzi, nel caso di Urbinati, alla Teuco e Effegibi per la Talocci. Il processo di crescita di giovani professionisti continua a catena e personaggi come Daniele Trebbi, Claudio Papa e Paolo D’Arrigo fanno parte dell’ultima generazione di designer dell’arredo bagno, formatasi nello studio di Talocci e Urbinati. L’aspetto però fondamentale è l’obiettivo di aver contribuito alla creazione di una comunità del design,
Daniele Trebbi, Serie Family, Ponte Giulio. Gabriele Rosa, Lavabo | washbasin Ninfea, Antonio Lupi, 2009.
che cerca costantemente momenti di aggregazione, di scambio e di crescita. Bisogna dare merito ai designer del Lazio di aver lavorato anche sulla promozione del design di questa regione, organizzando e partecipando a numerose manifestazioni, e dando vita a vicende associative importanti. Non va dimenticato il contributo di personaggi quali Pino Pasquali che con il suo progetto Gabbiano per l’Agape, primo esempio di lavabo in legno multistrato prodotto in serie, ha portato valori fondamentali per la crescita di questo settore. I primi designer laziali hanno raggiunto una competenza professionale attraverso un lungo lavoro di autonoma sperimentazione. Ne deriva che i designer del Lazio non sono stati e non sono a tutt’oggi innovatori di linguaggi, non sono loro a guidare o a cavalcare tendenze stilistiche, sono invece accomunati da un approccio più tecnico e tipologico al prodotto. Quando il gruppo Lenci-Talocci negli anni Ottanta, progettava le prime vasche in acrilico per Virgilio Guzzini e per la sua Teuco, non c’erano modelli da emulare, ma tipologie da inventare, con tutte le difficoltà che questa modalità comporta. Questo significa che i designer del Lazio, hanno costruito da pionieri la loro professionalità cercando di rispondere con la modalità dell’inventore alle ricerche che un’embrionale industria gli proponeva. Porto come esempio La Talocci che con la vasca SeaSide per Teuco ha introdotto una innovazione tipologica, infatti questa vasca più che un prodotto, è un nuovo concetto di come poter vivere l’acqua all’interno di un’abitazione, portando in casa il piacere del mare e del relax sul bagnasciuga. Altro aspetto importante nelle scelte progettuali degli ultimi anni è il sempre maggiore coinvolgimento della tecnologia per migliorare funzionalità ed estetica; un esempio è la Touch&Steam progettata da Talocci per Effegibi, vincitore del prestigioso premio Design Plus ISH 2009, che è composto da una lastra di vetro bianca traslucida, inseribile in ogni doccia o ambiente Hammam, che cela all’interno tutta la tecnologia per la produzione di vapore. I comandi touch screen illuminano il vetro e consentono di scegliere le varie funzioni in tema d’erogazione di vapore, cromoterapia e circolazione di aria riscaldata. Questa prima generazione di progettisti ha tracciato la strada da percorrere in questo settore, ora sta ai giovani professionisti, percorrerla sempre con nuove idee e stimoli, come già molti stanno facendo.
Maya Cohen, sistema di sanitari Outline per Althea | Outline bathroom system for Althea
23
24
The ceramics district in Civita Castellana is one of Lazio’s leading industrial areas. The art of ceramics has existed here ever since the 10th century B.C.. Civita lies on the slopes of Mount Soratte in Northern Lazio and is built on a block of tuff. The art of ceramics established itself here due to the availability of clay that is rich in lime, iron and aluminium silicate. Civita Castellana now has a ‘single-sector industry’ characterized by the high concentration of companies in the area, the quantity and quality of the products and its considerable share of the national and international markets. In terms of quantity, there are 75 companies operating in the industrial district, with a workforce of approximately 3,450 (70% of those employed in the sector in this region and 6% nationwide).The industry plays a fundamental role in the province’s economy, accounting for 52.8% of exports and 52% of the turnover, with a value of around €700 billion. 56.6% of this is contributed by bathroom fixtures, 36.6% by kitchenware and 6.8% by the other specialist products. Civita Castellana has received a DOC (Controlled Origin Denomination) label from the Italian Ministry of Industry, Trade and Crafts for its traditional artistic ceramics. The current economic climate is not working in favour of any production sectors and ceramics is no exception, but as Riccardo Bianchini, the marketing manager of Globo, underlined in the Corriere di Viterbo newpaper, ‘there is an international crisis, but the Civita Castellana ceramics are standing up to it’. The core value of Civita is its environmentally friendly, healthy production, which is undoubtedly more expensive than others on the international scene, but definitely has more potential strength for when the market picks up. It is therefore natural that in this extremely valuable industrial zone, entrepreneurs and designers have forged an alliance of ideas and projects that have made Civita Castellana a national example of excellence. The industries that we are looking into in this issue of the magazine are the production of ceramics for bathroom suites and stone materials. These two sectors are firmly established in Lazio’s culture and industrial tradition and can often be found in the same projects, but there are substantial differences between them. There are large numbers of designers who carry out stylistic
and typological research into ceramics for bathrooms, which is combined with advanced technology to create cutting-edge products. Their counterparts in the stone materials sector largely limit their use of the products to coverings for larger projects, doing little research and experimentation from a strictly design-based point of view. While the local quarrying tradition is of great importance and supplies the international market, the design side of things is still a weak point. Nonetheless, there have been significant examples of these materials being promoted and employed in design, such as Giovanna Talocci’s exhibition entitled ‘Man and Stone’ at the Abitare il Tempo interior design fair in Verona, and Carlo Martino’s Piega washbasin, which he designed for I Conci. Made of a single block of extremely lightly coloured statuary marble, it demonstrated the material’s ability to adapt to innovative forms and solutions. The angular section that receives and channels the water produces light effects that bring out the best of the stone, with its irregularities and naturalness. This example of use for the material was not followed up much by other designers, but it would certainly be an excellent way of diversifying utilization on the market in this field. Going back to ceramics for bathroom suites, there are some designers whose skill and insight have been passed on to others in a masterstudent relationship. Some of the specialized professionals who have trained in their workshops have gone on to be highly successful in their own right. The best example is Fabio Lenci’s firm. Its in-house staff once included the designers Carlo Urbinati and Giovanna Talocci, who later went into business on their own and helped to enrich the regional design scene. Urbinati has worked with such big names as Jacuzzi, while Talocci can boast the likes of Teuco and Effegibi in her client portfolio. A stream of young professionals is continuing to appear. Daniele Trebbi, Claudio Papa and Paolo D’Arrigo are part of the latest generation of bathroom suite designers and learnt their trade under Talocci and Urbinati. The schooling aspect in these in-house relationships is very interesting, bearing in mind that there is an exchange not just of know-how and resources, but also of clients. It is no coincidence that D’Arrigo works for Teuco and Claudio Papa for Bertocci, to cite just two examples. However, the key element is
Carlo Urbinati, Nova, Jacuzzi, 2008. Talocci Design, Touch&Steam, Effegibi.
the target of contributing to the creation of a design community which is constantly seeking opportunities for unions, exchange and growth. Credit is due to the designers of Lazio for their work promoting the region’s design scene. They have organized and participated in numerous events, and carried out significant associative ventures. It is important to remember the contributions of figures such as Pino Pasquali, who introduced essential values for the growth of this sector with his Gabbiano project for Agape, the first mass-produced plywood washbasin. The first group of designers in Lazio achieved professional competence through long-term independent experimentation. As a result, they are not and have never been innovators of expressive forms. They do not set or follow trends in style. Instead, they share a more technical and typological approach to products. When the Lenci-Talocci group was designing the first acrylic bathtubs for Virgilio Guzzini’s Teuco in the 1980s, there were no models to emulate. It was necessary to invent typologies, with all of the difficulties that this entails. This means that the designers of Lazio were pioneers as they built up their professional field, aiming to work like inventors in response to the research propositions they received from the embryonic local trade. An example is Talocci’s SeaSide bath for Teuco, which introduced a form of typological innovation. Indeed, more than a product, it is a new concept for experiencing water within the home, introducing into the household the pleasures of the seaside and relaxation on the shoreline. Another important aspect in design choices in recent years has been the growing use of technology to improve functionality and aesthetics. An example is the Touch&Steam designed by Talocci for Effegibi, which won a prestigious ISH 2009 Design Plus award. Hidden behind this pane of translucent white glass, which can be used in any shower or steam bath, is all of the technology required for the production of steam. The touch screen controls light up the glass and are used to select the various steam supply, colour therapy and hot air circulation functions. The first generation of designers marked out the path to follow in this industry. It is now up to the young professionals in the field to take things forward with new ideas and input, as many of them are already doing.
Paolo D’Arrigo, Box Evolution, Teuco Guzzini, 2004.
25
designer_index 26
Fabio Lenci
Giovanna Talocci
Carlo Urbinati
www.lencidesign.com
www.taloccidesign.com
studio@urbinatidesign.it
Lenci Design è un’impresa di servizio per l’industria. Ad oggi, ha realizzato oltre 600 progetti nel campo del design industriale, dai prodotti di arredo per interni ed esterni per la casa e per l’ufficio a mobili, imbottiti, cucine, illuminazione ed arredobagno, dal fitness alla progettazione di imbarcazioni, scooters e aerei ultraleggeri. Tutto ciò, unito al costante impegno nella ricerca e alla versatilità in ogni fase del progetto, ha dato alla Lenci Design la capacità di interpretare le esigenze del cliente.
Romana, designer, lavora con diverse aziende nel settore bagno, tra cui: Teuco, Effegibi, Fantini, Poltrona Frau, Fratelli Guzzini, Fornara e Maulini, Luce-plan, Viasat. Curatrice di eventi culturali per la Regione Lazio e per Fiera Milano Interna-tional. Docente di progettazione industriale presso il LUDI, di Roma, e presso lo IED di Roma. Socio ADI dal ‘79 e dal 2004 membro del Comitato Esecuti-vo. Socio fondatore e due volte Presidente di In Forma Azione e promotrice della fondazione del CNAD.
Designer, nel 1972 inizia l’attività di product designer collaborando con aziende italiane nel settore del mobile, dell’imbottito, dell’illuminazione, del bagno e della cucina. Approfondisce lo studio dei materiali plastici ed amplia il suo raggio di intervento collaborando con industrie di vari paesi: Austria, Giappone, Australia e Spagna. Nel 1995 riceve il premio “GRANDESIGN” per la vasca “Maurea” di produzione Jacuzzi Europe. Ha insegnato per alcuni anni progettazione presso l’IED e l’Istituto Quasar.
Lenci Design is a service company for industry. To date, it has produced more than 600 industrial design projects, from indoor and outdoor decorative items for the house and the office to furniture, upholstered goods, kitchens, lighting and bathroom products, from fitness equipment to boats, scooters and microlights. Thanks to this and its constant commitment to research and versatility throughout the design process, Lenci Design can offer clients exactly what they want.
This Roman designer works with various bathroom firms, including Teuco, Effegibi, Fantini, Poltrona Frau, Fratelli Guzzini, Fornara & Maulini, Luce-plan and Viasat. She curates cultural events for the Lazio Region and Fiera Milano International, and teaches industrial design at LUDI and IED in Rome. She has been an ADI member since 1979 and part of the Executive Committee since 2004. She is a founding member and two-time former President of In Forma Azione, and a promoter of the CNAD foundation.
In 1972 he started working as a product designer for Italian furniture, upholstered goods, lighting, bathroom and kitchen companies. He studied plastic materials in depth and broadened his working horizons through industrial partnerships in various countries: Austria, Japan, Australia and Spain. In 1995 he was given the ‘GRANDESIGN’ award for the ‘Maurea’ tub made by Jacuzzi Europe. He taught design at IED and the Istituto Quasar for several years.
Pino Pasquali
Romano Adolini
Daniele Trebbi
Angeletti Ruzza design
www.pasqualiassociati.it
www.romano-adolini.it
dtrebbi@tiscali.it
www.angelettiruzza.it
Architetto, Designer, Roma, 1949. Dal 1975 progetta opere pubbliche, case popolari, mobili e oggetti. Nel 1981 fonda una azienda di produzione e commercializzazione di mobili “Forma & Memoria”. Ha costruito il Rettorato e la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, Roma (2000). Premio Design Plus, Francoforte 1995. Medaglia d’oro all’Architettura Italiana “Menzione d’onore” Triennale di Milano 2003.
Architetto e designer, inizia del restauro e recupero di monumenti dove sviluppa una particolare ricerca legata al territorio ed alle tecniche costruttive con l’uso del tufo. Nel 2000, attratto dal materiale ceramico, inizia l’attività di designer nel settore del bagno che lo hanno portato a collaborare con numerose aziende tra cui: Flaminia, Boffi, Galassia, NIC e GAL. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Design Plus (Francoforte 2003 ) ed il Design Index ADI 2003 e 2004.
Designer, Roma 1963, studia Architettura e all’ISIA di Roma. Dal 1994 lavora con lo Studio Talocci-Lenci e lo Studio Transit Design, collaborando con alcune aziende italiane per il progetto di numerosi prodotti e Art Direction. Tra queste Teuco, Effegibi, Telma, GSI, Fornaia e Maulini, Mac,Teatro delle Muse, Viasat, Larimart, Ponte Giulio, Provex, Eos, Valpra. Nel 1998 riceve il “Premio Progetto Giovane, Compasso d’Oro” per il progetto di una borsa da viaggio attualmente prodotta da Zilla.
Silvana Angeletti, (Rieti 1969), e Daniele Ruzza, (Roma 1967), designer, diplomati all’I.S.I.A. di Roma, fondano nel 1994 a Rieti lo studio di progettazione Angeletti Ruzza Design, con il quale hanno partecipato a numerosi concorsi di design, vincendo premi e segnalazioni. Con i loro progetti di ceramiche ed accessori per il bagno hanno collaborato con numerose aziende tra le quali Teuco, Poltrona Frau, Fantini, F.lli Guzzini, Colombo Design, Fantini, Serafino Zani, R.S.V.P, Laboratorio Pesaro Bucci, GSI e Azzurra Ceramica.
Architect, Designer, born in Rome in 1949. He has been designing projects for public works, community homes, furniture and designer objects since 1975. In 1981 he formed “Forma & Memoria”, a furniture production and distribution company. He built the Rectorate and Law School of the Roma Tre University, Rome (2002). He was awarded the Design Plus Award, Frankfurt 1995. He earned an honorable mention in the Gold Medal for Italian Architecture of the Triennale of Milan in 2003.
This architect and designer started out in monument restoration and recovery, a field in which he conducted singular research based on local areas and construction techniques utilizing tuff. Keen to work with ceramics, in 2000 he began designing bathrooms. He has collaborated with numerous companies, including Flaminia, Boffi, Galassia, NIC and GAL. Among the many prizes and forms of recognition he has received are the Design Plus Award (Frankfurt 2003) and listing in the ADI Design Index in 2003 and 2004.
This designer was born in Rome in 1963. He studied architecture and at ISIA in the city. Since 1994 he has worked for the TalocciLenci studio and Transit Design, collaborating with a number of Italian companies on the design of numerous products and on Art Direction. These include Teuco, Effegibi, Telma, GSI, Fornaia & Maulini, Mac, Teatro delle Muse, Viasat, Larimart, Ponte Giulio, Provex, Eos and Valpra. In 1998 he was given a ‘Compasso d’Oro’ youth design award for a travel bag currently made by Zilla.
Designers Silvana Angeletti (Rieti 1969) and Daniele Ruzza (Rome 1967) studied at Rome’s I.S.I.A.. In 1994 they founded Angeletti Ruzza Design in Rieti. They have entered numerous design competitions, winning awards and mentions. They have designed bathroom accessories and ceramic goods for many companies, including Teuco, Poltrona Frau, Fantini, F.lli Guzzini, Colombo Design, Fantini, Serafino Zani, R.S.V.P., Laboratorio Pesaro Bucci, GSI and Azzurra Ceramica.
27
designer_index 28
Claudio Papa
Area+3 - Luca Cimarra
Paolo d’Arrigo
cpdesigner@netilink.com
lucacimarra@virgilio.it
www.darrigodesign.it
Designer, Catania 1964. Diplomato in industrial design all’ I.S.I.A di Roma, ove vive e lavora. Durante gli studi ha iniziato a collaborare con alcune aziende italiane in vari settori operativi: come designer al Centro Stile della Piaggio, di cui ora è collaboratore esterno, mentre adesso è art director della Scichaus. Ha progettato per Laura Biagiotti, Aprilia, Gilera, Piaggio, Glass Idromassaggio, Albatros. Ha collaborato con lo studio Urbinati per lo viluppo di ceramiche ed arredi da bagno.
Architetto e Designer, ha collaborato presso lo studio di Portoghesi, lavorando a progetti diversi, in campo residenziale, religioso ed urbanistico. Dal 2003 svolge attività professionale nel campo del design industriale e nel 2005 ha assunto l’incarico di Art Director dell’azienda NIC design di Civita Castellana, inoltre collabora con Ceramica Flaminia, Newform, Esedra, Xilon.. Nel 2006 fonda lo studio AreA+3 a Civitacastellana. Lavora sempre con pochi materiali, cui piace esaltare le loro proprietà intrinseche.
Paolo si avvicina al mestiere di designer “in maniera spontanea e casuale”. Dal ‘90 si occupa di progettazione d’interni e complementi d’arredo, collaborando con Arte Ceram, Bafrum, Cielo Sabbiafusa, Hidra e Guzzini, La sua Colonna attrezzata 193194, prodotta da Teuco, è stato prodotto selezionato da ADI Design Index 2003. E’ direttore artistico di Cielo, Caos, Sabbiafusa e Uèdesign. Un tema cardine nella sua progettazione è la scelta del materiale che “sostanzia il segno” diventando comunicazione esso stesso.
Designer, born Catania 1964. He studied industrial design at I.S.I.A. in Rome, where he now lives and works. While studying, he started collaborating with a number of Italian companies in various fields, including as a designer at the Piaggio Style Centre. He now works for them on a freelance basis and as an art director for Scichaus. He has designed for Laura Biagiotti, Aprilia, Gilera, Piaggio, Glass Idromassaggio and Albatros, and developed bathroom fittings and ceramics with Urbinati.
This architect and designer worked for Portoghesi’s company on various residential, religious and town planning projects. He has been working in the field of industrial design since 2003 and in 2005 he became the Art Director of NIC Design in Civita Castellana. He also collaborates with Ceramica Flaminia, Newform, Esedra and Xilon. In 2006 he founded AreA+3 in Civita Castellana. He always works with few materials and likes to enhance their inherent properties.
Paolo became a designer ‘spontaneously and by chance’. He has been working in the field of interior design and accessories since 1990, collaborating with Arte Ceram, Bafrum, Cielo, Sabbiafusa, Hidra and Guzzini. His ‘Colonna Attrezzata 193-194’ produced by Teuco was included in the 2003 ADI Design Index. He is the art director of Cielo, Caos, Sabbiafusa and Uèdesign. A cornerstone of his design is the choice of materials that ‘substantiate signs’, becoming means of communication themselves.
Filippo Bombace
Triplan
Maya Cohen
Studiomartino.5
www.filippobombace.com
www.triplan.it
www.mayadesign.it
www.studiomartino5.it
Architetto romano, fondatore dello studio professionale la Oficina de arquitectura, ha svolto una fiorente attività, documentata su pubblicazioni specializzate italiane ed estere, connotata da numerosi interventi di nuova edificazione e di recupero in ambito residenziale. La ricerca delle qualità espressive della luce e dei materiali, caratterizza la sua linea di ricerca. Affianca alla progettazione architettonica l’attività di designer di componenti di arredo, lampade, di cucine e sanitari.
Fondata da Alexander Duringer e Stefano Rosini e con sede a Roma, la Triplan ricerca l’essenza del prodotto, fondendo funzioni e forme attraverso un continuo trend research e da questo distaccandosene per trovare nuove vie. I “tre piani di lavoro”, che danno origine al nome dello studio, sono l’architettura, il design e la comunicazione. Lo studio fornisce consulenza nella creazione e sviluppo di nuovi prodotti per l’industria. Tra i clienti della Triplan ci sono Colavene, Ceramica Flaminia, Kerasan.
Maya Design nasce nel 2006 dall’esperienza della designer Maya Cohen, laureata in Disegno Industriale presso “Sapienza” Università di Roma. Assieme ai suoi collaboratori, dà vita ad un “laboratorio di idee”, nel quale concetti e progetti si materializzano per rispondere alla precisa esigenza di un design creativo e funzionale. Segue da diversi anni la direzione artistica della Ceramica Althea Spa, curandone la creatività in ogni sua forma. La serie Outline ha ottenuto il Design Plus 2007.
Studiomartino.5 fornisce servizi completi in diversi e sinergici ambiti del design alle aziende, partendo da un know how dei suoi fondatori, Carlo Martino e Paola Russo, che da oltre 15 anni svolgono anche attività di ricerca, didattica ed editoriale nell’ambito del design. Tra le consulenze che la Studiomartino.5 offre ci sono: Concept Design, Product Design, Communication, Exhibit design, Interior Design e Art direction. Tra i clienti dello studio Ceramica Catalano srl, GSI Gruppo Sanitari Italia, Gedy Spa, I Conci srl, Ad Hoc, Metaform, Unopiù, Royal Ceramica.
This Roman architect is the founder of the Oficina de Arquitectura. The company has thrived, working on numerous new constructions and restorations of a residential nature that have appeared in specialist Italian and foreign publications. Exploration of the expressive qualities of light and materials typifies his projects. In additional to his architectural output, he designs furnishings, lamps, kitchens and bathroom fixtures.
Founded by Alexander Duringer and Stefano Rosini and based in Rome, Triplan seeks out the essence of the product, blending functions and forms through continual trend research and then stepping away from it to find new paths. The ‘three working levels’ that give the firm its name are architecture, design and communication. It provides consultancy services for the creation and development of new products for industry. Triplan lists Colavene, Ceramica Flaminia and Kerasan among its clients.
Founded in 2006, Maya Design is built on the experience of Maya Cohen, a graduate of the ‘Sapienza’ Industrial Design Faculty in Rome. Along with her team, she runs a ‘workshop of ideas’ in which concepts and projects materialize to meet the specific demand for creative, functional design. She has led the art management of Ceramica Althea S.p.A. for several years, taking care of all aspects of creativity. The Outline range won the Design Plus award in 2007.
Studiomartino.5 provides complete services in a variety of synergetic areas of design, backed by the know-how of its founders, Carlo Martino and Paola Russo, who, for over 15 years, have also been doing research, teaching and writing in the design field. Studiomartino.5 offers the following services, among others: Concept Design, Product Design, Communication, Exhibit Design, Interior Design and Art Direction. Its clients include: Ceramica Catalano srl, GSI Gruppo Sanitari Italia, Gedy Spa, I Conci srl, Ad Hoc, FLAMIDIA and SILEC Spa.
29
designer_index Angelo Luigi Tartaglia
Massimiliano Cicconi
www.angeloluigitartaglia.it
30
Alessio Pinto www.alessiopinto.it
Architetto e designer, dal 1980 libero professionista, collabora con importanti Studi a Roma e negli U.S.A., per progetti di Architettura pubblici e privati. Molti i complementi di arredo disegnati per i propri interni. Per la Rapsel ha sviluppato un nuovo concetto per l’utilizzo dell’ambiente bagno. Attento alle dinamiche del cambiamento dei costumi, propone idee innovative. Dal 2000 al 2008 Docente presso la facoltà di Architettura degli Interni ed Arredamento di Roma “Valle Giulia.
Nato a Civita Castellana nel 1961, inizia giovanissimo a confrontarsi con le problematiche dei materiali ceramici nel contesto di un polo industriale importante. Nel 1997 inizia la collaborazione con aziende del gruppo Colamedici: Colavene, Colacril, Colbam. Nel 2000 disegna per Axa la serie Qube. Nel 2003 collabora con White Stone, la nuova nata del gruppo Colamedici, disegnando vari lavabi di notevole successo. Nel 2006 disegna la linea K-One per Azzurra Ceramica. Dal 2007 collabora con Kerasan.
An architect as well as designer, a free lance since 1980, he has cooperated with important Studios in Rome and in the U.S.A. on architectural project, both private and public. Many objects have been designed for his Interior Projects. He has developed a new concept of the bathroom environment for Rapsel. Aware to the Custom evolution dynamic, he proposes new ideas. From 2000 to 2008 he has taught Interior Design at the University of Rome “Architettura Valle Giulia”.
Born in Civita Castellana in 1961, at a very young age he started dealing with issues relating to ceramic materials in an important industrial centre. In 1997 he began working with the Colamedici group companies Colavene, Colacril and Colbam. In 2000 he designed the Qube range for Axa. In 2003 he worked with White Stone, the new Colamedici group company, designing various washbasins that enjoyed great success. In 2006 he designed the K-One line for Azzurra Ceramica. He has been collaborating with Kerasan since 2007.
Nato a Roma nel 1968, si laurea in Architettura nel 1999 presso La Sapienza. Mentre frequenta l’università matura un forte interesse per la produzione della ceramica sanitaria, grazie a ripetute visite nei reparti di modellazione e produzione di importanti aziende del distretto di Civita Castellana, vicino al suo paese d’origine. Dal 2005 collabora con l’ufficio progetti di Ceramica Flaminia in qualità di designer e art director. Nel 2008 disegna la serie di lavabi Volo.
Born in Rome in 1968, he graduated in Architecture at Sapienza University in 1999. While he was studying he developed a strong interest in the production of ceramic bathroom fittings, thanks to frequent visits to the modelling and production departments of big companies in the Civita Castellana district, near his home town. Since 2005 he has been working for the Ceramica Flaminia design department as a designer and art director. In 2008 he designed the Volo range of washbasins.
Oscar Vitale
Fulvio Di Nitto
Anika Elisabetta Luceri
Gabriele Rosa
www.dinamodesign.com
cpdesigner@netilink.com
www.luceridesignsystem.it
www.gabrielerosa.com
Un creativo, brutta parola per indicare chi utilizza intuito, fantasia e un pizzico di buon senso allo scopo di aggiungere valore al prodotto od all’immagine di un’azienda nel contesto di mercato in cui opera. Da 30 anni la costante che contraddistingue il lavoro di Vitale è quella di non avere uno stile. Tale approccio lo ha portato a sviluppare un modus operandi che comporta un forte coinvolgimento nelle dinamiche strategiche e decisionali delle aziende con cui collabora tra cui, per il settore bagno, Area Ceramica, Art Ceram, Cielo, Effegibi.
Classe ‘77, laureato in Disegno industriale presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sul “Bathroom design”. Dopo un breve periodo di lavoro da libero professionista durante il quale realizza la cabina doccia In Out per l’azienda Vismaravetro e la collezione di sanitari Pillow per Nic design, entra a far parte dello staff Honda R&D come modellista-designer di ciclomotori e motoveicoli. Tra il 2003 e il 2007 segue lo sviluppo dei modelli: SH 125-150, VFR 1200. Attualmente lavora presso il centro ricerca e sviluppo della Unopiù, azienda leader nel mercato outdoor furniture.
Designer con una dote innata per l’arte. Si laurea con lode con una tesi riguardante le moto da corsa. Importanti le esperienze nei centri stile del “Crimson” del gruppo “Cagiva-Huskvarna-MV” e dell’“Mv Agusta”. Collabora con aziende del mondo motociclistico disegnando componenti racing. Nel settore arredo, progetta interni, allestisce fiere e produce oggetti di design. Apre il suo studio nel 2007 occupandosi di design e comunicazione, dal design del bagno, alla tavola, al farmaceutico, all’ecodesign.
Gabriele Rosa nasce nel 1982 a Roma, dove consegue una laurea specialistica in Disegno Industriale. Parallelamente agli studi, matura le sue prime esperienze in aziende di arredamento d’alta gamma quali Poltrona Frau e Cappellini e poi presso rinomati studi di progettazione. Esordisce venticinquenne come freelance, disegnando “Pablo”, per Zanotta. Dall’anno successivo ottiene ulteriore visibilità grazie a “Ninfea”, lavabo innovativo prodotto da Antonio Lupi, azienda con cui collabora attualmente.
‘Creative’ is an inadequate term to define a person who uses insight, fantasy and bit of common sense in order to add value to a product or corporate image in their market environment. The constant factor that has distinguished Vitale’s work over the last 30 years is the lack of a specific style. The modus operandi that he has developed through this approach leads him to play a big role in the strategic and decision-making processes of his partner companies, which include Area Ceramica, Art Ceram, Cielo and Effegibi in the bathroom industry.
Fulvio De Nitto born in Rome on 10 June 1977. He has obtained a Bachelor’s Degree in Industrial Design from La Sapienza University in Rome, with his dissertation on ‘Bathroom design’. Following a short period of employment as a freelancer, during which he created the In-Out shower stall for Vismaravetro and the Pillow bathroom collection for Nic design, he joined Honda R&D as a model maker and designer of scooters and motor vehicles. Between 2003 and 2007, he supervised the development of the SH 125-150 and VFR 1200 models. He currently works at the R&D centre of Unopiù, a leading company in the outdoor furniture market.
A designer with a natural gift for art. She graduated with top marks, presenting a dissertation on racing motorcycles. She gained valuable experience in the ‘MV Agusta’ and ‘CagivaHusqvarna-MV’ group’s ‘Crimson’ style centre, then started designing racing components for motorcycle companies. She has also worked on interior design, decor for trade fairs and design objects. In 2007 she started a design and communication company for everything from bathrooms to tables, from pharmaceuticals to ecodesign.
Gabriele Rosa was born in 1982 in Rome where he got his degree in Industrial Design. While still a student, he had his first experiences at some of Italy’s most emblematic and high-level companies such as Poltrona Frau and Cappellini and he has worked for some major studios. At 25 he made his debut as a freelance designer designing “Pablo” for Zanotta. In the following year he had another great success with “Ninfea”, an innovative washbasin produced by Antonio Lupi.
31
International Focus VIA Valorization of Innovation in Furnishing La Via del Design | Design VIA innovation
Paolo Ciacci
32
Vi sono settori industriali e commerciali che sono di interesse strategico/nazionale. L’ampiezza ed il numero di questi settori dipendono dall’importanza che il rispettivo Stato attribuisce loro sulla base del quadro dei propri interessi. Nel caso della Francia nel 1979, i professionisti delle industrie di mobili francesi (CODIFA) insieme al ministro dell’industria danno luogo alla nascita di VIA (Valorization of Innovation in Furnishing), organizzazione che ha il compito di valorizzare e promuovere l’industria del mobile in Francia e all’estero. Questa iniziativa coinvolge tutte le realtà professionali del settore, dalle grandi alle medio-piccole aziende, dagli artigiani ai distributori ai designer, creando una forza produttiva ed economica di altissimo valore. Grazie alla spinta economica e politica, VIA diventa una delle principali realtà, nel settore del mobile, non solo in Francia, ma in tutta Europa come dimostrano le sue numerosissime partecipazioni ai saloni internazionali e alle continue scoperte di designer europei.
VIA nasce nel 1979 grazie alla volontà dell’industria del mobile e dal ministro dell’industria francese che hanno voluto creare una organizzazione che promovesse l’industrial design in Francia e all’estero. L’iniziativa sicuramente geniale, di creare un polo nazionale e politico del design, ha permesso che la ricerca in questo settore portasse sviluppo produttivo ed economico, per non parlare del ritorno comunicativo e d’immagine. Il compito di VIA è stato fin dall’inizio molto chiaro: diventare un’organizzazione che mirasse alla ricerca d’innovazione in ogni campo, stilistico, formale, produttivo, sociale e di comunicazione. Il tema sociale alla ricerca di soluzioni che accrescano il benessere della vita quotidiana collettiva ed individuale, è un aspetto su cui questa organizzazione punta con molta determinazione. La produzione di nuovi manufatti è rivolta all’evoluzione della società e all’apprendimento del futuro, nel senso che la concezione dei prodotti del presente influisca sui bisogni e sulle scelte future senza
Jean- Louis Frèchin, WaSnake, mensola digitale | digital shelf, 2008.
Philippe Nigro, Aide à Projet VIA2005, “Etagère pour livres”.
Some industrial and commercial sectors are of strategic national interest. The scope and number of these sectors depend on the importance that the State assigns them based on its own interests. In 1979, professionals of the French furniture industries (CODIFA) and France’s Minister of Industry created VIA (Valorisation de l’Innovation dans l’Ameublement, Valorization of Innovation in Furnishing), an association to promote the furniture industry in France and abroad. This initiative involves all sector professionals, from small and mediumsized companies, to artisans, distributors and designers, creating an extremely valuable productive and economic force. Thanks to its economic and political influence, VIA has become a key player in the furnishings sector, not only in France but across Europe, as shown by the many international trade shows in which it participates and its continual discovery of European designers.
tralasciare l’aspetto della salvaguardia dell’ambiente. Come afferma Michel Bouisson, responsabile dell’area creativa di VIA, “siamo di fronte alla necessità di trovare una risposta ad una nuova emergenza: cos’è che non danneggia?”. Difatti il tema dell’ecosostenibilità non è solo una moda da seguire per trovare spazio nel mercato, ma è una vera e propria esigenza che VIA ha come compito da assolvere. Non a caso uno dei criteri di valutazione di nuove proposte è proprio la capacità che esse hanno di rispetto dell’ambiente e di capacità di prevedere i cambianti del mondo e della natura. Questa etica è basilare nella missione di VIA. Un altro aspetto della ricerca d’innovazione riguarda l’utilizzo di nuovi materiali e tecniche produttive che, come spiega il direttore generale di VIA Gérard Laizé, da quando esiste l’era industriale con il continuo progresso, aprono la strada allo sviluppo di scenari produttivi. Ad esempio, lo sviluppo di prototipi gioca un ruolo importante in questo processo, perchè rappresenta il
33
34
link tra il disegno e il prodotto finale. Negli anni VIA ha scelto di utilizzare nella prototipazione direttamente i materiali concepiti nel progetto, per entrare meglio nella conoscenza del prodotto. Un esempio significativo è quello di Gaetano Pesce, che ottenne l’assistenza di VIA tramite una “Carte Blanche”. Lo scopo era di creare una libreria da uno stampaggio di poliuretano rigido. Pesce, variò i punti di iniezione del materiale e di conseguenza variò l’aria residua nello stampo e la relativa umidità e temperatura. Questa tecnica impegnò VIA e alcune delle aziende coinvolte per diversi anni, arrivando comunque allo sviluppo della soluzione. L’ultimo aspetto d’innovazione riguarda il lancio di nuove tendenze, di nuovi soluzioni formali che definiscano il presente storico fungendo da link tra il passato ed il prossimo futuro. Concetto importantissimo è la crescita culturale che il design deve apportare alla società, attraverso una ricerca concettuale e stilistica derivante da uno sviluppo storico artistico che si manifesta nel presente. Su queste importantissime tematiche di sviluppo di un settore in continuo movimento creativo e scientifico, VIA diventa anche un talent scout internazionale di nuovi designer e creativi. Il processo con cui viene sviluppato un progetto passa per dei semplici step: una volta scelti i progetti che meglio rispecchiano le tematiche d’innovazione prima citate, VIA finanzia la realizzazione dei prototipi sviluppati dalle serie di aziende ideatrici del mondo di VIA, e introduce il designer al mondo produttivo e commerciale, mettendolo in contatto con le aziende produttrici, con l’editoria specializzata e con i distributori. Tutto ciò ha permesso la scoperta di grandissimi talenti francesi ed internazionali che con gli anni si sono rivelati personaggi che contribuiscono alla crescita dell’intero settore. Non a caso VIA ha promosso il “Project Assistance Grants”, concorso per giovani creativi e studenti universitari che è sicura fonte di conoscenza di come vanno sviluppandosi le nuove generazioni artistiche. Un’altra interessante iniziativa promossa, è la “Carte Blanche”, che consiste nel dare libertà e flessibilità al designer di concepire nuove idee coerenti al periodo storico in cui si inseriscono, dimostrando quella
Ammar Eloueini & François Brument, Chair #71, sedia | chaise, Aide à Projet VIA2007. Jean-Louis Frechin, Wanetlight M, lampada modulare a sospensione | variable 3D lighting suspension lamp, Carte Blanche VIA “Interface(s)”. Iacchetti & Ragni, Moscardino, posata | cutlery in Bio plastic, ed. Pandora Design.
maturità necessaria per rispondere alla rigida etica di VIA. A questa iniziativa partecipano moltissimi designer importanti, grandi personaggi che danno lustro a questa realtà come Philippe Starck, che ha ottenuto la “Carte Blanche” nel 1983 e nel 1986, Christophe Pillet nel 1993, Jean-Marie Massaud nel 1996, Jean-Paul Gaultier, Christian Lacroix, Philippe Nigro e Erwan & Ronan Bouroullec, che hanno vinto diversi concorsi promossi da VIA dal ’93 ad oggi, e a livello internazionale personaggi come Ross Lovegroove, Ron Arad, Tom Dixon, Jasper Morrison, Marcel Wanders, Claudio Bellini, Antonio Citterio, Michele De Lucchi, Patricia Urquiola e moltissimi altri di tutta l’Europa. Il continuo movimento che agita le membra di questa organizzazione è l’aspetto essenziale di VIA che è una macchia capace di essere punto di riferimento trainante nel settore del mobile ma non solo; difatti, come sottolinea Gérard Laizé, direttore esecutivo, il mobile non esiste come prodotto fine a se stesso, ma contribuisce alla composizione e decorazione di un luogo fatto per l’uomo. É tramite questi concetti che Laizé riesce a concentrare l’attenzione non tanto sul mobile ma su tutti quegli elementi relativi agli ambienti del quotidiano (come lampade, tessuti, oggetti per la tavola, etc…), inseribili nei contesti di uffici, case private, hotel e ristoranti, giardini ma anche arredo urbano. Prima che VIA nascesse, la situazione dell’industria del mobile francese non era florida, e sicuramente non paragonabile alla condizione italiana, e a quella scandinava, che ad esempio erano molto più attivi nel settore. Il primo ministro francese degli anni ’50 del secolo scorso, Georges Pompidou espresse il desiderio di supportare la ARC (Atelier di ricerca e creazione) per sfidare il monopolio italiano nel settore dell’industria del mobile. Ebbe così avvio l’UNIFA, Unione Nazionale dell’Industria Francese del Mobile, che si propose da subito di creare il link tra il mondo creativo e quello industriale. La condizione che ha permesso la nascita di VIA è concettualmente simile alla condizione che si è creata dagli anni del dopoguerra in Italia, e cioè la presenza dei distretti industriali. I distretti industriali, termine che nasce dall’economista inglese Alfred
35
Marshall, nella metà del XIX secolo, rappresentano aree territoriali locali caratterizzate da elevata concentrazione di piccole imprese derivanti dalla necessità di aumentare l’efficienza, organizzando la produzione su scala maggiore e la possibilità di sfruttare economie di agglomerazione e specializzazione produttiva. Le imprese sono immerse in un tessuto istituzionale con cui interagiscono positivamente e hanno codici di comportamenti particolari che inducono un aumento della competitività su tutti i mercati. Questa condizione naturale del settore dell’industria ha fatto la fortuna dell’intero settore industriale italiano, ma a differenza del modello VIA francese, non è mai sfociato in una vera organizzazione che promovesse il settore del design in tutte le sue sfaccettature, rimanendo invece in una condizione più commerciale/produttiva lasciando separata la fase di ricerca. É quindi grazie alle fiere che il settore, del design si spinge oltre la ricerca di innovazione, e quindi è l’intero panorama professionale che promuove il design più che una particolare realtà od associazione.
36
Frank Lefebvre, Louis Crusoé, divano in legni trasportati dalla corrente | driftwood sofa, ed. Bleu Nature. Mark Robson, Cradle, seduta | seat, Aide à Projet VIA 2004 / 2004 VIA Project Assistance grant. Mathieu Lehanneur, Q, diffusore per la nebulizzazione del Quinton: concentrato di minerali marini per il sistema immunitario | Quinton spray diffuser: concentration of sea minerals for the immune system, Carte blanche VIA (2006).
VIA was created in 1979 by the French furniture industry and France’s Minister of Industry, who wished to create an organisation to promote industrial design in France and abroad. This undoubtedly brilliant initiative creating a national and political design centre ensured that research in this sector would lead to productive and economic development, as well as returns on communication and its image. VIA’s task has been clear from day one: to become an organisation targeting a search for innovation in every field, whether stylistic, formal, productive, social or in terms of communication. The social aspect of the search for solutions that improve collective and individual daily life is a key focus for the organisation. The production of new goods focuses on society’s development and learning for the future, in that the design of today’s products influences future needs and choices, without ignoring environmental conservation. Michel Bouisson, responsible for VIA’s creative department, explains that today we need to find an answer to a new emergency: to avoid causing damage. The eco sustainability issue is actually not just a fad to be followed to find space on the market, but a true requirement for which VIA is responsible. It’s no accident that one of the criteria for evaluating new proposals is their ability to respect the environment and to foresee changes in the world and in nature. This ethic is a cornerstone of VIA’s mission. Another aspect of the search for innovation concerns the use of new materials and production techniques, which – as VIA’s director general Gérard Laizé explains - have opened the way to the development of new production means since the industrial era and with continual progress. For example, the development of prototypes plays an important role in this process, because it represents the link between the design and the final product. Over the years, VIA has chosen to use the materials defined in the design in prototyping, in order to better understand the product. Gaetano Pesce is a telling example: he received assistance from VIA through ‘Carte Blanche’ to create a bookcase by moulding rigid polyurethane. Pesce varied the injection points of the material, consequently varying the residual air in the press and the relative humidity and temperature.
37
Mathieu Lehanneur, dB, diffusore audio | audio speakers, 2006.
38
Jean-Louis Frechin, WaDoor UP, porta schremo | door-screen, Carte Blanche VIA “Interface(s)”.
This technique occupied VIA and a few companies for years, though they ultimately found a solution. The final aspect of innovation concerns the launch of new trends and new formal solutions that define the historic present, acting as a link between the past and the near future. A very important concept is the cultural growth which design must offer society through conceptual and stylistic research based on historical and artistic development manifested in the present. VIA also becomes an international talent scout for new designers in these very important areas of development in a sector in constant creative and scientific movement. The process by which a design is developed is through simple stages: once the designs that best meet the innovative topics are chosen, VIA finances the creation of prototypes developed by the creative VIA member companies, and introduces the designer to the productive and commercial world, putting him or her in contact with manufacturers, the trade press and distributors. All this has led to the discovery of huge French and international talents who have contributed to the growth of the entire sector over the years. It’s no accident that VIA promoted ‘Project Assistance Grants’, a competition for young designers and design students which surely provides information on how new artistic generations are developing. Another interesting initiative it promotes is ‘Carte Blanche’, which gives designers the freedom and flexibility to design new ideas in line with their historic period, showing the necessary maturity to meet VIA’s rigid ethics. Many major designers have participated in this initiative, major personalities who give lustre to this world, including Philippe Starck, who was offered ‘Carte Blanche’ in 1983 and 1986, Christophe Pillet in 1993, Jean-Marie Massaud in 1996, Jean-Paul Gaultier, Christian Lacroix, Philippe Nigro and Erwan & Ronan Bouroullec, who won several contests promoted by VIA from 1993 onwards. International personalities include Ross Lovegroove, Ron Arad, Tom Dixon, Jasper Morrison, Marcel Wanders, Claudio Bellini, Antonio Citterio, Michele De Lucchi, Patricia Urquiola and many others from across Europe. The continuous movement that energises the members of this association is the essential characteristic
of VIA which is capable of acting as a reference point for the entire furniture sector, and more: indeed, executive director Gérard Laizé highlights that furniture doesn’t exist as a product unto itself, but contributes to the composition and decoration of a space made for humans. It is through these concepts that Laizé concentrates attention not so much on the furnishing itself but on all the elements in our daily environments (such as lamps, fabrics, tableware, etc.), which can be inserted in the contexts of offices, private homes, hotels and restaurants, gardens, but especially urban furniture. Before VIA was born, the French furniture industry was in a sad state, certainly unlike the Italian or Scandinavian situation, which were much more active. In the 1950s, France’s prime minister, Georges Pompidou, expressed a desire to support ARC (Atelier de Recherche et Création) to break up Italy’s monopoly in the furniture industry. Thus, UNIFA (Union Nationale de l’Industrie Française du Meuble) was born, initially positioning itself as a link between the creative and industrial worlds. The condition that led to the creation of VIA was conceptually similar to the condition created in Italy after WWII, that is the presence of industrial districts. Industrial districts, a term coined by British economist Alfred Marshall in the mid 19th century, represent local geographic areas with a high concentration of small companies because of the need to increase efficiency, organising production on a larger scale and the ability to take advantage of economies of agglomeration and productive specialisation. The companies are immersed in an institutional fabric with which they interact in a positive way and have specific codes of conduct that lead to increased competition on all markets. This natural condition of the industrial sector made the fortune of the entire Italian industrial sector, but unlike France’s VIA model, never led to a true organisation promoting the design sector in all its facets. Rather, it remained a more commercial or productive condition leaving the research phase aside. It was thus through trade fairs that the design sector has pushed itself beyond the search for innovation - therefore it’s the industry itself that promotes design, rather than a specific body or association.
39
Factory Filippo Pernisco
La continua ricerca di nuovi materiali e forme di espressione, fa spesso eco alle esigenze della vita contemporanea, in continuo mutamento. I materiali tradizionali, arricchiti da un know-how contemporaneo, recitano da sempre un ruolo di primo piano, protagonisti di uno stile di vita elevato e raffinato. Ci si riferisce in particolare a quei materiali come le ceramiche e i marmi, tramandati sin dall’antichità, passati attraverso dimore reali di tutte le epoche e oggi più che mai al centro dei nuovi ambienti del lusso. È così che questi materiali definiscono gli spazi dedicati alla bellezza e al benessere, peraltro loro funzione sin dall’antichità, come nelle terme romane, essendo utilizzati in tutti quegli ambienti come Spa, yachts, lussuose residenze, dove esprimono al massimo il loro valore, ulteriormente legittimato dal contributo del design, che una volta di più esalta con una chiave contemporanea i materiali tradizionali. Il Lazio offre delle realtà di assoluto valore in entrambi i settori: la Ceramica Flaminia, portata ai massimi livelli mondiali attraverso una attenta strategia aziendale, con il contributo di talentuosi designer e con la direzione artistica di Giulio Cappellini, e la Damiani Marmi, da tre generazioni in attività nella lavorazione della pietra e oramai consacrata come azienda di altissima qualità, come dimostrano i lavori eseguiti in tutto il mondo, anche come fornitore ufficiale delle boutiques Bulgari. Aziende che coniugano alla tradizione e alla storia un’attenzione per il contemporaneo vivissima e che rappresentano al meglio l’espressione di eccellenza, propria di chi lavora con passione.
The continuous search for new materials and new forms of expression often echoes the needs of contemporary life, constantly moving. Traditional materials, however, enhanced by contemporary know-how, have always played a paramount part and have had an increasingly leading role for a high-level and refined lifestyle. We are specially referring to materials like ceramics and marbles, passed on since ancient times and hosted across royal palaces of all ages, today more than ever at the core of the new luxury environment. This is how such materials define the spaces devoted to beauty and well-being, which is often in some respect a primeval function - like in Roman hot springs. As a matter of fact, they are used in environments such as Spas, yachts, luxury houses, where they express their supreme value, further legitimized by the contribution of design, which once more enhances traditional materials through a contemporary approach. The Lazio region offers some examples of absolute value in both sectors: Ceramica Flaminia, which has reached the highest levels worldwide through a careful company strategy, with the contribution of talented designers and under the art direction of Giulio Cappellini. And Damiani Marmi, which has worked with stone for three generations and is now recognised as a top-quality company, as demonstrated by its works spread worldwide and by its selection as the official supplier of the Bulgari boutiques. These are companies that combine tradition and history with a keen attention for contemporary products and which represent the utmost expression of the excellence that characterises anybody working with passion.
Flaminia Ceramiche Contemporanee | Contemporary Ceramics Le origini antichissime della lavorazione della ceramica nella zona di Civita Castellana, che risalgono addirittura all’epoca pre-romana, rendono molto affascinante la storia dei primi insediamenti industriali, ancora più alla luce dell’apprezzamento che queste aziende, oggi leader mondiali, riscuotono. Tra queste, Ceramica Flaminia ricopre sicuramente un ruolo di primo piano: Giulio Cappellini, come artdirector, e numerosi altri designer hanno fatto un lavoro delicatissimo, sviluppando la lavorazione della ceramica e introducendo un vocabolario di forme, ma soprattutto concetti, che definiscono già da tempo il bagno contemporaneo. Flaminia inizia la sua attività negli anni ’50, quando la presenza nella zona inizia ad assumere carattere industriale, soprattutto nel settore dei sanitari, visto anche il boom economico che porta ad un notevole sviluppo edilizio. Proprio il 5 Gennaio 1955, ventitré operai che lavorano nel settore si uniscono in società di fatto e fondano la Ceramica Flaminia.
Inizialmente la produzione è artigianale, i prodotti fatti a mano con l’ausilio di poche attrezzature sono tuttavia molto apprezzati per la loro qualità e permettono all’azienda un buon riconoscimento dal mercato senza una particolare propensione per il design. Ma sul finire del secolo passato, Flaminia cerca una svolta e vara una nuova strategia aziendale, coinvolgendo designer come appunto Cappellini e Palomba, cercando di comprendere quale sarebbe stata l’evoluzione dell’ambiente bagno. Il punto di rottura con il passato arriva quando viene presentato il prototipo di un grande lavabo rettangolare disegnato proprio da Giulio Cappellini. L’effetto provocato da quell’oggetto chiamato Acquagrande, insignito nel 2001 del Design Plus all’ISH di Francoforte, segna senza dubbio un’innovazione che modifica radicalmente l’idea di intendere l’ambiente bagno. Quest’ultimo, infatti, inizia a liberarsi di alcuni preconcetti e, supportato da una nuova cultura del wellness, ad allargare i propri confini, espandendosi verso altre
Flaminia, Leggera, design Gilda Borgnini, vasca da bagno | bath tube. Flaminia, Acquagrande rosso, design Ludovica e Roberto Palomba, lavabo | washbasin.
41
Flaminia, Wc - bidet Link sospesi, design Giulio Cappellini e Roberto Palomba.
Flaminia, Twin Column lavabo | washbasin, design Ludovica e Roberto Palomba.
42
zone della casa come la camera da letto o addirittura il living, aumentando progressivamente le sue dimensioni e rendendosi spesso disponibile a sperimentazioni funzionali. Flaminia segna subito un altro successo: viene presentata la linea wc e bidet Link, sanitari sospesi disegnati da Cappellini e Palomba che si caratterizza per la linea pulita, la totale assenza di incavi e nicchie per il fissaggio del pezzo a parete, e gli elementi di scarico per la prima volta a vista, proponendosi come oggetti da poter utilizzare con diverse soluzioni di arredo. I cinquant’anni di attività di Flaminia, celebrati nel 2005 con l’apertura di un nuovo showroom a Milano progettato dallo stesso Cappellini, aprono le porte a nuovi scenari. Il concetto che l’art-director persegue, è sempre stato quello di valorizzare il materiale ceramico, comprendere le reali necessità dell’azienda e le capacità produttive, confrontandosi continuamente con i tecnici e cercando di rendere i vincoli produttivi. I Miniwash, serie di lavabi di dimensioni ridotte, lasciano intendere come il designer sia sensibile alle esigenze dell’abitare contemporaneo, dove spesso le dimensioni degli ambienti non consentono l’installazione di
sanitari extralarge, rendendo la produzione dell’azienda rispondente alle esigenze di un mercato che è sempre più attento alla qualità, sia progettuale, sia di produzione. Le finiture sono un altro tema che si cerca di sviluppare con altrettanta convinzione: il consueto aspetto bianco lucido, lascia talvolta spazio ad interpretazioni molto affascinanti e contemporanee, come finiture matte, morbide al tatto, preservando comunque le caratteristiche di resistenza della ceramica. Il futuro dell’azienda va nella direzione di una ricerca rivolta alla sperimentazione e all’innovazione tecnicofunzionale dei prodotti, che per il 70% sono assorbiti dal mercato italiano, per quanto significative siano anche le presenze negli Stati Uniti, Canada, Australia, Cina e Giappone, oltre che nel resto d’Europa. Flaminia si propone di gestire in maniera molto attenta materiali e lavorazioni, cercando di mantenere sempre un rigoroso controllo delle forme.
43
The ancient origins of ceramics in the Civita Castellana area date back to before Roman times. They make the story of the ďŹ rst industrial sites a fascinating one, even more so given the renown enjoyed by these companies, which are now big players on the international market. One of the clear leaders is Ceramica Flaminia: art director Giulio Cappellini and numerous other designers have worked scrupulously to develop the processing of ceramics and introduce a language of forms, and above all concepts, that has been part of the contemporary bathroom for some time. Flaminia started out in the 1950s, when the zone started to take on an industrial nature, especially in the bathroom ďŹ ttings trade. This was partly due to the economic boom, which led to signiďŹ cant growth in construction. On 5 January 1955, 23 workers from the industry joined together in a de facto corporation and founded Ceramica Flaminia. Initially, craft techniques were used in production. The items were handmade with the use of little
50
equipment, but their quality was highly valued and earned the company a good reputation on the market, even though it was not particularly design-oriented. Towards the end of the last century, Flaminia decided to make some changes and launch a new business strategy. It started working with designers like Cappellini and Palomba, seeking to understand how bathrooms would evolve. The point that marked a real break with the past was the presentation of a large, rectangular prototype washbasin designed by Giulio Cappellini. The product was called Acquagrande and it received a 2001 Design Plus award at ISH Frankfurt. It brought about clear innovation that radically altered the very concept of the bathroom. Freed of certain preconceptions and backed by the new desire for wellness, bathrooms started to push back their boundaries, expanding into other zones of the home such as bedrooms and even the living room, gradually increasing in size and often embracing functional
experimentation. Flaminia immediately followed this up with another success: it presented the Link line of wall hung toilets and bidets designed by Cappellini and Palomba. They have clean cut lines, are completely free of grooves and slots for attaching them to the wall, and have unprecedented visible drain system elements. They can be used in conjunction with various decorative solutions. The fiftieth anniversary of Flaminia, which was celebrated in 2005 with the opening of a new showroom designed by Giulio Cappellini in Milan, opened the way to new scenarios. In his role as the art director, the concept that Cappellini has always pursued is enhancing ceramic materials and understanding the real needs of the company and the production capacities. He constantly exchanges views with the technical experts and tries to make restrictions productive. The Miniwash range of compact washbasins shows that the designer is sensitive to the needs of contemporary living, as the size of many homes makes them unable to accommodate extra large bathroom fittings. This means that the company’s output meets the requirements of a market that is focusing more and more on quality, in terms of both design and production. There are also equally determined efforts to develop finishes: alongside the usual glossy white are appealing, contemporary options, such as soft-to-the-touch matt finishes, which still offer the traditional durability of ceramics. The future of the company lies in technical and functional experimentation and innovation for the products, 70% of which are sold on the Italian market (although there are also significant sales figures in the United States, Canada, Australia, China, Japan and the rest of Europe). It will very carefully introduce materials and processes, constantly seeking to keep the forms under close control.
Flaminia, showrooms.
45
Paola Iacobellis
Damiani Marmi Litici Gusci | Shells of stone Materia nobile, massiva e resistente, la pietra non ha mai smesso da millenni, nelle sue molteplici declinazioni, di definire forma, colore e lucentezza dei nostri spazi urbani ed abitativi. Non relegati ad un passato concluso, i materiali lapidei dimostrano difatti una sempre maggiore flessibilità d’utilizzo, grazie alle recenti tecniche di lavorazione, che ne esaltano proprietà suggestive o finora segrete, e continuano ad affermarsi - come osserva Vincenzo Pavan a seguito dell’ultima edizione di Veronafiere - per le loro qualità archetipiche di elementi legati alla terra e di pronta disponibilità. Dai linguaggi costruttivi e scenografici dell’architettura alla raffinatezza concettuale del design la pietra dimostra di saper rispettare l’estetica contemporanea, o forse sarebbe più corretto dire il contrario, ovvero che siamo ancora capaci di apprezzare la materia nella sua facies primigenia. Non solo dunque un approccio moderno e tecnologicamente evoluto, ma anche il rispetto delle tradizioni antiche e la conoscenza della affascinante natura della pietra, permettono alle aziende operanti nel settore di accettare la sfida della materia e realizzare
52
opere sempre più complesse. È nella Zona industriale Borgo San Donato di Sabaudia che si colloca una delle realtà industriali più significative all’interno dell’hinterland di Latina, la Damiani Marmi, un’impresa nata e cresciuta a dimensione familiare, attualmente in posizione leader nel campo produttivo dell’arredo in pietra. Come nelle antiche ville patrizie di Roma, i marmi della Damiani srl, scelti ad esempio per il Bulgari store della Fifth Avenue di New York e per yacht esclusivi e prestigiosi, conquistano sguardi in tutto il mondo, merito di una gestione esperta e lungimirante dell’attività, nata in seno all’arte lapidea sacra e funeraria, come d’altronde la maggior parte delle circa 200 imprese del medesimo distretto industriale. Nel corso di alcuni decenni, e di oltre tre generazioni, la famiglia Damiani ha difatti sviluppato competenze tecnologiche e commerciali nell’attività lapidea tali da soddisfare le più svariate esigenze nel mercato mondiale, e da raggiungere un fatturato medio annuo di quasi tre milioni di euro.
Forte di un’esperienza sia nel territorio italiano che estero nei settori dell’arredo interno ed esterno, pubblico e privato, nell’edilizia e nell’arte sacra, oggi l’impresa, diretta da Paolo Damiani, punta sempre più allo studio e all’aggiornamento delle tecniche di lavorazione, alla ricerca di soluzioni innovative per affrontare ogni opera con professionalità, oltre che con gusto estetico e forte passione. Chiacchierando col signor Damiani viene spontaneo capire che la passione per la sua attività passa anche per il profondo rispetto del lavoro individuale, e che anche oggi, che l’azienda conta circa 25 unità tra tecnici ed operai, non è andato perdendosi il clima familiare (il direttore definisce la sua realtà aziendale come quella di un “grande artigiano”). Se manca una figura professionale è quella del progettista/designer, in quanto l’attività più rilevante dell’azienda consiste nella realizzazione di opere d’arredo commissionate da parte di studi di architettura e privati, oltre alle più sistematiche produzioni negli ambiti funerario e mobiliare (un nome per tutti, Okite). Pensate alle elegantissime facciate e agli allestimenti dei negozi Bulgari nel mondo: è solo un esempio del prestigio della clientela della Damiani Marmi, che si colloca in una fascia di mercato medio alto e che inevitabilmente si propone per la realizzazione di opere uniche o in serie limitata, come richiesto dal target. La privatizzazione della committenza è anche motivo per la assenza dell’azienda alle fiere e alle esposizioni del settore. Nonostante la battuta d’arresto dell’economia mondiale dell’ultimo anno la Damiani Marmi non ha accusato un vero fermo di produzione, continuando a puntare sull’alto livello qualitativo del prodotto e del servizio di posa in opera. Peraltro negli ultimi decenni si era già passati, nel laboratorio dell’azienda, dalle tradizionali tecniche per la lavorazione della pietra ad un approccio sempre più moderno ed informatizzato, e dunque efficiente, grazie all’uso di macchine a controllo numerico, all’ausilio della fotogrammetria e alla specializzazione dell’intero staff in lavorazioni d’alta qualità, come ad esempio l’Honeycomb, il marmo “alleggerito” utilizzato nel settore nautico.
Per la loro preziosità ed igienicità le rocce ornamentali vengono largamente utilizzate in ambito privato, in particolare nell’arredo del bagno (esigenza intima di un retaggio di antica ricchezza patrizia?), ma ogni azienda sa che il successo dei materiali è sempre legato ad un momento storico e a tendenze estetiche; ultimamente, tra i materiali forniti alla Damiani Marmi dai più grandi broker della pietra in area mediterranea (Antolini, GMC Carrara, Cave di Trani…), accanto ai tradizionali marmi, graniti, onici e travertini, sono molto richieste le pietre arenarie, soprattutto per alberghi e residenze moderne, poiché ben si prestano alla contemporanea ricerca di essenzialità cromatica e fotica. Abbandonate le superfici lucide e dai forti colori pastello, oggi infatti si tende a declinare nell’arredo del bagno, sia che si tratti di rivestimenti che di prodotti, tutti i toni più neutri del grigio, del beige o del marrone. Le linee più ricercate per l’arredo dell’ambiente bagno seguono la stessa tendenza minimalista, che si esprime in tagli netti e definiti, privi di cornici o torellini. Le superfici non vengono più lucidate, ma trattate in maniera da apparire nella più naturale ruvidezza, quasi a ricreare nicchie scavate in moderne grotte. L’attualità antica dei materiali lapidei si sposa con la necessità contemporanea di riscoprire tattilità perdute, di apprezzare i perfetti difetti naturali, di lasciarsi sorprendere da inconsuete opacità e da insoliti rapporti dimensionali.
Damiani Marmi, assortimento di lastre di pietre ornamentali | assortment of ornamental stone slabs.
Damiani Marmi, piatto doccia in pietra Limestone con antiscivolo | non-slip limestone shower tray.
47
Stone is a noble material, massive and strong. For millennia, in its many applications, stone has constantly defined the shapes, colours and shine of our urban and residential spaces. Not relegated to the past, stone materials are showing increasing flexibility of use, thanks to recent techniques which exalt their appearance and properties until now unknown. And they continue to impose themselves — as Vincenzo Pavan observes following the most recent edition of Veronafiere — for their archetypal qualities of elements that are linked to the earth and easily available. From the constructive and staging languages of architecture to the conceptual refinement of design, stone demonstrates its ability to respect contemporary aesthetics, or perhaps it would be more correct to say the opposite, that we are still able to appreciate the material in its facies primigenia. So, a modern and technologically advanced approach combined with a respect for ancient
54
traditions and an awareness of the fascinating nature of stone, means that companies operating in the sector can take up the challenge of the material to create increasingly complex works. In the Borgo San Donato industrial area of Sabaudia we find one of the most significant industries in the Latina region: Damiani Marmi, a family-created and owned firm, currently the leader in the manufacturing of stone furnishings. From the Bulgari store on Fifth Avenue in New York to ancient patrician villas in Rome, to the most exclusive and prestigious yachts, marble from Damiani srl capture the eyes of the entire world, thanks to expert and far-sighted management. The activity was born in the sacred and funerary lapidary arts, as were most of the almost 200 regional businesses in the same sector. In recent decades, and for over three generations, the Damiani family has developed technological and sales skills in the stone activity that meet the most varied
Damiani Marmi, mosaico per pavimenti rosa dei venti in marmo | Damiani Marmi, marble wind rose floor mosaic.
Damiani Marmi, showroom Bulgari, New York.
Damiani Marmi, piatto doccia in pietra Limestone | Damiani Marmi, limestone shower tray.
demands of the global market, with average annual sales of almost three million euros. Damiani Marmi is backed by experience both in Italy and abroad in indoor and outdoor, and public and private construction and sacred artistic furnishings. Today, the company, managed by Paolo Damiani, is focussing increasingly on design and on updating its stone working techniques, seeking innovative solutions to approach each job with professionalism, aesthetic taste and passion. When talking with Mr Damiani, it becomes clear that his passion for his activity wells from a deep respect for individual work, and that even today, with some 25 employees including technicians and workers, the family atmosphere lives on (the director defines his company as that of a ‘large artisan’). One profession is missing, however: the designer, since most of the company’s work consists in creating furnishings commissioned by architectural studios and private customers, in addition to the more regular work in the funerary and furnishings fields (one name for all, Okite). The extremely elegant façades and displays at Bulgari stores around the world are just one example of Damiani Marmi’s prestigious clientele. The firm focuses on a midto-high market, which inevitably means creating unique works or limited editions, as requested by the target. The private nature of the customers is also the reason for the company’s absence at sector fairs and trade shows. Despite the global economic slowdown this past year, Damiani Marmi has not seen a real decline in activity, as it continues to aim for high-quality products and installation services. Moreover, in recent decades, the company’s studio has
switched from traditional stone work techniques to an increasingly modern and computerised — therefore efficient — approach, through the use of digitallycontrolled machines, of photogrammetry and the specialisation of the entire staff in high-quality workmanship, such as Honeycomb, marble that is made ‘lighter’ through joining for use in the nautical sector. Because of their precious and hygienic nature, ornamental stones are largely used in the private sector, in particular for bathrooms (could this be a private desire for ancient patrician wealth?), but every company knows that the success of the material is always linked to a historic period and to aesthetic trends. Recently, in addition to traditional marbles, granites, onyx and travertine, the largest stone brokers in the Mediterranean area (Antolini, GMC Carrara, Cave di Trani, etc.) have been supplying Damiani Marmi with sandstone, which is especially popular for hotels and modern residences, because it is a good match for the contemporary search for chromatic essentiality. No more glossy surfaces with strong pastel colours: today bathroom furnishings (both coverings and products) tend towards more neutral greys, beiges and browns. The most popular lines for bathroom furnishings follow the same minimalistic trend, which is seen in sharp and clean cuts, with no frames or borders. Surfaces are no longer polished, but treated to appear naturally rough, almost as if to recreate niches dug in modern caves. The ancient modernity of stone marries perfectly with the contemporary need to rediscover lost tactility, to appreciate perfect natural defects, to be surprised by unusual opacity and by unusual size ratios.
49
Felice Ragazzo
I bagni sono pietre | Bathrooms are stone
50
Carlo Levi non c’entra, se non per il richiamo alla sua celebre frase: “le parole sono pietre”. Scontata l’allusione materica pressoché valida sia per il mondo lapideo che quello ceramico, mi propongo di gettare uno sguardo sui bagni intesi come luoghi di abluzione o di igiene personale, realizzati tra Roma e Lazio. In effetti, nello spazio-bagno competono essenzialmente due generi di materiali: le ceramiche e le pietre. Il distretto di Civita Castellana dimostra come le prime siano oggi vincenti. Tuttavia, se l’industria ceramica sanitaria non ha più di due secoli di vita, quella della pietra è di gran lunga più longeva. È una lotta tra terre manipolate contro blocchi scalpellati. Entrambi giungono allo stesso risultato della solidità e dell’idrorepellenza attraverso processi distinti: plasmazioni e cotture, nel primo caso; stereotomia, nel secondo. Hanno però una proprietà in comune: la fragilità. Ma per cominciare a trattare nell’ottica del design, sia i materiali ceramici, sia quelli lapidei, è appunto necessario inquadrare bene il rapporto tra plasmazione e stereotomia. Per la pietra, il discorso è semplice: il processo è sempre “a levare”. Nella cura della forma, il materiale in eccesso viene trasformato in scaglie, in polvere e, oggi, col CNC, in granuli. Se consideriamo anche la fase di progetto, interviene allora un modus operandi incentrato su di una sorta di «plasmazione» virtuale. Tali sono infatti i processi di manipolazione delle cosiddette NURBS. Più complessiva è la ceramica. La materia di base, la creta, è ad alta malleabilità e lo è di più nei processi reali quand’è acquosa come barbottina. È evidente che in questi casi non è ammissibile alcunché di stereotomico. Infatti, le forme si ottengono per mezzo di stampi, i quali, data una raffinata e delicata ragione tecnica che vedremo, sono ancora in un materiale malleabile: il gesso. A presa fatta, però, questo materiale cessa di essere malleabile e pertanto si omologa alla pietra. Ecco la ragione per cui uno stampo in gesso può essere frutto, sia di plasmazione, sia di stereotomia. Tutto ciò dipende da molti fattori, i quali non possono che ricondursi alla particolare standardizzazione d’azienda. Naturalmente, ogni volta che è messo in causa un CNC, sia per elettrofresare un pre-stampo, sia per elettrofresare direttamente un pezzo di gesso, è presupposto un modello digitale 3D. Ed allora,
come per la pietra, si invera una plasmazione virtuale digitalizzata. Si diceva prima di una delicata e raffinata ragione tecnica legata al gesso. È tutto dovuto alla sua elevata capacità di assorbire acqua. Ciò fa sì che colando la barbottina nello stampo, l’imbibimento di questo sottragga acqua alla creta, indurendola. Il processo è graduale e il fenomeno è più rapido nelle vicinanze delle pareti di gesso. In fine, raggiunto lo spessore voluto, si vuota lo stampo del liquido residuo. Il resto è questione di essicazione completa, prima, beninteso, delle cotture di terra e cristallino. Si è visto, dunque, che oggi bisogna partire dalla stereotomia digitalizzata: la tecnologia obbligata - in senso industriale – per il tipo di pratiche considerate. Per la verità, le caratteristiche di flessibilità operativa dei moderni sistemi, permettono di considerare il CNC come sorta di artigiano tecnologico. Pertanto, questa tecnologia funziona bene anche per produzioni semiindustriali od anche artigianali. Si tenga poi presente che oramai operano sistemi robotizzati anche nella smaltatura. Per quando riguarda le pietre, proprio il fascino (talvolta ingannevole) della scoperta di irripetibili «attributi graficocromatici» attraverso tagli ed escavazioni pezzo per pezzo, associato ai più imponderabili design, sta notevolmente accelerando la competitività di questo versante operativo. Come si configura tutto ciò nella realtà di Roma e Lazio? Dal punto di vista «industriale» emerge il fatto che oramai le aziende qui operanti imperniano la loro attività facendo ricorso a tecnologie avanzate e designer illuminati. Per quanto riguarda il settore della pietra, la rete di CNC comincia ad essere consistente e ciò è un dato promettente, benché sia doveroso parlare di piccole, se non di piccolissime imprese. I circuiti di mercato non sono quelli tipici dei prodotti di massa. Essi risultano semplificati, nel senso che, quando non sussista un rapporto diretto tra produttore ed utilizzatore, intermedia l’autore di design. Un quadro così configurato mette in luce il fatto che, nonostante tutto, non sia così spinta quella ricerca di valore aggiunto capace di far decollare un settore da pre-industriale o semi-industriale ad industriale vero e proprio. Per altro verso, va forse proprio letta in questa declinazione, la particolare caratterizzazione «industriale» della realtà produttiva regionale. Tuttavia,
Ceramica Catalano, sistema Zero Domino | Zero Domino System.
Moab80, programma Block2 | furniture program Block.
Galassia.
quando a Roma e nel Lazio si vuole fare vero design di manufatti lapidei, occorre rifarsi ad altre parti d’Italia. Ad ogni modo, nel panorama generale si distinguono alcune realtà interessanti. Tra queste, in primo luogo, merita di essere segnalata quella di “Damiani Marmi” di Sabaudia. Si tratta di un’azienda vocata a prodotti di target elevato. Non a caso, uno dei suoi più importanti acquirenti è il Gruppo Bulgari. Va poi segnalata la “Società del Travertino Romano”, di Guidonia, dove operano firme di prestigio, tra cui Paolo Portoghesi e Giorgio Blanco. Un’altra azienda riconosciuta è la “Vitaliano Chiodo” di Via della Stazione del Divino Amore. Su di un fronte artigianale d’alta fascia, ai confini con l’artisticità, opera poi l’azienda “Appia Antica Marmi”. Un caso a sé è rappresentato dalla “Mariotti Carlo e Figli” di Tivoli. Il materiale lavorato è il travertino. Le cave sono le stesse di epoca romana. Il dato industriale si dispiega a tutto tondo nel fatto che i rivestimenti - anche dei bagni - sono qui tra l’altro realizzati per i grattacieli più disparati nel Mondo e progettati dagli architetti più in auge al momento. Altro tipo di scenario si ha invece nel settore ceramico. Qui sussiste, ed è di rilievo non soltanto nazionale, un circuito di marketing maturo ed efficiente. Anzi, l’area di Civita Castellana è a rango di Distretto Produttivo. Ciò nel senso che la presenza industriale non si manifesta in modo sporadico, ma integrato, oltre che evoluto. La maturità del sito è data dal fatto che contempla ogni tipologia produttiva, comprese le attività di servizio. Nel panorama generale, si distingue una rosa di aziende, le quali si può ben dire che siano fattore di Made in Italy e, al tempo stesso, di espressione dell’elevato indice di civiltà da tutti raggiunto. Parliamo della “Althea” (due stabilimenti, impianti di ultima generazione); della “Cielo” (2500 punti vendita, Art director Paolo D’Arrigo); della “Colavene” (tra le più precoci); della “Globo”; della “GSI”; della “Moab80”; della “Galassia”. Piacciono e confortano, però, i numeri dichiarati sui siti web della “Flaminia” (80.000 m², tre stabilimenti, produzione pressoché tutta meccanizzata) e della “Catalano” (130.000 m², 320 addetti, impianti di nuova generazione, 1.000.000 di pezzi all’anno) a prescindere, beninteso, dal design condiviso in tutto il Mondo.
51
52
We really can’t say that Italian author Carlo Levi has much to do with bathrooms, except maybe when it comes to his famous sentence: ‘words are stone’. Since his material allusion naturally applies to both stone and ceramics, I’d like to take a look at bathrooms as a place for ablutions and personal hygiene, those which are created in Rome and the Lazio region. Two materials essentially compete for the bath space: ceramics and stone. The Civita Castellana district demonstrates how today, ceramics have the upper hand. Yet, while the bathroom ceramics industry dates back not even two centuries, the stone industry is much, much older. The competition is a fight between formed earth and sculpted blocks of stone. Both provide the same result of solidity and water repellence through different processes: moulding and firing in the first case; and cutting, in the second. However, they share a property: fragility. But to begin our examination from a design point of view, for both ceramics and stone, we need to clearly define the relationship between moulding and cutting. For stone, it’s clear: the process always involves ‘removal’. In creating shapes, excess material is transformed into chips, powder, and today using CNC, into granules. If we also consider the design stage, we discover a sort of virtual ‘moulding’ in so-called NURBS manipulation processes. Ceramics are more complex. The base material, clay, is very malleable, especially in processes when it is watery in the form of slip. It’s clear that in these cases there can be no cutting. Indeed, shapes are obtained through moulds, which, for a refined and delicate reason we shall see, are also made of a malleable material: chalk. However, once it has set, this material is no longer malleable and becomes similar to stone. This is why a chalk mould can be created either through moulding or cutting. It depends on many factors which are based on each company’s specialisation. Naturally, a 3D digital model is required whenever CNC is used, either to allyill a pre-mould or a block of chalk. So, as for stone, digitalised virtual moulding is used. Above, I said that there is a delicate and refined
technical reason for using chalk. This is due to its high capability to absorb water. This means that when the slip is poured into the mould, the water is drawn off from the clay by the chalk, thereby hardening it. The process is gradual and fastest near the chalk walls. Then, once the desired thickness has been acquired, the liquid in excess is poured out of the mould. After that, it is just a matter of complete drying, before firing and enamelling. So we have seen that it all starts with digital cutting: a necessary technology — in an industrial sense — for the types of practices we are examining. In fact, the flexible ways modern systems can be used mean we can actually consider digital cutting as a sort of technological craftsman. So, this technology is suited to both semi-industrial and artisanal production. It is also important to remember that robotic systems are also used for enamelling. Stone is becoming increasingly competitive because of the (sometimes deceiving) fascination in discovering unique designs in the material through cutting and excavation, combined with imponderable designs. So, what is the situation in Rome and Lazio? From an ‘industrial’ point of view, the companies operating here base their activity on advanced technologies and brilliant designers. In the stone sector, the CNC network is becoming denser which is encouraging, although these are small, or even tiny, companies whose market relations are not those typical of mass-produced products. On the contrary, they are simplified, in that where when there is no direct relationship between the producer and the user, the designer intervenes. This type of framework spotlights the fact that, despite everything, there is no search for added value to transform a preor semi-industrial sector into a true industrial one. On the other hand, perhaps the industrial aspect of the region’s production should be examined from this very point of view. Still, when true design of stone items is desired in Roma and Lazio, someone from another part of Italy has to be called in. Nonetheless, there are a few interesting companies on
Appia Antica Marmi 2006, design Giorgio Blanco e Claudio Nardulli.
GSI, Losanga Flat lavabo e wcbidet | washbasin Flat Losanga and wc-bidet.
Althea Ceramica, serie Outline | Althea Ceramica, Outline system.
the general landscape. First of all, we should mention ‘Damiani Marmi’ based in Sabaudia. This company manufactures products for a high target clientele. Suffice it to say that one of its most important buyers is Gruppo Bulgari. Then there’s ‘Società del Travertino Romano’, in Guidonia, which features prestigious collaborators like Paolo Portoghesi and Giorgio Blanco. Another well-known company is ‘Vitaliano Chiodo’ on Via della Stazione del Divino Amore. And on the highend artisanal — practically artistic — market is ‘Appia Antica Marmi’. A unique case is ‘Mariotti Carlo e Figli’ of Tivoli which works travertine taken from quarries that have been used since Ancient Roman times. Its industrial character is due to the fact that coverings — including for bathrooms — are created here for a wide variety of skyscrapers around the world designed by the most popular architects of the moment. The ceramics scene is different. Here, the marketing circuit is mature and efficient, and is not limited to the domestic market. In fact, the Civita Castellana area has been named a Production District because industries locate here not by chance but are part of an integrated and evolved industrial scene. The site’s maturity is seen in the fact that it covers every type of production, including services. On the general scene, a number of companies stand out, which contribute to the fame of ‘Made in Italy’ and, at the same time, which have a high degree of civic responsibility. These are ‘Althea’ (two state-of-the–art sites); ‘Cielo’ (with 2,500 sales points, Art Director Paolo D’Arrigo); ‘Colavene’ (one of the earliest); ‘Globo’; ‘GSI’; ‘Moab80’ and ‘Galassia’. And we are impressed and delighted by the numbers presented on the websites of ‘Flaminia’ (80,000 sq. m, three sites, practically all its production is mechanised) and ‘Catalano’ (130,000 sq. m, 320 employees, state-of-the-art plant, 1,000,000 pieces per year) as well as, of course design shared with the world.
53
factory_index Ceramica Flaminia
Ceramica Catalano
Ceramica Galassia
www.ceramicaflaminia.it
www.catalano.it
www.ceramicagalassia.com
Una tra le aziende più interessanti nel settore del sanitario ceramico, con proposte molto ricercate per forme e colori. Con tre stabilimenti su un totale di 80.000 mq di produzione totalmente meccanizzata se non per la rifinitura dei pezzi speciali, si distingue per la collezione “work in progress” propone un sistema aperto di pezzi tra loro tutti diversamente coordinabili: dal sanitario, alla rubinetteria, agli accessori.
Nata nel 1967, seguendo tutte la fasi dell’evoluzione di saper fare di tipo artigianale in un tipo industriale, la Catalano è passata dalla produzione monotipologica di sanitari degli anni settanta, alle collezioni firmate da stilisti, negli anni Ottanta, diventando negli anni Novanta la prima realtà produttiva design oriented del Lazio. Oggi è tra le più importanti aziende del sanitario in Italia, con una distribuzione capillare in tutto il paese e una presenza significativa in diversi mercati internazionali.
Partendo da una produzione in fire-clay, Galassia è diventata una delle più importanti firme nel settore dei sanitari ceramici, prendendo parte alla trasformazione dello spazio bagno come luogo di ricerca stilistica e formale. Sin dall’inizio, rafforzando la propria immagine, Galassia ha partecipato alle più importanti fiere nazionali ed internazionali (Cersaie, Construmat, ISH, Expocomfort). L’azienda ha una sede di produzione in Spagna, a Madrid, la “Galassia Hispania S.A.U.”.
Established in 1967, Catalano has evolved from its artisan beginnings to its present-day production on an industrial level. In the 1970s, the company produced single sanitary products and progressed to collections signed by top stylists in the 1980s and by the 1990s had become a leader in design-oriented production in the region of Lazio. Today Catalano is one of the most important manufacturers of sanitary in Italy, with a widespread distribution network and an important presence in various foreign markets.
Formerly a manufacturer of fired clay products, Galassia has become one of the most important firms in the sanitary fittings field, participating in the progress of the bathroom as a space attentive to design and stylistic research. From the start, to strengthen its image, Galassia S.p.A. has taken part in the most important national and international exhibitions (Cersaie, Construmat, ISH, Expocomfort). The Company also has a Spanish branch “Galassia Hispania S.A.U.” located in Madrid.
One of the most exciting companies in the field of ceramic bathroom fittings all designed with elegant shapes and colours. The three plants (80,000 sq.m.) are totally mechanised except for the finishings of special items. The company has a “work in progress” collection: it is a system that allows the buyers to mix pieces from different collections: bathroom fitting, taps and faucets, and accessories.
54
GSI
Althea Ceramica
Ceramica Cielo
Moab 80
www.gsisanitari.it
www.altheaceramica.it
www.ceramicacielo.it
www.moab80.it
La GSI dal 1990 progetta e produce sanitari in ceramica ed accessori per l’arredobagno. Design, qualità globale, flessibilità sono le componenti fondamentali della filosofia aziendale, unite a sensibilità ed attenzione nel garantire ai suoi clienti prodotti e servizi di alto livello. Il bagno GSI è un ambiente in continua evoluzione, che parla il linguaggio della semplicità e della relazione, e propone sanitari e complementi d’arredo a cavallo tra tradizione e contemporaneità.
La Ceramica Althea Spa fondata nel 1994, dal Sig. Genesio Bevilacqua, rappresenta una solida realtà industriale nell’ambito dell’arredo bagno, sul mercato nazionale e internazionale. L’esperienza e l’innovativo contenuto tecnologico uniti alla creatività dello studio Maya Design, che cura la progettazione e la direzione artistica dell’azienda, consentono la realizzazione di prodotti dal design d’avanguardia, che conferiscono all’intera produzione Althea originalità e unicità.
È un’azienda all’avanguardia per design e tecnologia, con una strategia tendente ad esaltare e portare ai massimi livelli le capacità progettuali e produttive della manifattura italiana, storicamente presente nel distretto di Civita Castellana. Animata da uno spirito da trend-setter, vanta una capillare presenza su tutto il territorio nazionale, con circa 2.500 punti vendita tra grossisti, oltre ad una presenza commerciale fortemente ramificata in Spagna.
Moab 80, azienda romana di produzione e commercializzazione nel settore arredobagno fondata nel 1984, si caratterizza per la professionalità acquisita in più di 20 anni di presenza sui mercati nazionali ed esteri e per uno stile fondato su principi di essenzialità e rigore che ha dato vita alle attuali linee di prodotto. L’esperienza artigianale, fusa con la lavorazione industriale, orientata verso obiettivi funzionali ed estetici, ha prodotto uno stile formale che rappresenta la filosofia Moab.
Ever since 1990, GSI has been designing and producing ceramic sanitary ware and bathroom accessories and furnishings. Design, total quality and flexibility are the main elements comprising the company’s philosophy that combine with great sensitivity and care in guaranteeing its customers high-level products and services. GSI-designed bathrooms are in continuous evolution and speak a simple and relational language in proposing sanitary ware and furnishings that merge tradition and modernity.
Ceramica Althea Spa was founded in 1994 by Genesio Bevilacqua and it conducts a well-consolidated industrial activity in the bathroom décor segment of both the national and international markets. The experience acquired and the innovative technological content combine with the creativity offered by the Maya Design Studio that is responsible for the Company’s design and Art Direction in the manufacturing of products with ground-breaking design features that give Althea’s entire production line its originality and uniqueness.
An avant-garde design and technology firm, with a strategy aiming to exalt and raise to the maximum levels the design and production capacities of Italian workmanship, historically present in the district of Civita Castellana. Inspired by a trend-setting spirit, it boasts a widespread presence throughout the entire country, with around 2,500 wholesale outlets, in addition to an extensive commercial network in Spain.
Moab 80, a Roman company manufacturing and trading in bathroom fittings is characterised by its expertise acquired in over 20’ years experience on national and international markets and on the essential styling on which its current ranger is based. Artisan know-how blended with industrialised production oriented towards functionality and good taste has resulted in a formal style that well represents the Moab philosophy.
55
factory_index Ceramica Globo
Colavene
Kerasan
www.ceramicaglobo.com
www.colavene.it
www.kerasan.it
Ceramica globo occupa oggi un posto di assoluto rilievo nel panorama delle principali aziende del comparto igienico sanitario e dell’arredo bagno. Da sempre impegnata a interpretare i gusti e le tendenze del momento, l’azienda ha costantemente avuto come obiettivo principale la ricerca di una qualità superiore dei suoi prodotti in abbinamento alla continua proposta di linee di elevato contenuto stilistico e di design.
Colavene è la prima azienda fondata da Giovanni Colamedici nel 1968, a Civita Castellana. Grazie alle sue intuizioni e all’instancabile lavoro i mobili per sottolavello e per lavanderia prodotti da Colavene conquistano rapidamente il mercato idro-sanitario e dell’arredo per la casa. È la qualità il vero segreto di Colavene, che ne ha fatto una filosofia prima ancora di ottenere negli anni Novanta le certificazioni ISO90052/94, anticipando, ancora una volta, l’intero settore.
Fondata nel 1960, Kerasan s.r.l. produce linee per il bagno sia in vitreous china che in fine fire clay. In questi anni ha interpretato al meglio le sempre più mutevoli esigenze del mercato, arredando il bagno degli anni del “boom economico” con prodotti funzionali, quando lo stesso era da “nascondere” o comunque doveva rispondere ad esigenze più pratiche che estetiche. Oggi continua ad arredarlo fornendo soluzioni progettuali sempre fresche ed in linea con le tendenze di moda e design.
Ceramica Globo is today a market leader among the major companies producing sanitary ware and bathroom furnishings. Constantly committed to interpreting the tastes and trends of the moment, the Company’s priority goal has always been to pursue superior quality in its products and to continuously offer style and design-intensive lines of products.
56
Colavene was the first company established by Giovanni Colamedici in Civita Castellana in 1968. Thanks to his insight and to his indefatigable efforts, the under washbasin units and the laundry furniture produced by Colavene rapidly conquered the hydro-sanitary ware and home decoration market. Colavene’s real secret lies in quality which has been the core of its philosophy much before earning the ISO90052/94 certification in the ‘90s, once again much in advance of the rest of the sector.
Founded in 1960, Kerasan s.r.l. produces bathroom lines made of both vitreous china and fine fire clay. Over the years it has ideally interpreted the constantly changing requirements on the market. It offered functional products during the ‘economic boom’, when the demand was for them to be ‘low-key’, or at least serve more practical than aesthetic purposes. Nowadays it offers continually fresh solutions that are always in line with the latest fashion and design trends.
Azzurra Ceramica
Simas
Damiani Marmi
Santa Fiora Pietre srl
www.azzurraceramica.it
www.simas.it
www.damianimarmi.it
www.santafiorapietre.it
Nata nel 1985 a Civita Castellana, Azzurra Sanitari si mostra da subito come una solida realtà produttiva che ha saputo seguire le esigenze di un mercato in continuo mutamento, rispondendo con soluzioni pronte ed efficaci alle richieste dei consumatori. Oggi l’azienda è specializzata in tutte le fasi del processo produttivo, che raggiunge il mercato con una gamma di prodotti ampia ed articolata in diverse collezioni. Si presenta come una realtà sfaccettata, forte di un’esperienza decennale nel settore ma con la voglia di guardare avanti, con intelligenza, affrontando il progetto in profondità, considerando la semplicità del progetto un autentico valore.
Uno spazio da abitare, libero e limpido come l’acqua. È l’idea che Simas trasforma in oggetti reali. Due le macrocategorie in cui si suddividono le collezioni di sanitari ceramici SIMAS: Design (Duemilasette, OH, Bohémien, Flow, Frozen e LFT spazio) e Classics (Arcade e Londra), a cui si aggiunge la serie Impronte, caratterizzata da grafiche vivaci e distintive. Una gamma di vasto respiro, un catalogo di livello per coprire le esigenze più differenti. Dal basic al signorile.
Nel campo dei materiali lapidei, la «Damiani Marmi» di Sabaudia (LT) costituisce un caso tecnologicamente esemplare. Già dai primi anni ’90 si avvaleva di un CNC a 5 gradi di libertà. A questo ne ha ora aggiunto un altro a 3 gradi, ma più aggiornato. L’offerta di alto profilo, ha portato l’azienda a rapportarsi con interlocutori qualificati, sia fornitori, sia clienti. Nel primo caso, i riferimenti sono Antolini Luigi per i marmi e SEIEFFE Industrie per l’Okite; nel secondo caso il riferimento è Bulgari.
Santa Fiora Pietre srl, storica azienda di estrazione e lavorazione marmi, produce blocchi, lastre grezze, semilavorati e lavorati finiti senza limiti di dimensioni. Nelle sedi di Vitorchiano e Manciano si producono rivestimenti e manufatti in Santafiora, Lavagrigia, Lavarosa, Pietra Dorata e Peperino Grigio.
Azzurra Sanitari was created in Civita Castellana in 1985, and proved itself right from the start to be a solid producer able to meet the demands of a constantly changing market, providing quick and efficient solutions to consumers’ requests. Today, the firm is strong, specializing in all phases of the production process, providing the market with a broad range of products in a variety of collections. It is a multifaceted firm, backed by decades of experience in the sector, but with a desire to look ahead intelligently, tackling designs in depth, and considering simplicity to be a true value.
A living space that is as free and clear as water: this is the idea that SIMAS makes into tangible objects. Its collections of ceramic bathroom fittings are divided into two general categories: Design (Duemilasette, OH, Bohémien, Flow, Frozen and LFT Spazio) and Classics (Arcade and Londra). Alongside these is the Impronte line, with its vivid, distinctive graphic elements. The extremely broad range and impressive catalogue cater for requirements of all kinds, from basic to luxury.
In the field of stone materials, ‘Damiani Marmi’ in Sabaudia (Latina) is an exemplary user of technology. Back in the early 1990s, it already had a CNC system with 5 degrees of freedom. Alongside this, it has now added another that has 3 degrees but is more up-to-date. Its high standard of products has led it to work with prestigious suppliers (Antolini Luigi for marble and SEIEFFE Industrie for Okite) and clients (Bulgari).
Santa Fiora Pietre s.r.l. is a longestablished marble quarrying and processing company. It produces blocks, unprocessed slabs, semi-finished and finished goods of all sizes. In the Vitorchiano and Manciano plants they produce facings and other items made of Santafiora, Lavagrigia, Lavarosa, Pietra Dorata and Grey Peperino.
57
factory_index Consorzio peperino
Con sede in Piazza Sant’Agnese, a Vitorchiano, il Consorzio per il peperino si occupa dell’estrazione e della lavorazione di questa pietra tipica che, tuttora,con abilità manuale straordinaria, maestri artigiani locali continuano a modellare come una volta. Fonte d’ispirazione per l’utilizzo del peperino restano quei capolavori come fontane, camini, portali, che dall’antichità ad oggi, l’hanno reso un elemento prezioso e insostituibile nel campo della costruzione e dell’arte.
With headquarters on Piazza Sant’Agnese in Vitorchiano, the ‘Consorzio per il Peperino’ quarries and processes the traditional stone and local master craftsmen continue to shape it with extraordinary manual dexterity today as they did in the past. The use of peperino is inspired by masterpieces such as fountains, hearths and doorways that have made it a precious, irreplaceable material in the fields of construction and art from antiquity to the present day.
58
Centro travertino romano
Consorzio perlato coreno
www.centrotravertinoromano.it
www.perlatocoreno.it
Il Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano è una società consortile a r.l. promossa con legge della Regione Lazio n.47/89 finalizzata alla valorizzazione delle pietre ornamentali e dei giacimenti presenti nell’area di estrazione del Travertino Romano. Al Centro aderiscono imprese operanti nel settore delle pietre ornamentali e in attività indotte, enti pubblici territoriali, enti privati di ricerca e assistenza tecnica.
Il Consorzio è nato nel 1991 con la finalità di migliorare l’immagine e diffondere la conoscenza nel mercato del prodotto Perlato Royal Coreno® proveniente dalle cave situate nell’ area marmifera di Coreno Ausonio (FR). Il Consorzio sviluppa le proprie attività a favore dei soci in vari settori: promozione dell’immagine del “Perlato Coreno”; presenza a manifestazioni fieristiche; sviluppo di nuove tecnologie per lo sfruttamento dei materiali di risulta; sicurezza sul lavoro e salvaguardia ambientale.
The Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano is a consortium officially promoted by the Lazio region for the valorisation of ornamental stone and the deposits present in the extraction area of Roman travertine. Contractors working in the sector of ornamental stone and similar activities belong to the Centro as do local public bodies, and private firms engaged in research and technical assistance.
The Consortium was established in 1991 with the aim of enhancing the image and disseminating information through the market on the product named Perlato Royal Coreno®, which is extracted from the marble quarries of Coreno Ausonio (Frosinone). The Consortium develops activities for the benefit of the partners in different sectors: promoting the image of “Perlato Coreno” marble; participating in trade fairs; developing new technologies for the exploitation of waste material; assuring onthe-job safety and environmental protection.
Vitaliano Chiodo
Mariotti Carlo e Figli
Laboratorio Medici
Studio Cassio_arte del mosaico
www.vitalianochiodo.com
www.mariotticarlo.com
www.dittamedici.it
www.artisticmosaic.com
L’azienda «Vitaliano Chiodo» lavora i marmi per realizzare prodotti, soprattutto d’arredo su progetto e commissione, tenendo più di altri viva l’idea di rappresentare il loro ampio ventaglio di attributi grafico-cromatici come la più sensibile e sofisticata prerogativa progettuale. L’artigianalità espressa dall’azienda è ora praticata per mezzo di un CNC a 3 gradi di libertà operativa. La sede è ubicata in località «Divino Amore» tra Roma e Pomezia. È una località di antiche cave di tufo e pozzolana.
Nel cuore del travertino, già noto in antica Roma, località Bagni di Tivoli (quadrante Est), dal 1895 è insediata l’azienda «Mariotti Carlo & Figli S.p.A». Il retaggio si vuole artigiano, ma l’attività è più che mai industriale, oggi praticata con tecnologie CAD/CAM, interconnesse con i più illuminati progettisti nel mondo. Il prodotto è pressoché interamente esportato. Tra molti altri, sull’azienda aleggiano gli spiriti progettuali di Meier; Pei; Johnson; Skidmore; Owings & Merrill; Wong Tung; Minoru Yamasaki.
This company processes marble, working both to its own designs and to order. Its products are mainly used for decorative purposes. It places greater importance than others on the idea of portraying its broad range of graphical and chromatic attributes as the most tangible and sophisticated property of design. The company’s craftsmanship techniques now involve the use of a CNC system with 3 degrees of working freedom. The headquarters is in Divino Amore between Rome and Pomezia, which is home to ancient tuff and pozzolana quarries.
Mariotti Carlo & Figli S.p.A. has been based in the East Rome zone of Bagni di Tivoli since 1895, in a travertine area that was already known in ancient Roman times. It has a craft heritage but its activities are now increasingly industrial, involving CAD/CAM technology and the most enlightened designers in the world. Almost all of the products are exported. Some of the company’s many sources of design input are Meier, Pei, Johnson, Wong Tung, Minoru Yamasaki and Skidmore, Owings & Merrill.
La ditta Medici rappresenta l’eccellenza nella lavorazione delle pietre ornamentali. Impegnata nel restauro di manufatti monumentali e nella conservazione dei pavimenti di palazzi storici, progetta e realizza rivestimenti di marmi colorati basandosi su una intelligente e colta riproposizione di manufatti realizzati grazie alla conoscenza sedimentata di tecniche antiche e all’uso di materiali pregiati. Oltre alla produzione di pezzi unici di particolare qualità realizza anche marmi in moduli pronti impreziositi dall’inserimento di qualche pietra pregiata per rilanciare l’antico gusto per i marmi d’autore.
Il mestiere di famiglia da oltre un secolo, con mosaici realizzati in più di trecento chiese, e cimiteri, fontane, piscine, musei ed edifici privati e pubblici in tutto il mondo, e restaurati per interi complessi archeologici e monumentali. A testimoniare l’alta padronanza di tutte le espressioni musive attraverso le diverse epoche, estese ai cosmateschi, alle veneziane di graniglie, ai bollettonati, ai mosaici filati, al mosaico minuto, alle tarsie; maturando sul campo tali esperienze, da integrare all’affidabilità delle metodiche tradizionali, la rapidità e le economie delle tecniche più avanzate.
Medici stands for excellence in decorative stone working. It works on the restoration of monuments and the conservation of flooring in historical buildings, designing and producing coloured marble facings. It offers intelligent, cultured re-elaboration of existing elements, using fine materials and consolidated knowledge of ancient techniques. In addition to one-off items of exceptional quality, it also produces unique ready-to-use marble goods embellished with rare stones, thus reviving the ancient fashion for individually made marble pieces.
Our family job for over a hundred years is mosaic making: more than three hundred churches, and cemeteries, fountains, swimming pools, museums and private and public buildings decorated all over the world, and whole archeological and monumental sites restored. Showing mastery in all the mosaic expressions through the times, including Cosmatesques, small and large grits, minute and spun glazed mosaics, marble tarsias; maturing such experiences, to allow a perfect integration between reliable traditional methods and the most advanced technics.
59
Innovation & Tradition Luca Bradini
Le differenti realtà della produzione legata all’ambiente bagno nel territorio laziale si caratterizzano spesso per il rapporto che relaziona l’innovazione, intesa come ricerca continua di prodotti e sistemi produttivi avanzati, con la tradizione intesa, in questo caso, come consolidata capacità di realizzare prodotti di qualità dove l’intervento artigianale costituisce un valore d’eccellenza. Nelle pagine seguenti si presentano due aziende/industrie che trattano il prodotto ceramico quindi le pietre ed i marmi con la volontà di evidenziare proprio questa duplice valenza. Il progetto pilota che Ceramiche Catalano sta realizzando per un’ulteriore industrializzazione del prodotto sanitario per il bagno, è un esempio unico nel suo genere per impegno risorse e finalità e ben rappresenta la spinta verso una necessaria innovazione strutturale della produzione. Altresì, nell’altro esempio, la tradizione consolidata dell’opificio della ditta Medici, esalta la cura manifatturiera artigianale delle realizzazioni in marmo come una qualità d’eccellenza proveniente da una secolare tradizione delle lavorazioni.
A common characteristic of the various bathroom fittings producers in the Lazio region is the relationship between innovation – in the sense of continual research into advanced production systems and goods – and tradition, which in this case means the established ability to create quality products, with craftsmanship being extremely highly valued. The following pages present two companies that aim to highlight these dual values. The first works with ceramics and the second with stone and marble. Ceramica Catalano’s pilot project to further automate the production of bathroom fittings is unparalleled in terms of its aims and the resources employed. It is an excellent illustration of the drive for the structural innovation needed in production. The other example features the established tradition of the Medici works, which emphasize the handcraftsmanship of marble creations as a form of excellence passed down over the centuries.
L’innovazione di processo: il “sistema” Ceramica Catalano | Process innovation: the ceramica Catalano ‘System’
Catalano, lavabo I Maestri | I Maestri washbasin, design Matteo Thun.
Catalano, lavabo 100, sistema Zero | washbasin 100, Zero system.
Entrando nella grande stanza - ufficio, laboratorio nonché luogo di pensiero di Mario Rossi, Amministratore Delegato della Ceramica Catalano, si percepisce immediatamente la forte relazione che esiste tra i prodotti che questa azienda produce e la ricerca, la passione per il dettaglio che è a monte degli stessi. Numerosi modelli e prototipi caratterizzano più di ogni altra cosa il vasto ambiente studio, e ciascuno rappresenta una possibile innovazione futura di un sistema di prodotti. Osservando questi modelli si apprezza quanto la forma è il risultato di un’attenta ricerca in grado di esprimere una qualità totale, dove il disegno ne è sintesi, mai banale. Iniziando a parlare poi con Mario Rossi il senso profondo del suo pensiero e del suo agire lo si coglie dopo poche parole dall’inizio della conversazione, quando con la frase “per affrontare la competizione non basta il design”, frase che per un designer può superficialmente sembrare una condanna senza appello, sintetizza e permette, più di ogni altra espressione, di comprendere i motivi per i quali la Ceramica Catalano stia realizzando una significativa innovazione dei suoi processi produttivi. La Ceramica Catalano è una delle aziende più prestigiose a livello internazionale per la produzione di sanitari in ceramica e rappresenta nel distretto di Civita Castellana la realtà più importante e di guida per l’intero comparto. L’azienda che ha la sua
61
62
unica unità produttiva a Fabrica di Roma (VT), si estende per circa 130.000 m2 con stabilimenti che ne coprono 60.000 m2 di questa area, e proprio in questo periodo di grande sofferenza economica per il mondo dell’industria, a discapito di qualsiasi miope logica, sta attuando un significativo ampliamento degli impianti con una ristrutturazione del suo processo produttivo per adeguarsi in modo tecnologicamente industrializzato e ai nuovi scenari della produzione globale. La Catalano, insieme alla SACMI, che è uno dei gruppi internazionali leader per la produzione di macchinari per la realizzazione di prodotti in ceramica, sta attuando un progetto pilota unico nel suo genere, per la costruzione di un nuovo sistema produttivo del prodotto ceramico interamente industrializzato, quindi gestito dalla macchina. L’interesse per questa innovazione non è riconducibile solo alla esclusiva modifica del sistema in termini di meccanizzazione, comunque unico nel suo genere per tipo d’impianti, quanto al fatto che il sistema stesso definirà un processo produttivo strategicamente ottimizzato. Consentirà, infatti, un drastico contenimento delle energie impiegate, una sostanziale riduzione dell’inquinamento e il conseguente miglioramento dell’ambiente di lavoro, dimostrando quindi in modo coerente che anche una complessa operazione di innovazione può interpretare il tema del risparmio energetico come fattore di sviluppo. L’attuale sistema produttivo che si basa su di un processo semi industriale, adotta procedure di realizzazione con macchinari che utilizzano stampi in gesso. La nuova soluzione prospettata è stata avviata con l’acquisto di un nuovo e grande forno che, com’è noto, è il cuore del sistema produttivo. Questo nuovo impianto ha capacità maggiore e consente un considerevole risparmio energetico. Alla linea di cottura si integra l’ampliamento del parco macchine delle “presse”, che passano da 2 a 14. Gli stampi di queste saranno realizzati con resine polimeriche speciali in grado di allungare il loro ciclo di vita in esercizio con evidente ulteriore risparmio produttivo. L’ulteriore meccanizzazione del processo produttivo porterà la capacità di stampaggio ad un incremento di circa 1000 pezzi al giorno, e ottimizzerà i tempi di produzione accorciando di fatto anche le lavorazione, liberando risorse umane che saranno invece impiegate in funzioni più specialistiche. Il nuovo sistema produttivo in via di realizzazione è unico nel suo genere e quindi rappresenta un’eccellenza significativa per differenti aspetti quali: - La realizzazione di un’innovazione nata come sinergica azione di due eccellenze (ciascuna per il suo settore) che mediante questa operazione di investimento comune
stanno concretizzando una evoluzione del processo produttivo di questo tipo di prodotti. - Il processo attuale di produzione per i prodotti Catalano, ha come elemento caratterizzante la realizzazione di una qualità elevata degli stessi, nei materiali, nelle smaltature, negli spessori delle ceramiche e comunque in ogni fase della loro realizzazione. Questa elevata qualità è frutto di una lunga e continua sperimentazione produttiva che ha nel tempo costruito un know how unico. L’implementazione dell’industrializzazione costituirà per la nuova produzione un ulteriore sviluppo di questo know how, permettendo all’azienda di aumentare ancora di più il suo valore intrinseco e non “delocalizzabile”. Elemento questo che costituisce un carattere fondamentale per la tutela dell’occupazione e quindi per il futuro del nostro paese. In conclusione, questa innovazione di processo che si allinea perfettamente alla filosofia iniziale espressa da Rossi, vede il prodotto e il design che lo caratterizza, non come fenomeno isolato espresso solo come valore formale episodico, ma come risultato che è sintesi di un processo articolato e sistemico che giustifica una produzione cosi industrializzata che conserva un forte legame con il saper fare locale. I designer che collaborano con la Catalano, lo fanno “guidati” da una ricerca sviluppata a monte (art director della Catalano è il designer Carlo Martino) dove il prodotto stesso non è “isolato” ma parte di un sistema di prodotti in grado di rispondere in modo flessibile alle differenti esigenze dell’utenza.
Fasi di produzione: cottura | Production phases: cooking.
64
As soon as you enter the large room that serves as an office, workshop and place of contemplation for Mario Rossi, the Managing Director of Ceramica Catalano, you notice the strong bond between the company’s products and the research and passion for details that are behind them. The huge study’s most distinctive features are the numerous models and prototypes, each of which represents a potential future innovation for a system of products. Looking at these models helps you to appreciate that their form is the result of careful research capable of expressing complete quality. This is summed up by the design, which is never banal. When you start to talk to Mario Rossi, the profound sense of his thoughts and actions soon becomes clear. Just a few words into the conversation he says ‘you cannot take on the competition with design alone’. Superficially, this sentence might seem like condemnation without the right to appeal for designers, but it summarizes and gives the best possible explanation of the reasons for Ceramica Catalano’s significant innovation of its production processes. Ceramica Catalano is one of the world’s most prestigious producers of ceramic bathroom fittings. It is the biggest company in the Civita Castellana district and plays a guiding role for all of the local industry. Its sole production unit is in Fabrica di Roma (Viterbo). The total area of the site is approximately 130,000 m² and 60,000 m² of this is covered with plant buildings. In these extremely difficult times for the industrial world, rather than taking a short-sighted approach, it is conducting largescale expansion of its plants and restructuring its production process with industrial technology, bringing it in line with the new global manufacturing scenarios. Along with the SACMI group, which is one of the leading international makers of ceramics production machines, Catalano is carrying out a unique pilot project for the construction of a new ceramics production system. It is entirely automatic, so it is run by the machine. The interest in this innovation is not just down to the mechanized modifications to the system, which is nonetheless the only one of its kind with this type of equipment, but also because the production process will be strategically optimized. It will drastically reduce energy consumption and pollution, and therefore enhance the working environment. It gives a clear demonstration that even a complex innovation scheme can include energy-saving as a development factor. The current production system is based around a semi-automatic process and the
Fasi di produzione: presse | Production phases: presses.
machines use plaster moulds. The first stage in the project for the new solution was buying a large new kiln, which is the heart of the production system. This new piece of equipment has a greater capacity and allows significant energy savings. The number of presses has been increased from 2 to 14. Their moulds will be made of special polymer resins that will extend their working lifespans, giving further savings on production. Additional automatization of the production process will increase the pressing capacity by approximately 1,000 items a day and optimize the production times, partly by reducing the processing work required. This will free up human resources for more specialized roles. The production system being put together is the only one of its kind. It is a form of excellence that is important due to the following characteristics: - The creation of innovation through the synergistic contributions of two organizations that excel in their fields. Through this joint investment project, they are bringing about genuine evolution of the production process for goods of this kind. - The current Catalano production process gives high quality results: in the products themselves, the materials, the glazing, the thickness of the ceramics and in all of the production phases in general. This high quality comes from longstanding, continual experimentation in production that has enabled the company to build up unparalleled know-how over time. The implementation of the new automatic production system will allow further development of this know-how and increase the inherent, ‘non-relocatable’ value of the company – this is something which plays a fundamental role in protecting jobs and is therefore hugely important for the future of our country. In conclusion, this process innovation scheme is perfectly in line with the philosophy initially put forward by Rossi. Products and their distinguishing design are not seen as isolated phenomena expressed solely as sporadic formal values, but as results that embody a complex, structured process and justify this highly automated production that preserves a strong bond with local know-how. The designers that work with Catalano are ‘guided’ by upstream research (the Catalano art director is the designer Carlo Martino), in which the products themselves are not ‘isolated’ but part of a system that flexibly meets the various requirements of users.
65
Nicoletta Cardano
Laboratorio Medici. Il Lusso delle pietre | The luxury of stone
Laboratorio Medici, Basilica San Pietro, rifacimento del pavimento originario sotto la cupola, 1931-32 | Laboratorio Medici, St.Peter’s Basilica, renovation of the original floor under the dome, 1931-32.
Laboratorio Medici, particolari: pavimento realizzato su disegno di una villa di Ercolano, Getty Museum, Malibù California, 1972-74; pavimentazioni palazzo romano realizzate in epoche diverse, 1930-1999; restauro del pavimento romano della Curia Senatus, Foro romano, 1939 | Laboratorio Medici, details: floor plan of Ercolano villa, the Getty Museum, Malibu, California, 1972-74; flooring Roman palace built in different eras, 19301999; restoration of the floor of the Roman Curia Senatus, Foro Romano, 1939.
66
In una tradizione consolidata da millenni come quella dei rivestimenti di pietre ornamentali l’idea dell’innovazione, a fronte di una continua riproposizione del preesistente, sembra quasi una scommessa. Difficile non limitarsi alla reiterazione di ciò che è già stato ampiamente sperimentato, e soprattutto saper trattare del passato, senza rimanervi attaccati nostalgicamente. In tempi di crisi, non soltanto economica quanto di qualità della committenza, pubblica e privata, in un momento di profondi mutamenti nel campo dell’estrazione e lavorazione dei marmi con un settore nazionale in difficoltà, e la diffusione di tecnologie computerizzate che permettono una serialità senza qualità, la ditta Medici prosegue con fermezza la tradizione e la cultura degli antichi marmorari, riproponendo l’eccellenza dei materiali e della tecnica. È diretta da Priscilla Medici Grazioli, che da più di quarant’anni ha raccolto l’eredità di una famiglia che si è dedicata dall’Ottocento ai marmi antichi e al lusso delle pietre, coniugando insieme arte e artigianato, manifattura e realizzazione artistica, storia e procedimenti realizzativi tipici dell’industria dell’alto artigianato. Si tratta di una produzione destinata ad un élite capace di comprendere e apprezzare il valore culturale trasmesso in queste realizzazioni dalla tecnica e dai materiali rari e pregiati. Il complesso rapporto tra innovazione e tradizione genera in modo evidente e naturale per chi opera a Roma una serie di stimoli sui temi della tecnica, della cultura artigianale, del pezzo unico. Si tratta di sollecitazioni di estremo interesse non soltanto per la decifrazione di una memoria millenaria e multiforme, ma soprattutto per l’acquisizione di ulteriori elementi di raffronto sulle articolate e contrastate relazioni tra design e arte, design e artigianato, pratica sperimentale e cultura manuale. Il “lusso delle pietre”, ossia l’uso di rivestimenti di marmi colorati, è come noto prerogativa della storia di Roma, dai sontuosi e magnifici edifici dell’antichità, alla pratica del reimpiego in età tardo antico e medioevale, alle creazioni rinascimentali, sino alla produzione di ricercati manufatti che nel XVIII e XIX secolo si associa all’ interesse collezionistico per i marmi antichi. Se la politezza, come apparenza liscia e levigata, indice di finezza e perfezione, può essere considerata uno dei caratteri attrattivi del lusso, il marmo, per la sua stessa definizione etimologica (dal greco marmairo = risplendere), è materiale che appartiene al lusso. Il suo impiego per rivestimento non è in relazione alla funzionalità architettonica, malgrado sia tramandata da alcune fonti la credenza nell’antichità di una relazione tra la condizione di refrigerio degli ambienti e l’uso della pietra, ma rientra nell’abbellimento, nella decorazione. Faustino Corsi nel suo trattato “Delle pietre antiche” (Roma, 1845) spiega che pietre da decorazione s’intendono comunemente “quelle che a cagione de’ bei colori, delle belle forme delle macchie, e della lucentezza che prendono sono buone da ornare gli edificj,
ma che peraltro si trovano in grandi massi, onde formare statue, colonne, tazze, vasche ed ornati di architettura”; ed aggiunge: “le altre pietre che non si trovano se non in picciolo volume si distinguono col nome di pietre fine e di gemme”. Alla tradizione della lavorazione delle pietre ornamentali è da sempre dedicata l’attività della Ditta Medici, un opificio che dal 1838 opera a Roma, progettando e realizzando decorazioni marmoree. Una tradizione che è stata mantenuta ed alimentata per più di un secolo e mezzo, sia attraverso la manutenzione dei pavimenti antichi e il restauro di manufatti, sia grazie alla capacità di rinnovarsi mantenendo salde le caratteristiche progettuali e realizzative connaturate a questo genere di lavoro, di cui si perpetuano caratteristiche di alta qualità e valore artistico. La sede del laboratorio si trova in una zona strategica presso il vecchio porto fluviale sul Tevere, nel quartiere Portuense, un’area segnata tra l’altro dalle rilevanti testimonianze dell’archeologia industriale romana con i gasometri, la Centrale Montemartini, l’insediamento della Mira Lanza. Gli ampi spazi della ditta racchiudono, oltre ai locali per la lavorazione e agli ambienti di rappresentanza, in cui è condensato il campionario storico e attuale di molte realizzazioni, uno straordinario deposito di marmi antichi e moderni. Si tratta di blocchi, massi, lastre o parti già lavorate, di dimensioni varie e qualità rare, dall’ africano, al porfido, al giallo antico, alla breccia, solo per citarne alcuni: un patrimonio pregiato per la particolarità e l’eccezionalità dei pezzi, acquisito sin dall’ottocento con materiali provenienti in gran parte dal Tevere, e incrementato nel tempo con acquisti sul mercato dei marmi, recuperando anche preziosi pezzi erratici abbandonati in cave in disuso. La capacità di conoscere ed “interpretare” le caratteristiche dei diversi materiali, sia nella progettazione che nella tecnica della lavorazione e nella messa in opera, equilibrandone relazioni e rapporti qualitativi e cromatici, costituisce un elemento distintivo di questo tipo di realizzazione. Rivela una antica cultura artigianale che ogni volta si rimette alla prova e che è in grado di restituire evidenza ed essenza del materiale, di riproporne l’origine e la sua storia. Un ricco archivio conserva i disegni acquerellati dei lavori che dalla seconda metà dell’ottocento hanno interessato pavimenti di chiese e basiliche romane, palazzi storici e musei. Un lungo elenco che riguarda tra l’altro i restauri dei pavimenti cosmateschi della Cappella Sistina (1873-1979), delle Basiliche di Santa Maria Maggiore e di S. Giovanni in Laterano (dal 1877 a oggi) e ancora, le nuove realizzazioni per i Musei Capitolini (dal 1868 a oggi ), i Musei Vaticani e i Palazzi Apostolici (dal 1872 a oggi), Palazzo Colonna (dal 1910 a oggi ), Palazzo Orsini, (1917-1973), Palazzo Pecci-Blunt, (1930-99), Palazzo Madama (1930-1987). Tra i più importanti lavori all’estero si segnalano quelle per il Getty Museum, Malibu, California (1972) e per Palazzo dell’ OMPI, Agenzia delle Nazioni Unite, Ginevra (1974-98).
67
68
The idea of innovation can seem quite risky in a traditional field like decorative stone facing, which has been established for thousands of years and tends to continually repackage what already exists. It is difficult to go beyond reiterating what has already been produced on a large scale, and it is particularly hard to deal with the past without remaining nostalgically tied to it. In the current crisis, which is not just economic but also regards the quality of the public and private orders, with huge changes in the field of marble quarrying and processing, the Italian industry in difficulty and the diffusion of computer technology that allows mass production without quality, Medici is steadfastly keeping up the tradition and culture of ancient marble workers, continuing to offer excellence in the materials and technique. The company is run by Priscilla Medici Grazioli. For more than forty years, she has been gathering the heritage of a family that has been devoted to ancient marble and the luxury of stone since the 19th century, bringing together art and craft, workmanship and artistic creation, history and production processes typical of expert craftsmanship. These items made with rare, refined techniques and materials are for an elite capable of comprehending and appreciating their cultural value. For those who work in Rome, the complex relationship between innovation and tradition clearly and naturally creates various forms of input concerning technique, craft culture and unique items. This is extremely interesting not just for the interpretation of multiform memories dating back thousands of years, but above all for the acquisition of further elements of comparison concerning the intricate and contrasting relationships between design and art, design and craft, experimental practice and manual culture. The ‘luxury of stone’, i.e. the use of coloured marble facings, is part of the history of Rome, from the lavish, magnificent buildings of antiquity to the practice of reutilization in Late Antiquity and the Middle Ages, from the Renaissance creations to the production of sophisticated items in the 18th and 19th centuries associated with interest by collectors in ancient marble. If polish, in the sense of a smooth, shining appearance showing fineness and perfection, can be considered one of the attractive characteristics of luxury, by its very etymological definition (from the Greek ‘marmairo’, meaning ‘to shine’), marble is a luxury material. Its use for facings is not due to its architectural functionality – although some sources inform us of the belief in ancient times of a relationship between coolness in rooms and the use of the stone – but to its property as a form of embellishment and decoration. In his book ‘Delle pietre antiche’ (‘Ancient Stones’ – Rome, 1845) Faustino Corsi explains that decorative stones are generally understood to be ‘those that are good for adorning buildings due to their beautiful changing colours, the pleasant forms of the marks on them and their shine, but that are also found in large blocks that can be used to make statues, columns, vessels, tubs and architectural ornamentation.’ He adds that ‘the other stones that are only found in small quantities are distinguished with the name precious stones and gems.’ Medici has always been devoted to the tradition of working decorative stone. It has been designing and creating marble decoration in Rome since 1838. This tradition has been kept up and nourished for over a century and a half, both through
Laboratorio Medici, particolare del pavimento della galleria Busti e Statue, Musei Vaticani, Roma, 1889 | Laboratorio Medici, details of the gallery floor Busti e Statue, Musei Vaticani, Rome, 1889. Archivio storico del Laboratorio Medici. Disegni acquerellati per i progetti di pavimentazione: palazzo privato, 1930; casa privata, 1930-40; Palazzo Colonna, 1930 | Historical Archives of Laboratorio Medici. Watercolor drawings for paving projects: private palace, 1930; private house, 1930-40; Palazzo Colonna, 1930.
maintenance of ancient flooring and restoration work, and thanks to the firm’s capacity to keep up with the times while preserving the deeply rooted design and creation aspects in the field, with its enduring characteristics of high quality and artistic value. The longstanding location of the workshop is in a strategic area near the old river port on the Tiber, in the Portuense district. In the zone there are significant traces of the Roman industrial past, such as gasometers, the Montemartini power plant and the Mira Lanza site. In addition to the working zones and the presentation areas, which host an illustrative round-up of many past and present pieces of work, the firm’s expansive premises contain an exceptional collection of ancient and modern marbles. There are blocks, masses, slabs and already processed sections of various sizes with rare qualities, including ‘africano’, porphyry, ‘giallo antico’ and ‘breccia’ to name but a few. This remarkable, valuable selection of exceptional pieces has been built up since the 19th century, with the material mainly coming from the Tiber and being added to over time with purchases on the marble market. Precious erratic pieces abandoned in disused quarries have also been recovered. A distinguishing element of this type of work is the ability to recognize and ‘interpret’ the characteristics of the various materials in the design stage, the working technique and the implementation, balancing the quality and colour relationships and proportions. It shows an ancient craft culture that is put to the test each time and is capable of emphasizing the material and its essence, expressing its origin and history. The company has a rich archive of watercolour pictures of the work it has done since the second half of the 19th century on the floors of Roman basilicas and churches, historical buildings and museums. The long list includes restoration of the Cosmatesque floors of the Sistine Chapel (1873-1979) and the Basilicas of Saint Mary Major and Saint John Lateran (from 1877 to the present day), as well as new creations for the Capitoline Museums (from 1868 to the present day), the Vatican Museums and the Apostolic Palace (from 1872 to the present day), Palazzo Colonna (from 1910 to the present day), Palazzo Orsini (1917-1973), Palazzo Pecci-Blunt (1930-99) and Palazzo Madama (1930-1987). Among the most important projects abroad are those for the Getty Museum in Malibu, California (1972) and for the Geneva headquarters of the WIPO, an Agency of the United Nations (1974-98).
69
LSD_la sapienza design factory In-Out cabina doccia | shower stall Fulvio De Nitto
Progetto sperimentale | Experimental project
Il modello In-Out ha trasformato il concetto di cabina doccia in “spazio doccia” inteso non solo come luogo materiale dove farsi la doccia, ma come ambiente destinato al benessere personale. Infatti, grazie alla rotazione di una sola anta in vetro, si riescono a creare diverse configurazioni, “zona spogliatoio” e “zona doccia”, evitando di uscire fisicamente da un ambiente climatizzato e quindi di subire uno shock termico che risulta generalmente fastidioso e, nel contempo, si evita di bagnare il pavimento. The In-Out model has transformed the concept of the shower stall, turning it into a ‘shower space’, not just a material space in which to shower, but an ambiance intended for personal wellness. Various configurations (‘dressing area’ and ‘shower area’) can be created by rotating a single glass door, eliminating the need to leave a warm atmosphere after showering, and be subjected to a generally unpleasant thermal shock, while at the same time, keeping the floor dry.
70
Diaframma_la nuova visione del marmo | new marble vision
Accessori bagno ONE | ONE bathroom accessories
Federica Massi
Stefano Tranzi
Progetto sperimentale | Experimental project
Progetto sperimentale | Experimental project
Una nuova tipologia di porta, costituita da una sottile lastra stratificata di marmo e vetro è il risultato di uno studio sulle tecnologie più avanzate del settore lapideo che pone l’attenzione al trasferimento tecnologico e all’ottimizzazione del processo produttivo, permettendo di declinare un materiale notoriamente pesante e massiccio in funzione della leggerezza e della traslucenza. La porta diventa un varco a tutta altezza, consente alla luce di filtrare attraverso il sottile strato marmoreo, risaltando la tessitura materica e rivelando tutto il suo naturale splendore.
Gli accessori bagno One completano l’ambiente bagno come una sorta di ideale cornice che valorizza la tela mostrando la sua presenza, senza ostentarla. Le geometrie semplici, i volumi compatti e le dimensioni ridotte che creano un oggetto moderno e poco invadente e si rifà ad uno stile minimal intelligente e permette all’utente la personalizzazione tramite diverse colorazioni. La caratteristica principale della linea di accessori è la spalla posteriore di spessore più grande. Nella variante a parete essa è riportata sulla lamiera in acciaio, mentre sulla linea d’appoggio è ricavata direttamente nell’elemento in ceramica.
A new type of door made of a thin, stratified slab of marble and glass is the outcome of research into the most advanced technology in the stone materials sector. The focus of the project was on technology transfer and optimizing the production process. It succeeded in giving a famously heavy, massive material a light, translucent form. The door becomes a tall opening, with the light that filters through the thin layer of marble emphasizing its composition and revealing all of its natural splendour.
One accessories complete the bathroom environment, acting as a sort of ideal frame that enhances the picture without outshining it. The simple shapes, compact volumes and small dimensions come together in modern, unobtrusive items. The intelligent, minimal style can be customized through the use of various colour patterns. The most distinctive features of the line of accessories are the thicker rear supports. In the wall-mounted line they are on sheet steel, while they are directly formed from the ceramic element in the line that stands on the floor.
71