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La rivista dalla parte dell’utilizzatore - www.finishing.it

Vernici La viscositĂ

Lavaggio

Tutto sugli ultrasuoni

Metanolo

Diluenti fuorilegge

Igiene del lavoro Il prezzo della sicurezza

Prezzi

Variazione delle materie prime

Rubriche

Notizie dalle aziende: novitĂ , tecnologie ed eventi

Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento Postale- 70% - LO/MI In caso di mancato recapito inviare a CMP Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi


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IL DILUENTE HA UN COLORE O UN ODORE STRANO? Come scegliere un buon fornitore?

La vernice fa puntini o schivature?

Qual é

la pist ola più

Il solvente o il detergente lavano male?

COSA FARE DELLE LATTE SPORCHE?

efficie

nte?

LE MIE EMISSIONI SONO A NORMA DI LEGGE?

DEVI ACQUISTARE IL NUOVO IMPIANTO DI LAVAGGIO O LA NUOVA CABINA DI VERNICIATURA?

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UNO STRUMENTO DI LAVORO PER TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE

IL MANUALE DEL VERNICIATORE DEL METALLO Come scegliere la vernice, il diluente e lo sverniciante? Quali sono i parametri per scegliere correttamente un sistema di verniciatura? Come si leggono le schede di sicurezza e le schede tecniche? Quali sono le normative sull’inquinamento dell’aria e dell’acqua, sui rifiuti e sulla sicurezza del lavoro? Come si preparano i supporti? Come scegliere una cabina di verniciatura? Come scegliere un impianto di depurazione?

430 pagine, 200 figure e tabelle


CAPITOLO I: COSA SONO I PRODOTTI VERNICIANTI Anzitutto la parola giusta Verniciare per decorare è una tecnica antica Verniciare per proteggere è una tecnica moderna I pv sono amici o nemici dell’ambiente ? Classificazione e campi di impiego dei pv Destinazione d’uso dei p v La tecnologia dei pv è in continuo progresso CAPITOLO II: COSA SI VERNICIA? Il comportamento delle superfici Acciai al carbonio (ferro) Acciai inox Ghisa Alluminio e sue leghe Rame e sue leghe Zinco e sue leghe Altri CAPITOLO III: I COMPONENTI DEI PRODOTTI VERNICIANTI I principali tipi di leganti Pigmenti e cariche: differenze e analogie Solventi, diluenti, composti volatili (COV) Gli additivi Altri componenti dei pv Appendice: la campagna ”Diluente Certo” CAPITOLO IV: L’ESSICCAZIONE Essiccazione fisica o chimica (reticolazione) Le reazioni di reticolazione Note sui meccanismi di reticolazione Film essiccati con essiccazione fisica o chimica: reversibilità e irreversibilità CAPITOLO V: PRESTAZIONI DEI PV E LORO DOCUMENTAZIONE Come si misurano le caratteristiche prestazionali Le caratteristiche principali La documentazione sulle prestazioni: Scheda tecnica e scheda di sicurezza CAPITOLO VI: LE TECNOLOGIE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE I prodotti all’acqua

I prodotti per l’immersione e per elettroforesi I prodotti ad alti solidi Le pitture in polvere Essiccazione mediante radiazioni

l’applicazione: reciprocatori e robot Controllo e gestione dell’impianto

CAPITOLO VII: PRETRATTAMENTO E SVERNICIATURA Trattamento chimico dell’acciaio Pretrattamento meccanico dell’acciaio: Sabbiatura Pretrattamento dell’alluminio e sue leghe Pretrattamento di altri metalli Sverniciatura

CAPITOLO XIII: APPLICAZIONI DELLE VERNICI IN POLVERE Processo a letto fluido Processo a letto fluido elettrostatico Caratteristiche delle polveri Verniciatura elettrostatica a spruzzo Le attrezzature Le cabine di applicazione a polvere e i sistemi di recupero

CAPITOLO VIII: L’APPLICAZIONE DELLE VERNICI: LE ATTREZZATURE Parametri che distinguono le varie apparecchiature Le manovre con la pistola Gli apparecchi per l’applicazione a spruzzo con aria, detti anche aerografi Le apparecchiature per l’applicazione a spruzzo ad alta pressione senza aria (”airless”) Le apparecchiature per l’applicazione ”misto-aria” Le apparecchiature per l’applicazione elettrostatica Spruzzatura a caldo CAPITOLO IX: CABINE DI VERNICIATURA La sicurezza prima di tutto Cabine aperte frontalmente Cabine chiuse Cabine di grandi dimensioni Cabine con disco elettrostatico Piano aspirante Impianti di protezione antincendio Filtrazione dell’overspray Aria in entrata Rumore Zone per la pulizia delle pistole e la preparazione delle vernici Come scegliere una cabina CAPITOLO X: FORNI DI ESSICCAZIONE Forni di essiccazione Fonti di calore Grandezze caratteristiche di un forno a convezione CAPITOLO XI: AUTOMAZIONE La movimentazione dei manufatti

CAPITOLO XII: MOVIMENTAZIONE: I SISTEMI DI TRASPORTO

CAPITOLO XIV: APPLICAZIONI PARTICOLARI Immersione Macchine a rullo (”coil coating”) Elettroforesi CAPITOLO XV: DEPURAZIONE E DISTILLAZIONE DEI SOLVENTI Adsorbimento Assorbimento Combustione Rotoconcentrazione Biofiltrazione Il recupero dei solventi CAPITOLO XVI: LA LEGGE SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO Come si presenta la domanda I limiti alle emissioni Le competenze degli enti locali La legislazione europea: direttiva VOC, prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento Effetto serra e reattività fotochimica CAPITOLO XVII: AUTORIZZAZIONI E REGOLE PER LAVORARE IN SICUREZZA Igiene del lavoro Sentenze in materia di sicurezza Il rumore La marcatura CE Riconoscere i prodotti pericolosi Il rischio secondo gli igienisti Classificazione delle sostanze La protezione delle vie respiratorie Adempimenti fiscali Pubblicita’ ingannevole Da rifiuti a risorse


MODULO DI ORDINAZIONE MANUALE DEL VERNICIATORE DEL METALLO (per acquisti via internet: www.verniciatore.it) Cognome........................................................................................................................................ Nome……………………………………………………………………………………………………........................... Società……………………………………………………..…………………………………………….......................... Produzione …………………………………………………………………………………………….......................... Via…………………………………………………………………………………………................. n°………........... CAP…………………….... Città…………………………………………………………............... Prov.………….... Telefono: ............................................................………………………………………………………………… Fax: ………………………………………………………………….................................................................... E–mail: …………………………………………………………........................................................................ Partita IVA: ……………………...........................................................................................................

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EMISSIONI IN ATMOSFERA? L’ATTIVITA’ DEL GRUPPO

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Cefla Clomar Donaldson Torit DCE Ecochimica Freudenberg FZ Zanetti Imas Aeromeccanica Srl Mion Ventoltermica Olpidurr Sotec Sveda Tama Tecnosida WAM Group

OSSIDATORI TERMICI E CATALITICI Air Protech Cefla Ecochimica Itas Olpidurr

FILTRI A CARBONI ATTIVI Air Protech AR Filtrazioni Cefla Clomar Ecochimica FZ Zanetti Imas Aeromeccanica Srl Itas Mion Ventoltermica Olpidurr Sveda Tama Tecnosida

RILEVAMENTO E MISURA DELLE EMISSIONI Cefla Donaldson Torit DCE Itas Mecair Tecnosida Tribotecna

CONCENTRATORI E ROTOCONCENTRATORI Air Protech Ecochimica Itas Olpidurr Sveda

IMPIANTI A COALESCENZA AR Filtrazioni Donaldson Torit DCE Ecochimica Imas Aeromeccanica Srl Sotec Sveda Tecnosida

DEPOLVERATORI Aerofiltri Air Protech AR Filtrazioni BWF FTI

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UNO STRUMENTO DI LAVORO PER TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE

IL MANUALE DEL LAVAGGIO INDUSTRIALE Cos’e’ il lavaggio? Che cosa si lava? I materiali Con cosa si lava? I prodotti Con cosa si lava? Gli impianti Principali settori di applicazione Impianti di depurazione aria e acqua La legge sull’inquinamento atmosferico Caratteristiche tossicologiche e impatto ambientale Autorizzazioni e regole per lavorare in sicurezza

292 pagine - oltre 100 figure e tabelle


IL MANUALE DEL LAVAGGIO INDUSTRIALE CAPITOLO I: COS’E’ IL LAVAGGIO? 1. Definizioni 2. Il grado di lavaggio 3. I metodi di misura del grado di lavaggio 4. I contaminanti Appendice A: come misurare lo sporco CAPITOLO II: CHE COSA SI LAVA? 1. Il comportamento delle superfici 2. Ferro e acciai al carbonio 3. Acciai inox 4. Ghisa 5. Alluminio e sue leghe 6. Rame e sue leghe 7. Zinco e sue leghe 8. Altri CAPITOLO III: CON COSA SI LAVA? I PRODOTTI 1. Gli agenti di lavaggio 2. Solventi organici puri 3. Le famiglie dei solventi 4. Detergenti in soluzione acquosa 5. Sistemi misti Appendice B: come confrontare i prodotti di lavaggio CAPITOLO IV: CON COSA SI LAVA? GLI IMPIANTI 1. Premessa 2. Impianti aperti 3. Impianti chiusi 4. Impianti ermetici 5. Lavaggio ad immersione 6. Lavaggio a spruzzo 7. Lavaggio in fase vapore 8. Azione meccanica supplementare 9. I sistemi di movimentazione 10. Tecnologie impiantistiche CAPITOLO V: I PRINCIPALI SETTORI DI APPLICAZIONE 1. Industria elettronica 2. Manufatti di ottone

3. Posateria 4. Occhialeria/ottica 5. Rubinetteria 6. Orologeria 7. Industria automobilistica e motoristica 8. Minuteria metallica 9. Produzione fili e bandelle 10. Pentolame 11. Trattamenti termici CAPITOLO VI: IMPIANTI DI DEPURAZIONE 1. Depurazione aria 2. Depurazione acqua 3. Recupero dei solventi: distillatori CAPITOLO VII: LA LEGGE SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO 1. Premessa 2. Le norme attuali 3. Come si presenta la domanda di autorizzazione 4. I limiti alle emissioni

Regione Piemonte Regione Lombardia Regione Emilia Romagna Regione Marche Le altre regioni e province italiane

5. Le competenze degli Enti locali 6. Le tendenze in Europa: Direttiva VOC e IPPC 7. La normativa per la tutela dell’ozono stratosferico 8. Uno sguardo al futuro: effetto serra e reattività fotochimica Glossario CAPITOLO VIII: CARATTERISTICHE TOSSICOLOGICHE E IMPATTO AMBIENTALE DEI PRODOTTI DI LAVAGGIO 1. Solventi o detergenti? Un falso

problema 2. Detergenti acquosi 3. Solventi idrocarburici 4. Solventi clorurati 5. HCFC 141B 6. Idrofluoroeteri (HFE) 7. Idrofluorocarburi (HFC) 8. Idrocarburi alifatici miscelati con esteri 9. Terpeni 10. Alcossi propanolo 11. n-Propil bromuro CAPITOLO IX: AUTORIZZAZIONI E REGOLE PER LAVORARE IN SICUREZZA Appendice C: sentenze in materia di sicurezza Appendice D: il rumore: linee guida per l’interpretazione e l’applicazione della legge 277 Appendice E: la Direttiva ”macchine” e la marcatura CE Appendice F: come riconoscere i prodotti più pericolosi? Guida pratica alla lettura delle etichette e delle schede di sicurezza Appendice G: il rischio secondo gli igienisti statunitensi Appendice H: classificazione delle sostanze ai fini dell’inquinamento atmosferico (tabella ”D” del DM 12/7/90) Appendice I: la protezione delle vie respiratorie Appendice L: adempimenti fiscali Appendice M: pubblicità ingannevole Appendice N: come scegliere l’impianto di depurazione delle acque Appendice O: da rifiuti a risorse


MODULO DI ORDINAZIONE MANUALE DEL LAVAGGIO

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Contenuti del numero 82 04

L'Italia s'è desta

10

Gli ultrasuoni nel lavaggio industriale (V)

14

Chi fa da sè, fa per tre! La viscosità

17

Qual è il prezzo della sicurezza?

24

Diluenti fuorilegge

22

Notizie dalle aziende

46

L'agenda dei fornitori


Direttore responsabile Helma Bresciani Direttore editoriale Pierluigi Offredi Periodicità 4 numeri all’anno Direzione e redazione: HB Pi.erre - Via Imbriani, 19/A - 20158 Milano Tel. 02.39.312.736 www.lavaggio.com www.verniciatore.it E-mail info@finishing.it Stampa Lalitotipo - Settimo Milanese (MI) Registrazione tribunale di Milano: N. 590 del 05/11/1994 Vendita per abbonamento: Abbonamenti Italia: 1 anno 52 euro - 2 anni 90 euro I dati dell’archivio elettronico della HB pi. erre. vengono trattati nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 675/1996 sulla tutela dei dati personali. Chiunque può richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti e cancellazioni dei dati personali dal nostro archivio

Termini di consegna materiali numero

REDAZIONALI

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81/gennaio

15/11/2014

06/12/2014

82/maggio

15/03/2015

11/04/2015

83/SETTEMBRE

02/06/2015

04/07/2015

84/NOVEMBRE

12/09/2015

03/10/2015

Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015 Metal Cleaning & Finishing  03


Prezzi

L’Italia s’è desta

A cura della Redazione

04 Metal Cleaning & Finishing


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Lavaggio

Gli ultrasuoni nel lavaggio industriale (parte 5)

Una panoramica completa, teorica e pratica, sullo "stato dell’arte" di una tecnologia che presenta ancora molti lati sconosciuti e che è caratterizzata da esperienze empiriche a volte controverse A cura della Redazione

10 Metal Cleaning & Finishing  Finishing Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015


Lavaggio

I TRASDUTTORI PIEZOELETTRICI (PARTE I) Sfruttano la proprietà di alcuni cristalli a struttura interna asimmetrica, di deformarsi meccanicamente quando viene loro applicato un campo elettrico (effetto piezoelettrico inverso). L’effetto piezoelettrico diretto è quello tale per cui applicando al cristallo una deformazione meccanica viene sviluppato un campo elettrico. Tra i materiali che sono piezoelettrici allo stato naturale, il più importante è il quarzo; vi sono poi dei materiali, denominati ceramiche piezoelettriche, che assumono tale proprietà durante il processo di fabbricazione. Queste ceramiche sono materiali policristallini, nella maggior parte dei casi costituiti da soluzioni solide di zirconato e titanato di piombo (PZT), trattate per sinterizzazione con l’aggiunta di appositi additivi che ne modificano le caratteristiche. Le ceramiche normalmente utilizzate nel lavaggio industriale sono quelle identificate dalla sigla PZT-4. Fisicamente queste ceramiche sono dure e non porose, chimicamente inerti e non influenzate dall’umidità, capaci di esercitare e

sopportare forze molto grandi. Il fatto di avere una struttura cristallina senza centro di simmetria, fa sì che ogni singola cella cristallina possieda un momento di dipolo elettrico non nullo, ciascuno casualmente orientato; applicando al materiale un forte campo elettrico continuo, i dipoli tendono ad allinearsi parallelamente al campo applicato, assumendo una polarizzazione residua permanente. Questa operazione va effettuata, quando si produce la ceramica, durante la fase di raffreddamento del materiale e al di sotto di una certa temperatura critica (detta temperatura di Curie) che, per il materiale in questione è pari a 265°C; al di sopra di questa temperatura, il cristallo possiede un centro di simmetria e quindi non è in grado di manifestare alcuna proprietà piezoelettrica. Durante questo trattamento, la direzione di polarizzazione può essere liberamente scelta e convenzionalmente viene fatta corrispondere all’asse z. Una volta pronta, la ceramica può essere utilizzata come trasduttore di energia, da elettrica a meccanica (spostamento), applicando ad essa un opportuno cam-

po elettrico. Applicando un campo elettrico infatti, la ceramica si deforma (Fig.16); l’ampiezza della deformazione dipende dall’intensità del campo applicato, mentre il tipo di deformazione (contrazione o allungamento) dipende dal verso del campo. Se il campo elettrico applicato è concorde con il verso di polarizzazione del cristallo, quest’ultimo si accorcia, se è discorde si allunga. Applicando al cristallo un campo elettrico periodico con una certa frequenza, si ottiene un’equivalente vibrazione del cristallo nell’ordine del decimo di micron; tale vibrazione deve essere successivamente amplificata per ottenere l’effetto desiderato. La deformazione maggiore si ottiene applicando al materiale una corrente alternata con frequenza uguale a quella di risonanza meccanica del cristallo; quest’ultima dipende dalle dimensioni e dalla forma dell’elemento ceramico, nonché dalle sue caratteristiche costruttive (espresse dai coefficienti piezoelettrici). Quando invece la frequenza a cui le ceramiche vengono fatte vibrare è uguale alla frequenza propria del sistema ceramica/blocchi di me-

Fig. 16 - Principio di funzionamento di un trasduttore piezoelettrico

Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015 Metal Metal Cleaning & Finishing  11


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Strumenti di misura

Chi fa da sè, fa per tre! Parte 1 - La viscosità

Le prove che ogni verniciatore dovrebbe fare per misurare le prestazioni delle vernici, senza dover assumere tecnici o investire in costose attrezzature di laboratorio. Basta solo qualche semplice strumento e un po’ di buona volontà. Enzo Morandi - CE.R.TO.(Centro Ricerche Toscano) - Pierluigi Offredi - Professione Verniciatore del Legno

14 Metal Cleaning & Finishing  Finishing Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015


Strumenti di misura

PREMESSA Da qualche tempo, il mondo della verniciatura é sotto pressione: i clienti sono sempre più esigenti, le normative sono sempre più stringenti e la crisi economica impedisce di fare gli investimenti che consentirebbero di migliorare la qualità del lavoro. Sembra che tutto e tutti si siano messi contro i verniciatori, una categoria oggettivamente "fragile", ma in realtà si tratta solo del normale corso dei tempi: il mondo va avanti e chi non si adegua e non segue il progresso viene colpito dalla “selezione naturale”. Tempi duri? Sicuramente si, ma anche molto stimolanti, perchè siamo tutti costretti a modificare le nostre cristallizzate abitudini e il nostro modo di lavorare. A qualcuno, specie a più anziani, potrebbe sembrare che siamo arrivati in un vicolo cieco, senza ritorno, ma quel che è certo è che non si tratta della fine: tutto si trasforma e guai a coloro che staticamente si rifugiano nel comodo "si è sempre fatto così”! Noi vogliamo contribuire a dare agli operatori del settore gli strumenti per affrontare le difficoltà del momento, nella convinzione che ogni crisi, ogni cambiamento, ogni nuova esigenza creano apprensione e sacrificio, ma anche nuove opportunità. Per tutti questi motivi, abbiamo realizzato una serie di articoli dedicati alle prove ed ai controlli che

troppo tempo. Vi illustreremo i vari metodi con le istruzioni principali e i nostri commenti, con i riferimenti alle norme ufficiali, gli strumenti che servono per eseguirli, il costo approssimativo dell’attrezzatura (quando occorre), segnalandovi l'importanza dei vari metodi e il tempo che occorre per applicarli.

ognuno può e dovrebbe fare sulle vernici e sui pezzi verniciati, senza bisogno di avere un laboratorio in casa, con un minimo di attrezzatura e soprattutto senza dover assumere un chimico o un esperto di settore. Ovviamente nel caso si vogliano realizzare prove "ufficiali," sarà necessario rivolgersi a laboratori specializzati, anche per confrontare i risultati del proprio lavoro con quelli dei professionisti. L'esperienza fatta in casa propria potrà però essere molto utile per capire meglio i risultati dei certificati di analisi dei laboratori, che sono di difficile comprensione solo per chi non ha l'abitudine di consultarli frequentemente. Cercheremo quindi di insegnarvi ad eseguire delle prove o dei controlli utili, ma che non portino via

LA TAZZA FORD E LA VISCOSITÀ La tazza ford è uno strumento vecchio e facile da usare. Molti sanno come si usa e a cosa serve, ma pochi la impiegano, nonostante sia semplice, rapida ed efficace e molto spesso abbia evitato l’applicazione di prodotti alterati che avrebbero creato grossi danni. La norma di riferimento si chiama UNI EN 535. A COSA SERVE Consente di determinare la viscosità di una vernice, misurando il tempo che questa impiega a svuotare la tazza uscendo da un ugello avente un diametro di 4 mm. Se tra una partita e l’altra di vernice c’è una notevole differenza di tempo

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Sicurezza

Qual è il prezzo della sicurezza?

La filtrazione degli inquinanti con reimmissione dell’aria nell’ambiente di lavoro è legale? A cura di Pierluigi Offredi

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Sicurezza

PREMESSA In linea di principio gli esperti di sicurezza e igiene industriale sconsigliano l’impiego di impianti di abbattimento degli inquinanti con ricircolo dell’aria trattata in ambiente di lavoro, in particolare quando si utilizzano sostanze chimiche dotate di proprietà sensibilizzanti, cancerogene o mutagene. Nella mia esperienza professionale solo in rari casi ho visto derogare da questo principio e solo in specifiche situazioni lavorative, come ad esempio nelle attività artigianali di falegnameria insediate nei centri storici, dove esistono difficoltà oggettive a portare le emissioni all’esterno. In aziende di dimensioni ben maggiori (ad esempio nel caso di Foppa Pedretti, noto produttore di elementi di arredo in legno) le deroghe sono state concesse per ottenere un consistente risparmio energetico, che si è tradotto anche in una riduzione dell’impatto ambientale complessivo, specie nei mesi invernali, riducendo la quantità di aria espulsa dai reparti riscaldati. Infine nel settore metalmeccanico è noto a tutti il caso di Brembo, nota azienda specializzata nella produzione di componenti auto motoristici, che ha ottenuto l’autorizzazione ad aspirare e depurare le nebbie oleose e i fumi generati dalle lavorazioni meccaniche con utilizzo di oli lubrorefrigeranti, re immettendo l’aria nell’ambiente di lavoro, in conformità con l’allegato tecnico 32 del DDUO 12772, 23/12/2011 emanato dalla Regione Lombardia.

PERCHÉ IN ITALIA IL RICICLO È UN TABÙ? I casi di reimmissione dell’aria nell’ambiente di lavoro, nel nostro Paese sono talmente rari che l’applicazione desta dubbi e perplessità tra gli operatori del settore e non è facile reperire dati sul campo. La mancanza di coordinamento tra gli Enti pubblici e la ritrosia delle aziende che hanno con fatica ottenuto l’autorizzazione, sono le cause principali della difficoltà di diffondere numeri ed esperienze pratiche, ma io ritengo che il motivo principale consista nell’incertezza normativa esistente in questo specifico campo, che lascia spazio ad interpretazioni soggettive e

spesso arbitrarie, dando agli operatori del settore un senso di incertezza sulle modalità e le procedure da seguire per ottemperare ai precetti legislativi. IL CONCETTO DI “MASSIMA SICUREZZA TECNOLOGICAMENTE POSSIBILE” Il datore di lavoro ha l’obbligo di essere aggiornato sulle conoscenze in materia di sicurezza messe a disposizione dal progresso scientifico e tecnologico. E’ questo il principio della “massima sicurezza tecnologicamente possibile”, desumibile dalla nostra legislazione, che più di ogni altro caratterizza il modello italiano di prevenzione e che trova conferma nella legislazione di derivazione comunitaria. La giurisprudenza ha sempre interpretato quest’obbligo in maniera piuttosto restrittiva, anche se il limite della cosiddetta “fattibilità tecnologica”, enunciato dall’art. 3 del vecchio D.Lgs. n. 626/1994 e ribadito dall’art. 15 del D.Lgs. n. 81/2008, potrebbe dare spazio a interpretazioni meno rigide. Il riferimento principale su questo tema è la nota sentenza della Corte costituzionale del 25

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Lettere al Direttore

Diluenti fuori legge

L’alcool metilico, nonostante i divieti, continua ad essere tranquillamente impiegato nei prodotti vernicianti A cura della Redazione

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Lettere al Direttore

S

pett redazione da molto tempo seguo la vostra rivista e apprezzo particolarmente le vostre indicazioni sull’importanza del controllo di qualità dei prodotti e degli impianti che acquistiamo, che ci hanno fatto spesso risparmiare, oltre alle fregature, anche tempo e denaro. Seguendo il vostro consiglio, recentemente ho fatto analizzare a un laboratorio specializzato un campione di diluente che mi era stato proposto da un fornitore a un prezzo molto competitivo, riscontrando, come prevedibile, la pessima qualità del prodotto, che conteneva, come spesso accade, solventi di recupero, in particolare grandi quantità di clorurati. Il laboratorio che ha effettuato l’analisi mi ha inoltre segnalato la presenza di alcool metilico, sottolineando che la legge italiana vieta l’uso di questa sostanza nei prodotti vernicianti. In passato la vostra rivista ha pubblicato numerosi articoli in cui si segnalava che, per motivi prestazionali, è assolutamente da evitare l’impiego di alcooli primari (e quindi anche dell’alcool metilico) nelle vernici poliuretaniche, però non avevo mai saputo che ci fossero anche motivi legali, anche perché se si va nei reparti dei centri di grande distribuzione dei prodotti per il “fai da te” , si trovano interi scaffali in cui vengono venduti ai consumatori privati barattoli di diluente che riportano tranquillamente il contenuto di alcool metilico. Secondo i fornitori a cui mi sono rivolto, non c’è nessuna legge che vieta l’uso di questo prodotto, per cui, conoscendo la vostra indipendenza di giudizio, vorrei un parere sulla questione. Lettera firmata UNA LEGGE OBSOLETA? Oltre 10 anni fa, la nostra rivista approfondì l’argomento, chiedendo il parere degli Enti competenti in materia fiscale e sanitaria, sull’attualità di una norma che risaliva agli anni ’80. Il D.L. 15 giugno 1984, al comma 3 dell’articolo 3 bis, vieta “… l’impiego di alcool metilico come solvente per colori e vernici, adesivi, mastici e sigillanti, inchiostri…” e già da allora Federchimica (la Federazione che raggruppa le maggiori associazioni industriali operanti nel settore chimico) chiese chiarimenti al Ministero delle Finanze, per capire la portata del provvedimento. In una lettera inviata nel lontano 1984 dal Ministero delle Finanze al Ministero della Sanità, si fa riferimento alla segnalazione di Federchimica, inviata con nota dell’8/10/1984, circa l’interpretazione della norma in questione. Nella lettera, il Direttore Generale della sezione “Dogane e Imposte Indirette”, precisava che si era voluto riprendere il testo dell’art.251 del T.U. delle leggi Sanitarie, approvato con R.D. 27 luglio 1934 n. 1265, che prevedeva il divieto di “…importare, fabbricare, detenere per vendere o comunque mettere in commercio sostanze alimenta-

ri, liquori farmaceutici, specialità medicinali, disinfettanti, cosmetici, essenze a qualunque uso destinate ecc. che contengono alcool metilico…”. Ciò per evitare che nei prodotti destinati al contatto con la bocca e in generale con la pelle fosse contenuto alcool metilico, fatte salve le tolleranze e le deroghe previste da leggi specifiche. Allo stesso punto 3 del citato articolo, proseguiva la nota, vengono presi in considerazione le vernici,

gli adesivi, i mastici, i sigillanti, gli inchiostri e i prodotti di uso domestico, non previsti dall’art. 251. In essi non può essere impiegato come solvente l’alcool metilico e tale divieto ha presumibilmente un aspetto sanitario, essendo l’alcool metilico un prodotto tossico. Per il dirigente ministeriale era quindi chiaro che l’alcool metilico non deve essere in essi contenuto sotto qualsiasi forma e cioè come prodotto chimico definito o come

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info@finishing.it indicando il relativo numero di pagina

Notizie dalle aziende La gallina quando ha fatto l’uovo canta, l’anatra no. Per questo la gente nei negozi chiede le uova di gallina e non quelle di anatra. Non sappiamo se il vero motivo del successo delle uova di gallina sia dovuto agli schiamazzi che accompagnano la loro deposizione, ma certamente la metafora sintetizza con chiarezza l’importanza di far conoscere al mercato i propri progetti, i propri prodotti e le proprie iniziative. Molti ottimi imprenditori passano la vita a cercare di realizzare ottimi prodotti, migliori della concorrenza e con prezzi inferiori, per poi accorgersi che il concorrente, che fa prodotti peggiori, vende di più solo perché grida (comunica) di più e meglio: proprio come la gallina della citazione. Per comunicare con efficacia è necessario definire: 1. a chi si rivolgono i messaggi (definizio-

ne e scelta dei clienti); 2. che cosa si vuol comunicare (definizione e scelta del contenuto della comunicazione); 3. in che modo si vuole comunicare (definizione e scelta della forma di comunicazione); 4. quando comunicare (definizione e scelta della frequenza di comunicazione); 5. dove comunicare (definizione e scelta dei mezzi attraverso i quali comunicare). La nostra rivista consente di affrontare queste scelte in modo professionale e in particolare questa rubrica è a disposizione delle aziende che vogliono utilizzare uno strumento semplice ed efficace, che consente di presentare prodotti e servizi in modo mirato agli utilizzatori che la leggono per essere costantemente informati sull’evoluzione tecnologica del settore. La nostra filosofia editoriale si

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fonda sulla chiara e trasparente distinzione tra informazione e pubblicità, per cui ogni articolo presente in questa rubrica riporta la fonte aziendale che lo ha ideato e realizzato, affinchè i lettori possano distinguere i contenuti e le forme della comunicazione.

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Vefim Meg Assolombarda Olpidurr Franchi & Kim Europolveri Safechem CTI Ispra Gazzetta Ufficiale

In questo numero:


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VEFIM OTTIENE LA CERTIFICAZIONE ISO 9001:2008 Vefim festeggia i suoi 30 anni di attività nel settore della filtrazione industriale e, in una fase congiunturale caratterizzata da una crisi delle vendite a livello planetario, risulta una delle poche mosche bianche in Italia, ottenendo una crescita delle vendite del 20% rispetto all’anno precedente: il 2014 si è quindi rivelato il migliore anno dell’azienda dalla sua nascita. Lo scorso ottobre l’azienda ha deciso di farsi un ulteriore regalo, ottenendo la certificazione ISO 9001:2008 (Sistemi di Gestione per la Qualità), un atto apparentemente formale, visto che già da molti anni la struttura produttiva operava con procedure scritte e rispettando normative interne sulla qualità, ma che conferma la bontà del lavoro finora eseguito. “Vefim da sempre ha profuso impegno e risorse per operare in un contesto di qualità - ha affermato Nicolas Turner, Direttore Vendite dell’azienda - dotandosi di sistemi di controllo interni precisi ed efficienti, ma abbiamo voluto che fosse un ente esterno a certificarlo. Per noi si tratta di un attestato che non possiamo considerare come punto di arrivo, ma al contrario rappresenta la prima tappa di un percorso che ci vedrà sempre più impegnati per garantire la massima attenzione verso tutti i nostri clienti, fornitori, collaboratori interni ed esterni”. Vefim può contare attualmente su 4 sedi distribuite sul territorio italiano, 2 magazzini merci, 2 uffici spedizioni, più di 16.000 prodotti e oltre 3000 clienti tra Italia e estero. “Quest’anno abbiamo allargato il nostro magazzino di Biella – ha proseguito Turner - e per noi si tratta di un segnale concreto dell’andamento generale dell’a-

zienda. Abbiamo investito nuove risorse per spostare il magazzino in un nuovo stabile, dove ora possiamo utilizzare un’area tre volte superiore allo stabile occupato in precedenza. Questo si traduce naturalmente in una maggiore disponibilità di prodotti pronti a magazzino, ma ci consente anche di concretizzare altri investimenti per nuove lavorazioni che stiamo portando avanti. Il nostro Ufficio Vendite Italia si sta allargando grazie a giovani collaboratori che l’azienda è impegnata a formare per farli diventare i nuovi referenti vendite. Inoltre ci stiamo dotando di strumenti informatici con prestazioni sempre maggiori, con applicazioni studiate ad hoc per Vefim. Infine ci stiamo organizzando per ampliare ulteriormente anche la nostra penetrazione all’estero, con un programma di sviluppo che ci consentirà di affrontare le sfide della globalizzazione.”

Fonte: Vefim Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

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MEG: RIDUZIONE DEL 50% DEI CONSUMI NEL LAVAGGIO Con l’impiego dei sistemi a pompa di calore nei suoi impianti, MEG S.r.l. ha introdotto un’importante soluzione per il risparmio energetico nel lavaggio industriale, facendo fare al nostro settore un passo avanti verso un futuro sempre più “green”. È ormai un dato di fatto che le risorse energetiche non riescano a rinnovarsi con la stessa velocità con la quale vengono utilizzate, motivo per cui nel corso degli ultimi anni è sensibilmente cresciuta l’attenzione nei loro confronti, ed in particolar modo al loro uso eccessivo. Numerose sono le normative nate in tema di risparmio energetico per salvaguardare l’ambiente e mirare ad una continua crescita economica reale legata all’eco-sostenibilità, alla prevenzione dell’inquinamento, del riscaldamento globale, e alla riduzione delle emissioni di gas serra e dei consumi d’ acqua. Per quanto riguarda il trattamento delle superfici, il lavaggio di pezzi contaminati richiede alti consumi e costi elevati in termini di prodotti chimici, acqua ed energia, nonché elevati costi di gestione dei rifiuti. È

a questo proposito che MEG S.r.l., oltre a progettare impianti che utilizzano solventi di nuova generazione (HFE, HFC, ecc.), basso-bollenti e “Non Ozono Distruttivi”, ha introdotto in questi impianti il sistema a pompa di calore. Questa innovazione permette infatti un risparmio energetico notevole, in quanto consiste in un processo in cui il calore generato dal gruppo di raffreddamento della macchina viene usato per riscaldare il solvente, non utilizzando quindi resistenze elettriche di riscaldamento nella vasca di ebollizione. Inoltre, un secondo vantaggio consiste nella sensibile diminuzione di calore disperso dal gruppo frigo nell’ambiente. Rispetto alla versione con riscaldamento tradizionale elettrico, la macchina con pompa di calore ha una potenza elettrica installata in media più bassa almeno del 50%. L’unione di tutte le ultime tecnologie disponibili in termini di prestazioni di pulizia (ultrasuoni, filtrazione, controllo particellare), di impatto ambientale (abbattimento vapori per condensazione, controllo emissioni in atmosfera) e di risparmio energetico (riscaldamento con pompa di calore) è l’impianto di sgrassaggio modello 2S 90/24-P-F PCT AC. Questa sgrassatrice automatica ad ultrasuoni è stata costruita e progettata secondo la Norma Europea UNI EN 12921-4 e viene classificata come macchina di tipo Ia, con sistema a camera di raccolta. La macchina utilizza solventi di nuova generazione (HFE, HFC, ecc.), non infiammabili, basso- bollenti ed estremamente efficaci nella rimozione di contaminazioni non polari a base di oli minerali, per esempio oli di lavorazione, grasso o cera. Il sistema a pompa di calore installato in questa sgrassatrice automatica ad ultrasuoni, permette di poter lavare circa 200 kg/h di materiale, utilizzando una potenza elettrica di 5 Kw/h circa, meno della metà della potenza elettrica che richiede lo stesso impianto con un tradizionale sistema di riscaldamento elettrico e circa 1/5 di quella richiesta dalle macchine di abituale utilizzo. Sicuramente, grazie alla pompa di calore e all’uso di solventi a basso impatto ambientale, si è fatto un passo avanti verso una politica di produzione attenta ai consumi e all’ambiente in cui viviamo. La nuova tecnologia sarà fondamentale per un futuro sempre più “green” del quale MEG farà sicuramente parte.

Fonte: Meg Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

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CHIMICA LOMBARDA ECCELLENZA DEL MANIFATTURIERO ITALIANO Si è tenuta a Milano la terza tappa della campagna di sensibilizzazione “La chiMIca MI piace” promossa dal Gruppo Chimici di Assolombarda, in collaborazione con Federchimica, per far conoscere all’opinione pubblica la rilevanza che l’industria chimica riveste a livello locale e nazionale, specialmente in un’ottica di sviluppo sostenibile. Durante l’incontro, che è stato un’occasione di confronto tra imprese, consumatori e istituzioni locali, sono stati presentati i dati del Rapporto “Perché la chimica?” che offre una dettagliata analisi del settore, con un particolare focus su Milano e la Lombardia. Dall’analisi emerge che il settore chimico in Italia conta oltre 2.800 imprese, con una produzione pari a 52,2 miliardi di euro e 108 mila addetti. All’interno del panorama nazionale l’industria chimica e farmaceutica lombarda riveste un ruolo di primo piano: con oltre 1.300 unità locali e 69 mila addetti (di cui 45 mila nella sola chimica) rappresenta, infatti, oltre il 40% di tutta l’occupazione del settore in Italia, una quota decisamente più rilevante del totale manifatturiero (24%). La provincia di Milano pesa da sola circa la metà della regione, con più di 600 unità locali e 32 mila addetti, e un conseguente peso di tutto rispetto sul totale nazionale (quasi il 20% sull’occupazione, 15% sul numero di unità locali). Considerando anche i posti di lavoro creati indirettamente attraverso i suoi acquisti e investimenti, si arriva a circa 195 mila posti. Spiccata anche la vocazione internazionale (+14% l’export nel 2013 rispetto al 2007, il doppio della media manifatturiera), con l’area milanese che si distingue in particolare per una maggiore esposizione relativa verso i mercati extra-UE (56,4% sul totale export chimico provinciale), in forte crescita e più dinamici rispetto ai tradizionali partner commerciali italiani. “In Lombardia l’industria chimica rappresenta un’assoluta eccellenza non solo a livello italiano, ma anche nel contesto europeo - ha dichiarato Riccardo Bellato, presidente del “Gruppo Chimici” di Assolombarda – essendo la seconda regione chimica europea per

numero di addetti, Riccardo Bellato, presidente dietro soltanto a un “Gruppo Chimici” Assolombarda territorio avanzato come la RenaniaVestfalia e addirittura la prima per numero di imprese. Questa vocazione chimica deriva dalla presenza di un network virtuoso, fatto di imprese chimiche e clienti industriali, università e centri di ricerca, imprese di impiantistica e servizi avanzati, che va valorizzato e potenziato. Occorre puntare a un miglioramento del contesto normativo e alla promozione, da parte della Pubblica amministrazione, di un approccio nell’applicazione delle norme volto a facilitare lo sviluppo delle imprese nel pieno rispetto dell’ambiente, della salute e della sicurezza. Inoltre, bisogna agire per accelerare i tempi di rilascio effettivi delle autorizzazioni, come l’Autorizzazione Integrata Ambientale, che oggi presentano differenze abissali rispetto ai competitor stranieri e penalizzano l’operatività delle imprese”. “Milano e la Lombardia sono il cuore pulsante della chimica in Italia – ha sottolineato Paolo Lamberti, vicepresidente di Federchimica – ma purtroppo le politiche per lo sviluppo sostenibile vedono in Italia spesso operare le Istituzioni locali ancora a troppi livelli, con il rischio di conflitti, ritardi e incertezze. Per questo motivo la nostra Regione deve essere all'avanguardia anche nelle politiche sulla sostenibilità, dando cioè l'esempio che si può fare, si deve fare, una politica che tenga conto nella stessa misura di aspetti economici, sociali e ambientali”. “I numeri dimostrano che la chimica è un settore su cui puntare - ha dichiarato Alessandro Spada, consigliere incaricato Assolombarda per lo sviluppo del manifatturiero e internazionalizzazione - una ricchezza per il nostro territorio e per il Paese; innovazione, ricerca e sostenibilità sono caratteristiche di un settore fondamentale anche per lo sviluppo del manifatturiero, tema al quale Assolombarda dedica particolare attenzione nell’ambito del Piano strategico “Far volare Milano”. Fonte: Assolombarda Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

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IMPIANTO ECO+PAINTSHOP DURR IN CINA Il costruttore di impianti Dürr sta realizzando per BMW Brilliance Automotive Ltd. (BBA), nel distretto Dadong in Cina, un impianto di verniciatura Eco+Paintshop che si distingue per il suo consumo particolarmente basso di risorse energetiche. Questo impianto utilizzerà diverse innovazioni tecnologiche, sviluppate da Dürr per la verniciatura delle autovetture in modo durevole ed ecosostenibile. Per l’applicazione del primer sarà utilizzato il sistema di verniciatura a immersione con rotazione Ecopaint RoDip M. Grazie alla completa rotazione nelle vasche ad immersione, questa tecnologia non necessita di sezioni inclinate in ingresso ed uscita. Questo comporta non solo un notevole risparmio di spazio, ma anche, grazie al volume ridotto dei bagni, la riduzione di fabbisogno di acqua, prodotti chimici ed energia. Un’ulteriore caratteristica tecnica, sottolineata dal prefisso “Eco+”, è il processo di verniciatura completamente automatico IPP (Integrated Paint Process – Processo di verniciatura integrato), che non prevede né l’applicazione del fondo né la fase di polimerizzazione. Le cabine di verniciatura saranno dotate di EcoDryScrubber, l’innovativo sistema Dürr per l’abbattimento a secco. Questa tecnologia permette

di catturare l’overspray di vernice senza utilizzare né acqua né prodotti chimici. L’elevato ricircolo dell’aria di processo consente di risparmiare fino al 60% di energia. L’EcoDryScrubber è già impiegato o in fase di installazione in oltre 70 linee di verniciatura in quattro continenti. A Dadong per la verniciatura sono previsti 36 robot Dürr del tipo EcoRP E033 e EcoRP L133, dotati di atomizzatori rotanti ad alta velocità EcoBell3 di ultima generazione. Grazie al suo design compatto, la famiglia EcoBell3 può essere utilizzata per la verniciatura sia delle parti interne che esterne. Insieme al cambio colore in linea EcoLCC, l’EcoBell3 costituisce un sistema di applicazione facile, estremamente efficiente e compatto, adatto a ogni tipo di impiego. Questo permette di ridurre al minimo sia le perdite di vernice che i tempi richiesti dal cambio colore. 8 robot del tipo EcoRS provvederanno, in modo automatico, alle operazioni di sigillatura tramite applicatori 3D. Quattro di questi robot sono dotati di dosatori a pistoni in tandem, estremamente precisi, per sigillare le giunzioni. L’utilizzo di ruote entalpiche per il recupero del calore da aria esausta e di ricircolo rappresenta un’altra soluzione a tutela dell’ambiente. Anche il calore residuo

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dei forni di essiccazione sarà recuperato mediante scambiatori a recupero. L’aria esausta proveniente dalla cabina di applicazione trasparente sarà depurata prima di lasciare l’impianto. Grazie all’utilizzo di membrane per la filtrazione dei liquidi nei processi di pretrattamento e cataforesi e nell’impianto di trattamento delle acque reflue, si ridurrà il fabbisogno d’acqua e, di conseguenza, anche il volume delle acque di scarico. La filosofia di layout di Dürr, volta alla riduzione del fabbisogno di spazio, è parte integrante dell’impianto Eco+Paintshop. Il sistema si basa su un edificio industriale semplice ed economico, senza livelli intermedi. Questa concezione è supportata dalla zona di deposito multifunzionale delle scocche concepita come un magazzino a piani automatico con stalli in grado di garantire un flusso ottimale delle scocche. Il consumo energetico specifico, che BMW riuscirà ad ottenere nella sede di Dadong, permetterà di raggiungere nuovi standard a livello mondiale: per ogni scocca verniciata saranno necessari meno di 500 kWh di energia, un terzo del fabbisogno che sarebbe stato necessario dieci anni fa. Inoltre molta attenzione è rivolta all’ambiente di lavoro, che deve essere adatto ai fabbisogni degli operatori: condizioni di lavoro ergonomiche così come comodità di comunicazione e manutenzione sono per Dürr standard con cui non è possibile scendere a compromessi. L’impianto Eco+Paintshop nel distretto di Dadong è il terzo grande progetto per BMW Brilliance in Cina. Dürr ha già realizzato in joint venture un reparto di verniciatura ecosostenibile nello stabilimento di Shenyang ed ha realizzato anche la successiva fase di ampliamento.

bilanciatura meccanica e lavaggio, per la produzione di motori e trasmissioni e per l’assemblaggio finale del veicolo. La quarta divisione, Clean Technology Systems, è focalizzata sulle tecnologie atte a migliorare l’efficienza energetica dei processi e la depurazione dell’aria di scarico. DÜRR è presente con 54 sedi in 26 nazioni in tutto il mondo. Il Gruppo ha raggiunto un fatturato di € 2,4 miliardi con approssimativamente 8.320 dipendenti nel 2013. Da diversi decenni, Dürr è direttamente rappresentata in Italia e attualmente impiega circa 180 dipendenti. Le società italiane che rappresentano l’intera gamma dei prodotti del Gruppo Dürr sono: la Olpidürr S.p.A. di Novegro di Segrate (MI), che opera nel settore della progettazione e produzione di impianti industriali di verniciatura e di sistemi per l’ecologia; la Verind S.p.A. di Rodano (MI), specializzata nei sistemi di applicazione di vernici, ultrafiltrazione e trattamento acque; la CPM S.p.A di Beinasco (TO), qualificata nei sistemi di assemblaggio finale e di trasporto; la Schenk Italia S.r.l. di Paderno Dugnano (MI), che opera nel settore della tecnologia di bilanciamento.

Fonte: Olpidurr Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

Profilo del Gruppo Il gruppo DÜRR è un fornitore di impianti e sistemi tecnologicamente avanzati ed occupa una posizione di leader mondiale di mercato nelle sue aree di attività. L’attività per l’industria automobilistica rappresenta circa l’80% delle sue vendite. DÜRR inoltre fornisce tecnologie innovative per la produzione e per il rispetto dell’ambiente per le industrie aeronautica, meccanica, chimica e farmaceutica. Il gruppo DÜRR opera sul mercato con quattro divisioni. La divisione Paint and Assembly Systems (Impianti di Verniciatura ed Assemblaggio) fornisce tecnologie di produzione e verniciatura per l’industria automobilistica. La divisione Application Technology fornisce applicazione automatica di vernice tramite i suoi robot. Le apparecchiature e gli impianti forniti dalla divisione Measuring and Process Systems (Impianti di Processo e Misurazione) sono usati, tra l’altro, per i processi di

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NUOVA GAMMA DI PASTE COLORANTI A SOLVENTE ESENTI DA PIOMBO Siamo oramai arrivati alla fine della lunga strada che, per salvaguardare la salute e l’ambiente, ha portato all’eliminazione del piombo. Come la maggioranza delle aziende produttrici di vernici per industria che operano sul mercato, la Franchi&Kim ha scelto di adempiere a quanto stabilito dall’Allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006 (Reach) che bandisce l’utilizzo di pigmenti contenenti piombo. Franchi&Kim, da sempre attenta alle problematiche ambientali, ha dismesso la produzione di prodotti finiti e di paste concentrate a base di questi composti, proponendo al mercato un nuovo sistema tintometrico per la realizzazione dei prodotti vernicianti a solvente totalmente esente da paste concentrate contenenti i sali di cromo e piombo. In quest’ottica, dalle paste coloranti della Serie A0615, sono state eliminate le 3 paste che erano formulate con piombo: • A0615.P50327 giallo limone; • A0615.P50328 giallo cromo;

• A0615.P50411 arancio. I cambiamenti però non si sono limitati solamente a questo, in quanto da tempo era in fase di studio la completa revisione dell’intera gamma delle paste coloranti, allo scopo di individuare pigmenti più performanti e dalle maggiori resistenze. Dopo un attento lavoro di ricerca e di studio a base di severissime prove, sono state individuati i pigmenti aventi le caratteristiche cercate, con le quali realizzare 7 nuove paste che sono poi state inserite nel sistema: • A0615.P00334 giallo limone freddo; • A0615.P00343 giallo bismuto; • A0615.P00356 giallo caldo; • A0615.P00438 arancio organico; • A0615.P00531 magenta; • A0615.P00380 giallo organico; • A0615.P00422 arancio Hansa. Così, dopo il recente restyling, la gamma delle paste serie A0615, disponibile nella nuova versione del sistema tintometrico “Data Book”, è riassunta nella tabelle 1 e 2, in cui sono compresi i prodotti che permettono di realizzare le tinte per i vari settori: • industria; • carrozzeria industriale; • legno. Ciò consente di rivolgersi al mercato con una proposta a largo spettro, in quanto la nuova gamma risulta essere un ulteriore passo in avanti, permettendo di realizzare prodotti vernicianti caratterizzati da: • maggiore resistenza all’esterno; • maggiore copertura (stimata intorno al 50% in più per i colori giallo e arancio); • ampliamento della gamma di tinte riproducibili; • maggiore precisione formulativa. A livello pratico, il rivenditore dotato del sistema tintometrico F&K potrà realizzare i prodotti vernicianti per l’industria del ferro e per il settore legno senza aumentare il numero di paste, che resterà praticamente invariato, con un numero totale di 19, di cui 17 pigmentate + 2 ausiliarie (un filler ed un essiccante). Con l’aggiunta di altre 13 paste (6 pigmentate, 3 paste alluminio a diversa grana, bianco, nero, opacizzante e trasparente nero e bianco), potrà realizzare anche le colorazioni per la carrozzeria industriale (tinte pastello e metallizzati doppio strato), completando così la gamma dei prodotti industriali. Come già detto, la selezione dei nuovi pigmenti esenti

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da piombo ha richiesto molti mesi di lavoro, durante i quali sono stati valutate decine di pigmenti, sottoponendoli a prove di laboratorio, con le quali sono state testate le caratteristiche a livello di punto tinta, stabilità, compatibilità e, soprattutto, tenuta alla luce e alle intemperie. Sappiamo tutti come i pigmenti esenti da piombo sono caratterizzati da una minor copertura; malgrado ciò, questo lavoro ha portato alla selezione di pigmenti con cui realizzare paste concentrate ad altissimo rendimento, con maggiore punto di copertura ed elevata stabilità alla luce e alle intemperie, in molti casi, anche superiore alle vecchie paste con piombo. Un occhio di riguardo è stato dedicato ai costi, che sono stati mantenuti entro limiti assolutamente interessanti, proponendo quotazioni che, in alcuni casi e per determinate applicazioni, non portano ad incrementare i costi rispetto alle vecchie paste con piombo. Il cliente rivenditore si trova così munito di uno stru-

mento di lavoro assolutamente completo, che gli consentirà di formulare prodotti vernicianti ad elevate prestazioni, con resistenze alla luce molto elevate e a costi competitivi, in grado di soddisfare le più svariate esigenze della clientela, in ottemperanza a quanto previsto dalle normative vigenti in termini di rispetto per l’ambiente e, soprattutto, della salute degli operatori. Fonte: Franchi & Kim Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

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UN PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO PER EUROCORR, CICLI ANTICORROSIONE DI EUROPOLVERI Il 28 Gennaio scorso, Europolveri ha formalmente ricevuto il certificato di omologazione Qualisteelcoat (QSC) per i cicli di trattamento anticorrosione, denominati EuroCorr Steel ST2, costituiti da un pre-trattamento con Primer epossidico Active Protection e successiva verniciatura con finiture a base poliestere PURAL serie 5 Qualicoat, per esterni. Un’attestazione questa, che assume maggior valore ed un più ampio significato se si considera che Europolveri è la prima azienda italiana produttrice di vernici in polvere termoindurenti ad avere prodotti e cicli di verniciatura accreditati di tale omologazione. I danni causati dall’azione della corrosione su substrati metallici provocano enormi danni in termini di funzionalità e di sicurezza che sono, a loro volta causa di ingentissimi danni in termini economici. La WCO (World Corrosion Oganization) stima che il

costo mondiale derivante dalla corrosione corrisponda ad un valore compreso tra il 3,1% ed il 3,5% del PIL annuo di ogni Paese, che tradotto in cifre significa da 1,3 a 1,4 trilioni di Euro. Tali cifre rispecchiano solo il costo diretto per riparazioni, manutenzione e sostituzioni derivanti da danni causati dalla corrosione; non comprendono invece i danni ambientali, il consumo di risorse, la perdita di produzione e gli infortuni. Fonti attendibili ed esperti in corrosione stimano che un adeguato ed attento utilizzo dei materiali anticorrosivi oggi disponibili consentirebbe un risparmio dei costi sopra riportati sull’ordine del 20% - 25%. Europolveri, che ha fatto della ricerca e dell’innovazione i suoi punti di forza, ha creato prodotti specifici formulati per prevenire l’azione della corrosione: la serie di Primer Anticorrosion11. La certificazione dei cicli di applicazione denominati

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“EuroCorr Steel ST2” secondo la norma internazionale Qualisteelcoat (QSC), rappresenta un ulteriore importante tassello della offerta Europolveri di prodotti per l’anticorrosione. Riportiamo qui di seguito alcuni dettagli relativi all’omologazione ottenuta. Ente certificatore Qualisteelcoat (International Quality Label for Coated Steel) è una organizzazione internazionale finalizzata a promuovere, controllare e tutelare gli standards qualitativi delle vernici e rivestimenti per l’acciaio. Nome del ciclo Ciclo “EuroCorr Steel ST2”, idoneo per acciaio preparato con conversione chimica (fosfatazione cristallina), processo con cui si converte la superficie di un materiale metallico ferroso e/o zincato creando dei cristalli fosfatici legati chimicamente al substrato, al fine di migliorare la resistenza alla corrosione e favorire l’adesione della verniciatura.

dell’acciaio è nota. Questo primer è particolarmente adatto quando sono richieste resistenze chimiche elevate. Il ciclo prevede uno spessore compreso tra 50 e 80 micron. Il primer viene reticolato a 180° per 15 minuti; per una migliore adesione tra primer e finitura, una leggera sotto-cottura è preferibile. Finitura Pural serie 5, una serie di finiture a base di resine poliesteri sature carbossilate ed indurenti, alternative al TGIC, omologate QUALICOAT. Formulato con pigmenti scelti per l’elevata resistenza ai raggi UV ed agli agenti atmosferici e particolarmente adatti per esterni e zincati. Il ciclo prevede l’applicazione con uno spessore compreso tra gli 80 ed i 120 micron. La polimerizzazione avviene in forno a 180° per 20 minuti

Omologazione Il ciclo oggetto dell’omologazione prevede la conversione chimica, il trattamento con Primer Active Protection ed il successivo trattamento con finitura poliesteri Pural serie 5 omologata Qualicoat. Categoria di corrosione La categoria di corrosione di riferimento è la C4-H (720 ore in nebbia salina), quindi un ciclo adatto per il trattamento di opere e manufatti destinati ad ambienti industriali e costieri con moderata salinità, impianti chimici e cantieri navali. Il certificato L’omologazione del ciclo è certificata con Il numero di approvazione PE-0027, pubblicata sul sito di Qualisteelcoat nella sezione: www.qualisteelcoat. net/287/approvals. Il ciclo omologato “EuroCorr Steel ST2” analizzato in dettaglio prevede l’utilizzo dei seguenti prodotti Europolveri. Primer Active Protection, codice 6L2800003T002, un primer ad elevata impermeabilità che unisce ad una matrice epossidica molto compatta la presenza di fosfati di zinco ad alta concentrazione, la cui azione di protezione Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015 Metal Metal Cleaning & Finishing  37


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Le prossime omologazioni L’omologazione Qualisteelcoat PE-0027 ottenuta è il risultato dell’intenso e prolungato lavoro portato avanti nel corso del 2014 con i laboratori del Qualital, referenti italiani per la certificazioni QSC, con i quali Europolveri collabora attivamente nei gruppi di lavoro. “EuroCorr Steel ST2” rappresenta per Europolveri comunque solo il primo “step” di una serie di cicli anticorrosivi omologati destinati a rivestire acciaio, acciaio zincato a caldo (HDGS), idonei per ambienti estremi come aree industriali, cantieri navali, piscine

(Classe di Corrosività C4-H); Europolveri è infatti già da tempo al lavoro per un’ulteriore omologazione del ciclo QSC – HD2 per la classe di corrosività C5-M (prova in nebbia salina per 1440 ore) per impianti offshore con presenza di altissima salinità ed umidità. Il centro R&D, i laboratori ed il servizio di assistenza tecnica Europolveri sono sempre impegnati e disponibili nel ricercare e fornire soluzioni idonee a soddisfare le esigenze sempre più specifiche e mirate che i mercati internazionali richiedono in termini di livelli qualitativi e di certificazioni di prodotto e sempre più orientati nella ricerca di prodotti e cicli in grado di assicurare un’elevata protezione dalla corrosione e buone aspettativa di durata del manufatto nel tempo.

Fonte: Europolveri Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

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LAVAGGIO DEI COMPONENTI DEGLI SCAMBIATORI CON ALCOL MODIFICATO DOWCLENE: ALTA EFFICIENZA E RIDUZIONE DEI COSTI Le rilavorazioni intensive, i costi elevati, come anche le problematiche legate alla salute, alla sicurezza e all’ambiente sono state le ragioni che hanno spinto la HS Marston Aerospace Limited, un’azienda della UTC Aerospace Systems, con sede nel Regno Unito, a rivedere nel profondo il proprio processo di lavaggio dei componenti degli scambiatori di calore. L’azienda ha ottimizzato il lavaggio dei componenti attraverso l’utilizzo dell’alcol modificato e del COMPLEASE, il modello di leasing ideato da SAFECHEM. UTC Aerospace Systems, che fa parte del gruppo United Technologies Corp. (NYSE: UTX), progetta, produce e provvede alla manutenzione di sistemi e componenti integrati per i settori aerospaziale e a difesa. L’azienda ha una base clienti globale, con importanti impianti di produzione e strutture per l’assistenza ai

clienti in tutto il mondo. United Technologies Corp., con sede ad Hartford, Connecticut, fornisce prodotti e servizi ad alta tecnologia alle industrie dei settori costruzioni e aerospaziale. Lavaggio dei componenti: una fase critica per la qualità nel processo produttivo La competenza principale del sito della HS Marston è lo sviluppo e la produzione di un’ampia gamma di prodotti e servizi per la trasmissione del calore e la gestione dei fluidi per i mercati aerospaziale, commerciale e militari, per le industrie degli sport motoristici e dell’elettronica. “Il lavaggio dei componenti degli scambiatori di calore - spiega Andy Lees, responsabile di produzione e logistica alla HS Marston - è una fase critica del processo

Gli scambiatori di calore della HS Marston vengono utilizzati nei mercati aerospaziali commerciali e militari, nelle industrie degli sport motoristici e dell’elettronica Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015 Metal Metal Cleaning & Finishing  39


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Per la brasatura, i componenti degli scambiatori di calore devono essere puliti e asciutti. Le loro complesse geometrie rendono difficile ottenere il livello di pulizia richiesto

Il sistema SAFE-TAINERTM

di qualità. Le geometrie complesse rendono difficile il lavaggio di questi componenti e l’asciugatura necessaria alla successiva brasatura. In questi casi, anche i residui più piccoli causano imperfezioni che possono produrre perdite”. Con i solventi clorurati, che sono stati utilizzati per molti anni negli impianti di lavaggio a vasca aperta, l’azienda aveva ottenuto risultati soddisfacenti.

Requisiti più severi per quanto concerne la salute, la sicurezza e l’ambiente (HS&E) hanno portato alla decisione di sostituire questo processo di lavaggio. La prima opzione presa in considerazione è stata un sistema di lavaggio a base d’acqua, ma a causa delle macchie sulle superfici dei componenti e all’asciugatura insufficiente, non è stato possibile implementare un sistema di lavaggio di questo tipo. La scelta dell’azienda è quindi andata verso un altro solvente, un formulato a base di nPB. “Dato che abbiamo riscontrato grandi difficoltà nel mantenere stabile il solvente rispetto all’acidità che si formava - ha proseguito Lees - siamo passati successivamente a un idrofluorocarburo (HFC), ma anche con questo solvente non siamo riusciti a raggiungere degli standard di qualità nella pulizia che fossero riproducibili e costanti nel tempo”. Di conseguenza, l’elevato tasso di non conformità al primo passaggio e la necessità di un’intensa rilavorazione hanno inciso negativamente in modo continuativo sui tempi di consegna ai clienti. In aggiunta, la spesa annuale per il solvente era molto elevata. Alcoli modificati: la migliore soluzione individuale Nel 2011 Andy Lees ha scoperto DOWCLENE 1601 della SAFECHEM Europe GmbH, una consociata della The Dow Chemical Company. Si tratta di un solvente distillabile basato su alcoli modificati, che vanta un’ampia gamma di approvazioni nel settore aerospaziale (es. Rolls Royce). Grazie alle sue proprietà lipofile e idrofile, DOWCLENE 1601 consente la rimozione di oli e grassi, nonché l’eliminazione di contaminazioni polari, quali emulsioni di raffreddamento o solidi come sale, particelle e abrasivi, in maniera affidabile e con risultati riproducibili. Ampi test di lavaggio hanno dimostrato che ciò vale anche per le difficili contaminazioni da rimuovere dai componenti degli scambiatori di calore della HS Marston. Il solvente si contraddistingue inoltre per una bassa tossicità e una buona biodegradabilità. “Grazie alle sue proprietà specifiche - ha sottolineato Lees - il solvente ci permette di soddisfare le nostre elevate esigenze in termini di qualità del lavaggio, garantendo anche il raggiungimento dei requisiti aziendali in materia di HS&E. Per la nostra applicazione, DOWCLENE 1601 si è dimostrata la migliore soluzione di lavaggio e un’alternativa ideale a tutti i solventi alogenati”. I vantaggi forniti da COMPLEASE Chemical Leasing COMPLEASE, il concetto di leasing per prodotti chimici di SAFECHEM, si è dimostrato una soluzione ideale per HS Marston. Il pacchetto di leasing personalizzato comprende la fornitura di solvente fresco e il ritiro

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Il kit per il test MAXICHECKTM DCL-1N

di quello esausto, ma anche consulenza, assistenza e vari servizi su base continuativa. Tra questi c’è anche la formazione sui solventi, CHEMAWARE Solvent Training, per tutti i dipendenti coinvolti nel processo di lavaggio, che si tiene una volta all’anno. Il personale riceve una formazione sull’utilizzo sicuro di DOWCLENE 1601, così come sull’ottimizzazione del processo, monitorando la stabilità del solvente e la sua qualità con il “Test Kit MAXICHECK DCL-1N”. “Utilizzando COMPLEASE - ha affermato Lees - collaboriamo strettamente con SAFECHEM per quanto concerne il nostro processo di lavaggio, cosa che costituisce un grande aiuto nello sviluppo delle nostre competenze nel lavaggio. È molto utile avere un partner che assieme a noi si occupa di assicurare la stabilità del nostro processo di lavaggio, pagando un canone mensile”. Un processo affidabile minimizza il numero degli scarti DOWCLENE 1601 viene utilizzato presso la HS Marston in combinazione con un nuovo impianto, completamente a ciclo chiuso, di Pero AG, dotato di un’unità di distillazione integrata. L’impianto funziona completamente sotto vuoto e ciò elimina la necessità di una protezione separata contro le esplosioni, necessaria per l’utilizzo di solventi infiammabili. In aggiunta, il funzionamento sotto vuoto offre vantaggi connessi al processo, quali una migliore asciugatura e un minore stress sul solvente. Il processo di pulizia e la distillazione continua sono totalmente automatizzati. Il solvente viene fornito e ritirato per uno smaltimento responsabile nei confronti dell’ambiente nel sistema SAFE-TAINER

L’additivo per solvente MAXIBOOSTTM ST-1

sviluppato da SAFECHEM. Questo sistema per il trasporto, lo stoccaggio e la manipolazione è formato da due differenti contenitori, progettati specificatamente per l’uso, a doppia parete per solventi freschi ed esausti. In associazione alla nuova macchina di lavaggio, il sistema di trasferimento a ciclo chiuso SAFE-TAINER rappresenta la miglior tecnologia disponibile (Best Available Technology – BAT), consentendo un processo di lavaggio virtualmente privo di emissioni. Oltre al riciclo continuo di DOWCLENE 1601, ciò aiuta a ridurre significativamente i consumi. “L’investimento - ha concluso Lees - si è già ripagato grazie al tasso ridotto di scarto, che ora si attesta attorno all’uno per cento. In aggiunta, è stato possibile ridurre significativamente i costi di lavaggio e anche gli obiettivi HS&E sono stati raggiunti. Questi vantaggi hanno suscitato grande interesse per questa soluzione di lavaggio all’interno del gruppo”. SAFE-TAINER™ System, DOWCLENE™ 1601, COMPLEASE™ Chemical Leasing, CHEMAWARE™, MAXICHECK™ i MAXIBOOST™ marchio della The Dow Chemical Company (“Dow”) o di consociate di Dow.

Fonte: Safechem Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

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NORME TECNICHE SUI FILTRI Alla decima riunione plenaria dell’ISO/TC 142 “Cleaning equipment for air and other gases”, svoltasi nel 25 settembre scorso, hanno partecipato i rappresentanti della commissione tecnica CTI 502 “Materiali, componenti e sistemi per la depurazione e la filtrazione di aria, gas e fumi”. Il lavoro normativo riguarda le principali applicazioni presenti sul mercato: dai filtri per gli impianti di climatizzazione a quelli HEPA (High Efficiency Particulate Air filter) e ULPA (Ultra Low Penetration Air filter), dai dispositivi per la depurazione dei fumi di scarico agli elementi filtranti per i gruppi turbogas e dai dispositivi per la rimozione degli inquinanti gassosi ad applicazioni specifiche in settori industriali. Alla riunione plenaria hanno partecipato le delegazioni di quattordici Paesi membri (Belgio, Canada, Cina, Corea, Francia, Finlandia, Germania, Giappone, Italia, Olanda, Regno Unito, Svezia, Svizzera e Stati Uniti). Per quanto riguarda il programma di lavoro si è fatto il punto della situazione sui vari progetti ancora allo stadio di “preliminary”, anche alla luce delle nuove regole ISO che ne prevedono la cancellazione automatica dopo tre anni. Si è inoltre deciso di avviare la votazione per l’avvio effettivo dei lavori relativi a ISO/ NP 17970 “Measurement of the performance of

portable room air cleaners” e ISO/NP 29461-2 “Air intake filter systems for rotary machinery - Part 2: Test methods and classification for cleanable (pulse jet) filter systems” e per la revisione della ISO 29461-3 “High-efficiency filters and filter media for removing particles in air - Part 1: Classification, performance testing and marking”. È stato definito, infine, un piano di lavoro per consentire la pubblicazione congiunta delle quattro parti della norma ISO 16890 “Air filters for general ventilation”: • Part 1: Technical specifications, requirements and efficiency classification system based upon Particulate Matter (PM); • Part 2: Measurement of fractional efficiency and air flow resistance; • Part 3: Determination of the gravimetric efficiency and the air flow resistance versus the mass of test dust captured; • Part 4: Conditioning method to determine the minimum fractional test efficiency. La norma riveste particolare importanza anche a livello europeo, in quanto è destinata a sostituire l’attuale EN 779 per la classificazione dei filtri. Fonte: CTI Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

TABELLA 1 - Norme pubblicate • • • • • • • • • • •

ISO 10121-1:2014 - Test method for assessing the performance of gas-phase air cleaning media and devices for general ventilation. Part 1: Gas-phase air cleaning media ISO 10121-2:2013 - Test methods for assessing the performance of gas-phase air cleaning media and devices for general ventilation. Part 2: Gas-phase air cleaning devices (GPACD) ISO/TS 21220: 2009- Particulate air filters for general ventilation – Determination of filtration performance ISO 29461-1:2013 - Air intake filter systems for rotary machinery - Test methods - Part 1: Static filter elements ISO 29462:2013 - Field testing of general ventilation filtration devices and systems for in situ removal efficiency by particle size and resistance to airflow ISO 29463-1:2011 - High-efficiency filters and filter media for removing particles in air - Part 1: Classification, performance testing and marking ISO 29463-2:2011 - High-efficiency filters and filter media for removing particles in air - Part 2: Aerosol production, measuring equipment and particle-counting statistics ISO 29463-3:2011 - High-efficiency filters and filter media for removing particles in air - Part 3: Testing flat sheet filter media ISO 29463-4:2011 - High-efficiency filters and filter media for removing particles in air - Part 4: Test method for determining leakage of filter elements-Scan method ISO 29463-5:2011 - High-efficiency filters and filter media for removing particles in air - Part 5: Test method for filter elements ISO 29464:2011 - Cleaning equipment for air and other gases - Terminology

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TABELLA 2 - Struttura ISO/TC 142 • • • • • • • • • • • •

WG 1 - Terminology: Gemma Kerr (SCC) WG 2 - UV-C Technology: Huang Yongheng (SAC) WG 3 - General ventilation filters: Don Thornburg (ANSI) WG 4 - HEPA and ULPA filters: R. Vijayakumar (ANSI) WG 5 - Dust collectors, droplet separators and purifiers: Chris Fischer (ANSI) WG 6 - Flat sheet media testing: da assegnare WG 7 - Durability of cleanable filter media used in dust removal applications: Chikao Kanaoka (JISC) WG 8 - Gas-phase contamination removal devices: Mikael Forslund (SIS) WG 9 - Particulate air filter intake systems for rotary machinery and stationary internal combustion engines: Ulf Johansson (SIS) WG 10 - Aerosol filters for nuclear applications (Joint between ISO/TC 142 and ISO/TC 85/SC 2): Pierre Cortes (AFNOR) WG 11 - Portable room air cleaners for comfort applications: Li Hua (SAC) WG 12 - Sustainability of air cleaning equipment and media: Thomas Caesar (DIN)

TABELLA 3 - Programma di lavoro ISO/TC 142 • • • • • • • • • • • • • • • • • •

ISO/FDIS 15957 - Loading dusts for testing air cleaning equipment (WG 3) ISO/DIS 15858 - UV-C Devices. Safety information (WG 2) ISO/DIS 16170 - In situ test methods for very high efficiency filter systems in industrial facilities (WG 10) ISO/DIS 16890-1 - Air filters for general ventilation - Part 1: Technical specifications, requirements and efficiency classification system based upon Particulate Matter (PM) (WG 3) ISO/DIS 16890-2 - Air filters for general ventilation - Part 2: Measurement of fractional efficiency and air flow resistance (WG 3) ISO/CD 16890-3 - Air filters for general ventilation - Part 3: Determination of the gravimetric efficiency and the air flow resistance versus the mass of test dust captured (WG 3) ISO/CD 16890-4 - Air filters for general ventilation - Part 4: Conditioning method to determine the minimum fractional test efficiency (WG 3) ISO/DIS 16891 - Test methods for evaluating degradation of properties of cleanable filter media (WG 7) ISO/NP 29464 rev - Cleaning equipment for air and other gases - Terminology ISO/PWI 12249-1 - Particulate air filters for general ventilation - Part 1: Method of calculation for the life cycle cost for air cleaning devices (WG 12) ISO/PWI 14086-1 - Flat sheet filter media - Part 1: Fractional efficiency test for general ventilation applications (WG 6) ISO/PWI 15714 - UV-C devices. UV-C energy required to destroy 70%, 90%, 99% and 99,9% of the microbes travelling in the air stream of an air conditioning system (WG 2) ISO/PWI 15727 - UV-C devices. Measurement of output of UV-C lamp (WG 2) ISO/PWI 16313 - Laboratory tests of pulse-cleaned industrial dust collection systems (WG 5) ISO/PWI TS 16941 - Methodology to determine effectiveness of Filtration Media against Nanomaterials (WG 4) ISO/PWI 17970 - Measurement of the performance of portable room air cleaners (WG 11) ISO/PWI 29461-2 - Air intake filter systems for rotary machinery - Part 2: Test methods and classification for cleanable (pulse jet) filter systems (WG 9) ISO/PWI 29461-5 - Air intake filter systems for rotary machinery - Part 5: Test methods for static filter systems in marine and offshore environments (WG 9) Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015 Metal Metal Cleaning & Finishing  43


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I VANTAGGI PER LE AZIENDE CERTIFICATE EMAS Con il Decreto Legislativo n. 46 del 4/03/2014, è stata recepita dal parlamento italiano la Direttiva europea n. 75 del 24/11/2010, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento). Il recepimento ha modificato in modo sostanziale tutti gli articoli del Decreto legislativo n. 152 del 2006 relativi all’autorizzazione integrata ambientale che, per quel che concerne EMAS, già prevedeva alcune agevolazioni per le industrie che attuano tale schema: la possibilità di usare, per la domanda di autorizzazione integrata ambientale, la documentazione ed i dati già prodotti ai fini della registrazione EMAS (art. 29-ter, comma 3); l’estensione della durata dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) da 5 a 8 anni (art. 29-octies, comma 2). La Direttiva europea 75/10 ha introdotto un principio secondo il quale la frequenza delle ispezioni ambientali ordinarie, ai fini dell’accertamento del rispetto delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione ambientale integrata, deve essere programmata sulla base di una valutazione sistematica dei rischi ambientali che le installazioni industriali comportano. Di conseguenza, poiché il rischio ambientale si riduce se l’industria attua il sistema di gestione ambientale EMAS, la Direttiva prevede che si riduca la frequenza delle ispezioni per i siti registrati EMAS. Infatti, secondo la Direttiva, la valutazione dei rischi ambientali deve essere basata su almeno tre criteri, dei quali uno è costituito dalla partecipazione al sistema EMAS. Il legislatore italiano ha recepito in pieno tale principio. In particolare, l’art. 29-decies (Rispetto delle condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale)

è stato modificato introducendo un ultimo comma (introdotto dall’art. 7, comma 9, del D.Lgs. n. 46/14) : “11-ter. Il periodo tra due visite in loco non supera un anno per le installazioni che presentano i rischi più elevati, tre anni per le installazioni che presentano i rischi meno elevati, sei mesi per installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione. Tale periodo è determinato... sulla base di una valutazione sistematica effettuata dalla Regione o dalla Provincia autonoma sui rischi ambientali delle installazioni interessate, che considera almeno: a) gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull’ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell’ambiente locale e del rischio di incidenti; b) il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione; c) la partecipazione del gestore al sistema dell’Unione di ecogestione e audit (EMAS) (a norma del regolamento (CE) n. 1221/2009).” Il principio, per altro già espresso dalla legislazione italiana, secondo il quale non vi è motivo di monitorare un’organizzazione che è registrata EMAS, ovvero che attua un sistema di gestione ambientale che garantisce sulla riduzione del rischio di non ottemperanza alla normativa ambientale vigente e del rischio di incidente ambientale, quindi sulla riduzione dei rischi ambientali, è quindi finalmente applicato dalla normativa tecnica ambientale italiana. E’ opportuno sottolineare il fatto che, in questo caso, la normativa cita esclusivamente il regolamento EMAS, trattandosi dell’unico sistema di gestione ambientale che ha, come fondamentale punto di partenza, il rispetto della normativa ambientale cogente, compresa la completa attuazione delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni. Assieme a questa novità il legislatore italiano ha ripreso quanto già aveva previsto nel D.Lgs. n. 152/06 sulla durata dell’AIA, estendendola ancora di più. Infatti si ha che “L’autorità competente riesamina periodicamente l’autorizzazione integrata ambientale, confermando o aggiornando le relative condizioni...quando sono trascorsi 10 anni dal rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale o dall’ultimo riesame effettuato sull’intera installazione…Nel caso di un’installazione che, all’atto del rilascio dell’autorizzazione…, risulti registrata ai sensi del

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regolamento (CE) n. 1221/2009, il termine…è esteso a sedici anni” (art. 29-octies, comma 3–b e comma 8, così come sostituiti dall’art. 7, comma 7, del D.Lgs. 46/14). Quindi, per le organizzazioni EMAS, se prima la durata dell’AIA veniva prolungata da 5 ad 8 anni, adesso che l’autorizzazione ha una durata decennale, l’estensione arriva a 16 anni. Per i siti certificati secondo la ISO 14001 tale durata, che prima veniva estesa da 5 a 6 anni, passa da 10 a 12 anni. Nel caso, frequente, che la registrazione EMAS sia successiva all’autorizzazione integrata ambientale, il riesame della stessa si avrà almeno ogni 16 anni ma a partire dal primo successivo riesame. È obbligo ricordare, comunque, che il riesame dell’AIA avviene anche sulla base di altre condizioni (ad esempio l’esigenza di introdurre nel processo migliori tecniche disponibili, il conseguimento di obiettivi di qualità ambientale pianificati, motivi di sicurezza, l’introdu-

zione di nuove norme ambientali migliorative). Se uno di questi fattori dovesse intervenire, eventualità probabile considerata la lunghezza della validità dell’AIA , l’effetto sarebbe quello di ridurre nella pratica l’estensione concessa. Infine, è rimasto praticamente invariato l’art. 29-ter, comma 3, che dà la possibilità di usare, per la domanda di autorizzazione integrata ambientale, la documentazione ed i dati già prodotti ai fini della registrazione EMAS. In conclusione, la nuova normativa sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento concede un notevole vantaggio alle organizzazioni registrate EMAS, sia nei confronti di altre organizzazioni sia nei confronti di quelle che attuano altri sistemi di gestione ambientale. Fonte: Ispra Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

SISTRI Sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 31 dicembre 2014 è stato pubblicato il decreto Milleproroghe - decretolegge 31 dicembre 2014, n. 192 recante “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative”, in vigore dal 31 dicembre 2014. MORATORIA SANZIONI PROROGATA AL 31 DICEMBRE 2015 Per quanto riguarda il Sistri (Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi), è prorogata al 31 dicembre 2015 la moratoria sulle sanzioni relative all’operatività “al fine di consentire la tenuta in modalità elettronica dei registri di carico e scarico e dei formulari di accompagnamento dei rifiuti trasportati nonché l’applicazione delle altre semplificazioni e le opportune modifiche normative”. Di conseguenza è obbligatorio l’utilizzo del sistema SISTRI per le aziende soggette (gli enti e le imprese con più di 10 dipendenti produttori iniziali di rifiuti speciali PERICOLOSI), ma il “mancato utilizzo” non è passibile di sanzione fino al 31 dicembre 2015. Per i soggetti che utilizzeranno il SISTRI, rimarranno comunque gli obblighi di tenuta del registro (cartaceo) di carico e scarico dei rifiuti e di emissione del formulario di identificazione dei rifiuti per il trasporto fino al 31 dicembre 2015 Per quanto riguarda le sanzioni relative al SISTRI di cui all’articolo 260-bis, commi 1 e 2, del decreto le-

gislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, (obbligo di iscrizione a SISTRI ed obbligo del pagamento del contributo annuale) si applicano a decorrere dal 1° febbraio 2015. A tal proposito quindi, chi non avesse provveduto al pagamento del contributo annuale 2014 (la cui scadenza era fissata al 30 giugno 2014, sebbene la sanzionabilità del mancato pagamento sia stata prorogata al 31 dicembre 2014), è opportuno che provveda, onde evitare, dal 1° febbraio 2015, eventuali possibili sanzioni. Stante la situazione, come stabilito dal D.M. 17 dicembre 2009 il contributo per l’anno 2015 andrà versato entro il 30 aprile c.a.. MUD 2015 Il nuovo modello unico di dichiarazione ambientale dovrà essere presentato entro il 30 aprile, come ogni anno, fino alla piena “operatività” del SISTRI. Non appena saranno definite chiaramente le modalità di presentazione del MUD 2015 faremo pervenire alle Aziende/Enti ns. clienti apposita Circolare esplicativa.

Fonte: Gazzetta Ufficiale Per ulteriori informazioni scrivere a: info@finishing.it

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46 Metal Cleaning & Finishing  Finishing Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015


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Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015 Metal Metal Cleaning & Finishing  47


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Via Marconi, 9 - 20090 Trezzano sul Naviglio MI Tel. 02/48403040 megmi@tin.it

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SOLVENTI

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48 Metal Cleaning & Finishing  Finishing Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015

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L’agenda dei fornitori

DETERGENTI

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IMPIANTI DEPURAZIONE ARIA

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Via della Ricerca 1 31032 Casale sul Sile TV Tel. 0422/785502 Fax 0422/785959 www.dbmtec.com/echem e-chem@dbmtecnologie.com

AIr proTeCH s.r.l.

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V.le Lombardia 33 20013 Magenta MI Tel. 02/9790466-364 Fax 02/97297483

Tel. 02/959121 Fax 02/95019252

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L.m. Tecnologie dell’Aria Snc Via Roma 114 - 24060 Grumello del Monte BG Tel. 035/839400 Fax 035/4496693

e.CHem s.r.l.

Via Roma 147 - 20873 Cavenago Brianza MB

www.babcock-wanson.it bwi@babcock-wanson.com

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oLpIDÜrr s.p.a. Via G. Pascoli 14 - 20090 Novegro di Segrate MI Tel. 02/70212278 Fax 02/70212319 www.olpidurr.it sales@olpidurr.it

FIVeS ITAS s.p.a. Via Metauro 5 20900 Monza MB Tel. 039/2733336 www.fivesgroup.com www.itas-spa.com

Via dell’Industria 11 38012 Mollaro TN Tel. 0463/461700 Fax 0463/461798 www.tama.eu info@tama.it

Anno XXI - n.82 - Aprile - Maggio - Giugno 2015 Metal Cleaning & Finishing  49


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I dati dell’archivio elettronico della HB pi.erre vengono trattati nel rispetto di quanto stabilito dalle leggi sulla tutela dei dati personali. Chiunque può richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti o cancellazioni dei dati personali dal nostro archivio.

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pubblicati sul numero . . . . . di Metal Cleaning & Finishing


CAMPAGNA PER L’IMPIEGO SICURO DEI DILUENTI NELLA VERNICIATURA

DILUENTI & SICUREZZA

Un codice di autoregolamentazione per il rispetto dell’ambiente e dei verniciatori Le aziende aderenti al codice di autoregolamentazione si impegnano a: non usare, per promuovere i propri prodotti, i termini ecologico, atossico, non nocivo rispettare scrupolosamente le regolamentazioni in vigore promuovere l’utilizzo razionale e sicuro dei diluenti e delle vernici

promuovere la corretta gestione dei rifiuti e facilitarne il recupero promuovere la corretta gestione degli imballi

utilizzare tappi sigillati per i fusti da 200 litri

sostenere iniziative di formazione e aggiornamento degli utilizzatori promuovere incontri periodici con gli Enti pubblici competenti

Quest’impegno permetterà agli utilizzatori di selezionare i diluenti e di utilizzarli nelle migliori condizioni di sicurezza per l’uomo e per l’ambiente. Oltre agli impegni generali previsti dalla campagna “Diluenti & Sicurezza”, i fornitori si impegnano a formulare una linea di prodotti, denominata Diluente Certo, con le seguenti modalità:

assenza di sostanze cancerogene e/o teratogene che fanno scattare le frasi di rischio R 40, R 45, R 46, R 49, R 60, R 61, R 62, R 63, R 64

assenza di sostanze appartenenti alla classe I e II (tab. D del DM 12.7.90). La somma totale di eventuali impurezze deve essere inferiore allo 0.1%

assenza di alcoli primari nei diluenti poliuretanici

acqua in percentuale inferiore allo 0,05% nei diluenti poliuretanici

costanza di formulazione secondo precise specifiche tecniche

Per informazioni: redazione@finishing.it


Solventi

&

Sicurezza

Campagna per l’impiego sicuro dei solventi nel lavaggio industriale Codice di autoregolamentazione dei distributori di solventi e dei costruttori di macchine, per il rispetto dell’ambiente e degli utilizzatori LE AZIENDE ADERENTI AL CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE SI IMPEGNANO A: 1) non usare, per promuovere i propri prodotti e i propri impianti di lavaggio, termini ingannevoli, come “ecologico”, “atossico”, “non nocivo”; 2) rispettare scrupolosamente le regolamentazioni in vigore sull’informazione riguardante i prodotti e gli impianti di lavaggio; 3) rispettare scrupolosamente l’insieme delle regolamentazioni in vigore sulla formulazione dei prodotti e sulla costruzione degli impianti; 4) promuovere la separazione dei luoghi di lavaggio, per un migliore controllo dei rischi; 5) promuovere i codici di buona pratica per un utilizzo razionale dei prodotti e degli impianti, che limiti particolarmente le emissioni sul luogo di lavoro; 6) promuovere una buona gestione dei rifiuti, facilitando il recupero dei prodotti utilizzati, in collaborazione con società autorizzate; 7) promuovere l’eliminazione dei rifiuti di imballaggio, attraverso i canali autorizzati. Questo impegno permetterà agli utilizzatori di selezionare con maggior consapevolezza i prodotti e gli impianti per il lavaggio industriale e di utilizzarli nelle migliori condizioni di sicurezza per l’uomo e per l’ambiente. I prodotti e le macchine che rispettano questo codice di buona pratica saranno identificabili dal logo “Solventi & Sicurezza”

Per informazioni: www.lavaggio.com - info@finishing.it - Tel. 02/39312736


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