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1.1 Comunità come custode dei valori

[ 18 ] Parte 1 - La stanza dei giochi

1.1COMUNITÀ COME CUSTODE DEI VALORI

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La comunità è anche custode dinamica dei valori: nella cura continua di questi ultimi, la comunità è soggetto fertile che consente al singolo di vivere il passaggio dall’io al tu e, quindi, al noi. Senza una comunità non ha senso avere una legge. Quest’ultima, insieme a Promessa e Motto, costituisce il contenuto di valori che descrivono l’appartenenza del singolo. Tali valori sono dinamici perché rappresentano sia il riferimento di quanto viene proposto a ciascun partecipante sia la storia, la memoria e il vissuto di un gruppo di persone. La comunità è anche custode dinamica del contenuto valoriale (la Legge), dello stile di comportamento (il Motto), del Patto che unisce (la Promessa).

La Legge è l’orientamento del percorso, che stimola il cammino e permette di identificarsi con il resto della comunità. Il Motto è un modo di essere che mette al centro la persona («Eccomi», «Del mio meglio»), fatto di ascolto, risposta, coscienza, consapevolezza, competenza, umiltà, coraggio. Con la Promessa il bambino risponde «Eccomi, farò del mio meglio» alla comunità di branco e cerchio che gli chiede: «Vuoi giocare con noi?».

La Promessa è un gesto iniziatico, che dà concretezza a un pensiero: «Qui è bello, voglio continuare a stare con voi!». Dal gior-

artt. 8, 9, 10, 11, 39 L/C artt. 3, 4, 5

Capitolo 1 – La comunità educante [ 19 ]

no della Promessa il bambino non sarà più quello di prima: sarà un lupetto o una coccinella e inizierà il proprio cammino di impegno nella comunità. Per questo deve essere pronunciata all’inizio dell’esperienza di branco e cerchio: per far sì che il bambino possa giungere autonomamente alla Promessa, si fa leva sulla sua curiosità affinché, accolto nel branco o cerchio come cucciolo o cocci, possa in breve tempo comprendere le peculiarità di questa comunità a lui nuova. Il cucciolo e la cocci non dovranno eseguire nulla di concreto per poter giungere a pronunciare la Promessa, che sarà il primo gesto forte e reale che sceglieranno di compiere. In quest’ottica, il bambino aderisce a un’idea che si riempie di significato nel corso del tempo, che cresce e si modifica, che richiede costanza e partecipazione. Rimanere fedeli all’impegno preso significa quindi fare incessante esercizio della propria intelligenza e della propria libertà. L’obiettivo educativo non è la formazione di individui capaci di scegliere una volta per tutte, ma di uomini e donne che sappiano continuamente scegliere il bene, per sé e per gli altri. Promettendo, il bambino si affida al capo, ma anche a chi ha promesso e aderito prima di lui, agli altri bambini, alla comunità. Così intesa, la Promessa del cucciolo o della cocci non è più un atto individuale, ma diviene lo strumento primario affinché tutto il branco o cerchio si riappropri, all’inizio di un nuovo anno, di simboli, esperienze e valori che così rimangono sempre vivi nella storia della comunità. Una Promessa non chiude nel presente, ma apre sempre al futuro!

art. 30

LA COMUNITÀ FAVORISCE IL PROTAGONISMO DEL SINGOLO

Il lupetto e la coccinella crescono anche grazie all’impegno e alla responsabilità che si assumono davanti alla comunità che osserva, aiuta e accompagna il bambino, che diventa protagonista della propria crescita, che scopre i propri talenti e i propri limiti. Ciò significa vivere la responsabilità del proprio impegno, del pro-

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prio ruolo all’interno delle strutture della comunità: il protagonismo del singolo nutre la comunità con il proprio «Eccomi» e «Del mio meglio». Il bambino sperimenta il protagonismo sentendosi parte di una comunità che ha bisogno di ciascuno, perché nessuno alla fine può mancare; è questo il significato di cacciare e volare insieme: si è tutti protagonisti, non ci si può nascondere.

Perché possa esistere una comunità educante, che garantisca il protagonismo dei bambini e la creazione di legami significativi tra questi ultimi e con gli adulti, è opportuno che il numero dei lupetti e delle coccinelle sia compreso tra 12 e 30 e che sia rispettato l’equilibrio tra fasce di età e, in caso di unità miste, tra sessi.

L/C art. 14

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