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Cool AGENDA
Tomorrowland: Boom Belgio
Cercare di estrapolare tutti i dj superstar che si esibiranno a Tomorrowland 2023, il festival di musica dance elettronica più bello e famoso del mondo, è un’impresa epica. Ma scorrendo la lista infinita di nomi saltano all’occhio Hardwell, Amelie Lens, Armin van Buuren, Nina Kraviz, Paul Kalkbrenner e i nostri resident Martin Garrix, Tiësto, Vintage Culture, Meduza e Purple Disco Machine. “Ascendo” (questo il nome del tema di quest’anno), sarà la prima edizione accompagnata da un romanzo fantasy che ripercorrerà le origini del tema scelto. Gli organizzatori l’hanno definita “la chiave per sbloccare un’experience mai vista in un festival musicale”. In molti sostengono che il sito un tempo fosse una sorta di osservatorio astronomico: sembra infatti che l’ordinamento delle pietre sia stato studiato con cura per sintonizzarsi con i primi raggi del solstizio d’estate.
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Festival dei fantasmi affamati Singapore, Malesia, Hong Kong
La Festa dei Fantasmi Affamati (中 zhōng yuán jié), meglio conosciuta anche come Hungry Ghost Festival, è una festa tradizionale cinese celebrata il quindicesimo giorno del settimo mese lunare. Una festa solenne, la Festa dei Fantasmi rappresenta le connessioni tra i vivi e i morti, tra terra e cielo, e tra corpo e anima. Per le comunità cinesi in Malesia (soprattutto Chinatown) e Singapore (in particolare Penang e Melaka), Hungry Ghost Month costituisce, anche un’occasione seria e riflessiva per fare offerte di cibo e denaro bruciato per la preghiera ai defunti per placarli. Vengono allestiti palchi per intrattenere i fantasmi (e anche i vivi) con musica e spettacoli teatrali.
Tomorrowland: Boom Belgium
Trying to extrapolate all of the superstar DJs that are going to perform at 2023 Tomorrowland, the most beautiful and famous electronic dance music festival in the world, is tough. Scrolling the participants’ list, Hardwell, Amelie Lens, Armin van Buuren, Nina Kraviz, Paul Kalkbrenner and our resident Martin Garrix, Tiësto, Vintage Culture, Meduza and Purple Disco Machine stand out. “Ascendo” (this is the name of this year’s theme), will be the first edition accompanied by a fantasy novel that will trace the origins of this theme. The organizers called it “the key to unlocking an experience never seen in a music festival”.
Hungry Ghost Festival Singapore, Malaysia, Hong Kong
The Hungry Ghost Festival (中 元 节 zhōng yuán jié), is a traditional Chinese festival celebrated on the 15th day of the seventh lunar month. The Ghost Festival, a solemn celebration, represents the connections between the living and the dead, between earth and sky, and between body and soul. For the Chinese communities in Malaysia (especially Chinatown) and Singapore (in particular Penang and Melaka), Hungry Ghost Month also constitutes a serious and reflective opportunity to make offerings of food and money burned for the prayer to the dead to appease them. Stages are set up to entertain the ghosts (and also the living) with music and theater performances.
Cavaliere del lavoro, grande imprenditore che ha permesso di far conoscere il genio e la capacità italiana all’estero, forse, più di chiunque altro. Statista, amante del bello e costruttore straordinario e lungimirante.
A Milano 2 e 3 anche i bambini possono circolare a piedi indisturbati, a rischio “urbano” vicino allo zero. Qualità ambientale elevata, misure di contenimento acustico su strade concepite “a piani”. idee “d’avanguardia”, naturali e di concezione straordinaria.
Quattro miliardi di fatturato, praticamente sempre in crescita, 15.000 dipendenti. Cuore grande e con un altruismo. Ipocrisia politica “zero”.
Forse la pletora di contorno, esclusi pochi, non era all’altezza. Ma per stare dietro a così elevati ideali di liberismo e vera democrazia, ci vuole capacità che pochi hanno. Noi cresciuti da sempre con la “voglia di fare”, di metterci in gioco, d’inventarci le sfide con la speranza e un po’ di certezza, di vincerle.
Noi da sempre, con la meritocrazia nel sangue, chiunque vinca e chiunque perda!
Chi nel “grande”, chi nel proprio “piccolo”. Questa però, forse, non è prerogativa dei politici. Ma chissà che prima o poi le cose cambino davvero. Il mio e nostro più sincero cordoglio, alla famiglia e a tutti gli italiani, che come me, hanno perso un punto di riferimento.
Giuseppe Gastone Pasella
Difficile poter dare una definizione netta su ciò che è stato Silvio Berlusconi. Io appartengo alla schiera che l’ha sempre chiamato “Dottore” e non “Cavaliere”. Per noi che lavoravamo a Telemilano 58 prima e poi a Canale5, Italia1 e Rete4 è sempre stato “il Dottore”. Per gli altri che l’hanno conosciuto non per motivi di lavoro, Silvio Berlusconi era “il Cavaliere” o altri appellativi a scelta affibbiati da chi lo vedeva come un nemico da abbattere. Ecco, noi dei primi tempi del suo percorso imprenditoriale possiamo solo dire: grazie Dottore, ci hai cambiato la vita! E Mediaset dei primi tempi non era formata da dipendenti di una sola parte politica, c’erano colleghi giornalisti di sinistrissima, moderati di centro ed anche qualcuno di destra. Ma tutti convinti che questo signore, che ci aveva insegnato a pensare in grande, ci aveva dato la possibilità di un lavoro che era anche divertimento, un lavoro in cui non metteva becco, lasciando a tutti la libertà di esprimersi al meglio senza sue interferenze ideologiche. Un lavoro nuovo che ha contribuito per molti a raggiungere la sicurezza economica. Poi Silvio Berlusconi è entrato in politica ma quella è un’altra storia. E veniamo agli altri, a quelli che pensavamo che chiamarlo Dottore fosse un atto di piaggeria, a quelli che “il Cavaliere” non è mai andato a genio. L’Italia, e non solo, è un Paese ancorato alle contrade, tipo Palio di Siena: chi non è con me è contro di me. Alla faccia della dialettica! Son convinto sia inutile discutere per dare la corretta definizione di chi è stato Berlusconi. Ognuno si terrà la propria, formata con occhio indulgente o al contrario con occhio da nemico. E ognuno sarà sempre sicuro che la propria idea sia quella corretta. Non solo l’Italia è il Paese delle fazioni, anche tutto il Mondo è Paese. Fra 50 anni nei libri di storia, cartacei o digitali che siano, nel bene o nel male si parlerà di Berlusconi. Questa è una certezza.
Marco Francioso
Cavaliere del lavoro, a great entrepreneur who allowed Italian genius and ability to be known abroad, perhaps more than anyone else. Statesman, lover of beauty, extraordinary and visionary builder. In Milano 2 and 3, even children can walk undisturbed, with the risk of urban dangers close to zero. High environmental quality, noise containment measures on well-designed roads. Avant-garde ideas, natural and extraordinary in conception. Four billion in turnover, practically always growing, with 15,000 employees. A big heart and altruism. “Zero” political hypocrisy. Perhaps the surrounding plethora, with few exceptions, was not up to par. But to uphold such lofty ideals of liberalism and true democracy, it takes a capacity that few possess. We, who have always been raised with the “desire to do,” to put ourselves in the game, to invent challenges with hope and a bit of certainty, to win them. We, who have always had meritocracy in our blood, whoever wins and whoever loses! Whether in the “big” or in our own “small” way. However, this may not be a prerogative of politicians. But who knows, maybe one day things will truly change.
My deepest condolences, to the family and to all Italians who, like me, have lost a reference point.
Giuseppe Gastone Pasella
It is difficult to give a clear definition of what Silvio Berlusconi was. I belong to the group that has always called him “Dottore” (Doctor) and not “Cavaliere” (Knight). For those of us who worked at Telemilano 58 first and then at Canale5, Italia1, and Rete4, he has always been “il Dottore.” For others who knew him not for work-related reasons, Silvio Berlusconi was “il Cavaliere” or other appellations chosen by those who saw him as an enemy to be brought down. Well, we, from the early days of his entrepreneurial journey, can only say: thank you, Dottore, you changed our lives! And Mediaset in its early days was not composed of employees from a single political side; there were leftwing journalists, moderate centrists, and even some right-wing colleagues. But all of us were convinced that this gentleman, who had taught us to think big, had given us the opportunity for a job that was also fun, a job in which he did not interfere, leaving everyone the freedom to express themselves to the best of their abilities without his ideological interference. It was a new job that contributed to the economic security of many. Then Silvio Berlusconi entered politics, but that is another story. And now, let’s talk about the others, those who thought that calling him Dottore was an act of flattery, those who never liked “il Cavaliere.” Italy, and not only Italy, is a country anchored to factions, like the Palio di Siena: if you’re not with me, you’re against me. To hell with dialectics! I am convinced that it is useless to argue about giving the correct definition of who Berlusconi was. Everyone will stick to their own definition, formed with either an indulgent eye or, on the contrary, an eye of an enemy. And everyone will always be sure that their idea is the correct one. Italy is not only a country of factions, the whole world is the same. In 50 years, in history books, whether in print or digital, for better or worse, Berlusconi will be discussed. That is certain.
Marco Francioso
Joaquin Morodo
La mia arte è l’ossessione di vivere ad alta voce
My art is the obsession of living aloud
Sabrina Tassini