Rivista tempo libero 85

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CULTURASPORTURISMOSERVIZI

Bimestrale FITeL - Novembre – Dicembre 2014 anno 14° n. 85

TEMPO LIBERO

“Premio Alessandro Caravillani” assegnato agli studenti per non dimenticare le vittime del terrorismo

Opere selezionate in occasione del Il 13 e 14 dicembre “Premio A. Caravillani ancora in piazza per la ricerca

FITeL e Telethon Iscrizione al Tribunale di Roma nel Registro della stampa n. 76/2008

vacanze per pochi


Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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SOMMARIO EDITORIALE di Giovanni Ciarlone

ATTUALITA’

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10 Anna Maria Furlan nuovo Segretario Generale CISL di Aldo Albano 11 Congresso UIL : eletto Carmelo Barbagallo di Daniela Sangiorgio - Silvano Sgrevi 12 Sindacati in piazza di Rossella Ronconi

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15 Premio“ A. Caravillani “ a cura della redazione 18 Il cuore Fitel batte per Telethon Mario Caiulo

TERRITORIO - CRAL - ASSOCIAZIONISMO

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23 Iniziative Telethon nel territorio a cura della redazione

VOLONTARIATO E TERZO SETTORE 29 L’impresa Sociale di Alfredo Magnifico

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31 Mettiamoci in gioco, nuova campagna di comunicazione contro l’azzardo di R.R.

SPORT 32 Flyning in the Skay a cura della redazione Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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TURISMO 33 La grande 'ndocciata di Agnone di A.M.

AMBIENTE E NATURA

33 36 Vertice dei grandi sul clima di Silvana Paruolo

CULTURA 40 Festival Internazionale George Enescu di Marta Romano

40 TEATRO 43 “Lettere di Oppio” di Antonietta Di Vizia 46 "Le modiste del 43" di A. DVZ.

CINEMA

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Il Leopardi di Mario Martone di Loretta Masotti Il Salgado di Wenders di L.M.

MOSTRE 50 Mantova, Fruttiere di Palazzo Te Una continua ricerca d’arte Aldo Savini

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51 Foligno, Ciac Il cane randagio della fotografia contemporanea A.S.

52 Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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52 Novara,Complesso Monumentale del Broletto Indietro nel tempo A.S. 53 San Sepolcro, Pinacoteca Civica Incontri A.S.

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54 Firenze, Villa Bardini Tra poesia e arti visive A.S 55 Milano, Palazzo Reale Vita, memoria e sogno A. S. 56 Roma, Villa Medici Gli splendori della miseria A. S.

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57 Roma, Macro Testaccio L’uomo del nostro tempo A.S. 58 Roma, Palazzo Sciarra American Chronicles: the Art of Norman Rockwell di A. DVZ.

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ENOGASTRONOMIA 59 Le Ostie di Agnone di A.M.

59 LIBRERIA 61 Antonio Tessitore, Pietro Cuccaro Ogni Volta che chiudo gli occhi a cura della redazione 62 Elena Paruolo Letterature per l’infanzia a cura della redazione

62 Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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CULTURASPORTURISMO-

TEMPO LIBERO Direttore - Giovanni Ciarlone Direttore Responsabile - Rossella Ronconi Capi Redattori - Alfredo Magnifico, Silvano Sgrevi, Luigi Pallotta Segretaria di redazione - Monia Citarella Redazione - Aldo Albano,Teresa Blandamura, Mario Caiulo, Daniela Sangiorgio, Ferruccio Valletti Anno 14° n. 85 Novembre /Dicembre 2014 A questo numero hanno collaborato Antonietta Di Vizia , Loretta Casotti, Silvana Paruolo, Marta Romano e Aldo Savini Direzione e redazione C/o FITeL - Via Salaria, 80 - 00198 Roma tel. 06 85353869—06 8411063 E-mail: nazionale@fitel.it - www.fitel.it Fotocomposizione e pubblicazione nazionale@fitel.it Tempo Libero è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti, delle illustrazioni e dei brani riprodotti. Bozzetti e manoscritti, anche se non utilizzati non verranno restituiti.

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AUGURI! Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Editoriale IL 2014 DELLA FITEL: UN ANNO DI GRANDE CRESCITA TRA SPORT, INTRATTENIMENTO, CULTURA E SOLIDARIETA’ La FITEL brinda al 2015 lasciandosi alle spalle un anno di grandi successi. Sport, intrattenimento, cultura e ancora eventi, premi culturali, la FITEL si è ritagliata negli ultimi dodici mesi un ruolo da protagonista nel panorama italiano, facendo della propria indole sociale e ludica l’arma vincente. Un anno così intenso richiede senza dubbio un momento di riflessione e di bilancio sugli obiettivi raggiunti, e quelli da perfezionare nel prossimo anno. Innanzitutto lo sport è stato uno degli elementi chiave del ruolo della FITEL in quest’ultimo periodo. Tra i tanti eventi ricordiamo ad esempio “Lavoro in Corsa 2014”, la terza edizione della “Maratona Primo Maggio”. Non una semplice competizione ma soprattutto una grande festa dello sport per tutti, atleti e appassionati, giovani e meno giovani, resa particolarmente suggestiva per il percorso immerso nell’arte e nella storia della Capitale. La Maratona FITEL ha portato infatti gli iscritti “di corsa” in piazza San Giovanni in Laterano e dintorni. Centinaia i maratoneti che hanno partecipato alla gara podistica, una sfida competitiva di 5.350 m e una non competitiva di 3,500 m, con partenza e arrivo in via Carlo Felice. Percorrendo le principali strade di Roma: da Colle Oppio al Colosseo, dal parco del Celio a San Pietro in Vincoli, i corridori hanno raggiunto infine Piazza di San Giovanni in Laterano, tradizionale traguardo dell’evento. E poi tanto Calcio nel 2014 di FITEL con il III° Torneo Nazionale FITeL InterCral di Calcio a 5 Maschile e Femminile, evento organizzato nell’ambito della Settimana del Tempo Libero svoltasi a Chianciano lo scorso mese di settembre. Realizzato dal 25 al 27 settembre scorsi il Torneo, rivolto alle squadre dei Cral aziendali associati alla FITeL, non è stato solo un importante evento sportivo, ma è stato anche un fondamentale momento d'inclusione, di sport e di socializzazione. Ma la FITEL nel 2014 è stata protagonista indiscussa anche nel settore della cultura a livello nazionale. In controtendenza con la crisi che attraversa da tempo il mondo culturale, la FITEL ha realizzato eventi, propri o in partnership, su tutto il territorio. Innanzitutto si è confermata la grande presenza della FITEL per il Cinema, con la collaborazione alla IV^ edizione del Premio “La Pellicola d’Oro”, il premio Nazionale Mestieri e Artigiani del Cinema Italiano.

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Svoltasi alla Casa del Cinema di Roma, la cerimonia di premiazione della quarta edizione del Premio “Pellicola D’Oro. Premio nazionale mestieri e artigiani del cinema italiano” alle maestranze del mondo dello spettacolo, ha permesso alla FITEL di collaborare alla selezione dell’eccellenza dei mestieri del cinema italiano. Scenografi, Costumisti, Direttori della Fotografia e Registi, queste le categorie di lavoratori del cinema premiate da “La Pellicola d’Oro”, Premio unico in Italia che vanta l’adesione del Presidente della Repubblica. Sempre più protagonista poi la FITEL nel Teatro Sociale con la realizzazione della sedicesima edizione del Festival “Proscenio aggettante”. Atteso dai CRAL così come dal pubblico e dalla stampa, il Festival è sempre più di anno in anno un punto di riferimento per chi si impegna nel teatro con la leggerezza dell’amatorialità e la passione e la professionalità di chi fa teatro per puro piacere. I talenti premiati dal Festival sono ormai una certezza nel panorama del teatro amatoriale e sociale, una bella realtà della quale certamente FITEL si può vantare. E il Festival ha poi contribuito anche a “protrarre” la stagione turistica, portando pubblico e stampa nella location di Chianciano a settembre inoltrato. Per non dimenticare quell’identità sociale che da sempre la contraddistingue, FITEL ha poi attivato nel 2014 il protocollo d’intesa con TELETHON. Tra le iniziative in progress con TELETHON ricordiamo la collaborazione per “Io sostengo la ricerca con tutto il cuore”, la manifestazione di raccolta fondi del 13 e 14 dicembre alla quale FITEL ha dato grande supporto grazie alla realizzazione di circa 40 punti di raccolta presenti nelle piazze italiane realizzati dai volontari delle sue strutture regionali. Già attivo da qualche mese è invece il sostegno della FITEL a Libera, per dare forza a chi si è più esposto in questo percorso di impegno civile costruendo insieme all’Associazione un iter comune per creare le migliori occasioni di sinergia su progetti comuni. Tra questi soprattutto la formazione a favore dei dirigenti nazionali e regionali della FITEL, il volontariato d’impresa e la gestione dei beni confiscati alle mafie. La Fitel come struttura di sostegno alle politiche del turismo sociale ha svolto un ruolo importante nell’ambito della delegazione italiana nell’ OITS l’organismo internazionale del turismo sociale promuovendo un accordo che ha visto la componente italiana premiata di incarichi importanti come la presidenza dell’OITS Europa e l’affidamento al Presidente della Fitel dei rapporti con la CES (Sindacato Europeo). Intrattenimento, cultura, sport e solidarietà, la FITEL ha puntato su questi elementi nell’anno che sta per concludersi, un anno estremamente positivo nel quale si sono gettate le basi per un 2015 di consolidamento delle attività già avviate e di idee e progetti ancora da realizzare. Buon Natale e Buon Anno a tutti!

Giovanni Ciarlone Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Attualità SVOLTA STORICA NELLA CISL Eletta Il nuovo Segretario Generale della Confederazione Anna Maria Furlan di Aldo Albano Prima donna nella storia della Cisl ad essere eletta a capo del Sindacato. Ligure, il suo impegno nel sindacato inizia giovanissima, lavorando alle Poste di Genova. Successivamente nel 2000 viene eletta Segretaria della Cisl Ligure, anche li prima donna a ricoprire questo incarico in questa regione. La sua personalità emerge con chiarezza, soprattutto negli anni 80 in presenza di un mondo cattolico in pieno fermento. Così affronta con decisione e determinatezza le problematiche che a quel periodo esistevano nel mondo del lavoro, nazionale e ligure in particolare, dimostrando una capacità nel condurre e chiudere vertenze difficili, soprattutto nelle trattative del porto di Genova. Così l’ascesa è stata rapida. Grande oratrice, riesce a toccare le corde più sensibili dei lavoratori. una personalità seria e tranquilla, di grande determinazione e di equilibrio, incline a cercare sempre la mediazione e non lo scontro frontale. Da sempre ha condiviso l’idea tipicamente cislina che il sindacato e i corpi sociali intermedi rappresentano una forte essenza della democrazia. Interessante il suo intervento d’investitura, dove oltre l’analisi del momento difficile che il Paese sta attraversando, da un giudizio sulla Cisl , quale giacimento aureo d’intelligenza collettiva, innovativo e responsabile. -Le priorità; innanzitutto bisogna aiutare il paese a ritrovare la via della crescita economica e della stabilità democratica, per la costruzione dell’impresa economica seria, per la promozione della persona umana, dei diritti e dei doveri del lavoratore. E’ Un programma tutto in salita ma la forza e la determinazione di Anna Maria fa ben sperare. Rivolgiamo pertanto al nuovo Segretario Generale l’augurio di un proficuo lavoro nell’interesse di tutti i lavoratori e del Paese .

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CARMELO BARBAGALLO E’ IL NUOVO SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL. di Daniela Sangiorgio - Silvano Sgrevi Al termine dei lavori del XVI Congresso della Uil il nuovo Consiglio nazionale ha eletto alla carica di Segretario Generale Carmelo Barbagallo, che succede a Luigi Angeletti che ha guidato la Confederazione, per 14 anni. L'elezione di Carmelo Barbagallo, avviene in un momento di particolare impegno per la nostra confederazione, poichè si svolge in una fase delicata e di pesanti incertezze che sta attanagliano il nostro Paese sulle strategie necessarie a uscire da una crisi che dura da troppi anni e sulla quale la politica si confronta, si scontra ma non si risolve. I cittadini, preoccupati chiedono alla politica di cambiare, di essere più concreta a trovare le necessarie soluzioni per garantire alla società italiana di non regredire, ma garantire ai giovani, ai lavoratori, ai più deboli delle garanzie certe per sentirsi cittadini e non oggetti. Anche al sindacato viene chiesta la stessa attenzione di tutelare gli interesse dei lavoratori e delle loro famiglie e la Uil con il XVI Congresso ha preso degli impegni chiari e certi, proponendo azioni di confronto con il Governo, proposte di accordo con le aziende, ma anche ristrutturandosi per essere più vicino ai bisogni dei lavoratori e delle loro famiglie, un sindacato dotato di strutture efficienti. Barbagallo ha presentato la nuova Segreteria nazionale con tre impegnative novità: riduzione del numero dei componenti, una maggiore presenza di donne che con la loro grinta e capacità porteranno un contributo di impegno nuovo e la presenza ad un ruolo importante di un dirigente, molto giovane. Una squadra vincente! , Questa è la Uil che chiediamo! Il nuovo segretario Carmelo Barbagallo vanta un’esperienza ed una militanza non comune, avendo percorso tutti i gradini di dirigente da rappresentante d'azienda, sino alla più alta carica della Uil che unita alla sua caparbietà che gli ha fatto vincere molte battaglie a favore dei lavoratori, della giustizia sociale ricoprendo impegni sempre più qualificanti su temi di interesse nazionale ed europeo. Da operaio specializzato alla Fiat di Termini Imerese, rappresenta la UIL nella Federazione unitaria dei metalmeccanici CGIL-CISL-UIL, con il suo impegno viene nominato Segretario Generale della Uil Sicilia, connotando la Uil come struttura a difesa della legalità. Il suo carisma e le sue capacità organizzative nel giugno 2000 Barbagallo viene eletto in segreteria confederale nazionale con delega all’organizzazione. Uno dei meriti importanti da Segretario organizzativo è la conferenza nazionale di organizzazione di Bellaria del 2012, dove presenta il suo progetto di riforma organizzativa della UIL, la cui completa attuazione è destinata a generare la nascita di un “sindacato a rete” più snello ed efficiente. Nel 2014Il Consiglio Confederale nazionale lo elegge Segretario Generale aggiunto e il XVI Congresso nazionale lo elegge Segretario Generale. Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Sindacati in Piazza, a dicembre astensioni in tutti i settori e manifestazioni nel Paese. Lo sciopero degli statali per il rinnovo del contratto inaugura un mese di astensioni , inclusi la giustizia e i trasporti. Il 12 la protesta nazionale di Cgil e Uil. di Rossella Ronconi

Carmelo Barbagallo , Susanna Camusso, Annamaria Furlan Dicembre si prospetta decisamente un mese “caldo”, Susanna Camusso (Cgil) e Carmelo Barbagallo (Uil) faranno uno sciopero generale congiunto il 12 dicembre contro la legge di Stabilità e il Jobs act. Annamaria Furlan (Cisl), invece, confermando solo la mobilitazione per il rinnovo del contratto del pubblico impiego deciso dalle categorie da tenersi il 1° dicembre. In piazza anche L'Ugl, la confederazione che sceglie la data del 5 dicembre. Tutti mobilitati, insieme e non, quindi, contro il disinteresse del governo nazionale e di quelli regionali e locali a richieste sindacali che riguardano lavoratori e cittadini: legge delega sul lavoro, Legge di Stabilità, Politica economica, rinnovo dei contratti di lavoro, rilancio della contrattazione integrativa, riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, dei corpi dello stato, innovazione vera nella scuola e nei servizi pubblici, certezze per i lavoratori precari e fine del dumping contrattuale nel privato.

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Quello della Cisl del 1° dicembre è solo il primo dei numerosi scioperi già convocati dai sindacati confederali e da quelli di base nel mese di dicembre. "Io sciopero per il mio contratto": questo lo slogan scelto da tutte le categorie del Pubblico impiego della Cisl per lo sciopero generale del primo dicembre. A incrociare le braccia per l'intera giornata saranno i lavoratori aderenti alla Cisl della scuola, della sanità, delle funzioni centrali, dei servizi pubblici locali, dell'università, della ricerca, della sicurezza e soccorso e del terzo settore Venerdì 12 dicembre è in programma lo sciopero generale indetto dalla Cgil e dalla Uil che sciopereranno insieme con lo slogan ‘Così non va!‘ “per esprimere contrarietà circa le scelte del governo e sostenere le proposte sindacali in merito alla riforma della Pubblica Amministrazione, Jobs Act, Legge di Stabilità e Politica economica”. L’astensione avrà durata pari all’intera giornata lavorativa per tutti i lavoratori pubblici e privati e l’organizzazione dello sciopero avrà carattere provinciale con manifestazioni pubbliche su tutto il territorio nazionale.

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“Premio A. Caravillani” FITeL 2014 conferito alla Casa del Cinema a cura della redazione Alla Casa del Cinema – Largo Marcello Mastroianni a Roma , anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, la Fitel Nazionale, in collaborazione con SAS Cinema, e con il Patrocinio dell’Articolo 21, ha concluso la cerimonia di premiazione del “Premio A. Caravillani”, “Ricordare il passato per progettare il futuro” , dedicato alla tragica morte di Alessandro Caravillani, 17 anni, ucciso a piazza Irnerio mentre andava a scuola durante una rapina dei terroristi neofascisti NAR il 5 marzo del 1982. Nell’occasione della mostra e della premiazione degli studenti liceali che hanno partecipato al bando promosso dalla FITeL Nazionale nel ricordo delle vittime innocenti negli anni del terrorismo è stato proiettato il docu – film “Uno studente dal nome Alessandro” realizzato, dal regista Enzo De Camillis. L’evento, svoltosi il 24 novembre 2014, è stato condotto dalla giornalista di RAI News 24, Elisa Marincola con la consegna dei premi ai giovani vincitori del concorso “PREMIO A. CARAVILLANI” “Ricordare il passato per progettare il futuro” ha trovato ampio consenso e partecipazione da occupare non solo la sala Kodak ma anche le sale adiacenti della Casa del Cinema. Presenti, oltre ai circa 800 studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, sindacalisti, giornalisti ed esperti. Silvano Sgrevi, responsabile della cultura della presidenza della FITeL Nazionale, nella sua introduzione, prima della consegna delle borse di studio, ha sottolineato che: “il Premio Caravillani, ancora una volta, ha voluto essere un’occasione di sensibilità e riflessione che la Fitel ha messo a disposizione degli studenti, attorno alla grave tematica del terrorismo, attraverso le loro opere artistiche e tecniche espressive”.

Silvano Sgrevi, Elisa Marincola e Anna Maria Trapani

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Riconoscimenti agli studenti e le studentesse per le opere proposte nell’ambito del

“Premio A. Caravillani” 1° Classificato con una borsa di studio Alice Scasciafratti - opera scultorea “Cavalli Biachi” Premia per la FITEL Rossella Ronconi

2° Classificato con una borsa di studio Rebecca Rendina - opera pittorica “Autoritratto” Premia per la Fitel Teresa Blandamura

3° Classificato con una borsa di studio Flora Ughetto - video " Aula 301" Premia per la FITEL Silvano Sgrevi

Premi consolatori per l’impegno artistico a Roberto Cipriani - opera scultorea “vigna”, alla Classe 4 C - video “ Diritti e Dudu” e a Emanuele Leone - serigrafia. Ringraziamenti per la collaborazione, a tutta la Presidenza della FITeL, alla Preside Anna Maria Trapani,ai volontari e al personale scolastico coinvolto e il Collegio Docente tutto del Liceo Artistico Caravillani, per l’ottima riuscita del concorso e dell’evento finale. Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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STUDENTI LICEALI PRESENTI ALLA CERIMONIA D’ASSEGNAZIONE DEL “PREMIO A. CARAVILLANI” ALLA CASA DEL CINEMA

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IL CUORE FITEL BATTE PER TELETHON di Mario Caiulo In un paese marcio di corruzione e indifferenza, voglio scrivere di una storia bella, edificante, che sia d’esempio. Voglio parlare di Felicia, una mamma, e di Alessandro, uno dei suoi tre bambini. “Alessandro ha un nomignolo, lo chiamano Alino. Alino ha tre anni ma ne dimostra solo uno. E’ uno degli effetti della sindrome di Cornelia de Lange. Ha le ciglia molto lunghe, le mani piccoline, i piedini come quelli di un bebè. Il sorriso, no, quello è suo. Il suo amore per gli animali, la sua passione per la musica. Non sono le caratteristiche di nessuna malattia: è lui, Alino è così. Piccolo e sorridente”. Questi sono alcuni stralci di una lettera che, alla fine del mese di Novembre, la mamma di Alino, tramite Telethon, ha inviato a me e a migliaia di altri destinatari. Con grande serenità mi metteva a conoscenza della sua esperienza esortandomi a non abbandonare Alino, a non abbandonare nessuna delle persone che soffrono a causa di una malattia genetica rara. Questa è la storia di una famiglia normale che, seppur nel dramma, ha voluto condividere la non facile situazione familiare. Ho molto riflettuto se fosse giusto pubblicare la lettera di Felicia, considerando che ci sono argomenti delicati che si possono affrontare soltanto soppesando bene le parole ed usando quelle giuste, ammesso che ve ne siano quando vuoi raccontare il dolore degli altri. Ma questo mi sembrava il modo migliore, al di là di ogni retorico messaggio, per rispondere all’invito di Alina ed a quello di Telethon. Quest’anno anche la Fitel ha voluto prendere parte attivamente alla campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi promossa da Telethon che ogni anno si svolge per tutta l’Italia. La nostra Federazione lo ha fatto nel modo che la contraddistingue da sempre, l’attività sportiva ad un evento che possa aiutare qualcuno che in questo periodo sta attraversando una parentesi negativa della sua esistenza. Così l’ufficio di Presidenza ha trovato la piena disponibilità delle nostre strutture territoriali e regionali ad allestire a mettere in essere, nelle piazze, nei centri commerciali e non, le postazioni “Fitel per Telethon” per la raccolta fondi. Un evento che ha avuto una duplice valenza aspetto: far comprendere che purtroppo, il 30% circa dei bambini colpiti da questa patologia non raggiunge i cinque anni di vita e che pertanto, può essere importante donare un aiuto concreto alla causa di Telethon. Una manifestazione ben riuscita che ha coinvolto tutti i nostri associati e volontari che si sono adoperati nelle piazze a vendere sciarpe e cuori di cioccolata e, ad organizzare eventi collaterali come il “Concerto per Telethon” svoltosi il 10 dicembre a Milano presso l’Auditorium della Fondazione Cariplo. Ogni territorio, secondo le proprie possibilità organizzative, ha contribuito fattivamente alla causa Telethon e, la Fitel, grazie a loro, ha risposto prontamente. Grazie di cuore !

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La Fitel in piazza a sostegno della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi della Fondazione Telethon, da oltre vent’anni impegnata a finanziare e sviluppare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Sabato e domenica 13 e 14 dicembre, grazie a centinaia di volontari FITeL, Cral , Associazioni affiliate, in circa 40 piazze italiane sarà possibile, con una donazione minima di 10 euro, ricevere un maxi cuore di cioccolato e sostenere la ricerca Telethon. Filo conduttore delle iniziative di dicembre è la campagna “La nostra maratona è #ognigiorno” dal messaggio lanciato da tutti i protagonisti di Telethon, Associazioni, malati, famiglie, ricercatori, donatori.

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Lettera di una madre che lotta ogni giorno con amore e dedizione con suo figlio affetto da sindrome di Comelia de Lange.

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FITEL e TELETHON in piazza per la raccolta fondi a sostegno della ricerca contro le malattie rare

POSTAZIONI FITeL ABRUZZO BASILICATA CAMPANIA PIEMONTE

5 Postazioni, 2 a L’Aquila, 1 a Pescara, 1 a Chieti, 1 a Teramo 2 Postazioni Potenza e Matera 2 Postazioni Napoli e Vallo della Lucania (SA) 4 Postazioni - 13 dicembre CRAL Trasporti Torninesi (Torino); 13/14 dicembre C.R.T FITeL Canavese (Torino); CRAL ASL TO1 (Torino); CRAL UNICREDIT Torino EMILIA ROMAGNA 3 Postazioni Cesena, Bologna e Ferrara LAZIO 1 Postazione Roma LOMBARDIA 5 Postazioni CRAL DIP. COMUNE DI SENAGO (MI), CRAL HONEYWELL Monza, CRAL OSPEDALE S.ANNA (COMO), CRAL MONDADORI Segrate (MI), ASSOCIAZIONE NoiSea Mila no Linate MARCHE 1 postazione Ancona PUGLIA 2 Postazioni Brindisi e Bari SICILIA 3 Postazioni, 2 Catania e 1 a Siracusa TOSCANA 1 Postazione Firenze c/o CRAL ATAF UMBRIA 5 Postazioni - Ospedale di Foligno; Cattedrale Santa Maria degli Angeli Assisi; CRAL Perugina Perugia, Centro Commerciale (Super Conti) Spello Perugia, Centro Commerciale Agorà di Foligno VENETO 8 Postazioni APS Montagnana Città Aperta Montagnana Padva,Cral Centro Veneto Servizi Monselice Padova, Ospedale Camposanpiero Padova, Ospedale Cittadella Padova, APS La Terra dei Fiumi Rovigo, CRAL Acque Vicentine Vicenza, APS Comitato Gemellaggio Salzano Venezia, APS Scuderlando Verona.

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TERRITORIO - CRAL - ASSOCIAZIONISMO

Fitel e Telethon, tante le iniziative nel territorio a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche FITEL LOMBARDIA

FITEL VENETO

Tempo Libero Luglio / Agosto 2014

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FITEL TOSCANA

FITEL MARCHE

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FITEL LAZIO

FITEL ABRUZZO

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FITEL CAMPANIA

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FITEL SICILIA

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Siamo stati fieri di sostenere la raccolta fondi TELETHON che ci ha dato l’occasione di fare un’ interessante esperienza che ci ha visti solidali e vicini a chi soffre

Grazie ancora! Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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VOLONTARIATO E TERZO SETTORE L’Impresa sociale tra Valori, Nuovi Bisogni e innovazione per lo sviluppo dell’economia sociale COERENZA DI POLITICHE PER LA DEFINIZIONE DELL’IMPRESA SOCIALE di Alfredo Magnifico Si è svolta in Roma il 26 novembre 2014 un’iniziativa pubblica del Forum del terzo settore – tra gli ospiti il Ministro Giuliano Poletti. L’Iniziativa organizzata dal Forum Nazionale del Terzo Settore e da Acri - Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa ha visto un momento di condivisione tra esponenti di terzo settore, di governo, rappresentanti europei ed esperti della materia che hanno fatto il punto sull’impresa sociale e sulle potenzialità di sviluppo dell’economia sociale nel nostro paese alla luce del Ddl di Riforma del Terzo Settore. Fondazioni di origine bancaria e terzo settore insieme, per promuovere un modello economico e distributivo più equo e partecipato, finalizzato a ridurre le diseguaglianze e liberare risorse e il potenziale dell’economia sociale che trova radici nelle esperienze di terzo settore, dalla cooperazione sociale e dal volontariato, dal protagonismo dei cittadini, dalla socializzazione dei bisogni. L’impresa sociale è uno strumento che serve a creare sviluppo e la riforma dell’assetto legislativo dell’impresa sociale e del Terzo Settore, importante ma non sufficiente, se ad essa non si accompagnerà, nel nostro Paese, un respiro strategico per politiche dei beni comuni, del welfare, dell’ambiente, della cultura, nella cui carenza risiede oggi il principale ostacolo allo sviluppo dell’economia sociale. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti sa che il terzo settore ha le caratteristiche per candidarsi a garantire un cambiamento profondo del nostro sistema economico e sociale, a partire dalla sua caratteristica principale: l’essere agito da cittadini che partecipano responsabilmente alla vita sociale e deve essere considerato una componente strutturale delle politiche, anche se c’è una incoerenza tra la Legge Delega di Riforma del Terzo Settore e la Legge di Stabilità. Sarà quindi necessario, di volta in volta, costruire politiche coerenti e stabili negli strumenti, per superare le incertezze e avviare una progettazione nel tempo, in modo che tutti sappiano cosa succederà perché uno dei problemi più grandi è l’incertezza. Sono queste le basi su cui si deve sviluppare anche l’impresa sociale.

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Nel contesto europeo: l’economia sociale rappresenterà in futuro uno dei motori più importanti per lo sviluppo economico e sociale dell’Europa in grado di rispondere alle sfide di cambiamento e innovazione. In questo processo il terzo settore italiano si sente pienamente consapevole di essere chiamato a diventare attore strategico per lo sviluppo politico, economico e sociale del Paese e tra i principali soggetti del cambiamento.

E’ stata ribadita la necessità di fare ordine tra le norme, per individuare i criteri giuridici e di azione che non portino a consegnare al governo una delega in bianco. Pietro Barbieri, portavoce del Forum nelle conclusioni ha ribadito: “ Che il dibattito sull’impresa sociale è tutt’altro che chiuso. Che vi è la necessità di adeguarsi a nuove esigenze, l’importanza dell’innovazione, ma non a tutti i costi che la riforma intrapresa dal governo dovrà proseguire con coerenza e sull’impresa sociale e si dovrà trovare il perimetro di cosa è l’economia sociale e quale rapporto si snodi, al suo interno, tra i tre soggetti del pubblico, del privato e del terzo settore.”

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“Mettiamoci in gioco”, ha lanciato una nuova campagna di comunicazione contro l’azzardo “Liberi dal gioco d’azzardo. Con l’azzardo ti giochi la vita”. È lo slogan che accompagnerà nei prossimi mesi la campagna nazionale di comunicazione e sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo patologico organizzata da Mettiamoci in Gioco, a cui aderiscono numerose organizzazioni attive a vario titolo sul fronte del contrasto e della prevenzione al gioco d’azzardo patologico, istituzioni, organizzazioni di terzo settore, associazioni di consumatori, sindacati: Acli, Ada, Adusbef, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Ctg, Federazione Scs-Cnos/ Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Scuola delle Buone Pratiche/LegautonomieTerre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp. Il messaggio che vuole essere trasmesso con tale campagna è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione della politica sulla negatività del consumo del gioco d’azzardo che può avere sull’individuo, la famiglia e la società. La nuova campagna di sensibilizzazione nazionale è stata lanciata in anteprima a Roma lo scorso 14 novembre 2014 presso la Camera dei Deputati e adesso verrà articolata sul territorio. La campagna vedrà la partecipazione anche delle strutture della FITeL e diversi Amministratori locali, ai quali la campagna si rivolge e ai quali chiede un segnale forte di condivisione e di adesione.

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SPORT E BENESSERE “Flyng in the Skay “ è convenzionata con la FITeL il cui contenuto può essere visionato su www.fitel.it

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TURISMO LA GRANDE 'NDOCCIATA DI AGNONE Il più grande rito del fuoco del Mondo si ripete il giorno 8 e 24 Dicembre di A.M.

Una tradizione antichissima La 'Ndocciata che si svolge in Agnone, centro montano dell'Alto Molise in provincia di Isernia noto per la sua millenaria produzione di campane, è la tradizione natalizia legata al fuoco più imponente che si conosca al mondo. Chi ha avuto la fortuna di assistere a questa spettacolare quanto suggestiva processione di fiamme e scintille, racconta di una lunga, interminabile emozione poco descrivibile se non vissuta, per l'appunto, dal vivo. L'origine della tradizione del fuoco che "infiamma" la Vigilia di Natale ad Agnone si perde nella notte dei tempi. Da principio la 'Ndoccia (fonema dialettale che sta per "grande torcia") faceva parte della ritualità pagana legata alla scadenza solstiziale del 21 dicembre.E' noto infatti l'antico legame che l'uomo ha con il fuoco, ritenuto sin dall'alba della sua comparsa come fonte primaria di vita, elemento fecondatore e purificatore della natura; simili ai fuochi rituali che dalla Persia alla Normandia, dalla Russia al Galles, gli antichi abitatori dell'Europa e del vicino Oriente accendevano in onore del Dio Sole durante la notte più lunga dell'anno. Anche gli antenati degli attuali abitanti di Agnone, gli Osci e i temibili Sanniti che per secoli contesero a Roma il dominio dell'Italia centro meridionale, erano legati al fuoco, ai suoi significati e alle sue suggestioni. Rito dedicato al sole ed al suo ciclo annuale fatto proprio dal cristianesimo e divenuto per questo fuoco in onore al Dio che nasce, al Cristo Luce e Salvatore del mondo.I padri-protagonisti di questa tradizione sono i contadini. Un rito agreste dunque colmo di significati simbolici, parte del linguaggio della semplicità contadina. "Mentre la 'Ndoccia arde si traggono auspici: se soffia la borea si prevede una buona annata, al contrario se tira il vento . Se schioppetta va bene, altrettanto se la fiamma è consistente: spari e fuochi, come ci insegna la storia delle tradizioni popolare, sono contro le streghe, considerate un vero e proprio male della società rurale. Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Con la 'Ndoccia si coglieva l'occasione "pe fa la cumbarsa", fare la comparsa, cioè fare bella figura agli occhi delle ragazze. Il giovane innamorato soleva portare la 'Ndoccia sotto la finestra della ragazza che aveva scelto come sposa e se quest' ultima si affacciava il matrimonio era possibile, altrimenti un secchio d'acqua spegneva la torcia e l'ardore dell'innamorato...Le maestose fiaccole, servivano con molta probabilità anche ad illuminare il cammino dei contadini che dalle zone rurali si portavano sino al paese per assistere alla messa natalizia di mezzanotte. Le 'Ndocce, anticamente come oggi, hanno un'altezza di oltre tre metri. Se assemblate assumono la caratteristica forma a ventaglio o a raggiera. Si tratta in questo caso di torce multiple, di numero pari, variabile da due fino a oltre venti fuochi. Esse vengono trasportate da due o più portatori in costume contadino (caratteristica di esso è la storica cappa, mantello utilizzato soprattutto dai pastori, tagliato a ruota con il bavero alto, agganciato al collo, di colore nero). Il materiale utilizzato per la fabbricazione delle 'Ndocce è l'abete bianco, reperito quasi esclusivamente nel bosco di Montecastelbarone una splendida foresta a nord di Agnone. Gli alberi prescelti sono individuati dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato tra quelli malati, abbattuti da calamità naturali o secchi. I tronchi sono ripuliti dalla corteccia e tagliati in sottili listelli di circa un metro e mezzo di lunghezza, legati tra loro a mazzo e sovrapposti fino a raggiungere l'altezza di alcuni metri. Questa sovrapposizione di listelli è arricchita nel suo interno da steli secchi di ginestra, che faranno ardere la 'Ndoccia caratterizzando il rituale anche sonoramente con il loro crepitìo. Questa pianta viene scelta per motivi di carattere logistico e tradizionale. L'abete è una pianta resinosa e di facile combustione, ma è anche l'albero-simbolo del Natale per molte popolazioni nordiche soprattutto di origine celtica non del tutto estranee alla tradizione agnonese. Inoltre il legno di abete non è difficile da trasportare e, se ben secco, è ricco dei rumorosi scoppiettìi che al momento dell'accensione fanno la differenza fra una buona 'Ndoccia e una non riuscita.Da secoli i protagonisti della 'Ndocciata sono i potatori. Cinque sono i gruppi che negli ultimi anni hanno animato la 'Ndocciata. La contrada di "SANT'ONOFRIO" è certamente il gruppo più antico. Prende il nome dalla zona montana a nord di Agnone ed è formata da oltre 150 elementi tra uomini e donne. La contrada"CAPAMMONDE E CAPABALLE" Il gruppo che rappresenta Agnone centro nome che sta ad indicare la parte alta della cittadina altomolisana. Composta da oltre 100 persone, questa formazione è la più giovane per età media. La contrada "COLLE SENTE" può definirsi il gruppo di "alta quota". Proviene infatti da un nucleo abitato situato a ovest di Agnone oltre i 1000 metri di altitudine.

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La contrada "GUASTRA" anche se appartiene amministrativamente al comune di Capracotta è legata da sempre a questa tradizione agnonese; infatti fino a qualche anno fa, gli abitanti di questo gruppo di case rurali accendevano torce ardenti vicino agli usci la sera della vigilia di Natale. La contrada "SAN QUIRICO" rappresenta il territorio rurale di Agnone più a valle, è il gruppo meno numeroso della 'Ndocciata ma particolarmente agguerrito e legato a questa tradizione. La sera del 24 Dicembre all'imbrunire centinaia di portatori di tutti i gruppi si riuniscono all'ingresso settentrionale di Agone; la tensione è evidente, le emozioni si risvegliano e si rinnovano. Il segnale per l'accensione delle gigantesche torce e per la partenza è dato dal rintocco della campana più grande di Agnone, posta sul campanile di Sant'Antonio, il più alto della città. Uno, due rintocchi poi nelle strade si fa silenzio e il corteo si avvia. Davanti a tutti ci sono gli stendardi dei gruppi e le scene di vita contadina animata soprattutto da donne e bambini. Poi, il fuoco. Iniziano a sfilare i bambini con 'Ndocce singole, a volte leggermente più piccole delle misure riservate agli adulti. I portatori sono solo uomini. Alla 'Ndocciata non c'è età, il più piccolo portatore che si ricordi aveva due anni, mentre il più anziano sfiorava gli ottant'anni. Avvolti nei loro grandi mantelli scuri i portatori ogni anno procedono in un ordine prestabilito. Dopo le torce singole ecco quelle a due. Subito dopo entra in scena il vero e proprio esercito di portatori con in spalla quattro grosse torce: è il cuore forte della 'Ndocciata. Le emozioni crescono, il fiume di fuoco si fa maestoso e ora si dipana sotto gli occhi degli spettatori che affollano il corso principale di Agnone.La città si incendia e più di qualcuno piange. Nella mente si affollano i ricordi dell'infanzia, i pensieri vanno a chi non può assistere anche quest'anno all'immenso fuoco di Natale, perché è lontano, perché non c'è più. Arrivano i portatori con otto torcioni, poi i "ventagli" infuocati con 10, 12, 16 fiamme sulle spalle di uno o due uomini. Ma ecco un'altra sorpresa: ecco i più forti, quelli che vogliono dimostrare alle donne ed ai propri "rivali" di essere i migliori. Giovani dal fisico robusto che in una sfida dal sapore mitico e dalla suggestione unica si sono caricati di 18 o 20 enormi fiaccole. Camminano sicuri nascondendo lo sforzo anche quando non ce la fanno più. E danzano. Danzano al centro della piazza roteando su se stessi simili a pavoni dalla gigantesca coda di fuoco. Mostrano a tutti la loro forza, il coraggio e la maestosità delle fiamme che li circondano. È il rito antico che si ripete. L'immagine ancestrale che richiama significati che sembrano persi ma che in realtà sono sempre presenti: fertilità, forza creatrice e purificatrice del fuoco, preghiera dell'uomo verso le forze dell'ignoto raggiunte attraverso le grandi fiamme delle 'Ndocce. Questi giovani non lo sanno ma sono i continuatori di liturgie vecchie quanto il rapporto fra l'uomo e la natura. E il fiume di fuoco va avanti, riempie il corso cittadino, è lungo chilometri, sembra non finire mai. .

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AMBIENTE E NATURA Dal Vertice dei grandi (il G20 di Brisbane) alla Conferenza Onu (COP20) sul clima – E la lettera di 11 ministri Ue a difesa della qualità dell'aria di Silvana Paruolo

IL G20 DI BRISBANE Il cosiddetto G20 non è organo di alcuna istituzione internazionale. E' un semplice tavolo, cioé, un Foro di discussione: i tavoli hanno vinto sulle istituzioni, e la dottrina della “casa in ordine” ha ri-nazionalizzato la cooperazione internazionale, esaltandone il carattere intergovernativo. Ciò detto, cosa ha deciso il G20 di Brisbane - con presidenza australiana - conclusosi il 16 novembre 2014, con la pubblicazione di un Comunicato congiunto? Alla vigilia del G20 di Brisbane (con Presidenza australiana) le previsioni economiche (OCSE FMI e Banca Mondiale) indicavano un ulteriore rallentamento della crescita globale, con una robusta ripresa (3%) solo negli Stati Uniti, mentre per Giappone ed Europa le previsioni erano vicine alla stagnazione, con pesanti rischi di ulteriore recessione e di deflazione nell'Eurozona. Da parte loro, le economie emergenti mostravano dinamiche divergenti, ad esempio, con la Cina e l'India al + 7% e +6,4% rispettivamente, e il Brasile e la Russia in forte rallentamento. A Brisbane, i Grandi paesi del mondo vi hanno condiviso l'idea di fondo che l'austerità non basta:servono investimenti e riforme. I leader dei 20 paesi con le economie più sviluppate del mondo si sono quindi accordati per un Pacchetto di promesse di riforme e investimenti che, se effettivamente implementato, dovrebbe portare nei prossimi anni a una crescita dell’economia mondiale del 2,1 per cento in più rispetto alla crescita che ci sarebbe se non venissero prese queste misure. Si tratta di più di 800 promesse (tra cui la ratifica del trattato TTIP tra Stati Uniti e Unione Europea; l’annuncio della Germania per un Piano di investimenti pubblici da 10 miliardi di euro in tre anni; Piani di riforma del lavoro, della competitività e in merito alla lotta alla corruzione; l'incoraggiamento della lotta contro i paradisi fiscali, l'evasione fiscale e la cosiddetta "ottimizzazione fiscale", cioè, le agevolazioni offerte da alcuni paesi per attirare le grandi aziende). Ma benché il Comunicato finale inviti i governi a “assicurare che le politiche macroeconomiche siano appropriate al sostegno della crescita, al rafforzamento della domanda e alla promozione di un riequilibrio globale”, non vi si trova traccia di reali impegni concreti in queste direzioni. Il riferimento a “sostenere lo sviluppo e la crescita inclusiva” e ad “aiutare a “ridurre la povertà” - inserito grazie alla spinta di alcuni dei leader presenti non si traduce in misure concrete. Intanto, le “riforme strutturali” continuano a prevedere interventi di deregolamentazione del mercato del lavoro, con conseguenze su occupazione e salari; e non ci sono reali impegni per il rispetto dei diritti umani e sindacali, della salute e sicurezza, del diritto a salari dignitosi e alla contrattazione collettiva. Un impegno preciso assunto dal G20 è quello di “ridurre il gap di partecipazione al mercato del lavoro tra uomini e donne nei nostri paesi del 25% entro il 2025”; e vi si è anche deciso di trasformare la Task Force sull'Occupazione (promossa a partire dalla presidenza francese nel 2011, e focalizzata sulla disoccupazione giovanile) in un Gruppo di Lavoro permanente del G20. A questo punto – come nel mio ultimo libro Introduzione all'Unione europea Oltre la sfida del 2014 – mi chiedo se non si debba invitare G20, e Onu nel quadro dell'Agenda per lo sviluppo post-2015, a creare due nuove Task force inter-istituzionali (con l'Organizzazione internazionale del lavoro, Fondo mionetario intern azionale, ma anche con il Consiglio d'Europa e l' Unione europea): Task force inter-istituzionali (con meccanismi di consultazione delle parti sociali) su queste problematiche:

- Diritto del lavoro, Diritto a un salario equo e Diritto al lavoro dignitoso - La definizione di uno Spazio sociale Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Tornando al G20 di Brisbane - oltre che (nonostante i passi in avanti) debolezze nella lotta all'erosione fiscale e allo slittamento dei profitti - il sindacato internazionale ha sottolineato che “non ci sono passi avanti né sulla istituzione di una Tassa sulle Transazioni Finanziarie, né su nuove regole per smembrare i gruppi troppo grandi per fallire (“too big to fail”), né per separare le attività creditizie da quelle speculative”. E - come avvenuto durante la presidenza russa – alla nuova Presidenza turca (subentrata all'australiana) chiede (tra l'altro) un vertice congiunto tra ministri del Lavoro e delle Finanze, con consultazione delle parti sociali. Una cosa è intanto certa, oltre che di questioni economiche, a Brisbane, si è parlato anche di ebola, crisi in Ucraina orientale, e cambiamenti climatici. Putin ha ricevuto critiche per l’ingerenza della Russia negli affari interni dell’Ucraina . "Se la Russia in Ucraina continuerà a violare lo spirito dell'accordo di Minsk, che Putin stesso ha accettato - ha dichiarato il Presidente Obama - l'isolamento della Russia continuerà. Le sanzioni saranno mantenute in vigore, anche se gli Stati Uniti e i loro alleati preferirebbero un cambio di atteggiamento da parte della Russia e un suo pieno reintegro nell’economia mondiale. Le sanzioni in atto stanno funzionando molto bene e hanno effetti devastanti sull’economia russa”. Circa i cambiamenti climatici, il G20 appoggia "un'azione forte ed efficace". Nessun paese è immune al cambiamento climatico, che è la maggiore sfida da affrontare. "Se abbiamo raggiunto un accordo con la Cina – ha precisato Obama - anche il mondo lo può fare. Ogni paese ha la responsabilità di fare la sua parte": ha sottolineato il presidente Usa, annunciando un contributo di tre miliardi di dollari al Fondo Internazionale per aiutare i paesi più poveri ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico. Ma in cosa consiste questo Accordo storico Usa-Cina sul clima? CLIMA: L'ACCORDO CINA-USA - Si tratta di impegni ovviamente diversi e ancora non sufficienti per raggiungere l’obiettivo davvero non negoziabile (come da loro stessi ribadito) di rimanere al di sotto dell’aumento medio globale della temperature di 2°C rispetto ai livelli dell’era preindustriale – del resto lo stesso accordo precisa che “both sides intend to continue to work to increase ambition over time” - ma si tratta , comunque, di un accordo storico, che va nel senso giusto. L' accordo prevede cooperazione tecnologica e per l’innovazione. Inoltre gli Usa, che storicamente sono i più grandi inquinatori mondiali e hanno un livello di emissioni pro-capite altissimo, hanno deciso un range di riduzione entro il 2025 tra il 26 e il 28%: poco, visto che dovrebbero partire da una riduzione del 30% come minimo. Da parte sua, la Cina (facendo tutto il possibile per cominciare la riduzione assoluta delle emissioni prima) intende raggiungere il picco delle emissioni di CO2 intorno al 2030; e intende aumentare la quota di combustibili non fossili nel consumo di energia primaria di circa il 20% entro il 2030: potrà fare di più, ma è la prima volta che questo impegno viene messo nero su bianco. CLIMA: DOPO LA COP20 L'ULTIMA POSSIBILITA' RESTA LA COP21 ( PARIGI 2015) - - Nelle negoziazioni climatiche globali - dopo il cosiddetto “fallimento di Copenaghen” - si sta passando da un approccio di tipo top-down a (identificazione della quantità di emissioni da ridurre globalmente e successiva ripartizione - secondo i principi di responsabilità storiche di questa - in impegni vincolanti fra i paesi industrializzat) ad un approccio di tipo bottom-up (un Sistema volontario in cui sono i paesi stessi a presentare i propri contributi di riduzione delle emissioni)? Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Sì finora, su spinta di paesi emergenti - quali Cina e India ecc.- abbastanza ostili all'dea di target vincolanti. Ma, nel 2015 (a Parigi), con la COP 21 ci sarà la possibilità di adottare un Trattato di importanza storica con il quale accelerare la transizione mondiale verso un futuro segnato da un clima a basse (o zero?) emissioni di carbonio. La Conferenza Onu sul clima dell'8-12 dicembre 2014 ( la cosiddetta COP 20) - a Lima (Perù) - momento di incontro tra i 198 Paesi aderenti all’Unfccc (United Nations Framework Convention on Climate Change) – è stata quindi una tappa verso la tappa dell'Accordo globale di Parigi del 2015, per cui è cominciato il conto alla rovescia. Per la COP 20 (dove è stata sottolineata anche l'attenzione emergente sul ruolo delle foreste montane nelle politiche sui cambiamenti climatici) il Commissario europeo al clima e energia, Miguel Arias Canet, ha ribadito la sua intenzione di incassare questi risultati necessari: gli elementi chiave dell'accordo del 2015 una decisione che assicuri la presa di impegni di riduzione di CO2 nei prossimi mesi, che siano "trasparenti, quantificabili e comparabili" un percorso internazionale prima di Parigi che valuti se gli impegni assunti possono bastare per limitare il riscaldamento globale entro i 2 gradi; nuovi passi avanti nei tagli di CO2 anche nel periodo che precede il 2020, perché solo allora scatterà l'accordo di Parigi. Canete non ha voluto dare nessuna pagella a Usa e Cina sugli impegni presi. Piuttosto ha auspicato che l'Accordo globale al quale si sta lavorando in sede Onu "non sia limitato a tre grandi emettitori, ma a tutti i Paesi del mondo". Quanto ad un possibile blocco del futuro "accordo legalmente vincolante" da parte del Congresso Usa (gli americani non hanno mai ratificato il Protocollo di Kyoto), Canete si è detto "sicuro" che saranno trovate "le parole giuste che consentano agli Usa di rispettare gli impegni sul tavolo". I testi distribuiti dai Presidenti del gruppo di lavoro - per produrre la bozza di Accordo da approvare a Parigi - non hanno raccolto molti consensi tra i Paesi non sviluppati ed emergenti che ne hanno contestato lo status legale e la mancanza di molte delle proposte da loro avanzate. La cosa positiva è che in definitiva (grazie anche alle pressioni di ambientalisti e società civile) questi contengono il filone che riguarda gli sforzi per ridurre le emissioni entro il 2020, cioè, prima dell’entrata in vigore del nuovo Accordo globale che dovrebbe scaturire l’anno prossimo dal Summit di Parigi: da tempo, la Comunità scientifica ci dice che le emissioni devono raggiungere il picco - cioè cominciare a decrescere - entro pochi anni per evitare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. Il percorso per Parigi rimane ancora in salita ma il Lima call for Climate action, oltre a non far naufragare l’unico contesto negoziale in grado di dare una possibilità per contrastare la deriva climatica del pianeta, ha consentito di compiere un ulteriore piccolo passo avanti. Elemento centrale dell’accordo è innanzitutto la predisposizione della prima bozza di lavoro del possibile Accordo di Parigi: un documento di 37 pagine allegato alla decisione di Lima che contiene un gran numero di opzioni molto diverse tra loro. Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Vi è un’enorme mole di lavoro da fare per arrivare all’atteso protocollo o trattato finale, ma è sicuramente un percorso gestibile rispetto alle circa 300 pagine con cui si erano aperti i lavori di Copenhagen. La versione finale del documento - proposto da Pulgar Vidal - fa un paio di concessioni all’ampio blocco di paesi in via di sviluppo ( che si assicurano così di avere aiuti economici dai paesi più ricchi per introdurre piani e azioni in grado di limitare i danni causati dal cambiamento climatico): : è stato eliminato il sistema di valutazione previsto per il 2015 degli impegni di riduzione delle emissioni presi su base volontaria, ed è previsto che il futuro accordo di Parigi abbia un approccio bilanciato degli aspetti di mitigazione delle emissioni con quelli di adattamento. I paesi industrializzati “ricchi” ottengono che ci sia un metodo per certificare i tagli alle emissioni; i paesi in via di sviluppo ottengono l’impegno dei paesi più ricchi e di quelli emergenti/emersi a farsi carico della stragrande maggioranza del taglio delle emissioni, e soprattutto di versare cospicui finanziamenti per la “finanza climatica”. Per i paesi più minacciati dal cambiamento climatico, come le piccole isole del Pacifico e dei Caraibi, c’è il riconoscimento del diritto a compensazioni per i danni che subiranno. Infine, i paesi di recente industrializzazione (come la Cina, l’India, il Brasile e il Sudafrica) avranno la possibilità di prendere impegni volontari per il taglio delle emissioni, partendo dal presupposto che permane una “speciale responsabilità” per i paesi storicamente industrializzati. Da Lima, un’altra importante novità è apparsa sul fronte dei finanziamenti : prende sostanza, oltre che forma, il Green Climate Fund, che ha finalmente raggiunto e superato la prevista somma di 10 miliardi di dollari all’anno. Il principale nodo da sciogliere – in vista dell'accordo di Parigi - resta ancora il bilanciamento degli impegni all’interno del blocco dei paesi più ricchi e rispetto alle economie emergenti, tenendo in considerazione che sulla base delle decisioni attuali tali impegni saranno stabiliti su base volontaria dai diversi paesi. Va comunque notato che (tra paesi sviluppati e in via di sviluppo) nei negoziati n corso sono entrati in campo concetti come la responsabilità storica sulle emissioni, la capacità di intervento e le specifiche circostanze nazionali. Ciò detto, per gli ambientalisti, l'accordo di Lima è del tutto insufficiente: i finanziamenti restano sulla carta, cresce il divario tra le azioni dei governi e le indicazioni della comunità scientifica, a livello globale crescono gli incentivi all'uso di petrolio carbone e gas . UE: RETROMARCIA SULL'ARIA PULITA? - Nell'Unione europea, il peso della crisi – oltre che le posizioni dei paesi emergenti - si fanno sentire oramai anche nella lotta contro i cambiamenti climatici - in cui l'Ue ha sempre svolto un ruolo leader - e nella lotta antismog e obiettivi per il riciclaggio dei rifiuti. La Commissione europea potrebbe presto ritirare, annacquare o ridimensionare due pacchetti di proposte legislative molto importanti per l'ambiente e la salute nell'Unione europea: quello sulla qualità dell'aria (che dovrebbe fissare limiti più stringenti per emissioni nocive come anidride solforosa, particolato e ossidi d'azoto) e quello sulla cosiddetta "economia circolare", che impone un giro di vite sugli obiettivi di riciclaggio dei rifiuti (70% per quelli municipali e 80% per quelli da imballaggi entro il 2030), vietando anche di gettare in discarica qualunque materiale riciclabile. Ma il governo italiano non ci sta e ha firmato, assieme ad altri 10 Stati membri, una lettera in cui chiede al presidente Jean-Claude Juncker, di portare avanti la revisione sul pacchetto qualità dell’aria, inserendovi norme più severe. Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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CULTURA

Berlin Philharmonic Orchestra

Sir Simon Rattle e la Berlin Philharmonic Orchestra parteciperanno all’edizione 2015 del Festival e Concorso Internazionale George Enescu XXII edizione, Bucarest 30 agosto - 20 settembre 2015 di Marta Romano Tra i momenti clou della prossima edizione del Festival e Concorso Internazionale George Enescu figurano i concerti delle formazioni di prestigio internazionale Berlin Philharmonic Orchestra, Wiener Philharmoniker, London Symphony Orchestra, Royal Concertgebouw Orchestra Amsterdam, Staatskapelle Dresden, San Francisco Symphony Orchestra, Sankt Petersburgh Orchestra, Israel Philharmonic Orchestra, dei solisti Murray Perahia, David Garrett, Maria João Pires, Renaud e Gautier Capuçon. La ricchissima edizione 2015 ospiterà per 22 giorni 3000 artisti, di cui 2500 stranieri e 500 romeni, che si esibiranno nell’ambito di 58 concerti al Palace Hall e all’Ateneo Romeno. Il cartellone spazia dal barocco alla musica del XXI secolo e include 22 composizioni di George Enescu. Si terranno inoltre altri numerosi appuntamenti all’aria aperta nell’ambito dell’Enescu Festival Square (3-20 settembre) e del Creative Bucharest – due progetti artistici nella forma di olimpiade culturale. La Berlin Philharmonic Orchestra si esibirà il 3 settembre al Palace Hall sotto la leggendaria bacchetta di Sir Simon Rattle.

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La formazione tedesca nel 2006 si è classificata terza nella top ten delle orchestre europee redatta dall’autorevole rivista britannica Gramophone e seconda nella classifica delle migliori orchestre del mondo nel 2008 dopo la Royal Concertgebouw Orchestra Amsterdam. Quest’ultima sarà anch’essa presente al Festival Enescu con due concerti il 19 e 20 settembre diretti da Andris Nelsons. La celebre San Francisco Symphony arricchirà la kermesse romena con i concerti del 6 e 7 settembre. Il maestro Zubin Mehta calcherà le scene insieme alla Israel Philharmonic Orchestra il 31 agosto e il primo settembre. Saranno protagoniste altre popolari e autorevolissime orchestre alla guida di alcuni dei maggiori direttori d’orchestra: la Wiener Philharmoniker (15 e 16 settembre) con la guida elegante e impeccabile di Semyon Bychkov, la Staatskapelle Dresden (4 e 5 settembre) e Christian Thielemann, la London Symphony Orchestra (8 e 9 settembre) sotto la bacchetta di Ion Marin, tra i più emozionanti direttori del panorama internazionale, la Sankt Petersburg Orchestra (10 e 11 settembre) e Yuri Temirkanov, la Bayerische Staatsoper con i concerti del 12 e 13 settembre, affidati rispettivamente alla bacchetta di Constantinos Cardys e Sebastian Weigle, l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo con il suo direttore artistico e musicale Gianluigi Gelmetti il 15 e di Cristian Mandeal il 16, la Royal Liverpool Symphony Orchestra, interprete di due concerti affidati a Vasily Petrenko (17 e 18 settembre). Il Festival Enescu 2015 include anche la presenza di tre significative istituzioni romene: la National Youth Orchestra, a cui è affidata la serata inaugurale del 30 agosto; la George Enescu Philharmonic Orchestra and Choir che eseguirà il 14 settembre in forma di concerto l’opera Wozzeck di Alban Berg; la National Radio Orchestra e il Radio Academic Choir, interpreti il 2 settembre dell’Ottava Sinfonia di Mahler. Tra i solisti dell’edizione 2015 figurano I violinisti David Garrett (15 settembre) e AnneSophie Mutter (9 settembre), il pianista turco Fazıl Say (4 settembre), il leggendario Murray Perahia, tra i più stimati pianisti del mondo (5 settembre), Yfrem Bronfman (4 settembre), Andras Schiff (18 settembre), Pierre Laurent Aimard (12 settembre), Maria João Pires (7 e 8 settembre). I fratelli Renaud e Gautier Capuçon, rispettivamente violinista e violoncellista, si esibiranno il 9 settembre al Palace Hall. La pianista georgiana Elisabeth Leonskaja, vincitrice nel 1964 del Concorso Enescu e nome illustre del panorama mondiale della musica classica, suonerà nell’ambito di due concerti il 6 all’Ateneo Romeno e il 10 al Palace Hall insieme alla Sankt Petersburg Philharmonic Orchestra diretta da Yuri Temirkanov.

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Altri vincitori del Concorso Enescu impreziosiscono la prossima edizione del festival: Alexandru Tomescu, Valery Sokolov, Ștefan Tarara, Vlad Stănculeasa, Agnes Baltsa e la già citata Elisabeta Leonskaja. Oltre alla capitale, l’itinerario dei concerti ricopre il più vasto territorio romeno, interessando alcune delle principali mete artistiche e naturalistiche del paese che hanno peraltro caratterizzato il percorso formativo di George Enescu.

Il Concorso Internazionale George Enescu si terrà nel 2016 dal 3 al 25 settembre. I prezzi dei biglietti variano da 10 a 36 euro, inoltre sarà possibile sottoscrivere abbonamenti. Per informazioni e prenotazioni si può consultare il sito: www.festivalenescu.ro oppure contattare Artexim: tel +40 21 317 8081; artexim@rdslink.ro Ufficio stampa per l’Italia Vivace comunicazione per la musica Marta Romano, +39 3495856526; mromano.vivace@gmail.com

Staatskapelle Dresden - ChristianThielemann c Matthias Creutziger

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TEATRO

“LETTERE DI OPPIO” al Cometa Off fino al 14 dicembre 2014 e poi in tourneè in tutta Italia. di Antonietta Di Vizia

Tiziana Foschi torna in teatro nei pochi giorni che ci separano dal Natale, e poi in giro per il bel Paese, con il nuovo testo del giovane autore Antonio Pisu “Lettere di Oppio”, un testo che parla della solitudine profonda degli esseri umani in un contesto storico lontano il 1860, in una Inghilterra in guerra con la Cina che pochi conoscono, ma che ha le stesse problematiche profonde della contemporaneità. Attrice estremamente versatile, Tiziana Foschi qui nelle vesti della protagonista, la signora Wellington, spazia dal comico al drammatico, dando corpo a una donna particolarmente intensa. Il testo di Antonio Pisu ci accompagna in un’epoca affascinante, parlandoci di dinamiche tra esseri umani eterne nel tempo. Una storia sempre attuale, narrata con taglio moderno, che fa divertire, riflettere e appassionare. Accanto a Tiziana Foschi sul palco troviamo l’autore Antonio Pisu, bello e di grande talento, nei panni del giovane maggiordomo.

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Tiziana, come nasce questo nuovo impegno a teatro? “Quest’anno avevo bisogno di muovere ancora la mia esistenza: i miei primi 50 anni… e cosa potevo regalarmi di più dinamico se non un nuovo progetto teatrale? In un periodo storico che si beffa di tutte quelle che sono state le nostre certezze, come rimanere inermi? E allora mi sono detta che la ricetta giusta per un nuovo debutto fossero parole nuove. O parole vecchie con nuove combinazioni. Antonio Pisu, non aveva ancora compiuto 30 anni quando mi parlò della sua commedia. Un ragazzo. A cui però interessava raccontare di un periodo storico lontano dal nostro, di un rapporto tra un uomo e una donna che hanno le stesse problematiche profonde della contemporaneità. In che modo il passato ci parla del presente? “Mi ha meravigliato come un ragazzo possa sentire l’urgenza di parlare della solitudine profonda tra gli esseri umani. Siamo a ridosso della rivoluzione industriale, la parola operaio si affaccia prepotentemente nella società inglese del 1860, a Londra s’inaugura la prima metropolitana e da questo momento per il mondo la parola COMUNICAZIONE sarà il vademecum del progresso. Eppure gli uomini e le donne oggi sentono quell’ancestrale solitudine ingigantirsi. Mi interessava indagare, approfondire e ancora ironizzare sulla parola comunicare. E’ una commedia dove si lavora sull’attore, sul corpo, sul non detto. Dove si suda come nei veri mestieri, finalmente”.

Intensa, disincantata e ben diretta “Lettere di Oppio” è ambientata nella seconda metà dell’800, periodo storico in cui il Regno Unito, a causa delle dispute commerciali per l'oppio, è in guerra con la Cina da diciotto anni. A Londra Margaret Wellington, una nobildonna, attende con ansia, ormai da diversi anni, il ritorno dal fronte del marito George. A farle compagnia, nelle sue lunghe giornate di attesa e false speranze, c’è Thomas, un giovane, cinico ma fidato maggiordomo, il cui compito è quello di rassicurare costantemente Margaret, leggendo e interpretando, in maniera piuttosto eccentrica e su richiesta della donna, la corrispondenza del marito in guerra. Quello che la signora Wellington ignora è che il marito è deceduto, ma Thomas, per paura di perdere il lavoro, le legge delle finte lettere scritte da lui stesso. In un gioco continuo tra sogno e realtà i pensieri dei due protagonisti si scontrano, si intrecciano, si sfidano, instaurando un rapporto intimo, divertente e soprattutto profondo. La regia è di Federico Tolardo, i costumi sono di Gisa Rinaldi, le scene di Tiziana Massaro, il disegno luci di Marco Macrini, l’organizzazione di Antonella Lepore, la produzione Vitamina T.

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Teatro:

LE MODISTE DEL ‘43 A dieci anni dalla scomparsa di Aldo Nicolaj, Tonino Tosto riporta in scena le atmosfere degli anni ‘40 di A. DVZ

Uno spettacolo intenso che racconta i giorni bui della guerra e del fascismo filtrati attraverso una storia di solidarietà e di ideali di giovinezza, che intesse scena dopo scena, un inno alla libertà. Con la partecipazione straordinaria di Miranda Martino che durante il prologo racconta: "Sono ritornata nel paese della mia infanzia dopo tanti anni, un po' per nostalgia e un po' per rivedere un negozio di modiste o cosa ne era rimasto. Al suo posto un negozio di sigarette elettroniche: la creatività svaporizzata nel fumo virtuale. Ripensando al quel negozio, cantando vi racconterò la storia delle due modiste in quel lontano dicembre del 1943. Ho chiuso gli occhi e, tuffandomi nella liquida immobilità della memoria, ho rivisto tutto com'era allora". Le protagoniste dello spettacolo "Le modiste del 43" sono le due giovani sorelle Diamante e Perla ma anche le tetre atmosfere di guerra, la persecuzione razziale, la censura antifascista che si respirava nel 1943 in un piccolo paese piemontese. La tragedia della sopravvivenza tra i bombardamenti, le corse ai rifugi, i rastrellamenti, il freddo e la paura si insinuano in questo racconto anche tra i cappellini, i feltri, le paglie, le velette, le piume di un allegro e disordinato negozio di modiste, vicino i portici bassi e il grande duomo barocco della cittadina. E tutto ciò riaffiora prepotentemente alla mente di un'elegante cantante, ormai artista affermata, che torna ad esibirsi in quel teatro del suo paesino natale che “fu il primo a sbriciolarsi sotto i bombardamenti di quel dicembre del 1943”. Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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Come in un flusso nitido di ricordi che si fa flash back collettivo, si dipana una storia di odio cieco e generosità estrema, con protagonista una ragazzina ebrea strappata alla sua età di sogni adolescenziali all’affetto della propria famiglia deportata in Germania e da salvare e rifugiare nella propria casa anche a rischio della propria vita. La regia di Tonino Tosto riporta in scena, assieme allo sguardo impegnato, ironico e pessimista allo stesso tempo del grande commediografo piemontese, un vero inno alla libertà. Quel valore immenso e prezioso in ogni epoca, che, come conclude la cantante sul palco, "è costata tanti sacrifici, lutti, paure. E una volta riconquistata la puoi perdere in un attimo. La libertà è come una pianta: cresce rapidamente ma se non ti ricordi ogni giorno di darle una goccia del tuo sudore si secca e dopo non basterà un mare di gocce per ritrovarla”. Del cast fanno parte Susy Sergiacomo nel ruolo di Diamante, la maggiore delle due sorelle modiste, Stefania Papaluca la sorella più piccola Perla; Marianna Laudano la bambina ebrea sfuggita al rastrellamento e che trova rifugio e protezione dalle due modiste; Filippo Nanni "capitano della Milizia Fascista" e Flavia Di Domenico, Ada nella scena. La scenografia perfetta ricostruzione storica degli anni '40 - è di Manuela Barbato, fino al 14 dicembre al Teatro Dell'Angelo di Roma

Miranda Martino Tempo Libero Novembre/ Dicembre 2014

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CINEMA Il Leopardi di Mario Martone di Loretta Masotti La locandina di questo film comunica immediatamente un messaggio di capovolgimento di prospettiva. Non più un Leopardi pessimista, brutto e infelice perché malato, ma un poeta che ama la vita, intellettualmente lucido (“non attribuite al mio stato quello che si deve al mio intelletto”), sottilmente ironico. Più che una biografia, l’intento del regista, che ha attinto a scritti di Leopardi privilegiando la produzione filosofica (Operette morali) e la lettura del suo ricco epistolario, è di scavare nella sua anima. Pur ripercorrendo le tappe della sua breve esistenza attraverso i luoghi che hanno profondamente segnato il poeta: Recanati nello Stato Pontificio, città chiusa e asfittica, la Firenze colta del Gabinetto Viesseux e dei salotti buoni, Roma austera e papalina, Napoli plebea e lazzarona, Martone ci descrive un percorso spirituale, interiore che evidenzia la sete di libertà, la ribellione al mondo esterno, la profonda sensibilità e il lirismo di Leopardi. Ancor più del padre Monaldo (Massimo Popolizio), un nobile reazionario antiliberale che vorrebbe imporre al figlio il suo stile di vita, la giovinezza del poeta è condizionata da una madre bigotta, anaffettiva, che non avrà mai interesse per Giacomo né sarà in grado di riconoscere il suo genio. Tra i personaggi che più aiuteranno il poeta (splendidamente interpretato da Elio Germano) a liberarsi dalla prigione, oltre a Pietro Giordani (Valerio Binasco) c’è soprattutto Antonio Ranieri (Michele Riondino) che gli rimarrà a fianco fino alla morte. Compare anche la storia dell’amore non ricambiato per la giovane aristocratica Fanny Targioni Tozzetti che verrà eternata dal poeta con il nome di Aspasia. A Torre del Greco, alle pendici di un Vesuvio che vediamo in eruzione attraverso gli occhi rapiti di Leopardi, si conclude la vicenda umana del poeta. E se all’inizio la lirica “ L’infinito” apriva l’itinerario, è “La Ginestra” che lo chiude, con il suo appello alla solidarietà per un’umanità di cui si condivide il comune destino. L’ultima immagine è un primo piano intensissimo del poeta, con gli occhi rigati di lacrime. “Il giovane favoloso” di Mario Martone, 2014

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Il Salgado di Wenders di L.M. “Il sale della terra” è uno splendido documentario sul fotografo brasiliano Sebastiào Salgado, realizzato da Wim Wenders insieme al figlio di Sebastiào, Juliano Ribeiro Salgado. Come aveva già fatto con “Pina Bausch” il regista tedesco ripercorre non solo le tappe dell’esistenza del fotografo, ma scava nella sua anima attraverso interviste, narrazioni fuori campo e soprattutto con le sue opere. Salgado ha attraversato ventisei Paesi e la sua fotografia, rigorosamente in bianco e nero, pone al centro l’uomo (il sale della terra) e soprattutto popoli nascosti immersi in paesaggi selvaggi e inesplorati. L’approccio, dice Salgado, non è da antropologo, geologo, giornalista, ma si potrebbe dire “emozionale”: ciò che tocca e commuove acquista una voce e viene esposto agli occhi di tutti. Così assistiamo alla febbrile attività dei milioni di ricercatori d’oro nella Serra Pelada in Brasile: quel formicolare di uomini richiama i quadri di Bosh e Bruegel. Vediamo, come in diretta, genocidi in Africa, nei Balcani; assistiamo agli incendi dei pozzi di petrolio in Kuwait e non possiamo evitare di guardare i mucchi di cadaveri prima Hutu poi Tutsi in Rwanda del 1994. Dopo quest’ultimo agghiacciante massacro, Salgado non regge; smette di fotografare e il profondo dolore lo annichilisce. Solo poi riprende a fotografare la natura con la raccolta “Genesi” recuperando un po’ di speranza e fiducia nell’uomo. Il documentario vive di questo conflitto apparentemente insolubile tra struggente bellezza della natura e ferocia delle distruzioni umane. Per quaranta anni Salgado ha fotografato tutto questo, intimamente convinto della miseria ma anche della grandezza dell’uomo. La concezione dell’esistenza non può che essere drammatica, ma lo sguardo sulle foreste tropicali dell’Amazzonia, sui ghiacciai dell’Antartide, sui deserti africani e le catene montuose americane, ci conforta. Come lui stesso dichiara, la sua lingua è scrivere attraverso la macchina fotografica. “Il sale della terra” di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, 2014

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MOSTRE

Mantova, Fruttiere di Palazzo Te Una continua ricerca d’arte A.S. Prospettano un viaggio in compagnia di Joan Miró i 53 capolavori, tra olii di grandi dimensioni, arazzi, terrecotte, bronzi e disegni, per svelarne la passione, la forza interiore, il desiderio e il bisogno di rinnovamento e di sperimentazione che hanno segnato il suo percorso artistico, lasciando un segno profondo nell’arte del Novecento. I temi che si ripresentano costantemente, ma in continua evoluzione e trasformazione, sono relativamente pochi: la donna, gli uccelli, la stella, le costellazioni e la testa. Le sezioni tematiche mettono a fuoco la pittura di Miró, a partire dalla gestualità in sintonia con l’Espressionismo astratto americano per usare spesso le dita come pennelli su tele stese a terra, con pochi colori primari, blu, rosso, giallo e soprattutto nero, usati su fondi preparati tradizionalmente ma anche con la benzina, l’acqua sporca, succhi di fiori, non solo su tela ma anche carta vetrata e cartone ondulato. La ricerca costante lo ha portato nella maturità alla semplificazione estrema dell’immagine, spogliata di tutto il superfluo e ridotta a una macchia, una linea, un punto in cui si condensa l’universo intero. Lungo il percorso espositivo sono ricostruiti i due atelier di Maiorca: l’ampio studio Sert illuminato da luce naturale con i cavalletti, le tele di tutte le dimensioni, oggetti d’uso quotidiano, terrecotte, ritagli di giornali e la poltrona usata nei momenti di riposo, l’altro è lo studio Son Boter, più raccolto, riservato alla sperimentazione dei materiali e dedicato principalmente alla scultura, con i grafiti lasciati sulle pareti. Joan Miró (Barcellona 1893 –Palma di Maiorca 1983) dopo un’esperienza da contabile nel 1912 inizia a frequentare la Scuola d’Arte e rivela una particolare attrazione per il fauvismo. Nel 1920 si trasferisce a Parigi, dove frequenta Picasso, Tzara, Ernst, Breton e si “converte” al surrealismo, ma ritorna spesso nella sua fattoria di Montroig. Durante la guerra civile si schiera dalla parte della Repubblica. Nel dopoguerra ritorna in Spagna e si stabilisce tra Maiorca e Montroig e nel 1972 istituisce a Barcellona la Fondazione Miró, Negli ultimi anni si dedica in modo particolare alla ceramica e alla scultura. (nell’immagine: J. Miró, Lucertola dalle piume d’oro) Mostra: Miró. L’impulso creativo Sede: Mantova, Fruttiere di Palazzo Te Periodo:26 novembre2014-6 Aprile 2015 Orario: lun. 13 – 19, mar. merc. giov. sab. dom. 9 – 19, ven. 9 – 23 Ingresso: intero € 12, ridotto € 10, scuole € 6 Catalogo: 24 ORE Cultura

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Foligno, Ciac Il cane randagio della fotografia contemporanea A.S. Dopo la rassegna dedicata a Edward Weston, il CIAC, Centro Italiano Arte Contemporanea, ospita la mostra Visioni del mondo, dedicata a Daido Moriyama, fotografo on the road, spirito libero e viaggiatore solitario, tra i maggiori protagonisti della fotografia contemporanea giapponese. Le oltre 120 fotografie esposte, realizzate dagli anni Sessanta fino ad oggi, ripercorrono l’intensa carriera dell’artista, evidenziandone il personale rapporto col mondo e offrendo una visione delle trasformazioni che hanno segnato la storia del Giappone. Moriyama realizza migliaia di scatti, per ricavare immagini dai bianchi e neri contrastati, spesso sfocate, graffiate, sovraesposte o sgranate, prese senza inquadrare o a occhi chiusi, che tracciano i contorni di un’esistenza priva di legami con il luogo d’origine o di vincoli dettati dalle convenzioni sociali. Ogni singola cosa che si offre al suo sguardo è degna di essere fotografata: spesso le fotografie tratte da magazine, poster, pubblicità, televisione si mischiano a quelle scattate dal vivo: non è importante il soggetto, né chi sia l’autore, perché Moriyama è convinto che non ci sia distinzione tra la realtà vissuta e la realtà nell’immagine. Ciò che conta è il frammento di esperienza che la fotografia può trovare, nell’incontro occasionale tra il senso del tempo del fotografo e la natura frammentaria del mondo. Hiromichi (Daido) Moriyama, nato a Ikeda-cho (Osaka) nel 1938, dopo aver trascorso l’infanzia in diverse città del Giappone a causa del lavoro del padre, impiegato per una società di assicurazioni, nel 1961 si stabilisce a Tokyo dove entra in contatto con i fotografi Shomei Tomatsu ed Eikoh Hosoe, del quale diventa assistente. Poco dopo da freelance collabora con diverse testate, tra cui “Provoke”, rivista d’avanguardia che sostiene l’idea che solo la fotografia possa raccogliere frammenti della realtà e presentarli come materiale capace di provocare pensiero. Affascinato da Andy Warhol e William Klein e dalla la cultura della Beat generation, nel 1968 legge On the road di Jack Kerouac, che stimola il suo immaginario, liberandolo da imposizioni o convenzioni sociali. Dopo un lungo periodo di assenza, nel 1982 torna a fotografare: la città fa di nuovo da sfondo al suo libero girovagare per le strade del mondo, pronto a cogliene ogni esperienza vissuta, senza tradire il suo spirito libero e anarchico, sempre fedele alla sua natura di cane randagio. (nell’immagine: D. Moriyama, Nippon theater) Mostra: Visioni del mondo Sede: CIAC, Foligno, Via del Campanile, 13 Periodo: 22 novembre – 25 gennaio 2015 Orario: venerdì 15.30-19, sabato e domenica 10 -13 e 15.30-19 Ingresso: intero € 5; ridotto € 3 Catalogo: Skira

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Novara, Complesso Monumentale del Broletto Indietro nel tempo A.S. Il complesso architettonico medioevale del Broletto costituito dal Palazzo dell’Arengo, Palazzo dei Paratici, Palazzo dei Referendari e Palazzo del Podestà, restaurato in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, ospita la mostra “IN PRINCIPIO. Dalla nascita dell'Universo all'origine dell'arte” che traccia un percorso di milioni di anni alla scoperta del Big Bang e dell’impulso creativo umano. Il tema delle origini riguarda la nascita dell’universo, la formazione della Terra e della Luna, la comparsa della vita sul nostro pianeta e, tra le tante specie viventi, l’arrivo della nostra con l’evoluzione di alcune “specificità” umane: il linguaggio e la parola, l’arte e il mondo simbolico. Pertanto, intende rispondere alle domande che l’umanità si pone da sempre, sondando l’immensamente grande e osservando l’infinitamente piccolo. Scienziati, filosofi, artisti e poeti hanno dato a loro modo risposte sorprendenti a questo desiderio di conoscenza, alimentando dopo ogni scoperta, dopo ogni rappresentazione, nuove emozioni, nuovo stupore, nuove indagini e nuove immaginazioni. L’originale progetto espositivo che si compone di sette ambienti fonde idee e rappresentazioni artistiche, miti e allegorie con il linguaggio rigoroso della scienza. Opere di Guercino, Pompeo Batoni, Leonardo Dudreville, Lucio Fontana, Alberto Burri, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Mimmo Paladino, Anish Kapoor, Thomas Ruff, Giuliana Cuneaz, Sabrina Torelli, Alberto Di Fabio sono esposte assieme a volumi preziosi e a reperti scientifici, tra questi i disegni originali delle lune e la prima edizione del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, il Mundus Subterraneus e Turris Babel di Athanasius Kircher, i Philosophiae naturalis principia mathematica di Isaac Newton, rari esemplari di metorite, peli di mammuth, manufatti umani antichi milioni di anni. A completamento, exhibit interattivi in grado di far comprendere complicati concetti scientifici attraverso il divertimento e l'interazione. (nell’immagine: Guercino, Atlante) Mostra: IN PRINCIPIO. Dalla nascita dell'Universo all'origine dell'arte Sede: Complesso Monumentale del Broletto, Novara, Via Fratelli Rosselli 20 Periodo: 29 novembre 2014 – 6 aprile 2015 Orario: lunedì 9 – 13, da martedì a domenica 9 – 19 Ingresso: intero € 10, ridotto € 9, scuole € 4

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San Sepolcro, Pinacoteca Civica Incontri A.S. Le celebrazioni per il centenario della nascita di Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995) si aprono con due mostre che lo pongono a diretto contatto con due grandi del passato: Piero della Francesca e Luca Signorelli. Nonostante le distanze temporali e gli esiti iconografici, le loro opere sono vicine geograficamente e per sensibilità di tradizione culturale, poiché i tre artisti hanno vissuto e compiuto le loro esperienze nella stessa zona dell’Alta Valle del Tevere. Sono affini per assonanze e un comune sentire, tanto più che l’interesse di Burri nei confronti dei suoi conterranei, conosciuti sin dalla giovane età per la “prossimità” delle loro opere con Città di Castello, non è risultata ininfluente sul suo percorso artistico. Il primo dei due appuntamenti è quello tra Burri e Piero della Francesca (Sansepolcro 1416 circa -1492) nella città di Piero. Sono esposte 4 opere esemplari di Burri – Sacco e Verde (1956), Rosso plastica (1962), Grande Bianco Cretto (1974), Cellotex (1975) – in una sala appositamente allestita vicino alla Resurrezione, il San Ludovico, il San Giuliano e il Polittico della Misericordia di Piero. Concepita come ‘visitazione laica’, per questo “Rivisitazione”, tra i due artisti, la mostra evidenzia il rapporto tra due grandi della storia dell’arte tale da prefigurare quasi un abbraccio tra Rinascimento e arte contemporanea, che per il curatore Bruno Corà “deve essere inteso idealmente per condivisione di registri, quali l'equilibrio delle forme e dello spazio, la tensione geometrica, il respiro classico e un forte amore per i luoghi natali”. Il secondo incontro avverrà nel maggio 2015 a Morra (Perugia) nell'Oratorio di S. Crescentino, dove sono presenti affreschi di Luca Signorelli per la cui tutela e conservazione Burri si adoperò concretamente. (nell’immagine: A. Burri, Sacco e verde) Mostra: Rivisitazione. Burri incontra Piero della Francesca Sede: San Sepolcro (AR), Pinacoteca Civica Periodo: 31 ottobre 2014 – 12 marzo 2015 Orario: 9,30 – 13, 14,30 – 18 (chiuso 25 dic. e 1 gen.) Ingresso: intero € 8, ridotto € 5, scuole € 3

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Firenze, Villa Bardini Tra poesia e arti visive A.S Cent’anni fa, nel 1914 nascevano Mario Luzi, Piero Bigongiari ed Alessandro Parronchi, tre poeti, protagonisti dell’ermetismo a Firenze. Erano anni di fermento culturale intorno al Caffè delle Giubbe rosse e al Gabinetto Vieusseux e Venturino Venturi, artista nato in Toscana, ma formatosi tra la Francia e il Lussemburgo, si avvicina a questo contesto culturale nel 1936 e inizia a frequentare letterati e pittori, stringendo amicizia con Luzi, Bigongiari, Parronchi, Pratolini, Bilenchi, Ungaretti, Rosai, Lisi, Scatizzi. In particolare Parronchi gli sarà vicino e non lo abbandonerà nemmeno negli anni bui del ricovero nell’ospedale psichiatrico e Mario Luzi scriverà: “Con Venturino e più ancora con il pensiero di lui sono stato per tutta o quasi la vita”. La mostra "I volti dell’Ermetismo" con un’ottantina di opere di Venturino Venturi mette in luce la vicinanza tra poesia ermetica e arti visive attraverso i ritratti su carta e scultorei, realizzati con materiali molto diversi, dal cemento al marmo verde di Prato e bianco di Carrara, dal legno al bronzo, nei quali l’artista "rende visibile l’invisibile” perché fa affiorare l’intima essenza dell’uomo e degli elementi che danno un senso alla vita. Venturino Venturi è nato a Loro Ciuffenna (AR) nel 1918. Il padre scalpellino, socialista, è costretto a lasciare l’Italia nel 1921 e a trasferirsi in Francia dove nel 1923 lo raggiungerà la famiglia. Successivamente si trasferisce in Lussemburgo, dove riprende l'attività di scalpellino. Venturino appena dodicenne segue il padre nei cantieri dove sperimenta la lavorazione della pietra e nel 1936 rientra in Italia. A Firenze frequenta l'Istituto d'Arte di Porta Romana, diretto da Libero Andreotti e l’Accademia di Belle Arti, ma anche lo storico caffè delle Giubbe Rosse, ritrovo di artisti e letterati. Dopo la guerra, trasferitosi nel 1947 per due anni a Milano, conosce Lucio Fontana e respinge l’invito ad aderire al Manifesto dello Spazialismo. Nel 1953 partecipa al Concorso internazionale per il Monumento a Pinocchio, vince il premio ex-aequo con lo scultore Emilio Greco. In seguito ad una forte depressione viene ricoverato nell'Ospedale Psichiatrico fiorentino di San Salvi. Ripresosi, lavora intensamente e realizza in Italia e all'estero sculture, mosaici murales, monumenti, tra cui il Monumento per le Vittime del Nazismo del 1963, oggi in Piazza Tasso a Firenze. Muore a Terranuova Bracciolini (AR) nel 2002. (nell’immagine: V.Venturi, Ritratto di Mario Luzi) Mostra: Volti dell’Ermetismo. Venturino a Villa Bardini e all’Archivio Bonsanti Sede: Villa Bardini, Firenze Periodo: 27 novembre – 15 febbraio Orario: da martedì a domenica: 10 – 19 Ingresso: intero € 8, ridotto € 6, scuole € 4

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Milano, Palazzo Reale Vita, memoria e sogno A. S. Marc Chagall (Vitebsk 1887- Saint Paul de Vence 1985) ebreo, nato in Russia, diventato cittadino francese nel 1937, emigrato in America in seguito all’invasione tedesca della Francia durante la seconda Guerra mondiale e alle persecuzioni razziali, ritornato in Francia in Costa azzurra nel 1950, è rimasto per tutta la vita fedele alla sua identità ebraica. La mostra, "Marc Chagall. Una Retrospettiva 1908-1985”, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura, Arthemisia Group e GAmm Giunti, con 220 opere, tra dipinti, disegni, acquerelli, acqueforti, gouaches e incisioni originali, ripercorre sessant’anni di attività artistica a partire dal 1908 fino alle ultime monumentali opere degli anni Ottanta. Il percorso espositivo segue un rigoroso andamento cronologico, le sezioni sono esplicative dei vari periodi della sua travagliata vita. Nei colori accesi e vibranti che confondono tempo e spazio ritornano i motivi della sua poetica in cui la dimensione fiabesca fonde la cultura occidentale con la cultura russo-chassidica assorbita fin da bambino in famiglia. Sullo sfondo di Vitebsk, il paese natale dalle povere case traballanti, compaiono gli innamorati sospesi e fluttuanti come in un eterno volo d’amore, animali irreali, mucche, capre, cavalli, asini, pesci e galli, clown, violinisti, angeli caduti dal cielo, rabbini, apparizioni misteriose fino ai drammatici Cristi in croce dai colori cupi, simbolo universale dell’umanità sofferente. Chagall ha attraversato e si è confrontato con le avanguardie e le diverse correnti di pensiero e mode culturali della prima metà del Novecento, dall’Astrazione al Suprematismo, dal Costruttivismo russo al Cubismo, dal Fauvismo all’Espressionismo, ma non si è mai allontanato da una pittura che trasfigura in una visione poetica la rappresentazione fluttuante della vita come sogno. A integrazione, al Museo Diocesano è esposta una serie di guaches inedite che indagano il rapporto dell’artista con la Bibbia. (nell’immagine: M.Chagall, Il compleanno) Mostra: Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 Sede: Milano, Palazzo Reale Periodo: 17 settembre 2014 – 1 febbraio 2015 Orario: lunedì 14,30-19,30, martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30-19,30; giovedì e sabato 9,30-22,30 Ingresso: intero € 12, ridotto € 10, scuole € 6 Catalogo: Giunti-24 ORE Cultura

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Roma, Villa Medici Gli splendori della miseria A. S. “I Bassifondi del barocco” nelle Grandes Galeries di Villa Medici, prima di approdare al Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris dal 24 febbraio al 24 maggio 2015, svelano il mondo sotterraneo, oscuro e indecoroso della fastosa Roma barocca, dove alla nuova spiritualità e al rinnovamento devozionale, inaugurati dal Concilio di Trento, fa riscontro un'altra dimensione umana, quella delle taverne, dei luoghi di perdizione, dominata dal vizio, dalla miseria e da eccessi di ogni tipo, che però diventa fonte di ispirazione per opere originali, ricche di invenzioni destinate a sovvertire l’ordine stabilito. Roma per tutto il Seicento è stata il centro culturale più vitale e all’avanguardia d’Europa, investita da uno straordinario rinnovamento urbanistico e architettonico, tanto da attirare giovani artisti da tutti i paesi che, sollecitati dalle commissioni del clero e delle ricche famiglie dell’aristocrazia romana, si stabiliscono nei pressi di Villa Medici, tra i quartieri di Santa Maria del Popolo, Sant'Andrea delle Fratte e San Lorenzo in Lucina. Sono italiani, francesi, olandesi, fiamminghi, spagnoli accomunati dall’assidua frequentazione dei bassifondi, dediti ai piaceri del tabacco, dell’alcol, del gioco e del sesso, con frequenti risse e momenti conviviali e musicali. Questo mondo burlesco e poetico, volgare e violento, divenne per alcuni un tema centrale della propria produzione artistica. La mostra presenta più di cinquanta opere di artisti provenienti da tutta l’Europa, tra cui Claude Lorrain, Valentin de Boulogne, Jan Miel, Sébastien Bourdon, Leonaert Bramer, Bartolomeo Manfredi, Jusepe de Ribera e Pieter van Laer, che ritraggono scene di vita quotidiana, prevalentemente notturna, con la presenza di mendicanti, prostitute, travestiti, vagabondi, bari, briganti e spesso con gli stessi artisti che si ritraevano, in un gioco ambiguo tra realtà e finzione dagli evidenti echi caravaggeschi. (nell’immagine: B. Manfredi, Riunione di bevitori) Mostra: I Bassifondi del barocco. La Roma del vizio e della miseria Sede: Accademia di Francia, Villa Medici, Roma Periodo: 7 ottobre 2014 – 18 gennaio 2015 Orario: da martedì a domenica: 11 – 19 (chiuso il lunedì) Ingresso: intero € 12, ridotto € 6 (comprensivo di visita guidata ai giardini e a Villa Medici) Catalogo: Officina Libraria

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Roma, MACRO Testaccio L’uomo del nostro tempo A.S. Trenta sculture, molte delle quali di grandi dimensioni, ed una trentina di disegni svelano la riflessione scultorea che Giuliano Vangi, già Praemium Imperiale per la scultura nel 2002, sta conducendo sul rapporto uomo/ natura/società, anche in termini di violenza e prevaricazione. Come scrive Simongini in catalogo « si può dire che la scultura di Vangi ha la forza di rivelare, in tempi dominati invece dall’oscurità dell’oblio, “la scandalosa forza rivoluzionaria del passato”, della memoria, della tradizione. Lo scultore toscano tenta di affermare plasticamente lo “scandalo” del grande racconto intorno all’uomo, al suo destino, costituito sulle rovine del progetto modernista e della frammentazione postmoderna. Vangi ha il coraggio di chiamare in causa la tensione dell’epico, del mitico, del tragico, parole e concetti oggi cancellati e negletti ». L’architetto Mario Botta ha curato l’allestimento dei due padiglioni: uno più drammatico e dominato dalla presenza e allarmante della violenza, l’altro più lirico incentrato sul rapporto uomo-natura, su quell’equilibrio che sembra minacciato in modo irreversibile proprio dall’uomo. Fra i lavori esposti spiccano bronzi di grandi dimensioni come “Veio”, poi tre imponenti graniti “Persona”, “Granito rosso” e “Ulisse”, “C’era una volta”, una scultura sul tema tragico e quanto mai attuale della decapitazione, “La bruma del mattino”, “L’uomo”, “L’uomo che corre” un ciclo inedito di grandi opere a due facce che fanno dialogare scultura e pittura, tre marmi bianchi sul rapporto donnamare, la “Ragazza con capelli biondi” in legno di tiglio dipinto e il bronzo "2011". Giuliano Vangi (Barberino di Mugello FI,1931) dopo gli studi all'Istituto d'Arte e all'Accademia di Belle Arti, dal 1950 al 1959 insegna presso l'Istituto d'Arte di Pesaro. Trasferitosi in Brasile, nel 1962 ritorna in Italia, si stabilisce a Varese e insegna per alcuni anni all'Istituto d'Arte di Cantù. Dal 1978 risiede a Pesaro. Ha partecipato a prestigiose rassegne d'arte, dalla Biennale di Venezia, a Documentata di Kassel, dal FIAC di Parigi ad Art di Basilea, dalla Biennale di San Paolo alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Scultura di Carrara. (nell’immagine: G.Vangi, Duemilaundici, bronzo) Mostra: Vangi. Opere 1994-2014 Sede: MACRO Testaccio, p.za O. Giustiniani 4, Roma Periodo: 19 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015 Orario: da martedì a domenica dalle 16 alle 22 Catalogo: Silvana editoriale

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Roma, Palazzo Sciarra American Chronicles: the Art of Norman Rockwell di Antonietta Di Vizia La mostra, per la prima volta in Italia, ripercorre la produzione di uno dei più acuti osservatori e narratori della società statunitense, che gli è valsa l’appellativo di "Artista della gente".Un viaggio esaustivo nella produzione di Norman Rockwell, in mostra più di cento tra dipinti, documenti e fotografie e la raccolta completa delle 323 copertine originali del noto magazine The Saturday Evening Post. Questo importante appuntamento a Palazzo Sciarra a Roma, fino all’8 febbraio 2015 è curato da Stephanie Plunkett (Chief Curator del Norman Rockwell Museum) e Danilo Eccher (Direttore della GAM di Torino) ed è promosso dalla Fondazione Roma, organizzato dal Norman Rockwell Museum di Stockbridge, Massachusetts, e dalla Fondazione Roma-Arte-Musei, in collaborazione con La Fondazione NY e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma. Una retrospettiva sul percorso creativo di Norman Rockwell (1894-1978), artista statunitense che con il suo talento ha illustrato la storia di un’America da lui stesso sognata. Le sue illustrazioni, minuziose e lievi, dirette al cuore più che alla mente, hanno descritto per più di cinquant'anni (dagli anni Dieci agli anni Settanta), sogni, speranze ed ideali, riflettendo e allo stesso tempo influenzando comportamenti e pensieri degli americani del XX secolo. Nelle sue tavole emergono personaggi positivi, rassicuranti, fiduciosi, familiari e proprio perché tali, coinvolgenti. L’osservazione della realtà in Rockwell si fa pittura e al contempo storia; la storia di un mito, quello americano, che va ben oltre il confine degli Stati Uniti. L’artista alterna la spensieratezza delle origini, racchiusa nell’espressione di un fanciullo che fugge per una marachella – ad esempio No swimming del 1921 – alla bambina afroamericana che, per avvalersi del suo diritto all’istruzione, viene scortata a scuola: The Problem We All Live With del 1964, opera emblematica che riflette il dramma dell’apartheid. Una bella mostra che ci narra del sogno americano, ma anche un modo per conoscere meglio la grande influenza del modello Usa nel nostro paese e per non fare del passeggio e dello shopping l’unica ragione per fare un giro in centro città. Mostra: American Chronicles: the Art of Norman Rockwell Sede: Palazzo Sciarra - Roma Periodo: dall’11 novembre all’8 febbraio 2015

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ENOGASTRONOMIA

Le Ostie di Agnone di A.M.

Le ostie di Agnone o le ostie ripiene (in dialetto molisano "ostie rechiene") un dolce molisano di antica tradizione che un tempo impegnava le famiglie per quasi un mese intero: sgusciare e tritare mandorle e noci, preparare le ostie con il ferro e farcirle a due a due richiedeva cura certosina e infinita pazienza. Vi proponiamo la ricetta del dolce tipico delle festività natalizie: le ostie ripiene di cioccolato e noci. Essa fa parte delle ricette che la tradizione agnonese ha tramandato fino ai giorni nostri. Grazie alla Nonna Maria, questa ricetta riecheggia anche tra le mura della nostra casa Romana, e quando si avvicina il Natale,il ricordo si fa intenso e commovente . Per realizzarle è indispensabile avere il ferro tipico per la preparazione delle cialde necessarie alla ricetta, oppure, come nel nostro caso, è sufficiente acquistarle da una delle tante famiglie che in quel di Agnone le realizza, applicandoci lo stemma di famiglia. Comunque sia, vi forniamo la ricetta anche per realizzare le cialde fatte in casa, nell'eventualità che voi abbiate il ferro necessario. INGREDIENTI: per 50 cialde (dunque 25 ostie) 250 gr di farina, 375ml di acqua; 1/2 cucchiaio di olio di oliva; un pizzico di sale. PROCEDIMENTO: con gli ingredienti elencati preparare una pastella liscia e omogenea. Mettere a scaldare il ferro a lungo (una volta si poneva sui carboni, oggi sul gas), da ambo i lati. Aprirlo, ungerlo e versare al centro un cucchiaio di pastella, chiudere subito e lasciare cuocere per alcuni secondi. Staccare delicatamente l'ostia ottenuta e, con le forbici, ritagliare la parte uscita fuori dal ferro. Mettere l'ostia calda sotto un peso per evitare che si deformi raffreddandosi. PER IL RIPIENO: • 600 gr di noci e mandorle sgusciate e tritate; •250gr di miele grezzo; 150gr di zucchero; •100gr di cioccolato fondente tritato; •100gr di cacao amaro; •aromi a scelta: cannella, arancia, limone, o un cucchiaio di caffè macinato.

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SVOLGIMENTO:In una casseruola sul fuoco, sciogliere il miele, aggiungere lo zucchero, il cacao, il cioccolato e il cucchiaio di caffè. A fuoco spento quando l'impasto è tiepido, unire la frutta secca, facendo amalgamare il tutto.Cospargere una cialda col ripieno, aiutandosi con una forchetta e posizionarci sopra l'altra, in chiusura, come in figura.Lasciarle poi raffreddare e riposare in luogo fresco e asciutto, posizionate l'una sopra l'altra, e sotto la forza di un peso, che può essere un piatto in ceramica, o, come una volta una mattonella.Ecco a voi il risultato finale...un dolce dal sapore antico ma di grande golosità...! N.B: Durante la farcitura, il preparato per le ostie deve restare sul fuoco bassissimo e di tanto in tanto mescolato, in modo che sia sempre lavorabile con facilità.Lo zucchero rende l'impasto più consistente, una dose minima (un cucchiao circa) serve per tenere unite le ostie, ma il rimanente può essere sostituito dal miele.Le mandorle vanno sgusciate, spellate e tostate nel forno. Ecco a voi il risultato finale...un dolce dal sapore antico ma di grande golosità...! Agnone è in Molise provincia di Isernia

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LIBRERIA

Antonio Tessitore, Pietro Cuccaro

Ogni Volta che chiudo gli occhi

Sogni e incubi di un leone nella gabbia della SLA a cura della redazione

Il testo, breve e toccante, è una raccolta di immagini, sensazioni, sogni, dolori e speranze di un ragazzo come tanti che, proprio quando la vita cominciava a diventare ciò che lui aveva sempre sognato, è stato catapultato in un incubo. Un incubo da cui non si è ancora svegliato. Un giovane sfortunato che racconta i suoi pensieri nelle sedute di psicoterapia che sono alla base di questo libro: pagine brevi e intense, lampi di memoria, che fanno riflettere il lettore. Antonio Tessitore - “ha 37 anni. Nel 2003 la sua mano comincia a non rispondere più ai comandi. Dopo una Via Crucis fra ospedali, analisi e ricoveri, gli viene riscontrata la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Lui non la chiama “diagnosi” ma “sentenza”.Da allora, superato un primo periodo di confusione, Antonio si impegna in battaglie sociali per il riconoscimento dei diritti essenziali dei malati SLA. È stato referente territoriale dell’“Associazione Luca Coscioni” e di numerose associazioni di malati, fra le quali la Icomm. Fra il 2008 e il 2010 ha ricoperto la carica di assessore alla Sicurezza e alla Disabilità del Comune di Villa Literno (CE). Attualmente è presidente della sezione Aisla Napoli-Caserta”. Pietro Cuccaro -“ha 33 anni.Giornalista freelance, si è laureato con lode in Comunicazione all’Università “La Sapienza” di Roma, discutendo una tesi sull’attività giornalistica delle persone affette da LIS (Locked-In Syndrome). Da oltre dieci anni si divide fra l’attività di pubblicista (scrivendo in particolare di ecologia, mafie e integrazione) e di comunicatore pubblico per enti e manifestazioni. Cura a titolo di volontariato l’ufficio stampa di numerose associazioni che lavorano nel mondo del no profit. Per tale attività nel 2007 ha ricevuto il “Premio Sciacca” in Giornalismo. Questo è il suo primo libro”.

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Elena Paruolo

LE LETTERATURE PER L’INFANZIA Premi sempre più numerosi, la creazione di centri di ricerca nazionali e internazionali, la traduzione di best-sellers stranieri (primi fra tutti i libri di Harry Potter), la pubblicazione di Enciclopedie e Dizionari, sono tutti indicatori di come la letteratura per l’infanzia - territorio “dall’identità aperta”, dalle frontiere non ben definite sia diventata maggiorenne, e di come stia acquistando sempre più il posto di rispetto che merita nell’Accademia e tra i lettori di tutte le età. Le numerose problematiche e il carattere innovativo della letteratura per l’infanzia sono affrontate in questo volume,dalla struttura prevalentemente dialogata, attraverso una serie di conversazioni con alcuni protagonisti eccellenti di fama internazionale come accademici, scrittori e studiosi di lingua inglese, francese e tedesca. Trasmettendo informazioni sistematizzate e problematizzate, il libro vuole contribuire a una riflessione sullo stato dell’arte e dare una panoramica esauriente dell’ andamento nel tempo di questa affascinante parte della letteratura. Elena Paruolo (Università di Salerno) ha pubblicato numerosi saggi sulla narrativa di Joseph Conrad, sia in volumi collettanei, sia in riviste specializzate (quali L’Epoque Conradienne). È autrice del libro Il mito di Oxbridge. L’università nel romanzo inglese (Edisud, 1992). Attualmente, i suoi interessi vertono in particolare sulla letteratura per l’infanzia. Nell’aprile 2003 - in quanto rappresentante del mondo scientifico dell’Italia - è stata eletta membro effettivo del Comitato Scientifico del Réseau di ricercatori di Littératures d’Enfance (LDE) dell’ Agence Universitaire de la Francophonie (AUF) con cui ha lavorato fino al 2007. Ha presentato relazioni in convegni, nazionali e internazionali, e ha pubblicato saggi. Nel 2009, a Salerno, ha organizzato il convegno internazionale Brave New Worlds. Old and New Classics of Children’s Literatures, di cui ha successivamente curato gli Atti per Peter Lang (2011).

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Affiliazione e Tesseramento FITeL Perché conviene?

Il socio FITeL è consapevole di fare un gesto speciale per valorizzare il tempo libero che, soprattutto in tempi di crisi, diventa sempre più difficile gestire. I Soci sono l’anima della nostra Associazione perchè è grazie a loro che possiamo dare vita ai tanti progetti ed iniziative a livello nazionale e territoriale. Con la tua Tessera FITeL potrai essere protagonista ed accedere alle molteplici attività e servizi: • affermare e promuovere il valore e il ruolo del tempo libero quale elemento di crescita per l’individuo come singolo e nelle aggregazioni sociali; • favorire l’interscambio oggettivo e soggettivo tra i componenti degli organismi affiliati (Cral, Crt e Associazioni) nell’osservanza delle singole autonomie associative e nel rispetto delle comunità internazionali democratiche; • rappresentare gli organismi associati nei confronti dei terzi, a livello locale, nazionale ed internazionale; • sviluppare e tutelare le istanze ed i programmi promozionali indirizzati all’affermazione dell’associazionismo di promozione sociale; • promuovere progetti e servizi per la cultura, lo sport e il turismo sociale, anche con finanziamento pubblico e/o comunitario; • usufruire dell’assistenza fiscale e legale con un’offerta vasta e personalizzata in base all’esigenze dei soci; • stipulare convenzioni, ai sensi della legislazione vigente, con altre Istituzioni pubbliche e/o private, ivi comprese quelle derivanti dalla contrattazione collettiva. Inoltre, l’adesione a FITeL permetterà di avere accesso alle nostre proposte, pubblicazioni, iniziative e servizi scaricabili direttamente dal portale www.fitel.it .

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