Rivista Tempo Libero n. 87

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CULTURASPORTURISMOSERVIZI

TEMPO LIBERO FITeL ‐ UNHCR MARATONAPRIMOMAGGIO

“Lavoro … corsa”

Bimestrale FITeL ‐ Marzo ‐ Aprile 2015 ‐ anno 15° ‐ n. 87

Premio di narrativa FITeL

“Storie inaspettate” RIFORMA DEL TERZO SETTORE Welfare aziendale

Asti, Palazzo Mazzetti

Antichi piaceri Antichi piaceri

Iscrizione al Tribunale di Roma nel Registro della stampa n. 76/2008


Editoriale

LA SFIDA In occasione dell’EXPO 2015, l’obiettivo è quello di trasformare i visitatori del grande even‐ to milanese, in 20 milioni di firme per l’appello all’ONU, riguardante i temi della lotta agli sprechi, sicurezza alimentare e investimenti alla ricerca per dar vita alla cosiddetta Bozza della “Carta di Milano”. Tutto ciò, al fine di creare a livello globale un modello economico e produttivo per uno svi‐ luppo sostenibile in ambito economico e sociale. Per questa ragione si chiede ad ogni orga‐ nizzazione della società civile un impegno per la riuscita dell’iniziativa. Noi come FITeL non solo raccogliamo l’invito a far sentire la nostra voce a tutti i livelli deci‐ sionali in tale direzione, ma nello stesso tempo chiediamo di rilanciare un’altra sfida affin‐ ché la comunità economica europea “non sia solo moneta e regole di Bilancio”, ma anche convivenze civili, tolleranze e welfare. E’ proprio per quanto concerne il Welfare, che entra in scena la FITeL che ne rappresenta per conto di CGIL‐CISL‐UIL e dei Cral e Associazioni ad essa aderenti, un piccolo pezzo di sta‐ to sociale e cioè quello legato “al tempo di non lavoro”. Tale tematica tra l’altro rientra nella dichiarazione universale dell’ONU sui Diritti Umani, di cui gli art. 23 e 24 sanciscono che ogni individuo ha diritto oltre al lavoro, al riposo e allo svago (comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodi‐ che retribuite). Al riguardo occorre, vista la situazione attuale, soprattutto nel nostro Paese, un atto di orgoglio per ripristinare le conquiste che man mano stanno venendo meno. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Infatti è necessario che tutti i soggetti interessati, istituzionali e corpi intermedi debbano ricominciare a pensare, in questa nuova fase di relazioni sociali e industriali, ai veri valori europei e occidentali mettendo al centro della loro azione la “persona”in qualità di risorsa umana, per uscire dalla crisi. La FITeL al riguardo, a seguito di approfondite ricerche e riflessioni al sta cercando di elabo‐ rare al suo interno, una proposta sul Welfare Aziendale, utile per avviare un incontro‐ seminariale con i promotori CGIL‐CISL‐UIL e le sue articolazioni categoriali e territoriali. Tutto ciò al fine di ripristinarlo dove è stato sottratto o rilanciarlo ove è possibile attraverso la contrattazione ai diversi livelli, e nel contempo l’idea è quella di pensare ad un nuovo modello organizzativo FITeL per il suo reale decollo. Contestualmente, la FITeL Nazionale continua unitamente alle sue strutture territoriali, no‐ nostante la crisi in atto, non solo a riconfermare, ma addirittura ad ampliare le sue iniziative inerenti sport, turismo e cultura, concorrendo così con la sua attività, ad investire in settori utili per la qualità della vita della persona umana, oggi sacrificati a causa dei tagli non sem‐ pre ben mirati dagli organi competenti, cercando anche di mantenere quel poco di occupa‐ zione delle maestranze nel comparto. Concludo ricordando il preciso impegno della nostra Federazione in direzione della “solidarietà” che rientra nel DNA stesso della FITeL che si manifesta attraverso l’operatività dei protocolli di intesa con Telethon, Libera e l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati politici.

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www.fitel.it ‐ www.fitel‐lazio.it

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Il concorso di narrativa “Storie inaspettate”, vuole raccogliere la “passione letteraria” degli appassionati della prosa e precisamente del racconto breve.

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Progetto grafico di Daniela Boccaccini 6


SOMMARIO

EDITORIALE

di Giovanni Ciarlone ATTUALITA’ 11 Ascoltate le madri siriane per capire il dramma e la forza dei rifugiati di Federico Clementi 14 “Quella dei rifugiati e’ la storia urgente dei nostri tempi” di Giovanni Ciarlone 16 Stefano Daneri subentra a Luigi Pallotta nella FITeL a cura della redazione 17 Riforma del Terzo Settore: approvata dalla Camera si attende l’approvazione al Senato di Stefano Daneri 20 “storie inaspettate” di Ernesto D’Ambrosio 23 Welfare aziendale, dai libri di scuola al dentista ecco i servizi per i dipendenti di Alfredo Magnifico 25Più welfare per accresce il benessere e liberare il tempo delle donne. di Rossella Ronconi 26 Tunisi: attentato alla cultura, al turismo e alla civiltà. Forte condanna dal Social Forum Mondiale di Silvano Sgrevi 28 “Omicidio Stradale” di Mario Caiulo

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TERRITORIO ‐ CRAL ‐ ASSOCIAZIONISMO Piemonte 30 Rassegna Teatro Amatoriale “Sergio Uliano”

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34 Cammina e corri a cura della redazione

Emilia Romagna 35 Il circolo Giuseppe Dozza nella storia di Bologna di Angiolo Tavanti 38 nuovo campus universitario nell’area del Circolo dei Lavoratori della Difesa (Due Torri) di L. M. 39 disposizioni del comune di Bologna alle associazioni iscritte all’albo di L. M.

Lazio

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40 Maratonaprimomaggio “Lavoro...in corsa”

Umbria 42 Sinergie tra Borghi per rilanciare il turismo

Campania 43 WalkOfLIFE Napoli

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Sicilia

44 Fitel Sicilia corre insieme a Telethon per combattere le malattie genetiche rare. di Daniela Sangiorgio

VOLONTARIATO E TERZO SETTORE 46 Donare il 5 x mille alla FITeL a cura della redazione 48 Sicurezza nella gestione dei locali e delle Attivita’ delle associazioni di Loris Mingarini

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SPORT 49 Maratona primo maggio “Lavoro ... in corsa” a cura della redazione

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CULTURA 51 “Concertone” 1° maggio a Roma

52 Nowruz (nuovo giorno) di M. Zarbafian Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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53 Il diritto europeo in materia di parità di genere, antidiscriminazioni e su congedo di maternità e paternità di Silvana Paruolo 58 Midas: i colori e gli ori di Joseph Pace di T. B.

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TURISMO 60 Italia‐Iran: sottoscritto protocollo di collaborazione culturale di Teresa Blandamura

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TEATRO 61 Al teatro Porta Portese ”Lampedusa ‐ Austine e Selima” di A. Di V.

CINEMA 62 L’arte come unica strada di liberazione di Loretta Masotti 63 Un film africano entra per la prima volta nella cinquina degli Oscar. di L. M. 64 Nordic Film Fest “Ingrid Bergman: 100 anni dopo” di A. Di V.

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MOSTRE 65 Conegliano (TV), Palazzo Sarcinelli La poesia della realtà di A.S.

66 Asti, Palazzo Mazzetti Antichi piaceri A.S.

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67Rovigo. Palazzo Roverella Angeli e demoni A. S.

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68 Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti Dolci fragili sculture A.S. 69 Urbino, Palazzo Ducale La stanza delle meraviglie di A. S. 70 Bologna, Palazzo Fava Sette secoli d’arte di A. S. 71 Roma, Palazzo del Quirinale Sala dei Corazzieri Storie parallele di A. S.

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LIBRERIA 72 Tiziana Colusso La manutenzione della meraviglia. Diari e scritture di viaggio a cura della redazione

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73 Manuela Alessandra Filippi “Le chiavi per aprire 99 luoghi segreti di Milano” Milano la città dell’Expo tutta da scoprire di Antonietta Di Vizia 74 Marco Scotti “Codice Amazon” Trucchi e segreti dell’azienda che ha rivoluzionato lo shopping. di A. Di V.

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ENOGASTRONOMIA

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75 Torta salata alla maniera Umbra a cura della redazione

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CULTURASPORTURISMOSERVIZI

TEMPO LIBERO Direttore ‐ Giovanni Ciarlone Direttore Responsabile ‐ Rossella Ronconi Capi Redattori ‐ Alfredo Magnifico, Stefano Daneri, Silvano Sgrevi Segretaria di redazione ‐ Monia Citarella Redazione ‐ Aldo Albano,Teresa Blandamura, Mario Caiulo, Daniela Sangiorgio, Ferruccio Valletti. Anno 15° n. 87 Marzo/Aprile 2015 A questo numero hanno collaborato Ernesto D’ Ambrosio, Antonietta Di Vizia, Loretta Casotti, Silvana Paruolo, Aldo Savini, Mortesa Zarbafian . Aldo Savini. Direzione e redazione C/o FITeL ‐ Via Salaria, 80 ‐ 00198 Roma tel. 06 85353869—06 8411063 E‐mail: nazionale@fitel.it ‐ www.fitel.it Fotocomposizione e pubblicazione ‐ nazionale@fitel.it Tempo Libero è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella cita‐ zione delle fonti, delle illustrazioni e dei brani riprodotti. Bozzetti e manoscritti, anche se non utilizzati non verranno restituiti. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Attualità

ASCOLTARE LE MADRI SIRIANE PER CAPIRE IL DRAMMA E LA FORZA DEI RIFUGIATI “Le donne siriane rifugiate sono il collante di una società in completo disfacimento. La loro forza è straordinaria, ma loro lottano da sole. Le loro voci ci rivolgono un appello di aiuto e protezione che non possiamo ignorare” Angelina Jolie ‐ inviato speciale UNHCR di Federico Clementi* Quando il Presidente Ciarlone mi ha proposto di scrivere un articolo per presentare la partnership tra l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e la FITEL ho accettato con grande entusiasmo. Questo perché da un lato siamo molto felici di ricevere il sostegno della Federazione, a maggior ragione in questa drammatica fase storica nella quale è ancora più prezioso e fon‐ damentale l’aiuto di tutti. Dall’altro lato, soprattutto, vorremmo cogliere l’opportunità di parlare del dramma vissuto oggi da 46,3 milioni di rifugiati, sfollati e apolidi, ovvero le persone che l’UNHCR aiuta quoti‐ dianamente in 123 paesi del mondo assicurando loro un rifugio, cibo, acqua e cure mediche e tutti i beni essenziali per la sopravvivenza. Stando a fianco di ciascuno di loro per aiutarli a superare il trauma della fuga forzata e ritornare gradualmente alla vita normale, attraverso l’istruzione e la formazione professionale. Aiutando i rifugiati a tornare a casa o ad essere accolti in un paese terzo. Un rifugiato non è solo una persona che, senza avere nessuna colpa, da un momento all’altro ha dovuto abbandonare la sua casa e la sua terra per salvarsi la vita. Non è soltanto qualcuno che ha perso ogni certezza nella sua vita: la casa, il lavoro, gli affetti. Un rifugiato è anche e soprattutto una persona dotata di una forza e di una dignità straordi‐ narie. Un esempio perfetto di questa resilienza sono le madri siriane. Sono loro la forza trainante e la colla che riesce a tenere insieme una società che ogni giorno rischia di spezzarsi sotto le bombe. Sono loro la certezza a partire dalla quale iniziare a ricostruire il futuro di un paese messo in ginocchio da una guerra orribile, entrata da poche settimane nel suo quinto anno. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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E sono sempre loro, insieme ai bambini, a pagare il prezzo più alto del conflitto: dei quasi 4 milioni di persone che negli ultimi 4 anni hanno dovuto abbandonare la Siria a causa della guerra, 4 su 5 sono donne e bambini. Queste madri, ogni giorno, lottano per la loro sopravvivenza e per quella dei loro bambini. E lo fanno da sole: spesso i loro mariti sono stati uccisi o sono dispersi.

Come Hinda, una donna che dall’inizio della guerra è rimasta sola con tre figli piccoli. Oggi ha trovato rifugio nel campo di Basirma, nel nord dell’Iraq, dove vive con i suoi bambini nel‐ la tenda che l’UNHCR le ha fornito. Una tenda che è diventata la sua casa e nella quale lavo‐ ra. Hinda, infatti, fa la sarta e guadagna 500 pound siriani al giorno, cioè poco più di 3 euro. Come centinaia di migliaia di madri siriane, Hinda oggi deve fare affidamento sugli aiuti u‐ manitari dell’UNHCR per sopravvivere. E allo stesso modo di tantissime altre mamme siriane, Hinda è fiera e orgogliosa del suo lavoro e della sua battaglia per dare da mangiare ai figli, farli studiare e assicurare loro un futuro migliore. Ma il suo appello, come quello di tutte le madri siriane, non deve rimanere inascoltato. Forse non esiste un esempio migliore di quello delle madri siriane per far capire quello che oggi vivono 51 milioni di persone costrette alla migrazione forzata. Il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale. Come ricordato dal Presidente Ciarlone nel suo articolo, la storia dei rifugiati è la più urgente dei nostri tempi. Una storia drammatica ma che ciascuno di noi ha la possibilità di cambiare anche con un piccolo gesto. “Una persona può fare la differenza”, come ha ricordato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres. Siamo sicuri di aver trovato in Fitel, e in ciascuna del‐ le persone che ne fanno parte, il partner che saprà ascoltare e capire l’enorme valore rac‐ chiuso in questa frase. *Responsabile raccolta fondi UNHCR in Italia

Sostieni UNHCR – dona ora e diventa un Angelo dei Rifugiati Visita il sito www.unhcr.it o contatta il numero verde 800.298.000

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FITEL SOSTIENE L’AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI

“QUELLA DEI RIFUGIATI E’ LA STORIA PIU’ URGENTE DEI NOSTRI TEMPI”. di Giovanni Ciarlone Ci sono momenti nei quali aiutare chi, senza alcuna colpa, si ritrova a dover lasciare la pro‐ pria casa per salvarsi la vita, non è solo un dovere ma anche un onore e in qualche modo un piacere. Soprattutto per un’associazione come la nostra che in questi anni si è impegnata cercando sempre di coniugare una dimensione ludica con una sociale. E’ con grande orgoglio che vor‐ rei presentare a tutti gli associati l’accordo che la FITEL ha raggiunto con l’Alto Commissa‐ riato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Fondata nel 1951, l’UNHCR ha il mandato di guidare e coordinarela protezione dei rifugiati in 123 paesi del mondo. Per il suo lavoro umanitario l’Agenzia ha vinto due Premi Nobel. Tra le principali organizzazioni umanitarie al mondo, oggi si occupa di 46,3 milioni di rifugia‐ ti, sfollati e apolidi. Gente la cui vita è stata stravolta dalla guerra e dalla violenza. Persone che da un momento all’altro hanno perso tutto: casa, affetti, lavoro, beni materiali. L’UNHCR aiuta queste persone sin dalla fase di emergenza, garantendo un rifugio, cibo, ac‐ qua e cure mediche e tutti i beni essenziali per la sopravvivenza. Si impegna per dare ai rifu‐ giati istruzione e formazione professionale, fattori essenziali per ricostruire un futuro. Lavo‐ ra per aiutare i rifugiati a tornare a casa o a essere accolti in un paese terzo. Per portare avanti un lavoro cosìimportante l’organizzazione ha bisogno di sostegno da par‐ te di tutti, tanto dei Governi quanto dei donatori individuali, delle aziende e delle associa‐ zioni come la nostra. Per questa ragione abbiamodeciso dicollaborare concretamente con l’UNHCR, sostenendo la loro attività di sensibilizzazione e raccolta fondi, supportando le loro campagne e il lavoro dei dialogatori nell’ambito del programma chiamato “Face to Fa‐ ce”. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Si tratta, quest’ultima, di un’attività basata sul dialogo diretto tra un team di persone dell’UNHCRriconoscibili da una pettorina e da chiunque vorrà ascoltare le storie dei rifugiati e le azioni che l’Agenzia svolge per proteggerli e magari decidere di diventare un “Angelo dei Rifugiati”, ovvero un donatore regolare. iamo molto contenti di accogliere la squadra dell’UNHCR a tutte le nostre principali manife‐ stazioni ed eventi in quanto crediamo che la loro attività di sensibilizzazione e raccolta fondi possa essere veramente importante e di aiuto per chi sta vivendo il dramma della fuga for‐ zata. Come ho avuto modo di leggere in uno dei documenti dell’UNHCR, la storia di chi è stato costretto a fuggire per salvarsi la vita è la storia più urgente dei nostri tempi. E riguarda 51 milioni di persone nel mondo.Sono certo che ciascuno di noi saprà ascoltarla, cosìcome mi auguro dal profondo del cuore che la nostra organizzazione nel suo complesso e ciascuno di noi, nel suo piccolo, possa contribuire a dare una speranza ai rifugiati.

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Stefano Daneri subentra a Luigi Pallotta nella presidenza della FITeL a cura della redazione Il Consiglio Nazionale della Fitel del 13 marzo scorso, tenutosi presso la CGIL Nazionale, ha deliberato l’ingresso nel comitato di Presidenza di Stefano Daneri nato ad Ancona nel 1948 dove, dopo aver conseguito la laurea in Lingue e letterature straniere ha iniziato la sua car‐ riera sindacale Nel 1979 viene eletto segretario generale della Camera del Lavoro di Ancona e nel 1984 segretario generale aggiunto della Cgil regionale delle Marche. Nel 1988 viene chiamato dalla Cgil nazionale a ricoprire la responsabilità delle politiche meridionali. Nel cor‐ so degli anni, assume altri incarichi, tra cui, dal 2006 al 2010, quello di Coordinatore del Col‐ legio Ispettivo. Negli ultimi tredici anni è stato responsabile delle politiche sociali e del Terzo settore. L’ingresso di Daneri nella FITeL avviene in sostituzione del già presidente Luigi Pallotta che per capacità e abilità ha saputo condurre la Federazione del Tempo Libero, prima come pre‐ sidente e successivamente come membro della stessa presidenza, a cui la Fitel rivolge un sentito ringraziamento. La rivista Tempo Libero ringrazia Luigi Pallotta e augura buon lavoro a Stefano Daneri.

Consiglio Nazionale FITeL

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Stefano Daneri

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RIFORMA DEL TERZO SETTORE:

approvata dalla Camera si attende l’approvazione al Senato di Stefano Daneri

Il testo di riforma del Terzo settore approvato alla Camera delega il governo ad emanare decreti legislativi che abbiano come fine il sostegno alla libera iniziativa dei cittadini che si associano per produrre beni e servizi volti a favorire lo sviluppo del capitale umano attra‐ verso la promozione delle persone, l’inclusione sociale e lavorativa delle fasce di popolazio‐ ne più deboli, attuando gli articoli 2,3,18 e 118 della Costituzione. Il testo contiene anche una definizione chiara di Terzo settore rafforzandone l’identità con la revisione del Codice Civile; l’individuazione delle attività solidaristiche e di interesse ge‐ nerale che caratterizzano gli enti; la definizione di criteri organizzativi e amministrativi co‐ muni che garantiscano trasparenza, partecipazione, pari opportunità; la riorganizzazione del sistema di registrazione degli enti prevedendo l’istituzione di un Registro unico del Ter‐ zo settore. Il testo di legge, inoltre, traccia le linee di riforma della disciplina vigente in attività di volon‐ tariato e di promozione sociale con l’indirizzo di armonizzare e coordinare le leggi di setto‐ re. Viene riaffermato il principio di gratuità che sta alla base dell’impegno di chi si dedica alla attività di volontariato. Viene previsto, inoltre, un impegno di diffusione della cultura del volontariato fra i giovani insieme al riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite dai volontari. L’articolo cinque, inoltre, definisce le linee di riforma dei Centri di servizio per il volontariato e degli Osservatori nazionali per il volontariato e per l’associazionismo di promozione sociale. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Sulla base di questi presupposti i decreti legislativi cambieranno il profilo istituzionale, orga‐ nizzativo, gestionale e operativo dell’intero e variegato settore, rispettando nel contempo le tante specificità in esso presenti. Con il voto della Camera si è compiuto un primo significativo atto che rafforza e riordina una legislazione, ormai datata, prodotta nel corso dei decenni che si è limitata a regolare le tante forme di volontariato, di promozione sociale e di cooperazione che si venivano a svi‐ luppare nel paese. Il testo, però, su alcuni importanti temi registra seri limiti e ambiguità che speriamo venga‐ no corretti nel corso del passaggio della legge al Senato. A questo proposito una valutazione particolare merita quanto previsto in materia di Impre‐ sa sociale. La revisione della disciplina in materia di impresa sociale che viene delineata in previsione di appositi decreti legislativi, aggiunge elementi peggiorativi al decreto legislati‐ vo 155/2006. Le modifiche proposte accentuano con forza il carattere commerciale dell’impresa senza rafforzarne la funzione sociale che motiva e giustifica i benefici fiscali e i sostegni economici previsti. La previsione di forme di remunerazione del capitale sociale e di ripartizione degli utili, la ridefinizione delle categorie dei lavoratori svantaggiati in funzione dell’impresa sociale, la possibilità per le imprese private e per le amministrazioni pubbliche di assumere cariche sociali negli organi di amministrazione delle imprese sociali, la possibilità di accedere a for‐ me di raccolta di capitali di rischio e di godere di misure agevolate volte a favorire gli inve‐ stimenti di capitale sono tutti elementi che contribuiscono a definire un soggetto nuovo nel campo dell’economia sociale. Il quadro completo si ha mettendo insieme le modifiche che ho richiamato a quanto già previsto dal decreto legislativo155/2006 sia in materia di confe‐ rimento della qualifica di impresa sociale sia sulla possibilità di utilizzare il lavoro volontario. Il limite più grave che non è stato superato nel corso dei diversi passaggi, nonostante speci‐ fiche richieste da parte delle organizzazioni sindacali, è quello riguardante la questione del‐ la tutela e della valorizzazione del lavoro. Nel testo si possono trovare solo riferimenti gene‐ rici alla partecipazione e al coinvolgimento dei lavoratori sia in riferimento al Terzo settore sia in riferimento all’impresa sociale. In questo modo si perde l’occasione per regolarizzare il lavoro in un settore dove vanno rafforzate le tutele di chi vi opera e per definire forme avanzate di partecipazione alla organizzazione del lavoro e alla gestione dell’impresa. L’altro campo di intervento che va rivisto riguarda la titolarità delle funzioni di promozione, indirizzo,vigilanza e controllo sugli enti del Terzo settore e sull’impresa sociale. Il coordina‐ mento delle politiche di governo e delle azioni di promozione e di indirizzo vengono svolte

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dalla Presidenza del Consiglio dei ministri; le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sono affidate al Ministero del lavoro e delle politiche sociali insieme al compito di promuo‐ vere l’adozione di forme di autocontrollo e di predisporre linee guida in materia di bilancio sociale e di sistemi di valutazione di impatto sociale. Le funzioni citate devono essere svolte da un unico soggetto a cui chiedere competenze adeguate, terzietà e produttività. Il terzo settore rappresenta un mondo variegato e com‐ plesso, la riforma presentata introduce notevoli cambiamenti al modo di essere e di opera‐ re degli enti, il rilancio dell’impresa sociale con le modifiche proposte al decreto legislativo 155/2006 mette in moto una forma inedita di impresa. Si apre, in buona sostanza, una fase nuova e complessa che richiede la costituzione di strumenti in grado di contribuire a gover‐ nare i processi che si stanno mettendo in moto. Per queste ragioni la proposta avanzata da Cgil‐Cisl‐Uil di costituire una apposita Authority corrisponde, più di altre, alle esigenze di un rinnovato e più dinamico contesto in cui si pro‐ ducono servizi di utilità sociale. Le giuste posizioni espresse all’interno del terzo settore in questi mesi di discussione della legge e le richieste avanzate dalle forze sociali hanno trovato fino ad oggi una scarsa acco‐ glienza. Il dibattito parlamentare e la definizione dei decreti legislativi devono accogliere modifiche tese a migliorare la riforma evitando che si snaturi il valore solidaristico che ha caratterizzato l’impegno delle organizzazioni di Terzo settore nel corso dei passati decenni.

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“STORIE INASPETTATE”

( OVVERO UN PREMIO DI NARRATIVA )

di Ernesto D’Ambrosio

In un passo delle Meditazioni sul Chisciotte (1914), José Ortega y Gasset, uno dei più im‐ portanti filosofi europei di lingua spagnola, afferma : “…c’è un’ora in cui si desidera essere se stessi e l’inaspettato (inesperado), se stessi e il momento in cui la porta che prima e do‐ po dà sull’ingresso si socchiude lentamente per lasciarci vedere il prato dove nitrisce l’unicorno.” Qualche critico ha voluto dare a tale affermazione un significato ristretto, limi‐ tato, magari, al fantastico, al genere letterario fantasy. In verità, pensando anche a tutta la simbologia collegata all’unicorno – la cantautrice Lady Gaga l’ha tatuato sulla sua gamba come simbolo della libertà d’espressione – ciò che disse Ortega y Gasset va inteso nel sen‐ so più ampio possibile, come desiderio ‐ per chi si accinge a scrivere, a narrare ‐ di non limitare lo spazio in cui vagare , affermando sempre e comunque la propria unicità, origina‐ lità. E’ questo il senso che la FITeL ha voluto assegnare al premio di narrativa, indetto per il 2015. Storie inaspettate,quindi, non già come il risultato di una scelta di un genere ‐ che poi non esiste – di porre palizzate e inutili confini a chi desidera partecipare a un premio di narrativa con una propria creazione. No. Storie Inaspettate come campo aperto e libero in cui esercitare, nel miglior modo possibile, certo, l’istinto di narrare. Un istinto antico quan‐ to l’uomo. Decine di migliaia di anni fa, quando la mente umana era giovane e i nostri progenitori an‐ cora poco numerosi, ci raccontavamo storie. E ora, decine di migliaia di anni dopo, ora che la nostra specie domina in tutto il pianeta, la maggior parte di noi discute intorno ai miti sull’origine delle cose e ancora ci emozioniamo per una sbalorditiva quantità di racconti di finzione che leggiamo sui libri, vediamo a teatro o sugli schermi: storie di crimini, storie di sesso, storie di guerra, storie di intrighi, storie vere e storie false. Abbiamo, come specie, una vera dipendenza dalle storie. Anche quando il nostro corpo dorme, la mente sta sveglia tutta la notte, narrando storie a se stessa. Le storie sono per gli esseri umani ciò che è l’acqua per i pesci, cioè vi sono immersi ma è un fatto impalpabile. Mentre il nostro corpo rimane costantemente ancorato a un punto specifico dello spazio‐tempo, la nostra mente è sempre libera di vagare in mondi immaginari. E lo fa in continuazione. Ecco, quindi, qual è stato il punto di partenza dell’ipotetica architettura di questo premio di narrativa : l’ Homo fictus, quella grande scimmia antropomorfa capace di raccontare storie, così definita da Edward Morgan Forster (in Aspetti di un romanzo,Garzanti, 1991). Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Al di là di chi e di quanti parteciperanno a tale premio, è evidente che l’obiettivo di chi lo ha indetto è il coinvolgimento di quante più persone possibili , sapendo che l’interesse che si va a sollecitare è universale, diffuso quanto neanche si riesce a immaginare, antico quan‐ to l’uomo.

I Perché il racconto, piuttosto che il romanzo o la poesia, come scelta di questo Premio di narrativa?

Intanto, abbiamo riportato nel logo una frase di Boccaccio nel Prologo al Decamerone, che dichiara le sue intenzioni – cento novelle diverse per ambientazione e genere – segnando il punto di arrivo di un processo lungo e articolato, ma anche un punto di svolta, a partire dal quale la novella ( che all’inizio del Novecento assumerà il nome di racconto ) viene istituzio‐ nalizzata. Tutte le forme di narrativa breve – le parabole, le biografie dei santi o dei poeti, la tradizione orientale da Mille e una notte, gli exempla dei predicatori, etc. ‐ , tutto questo serbatoio di forme diverse per destinatario e diffusione viene ricondotto a un unico appel‐ lativo : la novella. Grazie al Boccaccio il genere assume una vera e propria coscienza di sé. Abbiam voluto sottolineare, con quella citazione, le “nobili” origini del racconto, proprio per evitare che possa venir considerata una scelta “ minore” e di ripiego, magari di più faci‐ le approccio. E’ vero che nel nostro Paese , soprattutto nell’800, la fortuna del genere no‐ vellistico viene offuscata dall’incalzare della grande stagione del romanzo, ma in ambito europeo i nomi dei grandi maestri del racconto ( Cechov, Gogol’, Kafka, solo per citarne al‐ cuni )hanno mantenuto ben salda la propria egemonia. Nel novecento si affermano oltreo‐ ceano i più recenti maestri del racconto ( Hemingway, Carver, Borges , Cortazar, Munro ), dove il genere della short story o del cuento corto conosce una stagione di particolare suc‐ cesso. Non è un caso che recentemente Alice Munro sia stata insignita del premio Nobel per la letteratura proprio in quanto “maestra della short story contemporanea”. Perché un racconto breve? E’ difficile quantificare un limite tipografico per una storia : ne esistono di poche frasi come di molte pagine , al punto di collocarsi in una condizione ambigua tra “racconto lungo” e “ romanzo breve”. Noi pensiamo che la brevità non vada considerata in termini numerici, ma come sguardo su “un momento della realtà”( Elsa Morante, Pro o contro la bomba atomica e altri scritti, 1987). E’ opinione diffusa che la forma breve, nelle epoche di crisi, permette di individuare meglio i punti nevralgici della società, può rappresentare una sorta di mimesi della “precarietà” del quotidiano. La sua fruibilità immediata, la spendibilità di un testo che ha un inizio e una fine entro uno spazio circoscritto, riflette con più esattezza le dinamiche della realtà in cui la comunicazione si gioca sulla direttrice della rapidità.

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C’entra anche l’evoluzione dei “supporti tecnici” che veicolano i testi. E‐book reader device, tablet e smartphone, prodotti della rivoluzione digitale, hanno modificato le modalità di circolazione del testo letterario . Il formato ridotto di questi supporti dà più slancio alla for‐ ma narrativa breve. Il racconto, complici proprio la brevità e l’immediatezza, tollera meglio la circolazione in forma digitale e la lettura estemporanea nei ritagli di tempo ( in tram, in sala d’aspetto, in pausa pranzo…).

Non vogliamo dilungarci oltre su tutti gli altri aspetti di questa iniziativa che la FITeL ha messo in campo per il 2015, che appaiono chiari e ben delineati anche nel testo del Regola‐ mento. Sarà la consistenza della partecipazione dei narratori e la qualità dei loro racconti a sancire la bontà di una scelta che a noi sembra straordinaria e attuale anche solo nell’intenzione di promuoverla.

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Welfare aziendale, dai libri di scuola al dentista ecco i servizi per i dipendenti

di Alfredo Magnifico Con la crisi economica che assottiglia le buste paga degli italiani e la spending review che taglia i fondi a disposizione dei servizi pubblici, sono sempre più numerose in Italia le impre‐ se che decidono di sottoscrivere accordi per offrire ai propri dipendenti pacchetti di beni e servizi gratuiti o a prezzi molto calmierati, in alternativa agli aumenti salariali, confezionare con accordi aziendali pacchetti di contributi "in natura", perché restano fuori dal reddito soggetto alle normali aliquote fiscali. Quando si parla di welfare aziendale non si può non citare il ruolo dei CRAL e dei Dopolavo‐ ro o le storia dell'Eni, della Olivetti della FIAT che hanno sempre profuso nel settore, consi‐ derando il benessere dei dipendenti e il loro senso di appartenenza all'azienda, valori su cui investire: libri scolastici per i figli, dentista, rimborsi chilometrici da casa al lavoro, assistenza medica per i familiari , esami specialistici, parcella per il parto cesareo, le vacanze invernali, le colonie estive ,i quartieri per i dipendenti a due passi dagli uffici, la Befana che portava i regali ai più piccoli, la medaglia d'oro per i 25 anni di attività, i buoni benzina, la scuola, il ni‐ do, il centro sportivo. La Ducati Motors è l’ultimo in ordine di tempo ad aver rinnovato le proprie politiche di welfare aziendale. Il modello di riferimento scelto per il nuovo accordo integrativo, per i lavoratori introduce diversi benefici. Da un lato viene riconosciuta ai dipen‐ denti una maggiore partecipazione in fabbrica, con commissioni paritetiche e un ruolo attivo delle rsu. Dall’altro sono previsti borse di studio, permessi per conciliare l’impiego con le esi‐ genze della famiglia, servizi di assistenza all’infanzia. Una scelta di puntare sul benessere dei lavoratori a contemporaneo vantaggio dell’azienda. La Basf. ha siglato con Cgil e Cisl un accordo per riconoscere ai dipendenti una serie di van‐ taggi, tra cui borse di studio per finanziare l’acquisto dei libri scolastici per i figli dei dipen‐ denti: 300 euro per chi va all’università, 200 euro per le scuole medie superiori e 100 per le medie inferiori. Inoltre, ai lavoratori che a loro volta tornano a studiare saranno garantite 180 ore triennali di permessi retribuiti, il 20% in più di quanto prevede il contratto nazionale di categoria, e tutti gli assunti potranno chiedere l’aspettativa in caso di malattia grave di figli e congiunti, ma anche per lauree e diplomi. In aggiunta viene introdotto un rimborso chilo‐ metrico per il tragitto casa – lavoro.

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Secondo l’azienda la novità va a vantaggio di entrambe le parti, perché i lavoratori, godendo di una qualità di vita superiore, sono più produttivi e fanno meno assenze. “Il tasso di assen‐ teismo in Basf è al 3%, quando la media nazionale è del 7 per cento”. Luxottica, ha introdotto il “carrello della spesa” gratuito, cioè prodotti alimentari distribuiti mensilmente agli 8mila dipendenti. E negli anni successivi ha allargato il raggio di azione of‐ frendo ai lavoratori assunti o a termine altri servizi a costo zero: cure mediche, borse di stu‐ dio, corsi di formazione, orari flessibili per le famiglie. Poi il modello si è diffu‐ so coinvolgendo Wind, Conserve Italia, Ducati, Lamborghini, Camst, CoopAdriatica, Feral‐ pi,Sisal, American Eexspress Atm, Randstad Italia, Ima e Gd., la Berto’s di Tribano, Cucinel‐ li,Vodafone e Tod’s, la griffe vicentina Bottega Veneta. Dal rimborso spese per comprare i libri o pagare la scuola ai figli (dall’asilo nido all’università), all’ anticipo estensivo del Tfr, per ristrutturare la prima casa, sposarsi o comprare la macchina, a formule di sostegno alla geni‐ torialità, nel senso di orari lavoro personalizzati per garantire la conciliazione tra vita fami‐ gliare e lavorativa. alla flessibilità ‐smart working‐ e welfare aziendale, calibrato sulle esigen‐ ze delle famiglie ai tempi della recessione,al pagamento delle cure sanitarie a carico dell’azienda, compreso il latte artificiale per i figli fino al sesto mese di età, all’asilo nido, al baby sitting on demand, alle convenzioni per l’acquisto di elettrodomestici e a un servizio di “sos casa” per risolvere le piccole incombenze domestiche (falegname, elettricista, idrauli‐ co), voucher per l’acquisto di servizi come la palestra o la materna, la lavanderia e il take a‐ way, libri scolastici o la retta dell’università. E la Tod’s, gruppo Della Valle, dal 1998, anno di costruzione della sede marchigiana, mette a disposizione asilo, palestra e mediateca, mentre dal 2012 rimborsa il costo sostenuto per l’acquisto dei testi scolastici per i figli dei lavoratori, fino all’università, e paga le parcelle mediche (dentista e oculista compresi).Il modello con‐ viene a entrambe le parti, perché il valore del contributo “in natura” è più alto rispetto a quanto il lavoratore riuscirebbe ad acquistare con un aumento in busta paga soggetto alle normali aliquote fiscali. L’altra faccia della medaglia, però, è che questa tendenza sembra riportare l’Italia agli anni Cinquanta e Sessanta, prima del Servizio sanitario nazionale, quan‐ do l’Enicostruiva villaggi vacanza per i propri dipendenti e Fiat metteva a disposizio‐ ne colonie al mare e in montagna per i figli e appartamenti ad affitto calmierato. Traghettan‐ do così il Paese verso il modello Usa dello Stato “residuale”, che interviene con programmi ad hoc solo nei casi di estrema povertà e bisogno, mentre la stragrande maggioranza dei cit‐ tadini deve fare ricorso a servizi privati. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Più welfare per accresce il benessere e liberare il tempo delle donne. di Rossella Ronconi Il tempo è tra le cose più importanti che hanno gli individui e le donne, è bene ricordare, ne hanno pochissimo, visto l’enorme quantità di doveri che grava su di loro: la famiglia, la casa, la cura dei figli, in molti casi anche la cura dei genitori anziani e il lavoro. Per dare ad esse il tempo, bisogna promuovere ed incentivare le politiche che aiutano la conciliazione tra lavo‐ ro e vita privata. Ben vengano, allora, le scuole materne, gli asili, babysitteraggi anche azien‐ dali e orari scolastici più idonei, ma serve anche altro, come le strutture per gli anziani, oltre ad una gestione più equilibrata della vita domestica tra coniugi e conviventi, che in famiglia pesa sopratutto sulla donna, dall'andare in lavanderia, all'ufficio postale a pagare le bollette, ad iscrivere i bimbi a scuola o portarli in piscina o a danza. In tempo di crisi e di cambiamento sociale importante che vede il ridimensionamento dell’azione dello Stato nelle politiche di welfare di comunità e di benessere familiare, il wel‐ fare aziendale rappresenta un vantaggio per i lavoratori dipendenti, che godono di benefits non compresi nella busta paga, ma anche per l’aziende che ne traggono utilità fiscale. Negli ultimi anni, anche nel nostro Paese, si sta' sempre più diffondendo, l’offerta di benefits a supporto dell’economia delle famiglie. Anche i sindacati e altri attori sociali, impegnati nel‐ la contrattazione aziendale e sociale decentrata, se prima nutrivano un certo scetticismo, oggi si dimostrano maggiormente interessati a queste formule di integrazione salariale. Sempre più, il welfare non è più elargizione di carattere paternalistico, ma è frutto di con‐ trattazione aziendale, vedi aziende come la Nestlè, Luxottica, l’Enel, la Telecom, il Cral SEA Malpensa o il DLF, ecc . . . che sopratutto attraverso il CRAL (Circolo ricreativo aziendale dei lavoratori) erogano servizi e benefit di sostegno ai lavoratori e alle famiglie. In quanto a nor‐ mativa, l’Italia è ancora indietro rispetto agli altri Paesi europei. Gli articoli 51 e 100 del Te‐ sto Unico sulle imposte sui redditi (legge n° 917/86), definiscono cosa è reddito da lavoro e quali sono i benefici a condizione agevolata. Purtroppo, salvo qualche intervento ad hoc, come nel caso dell’approvazione della legge sulla defiscalizzazione dei buoni pasto elettroni‐ ci, portata da 5,29 a 7 euro, approvata in Parlamento in questi ultimi giorni, non è stato fat‐ to molto in termini di aggiornamento legislativo in materia.

L'Ocse, nel suo rapporto sul benessere osserva: le donne italiane lavorano complessivamente quasi 11 ore a settimana più degli uomini, (una donna lavora 58,6 ore a settimana, un uomo 47,7), ma la

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Tunisi: attentato alla cultura, al turismo e alla civiltà. Forte condanna dal Social Forum Mondiale di silvano Sgrevi

All’indomani dell’attentato al Museo del Bardo a Tunisi, la FITeL Nazionale, si associa al coro di condanna del vile atto terroristico che ha visto come protagonista, ancora una volta, la cultura, il turismo e la civiltà, esprime cordoglio e vicinanza ai familiari delle vittime, solida‐ rietà al popolo tunisino, a tutta la società civile democratica, alle istituzioni e al sindacato. Fà appello alla comunità internazionale, nel quadro delle Nazioni Unite e del diritto interna‐ zionale, affinché si avvii un'azione orientata ad isolare l'Isis e gli altri gruppi terroristici colle‐ gati, per fare sì che venga messa in sicurezza la popolazione civile e si avvii un reale processo di pacificazione e di giustizia per tutta l’area mediorientale in cui la tensione è sempre più pesante. Oggi, più che mai, dopo il grave attentato dei terroristi islamici che ha provocato numerose vittime e feriti nei pressi del Museo del Bardo, la Tunisia democratica non deve sentirsi sola. L'attacco alle libertà e ai diritti, è un attacco ai fondamenti del vivere insieme, in pace ed in sicurezza, che va condannato ed isolato con fermezza. In questo allarmante quadro, ha assunto ancora più rilevanza l’appuntamento della tredice‐ sima edizione del Social Forum Mondiale tenutosi a Tunisi. Il Forum è un “luogo aperto” d’incontro in cui i movimenti sociali, Organizzazioni Non Governative e ambientaliste, reti, sindacati e gruppi di donne e di studenti, Università, Fondazioni culturali ed altre organizza‐ zioni della società civile contrarie al neoliberismo e ad un mondo dominato dal capitale o da forme di imperialismo, s’incontrano per confrontare le varie opinioni e strategie, per discute‐ re idee, per formulare proposte, condividere le loro esperienze. Dal 24 al 28 marzo, una pluralità e varietà di protagonisti, sotto lo slogan "Dignità e Diritti" si sono riuniti oltre 5 mila associazioni, movimenti, sindacati, partiti da tutto il mondo e so‐ prattutto dai paesi del Mediterraneo per portare un messaggio di pace e solidarietà. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Museo del Bardo a Tunisi dove è avvenuto l’atto terroristico

Un appuntamento importante, che ha visto la partecipazione di più di settantamila persone, può aiutare i processi di consolidamento, nati grazie alla rivoluzione tunisina e ai movimenti democratici in un momento in cui l’intera regione del Maghreb ‐ Machreq, con i mutamenti e le crisi che costellano l'area mediterranea, dalla Siria alla Libia, all'Iraq, ai drammi della Pa‐ lestina e le violenze in Egitto e i massacri dell'Isis, sta' vivendo una fase preoccupante. Sin dal corteo di apertura del FSM2015, la società civile tunisina e le organizzazioni presenti, hanno gridato con forza la loro condanna al terrorismo e alla logica di intimidazione, che ha caratterizzato gran parte del Forum. L’edizione 2015 del Forum, inaugurato a Tunisi nel campus di Al Manr con la grande manife‐ stazione contro l’attentato terroristico, avvenuto 10 giorni prima, è stata, nonostante il peri‐ odo convulso che stiamo vivendo, un momento d’incontro importante a consolidare ed allar‐ gare le alleanze internazionali e, senz’altro, a predisporre l'agenda per le future campagne politiche e mobilitazioni sociali.

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Omicidio Stradale Non possiamo prendere in giro persone che hanno perso un figlio o un familiare A Firenze, come in altre 79 città italiane, si manifesta per chiedere l’inasprimento delle pene per chi uccide guidando ubriaco o drogato. di Mario Caiulo

Non riesco a capire per quale motivo, spesso una battaglia per essere presa in considerazione, deve trasformarsi in una sorta di calvario. Una doccia gelata ha consentito di far conoscere e chiedere aiuto e sostegno alle istituzioni, nei confronti dei malati di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), facendo il giro sulla Rete. Adesso, i familiari delle vittime della strada chiedono la stessa attenzione per far approvare l’omicidio stradale come aggravante di reato con un assordante silenzio della politica negli ultimi anni. L’incidente stradale attualmente viene definito omicidio colposo, un crimine che nella scala dei reati è addirittura inferiore alla rissa ed è quindi necessario istituire un’aggravante per chi guida in stata di ebrezza o sotto l’effetto di droga perché, quando ci si mette al volante ubriachi, si è consapevoli di correre il rischio di provocare un incidente. Oggi, chi uccide sulla strada, non solo non sconta neanche un giorno di carcere, ma continua a guidare pur essendo un pericolo per se stesso e pre gli altri. “Vittime due volte” mi dice la mamma di un diciassettenne morto nel 2010 a Firenze, travolto da un automobilista che si era messo alla guida sotto l’effetto di alcol e stupefacenti. “Vittime due volte” perché oltre a vivere un dramma per tutta la loro esistenza, subiscono un’ingiustizia a causa di uno Stato che protegge gli uccisori e non le vittime. “Se rubi pochi euro dalla borsa di una signora e sei catturato da agente di polizia, vai in carce‐ re immediatamente e sei processato subito. Se invece uccidi un ragazzo di 17 anni, prosegue la mamma, invadendo la sua corsia e investendolo in pieno perché ti sei messo alla guida positivo alla cannabis e/o con un tasso alcolemico che supera tre volte il limite di legge, non solo non vieni arrestato subito main carcere non andrai mai.” “Il ferro è caldo e va battuto. Tocca al governo farlo, con un decreto legge ad hoc sull’omicidio stradale”, gli fa eco un altro genitore che ha perso il figlio in analoghe circostan‐ ze. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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E’ martedì 24 marzo, a Firenze, in via Cavour, tra la Prefettura ed il Consiglio regiona‐ le, come in altre 79 città italiane, si manifesta per inasprire le pene per chi uccide guidando ubriaco o drogato. Il sit‐in nazionale è stato ideato da Martina Fontana, familiare di una vittima della strada, dopo che la Cassazione ha annullato la condanna a 21 anni, all’uomo che nel 2010 uccise quattro ragazzi francesi, guidando ubriaco e contromano per 30 km. Gli incidenti stradali sono un dramma quotidiano assurdo e, anche oggi, le tante, purtroppo, Associazioni costituitesi dopo la perdita di un loro familiare, chiedono ancora una volta con forza l’istituzione del reato di micio stradale. Il tempo dell’impunità per chi provoca la morte sulle strade deve finire. Chi si mette alla guida deve essere consapevole che il proprio comportamento può rappresentare un pericolo per se e per gli altri. Ci deve essere un impegno maggiore, da parte di tutte le autorità preposte, per fermare questa inaccettabile e dolorosa scia di morte. Promozione di azioni per affrontare e soprattutto prevenire questo problema e dare sostegno alle famiglie colpite da tali gravi lutti. Una pena equa e certa, rappresenta un atto di prevenzione. Serve da deterrente e rende un minimo di giustizia a chi ha perso la vita per il comportamento criminale di un guidatore che si è messo alla guida non essendo in condizioni di farlo. I morti sulla strada sono una piaga sociale e un problema che riguarda tutti noi. Tra i tanti cartelli e slogan presenti al sit‐in , c’è n’era uno che, credo, possa racchiudere il senso di questo ennesimo “tormentone” perché, questa battaglia possa essere presa nella giusta considerazione :“ L’OMICIDIO STRADALE E’ UN REATO NON UN TRAGICO DESTINO”.

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TERRITORIO ‐ CRAL ‐ ASSOCIAZIONISMO

FITeL Piemonte

RASSEGNA DI TEATRO AMATORIALE “SERGIO ULIANO” dal 22 aprile al 19 giugno 2015

La rassegna regionale itinerante di teatro sociale, molto attesa e partecipata, giunta alla sua 6° edizione, promossa dalla FITeL Piemonte che mette in scena spettacoli delle compagnie teatrali amatoriali dei Cral e delle associazioni ade‐ renti alla stessa. Attori talentuosi e appassionati si alternano sul palco riuscendo ad esprimere professionalità ed impegno sociale, suscitando svago ed emozioni tra un pubblico attento e interessato che affolla le sale teatrali delle varie pro‐ vince piemontesi.

Per informazioni: http://fitelpiemonte.it/iniziative/teatro/rassegna‐di‐teatro‐sergio‐uliano‐6%C2% B0‐edizione‐proscenio‐aggettante Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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FITeL Emilia Romagna

L’ottantesimo della nascita

Il circolo Giuseppe Dozza nella storia di Bologna di Angiolo Tavanti La FITeL Nazionale e quella della Regione Emilia‐Romagna hanno partecipato e dato il pro‐ prio contributo per una festa dell’associazionismo che durerà un mese e interesserà tutta la città di Bologna e migliaia di persone coinvolte nei molteplici eventi e manifestazioni che il Circolo Dozza ha voluto regalare alla città e ai suoi soci. Riprendendo un breve excursus della vita di questo importante, e per certi versi unico, soggetto attivo dell’associazionismo bolognese; ricordiamo che II Circolo dei tranvieri bolognesi nasce come dopolavoro nel 1935 in via San Vitale 13 a Bologna. Le attività che si sviluppano sono minime e il regime può controllare tutto quello che si fa: ciclismo, calcio, biliardo, bocce, gite e poco altro. In sede è consentita la lettura di alcuni giornali: "La gazzetta dello sport", "Il regime fasci‐ sta", "Gioia e lavoro", "11 popolo d'Italia". Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la situazione si complica notevolmente sotto tutti i punti di vista: bisogna aspettare il 21 apri‐ le 1945. La liberazione di Bologna consente l'avvio del rilancio in grande stile del Cral tranvieri nei settori del tempo libero: sport, cultura, solidarietà e socialità e lo sviluppo dei temi propri del lavoro e del tempo libero puntando e realizzando iniziative significative nei campi della solidarietà, della cultura, dell'emancipazione con le battaglie delle donne tranviere, della politica e dello sport. Nascono impianti, primo fra tutti il Florida (inaugurato nel 1946) con alcuni campi da boc‐ ce grazie al lavoro volontario degli stessi tranvieri. Vengono proposti corsi per consentire ai tranvieri di conseguire la licenza elementare e per i figli dei soci rimandati a ottobre si organizzarono lezioni di recupero nella sede di via San Vitale. C’è anche un'attrezzata bi‐ blioteca, si balla e si organizzano rassegne cinematografiche, tornei di scacchi etc. Il pri‐ mo presidente eletto del Circolo, nel dopoguerra dai tranvieri fu Angelo Archetti che nel 1929 fu anche il primo tranviere licenziato per ragioni politiche. Il Cral si propone all'avanguardia nella vita cittadina proprio per la mole di attività aper‐ te a tutti. Di notevole importanza è il confronto sociale e politico con le rappresentanze di tutti i partiti e movimenti, in particolare sui temi della "guerra fredda" e sulla necessi‐ tà di un forte impegno perché si affermi il disgelo e la distensione. Non è un caso che, ad esempio, nel campo sportivo e ricreativo il Cral tranvieri riesca a primeggiare per la quantità e qualità delle manifestazioni che lancia. Sono diverse decine le sezioni in movimento che operano in collaborazione con altre realtà cittadine: Dopo‐ lavoro ferroviario, Amga, Sempre Avanti, Mercato ortofrutticolo etc. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Si organizzano campionati sociali, riunioni di pugilato al Florida prima, poi in Sala Borsa ed infine al Palasport. Calcio ciclismo, motociclismo primeggiano insieme ad altre discipline sportive. Nel 1975 il consiglio direttivo del Cral delibera di "collegare il passato al futuro attraverso una persona che non ha certo bisogno di presentazione: Giuseppe Dozza, un'intitolazione che aumenterà il prestigio e il valore del dopolavoro dei tranvieri all'interno della vita socia‐ le e culturale di Bologna. In questi anni il Circolo ha saputo proporsi e collegarsi alla città sempre di più, se è vero che oggi, celebrando gli 80 anni di vita si presenta con oltre 30 sezioni in attività. Riprendiamo le parole del Presidente Davide Capelli per evidenziare come la mostra abbia sintetizzato questi ottanta anni pieni di lavoro di ricchezza e creatività e lanci già idee e pro‐ getti per il futuro definendone “La storia in una mostra”. “I Circolo dei tranvieri "Giuseppe Dozza" festeggia 80 anni di vita con numerose manifesta‐ zioni nell'arco di un mese. Un compleanno speciale che si colloca in modo indissolubile all'in‐ terno della storia di Bologna. In un'ampia mostra fotografica inaugurata il 18 aprile alla galle‐ ria "Il Punto", troviamo il percorso difficile ed esaltante, faticoso e tenace realizzato con suc‐ cesso dal 1935 ad oggi. Se il Circolo ha saputo in questi anni rinnovarsi interpretando le novità e i cambiamenti, è altrettanto vero che lo troviamo protagonista nel proporre incisive e aperte iniziative nei campi della solidarietà, della cultura, dell'emancipazione con le battaglie delle donne tran‐ viere, della politica e dello sport. Le splendide foto che ci accompagnano sono un emozio‐ nante amarcord e al tempo stesso uno stimolo per crescere ulteriormente. Ci sono le imma‐ gini della ricostruzione post bellica, dei bambini del Polesine vittime dell'alluvione e di quelli del nostro Appennino che vivevano in povertà, ospitati per mesi dalle famiglie di tranvieri e nelle nostre colonie. La generosa solidarietà che ha da sempre contraddistinto il nostro Circolo viene inoltre testi‐ moniata da tanti altri episodi: l'acquisizione e il dono di autoambulanze, le sottoscrizioni, i corsi scolastici gratuiti etc. Poi in tempi di "guerra fredda" ecco l'impegno a dibattere e a ri‐ cercare con autorevoli interlocutori le strade da intraprendere per favorire il disgelo politico e sociale, come dimostra la commovente lettera di monsignor Catti. E su questi forti temi il Circolo fu all'avanguardia nel panorama bolognese. E ancora: in campo culturale e ricreativo confronti e rassegne di cinema e mostre, creazione di biblioteche volanti e concorsi. In ambito sportivo abbiamo documentato le incredibili e geniali imprese dei ciclisti tranvieri sulle strade del giro d'Italia e del Tour, quindi le immagini del calcio amatoriale e giovanile, lo sci, il podismo, il pugilato fino ad arrivare alle emozio‐ nanti e recenti imprese dei "Bradipi" i ragazzi del basket in carrozzina. Se oggi il Circolo dei tranvieri presenta oltre 30 sezioni in attività, come testimoniano le foto della rassegna, vorrà pur dire qualcosa. Ecco perché nel celebrare gli 80 anni di storia vo‐ gliamo sottolineare il fondamentale contributo volontario di lavoratori e lavoratrici che hanno permesso di creare una straordinaria realtà.” Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Il Circolo ha sicuramente molti punti di eccellenza e solo perché anche la FITeL né è stato da sempre sponsor e sostenitore attivo ricordiamo il rapporto consolidato e appassionato del Circolo con il mondo del ciclismo, e con il basket in carrozzina con una squadra amatissima e seguito con passione e competenza dai dirigenti dello sport tutti e che sta dando notevoli soddisfazioni per i risultati nel campionati nazionali. E’ stato infatti definito da Tiziano Tassoni, presidente di Assicoop Bologna e principale so‐ stenitore della manifestazione dei “Dieci Colli” di ciclismo amatoriale “Un Circolo capace di cogliere i cambiamenti in atto nel territorio e nelle comunità che lo hanno adottato come punto di riferimento per le sue numerose attività sociali, culturali e ricreative. Quello del Circolo Giuseppe Dozza è un movimento vitale, che si fonda sulla partecipazione, sul rispet‐ to e sull'affetto dei cittadini bolognesi che hanno beneficiato di un centro di aggregazione sociale e culturale che ha un valore unico per questo territorio.”

Sin dal 1935, il circolo “dei tranvieri” di Bologna, con senso civico e intensa attività di solidarietà, socialità e volontariato, ha partecipato al dibattito sociale e politico con la città, contribuendo alla ricostruzione nel dopoguerra di luoghi storici come l’arena estiva Florida o il bocciodromo delle Caserme Rosse, creando se‐ zioni sportive, ricreative e culturali e ideando, in tempi più recenti, manifestazioni come la “Dieci Colli”, partecipata dai cicloamatori di tutta Italia. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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NUOVO CAMPUS UNIVERSITARIO nell’area del Circolo dei Lavoratori della Difesa (Due Torri) di L. M. Il Comune di Bologna e l’Universita’ hanno presentato il progetto per un nuovo campus uni‐ versitario nell’area Staveco . Per chi non conosce il territorio della città, l’area Staveco si trova in prossimita’ del Viale di Circonvallazione. Una ampia zona militare con officina per le riparazioni dei mezzi pesanti in cui operano civili e militari. Un progetto che prevede un investimento di 5 milioni di euro, di cui 1.5 a carico del Comune di Bologna e il restante dell’ Universita’. Tutto bene, tutto bello, ma ancora una volta non si è tenuto in considera‐ zione il Circolo Aziendale dei lavoratori che, in base a regolare contratto di affitto, dovreb‐ be essere presente nel luogo, con sede , impianti sportivi e ricreativi, per ancora tre anni. Il Circolo Lavoratori della Difesa (Due Torri) è un patrimonio da tutelare, salvaguardare e da valorizzare, utile ai lavoratori della Difesa ai cittadini e in futuro agli studenti, ma al momen‐ to manca il supporto a una proposta in tal senso e soprattutto manca il soggetto Politico che si impegni in merito. L’amministrazione comunale di Bologna, a tale modello sociale, sembra scarsamente inte‐ ressata, lo dimostra il fatto che trascura il Circolo dei suoi Dipendenti, figuriamoci quello di altri lavoratori. L’Universita’ ha il suo Circolo che finanzia con qualche difficoltà e anche in questo ambito manca il soggetto che avanzi una proposta. Considerato lo spazio disponibile si potrebbero potenziare l’impianti sportivi esistenti, qua‐ lificando ulteriormente il progetto del Campus e conseguentemente la città di Bologna e la stessa Universita’, senza togliere nulla ai lavoratori della Difesa e al loro Circolo.

Università di Bologna

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Comune di Bologna

NUOVE DISPOSIZIONI DEL COMUNE DI BOLOGNA ALLE ASSOCIAZIONI ISCRITTE ALL’ALBO di L. M. Di recente il Comune di Bologna tramite i quartieri ha emanato una direttiva che interessa le Associazioni presenti e operanti sul territorio adducendo il rispetto di leggi vigenti in materia. Bravissimo ad interpretare le leggi a suo favore quando gli interessati sono l’associazionismo e il volontariato. La circolare dice sostanzialmente che: 

tutte le Associazioni iscritte all’albo sono tenute a pubblicare sul loro sito entro il28/02 di ogni anno lo statuto e i bilanci dell’associazione evidenziando in caso di utili la loro destinazione;



ammontare del supporto fornito dal Comune in via diretta (contributi) e o in diretta (esempio: uso gratuito o con sconto dell’immobile);



attività effettivamente svolte e risultati conseguiti, in relazione a quanto previsto dalla convenzione (per le associazioni che operano in convenzione o su progetti con l’ente pubblico);

Nel caso non ottemperassero alle disposizioni sopra citate saranno punite con la revoca delle concessioni. Pertanto,le Associazioni, indipendente dalla loro attività dovranno dotarsi di un sito web do‐ ve pubblicare attività e bilanci. E’ evidente che per una associazione fondata sul volontariato la data tassativa del 28/02 sarà difficile da rispettare e , conseguentemente, in alcuni casi sarà necessario provvedere a mo‐ difiche anche a livello statutario. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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FITeL Lazio

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FITeL Umbria

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FITeL Campania

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FITeL Sicilia

Fitel Sicilia corre insieme a Telethon per combattere le malattie genetiche rare. di Daniela Sangiorgio Quattro giorni di intensa attività dal 9 al 12 aprile per la Walk of Life , organizzato a Catania da Telethon, in piazza Università è stato allestito il Villaggio della Ricerca e della Solidarietà unico in Italia, composto da diverse aree espositive, per riunire le migliaia di persone che hanno indossato le magliette bianche con il grande cuore Telethon, un programma ricco di eventi e tanti i momenti di intrattenimento, spettacoli , aree giochi per bambini, esibizioni di artisti, musica live, info point per i partecipanti alla gara, insieme ad un’area sanitaria con screening gratuiti di vista, udito, diabete, spirometria e donazione sangue. “ Corriamo per la vita “ è lo slogan della Walk of Life di Telethon 2015, dobbiamo correre per combattere le malattie genetiche rare e supportare la ricerca scientifica per i progetti dei ricercatori coinvolti, le malattie da studiare e le strategie terapeutiche delle patologie spesso trascurate dai grandi investimenti pubblici e privati. Anche gli amici a quattro zampe di tutte le razze e taglie con la “ Stracanina “ , hanno contri‐ buito alla corsa per la vita, una parte del contributo del pacco gara è destinato all’acquisto dei farmaci necessari per curare i cani randagi. La Fitel Sicilia con i suoi volontari ha aderito al progetto di solidarietà Telethon partecipando e coinvolgendo le associazioni affiliate, tanta solidarietà e festa ha invaso la piazza e il cen‐ tro storico catanese, coinvolgendo famiglie , autorità, disabili, giovani. La Walk è un concre‐ to sostegno a tutti coloro che quotidianamente soffrono e che attraverso la ricerca hanno visto sensibilmente migliorare la propria vita intravedendo il traguardo della cura. La passeggiata di solidarietà significa regalare una speranza e dare un reale contributo alla ricerca.

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La FITeL alla Walk of Life di Telethon 2015

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Volontariato e Terzo Settore

Donare il 5 x mille alla FITeL Carissima\o, nel momento in cui scriviamo è già periodo della presentazione della dichiarazione dei red‐ diti e ti chiediamo di sostenere la FITeL con il 5 x mille. Nei nostri 20 anni di vita abbiamo promosso e realizzato tante attività e iniziative per dare impulso a forme di partecipazione e trasformazione sociale ispirate ai principi di giustizia, solidarietà sociale e democrazia, per i diritti civili, sociali e umani in ambito nazionale e in‐ ternazionale, per la pace e contro il terrorismo. Abbiamo svolto attività di formazione, ricerca, comunicazione e sensibilizzazione sui temi del tempo non occupato dei cittadini italiani e immigrati, del sociale e del terzo settore, del‐ le migrazioni, del razzismo e del terrorismo. I progetti e le attività di volontariato che promuoviamo ogni anno coinvolgono centinaia di cittadini italiani e stranieri in Italia, che trovano sempre più consenso nell’ ambito dei luoghi di lavoro, nel territorio e nell’opinione pubblica in generale. La FITeL finanzia le proprie attività con i contributi degli associati. L’attuale crisi economica e la progressiva riduzione del welfare sociale, delle risorse destina‐ te a finanziare le politiche sociali e culturali dei Cral e Associazioni, rendono sempre più diffi‐ cile assicurare la sostenibilità di queste attività. Per tali motivi ti invitiamo quest’anno a donare il tuo 5 x 1000 alla FITeL: ciò consentirà di sostenere il prezioso lavoro sociale, culturale , di ricerca e di socializzazione di ricerca in di‐ rezione del diritto al tempo libero che con tenacia svolgiamo da anni. Donare il 5 x 1000 alla FITeL e’ semplice. Al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi è sufficiente: 1. mettere la propria firma nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utili‐ tà sociale, associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale…” 2. inserire nello spazio “codice fiscale del beneficiario” il codice fiscale della FITeL è 97100030580 Ti chiediamo inoltre di promuovere la nostra campagna 5 x 1000, nell’ambito dei Cral, tra i tuoi familiari, i tuoi amici, i tuoi conoscenti invitandoli a visitare il nostro sito www.fitel per prendere visione delle nostre attività nell’ambito del tempo libero. A te costerà poco, per noi significherà molto. Ti ringraziamo sin da ora per l’aiuto che vorrai darci. Un caro saluto

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5 per mille alla Fitel impegnata nel tempo libero per 5 motivi: sport per tutti, teatro sociale, turismo sostenibile,attività culturali, solidarietà Scelta per la destinazione del 5 per mille dell’IRPEF alla FITeL

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SICUREZZA NELLA GESTIONE DEI LOCALI E DELLE ATTIVITTA’ DELLE ASSOCIAZIONI di Loris Mingarini* Anche le Associazioni sono tenute a rispettare la legge sulla sicurezza nelle strutture che utilizzano, a partire dall’ ufficio della sede agli impianti ricreativi agli impianti sportivi, indi‐ pendentemente che siano di loro proprieta’ o sotto altre forme , comodato, affitto, ecc. Non ci si deve preoccupare solo della sicurezza dei locali ma anche quella degli operatori indipendentemente che siano dipendenti e/o volontario . Tutta la regolamentazione di riferimento e molto altro ancora è compresa nel DL 81/08 e per quanto riguarda gli impianti sportivi anche nel DM 18/03/96, mentre la prevenzione incendi è prevista nella legge 151/2011 . In buona sostanza per applicare le sopracitate leggi e decreti è necessario : 

formare il personale e renderlo consapevole dei rischi annessi alle mansioni (es. video terminali);  creare un organigramma che preveda i principi della sicurezza prevedere il docu‐ mento di valutazione dei rischi per ogni unita’ e/o sede dell’associazione;  Individuare per ogni unita’ e/o sede la figura che ricopra il ruolo di RSPP;  programmare e economizzare tutte le gestioni che implicano la sicurezza nei luo‐ ghi di lavoro. Un lavoro articolato e complesso, un percorso che generalmente prevede un tempo di 12/18 mesi, da fare con referenti altamente specializzati. A tale proposito è stata contattata la ditta SEN sistemi srl nella persona di Massimiliano Zanetti con sede in via Guelfa n 9 40138 Bologna . cell 331 7148225 tel fisso 051 6011078. Email staff@sen‐sistemi.eu operante su tutto il territorio Nazionale . * Presidenza della FITeL Regionale Emilia Romagna

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Sport

MARATONAPRIMOMAGGIO“Lavoro... in corsa!” 2015 a ROMA in occasione della celebrazione della Festa dei Lavoratori A cura della redazione In occasione del primo maggio, come di consueto, anche quest’anno, si terrà la maratona “Lavoro … in corsa”. L’evento per il lavoro e lo sport, organizzato dalla FITeL (Federazione Italiana Tempo Libero CGIL,CISL e UIL) a Roma, per il quarto anno consecutivo in occasione della della celebrazione della Festa dei lavoratori, con la collaborazione tecnica di Romat‐ letica Footworks e patrocinata dalla FIDAL e dal CONI. La gara podistica si svolgerà su un circuito cittadino di 5,300 Km per la parte competitiva e di 3,500 Km per la non competitiva, con partenza alle ore 9.30 da via Carlo Felice, angolo via Conte Rosso, zona Piazza San Giovanni e saranno schierati, atleti e non, uomini e donne amanti dello sport, provenienti da tutta Italia. Si tratta di un evento sportivo e di una grande festa rivolta a tutti, per omaggiare il lavoro e lo sport ricco dei suoi valori . Maratonaprimomaggio "Lavoro..in corsa"‐ FITeL Gara podistica: competitiva 5,350 Km; non competitiva 3,500 Km. INFORMAZIONI per la partecipazione: FITeL Lazio ‐ via dei Serpenti, 35 00185 Roma (RM) Tel.: 064827604 ‐ Fax: 064806911‐ Cell: 3486022383 www.fitel‐lazio.it ‐ www.fitel.it sport@fitel‐lazio.it iscrizionistrada@gmail.com segreteriaiscrizioni123@gmail.com FOOTWORKS ‐ Carlo Felice n 13/15, Roma tel.0677203069 www.romatleticafootworks.it

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Correre alla maratonaprimomaggio “Lavoro ...in corsa”, quest’anno si‐ gnificherà non solo prendere parte alla gara podistica, per rendere omaggio al lavoro, ma anche vivere un’ esperienza unica a livello cul‐ turale: oltre a correre immersi nelle bellezze del patrimonio storico della Capitale, i partecipanti, che lo vorranno, potranno usufruire del pacchetto “turistico ‐ culturale” predisposto dalla FITeL Lazio.

IL LAVORO … e la “Grande Bellezza” 

20 tours a Roma riservati agli iscritti FITeL (euro 320 tutto compreso escluso viaggio);

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partenze ogni MERCOLEDI (località da definire). Ritorno la domenica;

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incontri e gemellaggi con lavoratori e pensionati di Roma e del Lazio, visite senza fila e con guide specializzate dei Musei vaticani, della città, dei luoghi della “Grande Bellez‐ za”, di Cinecittà, dei rioni, dei quartieri, partecipazione ad “eventi”, etc … ;

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le località di partenza e di ritorno saranno decise prossimamente. www.fitel.it ‐ www.fitel‐lazio.it

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Cultura

“Concertone” a cura della redazione Il Concerto del Primo Maggio 2015 di Roma, allestito, come da tradizione a Piazza San Gio‐ vanni in Laterano a Roma, quest’anno festeggia il suo venticinquesimo compleanno. Pro‐ mosso, fin dal 1° Maggio del 1990, da CGIL, CISL e UIL, come di consueto richiama centinaia di migliaia di spettatori da tutt’Italia e non solo. Sul palco dell’evento più affollato d’Europa, trasmesso in diretta su Rai3 nel giorno della Festa del Lavoro, a detta degli organizzatori, ci sarà il meglio della musica italiana e tanti big stranieri, dal rock al folk, dal pop al rap, dall’indie al reggae, dal metal all’elettronica: Bluvertigo, Almamegretta, Goran Bregovic, PFM, Emis Killa, Enzo Avitabile, Alessio Bertallot, Alpha Blondy, Alex Britti, Mimmo Cavallaro, Teresa De Sio, Irene Grandi, Noemi, Ghemon, Kutso, Levante, Nesli, Lacuna Coil, Lo Stato Sociale, Enrico Ruggeri, Tinturia, Paola Turci, Yle‐ nia Lucisano, Daniele Ronda & Folklub, James Senese e Napoli Centrale, Med Free Orkestra, Santa Margaret, Tarantolati di Tricarico, Mario Venuti & Mario Incudine.

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NOWRUZ (nuovo giorno) di M. Zarbafian Anche quest’anno, iraniani residenti all’estero si sono preparati, come tutti gli anni, a cele‐ brare capo d’anno persiano NOWRUZ (nuovo giorno in lingua persiana FARSI) una delle fe‐ stività più antiche al mondo (ca. 3.000 anni) che coincide con l’inizio della primavera, che non solo una tradizione iraniana ma anche afghana ed alcuni paesi dell’area Medio orienta‐ le. Per NOWRUZ viene imbandita una tavola tradizionale con sette alimenti la cui lettera inizia‐ le la lettera “esse” ognuno ha un simbolo come l’abbondanza, la salute o la rinascita. A questi vengono aggiunti spesso altri oggetti come ampolle di pesci rossi, specchi o monete e sono le monete il regalo offerto dagli anziani ai più giovani durante le visite tra i familiari. Il 21 marzo è riconosciuto dall’ONU come giornata internazionale del NOWRUZ che fa parte del patrimonio mondiale dell’umanità. Sabzeh ossia germogli di grano e giacinto sono i sim‐ boli di NOWRUZ ci mostrano che è finito l’inverno e con la primavera la natura rinasce. Buon anno nuovo. Siamo nel 1394 – Happy Nowruz!!

Tavola apparecchiata come da tradizione persiana

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Il diritto europeo in materia di parità di genere, di antidiscriminazioni e su con‐ gedo di maternità e paternità. di Silvana Paruolo * L'8 marzo è già passato, ma – forse ‐ non sarà cosa inutile richiamare la vostra attenzione sull'universo donna. A New York, si è appena svolta la 59esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne (9‐20 marzo 2015) dedicata a Pechino +20 (attuazione della Piattaforma di azione di Pechino): a livello globale, il 70% dei poveri sono donne; il divario retributivo di genere resta di quasi il 23%; le donne sono concentrate nel lavoro informale, nel lavoro precario, e nel part‐time; il lavoro di cura rientra prevalentemente tra le loro re‐ sponsabilità; e milioni di ragazze sono escluse dall'istruzione per la loro povertà, condanna‐ te a matrimoni precoci, matrimoni di bambine, violenze, ecc. E a livello europeo? Cosa si è deciso ‐ e cosa si sta facendo – in materia di parità di genere? Per la parità di genere, la strategia europea (2000‐2015) ‐ attualmente in corso ‐ ha eviden‐ ziato cinque campi prioritari: 

Uguale indipendenza economica



Parità di retribuzione per uno stesso lavoro o lavoro di stesso valore



Parità nel processo decisionale e in posti di responsabilità



Dignità, integrità e fine delle violenze



Parità tra uomini e donne nelle politiche estere

L'Unione europea ‐ per promuovere la parità e la non discriminazione sul lavoro ‐ tende a porre l'accento sul gendermainstreaming e sull'equilibrio tra vita professionale e vita priva‐ ta quale questione genitoriale e di realizzazione personale.

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Il principio di parità fra uomini e donne, e il principio di non discriminazione, sono principi profondamente ancorati nel diritto europeo e nei Trattati (v. articoli 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Ue). Ed hanno generato una costruzione molto solida di giurispru‐ denza europea e di diritto interno negli Stati membri. La parità è una condizione di legalità di tutti gli strumenti UE e di ogni azione delle istituzio‐ ni e organismi Ue; gli stati membri vi si devono conformare; e non discriminazione e mole‐ stie richiedono parità di trattamento. Il principio, di parità e di non discriminazione, viene applicato anche in materia di occupazione e di impiego. In materia resta tuttora importan‐ te anche la Direttiva (2006/54/CE). Tuttavia, spesso, c'è da far ricorso alla giustizia; e di particolare importanza è l'onere di prova. Non a caso ‐ nella giurisprudenza della Corte di giustizia europea ‐ sono molti i casi concernenti tipi diversi di discriminazioni (dirette e indirette): discriminazioni per parità di genere; discriminazioni per genitorialità e maternità (ivi incluso congedi di maternità per madri portatrici); discriminazioni per orientamento sessuale; discriminazioni per parità sala‐ riale (la direttiva 2006/54 comprende anche la discriminazione salariale sistemica), Si è dinanzi a una discriminazione diretta quando – in una situazione comparabile ‐ una per‐ sona è trattata in modo meno favorevole di un'altra. Invece, si è dinanzi a una discriminazione indiretta quando ‐ almeno che questi non siano oggettivamente giustificati ‐ una disposizione un criterio o una pratica apparentemente neutra svantaggerebbe persone di un sesso rispetto a persone di un altro sesso. Sono eccezioni alla discriminazione ai sensi della direttiva 2006: esigenze professionali vere e determinanti; azioni positive (quali politiche che perseguono un esplicito obiettivo di in‐ clusione‐parità di trattamento, misure di solidarietà‐pari opportunità, trattamento prefe‐ renziale‐reale parità); maternità e congedi parentali (in questi casi la giurisprudenza si concentra sulla retribuzio‐ ne sufficiente durante la gravidanza). A Trier – in un recente seminario dell'Accademai di diritto europeo ‐ il rappresentante di “Le défenseur des droits”(Autorità costituzionale francese indipendente, incaricata di ve‐ gliare sulla protezione dei diritti e delle libertà e di promuovere la parità) – dopo aver illu‐ strato un caso di discriminazioni al rientro da congedo parentale (il caso è costato un gros‐ so risarcimento danni alla BNP di Parigi) – ha sottolineato che una volta constatata una poli‐ tica di discriminazione salariale sistemica nei confronti delle donne, si sta riflettendo anche sull'ipotesi di ricorsi collettivi (presentabili anche da sindacati). In generale, i ricorsi vanno dalla conciliazione alla mediazione (negoziale o giudiziaria). E possono coinvolgere Organismi per la parità di trattamento, e Ombudsman /Mediatori di stato.

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Le sanzioni possono effettive (con conseguenze legali), proporzionate, e dissuasive. La Direttiva 2006/54/CE – E il dibattito su congedo di maternità e paternità in Europa – La Direttiva (2006/54/CE) ‐ che ha modificato e unificato in un solo provvedimento il principio di parità di trattamento fra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso al lavoro, alla for‐ mazione e alla promozione professionale, oltre che ai meccanismi di accesso a regimi pro‐ fessionali di sicurezza sociale asserito da più direttive europee (76/207/CEE, 86/378/CEE, 75/117/CEE) ‐ dall'Italia è stata recepita con il il Decreto Legislativo n. 5 del 2010. Non sarà inutile ricordarne alcuni punti essenziali, con un rapido aggiornamento qui limita‐ to alla questione dei congedi di maternità e paternità in Europa. Il principio di parità ‐ I governi nazionali devono considerare il principio di parità nel legife‐ rare Tutte le discriminazioni basate sul sesso devono essere rigorosamente bandite da ogni ordi‐ namento giuridico nazionale e tutti i Paesi Membri sono tenuti a scoraggiarle e punirle con adeguate sanzioni, efficaci e dissuasive, la cui entità massima non può essere stabilita a priori, ma valutata di caso in caso e proporzionale al danno subito (Art. 18). Ogni disposizione normativa o regolatoria contraria al principio di parità di trattamento de‐ ve essere abrogata o dichiarata nulla sia per quanto attiene la legislazione nazionale che i contratti di categoria. Le eccezioni alla parità nella selezione di accesso a determinate pro‐ fessioni devono essere ridotte al minimo e giustificate da motivazioni legate ad un partico‐ lare contesto o alla reale natura della professione. Parità retributiva – La parità di trattamento nella professione significa anche parità di trat‐ tamento retributivo fra uomini e donne per posizioni lavorative di valore equivalente (da garantire non solo all'interno di una stessa organizzazione ma anche tra soggetti impiegati presso diversi datori di lavoro). A tal fine sia gli Stati Membri che l'Unione si impegnano a favorire, attraverso l'istituzione di organismi competenti e il dialogo tra le parti sociali, il processo di sensibilizzazione che conduca ad un'evoluzione culturale al riguardo (Art. 20 e 21). Parità, maternità e congedi parentali ‐ Rafforzare il principio di parità non significa però indebolire le misure a tutela della maternità o del congedo parentale che alcuni Stati conce‐ dono anche ai padri o ai genitori adottanti, né sminuire il valore di un'efficace e flessibile organizzazione degli orari di lavoro che consentano ai lavoratori di conciliare meglio la pro‐ pria attività con l'assistenza alla famiglia.

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I diritti delle lavoratrici in congedo di maternità devono essere garantiti, primo fra tutti quello di riprendere la propria attività senza subire conseguenze negative in termini di qua‐ lità e di condizioni di lavoro una volta rientrate dal congedo. Sono trascorsi 22 anni da quando la Direttiva sul congedo di maternità è entrata in vigore in tutta l’Ue, stabilendo per le lavoratrici in gravidanza il diritto a 14 settimane di congedo a salario pieno. Una norma insufficiente, applicata peraltro in modo disomogeneo dagli stati membri e che oggi appare anacronistica in un mondo profondamente mutato. L’Italia non è tra i paesi più arretrati nell’applicazione delle direttiva: le donne infatti possono usufruire di 22 settimane all’80% della retribuzione. Ma l’applicazione, ad oggi, è molto diversificata nell'Unione europea, da qui la necessità di trovare un punto di mediazione. Da un lato, per esempio, la Spagna e la Francia stabiliscono 16 settimane al 100% del salario e la Svezia 16 mesi al 77%. Una proposta della Commissione europea di revisione della di‐ rettiva sul congedo di maternità chiedeva una riforma che raggiungesse le 18 settimane, mentre il Parlamento ha rilanciato l’obiettivo di 20 settimane e due di paternità. Il Governo italiano ha preso l'impegno di portare avanti, durante il semestre di Presidenza, il dibattito su questo dossier e di favorire un accordo nell'ambito del Consiglio europeo. Ma – considerandola “incagliata” (da quattro anni) a causa del mancato accordo tra i Paesi membri – la Commissione vuole fare tabula rasa e presentarne una nuova. Più precisa‐ mente, il suo Programma di lavoro per il 2015 precisa: “La Commissione si adopererà con impegno per promuovere la parità fra uomini e donne e consentire alle donne di partecipa‐ re al mercato del lavoro. Per quanto riguarda la proposta del 2008 sul congedo di materni‐ tà, se non sarà possibile sbloccare i negoziati la Commissione la ritirerà entro sei mesi. Que‐ sto dovrebbe lasciare spazio a un nuovo approccio che affronti la questione in una prospet‐ tiva più ampia, basata sulla realtà della società attuale, e tenga conto dei progressi compiuti in questo campo a livello degli Stati membri”. Associazioni e sindacati in allarme hanno fatto un appello a Juncker: “Diritti delle lavoratrici a rischio. Conservatori ed estremisti religiosi minacciano i diritti delle donne”. “Se non è sta‐ to raggiunto un accordo, la Commissione dovrebbe lavorare per trovare in accordo” sostie‐ ne anche la CES (Confederazione europea dei sindacati). Ad oggi la proposta del 2008 non e' stata ritirata e la Commissione valutera' a tempo debito l'evoluzione della negoziazione fra i co‐legislatori . Previdenza sociale ed età pensionabile ‐ La parità va garantita anche nei meccanismi di accesso agli albi e alle associazioni professionali, oltre che ai regimi professionali di sicurez‐ za sociale. Non sono consentiti diversi livelli contributivi a carico del lavoratore o del datore di lavoro sulla base del sesso del lavoratore (Art. 9). L'età pensionabile può restare flessibile per entrambi i sessi ma con l'obiettivo di una parità anche in questo ambito, pur con tempi differiti per l'applicazione di una soglia di età unica per la concessione di pensioni di vec‐ chiaia (Art. 11). Cultura della parità ‐ Ogni Nazione dovrebbe inoltre studiare misure volte ad incentivare e

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promuovere la cultura della parità tra i sessi, anche attraverso provvedimenti che facilitino l'esercizio di determinate attività da parte del sesso sotto‐rappresentato (restano lecite tut‐ te le forme di associazionismo che si prefiggono come obiettivo la tutela di una particolare categoria). In base alla direttiva 2006/54/CE, tra le forme di discriminazione fondate sul sesso rientra‐ no anche le molestie e le molestie sessuali sul posto di lavoro e nella selezione di accesso. Reclami per mancato rispetto del principio di parità – In merito devono essere stabilite chiare procedure dagli Stati Membri per permettere a chi subisca discriminazione di segna‐ lare alle autorità competenti la mancata osservanza di tale direttiva. Il diritto del lavoratore al reclamo per mancato rispetto del principio di parità deve essere tutelato da eventuali licenziamenti o atteggiamenti negativi da parte del datore di lavoro (Art. 23). In base al principio di sussidiarietà sancito nell'Art. 5 del Trattato, alcuni obiettivi possono essere me‐ glio realizzati da normative e interventi a livello comunitario pur restando il diritto dei sin‐ goli Stati di adottare misure più forti (Art. 27). Ogni 4 anni il testo delle misure adottate dai singoli Stati Membri viene sottoposto all'Unio‐ ne (Art. 31) corredato di ricerche, statistiche e buone pratiche scambiate sulla base delle quali l'Unione pubblica una relazione di valutazione comparativa della loro efficacia. *CGIL Segretariato Europa

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MIDAS: I COLORI E GLI ORI di JOSEPH PACE di T. B. Recentemente si sono chiuse due grandi mostre personali entrambe dedicate all'opera di Joseph Pace allestite a dicembre dello scorso anno presso il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e, a gennaio 2015, presso il Museo Venanzo Crocetti di Roma, dove sono state presentate ope‐ re provenienti da collezioni pubbliche come le pure gli ultimi lavori dell’artista. Nelle presentazioni che hanno accompagnato le mostre, si è ampiamente parlato dell'arte e della poetica di Joseph Pace come delle tante tecniche utilizzate dall’artista (pittura, scul‐ tura, incisioni elaborate al computer) come pure delle strabilianti sculture‐assemblaggio di gioielli della serie “MIDAS”. In Pace prevalgono il simbolo, l'evocazione della realtà, piuttosto che la sua rappresenta‐ zione. L’artista è influenzato dalla moda, dalla storia delle linee eleganti, morbide e sinuose dei corpi e degli oggetti, in una fusione e in un assorbimento delle più svariate tecniche che vanno dalla linoleumgrafia alla conoscenza dei mosaici di Ravenna, all’elaborazione cibernetica delle immagini fino alla tecnica delle sculture di gioielli. Negli anni Pace ha saputo unire, in una sorta di ideale congiunzione,l’astrazione statuniten‐ se a quella europea, pur non rinunciando al figurativocon le sue recenti creazioni (serie MIDAS e ENGRAVING). Con la sua opera tratta dell’edonismo tragico dei nostri tempi, co‐ me pure la relazione tra “umano e non umano”, come accade nell’opera di gioielli “L’Eva Futura”, presentata al Museo Boncompagni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Ro‐ ma. Le sue opere offrono al pubblico un percorso artistico di grande impatto, dai toni forti che da sempre segnano il suo percorso artistico. Joseph Pace nasce nel 1959 a Morbegno (Sondrio) e vive a Roma. Studi letterari, sociali e psicoanalitici all’Università della Sorbonne di Parigi e all’Università Sapienza di Roma. Pitto‐ re e scultore, intellettuale nel campo delle arti visive, Pace è soprattutto considerato come uno dei maggiori esponenti del "filtranisme", la corrente filosofica e artistica neo esisten‐ zialista che egli fonda a Parigi negli anni ’80 e a cui aderiscono artisti come Sergio Valle Duarte.

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Dal 1996 al 2008 Pace è stato anche assistente di Sociologia della conoscenza e dell’Arte e di Storia della sociologia presso la Facoltà di Sociologia dell'Università Sapienza di Roma. Anche dovuta alla sua esperienza artistica maturata all’estero, ha anche collaborato, a livello inter‐ nazionale e nel settore della tutela delle opere d'arte e del patrimonio artistico, con il Mini‐ stero dell’Interno, l’OIPC Interpol, l’Unesco e l’Unidroit. Prossime tappe espositive di Joseph Pace sono il Museo Afro Brasil di San Paolo del Brasile e la Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea di Firenze. La città di San Paolo è un luogo caro all’artista per avervi esposto nel 2010 (al Museo de Arte do Parlamento de Sao Paulo e al CRC) e, nel 2014, al Museo Afro Brasil dove è stata presentata “Mudial Brasileiro” (vedi foto), una scultura di gioielli della serie MIDAS, raffigurante un pallone da calcio sovradimen‐ sionato rotante, realizzato per il museo in occasione dei campionato del mondo dicalcio in Brasile. Opere di Joseph Pace sono presenti nella collezioni permanenti del Museo Crocetti di Roma, del Museo Afro Brasil di San Paolo, del Comune di Nettuno, del Museo de Arte do Parlamen‐ to de Sao Paulo, della Pinacoteca dell’Ambasciata d’Italia a Brasilia, della Prefettura di Jagua‐ riuna, del Comune di Alessandria e del CRC di San Paolo.

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Turismo

ITALIA ITALIA‐‐IRAN: SOTTOSCRITTO PROTOCOLLO IRAN: SOTTOSCRITTO PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE CULTURALE DI COLLABORAZIONE CULTURALE

Franceschini: appello comune per difesa patrimonio culturale

Il Ministro Franceschini: appello comune per difesa patrimonio culturale da furia terrorismo di Teresa Blandamura Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e il Ministro iraniano della Cultura e della Guida Islamica, Ali Jannati, il 13 marzo u.s. , hanno firmato, il protocollo esecutivo di collaborazione culturale tra i due paesi. Un’intesa che, come si evin‐ ce dal comunicato riportato sul sito web del MiBACT, permetterà un ottimo lavoro in mol‐ ti ambiti di collaborazione culturale, con particolare attenzione all’istruzione, allo sport, alla letteratura, alla musica, al cinema, alle arti figurative e all’archeologia con mostre sia in Italia che in Iran. Il protocollo prevede attività di cooperazione nel settore culturale quali l’istruzione, l’insegnamento della lingua, le borse di studio, la collaborazione interuniversitaria, l’organizzazione di mostre da allestire in entrambi i Paesi, l’organizzazione di eventi nell’ambito teatrale, musicale e cinematografico. Per favorire la diffusione della cultura italiana in territorio iraniano, riporta il documento ,si mettono a disposizione premi per l’editoria e le traduzioni. È prevista anche la cooperazio‐ ne nel settore del restauro, della conservazione e della ricerca archeologica, soprattutto attraverso lo scambio di informazioni, di pubblicazioni e di esperti, così come previsto dal Memorandum d’Intesa firmato a Teheran il 28 gennaio 2014. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Teatro Al teatro Porta Portese ”Lampedusa ‐ Austine e Selima” di A. Di V. Non si fermano gli sbarchi di profughi nel nostro paese, anzi

proprio con l’avvicinarsi della bella stagione aumenta la triste cronaca di fuga e di morte dei migranti che scappano da guerra e fame. La fuga, la paura, la disperazione ma poi anche la spe‐ ranza e l'amore, sono i sentimenti rappresentati in “Lampedusa‐ Austine e Selima”,opera scritta e interpretata da Tonino Tosto su musiche di Antonello Salis, ispirata al diario del giovane Austine che racconta la sua fuga dal Delta del Niger per raggiungere l’Europa. Il reading andato in scena al Teatro Porta Portese lunedi 13 aprile, ha raccontato le traversie, le violenze, l’abbandono nel deserto, i compagni di vi‐ aggio che non resistono, il lavoro da schiavo, il miraggio del mare, la partenza, l’incontro con Selima, una giovane col suo stesso percorso e destino. “Lampedusa” è tratto dalla storia vera di Austine Osajande, giovane nigeriano fuggito dal proprio paese alla fine del 2008, dopo l’uccisione del padre da parte di membri del movimento rivoluzionario Mend. Un viaggio durato sei mesi, durante il quale Austine ha dovuto affrontare difficoltà e privazioni di ogni genere, ma che gli ha fatto anche incon‐ trare Seline, nigeriana, anch’essa in fuga, non solo dal proprio Paese ma anche dai tanti uomini che incontra sul proprio cammino. Così Austine e Seline, che all’epoca hanno 19 e 17 anni, si innamorano. Insieme continuano il loro disperato viaggio verso una nuova vita. L’ultima parte del viaggio, la traversata in mare, è la più drammatica. Il gommone sul quale sono imbarcati rischia di affondare. È solo grazie all’azione del comandante del‐ la nave mercantile turca “Pinar” che si salvano. Arrivano a Lampedusa ad aprile del 2009. Una bella e suggestiva prova per l’attore e scrittore Tonino Tosto, che gli è valsa un gran‐ de consenso di pubblico e critica, in scena da solo accompagnato dalle suggestive note di Antonello Salis, straordinario Jazzista. Un momento per riflettere e per non chiudere gli occhi davanti al dramma che viene consumato a pochi chilometri di distanza da noi, nel nostro mare, un problema che ci

riguarda e che l’Italia deve affrontare con più determinazione e strategia politica in accor‐ do con l’Unione Europea, la sola forza real‐ mente in grado di arginare il problema.

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Cinema

L’arte come unica strada di liberazione di Loretta Masotti

Molti sono i film sul Decameron, basti ricordare “Boccaccio ‘70” in quattro episodi, di Fellini, Monicelli, Visconti, De Sica e, bellissimo, “Il Decameron” di Pier Paolo Pasolini, ambientato a Napo‐ li. Ora i fratelli Taviani reinterpretano l’opera riportandola nell’ambiente na‐ turale, la Toscana, che è poi la terra d’origine dei registi. Non è la prima vol‐ ta che si cimentano su testi letterari, com’è avvenuto per il film “Kaos”, trat‐ to da “Quattro novelle per un anno” di Pirandello. Se Pasolini aveva fatto un affresco pie‐ no di sensualità e di frizzante vitalità popolare, i Taviani scelgono il registro dell’eleganza formale attraverso un’eccellente fotografia, bellissimi co‐ stumi, melodie classiche da Rossini a Verdi a Puccini, estrema ricercatezza scenica. Manca tuttavia il pathos, non troviamo che raramente vibrazioni e‐ motive; si ha la sensazione di vivere in un’atmosfera devitalizzata, fredda. Il film si sviluppa in un prologo sulla peste del 1348 a Firenze; seguono poi cinque no‐ velle, quattro delle quali incentrate sul tema dell’amore (Messer Gentil de Garisendi e Monna Catalina, Ghismunda e Guiscardo, La badessa e le brache del prete, Federico degli Alberighi) e una (Calandrino e l’elitropia) sul tema della stupidità e della beffa. Gli attori che interpretano le sette ragazze e i tre ragazzi che si rifugiano in campagna per sfuggire alla peste sono giovani leve, non sempre all’altezza del loro ruolo, mentre i protagonisti delle novelle sono attori affermati e bravi tra cui Kim Rossi Stuart, Paola Cortellesi, Jasmine Trinca, Kasia Smutniak, Lello Arena, Riccardo Scamarcio. In continuità con il film preceden‐ te dei Taviani: “ Cesare deve morire”, Orso d’oro al Festival di Berlino, anche qui emerge l’idea che l’arte, la fantasia, rappresentino le uniche forme di liberazione, di riscatto dal male che pervade il mondo, oggi come ieri. Se l’immagine iniziale era quella di un appestato che si suicida gettandosi dal campanile di Giotto, la scena finale, con i dieci giovani che ritornano a Firenze sotto una pioggia catarti‐ ca, prelude forse a una speranza sulla possibile, ma non certa, fine del male. “Maraviglioso Boccaccio” Paolo e Vittorio Taviani. 2015 Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Un film africano entra per la prima volta nella cinquina degli Oscar.

di Loretta Masotti Timbuktu è una città tuareg del Mali che nel 2012 fu occupata dalle forze jiadiste per circa un anno. La popolazione venne tenuta in ostaggio e sotto‐ posta ad una violenta oppressione da parte di fon‐ damentalisti islamici che vietarono il fumo, il cal‐ cio, la musica, imposero alle donne il velo integra‐ le, i guanti, lapidarono le coppie non sposate, fru‐ starono a sangue chi si opponeva a queste regole. Il regista Sissako ambienta il suo film in una Timbu‐ ktu ricostruita in Mauritania, suo paese d’origine, per via del conflitto presente allora nel Mali. Prota‐ gonisti di questa storia sono Kidane, la moglie Sati‐ ma e la loro figlia Toya. É una bella famiglia legata da profondo amore e rispetto reciproco che vive sulle dune del deserto sottraendosi, in questo iso‐ lamento, alle atrocità che avvengono in città. Ma l’omicidio accidentale di un pescatore da parte di Kidane rimette tutto in gioco nel momento in cui le forze jiadiste lo arrestano. Sa che dovrà subire la pena capitale e la sua grande preoccupazione è che la sua famiglia rimarrà sola per sempre. La denuncia del fanatismo religioso non comporta la condanna dell’Islam; c’è una scena mol‐ to chiara in cui l’imam locale cerca di porre fine alle violenze dei miliziani invocando il rispet‐ to del Corano. L’assurdità di quest’oppressione è ben rappresentata anche attraverso i ten‐ tativi della popolazione inerme di difendere la propria dignità. Una delle scene più suggestive è la partita con un pallone immaginario di un gruppo di giova‐ ni che simulano tutte le azioni di gioco, fingendo poi di fare stretching all’arrivo di un con‐ trollo miliziano. Questa scena richiama sicuramente la celebre partita di tennis priva di palli‐ ne e racchette nel finale di Blow‐up di Antonioni. Ma là il significato era di tipo esistenziale: la partita come metafora del cinema, la più fallace delle arti perché si basa sulla visione, ad indicare che la verità è sfuggente e l’arte deve ar‐ rendersi alla sua finzione. Qui invece il messaggio è politico, come a dire che, se i miliziani hanno tolto tutto, non pos‐ sono privare il popolo della coscienza e della dignità. Anche in questo film le immagini iniziali e finali compongono una circolarità: in apertura una gazzella fugge nella savana inseguita da un gruppo di jiadisti in jeep con kalashnikov . “Sfiancala, non ucciderla” gridano, esplicando quello che è lo spirito del loro pensiero. Nella scena finale è la piccola Toya a fuggire dispera‐ ta, non si sa verso dove né con quali prospettive. “Timbuktu” di Abderrahmane Sissako, 2015. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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NORDIC FILM FEST “INGRID BERGMAN: 100 anni dopo” di A. Di V. Presentata alla Casa del Cinema, la quarta edizione del Nordic Film Fest. Rassegna che nasce con l’intento di promuovere la cinematografia e la cultura dei Paesi Nordici (Danimarca, Fin‐ landia, Islanda, Norvegia e Svezia), a cura delle quattro ambasciate nordiche presenti in Italia e con la collaborazione del Circolo Scandinavo di Roma. Dopo il grande successo di pubblico e critica delle precedenti manifestazioni, Roma ospita da giovedì 16 a domenica 19 aprile il cinema dei Paesi Nordici degli ultimi anni caratterizzato dall’emergere di una generazione di nuovi autori che hanno conquistato uno spazio significa‐ tivo nel panorama della cinematografia mondiale. La rassegna, che si svolgerà presso la Casa del Cinema di Roma, presenterà nuovi film in an‐ teprima o inediti in Italia, è realizzata anche in collaborazione con l’Ambasciata di Islanda di Parigi e i Film Institute dei rispettivi paesi e con il patrocinio dell’Assessorato Cultura e Turi‐ smo di Roma. Il tema principale della rassegna è il “NOIR/CRIME”, genere molto amato nel nord Europa come nel nostro paese, e la Danimarca inaugurerà il NORDIC FILM FEST 2015 con il thriller dall’alto contenuto emotivo “The keeper of lost cause”, del regista Mikkel Nørgaard, tratto dal libro best‐seller e pluripremiato del famoso scrittore danese Jussi Adler‐ Olsen (Copenaghen 1950, autore della serie noir della Sezione Q guidata da Carl Mørck, venduta in 37 paesi, un immenso successo di critica e pubblico, milioni di copie vendute nel mondo), pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo “La donna in gabbia”. Oltre alle proiezioni, in lingua originale con sottotitoli in italiano e a ingresso libero, il pro‐ gramma prevede presentazioni e incontri con ospiti internazionali (registi, attori, attrici, pro‐ duttori ecc.) e uno spazio dedicato ad una rassegna di “Visual Filmmaking/Video Art” a cura del Circolo Scandinavo, una sezione dedicata agli sceneggiatori nordici le mattine del 16 e del 17 aprile a cura di WRITERS GUILD ITALIA con una master‐class tenuta da importanti rap‐ presentanti del cinema dei Paesi Nordici. Importante evento collaterale della manifestazione, la mostra fotografica (8 aprile – 23 mag‐ gio), a cura dell’Associazione Santa Marinella Viva, “INGRID BERGMAN: 100 ANNI DOPO”, de‐ dicata alla grande attrice svedese in occasione dei 100 anni dalla nascita, in particolare al periodo da lei vissuto in Italia con Roberto Rossellini nella villa di Santa Marinella, vicino Ro‐ ma. Un appuntamento da non perdere per conoscere dettagli preziosi di questa incantevole attrice ancora tanto viva nel ricordo degli italiani. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Mostre Conegliano (TV), Palazzo Sarcinelli La poesia della realtà Aldo Savini

Vittore Carpaccio (Scarpazo, Scarpazza) nasce a Venezia nel 1465 circa. Il nome Carpaccio è l’italianizzazione del latino “Carpathius, Carpatio” usato per firmare le sue opere. La formazione pittorica avviene tra Quattro e Cinquecento a Venezia, allora in fermento per la presenza di artisti e intellet‐ tuali che innovano profondamente la scena artistica e culturale cittadina. Nei lavori veneziani le im‐ magini narrano le storie della fiorente Repubblica di San Marco con le sue vivaci tradizioni popolari e religiose. Per questo appare come l’interprete, insieme a Gentile Bellini e a Marco Basaiti, di una sen‐ sibilità rispondente alle esigenze di autorappresentazione e autocelebrazione dei ceti emergenti della società veneziana. Carpaccio idealizza questo mondo in una visione sospesa tra realismo e utopia, tra documentazione e seducente favola letteraria. Con l’arrivo di nuovi protagonisti, quali Giorgione, Tiziano, Lotto, Pordenone e Sebastiano del Piombo, Carpaccio si allontana da Venezia, accetta com‐ missioni in città dell’alta Italia per poi trasferirsi col figlio Benedetto in Istria, al confine orientale della Repubblica. Le ultime notizie sono del 1526, per cui si ritiene che sia morto proprio in quell’anno. Il figlio Benedetto, nato presumibilmente a Venezia, in un atto del 1533 viene indicato come sostituto del padre, ormai morto. Successivamente, nel 1540 alcuni documenti attestano la sua presenza a Capodistria. Definito “pittore veneto”, gli viene conferita anche la cittadinanza avendo sicuramente in città l’abitazione e la bottega dove porta a compimento alcune opere lasciate incompiute dal pa‐ dre. Nelle sue opere a partire dall'Incoronazione della Vergine del 1537 riprende le figure delle rap‐ presentazioni di Vittore, accentuandone l’aspetto coloristico per esprimere con vigore il proprio con‐ cetto di sacro teatrale e simmetrico. La mostra “Carpaccio. Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria. L’autunno magico di un maestro” indaga e illustra gli ultimi dieci anni di attività di Vittore Carpaccio dal 1515 al 1525 ca. e la successiva produzione del figlio Benedetto in Istria. Sono esposti cinquanta capolavori tra dipinti, pale d'altare e disegni, come il San Giorgio che lotta con il drago da San Giorgio Maggiore, la Pala di Pirano, il Polittico da Pozzale del Cadore, l’Entrata del podestà Contarini a Capo‐ distria, le Portelle d'organo dal Duomo di Capodistria, il Trittico di Santa Fosca, ricomposto per la pri‐ ma volta dopo cinquant'anni da Zagabria, Venezia e Bergamo, e il Padre eterno tra i cherubini da Sir‐ tori (Lecco). (Nell’immagine: V. Carpaccio, San Giorgio che lotta con il drago) Mostra: Carpaccio. Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria. L’autunno magico di un maestro. Sede: Conegliano (TV), Palazzo Sarcinelli Periodo: 6 marzo – 28 giugno 2015 Orario: martedì, mercoledì e giovedì 9 – 18, venerdì 9 – 21, sabato e domenica 9 – 19 Ingresso: intero € 10, ridotto € 8, scuole € 4 Catalogo: Marsilio

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Asti, Palazzo Mazzetti Antichi piaceri A.S. La mostra “Alle origini del gusto. Il Cibo a Pompei e nell’Italia antica”, ispirata al titolo dell’Expo 2015 di Milano “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, affronta il tema dell’alimentazione nel mondo anti‐ co, intendendo dimostrare come il cibo sia stato in passato e lo sia oggi uno dei principali fattori che qualificano una civil‐ tà. Strettamente connesso alla sfera so‐ ciale e religiosa, favorisce, infatti, il senso di appartenenza e l“identità culturale” senza i quali non sarebbe possibile la co‐ municazione interculturale. In quest’ottica prospetta un viaggio alle ori‐ gini del comportamento alimentare italia‐ no, dalle tecniche di coltivazione alla preparazione e presentazione dei cibi. Il banchetto di età ro‐ mana fornisce lo spunto per un’indagine su alcuni prodotti della terra, come grano, olio e vino, per giungere alle abitudini alimentari dei maggiori popoli antichi che vissero in Italia, dai Greci agli Etru‐ schi, fino agli Italici. Le conoscenze sulla produzione e la cucina romana, e in parte anche greca ed etrusca, sono basate su fonti letterarie, archeologiche e paleo‐ambientali. Tra i testi scritti i più noti sono il manuale di ricette pervenutoci sotto il nome di Apicio, la cena di Trimalcione nel Satyricon di Petronio e la Edifagetica di Archestrato di Gela, una sorta di prima guida gastronomica del mondo antico. Notevoli e suggestive anche le informazioni fornite dall’archeologia, soprattutto dagli scavi archeologici in area vesuviana di Pompei, Ercolano e Stabia, centri seppelliti dall’eruzione del 79 d.C. che forniscono immagini visive, ambienti completi di arredamenti, impronte di coltivazioni, reperti botanici e zoologici e anche veri cibi carbonizzati. In occasione della mostra è visitabile la domus romana di via Varrone della seconda metà del I secolo d.C. situata dove terminava il decumano massimo che conserva il tappeto a mosaico che decorava il pavimento del triclinium, la sala da pranzo. (nell’immagine: Affresco con scena di banchetto) Mostra: Alle origini del gusto. Il Cibo a Pompei e nell’Italia antica Sede: Asti, Palazzo Mazzetti Periodo: 7 marzo – 5 luglio 2015 Orario: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 Ingresso: intero € 10, ridotto € 8, scuole € 3 Catalogo: Marsilio

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Rovigo, Palazzo Roverella Angeli e demoni A. S. Sul finire dell’800, sulla crisi del naturalismo positivi‐ sta e della pura visibilità dell’impressionismo, antici‐ pata in Francia da Mallarmé e Baudelaire in lettera‐ tura, si innesta la cultura simbolista che avrà un par‐ ticolare rilievo nelle arti visive. I simbolisti intendono trovare sia le corrispondenze tra il mondo oggettivo naturale e le tensioni interiori soggettive, sia lo “spirituale” presente nella realtà, non immediata‐ mente visibile perchè annidato nella profondità dell’”io”. In questo clima culturale Freud teorizza ed avvia l’esplorazione dell’inconscio e scopre attraverso gli enigmi dell’esperienza onirica il travaglio interiore dell’uomo “moderno”, lacerato tra desiderio e senso di colpa, tra salvezza e perdizione. L’asse culturale si sposta dalla Francia alla Mitteleuropa, stimolando ricerche ed esperienze alternati‐ ve, dall’esoterismo alla teosofia. La mostra “Il demone della modernità. Pittori visionari all'alba del secolo breve” traccia un percorso che partendo dalla Francia con Moreau e Redon si sposta in area di cultura tedesca, sconfinando nei territori balcanici dell’Impero asburgico, senza trascurare l’Italia. Grande novità è la presenza di artisti della Croazia, in gran parte poco noti ma esemplari per inter‐ pretare la nuova sensibilità artistica per la quale solo il simbolo sa istituire un autentico rapporto tra realtà esteriore e l’interiorità. Ben presto alle sfingi, agli edipi, alle meduse e alle salomè, immagini derivate dalla mitologia classica, si sostituiscono angeli e demoni, figure e mostri misteriosi e inquie‐ tanti che provengono da una dimensione oscura, dove si confondono sogni, incubi e visioni, interpre‐ tati tra gli altri da Gustave Moreau, Odilon Redon, Max Klinger, Franz von Stuck, Arnold Böcklin, Mir‐ ko Racki, Karl Wilhelm, Kostantinas Ciurlionis, Sascha Schneider. Il percorso espositivo si conclude con opere su tela e su carta degli italiani Alberto Martini, Mario De Maria, Guido Cadorin e, nel fina‐ le, con le visioni infernali di New York, la grande metropoli con i grattacieli avvolti da luci che sembra‐ no infiammarli, di Gennaro Favai. (nell’immagine: Hengeler, Il bacio della sfinge) Mostra: Il demone della modernità. Pittori visionari all'alba del secolo breve Sede: Rovigo, Palazzo Roverella Periodo: 14 febbraio – 14 giugno Orario: feriali 9 – 19, sabato e festivi 9 – 20. Lunedì chiuso Ingresso: intero € 11, ridotto € 9 Catalogo: Marsilio

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Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti Dolci fragili sculture A.S. La sera del 5 ottobre 1600 in Palazzo Vecchio si tenne il banchetto per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia. Ber‐ nardo Buontalenti, architetto, scultore, sceno‐ grafo, ingegnere, progettò gli allestimenti per la tavola regia e per quelle degli ospiti, mentre Jacopo Ligozzi realizzò una Credenza a forma di giglio di Francia splendente di ori, cristalli, gem‐ me e pietre per presentare agli invitati ben duemila pezzi del tesoro mediceo. Per l’occasione, insie‐ me alle virtuosistiche piegature di tovaglioli, artigiani‐artisti specializzati realizzarono sculture in zuc‐ chero, “alimenti decorativi” modellati su prototipi di capolavori in bronzo degli scultori fiorentini di fine Cinquecento, tra i quali Giambologna, Pietro Tacca e Gasparo Mola. La scultura in zucchero che raffigurava Enrico IV a cavallo, alta 115 centimetri, e le altre ispirate alle Fatiche d’Ercole, a Divinità, a cacce e a temi venatori e pastorali suscitarono l’ammirazione della regina e degli ospiti, considerate espressione raffinata della genialità degli artigiani fiorentini per un evento d’importanza politico‐ diplomatica senza precedenti per Casa Medici. La mostra intende rievocare nella sala detta “di Bona” il banchetto, sia con la ricostruzione della “mensa regia”, della “credenza del giglio” e del suo arredo, sia con la riproduzione secondo le tecniche di fusione tradizionali di alcune di quelle figure in zucche‐ ro poste a confronto con bronzi originali di Giambologna e della bottega che probabilmente serviro‐ no da modelli. Le piegature dei tovaglioli, realizzate da Joan Sallas, documentano un’arte “minore” che vide proprio a Firenze con questo celebre banchetto il suo vertice. Inoltre sono esposti le imma‐ gini e i ritratti dei protagonisti della cerimonia: la neo‐regina Maria ed Enrico IV, Michelangelo Buo‐ narroti il Giovane, autore di una puntuale cronaca, gli artisti Giambologna, Ligozzi, Cigoli e Buontalen‐ ti, i musicisti e i letterati che allietarono sia il banchetto della sera del 5 ottobre, sia la recita dell’Euridice rappresentata il giorno successivo a Palazzo Pitti. Infine, all’interno della Credenza del giglio scorrono a video capolavori del tesoro mediceo, insieme ad alcuni di questi manufatti, prove‐ nienti dal Museo degli Argenti, molto probabilmente gli stessi che trovarono posto su quel mobile la sera dello storico banchetto. (nell’immagine: Toro) Mostra: Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici Sede: Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti Periodo: 10 marzo – 7 giugno 2015 ‐ Catalogo: Sillabe

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Urbino, Palazzo Ducale

La stanza delle meraviglie di A. S. Lo Studiolo di Federico da Montefel‐ tro, realizzato tra il 1473 e il 1476 da artisti fiamminghi appositamente chiamati a corte dal Duca, è l'unico ambiente, tra l’altro molto piccolo al piano nobile del Palazzo, ad essere rimasto pressoché integro, testimo‐ nianza diretta del gusto fastoso e colto della corte urbinate di Federi‐ co. Le pareti sono rivestite da tarsie lignee che, tra realtà e finzione, creano effetti illusionistici per le finte architetture che dilatano lo spazio grazie alle complesse costruzioni prospettiche di elementi geometrici. Nella parte superiore, alternati a nicchie con statue, sportelli traforati semiaperti lasciano intravedere libri, strumenti scientifici e altri oggetti che richiamano i simboli delle Arti e delle Virtù. Una fascia sottostante con fregi separa la parte inferiore con degli stalli e assi appoggiate sopra, sulle quali sono disposti strumenti musicali ed altri oggetti, mentre sullo sfondo si notano grate imitanti sportelli aperti o chiusi. Originariamente la sommità delle pareti era decorata da ventotto ritratti, realizzati da Giusto di Gand e Pedro Berruguete, oggi divisi tra il Louvre e la Galleria Nazionale delle Marche. I ritratti, che testimoniano l’apertura culturale del Duca e l’atmosfera intellettuale della cor‐ te, raffigurano personaggi civili ed ecclesiastici, cristiani e pagani, in particolare eruditi, filosofi anti‐ chi, dottori della chiesa, filosofi medievali, personaggi dell’Antico Testamento e poeti, tra cui Dante e Petrarca. La mostra “Lo Studiolo del Duca” ripropone questo ambiente, adibito a luogo di studio, di raccoglimento e di meditazione, come era precedentemente allo smembramento seicentesco dei dipinti. Per l’occasione, con il rientro in Italia per la prima volta dei 14 ritratti custoditi dal 1863 al Museo del Louvre, viene ricostituita la straordinaria galleria degli Uomini illustri del passato e del pre‐ sente. (nell’immagine: Giusto di Gand, Aristotele) Mostra: Lo Studiolo del Duca. Il ritorno degli uomini illustri alla corte di Urbino Sede: Urbino, Palazzo Ducale Periodo: 12 marzo – 4 luglio Orario: da martedì a domenica 8,30 – 19,15; lunedì 8,30 – 14 Ingresso: intero € 12, ridotto € 9,50

Catalogo: Skira

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Bologna, Palazzo Fava

Sette secoli d’arte di A. S. Nelle sale affrescate da Ludovico, Agostino e Anni‐ bale Carracci e dalla loro scuola di Palazzo Fava, la mostra “Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice” con 180 capolavori, tra dipinti e sculture prove‐ nienti da collezioni pubbliche e private, di artisti bolognesi e anche forestieri che comunque hanno avuto rapporti stabili con la città, illustra quanto di più originale in campo artistico Bologna abbia rea‐ lizzato nel corso di oltre sette secoli, imponendosi come uno dei centri più importanti dell’arte italia‐ na ed europea. Dedicata a Roberto Longhi che nel 1934 ottenne l’incarico della cattedra di Storia dell’Arte all’Università di Bologna e avviò l’innovazione radicale dello studio dell’arte bolo‐ gnese e non solo, intende rendere un omaggio a Carlo Cesare Malvasia e alla sua Felsina pittrice (1678), la fonte più importante per la conoscenza della pittura bolognese dal Medioevo all’età ba‐ rocca. Il percorso espositivo, che ingloba i fregi dei Carracci con le storie di Giasone e di Enea, racco‐ glie straordinari capolavori di artisti che hanno segnato la storia dell’arte, da Cimabue a Niccolò dell’Arca, da Vitale da Bologna al Parmigianino, dai Carracci a Guido Reni e Guercino, da Donato Creti a Antonio Basoli, da Lucio Fontana e Arturo Martini a Giorgio Morandi. Basta citare le opere più note, veri snodi epocali per la vicenda artistica bolognese, dalla Madonna in trono di Cimabue da Santa Maria dei Servi all'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, dipinta per la cappella funeraria di Elena Duglioli dall’Olio nella chiesa di Santa Maria in Monte, ora alla Pinacoteca Nazionale, da Diana ed Endimione di Ubaldo Gandolfi al San Domenico di Niccolò dell'Arca dalla Fondazione Cavallini Sgarbi, dal Ratto d'Europa di Guido Cagnacci dalla collezione Molinari Pradelli ai ben sette dipinti di Giorgio Morandi. (nell’immagine: Raffaello Sanzio, Estasi di Santa Cecilia) Mostra: Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice Sede: Bologna, Palazzo Fava (via Manzoni, 2) Periodo: 14 febbraio – 17 maggio 2015 Orario: lunedì 12 – 19, martedì, mercoledì, giovedì e domenica 9 – 19, venerdì e sabato 9 – 20 Ingresso: intero € 12, ridotto € 9

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Roma, Palazzo del Quirinale Sala dei Corazzieri

Storie parallele A.S. Il ciclo di venti arazzi monumentali, commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala dei Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze, smembrati poi nel 1882 dai Savoia tra Firenze e il Palazzo del Quirinale, dopo un lungo re‐ stauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Laboratorio Arazzi del Quirinale, vie‐ ne ricomposto nella sua integra unità nella mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”. Gli arazzi che raffigurano le Storie di Giuseppe so‐ no una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale, furono rea‐ lizzati nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, dai maestri arazzieri fiam‐ minghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui disegni preparatori di Jacopo Carrucci, detto il Pon‐ tormo, e dell’allievo Agnolo di Cosimo di Mariano, detto il Bronzino, i più famosi protagoni‐ sti del manierismo fiorentino. Il soggetto ha un evidente significato allegorico: il patriarca biblico Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, fu venduto dai fratelli invidiosi a mercanti che si recavano in Egitto, dove dovette affrontare la schiavitù e la prigione. Grazie alle sue doti intellettuali riuscì in una brillante carriera politica tanto da raggiungere posizioni di potere. Diventato il consigliere del Faraone, salvò la popolazione dalla carestia, garanten‐ do la prosperità del regno e, infine, si dimostrò clemente, perdonando i fratelli che lo ave‐ vano tradito. Il parallelo con le sorti della casata dei Medici, e di Cosimo I in particolare, è evidente: scacciati più volte come nemici da quella Firenze di cui erano stati per lungo tem‐ po i signori di fatto, vi ritornarono infine come sovrani di un nuovo e più grande stato, il nascente Ducato e poi Granducato di Toscana. La mostra é sostenuta dalla Fondazione Bracco il cui rapporto con la Presidenza del Quirinale risale al 2011 in occasione delle Cele‐ brazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, quando decise di contribuire a riportare la Galleria di Papa Alessandro VII Chigi all’originario splendore barocco. Dopo Roma, la mostra appro‐ derà a Milano in occasione dell’apertura di Expo 2015 alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, (29 aprile – 23 agosto) e successivamente a Firenze alla Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio (16 settembre – 15 febbraio 2016). (nell’immagine: Bronzino, Giuseppe perdona i fratelli) Mostra: Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino Sede: Roma, Palazzo del Quirinale, Sala dei Corazzieri Periodo: 16 febbraio – 12 aprile Orario: da martedì a sabato 10 – 13 e 15.30 – 18.30, domenica 8.30 – 12 Ingresso: libero

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Libreria TIZIANA COLUSSO

LA MANUTENZIONE DELLA MERAVIGLIA. Diari e scritture di viaggio a cura della redazione Il disvelamento perpetuo del mondo attraverso lo sguardo attivo della meraviglia, in un flui‐ do itinerario tra Writers’ Houses disseminate dal Baltico all’Egitto, silenziosi ritiri buddisti, convegni istituzionali europei, festival poetici caoticamente vitali a Calcutta, Sofia, Ventspils o Banská Štiavnica, soggiorni formativi a Parigi e New York, dialoghi di pace tra scrittori a Istanbul e Haifa, frenetici viaggi tra le lingue della poesia nelle antiche sale di un castello slovacco, vagabondaggi nelle pieghe del paesaggio italiano, treni di pendolari che diventano acceleratori di particelle, à la recherche di porti per inquiete îles flottantes. Tiziana Colusso, autrice di narrativa, poesia, testi teatrali, fiabe, articoli, saggi. Si è laureata in Letteratura Comparata a Roma e successivamente ha vissuto per alcuni anni a Parigi, dove si è specializzata all’Université Paris‐Sorbonne ed ha collaborato con la rivista letteraria “La Re‐ publique Internationale des Lettres”. Dal 2005 al 2011 è stata membro eletto del Board (Direttivo) dello European Writers Council; è attualmente coordinatrice organizzativa della Sezione Nazionale Scrittori dell’SLC (Sindacato Lavoratori della Comunicazione ) della CGIL. Tra le sue ultime pubblicazioni: Ecofrasie” testi e musica, con CD (2012); La lingua langue, traduzioni in dodici lingue di suoi testi, prefazione del prof. Jean Charles Vegliante, docente all’Université Sorbonne Nouvelle. Il sanscrito del corpo (2007); Italiano per straniati (2004); La criminale sono io (2002); Né lisci né impeccabili (2000) Collabora con riviste cartacee e on line, istituzioni culturali, e ha partecipato a nu7merosi Festival Letterari in Italia e all’estero.

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Manuela Alessandra Filippi

“Le chiavi per aprire 99

luoghi segreti di Milano” Milano la città dell’Expo tutta da scoprire di Antonietta Di Vizia Presentato il 26 febbraio a Roma al palazzo delle Esposizioni il nuovo libro di Manuela Alessandra Filippi “Le chiavi per aprire 99 luoghi segreti di Mi‐ lano” Palombi editori. Milano la città dell’Expo 2015 non è solo un luogo di moda e design ma una città che può sbalordire il turista con palazzi ele‐ ganti, chiese sorprendenti, rifugi della seconda guerra mondiale, fonderie e tanti luoghi nascosti tutti da visitare. Quest’opera ben realizzata grazie al paziente puzzle che Manuela Alessandra Filippi ha saputo ricostruire con pazienza e tanto entusia‐ smo e con la curiosità di una storica dell’arte e di una manager culturale, analizza e svela i numerosi capolavori nascosti del capoluogo lombardo. ull’onda del successo riscosso dalla collana 99 luoghi segreti, diretta da Costantino D'Orazio ed illustrata con disegni da Daniele Ohnheiser che ha finora prodotto tre guide dedicate alle meraviglie nascoste d’Italia, di Ro‐ ma, di Firenze e della Toscana, esce il quarto volume della collana, dedicato alla città di Mi‐ lano. Il filo conduttore è quello che ha determinato il successo delle prime pubblicazioni: descrivere in modo avvincente luoghi d’arte straordinari poco conosciuti al grande pubblico e, soprattutto, rivelare il modo in cui è possibile visitarli. Palazzi privati, giardini segreti e, nel caso di Milano, grattacieli, industrie, fonderie e fornaci. Siti normalmente chiusi al pub‐ blico, che aprono le loro porte a tutti i lettori appassionati d’arte e non solo. La guida, oltre a raccogliere luoghi simbolo della città, narra le vicende di personaggi chiave nella storia recente di Milano, come quella di Bernardino Branca, inventore del celebre Fernet Branca; quella di Ettore Conti, pioniere dell’energia idroelettrica, al quale si devono i restauri del celeberrimo Cenacolo leonardesco, e quella di Guido Ucelli di Nemi, illuminato industriale, fondatore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Passando per i dipinti e gli affreschi conservati a Palazzo Clerici, Palazzo Litta, Palazzo Durini, Palazzo Visconti e Palaz‐ zo Caproni di Taliedo, la guida condurrà il lettore per mano alla scoperta di celebri giardini privati, come quelli della Casa degli Atellani, di Casa Valerio e Casa Bergamasco; refettori, come quello dell’Umanitaria, e biblioteche rinascimentali, come quella dell’Incoronata. U‐ no sguardo al passato, unito a una puntuale ricognizione delle eccellenze del Novecento, che hanno fatto di Milano una delle capitali delle Avanguardie, dell’industria e del design, per finire con la città contemporanea, che trova il suo culmine nei grattacieli dell’Unicredit e della Regione Lombardia. Una Milano come non l’avete mai vista e ancora meno immagi‐ nata dettagliatamente raccontata in questo libro, utile strumento per comprendere l’anima e il cuore di una città fulcro centrale della nostra arte e della nostra economia.

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“Codice Amazon”

Trucchi e segreti dell’azienda che ha rivoluzionato lo shopping di A. Di V. Il libro “Codice Amazon” di Marco Scotti, un lavoro di ricerca ed interviste, per raccontare il fenomeno Amazon e valutarne operato e sviluppi futuri. Libro che esce a poche settimane dalla pubblicazio‐ ne del bilancio 2014, un’indagine a 360 gradi sull’azienda che in vent’anni ha cambiato il modo di fare shopping, prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo. Marco Scotti, giornalista economico, ha realizzato con questo lavoro di approfondimento, la prima analisi organica sull’azienda creata da Jeff Bezos nel 1994, una azienda che oggi non fa utili anche se ha un fatturato di oltre 75 miliardi di dollari e che non si preoccupa di perdere investitori. Codice Amazon, Lantana editore, unisce alla storia di «come tutto ebbe inizio» i numeri del gigante del web, all’analisi delle controversie di volta in volta sorte nei diversi Paesi, le testi‐ monianze di esperti del settore, partendo dalla domanda di fondo: Amazon è un mostro o una rivoluzione positiva? La creatura di Jeff Bezos è destinata a distruggere l’intero mercato librario e non solo? Alla presentazione romana, presso libreria Arion Monti, la scorsa settimana, oltre ad un nu‐ meroso pubblico anche relatori di rilievo come Francesco Boccia, parlamentare Pd, presiden‐ te della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati,Marcello Ciccaglioni, presidente Li‐ brerie Arion, e Nicola Fano, giornalista, membro del Consiglio di Amministrazione del Teatro di Roma. Insomma un libro interessante “Codice Amazon” per cercare di capire le nuove frontiere del marketing e dell’e‐commerce, ma anche per renderci conto di quanto siamo indietro nel no‐ stro paese in quanto a leggi e regolamentazione del mercato online , oggi pericolosamente concentrato nelle mani di multinazionali straniere che eludono tasse e controlli e che detta‐ no le loro regole alle quali noi non riusciamo a porre freno, a discapito dei nostri interessi e del bene collettivo presente e futuro. Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Enogastronomia

TORTA SALATA ALLA MANIERA UMBRA In questo periodo, al forno o in pasticceria, si vedono torte salate di ogni genere. Che si tratti dalla classica torta pasqualina, del tortano o del casatiello, ce n’è davvero per tutti i gusti. Ma, tra le tante, quella particolarmente gustosa, ripiena di uova sode ed erbette, è quella umbra. Una soffice torta alta che si usa mangiare solitamen‐ te a colazione il giorno di Pasqua, ma è gustosa tutto l’anno, può essere accompagnata con formaggi e salumi. Una bontà che non ha niente a che vedere con la pizza classica che tutti conosciamo.

Ingredienti: 50 g di fontina a pezzetti, 125 ml di latte, 2 cucchiai di olio, 5 uova, 180 g di pecorino grattu‐ giato, 1 cubetto di lievito di birra, noce moscata qb, pepe, farina qb (necessaria per ottenere un composto denso ed elastico). Preparazione: in meno di mezzo bicchiere di latte tiepido sciogliere il lievito di birra, in una ciotola mesco‐ lare sbattendole con una forchetta le uova con il formaggio pecorino, l’olio, la noce moscata, il latte re‐ stante ed il pepe. Aggiungere e mescolare a questo punto la farina a poco a poco man mano che si impa‐ sta. Unire infine la fontina. Mettere l’impasto nello stampo e farlo lievitare per circa 2 ore. Cuocere in for‐ no già caldo per 1 ora a 180C°. Si può gustare appena fatta o anche a distanza di qualche giorno.

Tempo Libero Marzo/ Aprile 2015

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Aderire alla FITeL Perché conviene?

Il socio FITeL è consapevole di fare un gesto speciale per valorizza‐ re il tempo libero che, soprattutto in tempi di crisi, diventa sem‐ pre più difficile gestire. I Soci sono l’anima della nostra Associazione perchè è grazie a lo‐ ro che possiamo dare vita ai tanti progetti ed iniziative a livello nazionale e territoriale. Con la tua Tessera FITeL potrai essere protagonista ed accedere alle molteplici attività e servizi: 

affermare e promuovere il valore e il ruolo del tempo libero quale elemento di crescita per l’individuo come singolo e nel‐ le aggregazioni sociali;

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favorire l’interscambio oggettivo e soggettivo tra i componenti degli organismi affiliati (Cral, Crt e Associazioni) nell’osservanza delle singole autonomie associative e nel rispetto delle comunità internazionali democratiche;

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rappresentare gli organismi associati nei confronti dei terzi, a li‐ vello locale, nazionale ed internazionale;



sviluppare e tutelare le istanze ed i programmi promozionali indi‐ rizzati all’affermazione dell’associazionismo di promozione socia‐ le;

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promuovere progetti e servizi per la cultura, lo sport e il turismo sociale, anche con finanziamento pubblico e/o comunitario;



usufruire dell’assistenza fiscale e legale con un’offerta vasta e per‐ sonalizzata in base all’esigenze dei soci;

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stipulare convenzioni, ai sensi della legislazione vigente, con altre Istituzioni pubbliche e/o private, ivi comprese quelle derivanti dalla contrattazione collettiva.

Inoltre, l’adesione a FITeL permetterà di avere accesso alle nostre pro‐ poste, pubblicazioni, iniziative e servizi scaricabili direttamente dal portale www.fitel.it .

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TRAVEL ASSOCIATION DAY RIMINI FIERA 8 OTTOBRE 2015 Incontro e confronto professionale fra operatori della domanda e dell’offerta del turismo italiano, che hanno reciproco interesse a conoscersi e cooperare. Al workshop con i CRAL e Associazioni parteciperanno i Tour Opera‐ tur Incoming e le realtà ricettive che vogliono incontrare gli associati che operano nel settore.

Un’ occasione per i CRAL e Associazioni aderenti alla FITeL di avere tutte le migliori informazioni su viaggi di breve, medio e lungo raggio da proporre ai soci e loro famiglie. Espositori: Enti de Turismo, Aziende di promozione turistica, Alber‐ ghi e/o Gruppi Alberghieri, Centri Benessere e Termali, Tour Operator, Compagnie Aeree, di Crociera e tutti i fornitori di servizi turistici interessati a far conoscere ai CRAL e Associazioni la propria attività e/o programmazione.

ttgrimini@fitel.it ‐ fitel@ttgitalia.com 78


SEI APPASSIONATO DI SCRITTURA ? FINO AL 30 LUGLIO 2015 E’ APERTO IL CONCORSO DI NARRATIVA FITeL “STORIE INASPETTATE” www.fitel.it

SE VUOI PARTECIPARE INVIA IL TUO RACCONTO INEDITO A premiodinarrativastorieinaspettate@fitel.it 79


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