CULTURASPORTURISMOSERVIZI
TEMPO LIBERO OBS ACT- quella strana chimera Europa
La revisione della strategia 2020 Estate
Gli italiani vanno in vacanza ma riducono il tempo e il budget Concorso di narrativa FITeL “Storie inaspettate”
Bimestrale FITeL - Luglio - Agosto 2015 - anno 15° - n. 89
aperto fino al 30 settembre 2015 Rimini Fiera
FITeL e Cral al TTG “Travel Association Day” WorKshop dedicato al Turismo Sociale Mostre
Casal di Principe (CE), Villa don Peppe Diana Oltre l’ombra
Iscrizione al Tribunale di Roma nel Registro della stampa n. 76/2008
Ti piace scrivere? Fino al 30 settembre puoi partecipare al concorso di narrativa “STORIE INASPETTATE�! Per aderire invia il tuo racconto e-mail:premiodinarrativastorieinaspettate@fite.it www.fitel.it
Progetto grafico di Daniela Boccac2
SOMMARIO
EDITORIALE
di Giovanni Ciarlone
ATTUALITA’ 7 OBS - quella strana chimera. di Alfredo Magnifico 10 La revisione della strategia Europa 2020 di Silvana Paruolo
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13Unione europea: la Presidenza passa al Lussemburgo di S.P. 14 Concorso letterario “Storie Inaspettate” di R.R.
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VOLONTARIATO E TERZO SETTORE 15 Insieme contro i rischi del gioco d’Azzardo a cura della redazione
CULTURA 16 LA MANUTENZIONE DELLA MERAVIGLIA: “un libro di viaggi tutto speciale…” di Marcello Carlino
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TURISMO 20 Vacanze più care, gli italiani riducono il tempo e il budget di Rossella Ronconi 21 OITS Europa, riunitosi Bruxelles la Task Force sindacale a cura di Teresa Blandamura
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22 TTG Incontri apre ai Cral col “Travel Association Day” a cura di Mario Caiulo
TTG Incontri apre ai Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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CINEMA 23 Il passato che non si può dimenticare. di Loretta Masotti 24 Sessualità e morte nel cinema di Greenaway di L. M.
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MOSTRE 25 Trieste, Castello di Diramare Reporter di viaggio di Aldo Savini 26 Firenze, Galleria degli Uffizi Meravigliose stranezze di A.S.
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27 Gualtieri (RE), Palazzo Bentivoglio Vita, dolore e arte di A.S. 28 San Gimignano (SI), Pinacoteca Ritorno alle origini di A.S.
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29 Roma, Palazzo Venezia L’età dell’oro della civiltà cinese di A.S. 30 Napoli. Museo Archeologico, Scavi di Pompei Guardando Pompei, tra antico e moderno di A.S.
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31 Casal di Principe (CE), Villa don Peppe Diana Oltre l’ombra di A. S. 32 Napoli, Sale Espositive del Castel dell'Ovo "Presente Infinito” di Augusto Gallo
32 31 ENOGASTRONOMIA 33 Pasta fredda con verdure grigliate di Monia Citarella
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CULTURASPORTURISMOSERVIZI
TEMPO LIBERO Direttore - Giovanni Ciarlone Direttore Responsabile - Rossella Ronconi Capi Redattori - Alfredo Magnifico, Stefano Daneri, Silvano Sgrevi Segretaria di redazione - Monia Citarella Redazione - Aldo Albano,Teresa Blandamura, Mario Caiulo, Daniela Sangiorgio, Ferruccio Valletti. Anno 15° n. 89 Luglio /Agosto 2015 A questo numero hanno collaborato Marcello Carlino, Loretta Casotti, Augusto Gallo, Silvana Paruolo, Aldo Savini. Direzione e redazione C/o FITeL - Via Salaria, 80 - 00198 Roma tel. 06 85353869—06 8411063 E-mail: nazionale@fitel.it - www.fitel.it Fotocomposizione e pubblicazione - nazionale@fitel.it
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Editoriale Una strategia condivisa tra Fitel, categorie e territori , per difendere e rilanciare l'azione sociale dei CRAL Alla vigilia dell’avvio del confronto di CGIL,CISL,UIL con Governo e Confindustria per i rinnovi dei contratti scaduti, la FITeL, con lo scopo di rappresentare il mondo dei Cral ad essa aderenti, sta rilanciando la propria iniziativa in quanto la grave crisi economica ha inciso profondamente oltre che sul tessuto produttivo e sull’occupazione anche e soprattutto sulla rappresentanza delle strutture ricreative aziendali. L'attacco alle fonti di finanziamento delle attività dei Cral degli ultimi anni, la volontà di assunzione in proprio, espressa e praticata da parte di alcune aziende, delle attività sociali fino ad ora cogestite, la generale disattenzione e sottovalutazione di governo e istituzioni su una riforma del welfare effettivamente in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini e delle loro famiglie, sia nella sfera del disagio sia in quella dell'agio, rendono urgente e necessario il rafforzamento di questa rappresentanza unitaria e l'elaborazione di una strategia condivisa tra Fitel, categorie sindacali e territori, per difendere e rilanciare l'azione sociale dei CRAL come patrimonio irrinunciabile di partecipazione, solidarietà e progresso culturale dei nostri lavoratori. Recuperare l'attenzione su questo aspetto contrattuale non deve sembrare in contraddizione con le difficoltà più generali della contrattazione perché i lavoratori e le loro famiglie hanno bisogno tanto di recuperare potere d'acquisto dei salari quanto di poter disporre di servizi sociali. Per questa ragione auspichiamo una maggiore attenzione delle categorie e delle strutture territoriali del sindacato allo sviluppo e al consolidamento della Fitel favorendo un’ adesione generalizzata dei CRAL, convinti come siamo che una Fitel più forte e radicata significa una maggiore e più completa tutela dei lavoratori nel passaggio da un welfare state a una piena welfare comunity. Giovanni Ciarlone
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Attualità
OBS ACT- quella strana chimera. di Alfredo Magnifico Secondo le stime, il percorso legislativo dovrebbe essere completato in breve tempo, lo vogliamo analizzare nelle prime regole emanate con un linguaggio semplice e renderlo comprensibile ai più. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (G.U. Serie Generale n.144 del 24-6-2015 – Supplemento Ordinario n. 34) del decreto legislativo n. 81 del 15 giugno 2015 di riordino dei contratti di lavoro e di revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183 ossia del Jobs Act, sono entrate in vigore le nuove regole che disciplinano il contratto di lavoro, le politiche attive del lavoro e gli ammortizzatori sociali. Dalle prime analisi emerge che le categorie svantaggiate continueranno ad esserlo, la caratteristica degli incentivi è quella di essere di carattere generale e di non rivolgersi alle categorie più svantaggiate del nostro mercato del lavoro. Non vengono incentivati comportamenti virtuosi, gli incentivi previsti dalla legge di stabilità per il contratto a tutele crescenti copriranno soprattutto assunzioni di coloro che già erano stati assunti dalle imprese. La non cumulabilità degli incentivi con il piano Garanzia Giovani rischia di andare a discapito degli under 29, solitamente considerati meno appetibili in quanto ancora da formare, il rapporto fa notare anche la possibilità che le assunzioni con il contratto a tutele crescenti possa finire con il soffrire la concorrenza del 'tirocinio. Considerato il vantaggio economico dell’assunzione tramite contratto a tutele crescenti, la forma del tirocinio mantiene il vantaggio di non essere una forma contrattuale e in quanto tale di non avere gli oneri propri di questi istituti, oltre ad oneri retributivi minori. La conversione di un tirocinio di 12 mesi in un contratto a tempo indeterminato dipenderà dalla presenza o meno degli incentivi nella legge di stabilità del 2016, migliaia di imprese e di lavoratori sono in attesa di poter ricorrere ai nuovi strumenti, anche se per i nuovi assunti le tutele subiranno una forte restrizione. Contratto part time, tra le novità:–Il datore di lavoro può chiedere ore aggiuntive di lavoro fino al raggiungimento del tetto massimo del 25% delle ore lavorative settimanali concordate. Per quanto riguarda la retribuzione delle ore aggiuntive, devono essere retribuite con un’aggiunta del 15% della retribuzione globale del lavoratore. Il lavoratore può rifiutare lo svolgimento delle ore di lavoro supplementare adducendo motivi lavorativi, familiari, di salute e di formazione e non vi è più alcun riferimento alle tre tipologie di contratti part time che potevano essere stipulate. Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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Le tre tipologie sono:– orizzontale: quando la riduzione dell’orario di lavoro riguarda l’orario giornaliero.– verticale: quando la prestazione viene svolta a tempo pieno solo in determinati periodi nella settimana, nel mese e nell’anno e misto: quando il contratto di lavoro a tempo parziale prevede la combinazione delle modalità orizzontale e verticale. Permane l’obbligo di stipulare il contratto di lavoro a tempo parziale in forma scritta, ai fini della prova e la puntuale indicazione della durata della prestazione lavorativa e della collocazione temporale dell’orario con riferimento al giorno, alla settimana, al mese e all’anno. Una delle novità più interessanti è la possibilità per il lavoratore di chiedere il passaggio al contratto di lavoro part time in caso vi siano parenti affetti da malattie gravi o in alternativa alla fruizione congedo parentale. L’Apprendistato viene avviato con il cosiddetto sistema duale in base al quale, titoli di istruzione e titoli formativi potranno essere conseguiti anche attraverso il lavoro. In altri termini il titolo secondario di istruzione (il diploma di scuola superiore, presso un istituto tecnico, ad esempio) o un attestato di formazione di livello terziario potranno essere conseguiti anche attraverso l’apprendimento in impresa che avviene durante il rapporto di lavoro in apprendistato. Viene abolita l’associazione in partecipazione con apporto di lavoro, anche se viene mantenuta quella con apporto di capitale, così come viene abolito il lavoro ripartito o job sharing. Per quanto riguarda i buoni lavoro il tetto massimo viene portato da 5000 a 7000 euro annuo; per i voucher viene anche prevista la tracciabilità elettronica. La possibilità di applicazione del contratto di somministrazione a tempo indeterminato (staff leasing) viene estesa dal momento che vengono eliminate le causali; per questo contratto viene comunque previsto un tetto del 20% dei dipendenti assunti a tempo indeterminato. Si è Scatenata una grossa polemica sui controlli a distanza dei lavoratori contenuti in uno dei decreti attuativi del Jobs Act. Durissima la posizione dei sindacati ,siamo come al Grande Fratello, è uno spionaggio nei confronti dei lavoratori. Sembra evidente che sia un abuso rispetto alle norme di diritto che esistono sulla privacy delle persone ,il lavoro ultimamente sta diventando sempre di più una merce giocata al ribasso, ed è l’ennesima conferma di un disinvestimento sul lavoro, diventa illusorio ogni lotta alla precarietà e sono negate dalle modalità concrete con cui si impedisce ai lavoratori di essere persone libere. La legge Fornero prima con la liberalizzazione dei licenziamenti e poi con la norma dei controlli a distanza assume un disegno involutivo messo in atto e perseguito da mesi. Dall’abolizione della schiavitù non si è mai vista una produzione legislativa così sfavorevole ai lavoratori del nostro Paese. Non c’è dubbio che la norma sui controlli a distanza si presta alle più svariate interpretazioni creando allarmismo tra i lavoratori e nell’opinione pubblica è necessario che il governo ci ripensi e con le parti sociali trovi una posizione rispettosa dei contratti e delle norme sulla privacy. Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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Le imprese che montano le telecamere o altri impianti hanno l’obbligo di avere l’accordo sindacale come prima. Quello che cambia riguarda gli strumenti di lavoro, non le telecamere ma gli ‘I-pad’ o ‘I-phone': prima le aziende li consegnavano al lavoratore e vigeva la regola della privacy, ora la norma prevede che l’impresa deve informare il lavoratore su utilizzo e finalità dello strumento, la regola della privacy continua ad essere in vigore come prima. Una delle novità introdotte il 1° maggio è la nuova indennità di disoccupazione che sostituisce l’Aspi e la mini Aspi, si fanno i conti su vantaggi e svantaggi del nuovo sussidio che sarà affiancato da due nuovi trattamenti contro la disoccupazione che tuteleranno anche i precari (la Dis-coll) e coloro che hanno esaurito la Naspi e sono in condizione di bisogno (l’Asdi)A conti fatti sarà più conveniente per chi ha lavorato più a lungo ma penalizzante sotto il profilo dei contributi figurativi per le persone con retribuzioni più alte. L’indennità contro la disoccupazione involontaria spetta anche a chi ha subito un licenziamento disciplinare. Dal ministero hanno anche assicurato chiarimenti sulla situazione degli stagionali, categoria che rischia con le nuove regole di avere il sussidio per meno tempo. L’indennità viene erogata per la metà delle settimane retribuite negli ultimi 4 anni precedenti il licenziamento, quindi se la persona ha lavorato in modo ininterrotto può avere l’indennità per 24 mesi (indipendentemente dall’età anagrafica che invece contava per l’Aspi) invece che per 16 (per l’Aspi agli over 55 nel 2015). La durata massima di fruizione della Naspi scende però a 18 mesi a inizio 2017. I lavoratori stagionali, in assenza di correzioni, dovrebbero avere quindi l’indennità per un numero di mesi inferiore rispetto all’Aspi. La base dei calcolo per la Naspi è la media delle retribuzioni degli ultimi quattro anni (sono due anni per l’Aspi). Il sussidio è pari al 75% della retribuzione nel caso non superi i 1.195 euro. Se la retribuzione è più alta si aggiunge a 1.195 euro il 25% del differenziale tra questo e la retribuzione con un massimale per l’indennità di 1.300 euro. Il limite massimo è più alto di quello Aspi (1.169 euro nel 2015) con la Naspi si ha una decurtazione dell’importo del 3% ogni mese dal quarto mese di fruizione (il taglio con l’Aspi era del 15% dopo il sesto mese e di un altro 15% dopo il dodicesimo). La nuova Naspi prevede un tetto per la contribuzione figurativa nel periodo di fruizione della prestazione, limite che invece non era previsto per l’Aspi. Il massimale per i contributi è fissato a 1,4 volte l’importo massimo dell’Aspi (1.300 euro per il 2015) e quindi per quest’anno è a 1.820 euro. Secondo i calcoli della Fondazione studi dei consulenti del lavoro una persona che perde il lavoro con retribuzione di 4.500 euro al mese avrà accreditati solo 600,60 euro con una penalizzazione complessiva di contribuzione per un anno di sussidio di 10.612 euro. Un taglio netto che a un anno dalla pensione varrebbe 614 euro di pensione annua in meno. Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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La revisione della strategia Europa 2020 di Silvana Paruolo
Nel contesto del post-Referendum in Grecia, il Comitato economico e sociale Ue si interroga sulla revisione della strategia Europa 2020. Rischio di Brexit e di Grexit (nel post Gre-referendum), crisi dei debiti sovrani e crisi politica dell'UE, rivendicazioni di un'uscita dall'euro contrapposta alla necessità di un forte rilancio del progetto europeo (e di veri Stati Uniti d'Europa), ipotesi della convocazione di una Conferenza sul debito europeo, rifugiati e emergenza migranti (in merito, a oggi - è stato deciso – che 40 000 rifugiati saranno redistribuiti fra tutti i paesi membri dell'UE!) ecc. : sono tutti titoli, oggi, sotto gli occhi di tutti. Ed è questo il contesto generale in cui - a Bruxelles - il 6 giugno scorso c'è stata una Conferenza del Comitato economico e sociale (CESE) dell'UE sulle “Prospettive per la revisione della strategia Europa 2020”. In effetti, entro la fine del 2015, la nuova Commissione europea – presieduta da J.C. Juncker - dovrebbe presentare una serie di proposte volte a revisionare la strategia 2020, strategia messa a punto dalla Commissione presieduta da J.M.Barroso e (almeno in parte) erede della Strategia di Lisbona. Ma cos'è questa strategia? Mirare a un suo rilancio? O chiedersi piuttosto “cosa fare per uscire dalla crisi”? E ancora, come interagisce Europa 2020 con il Piano Juncker? Interagiranno? Questi e altri i quesiti emersi al seminario di Bruxelles. In merito, rinvio chi fosse interessato al sito CESE che ha provveduto a pubblicare una sintesi di questo dibattito, nel suo sito web. La strategia Europa 2020 – lanciata nel 2010 – mirava a “sostenibile” e “inclusiva”.
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una crescita “intelligente”
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E poneva questi obiettivi: • portare al 75% il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e 64 anni • 3% del Pil consacrato a R&ST • il famoso 20-20-20 (riduzione delle emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990; almeno il 20% di energie rinnovabili nel consumo energetico; almeno il 20% di efficienza energetica) • migliorare i livelli di istruzione promuovere l'inclusione sociale, in particolare attraverso la riduzione della povertà Ma - per un insieme di motivi (la grande crisi del 2009, la scelta europea di austerità estrema, il ritrovarsi con un'Ue dotata di una moneta unica in assenza di una vera politica fiscale e e di bilancio e di una vera Unione politica e sociale, conflitti ed emergenze umanitarie, ecc. ) - si resta ben lontani da una sua piena realizzazione. Anzi - al contrario - le divergenze tra i paesi membri dell'Unione europea stanno diventando sempre più profonde. Ad esempio, nell'UE odierna, si contano 26 milioni di disoccupati. E da un recente Rapporto sulla felicità mondiale (redatto da economisti di fama mondiale) emerge che l'Unione europea si smembra tra la Danimarca al terzo posto e l'Ungheria al 143esimo posto; l'Italia è stato collocata al 53esimo posto! Che Unione europea è questa? Ciò detto, cosa suggerisce il CESE, in vista della revisione della strategia Europa 2020? Qui di seguito, in estrema sintesi, le sue proposte, ad oggi: • una revisione del Metodo (in un senso più vincolante): il metodo del coordinamento aperto si basa sulla definizione di obiettivi di convergenza, e su analisi comparate - di carattere internazionale - per la ricerca delle migliori pratiche di convergenza; • una maggiore associazione della società civile , anche nel quadro delle procedure del Semestre europeo; • dare un ruolo centrale alla Strategia 2020, nelle grandi politiche dell'Unione; • per meglio tenere conto della realtà, arricchire (in particolare sulla base di quanto previsto dall'art. 3 del Trattato di Lisbona) la definizione dei cinque Obiettivi della strategia Europa 2020 : a. introducendo una batteria di indicatori finalizzati a misurare la qualità dei posti di lavoro (tasso di precarietà, di tempo parziale , volontario e obbligatorio; di disoccupazione giovanile, di disoccupazione di lunga durata ecc. ) b. facendo del dialogo sociale una componente della strategia c. introducendo migliori garanzie in materia di povertà e di lotta contro l'esclusione sociale d. diversificando gli indicatori in materia ambientale;
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• ripensare la strategia per rispondere alle nuove sfide mondiali. Nazioni Unite, Banca mondiale , OCSE e più lavori hanno ben evidenziato che il solo Pil non basta più per valutare la qualità della crescita. In merito, il CESE propone di: a. prendere in conto (nella revisione della strategia Europa 2020) gli Obiettivi di sviluppo sostenibile che le Nazioni Unite adotteranno nel settembre 2015, per contribuire a una nuova definizione del benessere e del progresso delle società (una definizione più estesa di quella che ricopre la sola crescita economica) b. superare il solo Pil, quale misura di progresso in un mondo che cambia. Nella messa a punto di una strategia, la definizione degli obbiettivi resta di certo essenziale. Ma – mi chiedo – si sta prestando altrettanto attenzione anche al “come” realizzare questi obiettivi? Il “No” espresso da gran parte del popolo greco nel Referendum del giugno 2015, ci ricorda che l'Unione europea non può essere edificata senza i popoli. Ma ci ricorda anche che servono soluzioni per risolvere i loro veri problemi. Inoltre - circa la Grecia - il centro del dibattito non si limita al debito greco, ma al significato stesso di Unione europea. L'Unione economica e monetaria resta incompiuta, come l'Unione politica e sociale. E' giunta l'ora di rilanciare il progetto europeo? E' giunta l'ora di annullare i costi della non-Europa ? "Il federalismo - scrivono P.V. Dastoli R. Cangelosi e F. Masini (CIME) - è la sola via per evitare una crisi drammatica che sacrificherebbe un'intera generazione. Questo federalismo "di necessità" creerà una vera Europa politica e sociale, le cui istituzioni garantiranno un giusto equilibrio fra le politiche monetarie e di bilancio, la stimolazione dell'attività economica e la coesione sociale rafforzata". Non saprei dirlo meglio! Ma, resta da vedere chi vincerà. La consapevolezza della necessità di completare il progetto europeo? O i populismi odierni e il loro anti-europeismo (anti-Ue e anti-euro) sempre più virulento? E ancora, avremo l’Ue dei ricatti o una vera Unione?
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Unione europea: la Presidenza passa al Lussemburgo di S.P.
I sette pilastri sui quali si basano le priorità della Presidenza lussemburghese per il secondo semestre 2015 sono: Incentivare gli investimenti per stimolare la crescita e l'occupazione •
Approfondire la dimensione sociale dell'Unione europea •
Gestire l'immigrazione, conciliando libertà, giustizia e sicurezza •
Rilanciare il mercato unico, concentrandosi sulla dimensione digitale •
Porre la competitività europea in un quadro globale e trasparente •
Promuovere lo sviluppo sostenibile •
Rafforzare la presenza dell'Unione europea sulla scena mondiale •
Il Lussemburgo, uno degli Stati membri fondatori dell'Unione europea.
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Aperto il Concorso di narrativa
“Storie inaspettate” di R.R. Il Concorso di narrativa “Storie inaspettate” promosso dalla FITeL Nazionale, ideato per dare spazio e visibilità a scrittori professionisti ed esordienti, raccogliere la “passione letteraria” degli appassionati della prosa e precisamente del racconto breve. Vuole stimolare la capacità di narrare e dare un riconoscimento all’”autenticità” di un racconto mai premiato, e, al fine di qualificare l’evento, vengono stabiliti solo dei limiti di natura tecnica come: la lunghezza massima del racconto, i tempi di consegna da rispettare e i criteri di valutazione. Il Premio Nazionale di Narrativa “storie inaspettate” è riservato a tutti gli individui maggiorenni di qualsiasi nazionalità, che vogliono cimentarsi con gli svariati generi della prosa (amore, avventura, fantasy, noir, lavoro ecc.), producendo un’opera di narrativa letteraria inedita, scritta in lingua italiana. Un’apposita e qualificata giuria, composta da scrittori, giornalisti ed esperti di scrittura, selezionerà i migliori racconti da premiare che un comitato di lettura, designato dalla Fitel, avrà precedentemente indicato. Le categorie che verranno premiate, con premi in denaro e non solo, saranno due: i giovani talenti (da diciotto a trenta anni) e i senior con tre premi assoluti per ciascuna categoria e una targa di partecipazione per il quarto e quinto classificato delle categorie. Un premio speciale CGIL,CISL,UIL verrà assegnato ad un racconto sul tema specifico del “lavoro”. Un ulteriore premio verrà attribuito al Cral o Associazione che avrà inviato più di tre racconti. In questa prima edizione, la FITeL intende coinvolgere anche il pubblico, per questo ciascun lavoro selezionato dal comitato di lettura sarà pubblicato sul sito www.fitel.it/ premionazionalenarrativa per ricevere un punteggio dato dai lettori, che si accumulerà al punteggio della giuria per l’individuazione dei vincitori. Entro il 30 settembre 2015 ogni partecipante potrà inviare il proprio racconto all’indirizzo e-mail: premiodinarrativastorieinaspettate@fitel.it della FITeL. Il racconto dovrà essere inviato anche in forma cartacea, per posta normale, al seguente indirizzo della FITeL Nazionale, via Salaria, 80 – 00198 Roma – con la seguente dichiarazione dell’autore: http://www.fitel.it/Resource/dichiarazione%20premio%20narrativa.doc Scarica il regolamento: http://www.fitel.it/Resource/doc01518420150528132612.pdf
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Volontariato e Terzo Set-
Insieme contro i rischi del gioco d’Azzardo a cura della redazione Sebbene un quadro normativo nazionale adeguato faccia fatica a decollare, da nord a sud del Paese, si moltiplicano le iniziative della Campagna Nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo “mettiamoci in gioco” che non intende assolutamente abbassare la guardia e rinunciare ai propri obiettivi: tramite la realizzazione d’iniziative culturali e sportive mirate alla prevenzione, oltre alla formazione degli operatori e alla promozione di tavoli tecnici con istituzioni regionali ed amministrazioni locali. Tra le buone notizie ,che vanno in questa direzione, merita ricordare che nei giorni scorsi è stato approvato dalla Regione Lombardia un interessante progetto “Insieme contro l’azzardo” presentato dal Comune di Chiavenna, capofila del progetto, in collaborazione con altri 16 comuni della provincia di Sondrio e alcune realtà del terzo settore. L’obiettivo del progetto è contrastare la diffusione dell’offerta di gioco d’azzardo e le relative conseguenze attraverso una mappatura del sistema di offerta del gioco e dei rischi sociali connessi, attraverso attività di sensibilizzazione della popolazione, in particolare giovani e anziani, di informazione rispetto ai servizi di aiuto ai giocatori e alle loro famiglie e di formazione agli amministratori.
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Cultura LA MANUTENZIONE DELLA MERAVIGLIA
“un libro di viaggi tutto speciale .... il viaggio scantona …... da qualunque circuito consigliato dalla globalizzazione a deputazione turistica..” di Marcello Carlino*
La manutenzione della meraviglia di Tiziana Colusso (Stampa Alternativa, 2013) è un libro di viaggi tutto speciale; e tanti sono i segni particolari che lo identificano, e tanto rilevanti, che non è ipotesi affatto peregrina che possa costituire un punto privilegiato d’osservazione e di riflessione sul genere letterario al quale d’abord è riferibile. Si dica, frattanto, che il titolo, una scelta felicissima, ha fascino ed efficacia grandi. Come di norma nei diari e nelle scritture di viaggio (essi che danno il sottotitolo, con funzione esplicativa e insieme attributiva), l’attenzione per i dettagli, la ricostruzione per brevi panoramiche del contesto, l’esercizio puntuale ed acuto di un occhio che seleziona, coglie ed evidenzia sono modalità e componenti che qui si ravvisano con nettezza, frequenti; molto più raro – e della Manutenzione della meraviglia, invece, questa è l’impronta, il proprio dell’identikit – appare il concorso sinergico di taluni fattori che è corretto annoverare tra i moventi e che dell’opera di Tiziana Colusso sono al contempo attivi principi metabolici. Il primo. Accade non di rado che sulle pagine di Tiziana Colusso il viaggio si trovi documentato in un apposito resoconto e che sia rincalzato, però, da un viaggio secondo, viaggiato sugli stessi luoghi, che pure è dedicatario di sue specifiche note. I due testi a fronte, integralmente preservati nella loro individualità, perciò negati ad una riformulazione sintetica e unitaria, slargano di necessità visuali in qualche misura sfalsate, diverse; e dunque offrono conferma che non c’è viaggio che non sia nuovo, che non c’è terra – anche reincontrata – che non ci sembri, viaggiando, di vedere per la prima volta in tutto o in parte: si ha chiaro, infine, perché, così che si staglia da parola-chiave nel titolo, se ne ottenga meraviglia, la meraviglia essendo legata a quel che ci si mostra inaspettato, imprevisto, e perché, nel viaggio che dà meraviglia e nel libro di viaggi che della meraviglia è una manutenzione, la memoria ha peso e significato e pure deve essere messa in questione, in movimento, ovvero si dà per accompagnarsi indissolubilmente alla smemoratezza, che di suo è incentivo al viaggio ed è disposizione a saper vedere per la prima volta. Chi volesse, facendo leva sulla Manutenzione della meraviglia potrebbe trarne occasione per qualche considerazione aggiuntiva sulla memoria, sulla fondatezza e sul valore propulsivo del suo implicarsi dialettico con ciò che memoria non è. E potrebbe cavarne qualche utile conclusione circa il costituirsi di una vera interculturalità su questo dialettico terreno di impianto, non mai su altri. Ma è cosa che non si contiene, evidentemente, nelle misure convenienti alle nostre postille.
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Il secondo. Si tratti di personaggi o di luoghi, di contesti o di situazioni, Tiziana Colusso accorda le sue preferenze ai margini, ai marginali e non manca di seguirne i percorsi. Un tale orientamento ottiene una serie di interessanti risultanze. Quella, la più scontata, per cui il viaggio scantona, ideologicamente prim’ancora che geograficamente, da qualunque circuito consigliato dalla globalizzazione a deputazione turistica, secondo vuole il villaggio – sempre e dovunque more turistico: sempre sotto ipoteca di una volgare desolante falsificazione – globale, e d’un subito segue altre rotte. Quella, che è un evidente corollario, per la quale sono i luoghi a soppiantare, per La manutenzione della meraviglia, i non luoghi da cui siamo assediati e che spesso abitiamo. Quella che discopre – solo dai margini è possibile – il non visto, il rimosso dalle convenzioni e dal potere, l’inusuale, l’irriducibile al dominio del senso comune. Quella che – giusto una tenace filosofia del decentramento può così decretare – revoca le gerarchie consuete: il centro sopra i margini, il bello convenuto sopra il brutto (per oscurarlo, per tacitarlo), l’accreditato alla borsa della tradizione sopra quanto, sua sponte o no, recalcitra, l’esotico sopra il quotidiano (e infatti anche le tratte del pendolare sono portate in scena lungo quest’opera). Insomma, qui quello del diario e delle scritture di viaggio (che sono più di un semplice diario e di semplici scritture di viaggio) è uno sguardo “democratico” – in sé, nelle sue modalità, specificamente politico – e l’occhio, in ciò una sorta di terzo occhio, “intravede” ossia vede tra le cose, si infila negli interstizi, saggia la filigrana, esplora il controluce. Che è, l’intravedere, condizione propizia al narrare: sempre implicitamente, talora palesemente le note di viaggio di Tiziana Colusso respirano aria di racconto aprendo le finestre del genere al quale può essere riferito d’abord questo libro di viaggi.
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Il terzo. Il pretesto per il viaggio, nove volte su dieci, è dato dall’attività professionale. Gli appunti sono raccolti a margine di essa: un incarico di ufficio stampa, la promozione da contratto di un grande evento, la partecipazione ad un reading, ad un convegno, ad una esperienza creativa e ad un confronto con altri scrittori in un “ostello” della letteratura. Che queste circostanze restino magari sullo sfondo, e che comunque abbiano, appunto, natura di pretesti per lo sguardo che si porta ai margini e intravede, non toglie che ad esse si leghi un desiderio, forse un’utopia, che rafforza la scelta di sequenze decentrate, di taglio “periferico” e “democratico”, narrativo; e dico soprattutto degli appuntamenti internazionali finalizzati ad una libera pratica della scrittura e ad una verifica comunitaria delle poetiche. L’idea che queste iniziative (nel nostro bel paese rarissime per non dire assenti, così come sono fantascienza, da noi, le case degli scrittori) possano essere più diffuse e meno sporadiche accompagna un modello di socialità partecipata e di convivenza che si profila all’orizzonte della Manutenzione della meraviglia: sostanziata di utopia, l’idea che, contro una stordente globalizzazione fondata sulla incultura delle apparenze e sul consumo, la meraviglia si ripristini e abbia corso e penetri capillarmente anche attraverso idonei programmi esecutivi: la meraviglia, la cui manutenzione passa attraverso la creatività in esercizio, le culture in dialogo, la libertà di una espressione piena non più soffocata e negletta come tutto ciò che non ricade immediatamente nel dominio dell’economico. Il quarto. In perfetta sintonia con il riconoscimento delle potenzialità aprenti e della promesse de bonheur contenute nella scrittura letteraria, le note di viaggio di Tiziana Colusso ospitano riferimenti, citazioni d’autore, dispositivi d’analisi; e percorrono in parallelo, intravedendoli o lasciandoli bene in vista, frammenti delle opere poetiche e narrative da lei scritte o da lei progettate. Un confronto sotto il cui segno il viaggio in orizzontale in terre vicine o lontane, tenendo accosti i margini, si conduce in contemporanea, per flash e ancora per sguardi dalle periferie, con il viaggio verticale fra i suoi testi. Il quinto. Come suggerisce la proiezione fuori dai territori stretti della letteratura, propria elettivamente dei libri dei viaggi, ma stavolta speculare ad un reingresso nella pratica letteraria funzionalmente determinata, nonché ad una rivisitazione dei suoi portati e dei suoi ambiti, e come è nella tradizione delle scritture al femminile qui però usate per essere dirottate e indirizzate altrove, verso altri territori di genere, i viaggi viaggiati nella Manutenzione della meraviglia hanno pertinenza con i baedeker in interiore homine e quindi implicano che si rifletta a più riprese sul senso e sul perché del viaggio, dei viaggi.
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Il senso ed il perché stanno forse nella ricerca di una identità, quella che richiede atti di certificazione e per cui si esplorano mappe e si inseguono in lungo e in largo e si provano solidi ancoraggi ad un possibile ubi consistam: «Sarà perché non ho un luogo mio, e mi aggrappo ad ogni occasione, sia pure minima e transitoria, che mi dia la sensazione di una qualche continuità spazio-temporale della mia esistenza, una parvenza di patria e di radice»? Epperò, se la meraviglia è risorsa straordinaria alla quale non si può rinunciare e se di essa va curata senza risparmio la manutenzione, l’identità è una cosa sola con il viaggio stesso, con i suoi sentieri ininterrotti. Per tutti, qualunque sia il viaggio. *
Prof. Marcello Carlino, docente alla Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma
L’autrice del libro, Tiziana Colusso
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Turi-
Estate, gli italiani vanno in vacanza ma riducono il tempo e il budget di Rossella Ronconi
Anche quest’anno, per molti, sarà un’estate all’insegna del risparmio. Con l’arrivo della stagione estiva arriva anche la voglia di vacanze ma la maggior parte delle famiglie che se le potrà permettere ne ridurrà l’investimento e il periodo. Tante famiglie, nei caldi fine settimana, per trovare un po' di refrigerio, decidono di trascorrere almeno una giornata al mare. Un breve assaggio di relax, che per molti rappresenta, purtroppo, la sola vacanza possibile, visti i tempi di crisi che corrono, che i più si potranno concedere: “ quest'anno appena il 31% degli italiani si potrà permettere di trascorrere per la tradizionale villeggiatura (di almeno una settimana)". E’ quanto emerso dal monitoraggio compiuto dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori. "Per una famiglia di 4 persone (2 adulti e 2 ragazzi) il costo medio, infatti, ammonta a 85,42 euro, pari all'1,1% in più rispetto allo scorso anno. Andare al mare una volta a settimana per un mese, “costerà per famiglia 341,68 Euro (contro i 337,84 Euro del 2014)”. Per fare una vacanza più economica, sempre secondo il sondaggio, “ben il 68% delle famiglie è propenso a scegliere la spiaggia libera”. Una scelta obbligata che, in molti casi, sui litorali del Belpaese, può essere azzeccata, ma può riservare anche brutte sorprese: spiagge affollate e poco attrezzate in cui regna degrado e sporcizia. In sostanza, per le Vacanze estive 2015, trascorrere una giornata al mare sarà più costoso in molte Regioni del Centro e del Nord, mentre rispetto al 2014 i prezzi al Sud sono sostanzialmente stabili. Questo è quanto riportato, tra l'altro, da un'indagine che è stata realizzata dall'Adoc sui prezzi praticati dagli stabilimenti balneari. La media dei rincari è complessivamente pari al 2,7%, ma ci sono Regioni dove, sempre secondo l'Adoc, l'aumento dei prezzi è decisamente elevato a partire dal Veneto con un +6,6% e passando per la Regione Toscana con un +5,8% di aumento, considerando il costo medio a persona negli stabilimenti balneari per l'ingresso, un ombrellone, una sdraio e un lettino. Dato il quadro, c’è d’ augurare, a chi non può permettersi o non piacciono agli stabilimenti balneari, di capitare in qualche angolo di paradiso per trascorrere un’estate al mare diversa e più economica.
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OITS Europa, riunitosi Bruxelles la Task Force sindacale di Teresa Blandamura Una riunione della Task Force sindacale dell'OITS si è tenuta a Bruxelles il 7 luglio ultimo scorso in presenza dei rappresentanti di Organizzazioni nazionali (Belgio Francia Spagna Italia) ed Europea (EFFAT). Costituitasi nel 2009, al fine di mobilitare le organizzazioni sindacali sui problemi nel settore del turismo sociale e di favorire una più grande cooperazione tra questi organnismi, la task-force coordinata da Alain Clauwaert, si è riunita per individuare delle nuove strade di azioni a livello europeo e internazionale. Nell’ occasione, è stato illustrato un progetto elaborato dal EFFAT e OITS e recentemente presentato alla DG Occupazione e Affari sociali (CE) sul turismo sociale come attore nel-
I partecipanti alla riunione (da sinistra a destra): Luc GOBIN, Direttore ’OITS Europea - Kerstin Howald, Segretario Settore Turismo di l’EFFAT- Pilar Rato Rodriguez, Segretario azione syindacale internationale CC.OO (Espagne) - Alain Clauwaert, Représentant du Groupe Floreal/ Centrale générale FGTB, Vice-Presidente OITS et Coordinatore de la Task-Force (Belgio) - Giovanni Ciarlone, Presidente, FITEL (Italia) - Joe de Bock, Amministratore delegato VACA et représentant de la CSC (Belgique) - Alain, Barbier, Segretario ANCV-TT (France) Charles-E. Bélanger, Direttore OITS. Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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TTG Incontri apre ai Cral col Travel Association Day di Mario Caiulo Nella 52°edizione di TTG Incontri, in programma a Rimini Fiera dall’8 al 10 ottobre 2015, verrà dato ampio spazio ai circoli aziendali con il Travel Association Day, un workshop dedicato al turismo sociale organizzato al quale sono stati invitati a partecipare oltre 100 fra i più grandi Cral italiani affiliati alla FITeL. L’operazione si spiega visto il giro d’affari legato a questo settore che, a sentire la Federazione del Tempo Libero, complessivamente tra Circoli aziendali pubblici e privati, sfiora i 310 milioni di euro. “Negli schemi della distribuzione turistica – spiega Paolo Audino, direttore business unit turismo di Rimini Fiera – i Cral assumono un rilievo sempre crescente, da conoscere e coi quali instaurare un dialogo proficuo. TTG Incontri è lo specchio reale del mercato, non ha un riferimento unico e guarda a tutto ciò che si muove nel mondo dell’intermediazione, allo scopo di creare relazioni e connessioni”. Giovanni Ciarlone, Presidente di Fitel Nazionale, spiega: “Vogliamo rafforzare il volano del turismo sociale, che in questo Paese dovrebbe essere prioritario. E’ un passaggio culturale importante che anche il nostro Paese deve recepire. Noi rappresentiamo i più importanti Cral aziendali, da quelli dello Stato a quelli di grandi società come Unicredit, Poste Italiane, Trenitalia, solo per citarne alcuni. Quindi siamo un punto di contatto forte fra la domanda e l’offerta turistica”.
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Cinema
Il passato che non si può dimenticare. di Loretta Masotti Quando un regista tedesco si confronta sul post-olocausto in Germania, è quasi inevitabile che rifletta sulla grande rimozione della tragedia da parte del popolo tedesco che non vuole affrontare il passato e vive come se nulla fosse accaduto. Siamo a Berlino nel 1945, una città devastata dalla guerra, piena di rovine e macerie. La protagonista (una bravissima Nina Hoss) Nelly, ex cantante ebrea sopravvissuta ad Auschwitz, fa ritorno nella sua città natale accompagnata da un’amica sionista che vorrebbe convincerla a tornare in Israele. Mentre l’amica Lene rifiuta l’integrazione e non sopporta di vivere in un luogo che sente nemico e ostile, Nelly vuole stare a Berlino, sua città natale, perché la sua storia è lì, in Germania, ove cerca il marito perduto. Il titolo originale, molto più efficace, è “Phoenix”, dall’uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Nelly, sfigurata in viso da terribili ustioni, si fa una ricostruzione plastica che la rigenera ma le fa perdere l’aspetto originario. Questo non lo vorrebbe, perché non rifiuta la sua identità e il suo passato. Quando ritrova il marito, non è riconosciuta da lui, salvo una vaga somiglianza che suggerisce all’uomo la possibilità di ingaggiarla, trasformarla in Nelly che crede morta, e così poter avere la sua cospicua eredità. La donna accetta di interpretare se stessa, per verificare l’amore del marito e i suoi tradimenti. A poco a poco prende coscienza di sé e della totale distanza dal marito Johnny, metafora della Nuova Germania. Anche il marito pianista alla fine la riconosce quando, accompagnandola al pianoforte, la sente cantare. Sulle note jazz di Speak Low, ascoltiamo parole profondamente allusive: “Il tempo è così vecchio e l'amore così breve L'amore è oro puro e ora un ladro Parla basso quando si parla d'amore Il giorno della nostra estate appassisce troppo presto, troppo presto Il nostro momento è rapido come navi alla deriva…” “Il segreto del suo volto” di Christian Petzold, 2014 Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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Sessualità e morte nel cinema di Greenaway di L. M. Eisenstein nel 1931 si reca in Messico, dal 21 al 31 ottobre, attraversando l’anniversario della rivoluzione russa un cui antecedente, a suo parere, era stata la gloriosa rivoluzione messicana del 1911. Qui gira montagne di materiale sulle popolazioni precolombiane per quel”Que viva Mexico” che non verrà mai alla luce. Il regista Peter Greenaway, da sempre appassionato di Eisenstein, legge la corrispondenza dell’artista russo con la sua assistente, Petra, che poi diverrà sua moglie. In queste lettere Eisenstein racconta l’amore travolgente per Palomino Canedo, sua guida nel viaggio. Nasce un film che è nel contempo un omaggio al grande regista, con citazioni dal cinema precedente di Eisenstein (Sciopero, La corazzata Potemkin e Ottobre) ma anche una riflessione sulla sessualità gay e sul tema della morte, con cui il Messico ha un profondo rapporto. L’azione si svolge a Guanajuato, piccolo centro minerario del XVIII secolo, che ha una notevole importanza storica nell'ambito della Guerra d'indipendenza del Messico, avendo avuto luogo in questa città la prima battaglia tra gli insorti indipendentisti e i sostenitori della corona spagnola. Non sappiamo quanto Greenaway lavori di fantasia o meno nel descrivere la passione amorosa di Eisenstein, certo è che questo scavo nel privato fa emergere una personalità completamente diversa e conturbante rispetto all’iconologia tradizionale. Viene utilizzata nel montaggio la tecnica della polivysion, ispirata a Gance, con lo schermo tripartito, proiettando in sincrono le riprese di tre telecamere che forniscono tre punti di vista differenti sulla stessa scena. Ricorrente è anche la manipolazione elettronica delle immagini. Come in altri suoi film, elementi simbolici ricorrenti sono l’acqua, la morte, gli insetti. Il tema della morte culmina nella festa di Ognissanti in cui Eisenstein, affascinato da questo mondo, indossa una maschera da scheletro e balla con un manichino scheletro. Splendide le immagini per un cinema che il regista concepisce come un tipo di arte figurativa, con predilezione per il barocco; difficile emozionarsi per un’opera fortemente estetizzante ma che non arriva al cuore. “Eisenstein in Messico”di Peter Greenaway. 2014 Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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Mostre Trieste, Castello di Diramare Reporter di viaggio Aldo Savini Nato a Belluno nel 1809, Ippolito Caffi si forma a Padova e all’Accademia di Belle Arti di Venezia, a cui segue il primo lungo soggiorno romano nel 1932, ospite del cugino Pietro Paoletti, allora impegnato nella decorazione del Palazzo dei Torlonia. Non interessato alla pittura di storia, si dedica al disegno, alla pittura dal vero e si perfeziona nella tecnica della veduta, ispirandosi sia ai monumenti che alle feste e alle tradizioni popolari della città. Poi inizia a viaggiare: da Roma raggiunge Napoli, poi ritorna a Venezia, va a Trieste, a Milano e di nuovo a Roma. Nel luglio del 1843 intraprende un avventuroso viaggio per le grandi città del Mediterraneo orientale. Visita Atene, Costantinopoli, Smirne, Efeso, Alessandria, Il Cairo e Gerusalemme, sempre annotando e riempiendo quaderni di disegni e di schizzi, per poi rielaborarli e replicarli in dipinti. Al 1847 risale la straordinaria avventura dell’ascensione in mongolfiera che gli consente di studiare le prospettive aeree e gli effetti atmosferici e di luce dall’alto. Sono questi gli anni dei moti insurrezionali per l’unificazione nazionale. Vive intensamente la stagione risorgimentale: si precipita a Venezia quando la città insorge contro gli austriaci, viene fatto prigioniero ed esiliato, nel 1859 è tra i garibaldini nella seconda guerra d’Indipendenza e nel 1860 a Napoli assiste alla trionfante entrata in città di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II. Per meriti patriottici nel 1862 ottiene la cittadinanza italiana e nel 1866 quando l’Italia, alleata alla Prussia, si impegna nella guerra contro l’Austria, si arruola volontario, si imbarca sulla nave ammiraglia della flotta italiana “Re d’Italia” ma durante la disastrosa battaglia di Lissa la nave viene affondata e perde la vita. Caffi, considerato l’ultimo erede di Canaletto, approda ad una personale resa pittorica della veduta e del paesaggio, che diventa visione suggestiva e trepidante per i colori, gli effetti di luce e le variazioni atmosferiche. Di forte impatto visivo le scene notturne, in particolare quelle del Carnevale romano, nelle quali le tenebre sono animate dai bagliori delle fiaccole e delle torce. Anche le tante vedute veneziane non sono fredde scenografie, piuttosto appaiono vibranti per gli effetti creati da lampi di luce. Nelle opere del viaggio in Oriente continua a dominare la luce, tanto che sembra un moderno reporter, lontano dalla moda orientalista che privilegiava gli harem, gli arredi e i personaggi dagli abbigliamenti esotici. Anche quando affronta i soggetti storici dell’epopea risorgimentale, la documentazione dell’evento conserva quella veste pittorica fatta di tocchi, colori e luce. La mostra “Ippolito Caffi. Dipinti di viaggio tra l’Italia e l’Oriente”, anticipando la ricorrenza dei 150 anni dalla scomparsa, presenta oltre quaranta dipinti dalle geniali invenzioni scenografiche che fanno rivivere i viaggi e i sogni dell’artista, per il quale viaggiare è stata l’autentica ragione del vivere. (nell’immagine, I. Caffi, Interno del Colosseo) Mostra: Ippolito Caffi. Dipinti di viaggio tra Italia e Oriente Sede: Trieste, Museo storico del Castello di Miramare Periodo: 9 luglio – 8 dicembre 2015 Orario: tutti i giorni 9 – 19 Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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Firenze, Galleria degli Uffizi Meravigliose stranezze di A.S. Giorgio Vasari nelle Vite descrive Piero di Cosimo solitario, al limite della misantropia, anticonvenzionale, incolto nell’aspetto, eccentrico perché “stava rinchiuso e non si lasciava vedere lavorare, e teneva una vita da uomo più tosto bestiale che umano. Non voleva che le stanze si spazzassero, voleva mangiare allora che la fame veniva, e non voleva che si zappasse o potasse i frutti dell’orto, anzi lasciava crescere le viti et andare i tralci per terra, ed i fichi non si potavano mai né gli altri alberi, anzi si contentava veder selvatico ogni cosa come la sua natura. Recavasi spesso a vedere o animali o erbe o qualche cosa che la natura fa per istranezza.” A questo pittore del Rinascimento fiorentino, originale, fantasioso, straordinario narratore di favole, contemporaneo di Filippino Lippi, Lorenzo di Credi e Fra' Bartolomeo, è dedicata una grande mostra con circa 100 opere, tra dipinti e disegni, che fa seguito a quella antologica che si è chiusa il 3 maggio alla National Gallery di Washington. Il percorso espositivo ripercorre la sua vicenda artistica a partire dalla formazione nella bottega di Cosimo Rosselli, dal quale derivò fra l’altro il nome, poiché il suo vero era Piero di Lorenzo. La conoscenza dei pittori fiamminghi fu da stimolo per l’osservazione della natura e della realtà circostante con incantata meraviglia di particolari, da utilizzare anche per i dipinti di soggetto sacro. Particolarmente apprezzato dalle famiglie più influenti e colte nella Firenze dell’epoca, ottenne commissioni per apparati scenografici e cicli pittorici a tema mitologico per le loro dimore, nei quali vengono raggiunti alti vertici espressivi per l’abilità narrativa, la ricchezza dei dettagli, la varietà di figure, costumi, scenari, come la fantasiosa tavola con Perseo che libera Andromeda per la camera nuziale di Filippo Strozzi e Clarice de’ Medici. Da Leonardo da Vinci derivò l’interesse per la raffigurazione degli stati d’animo che traspaiono nei volti sereni dei personaggi e delle figure che popolano le composizioni di soggetto sacro e non solo. (nell’immagine, Piero di Cosimo, Perseo che libera Andromeda )
Mostra : Piero di Cosimo. Pittore eccentrico tra Rinascimento e Maniera Sede: Firenze, Galleria degli Uffizi Periodo: 23 giugno – 27 settembre 2015 Orario: da martedì a domenica 8.15 – 18.50 Ingresso: intero € 12,50; ridotto € 6,25 Catalogo: Giunti Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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Gualtieri (RE), Palazzo Bentivoglio Vita, dolore e arte di A.S. In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Antonio Ligabue, la Fondazione Museo a lui intitolata propone una grande retrospettiva con oltre 100 opere, tra cui 80 dipinti, 15 disegni, 10 incisioni e altrettante sculture in bronzo e terracotta. Allestita su progetto dell’architetto Mario Botta nello spettacolare Salone dei Fasti, detto dei Giganti, del cinquecentesco Palazzo Bentivoglio, recentemente ristrutturato e posto in sicurezza dopo i danni provocati dal terremoto del maggio 2012, segue un andamento cronologico e, mentre evidenzia i tre periodi fondamentali dell’opera dell’artista (1928-1939; 1939-1952; 1952-1962), copre tutti i temi della sua pittura, dagli animali domestici e feroci ai paesaggi svizzeri e padani, dalle scene d’interno ai ritratti e agli autoritratti. Emerge chiaramente il ruolo di Ligabue nell'àmbito dell'arte italiana ed europea, al di là della fuorviante definizione di pittore naïf che ne ha condizionato la comprensione a scapito di un’immagine in linea con quell’espressionismo che ha caratterizzato alcune esperienze della prima parte del Novecento e, per certi aspetti, con il primitivismo che ha avuto in Henri Rousseau il suo massimo protagonista. Le sue immagini, vagamente primitive e ingenue, evocanti la dimensione onirica e il mondo dell’infanzia, sono lo specchio di un profondo disagio interiore e di un’esistenza difficile, travagliata e dolorosa. Dopo due anni dalla nascita, avvenuta a Zurigo nel 1899, la madre si sposava con Bonfiglio Laccabue, emigrato dal Comune di Gualtieri, che lo legittimava dandogli il proprio cognome, successivamente modificato in Ligabue. Affidato ad una coppia di svizzeri-tedeschi, viene messo da adolescente in un collegio per handicappati, dove si distingue per indisciplina ma anche per una particolare abilità nel disegno. Espulso, è costretto ad una vita errabonda e disordinata tanto che a 20 anni è allontanato dalla Svizzera e deve trasferirsi a Gualtieri. Qui, mantenuto dalla pubblica assistenza, vive nei boschi e nelle golene del Po. Nel 1937 viene internato per cinque mesi nell'Istituto Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia per stato depressivo dovuto al carattere irascibile e violento e a manie autolesionistiche. A questo primo ricovero ne seguiranno altri fino ad essere accolto all’Ospizio di mendicità di Gualtieri da cui spesso si allontana, manifestando un comportamento bizzarro e maniacale, accentuato dalla passione per le motociclette e le automobili. Nel 1962 rimane infermo e prima della morte, avvenuta nel 1965, chiede di essere battezzato e cresimato. (nell’immagine: A. Ligabue, Fattoria con animali) Mostra: Antonio Ligabue Sede: Gualtieri (RE), Palazzo Bentivoglio Periodo: 31 maggio – 8 novembre 2015 Orario: martedì – domenica 10 – 13 e 15 – 19 (chiuso il lunedì) Ingresso: intero € 8, ridotto € 6
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San Gimignano (SI), Pinacoteca Ritorno alle origini di A.S. L'Annunciazione del pittore fiorentino Filippino Lippi (1457c. - 1504), realizzata in due tondi distinti raffiguranti l'uno l'Angelo Annunziante, l'altro l'Annunziata, commissionata nel 1482 dai Priori e Capitani di Parte Guelfa per la Sala dell’Udienza dei Signori in Palazzo Comunale di San Gimignano, è al centro di una piccola mostra ma di grande qualità in un progetto pluriennale di valorizzazione della collezione della Pinacoteca di San Gimignano. L'anno passato fu la volta della pala con la Vergine Assunta tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto del Pinturicchio attorno alla quale ruotò la mostra di grande successo di pubblico e critica. Assieme ai due tondi dipinti tra il 1482 e il 1484 da Filippino, accostati come dovevano essere originariamente, con le cornici in legno intagliato dorato, argentato e dipinto che imitano una corona con foglie di quercia e alloro, con bacche e ghiande legate insieme da un nastro, restaurate per l’occasione, sono esposti disegni di mano del pittore, curati in ogni dettaglio, provenienti dal Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi e riferibili sempre agli anni 1482 – 1484 e i documenti originali relativi alla commissione dell'Annunciazione, custoditi da oltre cinque secoli nell'archivio Storico Comunale di San Gimignano, dai quali emerge lo spirito civico e la volontà che animava i Priori e i Capitani di Parte Guelfa, appartenenti a importanti famiglie di San Gimignano, di abbellire la sede del governo cittadino, in modo analogo a quanto le medesime istituzioni fiorentine stavano facendo per Palazzo Vecchio. (nell’immagine, Filippino Lippi, Angelo Annunziante) Mostra: Filippino Lippi. L’annunciazione di San Gimignano Sede: San Gimignano, Pinacoteca Periodo: 13 giugno – 2 novembre Orario: tutti i giorni dalle 9,30 alle 19 Ingresso: intero € 7,50, ridotto € 6,50 Catalogo:Giunti.
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Roma, Palazzo Venezia L’età dell’oro della civiltà cinese di A.S. Nelle sale del Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia oltre 100 reperti archeologici, provenienti dal Museo Provinciale dello Henan nella Repubblica Popolare Cinese, tra i quali una veste funeraria di giada, lacche, terrecotte invetriate, vasi, oggetti d’oro, d’argento e di giadeite, raccontano il passaggio dalla cultura tradizionale del primo impero Han (206 a.C. – 220 d.C. ) all’Età dell’Oro della dinastia Tang (581 – 907 d.C.). Con la dinastia Han si consolida l’impero e si creano i presupposti della grandeur della civiltà cinese. I rinvenimenti nelle tombe di funzionari e ufficiali dell’impero che celebrano lo status sociale del defunto forniscono un quadro dell’arte del periodo: sono ritratti, statuette di terracotta, stele funerarie e porcellane ma anche complessi modelli, curati nei dettagli in ceramica grigia, rossa e smaltata, di abitazioni, torri di guardia, pozzi, mulini, granai e porcili. Il tema dell'immortalità, della vita oltre la morte, è esaltato da uno dei più spettacolari ritrovamenti: la veste di giada di Liang Liwang, di dimensioni umane, costituita da oltre 2.000 tessere di varie dimensioni e diversi spessori, cucite insieme con centinaia di metri di filo d’oro. Secondo le dottrine taoiste dell'epoca, la giada aveva il potere di preservare il corpo dal decadimento consentendo la sopravvivenza dell’anima. La dinastia Tang pose fine a quattro secoli di lotte e diede al vasto territorio stabilità politica e armonia sociale, garantendo alla popolazione un elevato tenore di vita. Si inaugurava così un’epoca gloriosa, un’“età dell’oro”, durante la quale la Cina divenne centro culturale dell’Asia Orientale con aperture cosmopolite che si spingevano fino al Mediterraneo. All’importazione di merci da tutto il mondo attraverso la Via della Seta si accompagnava la penetrazione in Cina di idee, saperi, credenze religiose, fra le quali il buddhismo. Gli utensili di uso comune in oro e in argento, con forme e motivi decorativi che riflettono l’influenza della cultura occidentale, adattata pur sempre al gusto cinese, sono rivelatori del nuovo benessere, confermato, inoltre, da vasi con brillanti invetriature monocrome e policrome, specchi in rame, sculture in ceramica rossa di figure femminili in abiti che mostrano uno stile marcatamente centroasiatico, statuette funerarie, sculture raffiguranti stranieri o “barbari” e anche cammelli in ceramica gialla e cavalli, simboli di nobiltà e di opulenza dopo che un editto imperiale del 667 aveva sancìto che cavalcare era riservato esclusivamente all’aristocrazia e agli alti funzionari imperiali. (nell’immagine, Statua di Bodhisattva) Mostra: Tesori della Cina Imperiale Sede: Roma, Palazzo Venezia Periodo: 16 luglio 2015 – 28 febbraio 2016 Ingresso: intero € 5, ridotto € 2.50
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Napoli. Museo Archeologico, Scavi di Pompei Guardando Pompei, tra antico e moderno di A.S. Nella seconda metà del Settecento, le scoperte dei siti archeologici vesuviani di Ercolano e Pompei attirarono artisti e viaggiatori italiani e stranieri in Campania, stimolandone la sensibilità, l’immaginazione e il gusto. Nel 1780 Jacob More dipinse l’eruzione del Vesuvio per rievocare l’ultimo giorno di Pompei, e nel 1793 Jacob Philipp Hackert la veduta del grande teatro pompeiano. All’inizio dell’Ottocento, con la diffusione delle conoscenze di ciò che emergeva dai lavori di scavo, gli aspetti della civiltà pompeiana ebbero immediate ricadute nella pittura, nelle arti decorative, nell’architettura, nella scenografia, nel costume, nella moda e più in generale nella vita quotidiana “moderna” dei grandi centri europei. Letterati, pittori e architetti si confrontarono con la città che veniva alla luce, guardando con particolare interesse agli usi e ai costumi degli antichi. Le rovine di Pompei, straordinariamente conservate, diedero modo di immaginare la vita quotidiana nelle domus e nei luoghi pubblici della città campana, i cui spazi furono riprodotti in dipinti, decori, esercitazioni accademiche, progetti architettonici per residenze principesche. Dopo l’unificazione nazionale proseguirono gli scavi con attenzione alla conservazione, tra cui la realizzazione di calchi rievocanti l’atteggiamento dei corpi dei Pompeiani sorpresi dalla morte che non avrebbero tardato a produrre profonda impressione sugli scultori. Mentre le forme degli edifici monumentali, come il Foro, i Teatri e l’Anfiteatro, suscitarono l’interesse degli architetti e ovviamente degli storici dell’antichità classica. L’arte del Novecento ha continuato a subirne il fascino, attestato da straordinari capolavori come Deux femmes courants sur la plage di Picasso del 1922 e Gladiatori di Giorgio de Chirico del 1927. Alla diffusione dell’immagine della città nel mondo contribuirono sia l’avvento della fotografia, con l’arrivo di fotografi professionisti che si sostituirono ben presto ai vedutisti nel creare immagini souvenir di viaggio, sia il cinema con la produzione di film ispirati al romanzo di Bulwer-Lytton Gli ultimi giorni di Pompei e di cinegiornali voluti a scopo propagandistico dal governo fascista. Ma il brutale bombardamento degli Alleati del 24 agosto 1943 interruppe la “rinascita” di Pompei. Questo evento è il punto terminale del racconto iniziato nel 1748 sulla “fortuna” di Pompei illustrato nella mostra “Pompei e l’Europa. 1748 – 1943”, lungo un percorso espositivo articolato in 4 sezioni con più di 250 opere, tra reperti antichi e moderni dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotografie, sculture e libri, provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri. (nell’immagine, G.de Chirico, Gladiatori) Mostra: Pompei e l’Europa. 1748 – 1943 Sedi: Museo Archeologico di Napoli, Pompei, Villa dei misteri Periodo: 27 maggio – 2 novembre Orario: tutti i giorni 9 – 19,30 (Museo archeologico chiuso il martedì) Ingresso: intero € 13, ridotto € 9 Catalogo: Electa Tempo Libero Luglio/ Agosto 2015
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Casal di Principe (CE), Villa don Peppe Diana Oltre l’ombra di A. S. Una villa confiscata a un boss della camorra, recuperata a fini museali e intitolata a don Peppe Diana, simbolo della lotta alla criminalità, ospita la mostra “La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe” che presenta una ventina di capolavori di grandi artisti, in gran parte del Seicento di impronta caravaggesca, provenienti dalle collezioni degli Uffizi, del Museo di Capodimonte, della Reggia di Caserta e del Museo Campano di Capua. In un territorio che la criminalità organizzata ha per lungo tempo ferito, depredato ed emarginato, ma che faticosamente si sta riscattando e vuole con orgoglio risorgere vincendo Gomorra, è viva l’esigenza di riaffermare il primato della legalità sull’illegalità e della cultura sull’ignoranza, attraverso anche, o soprattutto, la bellezza, che offre la possibilità di affermare simbolicamente il primato della luce sull’ombra. Sono esposti, tra gli altri, Concerto di Bartolomeo Manfredi, dipinto quasi completamente distrutto nell’attentato di Via dei Georgofili a Firenze nel 1993, L’Adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti, una tela gravemente lesionata da quell’esplosione e recuperata grazie a un lungo restauro, Incredulità di San Tommaso, copia da Caravaggio, tra le migliori per fedeltà e qualità pittorica, Fate presto di Andy Wahrol, originale reinterpretazione della prima pagina de Il Mattino del 26 novembre 1980, tre giorni dopo il terremoto in Irpinia, e la statua Mater Matuta che nella mitologia romana rappresentava la dea del Mattino e dell’Aurora, portatrice quindi di speranza e di fiducia nel futuro. (Nell’immagine. Incredulità di San Tommaso. Copia da Caravaggio) Mostra: La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe Sede: Casal di Principe (CE), Villa don Peppe Diana (v. Urano,18) Periodo: 21 giugno – 21 ottobre Orario: tutti i giorni 10,30 – 20,30 Ingresso: intero € 8, ridotto € 4
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Napoli, Sale Espositive del Castel dell'Ovo "Presente Infinito” Augusto Gallo
Prende il via la mostra fotografica "Presente Infinito”, patrocinata dal Comune di Napoli Assessorato alla Cultura con un’esposizione di sessanta fotografie di Marcello De Masi, Luigi Fiano, Lorenzo Martelli, Alvise Raimondi, Sebastiano Raimondo e Giovanni Scotti. La mostra vuole presentare il manifesto fondativo di questi giovani autori, che scelgono di esporre la complessità del reale, del loro pensiero e della loro opera, esponendo al pubblico una serie di fotografie conservate negli archivi privati di ciascuno di loro. Esse pongono al visitatore l’ interrogativo sull'identità del passaggio nella civiltà dell'occidente, in un percorso di fatto comune nel quale i sei artisti si ritrovano con una sensibilità comune e in un modo di guardare al mondo. Per gli autori la fotografia non è null’altro che mettere in scena il mondo ovvero l'uomo nel luogo del suo essere contemporaneo. Attraverso ogni scatto gli autori fanno in modo che ogni istante della loro esistenza si trasformi nel presente di una memoria comune, che sia veramente significativa per tutti. La mostra ha già toccato Palermo ed Urbino riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica. (Nell’immagine. Castel dell'Ovo) Mostra:"Presente Infinito” Sede: Napoli, Sale Espositive del Castel dell'Ovo Periodo: dal 09 luglio al 27 agosto 2015, Orario: lun / sab 09,00-19,30, domenica e festivi 09,00-14,00. Ingresso: libero
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Enogastrono-
Pasta fredda con verdure grigliate di Monia Citarella Ingredienti: - 250 gr di pasta corta - 1 melanzana - 1 cipollotto - 1 peperone - 2 zucchine - timo - pepe - 1 confezione di robiola fresca - 1 bustina di zafferano La pasta fredda è indubbiamente un piatto estivo apprezzato dal nord al sud del Paese. Il condimento a base di verdure grigliate la rende ancora più fresca e leggera. Se non avete il tempo per grigliarle a casa, cercate tra gli scaffali del supermercato, e troverete tutte le verdure grigliate già pronte che faranno al vostro caso. Preparazione: Mettete a cuocere la pasta in acqua bollente e salata: nel frattempo lavate tutte le verdure e tagliatele a fette mantenendo uno spessore di poco meno di mezzo millimetro per ciascuna di esse. Prendete quindi le verdure grigliate: quando saranno cotte, tagliatele a dadini e mettetele in una ciotola con un filo di olio, sale, pepe e qualche foglia di timo. Scolate la pasta, raffreddatela sotto l’acqua fredda e disponetela in una ciotola con le verdure. In un altro contenitore mettete la robiola, una bustina di zafferano e per rendere tutto più cremoso aggiungete a filo l’acqua di cottura - che avrete tenuto da parte durante la scolatura della pasta - fino a quando otterrete una salsa cremosa e leggera. Condite quindi la pasta con la robiola e servitela subito o in altro momento. Cottura: 10 minuti Difficoltà: pochissime
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TRAVEL ASSOCIATION DAY RIMINI FIERA 8 OTTOBRE 2015 Incontro e confronto professionale fra operatori della domanda e dell’offerta del turismo italiano, che hanno reciproco interesse a conoscersi e cooperare. Al workshop con i CRAL e Associazioni parteciperanno i Tour Operatur Incoming e le realtà ricettive che vogliono incontrare gli associati che operano nel settore.
Un’ occasione per i CRAL e Associazioni aderenti alla FITeL di avere tutte le migliori informazioni su viaggi di breve, medio e lungo raggio da proporre ai soci e loro famiglie. Espositori: Enti de Turismo, Aziende di promozione turistica, Alberghi e/o Gruppi Alberghieri, Centri Benessere e Termali, Tour Operator, Compagnie Aeree, di Crociera e tutti i fornitori di servizi turistici interessati a far conoscere ai CRAL e Associazioni la propria attività e/o programmazione.
ttgrimini@fitel.it - fitel@ttgitalia.com www.fitel.it 34
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Aderire alla FITeL Perché conviene?
Il socio FITeL è consapevole di fare un gesto speciale per valorizzare il tempo libero che, soprattutto in tempi di crisi, diventa sempre più difficile gestire. I Soci sono l’anima della nostra Associazione perchè è grazie a loro che possiamo dare vita ai tanti progetti ed iniziative a livello nazionale e territoriale. Con la tua Tessera FITeL potrai essere protagonista ed accedere alle molteplici attività e servizi: •
affermare e promuovere il valore e il ruolo del tempo libero quale elemento di crescita per l’individuo come singolo e nelle aggregazioni sociali;
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favorire l’interscambio oggettivo e soggettivo tra i componenti degli organismi affiliati (Cral, Crt e Associazioni) nell’osservanza delle singole autonomie associative e nel rispetto delle comunità internazionali democratiche; rappresentare gli organismi associati nei confronti dei terzi, a livello locale, nazionale ed internazionale; sviluppare e tutelare le istanze ed i programmi promozionali indirizzati all’affermazione dell’associazionismo di promozione sociale; promuovere progetti e servizi per la cultura, lo sport e il turismo sociale, anche con finanziamento pubblico e/o comunitario; usufruire dell’assistenza fiscale e legale con un’offerta vasta e personalizzata in base all’esigenze dei soci;
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stipulare convenzioni, ai sensi della legislazione vigente, con altre Istituzioni pubbliche e/o private, ivi comprese quelle derivanti dalla contrattazione collettiva.
Inoltre, l’adesione a FITeL permetterà di avere accesso alle nostre proposte, pubblicazioni, iniziative e servizi scaricabili direttamente dal portale www.fitel.it .
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