FitMed n°1-10

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Anno 2 numero 1 La rivista online per i professionisti del settore

Focus: Diabete e attività fisica Diabete e attività fisica nell’adolescente

Diabete e fitness metabolico

Rivoluzione nella postura

La dolce tentazione Tecnica passivattiva nello scollamento

miofasciale

Zero Impact:

La prevenzione delle lesioni del lca negli sport di squadra

risparmiare energia

Fitness: nuove proposte per un mercato che cambia


ANNO 2 N°1 GENNAIO 2010 Fitmed online è una rivista mensile di aggiornamento che si rivolge a imprenditori, manager, opinion leader, professionisti che operano nel mondo del fitness, benessere, prevenzione e salute. Propone articoli riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, marketing e management. Editore Alea Edizioni di Alessandro Lanzani via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano Redazione e uffici via P. Orseolo, 3 - 20144 Milano tel. 0258112828 - fax 0258111116 fitmed@professionefitness.com redazione@professionefitness.com Direttore responsabile Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com Redazione Mia Dell’Agnello mia@professionefitness.com - int. 212 Progetto grafico Stefano Frattallone Impaginazione Anita Lavoce Pubblicità Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com Hanno collaborato a questo numero Antonio Maone, Emiliano Sessa, Rosario D’Onofrio, Maurizio Ronchi, Marco Ciervo Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93. L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere responsabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delle informazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto; inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchiano il pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) pervenuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblicato e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del materiale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasi scopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmata dal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controversie il Foro di competenza è quello di Milano.

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Alea edizioni è una casa editrice specializzata in libri di finess, benessere e rieducazione funzionale, con più di 50 titoli a catalogo. Professione Fitness è una rivista bimestrale di aggiornamento per imprenditori e professionisti del settore, che da 16 anni propone articoli originali riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, impiantistica, marketing e management e tutto ciò che può servire a un'efficiente e moderna realtà che opera nel settore del fitness e del benessere. E distribuita tramite abbonamento postale a fitness club, centri fisioterapici e polisportivi, operatori di settore, luxury hotel, golf club, centri benessere, studi di architettura. Da oltre 25 anni la Scuola di Professione Fitness con i suoi corsi, master e stage ha contribuito alla formazione e all’aggiornamento di migliaia di operatori del settore, mettendo a loro disposizione un corpo docente selezionato e altamente qualificato. Rilascia diplomi e attestati di partecipazione accredidati dall’USACLI, ente di promozione spportiva riconosciuto dal CONI.

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LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO Why Be Normal Clinical Pilates

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Sommario

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CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

FOCUS: DIABETE 4

FITNESS METABOLICO E DIABETE. Mettere il rapporto al centro di Alessandro Lanzani

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DIABETE ED ESERCIZIO FISICO NEL BAMBINO E NELL’ADOLESCENTE di Antonio Maone

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Sommario

RUBRICHE

LA DOLCE TENTAZIONE di Mauro Destino

COMMUNITY BUSINESS 16

FITNESS: NUOVE PROPOSTE PER UN MERCATO CHE CAMBIA di Alessandro Lanzani

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ZERO IMPACT: SOLUZIONI ECOLOGICHE ED ECONOMICHE per centri fitness e fisioterapici di Emiliano Sessa

ALLENAMENTO E REHAB 20

RIVOLUZIONE NELLA POSTURA. Clinical Pilates Tensegrity di Marco Ciervo

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TECNICA PASSIVATTIVA NELLO SCOLLAMENTO MIOFASCIALE di Maurizio Ronchi

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LA PREVENZIONE DELLE LESIONI DEL LCA NEGLI SPORT DI SQUADRA: strategie d’intervento neuromuscolare di Rosario D’Onofrio


focus diabete

Fitness metabolico e diabete Mettere il

rapporto al

centro

di Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com

Il ruolo dell'operatore di fitness metabolico si configura come quello di un mediatore culturale, con un approccio globale al sedentarismo e al soggetto sedentario. l fitness metabolico ha l’obiettivo di trasformare i soggetti sedentari in soggetti “motori” attraverso il graduale cambiamento dello stile di vita: l'operatore di fitness metabolico si preoccuperà di aiutarlo ad attuare questa trasformazione. Il sedentarismo è un vero e proprio stile di vita, profondamente radicato nella quotidianità e si compone di abitudini, scale di valori, emozioni, compensazioni emotive. Per questo, la quantità di movimento che si riuscirà a ottenere da un sedentario è, di

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fatto, un fenomeno quantitativo che testimonia la capacità dell'operatore di innescare un cambiamento nelle motivazioni comportamentali dell'ex sedentario. La quantità di movimento che il soggetto metabolico inserirà nel suo sistema di vita rappresenta uno strumento di misura quantitativo di un cambiamento più vasto e complesso: lo stile di vita. Ed è proprio lo stile di vita che ha un valore preventivo e salutistico: il movimento preso da solo potrebbe essere solo un elemento di rischio in più in un

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soggetto disabituato all'attività fisica. Se si sposta l'attenzione sull'operatore di fitness metabolico, si tende a realizzare con facilità un errore strategico: pensare che il successo dell'operazione consista nell'aumentare quantitativamente il movimento del sedentario. Con un approccio di questo genere il personal trainer è tentato di fornire al suo cliente un “allenamento con intensità adattate”. Quello che deve essere compreso subito dall'operatore di fitness metabolico è che il suo cliente non è uno sportivo dai risultati mediocri, e che, proprio per questo, non è sufficiente abbassare l'intensità di lavoro dei normali protocolli di allenamento sportivo e agonistico per agganciare il livello di allenamento alle reali possibilità dello “sportivo di bassissimo livello”. Il soggetto metabolico non è uno sportivo e basta: è un'altra categoria di persona, che nulla ha a che fare con la mentalità dello sportivo. Per giunta, il soggetto sedentario non deve essere trasformato in sportivo: il vero obiettivo è quello di trasformare un soggetto sedentario in un soggetto motorio. Sarà eventualmente il soggetto motorio a decidere se praticare uno sport vero e proprio, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di preparazione atletica specifica, di spirito competitivo e agonistico. Il ruolo dell'operatore di fitness metabolico si configura quindi


focus diabete come quello di un mediatore culturale, con un approccio globale al sedentarismo e al soggetto sedentario. Per questo non possono essere trascurati gli aspetti psicologici e motivazionali, estremamente importanti soprattutto nella prima fase, caratterizzata da una forte componente di “alfabetizzazione” e di “svezzamento” motorio. FITNESS METABOLICO, FITNESS FUNZIONALE E FITNESS TERAPIA Esiste ancora un po' di confusione rispetto alla definizione di "attività motoria come prevenzione sociale". Essa include almeno tre categorie di proposte che, pur avendo gli stessi obiettivi finali, si differenziano in maniera netta e chiara per quanto riguarda le responsabilità e la gestione del servizio: - Fitness metabolico - Fitness funzionale - Fitness terapia

FITNESS METABOLICO

FITNESS FUNZIONALE

FITNESS TERAPIA

FITNESS METABOLICO E DIABETE - OBIETTIVI LA STABILIZZAZIONE METABOLICA DELLA GLICEMIA

L'EDUCAZIONE DEL DIABETICO

EVITARE GLI EFFETTI COLLATERALI E INDESIDERATI DELL'ATTIVITÀ FISICA (RIDUZIONE DEL DANNO E DEL RISCHIO ACUTO)

ATTRAVERSO L'ATTIVITÀ FISICA E LA RELAZIONE TRA LA STABILIZZAZIONE PSICOLOGICA PROFESSIONISTA E SOGGETTO DEL DIABETICO METABOLICO DIABETICO Per l'operatore motorio il diabete va conosciuto non per confondere il proprio ruolo con quello esclusivo di pertinenza del medico (inquadramento diagnostico e terapia), ma per po-

LIVELLO DI INGRESSO PER TUTTI DEMEDICALIZZATO

ESPERIENZIALE GESTIONE IN SICUREZZA GRADUALITÀ DAL PUNTO ZERO

EQUILIBRIO FUNZIONALE ALLENAMENTO DELLE QUALITÀ MOTORIE FUNZIONALE PARZIALMENTE MIRATO A RISOLVERE MEDICALIZZATO ASIMMETRIE FUNZIONALI PRESCRIZIONE MEDICA PRESCRIZIONE DELLE DEL FITNESS INTENSITÀ DIRETTAMENTE MEDICALIZZATO DAL MEDICO

FITNESS METABOLICO E DIABETE Il fitness metabolico ha tre obiettivi fondamentali in relazione al soggetto affetto da diabete. Naturalmente questi obiettivi vanno sempre limitati alla funzione dell'attività motoria come un elemento di supporto alla gestione medica nel caso di fitness terapia.

ATTIVITÀ FISICA FREQUENTE E REGOLARE (RIDUZIONE DEL DANNO E DEL RISCHIO CRONICO)

ter gestire il rapporto motorio con il diabetico con la dovuta consapevolezza delle indicazioni e dei limiti del proprio intervento. Definizione. Sindrome caratterizzata dalla presenza di valori di glicemia superiori a quelli fisiologici. Le cause dipendono da un mix di aspetti genetici, ambien-

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tali e relativi agli stili di vita. Il meccanismo di azione scatenante è un deficit assoluto o relativo della secrezione e/o dell'azione dell'insulina. Il mancato controllo omeostatico della glicemia genera danni metabolici acuti e danni cronici su diversi organi e apparati. I due ormoni che gestiscono l'equilibrio omeostatico della glicemia sono insulina e glucagone, entrambi increti dalle isole del Langherans. Sappiamo comunque che il sistema endocrino è una rete di nessi di causa effetto: anche altri ormoni come i corticosteroidi innalzano la glicemia. Incidenza. Il diabete è una malattia comune: si stimano 150170 milioni di persone affette da diabete nel mondo e si calcola che questa cifra possa raddoppiare (circa 300 milioni di persone) nel prossimo decennio, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. La percentuale della popolazione mondiale affetta da diabete è tra il 2% e il 5% (10-15 % nell'Occidente malnutrito in eccesso e meno del 2% nei Paesi del versante Sud-Orientale del Globo). Si stima che almeno un altro 2% sia affetto da diabete o da alte-


focus diabete

Il vero valore aggiunto dell'attività fisica è che permette un intervento di vera prevenzione primaria, ovvero che si realizza prima che la patologia si manifesti con il suo corredo di danni ed effetti collaterali negativi razione della regolazione della glicemia senza esserne a conoscenza. Elementi di squilibrio ambientale: 1. obesità, in aumento anche nella popolazione pediatrica (ipernutrizione, dieta sbilanciata, sedentarietà); 2. sedentarismo sociale, la tecnologia cristallizza gli umani in statue semivegetative con una residua attività motoria nei punti di contatto con gli infiniti telecomandi (polpastrelli per mouse e simili, avampiede per acceleratore, freno e frizione, più un’infinità di macchine sostitutive del lavoro umano); l'operatore metabolico deve sapere che per andare controcorrente con successo deve realizzare un'operazione di consapevolezza più ampia della semplice conoscenza tecnica della sindrome metabolica e degli esercizi motori che la contrastano; 3. dopo 25 anni di obesità il 50% dei soggetti diventa diabetico; 4. aumentano i casi di diabete tipo II nei bambini e negli adolescenti. Classificazione. Diabete primario, si verifica indipendentemente da altre malattie o da terapie farmacologiche o chirurgiche o da processi fisiologici:

Diabete Mellito Insulino-Dipendente (tipo I) e Diabete Mellito Non Insulino-Dipendente (tipo II). Diabete secondario, si verifica a causa della presenza di altre malattie o di altre terapie farmacologiche o chirurgiche o di alcuni processi fisiologici: indotto da altre patologie (endocrinopatie), indotto da farmaci o da infezioni. Diabete di 1° tipo. Si verifica prevalentemente in giovane età o addirittura nell'infanzia (una volta definito diabete giovanile) e in soggetti con costituzione magra. Sintomi di presentazione: poliuria, polidipsia (secondaria alla poliuria), polifagia (il paziente mangia molto ma dimagrisce a causa dell’alterata filtrazione renale); spesso il sintomo di esordio è costituito dalla chetoacidosi diabetica. Il dato più importante è l'insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas; l'equilibrio omeostatico della glicemia va mantenuto fornendo l'insulina dall'esterno. Le terapie più avanzate si evolvono continuamente con dei mix di insuline a diversa durata di azione, in modo da garantire il massimo della stabilità e del compenso con la minor frequenza possibile di iniezioni di insulina. Generalmente, le insuline sono

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classificate in rapide, lente e semilente secondo la velocità di azione e durata. La stabilizzazione farmacologica è ovviamente di esclusiva pertinenza del diabetologo. Diabete di 2° tipo. Il riscontro di diabete di tipo 2 è molto spesso casuale nel corso di esami di laboratorio a cui il paziente si sottopone per altri motivi, perché la patologia si instaura molto lentamente e occorre del tempo prima che la sintomatologia si manifesti; in molti pazienti sintomi di iperglicemia e glicosuria non compaiono mai. Nel caso di diabete conclamato, la sintomatologia delle due forme di DM (tipo 1 e tipo 2) è molto simile. Il rapporto tra i casi di diabete di primo tipo e di secondo tipo è di circa uno a dieci. Il diabete di secondo tipo è un vero e proprio fenomeno sociale che in Italia coinvolge 3-5 milioni di persone che aumentano ancora di più se viene classificato insieme agli altri componenti della sindrome metabolica. Tra le cause si ipotizzano: 1. nei soggetti obesi, una predisposizione genetica + incapacità ad aumentare la quantità di insulina rispetto a un bisogno aumentato di glucosio + capacità ridotta delle cellule adipose


focus diabete ad assorbire il glucosio (che quindi rimane a livelli più elevati nel sangue = iperglicemia); 2. nei soggetti non obesi, una predisposizione genetica + insensibilità delle cellule degli organi all'azione dell'insulina. Diabete in gravidanza. O diabete gestazionale, può causare dei problemi anche gravi per il neonato e per la madre (rappresenta un importante fattore di rischio di sviluppare diabete, dal 20 al 50% delle donne che ne hanno sofferto sviluppano il diabete di tipo 2 nel corso della vita). Lo stato di prediabete. Il diabete di secondo tipo ha tra le varie concause modificabili il sedentarismo e l'aumento di peso. Un prediabete si esprime con un’alterata tolleranza al glucosio, che si evidenzia tramite una glicemia a digiuno con i valori superiori 110 mg%, ma inferiori a 126 mg%: questi valori sono indicatori di un’intolleranza al glucosio. Lo stesso avviene quando in un test di tolleranza al glucosio la glicemia dopo 2 ore è compresa tra 140 mg% e 200 mg%. Il punto è che se non si interviene sulle variabili modificabili (moto e alimentazione), è molto più probabile una deriva verso il diabete vero e proprio. Qui sta il vero valore aggiunto preventivo dell'attività fisica come stile di vita: il prediabete, se da un lato medicalizza il futuro paziente, dall'altro permette un intervento di vera prevenzione primaria, ovvero che si realizza prima che la patologia si manifesti con il suo corredo di danni ed effetti collaterali negativi (la prevenzione secondaria è quella che si instaura dopo il primo evento patologico, per evitare aggravamenti e ricadute). La prevenzione primaria coincide con gli stili di vita, è facile da realizzare e praticamente non ha controindicazioni se non quelle del buon senso; la prevenzione secondaria deve avere basse in-

tensità, o una prescrizione medica sulle dosi. DANNI CAUSATI DAL DIABETE Complicanze acute - Coma chetoacidosico (diabete tipo I), formazione di corpi chetonici. Il mancato utilizzo del glucosio, che si fa molto elevato, attiva la via metabolica di ossidazione degli acidi grassi, estratti dai trigliceridi nei depositi di grasso corporeo. Le cellule, non potendo utilizzare il glucosio a fini energetici, iniziano a bruciare gli acidi grassi. Il processo si svolge in maniera alterata e si formano dei cataboliti di scarto: i corpi chetonici (acido acetacetico, acido beta-idrossibutirrico, acetone), che provocano il quadro di acidosi (ovvero una diminuzione del pH). I corpi chetonici portano allo stato di “coma chetoacidosico”: la chetoacidosi è un’emergenza clinica tipica del diabetico di tipo 1. - Coma iperosmolare non chetosico (diabete tipo II). Si tratta di uno stato di coma causato da un’iperglicemia incontrollata e non compensata, che determina un grave aumento dell'osmolarità del sangue (sangue denso) e una marcata disidratazione. - Ipoglicemia grave (diabete tipo I e tipo II) e coma ipoglicemico. È lo stato di coma causato dalla mancanza di un sufficiente livello di glucosio nel sangue, che possa consentire il rifornimento energetico del cervello. Il mantenimento della glicemia al di sopra di un valore soglia è indispensabile per una normale attività cerebrale. Il coma ipoglicemico si può verificare sia nei diabetici di tipo 1 che nei diabetici di tipo 2 e dipende da un inappropriato regime terapeutico in presenza di un limitato o ritardato introito energetico, o di un’eccessiva attività fisica. Sintomi. Generalmente i sintomi che accompagnano un iniziale scompenso della glicemia

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sono, nel caso dell'ipoglicemia: pallore sudorazione vertigini fino allo svenimento. Nel caso dell'iperglicemia scompensata: nausea, dolori gastrointestinali, agitazione. La formazione di corpi chetonici genera un alito e un sudore dall'odore di frutta avariata. Nei casi di disagio iniziale, a prescindere dalle procedure di soccorso che si possono intraprendere secondo la gravità del caso, c'è comunque una regola assoluta: la persona non deve essere lasciata da sola fino alla risoluzione dell'episodio. Complicanze croniche - microangiopatia - retinopatia - perdita visus - edema maculare, perdita visus - neuropatia sensitiva e motoria - nefropatia - macroangiopatia - patologia coronarica - patologia vascolare periferica - patologia cerebrovascolare - sindrome metabolica ATTIVITÀ MOTORIA E DIABETE Diabete di primo tipo: - accertarsi che il diabete sia stato compensato dal diabetologo e che il diabetico assuma l'insulina con consapevolezza e regolarità; - attività di counseling, ovvero di supporto informativo sulla validità di stili di vita motori (disponibilità all'ascolto, gestione dell'ansia quando è presente). Diabete di secondo tipo: - puntare sulla gestione del peso - peso assoluto (calo in percentuale circa il 5-7% nei primi sei mesi) - attività motorie prevalentemente cardiovascolari - attività di counseling. Diabete e gravidanza: generalmente una donna in gravidanza, soprattutto nei mesi centrali, ha come obiettivo motorio quello di mantenersi in movimento con intensità molto basse, ovvero che prevedano uno scostamento fino al 20-25% in più della fre-


Insistere su un coinvolgimento quotidiano, anche esterno al centro fitness, studiando insieme al diabetico percorsi inseriti nel contesto della vita di tutti giorni

focus diabete quenza basale a riposo; qualsiasi altra indicazione deve essere una prescrizione medica, a maggior ragione se subentra una diagnosi di diabete in gravidanza. Prediabete (Sindrome metabolica): come il diabetico di secondo tipo. FREQUENZA, DURATA, INTENSITÀ - Insistere su un coinvolgimento quotidiano, anche esterno al centro fitness, studiando insieme al diabetico percorsi inseriti nel contesto della vita di tutti giorni. - Durata relativamente breve della seduta (20 minuti), in modo che possa essere inserita anche due volte nella giornata: una più intensa e monitorata in palestra e una più leggera, come il cammino veloce (brisk walking) da praticare all'aperto o come ginnastica domestica a prevalente contenuto aerobico (flessioni, piegamenti, esercizi a discrezione). - In assenza di indicazioni mediche relative alla frequenza cardiaca, rispettare limite di 110. Eventualmente, praticare frequenze più basse se c'è riscontro all'anamnesi di altri elementi della sindrome metabolica. Attenzione: stiamo parlando di fitness metabolico che può essere praticato in sicurezza purché le intensità siano basse e non sia erogato un rischio acuto (alte frequenza cardiaca) in nome della riduzione di un rischio cronico. L'effetto positivo sulla stabilizzazione del diabete e sul calo ponderale è comunque documentato nella letteratura scientifica. Intensità più alte possono essere direttamente indicate dal medico responsabile (fitness terapia). ASPETTI PSICOLOGICI Il diabete è uno shock emotivo di prima grandezza, in particolare al momento della diagnosi e

al momento della fine della “luna di miele”, ovvero del manifestarsi di qualcuna delle complicanze che necessitano intensificazioni diagnostiche e aumento dell'impegno terapeutico. Il prediabete, invece, lascia il soggetto abbastanza indifferente, perché è una condizione asintomatica: la motivazione all'attività fisica deve essere sollecitata non puntando solo sul rischio futuro, ma anche sul piacere presente immediato di rimettersi in movimento. La relazione deve essere imperniata su un ruolo di modulatore, che compensi due atteggiamenti diversi: 1. eccesso di ansia di attenzione e di emotività (fase della diagnosi e di qualche scompenso successivo); 2. depressione con disinteresse al trattamento e al regime terapeutico, spesso accompagnato da un deterioramento delle condizioni generali. Ovviamente, l'operatore metabolico non è uno psicologo che si possa far carico della gestione di questo aspetto: l’importante è che l'operatore metabolico ne abbia quanto meno consapevolezza. La pratica dell'attività motoria è universalmente riconosciuta dal mondo medico come positiva per una stabilizzazione clinica e per una stabilizzazione psicologica. L'operatore metabolico può seguire una serie di criteri guida: - ascoltare - limitare i consigli alle modalità di esecuzione dell’attività fisica; - evitare pareri sulla terapia o sugli esami; - confermare che una pratica motoria regolare è fondamentale per raggiungere il massimo del compenso psicofisico e che comunque può offrire momenti di tranquillità e piacere; - gestire la relazione affrontando argomenti anche esterni all'universo “diabete-terapia-monitoraggi“; molto più semplicemente, tentare la strada della distrazione.

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con link di approfondimento

focus diabete

Diabete ed esercizio fisico nel bambino e nell’adolescente di Antonio Maone

volte la pratica di un esercizio fisico, quando è associato a una terapia farmacologia, può aiutare a risolvere o ridurre uno stato patologico. In questi casi si parla di Sport-terapia e cioè l’utilizzo dello sport, più in generale dell’esercizio fisico, come trattamento terapeutico. È molto importante la collaborazione tra il medico dello sport, o altri medici specialisti, con gli operatori sportivi. Al medico dello sport spetta il compito di valutare, dopo un esame clinico e accertamenti diagnostici, se il tipo di patologia di cui è affetto il giovane può avere controindicazioni assolute o relative alla pratica di un’attività sportiva, quindi dovrà stabilire quale tipo di attività sportiva è più adatto e definirne i limiti di intensità e di durata, infine dovrà dare le giuste indicazioni agli operatori sportivi. Il

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cioè l’emissione abbondante di urine, oltre i normali limiti fisiologici, nel corso della giornata. A livello metabolico, nei tessuti dell’organismo, la relativa incapacità da parte delle cellule a utilizzare glucosio come fonte IL DIABETE MELLITO È una sindrome caratterizzata energetica determinerà uno da un eccesso di glucosio nel spostamento del metabolismo sangue (iperglicemia) che au- verso l’utilizzo dei lipidi, situamenta oltre i limiti superiori di zione questa che porterà alla normalità. Questo succede formazione di metaboliti acidi: i perché le cellule dei vari tessuti corpi chetonici. Un loro accunon sono in grado di utilizzarlo mulo avrà come risultato uno per il loro metabolismo. Quan- stato di acidosi metabolica che do l’eccesso di glucosio nel nei gradi estremi può sfociare al sangue va oltre un certo limite, coma diabetico. Il diabete melliil surplus viene filtrato attraver- to può diventare in età adulta so i reni ed eliminato con le uri- una malattia molto devastante ne. Avremo quindi le urine co- per le complicanze che determisiddette “dolci” (si parla, in que- na in numerosi organi e apparasto caso, di “glicosuria”) e poi- ti; come neuropatie, retinopatie, ché assieme all’eccesso di glu- disturbi renali e cardiaci, magcosio sarà eliminata anche una gior rischio di infezioni, possibimaggior quantità di acqua, al- lità di ulcere cutanee ecc. tro sintomo caratteristico del Sono stati classificati due tipi di diabete mellito è la “poliuria”Lin diabete mellito. Il diabete di I k rapporto con il giovane atleta dovrà continuare con controlli periodici per valutare gli adattamenti dell’organismo all’esercizio fisico.

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focus diabete

Per i giovani affetti da diabete di tipo I non esistono controindicazioni all’esercizio fisico, né alla pratica sportiva, purché la malattia sia ben compensata dalla terapia insulinica.

tipo definito anche “InsulinoDipendente” dove l’iperglicemia è legata a una incapacità da parte delle cellule del pancreas a produrre Insulina, l’ormone che permette al glucosio di entrare nelle cellule ed essere utilizzato ai fini energetici. Questo è il tipo di diabete che si manifesta in età giovanile, si chiama “Insulino-Dipendente” perché per mantenere costante la glicemia, prevenire l’acidosi metabolica e garantire la sopravvivenza dei giovani pazienti c’è bisogno di iniezioni di Insulina da effettuare anche più volte durante il giorno. Il diabete di II tipo compare in età matura ed è conosciuto come Insulino-Indipendente perché non è legato alla mancanza di Insulina ma si tratta di una diminuita sensibilità delle cellule all’Insulina e quindi al passaggio del glucosio. I pazienti affetti dal diabete di tipo II sono la maggioranza dei diabetici dell’età adulta. Per i giovani affetti da diabete di tipo I non esistono controindicazioni all’esercizio fisico, né alla pratica sportiva, purché la malattia sia ben compensata dalla terapia insulinica. I pazienti sono istruiti a tenere sotto controllo la propria glicemia e l’istruttore può richiedere dalla struttura pubblica o privata che ha in cura il ragazzo una copia del certifica-

to di “diabete compensato”. EFFETTI DELL’ESERCIZIO FISICO SUL SOGGETTO DIABETICO L’esercizio fisico quotidiano riduce significativamente il fabbisogno totale di insulina, sia nei soggetti sani che nei diabetici, in quanto permette un maggior consumo di glucosio e di acidi grassi liberi (FFA) favorendone la captazione e l’utilizzo da parte delle cellule muscolari. Pertanto basteranno livelli molto bassi di insulina per assicurare sotto sforzo un maggior utilizzo di glucosio. Nel corso di una prestazione sportiva, in un soggetto normale avremo, una riduzione nella produzione di insulina e l’attivazione degli ormoni controregolatori (glucagone, epinefrina, cortisolo, ormone GH della crescita) responsabili della gluconeogenesi e del maggior utilizzo del glucosio e degli acidi grassi nei tessuti. Nel ragazzo diabetico insulino-dipendente, la stessa dose di unità di insulina prevista normalmente per il mantenimento di un’attività sedentaria dovrà essere più bassa in quanto potrebbe ostacolare durante la prestazione sportiva l’attivazione degli ormoni controregolatori, l’incremento della gluconeogenesi e l’utilizzo degli acidi grassi, con il rischio di “crisi ipoglicemiche”.

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Il ragazzo diabetico, per mantenere lo stesso compenso glicemico dell’attività sedentaria anche durante un esercizio fisico, dovrà ridurre la dose di unità di insulina esogena. Quando il diabete non è ben compensato con la dose di insulina esogena, i diabetici anche a riposo avranno iperglicemia. Nel corso dell’esercizio fisico per l’esaltata attività degli ormoni controregolatori dell’insulina, ci sarà un ulteriore aumento nella produzione di glucosio e mobilizzazione degli acidi grassi in quantità tali da superare le capacità di utilizzazione periferica da parte dei muscoli e dei tessuti. Il tutto determinerà un peggioramento della glicemia e acidosi metabolica per la formazione di corpi chetonici. ATTIVITÀ FISICA DA PROPORRE L’intensità e la durata dell’attività fisica possono influenzare la glicemia in modo diverso. Un esercizio breve ma molto intenso di tipo anaerobico lattacido può provocare un breve rialzo glicemico. Un esercizio continuo e protratto di tipo aerobico a intensità del 60% del VO2 MAX può determinare un lieve abbassamento della glicemia, che nel giovane diabetico insulino-dipendente può sconfinare in crisi ipoglicemica


focus diabete

ATTIVITÀ SPORTIVA

o dare ipoglicemie ritardate a distanza di 24/48 ore dalla avvenuta attività fisica. Uno sforzo molto intenso e prolungato oltre a non essere di nessun giovamento nel periodo evolutivo può innescare crisi ipoglicemiche tardive da rendere necessario ridurre la dose di insulina. Se il diabete è ben compensato un’attività fisica di discreto impegno, di durata non superiore a un’ora, con una frequenza cardiaca massimale di 150 b/min non provoca conseguenze metaboliche e ormonali nei giovani diabetici. Nel diabete scompensato, o in carenza assoluta o relativa di insulina, lo stesso esercizio avrà come risposta un peggioramento di tutti i parametri metabolici. Sono da sconsigliare per i giovani diabetici insulinodipendenti esercizi o un’attività fisica a impegno aerobicoanaerobico alternato quando l’entità e la durata dello sforzo fisico non possono essere preventivati a priori, perché ciò potrebbe scatenare l’insorgenza di crisi ipoglicemiche. Per prevenire situazioni di ipoglicemia da esercizio fisico è necessario diminuire la dose di insulina esogena pre-eserci-

PASSEGGIATA a vel. 4.5 Km/h CORSA a vel. 9 Km/h BICICLETTA vel. 15 Km/h CALCIO TENNIS NUOTO SCI

FABB. CAL. PER 1/4 D’ORA 75

GRAMMI DI ZUCCHERO DA AGGIUNGERE OGNI 1/4 D’ORA DI ATTIVITÀ FISICA 10

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Tab. 1: Zuccheri (e relative calorie) da assumere oltre all’apporto calorico giornaliero abituale nel Diabete Insulino dipendente. Da “Conoscere il diabete per combatterolo meglio” di R.Klinger, P.M. Vita. Vert Edit., Treviso zio o assumere un supplemento alimentare di carboidrati prima dell’esercizio fisico. Tra le due soluzioni quella da preferire è la seconda, specie se l’impegno sportivo si dovrà protrarre per più di due ore (Tab. I). Per attività sportive più prolungate è bene consultare il medico curante in quanto potrebbe essere opportuno ridurre di almeno un terzo la dose insulinica prima dell’attività fisica se si utilizza insulina a media e lunga durata d’azione o non somministrare insulina se si tratta di insulina a rapida azione. L’intensità dell’esercizio fisico può essere controllata con l’uso del cardiofrequenzimetro e qualsiasi disciplina sportiva non deve essere praticata da soli. È importante che l’istruttore sappia riconoscere i sintomi di ipoglicemia da esercizio fisico (cefalea, astenia, disturbi visivi, sudorazione, tremore, ta-

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chicardia). Una buona precauzione per i giovani diabetici è controllare la glicemia prima e alla fine dell’esercizio per stabilire gli effetti dell’esercizio fisico sui livelli glicemici. In genere i diabetici possiedono un apposito apparecchio portatile che consente di effettuare l’analisi della glicemia rapidamente su sangue capillare senza bisogno quindi di ricorrere ad analisi di laboratorio. Riguardo alle maggiori sollecitazioni a cui vanno incontro gli apparati cardiovascolare e renale dei giovani diabetici sottoposti a esercizio fisico, ci sono pareri contrastanti, tuttavia si può convenire che, oltre a essere determinante per il reinserimento psicosociale, i vantaggi conseguenti a una pratica sportiva controllata nei giovani diabetici superano i possibili fattori rischio cardiovascolare e renale.


alimentazione

con link di approfondimento

La dolce

tentazione di Mauro Destino destino.mauro@tele2.it

n una dieta la presenza adeguata di carboidrati è fondamentale, tanto che in genere il nutrizionista assegna almeno la metà della quota energetica ai carboidrati, persino per quei soggetti che hanno difficoltà a regolare la quantità di zuccheri nel sangue. Tuttavia, i carboidrati non sono tutti uguali e la Scienza dell’Alimentazione li classifica in tre grandi famiglie: zuccheri complessi (amidi), composti (disaccaridi) e semplici (monosaccaridi). I primi derivano da alimenti quali pasta, pane, riso, tuberi e legumi, gli altri due gruppi da zuccheri da tavola, frutta, sciroppi, bevande alcoliche, dolci, bevande dolcificate, ma anche da latte e derivati. I monosaccaridi più comuni sono il fruttosio, il glucosio e il galattosio, che possono essere presenti nella nostra alimentazione in quanto tali o derivare dalla rapida scissione dei disaccaridi nei costituenti monosaccaridici base. Ne sono un esempio il lattosio (galattosio + glucosio), il saccarosio (glucosio + fruttosio) e il maltosio (glucosio + glucosio). I carboidrati complessi devono il loro nome alla struttura molecolare che li caratterizza, con polimeri di

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varia lunghezza e diversi tipi di ramificazione. L’aspetto centrale è che la loro demolizione e il relativo assorbimento sono processi graduali, pertanto l’insulina, l’ormone che insieme al glucagone regola la quantità di zuccheri nel sangue, può lavorare in maniera costante senza dover affrontare impennate glicemiche. Al contrario, disaccaridi e zuccheri semplici, per effetto del rapido assorbimento, innalzano bruscamente la quantità di glucosio nel sangue con conseguente effetto compensativo da parte dell’insulina: questo ormone, in presenza di un’elevata concentrazione di zuccheri nel sangue, cercherà di immagazzinare glucosio all’interno delle cellule, con possibile prevalenza dei metabolismi di deposito (sintesi di glicogeno e lipidi) rispetto all’utilizzo energetico tipico dei carboidrati. Questo aspetto è particolarmente importante durante l’impegno fisico in cui è richiesta la presenza di substrati pronti per essere utilizzati a fini energetici. Infatti, nel caso di assunzione impropria di zuccheri a facile assorbimento, la performance fisica può essere compromessa a causa dell’azione repentina dell’insulina, che

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abbassa bruscamente il glucosio nel sangue con possibile ipoglicemia. È facile comprendere come in queste condizioni possa esserci un deficit energetico proprio nel momento del massimo impegno dell’organismo nell’attività sportiva. Questo tipo di effetto è stato ampiamente studiato non solo in relazione alle molecole di carboidrati in quanto tali, ma su una serie di alimenti, in special modo quelli che contengono una certa prevalenza di glucidi, per capire l’impatto glicemico derivante dalla loro introduzione. A questo fine è stato l’elaborato l’indice glicemico.

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nk ZUCCHERI COMPOSTI E SEMPLICI In Wikipedia l’indice glicemico di un alimento è definito come “la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di 50 g dell’alimento. L’indice glicemico è espresso in termini percentuali, rapportandolo alla velocità di aumento con la stessa quantità di glucosio (indice pari a 100): un indice glicemico di 50 significa che l’alimento innalza la glicemia con una velocità che è la metà di quella del glucosio. In molte tabelle che si


alimentazione trovano nella letteratura scientifica, soprattutto italiana, l’alimento di riferimento non è il glucosio, ma il pane bianco. Per calcolare l’indice glicemico italiano basta moltiplicare per 1,37 quello riferito al glucosio, che è invece lo standard internazionale. L’indice glicemico, quindi, dipende dalla risposta glicemica (livello di glucosio nel sangue) data dal corpo all’assunzione di un determinato alimento, questa risposta dipende dalla natura dello zucchero assunto, ad esempio l’assunzione di glucosio comporta un innalzamento dell’indice glicemico immediato mentre l’assunzione di amido (amilosio + amilopectina ) molto ricco di amilosio corrisponderà ad un innalzamento più lento dell’indice glicemico, dovuto ad una maggiore dif-

ficoltà dell’alfa-amilosio a scindere l’amilosio (che a differenza dell’amilopectina fa legami idrogeno che lo stabilizzano). La risposta glicemica quindi è data dall’innalzamento del livello di glucosio nel sangue in funzione del tempo, raggiunto il livello massimo verrà rilasciata l’insulina che ne abbasserà i livelli formando una curva a campana. Pur essendo un parametro di riferimento piuttosto utile, specie per le persone diabetiche, l’indice

glicemico non è ritenuto oggi un indice infallibile in quanto può variare in funzione di innumerevoli fattori quali la preparazione dei cibi, il modo in cui vengono masticati, l’assunzione di altri cibi ecc.”. Per formulare una dieta adeguata al proprio impegno fisico, insieme all’indice glicemico va considerata soprattutto la quota dei carboidrati più semplici. La quota maggiore di glucidi dovrebbe provenire da alimenti ricchi di carboidrati complessi (polisaccaridi) e solo una piccola parte (intorno a 10% delle calorie giornaliere) da zuccheri composti (disaccaridi) e semplici (monosaccaridi). In base a queste considerazioni, gli zuccheri a rapido assorbimento posso essere considerati “il brutto dei carboidrati”, ma come sempre accade in

Nutrizione, a determinare un effetto reale e misurabile è la quantità. Infatti, questi zuccheri, se contenuti entro certi limiti e distribuiti nell’arco della giornata, posso anche avere degli effetti positivi sia per compensare piccoli cali glicemici che per ristabilire un certo tono dell’umore. Tuttavia, di zuccheri composti e semplici si continua ad abusare, soprattutto perché la loro modalità di assunzione è semplicissima e gratificante. Infatti, i pro-

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dotti ricchi di questi zuccheri sono tantissimi e presenti praticamente ovunque; sono presentati quasi sempre con confezioni colorate e accattivanti, hanno una funzione di “pausa”, minipasti o drink dissetanti per le giornate più calde. Non è facile sottrarsi a questi nutrienti anche per via di alcune credenze che attribuiscono alla tradizionale e quasi scomparsa zolletta di zucchero “una marcia in più” per la giornata. C’è da dire che la divulgazione scientifica in tema di alimenti e nutrizione ha ridimensionato parecchi miti e credenze alimentari, anche in riferimento agli zuccheri, tanto che l’industria alimentare propone sempre più frequentemente prodotti “sugar free”. In altri casi, viene messa in risalto la sostituzione del glucosio aggiunto con il fruttosio, per via della diversa modalità di assorbimento di quest’ultimo, che determina un impatto glicemico più modesto. Per via di questa caratteristica, l’uso del fruttosio è aumentato a dismisura a causa della sua aggiunta in moltissimi prodotti, in particolare nelle


alimentazione

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bevande dolcificate vendute anche sottoforma di integratori idrico-salini. Le ricerche, tuttavia, avvisano che elevate dosi di fruttosio portano a un innalzamento dei livelli di trigliceridi e un’assunzione a lungo termine determina comunque obesità, stress ossidativo, danni microvascolari, iperuricemia, e, naturalmente, ipertrigliceridemia (con conseguente steatosi epatica) e ipertensione. Per questi motivi, l’ A D A (American Diabetes Association) sconsiglia vivamente l’uso di fruttosio come dolcificante nei soggetti diabetici e suggerisce ai non diabetici di moderare il più possibile l’assunzione di fruttosio nella dieta.

ZUCCHERI COMPLESSI Se per gli zuccheri semplici e composti sono necessarie, come si è visto, cautele nell’assunzione giornaliera, per i carboidrati complessi il problema della quantità si pone solo in caso di diete palesemente monotone e sbilanciate verso l’assunzione prevalente di alimenti glucidici (per esempio derivati dei cereali). Supponendo una dieta di 3000 Kcal per un atleta sottoposto a un intenso allenamento, la quota calorica riservata ai carboidrati può arrivare fino a 1800 Kcal (60% della quota calorica) pari a una quantità assoluta di circa 450 gr di glucidi. Per superare questo valore si dovrebbero assumere più di 600 gr tra

MAURO DESTINO Biologo e Nutrizionista, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e in Chimica e Tecnologie Alimentari. Responsabile dell’ambulatorio di Scienza dell’Alimentazione - CRN (Centro Ricerche Nutrizionali) - Mesagne (Brindisi), si occupa di dietetica e nutrizione clinica. I principali campi d’interesse sono il trattamento dell’obesità, i disturbi dell’alimentazione e la nutrizione dello sport. Nel 1988 è stato nella nazionale italiana di Taekwondo - Fitak (Federazione Italiana Taekwondo e Karate). Fino al 1993 istruttore e responsabile tecnico dell’Emilia Romagna per il Taekwondo. Nel 1995 ufficiale-istruttore di Difesa Personale nell’Esercito Italiano. Attualmente, promuove con l’associazione Cicloamici il progetto “Slim City” (http://cicloamicisalute.wordpress.com/) per il cambiamento del “life style” in bicicletta. Sito web www.maurodestino.it

pane e pasta nell’arco della giornata, oltre tutto il resto per raggiungere la quota calorica prevista; operazione non certo agevole per gli appetiti più comuni! In conclusione, si può dire che il vero problema dei carboidrati, semplici o complessi che siano, è l’assunzione nelle giuste quantità. È un principio dominante nella Scienza dell’Alimentazio-ne, che non prevede una classificazione di alimenti e nutrienti in buoni e cattivi, ma solo l’analisi degli effetti, in base alle quantità e le diverse combinazioni, sulla fisiologia umana.

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Prevenzione e salute con link video di approfondimento

Fitness: nuove proposte per un mercato che sta cambiando i chiamano “minicentri” perchè hanno una superficie contenuta, ma in realtà potrebbero essere chiamati “supercentri di qualità”. Sono i piccoli centri di attività motoria, ginnastica posturale, fitness metabolico, abilitazione funzionale: 100 /300 metri quadrati che puntano tutto sulla qualità del servizio. In genere sono un paio di personal trainer che decidono di partire in proprio, affittano degli spazi che gli consentano di avere un paio di ambienti per le valutazioni posturali, una sala con qualche macchina cardio e per qualche esercizio isotonico, una sala per la ginnastica di gruppo e stop. Poche macchine e molto servizio: semmai, gli acquisti degli strumenti sono indirizzati verso quelle macchine di monitoraggio per persona-

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vai al video

lizzare ulteriormente il servizio rivolto a clienti spesso diversi tra di loro per età, sesso, bisogni. Il servizio è professionale, con le migliori competenze: personal trainer, personal metabolico, trattamenti posturali, abilitazione funzionale, massaggi, in alcuni casi trattamenti paramedicali o anche estetici, laureati in scienze motorie riposizionati con un p ro f i l o p i ù a g g i o r n a t o d i quello offerto nei percorsi ufficiali. Il servizio alla persona deve essere la priorità: se è la priorità, curiosamente, funziona e ha successo. Q u e s t o f enomeno è nato spontaneamente, ma non per caso. Molti personal trainer e molti centri fitness hanno capito che la svendita di abbonamenti nella palestre porta inevitabilmente a una perdita dei servizi offerti: solo le palestre che riescono a inserire un valido servizio di personal riescono a soddisfare i clienti. Spesso, tuttavia, si tratta solo un’operazione di marketing che, per un motivo o per l'altro, non regge alla prova dei fatti: la fidelizzazione.

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Per queste ragioni il fenomeno delle nuove aperture di centri motori è emergente. Per queste ragioni la Scuola di Professione Fitness ha organizzato un workshop tecnico, che si svolgerà il 13 di febbraio a Milano, all'Hotel Marriot: cosa occorre fare con la partita Iva e gli aspetti commerciali, c o m e v a n n o t agliati gli spazi, su quali servizi tecnici puntare, quali strumenti tecnici acquistare p e r r i e n t r a re n e i budget. Il programma è dedicato anche alle palestre che si stanno riconvertendo al servizio e vogliono sapere come inserire i servizi alla persona nel proprio centro. Su questa proposta le adesioni aumentano di giorno in giorno. Oltre al programma ufficiale, si stanno aggiungendo nuove iniziative portate dai partner che stanno aderendo a questo progetto. Un p ro g e t t o c h e piace perché, molto semplicemente, è credibile e serio. Stay tuned!


WORKSHOP TECNICO

Nuovi segmenti per il mercato del fitness e dell’attività motoria per tutti

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vid eo

COME CREARE UN NUOVO CENTRO MOTORIO Il fitness metabolico: - come creare un Centro ex novo - come integrarlo all’interno del proprio Club Milano, sabato 13 febbraio 2010 COME CREARE UN NUOVO CENTRO MOTORIO

Riservato a personal trainer PROGRAMMA 10,00 Apertura lavori. 10,15 L’evoluzione del mercato del Fitness e i nuovi segmenti di mercato. Luca Mazzotti 10,30 Che cosa è il Fitness Metabolico e come funziona un Centro Motorio di Fitness Metabolico; prevenzione, ginnastica posturale e abilitazione funzionale. Alessandro Lanzani 11,00 Lo start up. L’apertura, i permessi necessari e l’inquadramento societario. Luca Mazzotti 11,15 break 11,30 Lay-out di un Centro di Fitness Metabolico: ripartizione degli spazi e degli ambienti in relazione ai servizi. Architetto Alessio Cuzzolin 12,00 Gli strumenti e le macchine di lavoro: i criteri di selezione, la funzione. Indicazioni, limiti, e controindicazioni. Il budget. Michele Pitti 12,30 La scelta degli strumenti: il kit di macchine cardio di valutazione, gli strumenti di monitoraggio appropriati, gli strumenti di misura appropriati. Francesco Capobianco 12,45 La promozione dei servizi: come gestire i rapporti con medici specialisti, medici di base e istituzioni locali associazioni.

COME INSERIRE L’ATTIVITÀ MOTORIA PREVENTIVA ALL’INTERNO DEL PROPRIO CLUB

Riservato a imprenditori del settore fitness PROGRAMMA 15,00 Apertura lavori. 15,15 L’evoluzione del mercato del Fitness e i nuovi segmenti di mercato. Luca Mazzotti 15,30 Che cosa è il Fitness Metabolico e come inserire un Cen-tro Motorio di Fitness Metabolico, prevenzione, ginnastica posturale e abilitazione funzionale. Alessandro Lanzani 16,00 Lo start up. L’apertura, i permessi necessari e l’inquadramento societario. Luca Mazzotti 16.15 break 16,30 Lay-out operativo il settaggio dei personal trainer, i metodi di lavoro, le visite mediche interne, i rapporti con i medici esterni. Alessandro Lanzani 17,00 Gli strumenti e le macchine di lavoro: i criteri di selezione, la funzione. Indicazioni, limiti, e controindicazioni. La scelta degli strumenti Il budget. Michele Pitti, Francesco Capobianco 17,30 La promozione dei servizi: come gestire i rapporti con medici specialisti, medici di base e istituzioni locali associazioni.

COSTI DI ISCRIZIONE Sessione singola (mattino o pomeriggio): iscrizione entro il 31 dicembre 80 euro; entro il 31 gennaio 100 euro; fino al 12 febbraio 120 euro. Direttamente il giorno del workshop 150 euro. I prezzi indicati sono Iva inclusa. Entrambe le sessioni (mattino e pomeriggio): iscrizione entro il 31 dicembre 100 euro; entro il 31 gennaio 120 euro; fino al 12 febbraio 160 euro. Direttamente il giorno del workshop 200 euro. I prezzi indicati sono Iva inclusa.

DOVE : HOTEL MARRIOTT VIA WASHINGTON, 66 MILANO

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community business

Impact

Zero

Soluzioni ecologiche ed economiche per centri fitness e fisioterapici l progetto Zero Impact, ovvero la creazione di centri sportivi e fisioterapici a basso costo di gestione e a basso impatto ambientale, nasce da un sogno, che affonda le sue radici nella volontà di guardare oltre a ciò che è presente e pensare a un futuro migliore. Il principio fondamentale è la necessità di usare un quantitativo di risorse ed energia inferiori rispetto agli standard attuali di consumo e, possibilmente, creare tale energia con fonti meno inquinanti e a un costo inferiore. Attualmente, i centri fitness, wellness e fisioterapici di una certa importanza, hanno costi di gestione particolarmente elevati, dovuti principalmente all'esigenza di mantenere valori di comfort ambientali alti, con tecnologie ormai sorpassate: il riscaldamento invernale, quanto la climatizzazione estiva, si rivelano spesso voci di costo importanti, a cui vanno poi addizionati i costi derivanti dall'illuminazione degli ambienti, dal funzionamento di sauna, bagno turco, macchinari in genere, e non trascurabile, il consumo complessivo di acqua.

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VECCHIE RISORSE PER NUOVE ENERGIE E GRANDI RISPARMI Se chiedete a un qualunque proprietario di una qualsiasi struttura commerciale quale sia la voce di costo più rilevante, vi troverete a ricevere sempre la medesima risposta: l’energia. L’energia, intesa sia come corrente elettrica che come gas metano o gasolio per il riscaldamento, riveste infatti una quota molto importante del bilancio e diventa poi predominante se si tratta di un bilancio di un centro dotato di ambienti acqua (piscine, idromassaggi…) dove la necessità di mantenere un quantitativo rilevante di acqua ad alta temperatura porta a elevati consumi energetici. Nell’ottica di un centro “Zero Impact” risulta predominante la costante attenzione tesa a limitare l’utilizzo di energia e a diminuire drasticamente la dispersione di quella utilizzata; tuttavia, una volta ridotto al massimo il fabbisogno energetico, si può ancora intervenire consistentemente su un punto focale: il combustibile utilizzato come fonte energetica. Da questo aspetto prende il via l’analisi sulla possibilità di impiego e sui benefici, sia a livello economico

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di Emiliano Sessa esessa.evolution@gmail.com

che di inquinamento, garantiti dall’utilizzo di una caldaia a biomasse, e in particolar modo vedremo i dati relativi all’utilizzo del mais. Tale fonte energetica porta due vantaggi sostanziali: - basso costo della materia prima; - un valore calorifico di poco inferiore al gas metano. In relazione a quanto sopra vediamo nella tabella qui di seguito riportata il rapporto costo-potere calorifico. Come si può facilmente osservare, a parità di potere calorifico abbiamo un risparmio tra gas metano e mais pari al circa il 60%, che, date le dovute approssimazioni necessarie a compensare il differente grado tecnologico tra una caldaia a mais e una a metano, possiamo stimare in un più realistico 45-50%. Traduciamo questo dato, per comodità, in valore economico applicabile a una centro Wellness dotato di Spa. Ipotizziamo un centro medio/piccolo (fino a 700 mq) e poniamo una spesa media di 1000 euro al mese di gas metano, il cui costo maggiore è, come premesso, da imputare all’utilizzo di acqua calda per il termarium; calcolando 11 mesi di funzionamento, abbiamo un costo complessivo annuo


community business pari a 11.000 euro. Poniamo ora di sostituire la caldaia a gas con una a mais: data la differenza di costo tra mais e gas avremo un costo medio mensile stimabile in circa 450-500 euro che, moltiplicato per 11 mesi di funzionamento, ci porta a 4.9505.500 euro di spesa complessiva, con un risparmio calcolabile in 6.050-5.500 euro annui, che potremo destinare ad altre voci di costo a nostra scelta. Analizzando il costo dell’investimento, vediamo come la voce principale riguarda fondamentalmente la caldaia e le opere relative alla sostituzione della stessa e si aggira mediamente tra gli 8.000 e i 15.000 euro. Tenendo conto che per tale importo, per opere eseguite entro il 31-12POTERE QUANTITÀ CALORIFICO PER UNITÀ DI NECESSARIA PER COSTO IN ? PER MISURA 8500KCAL 8500 KCAL

FONTE ENERGETICA

COSTO PER UNITÀ DI MISURA

UNITÀ DI MISURA

METANO

0.46 euro m3

1 m3

8500 Kca

1 m3

0.46

GASOLIO

0.83 euro L

1 litro

8250 Kcal

1,03 litri

0.88

MAIS

0.13 euro kg

1 Kg

6180 Kcal

1,37 Kg

0.18

GPL

0.54 euro L

1 litro

6070 Kcal

1,40 litri

0.76

PELLETS

0.19 euro Kg

1 Kg

4000 Kcal

2,12 Kg

0.4

LEGNA

0.12 euro Kg

1 Kg

3200 Kcal

2,66 Kg

0.32

2010, ci si può avvalere dello sgravio fiscale del 55% previsto nella finanziaria 2008, la cifra che dovremo effettivamente ammortare risulta compresa tra i 4.000 e i 7.500 euro che, dato il risparmio annuo medio, andrà a riassorbirsi in circa 2-4 anni. I dati sopra riportati sono comunque dati medi, pertanto sarà necessario valutare ogni intervento singolarmente di volta in volta, per evidenziare l’effettivo risparmio ottenibile e il relativo tempo di ammortamento. Ricordiamo, inoltre, che le biomasse in vita assorbono una quantità di CO2 sostanzialmente pari a quella emessa in fase di combustione, ottenendo così un bilancio praticamente in pareggio e non producendo emissioni inquinanti da zolfo che invece si ri-

trovano nei combustibili fossili. In linea di massima possiamo pertanto ritenere l’utilizzo di caldaie a mais (più correttamente a biomasse ovvero mais-pellet-noccioli-gusci) un valido aiuto al raggiungimento di un centro a basso impatto ambientale, un’ottima occasione per dirigersi sempre di più verso strutture ecosostenibili e ancor di più a basso costo di gestione.

EMILIANO SESSA Laureato in Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Milano, entra a far parte del mondo dell'industria lavorando per diverse aziende, tra le quali AgustaWestland, in qualità di buyer. Attualmente lavora in proprio come consulente per la realizzazione, gestione e promozione di centri Fitness & Wellness.

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rieducazione funzionale

Rivoluzione

con link di approfondimento

nella postura

Clinical Pilates Tensegrity

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di Marco Ciervo scrivi@clinicalpilates.it

l protocollo del Clinical Pilates Tensegrity ha come obiettivo quello di occuparsi principalmente di chi soffre di patologie legate al rachide. Prevede un approccio terapeutico al paziente che si basa su alcune osservazioni di carattere anatomico di relazioni meccaniche combinato con protocolli di lavoro per i vari distretti corporei. Il programma verte principalmente sulla sospensione apicale, un particolare decubito supino con il capo in appoggio su due tensori e sul riequilibrio della mandibola, clavicola, scapola e bacino, inserito in un contesto operativo di sblocco dei setti orizzontali con: - protocollo bacino - protocollo diaframma - protocollo stretto toracico superiore. La maggior parte dei tessuti fasciali del corpo è orientata più in senso cranio caudale e in senso di spirale piuttosto che in senso orizzontale. Quando le strutture fascio muscolari disposte in senso orizzontale sono in tensione ano-

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mala, possono creare degli impedimenti di scorrimento alle fibre disposte in senso verticale. Il lavoro in “disequilibrio organizzato” del capo parte da una posizione di decubito supino con un momento di Appoggio Trazione Sospensione (ATS, come nelle immagini), mentre l’operatore prende contatto con il paziente in parti precise del corpo, per poi orientarsi sulla valutazione dei setti orizzontali con il loro eventuale sblocco. L’intento del metodo è liberare alcuni centri di blocco fasciale-muscolare, per ottenere una riprogrammazione neuro muscolare del tronco in generale e del rachide in particolare, non tanto per godere di un nuovo potenziale tono e trofismo della muscolatura antigravitaria, quanto per migliorarne la propriocettività e il rilasciamento muscolo fasciale mediante alcuni passaggi propri del sistema neuromuscolare, del sistema sensitivo dell’autocontrollo legato all’azione del nervo accessorio, il tutto attraverso l’uso di fattori prestazionali quali:

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a) disequilibrio organizzato con sospensione apicale b) sblocco dei setti orizzontali c) respirazione d) autocorrezione e) interiorizzazione posturale corticale f) esercizi di rilasciamento mediante posizionamento g) lavoro manuale di contatto.

Il sistema di lavoro del Clinical Pilates Tensegrity tende quindi a riequilibrare attraverso una serie di manovre sistematiche delle fasce muscolari, del tessuto connettivo e delle meningi, il sistema corpo, partendo dalla sospensione apicale. Il lavoro che il Clinical Pilates e Tensegrità propone è di tipo neuromuscoloscheletrico, con una presa in carico del sistema nervoso, del sistema scheletrico e del sistema muscolare in ogni protocollo operativo. La sospensione apicale ha un rapporto diretto con diversi sistemi e apparati tra cui: - il sistema respiratorio


- il sistema locomotore - il sistema nervoso - il sistema circolatorio Per sua stessa natura la posizione che il paziente assume durante la fase iniziale della seduta, interagisce con tutte le strutture del sistema craniosacrale: le membrane meningee e le sue strutture ossee, il tessuto connettivo e indirettamente il liquido encefalo rachidiano e le strutture connesse. Il metodo operativo, grazie anche all’utilizzo dell’apposito macchinario, si presta a molteplici possibilità di lavoro, dando grande spazio alla professionalità dell’operatore. Non ci troviamo quindi di fronte a un lavoro stereotipato e chiuso nel suo essere, ma a una gabbia operativa aperta alla ragione dei più. Buon lavoro a tutti.

MARCO CIERVO Classe '64, dopo il diploma all'Istituto Superiore di Educazione Fisica di Torino, si laurea in Science et Technique des Activitès Pysiques e Sportives presso l'università Claude Bernard Lyon I in Francia. Nel 1995 si specializza in posturologia, con master annuale a Zurigo presso la Scuola Svizzero Francese di posturologia. Nel 2002 si diploma in Massofisioterapia a Perugia. Negli anni si occupa di ginnastica correttiva, ma anche di progetti legati alle attività musicali in palestra. È stato assistente all'Isef di Torino, occupandosi di ginnastica educativa. Per anni ha frequentato l'Istituto di Medicina dello Sport di Torino, lavorando nell'ambito della ginnastica Medica.




rehab

ching, torsione o contrazione muscolare durante le manualità di massaggio per il rilascio delle aderenze mio-fasciali, e risulta essere più efficace rispetto al classico scollamento statico.

Tecnica passivattiva nello scollamento mio-fasciale PRINCIPI GENERALI di Maurizio Ronchi ik2yxk@libero.it

el mondo sportivo il massaggio è sempre stato uno dei capisaldi della preparazione dell’atleta, da praticarsi prima e dopo gli allenamenti e le gare, al fine di migliorare la capacità prestativa umana. Nella tecnica passivattiva di scollamento mio-fasciale si prendono in considerazione i diversi elementi muscolari, tendinei, tessuti di rivestimento ecc. con lo scopo di liberare i confini tra i vari componenti, in modo che ciascuno abbia la massima libertà di movimento, minori attriti e il dissolvi-

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mento delle viscosità esistenti. Questi interventi di manualità “liberatoria” possono anche influire positivamente sul sistema circolatorio, sia sui grossi vasi che sui capillari, aiutandoli a svolgere al meglio la loro duplice funzione di apportare ossigeno e di asportare i prodotti di rifiuto. La tecnica passivattiva, applicata in ambito sportivo, risulta essere un metodo molto efficace per il rilascio delle aderenze mio-fasciali che, con lo scopo di migliorare una legata condizione biomeccanica poco fisiologica nell’atleta, ne ottimizza la prestazione sportiva. È una tecnica cinetica, basata sull’aiuto dell’atleta nel sostenere un’azione dinamica in condizione di leggero stret-

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ADERENZE, COLLAGENE, FASCIA Le cellule delle fasce connettivali sono disperse in una sostanza gelatinosa denominata MEC, matrice extracellulare, costituita da una porzione fibrosa proteica inclusa in un gel acquoso di polisaccaridi. La parte fibrosa è formata da fibre collagene, fibre reticolari e fibre elastiche. Le fibre collagene e reticolari sono costituite essenzialmente da molecole di collagene, ma differiscono tra loro per una diversa struttura molecolare; le fibre elastiche sono invece costituite da due catene proteiche di diversa natura: la fibrillina e l’elastina. Le fibre di collagene hanno la funzione di supporto meccanico per quelle parti del nostro corpo più soggette a forti sollecitazioni, sia interne che esterne: il collagene si trova infatti sottoforma di fibre di vario spessore, come legamenti e tendini, forti strutture che possono resistere a notevoli carichi dinamici e statici. Questi tenaci fasci fibrosi di collagene, dato lo scarso e irregolare orientamento fibrillare lungo la linea di sviluppo della forza muscolare, possiedono comunque un certo grado di estendibilità, ma senz’altro inferiore al confronto con le fibre muscolari. Queste ultime sono caratteristiche per la loro elasticità e resistenza, ma quasi esclusivamente nel senso della forza espressa nelle fasi di movimento (contrazione e allungamento muscolare bidirezionale), ovvero lungo la direzione dell’orientamento delle fibre e dei loro fasci muscolari. Invece, le fibre di collagene del tessuto connettivo (la fascia) hanno decisamente minor forza ed elasticità, però possono garantire una protettiva funzione meccanica elastica, agente in modo tridimensionale, in qualunque senso la forza sia sviluppata e applicata, sia dal muscolo (forza interna), che da quella assorbita (forza esterna). Dal punto di vista meccanico, le fibre di collagene della fascia, per far fronte a importanti eventi traumatici o ri-


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petuti nel tempo come urti, torsioni, schiacciamenti e costrizioni varie, tendono a modificare la loro proprietà viscoelastica in modo quasi permanente, per adattarsi alle forze anomale che agiscono sulla fascia facendone superare il limite di deformazione strutturale. Per contenere il possibile danno provocato alla fascia, le fibre di collagene si dispongono in modo molto più disordinato, rendendo difficile un ritorno allo stato fisiologico iniziale. Alcuni studi hanno confermato che la fascia connettivale tiene in memoria il trauma determinando in quel punto, a sorta di protezione, una modificazione nella loro mobilità, sia elastica che di scorrimento: sono le aderenze che limitano il grado di libertà del movimento muscolo-articolare durante il gesto o l’attività sportiva. Le aderenze, specie quelle profonde o importanti, sono aree di contatto non fisiologico dove si concentrano le tensioni da trazione dei tessuti adiacenti e, col tempo, anche le forze espresse dal conseguente adattamento posturale. TRATTAMENTO PER MUSCOLI ADIACENTI NEL MASSAGGIO SPORTIVO La tecnica passivattiva di scollamento mio-fasciale nel massaggio sportivo risulta di aiuto per il ripristino della corretta scorrevolezza tra i vari tessuti e, di conseguenza, della mobilità articolare, perché va a trattare i muscoli in contatto tra di loro: i muscoli adiacenti o paralleli, per l’appunto. Quando le fibre di collagene della fascia, già di natura poco allineate fra loro, a causa di traumi, di stress da sovraccarico o tensivo/nervoso, tendono ad addensarsi e a disporsi ancor più in maniera casuale e disordinata, è possibile che diano inizio a una marcata adesività e conseguente retrazione mio-fasciale, che lega la normale dinamica muscolo/articolare (Range of Motion). Questo attrito non è altro che la sensazione che proviamo quando un’aderenza mio-fasciale impedisce di eseguire una normale escursione muscolo-articolare: da qui la necessità di intervenire con tecniche e

manualità per scollare tali aderenze. La tecnica è definita “passivattiva” per il contributo minimo, ma indispensabile, che viene richiesto all’atleta per ottenere la condizione necessaria affinchè possa iniziare il cambiamento viscoelastico del tessuto mio-fasciale (collagene). Ciò, non solo dovuto all’azione fisica meccanica della manualità, ma anche per gli effetti conseguenti alla risposta della stimolazione eseguita sui meccanocettori dell’atleta: corpuscoli e organi di Golgi, Ruffini e Pacini. I corpuscoli meccanocettori, infatti, se non stimolati direttamente su ordine del loro proprietario (l’atleta in questione), non riescono a influenzare il sistema simpatico con la conseguente variazione del tono muscolare, rendendo vano il lavoro di rilascio. Inserire la tecnica passivattiva con manualità di scollamento e separazione per muscoli adiacenti durante le sedute di massaggiosport, risulta essere di ottimo aiuto agli sportivi per conseguire una buona performance atletica. Allo stesso modo, l’operatore avrà molto meno difficoltà nello scollare le aderenze, data la minor incisività richiesta dalla tecnica, a tutto vantaggio dell’atleta trattato. La tecnica passivattiva è molto efficace per quei tipi di muscoli fusiformi o nastriformi con poco ventre e lunghi tendini, che spesso subiscono, a causa della restrizione fasciale, delle torsioni intorno alla struttura ossea correlata, o una rotazione-trazione lungo il loro asse a causa delle aderenze con i muscoli adiacenti o con la fascia stessa. Oltre al lavoro sulla parte muscolare, è indispensabile trattare anche i tendini e le loro guaine di rivestimento, mobilizzati e frizionati per evitare, rompere o rilasciare le aderenze (crosslinks), così da permettere un’ottimale e reciproca scorrevolezza, grazie anche alla lubrificazione indotta dagli effetti del massaggio localizzato: “Già prima della comparsa dei sintomi fastidiosi per una tendinite, il collagene tende a degenerare dando inizio all’infiammazione. Il massaggio di frizione sul tendine-guaina svolge un lavoro preventivo sulla comparsa dell’infiammazione do-

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Maurizio Ronchi Dal 1979 è istruttore FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e collabora con il “Gruppo Sportivo 5 CERCHI” di Seregno come istruttore, massaggiatore sportivo non terapista e preparatore atletico. Ha praticato diversi sport a livello agonistico e amatoriale: basket, atletica leggera, judo, podismo, alpinismo e dal 1991 è istruttore nel CAI (Club Alpino Italiano) di Carate Brianza, “Scuola di Alpinismo M. Dell’Oro”. Collabora con palestre e società sportive, seguendo diversi atleti in qualità di massaggiatore sportivo non terapista e preparatore atletico. Istruttore di postura MBT, Tutor in Massaggio Wellness TIB e codocente per i corsi di Practitioner in Massaggio Sport TIB, presso AssoTIB di Arcore, attualmente, con il collega e amico Federico Polimene, è massaggiatore sportivo del Vedano Calcio e del Seregno Rugby. Blog http://massaggiosportbodyworks.spaces.live.com

vuta a sovraccarico di lavoro o alla fibrosità della guaina che lo avvolge, in quanto stimola la riproduzione di collagene che sostituisce quello degradato disponendosi ordinatamente. Per cui il massaggio con le sue tecniche specifiche manuali per lo scollamento di aderenze fibrose (muscolo / fascia / guaina / tendine) resta sempre più un’ottima pratica per la prevenzione da infortuni, nonché di gran beneficio per lo sportivo” (W.W. Lowe - Terapista del massaggio). I muscoli appartenenti a un gruppo miofasciale preciso (per esempio quelli della coscia) si devono poter liberamente contrarre/decontrarre con indipendenza fra loro, pur rimanendo


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fig. 1 Illustration by Floyd Hosmer www.aafp.org

fig. 2 a

fig. 2 b

sinergici, antagonisti o reclutati durante la biomeccanica di un gesto atletico. Lo scollamento e la separazione per muscoli adiacenti risulta inoltre efficace nel contrastare la retrazione miofasciale, abbassando il rischio di infortuni. Restrizioni e aderenze sono una tra le principali cause di disfunzioni in quanto, esercitando trazioni e torsioni su

fig. 3 a

muscoli, fascia e articolazioni correlate, sono causa di impedimenti e dolori durante l’esercizio fisico. Il mancato scorrimento tra muscoli adiacenti (una delle cause sono gli essudati, acido lattico e scorie metaboliche che aumentano il grip interstiziale fascia-muscolo-fascia), ha come effetto una perdita di indipendenza durante la fase di escursione al-

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lungamento-accorciamento e, di riflesso, nell’erogazione della forza muscolare. Questo risulta essere un vero gap per la fisiologica escursione miotendinea (ROM) nella fase di contrazione/decontrazione, specialmente durante una prestazione sportiva. Ne consegue che, con sovraccarichi di lavoro o con la ripetizione di specifiche gestualità tipico di allenamenti intensivi a senso unico, si incrementa il processo naturale di retrazione miofasciale, con le ben note noie a livello muscolo-articolare che, se non trattate precocemente, possono portare l’atleta a forzati compensi posturali, incidendo significativamente sulla performace. Sappiamo bene che i muscoli sottoposti a superlavoro possono oltrepassare il loro range of motion, ma nel caso questa azione sia particolarmente ripetuta, provocherà un rigonfiamento (ipertono) e una rigidità muscolare (stiffness), con possibile conseguente infiammazione. Questo ipertono riduce lo spazio interstiziale muscolo-fascia-muscolo, limitando la circolazione sanguigna per il nutrimento dei tessuti e quella linfatica per la pulizia dalle scorie. Il disagio rilevato da vari corpuscoli recettori presenti (propriocettori, meccanocettori, chemiocettori), è trasmesso al Sistema Nervoso Centrale, che trasforma l’informazione ricevuta in dolore mio-fasciale.

fig. 3 b

Le aderenze mio-fasciali possono portare a uno squilibrio delle forze che agiscono in tensegrità su un compartimento articolare. Questo sbilanciamento generalmente causa adattamenti posturali, infiammazioni e dolore, condizioni che vanno a scapito della performance sportiva e, nei casi più gravi, impedisce all’atleta di allenarsi. Un


rehab esempio è l’incollamento del muscolo Tensore della Fascia Lata (TFL), tratto Ileotibiale, con il Vasto Laterale (fig. 1): quest’ultimo, sottoposto all’azione di trazione laterale esercitata dal TFL, può essere causa di un risentimento al ginocchio e, come dimostrano alcuni studi, essere responsabile o concausa di dolori compartimentali come per la sindrome Femoro-rotulea. Lo stesso TFL è in grado di trazionare per incollaggio l’inserzione miotendinea del Bicipite Femorale, soprattutto durante la fase di accosciata (squat), che può contribuire all’insorgere di dolori nell’area del ginocchio per mancata stabilità. Sappiamo bene come anche minime trazioni dovute a contratture, trigger points, cicatrici ecc., siano in grado di sbilanciare non solo un’articolazione, ma la tensegrità del corpo, modificandone la postura. Altra utilità riscontrata nell’uso della tecnica passivattiva di scollamento a scopo preventivo, specie per i muscoli delle gambe, è quella di contrastare l’insorgenza del crampo muscolare: “Indipendentemente dalla vera causa che induce il crampo muscolare (sono in voga diverse teorie), sembra accertato che il dolore sia dovuto all’intensa stimolazione dei meccanocettori dovuta all’eccessiva contrazione muscolare” (Egidio Sproviero, “I diversi tipi di dolore muscolare nel calciatore - Cause, significato e prevenzione”). Ne deriva che, eli-

fig. 3 c

minando le aderenze mio-fasciali, si otterrà una miglior tonicità muscolare, che è una delle condizioni ottimali per evitare l’insorgere del crampo. Pertanto, intervenire con un’azione preventiva di scollamento per separare tra di loro i muscoli adiacenti, diviene una necessità per gli atleti agonisti e per chi si dedica al fitness con un’alta frequenza settimanale.

LA TECNICA PASSIVATTIVA Consiste nello scollare tra di loro i muscoli esercitando contemporaneamente con l’altra mano uno strecth passivo o, nel caso essa sia impegnata nella manualità, tramite specifiche posizioni, il tutto con un piccolo aiuto dinamico da parte dell’atleta: grazie anche alla cinetica a sostegno delle manualità, la tecnica passivattiva riduce il tempo necessario per risolvere le aderenze e mantiene più a lungo questo nuovo stato di libertà. (fig. 2 e 3). Eseguito un primo parziale scollamento, ogni muscolo viene trattato con manualità twist&roll per un’ulteriore separazione muscolo-fasciamuscolo, mettendo in risalto il grado di rilascio da aderenze (fig. 4). Una volta riscontrate particolari aderenze in un muscolo, tali da non consentire un corretto ROM, per una maggior efficacia del trattamento sarà bene testare anche la condizione dei muscoli della catena mio-fasciale di appartenenza: sarà comunque un lavoro esclusivo sul muscolo, ma tenendo sempre presente l’interazione che esso esercita e/o subisce, in relazione alla fascia e alla sua catena cinetica. Avvolgendo/riempiendo tutti i settori muscolari, sia in fasci fibrillari che in larghi fogli, la fascia ha la tendenza ad accorciarsi proprio in questi hotspots (punti critici), causando i ben noti problemi di mobilità mio-fasciale-articolare. Dunque, per eseguire una funzionale

spalmare questo eccesso di contrazione su di una più larga superficie, portando il muscolo dolente dell’atleta in una condizione di maggior relax. Fondamentale è ottenere la collaborazione da parte dell’atleta, mettendolo al corrente delle tecniche, e illustrando il fine e gli effetti voluti e le sensazioni che proverà. Tutte le manualità di scollamento, di definizione e di stretch muscolare vanno eseguite molto lentamente, per avere sempre la prontezza di interrompere l’azione: lavorando profondamente su contratture, aderenze e fibrosità mio-fasciali, e necessario avere sempre il controllo della situazione. In base a questa considerazione, e a motivi legati puramente all’esecuzione tecnica delle manualità, è meglio non lubrificare troppo la zona da trattare, per mantenere sempre una discreta capacità di presa/controllo. L’operatore che passivamente supporta il movimento con l’attivazione muscolare dell’atleta, può lavorare il muscolo e la fascia adiacente quasi per 360°, mentre questi si allungano, si rilassano e si contraggono, così da poterli avere a disposizione durante tutti i vari cambi dimensionali e nelle diverse posizioni che la struttura fisiomorfologica concede. Il tutto sarà ancor più efficace sfruttando il meccanismo dell’innervazione reciproca tra muscoli agonisti-antagonisti, specie

fig. 4

fig. 3 d

manualità di scollamento, è necessario rilassare il più possibile il muscolo teso, contratto o accorciato, affinché l’aderenza fasciale possa essere rimossa o allentata efficacemente. In caso di tensione eccessiva della parte da trattare, è bene cercare di scaricare questo stato trattando l’intera catena mio-fasciale riferita, con l’intento di allontanare, di

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quando il lavoro di scollamento deve essere eseguito su muscoli ipertonici, duri o tesi. L’obiettivo finale della tecnica passivattiva sarà quello di avere un muscolo più in dettaglio dallo sfondo, più libero biomeccanicamente nel suo ROM e aver riequilibrato le forze di stabilizzazione dell’articolazione correlata.


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La prevenzione delle lesioni del lca negli sport di squadra Strategie d’intervento neuromuscolare di Rosario D’Onofrio donofrio.rosario@virgilio.it

el basket vengono espresse, sia nella fase difensiva che offensiva, situazioni gestuali e coordinative diversificate ripetitive che sottopongono l’arto inferiore, e in particolar modo il ginocchio, a stress a carico delle articolazioni del ginocchio: a) femoro rotulea (forze compressive) b) femoro tibiale (in termini di anterior shear force c) forze di compressione femoro-tibiali. L’intensità di questi stress è ricollegabile al livello di attività muscolare e all’integrità dell’ambiente articolare. Gestualità come salti e atterraggi, manovre di cutting, movimenti torsionali e di lateralità richiedono un maggior controllo coordinativo/neuromuscolare associato a un elevato impegno dal punto di vista biomeccanico. Queste gestualità, a causa dei movimenti in varo/valgo, combinati a rotazione interna/esterna, sfoceranno verso un incremento dei fattori di rischio di lesioni, con particolar riferimento (come evidenziato da Agel [1] alle lesioni da non contatto del lca (figure 1, 2). L’arto

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inferiore, durante i movimenti gestuali cestitici, esprime in rapida successione momenti gestuali tecnici precisi e ripetitivi, ovvero: valgo+rotazione esterna tibiale (e varo+rotazione interna tibiale (figura 3). Durante questo continuo gioco gestuale dettato dalle diverse situazioni di gioco che ne influenzano l’esecuzione e l’intensità, la co-contrazione dei muscoli quadricipite, ischio crurali, gastrocnemio, rappresentano l’unico vero ruolo funzionale/biomeccanico a carico del ginocchio. L’attuale letteratura scientifica internazionale mette in evidenza un incremento delle lesioni del legamento crociato anteriore in tutti gli sport di squadra. L’incidenza percentuale rimane alta soprattutto nel calcio (21%) e nella pallacanestro (20%) [2] con maggiore incidenza nelle donne (da 4 a 6 volte rispetto agli uomini). In questi sport i momenti gestuali lesivi possono essere esprimibili o fotografabili in decelerazioni rapide, cambi di direzione o ricadute dopo un salto, quando il ginocchio va in una posizione di leggera flessione valgo rotazione esterna tibiale [3,

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Fig. 3. Movimento di valgo+rotazione esterna tibiale 4, 5, 6, 7].

Approfondimenti statistici mettono in risalto come le lesioni al lca dopo un salto rappresentano per i giocatori di pallacanestro il 60% dei casi, mentre nei calciatori lo stesso meccanismo lesivo riguarda il 25% di tutte le lesioni del legamento crociato anteriore [8]. Simulazioni fatte in laboratorio rivelano che momenti in valgo (anche di pochi gradi) dell'arto inferiore, adattativi dopo un salto, sono sufficienti per lesionare il legamento crociato anteriore. L’entità della velocità esecutiva e del carico e la mancanza di alcune abilità tecnico/atletiche specifiche, possono influenzare il grado di lesione e/o incrementare i fattori di rischio. La deformazione e la consequenziale lesione


focus diabete rehab

Fig. 1. Meccanismi sport relativi di lesione durante le gare nel basket femminile Fig. 2. Meccanismi di lesione del legamento corciato anteriore durante le gare nel basket femminile (da Julie Agel, J Athl Train; Apr–Jun 2007)

isolata del lca, può verificarsi nel calciatore durante situazioni da non contatto, quando il ginocchio è posto in valgo flessione rotazione esterna, con il piede che, spesso, “non accompagna il movimento” [9, 10]. L'ammontare del valgismo del ginocchio, osservato durante un movimento gestuale specifico, suggerisce un'inabilità del gruppo quadricipite /flessori, o meglio, delle linee di difesa anatomiche, attive in particolare nei muscoli sartorio, semitendinoso, gracile, per opporsi al movimento in valgo [11]. Un decremento nel controllo del valgo durante una manovra di cutting, da attribuirsi a infortuni pregressi, eleva il rischio di lesione dell’apparto capsulo-legamentoso del ginocchio durante gestualità sportive semplici e complesse. In associazione, aggiustamenti posturali anomali durante esercitazioni tecnicoatletiche, la mancanza di un coordinato controllo dell'arto inferiore o asimmetrie di forza/ flessibilità “side to side” possono condurre a un ulteriore incremento delle forze di taglio sull’articolazione del ginocchio. Individui con una maggiore adduzione dell'anca e riduzione dei livelli di forza del medio gluteo, dimostrano un aumento del valgo del ginocchio. Queste evidenze dimostrano come esista una importante correlazione tra l’articolazione dell’anca nella sua complessità e il valgo del ginocchio [31]. In pratica, l'aumento

del valgismo fisiologico (figura 5) si associa con un’ulteriore anomala funzionalità compensativa piede-anca con altri correlativi ascendenti. Giocatori di pallacanestro e di volley possono essere “stimolati” attraverso training di tipo pliometrico per aumentare l’angolo di “flessione del ginocchio” e il controllo del valgo nelle fasi di atterraggio dopo un salto [11]. I calciatori, invece, possono “allenarsi” nel ridurre il rischio di lesioni attraverso una migliore esecuzione della manovra di cutting [6]. SQUILIBRI NEUROMUSCOLARI Un atleta con un “crociato anteriore dominante” (lassità legamentosa, recurvato, eccessivo valgo del ginocchio ecc), presenta un’alterata funzionalità biomeccanica e una deafferentazione recettoriale afferenziale. Uno squilibrio nel rapporto di forza H/Q a vantaggio del quadricipite, depone per un “quadricipite dominante” con un consequenziale incremento delle “anterior shear force” o forze di traslazione anteriori femoro-tibiali [13, 14]. Quindi si può affermare che squilibri neuromuscolari di forza e flessibilità “side to side” possono essere importanti sottoscrittori delle lesioni del LCA [15]. C’è da sottolineare ulteriormente come la fatica muscolare da un lato comprometta la risposta neuromuscolare, decrementando l’attività informa-

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Fig. 4. L’angolo “Q” è formato tra la linea che unisce la spina iliaca anteriore superiore e il centro della rotula e la linea che congiunge il centro della rotula e la tuberosità tibiale

zionale afferenziale, dall’altro penalizzq i livelli di forza eccentrica degli ischio crurali [16]. Crociato anteriore dominante. Un atleta presenta un “crociato anteriore dominate” quando sono gli stessi legamenti del ginocchio, piuttosto che l’apparato muscolare dell'arto inferiore, ad assorbire strutturalmente, durante situazioni gestuali semplici e complesse di gioco, la maggior parte dello stress meccanico a carico dell’arto inferiore. Andrews ed Axe [17] furono i primi a introdurre il concetto di dominanza del legamento crociato anteriore. Nella loro analisi, l'in-


rehab stabilità di ginocchio, un “genu recurvatum” o “genu flexum” esprimono, nelle dinamica biomeccanica, un atleta con un “crociato anteriore dominante”. Hewett [3, 13, 14] allargò il concetto di “dominanza legamentosa durante le attività di gioco”: un legamento dominante durante l’attività sportiva si esprime con un incremento del range articolare passivo, e del valgo del ginocchio durante manovre di cutting e di atterraggio. Risulta evidente come questo incremento afisiologico del valgismo possa essere influenzato da restrizioni di mobilità dell’articolazione tibio tarsica e dell’articolazione dell’anca, che favoriscono movimenti analitici e/o gestualità compensative. Quadricipite dominante. Un altro squilibrio frequentemente osservato, maggiormente nelle atlete, è la dominanza o predominanza del quadricipite sui flessori del ginocchio. Atlete con un quadricipite dominante tendono a decrementare, di fatto, l’attività degli ischio crurali e il loro consequenziale ruolo stabilizzatore dell’articolazione. La prevalenza dell’attività del quadricipite genera forze non omogenee sul ginocchio, incrementando le “anterior shear force”, forze che creano overstress a carico del lca. Chappell [18] evidenziò come l’incremento dei fattori di rischio negli sportivi fosse ricollegabile, sostanzialmente, a una triade di fattori: a) quadricipite dominate; b) decremento dell’attività di controllo neuro muscolare dei flessori del ginocchio; c) angolo di flessione del ginocchio dopo un atterraggio da un salto. In range articolari di flessione del ginocchio fra 0° e 30°/40°, l’attività degli ischio crurali è minima sul controllo delle forze di traslazione dirette anteriormente. Questo può essere ulteriormente amplificato da uno squilibrio

pre-esistente del rapporto di forza flessori/estensori del ginocchio. Di fatto, atleti che presentano un quadricipite dominate sono a rischio di lesioni del legamento crociato anteriore, quando effettuano movimenti di cutting e di atterraggio ad angoli vicini alla completa estensione del ginocchio. Squilibri “side to side” nelle espressioni di forza muscolare, di flessibilità, e di coordinazione sono chiari fattori predittivi di un incremento dei rischi di lesione [19, 20]. Questo squilibrio può decrementare la coordinazione intramuscolare e i pattern di reclutamento durante lavori dinamici [21]. Gli atleti possono essere testati, attraverso valutazioni isocinetiche, per identificare un “quadricipite dominante”. A questo possono associarsi valutazioni funzionali riferite all’abilità nell’eseguire esercizi come “Singleleg hop and hold”. Un’alterata percentuale di forza nel rapporto ischiocrurali/quadricipite, può far classificare un atleta come “quadricipite dominante”. Esercizi che enfatizzino la co-contrazione dei flessori /estensori del

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ginocchio decrementeranno la dominanza del quadricipite, enfatizzando una maggiore stabilità articolare, con una riduzione degli stress sul pivot centrale dell’articolazione [22]. A tal uopo è importante usare angoli di flessione profondi per permettere agli ischiocrurali di svolgere un ruolo protettivo sul legamento crociato anteriore. CONSIDERAZIONI ATTUALI E APPROCCIO GLOBALE I meccanismi eziopatogenetici delle lesioni del legamento crociato anteriore sono riferiti a un “valgus collapse”, in un range tra 0° e 30°, associato a una rotazione tibiale esterna col piede “piantato” durante una manovra di cutting o di decelerazione (figura 5). L’Analisi video in studi effettuati da Olsen [27] e Krosshaug [28], ha evidenziato come il “valgus collapse” (figura 6) sia il meccanismo traumatico di riferimento più comune nella pallamano e nella pallacanestro femminile (50% vs 20% degli uomini). Atleti che incorrono in lesioni del legamento crociato anteriore durante attività sportive eviden-


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Fig. 5: Momento di valgo del ginocchio durante una manovra di cutting Fig. 6: Momenti di “valgus collapse” , dopo un salto nel basket femminile

ziano un incremento dell’angolo di valgismo del ginocchio maggiore di 8° rispetto ad atleti che non subiscono infortuni. Così McLean riporta che una differenza di solamente 2° in un valgo del ginocchio, può condurre a un incremento dell’overstress pari 40 Nm durante momenti di valgo sport relativi [23]. Withrow et al [24] dimostrarono che in atleti con un valgo di ginocchio, dopo una ricaduta da un salto, incrementa del 30% lo stiramento sul lca se comparato allo stesso momento gestuale, ma con ginocchia in allineamento neutrale o normale. Training terapeutici atti a prevenire le lesioni del legamento crociato anteriore negli sportivi sono stati evidenziati e riportati, anche se in maniera diversificata, da un’ampia letteratura scientifica internazionale. La maggior parte di questi lavori sono indirizzati al mondo sportivo femminile, dove è espressa una maggior incidenza percentuale delle lesioni. Dalla letteratura internazionale emergono prescrizioni relative a variegati esercizi da proporre per il trattamento delle attuali evidenze legate ai fattori di rischio delle lesioni capsulo legamentose del ginocchio. Queste sono sintetizzabili in:

a) crociato anteriore dominante b) quadricipite dominante c) arto inferiore dominante. Esercitazioni atte a migliorare le tecniche di salto e di atterraggio trovano indicazioni e prescrizioni sia nella fase valutativa che in quella più sostanziale terapeutica. Modelli di salto come “Walljump exercise”, “Tuck exercise”, “Broad Jump and Hold” eseguiti a bassa intensità permettono ai clinici di effettuare un orientamento valutativo biomeccanico atto a valutare il livello di un atleta con un crociato anteriore dominante o movimenti di varovalgo dinamici afisiologici compensativi [25]. Durante questi esercizi, atti a migliorare la stabilizzazione del ginocchio, l’atleta impara ad affinare e armonizzare la propria espressività gestuale relativa al controllo posturale, nei o sui tre piani dello spazio. Sprint con salti con rotazioni di 180° possono essere incorporati in training di apprendimento delle dinamiche di controllo posturale, torsionali e di stabilizzazione dell'arto inferiore in range articolari di atterraggio, diversificati, enfatizzando così le abilità kinestetiche propriocettive di ogni singolo atleta. Questa tipologia di salto, (rotazioni di 45°90°-180°) crea una forza torsio-

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nale sul piano trasverso tale da richiedere un controllo e un’esecuzione posturale modulabile, adattativa, compensativa attraverso un’abilità neuromuscolare recettoriale complessa, che potremmo definire “a partecipazione recettoriale totale”. Procedere in una rigorosa, progressiva e corretta didattica del “the singleleg hop and hold” è fondamentale per garantire la sicurezza esecutiva dell’atleta durante i training proposti, in quanto questo esercizio ricalca, riproduce se vogliamo, un possibile meccanismo di lesione del lca durante la gara/allenamento. Nel “Single-leg hop-and-hold” l’atleta dovrebbe essere istruito a saltare solamente alcuni centimetri e atterrare con una flessione profonda delle ginocchia, ovvero incrementando l’angolo di flessione del ginocchio nella fase di contatto al suolo: questo punto è basilare per i clinici e i terapeutici. Protocolli di prevenzione specifici devono incorporare necessariamente manovre e gestualità sport relative come manovre di side step o di cutting, offrendo livelli torsionali e rotazionali elevati, con momenti di varo e valgo stress simili a quelli effettuati durante reali manovre di cutting. Al contrario, program-


rehab mi di training che non incorporano livelli di stress in varo-valgo possono stimolare negativamente, durante queste manovre, sia un’impropria attività muscolare, che un black-out recettoriale, consequenziale sul controllo neuromuscolare [26]. CONCLUSIONI Un ginocchio valgo, quadricipite dominante, un crociato anteriore dominate, un arto dominante sono, oggi, tra i fattori di rischio di lesione del legamento crociato anteriore maggiormente evidenziati dalla letteratura internazionale. Protocolli consequenziali terapeutici dovranno assolutamente tener conto anche degli screening funzionali, postuali, osteopatici e delle singole abilità dell’atleta durante gestualità semplici e complesse sport relative. Accertamenti funzionali definiti “Jump-landing risk” possono essere amministrati rapidamente e facilmente da clinici. Queste forme valutative dovrebbero essere incoraggiate nel loro utilizzo nella fase di preseason a “protezione” soprattutto delle atlete che, come da evidenze scientifiche, esprimono elevati livelli di rischio di lesioni rispetto ai colleghi maschi. BIBLIOGRAFIA 1. Julie Agel, Descriptive Epidemiology of Collegiate Women's Basketball Injuries: National Collegiate Athletic Association Injury Surveillance System, Athl Train 2007 2. Kelm J, Ahlhelm F, Anagnostakos K. Gender-specific differences in school sports injuries. Sportverletz Sportschaden 2004 3. Hewett TE, Lindenfeld TN, Riccobene JV, Noyes FR. The effect of neuromuscular training on the incidence of knee injury in female athletes: a prospective study. Am J Sports Med. 1999 4. Olsen OE, Myklebust G, Engebretsen L, Bahr R. Injury mechanisms for anterior cruciate ligament injuries in team handball: a systematic video analysis. Am J Sports Med. 2004 5. McNair PJ, Marshall RN, Matheson JA. Important features associated with acute anterior cruciate ligament injury. N Z Med J.

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ROSARIO D’ONOFRIO Dottore fisioterapista, diplomato ISEF, Master in Posturologia presso l’Università La Sapienza di Roma, è stato fisioterapista della Nazionale Italiana di Pallamano Senior A maschile e della Nazionale Italiana di Basket Femminile senior A. Preparatore atletico e allenatore, ha pubblicato a oggi oltre 102 lavori scientifici, su riviste nazionali di interesse specifico nel campo della rieducazione e riabilitazione dello sport e della preparazione atletica. Su questi stessi temi ha relazionato a oltre 34 Congressi Nazionali e a 13 Congressi Regionali, come “Invited Lecture”.


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I NOSTRI DOCENTI Alessandro Lanzani Direttore scuola Francesco Capobianco Responsabile scuola Davide Fogliadini Massofisioterapista, personal trainer

OPERATORE DI FITNESS METABOLICO (a distanza) FITNESS TRAINER PERSONAL TRAINER OPERATORE DI FITNESS METABOLICO (frontale) AEROBICA E DISCIPLINE MUSICALI MASSAGGIO SPORTIVO EDUCAZIONE ALIMENTARE VALUTAZIONE POSTURALE STRETCHING EVOLUTO COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPLICOMETRIA MASSAGGIO MIOFASCIALE GINOCCHIO INFORTUNATO L’APERTURA DI UN NUOVO CENTRO MOTORIO

Edoardo Lanzani Medico ortopedico, esperto in rieducazione funzionale Davide Girola Medico, esperto in riabilitazione cardiologica Roberto Dagani Laureato in scienze motorie, massofisioterapista Andrea Scala Laureato in scienze motorie, personal trainer Luca Mazzotti Dottore commercialista Serenella Lattanzio Avvocato, esperta in normative tributarie Andrea Medici Preparatore atletico, esperto in osteopatia Gianni Montagna Trainer, esperto in alimentazione e integrazione Andrea Gianesella Laureato in scienze motorie, Presenter di discipline musicali Francesca Degasperi Presenter di discipline musicali Corrado Ceschinellli Sociologo, naturopata, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari


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fitness metabolico corso a distanza l corso a distanza per operatore di fitness metabolico permette di raggiungere obiettivi operativi altamente specialistici, fornendo le basi necessarie teoriche e pratiche per realizzare percorsi motori personalizzati in sicurezza per la sindrome metabolica: - ipertensione e malattie cardiovascolari; - soprappeso e obesità; - diabete; - artrosi e osteoporosi. Il corso si sviluppa in un'opera composta da un volume + 8 DVD multimediali con contributi tecnici: - audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali; - video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi; - testi con documenti interi o recensiti; - presentazioni con grafici e tabelle. ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBILI SOLO SU PERSONAL COMPUTER E NON SU MACINTOSH

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CONTENUTI Strumenti tecnici • Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione sociale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chiave; sedentarismo e malnutrizione da eccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitness metabolico e Fitness terapia: tre livelli per un nuovo stile di vita. • Equilibrio funzionale, allenamento funzionale: la grande gara della vita quotidiana. • Fitness metabolico e diabete. • Fitness metabolico e obesità, sovrappeso, anoressia e bulimia (strategie integrative nel centro fitness). • Fitness metabolico e ipertensione, malattie cardiovascolari. • Fitness metabolico e apparato locomotore: artrosi e osteoporosi.

• Classificazione, approccio psicologico e fidelizzazione del soggetto metabolico. • Classificazione e approccio dei soggetti sedentari, motori, sportivi, e agonisti. • Selezione e abstract della più recente bibliografia scientifica internazionale sul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: come si vende il fitness metabolico e con quali “pacchetti servizio”. • Formazione per lo staff di vendita: inquadramento generale. Step operativi • Inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica: un metodo di sicurezza per l'operatore e il soggetto metabolico; • gli strumenti di misura: dai test tradizionali dello sport ai Fix metabolici specifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione dei metabolici; • strumenti di lavoro e unità motorie metaboliche; • programmazione dell'attività motoria; • insegnamento dell'attività motoria; • strumenti di fidelizzazione: il passaporto metabolico; Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; • monitoraggio e verifica dei risultati

• Codice deontologico; • Manifesto del fitness metabolico. L'apprendimento sarà supportato da un servizio di assistenza on line e completato da una giornata di Workshop tecnico, a scelta dello studente, fra quelli proposti dalla nostra Scuola di Forma-zione. Il calendario delle giornate è consultabile nelle pagine a seguire, sezione STAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.com Chi volesse frequentare il CORSO PER OPERATORE DI FITNESS METABOLICO CON LEZIONI FRONTALI, può consultare le pagine successive, nella sezione CORSI. Docente: Alessandro Lanzani Quanto costa: 720 euro Iva inclusa. La quota comprende: l'iscrizione alla scuola, l'opera completa + 1 Workshop tecnico + l'esame finale (a Milano) per conseguire la certificazione. È possibile ottenere più certificazioni con la stessa opera: per qualsiasi ulteriore informazione contattare la segreteria corsi al numero 02.58112828 o consultare il sito internet: www.professionefitness.com Esami: colloquio orale.

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re e metabolismo energetico. - Biomeccanica del movimento: caratteristiche fisiche del movimento umano. - Biomeccanica irrazionale: esercizi corretti e controindicati. - Studio degli attrezzi e delle loro modalità di utilizzo: manubri, bilancieri, panche, poliercoline. - Analisi dei frequentatori del club: diverse tecniche d’allenamento per differenti categorie di persone.

go termine. - Anamnesi motoria ed esame obiettivo motorio: indicazioni sulle modalità di protocolli da attuare per la stesura del programma d’allenamento. - Il recupero funzionale dell’atleta infortunato: indicazioni e limiti per un’attività fisica mirata. Laboratori di anatomia e seminari tecnici con la visione di supporti video. Come lavorare su: - addominali e paravertebrali

sabato Quanto costa: 454 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 504 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 540 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. Esami: quiz a risposta multipla, colloquio orale e prova pratica.

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- cingolo scapolare - pettorali e dorsali - arti superiori - arti inferiori - Cenni di ginnastica correttiva, antalgica e stretching - Come costruire un programma d’allenamento - Allenamento cardiovascolare con l’utilizzo del cardiofrequenzimetro - Esame obiettivo motorio Dove e quando: Milano, Sala De Amicis Via De Amicis,17 a partire da sabato 20 febbraio 2010 Orario: 10.00-13.00, 14.00-17.00 Quanto dura: 13 giornate, sempre di

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- Tecniche e metodologie d’allenamento: come costruire una tabella personalizzata. - I paramorfismi: asimmetrie della colonna vertebrale, lordosi e cifosi, scapole alate. Come modificare l’allenamento. - Alimentazione: nozioni fondamentali della fisiologia della nutrizione. Esigenze specifiche degli atleti: gli integratori alimentari e i prodotti farmaceutici. Le diete ipocaloriche associate all’attività fisica. - Doping: gli anabolizzanti e l’ormone della crescita. Gli effetti indesiderati e quelli collaterali, i rischi a breve e a lun-

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FITNESS TRAINER 52sima edizione del corso che più di tutti ha consolidato negli anni l’immagine della Scuola di Professione Fitness. Su una base di conoscenza completa e polivalente, costruisce gli strumenti per affrontare la realtà diversificata delle attività in palestra. Parte teorico-scientifica - Anatomia umana dell’apparato locomotore: ossa, articolazioni, tendini, legamenti e muscoli. - Anatomia funzionale: apparato locomotore del sedentario, dell’amatore e dell’atleta agonista. - Fisiologia della contrazione muscola-

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PERSONAL TRAINER Il personal trainer come operatore motorio, referente psicologico e imprenditore. Il corso affronta argomenti tecnici, comunicativi, gestionali e di marketing. L’obiettivo è ottimizzare le proprie risorse personali per gestire con successo una moderna libera professione. - Definizione e ambito di lavoro. Caratteristiche personali, target di riferimento, qualificazione professionale, gestione del tempo. Come operare nei club e nelle abitazioni private. Le attrezzature necessarie.

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- Aspetti chinesiologici e posturali. Basi scientifiche della chinesiologia e dell’analisi posturale. Valutazione dell’elasticità muscolare, della mobilità articolare e del trofismo muscolare. Impostazione di un protocollo di lavoro tipo. - Composizione corporea e antropoplicometria. - Cos’è l’antropoplicometria. - Perché la plicometria. - Procedura delle misurazioni plicometriche. - Rilevazioni e descrizione dei punti di repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonferenze. - Body Mass Index (BMI). - Basic Life Support (BLS). Modalità di primo soccorso, manovre di salvataggio e prove pratiche con manichino. - Educazione alimentare.

- L’educazione alimentare comincia dalla consapevolezza. - Il principio biologico della regolazione: l’omeostasi come legge del vivente. - Condizioni da rispettare e necessità da soddisfare. - La via del dimagrimento fisiologico, stabile e duraturo - Un’alimentazione a basso indice e carico glicemico. - Malattie metaboliche e malattie infiammatorie. - L’attività fisica quale ausilio del dimagrimento e come interazione per la funzionalità generale. - Alimentazione e fabbisogni specifici: criteri e meccanismi di calcolo. - L’educazione alimentare e le linee guida generali: la didattica e gli strumenti semplici per sé e per il cliente. - Test di valutazione funzionale: i nuovi FIX metabolici. - Controindicazioni e limiti dell’attività fisica in presenza di patologie metaboliche e da sedentarismo: protocolli di intervento in presenza di ipertensione, cardiologia, diabete, asma. - Strategie di marketing. Proposte pratiche per mettere sul mercato il servizio di personal training. Strumenti di fitness marketing di base, passaparola organizzati, analisi del mercato, ricerca della clientela, comunicazione e rapporto cliente-trainer, capacità di autopromozione. - Aspetti fiscali e legali. Il libero professionista, apertura della partita IVA, tenuta dei libri contabili, pagamento delle tasse. Responsabi-lità professionale e legale, responsabilità del cliente e del centro fitness, come stendere un contratto, assicurazione. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 20 febbraio 2010 Orario: 10.00 -13.00 14.00 - 17.00 Quanto dura: 7 giornate, a week-end alternati. Quanto costa: 470 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 520 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 560 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

OPERATORE DI FITNESS METABOLICO Riprende da questa sessione la proposta del corso di operatore di fitness metabolico con lezioni frontali in aula. Sono 35 milioni i soggetti portatori di sindrome metabolica in Italia: questo corso è strutturato per formare operatori dell'attività fisica che possano interagire con essi. Una significativa prospettiva economica, uno sguardo importante aperto sul benessere, la prevenzione e il miglioramento della qualità di vita individuale e sociale. La certificazione per operatore di fitness metabolico garantisce il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - conoscenza degli aspetti fisiologici delle patologie metaboliche e da sedentarismo; - conoscenza e acquisizione del vocabolario tecnico; - test di valutazione funzionale i nuovi FIX metabolici; - erogazione di protocolli di lavoro; - Controindicazioni e limiti dell'attività fisica in presenza di patologie metaboliche e da sedentarismo. A chi è rivolto? A tutti gli operatori del settore fitness: personal trainer, laureati in scienze motorie, diplomati ISEF, massofisioterapisti, fisioterapisti e istruttori di fitness. Il corso non è consigliato a professionisti che non abbiano conseguito già certificazioni nell'ambito del fitness professionale e che non abbiano acquisito esperienza nel fitness tradizionale. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 6 marzo 2010 Orario: 10.00 -13.00 14.00 - 17.00 Quanto dura: 6 giornate, sempre di sabato. Quanto costa: 570 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 650 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 700 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. Esami: quiz a risposta multipla e colloquio orale. Chi lo desiderasse, può ottenere la medesima certificazione tramite il CORSO

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Ricordiamo che è necessario frequentarne almeno l'80% delle lezioni per potere accedere all'esame finale. Al superamento dell’esame sarà rilasciato un diploma accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI.

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EDUCAZIONE ALIMENTARE Il master si propone di fornire gli strumenti e la competenza necessari per affrontare, in modo nuovo ed efficace, un argomento così fondamentale per l’economia della salute, del benessere e della prestazione, con un approccio che punta principalmente all’educazione, con responsabilità, motivazione e consapevolezza. Le indicazioni e lo specifico nutrizionale consentono di correggere gli errori più grossolani, gli atteggiamenti più

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MASSAGGIO SPORTIVO Master di tre giorni, accessibile preferibilmente a personal trainer, diplomati Isef e laureati in Scienze Motorie, fisioterapisti e medici. Questo master fornisce tutte le conoscenze necessarie per ottimizzare la prestazione attraverso il massaggio e per guidare l’atleta verso il pieno recupero funzionale da eventi traumatici acuti e cronici. - Aspetti fisiologici e meccanismo d’azione del massaggio. - Indicazioni e controindicazioni. - Periodizzazione e finalità del massaggio sportivo. - Esame del paziente: ispezione, esame della cute e della sottocute, palpazione. - Tecniche del massaggio: manovre classiche e fondamentali, sfioramenti, frizioni, impastamenti, percussioni, vi-

brazioni, battiture. - Trattamento del rachide cervicale, del tronco, del bacino e degli arti superiori e inferiori. Dove e quando: Milano, 27 febbraio 13, 27 marzo. Quanto dura: 3 giornate Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 217 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 31 dicembre; 270 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 320 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

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AEROBICA E DISCIPLINE MUSICALI Metodo e creatività; nozioni tecniche ed esperienze espressive; condizionamento atletico e divertimento. Per formare il ruolo multidisciplinare dell’insegnante di materie aerobiche con un apprendimento veloce, efficace, completo e professionale. Parte tecnico-pratica - Anatomia di base con riferimento a: apparato scheletrico, osteoarticolare e muscolare. - Traumi più frequenti in palestra. - Motivazione, capacità comunicative e responsabilità dell’istruttore. - Postura e allineamento. - Riscaldamento e passi base. - Lo studio della musica: effetto della musica sul corpo e sulla mente: come scegliere i brani giusti in ogni occasione. - Il cueing. - Movimenti controindicati e regole di sicurezza. - Ripasso / studio dei passi base di aerobica e step - Come costruire ed evolvere una coreografia. - Blocchi pari/dispari: come utilizzarli. - Tonificazione & allungamento dei principali gruppi muscolari a corpo libero e con piccoli attrezzi. - Interval training e circuit training

- Composizione delle lezioni cardiovascolari. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 20 febbraio 2010 Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto dura: 7 giornate, sempre di sabato. Quanto costa: 317 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 396 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 436 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. Esami: quiz a risposta multipla, prova pratica.

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PER OPERATORE DI FITNESS METABOLICO A DISTANZA (vedi proposta pagina precedente).


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Docente: Corrado Ceschinelli Dove e quando: Milano, 13 -14 marzo Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 190 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 31 dicembre; 260 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 320 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. distorti che sono le cause principali del malessere, del sovrappeso e dell’ingenerarsi di molte patologie. Un’impostazione forte della conoscenza scientifica necessaria che punta non a “fare o dare la dieta”, ma a sviluppare strategie e comportamenti alimentari duraturi e vincenti. - L’educazione alimentare e il wellness olistico. - L’educazione alimentare comincia dalla consapevolezza. - Il principio biologico della regolazione: l’omeostasi come legge del vivente. - Condizioni da rispettare e necessità da soddisfare. - Radicali liberi e lo stress ossidativo. - L’equilibrio acido/basico e lo stress acidosico. - Il meccanismo perverso dell’insulina. - La via del dimagrimento fisiologico, stabile e duraturo - Un’alimentazione a basso indice e carico glicemico. - I polifenoli e l’attività dei vitageni. Il potenziamento delle difese immunologiche. - L’autoregolazione: gli omega-3 e l’attività biologica. - Malattie metaboliche e malattie infiammatorie. - L’implicazione psicosomatica e le interferenze nei comportamenti, nel metabolismo e sull’organismo. - L’attività fisica quale ausilio del dimagrimento e come interazione per la funzionalità generale. - Alimentazione e fabbisogni specifici: criteri e meccanismi di calcolo. - L’educazione alimentare e le linee guida generali: la didattica e gli strumenti semplici per sé e per il cliente. - Gli alimenti, le proprietà, i pasti e le integrazioni da conoscere e da considerare.

VALUTAZIONE POSTURALE Saper analizzare e comprendere la postura di un soggetto è la tappa obbligata per elaborare un programma di allenamento davvero “personal”. Con questo stage vi impadronirete di uno strumento pratico di grande accuratezza, con uno sguardo alla psicologia. - Dal neonato all’anziano: la formazione e l’evoluzione delle curve rachidee. - La postura fisiologica in relazione all’età del soggetto e alle sue caratteristiche emotive. - L’appoggio plantare e i suoi effetti posturali. - Gli effetti del sistema muscolo-connettivale sull’apparato scheletrico. - Individuare le asimmetrie mediante la valutazione posturale: spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test. - Esercitazione pratica di gruppo. - Contrazione, contrattura e retrazione muscolare. - Muscoli agonisti, antagonisti e sinergici in una logica di allenamento personalizzato ed equilibrato. - Spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test per individuare e quantificare le retrazioni muscolari. - Esercitazione pratica di gruppo. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, domenica 21 febbraio Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 31 dicembre; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

DIABETE E FITNESS METABOLICO La giornata ha la finalità di chiarire ai professionisti del settore le ultime novità e i nuovi protocolli esecutivi di valutazione e trattamento per i soggetti affetti da diabete di I e II tipo che intraprendono l’attività fisica. Questo workshop rientra nel percorso formativo per operatore di fitness metabolico. - Sindrome metabolica e diabete: le linee guida dell’OMS. - Dalla diagnosi medica alla classificazione motoria per età, sesso e impegno funzionale. - Strumenti operativi per il personal metabolico. - Body Fat Index e Global Risk Index (indice globale di rischio). - I Fix funzionali: come misurare la riserva funzionale in assenza di rischi. - Le unità motorie. Procedure e protocolli di attività motoria e controllo dei risultati. - Gestione dei rapporti con il medico curante. - Discussione di casi clinici. - Gli strumenti di misura e monitoraggio: valutazione dell’appropriatezza e modalità d’uso.

Alla fine di ogni master sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI

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STRETCHING EVOLUTO Lo stretching è in continua evoluzione. Non è più semplice allungamento muscolare, ma mobilità fine e globale, con particolare accento sugli aspetti neurofisiologici. - Neurofisiologia: approfondimento - Tessuto connettivale e rigidità articolari.

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IL GINOCCHIO INFORTUNATO Particolarmente indicato per fisioterapisti, istruttori di fitness e body building e personal trainer, questo stage fornisce le conoscenze necessarie per affrontare il recupero funzionale dell’articolazione del ginocchio colpita dalle principali patologie di natura traumatica e cronica. - Anatomia funzionale e topografica del ginocchio. - Lesioni meniscali. - Lesione del legamento crociato anteriore - Lesione del tendine rotuleo. - Condropatia femoro-rotulea. - Valgismo di rotula. - Artrosi grave del ginocchio.

MASSAGGIO MIOFASCIALE Una grande varietà di tecniche che spaziano dalla manipolazione dei tessuti molli all’allungamento muscolare prolungato. Struttura anatomica, omeostasi dei vari sistemi, psicoemotività, campo vitale: tutto si compenetra in una presa di coscienza globale del sé fisico e mentale. Parte teorica - Anatomia e topografia della fascia. - Fisiologia della fascia. - Patologia e sintomatologia della fascia. Parte tecnico/pratica - Tecniche di base, trattamento preliminare, globale, segmentario. - Tecniche avanzate di detensionamento miofasciale, i punti trigger, tecniche profonde e traverse, tecniche combinate. Dove e quando: Milano, sabato 20 marzo Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

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Team didattico: Alessandro Lanzani, Francesco Capobianco, Michele Pitti. Dove e quando: Milano, sabato 3 aprile Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPOPLICOMETRIA Obiettivo della giornata di formazione è fornire i contenuti pratici e teorici della misurazione corporea dei soggetti, uno strumento di valutazione utile per programmare e monitorare il lavoro fisico e gli obiettivi. È anche uno strumento di fidelizzazione, perché aiuta il personal trainer a instaurare una relazione professionale di credibilità ed efficienza con i propri assistiti. - Cos’è l’antropoplicometria. - Perché la plicometria. - Procedura delle misurazioni plicometriche. - Rilevazioni e descrizione dei punti di repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonferenze. - Body Mass Index (BMI). Docente: Francesco Capobianco Dove e quando: Milano, sabato 30 marzo Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

- Definizione di contrazione isometrica di tipo eccentrico. - Ruolo della respirazione nello stretching olistico. - Influenza dell’alllungamento sulla postura. - Individuare e trattare i trigger points. - Valutazione e miglioramento della mobilità cervicale. - Valutazione e miglioramento della mobilità lombare. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, sabato 13 marzo Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

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Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, sabato 10 aprile Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.

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MODALITÀ DI ISCRIZIONE La quota di partecipazione ai corsi comprende la T-shirt di Professione Fitness, il materiale didattico, l’accesso alle lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere una tra le seguenti modalità: • Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni - via Sapeto 5, 20123 Milano • Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000 0048054;

in entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116. • Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

Alla fine di ogni stage sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI

ANNULLAMENTI E RINUNCE La Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness provvederà al rimborso della quota corrisposta secondo le seguenti modalità: • 80%, se la rinuncia viene comunicata entro 15 giorni dalla data di inizio dell'iniziativa; • 40%, se la rinuncia viene comunicata entro 5 giorni. Oltre i suddetti termini, non sarà possibile ottenere alcun rimborso.

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Rehab

Rehab

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CASI CLINICI IN PALESTRA - LA SERIE

In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie dell’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono descritti anamnesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi0 da raggiungere, sono tracciate le linee guida del protocollo di lavoro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitare. Autori Vari Alea Edizioni - pag. 128 Ogni volume Euro 21 Offerta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

E ERI A S) A L I TA TUTVOLUM (5 EURO MAL DI SCHIENA 84 Il volume affronta il tema del mal di schiena in modo

MASSAGGIO SPORTIVO Il testo propone tecniche manuali per il trattamento efficace della micro-traumatologia dei tessuti molli nello sportivo. I capitoli a carattere puramente pratico descrivono la conformazione dei tessuti connettivi, le interazioni tra il danno tessutale, l’infiammazione e gli eventi riparativi. Roberto Dagani Alea Edizioni 2002 pag. 128 Euro 21

davvero esaustivo. Nella prima sezione guida il lettore al corretto utilizzo della colonna nella vita quotidiana e nella pratica sportiva. La seconda parte raccoglie invece approfondimenti sulle patologie e sui meccanismi del dolore lombare. Claudio Corno Alea Edizioni 2001 pag. 256 Euro 26

TRATTAMENO MIOFASCIALE PER LO SPORTIVO

IL DOLORE CERVICALE Il manuale offre un’ampia panoramica delle patologie più comuni nell’individuo adulto: la cervicalgia. Il volume è diviso in tre parti: la prima, dedicata all’anatomia, alla fisiologia articolare e alla biomeccanica del tratto cervicale. La seconda, dedicata alle sindromi dolorose più comuni. Infine la terza parte che comprende alcune schede pratiche di utilizzo in palestra contenenti gli esercizi più idonei in relazione alla sintomatologia dolorosa. Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

Il manuale espone in maniera chiara ed esaustiva le tecniche manuali per il detensionamento miofasciale a indirizzo sportivo. L’ampia documentazione iconografica chiarisce ogni dettaglio di posizionamento e intensità del massaggio. Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 Euro 21

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI

COMPOSIZIONE CORPOREA

Il movimento è un farmaco naturale contro molte patologie cronico-degenerative. Partendo da questa convinzione i volumi propongono protocolli di lavoro per ipertensione, patologie respiratorie, cardiache infantili e della colonna, obesità (vol. 1) patologie coronariche e renali, artrite reumatoide, gravidanza, fibrosi cistica (vol. 2). Autori Vari Alea Edizioni 1999/2000 - pag. 144

A partire dalla definizione di sovrappeso e obesità il volume suggerisce al lettore metodiche rigorose e scientifiche per un’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea, punto di partenza indispensabile per una corretta programmazione nutrizionale e dell’allenamento. Sergio Rocco

Alea Edizioni 2000 pag. 128 Euro 21

Ogni volume Euro 24 Offerta: i 2 volumi a 36 Euro

FISIOLOGIA APPLICATA AL FITNESS

CARDIOLOGIA E FITNESS

Il manuale affronta in maniera concisa ma esaustiva la fisiologia del corpo umano, con particolare riferimento all’influenza dell’esercizio fisico su organi e apparati. Il manuale è anche uno strumento didattico e di autovalutazione per il professionista del fitness e costituisce strumento fondamentale per la programmazione del training.

Partendo dai fondamenti della fisiologia cardiovascolare, l’autore accompagna il lettore dalla pratica clinica alla valutazione funzionale e psicosomatica del cardiopatico e alla periodizzazione dell’allenamento, spiegando con precisione gli effetti della terapia farmacologica sulla performance. Davide Girola

Davide Girola

Alea Edizioni pag. 248 Euro 31

Alea Edizioni 2003 pag. 160 Euro 23

Prevenzione

Prevenzione Salute

Salute

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Allenamento

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Allenamento

Allenamento FITNESS & BODY BUILDING

La terza edizione, completamente aggiornata, del libro che ha formato intere generazioni di professionisti del fitness. Dall’anatomia funzionale dell’apparato locomotore alla fisiologia muscolare, fino alla biomeccanica degli esercizi; in questo volume il futuro istruttore troverà tutte le nozioni indispensabili, arricchite di 120 disegni e oltre 400 foto a colori. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 Euro 45

MANUALE DI CARDIOFITNESS

Il volume tratta in modo approfondito il cardiofitness nei suoi diversi aspetti: dall’anatomia e fisiologia, ai metabolismi energetici e alla biomeccanica muscolare, per poi addentrarsi nello specifico del training cardiovascolare. Abbraccia l’attività indoor e outdoor, l’utilizzo dei simulatori aerobici e il monitoraggio della frequenza cardiaca. Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 - pag. 238 Euro 35

STRETCHING

Non più allungamento muscolare, ma miglioramento della mobilità di tutte le componenti dell’apparato locomotore. Partendo da questa convinzione gli autori riprendono i principi teorici dello stretching, propongono test di valutazione e una lunga serie di esercizi suddivisi per attività sportiva. Francesco Capobianco Alessandro Lanzani, Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

99 ESERCIZI ADDOMINALI

Il volume è utile per comprendere a fondo l’anatomia, la funzione e la cinesiologia dei muscoli addominali e per imparare a valutare la loro forza. In più, un’interessante classificazione degli esercizi e un intero capitolo dedicato agli errori di esecuzione. Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 Euro 21

IPERTROFIA MUSCOLARE Come si costruisce una tabella d’allenamento personalizzata? Il libro fornisce un’esauriente risposta a questa domanda analizzando i principi della programmazione e periodizzazione, le fasi dell’allenamento e le caratteristiche biomeccaniche di numerosi esercizi tipici dell’allenamento in palestra. Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

TOTAL FITNESS IN ACQUA Roberto Conti, professionista affermato del fitness, trasferisce in questo volume tutti i segreti per realizzare lezioni di fitness in acqua: protocolli, metodi, differenziazioni delle classi. Un manuale efficace, serio e completo per gestire tutte le opportunità del fitness in acqua. Roberto Conti Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21

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Sconto del 20% PER I NOSTRI ABBONATI. Spese di spedizione in contrassegno euro 6 per ordini pre-pagati euro 3,90 L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀ DELL'APPARATO LOCOMOTORE

Ricerche e applicazioni pratiche Un valido sussidio per chi si occupa di mobilità articolare e di flessibilità muscolo-tendinea. Un utile strumento operativo per la creazione di tabelle di allenamento personalizzate. I capitoli dedicati alla ricerca applicata all'allenamento permettono di approfondire la valutazione funzionale dell'individuo. Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 Euro 25

PERSONAL TRAINER Cosa serve per diventare personal trainer? Partendo da un’analisi storica della professione, il libro risponde a questa domanda illustrando le competenze tecniche, psicologiche, commerciali e manageriali che il professionista deve possedere. Francesco Capobianco - Cap.4 ‘Personal trainer come libero professionista’ a cura della Dott.ssa Paola Bruni Zani Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ALLENAMENTO ESTETICO Rivolto a quanti vogliono programmare un’attività finalizzata al miglioramento dell’aspetto, fornisce metodi d’allenamento, suggerimenti alimentari e di postura, consigli estetici. Ogni nozione è basata su uno studio approfondito e sul continuo confronto con l’applicazione pratica. Roberto Tarullo Alea Edizioni 2001 pag. 160 Euro 24

LIPOCARDIOFITNESS Perdere peso è il diktat della maggior parte dei frequentatori dei centri fitness. L’autore fornisce gli strumenti per rispondere a questa richiesta: analisi del tessuto adiposo e del metabolismo muscolare, metodologia dell’allenamento con attrezzature cardiovascolari e isotoniche, test di controllo. Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 Euro 24

FITNESS IN ACQUA Partendo dagli esercizi di base per tutti i distretti muscolari, il libro affronta le diverse metodiche d’allenamento in acqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali, lo step e la kick boxe. Grazie a numerose fotografie e schemi di lezione, il volume si caratterizza per un forte taglio pratico. La parte finale è dedicata alle competenze dell’istruttore di fitness in acqua. Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag. 224 Euro 26

TRAINING IN ACQUA Il libro affronta in prima analisi i principi del movimento in acqua, spiegando dettagliatamente i fattori che condizionano la prestazione. Nella seconda parte esplora le diverse possibilità di allenamento delle qualità motorie con e senza attrezzi, facendo riferimento a più discipline sportive. Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

Acqua Acqua

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Prevenzi oSal ne ute Salute

IL BENESSERE POSSIBILE

Il libro vuole essere un contributo per vivere meglio e per chi si occupa della salute e del benessere altrui. L'autore analizza aspetti fondamentali della nostra esistenza: consapevolezza come fondamento del benessere, alimentazione funzionale per la salute, attività fisica per la migliore condizione di forma. Il testo approfondisce temi importanti quali alimentazione (come impostare i pasti, allergie e intolleranze alimentari ) e allenamento (attività fisica per uno stile di vita sano e come modello educativo, corsa e tonificazione). Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 - pag 200 Euro 25

ANATOMIA DELL'APPARATO LOCOMOTORE Anatomia in 3D con animazioni, filmati. Lo strumento per visualizzare, imparare e approfondire l'anatomia funzionale in modo semplice, facile e intuitivo. È indirizzato a medici, fisiokinesiterapisti, studenti e laureati in Scienze Motorie, istruttori di fitness, personal trainer e operatori sanitari in genere. Un'opera che si compone di tre CD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemi Macintosh e Microsoft Windows): 1 arto superiore 2 arto inferiore 3 tronco e testa Francesco Bettinzoli Ghedinimedia Editore Euro 45,45 per ogni CD

MULTIMEDIA

FITNESS COACHING Il coaching è un nuovo modello per la gestione e la cura di ciascun cliente. Il volume propone strategie e tecniche di acquisizione e fidelizzazione del cliente, suggerendo basi tecniche, metodologiche e operative con un nuovo modo di concepire ed erogare il fitness.

IL DVD Permette di integrare con efficacia e immediatezza i contenuti del libro, partecipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008 pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

BUSINESS FITNESS Investire le proprie risorse mentali ed economiche in una nuova impresa nel fitness rappresenta oggi una sfida difficile e stimolante allo stesso tempo che, condotta con i mezzi adeguati e con un buon grado di buon senso, può garantire piena soddisfazione personale ed economica. Il manuale illustra in forma semplice ed efficace metodi e procedure per avviare e gestire con successo l’impresa fitness, fornendo suggerimenti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita di un Fitness Club. Luca Mazzotti Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20

FITNESS METABOLICO

MULTIMEDIA

L'opera, su cui è strutturato il corso di formazione a distanza per operatore di fitness metabolico, fornisce le basi necessarie per organizzare percorsi motori personalizzati per la sindrome metabolica: ipertensione e malattie cardiovascolari, soprappeso e obesità, diabete, artrosi e osteoporosi. Step operativi: - inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica; - gli strumenti di misura, i Fix metabolici; - le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro; - la programmazione e l'insegnamento dell'attività motoria; - gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; - monitoraggio e verifica dei risultati; - codice deontologico. Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazioni con grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal computer, non su Macintosh. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2008 Euro 480

100 QUIZ - 2 VOLUMI Un metodo complementare per lo studio, che consente di appropriarsi della materia trattata in modo veloce e duttile, attraverso domande, piccoli trabocchetti logici, immagini con didascalie incomplete. Un efficiente mezzo di verifica che permette subito di colmare eventuali lacune, grazie alle informazioni mirate e accurate che corredano le risposte. In ogni volume include 100 quiz di anatomia e biomeccanica, 400 risposte e 400 commenti alle risposte. Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005 - pag. 112 Euro 21

PSICOLOGIA E TECNICA DEI COLLOQUI DI VENDITA Il volume affronta il tema centrale della preparazione e conduzione dei colloqui di vendita, sia sotto il profilo tecnico organizzativo che psicologico, dando una visione completa e realistica dei problemi da affrontare e dei metodi di approccio attraverso i quali risolverli. Di facile lettura, propone i temi esaminati con ricchezza di esempi pratici e rappresentazioni grafiche. Jan L. Wage Franco Angeli 2000 pag. 240 Euro 20

MISURARE LA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Uno strumento di lavoro per quanti, consapevoli dell’importanza del customer satisfaction per realizzare i propri obiettivi di crescita, vogliono misurare la bontà dei singoli processi aziendali, interpellando direttamente i destinatari prioritari (i clienti). Il libro conduce passo passo, con ricchezza di grafici ed esempi tratti da una gran varietà di settori, a scoprire come realizzare questo non facile obiettivo. Bob E. Hayes Franco Angeli 2003 pag. 256 Euro 23

FITNESS MARKETING

MARKETING DELLA FIDELIZZAZIONE

Libro di riferimento per gli imprenditori di centri fitness, propone gli studi, le strategie e le metodologie più aggiornate per la fidelizzazione e l’acquisizione dei clienti, la gestione dell’offerta, il management del personale, le strategie di comunicazione. Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36

Ogni cliente che passa alla concorrenza è una perdita che sarà sempre più difficile e oneroso sostituire. L’autore suggerisce come realizzare in modo sistematico il marketing della fidelizzazione, descrive gli ostacoli da superare, elenca le strade per conservare i propri clienti e illustra, nel quotidiano, come gestire il servizio. L.A. Liswood Franco Angeli pag. 192 Euro 19

Marketi n g Management

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