Anno 2 numero 3 - marzo La rivista online per i professionisti del settore
Focus
dislipidemie Statine e fitness metabolico La nutrizione, punto cardine della prevenzione
L’equilibrio acido-base
Manipolazioni mio-fasciali Seconda parte
Core stability training
Zero Impact: ridurre, produrre, recuperare Clinical Pilates, arte&metodo
DeducibilitĂ dei costi di rappresentanza FiboMed al Salone Internazionale del Fitness, Wellness & Health
ANNO 2 N°3 MARZO 2010 Fitmed online è una rivista mensile di aggiornamento che si rivolge a imprenditori, manager, opinion leader, professionisti che operano nel mondo del fitness, benessere, prevenzione e salute. Propone articoli riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, marketing e management. Editore Alea Edizioni di Alessandro Lanzani via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano Redazione e uffici via P. Orseolo, 3 - 20144 Milano tel. 0258112828 - fax 0258111116 fitmed@professionefitness.com redazione@professionefitness.com Direttore responsabile Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com
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Alea edizioni è una casa editrice specializzata in libri di finess, benessere e rieducazione funzionale, con più di 50 titoli a catalogo. Professione Fitness è una rivista bimestrale di aggiornamento per imprenditori e professionisti del settore, che da 16 anni propone articoli originali riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, impiantistica, marketing e management e tutto ciò che può servire a un'efficiente e moderna realtà che opera nel settore del fitness e del benessere. E distribuita tramite abbonamento postale a fitness club, centri fisioterapici e polisportivi, operatori di settore, luxury hotel, golf club, centri benessere, studi di architettura. Da oltre 25 anni la Scuola di Professione Fitness con i suoi corsi, master e stage ha contribuito alla formazione e all’aggiornamento di migliaia di operatori del settore, mettendo a loro disposizione un corpo docente selezionato e altamente qualificato. Rilascia diplomi e attestati di partecipazione accredidati dall’USACLI, ente di promozione spportiva riconosciuto dal CONI.
Redazione Mia Dell’Agnello mia@professionefitness.com - int. 212 Progetto grafico Stefano Frattallone Impaginazione Anita Lavoce Pubblicità Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com Hanno collaborato a questo numero Corrado Ceschinelli, Anna Sacchi, Emiliano Sessa, Maurizio Ronchi, Claudio Ciapparelli, Paola Bruni Zani Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93. L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere responsabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delle informazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto; inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchiano il pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) pervenuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblicato e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del materiale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasi scopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmata dal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controversie il Foro di competenza è quello di Milano.
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LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO Reed Exhibition Clinical Pilates
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CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE FIERE E CONVEGNI NEWS
FOCUS: DISLIPIDEMIE 4
USCIRE DAL TUNNEL Statine e fitness metabolico di Alessandro Lanzani
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LA NUTRIZIONE, PUNTO CARDINE DELLA PREVENZIONE di Corrado Ceschinelli
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EQUILIBRIO ACIDO-BASE Un nuovo punto di vista di Anna Sacchi
COMMUNITY BUSINESS 18
FIBOMED AL SALONE INTERNAZIONALE DEL FITNESS, WELLNESS & HEALTH a cura della redazione
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Sommario
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CLINICAL PILATES, ARTE&METODO
Marco Ciervo, Laura Scaramozzino, Davide Binello
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ZERO IMPACT Ridurre, produrre, recuperare di Emiliano Sessa
ALLENAMENTO E REHAB 22
MANIPOLAZIONI MIO-FASCIALI: un contributo al miglioramento delle performance sportive per gli atleti 2° PARTE di Maurizio Ronchi
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CORE STABILITY TRAINING di Claudio Ciapparelli e Marta Landini
MANAGEMENT & MARKETING 28
DEDUCIBILITÀ DEI COSTI Spese di rappresentanza, per alberghi e ristoranti di Paola Bruni Zani
focus dislipidemie
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Statine e fitness metabolico di Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com
e dislipidemie sono forse l'aspetto più caratteristico ed emblematico della sindrome metabolica. Sono essenzialmente un fattore di rischio asintomatico che provoca un deterioramento cronico degenerativo a livello dei vasi: l'aterosclerosi. Con la dislipidemia si comprende meglio quel concetto di “usura e deterioramento progressivo” tipico delle patologie croniche. Facendo una banalizzazione di tipo idraulico, potremmo dire che, a livello dei vasi – tubi circolatori: - l'iperglicemia genera “corrosione” - l'ipertensione genera “usura” - le dislipidemie “incrostazione”. L'aterosclerosi è una situazione patologica in cui la parete dei vasi risulta ispessita per la deposizione di grassi. Il concetto non è molto lontano da quello di incrostazioni calcaree che portano all'oc-
L
clusione dei tubi di scarico di lavatrici e lavastoviglie. La patologia è asintomatica e questo la rende ancora più subdola e pericolosa, perché procede senza che il paziente se ne accorga attraverso il dolore e il disagio. Le manifestazioni cliniche del danno sono legate al restringimento dei vasi colpiti, con conseguente ridotto flusso di sangue e minore apporto di ossigeno. Il ridotto trasporto di ossigeno prende il nome di ischemia, una patologia che può portare anche alla morte delle cellule a valle del blocco. Le sedi maggiormente colpite sono principalmente le coronarie, l'aorta, i vasi del circolo cerebrale (ictus cerebrale), i vasi del rene e degli arti inferiori, l'apparato gastroenterico. Associato al restringimento del calibro utile delle arterie, abbiamo anche la formazione di trombi ed emboli. Altri
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aspetti contribuiscono alla formazione della placca aterosclerotica e sono legati a uno stato infiammatorio in cui giocano un ruolo il fibrinogeno, le piastrine, i macrofagi e i linfociti. Dal punto di vista sociale le iperlipidemie sono state, in questi ultimi 30 anni, al centro dell'attenzione sanitaria per il forte aumento delle patologie cardiovascolari correlate a questo eccesso metabolico (sedentarismo e soprappeso). Soprattutto negli Stati Uniti si è verificato per primo il fenomeno del sedentarismo tecnologico e dell'alimentazione da allevamento industriale, con un fortissimo aumento delle obesità e di tutti gli aspetti negativi legati alla sindrome metabolica. Non è un caso che negli Stati Uniti siano stati fondati i primi enti e istituti preposti al contenimento di questo fenomeno. Sono stati prodotti documenti importan-
focus dislipidemie Link tissimi, come il NCEP, il National Cholesterol Education Program, che hanno avuto un’influenza anche negli altri paesi occidentali.
PILLOLE DORATE Non si pensi ingenuamente che la scienza progredisca in modo lineare verso soluzioni positive e razionali: l'industria della salute è il primo mercato al mondo e negli Stati Uniti muove ogni anno da 500 a 1000 miliardi di dollari. Come volumi è all'incirca equivalente all'industria della guerra: uno strano modo di intendere la vita e la morte è al centro delle attenzioni dell'umanità. I farmaci antiperlipemici per la riduzione del rischio cardiovascolare rappresentano una percentuale cospicua di questi soldi. È ovvio che sulle scelte sanitarie si concentrino interessi enormi: pensiamo alle battaglie legali miliardarie per l'estensione della brevettazione dei farmaci, o per l'introduzione di farmaci nei sistemi sanitari nazionali. Alcuni di questi farmaci non apportano vantaggi certi, ma possono sventrare in pochi anni qualsiasi bilancio sanitario. Il livello dello scontro è titanico, ma la battaglia è asimmetrica: da una parte c'è l'energia economica di Big Pharma (le case farmaceutiche multinazionali) che ormai, tranne qualche rara eccezione, posseggono, controllano o influenzano tutta la filiera della produzione, informazione e divulgazione scientifica; dall'altra parte c'è la buona volontà dei singoli, qualche associazione e alcuni istituti pubblici. In mezzo, la consapevolezza dei ministri della salute dei paesi occidentali ed emergenti di stare seduti su una poltrona che scotta, sotto cui è già
accesa la miccia di un’arma di distruzione di massa: la spesa sanitaria. Non è una battuta: i continui sforamenti del costo dei farmaci e della sanità cosiddetta “preventiva” sono in grado di distruggere qualsiasi modello sanitario e anche i bilanci di altre protezioni sociali come la previdenza. Anche i più alti istituti sentono il fiato sul collo di Big Pharma, tanto che lo stesso National Cholesterol Education Program in certi passaggi sembra esitante: fornisce una documentazione precisa e puntuale sull’assoluta efficacia dell'attività fisica nella riduzione del rischio, sull’efficacia
multifattoriale contro ipertensione e obesità, sul fatto che è l'unica variabile modificabile, sull'assenza di rischi (intensità adeguate, cioè basse per le nostre vecchie abitudini, ma adeguate per le esigenze dei metabolici, a meno che non si voglia praticare la follia dell'allenamento prestativo dell'anziano metabolico), effetti collaterali e controindicazioni nulle. Di fatto, smonta pezzo a pezzo, capitolo per capitolo, il primato dell'efficacia farmacologica rispetto al primato dei sani stili di vita, ma poi, quando tira le conclusioni di politica sanitaria, con una piroetta finale riabilita il farmaco tradizionale delegando le scelte strategiche (fino al quel punto evidenti)
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all’opinione soggettiva del medico. Per poi ribadire che il medico, prescrivendo attività fisica, potrà ridurre l'impatto farmacologico: allora funziona! Per noi è un documento di fondamentale importanza, perché sancisce l'efficacia e la sicurezza dell'attività fisica in una posizione di piena legittimazione e accreditamento istituzionale.
GLOSSARIO Ci sono cinque classi di lipoproteine nel sangue: 1. chilomicroni (misurazione del colesterolo) 2. very low-density lipoproteins (VLDL) 3. intermediate-density lipoproteins (IDL) 4. low-density lipoproteins (LDL) 5. high-density lipoproteins (HDL) La loro funzione è quella di trasporto dall'apparato digerente alle cellule, o per l'immagazzinamento come riserva energetica negli adipociti o per utilizzo immediato nelle altre cellule. La dimensione e la densità ne permettono una classificazione utile a scopi di ricerca e diagnostici. Il termine iperlipidemia significa valori elevati nel sangue di lipoproteine; ipercolesterolemia si riferisce a un aumento dei valori di colesterolo e ipertrigliceridemia a un aumento dei valori di triglicerdidi. Delle cinque classi appena descritte, la numero 5, ovvero le proteine ad alta intensità, è l'unica che ha una funzione protettiva a livello dei vasi, per cui sono auspicabili livelli alti. Il metabolismo dei lipidi assolve a funzioni essenziali a livello del tessuto cerebrale, delle membrane cellulari, e non deve essere considerato come una negatività assoluta: come sempre accade, quello che conta è il limite
focus dislipidemie COLESTEROLO TOTALE Meno di 200 mg/dL
CLASSIFICAZIONE desidera bile
200–239 mg/dL 240 mg/dL e oltre LDL CHOLESTEROL LEVEL
Borderline alto alto
Meno di 100 mg/dL 100–129 mg/dL 130–159 mg/dL
ottimale quasi ottimale sopra ottimale
160–189 mg/dL 190 mg/dL e oltre HDL CHOLESTEROL LEVEL Meno di 40 mg/dL 40–59 mg/dL 60 mg/dL e oltre
LDL CHOLESTEROL CLASSIFICAZIONE
Borderline alta Alto Molto alto HDL CHOLESTEROL CLASSIFICAZIONE Rischio ma ggiore per pa tolog ie cardiache Più è alto meglio è Considera to protettivo contro pa tolog ie cardiache
1. Tabella dei valori di lipidemia secondo il National Heart Lung and Blood Institute
Costo in € delle statine In Italia 2001 - 2005
1.200.000.000
1.005.499.124
1.000.000.000 800.000.000 600.000.000
549.046.089
631.490.285
977.958.944
762.438.776
400.000.000 200.000.000 0
2001
2002
2003
2004
2005
2. Tabella dei costi sostenuti in Italia per il consumo di Statine 2001 – 2005. Fonte: Centro regionale di farmacovigilanza Lombardia
tra troppo e troppo poco. Il rischio di una complicazione cardiovascolare acuta, come l'ictus e l'infarto, è direttamente proporzionale all'aumento dei livelli di lipidi nel sangue e in correlazione con gli altri indici di rischio. Nel caso delle HDL vale il contrario, perché queste lipoproteine hanno una funzione protettiva per i vasi contro la formazione delle placche ateromatose. La multifattorialità dei fattori di rischio, sia positivi che negativi, è la chiave di lettura della questione.
ALCUNE INFORMAZIONI SUI FARMACI CONTRO LE IPERLIPIDEMIE Le statine in commercio in Italia (atorvastatina, fluvastatina, lovastatina, pravastatina, rosuvastatina, simvastatina) sono autorizzate per il trattamento delle ipercolesterolemie familiari, dell'ipercolesterolemia primaria e della dislipidemia mista, a integrazione della dieta, quando la risposta alla dieta e ad altri trattamenti non farmacologici (es. aumento dell'attività fisica e riduzione del peso corporeo se
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indicato) risulta inadeguata. La loro funzione è quella di ridurre i livelli di lipidi nel sangue contribuendo alla diminuzione dell'aterosclerosi. In questi anni si parla molto di risparmio della spesa sanitaria nazionale: le informazioni che seguono sono finalizzate all'acquisizione di una certa consapevolezza da parte dell'operatore metabolico rispetto alle dimensioni della spesa, al risparmio possibile e al fatto che tutto questo potrebbe avvenire con un miglioramento della qualità della L INK vita di milioni di persone. Analizzando i dati del Centro regionale di farmacovigilanza Lombardia, abbiamo individuato tre fasce di costo annuo per il consumo delle statine in Italia (vedi tabella 2). Una terapia preventiva di fascia rossa ha un costo di almeno 75 euro al mese per persona; per la fascia intermedia siamo intorno a 50 euro e 30-35 euro per quella verde. Se questi dati vi impressionano facciamo adesso un discorso ancora più interessante. Quante persone bisogna trattare per salvarne una? Non tutti quelli che vengono “prevenuti” avrebbero avuto l'infarto. Per stabilire se un farmaco preventivo funziona, bisogna verificare cosa succede a un gruppo di controllo che non prende il farmaco e valutare poi la differenza. In genere, le case farmaceutiche parlano di riduzione della probabilità di ammalarsi, ma è meglio riferirsi a numeri e valori assoluti. Perché? Facciamo un esempio. 12.000 persone assumono un farmaco “preventivo” e dopo un anno ne muoiono 3. Altri 12.000 prendono una pillola inerte e dopo un anno ne muoiono 6. Possiamo dire che il farmaco riduce l'incidenza della malattia del 50%. Detto così (e così lo riferiscono le case farmaceutiche) suona benissimo. Infatti si chiama RRR ovvero Riduzione Relativa del Rischio; ma la valutazione del Rischio Assoluto funziona in un altro modo. Sono state salvate 3 vite su 12.000 e la prevenzione del rischio è di 0,04%: la riduzione del rischio si manifesta in una persona su
focus dislipidemie 4000. Si può quindi chiamare “Numero di Pazienti da Trattare” NNT (number needed to treat), il numero di persone che devono essere trattate per avere la certezza statistica di aver evitato almeno in una persona l'evento patologico. Vediamo di applicare questo concetto. In uno studio più volte menzionato in letteratura del Wooscops (West of Scotland Coronary Orevention Study Group) dal titolo “Prevention of coronary art disease with pravastatina in men K with cholesterolemia”, pubblicato LIN sul New England Jour nal of Medicine (rivista scientifica tra le più accreditate) si afferma che il numero necessario di pazienti da trattare per salvarne uno per un anno di trattamento è di 544 persone nel caso di un gruppo di persone trattato per prevenzione primaria. Prevenzione primaria significa che il soggetto, fino ad allora, era sano per le patologie a rischio. Lo studio era stato fatto con la Pravastatina da 40 mg. Quindi, moltiplicando il costo annuale della pravastatina da 40mg (valori pubblicati dal Centro regionale di farmaco vigilanza Lombardia), vale a dire 902 euro, per il numero di persone anno da trattare per salvarne una, (sono 544) raggiungiamo una cifra di 490.688 euro. Ovviamente, nel caso di prevenzione secondaria, cioè a infarto avvenuto, il numero delle persone da trattare per salvarne una, cala a circa 100 pari a una cifra di circa 100.000 euro. Alcune considerazioni: questa valutazione sui costi non è un'invenzione personale, ma uno strumento internazionale di politica sanitaria economica che si chiama “end point”: punto finale. Il punto però è che non finisce qui; infatti nei costi non sono considerati i costi di monitoraggio per verificare gli effetti indesiderati e dannosi dei farmaci stessi, ovvero visite mediche ed esami di laboratorio. Effetti collate-
rali e indesiderati che si verificano con delle percentuali di diverse unità e che spostano altrettanto in alto i costi: in guerra, si chiamerebbero danni collaterali da fuoco amico. Infine, non si considera ancora che il valore aggiunto dell'attività motoria come prevenzione sociale ha un effetto positivo su tutti coloro che lo praticano e non solo su quelli a cui non viene l'ictus.
Tutti godono di un’aumento della qualità della vita e non solo dell'ipotetico aumento della quantità di vita. Nel 2008 il mercato farmaceutico totale, comprensivo della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche (ASL, Aziende Ospedaliere, Policlinici Universitari ecc.) è stato pari a circa 24,4 miliardi di euro, di cui il 75% rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di circa
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410 euro con un periodo di trattamento di 537 giorni. Le statine, ovvero i farmaci per la prevenzione farmacologia cardiovascolare, sono di recente introduzione e in pochi anni hanno contribuito in buona parte a spostare la spesa dai 15 miliardi del 2002-2003 ai 24 di oggi: un impatto di circa 10 miliardi di euro, pari a una cospicua manovra finanziaria. Che si rinnova ogni anno. Si legge nel Rapporto AIFA 2009: “I farmaci dell’apparato cardiovascolare rappresentano la principale categoria terapeutica sia in termini di DDD (dose di mantenimento della terapia) per 1000 abitanti die (48% del totale) che di spesa pro capite (37%), seguiti da quelli dell’apparato gastrointestinale e metabolismo con rispettivamente il 13% ed il 15%”. L’aumento nella prescrizione dei farmaci cardiovascolari rispetto all’anno 2008 è pari al +3,2%, e “in questa classe di farmaci le statine continuano a mantenere il primo posto per spesa, con un incremento dell’8,7%, a fronte di un aumento delle DDD del 13,2%”. Un miliardo di euro solo per le statine, un valore che si è raddoppiato in cinque anni. Se da una parte è difficile pensare che un modello così sia ancora a lungo sostenibile, pensiamo a quanto sia grande il margine di risparmio su questa spesa generando qualità della vita con attività motoria preventiva. Consideriamo che in Italia sono circa 2 milioni le persone trattate con statine. Non ho visto in questi anni persone inviate dai medici a fare attività motoria; eppure per anni la tabella 13 del S.S.N per la prescrivibilità delle statine segnala che la prescrizione di statine, per essere rimborsabile, deve essere integrata con altri presidi preventivi: ”L'uso dei farmaci ipolipemizzanti deve essere continuativo e non occasionale. Lo stesso, comunque, va inserito in un contesto più generale di controllo
LIN K
focus dislipidemie degli stili di vita (alimentazione, fumo, attività fisica ecc.)”. La riduzione dei dosaggi e in alcuni casi anche la sospensione del trattamento farmacologico dovuta al rientro nei parametri grazie alla pratica di attività motoria, dieta e non fumo, possono pesare dal 20 al 30% della riduzione spesa farmacologica e un risparmio molto ma molto più cospicuo per quanto riguarda la riduzione delle ospedalizzazioni, dei monitoraggi e delle terapie da effetti indesiderati dai farmaci. Peraltro saranno a breve indispensabili delle scelte politiche e informative adeguate a introdurre con la dovuta risolutezza il farmaco “attività motoria” che è l'unica variabile modificabile nel sistema: sicura, senza controindicazioni e dai costi irrisori rispetto a queste cifre.
tanto più rigido e severo quanto più alte le intensità proposte), e realizziamo una leva efficace per la riduzione delle uniche due variabili modificabili: attività fisica e peso. È evidente che l'attenzione si sposta sull'inserimento di un tempo motorio gradevole, sicuro, efficace, e perché questo si realizzi, oltre che
fisici, da un luogo di sosta a un altro: letto, sedile-auto, sedia-ufficio, sedia-mensa/bar, sedia-ufficio, sedile-auto/treno, poltrona-casa, sedia-cena, divano-televisione, letto. È il famoso GCC Gluteos Compression Circuit: l'incubo compressivo per milioni di fondoschiena. Il tempo motorio deve essere reintrodotto nella vita del sedentario: nel centro fitness, a casa, all'aperto. L'operatore metabolico esce rafforzato da una relazione incentrata sulla crescita motoria. L'attività motoria proposta punta a un graduale svezzamento del soggetto che, dopo un periodo di lezioni più frequenti, tornerà periodicamente a imparare nuove opportunità di tempo motorio. L'obiettivo finale è di realizzare tutti i giorni almeno 20 minuti di tempo motorio sotto forma di “allenamento” e altrettanti di tempo motorio nella vita di relazione, ovvero come stile di vita. Lo strumento per raggiungere questo è un'anamnesi che, oltre ai fattori di rischio, cerchi di capire il contesto di vita del soggetto, ovvero quali siano i suoi spostamenti e dove sia possibile inserire del tempo motorio di relazione (esempio andare a piedi in un luogo), piuttosto che tempo motorio di allenamento (una qualsiasi attività fisica organizzata e monitorata in palestra o in casa).
la scelta degli esercizi, occorre una formazione e un’informazione sulla consapevolezza del soggetto: cioè una relazione. Non chiederti troppo cosa devi far fare al metabolico, chiediti piuttosto come devi essere tu per aiutarlo a diventare da metabolico a motorio.
APPROFONDIMENTI
ATTIVITÀ FISICA E DISLIPIDEMIE Ora vale la pena di riprendere la definizione di sindrome metabolica dal punto di vista motorio: sedentarismo e malnutrizione da eccesso (soprappeso e obesità). Associando questa definizione ai dati sul rischio (multifattorialità e variabili modificabili: attività fisica e controllo del peso), risulta chiaro che il nostro obiettivo primario non è quello di cadere in ipertecnicismo su formule allenanti che fanno perdere di vista il vero obiettivo, ovvero sostituire tempo sedentario con tempo motorio, rendere questo tempo motorio non pericoloso per rischi cardiovascolari e non microtraumatico per l'apparato locomotore. Se pratichiamo intensità basse per l'allenamento (“basse” per nostre incrostazioni culturali) e adeguate per i diversi livelli di sedentarismo (“adeguate” per il fitness metabolico), non carichiamo di rischi acuti il sedentario (che peraltro necessiterebbe di un monitoraggio medico
IL TEMPO MOTORIO Nel pannello settimanale di un sedentario non esiste tempo motorio; si passa, con minimi spostamenti
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“Si parla di prevenzione, ma si spende in medicazione”, FitMed L online, luglio-agosto 2009 INK www.professionefitness.com “Relation of ATP III ( Adult Treatment Panel to NCEP's public health) approach (National Cholesterol Education Program)”, LIN K National Institute of Health National heart, lung, and blood Institute. 2001 e riaggiornato nel 2004 Autore: A.A. - V.V.
focus dislipidemie CON LINK DI APPROFONDIMENTO
La nutrizione, punto cardine della prevenzione di Corrado Ceschinelli corrado.ceschinelli@gmail.com
olesterolo e trigliceridi possono - se presenti in eccesso e per lungo tempo – provocare disturbi e patologie anche molto gravi, come l’ictus e l’infarto. Se presenti in difetto, accrescono l’insorgenza di tumori e abbattono l’umore. L’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia) non è una malattia in se stessa, ma una situazione che predispone a diverse malattie. Lesioni e processi provocati all’interno dei vasi sanguigni da acidosi, ossidazione, omocisteina, predispongono al deposito di colesterolo e alla nascita della placca aterosmatica, e all’indurimento degli stessi vasi. Se la placca si accresce arrivando lentamente a ostruire, in parte o completamente, l’arteria in cui si trova, il
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sang u e n o n può più portare ossigeno ai tessuti: questo fenomeno si chiama “ischemia” e provoca la sofferenza o la morte del tessuto interessato. A volte il problema non è tanto la grandezza della placca, ma la sua friabilità, accentuata da processi infiammatori che causano la rottura stessa della placca e, come conseguenza di una “equivocata” aggregazione piastrinica, provocano la formazione di un trombo (tappo) o se si stacca - di un embolo che, se trasportato fino alle diramazioni più sottili, provoca altrove lo stesso effetto deleterio: la placca può indebolire la parete del vaso arterioso provocando nel tempi la sua dilatazione, chiamata aneurisma; spesso localizzato nell’aorta può diventare molto grande (fino a 6 cm!) e predisporre il vaso a possibili rotture. In questo caso è indicato l’intervento chirurgico. Raramente si ha a che fare con un’unica causa, ma piutto-
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sto una serie di fattori che interagiscono fra loro: l’alimentazione è senza dubbio uno dei più importanti. La dieta occidentale eccede in alimenti che favoriscono l’aumento dei lipidi: si tratta degli acidi grassi saturi, contenuti soprattutto nella carne, nel latte e nelle uova. I fattori genetici sono altrettanto importanti, anche se, nella generalità dei casi, si presenta più come “predisposizione”. A volte, un eccessivo aumento del colesterolo si può verificare nel corso di malattie importanti come il diabete, l’ipotiroidismo, la cirrosi epatica e l’epatite. La formazione delle placche aterosmatiche è sicuramente causata dall’ipercolesterolemia, mentre l’ipertrigliceridemia ha un’azione sfavorevole solo se presente in concomitanza a un colesterolo elevato.
INDICE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE I grassi saturi (spesso erroneamente definiti “animali”) sono demonizzati da cinquant’anni come una delle principali cause di cardiopatia coronarica (in altri termini, infarto); questa demonizzazione ha
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focus dislipidemie focus dislipidemie portato a estendere l’attacco ai grassi saturi di origine animale su altri fronti come quello del cancro, arrivando ad assurde posizioni di totale esclusione. Recentemente, le ricerche che prima demonizzavano i grassi saturi come causa di cancro al colon e al retto (non esistono studi che li correlino al concetto generale di cancro!) si sono spostate sul soprappeso e sull’uso di grassi trans. È incredibile come per almeno vent’anni si sia sostenuta la sostituzione del burro con la margarina e si siano ritenuti i grassi trans innocui, da parte di medici e associazioni per la protezione del cuore. Moltissimi medici si riferiscono a una generica bibliografia senza leggere gli articoli e si fidano del passaparola per l’inerzia di non aggiornarsi. Capisco che ci possano essere interessi milionari nello spingere i farmaci anticolesterolo, ma la matematica non è un’opinione. K Tutti continuano a parlare di coleLIN sterolo totale. Ora, se consideriamo lo studio Multiple Risk Factor (su 361.662 maschi, numericamente il più grande studio sul colesterolo), scopriamo che il rischio di cardiopatia ischemica aumenta dell’1%
per ogni mg di colesterolo in più, mentre l’aumento di colesterolo HDL è associato alla diminuzione del rischio di infarto del 4,4% per ogni mg. Supponiamo che le mie condizioni iniziali siano: colesterolo totale 200 - colesterolo HDL 50 Cambio stile di vita e arrivo a: colesterolo totale 252 - colesterolo HDL 80. Ho smesso di fumare, faccio sport ecc. Vado da un medico di vecchia generazione o ritiro gli esami in un laboratorio “tradizionale” e cosa mi dicono? Che ho il colesterolo un po’ alto e che è meglio tenerlo sotto controllo! Uso lo studio Multiple Risk Factor e scopro che il mio rischio è diminuito dell’80%: infatti il mio indice di rischio cardiovascolare (colesterolo totale ÷ colesterolo HDL) è diminuito da 4 a 3,15! Riassumendo, i grassi saturi non incidono significativamente sul rischio di cardiopatia coronarica in maniera diretta (lo fanno in modo indiretto come causa del sovrappeso, insieme ad altre fonti energetiche come carboidrati e altri tipi di grassi). Il rischio cardiovascolare deve essere espresso innanzitutto come legato ai seguenti fattori con-
trollabili: fumo - sovrappeso - ipertensione - diabete - indice di rischio (colesterolo totale ÷ colesterolo HDL). Fattori come l’età o il sesso sono importanti, ma ovviamente non modificabili e devono essere tenuti in considerazione solo a fini statistici per il calcolo del rischio assoluto. Altri fattori, come fibrinogeno, omeocisteina, PAI, uricemia, lipoproteina (a), proteina C reattiva devono essere ulteriormente indagati, ma probabilmente riguardano percentuali piccole nell’insieme degli individui che non presentano i fattori di rischio principali. I fattori da approfondire possono essere considerati sia attivatori del rischio (come un livello di lipoproteina superiore a 25 mg/dl), sia indicatori (per esempio la proteina C reattiva indica un’infiammazione in corso e, specificatamente, un’irritazione delle pareti delle arterie). In ogni caso, non è facile eseguire screening di massa per capirne fino in fondo la correlazione con la cardiopatia coronarica.
LE MISURE PREVENTIVE FONDAMENTALI Negli ultimi decenni ci siamo abituati a ritmi di vita frenetici, a giorTa b e l l a 1
VALORI NORMALI COLESTEROLEMIA TOTALE Bambini Giovan i adu lti Adulti Colesterolemia Colesterolemia Trigliceridi
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VALORI 160-180 mg/dl 160-200 mg/dl 200-220 mg/dl HDL > 35 mg/dl LDL < 170 mg/dl 45-200 mg/dl
focus dislipidemie nate “soffocate” di impegni, a settimane senza respiro. Il nostro tempo non scorre più fluido e agile, ma si ingorga di pensieri, appuntamenti e orari impossibili. Noi ingenuamente pensiamo che questo modus vivendi possa essere tollerato dal nostro corpo, che possiamo “resistere”: ma se non permettiamo alla nostra energia vitale di scorrere liberamente nell’arco della giornata, allo stesso modo neanche il sangue, veicolo dell’energia vitale nel nostro corpo, scorrerà fluidamente nei vasi sanguigni, “soffocati” dalle placche di grasso. La frenesia produttiva, la razionalità richiesta sul lavoro, l’efficienza continua imbrigliano e soffocano le emozioni proprio come le placche imbrigliano i vasi sanguigni, e la difficoltà a “smaltire” gli impegni si riproduce fedelmente nell’organismo, che non riesce a smaltire i grassi, che rimangono in eccesso. Ecco perché recuperare la fluidità del nostro vivere - alimentare innanzitutto, ma anche sportivo, intellettuale, sessuale - è la condizione necessaria a ogni forma di prevenzione e terapia: o meglio, è già la terapia essa stessa. La dieta è il punto cardine della prevenzione. Un’alimentazione agile, leggera, fortemente antiossidante e non “ingombrante” è l’ideale per permettere al sangue di scorrere liscio nel suo alveo. Il troppo fa male: troppe calorie, troppi zuccheri semplici, troppi grassi saturi e troppe sostanze tossiche. Forse a volte ce lo dimentichiamo, ma ogni parte del nostro organismo è costituita dal cibo che nel tempo continuiamo a s c e -
gliere: il cibo siamo noi. Distribuzione e corretta composizione dei pasti rappresentano un aspetto importante a regolare la funzionalità sistemica, che deve tenere conto della nostra natura biologica, delle nostre necessità e delle nostra individualità biochimica. È di fondamentale importanza saper gestire l’assunzione dei grassi e degli zuccheri: i primi soprattutto i saturi - hanno a che vedere direttamente con il colesterolo; i secondi - soprattutto i semplici – favoriscono l’aumento dei trigliceridi e, indirettamente, del colesterolo, stimolando l’enzima epatico a produrne maggiormente. Le fibre idrosolubili (frutta, avena, mele, fagioli) sono associate alla prevenzione delle malattie cardiovascolari: abbassano i livelli ematici dei grassi perché, una volta introdotte nel corpo, formano un gel viscoso. In questo modo legano gli acidi biliari nell’intestino. Il corpo non riesce a bruciare il colesterolo e l’unico modo per eliminare quello in eccesso è aumentare l’espulsione degli acidi biliari che derivano in larga misura dal colesterolo. Quando questo accade, il fegato usa altro colesterolo per produrre nuovi acidi biliari e così ne abbassa i livelli ematici. Oltre ad aiutare a liberare il corpo dal colesterolo in eccesso attraverso i legami biliari, le fibre solubili sono fermentate nel colon dai batteri interni, il che provoca il rilascio di acidi grassi a catena corta. Uno di questi - il propionato - è trasportato al fegato dove inibisce la sintesi del colesterolo. Anche la pectina (buccia delle mele) aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, riducendo la coagulazion e
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CORRADO CESCHINELLI Laureato in Sociologia all’Università degli Studi di Trento, ha una formazione in Naturopatia ad indirizzo Olistico conseguita presso l’Istituto di Medicina Psicosomatica. Qualificato come “specialista del benessere”, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari, è da sempre impegnato per un approccio sano, equilibrato, soprattutto educativo, alle pratiche che contribuiscono a migliorare lo stato di salute e di benessere generale. Da anni svolge attività di docenza e scrive per le più autorevoli riviste del settore. ematica interna in eccesso. Due, tre mele al giorno per qualche mese riducono il colesterolo totale di circa il 20%. I fagioli sono un altro alimento principe per la riduzione del colesterolo. Sono ricchi di fibra, ma anche di: - fitosteroli, che abbassano le LDL e le VLDL prodotte dal fegato e riducono l’assorbimento intestinale di colesterolo; - saponine, che favoriscono l’eliminazione del colesterolo per via biliare. Svolgere un’attività fisica costante e di media intensità può “rafforzare” l’azione della dieta. La conferma della sua grande influenza sui grassi del sangue - in particolare sull’aumento del colesterolo HDL - è nota da tempo ed è stata confermata da un recentissimo studio. L’attività fisica fa circolare il sangue più fluidamente, libera le arterie dalle placche aterosmatiche e fa bruciare calorie, abbassando così anche i trigliceridi.
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Equilibrio acido-base Un nuovo punto di vista ome altri parametri fisiologici del nostro organismo la colesterolemia, ossia la quantità di colesterolo presente nel sangue, viene mantenuta all’interno di un range funzionale alla sopravvivenza. Chimicamente, il colesterolo è un alcool (dalla sua desinenza in -olo) con numerose funzioni: è un componente strutturale di tutte le membrane cellulari, delle guaine mieliniche delle cellule del tessuto nervoso e contribuisce a formare gli acidi biliari prodotti nel fegato e immagazzinati nella cistifellea (che servono per la digestione dei cibi grassi). È inoltre costituente fondamentale di molti ormoni, come quelli sessuali e surrenalici, e il precursore della sintesi della vitamina D (che controlla il bilancio del calcio corporeo e la costruzione di ossa e denti). Le conseguenze di una colesterolemia cronicamente elevata e i problemi connessi sull’apparato cardiovascolare sono noti a tutti,
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di Anna Sacchi sacchi.anna@gmail.com
così come lo sono le linee guida alimentari per una sana alimentazione e per tenere i livelli di colesterolo sotto i livelli di guardia. Pertanto mi propongo di analizzare, dopo aver effettuato una ricerca bibliografica su ciò che in merito è stato pubblicato, un aspetto diverso del problema: il rapporto tra colesterolo ed equilibrio acido-base.
L’APPROCCIO ACIDO/BASE: I FONDAMENTALI Ugualmente alla colesterolemia, anche l’equilibrio acido/base è, per il nostro organismo, un parametro fisiologico importante, la cui comprensione si basa su complicate leggi chimiche. Il pH è un valore che riflette il grado di acidità (o di basicità) di una soluzione. La scala del pH varia da 0 a 14, con 7 che rappresenta una soluzione neutra: scendendo sotto i 7 la soluzione è sempre più acida, mentre al di sopra è via via più alcalina. Il nostro sangue, ad esempio, deve avere un
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valore compreso tra i 7,3 e i 7,45, cioè lievemente alcalino. L’organismo regola strettamente il pH al fine di mantenere l’omeostasi, attraverso i sistemi renale e respiratorio, poichè gli enzimi che regolano i metabolismi e le reazioni fisiologiche sono a loro volta pH-dipendenti. In generale, le sostanze sono definite acide quando in soluzione tendono a liberare ioni idrogeno (H+, cioè dei protoni, particelle dotate di carica positiva), mentre vengono definite basi (o alcali) le sostanze che assumono ioni H+ per formare il gruppo ossidrile OH- dotato di carica negativa. Quando ingeriamo dei cibi o dei liquidi, a seconda che siano acidi o alcalini, il nostro organismo reagisce a livello chimico per ristabilire l’equilibrio del pH, sia per il sangue che per gli altri organi, anche se con valori diversi. Nella classica dieta occidentale il 95% del cibo che ingeriamo è acido: escludendo l’acqua, più del 97% del nostro cibo è costi-
focus dislipidemie focus dislipidemie tuito da carboidrati, proteine, fibre e grassi, sostanze costituite come si sa da carbonio, azoto, idrogeno e ossigeno. Il restante, meno del 3% del nostro cibo, è costituito da minerali inorganici, come zolfo, fosforo e cloro. In pratica, la produzione di acidità o di alcalinità dipende anche dalla proporzione dei minerali acidi o alcalini contenuti nel cibo stesso.
GESTIONE DEI PRODOTTI DI SCARTO ORGANICI E INORGANICI DEL CIBO Come sottoprodotti finali, la combustione degli alimenti all'interno dell'organismo produce rifiuti organici acidi, come ad esempio: acido acetico, acido lattico, colesterolo, ammoniaca, acido urico, acido carbonico e acidi grassi. Il corpo gestisce e sa smaltire efficacemente questi rifiuti: l’ammoniaca, ad esempio, viene espulsa attraverso l’urina, mentre l’acido carbonico (H2CO3) si converte in acqua e CO2 che viene espirata attraverso i polmoni. Oltre a questi, è interessante osservare che anche i minerali inorganici presenti nei cibi vengono elaborati attraverso il metabolismo, formando però sottoprodotti dannosi: acido solforico, acido cloridrico e acido fosforico. Tali acidi tossici devono essere espulsi dal nostro corpo, ma prima devono venire neutralizzati, cioè convertiti in sostanze meno nocive, altrimenti potrebbero danneggiare reni ed altri organi. Così, a partire da altri minerali alcalini presenti nei cibi (sodio, potassio, calcio e magnesio) si formano i prodotti neutralizzanti (cioè dei veri e propri tamponi): carbonato di sodio, carbonato di potassio, carbonato di magnesio, bicarbonato di sodio e carbonato di calcio. Finché nel corpo e nel sangue ci saranno sufficienti quantità di calcio e di minerali alcalini, gli acidi tossici potranno essere neutralizzati efficacemente. Se ciò al contrario non dovesse avvenire, il corpo ricorre al calcio delle ossa per poter formare sostanze
tampone. Da questo è facile intuire che, se l’importanza dell’equilibrio acido-base fosse confermata su queste basi, l’osteoporosi, per esempio, non sarebbe causata dal ridotto apporto di latte e derivati ma, essendo questi cibi acidificanti, sarebbero addirittura una concausa stessa della demineralizzazione ossea. Esaminiamo ora alcuni degli acidi organici che facilmente accumuliamo nel nostro corpo. L’acido urico, prodotto dal metabolismo e presente nell’urina, è bianco, cristallino, inodore, insolubile in acqua, alcool ed etere, ma solubile in soluzioni di sali alcalini. I cristalli di acido urico non disciolti possono accumularsi nelle articolazioni e causare, così, l’artrite e la gotta. Quando si è giovani il nostro corpo è più alcalino e l’eccesso di acido urico viene disciolto facilmente ed espulso attraverso i reni. Nella vita odierna, un consumo eccessivo di carboidrati ed uno scarso esercizio fisico (per bruciarli) sono la causa dell’accumulo di acidi grassi nel nostro corpo. L’acido acetico, l’acido lattico e il colesterolo derivano dalla scomposizione degli acidi grassi. Una molecola di acido grasso è una lunga catena di atomi di carbonio e idrogeno, come la molecola di colesterolo. Quando il sangue contiene un eccesso di acidi grassi, acido lattico e acido acetico, il pH del sangue tende a scendere (cioè diventa più acido). In questo caso nel nostro corpo si mettono in moto molti meccanismi complessi per mantenere il pH del sangue a un livello di sicurezza, utilizzando le riserve di minerali alcalini. Nel sangue un sistema tampone lavora incessantemente con l’ausilio di sali alcalini per neutralizzare gli acidi. Un’altra soluzione per aumentare il pH sanguigno è convertire alcuni acidi liquidi in acidi solidi, ossia in forma di acidi insolubili: il colesterolo è una di queste soluzioni. Per questa ragione, anche se non mangiamo cibo contenente colesterolo, il no-
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stro corpo lo produce ugualmente, fintantoché mangiamo cibi che producono derivati acidi.
IL RUOLO DEL COLESTEROLO A noi tutti è ben noto il ruolo che ricopre il colesterolo riguardo la circolazione sanguigna, i problemi cardiaci e lo sviluppo di placche nelle arterie. Un fatto di cui non abbiamo familiarità è invece il processo attraverso cui gli acidi fanno coagulare il sangue. Come abbiamo visto, il sangue acido tende a legare a sé il calcio (anche prelevandolo dalle ossa) per neutralizzare il pH troppo basso; poiché dalle ossa il calcio può essere prelevato molto lentamente, nasce il bisogno di depositi di calcio più vicini e soprattutto disponibili a cedere il minerale in maniera più veloce, come ad esempio le pareti dei vasi sanguigni. Quando viene utilizzato il calcio delle pareti vascolari, esso viene rimpiazzato dal colesterolo, una sostanza sempre presente e resistente all’acidità, al contrario del calcio. Il problema nasce quindi se il nostro organismo deve gior nalmente combattere con costanti livelli di acidificazione, perché è conseguentemente costretto a produrre maggiori quantità di colesterolo per cercare di sostituire il calcio utilizzato e proteggere le pareti dei vasi. Una delle conseguenze più logiche è l’aterosclerosi, cioè un indurimento (sclerosi) della parete arteriosa che compare con il progredire dell’età: è la conseguenza dell’accumulo di tessuto connettivale fibroso a scapito della componente elastica, dovuto proprio al fatto che per mantenere spessore ed elasticità dei vasi il colesterolo, mescolato alle scorie acide del sangue, viene depositato sulle pareti delle arterie. È un’altra straordinaria strategia – purtroppo fraintesa – del nostro organismo: convertire gli acidi liquidi in acidi solidi, in modo che non si possano sciogliere nel sangue e fare danno. L’indurimento della parete del vaso forma la cosiddetta plac-
focus dislipidemie BIBLIOGRAFIA Per chi vuole approfondire l’argomento, si consigliano le letture: “La dieta pH” di Valeria Mangani e Adolfo Panfili, Edizioni Tecniche Nuove. “Invertire l’invecchiamento” di Sang Wang, Macro Edizioni. Si consigliano inoltre gli studi internazionali in merito all’equilibrio acido-base: Remer T., “Influence of nutrition on acid-base balance – metabolic aspects”, European Journal of Nutrition, 2001 October, 40(5): 214-20 Remer T., “Influence of diet on acid-base balance”, Semin. Dial. 2000 Jul-Aug Murakami K., Sasaki S., Takahashi Y., Uenishi K., “Association between dietary acid-base load and cardiometabolic risk factors in young Japanese women”, British J Nutrition, 2008 September Gamble W., “Atherosclerosis: the carbonic anhydrase, carbon dioxide, calcium concerted theory”, J Theor Biol, 2006 Mar 7
ANNA SACCHI ca, che tende ad accrescersi all’interno del vaso e a restringerne progressivamente il calibro, riducendo di conseguenza il flusso di sangue, ossigeno e altre sostanze vitali. Può accadere anche che una placca si rompa e i suoi frammenti embolizzino, cioè trasportati dal sangue vadano a chiudere i vasi piccoli situati più lontano.
CONCLUSIONE È evidente quindi che alti livelli di colesterolo vadano visti come una risposta fisiologica e protettiva dell’organismo all’acidità, e che quindi non vada combattuta con farmaci, bensì riequilibrando l’alimentazione e mangiando più cibi naturali. Il colesterolo alto è quindi solo una conseguenza e NON una delle cause
primarie dei problemi cardio-vascolari, e non ha quasi nessun valore l’assunzione di alimenti specifici, visto che comunque più dell’85% del colesterolo è autoprodotto dall’organismo. Tale conclusione, considerati i profitti dell’industria di sostanze anticolesterolo, è pesante quanto doverosa, nonché verificabile analizzando l’alimentazione di tutte quelle popolazioni ancora esistenti (come gli aborigeni australiani e i pigmei dello Zaire) che, con una alimentazione molto primitiva, naturale e alcalina, hanno pressione sanguigna e livelli di colesterolo molto bassi. Ciò forse non avvalora del tutto e come assoluta la teoria acidobase, ma fornisce sicuramente una chiave di lettura in più che tutti dovrebbero conoscere.
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Laureata in Scienze Motorie, lavora da 10 anni nelle più importanti palestre milanesi come fitness trainer. Segue dal 2003 numerosi clienti come personal trainer, occupandosi non solo dell'allenamento ma anche del loro benessere psicofisico, esigenza che l'ha spinta a specializzarsi sempre più nelle tecniche di allungamento e rilassamento. Nell'ultimo anno si è occupata di consulenza, dell'ins e g n a m e n t o dell'Educazione Fisica a scuola e della ginnastica specifica per la terza età.
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LA SALUTE: IL MERCATO DEL FUTURO La consapevolezza dell’importanza di rimanere in buona salute è sempre più radicata nello stile di vita delle persone e le palestre sono molto sensibili a questo trend. Secondo i sondaggi, il settore della salute è uno dei 7 comparti che dispongono di un potenziale di crescita indipendente dalla crisi economica. “Il settore fitness può essere considerato come colonna portante del Sistema Salute Internazionale… la pressante richiesta da parte dei Buyers in questa direzione ha fatto sì che anche le grandi società abbiano già integrato la propria offerta in questa direzione“, commenta Olaf Tomscheit, Direttore del Salone. Già presentato l’anno passato, in questa edizione del 2010 FIBOmed svolgerà un ruolo ancor più significativo, come podio espositivo e punto di incontro tra il mondo del fitness, i medici, i fisioterapisti, i centri di rieducazione e le compagnie di assicurazione.
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lungo ho pensato se non fosse una semplice esigenza personale quella di realizzare un centro Clinical Pilates dove l’arte e il benessere si fondessero in una sola azione e, soprattutto, se fosse una cosa con una certa logica. Poi finalmente ho capito cosa volevo: delle immagini da leggere toccandole con gli occhi. Pur facendo salvo il concetto che il recupero fisico e l’arte seguono metodologie e strade diverse, mi importa far passare la riflessione che in fondo queste strade non sono poi così lontane. Non è infrequente nel recupero della forma, o se vogliamo della salute, far visualizzare all’allievo il contorno o il gesto da imitare, per sperare in un momento di recupero svincolato dalle regole della normalità. È solo un trattato imposto quello che, senza regole certe, il recupero sfoci in una confusione di gesti, oppure può essere considerata anch’essa una forma di espressione artistica con velleità fisioterapiche? Provare a riconfezionare nuovi interventi terapeutici con l’utilizzo della vista non è certo una novità, come pure utilizzare l’arte come terapia è cosa già vista e di provato successo. Ma immergere l’allievo in un ambiente con una storia nell’arte, non può forse aiutarci a far meglio superare il dolore fisico nel caso ce ne fosse? Ecco, la mia idea è questa: voglio rendere il mio allievo partecipe dell’esercizio impostato e nello stesso tempo fargli godere
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del riflesso dei colori e della vitalità delle opere che lo circondano. Uno spazio mente corpo dove i protocolli di lavoro vivono all’unisono con le opere che lo circondano: quadri da toccare con le mani e con gli occhi, punti fissi che possono essere presi come termini di paragone, opere da valutare per visualizzare di quando in quando momenti differenti durante la seduta di lavoro. E così ottenere umore che vola alto per ritrovata gioia…
CORRISPONDENZE E RICHIAMI Il concetto di benessere psico-fisico e le forme espressive artistiche condividono da tempi remoti un destino comune, volto alla ricerca dell’equilibrio perfetto tra la mente e il corpo, tra l’universo eidetico del pensiero e l’atto materiale, contingente del gesto concreto laddove esso possa esercitare sul corpo mutazioni radicali e profonde. Senza dubbio alcuno le civiltà orientali possiedono il primato in tale complessa ricerca, basti pensare all’intenso legame che connette la filosofia Zen alle arti marziali o alle pratiche a esse collegate. L’occidente, a causa di una tradizione dualistica e dicotomica del pensiero - da Platone, passando per Cartesio - ha invece operato una netta divisione tra la sostanza pensante e la sostanza fisica. Ci chiediamo se sia dunque possibile affiancare l’arte, sebbene essa sia già una sorta di traduzione materiale dell’immaginazione, alla pratica
sportiva nella ricerca di intime corrispondenze e fecondi richiami. Può la pittura, per esempio, suggerire ed esortare alla cura del corpo? E può quest’ultima stimolare l’immaginazione umana? Di sicuro è possibile stabilire interessanti parallelismi tra le due forme di approccio all’essenza Link umana, come credo sia riuscito a fare l’artista Davide Binello con i suoi pannelli cosmici. Premessa fondamentale alla base dell’elaborazione della forma nell’opera, appare il concetto di energia cosmico-primordiale nella quale si ritroverebbero tutti gli elementi compositivi degli elementi organici. Colori accesi e infuocati trovano l’ordine assoluto nei tracciati circolari del corpo solare e tra i reticolati luminosi dei loro percorsi geometrici e misteriosi. L’azzurro radioso dei cieli reca l’impronta perpetua della potenza plasmante, paradigma costante dello slancio creatore, attraverso cui l’uomo ricerca il punto d’intersezione primario tra benessere fisico e psichico.
LA REALIZZAZIONE Nella prima sala “Sala del Sole” sono rappresentati soli crescenti, inseriti su blocchi bianchi posizionati in modo da formare le ali di un gabbiano: simboleggiano il passaggio della nostra stella durante il giorno e l’evoluzione del genere umano. Nella seconda sala “Sala del Mattino” una serie di pannelli rappresenta la formazione di galassie e la creazione dell’Uomo. Nella terza sala “Sala del Pomeriggio” un’altra serie di pannelli ci conduce nuovamente alla nascita di galassie e alla creazione della Donna. L’atavico richiamo tra Uomo e Donna viene enfatizzato dall’inserimento della “Scultura del Pomeriggio” nella “Sala del Mattino” e, viceversa, la “Scultura del Mattino” nella “Sala del Pomeriggio”.
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Ridurre
Produrre
Zero Impact
Recuperare
di Emiliano Sessa esessa.evolution@gmail.com
l progetto Zero Impact nasce allo scopo di realizzare centri sportivi, benessere e fisioterapici a basso costo di gestione e basso impatto ambientale, con la chiara volontà di guardare oltre a ciò che è presente e di progettare o riprogettare le strutture alla luce delle nuove tecniche e tecnologie ecocompatibili. Con questo articolo vogliamo approfondire come effettivamente opera il Progetto Zero Impact e come si struttura l’analisi che sta alla base di una consulenza energetica Zero Impact. Innanzitutto chiariamo che la finalità prima di tale consulenza è di fornire, attraverso un’accurata analisi, gli interventi e le tecnologie utilizzabili all’interno di un centro al fine di ridurre i costi di gestione relativi a metano (o gasolio da riscal-
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damento) ed elettricità e rendere la struttura maggiormente ecocompatibile. Su questo principio base si articolano i tre pilastri del progetto, che vengono riassunti nell’acronimo RPR: Ridurre, Produrre, Recuperare.
RIDURRE Il primo pilastro si occupa esattamente di analizzare ed evidenziare tutti i punti energivori ad alta dispersione, e dunque ad alto costo energetico, della struttura, per poi trovare la miglior soluzione sia costruttiva che tecnologica per porre rimedio a tali deficit. Interventi a questo livello ricoprono spesso un ruolo fondamentale nel miglioramento delle prestazioni globali della struttura che portano inevitabilmente a una riduzione dell’esborso
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annuo relativo ai costi per energia primaria (metano o gasolio da riscaldamento) e secondaria (elettricità). Ovviamente il risultato complessivo di questo passaggio è fortemente influenzato dalla situazione iniziale della struttura, tuttavia, a meno di impianti di nuova costruzione, mediamente si possono ottenere riduzioni dell’ordine del 30-50%.
PRODURRE Una volta conseguito il primo obiettivo si sposta l’attenzione sul secondo step di analisi, in cui ci si concentra sulla possibilità di variare il sistema stesso di produzione dell’energia richiesta dal nostro centro. Abbiamo due possibili vie da percorrere: verificare la possibilità di ottenere energia
community business elettrica e termica attraverso nuove tecnologie come pannelli fotovoltaici, pannelli solari o sonde geotermiche, oppure vagliare l’opzione di utilizzare un differente combustibile rispetto ai più comuni e diffusi combustibili di derivazione fossile.
RECUPERARE Attraverso i primi due passi si è provveduto a ridurre il fabbisogno energetico necessario alla struttura presa in esame e a ottenere tale energia attraverso fonti alternative a minor costo e a ridotto impatto ambientale. A questo punto non ci resta che passare all’ultimo step di analisi al fine di ottimizzare al massimo il nostro impianto. Con il terzo pilastro, recuperare, si vanno ad analizzare i possibili interventi che consentono di utilizzare acqua e calore per più cicli di vita. Questo aspetto si può facilmente notare se si prende in considerazione il consueto ciclo dell’acqua all’interno di un centro benessere, una palestra ecc. Normalmente in tali strutture l’acqua impiegata per le docce viene poi fatta defluire nella fognatura con ancora un’alta carica energetica (mediamente la temperatura di tale acqua si aggira intorno ai 30 gradi) e senza provvedere ad alcun recupero; in effetti tale acqua, se debitamente raccolta e filtrata, potrebbe essere impiegata nuovamente per i sanitari del centro stesso e il calore ancora contenuto potrebbe essere impiegato per preriscaldare l’acqua in ingresso alla caldaia, andando così a diminuire il salto termico che la caldaia deve coprire al fine di fornire acqua calda alla temperatura desiderata.
CONCLUSIONI Attraverso l’analisi RPR del progetto Zero Impact si riescono a evidenziare e risolvere tutte quelle carenze e dispersioni energetiche che portano ad avere alti costi di gestione delle strutture sportive e dei centri fisioterapici. I benefici che derivano da una consulenza di
questo tipo portano mediamente a riduzioni di costo per metano e corrente nell’ordine del 20-50% con punte, in casi di strutture particolarmente energivore, che possono arrivare fino al 70%. Gli investimenti proposti sono valutati in base al costo-beneficio e al payback time, in modo da garantire nella quasi totalità dei casi un consistente miglioramento tramite una spesa che possa essere ammortata nell’arco di 4/6 anni al massimo. Dato il costante aumento del costo dell’energia, nell’ordine del 2% annuo, inutile sottolineare che, soprattutto in un’ottica di lungo termine, avere la possibilità di intervenire in modo consistente su questa voce di costo permette alla struttura di ottenere un vantaggio rispetto ai diretti avversari che può rivelarsi determinante, soprattutto in un mercato ipercompetitivo che non consente improvvisazioni o pressapochismi, ma nel quale ogni aspetto deve essere ottimizzato.
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Emiliano Sessa Laureato in Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Milano, entra a far parte del mondo dell'industria lavorando per diverse aziende, tra le quali AgustaWestland, in qualità di buyer. Attualmente lavora in proprio come consulente per la realizzazione, gestione e promozione di centri Fitness & Wellness.
rehab
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Manipolazioni mio-fasciali:
un contributo al miglioramento delle performance sportive per gli atleti
di Maurizio Ronchi passivattiva@libero.it
na delle prerogative della tecnica passivattiva è manipolare, per quanto possibile, tutto il muscolo e i suoi dintorni, ossia le espansioni mio-fasciali. La manualità è applicata a 360° in maniera ampia e il più possibile avvolgente: sopra, sotto, lateralmente fino alle periferie muscolari durante le fasi di cambiamento dimensionale del muscolo dettate da contrazione, allungamento e rilascio, sia attivate dall’atleta stesso, che passivamente quando l’operatore lo aiuta nel movimento di escursione muscolo-articolare. Così facendo è possibile influire sulla circolazione dei fluidi nella sostanza di base che, per quanto si conosca ancora poco, ora
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Seconda parte
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più che mai si è certi degli importanti cambiamenti indotti per l’effetto dell’idratazione dinamica provocata dalla manipolazione mio-fasciale. Un esempio è l'incremento della rigenerazione dei GAG (GlicosAminoGlicani) che, essendo molto viscosi, si estendono e si legano anche alla membrana cellulare dove, grazie alla presenza di H2O, sono incomprimibili. Questo li rende supporto e mezzo ideale per condurre il nutrimento e per la lubrificazione, permettendo il fisiologico scorrimento tra i vari fascial layers del TC (1). Se dopo il trattamento di manipolazione facciamo eseguire passivamente o chiediamo all'atleta di eseguire esercizi di mobilizzazione per l'area interessata, sono più durevoli gli effetti ottenuti, sti-
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molando inoltre il fisiologico turnover del collagene (Brad Hiskins) (2).
MIGLIORARE IL SISTEMA PROPRIOCETTIVO Vista la dinamicità e la grande superficie mio-fasciale trattata, questa tecnica di sports-bodywork, passivattiva è capace anche di stimolare i diversi meccanocettori situati sia nei tessuti profondi che in quelli limitrofi (espansioni), migliorando di fatto il sistema propriocettivo a vantaggio di una maggiore stabilità muscoloarticolare del gesto atletico o nella fase di riatletizzazione. Prendo a prestito il termine “induzione miofasciale” caro a Maurizio Cosciotti, collaboratore del Prof. A. Pilat e coauto-
rehab re dell’omonimo libro, che mi torna utile per finalizzare tutte le considerazioni fatte sinora con una mia recente esperienza. È curioso che io abbia direttamente riscontrato tutte le induzioni prodotte da una manipolazione mio-fasciale, soprattutto per l'input propriocettivo esercitato, prima ancora di conoscere, studiando più a fondo, il meccanismo fisiologico del cambiamento chimico-fisico che avviene nelle aree manipolate. È stata dunque quanto meno apprezzabile dal vivo, l’esperienza avuta nel seguire l’evoluzione di sub-lussazioni alla spalla capitate ad alcuni dei miei rugbisti. Ahimè sei spalle fuori uso nei primi mesi della stagione; a parte una frattura alla clavicola le altre cinque non sono state di grave entità. È ovviamente occorso il normale iter: pronto soccorso, stop con immobilizzazione e visita ortopedica, riabilitazione dal fisioterapista e riatletizzazione col preparatore atletico e il preparatore fisico. Con quest’ultima definizione (il sottoscritto, nella fattispecie), intendo definire chi nell’ultima fase, quella post-terapeutica dell’iter, assiste e lavora fisicamente con le proprie mani sul corpo dell’atleta. Tre degli atleti infortunati erano recidivi alla sub-lussazione, anche se per l’altra spalla, che era stata seguita in parte con lo stesso iter diagnostico-terapeutico, ma senza la figura del preparatore fisico - bodyworker massaggiatore. Una volta terminate le sedute di fisioterapia, era lasciato all’atleta il classico programma da svolgere a casa: elastici, stretching, esercizi di Codman e mobilizzazioni varie. Come riportato dalla casistica e confermato dalla mia lunga esperienza, il 60% degli atleti, per la voglia di tornare in attività e bruciare il normale tempo necessario, a malapena si applica per una settimana/dieci giorni. Del restante 40%, una metà arriva alle 2 settimane complete di lavoro a casa, più o meno eseguito scrupolosamente, l'altra metà, cioè circa il 20%, completa per intero il programma consigliato dal terapista o medico sportivo. Secondo que-
sti dati sappiamo tutti bene quali poi siano i tempi, le lungaggini ma soprattutto la qualità del ritorno all’attività atletica dopo un approssimativo e sbrigativo programma di lavoro fai da te. Voglio riportare alcuni dati epidemiologici forniti al corso cui ho partecipato di "Patologia traumatica e da sovraccarico nello sport: nuovi percorsi terapeutici" organizzato dall'U.O. di OrtopediaTraumatologia del Presidio Ospedaliero di Giussano (MI) (3), dove si evidenzia su base annua l'abnorme differenza d’infortuni legati alla pratica sportiva e quelli legati alla strada: questi ultimi sono circa 94.000, mentre i primi arrivano a 600.000 (!!). Non sono stati presentati i dati relativi alle recidive nello sport, ma vista l'enormità della casistica è sicuramente plausibile una rilevanza numerica importante. Prendo questi dati, senza voler fare approfondimenti sui motivi per cui avvengano tanti infortuni, solo per evidenziare quanto un programma di riatletizzazione fatto in casa possa alimentare questo dato preoccupante. A tal ragione è bene ribadire quanto sia importante il contributo delle nostre tecniche per la vita sportiva degli atleti che seguiamo per scongiurare tali recidive: "quando un'articolazione è immobilizzata, il minore carico e scarico meccanico della cartilagine e dei tessuti circostanti interferisce con il normale ricambio delle cellule e degli elementi della matrice (MEC). Questo ridotto stimolo si traduce in minore sintesi di proteoglicani. Di conseguenza, la perdita di matrice aumenta la vulnerabilità del tessuto all'infortunio quando si riprende la normale attività sportiva" (Elzi Volk)(4). Si conoscono bene da tempo gli effetti che l'immobilizzazione forzata per infortunio provoca su tendini e legamenti. In particolare, faccio riferimento a un vecchio ma preciso e valido studio di David Amiel (5) dove si evidenziano importanti differenze dei valori nei grafici delle curve di deformazione tra un legamento collaterale di coniglio dell'articolazione del ginocchio libera, rispetto a quello con l'articolazione
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immobilizzata. Quest'ultimo legamento evidenzia come, con meno della metà di carico e con leggeri incrementi, subisca una deformazione seria, così come anche dimostrato nel grafico di stress e strain eseguito sugli stessi. Ciò, a detta degli autori, non è tanto dovuto alla perdita di trofia del tessuto connettivo, (se n’è riscontrata poca), quanto alla qualità del collagene del legamento, dal momento che viene a modificarsi il fisiologico turnover degradato/risintetizzato e il rapporto tra vecchio collagene e nuovo. Per tal motivo è da ribadire l'importanza che il massaggio e la manipolazione connettivale/fasciale hanno nel migliorare le caratteristiche fisiche del collagene, aumentando l'efficacia meccanica e strutturale di tendini, legamenti o fascia che
rehab http://it.wikipedia.org/wiki/So stanza_fondamentale
sia. Ritorno alle spalle dei rugbisti. Questa volta, oltre al lavoro svolto a casa, gli atleti sono stati da me settimanalmente seguiti, o meglio assistiti, dato che il grosso dell’impegno era loro. Il mio supporto è stato per le mobilizzazioni articolari, per i test muscolari, manualità per aumentare il microcircolo e il drenaggio, per eliminare rigidità, contratture e aderenze nell’area interessata e risolvere i problemi di compenso insorti in alcune parti del corpo. Il lavoro efficace è stato quello compiuto manipolando non tanto il ventre dei muscoli della cuffia e di quelli correlati all’articolazione rotatoria della spalla, ma la fascia in tutte le sue varianti ed espansioni mio-fasciali comprese. Quindi un massaggio e una manipolazione molto più vasti in considerazione dell'intimo legame che esiste tra il TC denso e quello lasso, ricco di sostanza fondamentale, dove uno diviene la prosecuzione dell'altro creando importanti zone di transizione. Partendo da questo punto di vista ho fatto in modo che la manipolazione trattasse il più possibile i diversi aspetti del TC disponibile, tendini, legamenti, capsula articolare, fino alla periferia dei muscoli, le zone d’intersezione, congiunzione e sovrapposizione: sono gli hot spots, punti di lesione mio-fasciale o di sovraccarico, dove convergono le forze di tensione dei tessuti non più in tensegrità della catena cinetica mio-fasciale riferita. "Se non vengono ripristinati i dovuti equilibri, nel tempo il sovraccarico può determinare l'insorgenza di sintomi clinici, espressione di alterazioni anatomiche che si creano lentamente e in funzione del tipo di attività, della qualità del gesto" ... portando ad alterazioni e a errori nel complesso sincronismo della catena cinetica (G. Di Giacomo) (6). Nel giro di qualche settimana mi son sentito dire dai ragazzi (separatamente, per cui senza influenza reciproca) che, rispetto alla precedente riatlezzazione, sentivano la spalla più attaccata, meno lassa, più sicura, tanto che autonomamente hanno sentito il bi-
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rehab sogno di incrementare le ripetizioni e il carico negli esercizi. In base allo studio di approfondimento compiuto grazie alla vasta letteratura disponibile in rete e alle preziose spiegazioni di chi la fascia la vive, studiandola da anni, posso capire e dire, senza scoprire l’acqua calda, che è fondamentale un lavoro di sports-bodywork mirato alle varie tipologie di TC dell’area da trattare anche sotto l'aspetto degli input propriocettivi indotti. "La propriocezione, comunque, è fondamentale, in quanto i segnali propriocettivi viaggiano più velocemente di quelli nocicettivi, e sono quindi molto importanti nella prevenzione delle lesioni articolari" (M. Cesena) (7). Questo mi fa fermamente pensare che la mia esperienza non sia stata un caso, ma il frutto di una precisa e ora conosciuta efficacia delle manipolazioni mio-fasciali o sports-bodywork cui anche la tecnica passivattiva fa riferimento. Questa esperienza mi lascia soddisfatto in veste di massaggiatore, bodyworker o preparatore fisico che dir si voglia, dato che il lavoro di appoggio e assistenza eseguito assieme all’atleta nell’ultima fase, ormai non più delicata essendo post terapeutica, è essenziale e mai da sottovalutare. Non è da considerarsi facoltativo se si voglia tornare in attività con un certo margine di tranquillità psichica avendo ritrovato un ottimo supporto propriocettivo e fisico-atletico. Ora più che mai sono convinto che il knowhow di un bodyworker sportivo deve contenere il giusto mix di esperienze, ricerche e studi scientifici se si vuole ottenere la miglior efficacia dalle proprie tecniche mio-fasciali al servizio dello sportivo e dell'atleta, per aiutarlo nel ricercare la miglior performance, o come supporto nella fase di riatletizzazione pur rimanendo sempre nei propri ambiti di intervento e limiti operativi.
IL MOVIMENTO FASCIALE Voglio terminare questo lavoro che mi è costato tanta piacevole fatica
facendo una considerazione sul movimento fasciale che in Italia sta timidamente, ma con molta determinazione, cercando di uscire allo scoperto nel mondo dello Sports&Med. Timidamente solo poiché è davvero difficile trovare spazio, risorse e aiuti per fare ricerca e sperimentazione nell'affascinante campo della Fascia. Condivido la preoccupazione del Ft Maurizio Casciotti nell'affermare che in Italia, finché non si capirà un certo discorso saremo tagliati fuori dalla ricerca che sta avvenendo in tutto il mondo a livello educativo. Ne so qualcosa io, che non essendo medico né terapista, ho sempre trovato vita dura qui in Italia, mentre da anni all'estero ho collaborazioni e aiuti da illustri scienziati, ricercatori e bodyworkers, tra i quali il premio Nobel per la Medicina, lo straordinario Dottor Dave Simons. Ma noi del movimento fasciale siamo determinati e ottimisti anche in visione di ciò che sta avvenendo in questi ultimi anni nella fascial world community, sperando che anche il nostro paese possa contribuire al progresso comune di ricerca e sviluppo in questo campo affascinante. Riporto a seguito un breve passo di un'intervista di Luigi Stecco per collegare tre movimenti fasciali Italiani che conosco, con molti punti in comune: Associazione Manipolazione Fasciale, ASSOTI-Bodyworks e Induzione Miofasciale. "... Solo una mano, guidata da profonde conoscenze scientifiche, può risolvere bene e velocemente un problema muscolo-scheletrico. Più si hanno conoscenze, più si riesce a risalire alla causa di un dolore e di una disfunzione articolare. Non c'è niente di magico". (8) Auspico a tutto il movimento fasciale in Italia, un continuo e sempre più attivo scambio di idee ed esperienze finalizzato non solo nel miglioramento delle tecniche, ma in una visione di più ampio respiro internazionale per la salute, lo sport e lo star bene.
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MAURIZIO RONCHI Istruttore FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera). Istruttore, preparatore atletico e massaggiatore sportivo non terapista e "G.S.5CERCHI" di Seregno. Istruttore nel CAI (Club Alpino Italiano) di Carate Brianzanella "Scuola di Alpinismo M. Dell'Oro". Ha praticato diversi sport a livello agonistico e amatoriale: basket, atletica leggera, judo, podismo, alpinismo. Attualmente collabora con palestre, società sportive, seguendo diversi atleti in qualità di massaggiatore sportivo non terapista e preparatore atletico. È istruttore di postura MBT, Tutor in Massaggio Wellness TIB e docente per i corsi di SportBodyworks TIB, presso la scuola ASSOTIB di Arcore. È massaggiatore sportivo non terapista del Seregno Rugby. Membro AMF - Associazione Manipolazione Fasciale e AITK Associazione Italiana TapingKinesiologico. http://massaggiosportbodyworks.spaces.live.com
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NOTE 1. Dott.ssa Annunziata Scherillo "Riproduzione, sviluppo e accrescimento dell'uomo XVIII ciclo " Università di Napoli www.fedoa.unina.it 2. Brad Hiskins "Tissue Tension Techniques" pub. Jan 1998 www.softtissuetherapy.com.au 3. Dr Claudio Manzini ed equipe " Patologia traumatica e da sovraccarico nello sport: nuovi percorsi terapeutici" corso organizzato dall'U.O. di Ortopedia - Traumatologia del Presidio Ospedaliero di Giussano (MI) 4. Elzi Volk "Connective tissue: the good, the bad and the ugly", www.thinkmuscle.com 5. David Amiel, Savio L-Y. Woo, Frederick L. Hardwood & Wayne H. Akeson "The effect of immobilization on collagen turnover in connective tissue: a biomechamical correlation" Acta orthop. scand. 53,325-332, 1982 6. Dr Giovanni Di Giacomo "Inquadramento clinico diagnostico della spalla: patologie più frequenti. Etiopatogenesi" www.laspalla.it 7. Dr Marco Cesena, Dr Marino Baldo, Ft Alessandra Chiffi "Distorsione tibiotarsica nella pratica del rugby: dall'incidenza al recupero funzionale ad una proposta di prevenzione", BLUWELLNESS periodico d’informazione sanitaria, ottobre 2003 n.3 www.blucenter.net (8) Ft Luigi Stecco "La cura della fascia " intervista su Vita&Salute apr. 2003 www.fascialmanipulation.com
allenamento
Core stability di Claudio Ciapparelli e Marta Landini claudio.ciapparelli@tin.it
training
circa dal 2002-2003 che il concetto di core stability è entrato a far parte della cultura dello sportivo. Proviamo a capire di cosa si tratta e quali benefici si possono ottenere migliorando la propria stabilità funzionale, a partire dal significato del termine: - core, ovvero centro, punto di equilibrio di un corpo, nucleo, torsolo, cuore; - stability, ovvero stabilità, stato di un sistema che dopo una perturbazione esterna tende spontaneamente a tornare nello stato iniziale, capacità di controllare la posizione del corpo e in particolare del centro di massa, capacità di equilibrio. Il core nel corpo umano si identifica con il bacino (complesso coxolombo-pelvico), che rappresenta un punto di reazione stabile per il resto del corpo. Da qui nasce l’importanza della stabilizzazione del bacino mentre si compie qual-
È
siasi gesto, atletico e non. Per esempio, se calcio una palla e non ho il bacino stabile rischio di sovraccaricare alcuni gruppi muscolari e creare compensi in altri e, inoltre, il calcio sarà poco efficace. Più in generale, anche in assenza di situazioni patologiche, nelle attività che svolgiamo quotidianamente, come guidare l’auto, guardare la televisione, usare il mouse… si possono generare atteggiamenti posturali scorretti che producono squilibri muscolari o rigidità e tensioni della muscolatura, soprattutto a carico della colonna vertebrale (tratto cervicale-dorsale e lombosacrale). Nello sport, tanti piccoli sovraccarichi a gruppi muscolari dovuti a meccanismi di compenso posturali possono generare un infortunio. Per creare stabilità è fondamentale avere equilibrio. Possiamo distinguere un equilibrio statico, ossia riferito a un corpo immobile, e un equilibrio dinami-
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co, riferito a un corpo in movimento. Per tutti gli esseri viventi la condizione di equilibrio statico in senso stretto non esiste, perché respiriamo, perché ci sono attriti interni al nostro corpo. Una buona capacità di equilibrio è molto importante negli sport di figura (immaginiamo una pattinatrice che deve sollevare una gamba), ma anche nella vita quotidiana, per compiere tutti i gesti in modo controllato e senza creare carichi sulla colonna vertebrale. Per esempio, se dobbiamo sollevare una borsa pesante possiamo spostare il carico sulla colonna vertebrale o stabilizzare il bacino attivando la muscolatura in modo corretto, proteggendo in questo modo la zona lombare senza creare compensi. Da qui possiamo introdurre il concetto molto importante di catena cinetica, o meglio di catene cinetiche, attraverso le quali trasferiamo energia da una zona all’altra del corpo. Il corpo umano è
allenamento “tenuto insieme” dalle articolazioni, che sono dei giunti che collegano due segmenti della catena cinetica del corpo umano: - colonna vertebrale zona cervicale - colonna vertebrale zona toracolombare - sacro iliaca - anche - ginocchio - piede. Attraverso le catene cinetiche trasferiamo energia, quindi, quando eseguiamo qualsiasi gesto, alcuni distretti del corpo si muovono, mentre altri devono essere stabilizzati dai diversi gruppi muscolari.
tenere una giusta sincronia fra i diversi segmenti del corpo (per esempio la giusta spinta per andare in una direzione) e tra il corpo e l’ambiente. Lo scopo di tutti i nostri gesti è quello di raggiungere un obiettivo: stendo il braccio per prendere una matita, cammino per andare al lavoro. Quindi possiamo dire che le azioni volte a garantire l’orientamento e la stabilità del sistema variano a seconda dell’obiettivo: una pallavolista potrà concentrarsi sull’orientamento verso la palla a scapito della stabilità del corpo, mentre uno sciatore avrà bisogno di stabilità per garantire il giusto orientamento.
TRASFERIMENTO di ENERGIA CORPO UMANO
AMBIENTE (energia propulsiva: movimento) CORPO UMANO
AMBIENTE (forze di reazione e forze esterne)
Quando la risultante di tutte le forze applicate è nulla, il soggetto resta immobile; quando è diversa da zero, il soggetto si muove. Ne deriva che in ogni attività è necessario un adeguato controllo posturale, che prevede sia azioni statiche che dinamiche, indispensabili per controllare l’orientamento del sistema (corpo umano). È fondamentale avere sempre un controllo della posizione: attraverso le catene cinetiche stabilizziamo alcune parti e ne muoviamo altre. Ma se non siamo in grado di stabilizzare, la catena va “dove vuole”, creando compensi e posture sbagliate. È anche importante riuscire a man-
LA STABILITÀ È ALLENABILE Possiamo adesso definire il concetto di core stability come stabilità del centro del sistema e stabilità per garantire l’obiettivo, o meglio controllo della muscolatura lombare per mantenere la stabilita funzionale. La stabilizzazione della zona lombo-sacrale avviene attraverso i muscoli: - retto dell’addome - trasverso dell’addome - obliqui interno ed esterno - erettore della colonna - multifido. Questi muscoli hanno tre importanti caratteristiche in comune: 1. a livello anatomico, hanno la loro inserzione distale sul bacino; 2. a livello motorio, coinvolgono la parte bassa del busto; 3. a livello posturale, svolgono un’importante attività anticipatoria, ovvero si devono attivare prima che si compia un gesto (per esempio, prima che si lanci una palla). Questi muscoli possono essere allenati attraverso esercizi su qualsiasi tipo di superficie instabile
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(sabbia, ghiaccio, tappetino arrotolato, palloni, tavolette..) in modo da ritrovare la stabilità in una situazione di instabilità. Un esempio facile da applicare e da eseguire sono gli esercizi con la palla: l’instabilità data dall’interfaccia corpo-palla migliora la coordinazione tra le attività dei muscoli agonisti, antagonisti, stabilizzatori e sinergici. Concludendo, possiamo affermare che il core stability training è l’allenamento che permette di reclutare selettivamente la muscolatura del tronco e di imparare il controllo della posizione della zona lombare durante il movimento. Questo avviene tramite il reclutamento dei muscoli profondi del tronco, ma ancor di più grazie alla coordinazione e all’anticipazione del reclutamento. Questo tipo di allenamento è utile per prevenire infortuni (per esempio pubalgie), in riabilitazione e per migliorare la performance.
CLAUDIO CIAPPARELLI Classe 1974, studente della Facoltà di Scienze Motorie presso l’Università degli Studi di Milano, lavora attualmente per StarPerformance nell’ambito del nuoto; allenatore nuoto master della DDS e di Mozzate; allenatore triathlon
ARC Busto Arsizio. Collabora con importanti riviste del settore professionale sportivo
management & marketing
Deducibilità dei costi
Spese di rappresentanza,per alberghi e ristoranti di Paola Bruni Zani paolabrunizani@studiobrunizani.it
uotidianamente le aziende sostengono spese per vitto e alloggio per dipendenti, amministratori e per clienti. La normativa fiscale prevede diversi regimi di deducibilità dei costi a seconda della qualificazione degli stessi (spese alberghiere, di rappresentanza, omaggi ecc.). Scopo della presente trattazione è fornire una guida operativa per l’esatta identificazione della tipologia di costo sostenuto e del conseguente regime tributario applicabile.
Q
SPESE DI RAPPRESENTANZA È opportuno ricordare che la disposizione che ammette la detrazione dell’Iva per le spese di somministrazione di alimenti e bevande e le prestazioni alberghiere convive con l’altra normativa inerente le spese di rappresentanza, che prevede invece l’indetraibilità assoluta dell’Iva. Il problema pratico è quello di individuare esattamente la tipologia di spesa, in quanto sovente alcune
spese di vitto e alloggio possono essere inquadrate come spese di rappresentanza o spese per prestazioni alberghiere, con differente trattamento fiscale ai fini Iva e imposte dirette. In base all’articolo 108 del D.P.R. 917/86 sono considerate spese di rappresentanza le spese per beni e servizi che presentano i requisiti generali indicati nella tabella 1. Il decreto Ministeriale 19/11/2008 comma 1 all’art. 1 fornisce un elenco esemplificativo e non esaustivo delle fattispecie più ricorrenti di spese qualificabili come spese di rappresentanza. 1. Spese per viaggi turistici, in occasione dei quali sono programmate e svolte attività promozionali di beni o servizi, la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto dell’attività caratteristica dell’impresa (l’impresa dovrà predisporre idonea documentazione che attesti l’effettivo svolgimento e la rilevanza di attività qualificabili come promozionali); 2. Spese per feste, ricevimenti e al-
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tri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di: - ricorrenze aziendali o festività nazionali o religiose; - inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimento dell’impresa; - mostre, fiere ed eventi simili in cui sono esposti i beni o i servizi prodotti dall’impresa (l’impresa deve dimostrare, tenendo opportune evidenze documentali, che ha effettivamente esposto i propri beni nell’ambito dell’evento). In relazione a tale tipologia di spese il Ministero ha chiarito che è necessario documentare la tipologia dei destinatari della spesa, in quanto non sono qualificabili come spese di rappresentanza quelle ad esempio sostenute per eventi aziendali in cui sono presenti esclusivamente dipendenti dell’impresa, mancando in tal caso la finalità promozionale. 3. Ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, ivi inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento
management & marketing R E Q U I S I T I G E NE R A L I P E R L ’ I N D I V I D U A Z I O N E D E L L E S P E S E DI RA P P R E S E N T A N Z A 1) spese per beni e servizi e r o g a t i a t i t o l o g r a t u i t o (cioè senza corrispettivo o controprestazione); (1) R e q u i si t i p r e v i s t i 2) effettivamente sostenute e documentate ; d a ll ’a r t . 1 0 8 d e l 3) effettuate con f i n a l i t à p r o m o z io n a l i (divulgazione sul mercato di beni o servizi prodotti a beneficio di clienti attuali e potenziali) o d i p u b b l i c h e r e la z i o n i (diffondere T u ir o consolidare l ’immagine dell’impresa); 4) il cui sost enimento rispond a a c r it e r i d i r a g io n e v o l e z z a in funzione dell’obiettivo di generare ricavi e dell’adeguatezza della spesa rispetto all’obiettivo att eso in termini di benefici economici; 5) sostenute in c o e r e n z a c o n l e p r a t i c h e c o m m e r c i a l i in uso in un determinato settore (2) (1) L’assenza di corrispettivo d if f e r e n z ia le s p e se d i r a p p r e s e n t a n z a d a q u e l l e d i p u b b l ic i t à , le spese per prestazioni pubblicitarie si carat terizzano per il fatto che derivano da un contratto a prestazioni corrispettive, ossia dall’obbligo della controparte di pubblicizzare – propagandare un marchio o prodotto a fronte di un corrispettivo. (2) In base a quanto precisato dalla Circolare Ministeriale n. 34/E del 13/7/2009 la ragionevolezza e la coerenza sono requisiti tra loro alternativi. A M M O N T A R E D E D U C I B I L E S P E S E D I R A P P RE S E N T A N Z A R I C A VI / P R O VE N T I G ES T I O N E C A R A T T E R I S T I C A Fino a 10 milioni Per la part e eccedent e 10 milioni e fino a 50 milioni
I M P O R TO M A S S I M O DE DU C I B I L E 1,3%
0,5% 0,1%
Per la part e eccedent e 50 milioni
Ta b e l l a 2
risponda ai criteri di inerenza. Le spese di rappresentanza sono deducibili nell’anno di sostenimento e in misura proporzionale all’ammontare dei ricavi e proventi della gestione caratteristica, come schematizzato nella tabella n. 2.
SPESE DI VIAGGIO, VITTO E ALLOGGIO Il comma 5 dell’art. 1 del D.M. 19/11/2008 elenca alcune tipologie di spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per ospitare clienti in particolari occasioni che non costituiscono spese di rappresentanza e che sono quindi deducibili senza limitazioni. SPESE DI VIAGGIO, VITTO E ALLOGGIO
Tali spese sono quindi interamente deducibili purchè sostenute negli ambiti tassativamente indicati (mostre, fiere ecc.); ne consegue che analoghe spese sostenute a favore di clienti al di fuori dei contesti sopra detti subiscono le limitazioni alla deducibilità (la deducibilità è al 75%). Le spese sostenute per ospitare soggetti diversi dai clienti, ad esempio fornitori, giornalisti o agenti non sono interamente deducibili, in tal caso è ne-
NON SOGGETTE ALLE LIMITAZIONI DELLE SPESE DI RAPPRESENTANZA.
Non costituiscono spese di rappresentanza, e non sono quindi soggette ai limiti previsti (tabella 2) le spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, in occasione di una: - mostra, fiera, esposizione o evento simile in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa; - visita a sedi, stabilimenti o unità produttive dell’impresa.
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Ta b e l l a 1
cessario valutare il principio generale di inerenza della spesa (art. 109 del Tuir). Nell’ipotesi in cui le spese siano sostenute indistintamente per clienti e altri destinatari, tali spese sono attratte nel regime di deducibilità parziale previsto per le spese di rappresentanza. Con riguardo all’individuazione dei clienti è utile tener presente che: - i clienti attuali sono i soggetti da cui l’impresa consegue ricavi; - i clienti potenziali sono coloro che hanno già manifestato o possono manifestare un interesse all’acquisto dei beni o servizi dell’impresa; se il cliente in questione è un’impresa la potenzialità può essere indivi-
management & marketing duata con riguardo all’attività esercitata, affine o collegata alla filiera produttiva in cui il fornitore opera. Per le imprese la cui attività caratteristica consiste nell’organizzazione di manifestazioni fieristiche e altri eventi simili, non costituiscono spese di rappresentanza, e sono deducibili senza limitazioni, le spese di vitto, viaggio e alloggio sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, nell’ambito di iniziative finalizzate alla promozione di specifi-
di rappresentanza e dedotto secondo i limiti previsti dall’art. 108 comma 2 del D.P.R. 917/86 (tabella 2). Per i lavoratori autonomi il costo per prestazioni alberghiere e somministrazioni di alimenti e bevande inquadrabile fra le spese di rappresentanza deve essere dedotto al
che manifestazioni espositive o eventi similari. SPESE DI VIAGGIO, VITTO E ALLOGGIO SOGGETTE ALLE LIMITAZIONI DELLE SPESE DI RAPPRESENTANZA
Si tratta delle spese sostenute per ospitare: - clienti, diverse da quelle di vitto, alloggio viaggio; - soggetti diversi dai clienti (fornitori, agenti ecc.). Tali spese, se in possesso dei requisiti di inerenza, possono essere considerate spese di rappresentanza. Le predette spese di vitto e alloggio che costituiscono spese di rappresentanza sono soggette al duplice limite di deducibilità: 1) in via preliminare alla deducibilità al 75% prevista dall’art. 109 comma 5 del D.P.R. 917/86; 2) successivamente l’importo ridotto al 75% dovrà essere sommato all’importo delle altre spese
75% e ulteriormente essere rapportato all’1% dei compensi incassati nel periodo di imposta.
promozionale. L’inosservanza dell’onere documentale comporta la decadenza dal diritto alla deduzione integrale del costo.
BENI DI VALORE UNITARIO NON SUPERIORE A 50 EURO Le spese relative all’acquisto di beni ceduti gratuitamente di valore unitario non superiore a 50,00 euro sono interamente deducibili. Tale disposizione è applicabile agli acquisti di beni e non anche all e
spese per servizi; nel caso di omaggio costituito da una pluralità di beni, al fine di verificare il superamento del limite di 50,00 euro, è necessario aver riguardo al valore complessivo dell’omaggio e non al valore dei singoli beni che lo compongono.
DOCUMENTAZIONE DA TRATTAMENTO AI FINI IVA CONSERVARE CON RIFERI- DELLE SPESE DI RAPPREMENTO ALLE SPESE DI SENTANZA Ai sensi dell’art. 19 bis 1 comma 1 OSPITALITÀ DEI CLIENTI La deducibilità delle spese per ospitalità dei clienti è subordinata alla conservazione di apposita documentazione, dalla quale risulti: - la generalità dei soggetti ospitati; - la durata e il luogo di svolgimento della manifestazione; - la natura dei costi sostenuti. La documentazione deve inoltre dimostrare il nesso esistente tra la spesa sostenuta a favore dei clienti e la loro partecipazione all’evento
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lett. h) del D.P.R. 633/72 non è ammessa la detrazione dell’Iva relativa alle spese di rappresentanza. È ammessa una deroga a tale principio unicamente per le spese di rappresentanza sostenute per l’acquisto di beni di costo unitario non superiore a 25,82 euro; quindi è detraibile l’Iva relativa alle sole spese di rappresentanza per beni di valore pari a inferiore a 25,82 euro.
management & marketing focus dislipidemie S I N T E S I T R A T T A M E N T O F I S C A L E AP P L I C A B I L E A S P E S E V I A G G I O , V I T T O , A L L O G G I O N A TU R A DE I C O S T I S O S TE NU T I Spese viaggio, vitto, alloggio
DE S TI N A TA R I O D EL L A S P ES A Clienti attuali o potenziali in occ asio ne di fiere, esposizioni o ev enti sim ili o in occ asio ne di visite a sedi, st ab ilimenti o unità produttive dell’impresa.
D E D U C I B I L IT À A I F I N I D EL L E I M P OS TE Pien a ded ucib ilità
Spese ospitalità diverse da vitto, alloggio, viaggio
Clienti
Deducibilità con lim iti spes e rappresentanza
Spese per prestazioni alberghiere e somministrazione bevande e a limenti
Clienti attuali o potenz iali al d i fuor i mostre o fi ere e visite sedi o s ta bilimenti
Spese viaggio, vitto, alloggio
Soggetti diversi dai clienti, ad es empio agenti o rappres entanti, fornitori, g iornalisti.
Spese viaggio, vitto, alloggio
Spese sost enute indistintamente a favore di clien ti e altri soggetti ( dipendenti, giornalisti ecc.)
Spese per prestazioni alberghiere e somministrazione bevande e a limenti
Dipendente o amministrator e per tras ferte fu ori dal territorio co munale.
Spese per prestazioni alberghiere e somministrazione bevande e a limenti
Dipendente o amministrator e per tras ferte entro il territorio co munale.
Deducibilità al 75%
OMAGGI - Beni di costo non superiore a 25,82 euro OMAGGI - Beni di costo non superiore a 25,82 euro
Clienti Dipendenti
Deducibilità al 75%
Deducibilità al 75% L’im porto ridotto al 75% dovrà ess ere rapport ato ai limiti di deducibilità prev isti dall’art. 10 8 comma 2 del Tuir (tabella n. 3) Deducibilità al 75% L’im porto ridotto al 75% dovrà ess ere rapport ato ai limiti di deducibilità prev isti dall’art. 10 8 comma 2 del Tuir (tabella n. 3) Pien a ded ucib ilità
DE TR A I B I L I TÀ AI F I N I IV A
D O C U M E N T A ZI O NE E A DE M P I M E N TI N E CES SARI
L’Iva relativ a alle spes e alberghiere e di sommin istr azione di alimenti e bevand e è interamen te detr aib ile se documentata da fattura. Ind etr aibile 100%
Cons erv azione appos ita documentazione da cui ris ultino generalità clienti ospitati, durata e luogo della man ifestazione, natura dei costi sostenuti.
L’Iva relativ a alle spes e alberghiere e di sommin istr azione di alimenti e bevand e è interamen te detr aib ile se documentata da fattura. Iva indetraibile
Oltre a lla fattura è opportuno c ons ervare idon ea documentazione volta a prov are l’i nerenza del costo all ’attività azi endale. Cons erv azione appos ita documentazione da cui ris ultino generalità clienti ospitati, durata e luogo della man ifestazione, natura dei costi sostenuti. Oltre a lla fattura è opportuno c ons ervare idon ea documentazione volta a prov are l’i nerenza del costo all ’attività azi endale.
Iva indetraibile
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Pien a ded ucib ilità
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Fattura
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Fattura
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PER UN OSSO COME NUOVO L’Imcb-Cnr di Napoli e Finceramica, spin-off dell’Istec-Cnr di Faenza, hanno brevettato un materiale composito iniettabile, utilizzabile per il trattamento delle fratture e delle patologie del sistema scheletrico, dalla perdita di sostanza ossea all’osteoporosi. “Il dispositivo, costituito da un polimero sintetico e materiale bioceramico riassorbibile”, spiega Luigi Ambrosio dell’Imcb-Cnr di Napoli, “è iniettabile mediante tecniche chirurgiche o vie d’accesso anatomiche mini invasive. La solidificazione avviene in pochi minuti, compatibilmente con i tempi della chirurgia, colmando il difetto osseo e stimolando la rigenerazione. Una volta riassorbito, infatti, il materiale promuove il processo di rigenerazione del tessuto osseo, come dimostrato da studi preclinici effettuati presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, riparando così fratture che presentano tempi lunghi di recupero o riempiendo cavità dovute a interventi chirurgici particolarmente demolitivi”. Rispetto agli attuali cementi ossei, questo nuovo materiale è dotato di migliori proprietà meccaniche ed evita lo sviluppo di calore durante la fase di indurimento e i conseguenti danni ai tessuti circostanti. Inoltre, la similarità chimico-fisica con la fase minerale dell'osso, unita a un alto grado di purezza delle materie prime impiegate, rende questo materiale altamente biocompatibile e capace di integrarsi pienamente con il tessuto nativo: “Un’équipe di chimici, fisici, ingegneri, biologi, medici e chirurghi ha collaborato per realizzare un materiale biomimetico, in grado di replicare sia la composizione chimica sia l’architettura tridimensionale dell’osso naturale, garantendo così il ripristino strutturale del difetto e il recupero funzionale degli apparati”. Il brevetto ora affronterà la fase della realizzazione dei prototipi, dalle sperimentazioni pre-cliniche su soggetti umani all’industrializzazione.
www.cnr.it/cnr/news/CnrNews.html?IDn=2060
CRISI E STRATEGIE Il 2010 è un anno decisivo. La crisi economica globale, che è anche una crisi di sistema e di prospettive, riguarda tutti i settori, anche quello del fitGUARDA ness. I dati parlano: nel 2009 hanno chiuso molte palestre e l’offerta dei IL VIDEO centri fitness non sembra ancora allineata a una domanda di attività motoria che risente inevitabilmente della capacità di spesa dei cittadini. Manca ancora una strategia complessiva, ma ci sono dei segnali che è opportuno cogliere per generare al più presto una nuova strategia. È il momento dell’analisi e delle scelte. Abbiamo preparato un video in cui potrete trovare sia informazioni numeriche che nuove proposte e linee di tendenza. Ci sono dei segnali forti di nuove aperture di “ centri di attività motoria” differenti dalle tradizionali palestre che possono dare una risposta sia alle economie del settore fitness sia ai nuovi bisogni di movimento della popolazione. Non è una questione di strutture, o di superficie: ciò che fa la differenza sono i “servizi” che si riescono a erogare all’interno delle palestre. Non c’è molto tempo da perdere per rigenerare la capacità del settore. Come sempre, oltre a prenderci le responsabilità di analisi, confermiamo la disponibilità a cooperare con tutti i soggetti per costruire insieme una nuova prospettiva, reale, praticabile ed efficace.
www.youtube.com/watch?v=68hQPcBPtFA
DOPING, ANCORA IN AUMENTO La commissione antidoping del Ministero della Salute ha recentemente reso noti i dati relativi all’utilizzo di sostanze dopanti in Italia nell’anno 2008. Nella relazione trasmessa al Parlamento si registra un aumento generalizzato del ricorso a sostanze proibite. I controlli nel 2008, a causa della riduzione dei fondi statali, sono diminuiti, e per questo sono stati concentrati su alcune di-
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NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS CON LINK DI APPROFONDIMENTO scipline in particolare e solo in situazioni di gara. Le federazioni più controllate sono state il ciclismo (49), il nuoto (27) e il calcio (24), dove gli eventi controllati hanno riguardato principalmente la serie D. Questo è dovuto al fatto che, come negli anni precedenti, la commissione ha indirizzato la propria attività di controllo sulle categorie minori, che non subiscono alcun tipo di controllo né dal Coni né dalle federazioni. Dai risultati delle analisi di laboratorio è emerso che dei 955 atleti controllati 39 sono risultati positivi ai test antidoping, pari al 4,1%; inoltre durante la fase di accertamento della positività sono stati archiviati 16 casi che inizialmente risultavano positivi per la presenza di sostanze vietate, ma che successivamente hanno presentato certificazione TUE (Therapeutic Use Exemption); 17 casi sono ancora in fase di accertamenti clinici. Tra le classi di sostanze, le più diffuse sono ancora gli anabolizzanti e le sostanze attive sul sistema ormonale (25,%), a seguire gli stimolanti (20,%), i cannabinoidi (16,%), i corticosteroidi (8,%) e infine i diuretici.
www.salute.gov.it/antiDoping/archivioDocumentiDoping.jsp?lingua=italiano&id=1192
MAMMAFIT MammaFit è un’Associazione Culturale Sportivo Dilettantistica, affiliata al Centro Sportivo Italiano la cui missione è quella di aiutare e sostenere le mamme nel delicato periodo post-parto, creando spazi e attività ludicosportive per mamme e bambini, soprattutto nella fascia 0-3 anni. Il programma di ginnastica post parto permette alla mamma di effettuare esercizi di allungamento e tonificazione mentre culla il suo bimbo nella carrozzina o nel passeggino: ogni spinta è un movimento, un respiro, una contrazione. MammaFit è dedicato alle mamme che hanno partorito da almeno sei settimane, che vogliono tornare in forma, che non hanno la babysitter e che vogliono incontrare altre mamme. La lezione, dai 45 ai 60 minuti, può essere svolta sia all'aperto che al chiuso, con l'ausilio della carrozzina o del passeggino che diventa parte integrante della lezione. È basata su esercizi di allungamento e tonificazione che coinvolgono tutti i distretti muscolari, ponendo particolare attenzione nel recupero progressivo della muscolatura addominale e del pavimento pelvico, ed esercizi antalgici per la schiena.
www.mammaf.it/
PROGETTO “AFA” È stato recentemente sottoscritto un accordo di collaborazione fra le Terme di Acqui e la Asl di Alessandria per la prevenzione e la cura di alcune malattie cronico degenerative. Il progetto “Afa” (attività fisica adattata) si rivolge a tutti coloro che hanno avuto ictus, paralisi cerebrali infantili, sclerosi multipla e morbo di Parkinson, o con patologie degenerative come artrosi e artriti, diabete, obesità e patologie cardiovascolari. Questi pazienti avranno la possibilità di accedere ad alcuni servizi dello stabilimento termale pagando un normale ticket sanitario, quando non sia stata addirittura prevista l’esenzione. Protagonisti del progetto sono i medici di famiglia, gli specialisti del servizio di recupero e rieducazione funzionale e uno specialista laureato in Scienze motorie. “La scommessa - spiega Gabriella Pistone, presidente delle Terme spa - è soddisfare una richiesta di prestazioni che non è tanto riabilitativa, quanto piuttosto di gestione della cronicità attraverso il movimento e l’insegnamento di comportamenti salutari”. Un progetto personalizzato, quindi, che punta al miglioramento di stili di vita e alla tutela della salute, fatta di prevenzione ancor prima che di cura.
www.termediacqui.it
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I NOSTRI DOCENTI Alessandro Lanzani Direttore scuola Francesco Capobianco Responsabile scuola Davide Fogliadini Massofisioterapista, personal trainer Edoardo Lanzani Medico ortopedico, esperto in rieducazione funzionale Davide Girola Medico, esperto in riabilitazione cardiologica Roberto Dagani Laureato in scienze motorie, massofisioterapista Andrea Scala Laureato in scienze motorie, personal trainer Luca Mazzotti Dottore commercialista Serenella Lattanzio Avvocato, esperta in normative tributarie Andrea Medici Preparatore atletico, esperto in osteopatia Gianni Montagna Trainer, esperto in alimentazione e integrazione Andrea Gianesella Laureato in scienze motorie, Presenter di discipline musicali Francesca Degasperi Presenter di discipline musicali Corrado Ceschinellli Sociologo, naturopata, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari
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FORMAZIONE A DISTANZA
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fitness metabolico corso a distanza l corso a distanza per operatore di fitness metabolico permette di raggiungere obiettivi operativi altamente specialistici, fornendo le basi necessarie teoriche e pratiche per realizzare percorsi motori personalizzati in sicurezza per la sindrome metabolica: - ipertensione e malattie cardiovascolari; - soprappeso e obesità; - diabete; - artrosi e osteoporosi. Il corso si sviluppa in un'opera composta da un volume + 8 DVD multimediali con contributi tecnici: - audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali; - video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi; - testi con documenti interi o recensiti; - presentazioni con grafici e tabelle. ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBILI SOLO SU PERSONAL COMPUTER E NON SU MACINTOSH
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CONTENUTI Strumenti tecnici • Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione sociale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chiave; sedentarismo e malnutrizione da eccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitness metabolico e Fitness terapia: tre livelli per un nuovo stile di vita. • Equilibrio funzionale, allenamento funzionale: la grande gara della vita quotidiana. • Fitness metabolico e diabete. • Fitness metabolico e obesità, sovrappeso, anoressia e bulimia (strategie integrative nel centro fitness). • Fitness metabolico e ipertensione, malattie cardiovascolari. • Fitness metabolico e apparato locomotore: artrosi e osteoporosi.
• Classificazione, approccio psicologico e fidelizzazione del soggetto metabolico. • Classificazione e approccio dei soggetti sedentari, motori, sportivi, e agonisti. • Selezione e abstract della più recente bibliografia scientifica internazionale sul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: come si vende il fitness metabolico e con quali “pacchetti servizio”. • Formazione per lo staff di vendita: inquadramento generale. Step operativi • Inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica: un metodo di sicurezza per l'operatore e il soggetto metabolico; • gli strumenti di misura: dai test tradizionali dello sport ai Fix metabolici specifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione dei metabolici; • strumenti di lavoro e unità motorie metaboliche; • programmazione dell'attività motoria; • insegnamento dell'attività motoria; • strumenti di fidelizzazione: il passaporto metabolico; Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; • monitoraggio e verifica dei risultati
• Codice deontologico; • Manifesto del fitness metabolico. L'apprendimento sarà supportato da un servizio di assistenza on line e completato da una giornata di Workshop tecnico, a scelta dello studente, fra quelli proposti dalla nostra Scuola di Forma-zione. Il calendario delle giornate è consultabile nelle pagine a seguire, sezione STAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.com Chi volesse frequentare il CORSO PER OPERATORE DI FITNESS METABOLICO CON LEZIONI FRONTALI, può consultare le pagine successive, nella sezione CORSI. Docente: Alessandro Lanzani Quanto costa: 720 euro Iva inclusa. La quota comprende: l'iscrizione alla scuola, l'opera completa + 1 Workshop tecnico + l'esame finale (a Milano) per conseguire la certificazione. È possibile ottenere più certificazioni con la stessa opera: per qualsiasi ulteriore informazione contattare la segreteria corsi al numero 02.58112828 o consultare il sito internet: www.professionefitness.com Esami: colloquio orale.
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DIABETE E FITNESS METABOLICO
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C O R S I
Alla fine di ogni master o stage sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI
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La quota di partecipazione ai corsi comprende la T-shirt di Professione Fitness, il materiale didattico, l’accesso alle lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano,
La Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness provvederà al rimborso parziale della quota corrisposta secondo le modalità indicate nel sito www.professionefitness.com
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MODALITÀ DI ISCRIZIONE
ANNULLAMENTI E RINUNCE
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Particolarmente indicato per fisioterapisti, istruttori di fitness e body building e personal trainer, questo stage fornisce le conoscenze necessarie per affrontare il recupero funzionale dell’articolazione del ginocchio colpita dalle principali patologie di natura traumatica e cronica. - Anatomia funzionale e topo-
Obiettivo della giornata di formazione è fornire i contenuti pratici e teorici della misurazione corporea dei soggetti, uno strumento di valutazione utile per programmare e monitorare il lavoro fisico e gli obiettivi. È anche uno strumento di fidelizzazione, perché aiuta il personal trainer a instaurare una relazione professionale di credibilità ed efficienza con i propri assistiti. - Cos’è l’antropoplicometria - Perché la plicometria - Procedura delle misurazioni plicometriche - Rilevazioni e descrizione dei punti di repere per le pliche - Rilevazioni e descrizione delle circonferenze - Body Mass Index (BMI) Docente: Francesco Capobianco Dove e quando: Milano, sabato 30 marzo Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta).
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IL GINOCCHIO INFORTUNATO
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oppure puoi scegliere una tra le seguenti modalità: • Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni - via Sapeto 5, 20123 Milano • Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000 0048054; in entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116. • Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.
C O R S I
La giornata ha la finalità di chiarire ai professionisti del settore le ultime novità e i nuovi protocolli esecutivi di valutazione e trattamento per i soggetti affetti da diabete di I e II tipo che intraprendono l’attività fisica. Questo workshop rientra nel percorso formativo per operatore di fitness metabolico. - Sindrome metabolica e diabete: le linee guida dell’OMS. - Dalla diagnosi medica alla classificazione motoria - Strumenti operativi per il personal metabolico. - Body Fat Index e Global Risk Index (indice globale di rischio). - I Fix funzionali - Le unità motorie - Gestione dei rapporti con il medico curante - Discussione di casi clinici - Gli strumenti di misura e monitoraggio Team didattico: Alessandro Lanzani, Francesco Capobianco, Michele Pitti. Dove e quando: Milano, sabato 3 aprile Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta).
grafica del ginocchio - Lesioni meniscali - Lesione del legamento crociato anteriore - Lesione del tendine rotuleo - Condropatia femoro-rotulea - Valgismo di rotula. - Artrosi grave del ginocchio. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, sabato 10 aprile Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta).
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FIERE CONVEGNI a cura della redazione
FUNCTIONAL OUTCOME - COME MIGLIORARE IL RISULTATO FUNZIONALE IN TRAUMATOLOGIA ORTOPEDICA E SPORTIVA 10 - 11 aprile, Bologna "Functional Outcome", "il risultato funzionale di un processo di cura" è un cambiamento delle condizioni fisiche del paziente, dal momento della diagnosi a quello della dimissione, che deve essere misurato e confrontato. L'efficacia di questo cambiamento dipende dalla combinazione dei diversi fattori che lo influenzano: le terapie conservative, le soluzioni chirurgiche e le tecniche riabilitative. La XIX edizione del Congresso Internazionale di Riabilitazione Sportiva e Traumatologia si propone di promuovere un ampio confronto su questo tema, per verificare quali sono stati gli interventi e le procedure che in quest'ultimo decennio hanno effettivamente permesso di migliorare il risultato funzionale delle più comuni patologie dell'apparato locomotore. Segreteria Organizzativa: Cristina Zanetti - CENTRO STUDI ISOKINETIC
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XXXTH CONGRESS OF SITEMSH, INTERNATIONAL SOCIETY FOR SKIING TRAUMATOLOGO AND WINTER SPORTS MEDECINE 14 - 18 aprile, Avoriaz, France L'evoluzione delle apparecchiature e dei sistemi di sicurezza ha ridotto dell'80% la frequenza di fratture della tibia e del 50% le lesioni in generale. Tuttavia, l'articolazione del ginocchio resta ancora seriamente coinvolta negli incidenti sugli sci. La gravità delle lesioni non è cambiata, ma fortunatamente la chirurgia artroscopica del ginocchio ha fatto passi da gigante. Sono inoltre comparsi altri tipi di fratture (arti superiori, colonna vertebrale), oltre che lesioni dell'addome e del torace, a causa della crescita della pratica dello snowboard, e dell’aumento della velocità media sui pendii. Probabilmente la prevenzione migliore è tramite campagne di comunicazione per la sicurezza; studi particolari su questo problema sono il prossimo obiettivo di SITEMSH e ISSS (International Society for Skiing Safety). Segreteria Organizzativa: Dr. Marc-Hervè Binet
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V CONGRESSO NAZIONALE SIO, SOCIETÀ ITALIANA DELL’OBESITÀ 15 - 17 aprile, Roma In questi anni sono emersi sempre più evidenti i segni di un riconoscimento dell’importanza medica e paramedica di questa disciplina che è alla base di numerose patologie che non devono essere considerate isolatamente, ma nel contesto di una situazione clinica poli?sindromica che prende l’avvio da uno squilibrio quali?quantitativo dell’organo adiposo. Oltre alla tradizionale partecipazione di illustri scienziati statunitensi e italiani, quest’anno si è pensato di offrire spazio ai giovani immettendo due novità. 1) I 12 simposi che costituiscono l’ossatura portante del congresso prevedono ciascuno la partecipazione di due esperti ricercatori invitati dal comitato organizzatore e tre giovani ricercatori selezionati tra i migliori abstracts inviati. Tutto ciò permetterà a 35 giovani
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FIERE CONVEGNI a cura della redazione
ricercatori di presentare nuovi dati scientifici in un contesto presenziato da esperti del settore. 2) Lo spazio riservato alla discussione dei posters non è relegato al periodo del pranzo, come spesso accade, ma è previsto in una fascia oraria mattutina in cui non sono previste altre attività congressuali. La discussione dei posters sarà guidata da esperti. Da ultimo, è previsto che nel corso della cerimonia inaugurale si proceda anche al primo passo concreto dell’iniziativa “L’Obesità cura la fame”. Nel momento in cui adoperiamo le nostre risorse intellettuali per studiare curare e prevenire l’obesità, come è giusto che sia, è anche giusto rivolgere un pensiero a coloro che muoiono di fame. Per questo un piccolo contributo sarà donato alla Caritas. Hanno aderito all’iniziativa numerose Società correlate con la nutrizione e industrie del ramo alimentare e farmaceutico. La società Europea dell’Obesità è stata informata e invitata a estendere a livello Europeo ed eventualmente mondiale l’iniziativa.
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VIII CONGRESSO EDI-ACADEMY IL TRATTAMENTO IN ACQUA DELLE PATOLOGIE DI SPALLA 24 Aprile, Biella In programma: Idroterapia nel trattamento delle patologie di spalla, considerazioni generali Patologie della cuffia dei rotatori - Instabilità - Il paziente protesizzato - Integrazione dell’idroterapia nel progetto riabilitativo. Destinatari del corso: medici, fisioterapisti, laureati in scienze motorie, studenti
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FIBO, FIERA INTERNAZIONALE DEL FITNESS, WELLNESS E SALUTE 22 – 25 aprile, Essen Germania FIBO è il punto d’incontro annuale n. 1 in Europa, dove oltre 530 imprese internazionali, tra cui tutti i maggiori “market player”, presentano in 12 padiglioni, le loro più recenti innovazioni e soluzioni. Nei quattro giorni di fiera si attendono oltre 50.000 visitatori provenienti da circa 60 paesi. Il FIBO è particolarmente interessante per visitatori professionisti che sono attivi nei seguenti settori: palestre / fitness center impianti wellness e spa, e solarium centri sanitari ospedali e cliniche rehab studi di fisioterapia impianti sportivi pubblici. All’interno dell’esposizione, il settore FIBOmed si presenta come un’interfaccia tra il settore del fitness, la professione medica, fisioterapista, cliniche di riabilitazione e le compagnie di assicurazione. Il Padiglione 4 sarà caratterizzato dallo spazio espositivo 'Promozione della Salute' per i produttori di dispositivi di analisi e terapia, le attrezzature per le pratiche di fisioterapia, consulenza sanitaria, qualificazione delle attrezzature e dei metodi di massaggio.
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Allenamento
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Allenamento FITNESS & BODY BUILDING
La terza edizione, completamente aggiornata, del libro che ha formato intere generazioni di professionisti del fitness. Dall’anatomia funzionale dell’apparato locomotore alla fisiologia muscolare, fino alla biomeccanica degli esercizi; in questo volume il futuro istruttore troverà tutte le nozioni indispensabili, arricchite di 120 disegni e oltre 400 foto a colori. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 Euro 45
MANUALE DI CARDIOFITNESS
Il volume tratta in modo approfondito il cardiofitness nei suoi diversi aspetti: dall’anatomia e fisiologia, ai metabolismi energetici e alla biomeccanica muscolare, per poi addentrarsi nello specifico del training cardiovascolare. Abbraccia l’attività indoor e outdoor, l’utilizzo dei simulatori aerobici e il monitoraggio della frequenza cardiaca. Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 - pag. 238 Euro 35
STRETCHING
Non più allungamento muscolare, ma miglioramento della mobilità di tutte le componenti dell’apparato locomotore. Partendo da questa convinzione gli autori riprendono i principi teorici dello stretching, propongono test di valutazione e una lunga serie di esercizi suddivisi per attività sportiva. Francesco Capobianco Alessandro Lanzani, Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21
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Il volume è utile per comprendere a fondo l’anatomia, la funzione e la cinesiologia dei muscoli addominali e per imparare a valutare la loro forza. In più, un’interessante classificazione degli esercizi e un intero capitolo dedicato agli errori di esecuzione. Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 Euro 21
IPERTROFIA MUSCOLARE Come si costruisce una tabella d’allenamento personalizzata? Il libro fornisce un’esauriente risposta a questa domanda analizzando i principi della programmazione e periodizzazione, le fasi dell’allenamento e le caratteristiche biomeccaniche di numerosi esercizi tipici dell’allenamento in palestra. Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26
TOTAL FITNESS IN ACQUA Roberto Conti, professionista affermato del fitness, trasferisce in questo volume tutti i segreti per realizzare lezioni di fitness in acqua: protocolli, metodi, differenziazioni delle classi. Un manuale efficace, serio e completo per gestire tutte le opportunità del fitness in acqua. Roberto Conti Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21
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Ricerche e applicazioni pratiche Un valido sussidio per chi si occupa di mobilità articolare e di flessibilità muscolo-tendinea. Un utile strumento operativo per la creazione di tabelle di allenamento personalizzate. I capitoli dedicati alla ricerca applicata all'allenamento permettono di approfondire la valutazione funzionale dell'individuo. Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 Euro 25
PERSONAL TRAINER Cosa serve per diventare personal trainer? Partendo da un’analisi storica della professione, il libro risponde a questa domanda illustrando le competenze tecniche, psicologiche, commerciali e manageriali che il professionista deve possedere. Francesco Capobianco - Cap.4 ‘Personal trainer come libero professionista’ a cura della Dott.ssa Paola Bruni Zani Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26
ALLENAMENTO ESTETICO Rivolto a quanti vogliono programmare un’attività finalizzata al miglioramento dell’aspetto, fornisce metodi d’allenamento, suggerimenti alimentari e di postura, consigli estetici. Ogni nozione è basata su uno studio approfondito e sul continuo confronto con l’applicazione pratica. Roberto Tarullo Alea Edizioni 2001 pag. 160 Euro 24
LIPOCARDIOFITNESS Perdere peso è il diktat della maggior parte dei frequentatori dei centri fitness. L’autore fornisce gli strumenti per rispondere a questa richiesta: analisi del tessuto adiposo e del metabolismo muscolare, metodologia dell’allenamento con attrezzature cardiovascolari e isotoniche, test di controllo. Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 Euro 24
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CASI CLINICI IN PALESTRA - LA SERIE In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie dell’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono descritti anamnesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi0 da raggiungere, sono tracciate le linee guida del protocollo di lavoro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitare. Autori Vari Alea Edizioni - pag. 128 Ogni volume Euro 21 Offerta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro
E ERI A S) A L I TA TUTVOLUM (5 EURO MAL DI SCHIENA 84 Il volume affronta il tema del mal di schiena in modo
MASSAGGIO SPORTIVO Il testo propone tecniche manuali per il trattamento efficace della micro-traumatologia dei tessuti molli nello sportivo. I capitoli a carattere puramente pratico descrivono la conformazione dei tessuti connettivi, le interazioni tra il danno tessutale, l’infiammazione e gli eventi riparativi. Roberto Dagani Alea Edizioni 2002 pag. 128 Euro 21
davvero esaustivo. Nella prima sezione guida il lettore al corretto utilizzo della colonna nella vita quotidiana e nella pratica sportiva. La seconda parte raccoglie invece approfondimenti sulle patologie e sui meccanismi del dolore lombare. Claudio Corno Alea Edizioni 2001 pag. 256 Euro 26
TRATTAMENO MIOFASCIALE PER LO SPORTIVO
IL DOLORE CERVICALE Il manuale offre un’ampia panoramica delle patologie più comuni nell’individuo adulto: la cervicalgia. Il volume è diviso in tre parti: la prima, dedicata all’anatomia, alla fisiologia articolare e alla biomeccanica del tratto cervicale. La seconda, dedicata alle sindromi dolorose più comuni. Infine la terza parte che comprende alcune schede pratiche di utilizzo in palestra contenenti gli esercizi più idonei in relazione alla sintomatologia dolorosa. Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21
Il manuale espone in maniera chiara ed esaustiva le tecniche manuali per il detensionamento miofasciale a indirizzo sportivo. L’ampia documentazione iconografica chiarisce ogni dettaglio di posizionamento e intensità del massaggio. Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 Euro 21
FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI
COMPOSIZIONE CORPOREA
Il movimento è un farmaco naturale contro molte patologie cronico-degenerative. Partendo da questa convinzione i volumi propongono protocolli di lavoro per ipertensione, patologie respiratorie, cardiache infantili e della colonna, obesità (vol. 1) patologie coronariche e renali, artrite reumatoide, gravidanza, fibrosi cistica (vol. 2). Autori Vari Alea Edizioni 1999/2000 - pag. 144
A partire dalla definizione di sovrappeso e obesità il volume suggerisce al lettore metodiche rigorose e scientifiche per un’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea, punto di partenza indispensabile per una corretta programmazione nutrizionale e dell’allenamento. Sergio Rocco
Alea Edizioni 2000 pag. 128 Euro 21
Ogni volume Euro 24 Offerta: i 2 volumi a 36 Euro
FISIOLOGIA APPLICATA AL FITNESS
CARDIOLOGIA E FITNESS
Il manuale affronta in maniera concisa ma esaustiva la fisiologia del corpo umano, con particolare riferimento all’influenza dell’esercizio fisico su organi e apparati. Il manuale è anche uno strumento didattico e di autovalutazione per il professionista del fitness e costituisce strumento fondamentale per la programmazione del training.
Partendo dai fondamenti della fisiologia cardiovascolare, l’autore accompagna il lettore dalla pratica clinica alla valutazione funzionale e psicosomatica del cardiopatico e alla periodizzazione dell’allenamento, spiegando con precisione gli effetti della terapia farmacologica sulla performance. Davide Girola
Davide Girola
Alea Edizioni pag. 248 Euro 31
Alea Edizioni 2003 pag. 160 Euro 23
Prevenzione
Prevenzione Salute
Salute
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Prevenzi oSal ne ute Salute
IL BENESSERE POSSIBILE
Il libro vuole essere un contributo per vivere meglio e per chi si occupa della salute e del benessere altrui. L'autore analizza aspetti fondamentali della nostra esistenza: consapevolezza come fondamento del benessere, alimentazione funzionale per la salute, attività fisica per la migliore condizione di forma. Il testo approfondisce temi importanti quali alimentazione (come impostare i pasti, allergie e intolleranze alimentari ) e allenamento (attività fisica per uno stile di vita sano e come modello educativo, corsa e tonificazione). Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 - pag 200 Euro 25
ANATOMIA DELL'APPARATO LOCOMOTORE Anatomia in 3D con animazioni, filmati. Lo strumento per visualizzare, imparare e approfondire l'anatomia funzionale in modo semplice, facile e intuitivo. È indirizzato a medici, fisiokinesiterapisti, studenti e laureati in Scienze Motorie, istruttori di fitness, personal trainer e operatori sanitari in genere. Un'opera che si compone di tre CD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemi Macintosh e Microsoft Windows): 1 arto superiore 2 arto inferiore 3 tronco e testa Francesco Bettinzoli Ghedinimedia Editore Euro 45,45 per ogni CD
MULTIMEDIA
FITNESS COACHING Il coaching è un nuovo modello per la gestione e la cura di ciascun cliente. Il volume propone strategie e tecniche di acquisizione e fidelizzazione del cliente, suggerendo basi tecniche, metodologiche e operative con un nuovo modo di concepire ed erogare il fitness.
IL DVD Permette di integrare con efficacia e immediatezza i contenuti del libro, partecipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008 pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70
BUSINESS FITNESS Investire le proprie risorse mentali ed economiche in una nuova impresa nel fitness rappresenta oggi una sfida difficile e stimolante allo stesso tempo che, condotta con i mezzi adeguati e con un buon grado di buon senso, può garantire piena soddisfazione personale ed economica. Il manuale illustra in forma semplice ed efficace metodi e procedure per avviare e gestire con successo l’impresa fitness, fornendo suggerimenti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita di un Fitness Club. Luca Mazzotti Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20
FITNESS METABOLICO
MULTIMEDIA
L'opera, su cui è strutturato il corso di formazione a distanza per operatore di fitness metabolico, fornisce le basi necessarie per organizzare percorsi motori personalizzati per la sindrome metabolica: ipertensione e malattie cardiovascolari, soprappeso e obesità, diabete, artrosi e osteoporosi. Step operativi: - inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica; - gli strumenti di misura, i Fix metabolici; - le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro; - la programmazione e l'insegnamento dell'attività motoria; - gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; - monitoraggio e verifica dei risultati; - codice deontologico. Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazioni con grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal computer, non su Macintosh. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2008 Euro 480
100 QUIZ - 2 VOLUMI Un metodo complementare per lo studio, che consente di appropriarsi della materia trattata in modo veloce e duttile, attraverso domande, piccoli trabocchetti logici, immagini con didascalie incomplete. Un efficiente mezzo di verifica che permette subito di colmare eventuali lacune, grazie alle informazioni mirate e accurate che corredano le risposte. In ogni volume include 100 quiz di anatomia e biomeccanica, 400 risposte e 400 commenti alle risposte. Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005 - pag. 112 Euro 21
PSICOLOGIA E TECNICA DEI COLLOQUI DI VENDITA Il volume affronta il tema centrale della preparazione e conduzione dei colloqui di vendita, sia sotto il profilo tecnico organizzativo che psicologico, dando una visione completa e realistica dei problemi da affrontare e dei metodi di approccio attraverso i quali risolverli. Di facile lettura, propone i temi esaminati con ricchezza di esempi pratici e rappresentazioni grafiche. Jan L. Wage Franco Angeli 2000 pag. 240 Euro 20
MISURARE LA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Uno strumento di lavoro per quanti, consapevoli dell’importanza del customer satisfaction per realizzare i propri obiettivi di crescita, vogliono misurare la bontà dei singoli processi aziendali, interpellando direttamente i destinatari prioritari (i clienti). Il libro conduce passo passo, con ricchezza di grafici ed esempi tratti da una gran varietà di settori, a scoprire come realizzare questo non facile obiettivo. Bob E. Hayes Franco Angeli 2003 pag. 256 Euro 23
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MARKETING DELLA FIDELIZZAZIONE
Libro di riferimento per gli imprenditori di centri fitness, propone gli studi, le strategie e le metodologie più aggiornate per la fidelizzazione e l’acquisizione dei clienti, la gestione dell’offerta, il management del personale, le strategie di comunicazione. Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36
Ogni cliente che passa alla concorrenza è una perdita che sarà sempre più difficile e oneroso sostituire. L’autore suggerisce come realizzare in modo sistematico il marketing della fidelizzazione, descrive gli ostacoli da superare, elenca le strade per conservare i propri clienti e illustra, nel quotidiano, come gestire il servizio. L.A. Liswood Franco Angeli pag. 192 Euro 19
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