FitMed n°5

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Anno 1 numero 5 (luglio/agosto) La rivista online per i professionisti del settore

Si parla di PREVENZIONE, ma si spende in medicazione

ALLENAMENTO: Sindrome weight lifters - L’allenamento del runner

FOCUS: tumore e attività motorie

ALIMENTAZIONE: “La famigerata prova costume”


ANNO 1 N° 5 LUGLIO/AGOSTO 2009 Fitmed online è una rivista mensile di aggiornamento che si rivolge a imprenditori, manager, opinion leader, professionisti che operano nel mondo del fitness, benessere, prevenzione e salute. Propone articoli riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, marketing e management. Editore Alea Edizioni di Alessandro Lanzani via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano Redazione e uffici via P. Orseolo, 3 - 20144 Milano tel. 0258112828 - fax 0258111116 professionefitness@professionefitness.com redazione@professionefitness.com Direttore responsabile Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com Redazione Mia Dell’Agnello mia@professionefitness.com - int. 212 Progetto grafico Stefano Frattallone Impaginazione Anita Lavoce Pubblicità A. Lanzani alanzani@professionefitness.com Hanno collaborato a questo numero Ubaldo Gragiola, Corrado Ceschinelli, Riccardo Gambaretti, Roberto Albanesi Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93. L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere responsabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delle informazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto; inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchiano il pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) pervenuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblicato e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del materiale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasi scopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmata dal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controversie il Foro di competenza è quello di Milano.

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Sommario

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Sommario

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RUBRICHE CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

41

FIERE E CONVEGNI

43

APPUNTAMENTI CON LO SPORT

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NEWS

IL PUNTO 4

SI PARLA DI PREVENZIONE, ma si spende in medicazione di Alessandro Lanzani

ALIMENTAZIONE 8

“LA FAMIGERATA PROVA COSTUME” di Ubaldo Garagiola

13

FOCUS: TUMORE E ATTIVITÀ FISICA

14

CANCRO O LEONE? Come vivere una vita nel pieno della salute di Corrado Ceschinelli

18

A USO DI “SURVIVORS” Progetto Sport e Salute di Mia Dell’Agnello

22

IL CANCRO E LO SPORT PROFESSIONISTICO di Mia Dell’Agnello

ALLENAMENTO E REHAB 32

SINDROME WEIGHT LIFTERS Casi clinici in palestra di Riccardo Gambaretti

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L’ALLENAMENTO DEL RUNNER Mix di miglioramento e mantenimento di Roberto Albanesi


il punto

prevenzione Si parla di ma si spende in

medicazione Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com

t voilà cari amici di fitness! È stato da poco pubblicato (9 luglio 2009) il rapporto annuale dell’Agenzia Italiana del Farmaco che analizza la spesa dei farmaci in Italia. I numeri raccontano quello che sta succedendo: mentre a parole si fa un gran parlare di prevenzione sanitaria con il miglioramento degli stili di vita, nei fatti continuiamo a consumare più farmaci e a spendere più soldi, sia pubblici che privati, per le medicine. E mentre le case farmaceutiche fanno il loro mestiere, il mondo istituzionale e politico non sa prendere provvedimenti efficaci per aumentare la quantità e la qualità della vita delle persone con un modello sostenibile. Allo stesso tempo, il settore del fitness (ma siamo davvero un settore o una somma

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casuale di noleggiatori di macchine fitness?) tace come se fosse in coma farmacologico (Sic!). Eppure dovremmo essere i più interessati e abbiamo anche dei buoni argomenti. Ma andiamo per gradi. Questo è l’abstract del sito dell’agenzia Italiana del farmaco (riportato in blu), mentre in nero sono le note dell’autore. Nel 2008 il mercato farmaceutico totale, comprensivo della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche (ASL, Aziende Ospedaliere, Policlinici Universitari ecc.) è stato pari a circa 24,4 miliardi di euro, di cui il 75% rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di circa 410 euro con un perio-

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do di trattamento di 537 giorni. Nota dell’autore. Le statine, ovvero i farmaci per la prevenzione farmacologia cardiovascolare, sono di recente introduzione e in pochi anni hanno contribuito in buona parte a spostare la spesa dai 15 miliardi del 20022003 ai 24 di oggi: un impatto di circa 10 miliardi di euro, pari a una cospicua manovra finanziaria. Che si rinnova ogni anno. I farmaci del sistema cardiovascolare, con oltre 5 miliardi di euro, sono in assoluto i più utilizzati, con una copertura di spesa da parte del SSN di quasi il 93%. Altre categorie terapeutiche di rilievo per la spesa sono: i farmaci gastrointestinali (il 13% della spesa), i farmaci del sistema nervoso centrale (12,1%), gli antimicrobici (11%) e gli antineoplastici (11%). Questi ultimi sono


il punto

“In media, nel 2008, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di circa 410 euro con un periodo di trattamento di 537 giorni”.

erogati sostanzialmente per intero (99,2% della spesa) a carico del SSN, prevalentemente attraverso le strutture pubbliche. Le categorie maggiormente a carico dei cittadini sono i farmaci dermatologici (per l’88% della spesa), i farmaci genito-urinari e ormoni sessuali (54,5%) e i farmaci dell’apparato muscolo-scheletrico (54,3%). Nota dell’autore. Senza fare troppo l’analista, sembra che se prendiamo più farmaci per la gastrite (+ 13% rispetto al 2007) e per sedarci (+ 12% di farmaci per il sistema nervoso centrale) forse stiamo curando i segni dello stress collettivo. Anche qui l’attività benefica del movimento e degli stili di vita attivi è segnalata a chiare lettere dall’OMS (Organizzazione Mondiale sella Sanità).

La spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, nel 2008 è stabile rispetto all’anno precedente, mentre la spesa a carico del SSN è diminuita dell’1% in larga misura a causa di un aumento del ticket (+20%) e di una diminuzione dei prezzi (6,9%). Nota dell’autore. È evidente che lo stato spende di meno non perché affida a dei suoi funzionari il governo del fenomeno e la scelta delle priorità, ma perché scarica sul privato la spesa con lo strumento del ticket (una tendenza che si verifica sia con governi di destra che di sinistra). Il consumo farmaceutico territoriale di classe A-SSN (totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale) è aumentato

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del 4,9% rispetto al 2007: ogni mille abitanti sono state prescritte 924 dosi di farmaco al giorno (erano 580 nel 2000). Attraverso le farmacie pubbliche e private sono stati acquistati nel 2008 complessivamente 1,8 miliardi di confezioni (circa 30 per abitante). Nota dell’autore. Dal 2000 sono di fatto raddoppiate le dosi giornaliere (da 580 a 924); per cui o prima non ci curavamo affatto, sopravvivendo miracolosamente a noi stessi, oppure ora ci stiamo letteralmente imbottendo di farmaci senza percepire un drastico miglioramento della quantità e qualità della vita. Più ci curiamo farmacologicamente e più ci ammaliamo. Strano, no? La Regione con il valore più elevato di spesa pubblica per far-


il punto classifica per regioni (nel 2007 le donne calabresi hanno una speranza di vita di 83,9 anni, mentre quella delle bolzanine è di 85, e scarto analogo è evidenziato per i maschi). E la mortalità infantile? Più del doppio in Calabria rispetto alla provincia di Bolzano: 6 per mille contro 3 per mille. E allora? Non pensiamo, è meglio.

“Anche nel 2008 i farmaci del sistema cardiovascolare sono la categoria farmaceu-tica più prescritta, rappresentando circa il 36% della spesa ed il 49% delle dosi”. Ovvero: quattro, cinque miliardi di euro solo per i farmaci cardiovascolari.

maci di classe A-SSN è la Calabria con 277 euro pro capite, mentre il valore più basso si osserva nella Provincia Autonoma di Bolzano con 149 euro. Nota dell’autore. Siamo sicuri che i calabresi si ammalino di più dei bolzanini? O ci sono delle cause di altra natura? Medici dalla ricetta facile? Marketing farmaceutico più aggressivo ed efficace? Compiacenze a livello amministrativo? Non lo sappiamo, ma questi dati forse dimostrano che, nonostante un

clima invidiabile, la presenza del mare, la dieta mediterranea e il pesce azzurro, i calabresi sono più fragili e più cagionevoli… O dobbiamo pensare che i medici calabresi siano più attenti e scrupolosi nel fare diagnosi e prescrivere cure. Oppure non dobbiamo pensare? Direte voi: “sì, si spende di più in Calabria, ma si campa di più”. Invece no. Da sempre, secondo i dati demografici Istat, la provincia autonoma di Bolzano è al terzo/quarto posto della

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Tutte le categorie terapeutiche, ad eccezione dei farmaci del sistema respiratorio e degli antineoplastici, fanno registrare un incremento delle dosi prescritte rispetto al 2007. Tra quelle a maggior consumo, i farmaci del sistema cardiovascolare aumentano del 5,2%; incrementi nella prescrizione si rilevano anche per i gastrointestinali (+9,2%), per gli ematologici (+4,4%) e per i farmaci del sistema ner voso centrale (+4,7%). Nota dell’autore. Ma i farmaci cardiovascolari non sono proprio quelli più costosi e che potrebbero essere risparmiati dall’adozione di nuovi stili di vita motori? Ma la prevenzione farmacologia non è quella che potrebbe essere contenuta dalla prevenzione non medicalizzata con l’adozione di stili di vita motori? Siamo noi, il fantastico “settore del fitness”: ma quanto stiamo facendo per farci riconoscere come interlocutori di prevenzione motoria? Infine, quando si deciderà il Ministero della Sanità, magari in contatto con quello dello Sport e del Wellfare, a promuovere nei fatti l’attività fisica come fattore che implementa la salute e riduce la spesa farmacologica? CHE NE È DELLA PREVENZIONE MOTORIA ? Da anni si parla di sani e corretti stili di vita. Ma quando poi si vanno a verificare i dati della spesa farmacologia ci si accor-


il punto ge che si parla, si parla e si parla, ma si spende ancora solo in farmaci. La spesa sanitaria sta lievitando e questo vale anche per la spesa degli esami diagnostici. Gli interessi sono enormi. Le istituzioni, che a parole lanciano messaggi in favore, dei sani “stili di vita” poi non intervengono per favorirne la diffusione. Vediamo come e perché. Prima di tutto qualche numero, tanto per capire di che cosa stiamo parlando e degli interessi in campo. Citiamo testualmente, sempre dal rapporto annuale sulla spesa farmacologica in Italia. Anche nel 2008 i farmaci del sistema cardiovascolare sono la categoria farmaceutica più prescritta, rappresentando circa il 36% della spesa ed il 49% delle dosi. Aumenti nella prescrizione si osservano per i farmaci gastrointestinali (+11,1%), del sistema ner voso centrale (+6,2%) e degli antimicrobici (+5,6%). Nota dell’autore. Detto cosi non sembra gran che, ma proviamo a immaginare la cifra assoluta: l’ordine di grandezza è di quattro, cinque miliardi di euro solo per i farmaci cardiovascolari. La cosa curiosa è che non tutti gli istituti preposti analizzano i numeri con gli stessi criteri e le cifre a volte non coincidono. L’atorvastatina è il principio attivo con la spesa più elevata. Nota dell’autore. Le statine sono farmaci di prevenzione cardiovascolare, la stessa prevenzione che L’organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di fare con sani stili di vita: Movimento e dieta ipocalorica. Il ramipril con circa 43,9 DDD/1000 abitanti die è invece la sostanza a maggior prescrizione. Nota dell’autore. È un farmaco

usato contro l’ipertensione, la stessa ipertensione che l’Organizzazione sociale della sanità raccomanda di trattare con sani stili di vita motori. Nei primi nove mesi del 2008 la prescrizione territoriale effettuata dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta e rimborsata alle farmacie aperte al pubblico dal SSN registra, a fronte di un’ulteriore diminuzione dei prezzi (-7,2%), un aumento della prescrizione (+6,4%) con spostamento verso farmaci più costosi (effetto mix +1,3%). Nota dell’autore. il costo di un trattamento diagnostico e terapeutico di un diabete di secondo tipo associato all’obesità, oppure di una “prevenzione” dell’ipercolesterolemia è difficilmente valutabile con precisione. Sicuramente, se si dovessero prendere alla lettera alcune indicazioni, si può stimare tra i 500 e i 1000 euro di soli farmaci. Se poi si cerca di aggiungere i costi indotti, come il frequente monitoraggio con esami di laboratorio per monitorare sia l’efficacia che gli effetti collaterali, si possono imputare costi tra i 1000 e 2000 euro, senza contare l’effetto “intasamento“ delle strutture sanitarie preposte ai controlli. D’altra parte, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i ministeri competenti dei paesi occidentali segnalano con sempre maggior vigore nelle linee guida e l’importanza della prevenzione motoria. Ma poi non seguono i fatti. Le case farmaceutiche fanno il loro mestiere e comunque una ridistribuzione delle risorse sanitarie a favore del “”farmaco motorio“ non necessariamente si trasformerebbe in un danno di fatturato per le aziende. Al contrario, le risorse potrebbero essere meglio distribuite anche su quei soggetti

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con la sindrome metabolica che ancora non fanno nulla per la loro prevenzione. Si stima, ad esempio, che i portatori di diabete di secondo tipo in Italia che non hanno una diagnosi e quindi non hanno avviato alcun tipo di terapia o prevenzione sono tra 1 e 2 milioni. C’è spazio quindi per gestire degli interventi di prevenzione su larga scala ridistribuendo le risorse e promuovendo una prevenzione sostenibile anche dal punto di vista economico. Una prevenzione che si completi della parte attualmente mancante: non solo la prevenzione diagnostica, non solo la prevenzione farmacologia, ma anche la prevenzione motoria, considerata da molte istituzioni sanitarie tra le più efficaci, sicure e a minor costo.

ALESSANDRO LANZANI Medico specialista in medicina dello sport e in ortopedia, è direttore della Scuola di Professione Fitness, che dal 1986 ha formato migliaia di istruttori e personal trainer con i propri corsi, master e stage di formazione e aggiornamento professionale. Da anni promotore dei contenuti relativi al fitness metabolico tramite corsi e convegni scientifici su tutto il territorio nazionale, è autore di numerose pubblicazioni e libri di formazione e supporto professionale.


alimentazione

“La famigerata prova costume” di Ubaldo Garagiola

L

’estate, per definizione, si porta dietro i tormentoni: la canzone dell’estate, il giallo dell’estate, la dieta dell’estate e così via. A precedere tutti, per ordine cronologico è la “famigerata prova costume”, che da decenni occupa un ruolo da primadonna nelle pagine e rubriche dedicate al “benessere” di tutte le riviste. Ebbene, considerata la bizzarria che permea spesso questo genere di interventi, ci pare doveroso pubblicare questo articolo, per consentire a tutti di verificare come si possa costruire un programma alimentare personalizzato sulle esigenze dell’atleta o del soggetto che ha bisogno di norme dietetiche precise per recuperare il proprio “peso forma”. (la redazione)

ALCUNI CONCETTI CHIAVE 1. Tutte le formule (da quelle per il calcolo del metabolismo basale a quelle per il calcolo del peso ideale o per stabilire il fabbisogno calorico durante l’attività fisica) hanno puro valore “orientativo” e nessuna possiede la “verità”! Il loro valore pratico è tuttavia notevole, perché consentono di avere un punto di partenza per impostare il programma alimentare. 2. Tutte le tabelle di composizione degli alimenti hanno anch’esse valore “orientativo”, poiché la variabilità è notevole: la carne di manzo possiede, per esempio, un’ampia variabilità in lipidi e questo può influenzare notevolmente il contributo calorico totale, anche se all’atto

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pratico, se la dieta del soggetto è varia e quindi l’assunzione di manzo avviene una volta ogni dieci giorni o più (alternando altre carni e altre fonti proteiche quali pesce, formaggi e uova) non vi sono ripercussioni evidenti; anche la frutta varia il proprio contenuto in zuccheri, vitamine e sali minerali a seconda del grado di maturazione raggiunta sull’albero (e non dopo essere stata raccolta) ecc... 3. Il peso ideale esiste solo nelle formule e non in realtà. Il solo parametro da considerare per un atleta è il peso forma, ossia la correlazione tra il peso raggiunto e il rendimento atletico, che può variare anche nello stesso soggetto secondo il tipo di sport.


alimentazione Per preparare un programma alimentare personalizzato occorre partire da un’accurata “intervista” con il soggetto per raccogliere tutte le informazioni necessarie: a) anamnesi alimentare = che cosa mangia abitualmente il soggetto (cibi preferiti e cibi evitati, con relative motivazioni; come sono ripartiti i pasti; uso di eventuali integratori ecc. b) attività quotidiana = impegni di studio o di lavoro, con particolare attenzione alla loro regolarità e alla loro intensità; frequenza di allenamento, sia come numero di sedute settimanali che come ore medie di durata; intensità delle sedute di allenamento e degli impegni competitivi. ANAMNESI ALIMENTARE È preferibile predisporre un questionario da compilare, per evitare dimenticanze e per costringere il soggetto a riflettere sulle risposte, poiché resteranno ben documentate. Il questionario andrà impostato elencando per gruppi alimentari i principali alimenti e invitando il soggetto a specificare la frequenza per ogni alimento con cui abitualmente lo assume (tutti i giorni, quasi tutti i giorni, 2 o 3 volte a settimana, almeno una volta a settimana, almeno una volta al mese, raramente, mai). Quando il soggetto risponde “mai” è necessario approfondire se la mancata assunzione di quel alimento dipende semplicemente da uno scarso gradimento o da una vera e propria intolleranza alimentare. Per quanto riguarda la ripartizione dei pasti si deve richiedere non solo con che frequenza vengono assunti, ma anche in quali quantità. In particolare, il discorso “quantità” va approfondito nel colloquio perché esistono notevoli differenze individuali nel considerare un pasto leggero o abbondante. Queste informazioni servono per valutare la correttezza o meno delle abitudini alimentari del soggetto, e quindi la necessità di reimpostare completamente tali abitudini o viceversa limitarsi a correggere qualità o ripartizione dei cibi. È ovvio che nel primo caso il soggetto dovrà anche esse-

re accuratamente informato sugli “errori” alimentari da lui commessi e sulla necessità di correzione, lavoro che richiederà ovviamente maggior tempo per poter dare i suoi frutti, ma grazie al quale spesso i risultati sono più evidenti. Gli errori più frequenti nell’alimentazione sono la scarsa assunzione di frutta e verdura, il non alimentarsi sufficientemente al mattino, il non assumere adeguatamente acqua e liquidi in generale, l’assunzione di pasti ricchi in proteine e/o lipidi prima di un impegno fisico. CALCOLO DEL FABBISOGNO CALORICO Per poter stimare il fabbisogno calorico medio di un soggetto dobbiamo conoscere non solo i suoi dati antropometrici, ma anche i suoi impegni abituali (lavoro o studio + attività sportiva). Per prima cosa bisogna calcolare il fabbisogno necessario per coprire il metabolismo basale, ossia per consentire all’organismo di continuare a vivere pur non svolgendo alcuna attività fisica. Esistono numerose formule per calcolare il metabolismo basale, e nessuna è più attendibile delle altre. La tabella che segue ne è un esempio. Al quantitativo calorico del metabolismo basale si dovrà aggiungere quello necessario allo svolgimento delle attività lavorative o di studio. Se tali attività sono essenzialmente sedentarie (come per esempio im-

piegati o studenti) possono essere considerate leggere, e il valore del metabolismo basale andrà aumentato di circa un terzo. Se l’attività comporta viceversa anche un impegno fisico moderato (come un magazziniere, un postino o un istruttore di palestra), il valore del metabolismo basale andrà aumentato di circa due terzi. Se infine l’attività lavorativa richiede un impegno fisico costante (come un facchino o un agricoltore) il valore del metabolismo basale andrà raddoppiato. A questo punto bisognerà aggiungere il quantitativo calorico necessario per svolgere anche l’attività sportiva specifica. Tale quantitativo varierà in funzione di tre principali fattori: - corporatura del soggetto (e quindi il peso corporeo) - intensità del lavoro muscolare (espresso in percentuale delle capacità massimali) - durata del lavoro (durata media settimanale dell’allenamento). Per facilitare il calcolo presunto del fabbisogno calorico è possibile utilizzare la seguente tabella, rielaborata dai dati dell’ACSM (American College of Sports Medicine). A questo punto avremo ottenuto un valore che è semplicemente orientativo, ossia corrisponde a un valore che con buona approssimazione si avvicina al fabbisogno calorico medio del soggetto. Su questo valore costruiremo il programma alimentare che andrà successivamente verificato ed even-

CALCOLO DEL METABOLISMO BASALE Per soggetti di sesso maschile

Per soggetti di sesso femminile

tra i 10 e i 17 anni = peso (kg) x 17.5 + 651

tra i 10 e i 17 anni = peso (kg) x 12.2 + 746

tra i 18 e i 29 anni = peso (kg) x 15.3 + 679

tra i 18 e i 29 anni = peso (kg) x 14.7 + 496

tra i 30 e i 59 anni = peso (kg) x 11.6 + 879

tra 30 e i 59 anni = peso (kg) x 8.7 + 829

oltre i 60 anni = peso (kg) x 12.3 + 609

oltre i 60 anni = peso (kg) x 9.0 + 688

CONSUMO CALORICO IPOTIZZATO PER ATTIVITÀ FISICA (Kcal/h) Intensità del lavoro muscolare (in % del VO2 max) Peso (kg)

50%

65%

75%

85-90%

50

400

500

650

800

70

560

700

910

1120

90

720

900

1170

1440


alimentazione tualmente modificato in ragione dei risultati ottenuti. RIPARTIZIONE DEGLI ALIMENTI E DEI PASTI Il primo passo è la ripartizione del quantitativo calorico totale nelle sue tre componenti principali: proteine, carboidrati e lipidi. Il fabbisogno proteico va calcolato sul peso del soggetto e sull’intensità e regolarità dei suoi impegni fisici, andando da un minimo di 0.7g per kg di peso in un adulto sedentario a un massimo di 1.7g per kg di peso in un marato-

neta o in un body-builder agonisti. Poiché ogni grammo di proteine fornisce 4 calorie si calcola il contributo calorico proteico e lo si sottrae dal fabbisogno totale (verificando inoltre che tale quota corrisponda all’incirca al 12-15% del totale). Il restante fabbisogno andrà suddiviso tra carboidrati e lipidi, tenendo presente che mentre i primi dovrebbero coprire circa il 55-65% del fabbisogno totale (sempre almeno il 50%), i lipidi non devono superare il 25-30%. In generale il ricorso percentuale ai lipidi tende a incremen-

tare quando il fabbisogno calorico totale risulta elevato, come negli sport di “endurance” (maratona, triathlon, ciclismo) ed è più agevole quindi riuscire a coprire le necessità con cibi altamente energetici (formaggi e dolci). Mentre infatti anche i carboidrati come le proteine forniscono circa quattro calorie per grammo, i lipidi ne forniscono addirittura nove. Da un punto di vista pratico non esistono cibi esclusivamente proteici o lipidici, mentre vi sono alimenti quasi esclusivamente a base di carboidrati. Per preparare il programma alimentare occorrerà selezionare quindi i vari alimenti partendo da quelli a prevalente contenuto proteico: carne e pesce, latte e latticini, uova. Prima di tutto però occorre stabilire, in base ai ritmi e agli impegni del soggetto, la ripartizione dei pasti. Le regole principali da tener presente sono: - consentire lo svolgimento delle attività fisiche a digestione ultimata; - garantire un rifornimento ottimale di energia prima dell’impegno (12 ore prima); - facilitare il rapido recupero dopo l’impegno fisico. Stabilita la ripartizione dei pasti e la copertura del fabbisogno proteico (privilegiando la fase di recupero, in cui in seguito al lavoro muscolare aumenta il turn-over proteico), si inseriscono gli altri alimenti, in modo da rispettare le regole precedentemente esposte. SCELTA E PREPARAZIONE DEI CIBI Esistono alcuni alimenti che dovrebbero far parte quotidianamente della nostra alimentazione, indipendentemente dall’essere sportivi o meno. Questi alimenti sono: - latte e/o yogurt - pasta e/o riso - frutta e verdura -olio crudo Mai dovrebbero mancare dalla colazione del mattino il latte e/o lo yogurt: questo concetto, valido per tutti, diventa ancor più importante per chi svolge attività sportiva o si trova in età evolutiva.


alimentazione Un bambino o un ragazzo che si impegni in uno sport, oltre che nello studio, ha bisogno di essere educato per prima cosa sull’importanza di un’adeguata colazione al mattino, in cui siano presenti, anche alternandoli, questi due alimenti. Inoltre altri piatti purtroppo poco amati dai bambini, ma in realtà fondamentali per una dieta equilibrata e ricca di principi nutrivi essenziali, sono i minestroni e le zuppe di cereali e legumi (pasta e fagioli, riso e piselli, pasta e ceci, zuppa di farro e legumi vari ecc.). È il piatto ideale per la cena di uno sportivo e contribuisce al recupero di liquidi, vitamine, sali minerali e anche proteine (il valore biologico delle proteine di cereali o legumi aumenta notevolmente con la loro associazione, avvicinandosi a quello della carne). Altri alimenti dovrebbero essere assunti abbastanza frequentemente, ossia circa due-tre volte a settimana: pesce e/o carne, uova, legumi, formaggi. Su questi cibi tuttavia si possono fare anche tagli radicali senza compromettere l’equilibrio alimentare. Scegliere gli alimenti corretti non è sufficiente se poi la loro preparazione ne vanifica il valore nutritivo. Prendiamo ad esempio l’uovo. In generale, tutti gli alimenti forniscono il massimo del loro apporto nutritivo se crudi, e questo è vero anche per l’uovo. Un uovo crudo, tuttavia, richiede un notevole impegno digestivo (circa 3 ore), e questo va tenuto presente per evitare che una digestione in corso ostacoli il rendimento (fisico o lavorativo). Una cottura moderata, come avviene per il classico uovo “alla coque” o per l’uovo “in camicia”, lo rende molto più digeribile, alterando solo in minima parte i suoi fattori nutritivi. Una cottura più prolungata, come per l’uovo sodo o per l’uovo fritto (“occhio di bue”) oltre a diminuirne notevolmente le potenzialità nutritive, ne ostacola l’assimilazione (almeno 3 ore di digestione). Come consigli di ordine generale: - utilizzare l’olio crudo per i condimenti, alternando quello di semi a

quello d’oliva extravergine; - limitare l’apporto di sale privilegiando le spezie per insaporire i piatti; - evitare i fritti e i superalcolici (liquori); - limitare gli alcolici (vino rosso o birra) ad assunzioni sporadiche e lontano da impegni intensi; - per la cottura della carne è consigliabile la piastra, evitando tuttavia di formare crostine annerite che ne ostacolano la digestione; per il pesce privilegiare la cottura in forno (al cartoccio o al sale). ASSOCIAZIONE CIBI/INTEGRATORI Non esiste alcun integratore alimentare in grado di “potenziare” le capacità di prestazione atletica, ma è necessario alimentarsi adeguatamente in ragione delle proprie necessità per consentire all’organismo di rendere al massimo delle proprie possibilità. È sicuramente vero che un’alimentazione equilibrata e varia può consentire la copertura dei nostri fabbisogni, ma questo diventa sempre più difficile da un punto di vista pratico man mano che l’attività fisica aumenta, perché i fabbisogni aumentano in proporzione e diventano anche più complessi da soddisfare quotidianamente nella loro totalità. Inoltre, è necessario sfatare il pregiudizio che

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un integratore possa far male di per sé: non sono farmaci e non possiedono “controindicazioni”, essendo semplicemente i normali principi nutritivi contenuti nei nostri cibi: può far male una bistecca? O un uovo? I rischi possono essere legati solo agli errori nella loro assunzione, essenzialmente di due tipi: - quantitativi, in chi esagera (non è vero che se una dose di proteine in polvere mi può far bene, due dosi mi faranno meglio!) - qualitativi, in chi non beve (l’acqua è un elemento fondamentale per il nostro organismo ed è contenuta anche nei principali alimenti; gli integratori in polvere o in compresse vanno pertanto sempre assunti con abbondante acqua, per riavvicinarsi il più possibile a un’assunzione “naturale”). UB A L DO G A R A G IO L A L a u re a t o i n M e d i c i n a e C h i r u rg i a , s p e ci al i z z a t o i n M e d i c i n a d e l l o S p o rt , è a u t o re d i o l t re 4 0 p u b b l ic a zi on i sc i e nt ifi c he . M e m b ro d el l ’ I n t e r n a t i o n a l So ci e t y o f E x e rci s e an d Im m un o l o g y e d e l Gr up p o d i St u d i o d i Pn eu m o l o g i a d e l l o Sp o r t d e l l ’ As s o c i az i o n e I t a l i a n a P n eu m o l o g i Os p e d a l i e r i , è m ed i c o d e l s e t t o re g i o v a n i l e d e l l a P o l i s p o r t i v a G i o rg e l l a, s c u o l a ca l c i o F. C . I n t e r n a z i o na l e e c o l l a b o r a c o m e r i ce rc a t o re c o n i l C e n t ro R i c e rc h e Mapei.


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TUMORE E ATTIVITÀ FISICA PROGETTO SPORT E SALUTE

A uso di survivors

CANCRO O LEONE?

IL CANCRO E LO SPORT PROFESSIONISTICO

Come vivere una vita nel pieno della salute


focus: tumore e attività fisica

Cancro o leone? Come vivere una vita nel pieno della salute di Corrado Ceschinelli wellness@corradoceschinelli.com

’è una premessa indispensabile da fare per una riflessione più larga e radicale sulle questione cancro, utile anche a comprendere le ragioni e le cause delle nostre attuali precarie condizioni di salute. Un organismo quale esso sia, uomo compreso, è animato dal principio biologico di realizzare il suo progetto di vita così costituitosi. Ogni forma vivente è dotata di sistemi di autoregolazione spontanea e di adattamento, che hanno la funzione e la capacità, con buoni margini ma altrettanti limiti, di mantenere le condizioni ideali alla vita stessa; sistemi caratterizzati da adattamenti provocati da sollecitazioni ambientali in millenni di storia. La salute, quindi, è da

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intendersi come la condizione naturale e normale di equilibrio e funzionalità; la sofferenza, le malattie, invece, come la conseguenza di una compromissione così significativa per intensità e durata, da non essere più sopportabile e gestibile dal sistema vitale. È in questa relazione che si definisce la qualità e la durata della nostra vita. Qualsiasi fenomeno che noi conosciamo come patologico in realtà avviene transitoriamente in continuazione (variazioni di parametri ematici e metabolici, pressione, pulsazione, mutazioni cancerogene, traumi, aggressioni batteriche e virali ecc.) senza che questo ci destabilizzi drasticamente e irreversibilmente. Il mantenimento della normalità nel tempo, e

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quindi della salute, presuppone tuttavia il favore delle nostre condizioni e abitudini di vita e in particolare di quelle alimentari, perché sono le variabili e le risorse più significative di questa prerogativa biologica. Mentre la ricerca scientifica che si occupa dei meccanismi che provocano le patologie ci riporta inevitabilmente a fare i conti con questo “tradimento” alla base, nelle persone è sempre più remota l’idea che dall’ambiente, dal cibo e più in generale dal nostro modo di vivere vengano fattori critici così decisivi e compromettenti. Anzi, non ci appartiene in alcun modo il senso di responsabilità, l’idea cioè che si debba (e si possa) avere cura di Sé. Peggio ancora! Si è andato affermando uno


focus: tumore e attività fisica “stile di vita” (valori, comportamenti, consumi) che sono sempre più in conflitto con le nostre autentiche necessità e quindi non possono che generare sempre più malessere e malattie. Questa è la ragione prima che spiega tutte le manifestazioni problematiche da quelle tumorali a quelle organico/metaboliche fino a quelle ansiogeno/comportamentali; che si tratti di cancro, obesità, ipertensione, infarto, diabete, attacchi di panico o di depressione, la logica di fondo è sempre la stessa: quando un organismo è lontano dalle sue condizioni ideali, soprattutto se troppo lontano e ripetutamente, deprime e compromette quella prerogativa naturale che lo vedrebbe capace di mantenere il suo equilibrio funzionale fino alla fine del suo percorso. La cosa straordinaria è che questa vocazione biologica, questa tensione vitale, è sempre presente. Rimessa in campo, rimosse le cause della sua inibizione, anche quando si sono provocati effetti patologici, torna a svolgere la sua mansione che è quella di conservare la vita. Questa considerazione su ciò che siamo e su come funzioniamo è il principio della consapevolezza. Va precisato che scopo di questa riflessione non è quello di fare della poetica esistenzialista, tanto meno della demagogia gratuita contro l’attuale approccio della medicina: è meritevole lo sforzo di ottimizzare la qualità stessa dei farmaci e dei protocolli terapeutici per aumentarne l’efficacia e ridurne l’invasività. L’intenzione di questo articolo è quella di mettere in evidenza la contraddizione di fondo del nostro modus vivendi e operandi: provochiamo malattia, non agiamo sulle cause, interveniamo farmacologicamente nel tentativo di ripristi-

PREMESSA Il cancro è la malattia più diffusa nelle società “moderne” dopo le malattie cardiovascolari; è responsabile in Italia di oltre il 25% delle morti, la metà delle quali è causata da tumore della mammella, del colon, della prostata e del polmone. Secondo il National Cancer Institute (USA), l'80% di tutte le forme tumorali sono dovute a fattori ben identificabili e come tali sono potenzialmente prevenibili. Per i tumori più diffusi è stato accertato un forte legame con il tipo di alimentazione. Molti sono i fattori destabilizzanti e mutageni con i quali veniamo a contatto costantemente. La neoplasia si afferma quando la dimensione “offensiva” supera la nostra capacità “difensiva”: un primo imperativo, quindi, è ridurre i fattori “oncogeni” e di sviluppo. Con l’alimentazione di oggi, purtroppo, condizioniamo gran parte di questa relazione: 1. introducendo sempre più sostanze cancerogene come quelle assorbite dall’ambiente o aggiunte nella manipolazione/conservazione industriale; 2. creando alterazioni interne su molte vie decisive nell’affermazione e nella crescita del tumore. nare una vocazione compromessa. Un paradosso senza via di uscita, reso ancora più evidente in fase di “cura”: a debilitazione si aggiunge debilitazione, mentre sarebbe questo il momento, ancora più opportuno, di guardare alle risorse e alle energie riparatrici interne. Del resto è comprovata da più parti l’efficacia nell’affiancare, per esempio, alla chemioterapia una strategia nutrizionale capace di riattivare e sostenere questi processi endogeni, nell’interesse stesso dell’obiettivo del farmaco.

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LA CARNE ANIMALE Il consumo esagerato di carni animali, soprattutto di carne rossa, comporta, oltre l’assunzione delle sostanze chimiche provenienti dall’agricoltura (erbicidi, pesticidi, antigrittogamici ecc.), e quelle derivanti dalle pratiche di allevamento (antibiotici, ormoni, mangimi animali ecc), la messa in campo di fattori tossici propri della carne animale, sia derivanti dalle trasformazioni putrefattive durante il processo digestivo (putrescina, cadaverina, ptomaine, scatolo, metil-etil-mercaptano ecc.), che dalla cottura a eleva-


focus: tumore e attività fisica te temperature della stessa come le sostanze genotossiche cancerogene (amine eterocicliche). Consumare troppa carne contribuisce notevolmente all’abbassamento delle difese immunitarie dell’organismo, con conseguente minore controllo anche della proliferazione neoplastica. Una causa di questo è l’acidosi metabolica, che impoverendo per compenso le riserve alcaline (sottraendo calcio e magnesio alle ossa con conseguenti osteoporosi e artriti), provoca fatica cronica e una maggiore sensibilità alle infezioni con un riflesso significativo sulle difese. Un’alimentazione prevalentemente carnea non contiene fibre indigeribili, presenti, invece, nella verdura e nella frutta. In questo modo si rallenta la motilità intestinale con maggiore esposizione a sostanze cancerogene (il cancro intestinale statisticamente è al 2° posto come frequenza). Inoltre, non bastasse, è causa di stitichezza, tossiemia, obesità, vene varicose, emorroidi, diverticoliti, appendiciti, malattie cardiovascolari (da grassi saturi e colesterolo), tutte concause o complicazioni che contribuiscono ad un quadro poco rassicurante. IPERINSULINEMIA, GRASSO CORPOREO E INFIAMMAZIONE Un altro aspetto implicato nella nascita e nello sviluppo dei tumori riguarda più in generale le nostre abitudini alimentari. Troppe calorie e troppi “zuccheri” (amidi compresi) provocano una risposta insulinica anomala e, di seguito, una miriade di conseguenze, primo fra tutti un eccesso di grasso corporeo. Mentre il sovrappeso è considerato dalle persone comuni come un incidente estetico e dalla medicina soprattutto come una problematica meta-

bolica (ipertensione, cardiopatie, diabete), la ricerca più recente considera questa condizione come una vera e propria alterazione funzionale, da cui dipende tutta una serie di “perversioni” molto più subdole e pericolose. L’iperinsulinemia influenza molti processi e molte vie enzimatiche (colesterolo, trigliceridi, sodio/potassio ecc.) agendo anche, fra l’altro, su un sistema molto sofisticato di controllo biologico, come quello degli eicosanoidi, spostando il suo asse di equilibrio verso il lato peggiorativo, provocando una condizione generale dell’organismo chiamata “infiammazione”. Un’altra preoccupazione deriva dal fatto che il grasso di deposito è un tessuto “ormonalmente” molto attivo, contrariamente all’idea che fosse solo un deposito inerte. Significa che produce e mette in circolo tutta una serie di molecole e fattori, dalle interleuchine al fattore di necrosi tumorale (TNF), che amplificano l’infiam-

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mazione provocata dagli eicosanoidi. È così che trovano origine tutte le patologie croniche degenerative chiamate “infiammatorie”, tra le quali, oltre il cancro, l’ictus, l’infarto, l’alzheimer, malattie dell’apparato respiratorio, digestivo ecc. L’ormone insulina, così come è determinante per “nutrire” le cellule, lo è anche per quelle anomale di cui, grazie anche ad altri fattori di crescita (IGF, GH), ne accelera la crescita e lo sviluppo. Condiziona, inoltre, i vari processi e le diverse fasi legate al cancro come l’apoptosi (cellule che non finiscono di morire), l’angiogenesi (nuovi vasi per nutrire le cellule malate) e le fasi terminali della malattia come la metastasi e la cachessia. Quando l’infiammazione diventa “cronica” è da considerarsi uno stato “fuori norma” dell’organismo. Il guaio è che è asintomatica ed è difficilmente misurabile dagli attuali standard diagnostici. Occorre ricordare, infine, che il grasso corporeo


focus: tumore e attività fisica aumenta la produzione di estrogeni e di conseguenza favorisce l’insediarsi delle neoplasie ormono-dipendenti (mammella, prostata, ovaie, colon). LE REGOLE D’ORO 1. Poche calorie per pasto e frequente assunzione (almeno 5 pasti al giorno). 2. Riduzione drastica di alimenti confezionati industrialmente per l’alto utilizzo di sostanze cancerogene (grassi idrogenati, coloranti, conservanti, additivi chimici, OGM, ecc). 3. Preferenza per fonti alimentari biologiche e naturali. 4. Pasto bilanciato tra proteine, carboidrati e grassi. Proteine, un adeguato (moderato) apporto proteico: - preferire proteine di tipo vegetale (soia, legumi, cereali integrali) per la presenza di isoflavoni, fitoestrogeni e lignani, per la loro documentata attività antitumorale, per il basso contenuto di colesterolo e grassi saturi, per le loro proprietà difensive per le patologie cardiovascolari e per l’attività antiossidante; - fra le fonti animali privilegiare carni bianche, pesce, albumi o altra carne magra; - occorre limitare il consumo di carne rossa e di formaggi soprattutto stagionati; - consumare solo occasionalmente carne e pesce alla griglia e carni affumicate. Carboidrati, una scelta in funzione del rilascio di insulina (indice e carico glicemico) e dell’infiammazione: - riduzione drastica del consumo di carboidrati semplici (pane, pasta, riso, patate, dolciumi, bibite ecc.) - carboidrati a basso indice e carico glicemico, ovvero alto consumo di verdura, moderato consumo di frutta, quindi legumi e cereali integrali; - fare in modo che la verdura sia

la componente prevalente del pasto perché, insieme alla frutta, contribuisce a basificare l’acidità provocata dagli altri alimenti, a elevare l’attività antiossidante (vitamine, minerali, polifenoli ecc.) contro i Radicali Liberi (altro fattore mutageno nella genesi del cancro) e ad apportare quantità di fibra indispensabili al controllo e all’espulsione dei residui tossici e cancerogeni del processo digestivo. Grassi, una scelta in funzione della compatibilità e della strategia antinfiammatoria: - scegliere grassi monoinsaturi in quantità corrette (olio extravergine di oliva); - integrare con omega 3 per le documentate proprietà anti-infiammatorie; - evitare assolutamente i grassi idrogenati; - limitare il consumo di cibi grassi, specialmente quelli di origine animale. CONCLUSIONI Vorrei parlarvi, in un futuro più prossimo di quanto si immagini, della possibilità strategica e mirata, di utilizzare il cibo, le sostanze in esso contenute, per favorire ancor più le risposte e le difese biologiche e quindi le migliori condizioni di vita. A questo riguardo, la nutraceutica è un modo di vedere la relazione tra proprietà dell’alimento e la funzione dell’organismo. Siamo agli inizi di una maggiore e più sofisticata considerazione nutrizionale: la nutrigenomica, ovvero il nesso “dialettico” tra specifiche molecole esistenti in natura e l’azione di quei geni (oncosopressori per primi) che sostengono il principio della vita. In questo modo si potranno controllare e inibire quei geni che, viceversa, ci espongono alle degenerazioni biologiche e che oggi, nostro malgrado, godono dei favori della nostra leggerezza e inconsapevolezza. 17

CORRADO CESCHINELLI Laureato in Sociologia all’Università degli Studi di Trento, ha una formazione in Naturopatia a indirizzo Olistico conseguita presso l’Istituto di Medicina Psicosomatica. Qualificato come “specialista del benessere”, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari, è da sempre impegnato per un approccio sano, equilibrato, soprattutto educativo, alle pratiche che contribuiscono a migliorare lo stato di salute e di benessere generale. Da anni svolge attività di docenza e scrive per le più autorevoli riviste del settore.

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IL BENESSERE POSSIBILE Il libro vuole essere un contributo per vivere meglio e per chi si occupa della salute e del benessere altrui. L’autore analizza aspetti fondamentali della nostra esistenza: consapevolezza come fondamento del benessere, alimentazione funzionale per la salute, attività fisica per la migliore condizione di forma. Il testo approfondisce temi importanti dell’alimentazione (come impostare i pasti, allergie e intolleranze alimentari ) e dell’allenamento (attività fisica per uno stile di vita sano e come modello educativo, corsa e tonificazione). Alea Edizioni 2008


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Progetto sport e salute A uso di “survivors” di Mia Dell’Agnello mia@professinefitness.com

di nto k lindime n coofon r p p a LINK n Italia si definiscono lungoviventi, termine un po’ brutale nella sua concretezza, che sottolinea un mancato appuntamento con la morte. Le lingue anglosassoni insistono maggiormente sull’aspetto eroico e quasi leggendario della parola survivors, sopravvissuti, superstiti. In entrambi i casi ci si riferisce agli ex malati di

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tumore, che vincono la loro battaglia contro la malattia. In Italia, secondo l’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) sono circa il 55% coloro che sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi. E anche se l’incidenza di queste patologie è in aumento (anche per l’allungamento della vita media), i dati relativi agli ultimi decenni mo-

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strano che l’incremento della mortalità va rallentando rispetto all’incidenza, grazie al miglioramento della diagnostica e dell’efficacia delle terapie a disposizione, oltre che alla diffusione di una cultura generale che pone maggiore attenzione alla salute. Eppure, l’atteggiamento culturale maggiormente diffuso fa sì che la parola “cancro” sia ancora strettamente connessa al concetto di morte e di inguaribilità, tanto che il solo parlarne è spesso un tabù. Così, il malato di tumore si trova a dover superare, oltre ai problemi fisici, anche degli ostacoli psicologici importanti: la sola diagnosi della malattia impone il confronto con l’idea della morte, che apre un processo di crisi dell’individuo malato e di frattura rispetto alla normalità, rispetto alla vita “di prima”. Per questo è nata la Psiconcologia, “una disciplina che si occupa, in maniera privilegiata e specifica, della vasta area delle variabili psicologiche connesse alla patologia neoplastica e in generale delle implicazioni psico-sociali dei tumori. Essa nasce e si impone, in funzione delle complesse problematiche psicologiche ed emozionali, che interessano la maggior parte dei pazienti affetti da cancro, nel porre attenzione a queste problematiche…”.


focus: tumore e attività fisica In questo panorama è nato il progetto “Sport e salute in oncologia”, curato dal professor Riccardo Torta, direttore della struttura di Psiconcologia dell’ospedale Molinette di Torino, a cui aderiscono il Dipartimento di Scienze Cliniche dell’ospedale Sacco di Milano (professor Massimo Pagani) e l’Istituto Universitario di Scienze Motorie - Università degli Studi di Roma (professor Fabio Pigozzi).

sistema immunitario non riesce a contenere. E poiché è risaputo che l’attività fisica svolge un ruolo importante nel potenziare il sistema immunitario, è chiaro che, superata la fase acuta della malattia, praticare attività fisica è di grande giovamento, anche sul tono dell’umore: il ma-

Professor Riccardo Torta, da dove nasce questo progetto? I pazienti che hanno superato il percorso medico, non sempre riescono a raggiungere un recupero funzionale adeguato dal punto di vista emotivo, perché permane in loro il senso di malattia: è quindi necessario restituire un rapporto fiduciario con la salute, con un corpo che, in qualche modo, un po’ ti ha tradito. In tutti i paesi dove la mortalità in oncologia va drammaticamente riducendosi in senso positivo, sale l’attenzione per persone che sono “guarite”, dove le virgolette sono d’obbligo per sottolineare che questa è una malattia che può ritornare: da qui il senso d’insicurezza e l’esigenza di proteggere il corpo quanto più possibile attraverso stili di vita sani, dieta, attività fisica e abitudini corrette. I “sopravvissuti” devono impegnarsi anche su un recupero della propria immagine corporea, sentire che il loro corpo è ancora lì e che funziona. Quali i vantaggi nella pratica dell’attività sportiva? In ognuno di noi nascono di continuo cellule tumorali, che sono poi uccise dal sistema immunitario: un tumore si sviluppa perché ci possono essere dei geni di suscettibilità che, per qualche motivo emozionale, ambientale, occasionale, il

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lato depresso ha meno difese. Naturalmente questo non è l’unico parametro, altrimenti gli sportivi professionisti non si ammalerebbero mai di tumore… Ma per un paziente che è sopravvissuto e che ha già completato tutte le cure che la medicina gli può garantire, l’at-


focus: tumore e attività fisica tività fisica può svolgere un ruolo essenziale sia dal punto di vista fisico (come rinforzo immunitario, appunto) che psicologico (per recuperare il rapporto con il proprio corpo). Questo è un concetto ampiamente diffuso e avvalorato dalla letteratura medica; ora, con il nostro progetto noi intendiamo impostare un percorso strutturato e qualificato, che possa essere utilizzato come linea guida per la riabilitazione del paziente oncologico. A che punto è il progetto? Il progetto è già stato presentato ed è pronto sia dal punto di vista clinico che scientifico, ma purtroppo mancano i fondi per farlo partire. Nelle nostre intenzioni il lavoro, che include il coinvolgimento di tre città pilota (Torino, Milano e Roma), è imposta-

to su tre step: 1. valutazione psiconcologia per selezionare i soggetti (emozionalmente non tutti hanno voglia di cominciare a praticare attività sportiva); 2. valutazione della medicina dello sport per stabilire quale tipo di attività sia maggiormente indicata per questo o per quel paziente (chi ha avuto un cancro alla prostata, per esempio, è meglio che non pratichi il ciclismo); 3. “consegna” del soggetto a operatori di scienze motorie o a strutture in qualche modo validate, certificate dal punto di vista della qualità clinica e scientifica. Premessa la necessità di mantenere un controllo, soprattutto qualitativo e valutativo, l’intenzione è quella di demedicalizzare il più possibile il soggetto, portandolo fuori dai circuiti medici tradizionali. Quando un paziente oncologico finisce di essere considerato tale? Quando smette di fare terapia attiva ed entra in una dinamica di controlli periodici: è a questo punto che si inserisce il nostro Sia progetto. chiaro, non che l’attività fisica non si possa praticare anche durante le cure, m a

noi vorremmo chiudere il percorso di malattia ed entrare in un percorso di recupero, anche psicologicamente è importante. Come è impostato il progetto? Il protocollo scientifico prevede la valutazione di specifici parametri, sia biologici che psicologici. I parametri biologici sono sostanzialmente quelli immunitari: come aumentano i natural killer (cellule di difesa contro le cellule oncologiche) o come si riducono gli ormoni dello stress. I parametri psicologici riguardano la qualità di vita, il senso di autoefficienza, lo stile di coping. Coping è un termine inglese che non ha una specifica corrispondenza in italiano, ma indica come un soggetto si adatta a situazione stressanti, nel nostro caso come il paziente si confronta con la malattia: con atteggiamento di negazione, di fatalismo, di spirito combattivo... Abbiamo poi previsto valutazioni specifiche legate all’ansia, alla depressione, alla “fatigue”, ovvero quel senso drammatico di stanchezza che sentono quasi tutti i malati oncologici, anche quando la malattia o le cure non sono di per sé giustificanti: è stato già sperimentato che, paradossalmente, la “fatigue” migliora con l’attività fisica, piuttosto che con il riposo forzato. Prevediamo un tempo di realizzazione di 3 mesi + 3, con valutazioni a T0, T3 e T6 mesi, e un gruppo di controllo con cui lavoriamo solo con tecniche di rilassamento. Attualmente, quando un paziente conclude il ciclo di cure, gli è solo suggerito di praticare attività fisica oppure potete comunque indirizzarlo a specifici centri di rieducazione e riabilitazione? Il punto è estremamente dolente. Noi stiamo cercando di for-


focus: tumore e attività fisica mulare un protocollo nazionale per indagare quale sia la reale offerta di riabilitazione oncologica, perché in effetti i centri sono pochi e spesso operano con interventi limitati: per noi la riabilitazione oncologica non si deve limitare al recupero del danno chirurgico, come può essere lo svuotamento del cavo ascellare dal linfedema post chirurgico; per noi è un concetto molto più allargato. Inoltre queste strutture si trovano per lo più all’interno degli istituti o dei reparti di oncologia e noi vorremmo superare questo impasse, che anche dal punto di vista psicologico è penalizzante: un conto è dare un appuntamento in ospedale per un massaggio, un conto è trovarsi al parco per una passeggiata…

I TUMORI IN ITALIA (dati relativi al 2007) Ogni anno in Italia si registrano ancora circa 240 mila nuovi casi di tumore e 140 mila sono i decessi. Ci sono dunque quasi un milione e mezzo di persone affette da questa malattia, fra pazienti guariti, nuovi casi e quelli in trattamento. Si stima che nel 2010 vi saranno circa 270 mila nuovi casi di tumore all’anno e 145 mila decessi. Oggi in Italia la sopravvivenza relativa standardizzata a cinque anni dalla diagnosi è del 45,7% negli uomini e del 57,5% nelle donne, per tutti i tumori esclusi i carcinomi della cute. Ci sono però differenze dal punto di vista geografico: in genere, la sopravvivenza al Nord e al Centro è più alta di circa il 10% rispetto al Sud. La percentuale di sopravvivenza dipende in modo significativo dal tipo di tumore: i più

mortali sono i mesoteliomi (8,2%), i tumori dell’esofago (11,5%), del fegato (10,5% per gli uomini e 11,6% per le donne), delle vie biliari (13,7%), del pancreas (5,1% per gli uomini e 7,8% per le donne), del polmone (11,9% per gli uomini e 15,3% per le donne) e dell’encefalo (18,9% per gli uomini e 20,4% per le donne). Le prospettive di sopravvivenza migliori, invece, sono per i tumori al labbro (89,5%), i melanomi della pelle (79% per gli uomini e 87% per le donne), i tumori della mammella (82,6%), del corpo dell’utero (75,9%), della prostata (78,5%), del testicolo (88,1%), della tiroide (79,1% per gli uomini e 88,1% per le donne) e i linfomi di Hodgkin (80%). Fonte: ISS, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute

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PROFESSOR RICCARDO TORTA

Professore Associato di Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Neuroscienze di Torino; direttore della Strut-tura Complessa di Psiconcologia del Dipartimento di Oncologia dell’Università e dell’A.S.O San Giovanni Battista di Torino. È autore di oltre 550 pubblicazioni scien-tifiche su riviste nazionali e internazionali in ambito psico-logico clinico, psichiatrico, neurologico, oncologico, neuropsicofarmacologico e di 18 libri su tali argomenti.


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Il cancro e lo sport professionistico di Mia Dell’Agnello mia@professinefitness.com

IL SOSPETTO DEL DOPING Lo sport fa bene, tanto per la prevenzione quanto per la rieducazione da patologie oncologiche, ma la popolazione degli sportivi agonisti non è esclusa da tale patologia, anzi, parrebbe che alcune categorie siano particolarmente a rischio. Non esistono studi ufficiali sulle pubblicazioni scientifiche, ma molti sono coloro che, a vario titolo, hanno affrontato la questione. Fra questi il pm Raffaele Guarinello che, conducendo un’indagine nel mondo del calcio professionistico (iniziata nel 1998), incaricò due epidemiologi dell'Istituto superiore di sanità di studiare le cause di

morte di migliaia di ex calciatori (circa 20.000 calciatori di serie A, B e C dal 1965 a oggi) e il possibile collegamento con l'assunzione di sostanze proibite, o con pratiche (trattamenti farmacologici, sistemi di allenamento) dannose alla salute. A questa ne seguì una seconda sul ciclismo professionistico (iniziata nel 2000) che esaminò la storia sanitaria di 1.500 ciclisti in attività fra il 1969 e il 1999. Ad occuparsene anche un organismo appositamente creato l’”Osservatorio tumori professionali”. Il confronto fra le cause di morte degli ex giocatori di serie A, B e C rispetto alla popolazione normale mise

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in evidenza che le morti per leucemia linfoide erano 35 volte più numerose rispetto al resto della popolazione italiana; mentre per le morti da tumore epatico, fu riscontrato un rischio 8 volte superiore. Fra le possibili cause indicate di questo "eccesso di mortalità" è stato segnalato l’abuso di farmaci e/o l’utilizzo di sostanze dopanti: gli anabolizzanti per il cancro al fegato, l'ormone della crescita per la leucemia linfoide. A proposito di doping Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all’Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone) e Professore di Oncologia Medi-


focus: tumore e attività fisica

ca presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Udine, Scuola di Specialità in Oncologia, sostiene: “Complicazioni più gravi per altro sono quelle oncologiche, in quanto già si verificano casi di tumori, in particolare al fegato, alla prostata e reni, e potrebbero aumentare nel tempo soprattutto in coloro che hanno assunto per molto tempo degli steroidi anabolizzanti, come sembra vi sia evidenza nei ciclisti in Francia”. Il professore si riferisce a un’indagine del 1999 condotta dal Ministero dello Sport francese su 200 ciclisti professionisti, che evidenziò che il 60 % soffriva di "serie turbe biologiche che devono essere oggetto di studi scientifici" perché "preludono alla cirrosi e al cancro". Recentemente, nel corso del 33° Congresso della Società

Italiana di Endocrinologia il professor Luigi Di Luigi dell’Unità di Endocrinologia del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Roma, nell’ambito del suo intervento sul tema del doping ormonale, ha affermato che “Non esistono dati definitivi relativi alla reale prevalenza di tumori correlati al doping ormonale (tumori del fegato, colon, prostata, tiroide, leucemie, ecc.), né è possibile prevedere quali e quante patologie potranno insorgere, anche dopo avere smesso e a distanza nel tempo, in quei soggetti che attualmente stiano assumendo enormi quantità di ormoni”. Dunque molte indagini, molti sospetti, ma nessuna certezza. Pochi giorni fa l’ex campione di ciclismo francese Laurent Fignon, due volte vincitore del

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Tour de France (nel 1983 e nel 1984), presentando il suo libro “Eravamo giovani e incoscienti” ha dichiarato di essere affetto da un cancro dell'apparato digerente. Nella sua autobiografia il ciclista racconta di una vita vissuta intensamente, pagine chiare scolpite di successi e pagine scure di sconfitte, doping e droga. Interrogato sull'eventuale legame tra la malattia e l'assunzione di sostanze illecite, Fignon ha dichiarato che è impossibile dare una risposta: “Non dirò che non abbia influito. Non ne so nulla. È impossibile dire se sì o no. Secondo i medici, sembra di no. Alla mia epoca tutti facevano la stessa cosa, come oggi tutti fanno la stessa cosa. Se tutti i ciclisti che si sono dopati dovessero avere il cancro, ce l'avremmo tutti”.


focus: tumore e attività fisica ATLETI SURVIVOR Indipendentemente dai possibili legami con trattamenti estremi, gli sportivi, come tutti gli esseri umani, si ammalano di tumore, ma a differenza degli altri malati, spesso gli atleti sono famosi e la loro celebrità è strettamente connessa all’immagine di un corpo sano e potente, che contrasta in maniera drammatica con la malattia. Quando uno sportivo sopravvive a un cancro diventa immediatamente un modello per tutti, a dimostrare che non solo si può “scampare la morte”, ma si può tornare a vivere “come prima”: il ritorno di questi atleti sui campi di gara ne è un magnifico esempio. Sono tantissime le storie di atleti lungoviventi che hanno vinto la loro battaglia contro il cancro e sono riusciti a ritornare a gareggiare nel mondo professionistico. Come l’anno scorso Nene` Hilario, giocatore di pallacanestro brasiliano militante nei Nuggets di Denver, che è tornato in campo a tre mesi dall’intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore maligno ai testicoli. Sempre l’anno scorso ha destato grande emozione la storia di Eric Shanteau, nuotatore statunitense che, dopo aver saputo di avere un tumore ai testicoli, decise comunque di partecipare ai giochi olimpici di Pechino, rimandando al suo rientro l’intervento chirurgico e le cure chemioterapiche. Anche se non può essere ancora definito un “cancer survivor” (per essere sopravvissuti è necessario che siano passati 5 anni dalla malattia) nel settembre del 2008 è stato definito guarito e da allora collabora attivamente con l’associazione di Lance Armstrong. Il ciclista svedese Niklas Axelsson ha avuto una carriera burrascosa: nel 2001 è trovato positivo all'Epo e sconta due anni e mezzo di squalifica. Poi riprende la carriera, ma

nel 2006 gli viene diagnosticato un tumore al testicolo. Viene quindi sottoposto a cinque cicli di chemioterapia, durante i quali riprende gli allenamenti: nel periodo di cura percorre 3 mila km in bici, guarisce e nell'aprile 2007 torna a correre. Altro ciclista svedese è Magnus Bäckstedt, che all’inizio del 2007 subisce un doppio intervento al torace per l’esportazione di un tumore della pelle, ma dopo pochi mesi è già in sella. Il più famoso di tutti è sicuramente Lance Armstrong, il ciclista americano che ha vinto sette Tour de France di seguito (1999 – 2005), dopo esser stato operato di un tumore ai testicoli e che, all’età di 37 anni, correrà il prossimo Tour de France. “Ho deciso di tornare al ciclismo professionistico per aumentare la consapevolezza sul problema globale del cancro”, ha dichiarato. Infatti, dopo una guarigione che da molti è stata definita quasi miracolosa, il ciclista nel 1997 fonda la "Lance Armstrong Foundation" con l'obiettivo di aiutare gli ex malati di tumore a recuperare la propria vita, dal punto di vista sociale e lavorativo.

LIVESTRONG Livestrong è un braccialetto da polso ideato dal ciclista Lance Armstrong nell'estate del 2004. Il braccialetto faceva parte di un programma educativo denominato Wear Yellow Live Strong, con l'intento di sostenere le vittime e i guariti del cancro e consapevolizzare sul problema. Il braccialetto è venduto in pacchi da 10, 100 o 1200 per aumentare di $5,000,000 i fondi della Lance Armstrong Foundation in collaborazione con Nike. Il colore giallo fu scelto per l'importanza che aveva nella vita del ciclista (gialla è la maglia portata dal leader del Tour de France). Il braccialetto è divenuto un fenomeno di massa alla fine dell'estate, dapprima apparendo ai polsi di molti partecipanti al Tour de France, poi a quelli di alcune personalità come: John Kerry, l'attore Matt Damon, e molti atleti alle Olimpiadi. Tale visibilità ha permesso che il braccialetto divenisse alla moda. I braccialetti gialli sono fatti di gomma, con inciso il motto LIVESTRONG. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera


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I NOSTRI DOCENTI

Gioca d'anticipo con le nostre offerte Alessandro Lanzani Direttore scuola Francesco Capobianco Responsabile scuola Davide Fogliadini Massofisioterapista, personal trainer Edoardo Lanzani Medico ortopedico, esperto in rieducazione funzionale Davide Girola Medico, esperto in riabilitazione cardiologica Roberto Dagani Laureato in scienze motorie, massofisioterapista Andrea Scala Laureato in scienze motorie, personal trainer, Serenella Lattanzio Avvocato, esperta in

normative tributarie Alessandro Cotturri Dottore commercialista Andrea Medici Preparatore atletico, esperto in osteopatia Gianni Montagna Trainer, esperto in alimentazione e integrazione Andrea Gianesella Laureato in scienze motorie, Presenter di discipline musicali Francesca Degasperi Presenter di discipline musicali Corrado Ceschinellli Sociologo, naturopata, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari


operatore

M E T A B O L I C O F I T N E S S O P E R A T O R E FORMAZIONE A DISTANZA

fitness

metabolico

l corso a distanza per operatore di fitness metabolico permette di raggiungere obiettivi operativi altamente specialistici, fornendo le basi necessarie teoriche e pratiche per realizzare percorsi motori personalizzati in sicurezza per la sindrome metabolica: - ipertensione e malattie cardiovascolari; - soprappeso e obesità; - diabete; - artrosi e osteoporosi. Il corso si sviluppa in un'opera composta da un volume + 8 DVD multimediali con contributi tecnici: - audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali; - video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi; - testi con documenti interi o recensiti; - presentazioni con grafici e tabelle. ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBILI SOLO SU PERSONAL COMPUTER E NON SU MACINTOSH

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CONTENUTI Strumenti tecnici • Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione sociale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chiave; sedentarismo e malnutrizione da eccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitness metabolico e Fitness terapia: tre livelli per un nuovo stile di vita.

• Equilibrio funzionale, allenamento funzionale: la grande gara della vita quotidiana. • Fitness metabolico e diabete. • Fitness metabolico e obesità, sovrappeso, anoressia e bulimia (strategie integrative nel centro fitness). • Fitness metabolico e ipertensione, malattie cardiovascolari. • Fitness metabolico e apparato locomotore: artrosi e osteoporosi. • Classificazione, approccio psicologico e fidelizzazione del soggetto metabolico. • Classificazione e approccio dei soggetti sedentari, motori, sportivi, e agonisti. • Selezione e abstract della più recente bibliografia scientifica internazionale sul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: come si vende il fitness metabolico e con quali “pacchetti servizio”. • Formazione per lo staff di vendita: inquadramento generale. Step operativi • Inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica: un metodo di sicurezza per l'operatore e il soggetto metabolico; • gli strumenti di misura: dai test tradizionali dello sport ai Fix metabolici specifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione dei metabolici; • strumenti di lavoro: le unità motorie metaboliche; • programmazione dell'attività motoria;

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• insegnamento dell'attività motoria; • strumenti di fidelizzazione: il passaporto metabolico; esempi pratici: come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; • monitoraggio e verifica dei risultati • Codice deontologico; • Manifesto del fitness metabolico. L'apprendimento sarà supportato da un servizio di assistenza on line e completato da una giornata di Workshop tecnico, a scelta dello studente, fra quelli proposti dalla nostra Scuola di Formazione. Il calendario delle giornate è consultabile nelle pagine a seguire, sezione STAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.com Docente: Alessandro Lanzani Quanto costa: 720 euro Iva inclusa. La quota comprende: l'iscrizione alla scuola, l'opera completa + 1 Workshop tecnico + l'esame finale (a Milano) per conseguire la certificazione. È possibile ottenere più certificazioni con la stessa opera: per qualsiasi ulteriore informazione contattare la segreteria corsi al numero 02.58112828 o consultare il sito internet: www.professionefitness.com Esami: colloquio orale.


Corsi FITNESS TRAINER

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Dove e quando: Milano Sala De Amicis Via De Amicis,17 a partire da sabato 24 ottobre Orario: 10.00-13.00, 14.00-17.00 Quanto dura: 13 giornate, sempre di sabato Quanto costa: 454 euro (iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 luglio; 504 euro (iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 settembre; 540 euro (iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 settembre. Esami: quiz a risposta multipla, colloquio orale e prova pratica.

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50sima edizione del corso che più di tutti ha consolidato negli anni l’immagine della Scuola di Professione Fitness. Su una base di conoscenza completa e polivalente, costruisce gli strumenti per affrontare la realtà diversificata delle attività in palestra. Parte teorico-scientifica - Anatomia umana dell’apparato

colonna vertebrale, lordosi e cifosi, scapole alate. Come modificare l’allenamento. - Alimentazione: nozioni fondamentali della fisiologia della nutrizione. Esigenze specifiche degli atleti: gli integratori alimentari e i prodotti farmaceutici. Le diete ipocaloriche associate all’attività fisica. - Doping: gli anabolizzanti e l’ormone della crescita. Gli effetti indesiderati e quelli collaterali, i rischi a breve e a lungo termine. - Anamnesi motoria ed esame obiettivo motorio: indicazioni sulle modalità di protocolli da attuare per la stesura del programma d’allenamento. - Il recupero funzionale dell’atleta infortunato: indicazioni e limiti per un’attività fisica mirata. Laboratori di anatomia e seminari tecnici con la visione di supporti video. Come lavorare su: - addominali e paravertebrali - cingolo scapolare - pettorali e dorsali - arti superiori - arti inferiori - Cenni di ginnastica correttiva, antalgica e stretching - Come costruire un programma d’allenamento - Allenamento cardiovascolare con l’utilizzo del cardiofrequenzimetro - Esame obiettivo motorio

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Corsi Corsi

locomotore: ossa, articolazioni, tendini, legamenti e muscoli. - Anatomia funzionale: apparato locomotore del sedentario, dell’amatore e dell’atleta agonista. - Fisiologia della contrazione muscolare e metabolismo energetico. - Biomeccanica del movimento: caratteristiche fisiche del movimento umano. - Biomeccanica irrazionale: esercizi corretti e controindicati. - Studio degli attrezzi e delle loro modalità di utilizzo: manubri, bilancieri, panche, poliercoline. - Analisi dei frequentatori del club: diverse tecniche d’allenamento per differenti categorie di persone. - Tecniche e metodologie d’allenamento: come costruire una tabella personalizzata. - I paramorfismi: asimmetrie della

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PERSONAL TRAINER Il personal trainer come operatore motorio, referente psicologico e imprenditore. Il corso affronta argomenti tecnici, comunicativi, gestionali e di marketing. L’obiettivo è ottimizzare le proprie risorse personali per gestire con successo una moderna libera professione. - Definizione e ambito di lavoro: caratteristiche personali, target di riferimento, qualificazione professionale, gestione del tempo. Come operare nei club e nelle abitazioni private. Le attrezzature necessarie. - Aspetti chinesiologici e posturali: basi scientifiche della chinesiologia e dell’analisi posturale. Valutazione dell’elasticità muscolare, della mobilità articolare e del trofismo muscolare. Impostazione di un protocollo di lavoro tipo. - Fitness testing: anamnesi motoria, esame posturale, test di valutazione funzionale del soggetto e applicazioni pratiche, prove plicometriche, utilizzo del cardiofrequenzimetro, verifiche degli obiettivi. Flessibilità: cenni di fisiologia neuromuscolare, test di valutazione e verifiche. - Test di: Margaria, Conconi, Cooper, Leger, Cureton, Balke, Bruce, walking test, Astrand, Mader, Abalakov, Sargeant, Bosco. - L’allenamento in condizioni patologiche: protocolli di intervento in presenza di ipertensione, cardiolo-

gia, diabete, asma. - L’utilizzo dell’elettrostimolazione in campo riabilitativo, sportivo ed estetico. Come impostare i programmi d’allenamento: spiegazioni teoriche e dimostrazioni pratiche. - Basic Life Support (B.L.S.): modalità di primo soccorso, manovre di salvataggio e prove pratiche con manichino. - Strategie di marketing: proposte pratiche per mettere sul mercato il servizio di personal training. Strumenti di fitness marketing di base, passaparola organizzati, analisi del mercato, ricerca della clientela, comunicazione e rapporto cliente-trainer, capacità di autopromozione. - Aspetti fiscali e legali: il libero professionista, apertura della partita IVA, tenuta dei libri contabili, pagamento delle tasse. Responsabilità professionale e legale, responsabilità del cliente e del centro fitness, come stendere un contratto, assicurazione. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 24 ottobre Orario: 10.00 -13.00 14.00 - 17.00 Quanto dura: 10 giornate, sempre di sabato Quanto costa: 470 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta). per iscrizioni entro il 30 settembre; 520 euro (iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 settembre. Esami: quiz a risposta multipla, colloquio orale e prova pratica.

AEROBICA E DISCIPLINE MUSICALI Metodo e creatività. Nozioni tecniche ed esperienze espressive. Condizionamento atletico e divertimento. Per formare il ruolo multidisciplinare dell’insegnante di materie aerobiche con un apprendimento veloce, efficace, completo e professionale.

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Parte tecnico-pratica - Anatomia di base con riferimento a: apparato scheletrico, osteoarticolare e muscolare. - Traumi più frequenti in palestra. - Motivazione, capacità comunicative e responsabilità dell’istruttore. - Postura e allineamento. - Riscaldamento e passi base. - Lo studio della musica: effetto della musica sul corpo e sulla mente: come scegliere i brani giusti in ogni occasione. - Il cueing. - Movimenti controindicati e regole di sicurezza. - Ripasso / studio dei passi base di aerobica e step - Come costruire ed evolvere una coreografia. - Blocchi pari/dispari: come utilizzarli. - Tonificazione & allungamento dei principali gruppi muscolari a corpo libero e con piccoli attrezzi. - Interval training e circuit training - Composizione delle lezioni cardiovascolari e di bonificazione. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 24 ottobre Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto dura: 7 giornate, sempre di sabato Quanto costa: 396 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta). per iscrizioni entro il 30 settembre; 436 euro (iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta). per iscrizioni dopo il 30 settembre. Esami: quiz a risposta multipla, prova pratica Alla fine di ogni corso, previo superamento dell’esame, sarà rilasciato un diploma accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI. Le iscrizioni in promozione entro il 31 di luglio non potranno essere restituite in caso di rinuncia o imprevisti da parte dell’iscritto ma solo riutilizzate per altre iniziative didattiche


MASSAGGIO SPORTIVO

Alla fine di ogni master sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI

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Le iscrizioni in promozione entro il 31 di luglio non potranno essere restituite in caso di rinuncia o imprevisti da parte dell’iscritto ma solo riutilizzate per altre iniziative didattiche

M A S T E R

Il master si propone di fornire gli strumenti e la competenza necessari per affrontare, in modo nuovo ed efficace, un argomento così fondamentale per l’economia della salute, del benessere e della prestazione, con un approccio che punta principalmente all’educazione, con responsabilità, motivazione e consapevolezza. Le indicazioni e lo specifico nutrizionale consentono di correggere gli errori più grossolani, gli atteggiamenti più distorti che sono le cause principali del males-

sere, del sovrappeso e dell’ingenerarsi di molte patologie. Una impostazione forte della conoscenza scientifica necessaria che punta non a “fare o dare la dieta”, ma a sviluppare strategie e comportamenti alimentari duraturi e vincenti. - L’Educazione Alimentare e il Wellness Olistico. - L’Educazione Alimentare comincia dalla consapevolezza. - Il principio biologico della regolazione: l’omeostasi come legge del vivente. - Condizioni da rispettare e necessità da soddisfare. - Radicali Liberi e lo stress ossi-

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EDUCAZIONE ALIMENTARE

Dove e quando: Milano, 7 -21 novembre, 5 dicembre Quanto dura: 3 giornate Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 270 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 320 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre

dativo. -L’equilibrio acido/basico e lo stress acidosico. - Il meccanismo perverso dell’insulina. - La via del dimagrimento fisiologico, stabile e duraturo - Un’alimentazione a basso indice e carico glicemico. - I Polifenoli e l’attività dei vitageni. Il potenziamento delle difese immunologiche. - L’autoregolazione: gli omega-3 e l’attività biologica. - Malattie metaboliche e malattie infiammatorie. - L’implicazione psicosomatica e le interferenze nei comportamenti, nel metabolismo e sull’organismo. - L’Attività Fisica quale ausilio del dimagrimento e come interazione per la funzionalità generale. - Alimentazione e fabbisogni specifici: criteri e meccanismi di calcolo. - L’Educazione Alimentare e le linee guida generali: la didattica e gli strumenti semplici per sé e per il cliente. - Gli alimenti, le proprietà, i pasti e le integrazioni da conoscere e da considerare. Docente: Corrado Ceschinelli Dove e quando: Milano, 7-8 novembre Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 220 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 270 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre

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Master di tre giorni, accessibile preferibilmente a personal trainer, diplomati Isef e laureati in scienze motorie, fisioterapisti e medici. Questo master fornisce tutte le conoscenze necessarie per ottimizzare la prestazione attraverso il massaggio e per guidare l’atleta verso il pieno recupero funzionale da eventi traumatici acuti e cronici. - Aspetti fisiologici e meccanismo d’azione del massaggio. - Indicazioni e controindicazioni. - Periodizzazione e finalità del massaggio sportivo. - Esame del paziente: ispezione, esame della cute e della sottocute,

palpazione. - Tecniche del massaggio: manovre classiche e fondamentali, sfioramenti, frizioni, impastamenti, percussioni, vibrazioni, battiture. - Trattamento del rachide cervicale, del tronco, del bacino e degli arti superiori e inferiori. Docente: Roberto Dagani

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VALUTAZIONE POSTURALE Saper analizzare e comprendere la postura di un soggetto è la tappa obbligata per elaborare un programma di allenamento davvero “personal”. Con questo stage vi impadronirete di uno strumento pratico di grande accuratezza, con uno sguardo alla psicologia. - Dal neonato all’anziano: la formazione e l’evoluzione delle curve rachidee. - La postura fisiologica in relazione all’età del soggetto e alle sue caratteristiche emotive. - L’appoggio plantare e i suoi effetti posturali. - Gli effetti del sistema muscoloconnettivale sull’apparato scheletrico. - Individuare le asimmetrie mediante la valutazione posturale: spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test. - Esercitazione pratica di gruppo. - Contrazione, contrattura e retrazione muscolare. - Muscoli agonisti, antagonisti e sinergici in una logica di allenamento personalizzato ed equilibrato. - Spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test per individuare e quantificare le retrazioni mu-

scolari. - Esercitazione pratica di gruppo. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano. Sabato 25 ottobre Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 settembre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) dopo il 30 settembre.

Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 20 novembre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 20 novembre

IL GINOCCHIO INFORTUNATO Particolarmente indicato per fisioterapisti, istruttori di fitness e body building e personal trainer, questo stage fornisce le conoscenze necessarie per affrontare il recupero funzionale dell’articolazione del ginocchio colpita dalle principali patologie di natura traumatica e cronica.

Obiettivo della giornata di formazione è di fornire i contenuti pratici e teorici della misurazione corporea dei soggetti. La valutazione della composizione corporea è uno strumento di valutazione utile per programmare e monitorare il lavoro fisico e gli obiettivi. È anche uno strumento di fidelizzazione perché aiuta il personal trainer a instaurare una relazione professionale di credibilità ed efficienza con i propri assistiti.

- Anatomia funzionale e topografica del ginocchio. - Lesioni meniscali. - Lesione del legamento crociato anteriore - Lesione del tendine rotuleo. - Condropatia femoro-rotulea. - Valgismo di rotula. - Artrosi grave del ginocchio. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, 5 dicembre

- Cos’è l’antropoplicometria. - Perché la plicometria. - Procedura delle misurazioni plicometriche. - Rilevazioni e descrizione dei punti di repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonferenze. - Body Mass Index (BMI). Docente: Francesco Capobianco Dove e quando: Milano, sabato, 21 novembre

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COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPOPLICOMETRIA


ITO S AL VAI Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre.

Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre

STRETCHING EVOLUTO

MASSAGGIO MIOFASCIALE

Lo stretching è in continua evoluzione. Non è più semplice allungamento muscolare, ma mobilità fine e globale, con particolare accento sugli aspetti neurofisiologici. Neurofisiologia: approfondimento - Tessuto connettivale e rigidità articolari. - Definizione di contrazione isometrica di tipo eccentrico. - Ruolo della respirazione nello stretching olistico. - Influenza dell’alllungamento sulla postura. - Individuare e trattare i trigger points. - Valutazione e miglioramento della mobilità cervicale. - Valutazione e miglioramento della mobilità lombare. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, 14 novembre

Terapia miofasciale: una grande varietà di tecniche che spaziano dalla manipolazione dei tessuti molli all’allungamento muscolare prolungato. Struttura anatomica, omeostasi dei vari sistemi, psicoemotività, campo vitale: tutto si compenetra in una presa di coscienza globale del sé fisico e mentale. Parte teorica - Anatomia e topografia della fascia. - Fisiologia della fascia. - Patologia e sintomatologia della fascia. Parte tecnico/pratica - Tecniche di base, trattamento preliminare, globale, segmentario. - Tecniche avanzate di detensionamento miofasciale, i punti trigger, tecniche profonde e traverse, tecniche combinate. Docente: Roberto Dagani Dove e quando: Milano, 28 novembre Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre.

Le iscrizioni in promozione entro il 31 di luglio non potranno essere restituite in caso di rinuncia o imprevisti da parte dell’iscritto ma solo riutilizzate per altre iniziative didattiche Alla fine di ogni stage sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI

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La quota di partecipazione ai corsi comprende la T-shirt di Professione Fitness, il materiale didattico, l’accesso alle lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere una tra le seguenti modalità: • Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni via Sapeto 5, 20123 Milano • Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000 0048054 entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116. • Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

ANNULLAMENTI E RINUNCE La Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness provvederà al rimborso della quota corrisposta secondo le seguenti modalità: • 80%, se la rinuncia viene comunicata entro 15 giorni dalla data di inizio dell'iniziativa; • 40%, se la rinuncia viene comunicata entro 5 giorni; Oltre i suddetti termini, non sarà possibile ottenere alcun rimborso.

ANNULLAMENTI E RINUNCE - MODALITÀ DI ISCRIZIONE

MODALITÀ DI ISCRIZIONE


LE AZIENDE INFORMANO

VibrationTraining System

Why be normal? “...a chi sa dove andare, tutti i venti sono favorevoli” e in questi tempi, un po’ incerti, avere obiettivi chiari, ancorché semplici, è quanto mai necessario. Why Be Normal? È, e rimane, un marchio del fitness che da nove anni rappresenta un messaggio innovativo, senza ricercare nella stravaganza quell’originalità che gli è propria. La ricerca di novità e i progetti Why Be Normal? testimoniano una costante attenzione al valore del gruppo, inteso non come “massa” bensì come soggetto d’interazione che assorbe desideri, esigenze, richieste e ambizioni dei singoli e racchiude il tutto in una sintesi collettiva. Fare attività fisica, migliorare le proprie prestazioni, mantenersi in forma e divertirsi sono legittime e semplici aspirazioni alle quali da anni si tenta di dare risposta con le più articolate e a volte fantasiose iniziative.

Il Fitness, e il wellness, ci hanno offerto - negli anni trascorsi - differenti soluzioni, ma la carenza di sostanziali prodigi richiede oggi uno sforzo innovativo che sappia mettere a frutto esperienze, professionalità e attrezzi di nuova generazione come può essere l’allenamento vibratorio. Il WBV (Whole Body Vibration - scientificamente testato nelle maggiori università mondiali, con esiti di grande efficacia e sicurezza) è entrato nei centri fitness e si sta affermando sia come attività singola che come attività di gruppo. Da queste basi è nata, con il partner DKN Technology, “The New Vibration Training System Why Be Normal? l’idea di estendere i benefici e il raggio d’azione a più soci applicando il WBV non solo come attività individuale, ma con l’obiettivo di far diventare l’allenamento vibratorio una vera e propria attività di gruppo che sposi la filosofia Why Be Normal?: “non è necessario patire e fare fatica per sentirsi bene con se stessi e a proprio agio con gli altri”. BENESSERE DI GRUPPO Il “Vibration Training System” è un circuito di lavoro che impiega una pluralità di pedane vibranti e si rivolge a un gruppo di utenti in una lezione strutturata su 20/30 minuti di lavoro. Il gruppo, e ogni singolo utente,

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sarà rigorosamente seguito da un istruttore qualificato e appositamente formato per organizzare e gestire le diverse stazioni di allenamento. La formazione, realizzata da docenti di altissimo livello professionale, rappresenta la base indispensabile su cui poggia e si articola tutto il progetto. La scelta del lavoro in gruppo racchiude una serie di valori positivi e di vantaggi: - rappresenta una novità qualificante nelle proposte dei corsi collettivi; - incrementa l’attenzione verso il club anche per nuovi clienti e soci; - determina un’ottima redditività in tempi e spazi contenuti; - garantisce ottimi risultati, in tempi abbreviati, con soddisfazione dei clienti; - crea entusiasmo e divertimento superando la monotonia del lavoro singolo; - le sue innumerevoli applicazioni e gli aggiornamenti formativi del “V.T.System” consentono di evolvere nel tempo l’attività. Gratificazione personale, sport e benessere: “the new Vibration Training System” rappresenta la nuova stagione del fitness, in puro stile Why Be Normal?

Per informazioni Glm srl Tel 0174241677 www.vibrationtraining.it e-mail: info.glm@promofai.com



Weight lifters

allenamento e rehab

sindrome

Casi clinici in palestra di Riccardo Gambaretti

a pratica clinica, come traumatologo dello sport, mi permette di vedere molte patologie e di studiarle, ma è in palestra che si gioca la partita più importante: curare un atleta “funzionalmente”, ossia senza metterlo a riposo. La palestra diventa quindi un luogo dove si sperimentano le tecniche di ricondizionamento muscolare con i pesi e con macchine adeguate nei casi in cui vi sia una patologia in atto o un esito di intervento. Il compito dell’ortopedico-traumatologo diventa quello di dare informazioni precise per il recupero, mentre il compito del tecnicoistruttore quello di agire secondo la propria esperienza e professionalità per ottenere il risultato. Il controllo di tali dati sarà poi il banco di prova per entrambi.

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ANAMNESI E STORIA CLINICA In questo caso clinico il “danno funzionale” si è strutturato, in realtà, proprio in palestra, praticando il sollevamento pesi. Francesco, oggi di 30 anni, si era presentato a 20 anni in palestra per sviluppare i suoi muscoli dal momento che, giocando sempre e solo a calcio fin da piccolo, erano troppo ipertrofizzati gli arti inferiori rispetto ai superiori. Dopo un normale periodo di apprendistato, Francesco inizia ad aumentare i carichi di lavoro e, a parte qualche saltuario fastidio fisico, va avanti per circa 10 anni. Di recente, allenandosi come sempre se non di meno a causa del minor tempo disponibile, ha iniziato ad avvertire un dolore alla spalla destra in corrispondenza dell’articolazione acromion-claveare, che

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scompariva col riposo. Francesco non era mai caduto sulla spalla e non aveva condotto particolari routine di allenamento per sviluppare le spalle. Visitato dall’ortopedico, gli veniva prescritta una radiografia dell’articolazione suddetta dapprima e poi una Tomografia Assiale Computerizzata. Nel frattempo egli non era più in grado di allenarsi senza dolore e la forza gradualmente diminuiva. Nonostante un congruo periodo di riposo, alla ripresa degli allenamenti riprendeva anche il dolore. DESCRIZIONE DELLA PATOLOGIA Questa patologia dei “sollevatori di pesi” fu descritta negli anni ‘70 da C. Neer, che la studiò nei pesisti. La sindrome si caratte-


allenamento e rehab rizza per il dolore localizzato sull’articolazione acromion-claveare, che può anche essere tumefatta e per lo più con dolore al movimento della spalla, soprattutto durante l’abduzione e la rotazione esterna. L’esame clinico è importante per differenziarla da un’altra patologia molto frequente nello sportivo che è la sindrome da conflitto subacromiale. Tuttavia, per la diagnosi sono indispensabili una radiografia e una Tomografia Assiale Computerizzata. Queste indagini strumentali permettono di mettere in evidenza l’aspetto caratterizzante questa patologia, che è l’erosione dell’estremo laterale della clavicola a livello dell’articolazione acromion-claveare. Nei casi similari a quello di Francesco, che non era intenzionato a sospendere definitivamente l’attività sportiva, l’unica risoluzione possibile è l’intervento chirurgico, che consiste nella resezione della parte di clavicola erosa e danneggiata dal sollevamento pesi. Francesco venne operato dopo qualche mese dalla visita ortopedica per l’assoluto fallimento di ogni tipo di terapia. I CONCETTI CHIAVE RIFERITI AL CASO Si possono considerare due condizioni base: - prima della manifestazione del dolore alla spalla; - dopo l’intervento. Nel primo caso bisogna fare attenzione a quei dolori localizzati alla spalla che non si risolvono in tempi brevi (indice solo di affaticamento) e soprattutto a quei dolori che si manifestano durante alcuni movimenti e non con altri. La conoscenza dell’anatomia funzionale aiuterà, anche l’istruttore, a capire e orientarsi verso una patologia che richiede il controllo del medico, oppure la sola astensione da quel specifico esercizio. Nel secondo caso la palestra è

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Figura 1. Proiezione antero-posteriore dell’articolazione acromion-claveare. 1: estremo laterale della clavicola 2: acromion 3: spazio articolare Le frecce indicano l’area di erosione ossea

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Figura 2. Immagine alla Tomografia Assiale Computerizzata della stessa articolazione 1: clavicola 2: acromion Le frecce indicano le aree di erosione ossea della parte articolare della clavicola

correggere con il solo allenamento. Molto meglio avviene con i soggetti che si avvicinano alla palestra in età più adulta (30 anni), poiché un esercizio eseguito in maniera scorretta o con troppi carichi, sviluppa da subito INFORMAZIONI NECESSA- un’infiammazione o comunque RIE PER TRATTARE IL CASO una situazione d’allarme che Francesco dopo un avvio intelli- permette di agire per tempo. gente ha iniziato a crescere con i pesi senza un adeguato pro- OBIETTIVI gramma di controllo dei risultati. Gli obiettivi riferiti a questo caso Ciò in un giovane può passare sono soprattutto quelli di recudel tutto inosservato, grazie alle pero post-operatorio. Comuncapacità reattive del fisico in re- que valgono in egual misura anlazione all’età, tuttavia è a di- che in fase pre-operatoria e stanza di anni che si manifesta il pre-dolorifica. Si tratta infatti di danno che non è più possibile selezionare, per chiunque, eserutile per riacquistare l’uso completo dell’articolazione e della muscolatura accessoria, sia attraverso esercizi passivi semplici e assistiti, sia per mezzo di un allenamento specifico.

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allenamento e rehab cizi che non siano dannosi nell’immediato e nel futuro. Nella fattispecie bisognerà ristabilire un movimento completo della spalla mediante esercizi passivi con e senza pesi per passare, una volta riacquistato il movimento, al potenziamento muscolare. COME REALIZZARE GLI OBIETTIVI Mediante esercizi semplici monoarticolari che permettano all’articolazione un isolamento dalle strutture circostanti. In particolar modo ci si riferisce al movimento dell’articolazione glenoomerale che non deve essere compensato dal basculamento passivo della scapola (spalla che si muove in blocco). In questo caso è preferibile un congruo periodo di riabilitazione con un fisioterapista che permetta di ottenere uno scollamento della scapolo-toracica. La spalla non soffrirà a essere “lavorata” in distrazione con un peso alla mano, purché non sia eccessivo. Inoltre, è preferibile all’inizio privilegiare l’uso di strumenti con carrucole o camme per la demoltiplicazione del peso.

ESERCIZI CONSIGLIATI Dapprincipio bisogna ottenere un movimento completo e privo di dolore. In presenza di dolore la spalla si blocca facilmente! Se sono soddisfatte queste esigenze si possono eseguire movimenti semplici con il bastone dietro la nuca, con una carrucola posta al di sopra della testa (l’arto sano solleva quello malato) o semplicemente facendo camminare la mano sul muro verso l’alto e verso il basso. Qualche movimento pendolare con un manubrio di 1 Kg può essere utile come esercizio di stretching. Superata la prima fase (da 15 a 30 giorni) si può passare all’allenamento con pesi mediante poliercolina e cavi incrociati, manubri a bassi carichi, bicipite alla panca L. Scott, lat machine e altri sistemi assistiti. Sono molto utili gli elastici a tensione graduata per il rinforzo dei muscoli della cuffia dei rotatori. ESERCIZI SCONSIGLIATI Sono soprattutto quelli che obbligano l’articolazione acromion-claveare a una rotazione in carico quali:

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CASI clinici in palestra

- pull-over; - lento dietro; - distensioni su panca con ritorno del bilanciere al petto. Qualche perplessità la lasciano esercizi quali: - trazioni al mento; - alzate frontali con manubri a elevato carico, in quanto i muscoli allenati si inseriscono alla clavicola e potrebbero trazionare verso il basso, nella fase di controresistenza al peso, la clavicola stessa determinando uno shift inferiore che potrebbe essere responsabile, a lungo termine, di una erosione del margine clavicolare laterale. CONTROLLO DEGLI OBIETTIVI Consiste principalmente nella possibilità di allenarsi senza dolore, sia senza che con l’intervento. È importante valutare bene l’escursione articolare per il conseguente recupero del tono muscolare, senza cui questo non sarà mai completo. L’obiettivo sarà anche raggiunto quando il soggetto avvertirà una sensazione di stabilità della spalla senza limitazioni al movimento.

ome l'istruttore deve affrontare le patologie che gli si possono presentare in palestra. Nella serie i casi più frequenti sono analizzati con un metodo standard: anamnesi, descrizione della patologia, esame motorio, obiettivi e linee guida del protocollo, con gli esercizi consigliati e quelli da evitare, controllo finale.

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AUTORI VARI - ALEA EDIZIONI - PAG 120 EURO 21 A VOLUME

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Allenamento

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Allenamento FITNESS & BODY BUILDING

La terza edizione, completamente aggiornata, del libro che ha formato intere generazioni di professionisti del fitness. Dall’anatomia funzionale dell’apparato locomotore alla fisiologia muscolare, fino alla biomeccanica degli esercizi; in questo volume il futuro istruttore troverà tutte le nozioni indispensabili, arricchite di 120 disegni e oltre 400 foto a colori. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 Euro 45

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Il volume tratta in modo approfondito il cardiofitness nei suoi diversi aspetti: dall’anatomia e fisiologia, ai metabolismi energetici e alla biomeccanica muscolare, per poi addentrarsi nello specifico del training cardiovascolare. Abbraccia l’attività indoor e outdoor, l’utilizzo dei simulatori aerobici e il monitoraggio della frequenza cardiaca. Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 - pag. 238 Euro 35

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Non più allungamento muscolare, ma miglioramento della mobilità di tutte le componenti dell’apparato locomotore. Partendo da questa convinzione gli autori riprendono i principi teorici dello stretching, propongono test di valutazione e una lunga serie di esercizi suddivisi per attività sportiva. Francesco Capobianco Alessandro Lanzani, Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

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Il volume è utile per comprendere a fondo l’anatomia, la funzione e la cinesiologia dei muscoli addominali e per imparare a valutare la loro forza. In più, un’interessante classificazione degli esercizi e un intero capitolo dedicato agli errori di esecuzione. Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 Euro 21

TOTAL FITNESS IN ACQUA Roberto Conti, professionista affermato del fitness, trasferisce in questo volume tutti i segreti per realizzare lezioni di fitness in acqua: protocolli, metodi, differenziazioni delle classi. Un manuale efficace, serio e completo per gestire tutte le opportunità del fitness in acqua. Roberto Conti Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21

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IPERTROFIA MUSCOLARE

Come si costruisce una tabella d’allenamento personalizzata? Il libro fornisce un’esauriente risposta a questa domanda analizzando i principi della programmazione e periodizzazione, le fasi dell’allenamento e le caratteristiche biomeccaniche di numerosi esercizi tipici dell’allenamento in palestra. Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

PERSONAL TRAINER Cosa serve per diventare personal trainer? Partendo da un’analisi storica della professione, il libro risponde a questa domanda illustrando le competenze tecniche, psicologiche, commerciali e manageriali che il professionista deve possedere. Francesco Capobianco - Cap.4 ‘Personal trainer come libero professionista’ a cura della Dott.ssa Paola Bruni Zani Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ALLENAMENTO ESTETICO Rivolto a quanti vogliono programmare un’attività finalizzata al miglioramento dell’aspetto, fornisce metodi d’allenamento, suggerimenti alimentari e di postura, consigli estetici. Ogni nozione è basata su uno studio approfondito e sul continuo confronto con l’applicazione pratica. Roberto Tarullo Alea Edizioni 2001 pag. 160 Euro 24

LIPOCARDIOFITNESS Perdere peso è il diktat della maggior parte dei frequentatori dei centri fitness. L’autore fornisce gli strumenti per rispondere a questa richiesta: analisi del tessuto adiposo e del metabolismo muscolare, metodologia dell’allenamento con attrezzature cardiovascolari e isotoniche, test di controllo. Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 Euro 24

FITNESS IN ACQUA Partendo dagli esercizi di base per tutti i distretti muscolari, il libro affronta le diverse metodiche d’allenamento in acqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali, lo step e la kick boxe. Grazie a numerose fotografie e schemi di lezione, il volume si caratterizza per un forte taglio pratico. La parte finale è dedicata alle competenze dell’istruttore di fitness in acqua. Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag. 224 Euro 26

TRAINING IN ACQUA Il libro affronta in prima analisi i principi del movimento in acqua, spiegando dettagliatamente i fattori che condizionano la prestazione. Nella seconda parte esplora le diverse possibilità di allenamento delle qualità motorie con e senza attrezzi, facendo riferimento a più discipline sportive. Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

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allenamento

L’allenamento del runner Mix di miglioramento e mantenimento di Roberto Albanesi wbdirez@albanesi.it

l principio del sovraccarico dovrebbe essere a tutti noto, ma in realtà sfugge alla maggior parte degli allenatori. Tutti i principianti applicano questo principio: poiché per loro il primo giorno la normalità è zero minuti, correndo cinque minuti applicano il principio del sovraccarico, il secondo giorno corrono dieci minuti ecc. Poi passeranno ad aumentare la velocità. È ovvio che il principio del sovraccarico non può essere applicato all’infinito: a un certo punto non ci sarà più miglioramento nelle prestazioni e l’allenamento diventerà soprattutto un mantenimento. Ciò che deve essere

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chiaro è che in un soggetto allenato esiste una miscela di miglioramento e di mantenimento: se il soggetto è arrivato ai suoi massimi fisiologici (cosa difficile da accettare sia per l’allenatore sia per l’atleta) anche prove molto dure possono essere di solo mantenimento. A volte lunghe fasi di mantenimento precedono fasi di miglioramento. È però fondamentale capire che l’allenamento ha sempre una componente di miglioramento e una di mantenimento. Uno studio di Hickson (1) ha mantenuto invariate la durata e l’intensità dell’allenamento, ma ha ridotto la frequenza: non c’è stata nessuna riduzione della capacità aerobica. Ciò significa che per mantenere una determinata condizione si possono ridurre la durata 38

e la frequenza degli allenamenti, ma non l’intensità; in altre parole, per il miglioramento occorrono frequenza, durata e intensità, per il mantenimento il parametro più importante è l’intensità. Ciò ci porta a concludere che è meglio un giorno di riposo piuttosto che un allenamento a bassa intensità. Per evitare equivoci occorre chiarire alcuni punti. 1. Il consiglio sopraesposto non vuol dire che occorre tirare tutti i giorni; un allenamento a media intensità è comunque allenante. Se un giorno però si fa fatica a correre a un ritmo più lento di 1’/km del proprio record sui 10000 m, allora è meglio riposarsi. 2. Molti atleti devono allenarsi tutti i giorni perché temono di perdere ciò che hanno costrui-


allenamento

to. Fortunatamente, come abbiamo appena visto, mantenere è più facile che migliorare. Non è raro (anche se non comune) il caso di atleti che hanno ottenuto ottime performance dopo una settimana di riposo. È importante ricordare che il deallenamento inizia non prima del quinto giorno. Se il runner non ha altri problemi (soprattutto il peso) un giorno di riposo non fa male. 3. Il concetto di bassa intensità è relativo alla tipologia dell’allenamento e verrà trattato esaminando le varie tipologie. LA FREQUENZA DELL’ALLENAMENTO Non esistono risposte certe su quanti giorni alla settimana ci si debba allenare per non entrare in una spirale di deallenamento. Quanto più il soggetto è allenato, tanto più frequentemente deve allenarsi per mantenere la condizione. Un campione che decide di allenarsi solo tre volte alla settimana si attesterà su livelli ben più mediocri di quelli

raggiunti con un allenamento bigiornaliero o comunque giornaliero su sette giorni. Se cioè il singolo stop (dovuto a infortunio o scelta personale) non fa perdere la condizione purché sia soltanto di qualche giorno, sembra che basse frequenze di allenamento pongano un limite alle prestazioni dell’atleta. Molti runner obietteranno che non tutti possono avere il fisico per allenarsi sei o sette giorni su sette. Il motivo di questa incapacità dipende da varie cause: - l’atleta interpreta il concetto d’intensità d’allenamento in modo esasperato, fa diventare l’allenamento una gara e il giorno successivo ha notevoli problemi a recuperare. In questo caso l’unica soluzione è imporsi di finire gli allenamenti con un certo grado di freschezza, magari staccandosi dagli abituali compagni nell’ultima parte dell’allenamento; - l’atleta interpreta la corsa come qualcosa di faticoso per cui a livello psicologico non riesce a recuperare anche allenamenti di media intensità se continui nel tempo. La soluzione è quella di rendere il più piacevole 39

possibile l’allenamento, cercando di non allenarsi da soli, di evitare percorsi noiosi e poco stimolanti o tipologie sgradite; - l’atleta non ha sufficienti doti di recupero. Senza doti di recupero non è possibile svolgere allenamenti intensi per periodi sufficientemente lunghi. Essere costretti a inserire due o tre giorni di riposo o blande sedute di scarico nell’arco della programmazione settimanale è indice di un recupero non ottimale. Infatti, mentre una gara può richiedere dei giorni di scarico, un allenamento, per quanto duro, deve consentire di svolgere il giorno successivo un lavoro per lo meno di media intensità. IL SISTEMA ANAEROBICO LATTACIDO Secondo molti studi le capacità lattacide dell’atleta sarebbero poco allenabili (2), comunque sicuramente meno allenabili delle capacità aerobiche; d’altra parte ogni allenatore sa che un allenamento ben finalizzato può migliorare le caratteristiche anaerobiche del soggetto. Il problema è di stabilire se il corretto allenamento funziona perché migliorano le caratteristiche fisiologiche (per esempio il


allenamento potere tampone dei muscoli) o se migliora la sopportazione personale a una situazione vissuta come spiacevole. Un soggetto poco allenato ben difficilmente riuscirà a percorrere più di qualche centinaio di metri in condizioni di acidosi lattica: la mancanza di fiato, il cuore in gola, le gambe dure ecc. lo indurranno ben presto a fermarsi. Un atleta allenato può correre sicuramente più a lungo in tali condizioni. Probabilmente le due spiegazioni del miglioramento anaerobico coesistono tant’è che si può notare un deallenamento significativo molto netto a partire dalla terza settimana (McArdle, nota 3). Ciò praticamente significa che il deallenamento anaerobico inizia già dalla prima settimana: inserire una seduta di interval training o di ripetute brevi ogni quindici giorni non ha pertanto nessun senso, se non quello di confondere l’organismo dell’atleta, costretto a rispondere a uno stimolo al quale non è sufficientemente preparato. IL SISTEMA AEROBICO Sicuramente più allenabile del primo, offre notevoli possibilità all’allenatore che sappia interpretare correttamente le esigenze dell’atleta in funzione della gara che deve preparare. Vediamo almeno i più importanti adattamenti che seguono un programma di allenamento aerobico: l’aumento del numero e della dimensione dei mitocondri, della concentrazione degli enzimi ossidativi, della capacità di usare i lipidi, l’adattamento delle fibre muscolari al lavoro di resistenza e la loro ipertrofia, l’aumento delle dimensioni e della gittata cardiaca, la diminuzione della frequenza cardiaca, la diminuzione della pressione arteriosa, la miglior capillarizzazione, la diminuzione del peso ecc. Di tut-

ti questi adattamenti, a sorpresa, ce n’è uno che non decade velocemente se si sospende l’allenamento: la capillarizzazione, fra l’altro uno dei fattori responsabili della capacità di estrazione dell’ossigeno dal sangue. Mentre le altre grandezze fisiologiche si deallenano abbastanza nettamente in tre settimane, la densità capillare resta praticamente la stessa anche dopo tre mesi (3).

NOTE 1. R. C. Hickson e M. A. Rosenkoetter “Reduced training frequencies and maintenance of aerobic power”, Med. Sci. Sports Exerc, pag 13, 1981. 2. Arcelli E. “Acido lattico e prestazione” Cooperativa Dante Editrice; Vigevano 1995 3. McArdle William D. Katch Frank I. Katch Victor L. “Fisiologia applicata allo sport. Aspetto energetico, nutrizionale e performance”, 1998

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IL MANUALE COMPLETO DELLA CORSA Roberto Albanesi, grande esperto di scienza del benessere, di cui si occupa da più di vent'anni e autore di una decina di testi su come raggiungere la massima qualità della vita integrando una costante attività fisica, nel suo ultimo libro ”Il Manuale completo della corsa” analizza la disciplina da tutti i punti di vista. L'opera è ideale sia per accompagnare il principiante nei suoi primi passi, che per il professionista, poiché pone l'accento su quei fini meccanismi che permettono di arrivare al vertice della risponde prestazione. Inoltre, 40

alle domande più critiche sulla corsa, propone un modello di pianificazione dell'allenamento; fornisce consigli per definire un modello alimentare e una guida alla strumentazione del runner; non mancano principi di medicina sportiva e dettagliati programmi di allenamento per le distanze dai 1500 m alla mezza maratona. Completano l'opera utili suggerimenti per correre la prima maratona, cenni sulla psicologia della corsa, il rapporto fra corsa e invecchiamento. www.albanesi.it


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È QUESTA LA BELLEZZA OGGI? Riportiamo qui un caso interessante di marketing non convenzionale utilizzato per attirare l’attenzione sui disturbi alimentari. La campagna di comunicazione sociale promossa dall’ANAD, (National Association of Anorexia Nervosa and Associated) e condotta dall’agenzia Ogilvy di Francoforte aveva come obiettivo sensibilizzare il pubblico rispetto all’anoressia, malattia dai più conosciuta, ma quasi sempre sottovalutata, tanto che il mondo della moda, nonostante le polemiche recentemente sollevate, continua a proporre come modelli ragazze sottili in modo anormale. Per sottolineare il drastico cambiamento degli ideali di bellezza rispetto al passato, agendo direttamente all’interno di un museo, tre dipinti classici sono stati parzialmente modificati e riproposti, di fianco agli originali, nella loro toccante spettralità: Edouard Manet “Olympia” (1863, nella foto), “La bagnante di Valpinçon” di Jean-Auguste-Dominique (1808) e “Reclining Girl” di Francois Boucher e “Nude on a Sofá” di Francois Boucher (1752). Per vedere tutti i quadri, paragonati ai loro originali: http://spotanatomy.libero.it/2009/il-museodei-quadri-anoressici. www.anad.org

THE SOLE OF AFRICA Sotto la superficie terrestre sono sepolte oltre 100 milioni di mine: ogni 19 minuti qualcuno, soprattutto donne e bambini, ne calpesta una. Intere comunità vivono costantemente nella paura e nel terrore e distesi territori potenzialmente fertili sono stati abbandonati. La Fondazione Mineseeker, presieduta da Nelson Mandela, è un'organizzazione senza scopo di lucro i cui obiettivi principali sono da una parte la “riabilitazione” dei territori minati, grazia alla rilevazione, l'identificazione e la rimozione delle mine terrestri, e dall’altra la “riabilitazione” di coloro che sono stati colpiti dalle mine. Oscar Pistorius, campione paralimpico dei 100, 200 e 400 metri, è l’ambasciatore del progetto The Sole of Africa, che si inserisce all’interno della Mineseeker Foundation. Obiettivo del progetto è una raccolta fondi per realizzare degli “ospedali mobili” in grado di aiutare bambini e adulti lesionati dalle mine e dalle guerre a rimettersi a camminare, camion fuoristrada che arrivino nelle zone più remote dell’Africa e che siano equipaggiati con tutto il necessario per dotare di protesi agli arti coloro che non potrebbero arrivare a un ospedale vero e proprio. Il progetto è stato recentemente presentato in Italia dallo stesso Pistorius, ma la raccolta fondi non è ancora attiva. www.thesoleofafrica.tv www.thesoleofafrica.org www.mineseeker.com

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SPORT E SESSUALITÀ

In occasione del XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia recentemente conclusosi a Catania, è stato presentato uno studio pilota realizzato in Italia su 60 pazienti, tra i 40 e i 60 anni di età, affetti da disfunzione erettile e fisicamente non attivi o poco attivi. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi di trattamento, il primo con solo inibitore dell’enzima PDE-5 e il secondo con inibitore PDE-5 in aggiunta ad attività sportiva aerobica regolare (almeno 3 ore alla settimana). A distanza di 3 mesi tutti i pazienti sono stati valutati mediante la misurazione del testosterone totale e la somministrazione di un questionario riconosciuto a livello internazionale, l’International Index of Erectile Function (IIEF), che raccoglie informazioni sui problemi di erezione in termini di capacità erettiva, frequenza dei rapporti, soddisfazione del rapporto, intensità dell’eiaculazione, qualità dell’orgasmo, frequenza del desiderio, confidenza e senso di adeguatezza. “I risultati sono stati sorprendenti – ha affermato il Dott. Giuseppe Maio, del Policlinico Abano Terme (PD), autore dello studio - poiché il gruppo che oltre alla terapia farmacologia svolgeva anche attività fisica ha presentato un miglioramento della funzione erettile oltre che degli altri parametri della soddisfazione sessuale, rispetto al gruppo con sola terapia farmacologia”. Il meccanismo che lega lo sport al sesso è lo stesso che lega l’attività sportiva al buon funzionamento del sistema cardiovascolare. Disfunzione erettile e malattie cardiache, infatti, dipendono entrambe da un ridotto afflusso di sangue verso il pene ed il cuore. L’esercizio fisico aiuta a contrastare la comparsa di malattie dei vasi sanguigni, combattendo la formazione di placche lipidiche (grassi) a livello delle arterie, responsabili dell’insufficiente irrorazione dell’organo. www.andrologiaitaliana.it

MODIALI DI NUOTO E ABUSI EDILIZI È stato finalmente risolto, con uno stile tutto italiano, il pasticciaccio relativo ai sequestri dei nuovi impianti natatori realizzati per i prossimi Mondiali di Roma (dal 17 luglio). È di qualche giorno fa il “decreto salva-piscine” con cui Palazzo Chigi amplia i poteri del commissario straordinario e sana gli impianti ritenuti abusivi e già sequestrati dai pm. La Procura di Roma alla fine di giugno aveva disposto il sequestro di quattro cantieri e indagato lo stesso commissario, Claudio Rinaldi, per aver autorizzato l´ampliamento o la realizzazione ex novo di poli natatori su alcune aree vincolate senza aver ottenuto la deroga al Prg (Piano regolatore generale) della giunta comunale. La quale giunta, allora guidata da Veltroni, aveva anzi espresso parere negativo. La modifica disposta da Palazzo Chigi sana totalmente gli abusi edilizi e urbanistici fin qui commessi nella costruzione degli impianti privati, cancellando il meccanismo obbligatorio di assenso dell’assessore all’urbanistica e della giunta comunale. Fra le motivazioni che hanno portato a questo “colpo di spugna” viene segnalata “la necessità e l´urgenza di velocizzare la procedura (...) e la conseguente messa in attività degli impianti natatori, atteso l´imminente inizio del grande evento”. Quindi, levati i sigilli, sono stati autorizzati i quattro impianti privati di Gav Sport City, a Frigoria, Settebagni del Salaria Sport Village, Tevere Remo, all'Acquacetosa e il Flaminio Sporting club nella zona di Saxa Rubra. www.roma09.it/it/rassegna_stampa.html

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FIERE E CONVEGNI MALATTIE REUMATICHE: GESTIONE INTEGRATA MULTIDISCIPLINARE L'evento si pone come obiettivo di porre a conoscenza del fisioterapista gli aspetti legati all'inquadramento alla chirurgia e alle condizioni successive dei pazienti affetti da malattie reumatiche. La cooperazione rappresenta un nodo essenziale nella gestione delle malattie e soprattutto nella gestione del paziente e delle sue condizioni. Obiettivo: formazione multiprofessionale per la cooperazione alla definizione del progetto riabilitativo applicato alle diverse aree della disabilità Potenza, 5 settembre Segreteria Organizzativa:

www.zahir.it

37° CONGRESSO NAZIONALE SIMFER (Società italiana di medicina fisica e riabilitazione)

ASMA E SPORT È convinzione comune che l'asma bronchiale non sia compatibile con lo svolgimento di attività fisica, sia nel bambino che nell'adulto. Scopo del convegno è quello di sottolineare che lo sport, anche agonistico, non solo, non incide negativamente nello sviluppo psicofisico, ma determina notevoli miglioramenti nell'atleta. Il paziente asmatico trattato può competere ad armi pari sul piano sportivo con il soggetto sano. Verranno inoltre trattate le problematiche medico-legali inerenti la prescrizione della terapia dell'asma bronchiale e il doping. Cagliari, 24 agosto Segreteria Organizzativa:

www.sardiniacocs.com

Il Fisiatra e le professioni sanitarie tra nuove tecnologie, organizzazione della complessità e verifica dei risultati per l’autonomia della persona disabile. Questo è il significato più importante da attribuire al grande percorso di crescita della riabilitazione italiana. Il 37° Congresso Nazionale SIMFER si propone come strumento di interpretazione di questa importante svolta culturale. I topics scelti rappresentano lo spazio comune dove sarà possibile confrontare esperienze, idee, proposte sulla base di una attenta metodologia scientifica e nel coinvolgimento e nella interazione con le analoghe esperienze di altri paesi dell’Europa, portando a Campobasso per quattro giorni le migliori esperienze e i massimi esponenti della cultura riabilitativa. Campobasso, 20 - 23 settembre 9 Segreteria Organizzativa: www.medik.net

XI CONGRESSO NAZIONALE SIPO (Società italiana di psico-oncologia) Professionalità e Innovazioni in Psico-Oncologia”

SANA SALONE INTERNAZIONALE DEL NATURALE È la manifestazione fieristica più ampia e completa al mondo per il mercato del naturale. Alimentazione, Salute e Benessere e Abitare sono i tre poli intorno ai quali si apre uno spazio di dialogo, di confronto e di crescita per i nuovi consumatori: competenti, informati, esigenti. Il Settore Benessere è al centro di questa edizione. 10 - 13 Settembre Bologna www.sana.it

TOPICS: Bioetica e Deontologia, BurnOut, Comu-nicazione, Counselling Genetico, Cure Palliative, Dolore e interventi terapeutici, Empowerment: il malato e la fami-glia, Mass Media e Cancro, Medical Humanities e Medicina Narrativa, Medicina alternativa complementare Nur-sing, Oncoematoalogia Pediatrica, Organizzazione dei Servizi in Psico-Oncologia, Paziente anziano, Psicofarmacologia, Psicoterapie, Reti Socio-Sanitarie e Assistenza Sociale, Riabilitazione, Screening e Prevenzione, Sessualità e Cancro, Strumenti di Valutazione, Terapie Medico-Chirurgiche e Qualità di Vita, Trattamenti Chemioterapici e Lungosopravvivenza Senigallia (Ancona), 1-3 ottobre 9 Segreteria Organizzativa: www.avenuemedia.eu

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APPUNTAMENTI CON LO SPORT CICLISMO TOUR DE FRANCE 4 - 26 Luglio www.tourdefrance.it

GOLDEN GALA DI ATLETICA 10 Luglio Roma, Stadio Olimpico www.goldengala.it

ATLETICA LEGGERA CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI 31 luglio - 2 agosto Milano, Arena Civica

TENNIS FLUSHING MEADOWS 31 agosto - 13 settembre New York www.usopen.org

STRALIVIGNO 2 Agosto Livigno (SO) www.stralivigno.it

ATLETICA LEGGERA CAMPIONATI DEL MONDO 15 - 23 agosto Berlino www.berlin2009.org

PALLAVOLO FEMMINILE WORLD GRAND PRIX 19 - 23 agosto Tokyo, Giappone www.fivb.org

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PALLAVOLO FEMMINILE CAMPIONATO EUROPEO 25 settembre - 4 ottobre Polonia www.fivb.org


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Rehab

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CASI CLINICI IN PALESTRA - LA SERIE

In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie dell’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono descritti anamnesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi0 da raggiungere, sono tracciate le linee guida del protocollo di lavoro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitare. Autori Vari Alea Edizioni - pag. 128 Ogni volume Euro 21 Offerta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

E ERI A S) A L I TA TUTVOLUM (5 EURO MAL DI SCHIENA 84 Il volume affronta il tema del mal di schiena in modo

MASSAGGIO SPORTIVO Il testo propone tecniche manuali per il trattamento efficace della micro-traumatologia dei tessuti molli nello sportivo. I capitoli a carattere puramente pratico descrivono la conformazione dei tessuti connettivi, le interazioni tra il danno tessutale, l’infiammazione e gli eventi riparativi. Roberto Dagani Alea Edizioni 2002 pag. 128 Euro 21

davvero esaustivo. Nella prima sezione guida il lettore al corretto utilizzo della colonna nella vita quotidiana e nella pratica sportiva. La seconda parte raccoglie invece approfondimenti sulle patologie e sui meccanismi del dolore lombare. Claudio Corno Alea Edizioni 2001 pag. 256 Euro 26

TRATTAMENO MIOFASCIALE PER LO SPORTIVO

IL DOLORE CERVICALE Il manuale offre un’ampia panoramica delle patologie più comuni nell’individuo adulto: la cervicalgia. Il volume è diviso in tre parti: la prima, dedicata all’anatomia, alla fisiologia articolare e alla biomeccanica del tratto cervicale. La seconda, dedicata alle sindromi dolorose più comuni. Infine la terza parte che comprende alcune schede pratiche di utilizzo in palestra contenenti gli esercizi più idonei in relazione alla sintomatologia dolorosa. Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

Il manuale espone in maniera chiara ed esaustiva le tecniche manuali per il detensionamento miofasciale a indirizzo sportivo. L’ampia documentazione iconografica chiarisce ogni dettaglio di posizionamento e intensità del massaggio. Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 Euro 21

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI

COMPOSIZIONE CORPOREA

Il movimento è un farmaco naturale contro molte patologie cronico-degenerative. Partendo da questa convinzione i volumi propongono protocolli di lavoro per ipertensione, patologie respiratorie, cardiache infantili e della colonna, obesità (vol. 1) patologie coronariche e renali, artrite reumatoide, gravidanza, fibrosi cistica (vol. 2). Autori Vari Alea Edizioni 1999/2000 - pag. 144

A partire dalla definizione di sovrappeso e obesità il volume suggerisce al lettore metodiche rigorose e scientifiche per un’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea, punto di partenza indispensabile per una corretta programmazione nutrizionale e dell’allenamento. Sergio Rocco

Alea Edizioni 2000 pag. 128 Euro 21

Ogni volume Euro 24 Offerta: i 2 volumi a 36 Euro

FISIOLOGIA APPLICATA AL FITNESS

CARDIOLOGIA E FITNESS

Il manuale affronta in maniera concisa ma esaustiva la fisiologia del corpo umano, con particolare riferimento all’influenza dell’esercizio fisico su organi e apparati. Il manuale è anche uno strumento didattico e di autovalutazione per il professionista del fitness e costituisce strumento fondamentale per la programmazione del training.

Partendo dai fondamenti della fisiologia cardiovascolare, l’autore accompagna il lettore dalla pratica clinica alla valutazione funzionale e psicosomatica del cardiopatico e alla periodizzazione dell’allenamento, spiegando con precisione gli effetti della terapia farmacologica sulla performance. Davide Girola

Davide Girola

Alea Edizioni pag. 248 Euro 31

Alea Edizioni 2003 pag. 160 Euro 23

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Prevenzione Salute

Salute

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