Anno 1 numero 9 La rivista online per i professionisti del settore
Focus: Infortuni sulla neve Rottura del LCA Tipologia, modalitĂ , incidenza
Lussazione di spalla Medico fisioterapista istruttore:
Fitness 2.0:
le novitĂ professionali del 2010
troppa distanza La prevenzione delle patologie traumatiche
da sport
Vitattiva
ANNO 1 N°9 DICEMBRE 2009 Fitmed online è una rivista mensile di aggiornamento che si rivolge a imprenditori, manager, opinion leader, professionisti che operano nel mondo del fitness, benessere, prevenzione e salute. Propone articoli riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, marketing e management. Editore Alea Edizioni di Alessandro Lanzani via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano Redazione e uffici via P. Orseolo, 3 - 20144 Milano tel. 0258112828 - fax 0258111116 fitmed@professionefitness.com redazione@professionefitness.com Direttore responsabile Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com Redazione Mia Dell’Agnello mia@professionefitness.com - int. 212 Progetto grafico Stefano Frattallone Impaginazione Anita Lavoce Pubblicità Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com
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Hanno collaborato a questo numero Riccardo Gambaretti, Davide Fogliadini, Rosario D’Onofrio, Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93. L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere responsabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delle informazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto; inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchiano il pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) pervenuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblicato e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del materiale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasi scopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmata dal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controversie il Foro di competenza è quello di Milano.
LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO Alcan Airex Why Be Normal
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RUBRICHE 30
CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
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NEWS
FOCUS: INFORTUNI SULLA NEVE 4
TIPOLOGIA, MODALITÀ, INCIDENZA di Mia Dell’Agnello
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ROTTURA DEL LCA DEL GINOCCHIO di Riccardo Gambaretti
10
LUSSAZIONE DI SPALLA di Alessandro Lanzani
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FITNESS 2.0: le novità professionali del 2010 di Alessandro Lanzani
16
MEDICO-FISIOTERAPISTA-ISTRUTTORE: TROPPA DISTANZA di Davide Fogliadini
ALLENAMENTO E REHAB 18
LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE TRAUMATICHE DA SPORT di Rosario D’Onofrio
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VITATTIVA a cura della redazione
LE AZIENDE INFORMANO 21
ALCAN AIREX
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WHY BE NORMAL? Benessere di gruppo
Focus: infortuni sulla neve
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Infortuni sulla neve Tipologia, modalità, incidenza a cura della redazione fitmed@professionefitness.com
egli ultimi 15 anni, in seguito soprattutto al miglioramento delle attrezzature, la sede anatomica e le modalità degli infortuni sono variate: dalla classica frattura degli arti inferiori si è passati a una maggior incidenza delle strutture legamentose del ginocchio e di traumi degli arti superiori (lussazione della spalla, lacerazione del legamento collaterale ulnare). In passato gli sciatori impiegavano scarponi più bassi e, in caso di caduta, l’energia torsionale si scaricava prevalentemente a livello della gamba, producendo la classica frattura della tibia e/o del perone. Gli scarponi da sci moderni, invece, sono più rigidi e più alti, cosicché, la prima struttura
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sulla quale si scarica gran parte dell’energia torsionale prodotta in caso di caduta è proprio il ginocchio. Presentiamo qui i dati contenuti nell’ultimo rapporto SIMON (Sorveglianza degli incidenti in montagna) del Reparto Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità, riferiti all’anno 2007. CAUSE Il numero di incidenti è strettamente correlato al numero di persone presenti sulle piste. Infatti, più di un terzo degli incidenti avviene durante il weekend (37,3%), in particolare la domenica e nelle fasce orarie di maggior afflusso, con un picco registrato tra le ore 11 e le 13. La maggior parte degli
Link infortuni avviene in condizioni meteorologiche e di innevamento buone: variabili, quindi, che sembrano non influire sulla casistica. La caduta accidentale è la causa di infortunio più frequente (77,1%), mentre solo nel 10 % dei casi è individuabile nello scontro con un altro sciatore. TIPO DI INFORTUNI: SCI E SNOWBOARD Nel 32,8% dei casi l’intervento di soccorso sulle piste è effettuato in seguito a distorsioni, il 94,2% delle quali a carico degli arti inferiori. Le contusioni riguardano il 27,4% degli infortuni, le fratture il 15,7%, le lussazioni l’8,7% e le ferite l’8%. La distorsione è tipica dello sci (36,3% con gli sci contro il
Focus: infortuni sulla neve
17,2% con lo snowboard), mentre la diagnosi di frattura è riportata maggiormente con lo snowboard (nel 24% dei casi, di cui oltre i tre quarti a carico degli arti superiori), contro il 11,8% negli incidenti con gli sci. Nel caso dello sci, in oltre la metà dei casi l’infortunio riguarda gli arti inferiori (52,3%) e solo una quota relativamente marginale interessa gli arti superiori (16,3%). La lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio è il trauma più comune nello sciatore: si osserva più frequentemente in coloro che hanno avuto una lesione del ginocchio precedente, ed è più probabile che la lesione sia più grave negli sciatori con un legamento collaterale non troppo robusto o con una lassità del legamento. Se, invece, lo sciatore ha subito un intervento ricostruttivo, questa possibilità si riduce fortemente. Nello sci alpino sono identificabili due tipi di meccanismi traumatici legati all’attrezzatura utilizzata: 1. quello dovuto allo scarpone,
che al momento della caduta spinge la tibia in avanti causando la rottura del legamento; 2. quello “da piede fantasma”, in cui la coda dello sci ruota il ginocchio in senso opposto rispetto alla sua normale modalità di movimento. Le lesioni della spalla sono meno comuni delle lesioni del ginocchio e sono rappresentate da: lussazione completa dell’articolazione, dislocazioni anteriori, lesione della cuffia dei rotatori e le contusioni della spalla causata da una caduta a braccio teso. Al pollice va riferito il 40% circa di tutte le lesioni all'arto superiore, con la lesione del legamento collaterale dell’ulna e dell’articolazione metacarpo-falangea (conosciuto come pollice dello sciatore). Questo infortunio è il risultato di una caduta mentre si tiene il bastoncino che trasporta il pollice nella neve, causando l’abduzione e l'iperestensione forzata dell’articolazione. Coloro che utilizzano lo snowboard risultano molto più a rischio di riportare una lesione agli arti superiori (44,4%), di cui la frattura del polso è l’esito più frequente (13,8%), mentre gli arti inferiori risultano interessati in maniera più ridotta (23,8% dei casi). Infatti, in caso di inci-
dente, lo sci può, molto più facilmente dello snowboard, agire come una leva che fa perno sul piede, imprimendo forze tangenziali che scaricano la propria energia sull'articolazione libera più prossima, ovvero il ginocchio, provocandone la distorsione. Sia nello sci che nello snowboard il 10% circa degli incidenti ha come conseguenza un trauma cranico, percentuale che, in caso di scontro tra persone, sale al 26%. Studi presenti in letteratura riportano che l’incidenza di infortuni alla colonna vertebrale negli sport invernali è pari al 4,9%. Rispetto allo sci alpino e allo snowboard, gli autori riconoscono le stesse cause, anche se distribuite in percentuali diverse: - nello sci il 59% delle lesioni alla colonna è dovuto a cadute, mentre il 20% ai salti; - nello snowboard il 77% è legato ai salti e il 18% alle cadute. Le cadute dopo un salto interessano prevalentemente le zone toracica e lombare e determinano per lo più fratture da compressione. La più alta incidenza di fratture cervicali si verifica nello scontro tra sciatori (50%) o snowboarders (80%): in tale sede si associa l’incidenza maggiore di danno neurologico.
Focus: infortuni sulla neve
Rottura del LCA di Riccardo Gambaretti
abio G. di anni 22 sciando cade perché lo sci perde aderenza su una lastra di ghiaccio e il ginocchio destro scivola all’esterno. Con questo movimento lo sci, non staccandosi dallo scarpone, agisce da leva sul ginocchio determinandone una spinta sul versante interno che ha termine solo per l’improvviso cedimento dello stesso e l’insorgenza di dolore. Questa è una distorsione. Fabio tenta di rialzarsi, ma percepisce una mancanza di tenuta del ginocchio; dice che il ginocchio “non regge”. Visitato al pronto soccorso viene sospettata una lesione del legamento crociato anteriore (LCA): il consiglio è di camminare con 2 stampelle fino alla guarigione dal trauma e
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Immagine anatomica con visione frontale del ginocchio 1. Femore. Il ginocchio è leggermente flesso e mostra le cartilagini articolari dei condili femorali. 2. Tibia 3. Legamento crociato anteriore 4. Legamento crociato posteriore 5. Legamento collaterale mediale 6. Legamento collaterale laterale
successivamente di recarsi in palestra per il recupero muscolare. Una successiva Risonanza Magnetica Nucleare rivelerà la rottura del legamento, come sospettato. DESCRIZIONE DELLA PATOLOGIA I legamenti sono strutture anatomiche poste fra due ossa con lo scopo di mantenere la stabilità passiva di un’articolazione. Questo non significa che il legamento sia inerte: al suo interno sono stati scoperti dei recettori nervosi (propriocettori), che hanno lo scopo di avvertire il muscolo dei cambiamenti di tensione e quindi della posizione dell’articolazione stessa. Si pensi alla corsa: non è necessario vedere dove si appoggia-
no i piedi per percepire il terreno su cui stiamo correndo. Nel ginocchio sono presenti 4 legamenti: 2 esterni, detti collaterale interno ed esterno, e 2 interni, detti crociato anteriore e posteriore per via della loro peculiare disposizione anatomica. Il LCA gestisce, da solo o in concorso con altre strutture, la frenata a ginocchio flesso (es. ricaduta da un salto, arresto che precede il cambio di direzione in corsa), impedendo alla tibia di scivolare sul femore. Ma non solo: controlla anche i movimenti rotatori del ginocchio nei cambi di direzione verso l’interno. Anatomicamente infatti il LCA è costituito da due fasci che, come un ventaglio, si dirigono dall’eminenza intercondiloidea della tibia alla regione interna e posteriore del condilo femorale laterale (gronda femorale). Uno dei due fasci avrebbe un decorso più longitudinale e verticale tale da far ritenere che sia responsabile del freno allo scivolamento in avanti della tibia; mentre l’altro fascio avrebbe decorso più obliquo e sarebbe responsabile della gestione della tenuta in torsione interna del ginocchio. Pertanto, una sua rottura impedisce ai muscoli del ginocchio di entrare in azione dopo lo stimolo determinato
Focus: infortuni sulla neve dalla modificazione del grado di tensione del crociato anteriore. In questo momento può verificarsi un “cedimento”, ovvero la sensazione soggettiva, ma anche obiettiva, che il ginocchio scivoli in avanti senza controllo. La diagnosi di lesione del LCA è essenzialmente clinica anche se nell’immediato, a causa di un ginocchio tumefatto e dolente, può essere difficoltosa. Per tale ragione è sempre più frequente la richiesta, da parte degli ortopedici, di una Risonanza Magnetica Nucleare precoce per porre diagnosi di certezza oltre che escludere altre lesioni associate (per esempio meniscali). La terapia può essere conservativa, incruenta (senza intervento chirurgico) o chirurgica. Di seguito verrà esposta quella conservativa; qui si vogliono dare dei ragguagli a riguardo del trattamento chirurgico. In caso di rottura del LCA non associato ad altra lesione, oggi si preferisce la tecnica della sostituzione mediante il prelievo di 1/3 di tendine rotuleo con inserita una piccola porzione di osso (rispettivamente di rotula e
apofisi tibiale anteriore) e la sua infissione attraverso due tunnel ossei, tibiale e femorale, nella sede anatomica del vecchio LCA e finale fissazione mediante viti. Questa tecnica è stata applicata in molti atleti professionisti con ottimi risultati e senza deficit del tendine rotuleo nella sede del prelievo. Il post-operatorio è in continua evoluzione e attualmente prevede: - 6 settimane di ginocchiera armata - 8 settimane di stampelle - da subito il carico progressivo - da subito i movimenti di flesso-estensione del ginocchio consentiti dalla ginocchiera - la cyclette e il nuoto a 2 mesi dall’intervento - la palestra a 4 mesi dall’intervento - la corsa da 4 a 6 mesi dall’intervento - la ripresa dello sport da 6 a 8 mesi dall’intervento chirurgico. I CONCETTI CHIAVE RIFERITI AL CASO Il concetto principale è che un importante stabilizzatore del ginocchio si è rotto. Il LCA, se
Manovra clinica del “cassetto anteriore” che permette all’ortopedico di riprodurre uno scivolamento in avanti del piatto tibiale in presenza di una lesione del LCA. La freccia indica il punto in cui è visibile lo scivolamento in avanti della tibia.
completamente tranciato, non si ripara da solo. Attualmente come ortopedici preferiamo non operare d’urgenza a causa dei rischi di rigidità postoperatoria, salvo siano presenti altre condizioni cliniche (lesione complessa di più legamenti del ginocchio). Inoltre, prima di decidere di sostituire il crociato lesionato con un altro supporto (per esempio un tendine) bisogna valutare alcuni parametri indice di tenuta del ginocchio, quali: l’esito di un’appropriata riabilitazione, il tipo di attività sportiva praticata dal soggetto (amatoriale o professionistica), l’età del soggetto, la disponibilità alla riabilitazione seguente l’intervento chirurgico. Pertanto si preferisce, una volta risolta la fase acuta, passare attraverso un periodo di potenziamento muscolare di 612 mesi prima di decidere per un eventuale intervento. INFORMAZIONI NECESSARIE PER TRATTARE IL CASO In palestra prima di iniziare ad allenare un paziente con questa patologia bisogna porsi e porre alcune domande: Immagine TC in cui è messa in evidenza una lesione del crociato anteriore. 1. Femore 2. Legamento crociato anteriore lesionato 3. Rotula 4. Poplite (regione posteriore del ginocchio)
Focus: infortuni sulla neve - si tratta della prima distorsione? - quanto tempo è trascorso dal trauma? - è stata accertata una lesione del LCA? - è una lesione isolata o associata ad altri legamenti e/o a un menisco? - il ginocchio duole ai movimenti? - sono frequenti i cedimenti? Tanto più sarà elevato il numero di risposte affermative, tanto più preciso sarà il lavoro in fase di programmazione. Viceversa, meglio appoggiarsi al medico di palestra al fine di impostare una scheda il più personalizzata possibile. È opportuno sottolineare, tuttavia, che maggiore è il numero di risposte affermative e maggiore sarà la probabilità che l’infortunato debba sottoporsi ad intervento chirurgico. OBIETTIVI L’obiettivo principale è sostituire il LCA con i muscoli, ossia vicariare la funzione del legamento (che impedisce lo scivolamento in avanti della tibia) mediante l’aumento del tono e del trofismo dei muscoli che si inseriscono attorno al ginocchio. A questo proposito vanno eseguite alcune operazioni che permettano di registrare una serie di parametri d’ingresso con i quali confrontarsi nel corso dello sviluppo del programma, quali: - diametro della coscia, da misurare a 10 cm di distanza dal margine superiore della rotula; - stato di definizione del quadricipite, mediante contrazione isometrica e studio del disegno muscolare; - test di resistenza del quadricipite, mediante misurazione del tempo di mantenimento del ginocchio esteso e sollevato dal piano del terreno; - test di forza, mediante misurazione al leg estensor del peso massimo che il soggetto è in grado di sostenere a ginocchio esteso.
Inoltre, laddove sia possibile, è molto utile sviluppare la recettività degli altri legamenti sani del ginocchio al fine di stimolare la funzione dei muscoli più rapidamente, tramite la ginnastica propriocettiva. COME REALIZZARE GLI OBIETTIVI Gli obiettivi si realizzano considerando il ginocchio a 360°. Se è vero che il muscolo che più di ogni altro è in grado di limitare lo scivolamento della tibia in avanti è il quadricipite, è anche vero che il LCA non ha questa come unica funzione: interviene, infatti, anche nel controllo dei movimenti rotatori dai quali il quadricipite è praticamente escluso. Per questo vanno potenziati tutti i muscoli che abbiano un’inserzione vicina al ginocchio, come il bicipite femorale, il sartorio, il tensore della fascia lata, ma anche i gemelli. ESERCIZI CONSIGLIATI Tutti gli esercizi che non richiedano un controllo attivo da parte del ginocchio, quindi il leg estensor/curl (anche con intra-extrarotazione del piede), la pressa orizzontale, la cyclette sia verticale che orizzontale, lo step, il vogatore, il curl in piedi, l’hack squat in isometria, l’adduttor/abduttor machine, il calf in piedi e seduto; l’isometrica a ginocchio esteso e a varie an-
golazioni (30°-60°-90°); la ginnastica propriocettiva con tavolette o pedana o pallone. ESERCIZI SCONSIGLIATI Tutti gli esercizi in stazione eretta con pesi alle spalle, lo squat sopra tutti poiché nella fase di risalita (attiva) il ginocchio potrebbe avere un cedimento e una nuova distorsione. Le accosciate con il bilanciere sulle spalle o con i manubri alle mani. Anche la corsa può risultare potenzialmente pericolosa nella fase di appoggio. CONTROLLO DEGLI OBIETTIVI Soggettivo: l’individuo avverte un ginocchio forte, stabile in grado di sostenere anche la corsa. Oggettivo: oltre all’aumento del diametro della coscia e al miglioramento ai test di resistenza e di forza, l’individuo non riferisce più cedimenti neanche correndo. In questo caso l’obiettivo è pienamente centrato. Quando una delle due situazioni non sia valida è probabile che il programma di rinforzo muscolare non sia sufficiente a permettere da solo il recupero funzionale del ginocchio, oppure è stato commesso un errore nell’impostazione. Per cui, ricontrollare bene il percorso di sviluppo degli obiettivi e consigliare di consultare un ortopedico per ulteriori trattamenti.
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spalla
Focus: infortuni sulla neve
Lussazione di di Alessandro Lanzani
arco, 20 anni, mentre scia subisce una brutta caduta, procurandosi la lussazione di una spalla. Il trauma, che non presenta particolari caratteristiche specifiche nello sci, è relativamente frequente in tutti gli sport in cui ci sono dei rischi traumatici dovuti alla velocità. A livello della spalla le lussazioni sono abbastanza frequenti perché le esigenze di un’ampia mobilità sono in conflitto con quelle di una buona stabilizzazione. A differenza dall’altre articolazione di forma sferica – l’anca – la spalla ha i due capi ossei che non si ingranano saldamente tra loro: la testa omerale è appoggiata a una superficie poco continente, la cavità glenoidea della scapola. A questo si aggiunga una capsula articolare lassa, per ottenere un’ampiezza di movimenti in tutte le direzioni dello spazio come nessun’altra arti-
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colazione è in grado di concedere. Il prezzo da pagare è una maggiore instabilità, che può essere vinta da traumi anche non particolarmente violenti. DESCRIZIONE DELLA PATOLOGIA Per una trattazione particolareggiata delle lussazione e in particolare delle lussazioni di spalla rimandiamo ai numerosi testi specializzati. Qui evidenziamo alcuni punti chiave. La lussazione è una perdita di contatto di due capi articolari dovuta alla lacerazione della capsula articolare e dei legamenti. Questa è la lesione anatomica. Il danno funzionale consiste in una perdita della stabilità passiva dell'articolazione. In pratica, la cicatrice di riparazione non fornisce alla capsula articolare la stessa tensione precedente: i due capi articolari hanno un gioco maggiore e tutto il complesso artiFig.1 Lussazione sottoglenoidea; la testa dell’omero è immediatamente sotto alla cavità glenoidea. È una tipica lussazione inferiore. Fig. 2 Lussazione sottocoracoidea.
colare diventa più instabile. Quasi sempre la guarigione anatomica si accompagna a un danno funzionale permanente: la perdita di stabilità. Ricordiamo che dal punto di vista funzionale esistono due tipi di stabilità: - stabilità passiva, realizzata dalle superfici articolari, dalle capsule, dai legamenti, dai menischi; - stabilità attiva, realizzata dai muscoli. Quando si parla di lussazione di spalla ci si riferisce all’articolazione scapolo-omerale. Dal punto di vista descrittivo tra le tante classificazioni potremmo riassumere in: 1) lussazioni anteriori o sottocoracoidee; 2) lussazioni inferiori o sottoglenoidee; 3) lussazioni posteriori. Le lussazione inferiori e anteriori sono di gran lunga più frequenti rispetto alle posteriori. I CONCETTI CHIAVE RIFERITI AL CASO Le lussazioni sono relativamente frequenti: è quindi conveniente avere un metodo per affrontarle in palestra. È fondamentale sapere che, contrariamente alle fratture, che se non complicate possono guarire perfettamente e non lasciare postumi, la lussazione di spalla
Focus: infortuni sulla neve
si accompagna sempre a una perdita della stabilità passiva della capsula articolare. Pertanto si deve puntare molto sul recupero del tono e del trofismo muscolare della spalla al fine di compensare con un aumento della stabilità attiva muscolare. Questo deve avvenire con una certa prudenza, evitando quegli esercizi che creano delle leve sublussanti a livello della spalla. INFORMAZIONI NECESSARIE PER TRATTARE IL CASO Le lussazioni si possono verificare anche più di una volta in un soggetto. Anzi, dato che dopo una lussazione si verifica una perdita di stabilità passiva con una capsula sempre più lassa, generalmente è più facile che ad una lussazione ne segua un’altra, con traumi più leggeri. Per questo le lussazione si classificano anche in: - prima lussazione - lussazione recidivante - lussazione abituale. La prima lussazione non ha precedenti: un trattamento corretto può evitare delle recidive. La lussazione recidivante si ripete alcune volte nell’arco di una vita per traumi di intensità via via minore. La lussazione abituale avviene anche in assenza di traumi e bastano dei
movimenti volontari per provocarla: la capsula articolare è estremamente lassa e poco continente. È una condizione grave che ha spesso un’indicazione chirurgica con lo scopo di rimettere in tensione la capsula articolare e i legamenti. Un’informazione indispensabile consiste nel sapere se siamo in una condizione di prima lussazione o recidivante o abituale. OBIETTIVI Obiettivo fondamentale: compensare con una maggiore stabilità attiva muscolare la perdita di stabilità passiva della capsula articolare e dei legamenti, al fine di prevenire nuove lussazioni di spalla in situazioni traumatiche meno gravi del primo episodio. Secondo obiettivo: rieducazione motoria della spalla, per riacquistare una buona coordinazione motoria passando da esercizi semplici, in un’unica direzione del movimento, standard e in posizioni di sicurezza, a esercizi più complessi di maggiore coordinazione. Tutti i protocolli di fisioterapia seguono generalmente un metodo: 1) recupero della mobilità attiva e passiva; 2) recupero del tono trofismo muscolare; 3) recupero della coordina-
zione motoria. Nel nostro caso è necessario recuperare mobilità senza forzare l’articolazione in direzioni del movimento sub lussanti, che sono: - abduzione - estensione - extrarotazione La spalla non deve essere forzata con esercizi di stretching o, ancora peggio, con l’applicazione di pesi che forzino la mobilità in posizioni di iperestensione, iperabduzione, iper extrarotazione: non si devono forzare i fine corsa fisiologici dell’articolazione in queste tre direzioni del movimento. Immaginiamo la classica figura dell’Uomo di Leonardo. Quel uomo giace sul piano frontale: l’arto superiore non deve essere mai spinto posteriormente al piano frontale per non forzare l’articolazione in iperestensione, a maggior ragione se questo avviene con un movimento complesso che comprende anche l’extrarotazione e l’abduzione. ESERCIZI CONSIGLIATI La stabilità della spalla è data da tutta la muscolatura del cingolo scapolare. Per essere più pratici, possiamo identificare i seguenti obiettivi muscolari: - gran pettorale - deltoide
Focus: infortuni sulla neve - gran dorsale - cuffia dei rotatori I primi tre sono muscoli superficiali che danno il mantello di protezione anteriore superiore e posteriore all’articolazione scapolo omerale. La cuffia dei rotatori è uno strato di muscolatura profonda che si inserisce sulla capsula articolare dell’articolazione scapolo-omerale ed è fondamentale per la stabilità della spalla: basti dire che una lesione della cuffia è sufficiente a rendere impossibile l’abduzione da parte del deltoide. In particolare, lo sviluppo del pettorale alto e del deltoide anteriore è prezioso perché va a compensare la capsula nella zona antero-inferiore, che è costituzionalmente più debole e colpita dalla lussazione. È infatti in questo punto che si è verificata la rottura della capsula. Oltre ai muscoli della spalla
vanno allenati anche i muscoli del braccio: - tricipite brachiale - bicipIte brachiale Come regola generale, il potenziamento deve avvenire evitando che la spalla sia forzata in movimenti combinati di iperestensione - iperabduzione ed extrarotazione, perché sono i movimenti che forzano la capsula ad una ulteriore lassità anteriore e inferiore. Se sopraggiungono elementi traumatici, possono essere sufficienti a determinare una sub-lussazione, o addirittura una lussazione. In ogni caso questi movimenti possono essere dolorosi ed evocano disagio e insicurezza nel soggetto. Esercizi consigliati: - abduzioni laterali con manubri; - abduzioni proni su panca inclinata per il deltoide posteriore; - abduzioni con i cavi incrociati a presa bassa;
- elevazioni anteriori con manubri; - distensioni su panca con bilanciere, ma non con manubri tipo croci; - adduzioni con lat machine; - extrarotazioni degli arti superiori proni su panca inclinata. ESERCIZI SCONSIGLIATI - Pull over: è uno tra gli esercizi peggiori, perché la posizione di partenza consiste proprio in una abduzione-extrarotazione. - Iperestensione forzata: tra l’altro, in questa posizione il braccio della resistenza della spalla (la distanza del peso dal fulcro) è maggiore, pertanto la leva è particolarmente svantaggiosa. Morale: quando i pesi vengono scelti dalla rastrelliera non sembrano particolarmente pesanti; quando ci si posiziona sulla panca e si parte con il braccio esteso e i pesi in posizione verticale sulla testa, il peso “ sembra” ancora leggero;
Focus: infortuni sulla neve ma quando poi si raggiunge il fine corsa opposto, il braccio della resistenza è notevolmente aumentato, la leva è svantaggiosa e il manubrio è percepito come “pesante”, mal controllabile e in una posizione di distrazione della capsula articolare. - Croci su panca con manubri: è sconsigliato perché all’inizio della fase positiva gli arti superiori sono spinti in basso dal peso del manubrio, forzando il fine corsa fisiologico in iperestensione. In questa posizione viene forzata la capsula articolare anteriormente. Si consideri che le distensioni su panca con bilanciere non hanno lo stesso effetto perché il bilanciere si ferma a livello del torace quando la posizione delle braccia non è ancora iperestesa posteriormente. È opportuno scegliere una presa larga sul bilanciere, in modo da ridurre ulteriormente l’iperestensione del braccio. - Lento dietro al multy power: un esercizio che,nella posizione di distensione finale, non è dissimile dal pull over. Tutto il sistema è ruotato di 90°, ma questa volta non è l’applicazione diretta di un peso a realizzare l’eccesso di estensione, quanto un meccanismo di incastro tra la panca, il soggetto e il multy power. La panca e il multy power possono essere posizionati tra loro in modo tale che il soggetto sia obbligato a un’eccessiva iperestensione. Questo avviene quando la panca è troppo anteriore rispetto all’asta guidata del multy power: lo schienale costringe il soggetto a una posizione anteriore per cui, quando io peso scende, il braccio viene forzato in una posizione di eccessiva iperestensione senza che possa essere modificato il sistema di incastro tra la panca e il multy power. Il tutto è ancora più grave se la presa sul bilanciere è stretta
con una maggiore angolazione del braccio. - Pectoral Machine: un esercizio apparentemente sicuro, ma dipende dalla posizione di fine corsa concessa dalla macchina. Le varie aziende produttrici propongono soluzioni diverse. In particolare, occorre evitare che all’inizio della fase positiva il braccio abbia una posizione posteriore rispetto al piano frontale. In altre parole, se la panca è troppo anteriore rispetto all’escursione degli appoggi degli avambracci, a fine corsa posteriore si verifica un’eccessiva iperestensione. In questo caso la pectoral è un tipico caso di macchina standardizzata, robotizzata con un movimento semplice di isolamento muscolare, che si può rivelare estremamente insidiosa nonostante le apparenze. Per questo, la conoscenza della biomeccanica può permettere all’istruttore di fare un’effettiva valutazione sulla affidabilità di un macchinario indipendentemente dal lusso, l’estetica o la forza pubblicitaria con cui è stato promosso. - Circonduzioni degli arti superiori con bastone. Questo esercizio, a metà tra lo stretching, il riscaldamento, la ginnastica a corpo libero, rappresenta un’insidia perché quando il bastone deve essere portato posteriormente, la catena chiusa che si crea tra arti superiori e bastone forza la capsula articolare nella solita zona delicata: anteriore e inferiore. In conclusione, possiamo dire che la palestra ha un significato bivalente per le situazioni a rischio. Come per i greci la parola "farmaco" aveva il doppio significato di veleno e di medicina, così la palestra ha un doppio significato di recupero fisioterapico, ma anche di potenziale rischio patogeno.
CONTROLLO DEGLI OBIETTIVI Gli obiettivi vanno misurati nei termini dell’effettivo recupero degli aspetti funzionali: 1) mobilità attiva e passiva 2) tono trofismo muscolare 3) coordinazione motoria. Il criterio più semplice è quello della simmetria con l’altra spalla, in termini di mobilità, tono e coordinazione. L’esecuzione di circonduzioni ad ampi raggi libere permette di valutare quanto sia ancora deficitaria la spalla lussata. La palpazione del tono durante delle contrazioni isometriche massimali rende conto del livello di recupero neuro-motorio della muscolatura, che dovrebbe essere testato su tutta la muscolatura del cingolo allenata. La coordinazione può essere controllata in modo standard, anche se forse in modo un po’ grossolano, chiedendo al soggetto di pettinarsi la nuca, piuttosto che di raggiungere con la mano il tratto dorsale della colonna. Dopo una lussazione si verifica una perdita della stabilità passiva e quindi le avvertenze segnalate nella scelta degli esercizi devono essere tenute in considerazione anche a distanza di anni. La differenza è che, se col tempo si è ottenuto un buon recupero, quelle che sono considerazioni assolute possono trasformarsi in controindicazioni negative. Alcuni esercizi potranno essere fatti a condizione di evitare carichi massimali. Una spalla che ha subito una lussazione dovrebbe avere una muscolatura superiore a quella che il soggetto aveva prima dell’infortunio, per poter compensare con una maggiore stabilizzazione attiva muscolare la perdita della stabilità passiva capsulo-legamentosa.
Prevenzione e salute
con link di approfondimento
Fitness 2.0
i l a n o i s s e f o r p à t i v o n e l : 0 201
di Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com
l 2009 ha messo in luce le difficoltà di un fitness 1.0 che ha subito in pieno non solo una crisi generale, ma anche una sofferenza interna al settore. Il fitness basato su strutture che si limitano a v e n d e re a b b o n a m e n t i i n un’ottica puramente finanziaria non funziona più, soprattutto se poi l’iscrizione si traduce in un “noleggio” ai clienti degli spazi e delle attrezzature. Il saldo tra n u o v e aperture e chiusure è negati-
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v o e il numero assoluto dei club presenti su territorio è diminuito. Certo, ci sono dei club che tuttora sono in salute, ma il saldo globale del numero di club in esercizio è in contrazione e, nonostante i mille appelli a mantenere il valore degli abbonamenti a livelli compatibili con la sopravvivenza dei club, i prezzi per le iscrizioni si mantengono a livelli minimi, con un’ulteriore tendenza al ribasso. In compenso si assiste a un nuovo fenomeno che si sta consolidando ed espandendo: l’apertura dei miniclub, piccoli centri motori che si concentrano sul servizio alla persona. IL NUOVO FITNESS 2.0 Si tratta di centri di superficie ridotta, da 150 fino a 350 me-
tri quadri. I nuovi imprenditori del “servizio alla persona” sono in linea di massima personal trainer, istruttori, laureati in scienze motorie con anni di esperienza alle spalle e un buono curriculum personale. Gli ambienti sono settati in modo razionale e funzionale: una reception, delle stanze di valutazione funzionale, degli ambienti leggermente più ampi per l’attività “uno a pochi”, e infine una o due sale per l’attività “uno a molti”. Le attività proposte sono specificamente orientate ai clienti del nuovo mercato: i sedentari, che hanno bisogno di attività motoria sia di tipo posturale che cardiovascolare. La filosofia sottesa è quella della prevenzione e dell’abilitazione funzionale. L’attività motoria proposta in questi centri segue tre direzioni fondamentali: 1) ginnastica posturale, che utilizza metodologie già sviluppate come pilates, panche posturali ecc.;
Prevenzione e salute
k Lin
2) abilitazione funzionale, che segue ai trattamenti medicalizzati di una vera a propria riabilitazione funzionale successiva a traumi o patologie croniche dell’apparato locomotore, con l’utilizzo di alcune macchine tipicamente usate nelle sale isotoniche (poche, a dire il vero, e quelle più adatte); 3) attività motoria finalizzata al calo di peso e alla prevenzione cardiovascolare, il fitn e s s m e t a b o l i c o, o v v e ro quelle metodologie a basso impatto che permettono di riattivare i sedentari prevenendo gli effetti cronico degenerativi della sindrome metabolica. I MINICENTRI Il centro di attività motoria è impostato essenzialmente sul servizio alla persona. Il cliente è seguito inizialmente con un pacchetto di ore di “personal training” individuali e, man mano che riacquista abilità motoria, è inserito in minigruppi prima e in classi più numero s e s u c c e s s i v a m e n t e . I n quest’attività è centrale il ruolo del personal; meno quello delle macchine, la cui dotazione è a livello essenziale proprio per puntare tutto sul servizio. Eventualmente c’è un’attenta selezione degli strumenti di monitoraggio dell’attività, in modo da poter restituire al cliente la “misura” del suo miglioramento. In tal modo è possibile intraprendere questa attività con degli investimenti contenuti, alla portata quindi dei giovani professionisti che raccolgono questa sfida e hanno risorse economiche limitate. Si tratta di un fenomeno in rapida espansione: tutti i nuovi centri si sono ben posizionati anche perché, dovendo sopportare spese strutturali e di esercizio contenute, la qualità
Link del servizio può essere vendu- lano, sabato 13 febbraio, ta a prezzi accettati dal mer- con un workshop tecnico cato e, nello stesso tempo, dedicato a conoscere gli strucompatibili con un buon suc- menti per l’apertura e l’esercicesso imprenditoriale. zio di un centro per il fitness Come sempre la Scuola di metabolico: aspetti fiscali, arProfessione Fitness seguirà chitettura e organizzazione questo fenomeno e darà il suo degli spazi, scelta della strucontributo allo sviluppo di mentazione pertinente, metoquesta nuova opportunità. Il diche di lavoro. primo appuntamento è a Mi- Stay tuned.
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Prevenzione e salute
Medico-fisioterapista-istruttore:
troppa distanza
Tecnici della riabilitazione, istruttori e medici sono categorie professionali a compartimenti stagni e la mancanza di comunicazione alimenta la diffidenza. Servirebbe un’operazione culturale ad ampio respiro
di Davide Fogliadini davide.fogliadini@fastwebnet.it
egli anni ‘80, anche le nostre coste furono raggiunte da uno tsunami: era l’onda lunga partita da Venice Beach che scatenò “la febbre del fitness”. Si trattò di una vera e propria epidemia, in cui tutti o quasi volevano un corpo grande, forte e in forma. Naturalmente le palestre si strutturarono per rispondere a questa esigenza, diventando quello che sono oggi. Sono convinto, però, che a una grande evoluzione tecnica non sia corrisposta una parallela crescita culturale. Mi spiego meglio. La palestra è vista ancora oggi come un luogo dove si ritrova la forma, o la si migliora. L’utente tipo è una persona che non presenta particolari patologie. Alcuni centri fitness stanno occupandosi di terza
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età, organizzando corsi di ginnastica dolce, ma tendono a restare casi isolati. Il ritrovamento di una condizione fisiologica mediante un recupero funzionale è affidato ancora alle strutture ospedaliere e ai centri specializzati, il cui utilizzo è necessario nei casi di traumatismi importanti e nelle prime fasi riabilitative. Spesso però, completato il protocollo riabilitativo, il soggetto non continua, come dovrebbe, a praticare attività fisica. I motivi sono diversi: mancanza di tempo, cattiva informazione, scarsa motivazione tra i più gettonati. IL PLUSVALORE Il vero problema sta nella “non cultura” della riabilitazione in palestra. Si avverte ancora oggi
una grande distanza tra tecnici della riabilitazione e istruttori, per non parlare di quella esistente tra medici e tecnici di palestra. Siamo categorie professionali a compartimenti stagni e raramente sappiamo quello che fa l’altro. È naturale che in questa reciproca mancanza di comunicazione ci sia una reciproca diffidenza operativa. Una situazione al limite del paradossale, in quanto la palestra offre, in termini di attrezzature, di servizi e di ambiente, un efficace e attraente proseguimento della riabilitazione, quasi sempre necessario. Naturalmente non ho e non voglio avere facili ricette risolutive, mi permetto di proporre semplicemente una riflessione da parte degli operatori del fitness: viste le potenzialità dei centri, perché
Prevenzione e salute non intraprendere un’operazione culturale ad ampio respiro? Non mi sembra una cosa impossibile, certamente ambiziosa e non immediata. Attribuire al tecnico di palestra un’ulteriore autorevolezza è senz’altro un momento basilare. L’aggiornamento tecnicopsicologico dovrebbe essere effettuato puntualmente, al fine di raggiungere questi obiettivi: - completare con successo l’iter post-riabilitativo del cliente; - instaurare il corretto approccio interpersonale; - educare e motivare il soggetto al proseguimento dell’attività fisica. Un tecnico di palestra aggiornato, motivato e conscio della sua figura professionale dà alla palestra un plusvalore che a volte viene sottovalutato. È fondamentale una crescita a tutto tondo di questa figura, puntando alla capacità comunicativa e alla “gestione psicofisica” di una clientela inevitabilmente diversa come le persone postinfortunate. Anche una banale lombalgia modifica, per il dolore e l’ipofunzionalità che comporta, la sfera psichica di una persona: una palestra del ventunesimo secolo non può fare a meno di considerare con attenzione questo aspetto. INCONTRARE I MEDICI Spesso i medici non sono mai entrati in una palestra. Non conoscendo la struttura, come possono consigliarla ai pazienti? Si rende necessaria da parte dei centri fitness un’operazione di marketing rivolta alla categoria, facendo in modo che i camici bianchi vengano a contatto con questa realtà, ne comprendano le potenzialità e soprattutto dialoghino con le figure preposte alla gestione tecnica delle risorse umane. Il dialogo genera quasi sempre stima reciproca. Un buon inizio. Or-
ganizzare incontri tra i medici di zona, proporre agevolazioni per una loro frequentazione del centro fitness: le possibilità di aggancio non mancano, sta alla palestra valutare la formula migliore. È inutile sottolineare il grande ascendente che la figura medica ha sul paziente, pertanto è necessario che questa categoria professionale colga lo spirito dell’iniziativa ed entri in contatto nel modo migliore con la palestra, trovando un ambiente motivato a un’operazione “sociale” e con operatori qualificati. UNA SQUADRA VINCENTE Le prime fasi di un protocollo riabilitativo devono essere affidate ai tecnici della riabilitazione che, dietro le indicazioni del medico, procedono in questa delicata fase. Il tecnico di palestra può rappresentare il migliore continuum di questa catena, a patto che la sua professionalità sia riconosciuta con certezza e fiducia. Creare occasioni di contatto e di collaborazione professionale si rende quindi vitale. Il tecnico di palestra dovrebbe affiancare il terapista e il medico in modo da poter raccogliere il testimone e proseguire nell’iter riabilitativo, aggiornando le altre figure sull’andamento. La figura del riabilitatore dovrebbe essere presente in tutti i centri fitness, proprio per creare, insieme al medico e all’istruttore, il giusto percorso riabilitativo. Sono convinto che l’organizzazione non sia impossibile: si tratta semplicemente di concepire una forma collaborativa nuova, soprattutto tra figure che, a oggi, non brillano per interoperatività. Il bacino di utenza può senz’altro beneficiare di questa operazione, se pensiamo che circa l’80% della popolazione soffre di dolori alla colonna vertebrale… qualcosa è già stato fatto in termini di infor-
mazione, ma niente di sistematico. Un’operazione di acculturamento circa il valore terapeutico di una regolare attività fisica è solo agli inizi, troppo poco rispetto ad altre realtà europee, dove il movimento si colloca con grande importanza in questo ambito. Per raggiungere il paziente-cliente, figura motivata a praticare regolarmente attività fisica (e quindi facilmente fidelizzabile) è necessario dotare la palestra di quella autorevolezza che inevitabilmente deriva dal settore medico. Il centro fitness si deve presentare ai blocchi di partenza con una popolazione di tecnici davvero preparati, consci del loro ruolo professionale e che non si improvvisino riabilitatori: se correttamente inseriti nella catena medico-terapista-paziente, ne diventeranno un anello indispensabile.
DAVIDE FOGLIADINI 42 anni, vive e lavora a Milano: istruttore di palestra dal 1988, pratica il personal training dal 1991. Massofisioterapista dal 1994, si è specializzato in problematiche posturali e in chinesiologia. Collabora come docente con la Scuola di Professione Fitness. È autore di due libri: “World ball” e “Casi clinici 5”.
prevenzione
La prevenzione delle patologie traumatiche da sport
di Rosario D’Onofrio donofrio.rosario@virgilio.it
na della cause maggiori del dolore anteriore del ginocchio negli atleti, visto anche “l’innalzamento dell’età sportiva”, è la sindrome patello-femorale. Questa patologia è trattata con successo in più di 2/3 dei pazienti, attraverso protocolli di riabilitazione conservativi, che hanno come obiettivo il decremento del dolore e il consequenziale recupero della funzione e del controllo neuromuscolare. Se si applicano strategie preventive, nella maggioranza dei casi una sindrome patello-femorale, con un’adeguata pre-diagnosi, può essere “letta”, dal clinico o dal terapeuta, molto tempo prima della fase conclamata. Un’indagine valutativa pre-season definita da noi, con un linguaggio universale internazionale “Pre-functional Physical Examination”, identifica la chiave di lettura di una futura patologia femoro-rotulea e non solo. Una volta identificati i fattori di rischio, questi devono essere “risolti” attraverso un “Preventing Exercises Training” che comprende protocolli terapeutici e di training assolutamente individuali.
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RACCOMANDAZIONI PER UN “PRE-FUNCTIONAL PHYSICAL EXAMINATION” Fattori di rischio individuali possono essere determinati attraverso una valutazione funzionale senza una sostanziale diagnostica per immagini. Test e valutazioni funzionali evidenziano precocemente e anticipatamente una futura condropatia femoro-rotulea. Sono stati inoltre evidenziati, in pazienti con condropatie femoro rotulea, decrementi della performance nel vertical jump, nell’anteromedial lunge, nello stepdown, nel single-leg press, nel balance e reach tests. Una valutazione generale del movimento patellare attraverso un movimento di flessione ed estensione, e movimenti passivi della rotula, sul piano orizzontale e sagittale, possono essere rilevatori di una ipomobilità della rotula e/o come risultato di un accorciamento del retinaculo laterale o la debolezza di retinaculo mediale. Un alterato tempo di riflesso muscolare del vasto mediale obliquo, comparato con il vasto laterale (VL), può essere stimato attraverso la contrazione e palpa-
zione simultanea di entrambi i vasti (VL e VMO) durante l'estensione del ginocchio. In alcuni pazienti, una contrazione ritardata del vasto mediale obliquo è evidente alla palpazione. L’esame elettromiografico potrebbe essere un’indagine successiva atta ad accertare, in maniera più accurata, l’attività muscolare del VMO e VL. PROPOSTE E CONSIGLI PER UN INTERVENTO DI “PREVENTING EXERCISES TRAINING” Un “Preventing Exercises Training” è dedotto, nel caso di condropatie femoro-rotulee, da pratiche comuni della clinica riabilitativa, da trend di forza e condizionamento progettati per incrementare i livelli di potenza muscolare. Nell’ambito delle competenze da campo, bisogna ricercare e appianare i livelli di forza e flessibilità, considerando che sovraccarichi improvvisi possono “scatenare una fase sintomatologicamente attiva” estremamente invalidante per l’atleta. Nel programma è utile inserire sempre un generale, dinamico warm-up costituito da: - esercizi di stretching
prevenzione - esercizi multi-articolari - esercizi di potenziamento in situazioni di instabilità - esercizi terapeutici. Gli atleti devono essere incoraggiati a effettuare questo programma 3 volte la settimana; i livelli di intensità progressiva sono quelli proposti da Kegerreis S.: 1. leggeri (50% intensità di 1 massimo ripetizione 1 RM) 2. moderati (55% intensità di 1 RM) 3. pesanti (60% intensità di 1 RM). La struttura del protocollo proposto deve essere basata su un modello di periodizzazione nonlineare. Una Patello-femoral Pain Syndrome (PFPS) costringe l'atleta professionista a rimodellare il carico di lavoro e la scelta degli esercizi, utilizzando per esempio la Borg RPE scale. Tra l’altro, il principio di specificità di adattamento a richiesta imposta (SAID) è utile quando bisogna disegnare una progressione funzionale del carico successivo. Una volta identificato che un fattore di rischio può sviluppare una PFPS asintomatica, l'atleta deve essere inserito in un “Preventing Exercises Training”. Esercizi di stretching devono essere studiati per ogni singolo atleta e inseriti in un generale dinamico warm-up, al fine di simulare gestualità tecnico atletiche semplici e complesse, tali da provocare un overstretching fisiologico. Gli esercizi di stretching consigliati riguardano la bandelletta ilio tibiale dei flessori ed estensori del ginocchio, gli adduttori e rotatori esterni dell'anca, i rotatori interni, il gastrocnemio, il soleo e i flessori dell'anca. Sono esercizi già prescritti per la riabilitazione di atleti con condropatie femoro-rotulee e quindi possono essere inseriti agevolmente nelle varie fasi del protocollo di “Preventing Exercises Training”. Naturalmente è importante ricercare sempre una corretta esecuzione didat-
tica degli esercizi in sala pesi, una gestualità armoniosa, fluida e coordinata. Alcuni studi hanno evidenziato che gli esercizi in catena cinetica chiusa (CKC) e aperta (OKC), in determinati range articolari, non creano over fisiologici stress, e
sono vantaggiosi all'individuo con PFPS. Training migliorativi dell’attività del vasto mediale obliquo sono importanti per migliorare l’equilibrio funzionale della rotula; è giusto evidenziare che generalmente si crede che l'attività del vasto mediale
prevenzione obliquo sia maggiore con l'anca in rotazione esterna. È stato notato da Crossley KM che esercizi eccentrici relativi all’attività dei vasti mediali e laterali, eseguiti in catena cinetica chiusa, comportano importanti miglioramenti nella riabilitazione della sindrome patello-femorale. Esercizi analitici eccentrici per questi gruppi muscolari, e poi successivamente multi-articolari, sono strategicamente importanti per stimolare positivamente degli adattamenti nella fase asintomatica. Alla fine di questo lavoro non possiamo non soffermarci sull’uso del taping. Storicamente, un taping patellare è stato difeso per aumentare l’attività di VMO e decrementare l'attività di VL in pazienti con sindrome patello-femorale. In atleti asintomatici, i dati che emergono dalla letteratura sull’efficacia del patellar taping sono limitati e contrastanti. Per tale motivo, un “Preventing Exercises Training” non deve comprendere l’uso di taping patellare, fino a che l’efficacia del suo utilizzo non sarà ampiamente dimostrato dalla letteratura internazionale. CONCLUSIONI In atleti scheletricamente maturi, le anormalità anatomiche possono essere pre-diagnosticate utilizzando un criterio basato sull’evidenza, per individuare i potenziali fattori di rischio legati alle patologie femoro-rotulee: un’analisi definita dalla letteratura “Pre-functional Physical Examination”. Questo screening, a cui segue un programma di “Preventing Exercises Training”, deve orientarsi verso un’analisi da campo delle tensioni muscolari e della mobilità articolare. Il miglioramento e il mantenimento del range of motion articolare e una riprogrammazione delle
tensioni muscolari concorre in maniera importante e decisiva alla profilassi per il decremento delle numerose patologie da sport. Sul “campo” è possibile individuare squilibri in termini di forza e flessibilità, che possono condurre, con il tempo, non solo a patologie acute e/o da overuse, ma anche provocare alterazioni delle meccaniche articolari e adattamenti posturali a seguito dell’intossicazione dell’attività recettoriale neurofisiologica. BIBLIOGRAFIA 1. Witvrouw E, Lysens R, Bellemans J, Cambier D, Vanderstraeten G. Intrinsic risk factors for the development of anterior knee pain in an athletic population. A two-year prospective study. Am J Sports Med. 2000. 2. Thomee R, Renstrom P, Karlsson J, Grimby G. Patellofemoral pain syndrome in young women. II. Muscle function in patients and healthy controls. Scand J Med Sci Sports. 1995. 3. Loudon JK, Wiesner D, Goist-Foley HL, Asjes C, Loudon KL. Intrarater reliability of functional performance tests for subjects with patellofemoral pain syndrome. Journal of Athletic Training. 2002;37:256–261 4. Ekstrand J, Gillquist J. The availability of soccer injuries. Int J Sports Med 1983; 4: 124-8 5. Davis, MF.;Davis, PF.; Ross, DS. Expert Guide to Sports Medicine. Philadelphia, PA: American College of Physicians; 2005. 6. Kegerreis S. The construction and implementation of functional progression as a component of athletic rehabilitation. J Orthop Sports Phys Ther. 1983;5:14–19. 7. Prentice, WE.; Voight, ML. Techniques in Musculoskeletal Rehabilitation. 1. New York: McGraw Hill; 2001 8. Baechle, TR.; Earle, RW. Essentials of Strength Training and Conditioning. Champaign, IL: Human Kinetics; 1995. 9. Phillips, BB. Recurrent Dislocations. In: Canale ST. , editor. Campbell's Operative Orthopaedics. 9. Vol.
2. Boston, MA: Mosby; 1998. pp. 1334–1404. 10. Cohen ZA, Roglic H, Grelsamer RP, Henry JH, Levine WN, Mow VC, Ateshian GA. Patellofemoral stresses during open and closed kinetic chain exercises. An analysis using computer simulation. Am J Sports Med. 2001;29:480–487 11. Mirzabeigi E, Jordan C, Gronley JK, Rockowitz NL, Perry J. Isolation of the vastus medialis oblique muscle during exercise. Am J Sports Med. 1999;27:50–53. 12. Crossley KM, Cowan SM, McConnell J, Bennell KL. Physical therapy improves knee flexion during stair ambulation in patellofemoral pain. Medicine & Science in Sports & Exercise. 2005;37:176–183 13. Christou EA. Patellar taping increases vastus medialis oblique activity in the presence of patellofemoral pain. Journal of Electromyography & Kinesiology. 2004;14:495–504
ROSARIO D’ONOFRIO Dottore fisioterapista, diplomato ISEF, Master in Posturologia presso l’Università La Sapienza di Roma, è stato fisioterapista della Nazionale Italiana di Pallamano Senior A maschile e della Nazionale Italiana di Basket Femminile senior A. Preparatore atletico e allenatore, ha pubblicato a oggi oltre 102 lavori scientifici, su riviste nazionali di interesse specifico nel campo della rieducazione e riabilitazione dello sport e della preparazione atletica. Su questi stessi temi ha relazionato a oltre 34 Congressi Nazionali e a 13 Congressi Regionali, come “Invited Lecture”.
LE AZIENDE INFORMANO
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LE AZIENDE INFORMANO
Vibration Training System Un modello integrato
WHY BE NORMAL?
di Lillias Regalzi
ntrare in un Fitness Club come utente di servizi è certamente diverso che entrare come noleggiatore, temporaneo, di attrezzature e spazi. Di questo, ormai, la gran parte dei Club Manager è consapevole, ma restano difficoltà oggettive a trasformare un vecchio retaggio in un nuovo approccio in cui il valore delle prestazioni proposte ed erogate venga realmente percepito dal cliente e soprattutto rafforzato adeguatamente da una corretta azione motivazionale da parte dell’istruttore o personal trainer nella sua indispensabile funzione di mediatore culturale, e non solo di tecnico del fitness. Le differenti e articolate motivazioni di accesso alle prestazioni e ai servizi di un Centro Fitness le sappiamo orientate a una logica ben più ampia e soggettiva di quanto l’esigenza del semplice esercizio fisico possa indicare. In un contesto in cui da un lato, per il centro fitness, viene sempre più riducendosi il mero ruolo di noleggiatore di attrezzi e di spazi, mentre dall’altro si espande quello di forniture di servizi alla
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persona – intesa anche nella sua realtà di componente di un gruppo – disporre di un’offerta differenziata e di metodologie di lavoro innovative rappresenta sicuramente un plus, oltre che un vantaggio competitivo. WHY BE NORMAL? ha fatto sua questa premessa e ha elaborato Vibration Training System, un’attività di allenamento su pedana vibrante che ha saputo interessare quelle realtà imprenditoriali del fitness che hanno colto un’esigenza reale di differenziazione dell’offerta suffragata da elementi di novità e di fruibilità che sono indicate per una pluralità di utenti e premiano alcune “categorie”. Non solo, quindi, l’atleta e lo sportivo, che trovano nell’allenamento motivazioni prestazionali, ma anche buona parte di coloro che - dai sedentari agli ex sportivi - si avvicina al fitness per recuperare le proprie riserve funzionali, con motivazioni di prevenzione e, perché no, estetiche. Per tutti questi soggetti Vibration Training System è un modello di allenamento ideale, anche per chi ha scarse disponibilità di tempo o ha la necessità di un approccio graduale e motivante alla ripresa dell’attività motoria. Per informazioni Glm srl Tel 0174241677 www.vibrationtraining.it e-mail: info@whybenormal.eu
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Prevenzione e salute
Vitattiva
Viviamo in una società che tende a emarginare l'anziano dai settori “attivi” della vita, ma che, allo stesso tempo, gli "impone" di mantenersi, il più a lungo possibile, sano, mobile e autosufficiente, per non “gravare” sulla collettività. Una forzatura distorta del concetto di terza età che ha comunque un suo aspetto positivo, perché si sta trasformando in spinta motivazionale per gli appartenenti a questa “categoria” nello svolgere con costanza attività motorie specifiche e appositamente progettate. a cura della redazione
ata nel 2002, l’Associazione di Promozione Sociale senza fini di lucro Vitattiva ha per scopo la diffusione, la gestione, e l’organizzazione di attività sportive, culturali, ricreative e di formazione riferite alla terza età. Tutte le iniziative portate avanti da Vitattiva nascono da due presupposti fondamentali che riguardano il valore dell’anziano e del suo legame con il territorio. Tutti gli impegni, gli sforzi e i progetti dedicati al mondo della Terza Età devono essere finalizzati al mantenimento e, ove possibile, all’accrescimento della qualità della vita degli anziani, per conservarne il più a lungo possibile l’autosufficienza. Ma, soprattutto, è fondamentale che il popolo della terza età rimanga all’interno, e non al margine, del tessuto sociale e produttivo: una piena appartenenza al funzionamento di questo tessuto trasforma la terza età in risorsa, ovvero una possibilità in più di crescita per l’intera società. “Nella quasi totalità dei casi – ci spiega Alfonso Rossi, presidente dell’associazione - il
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metodo adottato è di tipo assistenziale e per lo più postumo all’insorgenza del problema. Si parla quasi sempre di ‘recupero’ o di ‘integrazione’, azioni volte alla soluzione di uno stato di fatto pressoché già esistente: prima si lascia che l’anziano esca dal tessuto socio-produttivo (perdendo possibili risorse) e in seguito si compiono azioni nel tentativo di recuperarlo (spendendo risorse). La metodologia della nostra esperienza, invece, ribalta completamente questo punto di vista: la nostra tipologia d’intervento, in tutte le attività dedicate agli anziani, è di tipo preventivo”. Il metodo non può che essere multidisciplinare: partendo dall’attività motoria si interviene su tutte le sfere della vita personale e sociale dell’anziano. FITNESS VITATTIVA Messo a punto dal Prof. Alfonso Rossi, è un metodo di approccio al benessere fisico che risponde all’esigenza di adottare delle metodologie di allenamento funzionali alle necessità del nuovo target: ultra sessantenni e ultra settantenni che,
per ragioni storico culturali, difficilmente hanno praticato attività sportiva in precedenza e che oggi, in tarda età, si trovano ad approcciarsi per la prima volta al movimento fisico. Sono stati individuati dei livelli di riferimento basati sull’età reale dei soggetti, determinata attraverso uno screening iniziale: test medico, prove di efficienza fisica e colloquio sullo stile di vita. 1° fascia (dai 50 ai 58/60 reali). Si propongono attività iniziali di mantenimento per raggiungere anche livelli di allenamento e incremento delle prestazioni. I percorsi prevedono almeno tre sedute settimanali di 50-60 minuti con attività di corpo libero abbinate a cardio fitness e alle macchine isotoniche. Obiettivi: miglioramento dell’efficienza dell’apparato cardio-vascolare, mantenimento e successivo incremento del tono muscolare (forza), miglioramento della mobilità (funzionalità delle articolazioni e dell’apparato muscolare), esercizi mirati al miglioramento della postura e della coordinazione. Il supporto in tutte le attività è la musica e il lavoro a circuito.
Prevenzione e salute 2° fascia (dai 58-60 ai 65-68 reali). Le attività proposte mirano al mantenimento e al miglioramento dello stato di salute e delle capacità funzionali. Si consigliano sempre almeno tre sedute settimanali sotto la guida dell’insegnante con possibilità di aumentare il lavoro settimanale svolgendo in modo autonomo passeggiate ed esercizi di mobilità per alcuni minuti anche ogni giorno. I contenuti dei programmi sono gli stessi della fascia precedente; variano l’intensità e il carico di lavoro svolto. Il supporto delle attività è la musica e il lavoro a circuito. 3° fascia (70 anni reali e oltre). Le attività sono finalizzate al mantenimento dello stato di salute e dell’autosufficienza per migliorare la qualità della vita. In questo caso è opportuno svolgere attività a bassa intensità, anche di breve durata (30 minuti), ma più frequentemente possibile durante la settimana. La programmazione prevede elementi che si rifanno alla gestualità quotidiana. Contenuti dei programmi: attività aerobiche (es. camminare a passo costante per 20-30 minuti), lavoro sulla forza a carico naturale e con piccoli attrezzi (palloni di varie misure e densità, elastici a bassa intensità, asciugamani, bacchette), mobilità articolare, coordinazione, destrez-
za (es. saper evitare ostacoli, reagire con prontezza a cambi di posizione), memoria (stimolando la memorizzazione di sequenze di movimenti). Il supporto di tutte le attività è la musica ed il lavoro a circuito. SOCIALITÀ E CULTURA Il mantenimento di relazioni sociali, di esperienze condivise, di momenti di aggregazione e partecipazione sono elementi indispensabili per rimanere “giovani”. Per questo motivo l’Associazione Vitattiva unisce alle attività motorie iniziative di tipo ludico ricreativo, quali serate danzanti, gite e viaggi a scopo turistico religioso, culturale o puramente ricreativo. La partecipazione a queste iniziative funziona anche come motivazione di supporto alla pratica dell’attività fisica: “fare ginnastica insieme, viaggiare insieme, giocare insieme sono la chiave del nostro successo che possiamo misurare, anno per anno, con il forte incremento di partecipanti alle nostre attività”. Inoltre, sempre seguendo il principio dell’anziano come risorsa, l’associazione ne promuove, oltre che l’aspetto di fruitore, quello di attore, produttore di esperienze culturali. L’Associazione, pertanto, non si limita a offrire ai propri utenti la possibilità di assistere a spet-
tacoli, mostre ed eventi, ma organizza specifici laboratori di espressione nell’ambito del teatro, dell’artigianato, della cucina e delle tradizioni popolari dove gli anziani sono protagonisti: attori e spettatori di se stessi e, comunque, produttori di cultura per la società che li circonda. All’interno di questo quadro positivo, anche il pensionamento non è più visto come momento triste in cui prevale la sensazione di abbandono, ma come atto di libertà, come porta d’ingresso in una fase nuova e stimolante della propria esistenza. “Vivere bene la propria anzianità vuol dire beneficiare del tempo liberato, riorganizzarsi la vita, adattandosi alla propria condizione psicofisica, con l’obiettivo di massimizzare le opportunità legate alla possibilità di scegliere cosa fare e con chi relazionarsi. Rendere attiva la longevità e creare nuove opportunità nella terza età, può rappresentare la chiave per trasformare la percezione dell’invecchiamento della popolazione da pericolo in risorsa”. LEGAME CON IL TERRITORIO L’esperienza decennale nel settore della salute e del benessere per gli over ’60 si esprime al meglio soprattutto nei Centri Anziani dove, grazie al suppor-
Prevenzione e salute
to dei relativi Municipi cittadini di appartenenza, si registra un’alta frequenza e un elevato interesse, da parte degli anziani, a seguire programmi di allenamento leggero al fine di garantire loro uno stato di autosufficienza, mantenimento del proprio stato di salute e benessere psico fisico generale. Inoltre, l’associazione gestisce attività all’aperto durante la bella stagione e il periodo estivo: acqua gym, corsi di nuoto, danza in acqua, ginnastica nei parchi. L’associazione Vitattiva è in grado predisporre programmi e progetti appositamente studiati per ogni diversa realtà locale, siano esse in ambito territoriale esteso, quali regione e province, che in ambito locale quali comuni, municipi, centri anziani e case di riposo. FORMAZIONE PROFESSIONALE I progetti e le attività di tipo motorio sono al centro delle competenze dell’Associazione: istruttori, operatori e geromotricisti vengono appositamente formati mediante corsi di specializzazione post laurea. In questo modo tutti gli operatori Vitattiva, in possesso di una laurea in Scienze Motorie, ac-
quisiscono esperienza diretta con il mondo della Terza Età. Vitattiva è anche un Ente di Formazione Professionale con certificazione di qualità, riconosciuto dalla Regione Lazio, che opera a favore della crescita professionale degli operatori nel settore della salute, del benessere, della gestione e comunicazione delle attività dedicate agli anziani e al Terzo Settore in genere. Tutti gli istruttori tecnici e gli operatori di servizi dell’associazione partecipano regolarmente a corsi di formazione e di aggiornamento per tenere sempre alto il proprio livello di qualifica professionale. FITAGE Il maggior interesse alle attività motorie da parte del popolo degli “over” consente la creazione e l’apertura di nuovi centri dedicati alla salute e al benessere a loro dedicati. All’interno del Parco del Pineto è stato recentemente inaugurato il più moderno ed elegante centro fitness dedicato ai cittadini “over” del Comune di Roma. Nato dall’unione tra le competenze operative e professionali della Cooperativa
Sociale Pegaso e l’esperienza VitAttiva a favore della Terza Età, Fitage si propone non solo come un centro dedicato allo Sport e al Benessere ma come un vero e proprio “presidio” stabile di riferimento per tutti i cittadini over 60 di Roma che vogliano intraprendere percorsi finalizzati ad accrescere il proprio benessere psico-fisico. In questo centro saranno realizzabili non solo attività di fitness adatte a tutte le età (ginnastica dolce, ginnastica a corpo libero, lezioni con i piccoli attrezzi, attività di cardio fitness e per la tonificazione muscolare con carico), ma anche attività mirate alla prevenzione o alla rieducazione di particolari categorie di utenti con specifiche patologie: obesità (sia infantile che dell’età adulta), diabete, cardiopatie, ipertensione, osteoporosi, paramorfismi della colonna vertebrale. La vera particolarità del centro è la sua polivalenza. Costituita da due palestre, una piccola spa, sale conferenze, otto spogliatoi, gabinetti medici, due piscine all’aperto e un parco, ospiterà le iniziative dell’Associazione: programmi di formazione, incontri e convegni, percorsi di prevenzione dedicati agli operatori e agli anziani.
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ALL MOVING - SPORT E INCLUSIONE È il titolo della manifestazione recentemente conclusa a Riva del Garda e che ha visto la cooperazione trentina impegnata come guida locale, nazionale e internazionale in favore di uno sport che genera integrazione. Disabili, giovani a rischio di emarginazione, immigrati: lo sport è per tutti? Si è discusso di esperienze positive e di eccellenza, ma anche di criticità, come l’assenza di una rete di comunicazione che permetta di sviluppare progetti condivisi, o la mancanza d’integrazione tra attività per normo-dotati e persone con disabilità. Mancano le infrastrutture, le risorse economiche e, a volte, anche le competenze. Attori, esperti e rappresentanti di organizzazioni locali, nazionali ed europee hanno discusso sulla capacità inclusiva dello sport, sul ruolo che l’attività sportiva svolge per i giovani a rischio di emarginazione, sul significato dello sport per i disabili, ma anche sulla necessità di formare operatori qualificati. Donatella Donati, docente di Scienze Motorie all’Università di Verona, ha confermato che associazioni e cooperative in tante parti d’Italia stanno facendo molto, ma restano esperienze frammentate. “Bisogna mettersi insieme anche per riuscire a far sentire la propria voce a politici disattenti. Per farlo occorre partire dal dato sanitario: le persone disabili, ad esempio, soffrono più degli altri degli effetti della sedentarietà. Partire dalla salute consentirà di passare allo sport come strumento educativo e di inclusione e arrivare alla fine alla dimensione ludica ovvero allo sport come un modo per divertirsi anche per le persone disabili.” Cristian Aiardi, coordinatore del convegno, ha sottolineato che questa manifestazione è l’inizio di un dialogo, di una strada da non abbandonare: “è stata una buona intuizione, perché le testimonianze e le riflessioni emerse confermano che lo sport è un diritto di tutti, ma bisogna che tutti si mettano in movimento perché diventi reale”. “All moving – Sport e inclusione” è stato promosso dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Cooperazione Trentina in partnership con il consorzio di cooperative sociali Con.Solida., UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) Trentino, Special Olympics, CSI (Centro Sportivo Italiano) Trentino e la cooperativa sociale Archè. Per info: www.ftcoop.it/portal/Default.aspx?tabid=663 www.sportinclusione.com
foto by diskojez
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ANZIANI: PROGRAMMA DI ATTIVITÀ FISICA ADATTATA Il Gruppo di Studio della Scoliosi e delle patologie vertebrali ha recentemente pubblicato all’interno del proprio sito i risultati dello studio “Gli effetti di un programma di attività fisica adattata in un gruppo di soggetti anziani con postura flessa: valutazione clinica e strumentale”. Lo studio, curato da Benedetti MG et al (Bologna) e già pubblicato sul Jour nal of NeuroEngineering and Rehabilitation, dimostra in modo scientifico e chiaro, che un programma di esercizi specifici è in grado di migliorare la postura curva dell’anziano, che solitamente aumenta con l’età ed è legata all’indebolimento muscolo-scheletrico e all’efficienza fisica ridotta. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi in maniera randomizzata: uno seguiva un programma di attività fisica adattata alla postura flessa e l’altro gruppo completava un protocollo di attività fisica non specifica per persone anziane. La valutazione clinica multidimensionale iniziale, ripetuta a distanza di 3 mesi, includeva i dati antropometrici, il profilo clinico, le misurazioni dell’indebolimento muscoloscheletrico e la disabilità. Gli esercizi proposti al gruppo di Attività Fisica Adattata (APA) miravano a un miglioramento della flessibilità all’articolazione della spalla e alla cintura pelvica, e a rafforzare i muscoli estensori della schiena. Il protocollo di attività fisica adattata non-specifica consisteva in esercizi globali per migliorare la postura, la mobilità delle articolazioni, la forza dei muscoli e la flessibilità. Il programma di attività fisica adattata ha determinato un miglioramento significativo in diversi parametri chiave della valutazione multidimensionale rispetto al protocollo non-specifico: una minore distanza dall’occipite alla parete, un maggiore raggio di movimento degli arti inferiori, flessibilità migliore dei pettorali, dei tendini del ginocchio e dei muscoli flessori dell’anca e una forza aumentata dei muscoli estensori del rachide. Un’analisi stereofotogrammetrica ha confermato una riduzione della protrusione della testa e ha rivelato nei partecipanti del programma specifico una riduzione dell’adattamento posturale-compensatorio della postura flessa caratterizzato dalla flessione delle ginocchia e dalla dorso-flessione della caviglia. È possibile visionare il programma di attività fisica adattata alla postura flessa consultando il sito dell’Associazione: www.gss.it/news/doc/GLI_EFFETTI_DI_UN_PROGRAMMA.pdf.
ANZIANI IN PALESTRA: DATI SCIENTIFICI L’Istituto di Medicina dello Sport di Torino ha recentemente pubblicato i dati di una ricerca iniziata nel 1999 e durata otto anni grazie al coinvolgimento degli “allievi” della UNITRE – Università della Terza Età. Scopo della ricerca era, dato per assunto l’effetto positivo dell’attività fisica per gli over 60, verificare i miglioramenti di un programma di attività fisica strutturato e quantificarne concretamente i benefici ottenuti. I 160 soggetti coinvolti (fra i 65 e i 73 anni d’età) sono stati divisi in due gruppi di lavoro e sono stati sottoposti, all’inizio e alla fine di ogni anno, a una valutazione funzionale. Il metodo adottato è quello randomizzato: metà dei 160 anziani, scelti tra chi non era completamente sedentario, ha continuato a svolgere l’attività motoria blanda di sempre, mentre l’altra metà è stata sottoposta, in palestra, a programmi di lavoro specifico individualizzato elaborati dallo staff dell’Istituto. L’impegno si è protratto per quattro anni, da ottobre a maggio, per tre ore a settimana, sotto la guida di laureati in scienze motorie. I risultati scientifici conclusivi sono molto confortanti, per tutte le abilità motorie: forza, mobilità, resistenza, equilibrio. Il massimo consumo di ossigeno è aumentato di circa il 15% e anche la mobilità articolare è complessivamente migliorata: +7% dell'abduzione totale delle anche, +14,8% dell'iperestensione del tronco, +24,5% dell'iperestensione delle spalle,
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flessione in avanti del tronco + 4 cm. La forza muscolare degli arti superiori ha dimostrato un incremento complessivo del 3% sia per i muscoli flessori che estensori, mentre per gli arti inferiori i muscoli estensori sono risultati migliorati del 18% e i flessori del 9%. I muscoli del tronco hanno evidenziato un + 10%, con un rapporto tra flessori ed estensori più favorevole a questi ultimi (+7,7%: ripercussione favorevole sulla prevenzione delle lombalgie). La capacità di equilibrio, rilevata con lo stabilogramma, risulta complessivamente migliorata del 20%, con una punta eclatante del 34,2% per il test di Romberg sensibilizzato ad occhi chiusi (MOC). Fondamentali sono anche i progressi indotti: migliora la densità ossea, in particolare quella del femore (+6,8%), il peso resta più o meno lo stesso, ma aumenta la percentuale di massa magra (+2,04%), la pressione arteriosa si riduce e cresce il colesterolo buono. Per info: www.imsto.it/anziani.html#esercizio
TRAPIANTO… E ADESSO SPORT Il progetto “Trapianto… e adesso sport”, nato all’incirca un anno fa, intende dimostrare come l’attività fisica e lo sport siano fondamentali per tutti i soggetti trapiantati, sportivi e non, soprattutto alla luce dell’elevata mortalità determinata da complicazioni cardiovascolari in seguito ad alterazioni del metabolismo lipidico indotte, per lo più, dai farmaci antirigetto (cortisone e immunosoppressori). Lo studio che partirà fra poco sarà di tipo prospettico, ma non randomizzato. Saranno considerati 120 pazienti trapiantati di rene, cuore e fegato, suddivisi in 2 gruppi: al primo gruppo sarà prescritta e somministrata attività fisica con supervisione, sulla base di test di valutazione funzionale, mentre al secondo gruppo saranno consigliati adeguati stili di vita, tra i quali l’attività fisica, senza però prescrivere uno specifico programma di lavoro supervisionato. L’attività fisica sarà prescritta e controllata da medici dello sport, sulla base delle esigenze di ogni singolo paziente, definite da una valutazione iniziale volta a indagare le condizioni cliniche e di forma psicofisica dei soggetti. I test di controllo saranno effettuati da tutti i partecipanti di entrambi i gruppi, attraverso la ripetizione delle valutazioni iniziali, al tempo 0, a 6 mesi e a 12 mesi. Il programma di attività fisica prevede una prima parte (circa sei mesi) da eseguirsi con la supervisione di laureati in Scienze Motorie appositamente addestrati, operanti presso strutture (palestre) adatte, e una seconda parte da eseguirsi senza supervisione (circa sei mesi). Il progetto è promosso dal Centro Nazionale Trapianti, con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Bologna, il Centro studi Isokinetic, e le associazioni Aido e Aned, con la collaborazione delle Regioni Emilia-Romagna e Veneto, dove si trovano i Centri trapianto di riferimento che saranno coinvolti direttamente nello studio. Per info: www.saluter.it/wcm/saluter/news/il_fatto/2009agosto_dicembre/26_sport/all
HE C O RS O LC U AS C C CLI
SA S E ER T N TI I
2010: La nuova stagione Risparmia e gioca d'anticipo con le nostre offerte OPERATORE DI FITNESS METABOLICO (a distanza) FITNESS TRAINER PERSONAL TRAINER OPERATORE DI FITNESS METABOLICO (frontale) AEROBICA E DISCIPLINE MUSICALI MASSAGGIO SPORTIVO EDUCAZIONE ALIMENTARE VALUTAZIONE POSTURALE STRETCHING EVOLUTO COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPLICOMETRIA MASSAGGIO MIOFASCIALE GINOCCHIO INFORTUNATO L’APERTURA DI UN NUOVO CENTRO MOTORIO
I NOSTRI DOCENTI Alessandro Lanzani Direttore scuola Francesco Capobianco Responsabile scuola Davide Fogliadini Massofisioterapista, personal trainer Edoardo Lanzani Medico ortopedico, esperto in rieducazione funzionale Davide Girola Medico, esperto in riabilitazione cardiologica Roberto Dagani Laureato in scienze motorie, massofisioterapista Andrea Scala Laureato in scienze motorie, personal trainer Luca Mazzotti Dottore commercialista
Serenella Lattanzio Avvocato, esperta in normative tributarie Andrea Medici Preparatore atletico, esperto in osteopatia Gianni Montagna Trainer, esperto in alimentazione e integrazione Andrea Gianesella Laureato in scienze motorie, Presenter di discipline musicali Francesca Degasperi Presenter di discipline musicali Corrado Ceschinellli Sociologo, naturopata, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari
W O R K S H O P
WORKSHOP TECNICO
Nuovi segmenti per il mercato del fitness e dell’attività motoria per tutti
COME CREARE UN NUOVO CENTRO MOTORIO
Milano, sabato 13 febbraio 2010 COME CREARE UN NUOVO CENTRO MOTORIO
Riservato a personal trainer
Riservato a imprenditori del settore fitness
Sessione singola (mattino o pomeriggio): iscrizione entro il 31 dicembre 80 euro; entro il 31 gennaio 100 euro; fino al 12 febbraio 120 euro. Direttamente il giorno del workshop 150 euro. I prezzi indicati sono Iva inclusa. Entrambe le sessioni (mattino e pomeriggio): iscrizione entro il 31 dicembre 100 euro; entro il 31 gennaio 120 euro; fino al 12 febbraio 160 euro. Direttamente il giorno del workshop 200 euro. I prezzi indicati sono Iva inclusa.
T E C N I C I
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DOVE : HOTEL MARRIOTT VIA WASHINGTON, 66 MILANO
S T A G E
PROGRAMMA 15,00 Apertura lavori. 15,15 L’evoluzione del mercato del Fitness e i nuovi segmenti di mercato. Luca Mazzotti 15,30 Che cosa è il Fitness Metabolico e come inserire un Cen-tro Motorio di Fitness Metabolico, prevenzione, ginnastica posturale e abilitazione funzionale. Alessandro Lanzani 16,00 Lo start up. L’apertura, i permessi necessari e l’inquadramento societario. Luca Mazzotti 16.15 break 16,30 Lay-out operativo il settaggio dei personal trainer, i metodi di lavoro, le visite mediche interne, i rapporti con i medici esterni. Alessandro Lanzani 17,00 Gli strumenti e le macchine di lavoro: i criteri di selezione, la funzione. Indicazioni, limiti, e controindicazioni. La scelta degli strumenti Il budget. Michele Pitti, Francesco Capobianco 17,30 La promozione dei servizi: come gestire i rapporti con medici specialisti, medici di base e istituzioni locali associazioni.
COSTI DI PARTECIPAZIONE
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PROGRAMMA 10,00 Apertura lavori. 10,15 L’evoluzione del mercato del Fitness e i nuovi segmenti di mercato. Luca Mazzotti 10,30 Che cosa è il Fitness Metabolico e come funziona un Centro Motorio di Fitness Metabolico; prevenzione, ginnastica posturale e abilitazione funzionale. Alessandro Lanzani 11,00 Lo start up. L’apertura, i permessi necessari e l’inquadramento societario. Luca Mazzotti 11,15 break 11,30 Lay-out di un Centro di Fitness Metabolico: ripartizione degli spazi e degli ambienti in relazione ai servizi. Architetto Alessio Cuzzolin 12,00 Gli strumenti e le macchine di lavoro: i criteri di selezione, la funzione. Indicazioni, limiti, e controindicazioni. Il budget. Michele Pitti 12,30 La scelta degli strumenti: il kit di macchine cardio di valutazione, gli strumenti di monitoraggio appropriati, gli strumenti di misura appropriati. Francesco Capobianco 12,45 La promozione dei servizi: come gestire i rapporti con medici specialisti, medici di base e istituzioni locali associazioni.
COME INSERIRE L’ATTIVITÀ MOTORIA PREVENTIVA ALL’INTERNO DEL PROPRIO CLUB
T E C N I C I
Il fitness metabolico: - come creare un Centro ex novo - come integrarlo all’interno del proprio Club
FORMAZIONE A DISTANZA
O P E R AT O R E
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M E TA B O L I C O
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operatore di
fitness metabolico corso a distanza l corso a distanza per operatore di fitness metabolico permette di raggiungere obiettivi operativi altamente specialistici, fornendo le basi necessarie teoriche e pratiche per realizzare percorsi motori personalizzati in sicurezza per la sindrome metabolica: - ipertensione e malattie cardiovascolari; - soprappeso e obesità; - diabete; - artrosi e osteoporosi. Il corso si sviluppa in un'opera composta da un volume + 8 DVD multimediali con contributi tecnici: - audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali; - video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi; - testi con documenti interi o recensiti; - presentazioni con grafici e tabelle. ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBILI SOLO SU PERSONAL COMPUTER E NON SU MACINTOSH
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CONTENUTI Strumenti tecnici • Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione sociale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chiave; sedentarismo e malnutrizione da eccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitness metabolico e Fitness terapia: tre livelli per un nuovo stile di vita. • Equilibrio funzionale, allenamento funzionale: la grande gara della vita quotidiana. • Fitness metabolico e diabete. • Fitness metabolico e obesità, sovrappeso, anoressia e bulimia (strategie integrative nel centro fitness). • Fitness metabolico e ipertensione, malattie cardiovascolari. • Fitness metabolico e apparato locomotore: artrosi e osteoporosi.
• Classificazione, approccio psicologico e fidelizzazione del soggetto metabolico. • Classificazione e approccio dei soggetti sedentari, motori, sportivi, e agonisti. • Selezione e abstract della più recente bibliografia scientifica internazionale sul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: come si vende il fitness metabolico e con quali “pacchetti servizio”. • Formazione per lo staff di vendita: inquadramento generale. Step operativi • Inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica: un metodo di sicurezza per l'operatore e il soggetto metabolico; • gli strumenti di misura: dai test tradizionali dello sport ai Fix metabolici specifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione dei metabolici; • strumenti di lavoro e unità motorie metaboliche; • programmazione dell'attività motoria; • insegnamento dell'attività motoria; • strumenti di fidelizzazione: il passaporto metabolico; Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; • monitoraggio e verifica dei risultati
• Codice deontologico; • Manifesto del fitness metabolico. L'apprendimento sarà supportato da un servizio di assistenza on line e completato da una giornata di Workshop tecnico, a scelta dello studente, fra quelli proposti dalla nostra Scuola di Forma-zione. Il calendario delle giornate è consultabile nelle pagine a seguire, sezione STAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.com Chi volesse frequentare il CORSO PER OPERATORE DI FITNESS METABOLICO CON LEZIONI FRONTALI, può consultare le pagine successive, nella sezione CORSI. Docente: Alessandro Lanzani Quanto costa: 720 euro Iva inclusa. La quota comprende: l'iscrizione alla scuola, l'opera completa + 1 Workshop tecnico + l'esame finale (a Milano) per conseguire la certificazione. È possibile ottenere più certificazioni con la stessa opera: per qualsiasi ulteriore informazione contattare la segreteria corsi al numero 02.58112828 o consultare il sito internet: www.professionefitness.com Esami: colloquio orale.
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re e metabolismo energetico. - Biomeccanica del movimento: caratteristiche fisiche del movimento umano. - Biomeccanica irrazionale: esercizi corretti e controindicati. - Studio degli attrezzi e delle loro modalità di utilizzo: manubri, bilancieri, panche, poliercoline. - Analisi dei frequentatori del club: diverse tecniche d’allenamento per differenti categorie di persone.
go termine. - Anamnesi motoria ed esame obiettivo motorio: indicazioni sulle modalità di protocolli da attuare per la stesura del programma d’allenamento. - Il recupero funzionale dell’atleta infortunato: indicazioni e limiti per un’attività fisica mirata. Laboratori di anatomia e seminari tecnici con la visione di supporti video. Come lavorare su: - addominali e paravertebrali
sabato Quanto costa: 454 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 504 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 540 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. Esami: quiz a risposta multipla, colloquio orale e prova pratica.
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- cingolo scapolare - pettorali e dorsali - arti superiori - arti inferiori - Cenni di ginnastica correttiva, antalgica e stretching - Come costruire un programma d’allenamento - Allenamento cardiovascolare con l’utilizzo del cardiofrequenzimetro - Esame obiettivo motorio Dove e quando: Milano, Sala De Amicis Via De Amicis,17 a partire da sabato 20 febbraio 2010 Orario: 10.00-13.00, 14.00-17.00 Quanto dura: 13 giornate, sempre di
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- Tecniche e metodologie d’allenamento: come costruire una tabella personalizzata. - I paramorfismi: asimmetrie della colonna vertebrale, lordosi e cifosi, scapole alate. Come modificare l’allenamento. - Alimentazione: nozioni fondamentali della fisiologia della nutrizione. Esigenze specifiche degli atleti: gli integratori alimentari e i prodotti farmaceutici. Le diete ipocaloriche associate all’attività fisica. - Doping: gli anabolizzanti e l’ormone della crescita. Gli effetti indesiderati e quelli collaterali, i rischi a breve e a lun-
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FITNESS TRAINER 52sima edizione del corso che più di tutti ha consolidato negli anni l’immagine della Scuola di Professione Fitness. Su una base di conoscenza completa e polivalente, costruisce gli strumenti per affrontare la realtà diversificata delle attività in palestra. Parte teorico-scientifica - Anatomia umana dell’apparato locomotore: ossa, articolazioni, tendini, legamenti e muscoli. - Anatomia funzionale: apparato locomotore del sedentario, dell’amatore e dell’atleta agonista. - Fisiologia della contrazione muscola-
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PERSONAL TRAINER Il personal trainer come operatore motorio, referente psicologico e imprenditore. Il corso affronta argomenti tecnici, comunicativi, gestionali e di marketing. L’obiettivo è ottimizzare le proprie risorse personali per gestire con successo una moderna libera professione. - Definizione e ambito di lavoro. Caratteristiche personali, target di riferimento, qualificazione professionale, gestione del tempo. Come operare nei club e nelle abitazioni private. Le attrezzature necessarie.
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- Aspetti chinesiologici e posturali. Basi scientifiche della chinesiologia e dell’analisi posturale. Valutazione dell’elasticità muscolare, della mobilità articolare e del trofismo muscolare. Impostazione di un protocollo di lavoro tipo. - Composizione corporea e antropoplicometria. - Cos’è l’antropoplicometria. - Perché la plicometria. - Procedura delle misurazioni plicometriche. - Rilevazioni e descrizione dei punti di repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonferenze. - Body Mass Index (BMI). - Basic Life Support (BLS). Modalità di primo soccorso, manovre di salvataggio e prove pratiche con manichino. - Educazione alimentare.
- L’educazione alimentare comincia dalla consapevolezza. - Il principio biologico della regolazione: l’omeostasi come legge del vivente. - Condizioni da rispettare e necessità da soddisfare. - La via del dimagrimento fisiologico, stabile e duraturo - Un’alimentazione a basso indice e carico glicemico. - Malattie metaboliche e malattie infiammatorie. - L’attività fisica quale ausilio del dimagrimento e come interazione per la funzionalità generale. - Alimentazione e fabbisogni specifici: criteri e meccanismi di calcolo. - L’educazione alimentare e le linee guida generali: la didattica e gli strumenti semplici per sé e per il cliente. - Test di valutazione funzionale: i nuovi FIX metabolici. - Controindicazioni e limiti dell’attività fisica in presenza di patologie metaboliche e da sedentarismo: protocolli di intervento in presenza di ipertensione, cardiologia, diabete, asma. - Strategie di marketing. Proposte pratiche per mettere sul mercato il servizio di personal training. Strumenti di fitness marketing di base, passaparola organizzati, analisi del mercato, ricerca della clientela, comunicazione e rapporto cliente-trainer, capacità di autopromozione. - Aspetti fiscali e legali. Il libero professionista, apertura della partita IVA, tenuta dei libri contabili, pagamento delle tasse. Responsabi-lità professionale e legale, responsabilità del cliente e del centro fitness, come stendere un contratto, assicurazione. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 20 febbraio 2010 Orario: 10.00 -13.00 14.00 - 17.00 Quanto dura: 7 giornate, a week-end alternati. Quanto costa: 470 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 520 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 560 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
OPERATORE DI FITNESS METABOLICO Riprende da questa sessione la proposta del corso di operatore di fitness metabolico con lezioni frontali in aula. Sono 35 milioni i soggetti portatori di sindrome metabolica in Italia: questo corso è strutturato per formare operatori dell'attività fisica che possano interagire con essi. Una significativa prospettiva economica, uno sguardo importante aperto sul benessere, la prevenzione e il miglioramento della qualità di vita individuale e sociale. La certificazione per operatore di fitness metabolico garantisce il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - conoscenza degli aspetti fisiologici delle patologie metaboliche e da sedentarismo; - conoscenza e acquisizione del vocabolario tecnico; - test di valutazione funzionale i nuovi FIX metabolici; - erogazione di protocolli di lavoro; - Controindicazioni e limiti dell'attività fisica in presenza di patologie metaboliche e da sedentarismo. A chi è rivolto? A tutti gli operatori del settore fitness: personal trainer, laureati in scienze motorie, diplomati ISEF, massofisioterapisti, fisioterapisti e istruttori di fitness. Il corso non è consigliato a professionisti che non abbiano conseguito già certificazioni nell'ambito del fitness professionale e che non abbiano acquisito esperienza nel fitness tradizionale. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 6 marzo 2010 Orario: 10.00 -13.00 14.00 - 17.00 Quanto dura: 6 giornate, sempre di sabato. Quanto costa: 570 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 650 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 700 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. Esami: quiz a risposta multipla e colloquio orale. Chi lo desiderasse, può ottenere la medesima certificazione tramite il CORSO
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Ricordiamo che è necessario frequentarne almeno l'80% delle lezioni per potere accedere all'esame finale. Al superamento dell’esame sarà rilasciato un diploma accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI.
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EDUCAZIONE ALIMENTARE Il master si propone di fornire gli strumenti e la competenza necessari per affrontare, in modo nuovo ed efficace, un argomento così fondamentale per l’economia della salute, del benessere e della prestazione, con un approccio che punta principalmente all’educazione, con responsabilità, motivazione e consapevolezza. Le indicazioni e lo specifico nutrizionale consentono di correggere gli errori più grossolani, gli atteggiamenti più
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MASSAGGIO SPORTIVO Master di tre giorni, accessibile preferibilmente a personal trainer, diplomati Isef e laureati in Scienze Motorie, fisioterapisti e medici. Questo master fornisce tutte le conoscenze necessarie per ottimizzare la prestazione attraverso il massaggio e per guidare l’atleta verso il pieno recupero funzionale da eventi traumatici acuti e cronici. - Aspetti fisiologici e meccanismo d’azione del massaggio. - Indicazioni e controindicazioni. - Periodizzazione e finalità del massaggio sportivo. - Esame del paziente: ispezione, esame della cute e della sottocute, palpazione. - Tecniche del massaggio: manovre classiche e fondamentali, sfioramenti, frizioni, impastamenti, percussioni, vi-
brazioni, battiture. - Trattamento del rachide cervicale, del tronco, del bacino e degli arti superiori e inferiori. Dove e quando: Milano, 27 febbraio 13, 27 marzo. Quanto dura: 3 giornate Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 217 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 31 dicembre; 270 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 320 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
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AEROBICA E DISCIPLINE MUSICALI Metodo e creatività; nozioni tecniche ed esperienze espressive; condizionamento atletico e divertimento. Per formare il ruolo multidisciplinare dell’insegnante di materie aerobiche con un apprendimento veloce, efficace, completo e professionale. Parte tecnico-pratica - Anatomia di base con riferimento a: apparato scheletrico, osteoarticolare e muscolare. - Traumi più frequenti in palestra. - Motivazione, capacità comunicative e responsabilità dell’istruttore. - Postura e allineamento. - Riscaldamento e passi base. - Lo studio della musica: effetto della musica sul corpo e sulla mente: come scegliere i brani giusti in ogni occasione. - Il cueing. - Movimenti controindicati e regole di sicurezza. - Ripasso / studio dei passi base di aerobica e step - Come costruire ed evolvere una coreografia. - Blocchi pari/dispari: come utilizzarli. - Tonificazione & allungamento dei principali gruppi muscolari a corpo libero e con piccoli attrezzi. - Interval training e circuit training
- Composizione delle lezioni cardiovascolari. Dove e quando: Milano, a partire da sabato 20 febbraio 2010 Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto dura: 7 giornate, sempre di sabato. Quanto costa: 317 euro (Iva inclusa) + di 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 31 dicembre; 396 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni entro il 30 gennaio; 436 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. Esami: quiz a risposta multipla, prova pratica.
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PER OPERATORE DI FITNESS METABOLICO A DISTANZA (vedi proposta pagina precedente).
M A S T E R M A S T E R M A S T E R M A S T E R M A S T E R M A S T E R
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Docente: Corrado Ceschinelli Dove e quando: Milano, 13 -14 marzo Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 190 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 31 dicembre; 260 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 320 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive. distorti che sono le cause principali del malessere, del sovrappeso e dell’ingenerarsi di molte patologie. Un’impostazione forte della conoscenza scientifica necessaria che punta non a “fare o dare la dieta”, ma a sviluppare strategie e comportamenti alimentari duraturi e vincenti. - L’educazione alimentare e il wellness olistico. - L’educazione alimentare comincia dalla consapevolezza. - Il principio biologico della regolazione: l’omeostasi come legge del vivente. - Condizioni da rispettare e necessità da soddisfare. - Radicali liberi e lo stress ossidativo. - L’equilibrio acido/basico e lo stress acidosico. - Il meccanismo perverso dell’insulina. - La via del dimagrimento fisiologico, stabile e duraturo - Un’alimentazione a basso indice e carico glicemico. - I polifenoli e l’attività dei vitageni. Il potenziamento delle difese immunologiche. - L’autoregolazione: gli omega-3 e l’attività biologica. - Malattie metaboliche e malattie infiammatorie. - L’implicazione psicosomatica e le interferenze nei comportamenti, nel metabolismo e sull’organismo. - L’attività fisica quale ausilio del dimagrimento e come interazione per la funzionalità generale. - Alimentazione e fabbisogni specifici: criteri e meccanismi di calcolo. - L’educazione alimentare e le linee guida generali: la didattica e gli strumenti semplici per sé e per il cliente. - Gli alimenti, le proprietà, i pasti e le integrazioni da conoscere e da considerare.
VALUTAZIONE POSTURALE Saper analizzare e comprendere la postura di un soggetto è la tappa obbligata per elaborare un programma di allenamento davvero “personal”. Con questo stage vi impadronirete di uno strumento pratico di grande accuratezza, con uno sguardo alla psicologia. - Dal neonato all’anziano: la formazione e l’evoluzione delle curve rachidee. - La postura fisiologica in relazione all’età del soggetto e alle sue caratteristiche emotive. - L’appoggio plantare e i suoi effetti posturali. - Gli effetti del sistema muscolo-connettivale sull’apparato scheletrico. - Individuare le asimmetrie mediante la valutazione posturale: spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test. - Esercitazione pratica di gruppo. - Contrazione, contrattura e retrazione muscolare. - Muscoli agonisti, antagonisti e sinergici in una logica di allenamento personalizzato ed equilibrato. - Spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test per individuare e quantificare le retrazioni muscolari. - Esercitazione pratica di gruppo. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, domenica 21 febbraio Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 31 dicembre; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
DIABETE E FITNESS METABOLICO La giornata ha la finalità di chiarire ai professionisti del settore le ultime novità e i nuovi protocolli esecutivi di valutazione e trattamento per i soggetti affetti da diabete di I e II tipo che intraprendono l’attività fisica. Questo workshop rientra nel percorso formativo per operatore di fitness metabolico. - Sindrome metabolica e diabete: le linee guida dell’OMS. - Dalla diagnosi medica alla classificazione motoria per età, sesso e impegno funzionale. - Strumenti operativi per il personal metabolico. - Body Fat Index e Global Risk Index (indice globale di rischio). - I Fix funzionali: come misurare la riserva funzionale in assenza di rischi. - Le unità motorie. Procedure e protocolli di attività motoria e controllo dei risultati. - Gestione dei rapporti con il medico curante. - Discussione di casi clinici. - Gli strumenti di misura e monitoraggio: valutazione dell’appropriatezza e modalità d’uso.
Alla fine di ogni master sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI
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STRETCHING EVOLUTO Lo stretching è in continua evoluzione. Non è più semplice allungamento muscolare, ma mobilità fine e globale, con particolare accento sugli aspetti neurofisiologici. - Neurofisiologia: approfondimento - Tessuto connettivale e rigidità articolari.
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IL GINOCCHIO INFORTUNATO Particolarmente indicato per fisioterapisti, istruttori di fitness e body building e personal trainer, questo stage fornisce le conoscenze necessarie per affrontare il recupero funzionale dell’articolazione del ginocchio colpita dalle principali patologie di natura traumatica e cronica. - Anatomia funzionale e topografica del ginocchio. - Lesioni meniscali. - Lesione del legamento crociato anteriore - Lesione del tendine rotuleo. - Condropatia femoro-rotulea. - Valgismo di rotula. - Artrosi grave del ginocchio.
MASSAGGIO MIOFASCIALE Una grande varietà di tecniche che spaziano dalla manipolazione dei tessuti molli all’allungamento muscolare prolungato. Struttura anatomica, omeostasi dei vari sistemi, psicoemotività, campo vitale: tutto si compenetra in una presa di coscienza globale del sé fisico e mentale. Parte teorica - Anatomia e topografia della fascia. - Fisiologia della fascia. - Patologia e sintomatologia della fascia. Parte tecnico/pratica - Tecniche di base, trattamento preliminare, globale, segmentario. - Tecniche avanzate di detensionamento miofasciale, i punti trigger, tecniche profonde e traverse, tecniche combinate. Dove e quando: Milano, sabato 20 marzo Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
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Team didattico: Alessandro Lanzani, Francesco Capobianco, Michele Pitti. Dove e quando: Milano, sabato 3 aprile Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPOPLICOMETRIA Obiettivo della giornata di formazione è fornire i contenuti pratici e teorici della misurazione corporea dei soggetti, uno strumento di valutazione utile per programmare e monitorare il lavoro fisico e gli obiettivi. È anche uno strumento di fidelizzazione, perché aiuta il personal trainer a instaurare una relazione professionale di credibilità ed efficienza con i propri assistiti. - Cos’è l’antropoplicometria. - Perché la plicometria. - Procedura delle misurazioni plicometriche. - Rilevazioni e descrizione dei punti di repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonferenze. - Body Mass Index (BMI). Docente: Francesco Capobianco Dove e quando: Milano, sabato 30 marzo Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
- Definizione di contrazione isometrica di tipo eccentrico. - Ruolo della respirazione nello stretching olistico. - Influenza dell’alllungamento sulla postura. - Individuare e trattare i trigger points. - Valutazione e miglioramento della mobilità cervicale. - Valutazione e miglioramento della mobilità lombare. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, sabato 13 marzo Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
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Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, sabato 10 aprile Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 96 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 gennaio; 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 28 febbraio; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni successive.
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MODALITÀ DI ISCRIZIONE La quota di partecipazione ai corsi comprende la T-shirt di Professione Fitness, il materiale didattico, l’accesso alle lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere una tra le seguenti modalità: • Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni - via Sapeto 5, 20123 Milano • Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000 0048054;
in entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116. • Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.
Alla fine di ogni stage sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI
ANNULLAMENTI E RINUNCE La Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness provvederà al rimborso della quota corrisposta secondo le seguenti modalità: • 80%, se la rinuncia viene comunicata entro 15 giorni dalla data di inizio dell'iniziativa; • 40%, se la rinuncia viene comunicata entro 5 giorni. Oltre i suddetti termini, non sarà possibile ottenere alcun rimborso.
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Rehab
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CASI CLINICI IN PALESTRA - LA SERIE
In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie dell’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono descritti anamnesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi0 da raggiungere, sono tracciate le linee guida del protocollo di lavoro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitare. Autori Vari Alea Edizioni - pag. 128 Ogni volume Euro 21 Offerta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro
E ERI A S) A L I TA TUTVOLUM (5 EURO MAL DI SCHIENA 84 Il volume affronta il tema del mal di schiena in modo
MASSAGGIO SPORTIVO Il testo propone tecniche manuali per il trattamento efficace della micro-traumatologia dei tessuti molli nello sportivo. I capitoli a carattere puramente pratico descrivono la conformazione dei tessuti connettivi, le interazioni tra il danno tessutale, l’infiammazione e gli eventi riparativi. Roberto Dagani Alea Edizioni 2002 pag. 128 Euro 21
davvero esaustivo. Nella prima sezione guida il lettore al corretto utilizzo della colonna nella vita quotidiana e nella pratica sportiva. La seconda parte raccoglie invece approfondimenti sulle patologie e sui meccanismi del dolore lombare. Claudio Corno Alea Edizioni 2001 pag. 256 Euro 26
TRATTAMENO MIOFASCIALE PER LO SPORTIVO
IL DOLORE CERVICALE Il manuale offre un’ampia panoramica delle patologie più comuni nell’individuo adulto: la cervicalgia. Il volume è diviso in tre parti: la prima, dedicata all’anatomia, alla fisiologia articolare e alla biomeccanica del tratto cervicale. La seconda, dedicata alle sindromi dolorose più comuni. Infine la terza parte che comprende alcune schede pratiche di utilizzo in palestra contenenti gli esercizi più idonei in relazione alla sintomatologia dolorosa. Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21
Il manuale espone in maniera chiara ed esaustiva le tecniche manuali per il detensionamento miofasciale a indirizzo sportivo. L’ampia documentazione iconografica chiarisce ogni dettaglio di posizionamento e intensità del massaggio. Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 Euro 21
FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI
COMPOSIZIONE CORPOREA
Il movimento è un farmaco naturale contro molte patologie cronico-degenerative. Partendo da questa convinzione i volumi propongono protocolli di lavoro per ipertensione, patologie respiratorie, cardiache infantili e della colonna, obesità (vol. 1) patologie coronariche e renali, artrite reumatoide, gravidanza, fibrosi cistica (vol. 2). Autori Vari Alea Edizioni 1999/2000 - pag. 144
A partire dalla definizione di sovrappeso e obesità il volume suggerisce al lettore metodiche rigorose e scientifiche per un’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea, punto di partenza indispensabile per una corretta programmazione nutrizionale e dell’allenamento. Sergio Rocco
Alea Edizioni 2000 pag. 128 Euro 21
Ogni volume Euro 24 Offerta: i 2 volumi a 36 Euro
FISIOLOGIA APPLICATA AL FITNESS
CARDIOLOGIA E FITNESS
Il manuale affronta in maniera concisa ma esaustiva la fisiologia del corpo umano, con particolare riferimento all’influenza dell’esercizio fisico su organi e apparati. Il manuale è anche uno strumento didattico e di autovalutazione per il professionista del fitness e costituisce strumento fondamentale per la programmazione del training.
Partendo dai fondamenti della fisiologia cardiovascolare, l’autore accompagna il lettore dalla pratica clinica alla valutazione funzionale e psicosomatica del cardiopatico e alla periodizzazione dell’allenamento, spiegando con precisione gli effetti della terapia farmacologica sulla performance. Davide Girola
Davide Girola
Alea Edizioni pag. 248 Euro 31
Alea Edizioni 2003 pag. 160 Euro 23
Prevenzione
Prevenzione Salute
Salute
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Te l . 0 2 . 5 8 1 1 2 8 2 8 w w w. p ro f e s s i o n e f i t n e s s . c o m o rd i n i l i b r i @ p ro f e s s i o n e f i t n e s s . c o m
Allenamento
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Allenamento
Allenamento FITNESS & BODY BUILDING
La terza edizione, completamente aggiornata, del libro che ha formato intere generazioni di professionisti del fitness. Dall’anatomia funzionale dell’apparato locomotore alla fisiologia muscolare, fino alla biomeccanica degli esercizi; in questo volume il futuro istruttore troverà tutte le nozioni indispensabili, arricchite di 120 disegni e oltre 400 foto a colori. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 Euro 45
MANUALE DI CARDIOFITNESS
Il volume tratta in modo approfondito il cardiofitness nei suoi diversi aspetti: dall’anatomia e fisiologia, ai metabolismi energetici e alla biomeccanica muscolare, per poi addentrarsi nello specifico del training cardiovascolare. Abbraccia l’attività indoor e outdoor, l’utilizzo dei simulatori aerobici e il monitoraggio della frequenza cardiaca. Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 - pag. 238 Euro 35
STRETCHING
Non più allungamento muscolare, ma miglioramento della mobilità di tutte le componenti dell’apparato locomotore. Partendo da questa convinzione gli autori riprendono i principi teorici dello stretching, propongono test di valutazione e una lunga serie di esercizi suddivisi per attività sportiva. Francesco Capobianco Alessandro Lanzani, Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21
99 ESERCIZI ADDOMINALI
Il volume è utile per comprendere a fondo l’anatomia, la funzione e la cinesiologia dei muscoli addominali e per imparare a valutare la loro forza. In più, un’interessante classificazione degli esercizi e un intero capitolo dedicato agli errori di esecuzione. Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 Euro 21
IPERTROFIA MUSCOLARE Come si costruisce una tabella d’allenamento personalizzata? Il libro fornisce un’esauriente risposta a questa domanda analizzando i principi della programmazione e periodizzazione, le fasi dell’allenamento e le caratteristiche biomeccaniche di numerosi esercizi tipici dell’allenamento in palestra. Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26
TOTAL FITNESS IN ACQUA Roberto Conti, professionista affermato del fitness, trasferisce in questo volume tutti i segreti per realizzare lezioni di fitness in acqua: protocolli, metodi, differenziazioni delle classi. Un manuale efficace, serio e completo per gestire tutte le opportunità del fitness in acqua. Roberto Conti Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21
L I B R I
Sconto del 20% PER I NOSTRI ABBONATI. Spese di spedizione in contrassegno euro 6 per ordini pre-pagati euro 3,90 L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀ DELL'APPARATO LOCOMOTORE
Ricerche e applicazioni pratiche Un valido sussidio per chi si occupa di mobilità articolare e di flessibilità muscolo-tendinea. Un utile strumento operativo per la creazione di tabelle di allenamento personalizzate. I capitoli dedicati alla ricerca applicata all'allenamento permettono di approfondire la valutazione funzionale dell'individuo. Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 Euro 25
PERSONAL TRAINER Cosa serve per diventare personal trainer? Partendo da un’analisi storica della professione, il libro risponde a questa domanda illustrando le competenze tecniche, psicologiche, commerciali e manageriali che il professionista deve possedere. Francesco Capobianco - Cap.4 ‘Personal trainer come libero professionista’ a cura della Dott.ssa Paola Bruni Zani Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26
ALLENAMENTO ESTETICO Rivolto a quanti vogliono programmare un’attività finalizzata al miglioramento dell’aspetto, fornisce metodi d’allenamento, suggerimenti alimentari e di postura, consigli estetici. Ogni nozione è basata su uno studio approfondito e sul continuo confronto con l’applicazione pratica. Roberto Tarullo Alea Edizioni 2001 pag. 160 Euro 24
LIPOCARDIOFITNESS Perdere peso è il diktat della maggior parte dei frequentatori dei centri fitness. L’autore fornisce gli strumenti per rispondere a questa richiesta: analisi del tessuto adiposo e del metabolismo muscolare, metodologia dell’allenamento con attrezzature cardiovascolari e isotoniche, test di controllo. Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 Euro 24
FITNESS IN ACQUA Partendo dagli esercizi di base per tutti i distretti muscolari, il libro affronta le diverse metodiche d’allenamento in acqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali, lo step e la kick boxe. Grazie a numerose fotografie e schemi di lezione, il volume si caratterizza per un forte taglio pratico. La parte finale è dedicata alle competenze dell’istruttore di fitness in acqua. Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag. 224 Euro 26
TRAINING IN ACQUA Il libro affronta in prima analisi i principi del movimento in acqua, spiegando dettagliatamente i fattori che condizionano la prestazione. Nella seconda parte esplora le diverse possibilità di allenamento delle qualità motorie con e senza attrezzi, facendo riferimento a più discipline sportive. Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26
Acqua Acqua
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Prevenzi oSal ne ute Salute
IL BENESSERE POSSIBILE
Il libro vuole essere un contributo per vivere meglio e per chi si occupa della salute e del benessere altrui. L'autore analizza aspetti fondamentali della nostra esistenza: consapevolezza come fondamento del benessere, alimentazione funzionale per la salute, attività fisica per la migliore condizione di forma. Il testo approfondisce temi importanti quali alimentazione (come impostare i pasti, allergie e intolleranze alimentari ) e allenamento (attività fisica per uno stile di vita sano e come modello educativo, corsa e tonificazione). Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 - pag 200 Euro 25
ANATOMIA DELL'APPARATO LOCOMOTORE Anatomia in 3D con animazioni, filmati. Lo strumento per visualizzare, imparare e approfondire l'anatomia funzionale in modo semplice, facile e intuitivo. È indirizzato a medici, fisiokinesiterapisti, studenti e laureati in Scienze Motorie, istruttori di fitness, personal trainer e operatori sanitari in genere. Un'opera che si compone di tre CD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemi Macintosh e Microsoft Windows): 1 arto superiore 2 arto inferiore 3 tronco e testa Francesco Bettinzoli Ghedinimedia Editore Euro 45,45 per ogni CD
MULTIMEDIA
FITNESS COACHING Il coaching è un nuovo modello per la gestione e la cura di ciascun cliente. Il volume propone strategie e tecniche di acquisizione e fidelizzazione del cliente, suggerendo basi tecniche, metodologiche e operative con un nuovo modo di concepire ed erogare il fitness.
IL DVD Permette di integrare con efficacia e immediatezza i contenuti del libro, partecipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008 pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70
BUSINESS FITNESS Investire le proprie risorse mentali ed economiche in una nuova impresa nel fitness rappresenta oggi una sfida difficile e stimolante allo stesso tempo che, condotta con i mezzi adeguati e con un buon grado di buon senso, può garantire piena soddisfazione personale ed economica. Il manuale illustra in forma semplice ed efficace metodi e procedure per avviare e gestire con successo l’impresa fitness, fornendo suggerimenti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita di un Fitness Club. Luca Mazzotti Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20
FITNESS METABOLICO
MULTIMEDIA
L'opera, su cui è strutturato il corso di formazione a distanza per operatore di fitness metabolico, fornisce le basi necessarie per organizzare percorsi motori personalizzati per la sindrome metabolica: ipertensione e malattie cardiovascolari, soprappeso e obesità, diabete, artrosi e osteoporosi. Step operativi: - inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica; - gli strumenti di misura, i Fix metabolici; - le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro; - la programmazione e l'insegnamento dell'attività motoria; - gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; - monitoraggio e verifica dei risultati; - codice deontologico. Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazioni con grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal computer, non su Macintosh. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2008 Euro 480
100 QUIZ - 2 VOLUMI Un metodo complementare per lo studio, che consente di appropriarsi della materia trattata in modo veloce e duttile, attraverso domande, piccoli trabocchetti logici, immagini con didascalie incomplete. Un efficiente mezzo di verifica che permette subito di colmare eventuali lacune, grazie alle informazioni mirate e accurate che corredano le risposte. In ogni volume include 100 quiz di anatomia e biomeccanica, 400 risposte e 400 commenti alle risposte. Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005 - pag. 112 Euro 21
PSICOLOGIA E TECNICA DEI COLLOQUI DI VENDITA Il volume affronta il tema centrale della preparazione e conduzione dei colloqui di vendita, sia sotto il profilo tecnico organizzativo che psicologico, dando una visione completa e realistica dei problemi da affrontare e dei metodi di approccio attraverso i quali risolverli. Di facile lettura, propone i temi esaminati con ricchezza di esempi pratici e rappresentazioni grafiche. Jan L. Wage Franco Angeli 2000 pag. 240 Euro 20
MISURARE LA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Uno strumento di lavoro per quanti, consapevoli dell’importanza del customer satisfaction per realizzare i propri obiettivi di crescita, vogliono misurare la bontà dei singoli processi aziendali, interpellando direttamente i destinatari prioritari (i clienti). Il libro conduce passo passo, con ricchezza di grafici ed esempi tratti da una gran varietà di settori, a scoprire come realizzare questo non facile obiettivo. Bob E. Hayes Franco Angeli 2003 pag. 256 Euro 23
FITNESS MARKETING
MARKETING DELLA FIDELIZZAZIONE
Libro di riferimento per gli imprenditori di centri fitness, propone gli studi, le strategie e le metodologie più aggiornate per la fidelizzazione e l’acquisizione dei clienti, la gestione dell’offerta, il management del personale, le strategie di comunicazione. Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36
Ogni cliente che passa alla concorrenza è una perdita che sarà sempre più difficile e oneroso sostituire. L’autore suggerisce come realizzare in modo sistematico il marketing della fidelizzazione, descrive gli ostacoli da superare, elenca le strade per conservare i propri clienti e illustra, nel quotidiano, come gestire il servizio. L.A. Liswood Franco Angeli pag. 192 Euro 19
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