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La rivista online per i professionisti del settore
n acqua i o d ian
Sindrome patello-femorale
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Acqua e artrite: quale rapporto?
Il golfista in palestra
ANNO 1 N°8 NOVEMBRE 2009 Fitmed online è una rivista mensile di aggiornamento che si rivolge a imprenditori, manager, opinion leader, professionisti che operano nel mondo del fitness, benessere, prevenzione e salute. Propone articoli riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, marketing e management. Editore Alea Edizioni di Alessandro Lanzani via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano Redazione e uffici via P. Orseolo, 3 - 20144 Milano tel. 0258112828 - fax 0258111116 fitmed@professionefitness.com redazione@professionefitness.com Direttore responsabile Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com
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Alea edizioni è una casa editrice specializzata in libri di finess, benessere e rieducazione funzionale, con più di 50 titoli a catalogo. Professione Fitness è una rivista bimestrale di aggiornamento per imprenditori e professionisti del settore, che da 16 anni propone articoli originali riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, impiantistica, marketing e management e tutto ciò che può servire a un'efficiente e moderna realtà che opera nel settore del fitness e del benessere. E distribuita tramite abbonamento postale a fitness club, centri fisioterapici e polisportivi, operatori di settore, luxury hotel, golf club, centri benessere, studi di architettura. Da oltre 25 anni la Scuola di Professione Fitness con i suoi corsi, master e stage ha contribuito alla formazione e all’aggiornamento di migliaia di operatori del settore, mettendo a loro disposizione un corpo docente selezionato e altamente qualificato. Rilascia diplomi e attestati di partecipazione accredidati dall’USACLI, ente di promozione spportiva riconosciuto dal CONI.
Redazione Mia Dell’Agnello mia@professionefitness.com - int. 212 Progetto grafico Stefano Frattallone Impaginazione Anita Lavoce Pubblicità Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com Hanno collaborato a questo numero Paolo Michieletto, Andrea Altomare, Erika Loffi, Luigi Vecchio, Rosario D’Onofrio, Fabio Grossi, Michela Verardo Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93. L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere responsabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delle informazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto; inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchiano il pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) pervenuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblicato e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del materiale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasi scopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmata dal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controversie il Foro di competenza è quello di Milano.
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LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO Alcan Airex Why Be Normal
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RUBRICHE 35
CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
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FIERE E CONVEGNI
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NEWS
SPECIALE: IN ACQUA 4 8
PARAMETRI FONDAMENTALI DELL’ATTIVITÀ IN ACQUA di Paolo Michieletto ACQUANTALGICA di Andrea Altomare
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ACQUA E ARTRITE: QUALE RAPPORTO? di Erika Loffi
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ATTIVITÀ IN ACQUA Elisir di lunga vita di Luigi Vecchio
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PASSEGGIANDO IN ACQUA di Luigi Vecchio
ALLENAMENTO E REHAB 22
SINDROME PATELLO-FEMORALE Pre-functional Physical Examination di Rosario D’Onofrio, Manzi V., Armeni M., Arestia D., D’Ottavio
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IL GOLFISTA IN PALESTRA a cura di Fabio Grossi e Michela Verardo
LE AZIENDE INFORMANO 20
WHY BE NORMAL? Benessere di gruppo
Focus: in acqua
L’attività in acqua Parametri fondamentali di Paolo Michieletto
GALLEGGIAMENTO, EQUILIBRIO E RESPIRAZIONE Il galleggiamento corrisponde a una forma di equilibrio statico nell’ambiente acquatico, che presuppone che una parte del corpo sia immersa quando un’altra parte del corpo è emersa. Questo equilibrio specifico può essere sia verticale che orizzontale. Indipendentemente dal fatto di essere appoggiati al suolo o in sospensione, è bene vedere alcune nozioni fondamentali relative alle forze che dominano il movimento in acqua. Forza di gravità e spinta di Archimede. Tutti corpi solidi, liquidi o gassosi, hanno una massa “mg”, caratteristica della quantità di materia che contengono, e un peso “Pg” proporzionale alla massa tale che Pg = mg. Il peso Pg di un corpo è la forza attrattiva che la terra esercita sul corpo, e si definisce Pg una forza di gravità. Questa forza è di direzione verticale e si esercita dall’alto verso il basso ed è applicata al centro di gravità “G”. Su un appoggio solido, un corpo è in
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equilibrio quando il centro di gravità si proietta all’interno della base di sostentamento. Nell’ambiente liquido, interviene un’altra forza: la spinta di Archimede. Infatti, tutti i corpi immersi in un liquido in equilibrio subiscono da parte di questo una spinta opposta proporzionale al volume del liquido spostato, e si esercita in direzione verticale dal basso verso l’alto. Il suo punto di applicazione corrisponde al centro geometrico del volume di liquido spostato chiamato centro di spinta. Queste due forze possono quindi, pur agendo in senso inverso, non agire sul medesimo punto. Il galleggiamento o la sua maggiore o minore propensione ad esso, è determinato dalle densità relative del mezzo e del soggetto. La densità del corpo umano è il rapporto tra il suo peso e il suo volume. Se la forza di gravità applicata al centro di gravità è superiore alla spinta di Archimede, il corpo affonda. Se è il contrario, il corpo resta in superficie più o meno immerso. La respirazione o l’inserimento di pesi 4
aggravanti, o le stesse modificazioni dei segmenti corporei possono modificare molto la situazione abituale, inducendo ogni individuo a mettere in opera tutta una serie di adattamenti tecnico-fisiologici-coordinativi che possono condurre al raggiungimento di obiettivi specifici. Esistono enormi differenze inter-individuali in questo campo, che dipendono dal sesso, dall’età, dalla costituzione fisica e dalla densità ossea. L’equilibrio corrisponde allo stato di riposo del corpo di un soggetto sottoposto alle forze di gravità equilibrate da quelle della spinta di Archimede. L’equilibrio dinamico, considerato come un eterno riequilibrio, sarà chiamato equilibrazione. Ogni movimento proposto in acqua sarà soggetto a una ricerca di posizioni di partenza, di movimento vero e proprio unito a posizioni riequilibranti, e di atteggiamenti finali di riposizionamento e predisposizioni per movimenti successivi. La protezione di particolari settori del corpo umano, sia in forma autonoma che me-
Focus in acqua
diante utilizzo di carichi esterni, dovrà essere sicuramente un fattore importante nella determinazione del lavoro in acqua. Una delle maggiori attenzioni da porre nella esecuzione del movimento ginnastico in acqua, è quella relativa alla posizione del capo, che può incidere in maniera notevole su eventuali posizionamenti ed oscillazioni del corpo, oltre che incidere in varia misura nel campo della respirazione. Ogni parte del corpo lasciata fuori dell’acqua è soggetta alla forza di gravità ma non più a quella di Archimede, e quindi andrà a incidere in maniera decisa sulle strutture organizzative del movimento. Risulterà di importanza fondamentale l’associazione della respirazione in maniera corretta e appropriata in funzione dell’esercizio proposto: un’espirazione associata a un’elevazione delle braccia quando il corpo è in sospensione, ad esempio, può trasformarsi in un carico aggiuntivo e a volte inopportuno. In tutti i casi di lavoro senza e
con sovraccarico, potrebbe essere applicata come regola generale, ovviamente da considerare con le dovute cautele e variazioni del caso, quella di espirare nella fase attiva del gesto singolo e respirare nella fase di recupero. RESISTENZE ALL’AVANZAMENTO E MOVIMENTI PROPULSIVI I meccanismi di riequilibrazione sono strettamente legati alle riduzioni delle resistenze all’avanzamento. Un corpo equilibrato utilizzante degli appoggi in acqua si sposta in una direzione opposta a quella degli appoggi; se egli spinge verso il fondo ha tendenza a risalire rispetto al livello dell’acqua; quindi la spinta di Archimede diminuisce poiché una parte del corpo esce dall’acqua, e ciò ha per effetto una limitazione importante di questa azione. Un collegamento molto importante appare fra l’equilibrio e lo spostamento: per andare alla stessa velocità, un individuo che abbia una migliore sensibi-
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lità consumerà minore energia di un altro. Per muoversi più velocemente, l’individuo può scegliere tra: • diminuire le resistenze • aumentare la propulsione • aumentare l’ampiezza • combinare al meglio tutte le componenti. Le resistenze che si incontrano in acqua, riassunte in sintesi, si dividono in: 1. resistenze di avanzamento (attrito di forma del corpo, attrito frontale dell’onda, resistenza aerodinamica, attriti derivati dall’utilizzo di materiali); 2. resistenze propulsive e attive (velocità e ampiezza del gesto). FATTORI RELATIVI ALLO SPAZIO 1. Quantità e profilo delle superfici propulsive. Sia che gli appoggi e i movimenti abbiano un’azione diretta (legge di Newton azione-reazione), o che utilizzino altri principi acquatici, o che sia utilizzato un attrezzo, è evidente che quanto più la parte agente è ampia, tanto mag-
Focus: in acqua giore sarà l’effetto in termini di spostamento e azione muscolare. In pratica, si spinge meglio con la mano aperta che con il pugno chiuso; un disco grande offre una maggiore resistenza di uno piccolo. A superficie propulsiva uguale, la forma di questa interviene comunque come fattore d’efficacia. 2. Orientamento delle superfici corporee e degli attrezzi nello spostamento. Ogni movimento comincia nell’acqua spostando le particelle di fluido inizialmente inerti e, successivamente, se la direzione non viene cambiata, incontra via via meno resistenza, in quanto vi è un incremento delle componenti di scia e di portanza. Indipendentemente dalle nozioni tecniche, in parole semplici, un movimento iniziato in forma lenta incontra una resistenza debole che si mantiene tale se la velocità rimane uniforme. Un movimento iniziato alla massima velocità possibile incontra la resistenza maggiore, e, se la posizione degli arti non viene modificata, questa si riduce al termine del gesto. Per mantenere un altissimo livello di intensità l’orientamento della mano (ad esempio) e il suo angolo di attacco dovrebbero essere continuamente aggiustati in funzione della ricerca di acqua “ferma”, e quindi si avrebbe un movimento propulsivo che cambia incessantemente. 3. L’ampiezza del gesto. Quando si parla di ampiezza di un movimento si tratta della grandezza massimale di questo movimento, quindi la distanza che separa il suo punto più avanzato da quello più lontano. Sarà determinante sapere di quale ampiezza si tratta: l’ampiezza di un gesto con le braccia sarà differente da quello di un passo di corsa in acqua. Così come sarà importante sapere quale sia un’ampiez-
za media e una minima e massima relativa ad ogni gesto. 4. La profondità del gesto. Più la profondità dell’acqua è maggiore, maggiori saranno efficacia e intensità del gesto. La resistenza idrodinamica in superficie è parzialmente ridotta rispetto a una profondità di 60 centimetri. 5. Coordinazione. Ogni azione ha una conseguenza più o meno diretta sull’equilibrio. È quindi essenziale organizzare spazialmente il rapporto fra le varie componenti motorie. Il solo fatto di mettere in relazione un movimento con le braccia associato a un movimento di corsa o balzi con le gambe, necessiterà, per avere una valida efficacia, di un periodo di apprendimento e memorizzazione motoria sufficiente a far sì che il gesto abbia una sua corretta esecuzione. FATTORI RELATIVI AL TEMPO 1. Velocità di spostamento. La velocità delle superfici propulsive può essere considerata in rapporto alla persona in movimento; se la persona è ferma, la velocità dell’acqua è inesistente. Da una parte, la velocità della superficie effettiva determinerà l’efficacia della resistenza all’appoggio e sarà importante per lo spostamento; dall’altra parte, tenuto conto degli altri fattori e delle capacità coordinative e fisiche dell’individuo (la sua forza e la sua potenza), più le superfici corporee, con o senza carichi esterni, avranno una velocità elevata, maggiore e più efficace sarà il gesto. 2. Frequenza. È il numero di sequenze per unità di tempo. Quanto maggiore è il numero di ripetizioni richiesto in unità di tempo ridotte, tanto maggiore potrebbe essere l’intensità, almeno in linea teorica. Il collegamento con l’ampiezza del ge-
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sto è comunque un fattore fondamentale, prima di considerare valida l’affermazione precedente. In pratica, infatti, un gesto svolto nella maniera più ampia possibile a velocità media potrebbe risultare maggiormente efficace di un gesto velocissimo con ampiezza ridotta. Come regola generale, sarà quindi importante adottare un principio di questo genere: la massima intensità possibile è sempre e comunque in rapporto con l’ampiezza del gesto, rapportata a una frequenza che consenta un’esecuzione completa del gesto previsto. 3. Continuità temporale del gesto. Si pone quindi il problema della sincronizzazione e della coordinazione temporale del gesto completo e non unicamente di un singolo segmento staccato: costa di più creare una nuova forza che mantenere una forza già esistente. Questo determina l’importanza di un lavoro agonista e antagonista in acqua, ove a un movimento in opposizione si somma anche l’effetto di corrente e flussi d’acqua da arrestare e opporsi. In un’azione di corsa in acqua sarà importante acquisire anche la nozione di ritmo, cioè il succedersi di tempi forti e deboli del gesto motorio(continua) in cui si succedono le componenti che determinano il movimento, sia come aspetto semplicemente coordinativo che spaziale. 4. Numero di ripetizioni. Stabilire il numero di volte che un gesto viene ripetuto è un fattore determinante per l’efficacia del nostro lavoro. In acqua intervengono moltissimi fattori che devono essere valutati per poter stabilire a priori un numero di ripetizioni efficaci in funzione del gesto da svolgere. Sulla base di esperienze pratiche possono essere date come indicazioni generali queste valutazioni:
Focus in acqua - la massima velocità del gesto associata alla massima ampiezza, può essere mantenuta costante per un numero variabile da 4 a 8 ripetizioni; - un’intensità media può essere mantenuta costante per 12-15 ripetizioni; - oltre le 16 ripetizioni, in funzione della velocità di esecuzione, potremo agire sulle diverse combinazioni di forza e resistenza. 5. Recupero. In termini generali, per recupero si intende la pausa che intercorre tra l’esecuzione di un gesto e la ripetizione successiva, oppure la pausa che intercorre tra una serie di ripetizioni e l’altra. ALCUNE NOZIONI BASE IMPORTANTI 1. Carico. Intendiamo per carico una forza agente che esercita un condizionamento sulla prestazione. Può essere interno, e corrisponde all’intensità di un esercizio uguale per tutti ma differente in funzione delle capacità condizionali del soggetto e lo si può evidenziare dalla frequenza cardiaca o dalla perdita di coordinazione e dalla inefficacia del gesto stesso. Può essere esterno, ed è allora
misurabile in chilogrammi, metri, numero di serie e ripetizioni ed è valutabile oggettivamente. 2. La legge quadratica. La resistenza che un corpo crea nell’acqua varia approssimativamente secondo il quadrato della velocità. Questo, che è un parametro fondamentale nella ricerca del ritmo corretto di esecuzione di un gesto nel nuoto, diventa importante per l’esecuzione di un corretto esercizio che sia in grado di sfruttare questi principi meccanici. Per esempio, correre velocemente in acqua, inteso come coprire nel più breve tempo possibile una distanza, potrebbe essere determinato non dalla velocità dei passi e dalla frequenza del gesto molto veloce, perché potrebbe incorrere nei problemi creati dalla legge quadratica, ma da un’ampiezza del gesto più ampia con una frequenza del gesto ridotta, ma che incontra una resistenza di molto minore. A questo si associano le componenti specifiche di un movimento svolto in acqua con i piedi in appoggio determinati dalla scivolosità del fondo, differenti resistenza ariaacqua, componenti morfologiche dell’atleta.
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PAOLO MICHIELETTO Laureato in Scienze Motorie e docente presso il SUISM di Torino, è autore di diversi programmi, libri e videocassette dedicati alle attività in acqua. Responsabile tecnico dei programmi in merito al progetto nazionale “Ginnastica in acqua a Scuola”, in collaborazione con Ministero Pubblica Istruzione e Facoltà di Scienze Motorie di Torino e Responsabile tecnico della Formazione a distanza attraverso il sito www.ginnasticainacqua.it Coordinatore per corsi di formazione del personale tecnico sportivo a livello nazionale e locale per conto di molte Federazioni Sportive Nazionali, Agenzie, Enti di promozione sportiva. Preparatore atletico e atleta agonista master di atletica leggera.
Acquantalgica
Focus: in acqua
di Andrea Altomare
’Acquantalgica è un metodo di lavoro in piscina che mira alla cura delle algie lombari di origine diversa, attraverso la ginnastica antalgica proposta in acqua. Svolge anche un’azione di prevenzione del mal di “schiena“, perché educa le persone affette da tali sofferenze a muoversi correttamente in acqua e a riconoscere i movimenti o gli esercizi che in acqua sono dannosi per la propria salute. Tutti possono praticare l’Acquantalgica, sia chi non è mai andato in piscina, sia chi nuota bene: gli esercizi proposti possono essere selezionati secondo il livello di acquaticità che la persona possiede. L’acqua, a diverse altezze, viene utilizzata principalmente come elemento in cui si possono assumere posizioni e posture che fuori dall’acqua non si possono mantenere con la stessa facilità e possono essere eseguite delle
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progressioni ginniche che solamente in acqua possono essere proposte. Le sessioni possono essere individuali o di gruppo, tenendo presente che i gruppi devono essere costituiti da un numero ridotto di persone, di modo che l’operatore possa proporre esercizi comunque personalizzati e avere sempre sotto controllo le risposte ginnico-motorie dei propri utenti. Gli esercizi possono essere suddivisi in: - esercizi in acqua bassa, con il capo fuori dall’acqua o in immersione, con o senza l’utilizzo di piccoli attrezzi; - esercizi in acqua di media altezza, con il capo fuori dall’acqua o in immersione, con o senza l’utilizzo di piccoli attrezzi; - esercizi in acqua di media altezza, con il capo in immersione (a corpo libero, alla parete); - esercizi in acqua di media altezza in spostamento, con l’utilizzo di piccoli attrezzi. 8
GLI ATTREZZI UTILIZZATI Sono tutti piccoli attrezzi galleggianti, che possono facilitare l’esecuzione degli esercizi di Acquantalgica e di nuoto antalgico: - tavoletta, costituita da materiale galleggiante, (plastica o materiale di vario genere), può avere diverse dimensioni; - salvagenti di vario genere; - braccioli o cavigliere, secondo della zona corporea in cui li applichiamo; - tubolari, attrezzi a forma di tubo, molto flessibile e abbastanza lungo, sono costituiti da materiale galleggiante non gonfiabile; - pinnetta, pinna ridotta nelle sue dimensioni, più o meno rigida. Tra i piccoli attrezzi includo anche la parete, il pavimento e costituzione e forma del bordo vasca. L’ALTEZZA DELL’ACQUA Maggiori sono le parti del corpo che rimangono fuori dall’acqua,
Focus in acqua più il peso del corpo si avvicina al suo peso fuori dall’acqua. In base a ciò, vanno valutate globalmente alcune delle caratteristiche psico-fisiche dell’utente (altezza, pesantezza, volume, dimensioni, capacità coordinative, mobilità articolare, acquaticità, paura e timori) in base alle quali sviluppare un programma mirato, scegliendo esercizi in acqua bassa o in acqua di media altezza, intendendo per acqua bassa un’altezza minima alle ginocchia, per arrivare all’altezza dell’addome; mentre per acqua di media altezza dall’addome fino ad arrivare sulle spalle. IL NUOTO ANTALGICO Spesso le persone sono invitate a frequentare la piscina da parte dei propri medici per prevenire o curare una sofferenza lombalgica, ma una volta recatesi in piscina devono adeguarsi alle proposte natatorie aspecifiche della scuola nuoto, volte a soddisfare le esigenze di un gruppo. Per questo gli si propongono alcuni esercizi natatori non adatti al suo problema, ma molto spesso addirittura controindicati. Il nuoto “antalgico” tende a educare l’utente stesso permettendogli di nuotare attraverso esercizi natatori a lui più indicati, eliminando dal suo repertorio eventuali esercizi non adeguati. LE ALGIE LOMBARI IN ACQUA Le cause che determinano l’origine delle algie lombari sono sicuramente molte e devono essere considerate attentamente, perché non tutte possono essere trattate in acqua (secondo la gravità della malattia e secondo eventuali contro indicazioni mediche). La lombaggine è una sofferenza sociale molto comune, l’intensità del dolore può essere lieve o intensa e può essere curata in acqua in modo diverso, secondo le caratteristiche funzionali e struttu-
rali della piscina. È necessario inizialmente indagare la causa che è all’origine del problema e della sofferenza. Nella maggior parte dei casi, l’origine deriva da posizioni e movimenti scorretti eseguiti quotidianamente, da stress psicologici e da una forma fisica scadente, con presenza di soprappeso e debolezza muscolare. Ma molte altre possono essere le cause: - deformità congenite della colonna vertebrale (per esempio spondilolistesi); - stato di gravidanza; - anomalie dello sviluppo della colonna vertebrale, tipo osteocondrosi, scoliosi ecc.; - infiammazioni acute tipo artrite o ernia del disco; - infiammazioni degenerative, come artrosi ed osteoporosi; - traumi di vario genere, come il colpo di frusta o il colpo della strega; - tumori vertebrali; - esiti di interventi chirurgici OBIETTIVI PRIMARI E SECONDARI Naturalmente l’obiettivo per eccellenza è la diminuzione, se non in alcuni casi l’eliminazione dello stato di sofferenza del nostro utente colpito da lombaggine, che può essere raggiunto LA RETROVERSIONE SEDUTA
LA SEDIA ACQUATICA
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passando per una serie di obiettivi intermedi: - prendere coscienza della corretta posizione della colonna vertebrale e imparare a controllarla in acqua nelle sue posizioni e nei suoi movimenti durante le diverse situazioni; - riuscire a decomprimere i dischi intervertebrali attraverso esercizi eseguiti in acqua, di autoallungamento e di rilassamento; - migliorare la mobilità articolare normale, attraverso esercizi in acqua di mobilizzazione, di trasferimento posturale e di allungamento muscolare; - rafforzamento e irrobustimento in acqua dei muscoli addominali, nonché degli arti inferiori. Gli obiettivi secondari in termini globali sono un miglioramento dell’acquaticità personale; il rafforzamento delle condizioni generali quali l’equilibrio, la capacità respiratoria, la coordinazione motoria, la capacità cardiocircolatoria, la forza generale, la coordinazione settoriale e segmentaria e infine la coordinazione globale e generale. ESERCIZI IN ACQUA BASSA CON IL CAPO FUORI DALL’ACQUA: ALCUNI ESEMPI CON LA TAVOLETTA 1. La retroversione seduta. In ginnastica medica e correttiva
Focus: in acqua la retroversione del bacino è la postura di base, indispensabile nei casi di algie; si esegue solitamente in appoggio con la schiena sul pavimento o sulla parete a gambe piegate. In acqua, la retroversione viene eseguita in posizione seduta (l’appoggio è rappresentato dal sostegno dell’acqua stessa): si esegue attraverso il basculamento del bacino, cioè la regione pubica si solleva leggermente, mentre la regione ombelicale si abbassa. È importante controllare che questo movimento avvenga attraverso la contrazione dei muscoli retti dell’addome (sono retroversori) e del muscolo trasverso (svolge azione di torchio addominale). Questo movimento tende a decomprimere i dischi intervertebrali nella regione lombare e tende a rettilineizzare la lordosi lombare fisiologica, svolgendo azione antalgica.
2. La sedia acquatica. Mani in appoggio sulla tavoletta, posta sulla superficie dell’acqua. Colonna vertebrale più diritta possibile ma rilassata. Gambe piegate e leggermente divaricate, quanto basta per avere le spalle sotto l’acqua. Piedi in appoggio plantare sul pavimento, in direzione avanti e paralleli tra di loro. Esecuzione: a. Respirare regolarmente e tranquillamente. b. Eseguire la retroversione del bacino e mantenerla. c. Estendere la colonna vertebrale il più possibile verso l’alto, senza estendere le gambe che rimangono nella posizione di preparazione. d. Pressare leggermente le mani sulla tavoletta verso il basso. e. Mantenere i piedi a contatto del pavimento, fermi nella posizione di preparazione. Tempo di tenuta: 20 sec. 3. Allungamento in semipie-
ALLUNGAMENTO IN SEM,IPIEGATA
IL CONFESSORE
L’ACCOSCIATA
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gata. Mani in appoggio sulla tavoletta, braccia in allungamento avanti con l’acqua sulle spalle, gamba dx estesa e allungata avanti con il tallone a terra e piede in flessione dorsale, gamba sx piegata con il piede sx in appoggio totale sul pavimento. Schiena più diritta possibile ma rilassata. Esecuzione: a. Spostare il bacino verso il basso dietro e mantenerlo in costante allungamento posteriore. b. Allungare il più possibile le braccia in avanti, allontanando la tavoletta dal proprio corpo. c. Estendere la colonna vertebrale più in avanti possibile. d. Mantenere le gambe ferme nella posizione di preparazione. e. Respirare regolarmente. Tempo di tenuta: 20 sec. 4. Il confessore. Gambe piegate e ginocchia appoggiate a terra, busto leggermente inclinato in avanti, braccia allungate in avanti e mani sulla tavoletta, piedi in flessione plantare, con il dorso del piede sul pavimento. Esecuzione: a. Spingere leggermente le mani sulla tavoletta, verso il basso. b. Estendere la colonna vertebrale verso l’alto il più possibile, mantenendo le ginocchia a terra. c. Estendere le cosce ed esegui(continua) re la retroversione del bacino. d. Respirazione regolare. Tempo di tenuta: 20 sec. 5. L’accosciata.Mani in appoggio palmare sulla tavoletta, colonna vertebrale leggermente inclinata in avanti, gamba sx piegata a circa 90°con appoggio totale del piede a terra, gamba dx piegata con appoggio del ginocchio a terra e piede in flessione plantare con il dorso appoggiato a terra. Esecuzione: a. Spingere leggermente le mani verso il basso, sulla tavoletta. b. Allungare la colonna vertebrale ed estenderla verso l’alto c. Eseguire la retroversione del bacino (maggiormente l’emiba-
Focus in acqua cino dx) con l’estensione della coscia sx d. Respirare regolarmente. Tempo di tenuta: 15 sec. 6. L’estensione monolaterale in accosciata. Braccia estese in avanti con le mani sulla tavoletta, colonna vertebrale leggermente inclinata in avanti con l’acqua sopra le spalle, gamba sx piegata a circa 90° con appoggio totale del piede a terra, gamba dx piegata con appoggio del ginocchio a terra e flessione plantare del piede con il dorso sul pavimento. Esecuzione: a. Estendere il braccio dx verso l’alto, coinvolgendo anche la colonna vertebrale nell’estensione b. Spingere leggermente la mano sx verso il basso sulla tavoletta c. Estendere la colonna vertebrale verso l’alto (maggiormente a dx) ed eseguire la retroversione del bacino (maggiormente con l’emibacino dx) d. Estendere la coscia dx. e. Respirare regolarmente.
Tempo di tenuta: 10 sec. 7. La torsione monolaterale. Mani in appoggio sulla tavoletta, braccia in estensione avanti con l’acqua sulle spalle, gamba dx piegata a circa 90° con l’appoggio totale del piede a terra, gamba sx piegata con l’appoggio del ginocchio sx a terra e piede sx in flessione plantare con il dorso appoggiato a terra. Esecuzione: a. Spingere le mani leggermente verso il basso sulla tavoletta. b. Allungare la colonna vertebrale verso l’alto. c. Eseguire la retroversione del bacino (maggiormente con l’emibacino sx) ed estendere la coscia sx. d. Eseguire la torsione del tronco verso il lato sx, con le braccia estese in avanti e con le mani sulla tavoletta ed eseguire la tenuta. e. Dopo aver eseguito la tenuta tornare nella posizione di preparazione.
L’ESTENSIONE MONOLATERALE IN ACCOSCIATA
f. Respirare regolarmente. Tempo di tenuta: 10 sec. 8. La torsione bilaterale seduta. Acqua sopra le spalle, con la gambe piegate a circa 90°, divaricate tra di loro; busto leggermente inclinato in avanti con le mani poste sulla tavoletta e le braccia in estensione; piedi in appoggio plantare sul pavimento, abdotti. Esecuzione: a. Allungare in max estensione le braccia avanti, con le mani sopra la tavoletta che spingono verso il basso. b. Mantenere la posizione seduta ed eseguire la retroversione del bacino,allungare la colonna vertebrale verso l’alto ed estenderla il più possibile, mantenendola più diritta possibile. c. Mantenendo il busto più diritto possibile, eseguire una torsione del busto prima verso dx, poi verso sx. con le braccia che si spostano anche loro verso dx e poi verso sx, continuando in questo modo con le mani che spingono in basso sulla tavoletta. d. Respirare normalmente.
ANDREA ALTOMARE Insegnante di educazione fisica, istruttore di nuoto e assistente bagnanti, istruttore di nuoto per i disabili H.S.A. Italia, operatore per disabili F.I.S.D., ha partecipato a seminari e convegni riguardanti la motricità per disabili e per anziani anche non autosufficienti. Attualmente è il responsabile del servizio di idrochinesiterapia presso la Cooperativa Servizi Riabilitazione. Grazie alla sua esperienza è ideatore e promotore dell’Acquantalgica, il metodo di ginnastica in acqua per la prevenzione e la cura delle algie lombari.
LA TORSIONE MONOLATERALE SEDUTA
LA TORSIONE BILATERALE SEDUTA
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Focus: in acqua
app con rof lin ond k d ime i nto
Acqua e artrite:
quale rapporto? Praticare attività fisica senza pericolo di sovraccarico per le articolazioni, muoversi con facilità e scioltezza senza accusare dolore: come utilizzare queste condizioni. Due studi sul campo. el mondo occidentale la prima causa di mobilità limitata è attribuik bile all’artrite, termine Lin che, secondo l’Arthritis Foundation, fa riferimento a cento forme diverse di patologie che provocano dolore, gonfiore e limitazione del movimento a carico delle articolazioni e del tessuto connettivo di tutto il corpo. La caratteristica principale dell’artrite è la sua cronicità, cioè la sua continuità per tutta la vita. Tra le forme più diffuse vi sono: l’osteoartrite (nota anche come artrosi), la fibromialgia e l’artrite k reumatoide. L’artrosi è meglio n i L conosciuta come patologia degenerativa delle articola-
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zioni: il logoramento, l’usura e l’invecchiamento causano l’indebolimento e il deterioramento della cartilagine articolare nella parte finale delle ossa. Questo provoca l’indebolimento delle strutture muscolari e capsulo-legamentose che sostengono l’articolazione, per cui il tentativo dell’organismo di stabilizzare la giuntura, ha come effetto la formazione di speroni ossei e osteofiti. Questi rappresentano degli ostacoli meccanici (con la diminuzione degli spazi e del liquido intrarticolare), che provocano la limitazione funzionale, insieme alle contratture muscolari attorno all’articolazione, conseguenza di una vera e propria reazione difensiva dell’organismo che per sfuggire al dolore cerca di “tener ferma” la parte sofferente. Questo processo degenerativo è poi influenzato da vari fattori quali: il sovrappeso, l’obesità, lo scarso o l’inadatto esercizio fisico, i traumi articolari. L’artrite reumatoide è un’in12
di Erika Loffi
fiammazione cronica che coinvolge tutto l’organismo, incluse le membrane sinoviali che circondano il fluido lubrificante delle articolazioni (il liquido sinoviale). È una malattia autoimmune, una condizione in cui il sistema immunitario attacca i propri tessuti. Coinvolge principalmente mani, polsi, gomiti, ginocchia e piedi, provocando dolore, gonfiore, parziale dislocazione dei giunti e rigidità riscontrabili principalmente al mattino, di durata prolungata, che si riducono muovendosi, riscaldando le articolazioni. La fibromialgia è invece più difficile da diagnosticare: il paziente lamenta sintomi diffusi ai muscoli e ai tendini ma non ben localizzati, oltre all’astenia, alla rigidità, alle parestesie, all’insonnia e all’ansia. Il dolore spesso è definito in modo fantasioso, senza specifiche di sede, tempo, orario, molto sensibile alle variazioni meteorologiche; comporta rigidità generale del tronco, delle anche, del cin-
Li nk
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Focus: in acqua
golo scapolare, del collo e frequente lombalgia. I trattamenti farmacologici sono a base di cortisone, con infiltrazioni locali, e hanno lo scopo di ridurre i processi infiammatori; con l’avanzare del processo patologico si ricorre a farmaci via via più potenti. Poichè è impossibile intervenire sul decorso della malattia, molto importante sarà lo stile di vita che tali pazienti dovranno adottare: eliminare il fumo e l’alcool, seguire una dieta sana ed equilibrata e praticare regolarmente attività fisica. L’acqua rappresenta l’ambiente ideale per tali soggetti per poter praticare una regolare attività fisica senza pericolo di sovraccarico delle articolazioni, sfruttando le proprietà miorilassanti del fluido, che permette loro di muoversi con facilità, con maggior scioltezza, senza accusare dolore. ARTRITE IN ACQUA: DUE STUDI Vorrei citare due casi di artrite
trattati con un programma adattato di attività motoria in acqua. Il primo caso riguarda uno studio di alcuni ricercatori americani su un gruppo di donne affette da artrosi agli arti inferiori e i miglioramenti ottenuti dopo un allenamento in acqua che prevedeva 68 esercizi studiati appositamente per migliorare la forza, l’escursione articolare e la scioltezza di movimento. Il programma era organizzato in tre sedute settimanali della durata di 45 minuti ciascuna, effettuate in una piscina di profondità variabile (1.061.52 metri), con una temperatura dell’acqua di circa 29.630.08°C. Il parametro maggiormente indagato è stato quello relativo all’instabilità posturale che comporta problemi di mantenimento dell’equilibrio statodinamico, sperimentato con frequenza da questi pazienti durante le loro attività quotidiane (camminare, salire le scale…) attraverso l’analisi delle oscillazioni posturali in appog13
gio bipodalico, sia in condizione di visione che non. In condizione di visione si sono ottenute diminuzioni del 26% delle oscillazioni laterali e una diminuzione del 18.1% di tutta l’area di oscillazione per il gruppo che si è allenato in acqua (exercise group); in condizione di non visione si sono rilevate diminuzioni maggiori: 30.5% per le oscillazioni laterali, 11.5% per quelle sagittali e 28.5% dell’area totale di oscillazione. Quindi, le donne allenate in acqua con un programma specifico presentano una notevole diminuzione delle oscillazioni posturali in condizione di non visione; è stato ipotizzato che, per una postura più stabile, i segnali propriocettivi potrebbero essere molto più importanti rispetto alle altre informazioni percettive. Lavorare in acqua comporta una continua disorganizzazione della propriocettività e il continuo intervento da parte del sistema nervoso centrale nell’elaborare
Focus: in acqua le informazioni provenienti da un ambiente diverso, in modo da attuare aggiustamenti posturali adatti a mantenere il corpo in equilibrio durante il movimento. L’acqua è un ottimo allenamento per la propriocezione: è un ambiente in continuo movimento e comporta un continuo adattamento dell’organismo che si sta muovendo in esso e pertanto può essere sfruttato per migliorare nell’uomo la capacità di recuperare e mantenere la stabilità posturale nelle diverse condizioni, sfruttando maggiormente i segnali apportati dai propriocettori: fusi neuromuscolari e organi tendinei di Golgi. Il secondo caso che vorrei riportare tratta di uno studio su un gruppo di bambini affetti da artrite reumatoide agli arti inferiori, in cui il programma di attività motoria in acqua ha integrato l’intervento di fisioterapia. Sono stati studiati gli effetti dell’attività fisica in acqua sul range di movimento degli arti inferiori, sulla deambulazione e sulla mobilità generale di questi giovani pazienti di età compresa tra 4 e 13 anni. Il program-
ma, della durata di sei settimane, era strutturato in due sedute settimanali di 45 minuti ciascuna; ogni lezione prevedeva una parte dedicata a esercizi specifici, mentre gli ultimi 15 minuti erano dedicati al gioco libero in acqua, che ha promosso notevolmente la socializzazione tra i bambini. I parametri indagati sono stati la velocità, la cadenza e la lunghezza del passo (che nel bambino affetto da artrite reumatoide sono ridotti) e il battito cardiaco rilevato in tre momenti (prima di ciascuna serie di esercizi, subito dopo la parte più intensa della seduta e alla fine, dopo il defaticamento). I risultati hanno confermato i miglioramenti ricercati con il trattamento in acqua: tendenza all’aumento della velocità, della cadenza e lunghezza del passo, rilevando inoltre dalle curve del battito cardiaco, nella prima e nella sesta settimana di attività, un modello di recupero migliore e più completo post-esercizio, risultato che avvalora l’idea di promuovere l’attività fisica in acqua per tali soggetti come complemento alla fisioterapia.
In conclusione vorrei ancora sottolineare un altro beneficio associato all’intervento in acqua con tali pazienti e cioè la diminuzione temporanea del dolore, che permette loro di svolgere il gesto con meno sforzo, incrementando nello stesso tempo l’escursione articolare e la fiducia nelle proprie capacità funzionali, stimolando così la voglia di praticare attività fisica in assoluta sicurezza e senza paura di accentuare il dolore (il livello di compliance per l’esercitazione in acqua di tali soggetti è dell’88%). Inoltre, l’acqua favorisce il rilassamento muscolare, quindi una diminuzione delle tensioni e un aumento della circolazione sanguigna nelle parti coinvolte dall’esercizio.
ERIKA LOFFI Laureata in Scienze Motorie con indirizzo preventivo e adattato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Pavia, con la tesi di laurea sperimentale “Aquagym, attività motoria in acqua”, Erika Loffi insegna aquagym presso il Centro Idea Blu di Pavia, ginnastica preventiva e adattata per l’età adulta alla Scuola di Danza Città di Mede e danza classica e moderna presso alcune scuole della provincia di Pavia.
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Focus: in acqua
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Attività in acqua Elisir di lunga vita
di Luigi Vecchio blusplinter@libero.it
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n Italia sempre più persone praticano ginnastica in acqua. Secondo la European Aquatic Association, su un totale di quasi sei milioni di persone che in Italia frequentano le piscine (di cui l’undici per cento è oltre i sessant’anni), quasi 1.400.000 si dedicano alla ginnastica in acqua (di cui circa l’otto per cento è oltre i sessant’anni). La mia personale esperienza legata alla realizzazione e alla gestione di due impianti natatori coperti di piccole dimensioni parte nel 1995, anno in cui la ginnastica in acqua inizia la sua forte crescita. La ginnastica in acqua viene proposta in numerose varianti dai nomi diversi. In sostanza, le differenze più evidenti riguardano: l’uso di piccoli e grandi attrezzi,
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l’uso della musica e le scelte coreografiche. Le variabili più importanti riguardano, invece, la profondità dell’acqua, la temperatura dell’acqua e dell’aria, la filtrazione e la disinfezione dell’acqua, oltre ad alcune scelte strutturali, come per esempio la forma della vasca e il rivestimento della stessa. La piscina può essere ritenuta il luogo ideale per l’attività fisica di persone in età avanzata? Per rispondere occorre tener conto di alcuni fattori. PROPRIETÀ DELL’AMBIENTE ACQUA Innanzitutto, è bene ricordare che un corpo immerso in un fluido è soggetto ad alcuni fenomeni di tipo fisico, come il principio descritto da Archime16
de per cui il corpo riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del fluido spostato. Ciò vuol dire che il peso di un uomo immerso in posizione verticale fino allo sterno si riduce al 40%. Secondo la Legge di Pascal, subisce una pressione idrostatica crescente con il crescere della profondità: con un solo metro di altezza dell’acqua abbiamo un incremento di pressione di circa il 10%. Oltre a ciò, questo corpo ruota su se stesso fino a quando il vettore della forza peso si trova sulla stessa linea del vettore della spinta di galleggiamento. Se poi a immergersi è una persona, è necessario considerare anche una serie di modificazioni fisiologiche. Per quanto riguarda la circolazione sangui-
Focus: in acqua gna, si riscontra un aumento della stessa a parità di frequenza cardiaca, con un aumento della gittata sistolica e del ritorno venoso. A questo aggiungiamo la centralizzazione del volume ematico, l’aumento della diuresi e della natriuresi (aumento dell’eliminazione di sodio nelle urine). Anche la circolazione linfatica aumenta. Per quanto riguarda l’apparato respiratorio, a causa dell’aumento di pressione sulla gabbia toracica aumenta il lavoro dei muscoli respiratori. Grazie all’effetto miorilassante dell’acqua abbiamo anche una maggiore flessibilità muscolare a vantaggio di una maggior mobilità articolare; diminuisce il carico sulle articolazioni ed è possibile incrementare il tono muscolare anche in presenza di ipotonia. Questo perché l’acqua può essere utilizzata come se fosse una macchina isocinetica perfetta, dove la resistenza esterna di un movimento varia al variare della velocità di esecuzione, istantaneamente e in proporzione quadrata. Il tutto con inerzia ridottissima. Grazie al movimento in acqua abbiamo inoltre un maggior assorbimento dell’acido lattico, una migliore calcificazione ossea, una migliore cicatrizzazione dei
tessuti e la produzione di betaendorfine. Da non trascurare lo scambio termico con l’ambiente che cambia con il variare delle temperature. LA PREVENZIONE DELLE CADUTE In un ambiente così “diverso” dal nostro quotidiano la prevenzione delle cadute avviene soprattutto grazie alla grande stimolazione sensoriale. I suoni sono percepiti in modo diverso; la luce e i colori si riflettono sull’acqua mai ferma; gli oggetti immersi sembrano muoversi; i nostri propriocettori sono parzialmente inibiti; cambia così, al variare della velocità di esecuzione dei movimenti, la percezione del nostro corpo, con un accentuarsi della pressione esterna e con le interferenze date da riverbero e turbolenza del fluido. Occorre a questo punto introdurre il concetto di “metacentro”: per la spinta di galleggiamento il baricentro terrestre perde importanza e il corpo tende a ruotare attorno a un nuovo punto, detto metacentro. Il metacentro cambia posizione a ogni cambiamento di postura, di modo che il soggetto si trova a dover continuamente riorganizzare le informazioni sensoriali, comparando la
sua esperienza acquisita a nuove variabili. Ricordiamo che in acqua si possono assumere posizioni che “a secco” farebbero cadere la persona. Chi ha problemi di equilibrio, o chi ha subito traumi, può muoversi sostenuto e frenato dall’acqua senza temere cadute improvvise. Le sole controindicazioni all’attività in acqua sono: ferite aperte e piaghe, infezioni interne, otiti, insufficienza respiratoria grave. Tengo a sottolineare che l’attività in acqua è per tutti, non è esclusiva di chi ha sempre nuotato. Infatti anche le maggiori paure possono essere superate grazie al supporto di un mediatore: un professionista con adeguata conoscenza tecnica, competenza educativa, preparazione metodologica. Molte persone non abituate a frequentare piscine scoprono in età avanzata il piacere di muoversi in acqua, e ritrovano vitalità e benessere.
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LUIGI VECCHIO Diplomato ISEF presso l’Università Cattolica di Milano, è attualmente docente di Attività Fisica Adattata all’Università di Pavia e responsabile dei centri Idea Blu, acqua, fitness e relax, Pavia.
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Focus: in acqua
Riabilitazione, educazione motoria, prevenzione e mantenimento della salute: l’acqua si riconferma uno strumento quanto mai versatile. Dalle potenzialità interessanti e benefiche
Passeggiando in acqua P di Luigi Vecchio blusplinter@libero.it
aralisi cerebrale infantile, tetraparesi spastica, Walter non cammina. Il suo scheletro si è sviluppato in modo non armonico a causa delle fortissime e continue contrazioni muscolari. Sulla sedia a rotelle, così come sul seggiolone gigante di casa sua, è sempre vincolato, per evitare cadute. In acqua è libero, felice di muoversi in completa autonomia. Cammina rapidamente, avvicina gli altri ragazzi per relazionarsi. Non riesce a parlare, ma comunica benissimo. Spostandosi a grandi passi percorre la piscina Idea Blu di Pavia in lungo e in largo continuamente, per festeggiare i suoi amici e per fare loro dispetti. Avere amici così rende felici. Cammina tanto da dover indossare
calze di cotone per proteggere la sua delicata pianta del piede. Non uscirebbe mai dall'acqua, che lo frena e insieme lo sostiene. La pressione idrica sugli arti inferiori favorisce il ritorno del sangue venoso e interessa anche il reticolo linfatico. La vasodilatazione periferica facilita l'ossigenazione dei tessuti. La viscosità dell'acqua determina contemporaneamente sia il rilassamento muscolare, rendendo esercizi di allungamento particolarmente efficaci fino a circa trenta minuti dopo l'uscita dall'acqua, sia la possibilità di potenziamento muscolare, dal momento che la resistenza allo spostamento di un corpo immerso cresce in proporzione geometrica rispetto alla velocità. Anche la capacità di Wal18
ter di mantenere il suo equilibrio statico e dinamico in acqua è aumentata in pochi mesi, così come la prontezza nel recuperare l'equilibrio perso: ora resiste e vince anche la spinta dell'impianto per il nuoto controcorrente. L'attività in acqua è per Walter ricca di significato, perché aumenta la sua autostima, la sua autoefficacia, la sua gioia. E il suo organismo ne trae anche notevoli vantaggi a livello fisiologico e neuromuscolare. Walter è un ragazzo sano, quasi a dispetto della sua disabilità. Troppo spesso le persone disabili non svolgono alcuna attività fisica, con conseguente deperimento del loro stato di salute e aggravamento del loro handicap. Ho citato Walter come esempio, ma so-
Focus: in acqua no molte le persone che, con disabilità differenti, traggono beneficio dal movimento in acqua. La mia personale esperienza riguarda bambini con autismo, ragazzi non vedenti, bambini con sindrome di Down, persone con esiti da poliomielite, con sclerosi multipla, con paraplegia ed emiplegia, con paralisi cerebrale infantile, con morbo di Parkinson e focomelia. Ho riscontrato sempre miglioramenti sul piano educativo-motorio e relazionale, qualitativamente e quantitativamente molto individualizzati: ogni esperienza è unica. Proprio osservando gli evidenti benefici del lavoro in acqua con persone disabili è possibile intuire i vantaggi che tale attività garantisce anche agli individui sani. Così l'acqua diventa un versatile strumento che capaci professionisti possono utilizzare per conseguire i loro obiettivi: riabilitazione per i fisioterapisti; educazione motoria, prevenzione e mantenimento della salute per gli educatori fisico-motori. LE VARIABILI "Tutti in acqua!" sembrerebbe essere lo slogan ideale, ma non bisogna ignorare gli elementi variabili, le controindicazioni a tale attività, gli aspetti gestionali e organizzativi. Un elemento variabile è l'acqua stessa: dolce o salata, ha proprietà fisiche differenti e ogni acqua termale è un meraviglioso capitolo a sé. Anche la temperatura non è secondaria e può favorire o frenare il conseguimento dei vari obiettivi. La struttura dove svolgere movimento in acqua può avere diverse caratteristiche: dimensione, forma e profondità delle vasche, disponibilità di attrezzature fisse e mobili, distribuzione degli ambienti di servizio. Ogni componente influenza gli altri e una piscina può non essere adeguata alle esigenze
di tutti. Se, ad esempio, per i neonati con displasia polmonare o con ipotonia muscolare l'attività in acqua è particolarmente efficace e spesso permette il recupero dell'elasticità polmonare e la conquista del giusto tono muscolare, in altri casi non si deve proprio entrare in acqua: ad esempio, in presenza di ferite aperte o piaghe da decubito, di insufficienza respiratoria grave, di cardiopatie gravi. Divieto di balneazione anche in caso di otiti, di timpano perforato e di malattie infettive, sia cutanee, sia gastrointestinali, sia respiratorie. Altre limitazioni al lavoro in acqua 19
possono derivare dalla carenza stessa di piscine con caratteristiche idonee e dagli alti costi di gestione di quelle esistenti. Per garantire questo tipo di attività a costi contenuti, l'orientamento in Italia è di realizzare vasche di dimensioni minime e di organizzare le attività in gruppi omogenei e poco numerosi. Altre volte il gestore applica un prezzo "politico", fingendo di dimenticare le bollette energetiche. Alcuni centri fisioterapici propongono sedute in cui è efficacemente proposta la combinazione tra fisioterapia a secco e riabilitazione in acqua.
LE AZIENDE INFORMANO
WHY BE NORMAL?
di Lillias Regalzi
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embra facile affrontare questa sfida: spiegarmi quanto sia illusorio pensare di fare jogging per conto proprio (nel parco..?) o un po’ di cyclette o tapis a casa, davanti alla tele. Sicuramente non sono più argomenti di attrazione perché io mi iscriva a un centro fitness le ormai reiterate promozioni, associate a sconti e ticket omaggio; e non basta certo far vedere i nuovi tapis, le nuove pedane vibranti o le docce ristrutturate: queste cose devono esserci, perché non sono dei plus: sono dei must. E allora? Se è vero che avete fatto di tutto per farmi entrare, altrettanto si è fatto per farmi uscire o non farmi entrare affatto. Potrebbe servire sapere cosa penso di trovare, perché sono entrato a informarmi, cosa voglio, o spero, di realizzare (obiettivi generali e specifici)… Ma se poi chiedessi di diventare bello, simpatico e intelligente facendo “vibration training” qualcuno avrebbe la capacità (o il coraggio) di dirmi che si possono raggiungere altri obiettivi, ma non proprio quelli richiesti? “Il Vibration Training System è un modo innovativo per fare attività fi-
sica e raggiungere almeno tre obiettivi: la prevenzione, il miglioramento delle condizioni generali di salute psicofisica, il mantenimento dei requisiti di forza e resistenza che ritardano l’invecchiamento e aumentano le aspettative di vita. È un allenamento che impiega una pluralità di pedane vibranti e si rivolge, preferibilmente, a un gruppo di utenti – che possono anche alternarsi sugli attrezzi – in una lezione che dura dai 20 ai 40 minuti; assistiti da un istruttore – personal trainer – appositamente formato e certificato. Questo allenamento, in virtù della sua versatilità, consente di tonificare e potenziare la muscolatura in tempi contenuti, ha effetti benefici sulla struttura ossea ed è particolarmente efficace sui soggetti sedentari (of course…) soprattutto per il suo basso impatto psicologico, per una percezione di sforzo minimo e per un ridotto impiego iniziale di tempo. WHY BE NORMAL? ha sviluppato il Vibration Training System guardando innanzi tutto al benessere delle persone, ricercando riscontri scientifici e casistiche, definendo le indicazioni d’uso, i limiti e le con-
VIBRATION troindicazioni, prima di valutare le opportunità per i professionisti del fitness di offrire qualcosa di innovativo, efficace e sicuro; puntando sul gruppo (ma non solo) e sul valore determinante della formazione. Il Vibration Training System si sta affermando nei fitness club sia come attività a sé stante, sia come attività complementare ad altre tipologie di esercizio fisico, grazie a un programma di training che, oltre ad ampliare l’articolazione degli esercizi e l’evoluzione dell’attività, definisce un percorso che porta a risultati reali e tangibili di benessere psicofisico e di miglioramento funzionale”. Bene, non so se avrò voglia di provarci, ma tra le opzioni che ho a disposizione c’è anche questa: nuova, efficace, divertente e soprattutto semplice e sicura; una ragione in più per avvicinarmi all’attività fisica, che in molti mi “suggeriscono” e alla quale sono sfuggito per troppo tempo….
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prevenzione
Sindrome patello-femorale Pre-functional Physical Examination di Rosario D’Onofrio, Manzi V., Armeni M., Arestia D., D’Ottavio donofrio.rosario@virgilio.it
l termine internazionale Patello-femoral Pain Syndrome (PFPS), esprime una varietà di anomalie anatomiche, funzionali e biomeccaniche che conducono, o possono condurre, a diversificate patologie. La conoscenza dell'anatomia e dello status dell’ambiente articolare del ginocchio, in primis dell’articolazione patello-femorale (PF), è essenziale per interpretare un’analisi della patogenesi di questa sindrome. Più di 2/3 degli atleti con condropatia patello-femorale (espressione patologica tra le più comuni) è trattata con successo attraverso protocolli di riabilitazione. Training cardiovascolari relativi allo sport specifico, attività pliometriche, sport cord, agility drills, training di forza e flessibilità, se combinati tra loro, sono ideali per ridurre l’incidenza di questa e altre patologie a carico dell'arto inferiore dal 33.7% al 14.3% [1].
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I miglioramenti ottenuti post fase acuta sono mantenuti sostanzialmente nel 68% dei casi, e questo solo grazie a un periodo di riabilitazione della durata di 16 mesi [2]. Una conclamata patologia patello-femorale richiede una riabilitazione lunga e continuativa, condotta per più di sette anni, con una percentuale di successo pari al 67% del recupero funzionale completo [3, 4]. Questa alta percentuale di successo si correla “tristemente” con una lunghissima riabilitazione, un iter tortuoso che valorizza notevolmente l’importanza delle strategie preventive e di screening, legate alle patologie da sport. Siffatte strategie devono essere applicate, in atleti asintomatici, attraverso una valutazione definita da noi con il termine Pre-functional Physical Examination, che precede il successivo training “terapeutico” che noi chiamiamo Pre22
venting Exercises Training e definito dalla letteratura internazionale come “pre-rehabilitation” [5, 6, 7]. La Pre-functional Physical Examination è basata sulla valutazione dei parametri anatomici funzionali e biomeccanici, e dei quadri clinici già conosciuti e dedotti da atleti sintomatici. Un Preventing Exercises Training applicato successivamente in atleti asintomatici, punta a ottimizzare la funzione e prevenire, una volta individuati i fattori di rischio, patologie acute e croniche da sport. Una condropatia femoro rotulea è la patologia ideale per un Preventing Exercises Training. Questa ci permette, una volta determinati i fattori di rischio individuali, di “dosare” eventuali stress e di studiare strategie terapeutiche preventive, in relazione anche agli infortuni pregressi, prima che la successiva fase sintomatica possa istaurarsi.
prevenzione PRE-FUNCTIONAL PHYSICAL EXAMINATION Deve individuare i fattori di rischio potenziali, che si correlano con una patologia femororotulea. Questi possono facilmente essere individuati in: 1. malallineamento e alterazioni biomeccaniche dell’arto inferiore; 2. squilibri di forza e di flessibilità; 3. decremento della flessibilità, in particolar modo di gastrocnemio, ischio crurali, quadricipite e bandelletta ilio tibiale; 4. instabilità cronica di ginocchio e caviglia; 5. decremento della forza del quadricipite e della muscolatura dell’anca; 6. un eccessivo angolo (Q) e posizione afisiologia dinamica della rotula (ipoplasia della faccetta mediale della rotula, rotula alta); 7. ipermobilità o ipomobilità della rotula; 8. un’anormale coordinazione dell’attività contrattile del vasto mediale obliquo e del vasto laterale; 9. un’alterazione degli equilibri dei vettori di forza del quadricipite (figura 1); 10. ginocchio varo, valgo, piede cavo e piatto si correlano con una sindrome patello-femorale [8, 9]; 11. disfunzioni e destrutturazioni posturali [10]; 12. precedente chirurgia del ginocchio; 13. l’orientamento del collo del femore e disfunzioni del bacino. Le conoscenze biomeccaniche servono anche come un punto di referenza per spiegare preci-
samente come deviazioni anatomiche possano generare potenziali e future PFPS. Un’attenta Pre-functional Physical Examination deve essere eseguita sugli atleti in una fase asintomatica. Nell’ambito del lavoro da campo, e nello specifico delle proprie competenze professionali, bisogna evidenziare, sottolineare e focalizzare la propria attenzione su alcuni punti chiave. 1. Decremento della flessibilità del Gastrocnemio. L’accorciamento del gastrosoleo riduce l'ammontare di dorsi-flessione. Questa limitazione può condurre a un’eccessiva pronazione dell’articolazione sub talare, con rotazione interna dell’asse femoro-tibiale, adduzione del femore e incremento dell'angolo di Q [11]. Si valorizzerà il valgo, in particolare del ginocchio, con enfasi della catena di chiusura che, in continuità con la catena crociata anteriore, si incrocia proprio a livello della rotula. Una riduzione dell’attività, in termini di flessibilità e di forza, del gastrocnemio e del soleo, può essere, invece, il fattore predisponente per appoggi podalici adattativi, che
Figura 1. Diagramma di forza del quadricipite e del tendine patellare. VMO= Vasto mediale obliquo; VML= vasto mediale lungo; RF= Retto femorale ; VI= Vasto intermedio; VLL= vasto laterale lungo; VLO= Vasto laterale obliquo; P= Patella; TT= tubercolo tibiale; T= Tibia; MR= Mediale.
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possono inficiare la tecnica di corsa e le successive alterazioni posturali ascendenti compensative, con immediate ripercussioni sull’articolazione più vicina prossimalmente: il ginocchio. 2. Lassità articolare generalizzata. Una lassità capsulo-legamentosa generalizzata incrementa il grado di mobilità articolare fisiologica, nello specifico il grado di mobilità della stessa rotula. Un’abnorme attività dell’articolazione femororotulea, con un incremento relativo della traslazione anteriore della tibia sul femore, concorre a evidenziare incrementi disfunzionali delle forze compressive articolari femoro rotulee, che sfoceranno in chiari quadri patologici. Una lassità legamentosa si correla benissimo con un'indicazione positiva per un programma di prehabilitation, in una sindrome patello femorale [12, 13, 14]. 3. Attività fisiologica e biomeccanica degli ischio crurali. L’alterazione della fisiologica espressività degli ischio crurali risulta patogenetica per una condropatia femoro-rotulea. Un monitoraggio periodico è consigliato, per valutare gli eventuali decrementi di forza eccentrica, in tutti gli atleti, e soprattutto in quelli che praticano attività sportive di salto verticale, e/o movimenti di crossover e sidestep cutting, come per esempio il calcio [15]. L'accorciamento dei flessori del ginocchio è stato formulato come un segno patognomonico, atto a correlarsi con una condropatia femoro-rotulea. Durante le attività sportive in cui è necessario utilizzare un’alta forza del quadricipite, il decremento della flessibilità degli ischio–crurali altera il rapporto di co-contrazione stabilizzatrice e il livello di coordinazione agonisti/antagonisti. Tutto questo, con il tempo, sfocerà in un’alterazione
prevenzione dei rapporti fisiologici a carico dell’apparato estensore, con un incremento delle forze compressive e destabilizzatrici a carico dell’articolazione femororotulea [16]. Uno squilibrio funzionale, in termini di forza, tra il quadricipite e gli ischio crurali incide negativamente sulle capacità elastiche, sulla coordinazione intra e intermuscolare e sul controllo neuromuscolare dell’articolazione del ginocchio, con una consequenziale predisposizione a rischi di lesioni traumatiche o da overuse. Un decremento di questa attività, relativamente all’alterazione del controllo neuromuscolare dei flessori, può mettere il legamento crociato anteriore a rischio di incremento di lesione. È estesamente evidenziato in letteratura che il ruolo dei muscoli flessori del ginocchio è quello di “proteggere” il legamento crociato anteriore da una forza traslativa anteriore prodotta, a intensità e ad angoli diversificati, dalla contrazione del quadricipite. Tale attività eccentrica dei flessori, che si verifica durante un’estensione concentrica del quadricipite, incrementa il “posterior pull” e la stiffness articolare. In lavori recenti D’Onofrio [17, 18, 19] e Manzi V. [20, 21] hanno evidenziato che uno squilibrio in termini di flessibilità a carico degli ischio crurali e del quadricipite nella
fase pre-season, può concorrere a identificare i giocatori di calcio a rischio di lesione dei gruppi muscolari estensori e flessori del ginocchio. 4. Debolezza della muscolatura dell’anca. Il muscolo iliopsoas è un flessore dell'anca e rotatore esterno femorale. La sua tensione fisiologica destabilizza la pelvi, portando in una pseudo rotazione il bacino, con riflessi posturali adattativi e compensativi sulla colonna lombare e sull’asse femoro-tibio-podalico [18, 22, 23]. Una limitazione della funzione articolare e muscolare dell’anca si riflette immediatamente sulla cinematica e sulla meccanica dell’arto inferiore, attraverso una rotazione asimmetrica dell’asse femoro-tibiale, e un possibile incremento dell'angolo di Q, con relativo incremento dello stress sull’articolazione patello-femorale [16, 23, 18]. Per gli atleti che mostrano un’asimmetrica rotazione esterna dell'anca, un programma di prehabilitation deve ricreare un equilibrio tensionale della pelvi all’interno delle catene cinetiche di forza tra rotazione interna ed esterna dell'anca [2, 18]. Un vasto mediale obliquo (VMO) forte, con un debole adduttore dell'anca, danno come risultato un sovraccarico sulla rotula. Per cui, “potenti” adduttori dell'anca servono a stabilizzare la contrazione di VMO so-
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prattutto durante l’espressività tecnico atletica, in appoggio podalico [24] . Un bilanciato equilibrio dei muscoli dell'anca abduttori/adduttori è molto importante per la stabilità del bacino e la prevenzione di una sindrome patello-femorale. 5. Decremento della flessibilità dell’Iliotibial Band (ITB). L'accorciamento della ITB, valutabile attraverso il test di Ober, tramite le correlazioni anatomiche con il retinacolo laterale, incrementerà il vettore di forza laterale sulla rotula durante la flessione, incrementando lo stress laterale sull’articolazione femoro-rotulea [25]. Nel lavoro di Kibler [26] si riporta che il 67% di atleti con Syndrome complex, presenta un accorciamento della IBT. Syndrome complex si riferisce a un dolore nella parte anteriore del ginocchio nei tessuti molli o intorno al tendine di patellare, dolore retropatellare durante la marcia, lieve dolore alla compressione femoro-rotulea, minimo crepitus, e nessuna evidenza clinica di sublussazione patellare, chondromalacia, incremento dell'angolo di Q e incremento della pronazione del piede. 6. Quadriceps Angle (Q-Angle). L’incremento dell’angolo Q cambia l'ubicazione dell’area di contatto e di pressione sull’articolazione femoro-rotulea, durante i movimenti di flessione
prevenzione ed estensione del ginocchio, dando luogo a una distribuzione non omogenea dello stress sulle aree articolari del ginocchio [27] . Questo incremento della pressione articolare solo su determinate aree articolari, può predisporre a cambiamenti degenerativi patologici l’articolazione del ginocchio [28, 29]. Un angolo Q incrementato (10° negli uomini e 15° nelle donne) provocherà una lateralizzazione della rotula nella troclea, con overstress anormali durante la flessione. La combinazione tra antiversione femorale e torsione tibiale esterna è nota come Sindrome infelice di mal allineamento. 7. Decremento della flessibilità del quadricipite. Witvrouw [30] afferma che un decremento della flessibilità del quadricipite è una delle cause del dolore anteriore del ginocchio. L'accorciamento del quadricipite, alterando la normale biomeccanica del ginocchio, può provocare un alto stress articolare patello-femorale e quindi sviluppare una sindrome patellofemorale [26]. Un deficit della flessibilità del quadricipite e degli ischio tibiali o del gastrocnemio soleo, potenzialmente riduce il range articolare del ginocchio e della caviglia, creando chiari ed elevati fattori predisponenti per patologie a carico dell’arto inferiore interessato. 8. Decremento dei livelli di forza del quadricipite. La debolezza del quadricipite, in particolar modo del vasto mediale obliquo (VMO) rispetto al vasto laterale (VL), può condurre a un dislocamento laterale della rotula, che ha come conseguenza una iperpressione laterale femoro-rotulea [31, 32]. La lettura dei vettori del quadricipite (Figura 1) spiega come uno squilibrio di forza può condurre ad allineamento improprio della rotula, così come un vasto me-
diale obliquo debole non può sostenere adeguatamente la stabilità mediale della patella. Kibler riporta che il 39% degli atleti con una condropatia femoro-rotulea, presenta una “debolezza del quadricipite” precedente all’instaurarsi della patologia. 9. Compressione patellare/ crepitio. Haim riscontrò un crepitio patello-femorale associato significativamente a una ridotta mobilità rotulea in pazienti di PFPS. Il crepitio patello-femorale da solo, tuttavia, non rappresenta nessuna indicazione clinica e perciò non può essere indicato come un potenziale fattore di rischio individuabile in questo nostro studio. Il patellar tracking test è effettuato comprimendo la rotula nel “cova” trocleare mentre si mobilizza la rotula. La presenza di dolore durante la prova indica un risultato positivo per condromalacia. Una deviazione laterale della rotula può essere osservata durante la fase finale della estensione del ginocchio. Un’ipermobilità patellare dà luogo ad alti stress tra la faccetta laterale della rotula e la troclea laterale [25]. Una stiffness eccessiva delle strutture laterali impedirà alla rotula di rientrare nel canale trocleare [31]. 10. Rapporto adduttori/abduttori dell’anca. È noto che adduttori e abduttori dell'anca rivestono un importante ruolo nella stabilità e nell’equilibrio del cingolo pelvico. Un’alterazione del rapporto di forza tra i gruppi adduttori ed abduttori è stato identificato come un fattore di rischio in giocatori di calcio. Un decremento omolaterale dei valori di forza e flessibilità crea movimenti compensativi posturali, provocando una disfunzione successiva del bacino identificabile come causa primaria di un’eventuale futura lesione muscolare a ca-
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rico degli ischio tibiali. Si è formulato, in letteratura, che movimenti ripetitivi legati alla gestualità tecnico/atletica, su un substrato disfunzionale, provocano un microtrauma cumulativo e così la possibilità di una lesione muscolo tendinea. Ekstrand [34] trovò che nella fase di pre-season i giocatori di calcio che presentavano un decremento della flessibilità degli adduttori dell’anca, incorsero in lesioni muscolari alla stessa regione adduttoria con riflessi patologici da overuse a carico del ginocchio, se comparati con i giocatori a cui non vennero riscontrate delle lesioni. I rotatori interni ed esterni dell’anca, i flessori ed estensori del ginocchio e gruppi di abduzione adduzione dell’anca devono essere allungati e potenziati [35, 36]. Deficit del range of motion dell’articolazione dell’anca, in termini di rotazione interna ed esterna, concorrono a elevare i rischi di lesioni a carico degli adduttori. Questa restrizione di mobilità, rimane un chiaro fattore predisponente per patologie da overuse. All’inverso, anche una limitata flessibilità dell'estensione dell'anca dovuta all'accorciamento della muscolatura flessoria o delle strutture capsulo-legamentose anteriori dell'anca, è causa di una possibile inclinazione anteriore e rotazione della pelvi durante la corsa, con una relativa accentuazione della lordosi. Le riduzioni eccessive di forza, sia concentrica ma soprattutto eccentrica, sono inquadrabili nell’ordine del 35-50% post lesione muscolare degli adduttori. Questa percentuale di squilibrio, se non appianata, rimane un chiarissimo fattore di rischio da valutare attentamente, nello Preparticipation Screening Evaluation eseguito nella fase pre-season.
GLI AUTORI BIBLIOGRAFIA 1. Heidt RS Jr, Sweeterman LM, Carlonas RL, Traub JA, Tekulve FX. Avoidance of soccer injuries with preseason conditioning. Am J Sports Med. 2000 2. Whitelaw GP, Rullo DJ, Marko-witz HD, Marandola MS, DeWaele MJ. A conservative approach to anterior knee pain. Clin Orthop. 1989 3. Kannus P, Natri A, Paakkala T, Jarvinen M. An outcome study of chronic patellofemoral pain syndro-me. Seven-year follow-up of patients in a randomized, controlled trial. J Bone Joint Surg Am.1999 4. Witvrouw E, Werner S, Mikkel-sen C, Van Tiggelen D, Berghe L Vanden, Cerulli G. Clinical classifica-tion of patellofemoral pain syndro-me: guidelines for non operative treatment. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2005 5. Jaggers JR, Simpson CD, Frost KL, Quesada PM, Topp RV, Swank AM, Nyland JA. Prehabilitation before knee arthroplasty increases postsurgical function. J Strength Cond Res. 2007 6. Jordaan G, Schwellnus MP. The incidence of overuse injuries in military recru-its during basic military training. Mil Med. 1994 7. Davis, MF.;Davis, PF.; Ross, DS. Expert Guide to Sports Medicine. Philadelphia, PA: American College of Physicians; 2005 8. Haim, A.;Yaniv, M.;Dekel, S.; Amir, H. Patellofemoral pain syndrome: validity of clinical and radiological features. Clinical Orthopaedics & Related Research. 2006. 9. Schutzer, SF.;Ramsby, GR.; Ful-kerson, JP. The evaluation of patello-femoral pain using computerized tomography. A preliminary study. Clinical Orthopaedics & Related Research. 1986. 10. Jordaan G, Schwellnus MP. The incidence of overuse injuries in military recruits during basic military training. Mil Med. 1994 11. Piva SR, Goodnite EA, Childs JD. Strength around the hip and flexibility of soft tissues in individuals with and without patellofemoral pain syndrome. J Orthop Sports Phys Ther. 2005 12. Davis, MF.;Davis, PF.; Ross, DS. Expert Guide to Sports Medicine. Phila-delphia, PA: American College of Physicians; 2005. 13. Fulkerson JP. Awareness of the retinaculum in evaluating patello-femoral pain. Am J Sports Med. 1982 14. Maralcan G, Kuru I, Issi S, Esmer AF, Tekdemir I, Evcik D. The innerva-tion of patella: anatomical and clinical study. Surgical & Radiologic Anatomy. 2005 15. Manzi V.,D’Onofrio R.,Pintus A. Amati A.,D’Ottavio S. Decremento della flessibilità e tendinopatia patellare (Notiziario del settore tecnico FIGC; 2005 1,33-35) 16. Piva SR, Goodnite EA, Childs JD. Strength around the hip and flexibility of soft tissues in individuals with and without patellofemoral pain syndrome. J Orthop Sports Phys Ther. 2005;35:793–801. 17. Rosario D'onofrio, Vincenzo Manzi, Le lesioni muscolari degli adduttori nella prati-
D’Onofrio Rosario ca sportiva. PF luglio-Agosto 2006 76-77 18. D’Onofrio R. Le disfunzioni del bacino: correlazione tra asimmetrica rotazione dell’anca e dolore anteriore del ginocchio PF 2007 , 6 novembre dicembre 36 -39 19. Rosario D’Onofrio,Vincenzo Manzi, Antonio Pintus ,Stefano D’Ottavio Le lesioni muscolari nel calcio internazionale. SdS,70, luglio settembre 2006 ; 51- 58 20. Manzi V. D’ Onofrio R.Padua E: Annino G: and D’Ottovio S. Analisi dei disordini di forza legati al rapporto quadricipite ischio crurali negli atleti top level Coaching & Sport Science Journal volume 2 numero 2-3 2006 pubblicato Marzo Aprile 2008 21. Manzi V.,D’Onofrio R.,Pintus A. Amati A.,D’Ottavio S. Decremento della flessibilità e tendinopatia patellare (Notiziario del settore tecnico FIGC; 2005 1,33-35) 22. Nicholas JA, Strizak AM, Veras G. A study of thigh muscle weakness in different pathological states of the lower extremity. Am J Sports Med. 1976;4:241–248. 23. Powers CM, Ward SR, Fredericson M, Guillet M, Shellock FG. Patellofemoral kinematics during weight-bearing and non-weight-bearing knee extension in persons with lateral subluxation of the patella: a preliminary study. J Orthop Sports Phys Ther. 2003;33:677–685 24. Hanten WP, Schulthies SS. Exercise effect on electromyographic activity of the vastus medialis oblique and vastus lateralis muscles. Phys Ther. 1990;70:561–565. 25. Fredericson M, Yoon K. Physical examination and patellofemoral pain syndrome. American Journal of Physical Medicine & Rehabilitation. 2006 26. Kibler WB. Strength and flexibility findings in anterior knee pain syndrome in athletes. Am J Sports Med. 1987;15" 27. Duffey MJ, Martin DF, Cannon DW, Craven T, Messier SP. Etiologic factors associated with anterior knee pain in distance runners. Medicine & Science in Sports & Exercise. 2000;32:1825–1832 28. Huberti HH, Hayes WC. Patellofemoral contact pressures. The influence of q-angle and tendofemoral contact. Journal of Bone & Joint Surgery – American Volume. 1984;66:715–724. 29. Mizuno Y, Kumagai M, Mattessich SM, Elias JJ, Ramrattan N, Cosgarea AJ, Chao EY. Q-angle influences tibiofemoral and patellofemoral kinematics. Journal of Orthopaedic Research. 2001. 30. Witvrouw E, Lysens R, Bellemans J, Cambier D, Vanderstraeten G. Intrinsic risk factors for the development of anterior knee pain in an athletic population. A two-year prospective study. Am J Sports Med. 2000 31. Amis AA. Current concepts on anatomy and biomechanics of patellar stability. Sports Medicine & Arthroscopy Review. 32. McConnell J. Rehabilitation and nonoperative treatment of patellar instability. Sports Med Arthrosc. 2007
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Docente, Corso di Laurea Specialistica, Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive ed Adattate, Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Master post Lauream in Area Medica in Posturologia, Università degli Studi di Roma La Sapienza
Manzi Vincenzo Docente, Corso di Laurea Specialistica, Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive ed Adattate, Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Dottorato di Ricerca in Scienze dello Sport , Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Arestia Domenico Docente, Corso di Laurea Specialistica, Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive ed Adattate, Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Armeni Massimo Collaboratore tecnico International Sport Science Association
D’Ottavio Stefano Docente, Corso di Laurea Specialistica, Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive ed Adattate, Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Coordinatore Area Scientifica Tecnico Sportiva, Corso di laurea in scienze motorie, Università degli Studi di Roma Tor Vergata Responsabile Nazionale Area Tecnica Settore Giovanile e Scolastico della Federazione Italiana Giuoco Calcio
33. Haim, A.;Yaniv, M.;Dekel, S.; Amir, H. Patellofemoral pain syndrome: validity of clinical and radiological features. Clinical Orthopaedics & Related Research. 2006. 34. Ekstrand J, Gillquist J. The availability of soccer injuries. Int J Sports Med 1983; 35. Roush MB, Sevier TL, Wilson JK, Jenkinson DM, Helfst RH, Gehlsen GM, Basey AL. Anterior knee pain: a clinical comparison of rehabilitation methods. Clinical Journal of Sport Medicine. 2000 36. Coqueiro KR, Bevilaqua-Grossi D, Berzin F, Soares AB, Candolo C, Monteiro-Pedro V. Analysis on the activation of the VMO and VLL muscles during semisquat exercises with and without hip adduction in individuals with patellofemoral pain syndrome. Journal of Electromyography & Kinesiology. 2005
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Il golfista in palestra a cura di Fabio Grossi e Michela Verardo
Link l golf, con oltre 50 milioni di giocatori, è uno degli sport più diffusi al mondo. Probabilmente perché, a differenza di altre attività, può essere praticato indistintamente da uomini e donne, da bambini, adulti e anziani. Per alcuni si tratta effettivamente di una disciplina sportiva, per altri è un divertimento, per altri ancora una piacevole e salutare dipendenza. Concentrazione, calma, nervi saldi sono le qualità indispensabili in questo gioco. Un gioco o uno sport aggregante, grazie a strutture come club e circoli, dove è determinante l’integrità dell’individuo nel dimostrare rispetto nei confronti degli altri giocatori e nella rigida osservazione delle regole (il golf è molto spesso giocato senza la supervisione di un arbitro). Secondo Giovanni Valentini il golf è un'opportunità per migliorarsi all'infinito. Per diventare dei buoni giocatori di golf non basta conoscere la tecnica o avere un fisico bene allenato, ma occorre praticarlo con continuità e passione. Come in ogni aspetto della vita, per
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mezzo della pratica si sviluppano gli automatismi, i movimenti di routine e si migliora soprattutto la fiducia nei propri mezzi. Dario Cubani , giornalista e artista napoletano, definisce il
golf come arte in movimento, dove ogni colpo richiede creatività e strategia per arrivare in buca con la soluzione migliore; ma, oltre alla fantasia, occorrono tecnica e allenamento.
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PREPARARSI FISICAMENTE Quando vediamo i grandi personaggi di questo sport, il celebratissimo Tiger Woods su tutti, eseguire con estrema facilità colpi fantastici, ci viene da pensare che questo sia un gioco semplice, che non comporta sforzo alcuno. In realtà non riusciamo a comprendere fino in fondo quanto lavoro si celi dietro le performance di questi grandi campioni. Giocare a golf significa essenzialmente essere capaci di eseguire gesti tecnici di grande precisione che richiedono forza, flessibilità, coordinazione e concentrazione per colpire la palla con l’obiettivo di “metterla in buca”. La programmazione individuale dell’allenamento dovrebbe esser tale da garantire lo sviluppo armonico ed equilibrato di tutte le principali qualità fisico-atletiche: resistenza alla forza, velocità d’esecuzione del gesto, flessibilità. La resistenza non è la qualità fisica principale nel gioco del golf, anche se migliorare la capacità di tollerare uno sforzo prolungato risulta importante per costruire la base su cui
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incrementare le altre qualità. La preparazione dovrebbe prevedere il bilanciato e moderato sviluppo di tutta la muscolatura, anche perché un lavoro troppo incentrato su forza e ipertrofia potrebbe risultare controproducente: lo sviluppo di grandi masse muscolari, soprattutto nella “parte alta” del corpo, può andare a discapito dell’efficacia del gesto, della flessibilità e della sensibilità nelle rotazioni del corpo. La muscolatura addominale, soprattutto a livello degli obliqui, è fondamentale per dare luogo alle torsioni del busto. Per quel che concerne gli arti superiori, il tricipite e i muscoli dell’avambraccio sono decisivi nel garantire solidità e controllo per colpire la palla. Trapezio, deltoidi e romboidi sono chiamati in causa nel gesto di portare il bastone (o mazza) verso l’alto. Per ottenere uno swing, il colpo principe del golf, efficace e preciso, gli arti inferiori dovranno essere mantenuti tonici e in particolare gastrocnemio, soleo, quadricipite e muscoli posteriori della coscia vanno tonificati e potenziati. Fondamentali, e non solo nella parte inferiore del corpo, i muscoli intrarotatori ed extrarotatori, indispensabili nella stabilità del colpo e della posizione. La flessibilità è sicuramente la qualità più importante per un gioca-
tore di golf: la componente asimmetrica del gioco e la natura ripetitiva del gesto rischiano col tempo di usurare tendini, articolazioni e muscolatura. Per questo, il mantenimento del tono muscolare e di una buona flessibilità può prevenire eventuali fenomeni di usura. La flessibilità è una qualità che può essere migliorata con un valido e costante programma di allenamento, con risultati significativi in tempi relativamente brevi. La regolare pratica di esercizi di stretching e di mobilità articolare, oltre a prevenire gli infortuni, può agevolare un incremento della performance, grazie soprattutto a maggiore ampiezza e fluidità del gesto atletico. Nei giovani, in particolare nei bambini, la preparazione atletica sarà incentrata sul lavoro di ba-
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se, generale, con un occhio di riguardo per le capacità coordinative, abilità che si sviluppano mediamente dai 4 agli 11 anni d’età; negli anziani, invece, ci si concentrerà sulla ricerca di una maggiore flessibilità, proprio per evitare traumi e fastidiose contratture, eventi sempre più frequenti con l’incedere del tempo. In ogni caso, anche il giocatore di golf a livello amatoriale dovrebbe dedicare al miglioramento della condizione fisica almeno tre o quattro giorni la settimana, prediligendo l’utilizzo di pesi liberi ed elastici a discapito delle macchine isotoniche, spesso troppo vincolanti per le articolazioni, ricordandosi sempre di effettuare un buon riscaldamento prima di iniziare a giocare e a praticare questo affascinante sport.
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Fabio Grossi Direttore tecnico dello studio genovese di Personal Training “Salute In Movimento”, progetto ideato con la moglie Michela Verardo, ha sviluppato negli anni competenze in acquamotricità, coordinamento scuole nuoto, fitness olistico e posturale. Titolare di tre agenzie matrimoniali, si è formato presso la “Pyramid” del dottor Norberto Tranquillo per gestirne e ottimizzarne le campagne pubblicitarie on-line. Collaboratore di alcune pubblicazioni locali e nazionali, si è perfezionato nel 2005 come istruttore sportivo presso l’Università di Genova e sta attualmente frequentando la rinomata scuola per consulenti grafo-diagnostici “Crotti Magni” di Milano.
IL GOLF IN ITALIA
CENNI STORICI
Il primo club italiano fu fondato nel 1889 a Firenze da un gruppo di inglesi che abitavano nella zona del capoluogo toscano, e il percorso fu realizzato solo in seguito nella zona di S. Donato, in un terreno di proprietà dei principi Demidoff. Il percorso di buche più antico esistente è però L’Acquasanta di Roma, fondato nel 1903 e realizzato nel favoloso scenario dell’Acquedotto Claudio. Oggi la maggioranza dei circoli si trova al nord Italia e di fatto Piemonte e Lombardia insieme rappresentano il 42% circa dei giocatori e il 33% degli impianti esistenti (61 campi in Lombardia e 51 in Piemonte). Nel centro Italia le due regioni che dimostrano un maggiore interesse nei confronti del golf, e che contano di conseguenza una buona presenza di campi, sono il Lazio (con grandissima concentrazione nella zona di Roma) e la Toscana. Al sud stanno emergendo Puglia e Sardegna, ma soltanto come numero di impianti, per il momento. Nel decennio dal 1996 al 2006 i giocatori di golf a livello amatoriale sono aumentati ogni anno con una percentuale pari a circa il 5%: una realtà in continua crescita, nonostante il golf non ricopra una posizione di vertice tra gli sport praticati in Italia, a causa di un’insufficiente promozione e di svariate ragioni di tipo culturale. Inoltre, si pensa comunemente che il golf sia uno sport costosissimo, riservato a una limitatissima élite di persone, ma non è esattamente così, dal momento che giocare a golf non è più costoso di altre attività come lo sci, il tennis e l’equitazione, volendone citare solo alcune.
Senza ombra di dubbio i pionieri del golf furono gli scozzesi, che iniziarono a praticarlo sui loro links (strisce di terra) in riva al mare e lo diffusero in tutto il mondo, insegnandone la corretta pratica e le regole a popoli di altre tradizioni. Il più antico percorso di golf esistente è quello di St. Andrews, vicino a Edimburgo, dove si iniziò a giocare intorno alla metà del XV secolo. Verso la metà del XVIII secolo nacquero i primi circoli istituzionalizzati, dove furono codificate le regole di base del gioco. Fu poi introdotto nella vicina Inghilterra e in tutti i Paesi che avevano rapporti politici, commerciali e culturali con il Regno Unito. Leader assoluti, sia come professionisti che per numero di percorsi e di praticanti, sono gli Stati Uniti d’America, dove viene organizzato il circuito di gare più ricco e importante del mondo.
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BIBLIOGRAFIA ED EMEROGRAFIA ON-LINE Bagnoli G. “Golf” ed. GiuntiDemetra, Firenze 2006. Chopra D. “Lo spirito del golf applicato alla vita” Sperling Paperback, Milano 2007 Leadbetter D. “Migliorate l’equilibrio” da Il Mondo del Golf, n. 219, anno 28, pag. 62, novembre 2008. Taruffi P. “Ci vuole un fisico bestiale”, da 18Golf, n. 18, gennaio-febbraio 2009. Palomba F. “Arte nel Golf”, da 18Golf, n.20, maggiogiugno 2009. www.federgolf.it www.caneogolf.it www.fitnessanywhere.com www.ilmondodelgolf.com www.federgolf.it www.18golf.it
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BATTITI PER IL TUO CUORE La Società Italiana di Cardiologia e la Fondazione Italiana Cuore e Circolazione onlus hanno recentemente presentato alla stampa la campagna informativa “Battiti per il tuo cuore”, per questa prima edizione totalmente dedicata ai giovani. Lo slogan “La salute del cuore è anche un gioco da ragazzi” riassume bene lo scopo di questa iniziativa: salvaguardare la salute del cuore a partire dall’età giovanile, perché un corretto stile di vita oggi è una valida ipoteca per la salute del cuore di domani. Ma non solo. Nell’immediato, c’è un aspetto al quale la SIC e la Fondazione tengono molto: quello della morte improvvisa che, il più delle volte, si verifica in ragazzi che praticano sport. Come spiega il professor Gaetano Thiene, Consigliere SIC e Membro del Comitato scientifico della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione onlus “non è lo sforzo fisico di per sé che mette a repentaglio la vita del giovane, bensì l’esistenza di un cuore che, sottoposto a un aumento di prestazione, cede improvvisamente per un cortocircuito elettrico per una sottostante patologia silente”. L’attività sportiva fa bene e va senz’altro incoraggiata, ma è fondamentale che il certificato medico non sia considerato solo come una formalità burocratica. Prosegue il professor Thiene: “Un semplice elettrocardiogramma di base e da sforzo è spesso in grado di svelare l’esistenza di queste cardiopatie occulte e l’esame per l’idoneità allo sport rappresenta una formidabile occasione a questo scopo. La sua introduzione nel nostro Paese ha contribuito ad una netta diminuzione del fenomeno morte improvvisa in questi ultimi 25 anni”. E se è vero che il rischio di morte improvvisa da sport è assai remoto (colpisce tre su centomila giovani ogni anno), è altrettanto vero che per nessuno vale la pena di rischiare. www.battitiperiltuocuore.it
M** BÜN Doveva chiamarsi “Mac Bün”, ovvero “Solo Buono”, in dialetto locale (anche se non si scriverebbe in questo modo…). Ma la multinazionale degli hamburger ha intimato l’immediato ritiro del marchio che, secondo i legali rappresentati, è troppo simile a “McDonald’s”. Quindi, Graziano Scaglia (allevatore) e il socio Francesco Bianco, in attesa che il giudice prenda una decisione in merito, hanno chiamato il loro slow fastfood “M** Bün”, con gli asterischi. La diatriba legale ha reso senz’altro celebre l’agrihamburgheria di Rivoli (Torino), ma il suo successo è dovuto soprattutto agli “ingredienti”, del progetto, e dei panini. Alla base del progetto una filiera cortissima, massimo 100 km: le carni provengono da animali allevati dai proprietari, l’olio per le patatine fritte è biologico e di Cuneo, il vino è piemontese (2,5 euro al bicchiere), la birra artigianale Soravà arriva da Vaie, un paese della zona, così come artigianali e piemontesi sono il pane, i dolci e i formaggi. L’hamburger (con la fetta di toma fusa, oppure con cipolla e pancetta, o con la rucola) costa 4,50 euro, i 3 menù a disposizione vanno dai 9 agli 11 euro: sicuramente i prezzi sono un po’ più alti rispetto al fast food tradizionale, ma vuoi mettere? www.mbun.it
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ART4SPORT I bambini che hanno subito amputazioni, o che sono nati senza uno o più arti, hanno gli stessi sogni e gli stessi desideri di tutti gli altri bambini. La moderna tecnologia permette di sostituire gli arti mancanti con protesi tecnicamente funzionali ed esteticamente accettabili, anche se ancora molto pesanti e scomode da utilizzare, in particolare per l’arto inferiore, poiché fanno gravare tutto il peso del corpo sui monconi, creando così molti dolori e difficoltà di sopportazione. Per ridurre al minimo questi problemi le protesi devono avere un adattamento perfetto sul moncone e qualsiasi variazione della struttura e del peso del corpo richiede una modifica o una sostituzione. In particolare i bambini, essendo in fase di crescita, devono sostituire le protesi circa 2 volte l’anno. Uno dei migliori sistemi per mantenere una favorevole condizione fisica per il bambino protesizzato è, come per tutti i bambini, quello di praticare attività sportive. Lo sport è fondamentale per la crescita e lo sviluppo di questi bambini non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista morale, perché dà enormi motivazioni e soddisfazioni. Sfortunatamente però per i bambini con amputazioni ciò non è facilmente realizzabile e le cause sono soprattutto di carattere economico, ma anche per la mancanza di impianti adeguati e per le difficoltà per le singole società sportive a procurarsi le attrezzature adatte. Le protesi per attività sportive non sono sovvenzionate dal sistema sanitario nazionale e anche le federazioni sportive non sono generalmente in grado di accollarsi questi importanti esborsi. Per esempio, un paio di lame da corsa ad alto impatto (tipo quelle di Oscar Pistorius) possono arrivare a costare fino a 50.000 euro. Per un adulto possono arrivare a durare 4-5 anni, ma per un bambino la struttura base dura al massimo un paio di anni, mentre gli invasi per i monconi devono essere sostituiti a intervalli di pochi mesi, in dipendenza della crescita individuale del bambino. Art4Sport è un’associazione no-profit creata da chi crede fermamente nella terapia dello sport per i bambini con amputazioni. Principalmente, si prefigge i seguenti scopi: raccogliere fondi per progetti di ricerca, sviluppo e realizzazione di protesi per attività sportive per bambini e ragazzi; creare un database nazionale di istruttori specializzati per bambini con amputazioni; creare un network globale di organizzazioni che possa essere un valido riferimento per tutti. Si legge nel sito: “Sappiamo che non possiamo cambiare il mondo ma vogliamo dimostrare a questi bambini che con il coraggio e la determinazione (ed i giusti mezzi tecnici) non ci sono limiti a quello che possono ottenere, indipendentemente da quello che la vita li obbliga a sopportare... Siamo tutti in un’enorme curva di apprendimento e crescita e qualsiasi suggerimento o idea sarà accettato con gioia e valutato con grande attenzione”. www.art4sport.org
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SUCCHI DI FRUTTA: ANALISI COMPARATIVA DI ALTROCONSUMO Sul sito di Altroconsumo è stato recentemente pubblicato un articolo comparativo sui succhi e bevande alla frutta in commercio, per fare chiarezza sulle differenze che, sebbene celate da un generico richiamo alla frutta e alla genuinità, sono fondamentali, soprattutto per quel che riguarda la percentuale di frutta contenuta nel prodotto, che può variare dal 100% a poco più del 12%. Allo scopo, sono stati testati i prodotti a base di arance rosse, mettendo a confronto 6 campioni di succo 100% e 12 di bevande. Oltre alla quantità di frutta realmente contenuta, sono state indagate la presenza o meno di additivi e zuccheri aggiunti e le calorie apportate. La legge, in base alla quantità di frutta contenuta, suddivide i prodotti in: succhi, nettari, bevande. I succhi di frutta sono costituiti da succo al 100%, ottenuti o dalla spremitura del frutto o da succo concentrato, al quale vengono aggiunti l'acqua e gli aromi estratti al momento della lavorazione. Le analisi di Altroconsumo effettuate sui succhi hanno confermato la quantità di frutta contenuta (100%), mentre critiche sono state avanzate sull’etichettatura e, in qualche caso, sul gusto. Il nettare di frutta o succo e polpa, ha una concentrazione di frutta, in generale, tra il 25 e il 50% (almeno il 50% per i prodotti a base d'arancia), cui si aggiungono acqua, zucchero o miele. In questa analisi non sono stati presi in considerazione. Le bevande a base di succhi hanno un contenuto di frutta molto variabile, a partire dal 12%. Le 12 marche analizzate, pur presentandosi come prodotti "naturali", non lo dimostrano nei fatti e, salvo 3 eccezioni, la percentuale di frutta presente non va mai oltre il 30%. Il minor utilizzo di frutta viene compensato da una lunga lista di ingredienti aggiunti, a partire dallo zucchero: in ogni bicchiere (200 ml) in media ci sono 24 grammi di zucchero, ovvero quasi 5 zollette, ma di queste solo una e mezza deriva direttamente dalla frutta. E poi ancora: acido citrico e ascorbico, aromi, coloranti artificiali, addensanti. Le confezioni sono molto simili fra loro e spesso bevande molto diverse nei contenuti trovano posto sullo stesso scaffale del supermercato: attenzione, dunque, alle informazioni presenti sull'etichetta. Chi vuole leggere la ricerca completa, può scaricare il PDF presente sul sito dell’associazione. www.altroconsumo.it
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corsi master
stage
FITNESS METABOLICO MASSAGGIO SPORTIVO EDUCAZIONE ALIMENTARE VALUTAZIONE POSTURALE STRETCHING EVOLUTO COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPLICOMETRIA MASSAGGIO MIOFASCIALE GINOCCHIO INFORTUNATO
I NOSTRI DOCENTI
Per la tua formazione e l’aggiornamento professionale
Alessandro Lanzani Direttore scuola Francesco Capobianco Responsabile scuola Davide Fogliadini Massofisioterapista, personal trainer Edoardo Lanzani Medico ortopedico, esperto in rieducazione funzionale Davide Girola Medico, esperto in riabilitazione cardiologica Roberto Dagani Laureato in scienze motorie, massofisioterapista Andrea Scala Laureato in scienze motorie, personal trainer, Serenella Lattanzio Avvocato, esperta in
normative tributarie Alessandro Cotturri Dottore commercialista Andrea Medici Preparatore atletico, esperto in osteopatia Gianni Montagna Trainer, esperto in alimentazione e integrazione Andrea Gianesella Laureato in scienze motorie, Presenter di discipline musicali Francesca Degasperi Presenter di discipline musicali Corrado Ceschinellli Sociologo, naturopata, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari
operatore
M E T A B O L I C O F I T N E S S O P E R A T O R E FORMAZIONE A DISTANZA
fitness
metabolico
l corso a distanza per operatore di fitness metabolico permette di raggiungere obiettivi operativi altamente specialistici, fornendo le basi necessarie teoriche e pratiche per realizzare percorsi motori personalizzati in sicurezza per la sindrome metabolica: - ipertensione e malattie cardiovascolari; - soprappeso e obesità; - diabete; - artrosi e osteoporosi. Il corso si sviluppa in un'opera composta da un volume + 8 DVD multimediali con contributi tecnici: - audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali; - video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi; - testi con documenti interi o recensiti; - presentazioni con grafici e tabelle. ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBILI SOLO SU PERSONAL COMPUTER E NON SU MACINTOSH
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CONTENUTI Strumenti tecnici • Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione sociale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chiave; sedentarismo e malnutrizione da eccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitness metabolico e Fitness terapia: tre livelli per un nuovo stile di vita.
• Equilibrio funzionale, allenamento funzionale: la grande gara della vita quotidiana. • Fitness metabolico e diabete. • Fitness metabolico e obesità, sovrappeso, anoressia e bulimia (strategie integrative nel centro fitness). • Fitness metabolico e ipertensione, malattie cardiovascolari. • Fitness metabolico e apparato locomotore: artrosi e osteoporosi. • Classificazione, approccio psicologico e fidelizzazione del soggetto metabolico. • Classificazione e approccio dei soggetti sedentari, motori, sportivi, e agonisti. • Selezione e abstract della più recente bibliografia scientifica internazionale sul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: come si vende il fitness metabolico e con quali “pacchetti servizio”. • Formazione per lo staff di vendita: inquadramento generale. Step operativi • Inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica: un metodo di sicurezza per l'operatore e il soggetto metabolico; • gli strumenti di misura: dai test tradizionali dello sport ai Fix metabolici specifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione dei metabolici; • strumenti di lavoro: le unità motorie metaboliche; • programmazione dell'attività motoria;
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• insegnamento dell'attività motoria; • strumenti di fidelizzazione: il passaporto metabolico; esempi pratici: come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; • monitoraggio e verifica dei risultati • Codice deontologico; • Manifesto del fitness metabolico. L'apprendimento sarà supportato da un servizio di assistenza on line e completato da una giornata di Workshop tecnico, a scelta dello studente, fra quelli proposti dalla nostra Scuola di Formazione. Il calendario delle giornate è consultabile nelle pagine a seguire, sezione STAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.com Docente: Alessandro Lanzani Quanto costa: 720 euro Iva inclusa. La quota comprende: l'iscrizione alla scuola, l'opera completa + 1 Workshop tecnico + l'esame finale (a Milano) per conseguire la certificazione. È possibile ottenere più certificazioni con la stessa opera: per qualsiasi ulteriore informazione contattare la segreteria corsi al numero 02.58112828 o consultare il sito internet: www.professionefitness.com Esami: colloquio orale.
MASSAGGIO SPORTIVO
Alla fine di ogni master sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI
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Le iscrizioni in promozione entro il 31 di luglio non potranno essere restituite in caso di rinuncia o imprevisti da parte dell’iscritto ma solo riutilizzate per altre iniziative didattiche
M A S T E R
Il master si propone di fornire gli strumenti e la competenza necessari per affrontare, in modo nuovo ed efficace, un argomento così fondamentale per l’economia della salute, del benessere e della prestazione, con un approccio che punta principalmente all’educazione, con responsabilità, motivazione e consapevolezza. Le indicazioni e lo specifico nutrizionale consentono di correggere gli errori più grossolani, gli atteggiamenti più distorti che sono le cause principali del males-
sere, del sovrappeso e dell’ingenerarsi di molte patologie. Una impostazione forte della conoscenza scientifica necessaria che punta non a “fare o dare la dieta”, ma a sviluppare strategie e comportamenti alimentari duraturi e vincenti. - L’Educazione Alimentare e il Wellness Olistico. - L’Educazione Alimentare comincia dalla consapevolezza. - Il principio biologico della regolazione: l’omeostasi come legge del vivente. - Condizioni da rispettare e necessità da soddisfare. - Radicali Liberi e lo stress ossi-
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EDUCAZIONE ALIMENTARE
Dove e quando: Milano, 7 -21 novembre, 5 dicembre Quanto dura: 3 giornate Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 270 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 320 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre
dativo. -L’equilibrio acido/basico e lo stress acidosico. - Il meccanismo perverso dell’insulina. - La via del dimagrimento fisiologico, stabile e duraturo - Un’alimentazione a basso indice e carico glicemico. - I Polifenoli e l’attività dei vitageni. Il potenziamento delle difese immunologiche. - L’autoregolazione: gli omega-3 e l’attività biologica. - Malattie metaboliche e malattie infiammatorie. - L’implicazione psicosomatica e le interferenze nei comportamenti, nel metabolismo e sull’organismo. - L’Attività Fisica quale ausilio del dimagrimento e come interazione per la funzionalità generale. - Alimentazione e fabbisogni specifici: criteri e meccanismi di calcolo. - L’Educazione Alimentare e le linee guida generali: la didattica e gli strumenti semplici per sé e per il cliente. - Gli alimenti, le proprietà, i pasti e le integrazioni da conoscere e da considerare. Docente: Corrado Ceschinelli Dove e quando: Milano, 7-8 novembre Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 220 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 270 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre
M A S T E R
Master di tre giorni, accessibile preferibilmente a personal trainer, diplomati Isef e laureati in scienze motorie, fisioterapisti e medici. Questo master fornisce tutte le conoscenze necessarie per ottimizzare la prestazione attraverso il massaggio e per guidare l’atleta verso il pieno recupero funzionale da eventi traumatici acuti e cronici. - Aspetti fisiologici e meccanismo d’azione del massaggio. - Indicazioni e controindicazioni. - Periodizzazione e finalità del massaggio sportivo. - Esame del paziente: ispezione, esame della cute e della sottocute,
palpazione. - Tecniche del massaggio: manovre classiche e fondamentali, sfioramenti, frizioni, impastamenti, percussioni, vibrazioni, battiture. - Trattamento del rachide cervicale, del tronco, del bacino e degli arti superiori e inferiori. Docente: Roberto Dagani
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VALUTAZIONE POSTURALE Saper analizzare e comprendere la postura di un soggetto è la tappa obbligata per elaborare un programma di allenamento davvero “personal”. Con questo stage vi impadronirete di uno strumento pratico di grande accuratezza, con uno sguardo alla psicologia. - Dal neonato all’anziano: la formazione e l’evoluzione delle curve rachidee. - La postura fisiologica in relazione all’età del soggetto e alle sue caratteristiche emotive. - L’appoggio plantare e i suoi effetti posturali. - Gli effetti del sistema muscoloconnettivale sull’apparato scheletrico. - Individuare le asimmetrie mediante la valutazione posturale: spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test. - Esercitazione pratica di gruppo. - Contrazione, contrattura e retrazione muscolare. - Muscoli agonisti, antagonisti e sinergici in una logica di allenamento personalizzato ed equilibrato. - Spiegazione teorica e dimostrazione pratica del test per individuare e quantificare le retrazioni mu-
scolari. - Esercitazione pratica di gruppo. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano. Sabato 25 ottobre Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 settembre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) dopo il 30 settembre.
Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 20 novembre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 20 novembre
IL GINOCCHIO INFORTUNATO Particolarmente indicato per fisioterapisti, istruttori di fitness e body building e personal trainer, questo stage fornisce le conoscenze necessarie per affrontare il recupero funzionale dell’articolazione del ginocchio colpita dalle principali patologie di natura traumatica e cronica.
Obiettivo della giornata di formazione è di fornire i contenuti pratici e teorici della misurazione corporea dei soggetti. La valutazione della composizione corporea è uno strumento di valutazione utile per programmare e monitorare il lavoro fisico e gli obiettivi. È anche uno strumento di fidelizzazione perché aiuta il personal trainer a instaurare una relazione professionale di credibilità ed efficienza con i propri assistiti.
- Anatomia funzionale e topografica del ginocchio. - Lesioni meniscali. - Lesione del legamento crociato anteriore - Lesione del tendine rotuleo. - Condropatia femoro-rotulea. - Valgismo di rotula. - Artrosi grave del ginocchio. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, 5 dicembre
- Cos’è l’antropoplicometria. - Perché la plicometria. - Procedura delle misurazioni plicometriche. - Rilevazioni e descrizione dei punti di repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonferenze. - Body Mass Index (BMI). Docente: Francesco Capobianco Dove e quando: Milano, sabato, 21 novembre
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COMPOSIZIONE CORPOREA E ANTROPOPLICOMETRIA
ITO S AL VAI Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre.
Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre
STRETCHING EVOLUTO
MASSAGGIO MIOFASCIALE
Lo stretching è in continua evoluzione. Non è più semplice allungamento muscolare, ma mobilità fine e globale, con particolare accento sugli aspetti neurofisiologici. Neurofisiologia: approfondimento - Tessuto connettivale e rigidità articolari. - Definizione di contrazione isometrica di tipo eccentrico. - Ruolo della respirazione nello stretching olistico. - Influenza dell’alllungamento sulla postura. - Individuare e trattare i trigger points. - Valutazione e miglioramento della mobilità cervicale. - Valutazione e miglioramento della mobilità lombare. Docente: Davide Fogliadini Dove e quando: Milano, 14 novembre
Terapia miofasciale: una grande varietà di tecniche che spaziano dalla manipolazione dei tessuti molli all’allungamento muscolare prolungato. Struttura anatomica, omeostasi dei vari sistemi, psicoemotività, campo vitale: tutto si compenetra in una presa di coscienza globale del sé fisico e mentale. Parte teorica - Anatomia e topografia della fascia. - Fisiologia della fascia. - Patologia e sintomatologia della fascia. Parte tecnico/pratica - Tecniche di base, trattamento preliminare, globale, segmentario. - Tecniche avanzate di detensionamento miofasciale, i punti trigger, tecniche profonde e traverse, tecniche combinate. Docente: Roberto Dagani Dove e quando: Milano, 28 novembre Orario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 120 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) entro il 30 ottobre; 160 euro (Iva inclusa) + 30 euro di iscrizione alla scuola (se dovuta) per iscrizioni dopo il 30 ottobre.
Le iscrizioni in promozione entro il 31 di luglio non potranno essere restituite in caso di rinuncia o imprevisti da parte dell’iscritto ma solo riutilizzate per altre iniziative didattiche Alla fine di ogni stage sarà rilasciato un attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI
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La quota di partecipazione ai corsi comprende la T-shirt di Professione Fitness, il materiale didattico, l’accesso alle lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere una tra le seguenti modalità: • Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni via Sapeto 5, 20123 Milano • Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000 0048054 entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116. • Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.
ANNULLAMENTI E RINUNCE La Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness provvederà al rimborso della quota corrisposta secondo le seguenti modalità: • 80%, se la rinuncia viene comunicata entro 15 giorni dalla data di inizio dell'iniziativa; • 40%, se la rinuncia viene comunicata entro 5 giorni; Oltre i suddetti termini, non sarà possibile ottenere alcun rimborso.
ANNULLAMENTI E RINUNCE - MODALITÀ DI ISCRIZIONE
MODALITÀ DI ISCRIZIONE
&
FIERE CONVEGNI a cura della redazione
REHABILITATION 2009 Roma, 26 e 27 novembre
Con la prestigiosa partecipazione del premio nobel per la medicina 2008 Prof. Luc Montagnier 1) le grandi controversie in riabilitazione: l’arto superiore dell’emiplegi-co; stato vegetativo; ernie discali; instabilità vertebrali; coxib e oppioidi - 2) update sclerosi multipla - 3) la comunicazione virtuosa 4) sessione inail-ispesl Segreteria Organizzativa: Management srl VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.simfer.it/cont__168_1329.phtml#1329 S.I.O.S Società Italiana di Odontostomatologia dello Sport VI Congresso Nazionale Roma, 27-28 novembre Odontoiatria Sportiva Lavoro Multidisciplinare Segreteria Organizzativa: Avenuemedia VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.sios.it/news.asp?id=827 ADVANCES IN MANUAL THERAPY AND SPORT REHABILITATION Savona, 28 e 29 novembre Sarà questo il tema del prossimo Congresso nazionale congiunto del Gruppo Terapia Manuale e del Gis Sport di Aifi. Oltre a un nutrito numero di relatori che esporranno i propri contributi nell'ambito di quattro sessioni, prevede anche due workshop paralleli: uno sul bendaggio funzionale e l'atro sulla stabilizzazione. Segreteria Organizzativa: SPES (Società di Promozione degli Enti Savonesi per l’Università) VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO http://www.gissport.it/congresso.htm GIORNATA DI AGGIORNAMENTO Organizzata dal GSS in collaborazione con ISICO: La scoliosi idiopatica dell’adolescenza: strumenti di valutazione, protocolli di terapia ed esercizi specifici Milano, sabato 28 novembre 1 - I principali strumenti di valutazione oggettiva del paziente: pregi, limiti e modalità applicative. 2 – Saper scegliere il trattamento riabilitativo più appropriato in base alla tipologia di paziente, ai suoi problemi ed alle sue caratteristiche individuali 3 – Apprendere le modalità del lavoro in team riabilitativo Segreteria Organizzativa: GSS VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.gss.it 40
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Rehab
Rehab
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CASI CLINICI IN PALESTRA - LA SERIE
In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie dell’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono descritti anamnesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi0 da raggiungere, sono tracciate le linee guida del protocollo di lavoro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitare. Autori Vari Alea Edizioni - pag. 128 Ogni volume Euro 21 Offerta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro
E ERI A S) A L I TA TUTVOLUM (5 EURO MAL DI SCHIENA 84 Il volume affronta il tema del mal di schiena in modo
MASSAGGIO SPORTIVO Il testo propone tecniche manuali per il trattamento efficace della micro-traumatologia dei tessuti molli nello sportivo. I capitoli a carattere puramente pratico descrivono la conformazione dei tessuti connettivi, le interazioni tra il danno tessutale, l’infiammazione e gli eventi riparativi. Roberto Dagani Alea Edizioni 2002 pag. 128 Euro 21
davvero esaustivo. Nella prima sezione guida il lettore al corretto utilizzo della colonna nella vita quotidiana e nella pratica sportiva. La seconda parte raccoglie invece approfondimenti sulle patologie e sui meccanismi del dolore lombare. Claudio Corno Alea Edizioni 2001 pag. 256 Euro 26
TRATTAMENO MIOFASCIALE PER LO SPORTIVO
IL DOLORE CERVICALE Il manuale offre un’ampia panoramica delle patologie più comuni nell’individuo adulto: la cervicalgia. Il volume è diviso in tre parti: la prima, dedicata all’anatomia, alla fisiologia articolare e alla biomeccanica del tratto cervicale. La seconda, dedicata alle sindromi dolorose più comuni. Infine la terza parte che comprende alcune schede pratiche di utilizzo in palestra contenenti gli esercizi più idonei in relazione alla sintomatologia dolorosa. Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21
Il manuale espone in maniera chiara ed esaustiva le tecniche manuali per il detensionamento miofasciale a indirizzo sportivo. L’ampia documentazione iconografica chiarisce ogni dettaglio di posizionamento e intensità del massaggio. Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 Euro 21
FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI
COMPOSIZIONE CORPOREA
Il movimento è un farmaco naturale contro molte patologie cronico-degenerative. Partendo da questa convinzione i volumi propongono protocolli di lavoro per ipertensione, patologie respiratorie, cardiache infantili e della colonna, obesità (vol. 1) patologie coronariche e renali, artrite reumatoide, gravidanza, fibrosi cistica (vol. 2). Autori Vari Alea Edizioni 1999/2000 - pag. 144
A partire dalla definizione di sovrappeso e obesità il volume suggerisce al lettore metodiche rigorose e scientifiche per un’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea, punto di partenza indispensabile per una corretta programmazione nutrizionale e dell’allenamento. Sergio Rocco
Alea Edizioni 2000 pag. 128 Euro 21
Ogni volume Euro 24 Offerta: i 2 volumi a 36 Euro
FISIOLOGIA APPLICATA AL FITNESS
CARDIOLOGIA E FITNESS
Il manuale affronta in maniera concisa ma esaustiva la fisiologia del corpo umano, con particolare riferimento all’influenza dell’esercizio fisico su organi e apparati. Il manuale è anche uno strumento didattico e di autovalutazione per il professionista del fitness e costituisce strumento fondamentale per la programmazione del training.
Partendo dai fondamenti della fisiologia cardiovascolare, l’autore accompagna il lettore dalla pratica clinica alla valutazione funzionale e psicosomatica del cardiopatico e alla periodizzazione dell’allenamento, spiegando con precisione gli effetti della terapia farmacologica sulla performance. Davide Girola
Davide Girola
Alea Edizioni pag. 248 Euro 31
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Prevenzione Salute
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IL BENESSERE POSSIBILE
Il libro vuole essere un contributo per vivere meglio e per chi si occupa della salute e del benessere altrui. L'autore analizza aspetti fondamentali della nostra esistenza: consapevolezza come fondamento del benessere, alimentazione funzionale per la salute, attività fisica per la migliore condizione di forma. Il testo approfondisce temi importanti quali alimentazione (come impostare i pasti, allergie e intolleranze alimentari ) e allenamento (attività fisica per uno stile di vita sano e come modello educativo, corsa e tonificazione). Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 - pag 200 Euro 25
ANATOMIA DELL'APPARATO LOCOMOTORE Anatomia in 3D con animazioni, filmati. Lo strumento per visualizzare, imparare e approfondire l'anatomia funzionale in modo semplice, facile e intuitivo. È indirizzato a medici, fisiokinesiterapisti, studenti e laureati in Scienze Motorie, istruttori di fitness, personal trainer e operatori sanitari in genere. Un'opera che si compone di tre CD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemi Macintosh e Microsoft Windows): 1 arto superiore 2 arto inferiore 3 tronco e testa Francesco Bettinzoli Ghedinimedia Editore Euro 45,45 per ogni CD
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FITNESS COACHING Il coaching è un nuovo modello per la gestione e la cura di ciascun cliente. Il volume propone strategie e tecniche di acquisizione e fidelizzazione del cliente, suggerendo basi tecniche, metodologiche e operative con un nuovo modo di concepire ed erogare il fitness.
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FITNESS METABOLICO
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L'opera, su cui è strutturato il corso di formazione a distanza per operatore di fitness metabolico, fornisce le basi necessarie per organizzare percorsi motori personalizzati per la sindrome metabolica: ipertensione e malattie cardiovascolari, soprappeso e obesità, diabete, artrosi e osteoporosi. Step operativi: - inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica; - gli strumenti di misura, i Fix metabolici; - le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro; - la programmazione e l'insegnamento dell'attività motoria; - gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; - monitoraggio e verifica dei risultati; - codice deontologico. Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazioni con grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal computer, non su Macintosh. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2008 Euro 480
100 QUIZ - 2 VOLUMI Un metodo complementare per lo studio, che consente di appropriarsi della materia trattata in modo veloce e duttile, attraverso domande, piccoli trabocchetti logici, immagini con didascalie incomplete. Un efficiente mezzo di verifica che permette subito di colmare eventuali lacune, grazie alle informazioni mirate e accurate che corredano le risposte. In ogni volume include 100 quiz di anatomia e biomeccanica, 400 risposte e 400 commenti alle risposte. Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005 - pag. 112 Euro 21
PSICOLOGIA E TECNICA DEI COLLOQUI DI VENDITA Il volume affronta il tema centrale della preparazione e conduzione dei colloqui di vendita, sia sotto il profilo tecnico organizzativo che psicologico, dando una visione completa e realistica dei problemi da affrontare e dei metodi di approccio attraverso i quali risolverli. Di facile lettura, propone i temi esaminati con ricchezza di esempi pratici e rappresentazioni grafiche. Jan L. Wage Franco Angeli 2000 pag. 240 Euro 20
MISURARE LA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Uno strumento di lavoro per quanti, consapevoli dell’importanza del customer satisfaction per realizzare i propri obiettivi di crescita, vogliono misurare la bontà dei singoli processi aziendali, interpellando direttamente i destinatari prioritari (i clienti). Il libro conduce passo passo, con ricchezza di grafici ed esempi tratti da una gran varietà di settori, a scoprire come realizzare questo non facile obiettivo. Bob E. Hayes Franco Angeli 2003 pag. 256 Euro 23
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MARKETING DELLA FIDELIZZAZIONE
Libro di riferimento per gli imprenditori di centri fitness, propone gli studi, le strategie e le metodologie più aggiornate per la fidelizzazione e l’acquisizione dei clienti, la gestione dell’offerta, il management del personale, le strategie di comunicazione. Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36
Ogni cliente che passa alla concorrenza è una perdita che sarà sempre più difficile e oneroso sostituire. L’autore suggerisce come realizzare in modo sistematico il marketing della fidelizzazione, descrive gli ostacoli da superare, elenca le strade per conservare i propri clienti e illustra, nel quotidiano, come gestire il servizio. L.A. Liswood Franco Angeli pag. 192 Euro 19
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Allenamento
Allenamento FITNESS & BODY BUILDING
La terza edizione, completamente aggiornata, del libro che ha formato intere generazioni di professionisti del fitness. Dall’anatomia funzionale dell’apparato locomotore alla fisiologia muscolare, fino alla biomeccanica degli esercizi; in questo volume il futuro istruttore troverà tutte le nozioni indispensabili, arricchite di 120 disegni e oltre 400 foto a colori. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 Euro 45
MANUALE DI CARDIOFITNESS
Il volume tratta in modo approfondito il cardiofitness nei suoi diversi aspetti: dall’anatomia e fisiologia, ai metabolismi energetici e alla biomeccanica muscolare, per poi addentrarsi nello specifico del training cardiovascolare. Abbraccia l’attività indoor e outdoor, l’utilizzo dei simulatori aerobici e il monitoraggio della frequenza cardiaca. Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 - pag. 238 Euro 35
STRETCHING
Non più allungamento muscolare, ma miglioramento della mobilità di tutte le componenti dell’apparato locomotore. Partendo da questa convinzione gli autori riprendono i principi teorici dello stretching, propongono test di valutazione e una lunga serie di esercizi suddivisi per attività sportiva. Francesco Capobianco Alessandro Lanzani, Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21
99 ESERCIZI ADDOMINALI
Il volume è utile per comprendere a fondo l’anatomia, la funzione e la cinesiologia dei muscoli addominali e per imparare a valutare la loro forza. In più, un’interessante classificazione degli esercizi e un intero capitolo dedicato agli errori di esecuzione. Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 Euro 21
IPERTROFIA MUSCOLARE Come si costruisce una tabella d’allenamento personalizzata? Il libro fornisce un’esauriente risposta a questa domanda analizzando i principi della programmazione e periodizzazione, le fasi dell’allenamento e le caratteristiche biomeccaniche di numerosi esercizi tipici dell’allenamento in palestra. Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26
TOTAL FITNESS IN ACQUA Roberto Conti, professionista affermato del fitness, trasferisce in questo volume tutti i segreti per realizzare lezioni di fitness in acqua: protocolli, metodi, differenziazioni delle classi. Un manuale efficace, serio e completo per gestire tutte le opportunità del fitness in acqua. Roberto Conti Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21
L I B R I
Sconto del 20% PER I NOSTRI ABBONATI. Spese di spedizione in contrassegno euro 6 per ordini pre-pagati euro 3,90 L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀ DELL'APPARATO LOCOMOTORE
Ricerche e applicazioni pratiche Un valido sussidio per chi si occupa di mobilità articolare e di flessibilità muscolo-tendinea. Un utile strumento operativo per la creazione di tabelle di allenamento personalizzate. I capitoli dedicati alla ricerca applicata all'allenamento permettono di approfondire la valutazione funzionale dell'individuo. Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 Euro 25
PERSONAL TRAINER Cosa serve per diventare personal trainer? Partendo da un’analisi storica della professione, il libro risponde a questa domanda illustrando le competenze tecniche, psicologiche, commerciali e manageriali che il professionista deve possedere. Francesco Capobianco - Cap.4 ‘Personal trainer come libero professionista’ a cura della Dott.ssa Paola Bruni Zani Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26
ALLENAMENTO ESTETICO Rivolto a quanti vogliono programmare un’attività finalizzata al miglioramento dell’aspetto, fornisce metodi d’allenamento, suggerimenti alimentari e di postura, consigli estetici. Ogni nozione è basata su uno studio approfondito e sul continuo confronto con l’applicazione pratica. Roberto Tarullo Alea Edizioni 2001 pag. 160 Euro 24
LIPOCARDIOFITNESS Perdere peso è il diktat della maggior parte dei frequentatori dei centri fitness. L’autore fornisce gli strumenti per rispondere a questa richiesta: analisi del tessuto adiposo e del metabolismo muscolare, metodologia dell’allenamento con attrezzature cardiovascolari e isotoniche, test di controllo. Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 Euro 24
FITNESS IN ACQUA Partendo dagli esercizi di base per tutti i distretti muscolari, il libro affronta le diverse metodiche d’allenamento in acqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali, lo step e la kick boxe. Grazie a numerose fotografie e schemi di lezione, il volume si caratterizza per un forte taglio pratico. La parte finale è dedicata alle competenze dell’istruttore di fitness in acqua. Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag. 224 Euro 26
TRAINING IN ACQUA Il libro affronta in prima analisi i principi del movimento in acqua, spiegando dettagliatamente i fattori che condizionano la prestazione. Nella seconda parte esplora le diverse possibilità di allenamento delle qualità motorie con e senza attrezzi, facendo riferimento a più discipline sportive. Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26
Acqua Acqua
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SEI SICURO CHE IL METODO DI ALLENAMENTO SIA QUELLO GIUSTO ?
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