Anno 1 numero 2
La rivista online per i professionisti del settore
SALUTE E BENESSERE: L'esercizio fisico come farmaco
MASSAGGIO SPORTIVO: Scollamento mio-fasciale ALIMENTAZIONE: Oltre la fame
REHAB: Rottura e sintesi del tendine rotuleo
ANNO 1 N° 2 APRILE 2009 Fitmed online è una rivista mensile di aggiornamento che si rivolge a imprenditori, manager, opinion leader, professionisti che operano nel mondo del fitness, benessere, prevenzione e salute. Propone articoli riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, marketing e management. Editore Alea Edizioni di Alessandro Lanzani via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano Redazione e uffici via P. Orseolo, 3 - 20144 Milano tel. 0258112828 - fax 0258111116 professionefitness@professionefitness.com redazione@professionefitness.com Direttore responsabile Alessandro Lanzani alanzani@professionefitness.com Redazione Mia Dell’Agnello mia@professionefitness.com - int. 212 Progetto grafico Stefano Frattallone Impaginazione Anita Lavoce Pubblicità Silvia Brioschi sbrioschi@professionefitness.com A. Lanzani alanzani@professionefitness.com Hanno collaborato a questo numero Roberto Albanesi, Silvia Brioschi, Edoardo Lanzani, Corrado Ceschinelli, Luca Mazzotti, Maurizio Ronchi Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93. L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere responsabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delle informazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto; inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchiano il pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) pervenuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblicato e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del materiale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasi scopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmata dal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controversie il Foro di competenza è quello di Milano.
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Alea edizioni è una casa editrice specializzata in libri di finess, benessere e rieducazione funzionale, con più di 50 titoli a catalogo. Professione Fitness è una rivista bimestrale di aggiornamento per imprenditori e professionisti del settore, che da 16 anni propone articoli originali riguardanti metodiche di allenamento, rieducazione funzionale, alimentazione, prevenzione e benessere, impiantistica, marketing e management e tutto ciò che può servire a un'efficiente e moderna realtà che opera nel settore del fitness e del benessere. E distribuita tramite abbonamento postale a fitness club, centri fisioterapici e polisportivi, operatori di settore, luxury hotel, golf club, centri benessere, studi di architettura. Da oltre 25 anni la Scuola di Professione Fitness con i suoi corsi, master e stage ha contribuito alla formazione e all’aggiornamento di migliaia di operatori del settore, mettendo a loro disposizione un corpo docente selezionato e altamente qualificato. Rilascia diplomi e attestati di partecipazione accredidati dall’USACLI, ente di promozione spportiva riconosciuto dal CONI.
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SOMMARIO sommario alimentazione 6 - COSA C’ È OLTRE LA FAME prevenzione 4 - L’ESERCIZIO FISICO COME FARMACO dalle parole ai fatti
prevenzione 10 - LA CICALA, LA FORMICA E LA SALUTE
rehab 12 - ROTTURA E SINTESI del tendine rotuleo allenamento 16- TEORIA DELL’ALLENAMENTO allenamento e rehab 20 - SCOLLAMENTO MIOFASCIALE tecnica passiva ttiva
aggiornamento
marketing e management
24 - NEWS
26 - COST SAVING contenere le spese
aggiornamento 30 - FIERE E CONVEGNI 3
di n to k l i n i me n Co fond ro p ap
L'esercizio fisico come farmaco Dalle parole ai fatti di Silvia Brioschi sbrioschi@professionefitness.com
iduzione del grasso corporeo, controllo glicemico, aumento della sensibilità all’insulina, abbassamento dei parametri del colesterolo totale Ldl e trigliceridi, aumento del colesterolo “buono” HDl e abbassamento della pressione arteriosa, sono parametri che migliorano con una regolare attività motoria. Che il movimento fisico possa avere effetti positivi e benefici sia dal punto di vista estetico che fisiologico sul corpo umano, è oramai un fatto ben noto e la sensibilizzazione ai problemi legati alla sedentarietà pare sia diventata la priorità di istituzioni e organismi che si occupano di salute e prevenzione. Spesso e volentieri le informazioni sono supportate da studi scientifici e dati che rafforzano l'idea che una dieta equilibrata e un regolare impegno fisico, possano aiutare a ridurre i rischi legati alla sindrome metabolica. Sapere aiuta e l’informazione è importante, ma agire è essenziale. Le persone sedentarie quasi sempre non hanno
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le conoscenze e gli strumenti necessari a mettere in pratica i suggerimenti proposti per adottare uno stile di vita salutare e le istituzioni, al momento, non hanno ancora affrontato il problema da un punto di vista pratico. Non è così per l’Azienda unità sanitaria locale (Ausl) di Ferrara che ha deciso di passare a fatti concreti. Con il sostegno del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, in partnership con la Regione Emilia Romagna, l'azienda ospedalierosanitaria e l'università, l’Ausl di Ferrara ha sviluppato il progetto “L'attività fisica come farmaco. Il movimento come strumento di prevenzione e cura”. Il programma, primo in Italia per numero di persone coinvolte e sistematicità, prevede che i medici prescrivano ai soggetti diabetici e ipertesi attività motoria personalizzata, fornendo alle persone coinvolte un contapassi. Questo strumento di facile utilizzo conta il numero di passi compiuti durante la giornata, in modo da
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ottenere una generica indicazione rispetto alla quantità di attività motoria svolta. I benefici attesi sono di diversa natura e per i singoli soggetti hanno a che fare, in particolar modo, con il miglioramento della qualità della vita e un minore rischio di essere colpiti dalle malattie metaboliche (ipertensione, diabete, obesità…); per la società, invece, i benefici sono di natura economica, con una notevole riduzione della spesa in farmaci. Negli Stati Uniti uno studio su pazienti diabetici ha dimostrato che quelli di loro che percorrevano 5 chilometri al giorno, avevano ridotto la spesa pro capite di 550 dollari per i farmaci, e di 700 dollari per altre spese sanitarie. LENTE D'INGRANDIMENTO Nel progetto attività fisica come farmaco sono state coinvolte 11 mila persone a rischio, 30 medici di medicina generale, due aziende sanitarie e l'università di Ferrara. Partito negli anni scorsi con indagini sullo stile di vita e sulle abitudini della po-
polazione adulta nella città di Ferrara e dintorni, lo studio ha evidenziato una situazione di forte sedentarietà. Le persone obese o in soprappeso risultano essere numericamente equivalenti a quelle normopeso, mentre si registra il 5,5% di diabetici, il 21,5% con una diagnosi di ipercolesteromia , il 25,2% affettate da ipertensione. Partendo da questi dati, il comitato dei medici ha reclutato 7500 soggetti con diabete di tipo 2 e 2500 soggetti ipertesi, che sono stati attentamente visitati e ai quali sono state rilevate le misure corporee di interesse (massa corporea, circonferenza addominale, frequenza cardiaca a riposo). Successivamente, è stato loro consegnato un contapassi, con tutte le informazioni necessarie perché lo strumento possa aiutare nello scopo. È prevista una verifica dei risultati ogni due mesi, attraverso una visita che comprende anche la registrazione dei dati estrapolati dal contapassi, che sono poi passati al comitato scientifico. La commissione scientifica ha il compito di elaborare i dati ricevuti, confrontandoli con quelli precedenti e quantificare la spesa sanitaria e le sue variazioni, paragonandola a quella dell’anno precedente per gli stessi soggetti.
Il progetto ha preso il via definitivo nell'ottobre dello scorso anno e si concluderà entro la fine del 2009. Entro i primi sei mesi del 2010 il comitato scientifico sarà in grado di trarre i dati definitivi che riguarderanno: 1. lo stato di salute dei pazienti paragonato allo stato precedente e a soggetti con le stesse patologia ma non inseriti nel programma; 2. la spesa sanitaria paragonata a quella degli anni precedenti delle stesse persone e quella sostenuta da pazienti non facenti parte del programma. L’intervento nella comunità dell’Ausl di Ferrara non si ferma qui. Un progetto a parte, ma già in fase avanzata, proporrà programmi di attività motoria per 1.000 anziani considerati fragili. I medici geriatri hanno dato la loro disponibilità a collaborare per il reclutamento, nei prossimi tre mesi, dei soggetti che parteciperanno allo sviluppo del progetto. Dopo le valutazioni specifiche iniziali, saranno prescritti programmi personalizzati di attività motoria, sempre monitorati grazie al contapassi. I RISULTATI E I BENEFICI Cosa ci si aspetta da questi interventi? Benefici fisici del soggetto:
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- diminuzione del peso corporeo - diminuzione della larghezza della circonferenza addominale - diminuzione della pressione sistolica e diastolica - diminuzione della frequenza cardiaca a riposo - diminuzione del colesterolo totale e soprattutto di quello considerato cattivo - riduzione dello stato di rischio di contrarre malattie cardiovascolari e metaboliche. Nei soggetti diabetici è preventivata anche una diminuzione della glicemia di base e dell’emoglobina glicosilata. Si attendono altresì benefici di notevole importanza per la sanità pubblica, con la notevole riduzione delle spese in farmaci e in altre spese sanitarie. Sarà interessante verificare i dati alla fine del progetto perché, nonostante sia molto facile pensare di promuovere un corretto stile di vita, non è certo facile organizzare delle strutture in grado di interagire perfettamente e perseguire lo stesso obiettivo. Se i risultati raggiunti saranno positivi, allora il progetto potrebbe diventare un modello esportabile. Ci terremo aggiornati. http://www.ausl.fe.it/azienda/progetti/attivita-fisica-come-farmaco/
alimentazione alimentazione
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Cosa c’è oltre la fame di Corrado Ceschinelli wellness@corradoceschinelli.com
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l nostro rapporto con il cibo generalmente comincia e finisce con il proposito della soddisfazione. Che sia per acquietare “fame vera”, o “fame nervosa” poco importa, ciò che conta è ritrovare pace. Per modo di dire, naturalmente. Alla nostra azione, fa seguito molto spesso una “coda” di reazioni che dipende dallo stato d’animo in gioco, dalla quantità di cibo che abbiamo ingerito, dalle scelte che abbiamo fatto ecc. Per la nostra esperien-
za e percezione tutto si esaurisce intorno a questa idea che ci siamo fatti del mangiare, ma non finisce del tutto qui. Ci sono una moltitudine di altri aspetti legati al piacere, al gusto, alla ritualità, alla condivisione, che completano il quadro delle implicazioni e dei “tranelli”. Essendo una questione circoscritta nella nostra testa e nella nostra storia, ognuno la ragiona un po’ a modo suo, e ognuno ha strutturato abitudini e preferenze per risolvere o addomesticare
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questa rete complessa di stimoli e bisogni. Stando così le cose sembrerebbe che l’alimentazione sia un fatto discrezionale, opinabile, personale: questa è la più grande e pericolosa approssimazione nella quale potevamo cadere. IL PROGETTO BIOLOGICO Nella realtà, le cose stanno in altri termini: siamo una forma di vita che, alla stregua di tutte le altre, ha in sé un suo progetto biologico. Le azioni vitali sono indipendenti dalla nostra volontà, funzionano per leggi proprie, ma sono molto influenzabili dalle nostre decisioni. Se, paradossalmente, fossimo animali senza la capacità di pensare e di decidere, il nostro modo di mangiare, fondamentale per il mantenimento della vita, avrebbe fatto parte del processo spontaneo, non sarebbe stato a nostra discrezione. Oltre la percezione del nostro aspetto, di come ci vestiamo, pettiniamo, comportiamo, ci sono processi che avvengono in continuazione senza i quali non esisteremmo nemmeno. Mentre noi siamo fermi al modello “FAME/NON FAME”, inconsapevolmente stiamo decidendo del nostro destino biologico. Il cibo è la materia vivente e l’energia di cui ci nutriamo per mantenere possibile la vita: aldilà di quello che possiamo aver creduto, pensato, provato, mangiato, dentro di noi comincia tutta un’altra storia. Per capirlo non è necessario complicare le cose. Quando ingoiamo qualcosa, comincia un percorso attraverso un “apparato chimico” (bocca, stomaco, intestino / enzimi, acidi, sostanze) che ha il compito di estrarre dalla “materia grezza cibo” (carboidrati, proteine, grassi) le componenti elementari (glucosio, aminoacidi, acidi grassi), perché solo queste possono entrare nel sangue ed essere trasportate. Il resto diventa scarto e viene espulso. Il sangue ha la funzione di “caricare” dall’intestino le sostanze e dai polmoni l’ossigeno per trasportarle verso le cellule, ovvero “le fabbriche” dove si produce la vita: 60.000 miliardi di piccoli laboratori che in un sistema complesso e interdipendente ricreano in ogni istante questa possibili-
alimentazione alimentazione tà. Se la vita e le condizioni che la consentono sono la risultante di una buona produzione e di un’efficace interazione, mi pare che la questione si ponga in tutt’altri termini di come l’abbiamo posta noi, e cioè pensata solo alla soddisfazione dei nostri bisogni “immaginari”. Il punto di partenza non può essere la fame così come la viviamo, ma piuttosto un ragionamento intorno alla cellula e al suo sistema. Allora, la preoccupazione deve riguardare le sostanze che servono a sostenere tutte le funzioni, gli accorgimenti per mantenere l’integrità delle strutture, le condizioni per garantire la regolazione spontanea. Uno squilibrio nel sostentamento (per difetto, per eccesso, per incompatibilità) provoca un rallentamento delle funzioni e alterazioni nella regolazione, mentre una degenerazione della sua struttura (membrana, DNA) favorisce il processo d’invecchiamento, una cattiva comunicazione e una proliferazione anomala. Tutte condizioni che minano alla base la qualità e la durata della vita stessa. CONDIZIONI DA RISPETTARE, NECESSITÀ DA SODDISFARE L’organismo uomo, come dovrebbe mangiare per sua natura? Il nostro organismo ha la capacità di ritrovare equilibrio e funzionalità in men che non si dica: basta solo che impariamo a guardare le cose come stanno e che togliamo il peso enorme - metabolico e mentale - che ci siamo messi addosso. Obiettivo dell’educazione alimentare è imparare a scegliere le migliori materie prime per sostenere tutte le funzioni, e per salvaguardare la struttura e tutto il sistema implicato nella “produzione” della vita. Vedete che è molto diverso dalla riduzione comune ho fame (non so perché e per che cosa) - ho mangiato (qualsiasi cosa, tanto, poco, schifezze, troppo di una cosa, poco di un’altra) - risultato non ho più fame! Per rispondere alla domanda iniziale e impostare le linee guida secondo le intenzioni di cui sopra, dobbiamo cominciare a stabilire una serie di punti fermi che riguardano la nostra costituzione genetica, in modo da poter definire le condizioni e le caratteristiche che dovrebbe
avere il nostro pasto ideale e, in generale, il nostro modo di mangiare. 1 - Poco. Il nostro metabolismo (le nostre “fabbriche”, per intenderci), è in grado di ospitare, “metabolizzare” poco cibo per volta. Parliamo di “calorie” perché è l’unità di misura con la quale “pesiamo” ciò che entra in relazione a ciò che produce. Nonostante questo quantitativo sia soggettivo e dipendente da diverse variabili (età, sesso, attività fisica, caratteristiche metaboliche, attività ormonale ecc.), il range nel quale rientrano tutte le situazioni è mediamente tra le 100 e le 500 calorie, tra pasti principali e spuntini. Per darvi un’idea, una pizza tradizionale come la margherita, da sola, ne conta circa 800: oggi un primo grave errore è il consumo di pasti e alimenti ipercalorici. Alimenti, fra l’altro sempre, più poveri di sostanze (vitamine, minerali, fibre), sempre più sbilanciati (eccesso di carboidrati semplici) e, purtroppo, sempre più contaminati o alterati. Mangiare meno calorie non necessariamente corrisponde a minori quantità fisiche di cibo, dipende ovviamente dal carico calorico delle scelte che facciamo: una prima ragione che mette in evidenza il fatto che se non conosciamo non pos-
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siamo sapere come fare. Le nostre cellule consumano e hanno bisogno in continuazione di materie prime per tenere alta l’efficienza di ogni sua funzione, ma le loro “dimensioni metaboliche” sono quelle. Un digiuno prolungato non ci consente di accumulare un bonus dettato dalla somma dei pasti precedenti saltati, l’unica cosa che può aumentare è il disagio e la fame che ci illude di poter mangiare senza misura. 2 - Frequente. La fornitura costante delle sostanze. “Poco di tutto e frequente” - già sentito tante volte - in realtà non nasce dall’idea bacchettona di fare i morigerati, ma dal tenere conto di un fatto biologico; solo che sostenuto in maniera così generica e data la nostra mentalità, suona più come un fastidio che non come una sana raccomandazione. Ragionando per linee generali, dando per scontato che i pasti siano ben composti, per quantità e per qualità, la frequenza che si stabilisce per natura è intorno ai 5 - 6 pasti giornalieri. Sarà comunque la fame, una fame più fisiologica, a dare una cadenza ideale a ognuno di noi, che comunque abbiamo visto nell’esperienza intorno a un intervallo di 2/4 ore. Non si tratta di mangiare con l’orologio in mano, intendiamoci,
alimentazione alimentazione ma semplicemente di prevedere questa necessità per organizzare le cose. La fame è un messaggio biologico di carenza, che sarà importante ascoltare e rispettare perché parla di un bisogno; occorrerà riguardarsi dal trattarlo con l’arbitrio e la leggerezza che si era soliti: non ho tempo = mangerò dopo; mi sento in colpa = non mangio affatto; devo dimagrire = allora digiuno, e via così! Poco e frequente sono le prime due condizioni da considerare in rapporto alla nostra realtà. Questi due requisiti rispondono anche a un’altra problematica legata alla nostra natura e alla nostra “lotta” contro l’ambiente e contro il tempo: il problema dei “radicali liberi” e dell’ossidazione, una questione che nasce nelle reazioni con la presenza dell’ossigeno in molti processi. Qui basti ricordare che queste molecole instabili provocano un’alterazione di molte strutture e sostanze accelerando il processo di degenerazione e di invecchiamento della nostra cellula e del nostro sistema. Uno dei meccanismi che favorisce la formazione di radicali è la quantità di cibo che ingeriamo, perché la sua metabolizzazione richiede molto ossigeno con la conseguenza che aumenta anche la produzione di radicali. Mangiando poco si riduce questo fattore di instabilità. 3 - Bilanciato. Nel pasto “ideale” avremmo tutta la convenienza che ci siano tutte le sostanze (né di più, né di meno) che servono per adempiere e sostenere le diverse attività. Questo aspetto ha un’implicazione ancora maggiore per quanto riguarda la reazione ormonale seguente al pasto, ma guardando le cose per il momento in riferimento alla cellula e alle funzioni e valutando l’irrefrenabile e inarrestabile operosità dell’organismo, abbiamo sufficienti ragioni per considerarlo. Le attività principali che ci consentono di parlare di “pasto bilanciato” sono la produzione energetica, il ricambio continuo e la necessità di supportare tutti i processi vitali, che sono soddisfatti da: - proteine, per sostenere il ricambio; - carboidrati, per fornire energia, sostenere funzioni e reazioni; - grassi, per sostenere struttura e funzioni.
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C o r r a d o C e s c hi ne l li Laureato in Sociologia all’Univer-sità degli Studi di Trento, ha una formazione in Naturopatia a indi-rizzo Olistico conseguita presso l’Istituto di Medicina Psicosoma-tica. Qualificato come “speciali-sta del benessere”, preparatore atletico ed esperto in comportamenti alimentari, è da sempre impegnato per un approccio sa-no, equilibrato, soprattutto edu-cativo, alle pratiche che contri-buiscono a migliorare lo stato di salute e di benessere generale. Da anni svolge attività di docenza e scrive per le più autorevoli rivi-ste del settore.
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Giornata formativa: DIABETE e Fitness Metabolico
Milano, 9 maggio Roma, 13 giugno Riccione, 26 giugno
Nuove misurazioni antropometriche e strumenti appropriati PROGRAMMA Mattina - Sindrome metabolica e diabete - Linee guida dell’OMS - Diagnosi medica, classificazione motoria per età sesso e impegno funzionale - Strumenti operativi per il personal metaboli-co, il body fat index e l’indice globale di “rischio/ prevenzione”: Global Risk Index G.R.I. Pomeriggio - Fix funzionali: come misurare la riserva funzionale in assenza di rischi - Eventuali accessori di monitoraggio scelti secondo il criterio dell”appropriatezza funzionale” - Procedure e protocolli di attività motoria; il controllo dei risultati; le unità motorie - Gestione dei rapporti con il medico curante - Esempi pratici - Strumenti di misura e monitoraggio - Valutazione dell’appropriatezza e modalidà d’uso
OBIETTIVI Illustrare e chiarire ai professionisti del settore gli aggiornamenti scientifici, i protocolli esecutivi di valutazione e il trattamento dei soggetti affetti da diabete 1° e 2° tipo che intraprendono un’attività fisica. ISCRIZIONI Per informazioni o iscrizioni potete visitare il sito www.professionefitness.com, oppure telefonare direttamente in sede 02/58112828
ATTESTATO Rilascia attestato di partecipazione accreditato dall’U.S. Acli, ente di promozione sportiva riconosciuta dal Coni. Il worshop rientra nel percorso formativo per operatore di fitness metabolico. Clicca qui per maggiori informazioni
W W W . P R O F E S S I O N E F I T N E S S . C O M i n f o s c u o l a @ p r o f e s s i o n e f i t n e s s . c o m Professione Fitness • tel. 0258112828 • fax 0258111116
prevenzione prevenzione LA CICALA E LA FORMICA
La cicala, la formica e la salute di Massimiliano Noseda massimiliano.noseda@tin.it
uò essere particolarmente difficile far comprendere a un bambino (ma anche ad un adulto!) l’importanza di attuare azioni preventive costanti finalizzate a promuovere la propria salute. Di norma siamo abituati a volere subito i risultati di qualcosa per cui abbiamo speso fatica o sostenuto un costo. Per esempio, siamo soliti saldare il conto della spesa contestualmente all’uscita dal supermercato oppure vedere un film al cinema pochi minuti dopo aver pagato il biglietto. A volte siamo abituati, addirittura, a usufruire immediatamente di un bene dilazionandone nel tempo il pagamento: il mutuo per l’acquisto di una casa o di un’automobile ne sono alcuni possibili esempi. Potrebbe sembrare strano, quindi, fare della prevenzione, ovvero spendere soldi o fatica oggi per qualcosa che avverrà in un futuro magari lontano, o peggio ancora spendere energie e risorse oggi per non vedere qualcosa un domani, ovvero la malattia. Questo perché si spera sempre che la que-
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stione non ci riguardi ed eventualmente si considera di poter rimandare la soluzione del problema alla sua comparsa, delegandola in toto al medico di turno. Eppure le strategie di prevenzione si basano su una logica inversa rispetto a quella commerciale: mi lavo i denti oggi dopo ogni pasto per evitare in un futuro imprecisato la comparsa di una carie; faccio attività motoria tutti i pomeriggi per mantenere una buona efficienza fisica in età avanzata; evito di eccedere con caramelle e cioccolatini per non aumentare di peso un domani; dedico questa mattina del tempo per effettuare un determinato esame per controllare il mio stato di salute, magari anche in assenza di sintomi (come lo screening mammografico per le donne) e così via. Piccoli e grandi dovrebbero ricordare che il nostro stato di salute dipende in primis, non dal caso, ma da noi, dalle scelte che facciamo ogni giorno, dai nostri stili di vita, dal tempo e dalle risorse, anche economiche, che decidiamo di investire. Come
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Durante l'estate la formica lavorava duramente mettendo da parte le provviste per l'inverno mentre la cicala non faceva altro che cantare tutto il giorno. Poi arrivò l'inverno e la formica ebbe di cui nutrirsi dato che durante l'estate aveva accumulato molto cibo. La cicala, invece, cominciò a sentire i morsi della fame e perciò andò dalla formica a chiederle se poteva darle qualcosa da mangiare. Le formica le disse:"io ho lavorato duramente per ottenere questo e tu che cosa hai fatto durante l'estate?" "Ho cantato." rispose la cicala. E quindi la formica esclamò: "Allora adesso balla!"
ricordarlo e comprenderlo a fondo? Con un classico della letteratura. Le favola, attraverso il personaggio della formica, esplicita l’importanza della prevenzione che deve essere precoce e quotidiana per evitare realmente possibili danni futuri rappresentati, in questo caso metaforicamente, dal sopraggiungere dell’inverno. Da ciò si intuisce chiaramente che, a parità di malattia, il vero fattore determinate finale è l’atteggiamento attivo e costante di singoli e comunità. È, quindi, forse il caso, prima di fare una scelta anche banale (acquistare qualcosa al supermercato, scegliere pietanze e quantità a tavola, preferire un pomeriggio sul divano a una passeggiata, programmare cosa fare nel prossimo week-end), chiedersi: ma io sono più cicala o più formica ? Massimiliano Noseda Medico Specialista in medicina fisica e riabilitazione. Specialista in igiene e medicina preventiva. Docente di “promozione della salute ed educazione sanitaria” presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca
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Rottura e sintesi
del tendine rotuleo
allenamento e rehab
Casi clinici in palestra di Edoardo Lanzani
apita spesso che in palestra si presentino all’attenzione dell’istruttore o del personal trainer dei casi particolari, in cui il soggetto è portatore di patologie che in palestra devono essere affrontate con particolare cautela e solide conoscenze. Il lavoro dell’operatore, in questi casi, senza avere alcuna connotazione riabilitativa, si carica comunque di responsabilità; per questo è importante stabilire un metodo di studio e lavoro che consenta di affrontare con serenità e competenza anche le situazioni più complesse, individuando nel contempo i propri ambiti d’intervento e i limiti operativi.
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ANAMNESI E STORIA CLINICA La rottura del tendine rotuleo fortunatamente non è un evento frequente, ma abbiamo scelto di parlarne perché pone degli interessanti problemi di ordine biomeccanico, a cui abbiamo cercato di dare soluzione. Si tratta in questo caso di un maschio adulto di circa trent'anni; l'evento traumatico fu un incidente stradale, in particolare un urto frontale. Generalmente questo tipo di traumi provoca delle fratture, ma in questo caso si verificò una rottura del tendine. Gli ortopedici che trattarono il caso non si accontentarono di suturare il tendine, evidente-
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mente questo provvedimento non fu giudicato sufficiente, ma applicarono un'ulteriore tecnica di sintesi secondo la modalità del cerchiaggio: un filo metallico attraversa l'apice inferiore della rotula e viene fissato alle estremità di una vite posta trasversalmente a livello dell'apofisi tibiale anteriore. Il soggetto giunse in palestra a circa sei mesi di distanza dalla rimozione dei mezzi di sintesi. L'esame obiettivo rivelava una buona mobilità con la riduzione della flessione di circa dieci grandi rispetto al ginocchio contro laterale. A livello del quadricipite era evidente una riduzione sia del tono che del trofismo muscolare. Infine il soggetto lamentava un dolore ricorrente al ginocchio in occasione di lunghe passeggiate o di sovraccarichi anche modesti rispetto alla normale routine. DESCRIZIONE DELLA PATOLOGIA In questo caso l'evento traumatico ha generato alcune conseguenze dirette e altre indirette. La conseguenza diretta è stata, ovviamente, la rottura del tendine; a questa sono succedute almeno due conseguenze indirette, i due interventi chirurgici. Nel primo intervento è stata praticata la sutura del tendine e la posizione di mezzi di sintesi. Nel secondo intervento è stata realizzata la rimozione dei mezzi di sintesi. Così, per facilitare la guarigione del tendine, sono state toccate chirurgicamente altre due strutture: la rotula e l'apofisi tibiale anteriore. Il cerchiaggio quindi ha rappresentato, oltre che un presidio terapeutico, anche un elemento infiammatorio per le strutture dell'apparato estensore del ginocchio. Come sempre succede, la sequenza del trauma nell'intervento chirurgico ha determinato una perdita funzionale che in questo caso si esprime con una modesta riduzione di mobilità negli ultimi gradi di flessione del ginocchio e una perdita del tono e del trofismo muscolare del quadricipite e degli altri muscoli della catena antigravitaria. Dal
allenamento e rehab punto di vista biomeccanico siamo in una situazione particolare. Infatti, mentre sembra che non si siano registrati danni a carico delle strutture che danno stabilità passiva al ginocchio, come ad esempio la capsula articolare e i legamenti, la struttura attiva fondamentale dell'apparato estensore è stata invece danneggiata nei tre punti anatomici più importanti: la parte inferiore della rotula, il tendine rotuleo lacerato dal trauma, l'apofisi tibiale anteriore sede di ancoraggio della vite. Questi tre punti anatomici corrispondono all'inserzione prossimale del tendine, al contesto del tendine e alla sua inserzione distale. Infine, bisogna considerare che la riparazione della lacerazione è avvenuta mediante una cicatrice, che è composta da materiale fibroso dotato di una risposta elastica inferiore a quella del tendine sano. Pertanto, questo tendine è meno capace di prima di allungarsi in modo elastico tutte le volte che è sottoposto a tensione: questa è, con ogni probabilità, la causa dei frequenti dolori al ginocchio successivi agli impegni funzionali. Prima di trattare il caso è innanzitutto necessario sapere se sono stati rimossi i mezzi di sintesi (il cerchiaggio e la vite di fissaggio a livello della apofisi tibiale anteriore), da
quanto tempo sono stati rimossi e se l'ortopedico ha dato il via libera alla riabilitazione e al ricondizionamento del ginocchio. OBIETTIVI Il recupero funzionale si compone di due aspetti fondamentali: il primo consiste nel totale recupero della mobilità in flessione, il secondo consiste nel recupero del tono e del trofismo muscolare del quadricipite e in generale di tutto l'arto inferiore. In questo caso la difficoltà è dovuta al fatto che sono state lese sia le inserzioni prossimale e distale dell'apparato estensore, sia il contesto tendineo vero e proprio. Gli obiettivi da raggiungere sono: - stretching per il recupero degli ultimi gradi di flessione; - contrazioni isometriche a intensità graduale per allenare il muscolo senza sovraccaricare l'apparato estensore; - contrazioni isotoniche in posizioni di quasi totale estensione del ginocchio per allenare il muscolo con il minor sovraccarico dell'apparato estensore. Prima di intraprendere il protocollo di ricondizionamento è opportuno misurare, con le metodiche che si hanno a disposizione, la differenza di tono e di trofismo tra i due quadricipiti.
NOTE DI ANATOMIA FUNZIONALE Questo caso ci permette di segnalare due strutture anatomiche che sono collegate all'apparato estensore del ginocchio, ma che sono meno conosciute della rotula, del tendine rotuleo delle loro inserzioni: si tratta del corpo di Hoffa e delle pliche sinoviali. Il corpo di Hoffa è una struttura all'interno della capsula articolare che è deputata essenzialmente alla riduzione degli attriti. Le pliche sinoviali sono delle estroflessioni della capsula articolare che, insieme alla membrana sinoviale, hanno una funzione nutritiva nei confronti delle cartilagini articolari. Quando il tendine rotuleo è messo in tensione dal quadricipite, il tendine viene schiacciato sulle pareti anteriori della tibia e del femore. Tra il tendine e la parte scheletrica è interposto il corpo di Hoffa, la cui funzione è quella di aumentare la superficie di contatto e quindi di ridurre la pressione tra tendine e parte scheletrica. È una struttura continuamente sollecitata, facilmente soggetta a infiammazioni croniche, responsabili di frequenti e fastidiose algie del ginocchio. Considerare gli aspetti funzionali di queste strutture permette di comprendere meglio quali siano i punti deboli dell'apparato estensore del ginocchio, con particolare riferi-
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Foto 1 La radiografia di fronte ci consente di osservare l’ancoraggio ottenuto tramite fili d’acciaio tra la rotula e la vite posta a livello dell’inserzione distale del tendine rotuleo. L’ancoraggio scarica così la trazione a livello del tendine rotuleo. Foto 2 Con la radiografia di profilo osserviamo meglio come il filo attraversi l’apice della rotula opponendosi a un’eventuale trazione eccessiva applicata al tendine rotuleo. La vite è inserita trasversalmente sulla tibia, a livello dell’apofisi tibiale anteriore.
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allenamento e rehab Questo schema mostra l’escursione della rotula sul femore nei movimenti in flesso-estensione del ginocchio. Le due frecce indicano il tendine quadricipitale (sopra) e il tendine rotuleo (sotto). Su questi due tendini si scaricano due forze generalmente opposte: la forza quadricipitale e la forza di gravità. La rotula rimane tesa nel mezzo. La rotula viene compressa contro il femore a seconda dell’angolo che si apre tra il tendine quadricipitale e il tendine rotuleo.
Aumentando i gradi di flessione del ginocchio, per la regola del parallelogramma, la rotula viene compressa con una forza maggiore contro il femore. Questa forza è la risultante tra la forza di gravità e la forza del quadricipite. A ginocchio quasi esteso, questa forza è minima; al contrario, quando il ginocchio è molto flesso, la compressione è massima.
mento ai problemi biomeccanici relativi alla tensione-compressione di alcune strutture del ginocchio stesso. In pratica, l'apparato estensore del ginocchio e più in particolare il complesso funzionale muscolo-rotula-tendine rotuleo, funziona secondo dei semplici criteri di fisica: si tratta della composizione e della scomposizione delle forze secondo la regola del parallelogramma. Tradotto in modo semplice: più il ginocchio è flesso e più le forze di trazione generate dalla forza di gravità e dalla contrazione del muscolo quadricipite realizzano a loro volta una compressione tra le strutture dell'apparato estensore e il complesso scheletrico della tibia più il femore. Quando il muscolo si contrae, la
trazione sul tendine e sulle altre strutture dell'apparato estensore non può essere evitata, ma la compressione sì. Infatti, la compressione della rotula, del tendine rotuleo, del corpo di Hoffa e delle pliche sinoviali viene ridotta ed evitata tutte le volte che il ginocchio si contrae in una posizione di estensione o di quasi totale estensione. In questo modo il parallelogramma delle forze che si viene a creare non produce una forza risultante in compressione sulle parti scheletriche. Questo rappresenta una forte riduzione degli stimoli infiammatori che si verificano inevitabilmente quando ci si accinge a una riabilitazione del ginocchio. Indicare gli angoli di lavoro che determinano una compressione è
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tanto più importante quanto più siano state coinvolte le strutture dell'apparato estensore del ginocchio, quelle che sono sollecitate sia in trazione sia in compressione. In altre parole, l'allenamento deve permettere la trazione ma evitare la compressione. In questo modo è eliminato uno dei due stimoli infiammatori che possono interrompere o rallentare il protocollo di riabilitazione. COME REALIZZARE GLI OBIETTIVI L’obiettivo fondamentale è quello di allenare il quadricipite senza sovraccaricare l’apparato estensore del ginocchio. In questo senso sono da evitare tutti quegli esercizi che raggiungono una posizione di flessione del ginocchio significativa.
allenamento e rehab Esercizi consigliati - Contrazioni isometriche con il ginocchio esteso. In questo caso la compressione della rotula sul femore è praticamente nulla. - Bicicletta con sella alta per ottenere un angolo di lavoro del ginocchio in massima estensione. - Esercizi con il leg estensor riducendo l’escursione del movimento ai primi gradi di flessione (15-30°) per passare gradualmente a flessioni maggiori. - La prima parte dell’esecuzione dello squat, con una flessione massima di circa 30° a livello del ginocchio. Esercizi sconsigliati - Squat nella sua esecuzione completa e in particolare negli ultimi gradi dell’accosciata. - Pressa con flessione totale del ginocchio. - Affondi, con o senza bilanciere. - Leg estensor nei gradi di massima flessione. CONTROLLO DEGLI OBIETTIVI Il primo obiettivo consiste nel recuperare un buon tono e trofismo muscolare dell’apparato estensore del ginocchio senza sovraccaricare le strutture cartilaginee. Il controllo del quadricipite che può essere fatto da un istruttore deve essere periodicamente affiancato da una valutazione clinica dell’ortopedico.
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CASI clinici in palestra
ome l'istruttore deve affrontare le patologie che gli si possono presentare in palestra. Nella serie i casi più frequenti sono analizzati con un metodo standard: anamnesi, descrizione della patologia, esame motorio, obiettivi e linee guida del protocollo, con gli esercizi consigliati e quelli da evitare, controllo finale.
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allenamento
Teoria dell'allenamento Principi generali di Roberto Albanesi wbdirez@albanesi.it
li errori che si commettono allenando un atleta sono spesso riconducibili a una cattiva comprensione delle sue caratteristiche, del suo reale valore e soprattutto dei suoi limiti. Allenare un atleta vuol dire esaltare il suo motore, sintonizzando l’allenamento con le sue potenzialità. Tutti comprendono che, se voglio preparare un atleta per correre i 100 m, non gli farò fare delle sedute di lunghissimo: l’allenamento non servirebbe a nulla e, anzi, porterebbe l’atleta a un peggioramento. Ogni allenamento va a toccare certe parti del motore di un atleta; l’allenatore deve capire i meccanismi di questo intervento e tarare l’allenamento in base alle carenze dell’atleta stesso, alle sue preferenze, alla reale allenabilità (cioè i mar-
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gini di miglioramento), agli obiettivi prefissati ecc. Un atleta si caratterizza tramite grandezze fisiologiche (VO2max - massimo consumo di ossigeno, SAE – soglia aerobica, SAN – soglia anaerobica ecc.), ognuna delle quali è più o meno importante a seconda del tipo di gara che si sta preparando. A oggi sono state proposte innumerevoli tipologie d’allenamento, ognuna delle quali punta a migliorare una o più grandezze. Ora, con un banale ragionamento (che è sempre sfuggito all’allenatore tuttofare, cioè quello che si limita a far eseguire ogni tipo d’allenamento, convinto che fare di tutto non può che far bene): data una distanza, le tipologie d’allenamento da prevedere sono relativamente poche. Le infinite tipologie d’allenamento sono 16
giustificate rispetto alla globalità degli atleti, ma nei confronti del singolo soggetto, due tipologie che vanno a toccare le stesse grandezze (che, cioè, hanno la stessa finalità) sono superflue nello stesso piano d’allenamento, soprattutto per l'amatore. Può invece aver senso alternarle in momenti diversi della stagione o della carriera del runner, sia dal punto di vista pratico, sia psicologico. Quindi, per un allenamento ideale occorre: - definire la distanza da preparare; - definire l’importanza delle grandezze atletiche per quella distanza; - scegliere un piano d’allenamento che sia sintonizzato con i due punti precedenti. Sembrerebbe abbastanza facile, ma la scelta e l'esecuzione del piano non possono prescindere da solide basi teori-
allenamento
che. Lo scopo principale dell'allenamento, dal punto di vista medico, non è il raggiungimento di una data prestazione, ma realizzare il processo di adattamento che permette al fisico di sostenere i carichi di lavoro senza incorrere in traumi e infortuni. Si può dire che: lo scopo dell'allenamento è realizzare l'adattamento del corpo umano al gesto atletico. Questo processo è possibile perché il corpo umano è in grado di reagire agli stimoli esterni e automodificarsi in modo da produrre una reazione più appropriata: ciò lo differenzia da un sistema meccanico (un motore), che invece non è in grado di adattarsi, ovvero di modificarsi. Tuttavia il corpo umano limita le sue capacità di adattamento reagendo solo a particolari stimoli, non a tutti: essi sono
in grado di sollecitare i meccanismi biologici che permettono al corpo di adattarsi. Tali meccanismi sono innescati in base ad alcuni principi basilari: il sovraccarico, la progressione, la specificità, gli effetti incrociati e inversi, l'interferenza e il riposo. PRINCIPIO DI SOVRACCARICO Se una parte del corpo è sollecitata in misura maggiore rispetto alla normale attività, si realizza il sovraccarico; per esempio, correndo, la frequenza cardiaca si alza rispetto a quella a riposo. Le alterazioni indotte dal sovraccarico permettono di allenare il corpo, migliorando l'adattamento. Si è anche visto che per poter avere effetti allenanti, il sovraccarico non deve scendere al di sotto di una certa soglia. Per esempio, se un sollevatore di pesi solleva 17
in allenamento solo carichi di poco superiori a quelli che riesce a sollevare normalmente, il suo grado di allenamento (ovvero l'efficacia dell'adattamento) sarà quasi nullo. Il livello inferiore, al di sotto del quale il sovraccarico non può scendere, si dice livello di fitness. PRINCIPIO DELLA PROGRESSIONE Questo principio è diretta conseguenza del precedente: una volta che il corpo si è adattato al nuovo carico, occorre aumentare lo sforzo effettuato, aumentando durata, intensità o frequenza di allenamento. Si deve quindi attuare una progressione, possibilmente in modo graduale, per dare il tempo e l'opportunità al corpo di adattarsi al nuovo sovraccarico. La progressione dipende
aerobica coinvolge solo i muscoli interessati, mentre l'attività anaerobica ha maggior effetto sul muscolo cardiaco e sui parametri del sangue. La corsa di resistenza, pur introducendo un guadagno generale a livello cardiovascolare, ha sempre un effetto confinato ai muscoli coinvolti. Un allenamento anaerobico per la corsa ha effetto minimo sul nuoto e viceversa. La specificità è anche evidente negli esercizi di ginnastica: una serie di contrazioni muscolari isotoniche permettono di guadagnare forza solo per il valore di angolazione dell'articolazione interessata dall'esercizio.
anche dal livello di partenza dello stato fisico dell'atleta, ovvero dal suo livello di fitness. Si è inoltre osservato che: gli effetti del sovraccarico, ovvero l'adattamento del corpo, si attuano nei periodi di recupero tra una seduta di allenamento e la successiva. Addirittura, i processi di adattamento sono bloccati se i periodi di recupero sono troppo brevi. Facendo seguire a una fase di sovraccarico una di recupero e una diminuzione del sovraccarico, si realizza un ciclo di allenamento otti-
male che evita infortuni e permette al corpo di mettere in pratica i meccanismi dell'adattamento. LA SPECIFICITÀ Una cosa che deve esser chiara nell'allenamento è lo scopo che si vuole raggiungere. Discipline diverse impiegano distretti muscolari diversi e solo quelli coinvolti saranno oggetto del sovraccarico. Nell'ambito della stessa disciplina, per esempio la corsa, si possono osservare effetti di specificità: la capacità
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GLI EFFETTI DELL'ALLENAMENTO Gli effetti possono essere di due tipi: incrociati e inversi. In un famoso studio risalente al 1894 (Scripture et al.)1 si è visto che, compiendo esercizi che allenano un solo arto, anche l'altro presenta un aumento di forza; questo risultato è confermato anche da uno studio più recente (Shaver, 1975)2: se l’arto esercitato incrementa la sua forza di circa il 13%, quello non allenato arriva a un incremento di poco inferiore al 9%. Si pensa che ciò sia dovuto al fatto che gli impulsi nervosi sono comunque inviati anche all'arto non allenato, che compie un allenamento di tipo isometrico (Rush et al., 1957)3. Gli effetti incrociati sono limitati, in quanto si riferiscono al fatto che la specificità non è completa: allenandosi per la corsa di resistenza, non si può pensare di sviluppare la forza degli arti inferiori (non è specifica di questa disciplina), ma un allenamento costante provocherà un aumento di forza nelle gambe rispetto a un sedentario. Se l'allenamento viene interrotto, i miglioramenti conseguiti si per-
allenamento dono nel tempo: questo è l’effetto inverso, ed è ben noto ai runner, al punto che alcuni sono terrorizzati anche all'idea di perdere una sola seduta di allenamento. In realtà, l'effetto inverso si manifesta in modo complesso e soprattutto dipende anche dal grado di allenamento raggiunto al momento dello "stop". Le sue conseguenze sono difficilmente quantificabili perché soggettive, tuttavia è possibile stimare approssimativamente l'effetto inverso indicando dei valori medi: se dopo 25 settimane si interrompe l’allenamento, la perdita di forza negli arti è circa 0,3-1% al giorno per un'attività da sedentario, fino al 5% se l'arto rimane immobilizzato. La velocità di decrescita della forza muscolare non è costante, ma è massima nella prima settimana, decresce più lentamente tra 4 e 6 settimane, quindi rimane costante. L'effetto inverso coinvolge anche grandi campioni che presentano parametri di prestazioni eccezionali. Uno studio effettuato su atleti con un valore di massimo consumo di ossigeno decisamente elevato (41% in più rispetto alla media) dopo 25 anni presentava valori dello stesso parametro paragonabili, o addirittura inferiori, a quelli di individui sedentari della stessa età. L'INTERFERENZA Tipi di allenamento diversi possono andare in conflitto tra loro, interferendo nella realizzazione dell'adattamento: se si vogliono allenare contemporaneamente forza e resistenza, gli effetti saranno minori di quanto invece non si avrebbe se i due tipi di allenamento fossero effettuati da soli. Il corpo umano reagisce meno efficacemente se sottoposto a stimoli diversi, come se le due ti-
pologie di allenamento interferissero tra loro. Allenarsi per la resistenza può interferire con l'allenamento volto a incrementare velocità e potenza. Se le tipologie di allenamento sono effettuate in periodi messi in serie tra loro (uno dopo l'altro) si può diminuire o annullare l'effetto dell'interferenza, anche se purtroppo si innesca l'effetto inverso, cioè il deallenamento di quella tipologia che viene abbandonata a favore della nuova. L'interazione fra interferenza ed effetto inverso è particolarmente importante e una sua cattiva interpretazione è alla base di molti insuccessi di tabelle di allenamento che tengono poco conto del fatto che è impossibile massimizzare in assoluto parametri che, fisiologicamente, sono comunque in controtendenza (per esempio velocità e resistenza). L'abilità dell'allenatore consiste nello scoprire quale sia il limite per cui l'allenamento al fattore secondario (per esempio la velocità), non penalizza quello primario (per esempio la resistenza). Tale limite dipende ovviamente dalle caratteristiche dell'atleta, ma, nel caso dell'amatore, anche dal tempo a disposizione e dalle sue capacità di recupero. NOTE BIBLIOGRAFICHE [1] E. Q. Scripture, T. L. Smith, E. M. Brown: On the education of muscular control and power. Studies of Yale Psychological Laboratory 2: 114-119, 1894. [2] L. G. Shaver: Cross transfer effects on conditioning and deconditioning on muscular strength. Ergonomics 18: 9-16, 1975. [3] P. J. Rush, E. L. Morehouse: Effects on static and dynamic exercises on muscular strength and hypertrophy. Journal of Applied Physiology 11: 29-34, 1957.
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IL MANUALE COMPLETO DELLA CORSA Roberto Albanesi, grande esperto di scienza del benessere, di cui si occupa da più di vent'anni e autore di una decina di testi su come raggiungere la massima qualità della vita integrando una costante attività fisica, nel suo ultimo libro ”Il Manuale completo della corsa” analizza la disciplina da tutti i punti di vista. L'opera è ideale sia per accompagnare il principiante nei suoi primi passi, che per il professionista, poiché pone l'accento su quei fini meccanismi che permettono di arrivare al vertice della prestazione. Inoltre, risponde alle domande più critiche sulla corsa, propone un modello di pianificazione dell'allenamento; fornisce consigli per definire un modello alimentare e una guida alla strumentazione del runner; non mancano principi di medicina sportiva e dettagliati programmi di allenamento per le distanze dai 1500 m alla mezza maratona. Completano l'opera utili suggerimenti per correre la prima maratona, cenni sulla psicologia della corsa, il rapporto fra corsa e invecchiamento. Per info: www.albanesi.it
allenamento e rehab
di to k in men l i n Co fo nd ro p ap
Scollamento mio-fasciale Tecnica passivattiva di Maurizio Ronchi ik2yxk@libero.it
uesto articolo è tratto da un lavoro frutto della mia venticinquennale esperienza di istruttore, preparatore atletico e massaggiatore per diversi gruppi sportivi, ed è rivolto senza pretese accademiche a tutti gli operatori del settore, in special modo a chi sta iniziando il percorso di massaggiatore sportivo. Le manualità descritte non sono terapeutiche, di altrui competenza, ma sono state studiate e messe a punto per il mantenimento e l’incremento della biomeccanica funzionale
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per gli sportivi di medio-alto livello atletico, dove il loro corpo è sottoposto a importanti allenamenti e performance sportive. Voglio precisare che non sono né medico né terapista dello sport, ma un tecnico ricercatore-operatore in questo campo e che, grazie alla mia formazione di chimico con esperienze in analisi biochimica, cerco di individuare e di capire alcuni dei fenomeni fisiologici che accadono nel tessuto mio-fasciale durante l’applicazione di tecniche di massaggio. Per tutti questi anni ho avuto e 20
ho la fortuna di collaborare con biologi, medici e fisioterapisti sportivi, fonte del mio background formativo, coi quali continuiamo a rivedere o a sviluppare nuove tecniche e manualità specifiche per sportivi e atleti. Ad avvalorare la tecnica passivattiva, metodologia che da tempo applico nelle manualità di scollamento mio-fasciale, è stato il trovare un riscontro nel superbo studio sulla fascia di Robert Schleip, facendo particolare riferimento al suo lavoro “Fascial plasticity - a new neruobiological explanation”, do-
allenamento e rehab ve ho trovato una significativa spiegazione dei meccanismi biochimici e biomeccanici che intervengono nei tessuti trattati durante la seduta di massaggio sportivo con la tecnica passivattiva. ADERENZE, COLLAGENE, FASCIA Le cellule delle fasce connettivali sono disperse in una sostanza gelatinosa denominata MEC, matrice extracellulare. La MEC è costituita da una porzione fibrosa proteica inclusa in un gel acquoso di polisaccaridi. La parte fibrosa è costituita da fibre collagene, fibre reticolari e fibre elastiche. Le fibre collagene e reticolari sono formate essenzialmente da molecole di collagene, ma differiscono tra loro per una diversa struttura molecolare; le fibre elastiche sono invece costituite da due catene proteiche di diversa natura: la fibrillina e l'elastina. Le fibre di collagene hanno la funzione di supporto meccanico per quelle parti del nostro corpo più soggette a forti sollecitazioni sia interne che esterne. Il collagene, infatti, si trova sotto forma di fibre di vario spessore, come legamenti e tendini, forti strutture che possono resistere a notevoli carichi dinamici e statici. Questi tenaci fasci fibrosi di collagene, dato lo scarso e irregolare orientamento fibrillare lungo la linea di sviluppo della forza muscolare, possiedono comunque un certo grado di estendibilità, ma senz’altro inferiore al confronto con le fibre muscolari. Queste ultime sono caratteristiche per la loro elasticità e resistenza, ma quasi esclusivamente nel senso della forza espressa nelle fasi di movimento - contrazione allungamento muscolare bidirezionale - ovvero lungo la direzione dell’orientamento delle fibre e dei loro fasci muscolari. Invece, le fibre di collagene del tessuto
connettivo - la fascia - hanno minor forza ed elasticità, però possono garantire una protettiva funzione meccanica elastica agente in modo tridimensionale, in qualunque senso la forza sia sviluppata-applicata, sia dal muscolo (forza interna) che da quella assorbita (forza esterna). Le fibre di collagene della fascia, dal punto di vista meccanico, per far fronte a importanti eventi traumatici o ripetuti nel tempo come urti, torsioni, schiacciamenti e costrizioni varie, tendono a modificare la loro proprietà viscoelastica in modo quasi permanente, per adattarsi a queste forze anomale che agiscono sulla fascia facendone superare il limite di deformazione strutturale. Per contenere il possibile danno provocato alla fascia, le fibre di collagene si dispongono in modo molto più disordinato, rendendo difficile un ritorno allo stato fisiologico iniziale. Alcuni studi hanno con21
fermato che la fascia connettivale tiene in memoria il trauma determinando in quel punto, a sorta di protezione, una modificazione nella loro mobilità sia elastica che di scorrimento: sono le aderenze che limitano il grado di libertà del movimento muscolo-articolare durante il gesto o l’attività sportiva. Le aderenze, specie quelle profonde o importanti, sono aree di contatto non fisiologico dove si vanno a concentrare le tensioni da trazione dei tessuti adiacenti e col tempo anche le forze espresse dal conseguente adattamento posturale. Per approfondimenti sulla fascia consiglio l’eccellente lavoro del Dr. Giovanni Chetta “Il sistema connettivo ”. TRATTAMENTO PER MUSCOLI ADIACENTI NEL MASSAGGIO SPORTIVO La tecnica passivattiva di scollamento mio-fasciale nel mas-
allenamento e rehab saggio sportivo, risulta di aiuto per il ripristino della corretta scorrevolezza tra i vari tessuti e di conseguenza della mobilità articolare, che va a trattare i muscoli in contatto tra di loro: i muscoli adiacenti o paralleli per l'appunto. Questa tecnica abbinata in alcuni casi con il Massaggio Traverso Profondo MTP - o con la Frizione Trasversa Profonda - deep friction o tecnica Cyriax - comporterà “ … un orientamento delle fibre collagene, assieme al loro rafforzamento grazie ad una circolazione migliore, può essere sufficiente a permettere all’atleta di mantenere un alto livello
all’atleta determina la condizione necessaria affinchè possa iniziare il cambiamento viscoelastico del tessuto mio-fasciale (collagene). Ciò non solo dovuto all’azione fisica meccanica della manualità, ma anche per gli effetti conseguenti alla risposta della stimolazione eseguita sui meccanocettori dell’atleta: corpuscoli e organi di Golgi, Ruffini e Pacini. Questa condizione passivattiva, secondo lo studio di Robert Schleip, è assolutamente necessaria in quanto i corpuscoli meccanocettori, se non stimolati direttamente su ordine del loro proprietario (l’atleta in questione),
rimanendo sinergici, antagonisti o reclutati durante la biomeccanica di un gesto atletico. Lo scollamento e separazione per muscoli adiacenti, risulta efficace nel contrastare la retrazione mio-fasciale, abbassando, di fatto, il rischio di infortuni. Infatti, con sovraccarichi di lavoro o con la ripetizione di specifiche gestualità tipico di allenamenti intensivi a senso unico, si va a incrementare il processo naturale di retrazione mio-fasciale, con le ben note noie a livello muscolo-articolare che, se non trattate precocemente, possono portare l'atleta a forzati compensi posturali, in-
d’attività, che sarebbe stato impossibile senza il trattamento “ (Francesco Nigro). Quando le fibre di collagene della fascia, già di natura poco allineate fra loro, a causa di traumi, di stress da sovraccarico o tensivo/nervoso, tendono ad addensarsi e a disporsi ancor più in maniera casuale e disordinata, è possibile che diano inizio a una marcata adesività e conseguente retrazione mio-fasciale che lega la normale dinamica muscolo/articolare (Range of Motion). Tutte le manualità di questo lavoro nascono in un’ottica cinetica, ovvero in relazione alla fondamentale partecipazione attiva da parte dell’atleta, mentre l’operatore passivamente muove, stira e ruota il muscolo o il tratto di catena mio-fasciale interessato allo scollamento. Il contributo minimo ma indispensabile che viene richiesto
non riescono a influenzare il sistema simpatico con la conseguente variazione del tono muscolare, rendendo vano il lavoro di rilascio. La tecnica passivattiva è molto efficace per quei tipi di muscoli fusiformi o nastriformi con poco ventre e lunghi tendini, che spesso subiscono, a causa della restrizione fasciale, delle torsioni intorno alla struttura ossea correlata, o sono soggetti a una rotazionetrazione lungo il loro asse a causa delle aderenze con i muscoli adiacenti o con la fascia stessa. Oltre al lavoro sulla parte muscolare, è indispensabile trattare anche i tendini per rompere le aderenze fibrose formatesi. I muscoli appartenenti a un gruppo mio-fasciale preciso (per esempio quelli della coscia) si devono poter liberamente contrarre/decontrarre con indipendenza fra loro, pur
cidendo significativamente sulla performace. Sappiamo bene che i muscoli sottoposti a superlavoro possono oltrepassare il loro range of motion, ma nel caso questa azione venga particolarmente ripetuta, provocherà un rigonfiamento (ipertono) e una rigidità muscolare (stiffness) con possibile conseguente infiammazione. Questo ipertono riduce lo spazio interstiziale muscolo-fascia-muscolo, limitando la circolazione sanguigna per il nutrimento dei tessuti e quella linfatica per la pulizia dalle scorie, provocando un disagio rilevato da vari corpuscoli recettori presenti (propriocettori, meccanocettori, chemiocettori) che, informando il Sistema Nervoso Centrale, è trasformato in dolore mio-fasciale. Le aderenze mio-fasciali possono portare a uno squilibrio delle forze che agiscono in
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allenamento e rehab tensegrità su un compartimento articolare. Questo sbilanciamento generalmente causa adattamenti posturali, infiammazioni e dolore, condizioni che vanno a scapito della performance sportiva e, nei casi più gravi, impediscono all’atleta di allenarsi. Altra utilità riscontrata nell’uso di questa tecnica a scopo preventivo specie per i muscoli delle gambe è quella di contrastare l’insorgenza del crampo muscolare: eliminando le aderenze miofasciali si otterrà una miglior tonicità muscolare, che è una delle condizioni ottimali per evitare l’insorgere del crampo.
scaricare questo stato trattando l’intera catena mio-fasciale riferita, con l’intento di allontanare, di spalmare questo eccesso di contrazione su di una più larga superficie, portando il muscolo dolente dell’atleta in una condizione di maggior relax. Tutte le manualità di scollamento, di definizione e di stretch muscolare vanno eseguite molto lentamente, per avere sempre la prontezza di interrompere l'azione per un qualsiasi motivo: lavorando profondamente su contratture, aderenze e fibrosità mio-fasciali, bisogna avere sempre il controllo della situazione, ricordando che non si sta spalmando olio,
PRINCIPI DELLA TECNICA PASSIVATTIVA La tecnica consiste nello scollare tra di loro i muscoli esercitando contemporaneamente con l’altra mano uno strecth passivo o, nel caso essa sia impegnata nella manualità, tramite specifiche posizioni, il tutto con un piccolo aiuto dinamico da parte dell’atleta. Eseguito un primo parziale scollamento, ogni muscolo viene trattato con manualità twist&roll per un’ulteriore separazione muscolo-fascia-muscolo, mettendo in risalto il grado di rilascio da aderenze. Per eseguire una funzionale manualità di scollamento è necessario rilassare il più possibile il muscolo teso, contratto o accorciato che sia, affinché l’aderenza fasciale possa essere rimossa o allentata efficacemente. In caso di tensione eccessiva della parte da trattare, è bene cercare di
ma lavorando con pressioni importanti, per frizionare, pinzare e schiacciare i muscoli i tendini e la fascia. In base a questa considerazione e a motivi legati puramente all’esecuzione tecnica delle manualità, è meglio non lubrificare troppo la zona da trattare con olio o creme per mantenere sempre una discreta capacità di presa/controllo. L’operatore che passivamente supporta il movimento con l’attivazione muscolare dell’atleta, può lavorare il muscolo e la fascia adiacente quasi per 360 gradi, mentre questi si allungano, si rilassano e si contraggono, così, specie per i muscoli, da poterli avere a disposizione durante tutti i cambi dimensionali e nelle diverse posizioni che la struttura fisiomorfologica concede. Il tutto sarà reso ancor più efficace dal momento che sfrutteremo il
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meccanismo dell’innervazione reciproca tra muscoli agonistiantagonisti, specie quando il lavoro di scollamento deve essere eseguito su muscoli ipertonici, duri o tesi. Tutti i movimenti del corpo avvengono per un accordo muscolare di coattivazione, ovvero la sincronia tra gli opposti gruppi muscolari durante le fasi di contrazionerilassamento-allungamento, pena la staticità del corpo, il non movimento. Per cui, l’attivazione di un muscolo (agonista) fa conseguire un rilassamento del muscolo opposto (antagonista) che può così maggiormente allungarsi.
MAURIZIO RONCHI Dal 1979 è istruttore FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e collabora con il “Gruppo Sportivo 5 CERCHI” di Seregno come istruttore, massaggiatore sportivo non terapista e preparatore atletico. Ha praticato diversi sport a livello agonistico e amatoriale e dal 1991 è istruttore nel CAI (Club Alpino Italiano). Collabora con palestre e società sportive, seguendo diversi atleti in qualità di massaggiatore sportivo non terapista e preparatore atletico. Istruttore di postura MBT, Tutor in Massaggio Wellness TIB e co-docente per i corsi di Practitioner in Massaggio Sport TIB, presso AssoTIB di Arcore, attualmente, con il collega e amico Federico Polimene, è massaggiatore sportivo del Vedano Calcio e del Seregno Rugby. Blog http://massaggiosportbodyworks.spaces.live.com
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CORSA ROSA E SOLIDARIETÀ
SPORT AGEVOLATO
È iniziata domenica 8 marzo da Bari l’Avon Running Tour, la corsa delle donne, un evento itinerante di sport, solidarietà e benessere promosso da Avon Cosmetic e dedicato solo al mondo femminile. La manifestazione si svolge in due giornate per tappa, il sabato è solitamente dedicato alle attività fitness, musica e divertimento praticate all’interno del villaggio itinerante Avon, costruito appositamente città per città, mentre la domenica è dedicata all’anima della manifestazione: la corsa. Si può partecipare alla gara non competitiva di 5 chilometri per donne di ogni età e capacità, o alla corsa competitiva di 10 chilometri. Lo scopo del tour è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione e lotta dei tumori al seno e sulla violenza domestica verso le donne, una piaga molto più diffusa di quello che si immagina. Tutte le donazioni e gli introiti ricavati dalle giornate organizzate sono devoluti in beneficenza. Le prossime tappe: Roma 25-26 aprile, Napoli 2-3 maggio e la tappa finale a Milano il 9-10 maggio. www.avonrunning.it
L’agenzia delle entrate ha emanato alcuni chiarimenti sulle detrazione Irpef per gli abbonamenti in palestra. Sull’importo massimo di 210 euro, il beneficio sarà calcolato in relazione ai costi sostenuti da ciascun genitore. Il tetto stabilito per la detrazione è del 19% sulla quota di iscrizione annuale dei ragazzi di età compresa dai 5 ai 18 anni a strutture sportive.onistico, bisogna presentare un’apposita documentazione completa di fattura, ricevuta fiscale o ricevuta del bonifico attestante il pagamento. Con il rischio di sedentarietà in continua crescita, agevolare economicamente i genitori potrebbe essere un buon punto di partenza per combattere quei comportamenti che mettono a rischio la salute anche dei più piccoli e soprattutto la loro salute in età maggiore. www.agenziaentrate.gov.it
INDAGINI? OCCHIO ALLE BUFALE! Recentemente è stata pubblicata un’indagine condotta da Federconsumatori relativa ai costi per l’iscrizione a palestre e piscine in Italia. L’indagine, condotta su tutto il territorio italiano, raffronta i prezzi di diverse formule di abbonamento (mensile, trimestrale ecc.) a partire dal 2006. In particolare, analizzando il biennio 2007/2009, evidenzia un aumento medio pari al 6%, sia per le palestre che per le piscine, che ha portato la quota media di un abbonamento annuale in palestra a 549 euro e in piscina a 1.120,00 euro. Naturalmente la notizia è stata ribattuta dalle maggiori agenzie di stampa (vedi Ansa) e di lì ha fatto il giro di molti siti “d’informazione”, i cui giornalisti si sono sbizzarriti arricchendo i dati di commenti e analisi. Quindi, c’è chi grida ALLARME per il rischio di un poco salutare, anzi pericoloso, fitness faidate, ricordando quanto sia invece necessario svolgere attività fisica sotto controllo medico; al contempo - si prosegue - i corsi di nuoto, spesso consigliati dai medici, soprattutto per i bambini, non possono più essere frequentati perché hanno raggiunto prezzi proibitivi, e si riporta la cifra di 1.120,00 euro pari pari, senza dubbi, commenti, perplessità. Una comunicazione confusa, che riporta dati errati (o quanto meno poco chiari), interpretati con i soliti stereotipi tanto desueti da risultare, ormai, totalmente infondati. A questo punto lanciamo un appello: se conoscete una piscina in cui frequentare un corso di nuoto di durata annuale costa 1.120 euro, vi prego, segnalatecela, perché noi proprio non l’abbiamo trovata! http://www.federconsumatori.it/ShowDoc.asp?nid=20090306112518&t=news
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AGGIORNATA DEL MANUALE CHE
PROFESSIONISTI DEL FITNESS
“Fitness & Body Building“ è il libro di riferimento per la formazione dei professionisti del fitness. la terza edizione presenta la sezione fotografica del tutto rinnovata, con gli standard tecnologici delle nuove macchine da allenamento. Sono stati rivisti e aggiornati con particolare attenzione i capitoli dedicati agli aspetti motivazionali dei frequentatori e alla metodologia dell’allenamento. Dopo il successo delle prime due edizioni “Fitness & Body Building” si candida come manuale-guida per Personal Trainer, Istruttori e Riabilitatori. Alea Edizioni 2004 Oltre 350 pagine 400 foto a colori E 45,00
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PREMIO ALBERTO MADELLA
INTERNET: CRESCONO I VISITATORI
Il Coni ha deciso di istituire un concorso per l’assegnazione di un premio in ricerca applicata allo sport con lo scopo di onorare la memoria di Alberto Madella, professore universitario, morto lo scorso anno per infarto, che si era sempre contraddistinto per il suo impegno nel campo di ricerca scientifica legata allo sport. Il concorso è stato ideato per promuovere e valorizzare le attività di ricerca in scienze dello sport, sia in campo professionale che accademico, e per stimolare la comunità scientifica nazionale ad approfondire gli studi in campo sportivo. Il concorso, coordinato dalla Scuola dello Sport, si rivolge a professionisti, studenti e docenti che presentino una ricerca relativa a una delle tre differenti aree: - mezzi, metodi e valutazione dell’allenamento; - sociologia dello sport e analisi del mondo professionale sportivo; - management dello sport. http://scuoladellosport.coni.it
La Nielsen on line, società che si occupa di analisi di mercato, ha comunicato i dati relativi allo scenario internet in Italia: 21,8 milioni di persone si sono connesse in internet almeno una volta nel primo mese dell’anno, dato leggermente superiore a quello registrato nel mese di dicembre 2008, mentre crescono in modo considerevole i consumi on line e il tempo speso davanti allo schermo. I dati, confrontati con lo stesso mese dello scorso anno, mostrano che in media ogni navigatore ha trascorso on line 6 ore in più (28 ore, contro le 22 del 2008), visitando il 21% di siti in più. A far registrare la crescita maggiore come numero di visitatori, al primo posto i siti per la ricerca immobiliare (2,4 milioni di persone), seguiti dai portali di viaggi e quelle delle compagnie aeree (4,6 milioni di persone, con un incremento del 25%). Un forte aumento di click anche tra i siti per la ricerca di lavoro con 3,3 milioni di persone, il 19% in più rispetto a dicembre 2008. Il trend di incremento ha colpito, e non poco, anche i siti salute, wellness, fitness e benessere che hanno registrato una crescita del 12%, attirando 5,4 milioni di persone. http://it.nielsen.com
WEB TV: STRUMENTO DI SENSIBILIZZAZIONE La Siprec, Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare, è una società scientifica multidisciplinare che si avvale della presenza, tra i suoi membri, di molteplici specialisti in grado di assicurare le competenze necessarie allo studio, alla diagnosi e alla terapia della prevenzione cardiovascolare. Fra le sue finalità, l’elaborazione di linee guida pratiche per la prevenzione cardiovascolare, il coordinamento delle attività di formazione dei medici specialisti e la sensibilizzazione dei cittadini sugli stili di vita salutari che riducono il rischio di infarto. Perché questo obiettivo sia più facilmente raggiungibile e sfruttabile da parte di tutti, la Siprec ha realizzato una web tv che fornisce consigli e informazioni di prevenzione e cerca di sensibilizzare i cittadini sugli stili di vita salutari che riducono il rischio di infarto, identificando un linguaggio comune accessibile a medici e cittadini. Al suo interno (www.siprec.tv) contributi video, brevi e accurati, affidati a medici specialisti e dedicati a temi come "comunicare la salute", "l’alimentazione", i "fattori di rischio". Nelle pagine dedicate ai fattori di rischio si ribadisce il valore positivo dell’attività fisica e del giusto peso corporeo e si sottolineano i danni provocati dal fumo, dall’ipertensione, dal colesterolo e dal diabete. www.siprec.tv/
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marketing e management
Contenere le spese
Cost saving di Luca Mazzotti lucamazz@tiscali.it
artendo dal necessario presupposto che l'obiettivo di ogni azienda è quello di produrre del reddito e che il reddito (o utile aziendale) si ottiene in sostanza sottraendo ai ricavi aziendali i costi, diventa naturale affermare che un fattore strategico di primaria importanza per il successo di un'azienda sia la sua capacità di contenere i propri costi, garantendo allo stesso tempo un'ottimale erogazione del servizio nei confronti dei clienti e un efficace svolgimento del processo distributivo (la vendita degli abbonamenti e tutte le attività di marketing a essa connesse).
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IL PUNTO DI PARTENZA A monte di ogni strategia di riduzione dei costi aziendali, sta il corretto e consapevole posizionamento della propria azien-
da sul mercato. La definizione del posizionamento aziendale e della propria immagine è un momento particolarmente importante: esso rappresenta la posizione distintiva, il ruolo indiscusso che l'Azienda ha rispetto alla concorrenza, al mercato, ai propri interlocutori. In sintesi, il posizionamento è l'identità stessa dell'azienda. Contestuale alla determinazione del posizionamento aziendale è la chiara e precisa definizione del proprio target, ovvero del proprio pubblico potenziale. A questo punto è indispensabile agire con grande coerenza: tutto quello che rappresenta l'azienda deve possedere un denominatore comune, un segno distintivo. Il modo in cui è percepita influen28
za in misura determinante la disponibilità del mercato ad acquistarne i servizi. Ogni interferenza o incoerenza nel proporsi sul mercato genera confusione e conseguentemente “debolezza” competitiva. È chiaro quindi che ogni tipo di intervento finalizzato alla riduzione dei costi deve garantire che il posizionamento resti inalterato. Fatta questa necessaria premessa, passiamo ora ad analizzare alcune tipologie di costo, cercando di individuare, ove possibile, delle strategie di contenimento. LE SPESE DI MARKETING “So che la metà dei soldi spesi in pubblicità sono buttati via, il guaio è che non so quale metà sia” è una frase storica erronea-
marketing e management mente attribuita a Henry Ford, fondatore dell'omonima casa automobilistica. Il vero autore è John Wanamaker vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900 e considerato uno dei padri della pubblicità e la sua frase riassume in modo perfetto il dilemma legato agli investimenti nel Marketing. Allo stesso tempo un'altra frase storica, questa volta realmente creata dalla fervida mente di Henry Ford, dice “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo”. Volendo fondere le due frasi in una potremmo dire “Facciamo pubblicità, ma facciamola bene!”. Uno degli errori classici di molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni, è proprio quello di non fare alcun tipo di azione pubblicitaria ritenendolo superfluo. La pubblicità, come si sa, è “l'anima del c o m m e rc i o ” e, al di là dei luoghi comuni, il suo mancato impiego offre alla concorrenza un'opportunità per avvantaggiarsi nei nostri confronti. Inoltre, anche a fronte di una concorrenza “apatica” sotto il profilo pubblicitario, non fare pubblicità significa non approfittare di un possibile, importante vantaggio competitivo. OTTIMIZZARE SULLA PUBBLICITÀ A questo punto occorre cercare di individuare le aree di risparmio sulle quali intervenire. Anzitutto, con riferimento alla pubblicità, la parola risparmio andrebbe sostituita con la parola ottimizzazione. Ovvero, una volta definito il proprio budget pubblicitario (il metodo ritenuto più corretto è quello di cal-
colarlo come percentuale del proprio obiettivo di ricavi annuale), occorre impiegarlo interamente, cercando di ottenere da esso il massimo rendimento sia in termini quantitativi che qualitativi. Passando a qualche indicazione concreta, possiamo anzitutto suggerire, nella
scelta dei mezzi pubblicitari, di considerare con grande attenzione il proprio bacino d'utenza. Spesso facendo pubblicità per un esercizio commerciale specifico, si corre il rischio di disperdere le risorse: il pubblico potenziale, salvo eccezioni particolari, lavora o risiede nelle vicinanze, e qualsiasi “sforzo” pubblicitario deve essere fatto considerando attentamente questo aspetto. Chi legge la rivista sulla quale mi accingo a fare pubblicità? Chi vede i miei manifesti? Chi ascolta i miei 29
spot radiofonici? Se posso rispondere a questa domanda dicendo “almeno il 50% di queste persone appartengono al mio bacino d'utenza”, sono nella giusta direzione. Ogni azione pubblicitaria che dia risultati inferiori a questo in termini di contatti con il proprio target, è quasi certamente da scartare. Un altro utile suggerimento che ci sentiamo di dare è relativo invece ai costi di stampa e di acquisizione degli spazi pubblicitari. Sia in un caso che nell'altro è consigliabile contattare almeno tre o più fornitori (stampatori per i materiali e concessionarie o agenzie media per gli spazi), fornendo a tutti gli stessi esatti parametri: quantitativi di stampa, peso e qualità della carta, per gli stampatori; dimensione dell'annuncio e la posizione all'interno della rivista per le agenzie media. Sarà quindi possibile raffrontare i preventivi ottenuti per scegliere, magari dopo un'ulteriore contrattazione, quello migliore. LA COMPETENZA DEI COSTI E IL RISPARMIO SUGLI INVESTIMENTI Un'attenzione particolare va assegnata agli investimenti in relazione all'obiettivo di contenere i costi aziendali. Anzitutto, in particolare per investimenti di valore elevato, è indispensabile mettere a confronto più fornitori (almeno tre), con l'obiettivo di individuare le soluzioni più vantaggiose sotto il profilo economico. Un'attenta selezione dei fornitori può garantire dei risparmi di costo anche superiori al 50%. Oltre a questo aspet-
marketing e management to, relativo alla trattativa d'acquisto, ne esistono altri, caratteristici per i costi di investimento, che vanno attentamente valutati. Le scelte relative agli investimenti, prendono troppo spesso in considerazione solo l'importo totale della spesa, dimenticando la natura stessa degli investimenti, ovvero la loro azione pluriennale. Per ogni investimento va stimata anzitutto la vita utile e quindi va assegnata una quota da riferire a ogni singolo anno. Sarà il valore di questa quota, verificata la fattibilità finanziaria dell'operazione, a determinare l'economicità o meno dell'operazione. Ad esempio, l'investimento in un impianto di climatizzazione con una vita utile di 10 anni, un costo totale inclusa installazione di 25.000,00 e un costo medio di gestione annuale (incluse manutenzioni) di 3.000,00, potrà essere ritenuto vantaggioso per l'azienda se le permetterà di incrementare gli utili di una cifra superiore a 5.500,00 all'anno. LE UTENZE Quando parliamo di utenze ci riferiamo sostanzialmente a spese di luce, acqua, gas e telefono. In questo ambito vastis-
sime sono le opzioni per la ricerca del risparmio: ci limiteremo a fornire solo alcuni esempi delle molteplici possibili aree di intervento. Ad esempio, per quanto riguarda il consumo di acqua, l'uso dei miscelatori d'aria nei rubinetti e nelle docce riduce il consumo d'acqua fino al 50%: chi utilizza il getto d'acqua non percepisce alcuna differenza, ma il consumo complessivo d'acqua è inferiore. Con riferimento al riscaldamento, la prima regola è quella di essere previdenti: far svolgere la manutenzione annuale delle caldaie almeno un mese prima del periodo di accensione. La pulizia e la manutenzione delle caldaie garantiscono una buona efficienza di funzionamento, minimizzando il consumo di gas e quindi la spesa. IN CONCLUSIONE Il contenimento dei costi è una priorità gestionale per tutte le aziende che vogliano essere competitive. Noi qui abbiamo portato qualche esempio, ma altre sono le voci su cui poter agire per contenere le spese (gestione del personale, scelta societaria ecc.): la sfida è raggiungere questo obiettivo sviluppando visioni dirette al servi-
zio e alla soddisfazione del Cliente e corrette politiche di Marketing. Un orientamento della gestione aziendale sproporzionatamente rivolto all'indiscriminata riduzione dei costi, porta necessariamente a un peggioramento qualitativo dell'erogazione del servizio e a un inadeguato e quindi inefficiente collocamento sul mercato dei propri prodotti/servizi. Il segreto è collocarsi nel “giusto mezzo”, ovvero in una situazione di massimo contenimento dei costi, garantendo un livello qualitativo dei servizi offerti e una politica distributiva in linea con il proprio posizionamento strategico e quindi con l'identità stessa della propria azienda.
LUCA MAZZOTTI Laureato in Economia e Commercio, ha lavorato per diversi anni nel campo del marketing e della comunicazione aziendale, specializzandosi nel settore del fitness e benessere. Recentemente, nella sua attività di consulente, ha sviluppato importanti competenze di tipo amministrativo e fiscale operando come professionista all'interno dello Studio Commercialista Moranduzzo & Partners
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FIERE CONVEGNI a cura della redazione
WORK SHOP TE CNIC O: DIAB ETE E FI TNE SS M ETA BOL I CO Milano, 9 maggio Roma, 13 giugno Riccione, 27 giugno La giornata ha la finalità di chiarire ai professionisti del settore le ultime novità e i nuovi protocolli esecutivi di valutazione e trattamento per i soggetti affetti da diabete di I e II tipo che intraprendono l'attività fisica. Questo workshop rientra nel percorso formativo per operatore di fitness metabolico. - Sindrome metabolica e diabete: le linee guida dell'OMS. - Dalla diagnosi medica alla classificazione motoria per età, sesso e impegno funzionale. - Strumenti operativi per il personal metabolico. - Body Fat Index e Global Risk Index (indice globale di rischio). - I Fix funzionali: come misurare la riserva funzionale in assenza di rischi. - Le unità motorie. Procedure e protocolli di attività motoria e con-
trollo dei risultati. - Gestione dei rapporti con il medico curante. - Discussione di casi clinici. - Gli strumenti di misura e monitoraggio: valutazione dell’appropriatezza e modalità d’uso. Segreteria Organizzativa: Scuola di Professione Fitness VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.professionefitness.com/scuola_corsi.asp
X VI I I C ON GRE S SO I NT E RN AZ I ON AL E D I R IA B IL I TAZ IO NE S PORT I VA E T R AU M ATOL OGI A Bologna, 25-26 aprile 2009 Un atleta professionista che ha avuto una grave lesione cartilaginea può tornare a giocare allo stesso livello? Una persona comune che ha una artrosi al ginocchio può ancora giocare a tennis? Il nostro lavoro è dare risposte a queste domande e lo scopo della diciottesima edizione del nostro Congresso è creare un confronto su questo tema, ponendo al centro dell’attenzione il paziente e non chi lo cura. Nostro compito è conoscere le soluzioni diagnostiche, chirurgiche e riabilitative, per aiutarlo a raggiungere i propri obiettivi. Proporgli rischi e benefici delle innovazioni che farmacologia, biotecnologie e scienze motorie ci mettono a disposizione, ricordando sempre che è lui il protagonista attivo del suo recupero. Consigliarlo nelle scelte della strada più idonea ed affiancarlo nel percorso di recupero per raggiungere il massimo risultato funzionale possibile. Un risultato che per l’atleta consiste nel rientro allo sport agonistico e per la persona comune consiste nella ripresa della vita attiva. Due esigenze diverse con un comun denominatore, che saranno affrontate separatamente nei lavori delle due giornate congressuali, attraverso una serie di relazioni che affronteranno in modo specifico il percorso di cura in rapporto ai diversi quadri patologici che si andranno ad affrontare. Segreteria Organizzativa: CENTRO STUDI ISOKINETIC VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.isokinetic.com
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FIERE CONVEGNI
a cura della redazione
5 3 ° C O N G R ES S O N A ZIO N A LE S IG M Firenze, 15 - 17 maggio 2009
“La Patologia Vertebrale: dall’età evolutiva all’età adulta”: scoliosi, cifosi, instabilità, deformità congenite, mal di schiena, ernie discali, stenosi del canale vertebrale, oltre agli aspetti degenerativi del rachide legati all’invecchiamento della popolazione. La Società Italiana di Ginnastica Medica, Medicina Fisica, Scienze Motorie e Riabilitative, è costituita da Medici Ortopedici, Medici Fisiatri, Fisioterapisti, Educatori Fisici, Laureati in Scienze Motorie, Laureati in Fisioterapia, Tecnici Ortopedici, Psicologi ecc. La presenza di tutte queste professionalità consentirà di discutere argomenti relativi alla Patologia Vertebrale, affrontando il tema sotto tutti gli aspetti e con il vantaggio di avere persone esperte in ogni campo. Il programma scientifico avrà come obiettivo quello di fornire linee guida di trattamento e informazioni aggiornate, grazie all’aiuto di numerosi relatori e moderatori scelti per la loro esperienza e competenza, alcuni dei quali provenienti dall’estero. potremo approfondire gli argomenti del Congresso confrontandoci sulle recenti acquisizioni ottenute in Patologia Vertebrale. Segreteria Organizzativa: AIM group - AIM congress VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.sigm.it/congressi_nazionali_sigm.htm
3 7 ° CO N G R ESS O N A ZIO N AL E S IMF ER Campobasso, 20 - 23 settembre 2009 Il Fisiatra e le professioni sanitarie tra nuove tecnologie, organizzazione della complessità e verifica dei risultati per l’autonomia della persona disabile. Questo è il significato più importante da attribuire al grande percorso di crescita della riabilitazione italiana, percorso che pone nuovi obiettivi per il futuro a tutti gli operatori del settore. Il 37° Congresso Nazionale SIMFER, che si svolge per la prima volta in Molise, si propone pertanto come strumento di interpretazione di questa importante svolta culturale. I topics scelti rappresentano lo spazio comune dove sarà possibile confrontare esperienze, idee, proposte sulla base di una attenta metodologia scientifica e nel coinvolgimento e nella intereazione con le analoghe esperienze di altri paesi dell’Europa, portando a Campobasso per quattro giorni le migliori esperienze ed i massimi esponenti della cultura riabilitativa. I topics avranno come obiettivo quello di stimolare il massimo coinvolgimento dei colleghi e degli operatori, che potranno avere un palcoscenico per la presentazione delle proprie esperienze, valorizzando chi realmente lavora sui relativi argomenti e creando, laddove possibile, un momento di rielaborazione culturale importante. Segreteria Organizzativa: MediK VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.medik.net
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FIERE CONVEGNI a cura della redazione
F IB O - S a lo n e l e ad e r in t e r n a z io n a le d i f i t n e ss , w e ll n e ss & s a l u t e Essen (Germania), 23-26 aprile 2009 Sviluppato su di una superficie di 71.000 mq in 11 padiglioni, il FIBO è il punto d’incontro annuale n. 1 in Europa nel settore che ha per oggetto i temi fitness, wellness e salute. Si attendono più di 480 im-prese internazionali, le quali presenteranno per quattro giorni a oltre 50.000 visitatori i prodotti e le soluzioni di più recente sviluppo per: palestre / fitness center, impianti wellness e spa, solarium, centri sanitari, studi di fisioterapia, associazioni sportive, impianti sportivi pubblici, imprese con proprio settore sportivo, rivenditori specializzati. Un ricco palinsesto di spettacoli dal vivo sul palcoscenico con i più moderni trend nel campo del fitness e la Manifestazione parallela FIBO POWER 2009, il punto d’incontro n. 1 per il body-building e il settore del sollevamento pesi, completano l’offerta dell’evento internazionale. Ente organizzatore: REED EXHIBITION VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO http://www.fibo.de/en/it/
COSMOFA R M A E X HI B I T I O N Bologna, 8 - 10 maggio 2009 Cosmofarma Exhibition, fiera leader italiana dedicata al mondo della farmacia, affermata anche a livello internazionale, si è ormai definitivamente imposta come la più autorevole e stimata per le numerose aziende dei settori farmaceutico, cosmetico, alimentare-dietetico, naturale, laboratorio preparazioni e servizi, che sono le principali aree merceologiche nelle quali si articola. Ente organizzatore: SOGECOS spa VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.cosmoprof.it
RI MI N I W EL L N E S S Rimini, 14 - 17 maggio 2009 RiminiWellness, il primo salone dedicato a Fitness, Benessere e Sport è una manifestazione in grado di rivolgersi tanto all’operatore specializzato quanto al consumatore finale con un’ottica nuova e professionalmente caratterizzata. RiminiWellness conferma l’evoluzione di un settore che attinge le sue radici in un crescente bisogno di armonia e benessere, di interesse per l’esercizio dello sport e per le dinamiche dello "star bene" una ricerca di equilibrio fisico e mentale, che travalica i vecchi steccati della cultura fisica e si rivolge quindi a tutte le fasce d’età, dal grande pubblico ai "tecnici" di settore: tutto sarà predisposto per accogliere al meglio visitatori, proprietari e gestori di palestre, istruttori e presenter, responsabili di centri medico sportivi, centri benessere ed estetici, spa, stabilimenti balneari e alberghi. Ente organizzatore: RIMINIFIERA spa VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO www.riminifiera.it
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La terza edizione, completamente aggiornata, del libro che ha formato intere generazioni di professionisti del fitness. Dall’anatomia funzionale dell’apparato locomotore alla fisiologia muscolare, fino alla biomeccanica degli esercizi; in questo volume il futuro istruttore troverà tutte le nozioni indispensabili, arricchite di 120 disegni e oltre 400 foto a colori. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 Euro 45
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Non più allungamento muscolare, ma miglioramento della mobilità di tutte le componenti dell’apparato locomotore. Partendo da questa convinzione gli autori riprendono i principi teorici dello stretching, propongono test di valutazione e una lunga serie di esercizi suddivisi per attività sportiva. Francesco Capobianco Alessandro Lanzani, Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21
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Il volume è utile per comprendere a fondo l’anatomia, la funzione e la cinesiologia dei muscoli addominali e per imparare a valutare la loro forza. In più, un’interessante classificazione degli esercizi e un intero capitolo dedicato agli errori di esecuzione. Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 Euro 21
TOTAL FITNESS IN ACQUA Roberto Conti, professionista affermato del fitness, trasferisce in questo volume tutti i segreti per realizzare lezioni di fitness in acqua: protocolli, metodi, differenziazioni delle classi. Un manuale efficace, serio e completo per gestire tutte le opportunità del fitness in acqua. Roberto Conti Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21
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Come si costruisce una tabella d’allenamento personalizzata? Il libro fornisce un’esauriente risposta a questa domanda analizzando i principi della programmazione e periodizzazione, le fasi dell’allenamento e le caratteristiche biomeccaniche di numerosi esercizi tipici dell’allenamento in palestra. Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26
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FITNESS IN ACQUA Partendo dagli esercizi di base per tutti i distretti muscolari, il libro affronta le diverse metodiche d’allenamento in acqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali, lo step e la kick boxe. Grazie a numerose fotografie e schemi di lezione, il volume si caratterizza per un forte taglio pratico. La parte finale è dedicata alle competenze dell’istruttore di fitness in acqua. Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag. 224 Euro 26
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CASI CLINICI IN PALESTRA - LA SERIE In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie dell’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono descritti anamnesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi0 da raggiungere, sono tracciate le linee guida del protocollo di lavoro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitare. Autori Vari Alea Edizioni - pag. 128 Ogni volume Euro 21 Offerta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro
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MASSAGGIO SPORTIVO Il testo propone tecniche manuali per il trattamento efficace della micro-traumatologia dei tessuti molli nello sportivo. I capitoli a carattere puramente pratico descrivono la conformazione dei tessuti connettivi, le interazioni tra il danno tessutale, l’infiammazione e gli eventi riparativi. Roberto Dagani Alea Edizioni 2002 pag. 128 Euro 21
davvero esaustivo. Nella prima sezione guida il lettore al corretto utilizzo della colonna nella vita quotidiana e nella pratica sportiva. La seconda parte raccoglie invece approfondimenti sulle patologie e sui meccanismi del dolore lombare. Claudio Corno Alea Edizioni 2001 pag. 256 Euro 26
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Il manuale espone in maniera chiara ed esaustiva le tecniche manuali per il detensionamento miofasciale a indirizzo sportivo. L’ampia documentazione iconografica chiarisce ogni dettaglio di posizionamento e intensità del massaggio. Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 Euro 21
FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI
COMPOSIZIONE CORPOREA
Il movimento è un farmaco naturale contro molte patologie cronico-degenerative. Partendo da questa convinzione i volumi propongono protocolli di lavoro per ipertensione, patologie respiratorie, cardiache infantili e della colonna, obesità (vol. 1) patologie coronariche e renali, artrite reumatoide, gravidanza, fibrosi cistica (vol. 2). Autori Vari Alea Edizioni 1999/2000 - pag. 144
A partire dalla definizione di sovrappeso e obesità il volume suggerisce al lettore metodiche rigorose e scientifiche per un’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea, punto di partenza indispensabile per una corretta programmazione nutrizionale e dell’allenamento. Sergio Rocco
Alea Edizioni 2000 pag. 128 Euro 21
Ogni volume Euro 24 Offerta: i 2 volumi a 36 Euro
FISIOLOGIA APPLICATA AL FITNESS
CARDIOLOGIA E FITNESS
Il manuale affronta in maniera concisa ma esaustiva la fisiologia del corpo umano, con particolare riferimento all’influenza dell’esercizio fisico su organi e apparati. Il manuale è anche uno strumento didattico e di autovalutazione per il professionista del fitness e costituisce strumento fondamentale per la programmazione del training.
Partendo dai fondamenti della fisiologia cardiovascolare, l’autore accompagna il lettore dalla pratica clinica alla valutazione funzionale e psicosomatica del cardiopatico e alla periodizzazione dell’allenamento, spiegando con precisione gli effetti della terapia farmacologica sulla performance. Davide Girola
Davide Girola
Alea Edizioni pag. 248 Euro 31
Alea Edizioni 2003 pag. 160 Euro 23
Prevenzione
Prevenzione Salute
Salute
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L I B R I
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Prevenzi oSal ne ute Salute
IL BENESSERE POSSIBILE
Il libro vuole essere un contributo per vivere meglio e per chi si occupa della salute e del benessere altrui. L'autore analizza aspetti fondamentali della nostra esistenza: consapevolezza come fondamento del benessere, alimentazione funzionale per la salute, attività fisica per la migliore condizione di forma. Il testo approfondisce temi importanti quali alimentazione (come impostare i pasti, allergie e intolleranze alimentari ) e allenamento (attività fisica per uno stile di vita sano e come modello educativo, corsa e tonificazione). Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 - pag 200 Euro 25
ANATOMIA DELL'APPARATO LOCOMOTORE Anatomia in 3D con animazioni, filmati. Lo strumento per visualizzare, imparare e approfondire l'anatomia funzionale in modo semplice, facile e intuitivo. È indirizzato a medici, fisiokinesiterapisti, studenti e laureati in Scienze Motorie, istruttori di fitness, personal trainer e operatori sanitari in genere. Un'opera che si compone di tre CD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemi Macintosh e Microsoft Windows): 1 arto superiore 2 arto inferiore 3 tronco e testa Francesco Bettinzoli Ghedinimedia Editore Euro 45,45 per ogni CD
MULTIMEDIA
FITNESS COACHING Il coaching è un nuovo modello per la gestione e la cura di ciascun cliente. Il volume propone strategie e tecniche di acquisizione e fidelizzazione del cliente, suggerendo basi tecniche, metodologiche e operative con un nuovo modo di concepire ed erogare il fitness.
IL DVD Permette di integrare con efficacia e immediatezza i contenuti del libro, partecipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008 pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70
BUSINESS FITNESS Investire le proprie risorse mentali ed economiche in una nuova impresa nel fitness rappresenta oggi una sfida difficile e stimolante allo stesso tempo che, condotta con i mezzi adeguati e con un buon grado di buon senso, può garantire piena soddisfazione personale ed economica. Il manuale illustra in forma semplice ed efficace metodi e procedure per avviare e gestire con successo l’impresa fitness, fornendo suggerimenti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita di un Fitness Club. Luca Mazzotti Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20
FITNESS METABOLICO
MULTIMEDIA
L'opera, su cui è strutturato il corso di formazione a distanza per operatore di fitness metabolico, fornisce le basi necessarie per organizzare percorsi motori personalizzati per la sindrome metabolica: ipertensione e malattie cardiovascolari, soprappeso e obesità, diabete, artrosi e osteoporosi. Step operativi: - inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica; - gli strumenti di misura, i Fix metabolici; - le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro; - la programmazione e l'insegnamento dell'attività motoria; - gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro con i soggetti metabolici; - monitoraggio e verifica dei risultati; - codice deontologico. Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazioni con grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal computer, non su Macintosh. Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2008 Euro 480
100 QUIZ - 2 VOLUMI Un metodo complementare per lo studio, che consente di appropriarsi della materia trattata in modo veloce e duttile, attraverso domande, piccoli trabocchetti logici, immagini con didascalie incomplete. Un efficiente mezzo di verifica che permette subito di colmare eventuali lacune, grazie alle informazioni mirate e accurate che corredano le risposte. In ogni volume include 100 quiz di anatomia e biomeccanica, 400 risposte e 400 commenti alle risposte. Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005 - pag. 112 Euro 21
PSICOLOGIA E TECNICA DEI COLLOQUI DI VENDITA Il volume affronta il tema centrale della preparazione e conduzione dei colloqui di vendita, sia sotto il profilo tecnico organizzativo che psicologico, dando una visione completa e realistica dei problemi da affrontare e dei metodi di approccio attraverso i quali risolverli. Di facile lettura, propone i temi esaminati con ricchezza di esempi pratici e rappresentazioni grafiche. Jan L. Wage Franco Angeli 2000 pag. 240 Euro 20
MISURARE LA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Uno strumento di lavoro per quanti, consapevoli dell’importanza del customer satisfaction per realizzare i propri obiettivi di crescita, vogliono misurare la bontà dei singoli processi aziendali, interpellando direttamente i destinatari prioritari (i clienti). Il libro conduce passo passo, con ricchezza di grafici ed esempi tratti da una gran varietà di settori, a scoprire come realizzare questo non facile obiettivo. Bob E. Hayes Franco Angeli 2003 pag. 256 Euro 23
FITNESS MARKETING
MARKETING DELLA FIDELIZZAZIONE
Libro di riferimento per gli imprenditori di centri fitness, propone gli studi, le strategie e le metodologie più aggiornate per la fidelizzazione e l’acquisizione dei clienti, la gestione dell’offerta, il management del personale, le strategie di comunicazione. Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36
Ogni cliente che passa alla concorrenza è una perdita che sarà sempre più difficile e oneroso sostituire. L’autore suggerisce come realizzare in modo sistematico il marketing della fidelizzazione, descrive gli ostacoli da superare, elenca le strade per conservare i propri clienti e illustra, nel quotidiano, come gestire il servizio. L.A. Liswood Franco Angeli pag. 192 Euro 19
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