ffmagazine n° 7

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Rivista di Pesca a Mosca

Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n째1963

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA Settembre - Ottobre 2010

n째7


Di: Massimo Magliocco

w w w. f f m a g a z i n e . e u

E' da anni che ho un'idea fissa…. Tra poco finirà l'estate e con essa anche la possibilità di pescare le trote, non in tutta Italia ma in gran parte di essa. Tempo di bilanci quindi per tutti coloro che anche quest'anno hanno bagnato le loro code. Le stagioni di pesca si susseguono e a detta della maggior parte dei pescatori, queste sono sempre peggiori. Ma i nostri bilanci non devono limitarsi a sottolineare le eventuali stagioni alieutiche negative ma, se vogliamo fare un passo avanti, dobbiamo cercare di trovare delle soluzioni. E' da anni che ho un'idea fissa che potrebbe sembrare un po' bizzarra, me se potesse essere perseguita potrebbe, a mio avviso, con un semplice colpo di spugna mettere tutto il mondo pam a posto. Mi spiego. In Italia la federazione della pesca è la FIPSAS che come sappiamo opera per lo più nel mondo delle gare e che non ben vista dalla maggior parte dei pam. Ora immaginate se si potesse istituire la FIPAM (Federazione Italiana Pesca a Mosca) o come volete chiamarla, che si occupasse solo della nostra tecnica. Qualcuno potrebbe dire che il CONI vuole agonismo, bene, noi glielo daremmo attraverso gare di lancio tecnico o qualsiasi altra cosa possa costituire agonismo ma non sul pesce (pensandoci qualcosa si troverebbe). Non esisterebbero più diatribe con UNPEM si o UNPEM no, scuole di qua e scuole di la, improbabili associazioni dell'ultimo momento che si prefiggono di rappresentare questo o quello del mondo pam etc. La FIPAM sarebbe: 1) 2) 3) 4) 5)

Riconosciuta dal CONI Al di sopra di tutto e di tutti Rappresentativa di tutti i pam italiani Estremamente "pesante" nelle scelte e nelle proposte da fare alle istituzioni E tutto quello di positivo che ora non mi viene in mente ma c'è !!


Molti club sono stati "costretti" a chiedere aiuto alla FIPSAS per vedersi riconosciuto un tratto di pesca a mosca dalle Istituzioni e come contropartita di fare delle gare di pesca a mosca. E' giusto questo ? Qualcuno non crede che il CONI possa prendere in considerazione tale possibilità in quanto già esiste la FIPAS, quindi una federazione della pesca, e questa osservazione potrebbe essere giusta ma, se pensate che nel CONI esistono: 1) 2) 3) 4) 5)

Federazione Hockey e Fed. Hockey su pista Fed.Tiro a Segno e Fed. Tiro a volo e Fed. Discipline Armi Sportive da Caccia Fed.Canottaggio e Fed. Canoa Kayak Fed. Judo Lotta Karate Arti Marziali e Fed. Taekwondo Fed. Tennis e Fed. Tennis da Tavolo e Fed. Squash

E chissà quante altre. E perché non potrebbe esserci la FIPSAS e la FIPAM ? E se si cominciasse a lavorarci su ?


Sommario n° 7

Settembre - Ottobre 2010

Hanno collaborato a questo numero: Giovanni Alerati FFM E I SUOI PRIMI QUATTRO ANNI 2° Parte

Walter Luzi e La sua ninfa Massimo Matteuzzi Intervista Edy Donà

Cianfri Foanna Fortuna che mio marito va a pescare… Philip Bailey THE KITE Marco Albini e Mondini Alberto a pesca sulla Vellach

Moreno Borriero International Experience the World of Fly Fishing 2010

Luca Castellani Nera e mosche di maggio

Donato Tedesco

Alberto Mondini

Direttore Responsabile Baroni Franco Direttore Editoriale Mondini Alberto Grafici Mondini Alberto Bagagli Daniele Gammelli Luca Coordinatore Redazionale Magliocco Massimo Collaboratori Castellani Luca Borriero Moreno Bailey Philip Distribuzione WEB Pubblicazione Bimestrale Registrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del 09/07/2009 Rivista Gratuita Pubblicità Baroni Franco Tel. 3343328889 e-mail:flyfishing1949@gmail.com

Il Pescatore con la mosca Giorgio Ferrari L’Adda a Spino

Tutti i Diritti Riservati FFMagazine www.ffmagazine.it


Primo di una serie di video riguardanti la costruzione in cui, tre dei migliori costruttori italiani, istruttori FFM, si cimentano nelle loro personali interpretazioni. In questo primo video vedremo come Alberto Mondini, Gianluca Mascitti e Luca Santoro, rappresentano i tre stadi di effimera, ninfa, emergente ed insetto adulto risultato di decenni e decenni di esperienza di costruzione e di pesca a mosca che si traducono in tre modi diversi di concepire la costruzione di ciò che abbiamo definito "novità sull'acqua" Oltre 90 minuti di grande costruzione messe a disposizione di chi ama cimentarsi nella realizzazione dei propri "gioielli" da pesca. Un video da non perdere.


La FFM, Scuola di pesca a mosca, comunica che sono aperte le iscrizioni alla nostra associazione, che ricordiamo essere non a scopo di lucro, per l’anno che va da Ottobre 2010 a Bicembre 011. Tale iscrizione, che ha un costo di euro 15,00, da al socio una serie di vantaggi che non possono essere ignorati come ad esempio, sconti in zone no-kill, sull'acquisto del materiale da pesca, sull'acquisto di prodotti editoriali sulla pesca a mosca e non, ai corsi FFM, su viaggi di pesca in Europa ecc. Tali sconti verranno praticati dai sottostanti sponsor che hanno accettato di collaborare: Ai corsi della Fly Fishing Masters

20 Euro

Albergo Bucaneve Via >Giardini Sud,31 41027 Pievepelago Tel. 0536 71383

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Edy Donà Di Edgardo Donà via Monte Rosa, 68 20025 Legnano (MI) Cell. 3487616494 AKTIV HOTEL Tel. Adriano 0043-6645307670 Tel. Alberto 0043-6641736341 Tel. Erika 0043-663951805 L'ALTRO SPORT Via Felice Frasi 25 c 29100 PIACENZA

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Il Pesce fuor D’Acqua SNC di Lazzaro Gianluca & C 36030 Costabissara (VI) Via Montegrappa 48 tel/fax 0444 970611 FFM POINT e-mail ilpescefuordacqua@alice.it Mayfly di Giorgio Ferrari Via Zuavi n°16 20077 Melegnano MI Tel.02 9838901

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Podere Violino Località Gricignano, 52037 Sansepolcro /AR) Tel, 0575-710174 Modern Fishing in Lapland Ufficio Amministrativo Holmvagen 210 S-920 SE Infos Italia: 0039 348 6004118 Infos Svezia: 0036 73 8213607 E.Mail. info@loe-mfl.com Edizioni NUMA di Massimiliano Nucci-Piva L.go Straidberg 30 00142 Roma www.edizioni muma.com

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Chi fosse interessato ad associarsi e quindi entrare in possesso della nostra tessera, può recarsi presso tutti gli esercizi commerciali e/o le strutture che svolgono il servizio di FFM Point, oppure tramite carta di credito di euro 15,00 che si può fare attraverso il sito www.flyfishingmasters.com nella apposita pagina, oppure attraverso bonifico bancario iban IT02-H-05164-03213-000000175379. Per info mettersi in contatto con la segreteria al 3343328889. Crediamo che i vantaggi che si possono avere con tale tessera siano estremamente interessanti cui tutti i pescatori a mosca non possono rinunciare.


FFM E I SUOI PRIMI QUATTRO ANNI 2째 parte

Di Giovanni Alerati


In occasione del corso per istruttori di base che come ogni anno si tiene a Pievepelago, sede ufficiale della scuola, abbiamo fatto il punto della situazione per conoscere più in dettaglio ciò che questa scuola, in soli quattro anni, è riuscita a realizzare. Lo abbiamo fatto con Massimo Magliocco che ne è il suo Direttore Tecnico.Ora parlerei della vostra organizzazione, che ne dici ? Forse questo è il nostro fiore all'occhiello. All'inizio avevo il timore che potessimo fare qualche errore sbagliando la programmazione con un'errata pianificazione del lavoro. Avevo l'assillo che se tutto non fosse stato come un orologio svizzero e i miei non mi avessero seguito, mi sarei rimangiato con gli interessi tutto quello che di buono avevo faticosamente fatto facendo i corsi da solo. Niente, la nostra è un'organizzazione piramidale. In alto ci sono io come direttore tecnico, poi due vice-direttori gli istruttori di primo livello e poi quelli di base.

Che differenza c'è tra i due livelli di istruttori ? Si entra nella scuola frequentando il corso per istruttori di base dopo essere stati considerati idonei ad un corso di


perfezionamento, dopo si che se si superano gli esami si entra a far parte della scuola come istruttore di base. Poi con il tempo ed un percorso ben definito si può passare di primo livello.

di altrettanta notorietà.

Sono previsti anche altri livelli ? Si è previsto un secondo livello ma ancora nessuno l'ha raggiunto. Forse a fine anno un paio possono diventarci. Ritornando al corso per istruttori, volevo aggiungere che probabilmente dalla prossima stagione istituirò un percorso diverso basato su tre stage più uno dove al primo ci sarà un primo livello iniziale, un secondo avanzato, e un master tutti e tre certificati. Dopo di che c'è la possibilità di frequentare un corso per istruttori che abiliterà al primo livello e non al base. Comunque è ancora da sviluppare, magari nei prossimi numeri della rivista daremo informazioni più aggiornate.

Nulla, voci di corridoio. Comunque è ancora tutto in fase progettuale che potrebbe avere degli sviluppi in autunno. Staremo a vedere.

Parliamo di sponsor ? Bè, che dire, avere delle aziende che producono canne anche di livello internazionale che sono interessate a collaborare con FFM mi da enorme soddisfazione e vedere che su canne insieme a questi marchi ci sia la mia firma ed il logo di FFM sia il massimo della professionalità. Come dire, abbiamo lavorato bene nel seminare ed ora raccogliamo. La FFM ad oggi ha alcune collaborazioni consolidate come la tedesca RST e la spagnola Think Fish World che è l'azienda che ha rilevato la Modern Flies ed ha iniziato ha relazionarsi con altre aziende straniere

Ma è un'azienda che parla inglese ? Potrebbe essere, ma tu che ne sai ?

A proposito di estero, un tuo istruttore mi ha detto che l'anno prossimo potreste portare i vostri corsi all'estero. Mi dai conferma ? I miei istruttori dovrebbero parlare di meno…. Si, dovremmo iniziare con dei corsi in un paese d'Europa in cui la pesca a mosca è molto radicata. Non puoi dirmi nulla di più ? Purtroppo no. Primo perché stiamo ancora mettendo a posto le cose e poi per correttezza ne vorrei parlare dopo che sarà ufficiale. Comunque questo è il risultato della bontà del nostro lavoro. So anche che sarete presenti al "British Fly Fair International" il BFFI, me lo confermi ? Si, questo te lo confermo. Il BFFI è una manifestazione inglese di pesca a mosca estremamente importante. Si tiene tutti gli anni a Stoke-on-Trent non lontano da Manchester e Liverpool. Quest'anno siamo stati invitati e se ti devo dire la verità sono già un pò emozionato. Sai,




andare in vasca a lanciare di fronte a decine e decine se non centinaia di persone che ti guardano incuriosite, bè, non è cosa di tutti i giorni. In Italia lo faccio regolarmente e tutti già sanno cosa farò mentre in UK, dove i pescatori e non solo sono molto tradizionalisti, il discorso è diverso. Creare interesse verso coloro che pescano a mosca a modo loro molto diverso dal nostro, potrebbe essere molto importante per la nostra scuola. Poi mettici anche che dovrei lanciare magari dopo gente come Oliver Edwards oppure gli istruttori del GAIA (Game Angling Instructors' Association) bè spero che l'emozione non mi tradisca.

Torniamo per un attimo ai vostri corsi. Mi hai accennato prima che non insegnate solo con attrezzature corte e code leggere ma anche con altri tipi di canne. Potresti spiegarmi meglio ? Fin dall'inizio della nostra avventura, ho basato tutto sull'allievo, nel senso che colui che viene a fare i corsi deve essere messo al centro dei nostri interessi e non l'inverso. In altre parole, non dobbiamo essere noi ad imporre all'allievo un tipo di attrezzatura ma è lui che ci dice con quale canna e coda pesca. Questo, di conseguenza, fa si che la nostra didattica non cambia con il cambiare dell'attrezzatura ma si adegua ad essa. Fai finta che un allievo pesca solo nel Brenta. Ti pare giusto insegnargli a lanciare con una 7',6'' quando il "suo" fiume è piuttosto largo e quando la sua attrezzatura è più lunga ? Solo nel caso in cui la richiesta parta da lui allora il discorso cam-

bia.

Quindi l'allievo viene con la canna e la coda che possiede, giusto ? Esattamente, noi lo metteremo in condizioni di lanciare e pescare meglio con la sua attrezzatura senza stravolgere nulla. Ti pare poco ? Sempre il tuo istruttore mi accennava che dalla prossima stagione metterete su anche corsi di canne a due mani, vero ? Esattamente. L'esigenza dei pescatori cambia e si evolve con il tempo e quindi anche questa nuova, almeno per noi in Italia, tendenza di pescare in ambienti molto larghi, prende sempre più piede. Ci siamo attrezzati per tempo con un nostro istruttore che ha frequentato corsi di canna a due mani e sta pian piano insegnando anche agli altri. E' in rete il nuovo sito. Mi sembra molto ben fatto e ricco di argomenti. Come mai avete voluto cambiare quello vecchio ? Semplice, secondo noi gli argomenti c'erano anche la ma erano stati messi dentro un po' troppo alla rinfusa così che l'utente doveva girare di qua e di la senza magari trovare un altro articolo o video che parlasse dello stesso argomento. Ora tutto è più razionale e di più facile navigazione. Pensa che in poco tempo abbiamo triplicato le visite.



Vorrei terminare questa intervista chiedendoti quali siano i vostri obbiettivi, insomma, dove volete arrivare ? Non abbiamo un obbiettivo ma diversi obbiettivi. Come ti ho già detto l'innovazione, la competenza e la professionalità sono il veicolo attraverso il quale puntare in alto. Oggi la gente vuole pescare meglio senza troppi elementi tecnici e utilizzando delle dinamiche semplici ma efficaci quindi il nostro obbiettivo è quello di continuare su questa strada dando ai nostri amici corsisti tutto il nostro "sapere" sperando, chissà, di essere un giorno il punto di riferimento in Italia di questa nostra disciplina e di essere in Europa riconosciuta come una valida struttura. Per coloro che non avessero letto la prima parte, riporto il pezzo finale della prima: "Oste è buono il vino ? Non dovete pensare che ce la cantiamo e ce la suoniamo come si dice. Questo detto, me lo ha consigliato di scriverlo proprio Massimo per evidenziare che, se questa intervista va su questa rivista che è di proprietà di FFM, è perché, probabilmente, altre o spazi su siti di pam impartanti non l'avrebbero pubblicata, come mi hanno detto qui, e quindi si può pensare ad un discorso preconfezionato. Non è così, è stata una chiacchierata trasparente e senza nessuna esagerazione." L'ho riportata proprio per sottolineare la genuinità dell'ar-

ticolo senza nessuna mistificazione o forzatura. Un articolo vero che mette in risalto la natura di questa associazione. La nostra intervista a Massimo Magliocco finisce qui anche se avrei voluto chiedergli molte altre cose. Conclusioni positive di una scuola di pesca a mosca che si è ritagliato il suo spazio attraverso corsi molto professionali ma nello stesso tempo allegri in cui l'allievo è messo a suo agio. Mi diceva Massimo che quest'anno chiuderanno la stagione con il 50° corso che in soli quattro anni non è affatto poco.




Fine Maggio 2010 acque un po' velate livelli alti proviamo le Double brass beads reverse.

Di: Walter Luzi


.Fiume tronto , all'inizio delle Acque Categoria B trote e cavedani , Acquasanta Terme proprio sotto lo stabilimento termale , qui da anni non immettono trote , primi tentativi abboccano 2 cavedani , il primo a metà della buca profonda al momento della trattenuta, quando l'artificiale si stacca dal fondo e con le vibrazioni delle zampine e codine in elastico da il meglio di se ; il posto è stupendo bisogna sondare le buche con massima attenzione , ma non disdegniamo le correntone e i sottoriva , con questi livelli non si possono chiamare correntine , facendo lavorare sul fondo l'artificiale e il montaggio


reverse c'e lo permette riducendo le probabilità d'incaglio , proprio alla fine di una correntona inizio buca violento attacco non è un cavedano , una discreta fario sui 30 Cm ben pinnata soddisfa il fly tier e il pescatore la rimettiamo in acqua sperando di ritrovarla la prossima volta ; continuiamo a risalire il fiume in questo scenario veramente bello ,insistiamo , sapendo che qui i pesci sono pochi e peschi le ore per prendere qualche cavedano e qualche trota , ennesima buca discreta corrente la Double BBR sta facendo lo slalom tra i sassi del fondo quando un nuovo attacco e un'altra fario piÚ colorata anche questa ben pinnata si fa convincere dall'artificiale e ci regala altri momenti di


grande piacere e soddisfazione , con questo finisce la mattinata di pesca Tardo pomeriggio stesso giorno sempre sul fiume Tronto questa volta nel tratto del paese di Quintodecimo, splendido con le sue case e chiese sapientemente restaurate in pietra e travertino ; i livelli sono piÚ bassi e l'acqua è nettamente piÚ pulita del mattino qui siamo sempre nelle acque categoria B , ci sono diverse tipologie di insetti , ma la mancanza di bollate ci fa optare per un'artificiale ben visibile e che galleggi bene , entra in azione la Voodcock Cococciaro Wm , artificiale che costruisco e uso da circa 25 anni , che oltre a tante belle trote mi ha fatto vincere nel 2010 la medaglia di bronzo categoria Dry Fly del Mustad


Scandinavian Open ; con me c'è anche mio figlio leghiamo gli artificiali al finale schiacciamo gli ardiglioni e iniziamo a pescare dopo una leggera ingrassatina nei punti strategici , code hackles torace , le ali no perchÊ le fibre poi si affastellano e comunque quando l'artificiale si bagna o dopo aver preso una trota basta sciacquarle bene e asciugarle con un po' di carta igienica; le prime trote non si fanno attendere e iniziamo a catturare sia in acque lente che veloci , anche qui lo scenario è veramente bello e già questo ti riempie di gioia , io e mio figlio ci alterniamo nelle catture lanciando con attenzione e senza fretta , prendiamo diverse trote , tutte fario non particolarmente grandi , ma il divertimento e la soddi-


sfazione non sono dati ne dalla quantità ne dalla grandezza , è lo stare insieme , la libertà del momento , il fatto di ridare la libertà a questi esseri acquatici che ci danno la gioia di essere qui . Non solo le trote stanno in caccia e un bel Biacco finisce nelle mie mani , dopo la foto di rito anche il bellissimo Colubride viene rilasciato , da premettere che l'ho catturato con le mani .



Di: Massimo Matteuzzi

"Intervista a Edy DonĂ "


Una vita dedicata all'agonismo. Da qualche tempo mi sono interessato all'agonismo nella pesca a Mosca e nel mio girovagare alla ricerca di un buon insegnante, mi sono imbattuto in Edy Donà, che avevo sentito nominare ma che mai avevo avuto la fortuna di conoscere personalmente. Ormai ci frequentiamo da qualche anno e devo dire che questo periodo è stato fruttuoso sia sotto l'aspetto tecnico che da quello personale, perché tra noi si è instaurata un'amicizia che va al di là della pesca. Edy è una persona con molto carattere, schietta, che "non la manda a dire", però è sicuramente una persona sincera, non gelosa dei suoi segreti, con alle spalle un Curriculum di tutto rispetto. Ha anche formato numerosi allievi che fanno o hanno fatto parte del Club Azzurro. Sicuramente non lascia indifferenti, non è detto che sia simpatico a tutti, ma il mondo della Pesca a Mosca non fa eccezioni rispetto alla vita in generale e quindi non si può andare bene per tutte le stagioni. Entriamo nel vivo dell'intervista … Massimo: Ciao Edy, oggi ti faccio una breve intervista per i lettori di FFMagazine! Edy: Va bene. Massimo: A che età hai cominciato a pescare?

Edy: A 5 anni. Massimo: Che pesci pescavi? E con che tecnica? Edy: Maah … il "bianco", le carpe, i mitici cavedani, le savette, sul Ticino ed altri fiumi. Poi a 20 anni ho cominciato con la Pesca a Mosca. Massimo: Ecco, parlaci degli inizi della Pesca a Mosca. Edy: Ho cominciato con un Club, sai … di quelli che organizzano dei corsi invernali, e da lì è scattata la molla. Era il 1984, praticamente poi non ho più smesso. Massimo: Hai cominciato con la "secca" oppure con altre tecniche? Edy: I primi approcci sono stati con la "Secca" (di solito i primi passi si fanno con la "Secca"), però molto presto sono passato alla Ninfa ed allo Streamer, perché la Società a cui aderivo partecipava alle gare, facendo i Campionati Provinciali. Quindi, va da sé che in questi contesti si predilige l'uso della Ninfa e dello Streamer. Massimo: Quindi con le Gare hai cominciato presto?



Edy: Praticamente subito. Io venivo già da Gare, in torrente "al Tocco", gare in lago, un po' di tutti di tipi … Per me è stata solo una questione di cambio di tecnica. Massimo: E com'è il tuo palmares ad oggi, relativamente alle Competizioni Inter-nazionali di Pesca a Mosca? Edy: Beh, è buono … (sorride, n.d.r.). Ho fatto 11 Mondiali e 9 Europei, come piazzamenti un 2° e un 3° posto al Mondiale a Squadre, ho vinto 4 Europei a Squadre, due 2° e un 3° Individuale agli Europei, sono stato Campione e Vicecampione Italiano. Massimo: Insomma, ti sei tolto qualche soddisfazione! Edy: Sì, qualcosina l'ho vinta … Massimo: Da quanti anni sei in Club Azzurro? Edy: Dal 1993, ininterrottamente! A parte un "anno in castigo" … Massimo: Senti, adesso hai cominciato una nuova avventura professionale, hai fondato un'azienda, la FlyTiersWorld …

Edy: Già! Massimo: Che tipo di posizionamento ha? Qual è la differenza rispetto ad altri? Edy: Mah, innanzitutto vuole proporre prodotti che servono, comunque di non facile reperibilità perché la ricerca sui materiali è un po' quello a cui voglio puntare. Sicuramente la qualità deve essere elevata e non vorrei proporre cose che vengono messe in un cassetto. Sto anche ultimando la produzione di quattro nuove canne, che abbiamo provato insieme a te in questi giorni, due dedicate alla "Secca" sviluppate in collaborazione con Fosco Torrini, e altre due per la pesca a ninfa leggera in fiume e torrente. Massimo: Ti faccio una domanda di più ampio respiro: relativamente alla Pesca a Mosca moderna come vedi le Competizioni, ovvero come sta evolvendo la tecnica, la tattica, l'approccio al fiume? Vedi un'involuzione oppure una costante evoluzione? Edy: C'è una costante evoluzione perché, come in tutti i settori, la Competizione porta ad un miglioramento, come avviene nell'Automobilismo, nello Sci, etc… Di conseguenza la Competizione, che può piacere o non piacere e questo è un argomento "annoso" e dibattuto che è meglio non affrontare in questa sede (sorride



n.d.r.), ha permesso di conoscere nuove tecniche che ormai sono patrimonio comune, di perfezionarle, di migliorare le canne ed i materiali. Ha anche permesso ai Pescatori di girare il mondo, fare esperienza su fiumi diversi, di comprendere i modi di pesca adottati dai Francesi, dai Cechi ed i Polacchi per fare qualche esempio. Massimo: Il pescatore italiano medio secondo te com'è? Puoi dire quello che vuoi, siamo in Democrazia … Edy: Eh eh eh, … non mi esprimo!! Scherzo. Rispetto a tanti paesi possiede un tasso tecnico più elevato, dovrebbe solo superare certi "Tabù" inculcati da molte Scuole, che han fatto dei danni … a mio giudizio … in passato. Però vedo che alcune di esse stanno percorrendo nuove strade e si stanno aprendo ad altre tecniche, giustamente! Se si vuole essere completi, e questo è un discorso che ho fatto molte volte, bisogna conoscere un po' tutto, poi decidere se praticare una tecnica ti soddisfa oppure no.


Massimo: Beh, Edy. L'intervista può finire qui, ti ringrazio del tempo che ci hai dedicato. Alla prossima occasione! Edy: Grazie a te! Che dire di Edy? Sicuramente ci sono tanti spunti, ma cerco di coglierne qualcuno interessante per il lettore. Come molti agonisti di livello Internazionale, la sua azione in pesca non è gratuitamente scenografica ma estremamente efficace: non l'ho mai visto fare gesti o lanci inutili solo per impressionare la platea. La vera differenza la fa la sua sensibilità , che probabilmente gli deriva dall' aver prima praticato alcune tecniche molto orientate a comprendere il comportamento dei pesci. Questo non vuol dire che pecchi nella tecnica, in quanto non tutti sanno che è anche Istruttore Certificato E. F. F. A. e che lancia estremamente bene. Infine vorrei raccontare un aneddoto che ci fa sorridere ogni volta che lo ricordiamo: qualche anno fa durante la mia prima lezione, che si teneva in Adda, in zona libera, stavo pazientemente osservando, da bravo allievo, la sua dimostrazione di Pesca. Mi stava spiegando come approcciare i "sottori-



va" e perché molti pescatori si perdessero delle buone occasioni entrando direttamente nel fiume. Mentre, com'è normale che sia, stavo riflettendo sulla validità di quello che mi veniva spiegato, Edy ha attaccato una splendida trota, prontamente guadinata e rilasciata, che alla misura ha segnato 52 cm. A memoria ricordo poche partenze più convincenti per cui da lì ho fugato ogni dubbio! Massimo Matteuzzi è Istruttore Certificato FFM, vive a Bologna. Per contatti: www.flyfishingmasters.it Edy Donà vive e lavora a Legnano, MI. Per contatti: www.flytiersworld.com



Di: Moreno Borriero


Last Aprile, I participated for the first time to the Internationale Erlebniswelt Fliegenfischen 2010 with Federico Renzi - the well known Italian Fly Tyer. This event, which was organized perfectly by Robert e Michaela Stroh e da Nicole and Armin Pijawetz, is becoming one of the largest and most important fly fishing shows in Europe. This year was the fifth edition and it has shown signs of slowing down - in fact it grows every year that passes. This year, even though we had practically all the airline flights blocked because of the volcano, there were almost 3000 visitors from the whole of Europe that had the

Nell'Aprile scorso ho partecipato per la prima volta all' Internationale Erlebniswelt Fliegenfischen 2010 insieme a Federico Renzi. Questo evento che è organizzato in maniera egregia da Robert e Michaela Stroh e da Nicole and Armin Pijawetz, è ormai diventato una delle fiere del settore pesca a mosca più importanti di Europa. Giunta alla quinta edizione, non mostra segni di cedimento, anzi ogni anno cresce sempre di più. Quest'anno, nonostante che l'ormai famoso vulcano islandese abbia bloccato gran parte dei voli proprio in quel periodo, vi sono stati ben 3000 visitatori da tutta Europa che hanno avuto modo di visitare 86 stand che rappresentavano ben


opportunity to visit 86 exhibitors from 20 countries and that represented 140 brands. There were 13 fly casters who took turns at the casting pool and 26 fly tyers who demonstrated their ability at the vise. Unfortunately about 10 among fly tyers and casters were missing because they could get to the show since their flights were grounded - a real pity asI was looking forward to meeting the some of the tyers I had shared the podium with at Le Salon de la PĂŞche Sportive in Paris. The exhibition takes place in Bavaria in Munich and precisely at the beautiful Monastery of FĂźrstenfeld. An ideal setting. The very well kept monastery frames the well

140 marchi da oltre 20 paesi diversi. Alle dimostrazione di lancio si sono alternati 13 fly casters ed erano presenti 26 fly tyers. Purtroppo una diecina fra fly tyers e lanciatori hanno dovuto dare forfeit all'ultimo momento per il problema del blocco dei voli. La manifestazione si tiene vicino a Monaco di Baviera in un paesino che si chiama FĂźrstenfeld presso l'omonimo e bellissimo monastero. Una ambientazione ideale. Il bellissimo monastero fa da sfondo ai bellissimi prati che lo circondano e dove si trova una grande vasca dove i 13 lanciatori si sono alternati nelle loro dimostrazioni. L'esposizione si tiene in due edifici distinti. Una parte nel


kept lawns where the casting pool was set up and where the 13 csters held ther demonstrations. The stands are set up in two separate buildings. One part in the old granary with its wooden embers and floors and the rest in a neighbouring hall. Between the halls and the casting pool, a typical Biergarten was set up where you could drink the fragrant Weissbier and taste the roasted meats and sausages. There were some of the most important casters in the world both for single handed as for double handed rods which seems to be the new fad here in Italy. I managed to get away from the tyers bench to watch these demonstrations which I found to be of extremely high technical quality. I will not make a list of names that I saw because I would probably land up forgetting someone!! Anyway, Raffaele Mascaro represented Italy with his "How to combine single-handed speycasting and presentation to overcome any difficult situation. To represent Italy as Fly Tyers there were Federico Renzi with his realistic flies and yours truly with my CDC grayling flies. Antonio Pozzolini was the only Italian exhibitor with his rods, reels and other fly fishing equipment. Other than the casting and fly tying demonstrations there were also a series of workshops like fly tying and casting for teenagers, a rodmaking workshop and an initiative dedicated to women fly fishers and the IWFF (International Women Fly Fishers) which united women fly fishers the world over. On the Saturday evening, the Gala dinner was held in of

vecchio granaio con travi e pavimento in legno, e l'altra in una sala attigua. Nelle piazzette che comunicano tra i vari edifici e la vasca, è stato allestito un piccolo Biergarten dove si degustava la profumatissima Weisbeer bavarese e vari tii di arrosti e salsicce. Tra i caster vi erano alcuno dei maggiori esponenti di questa disciplina sia nelle versioni ad una mano che a due mani che pare stia diventando la nuova frontiera del lancio anche qui in Italia. Ho avuto modo di vedere nei ritagli di tempo (ogni tanto scappavo via dal tavolo da costruzione) alcune di queste dimostrazioni che si sono rilevate di elevato livello tecnico. Non voglio fare una lista di nomi per paura di dimenticarne qualcuno. In ogni modo a rappresentare l'Italia c'era Raffaele Mascaro che ha dimostrato l'uso dello singie handed spey. A rappresentare l'Italia fra i fly tyers c'era Federico Renzi con le sue Realistic flies ed il sottoscritto con le mosche da temolo in CDC e Antonio Pozzolini era l'unico Italiano tra gli espositori con le sue canne, mulinelli, e attrezzatura varia. Oltre alle dimostrazioni di Lancio e Costruzione, sono state organizzate una serie di workshop come ad esempio quelli dedicati alla costruzione mosche e di lancio per bambini e teenager. Vi è stato un workshop di bamboo rodmaking e una iniziativa dedicata alle fly fishers donne e l'IWFF (International Women Fly Fishers). Il sabato sera, in una delle sale si è svolta la cena.


Federico e Moreno - Mascaro - Pozo Mosca Renzi


the monastery halls. It was fully booked with about 300 people who sat down to a wonderful dinner with Bavarian and other German specialties. In my opinion, this is among the best fishing shows I have attended in the past years, not so much for number of visitors but for the high quality of products and services offered. The 86 exhibitors from 20 nations had the opportunity to show their products in a truly awesome setting and the camaraderie that is common to all fly fishers most certain gave rise to new and long lasting friendships. I sincerely hope that we can one day have this kind of show in Italy, where the present fragmenta(Foto Fly tyers - Seconda sala)

Erano presente circa 300 persone e nonostante questo le specialità bavaresi e tedesco veramente buone. A mio avviso questa è una delle fiere piÚ belle alle quale ho partecipato, non tanto per numero di visitatori (tra l'altro in costante crescita) ma per l'elevato livello dei contenuti. Gli 86 espositori da 20 paesi hanno presentato i loro prodotti in uno scenario da invidia, una boccata d'aria fresca e il sentimento di fratellanza che accomuna i PAM fa si che si sono create nuove, durature amicizie disinteressate che sicuramente dureranno nel tempo. Da auspicare che questo tipo di fiera dedicata possa nascere anche da noi su grande scala dove purtroppo l'attuale


Foto Fly tyers

(Federenzi Danika e Gamberetto)


tion only causes a constant decrease in the numbers of exhibitors and visitors. To think that Italian casters, fly tyers and now even rodmakers are taken in high regards all over Europe. I hope to have the opportunity to attend the 2011 edition even only as a visitor. For once, even through volcanic ashes from the vulcano with a name that cannot be pronounced, a very ambitious event. My compliments to the Strohs and to the Pijawetz. Articole and photos by Moreno Borriero www.mbrods.it

frammentazione porta a un calo costante d'interesse sia da parte degli espositori che da parte dei visitatori e pensare che nel resto d'Europa i PAM italiani sono molto quotati come lanciatori, come fly tyers e ora come bamboo rodmaker. Spero di potere partecipare anche il prossimo anno anche solo come visitatore e consiglio a tutti di partecipare. Per una volta, e nonostante il vulcano dal nome impronunciabile, una manifestazione che merita. Complimenti ai Stroh e ai Pijawetz. Articolo e foto di Moreno Borriero www.mbrods.it


Il pescatore con la mosca.... Di: Donato Tedesco


non è il titolo del famoso libro di Roberto Pragliola, è soltanto la storia del mio approccio a questa tecnica. Nel 1973 pescavo con tutti i sistemi consentiti dal regolarmente della mia ragione ma un giorno sul fiume vidi per la prima volta volteggiare una coda nell'aria. Mentre le mie canne stavano in pesca fui attratto da un pescatore che con tanta disinvoltura riusciva a mettere gli artificiali sull'acqua come una piuma che cade leggera. Avevo già letto sui primi numeri della rivista "PESCARE" alcuni articoli di pesca a mosca. Guardavo ammirato per tutto il tempo quella figura di pescatore nella sua maestria fino a quando se ne andò.

Donato


Rimasi talmente colpito e decisi che dovevo imparare quella tecnica. Ancora per un anno continuai a pescare con i miei metodi finchĂŠ, un giorno, nella vetrina di un negozio, vidi una canna da mosca completa di mulinello e coda. Ogni volta che mi trovavo a passare da quelle parti mi fermavo a guardarla, ero tentato ad acquistarla ma ancora molto indeciso. PoichĂŠ il mio lavoro consisteva nella distribuzione di ricambi per auto, capitavo spesso da quelle parti. Un giorno mentre parlavo con il gestore di un negozio di ricambi ubicato vicino il negozio di pesca, (anche lui era un pescatore come me ed era anche un amico del gestore del negozio di pesca), gli chiesi cosa ne pensasse di quella canna da mosca esposta nella vetrina del suo amico, lui subito mi propose di andare a dare una occhiata. Una volta nel negozio, per non far vedere che ero interessato alla canna, chiesi al gestore alcuni galleggianti e qualche scatoletta di piombi e, mentre mi apprestavo a pagare, chiesi anche della canna in vetrina, che costo avesse e se sapeva usarla. Mi rispose che gliela aveva data un pescatore del nord e che se fossi interessato, me l'avreb-


be ceduta allo stesso prezzo pagato da lui, intorno alle 50 mila lire. Intanto si parlava di pesca, di tecniche, di luoghi ecc., ma il mio sguardo era sempre rivolto alla canna, e fu così che, prima di andarmene la presi. Gli anni passarono senza neanche portarla sul fiume finché nel corso del 1980ricominciò a farsi vivo il desiderio della pesca con la mosca, questa volta con il coinvolgimento di un amico che purtroppo oggi non c'è più. Lui aveva qualche conoscenza della tecnica grazie ad alcune lezioni impartitegli da un suo amico. Io, intanto, avevo acquistato un manuale da una bancarella del mercatino. Il libro descriveva il sistema del lancio all'inglese, quello classico, la sera leggevo attentamente i capitoli e di mattina presto andavo a provare su un fiume vicino, il Sarno, allora ricco di trote. Travato un posto tranquillo cercavo di mettere in pratica quello che avevo letto la sera. Si era in estate, per cui la mattina presto, prima di andare al lavoro, tutti i giorni senza saltarne uno, mi allenavo. In seguito si aggiunse anche il mio amico e tutte le sere si andava a pesca sul Sarno, li comin-

Donato


ciammo a fare le prime catture a mosca. Di domenica, con più tempo a disposizione, ci si recava sul Sele e sul Tanagro, dove si poteva pescare la trota tutto l'anno rispettando i periodi di frega. Con l'amico Vincenzo iniziammo a costruirci anche gli artificiali, non vi dico cosa ne usciva all'inizio! Grandi mosconi, ma una volta presa confidenza con gli attrezzi, leggendo i manuali e, soprattutto, osservando gli insetti originali che prendevamo sull'acqua, ci si affinava nella tecnica. Intanto si leggeva di tutto sull'argomento, comprai anche il libro di Pragliola "Il pescatore con la mosca" molto curato e dettagliato sul come agire . Qualche anno passò e nelle nostre uscite di pesca, arrivammo in Abruzzo a Castel di Sangro, avevamo letto di questo fiume su una delle riviste di pesca. Mi ricordo ancora, era tra aprile e maggio, nel mezzo della valle del Sangro, tutta verde, era uno spettacolo. La prima cosa che facemmo fu quella di acquistare il segna catture, costava intorno alle cinquemila lire,valido per tutto l'anno di pesca alla trota, per noi era superfluo, perché già si praticava il

C&R. Così inizia la nostra grande avventura, dopo aver appeso al chiodo le nostre vecchie canne, si usciva solo con stivali una canna da mosca la scatoletta degli artificiali costruiti da noi e via verso il fiume con l'intento di catturare qualche bella trota. All'epoca non era difficile, le trote grosse stavano dappertutto anche nel Sele e nel Tanaro. Un giorno sul Sangro, incontrammo, Fosco Torrini, che già pescava con Pragliola, e ci diede qualche


consiglio sul lancio, per noi quella lezione di pesca direttamente sul fiume, fu un toccasana. In seguito incontrammo anche Roberto Pragliola,si era nel 1983, lo invitammo sul Sele e da allora ne nacque una bella amicizia. Con Roberto si organizzarono cinque o sei corsi dalle nostre parti, lui veniva ben volentieri pretendendo soltanto il rimborso spese. In seguito Pragliola creò la Sim "Scuola Italiana di pesca a Mosca" ed anche io e Vincenzo entrammo a farne parte. Quelli furono i periodi migliori, emergeva la vera figura del pescatore a mosca che rispettava tutto e tutti. Oggi siamo in tanti a pescare con la mosca, niente sarebbe cambiato da allora se avessimo pensato solo alla pesca, senza misurarsi nella tecnica e soprattutto senza voler recitare il ruolo di primadonna. Io forse son un romantico e sono rimasto con la mente a quei tempi, oggi non mi ci rivedo piÚ, troppe limitazioni, troppi cancelli sui posti accessibili al fiume mortificano la figura del pescatore con la mosca artificiale.

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Fortuna che mio marito va a pescare… Ieri avevo gente a cena. Era una di quelle occasioni in cui vuoi essere sicura di far bella figura, vorresti proporre piatti da chef ma temi di bruciare anche l'arrosto... e allora per giorni sfogli tutte le riviste di cucina alla ricerca della portata d'effetto, bella da vedere e buona da mangiare, che piaccia a tutti ma non sia nemmeno troppo banale. E del resto, non potevo di certo improvvisare una ricetta che non avevo mai cucinato! Che fare? Sono andata in perlustrazione di quanto offriva la dispensa, ho verificato cosa conteneva il freezer e ho lavorato di fantasia in cerca di un'ispirazione. Ecco! Un menù perfetto! Antipasto: Speck artigianale affumicato con legno di pino cembro accompagnato da cetriolini sottaceto della Val Pusteria (Fortuna che mio marito è andato qualche tempo fa a pescare sul Gadera…) da gustare con burro di Fobello e pane integrale del Vulaiga (Fortuna che mio marito è stato di recente a pescare in Val Mastallone…) Fritto leggero di olive ascolane doc (Fortuna che mio marito il mese scorso era sul Tronto a pescare…) Primo piatto: Risotto ai funghi della Valnerina


(Fortuna che mio marito ogni tanto va a pescare a Borgo Cerreto di Spoleto...) Secondo piatto: Degustazione di tome della Valsesia, Asiago DOP e San Stè (presidio slow food) con marmellate biologiche e miele di castagno della Val Gesso (Fortuna che mio marito quando va a pesca in Piemonte, Veneto e Liguria mi porta a casa souvenir gastronomici…) Contorno di asparagi bianchi di Bassano DOP (Fortuna che settimana scorsa eravamo nel vicentino per una uscita di pesca di mio marito e mentre lui si divertiva in Astico io ho potuto curiosare un po' in giro…) Dessert: Torta casalinga di mele della Val di Non (devo dire a mio marito di tornare a pesca sul Noce perchè ho quasi finito la scorta di mele…) E per finire... Caffè corretto con Anisetta (il vero sapore dell'anice di una volta, riscoperto grazie ad una uscita di pesca di mio marito ad Ascoli Piceno) Vi garantisco che è stato un successone! E benchè mio marito sia pescatore, avete notato che nel menù non compaiono nè trote nè temoli? Cianfri Foanna


“THE KITE” Costruiti da Philip Bailey; ispirato da Kite Oliver Di: Philip Bailey


Ogni tanto vi sono alcuni dressing che resistono nel tempo e che dovrebbero diventare immortali. In Australia, il "Pot Scrubber" è probabilmente uno di questi, negli Stati Uniti il "Quill Gordon" è un'altro e qui nel Regno Unito il "Kite's Imperial" è probabilmente uno di questi dressing e probabilmente ve ne sono molti altri che potrebbero fare parte di questo gruppo. Ognuno di noi ha una propria idea su questo. Ho iniziato a leggere in merito al 'Kite's Imperial' alcuni anni or sono dopo avere divorato I libri di Skues e Sawyer e dopo essere passato a due libri: uno scritto da Oliver Kite - Nymph Fishing in Practice (La pratica della Pesca a Ninfa) e l'altro scritto da Philipp Brown - A Fisherman's Diary (Un Diario di un Pescatore) che è una raccolta di articoli pubblicati da Kite. Kite era gallese di nascita e si era trasferito nel Lancashire da giovane per poi stabilirsi nello Wiltshire dopo un lungo periodo passato nell'esercito britannico. Nacque nel 1912 e si stabilì a Neverton nello Wiltshire dove l'Avon passava dietro il suo cottage. Il grande Frank Sawyer risedeva sul lato opposto della strada e divennero grandi amici e compagni di pesca. Sfortunatamente questa grande amicizia cessò improvvisamente e nel suo libro, Kite fa solo un breve riferimento a Sawyer. L'influenza di Sawyer su Kite traspare nei suoi scritti, specialmente nei riferimenti allo stile di pesca e alle mosche usate. Kite morì improvvisamente nel 1968 mentre era a pesca sul famoso fiume Test. Kite era un minimalista che riteneva più importante la

From time to time, there are some fly patterns that stand the test of time and should become immortal. In Australia, the 'Pot Scrubber' is probably one of these, in America the 'Quill Gordon' is another and here in the United Kingdom 'Kite's Imperial' could be classed as such a fly, and there are probably lot's of other patterns that could equally be included. We will each have our own ideas about that. I first started reading about the 'Kite's Imperial' some years ago after devouring books by Skues and Sawyer and moving into two books. One written by Oliver Kite Nymph Fishing in Practice and the other by Philip Brown - A Fishermen's Diary (a collection of articles published by Kite). Kite was a Welshman by birth, moving to Lancashire in his teens and finally settling in Wiltshire after his extended duty in the British Army. Born in 1912, he settled in Netheravon, Wiltshire and took up residence (the Avon ran at the back of his cottage) across the road from the great Frank Sawyer becoming close friends and fishing companions. Unfortunately this friendship ceased abruptly and in his book Kite only briefly refers to Sawyer. The influence of Sawyer on Kite is obvious when reading his writings and referring to both the style of fishing and the flies used. Kite died suddenly in 1968 while fishing on the famous Test River. Kite was a minimalist considering that presentation of the fly was more important than matching colour and the exactness of the insects. He published 6 dry flies as a writer (Hawthorn Fly, Pale Evening Dun, Apricot Spinner,


presentazione della mosca piuttosto del colore e precisione dell'imitazione. Pubblicò sei mosche secche come autore: Hawthorn Fly, Pale Evening Dun, Apricot Spinner, Sepia Dun, una Brown sedge e l'Imperial e verso la fine della sua vita, trovò che soltanto una delle sue mosche catturava nonostante il tipo di schiusa che era in atto e si trattava dell'Imperial. Ridusse perfino il tempo passata a pesca e non pescava mai durante la schiusa serale. Si deve avere perso un sacco di pescate - sugli spinner, sulla schiusa di chironomi e durante grande attività dei tricotteri. Kite era anche famoso per il dressing a "amo nudo". Un amo con un torace di filo di rame finissimo - era forse questo un ulteriore sviluppo della teoria di Sawyer? Dobbiamo tenere presente che Kite pescava nei Chalk Streams del sud dell'Inghilterra e raramente si spostava oltre. Quando arrivai nel Regno Unito e iniziai a pescare I torrenti del Nord, mi costruì alcuni Kite's Imperial utilizzando il suo dressing originale. Funzionavano abbastanza bene ma non altrettanto bene come alcuni dei modelli parachute che utilizzavo. I fiumi nel nord dell'Inghilterra sono simili a quelli in Australia - con massi e ciottoli sul fondo. Soffrono inoltre di piene impetuose con acque alte e ossigenate. Poiché in altri periodi i livelli erano bassi, i pesci quindi si trovavano in queste acque molto veloci e le mie Imperial non galleggiavano affatto. Ero convinto che le basi del dressing fossero corrette e funzionava bene in molte situazioni. Aveva un bell'aspetto e catturava quando altre imitazioni fallivano. Decisi di

Sepia Dun, a Brown sedge and the Imperial) towards the end of his life he found that just one, the Imperial, would catch fish no matter what real fly they were feeding on. He even reduced his fishing time and never fished the evening rise. What fishing he must have missed out on - spinner falls, midge hatches and massive caddis activity. Kite was also famous for the 'bare hook' pattern. A hook with a thorax of fine copper wire - was this a further development of the Sawyer theory? We need to also remember that Kite fished the southern chalk streams of England, rarely moving farther afield. When I first came to the UK and started fishing the streams in the north, I tied up a few of Kite's Imperial using his traditional pattern. They worked okay but didn't perform as well as some of the parachute patterns I used. The rivers in the north of England are similar to those in Australia - boulder and stone bottoms - and not at all like a chalk stream. In addition, they suffer periods of spate when they run high and with large sections of them providing rough aerated water. Because they were lower in other periods, the fish populated these turbid areas of the stream. My Imperials just sank. I was convinced that the basics of the pattern were right. It was effective in most situations, it looked great as a fly and I could catch fish when other patterns failed. I set about adapting the pattern into a parachute fly. "The Kite" was born Oliver Kite tied his fly with a pronounced 'thorax' right


adattare la mosca, trasformandola in parachute - è nato quindi "The Kite". Oliver Kite costruiva la sua mosca con un torace pronunciato subito dietro l'Hackle. L'idea era quella di fare un dressing alla maniera normale del "Netheravon". Non sono assolutamente certo di quello che intendesse con questo, ma sono convinto che si riferisse al torace della Ninfa di Sawyer. Funzionava? Probabilmente no perchÊ i pesci non sarebbero stati in grado di vederla. Kite non rivelò mai esattamente come realizzasse

behind the hackle. The idea was to dress the fly in "the normal Netheravon manner". I am not sure what he means by this but I am convinced that he was referring to the thorax of a Sawyer Nymph. Was it effective? Probably not because the fish would not have been able to see it anyway. Kite never quite stated specifically how he dressed the Imperial and there are various theories as to the exact dressing. His description is even open to interpretation: "I dress the fly on a size 0 or size 1 (16 or 14). Tying silk


l'Imperial e vi sono varie teorie in merito al dressing esatto. Perfino la sua descrizione è aperta a interpretazioni: "Costruisco la mosca su amo dello 0 oppure 1 (#16 o #14). Utilizzo seta color porpora e in teoria le hackles sono color honey dun. I cerci dovrebbero essere grigio marron a primavera e dopo Honey dun o simile. Il corpo è realizzato con quattro herl naturali di piume primarie d'airone, raddoppiate per realizzare il torace. L'addome deve avere un ribbing color oro realizzato in filo finissimo. La combinazione porpora e oro hanno portato la mosca a essere denominata Imperial. La seta porpora traspare attraverso le fibre di airone? Le fibre di airone erano attorcigliate sul filo di seta (sono piuttosto fragili) prima di essere avvolte? Com'era fissato il torace? Come vedete Kite lasciò un sacco di domande senza risposta. Se fosse vissuto più a lungo, forse avremo avuto risposte. Quello che è certo, è che ha lasciato in eredità una mosca fantastica. È tuttora utilizzata in tutta l'Inghilterra durante molti tipi di chiusa. "The Kite" - l'ho chiamata così in suo onore perché deriva dal suo dressing (non sono uno che cambia una mosca e poi utilizza il nome originale). Si tratta di un dressing diverso una volta che è stato alterato. Ho aggiunto un'ala ovviamente per accogliere una hackle girato a parachute. Ho mantenuto il metodo per la realizzazione del corpo - avvolgimenti larghi di herl di airone per lasciare intravedere la seta porpora (ritengo che il colore porpora sia sottovalutato specialmente nei

is purple and the hackle is honey dun, in theory. The whisks should be greyish brown in spring, honey dun or nearest later. The body is made of about four undyed heron primary herls, doubled and redoubled to form the thorax. The fly should be ribbed with fine gold wire. It was the combination of the purple silk and gold wire which led to the fly being called the Imperial." Does the purple show through the herl? Was the herl wrapped around the thread (heron is fairly fragile) and then wound onto the hook? How was the thorax tied? How many turns of hackle? You can see that Kite left a lot unanswered. Perhaps if he lived longer these questions may have been dealt with. What is certain though is he left the world with a wonderful fly as his legacy. It is used today all over England and during many different type of fly hatches. "The Kite", named in honour of him (I am not one to change a fly and then use its original name. It is a different pattern once altered) evolved from his pattern. I have added a wing, obviously to accommodate a parachute hackle. I have retained the considered manner of tying the body - open turns of herl to let the purple silk to show (I believe that the use of purple is highly underrated in fly patterns, especially dun patterns). I have replaced the thorax with the 'butt' end of the wing. And, I have added a size smaller than what Oliver Kite would have used. In tying this pattern, I have also included a different way of tying a parachute. Han Van Klinken, famous for the


dressing che imitano le dun). Ho sostituito il torace con il quill dell'ala che è piÚ piccolo di quella che avrebbe utilizzato Kite.

'klinkhammer' originated this approach. What I like about it is that the tying off actually occurs right at the bottom of the wing post and under the hackle. This


Nella realizzazione di questo dessing, ho introdotto un modo differente per la realizzazione del parachute. Van Klinken, famoso per la sua Klinkhammar ha dato origine a quest'approccio. Quello che amo di questo è che l'Hackle è fissato in basso sul ciuffo che fa da ala e sotto all'Hackle. Questo pone il torace è l'addome sotto alla superficie dell'acqua. Sono sicuro che questo dia una silhouette migliore da punto di vista del pesce e ha stabilito un bel punto chiave. Questa mosca funziona in tutto il mondo. Il Dressing di "The Kite" Specifiche: Amo: A filo fine dal 12 al 18 (consiglio Partridge Flashpoint SLD) Filo: Uni thread 8/0 porpora (o sostituto) per il corpo, Spider Wire per l'ala a ciuffo. Coda: 5 - 10 fibre di hackle color honey dun Corpo: 2 - 3 fibre di Airone grigio (Questo volatile è protetto e quindi la mia piuma l'ho trovata lungo il fiume). Va bene anche un sostituto che deve essere grigio (e non B.U.) Ribbing: Filo in ottone color oro Ala: Fibre Enrico Puglisi Point International colore Dun scuro Hackle: Honey dun di alta qualità Metodo: 1. Serrare l'amo nel morsetto e avvolgere il filo fino al punto dove fisseremo il ciuffo dell'ala. 10 giri per un amo

effectively places the thorax and body down into the water surface, this I am sure gives the fish a better profile and established a key trigger point. This fly will work all over the world. How to tie "The Kite" Specifications: Hook: Fine wire sizes 12 to 18 (Partridge Flashpoint SLD preferred) Thread: 8/0 purple Uni thread (or substitute) for the body, Spider Wire for the wing post. Tail: 5 - 10 honey dun hackle fibres Body: 2 - 3 fibres from Blue Heron feather (This bird is protected in the northern hemisphere, I have picked mine up from the river side. A substitute will do but it must be grey and not blue.) Rib: Fine gold wire Wing: Enrico Puglisi Point International Fibres in Dark Dun Hackle: High quality honey dun Instructions: 1. Place your hook into the vice and take the tying thread down to the point where the parachute wing post is to be tied in. 10 turns for a size 12 hook, 7 turns for a size 18 hook. 2. Now take some EP fibres and tie directly onto the top of the hook with 3 - 4 turns of thread. An inch in length and about 1.5mm thick (less for the smaller



misura dodici e sette giri per un amo misura diciotto. 2. Prendere alcune fibre EP e fissatele direttamente sul lato superiore dell'amo con 3-4 giri di filo. Deve essere circa 2,5 cm in lunghezza e 1,5 mm in spessore (meno per gli ami più piccoli). Non serve formare la base in questa fase, lo farete più tardi. 3. Togliere l'eccedenza delle EP fibre tagliandole ad angolo dietro al punto di legatura. Questo servirà a creare una conicità per l'addome dall'ala verso la coda. 4. Avvolgere il filo di montaggio fino alla curva dell'amo e fissare le fibre per la coda. Cercare di mantenerle unite piuttosto che aperte a raggiera. 5. Fare due giri con il filo di montaggio verso l'occhiello e fissare il filo d'orato con un giro singolo. Questo per impedire di creare un rigonfiamento vicino alla coda. Non curatevi del filo d'orato. Rimarrà al suo posto mentre preparate le fibre per il corpo. 6. Ora prelevare 2 o 3 fibre dalla piuma di airone. Tagliare via circa 3 mm della punta e fissarle nel punto dove è il filo d'orato. Fare attenzione e avvolgere sempre in avanti senza avvolgimenti verso la coda. Vogliamo un corpo molto sottile. Portare il filo con avvolgimenti stretti fino alla base dell'ala. 7. Portare il filo anche davanti alla base dell'ala. Stirare le EP fibers verso l'alto ed eseguire 3 - 4 avvolgimento a 8 attorno alla base dell'ala. Portare il filo all'occhiello. L'ala dovrebbe essere ritta verso l'alto. Non formare una base per l'hackle. Lo faremo dopo. Ora siamo pronto per l'airone e il filo d'orato.

hooks). There is no need to form a post at this stage, we will do that later. 3. Clip off the EP fibres at an angle behind where you have tied them down. This should be done so as to provide a taper from the wing down towards the tail. 4. Take the tying thread down towards the bend of the hook and tie in the tail fibres. Try and make these stay together rather than flair out. 5. Take the thread back towards the eye for two turns and hook the wire in with a single turn. This is designed to remove bulk for the tail end of the fly. Don't worry about the wire, it will hold while you prepare the body fibres. 6. Now cut 2 or three hurls from the heron feather, trim about 3m from the tip and tie it in where the wire has been held. A warning here, don't go back n the thread, you must keep moving forward. We want a very slim body. Take the thread through to the base of the wing post in close turns. 7. Continue to take the thread to a point at the front of the base of the post. Pull the EP fibres upright and figure 8 the thread around the base fro 3 - 4 turns. Take the thread forward to the eye of the hook. The post should be standing upright. Don't form a base for the hackle, we will do that later. Now we are ready for the heron and wire body. 8. Now grasp the heron fibres and take one turn around the hook and trap with your other side with your other hand. This is because they are fragile and you


8. Ora afferrare le fibre di airone ed esegui un avvolgimento, avendo cura di trattenere la fibra contro l'amo con l'altra mano. Questo è perché le fibre di airone sono fragili e non vogliamo che si rompano. Afferrare dal di sotto all'amo, avvolgere una volta e ripeti. Il filo porpora si deve vedere! Continuare fino alla base dell'ala. 9. Senza mollare l'airone, continuare l'avvolgimento con spire strette verso l'occhiello. Fissare con 3-4 giri di filo e tagliare l'eccedenza. 10. Avvolgere ora il filo d'orato con avvolgimenti opposti fino all'occhiello. Fissare, tagliare l'eccedenza ed eseguire nodo di chiusura. Questo crea un bel punto di attrazione. Si può applicare colla sulla testa ma io non ci perdo tempo. Ora siamo pronti per l'hackle. 11. Rimuovi l'amo dal morsetto e ruotare di 90° e fissarlo nuovamente nel morsetto. L'ala or si trova in posizione orizzontale. Ora prendere lo Spider Wire ed eseguire alcuni avvolgimenti alla base dell'ala. Togliere l'eccedenza e forma una base sull'ala avvolgendo lo Spider Wire Avanti e indietro per tre o quattro volte finendo sulla destra (ovvero in alto) 12. Preparare l'hackle e fissarla in cima alla base dell'ala con il lato lucido verso l'amo. Questo è un punto critica perché vogliamo che stia nella pellicola dell'acqua. 13. Avvolgere l'hackle fino alla base dell'ala. E fissarla.Non più di 3 - 4 giri. Si dovrebbe avere un bel parachute e rimane solo di fissarlo. 14. Fissare l'hackle alla base dell'ala. Un annodatore può tornare molto utile. Tre o quattro giri dovrebbero

don't want one of the fibres to break. Go under the hook, take hold of the fibres, twist once and repeat BUT leave the thread showing between each turn. You can continue this right to the base of the wing post. 9. Without letting go of the heron, continue in close turns to the eye, take 3 - 4 wraps 0f the thread over the heron and clip off. 10. Now wrap the gold wire in the opposite direction in open turns right up to the eye, wrap off, trim the wire off and whip finish at the head. This gives you a prominent trigger point. You can apply head varnish but I don't bother. Now we are ready for the hackle. 11. Remove the hook from the vice, turn the fly 90 degrees and put it back into the vice. The wing should be in a horizontal position. Now take your Spider Wire, make a few wraps at the base of the wing, trim off the tag and form a post by taking the Spider Wire up and down the wing three times finishing at the right (in other words at the top of the post). 12. Prepare the hackle and tie in at the top of the post with the shiny side of the hackle towards the hook. This is a critical point as we want the fly to sit low in the water. Wrap the hackle stem down and finish at the base of the wing post. 13. Wrap the hackle down the wing post and tie off at the base. No more than 3 - 4 turns is required. You should have a neat parachute hackle and all that remains is to whip finish. 14. Whip finish the hackle right at the base of the wing.


bastare ma si può ripetere se si vuole maggiore sicurezza. Non serve colla. 15. Infine accorciare l'ala in modo che sia lunga quanto il corpo e siamo pronto per andare a pesca.

A whip finishing tool will help here. 3 - 4 turns will be sufficient and you could do it twice if you wanted to be sure that the fly will not fall apart. There is no need to apply and varnish. 15. Lastly, trim the wing to a length that is equal to the body and go fishing.


VELLACH; ma non per tutti.....

Di: Marco Albini e Alberto Mondini

Nel centro dei Karawanken, sul monte Obirs ad un'altitudine di 2142 mt, nasce un fiume il quale, scorre magicamente attraverso un meraviglioso paesaggio. Questo è la Vellach. La Vellach è ricca di efemenotteri, tricotteri e grossi pelecotteri (perla). Di conseguenza anche la riserva di trote fario ed iridee e temoli é eccellente. Durante le ore del primo mattino e della tarda sera il pescatore può godersi ore da sogno pescando la mosca secca, ma durante il giorno con il sole che ti buca il cervello è la ninfa che sulla Vellach la fa da padrona....


La strada scorre sinuosa attraverso i paesini della Carinzia, i colori delle case si stagliano contro il verde acceso del paesaggio e i profumi che si percepiscono sono quelli di una fresca mattinata di Luglio accompagnati da Alberto Gargantini ci apprestiamo a conoscere la Vellach. Arriviamo e buttiamo uno sguardo da sopra il ponte che lo attraversa, l'acqua sembra non esserci talmente è limpida, con quel suo fondo bianco, la vegetazione riparia è appena scostata dall'alveo se il buongiorno si vede dal mattino come direbbe qualcuno, sembrerebbe un torrente difficile... bah proviamo a scendere poi si vedrà . Per non complicarmi la vita monto due ninfette sulla 10"6 con un finale lunghetto sui 5 metri e terminale dello 0,16 anche Albertone mi segue. Le prime pools sono aperte e non danno grandi risultati, qualche trotella selvatica ma niente di piÚ, il sole inizia a farsi sentire e le nostre amiche, quelle anziane, cercano riparo sotto le rare piante in acqua.



Il problema sta in questi termini, o proviamo ad entrare sotto dove stazionano oppure abbiamo fatto una bella passeggiata, volteggiato un pochino le code tanto da sgranchirci dal torpore della nottata, ci siamo tolti la curiosità di vedere un decantato fiume ma possiamo smontare e andarci a fare una bella birretta. Ciò che con la secca non si sarebbe mai potuto fare con la ninfa invece è possibile, l'approccio alle pools con alberi in acqua viene affrontato a monte si lancia facendo derivare la coda sotto, con la vetta della canna in acqua, leggera trattenuta ed ecco quel torrente apparentemente vuoto si popola di pesci sorprendenti, anche i temoli piÚ grossi soggiacciono a questa regole. La montatura prevede un ninfetta di punta leggera tradizionale su amo del 14 legata libera o in asola, mentra in deriva a circa 60/70 cm una in tung da 3.8 con bracciolo lungo 3 cm . L'azione prevede di passare sotto i rami in acqua trattenendo e rilasciando in modo da far scodinzolare il nostro artificiale con dei leggeri colpet-



ti di polso, e il gioco è fatto. La mattinata volge al termine rientrando Alberto approfitta di una sottoriva saltato perchÊ occupato da due secchisti, punta in acqua e una e due e tre e quattro e cinque, tanto per gradire, pesci che la mattinata l'avevano passata sorridendo a guardare le etichette griffate dei gillets e le mosche da collezione, nel giro di cinque minuti finiscono a guadino... bhe a volte tocca capire. Bene adesso la birretta ci sta davvero, una volta di piÚ consapevoli che il fiume ha le sue regole e non siamo noi a deciderle. buona ninfa a tutti.



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Nera e Mosche


Di Maggio

Di: Luca Castellani Il Nera a maggio


Anni indietro per la vacanza "grande" di pesca, la più importante dell'anno, quella che ricade nel periodo che va dalla fine del mese di maggio e l'inizio di quello di giugno, ho dato la priorità nella scelta del fiume dove recarmi a pescare a quelle acque che mi hanno dato la possibilità di poter pescare durante la schiusa o lo sfarfallamento della mosca di maggio. Quasi sempre: l'effimera Danica. Per rendere l'idea e cercare di far comprendere meglio quali sono le mie esigenze e piacere nella pesca, sono andato alla ricerca di tipologie di corsi d'acqua tipo chalck stream o similari , dove fossero presenti questi insetti. Cosi che i fiumi danesi dello Jutland, Conge Au o Skjern Au o il "sacro" Unec in Slovenia o il "mitico" Gacka in Croazia, quasi sempre, sono stati la scelta prioritaria per molti anni consecutivi della vacanza "grande", e non. Oggi con il mio mestiere di guida di pesca mi risulta più difficile allontanarmi dalle acque di casa perché quel momento coincide con un periodo di alta stagione per il mio lavoro. Sono comunque fortunato perché mi posso dedicare alle schiuse di Danica del fiume Nera. Con sincerità devo dire che le catture con le imitazioni di mosche di maggio nel nostro fiume umbro spesso coincidono con catture di pesci da ricordare, da foto, sia che ci si trovi nella zona di Borgo Cerreto o venticinque chilometri più a valle nel tratto di Ferentillo, quindi consiglio di non mancare all'appuntamento annuale della pesca con l'imitazione di mosca di maggio sul fiume Nera nella prossima stagione, ne vale veramente la pena .

Questo anno abbiamo avuto con un inverno e una primavera che sono stati generosi con neve e pioggia. Basse temperature, spesso molto sotto la media stagionale, non ci hanno abbandonato fino ad inizio estate. Continue piene e livelli alti anche per problemi idraulici ci hanno perseguitato fino ad oggi rendendo più complicata, ad un occhio poco attento, la pesca. Probabilmente l'amministrazone provinciale di Perugia pensando che la frega naturale delle fario abbia sofferto queste condizioni, dovrebbe aver aiutato il Nera immettendo i nati in incubatoio di questo anno all'istituto ittiogenico di Borgo Cerreto, su tutta l'asta fluviale. Non possiamo che dire: <Grazie, Dott Natali, un bel lavoro>. Almeno credo che sia andata così, visto quello che si può osservare in acqua. Speriamo bene per il tratto del "libero". Questa, comunque, è la mia opinione. Ancora ad oggi siamo molto in ritardo con la stagione. Fine luglio, nella parte alta del Nera e si comincia solo ora ad intravedere la nascita del finocchio selvatico. Di solito già ad inizio giugno "mangia" i sottoriva creando rifugi per i nuovi nati ed in qualche punto il nascondiglio per qualche trota più che interessante. In altri punti dà origine a degl'isolotti dove le libellule si mettono in posizione tipo plotone d'esecuzione in attesa che qualche effimera schiuda. Vita dura per questa ultima: quando si salva dall'esser ghermita dalle trote, e riesce a prendere il volo dalla superficie dell'acqua ecco che il plotone parte per attaccarla. La libellula più capace, quella che riesce a catturarla in volo, la tiene immobilizzata, stret-


ta con il morso delle mandibole , in attesa di poter tornare sul finocchio a mangiarsi la sua dun in santa pace. Queste isole di piante acquatiche sono dei freni naturali alle correnti d'acqua e, creano posizioni buone per lo stazionamento serale delle trote di taglia. Le piene hanno creato un continuo movimento del fondale probabilmente hanno influito oltre che alla mancanza di vegetazione acquatica anche sulla scarsitĂ delle schiuse di quest'anno. Alessandro Rosai e la danica exstended body in foam


Hans Van Klinken sul tratto a monte

Anche se il Nera non dà il meglio di se durante le schiuse. E' un fiume da pescare in "caccia". L'unica eccezione di questo anno considerando il numero di insetti visti schiudere è: l'effimera danica. Si è avvistata già i primi giorni di maggio e perfino in questo fine luglio si possono scorgere saltuariamente delle dun durante le ore di luce. Gli spinners, più numerosi numericamente delle prime, si vedono volare anche oggi, principalmente al crepuscolo, insieme alle ritrogena, serratella e baetis, e qualche tricottero. Sporadiche presenze rispetto alle stagioni normali dove le sedge si vedono in gran numero per tutto il periodo estivo e autunnale. Praticamente abbiamo avuto una stagione


Il Nera a giugno


di pesca con la mosca di maggio prolungata, durata circa tre mesi. Forse per l'assenza o la scarsità momentanea dei tricotteri le trote non hanno disdegnato di salire anche sul boccone isolato all'imitazione della danica. Praticamente queste imitazioni hanno messo in secondo piano in questo periodo l'imitazione regina del fiume Nera: il tricottero. Due le riproduzioni che uso volentieri su queste acque: una con il corpo in pelo di cervo bianco e un'altra in extendedbody in foam. Si possono lanciare anche con filo più sottile, ma raramente scendo sotto la misura del sedici/diciotto visto la taglia dei pesci presenti in questo fiume. La prima è costruita con un montaggio reverse: questo mi permette di farne uso quando pesco su tratti di fiume coperto dagl'ontani, roveti e salici. Dove è facile attaccare la mosca ad un ramo secco sporgente o un filo di rovo che non si sono visti perché magari si è messo a fuoco con lo sguardo soltanto l'area di fiume dove deve cadere la mosca. Le ali lunghe in cdc, l'hackle di gallo sono a protezione della curvatura dell'amo e questo ti permette di correre meno rischi di lasciare la mosca appesa a qualche rametto di rovo, che c'è sempre e non si stacca mai, od a qualche foglia di altro tipo. Ti sostiene, ti da coraggio e sicurezza nel rischiare qualche lancio più difficoltoso, dove per la presenza di molti impedimenti vicino alla superficie questo risulta più ostico. Ti aiuta a pescare nell'"infiascato". La mosca non si attacca al rametto "galeotto", ci rimbalza e torna indietro. Non ti fa perdere tempo o limita il disturbo che si da nel far rumore per cercare di staccare la

mosca dalla vegetazione. Si pesca in più posti, più a lungo e meglio. Si perdono meno artificiali. Provare per credere. Mentre l'altra in foam ha un potere attrattivo incredibile e riesce a far salire dal fondo dei pesci che non avresti creduto che potessero osare tanto. Funziona anche a pattinare. Il temolo di taglia più grande della mia vita che ho catturato lo pescai con questa mosca molti anni fa in Unec. Mentre facevo pattinare sotto gl'alberi l'extended body salì deciso su questa mosca, come una trota. Mi adopero a fare spesso questo in Nera, è molto redditizio. Mi è capitato di vedere più di una volta salire la trota su questa imitazione mentre vicino a questa, a pochissima distanza nell'acqua c'era una dun vera, trasportata dalla corrente, od uno spinner che deponeva li a pochissima distanza. Hanno preferito l'imitazione in foam, mentre scendeva libera la corrente al posto della mosca naturale. <Che strane queste trote>:, direbbe qualcuno che conosco,<forse sono un po' confuse>. Non gli piacciono le imitazioni che utilizzo. Forse. Nei tratti con acqua profonda dove non si vede attività spesso a farla attraversare la corrente ci si emoziona a vedere gl'attacchi violenti che le trote rivolgono a questo artificiale ( A Valle e Macenano). Entrambe le imitazioni sono riproduzioni di spinners. Ho potuto constatare che le trote del Nera dopo che hanno mangiato una subimmagine non disdegnano a salire anche su un insetto di uno stadio superiore. Probabilmente cambiando lo stadio dell'imitazione qualche risultato si potrebbe avere, non l'ho provato. Al momento non ne sento il bisogno. Comunque


Nicola Truini, cattura faytta con una danica in pelo di cervo


Trota catturata con mosca di maggio a fine giugno


questi sono due artificiali ben collaudati che possono dare delle belle soddisfazioni quando si è certi della presenza dell'effimera regina, la Danica. Sappiamo tutti quanto sia difficoltoso rendere una imitazione di mosca galleggiante, di taglia grande, credibile agl'occhi delle trote. E' molto difficile trovare una continuità nei risultati e ovviamente nelle catture. Una cosa è provare ad imitare e rendere appetibile un artificiale di taglia 16/18 un'altra cosa è avere qualcosa di veramente valido su amo 6/12 che non perda colpi, specialmente su acque difficili. Secondo me queste due "mosche" sono un bel punto di partenza, riescono in questo. I miei clienti possono certamente confermare quanto scrivo; dal momento che sono stati spesso anche i protagonisti di catture con le imitazioni suggerite in questo articolo. Poi come tutte le mosche valide non funzionano solo su un unico fiume, in questo caso il nostro amato Nera, ma anche su altri corsi d'acqua con tipologie di acque diverse. Tra poco comincia il periodo della serratela ignita, altra storia ed altre taglie di pesci, almeno fino a metà settembre. C'è sempre la speranza che nel frattempo ci sia una sciamatura di formiche alate, così da far saltare di nuovo tutti gli schemi. Chi sa, sarebbe bello!? Grazie per l'attenzione . Grazie grande Nera.

Tratto a valle


Trota catturata dall’autore con una mosca di maggio (foam exstended body)


Mayfly Riverse Amo n.8/10 (curvo tipo quelli usati per le ninfe di tricottero) ardiglione schiacciato Filo nero 6/8 zero Coda tre barbule di pelo di cervo naturale Corpo pelo di cervo tinto bianco Inanellatura filo di montaggio Hackles gallo grizzly Ali cul de canard nero Testa filo di montaggio Mayfly Foam Extended Body

Amo n10 Filo Coda no maschio Corpo Inanellatura Hackles Ali Testa

barbless hanak nero 6/8 zero pelo di cervo naturale o coda di fagiafoam bianco filo di montaggio gallo grizzly cul de canard nero filo di montaggio

Luca Castellani FlyFishing Guide http://www.flyfishing-tuscany-umbria-lazio.com/


“Para-Devaux” Di: Alberto Mondini


Amo curvo dal 14 al 20

1

3

2

Fissare una piuma di CDC

Fissare le code, avendo cura di tenerle un poco pi첫 lunghe del solito. In questo caso sono di cervo


4

Fissare due hackles, in caso di acque veloci

Avvolgere le hackles nel modo tradizionale

5

6 Avvolgere le hackles nel modo tradizionale


Infilare un tubetto di plastica come da foto 7

9

7

Con lo spillo di montaggio sfilare le hackles ed anche la coda in avanti

Chiudere la mosca con diversi giri di filo come da foto 9

8


10

11

Sfilare il tubicino e mettere un poco di colla sul nodo di chiusura, la mosca è finita. Con code in cervo ed abbondati hackles per acque veloci


Realizzata con code in punte di hackles, vista da sotto

12

13

Realizzata con code in punte di hackles.



L’ADDA

Di: Giorgio Ferrari


Mi ritrovo spesso a pescare in un tratto di fiume che ritengo affascinante e soddisfacente. Per le catture, soprattutto nel periodo primaverile dove le prime schiuse d'insetti,generalmente effimere e qualche sedge, segnalano l'inizio di un'intensa stagione di pesca. Il pesce insidiato è prettamente il nostro ciprinide (cavedano), pesce che personalmente ritengo molto diffidente e difficile da insidiare con la pesca a mosca soprattutto se si decide di pescarlo in caccia con delle mosche secche. Per arrivarci è semplicissimo, per chi proviene da Milano basterà prendere la strada statale 415 in direzione di Crema dove percorrendola non potrete non passare sopra al ponte dell'Adda in località Spino D'Adda. Consiglio di parcheggiare subito dopo il ponte del fiume sulla sponda sinistra lasciandoci Milano alle spalle, troverete un ampio parcheggio di un noto ristorante dove potrete lasciare l'auto fino alle 20,30 (poi chiudono i cancelli). Appena arrivate troverete un ampia lama d'acqua con buche profonde vicino ai due ponti e un raschio che poi si tufferà nella cascata dove determina per 500 mt a scendere l'inizio del tratto divieto assoluto di pesca per ripopolamento temoli, specie poco presente


negli ultimi anni per molteplici ragioni. Altro consiglio per chi volesse provare l'alternativa di un'uscita di pesca in questo tratto di fiume di consultare il livello idrico visitando il sito HYPERLINK "http://www.addaconsorzio.it" www.addaconsorzio.it dove troverete monitorata l'acqua e i livelli anche per la località che interessa a noi, mediamente per essere ottima per la pesca in questo periodo dell'anno il livello idrico deve essere intorno al meno 70, questo comporta una migliore situazione di pesca senza dover rischiare di inabissarsi nelle profonde acque ed avere un ampia visione del fiume. L'attrezzatura che ritengo sia quella piÚ giusta è una 8' per coda 4\5 floating, un finale di 4 mt con tip dello 0,12 e tante mosche diverse sia di forma e misura. Personalmente preferisco nel periodo primaverile insidiare i nostri amici con delle emergenti in CDC di color light Brown su amo del 16\18 grub, salendo di dimensione e


forma nei periodi più caldi con delle effimere green su amo del 12 fino ad arrivare ai palmer su amo del 10\8 con corpo tinselato oro. Dopo il tratto divieto di pesca discendendo il fiume troverete molto interessante la sponda opposta che si presenterà con dei massi affioranti ottimo riparo dei nostri cavedani di taglia discreta, ma non è detto che capiti d'imbatterci in qualche cattura di trote marmorate molto presenti in queste zone, dove non poco distante a valle tuttora esiste un tratto chiuso alla pesca da ormai parecchi anni per la riproduzione di trote marmorate. Vi aggiungo ora un dressing di effimera che personalmente preferisco utilizzare in questo tratto d'Adda: Amo N° 14 tipo 100 della TMC (o simililari) Filo di montaggio Green Code gallo Green Corpo EP fiber Puglisi Green e light Grey Ali due fibre di CDC light Brown montate ad asola Procediamo al montaggio dell'artificiale: Serriamo l'amo sul morset-


to, con il filo di montaggio fissiamo le code, ora prendiamo una decina di fibre di Puglisi e cercando di dare una conicità formiamo il corpo dell'insetto per circa 3/4 dell'amo, ora prendiamo due piume di CDC fissiamole con la parte del calamo piÚ robusto verso l'occhiello, aiutandoci con uno spillo di montaggio formiamo le ali, ora prendiamo due piume di gallo, una verde e una grigia, dove andremo a formare l'hackle della nostra mosca, formiamo la testina con il filo di montaggio e la mosca è pronta per le nostre catture.



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