LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA
Rivista di Pesca a Mosca
Gennaio - Febbraio 2010
Ombre e Lucci Di:Roberto Furlan
Ve la do io la Sieve Di: Alessandro Sgrani
O” Zammarone Di: Gianluca Mascitti
N° 4 Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963
Di: Massimo Magliocco
w w w. f f m a g a z i n e . i t ...licenza di pesca o tassa sul prelievo ittico ? Anche la regione Veneto, come qualche altra regione italiana ha già fatto da tempo, ha sostituito la licenza di pesca con un semplice bollettino postale e, se le cose vanno come sembra, tra un pò tutte le altre regioni Italiane si adatteranno a questa nuova realtà. So che molti pescatori sono d'accordo con questa nuova formula poiché si risparmiano di andare in provincia a portare documenti e ricevute mentre altri, e tra questi il sottoscritto, vedono in questo nuovo "nulla osta" l'inizio dell'abbandono, la rinuncia a poter fare di meglio come istituzioni. Chi, per molti anni, ha auspicato che anche per la pesca si potesse un giorno arrivare a poter prendere la licenza dopo aver frequentato corsi finalizzati non solo a poter riconoscere le specie ittiche e le loro abitudini ma, in particolar modo, a provare l'effettivo rispetto della natura con annessi tutti i bei discorsi che noi pescatori svioliniamo quotidianamente, ha subito l'ennesimo "colpo di grazia" . Non è che con il rilascio della licenza, chiamiamola vecchia maniera così come è ancora oggi, si risolvevano i problemi, ma finchè si imponeva questo modo di operare, c'era sempre la speranza che qualche Regione facesse da apri pista verso un modo più ferreo di rilasciare il documento affinchè si potesse, con il tempo, arrivare ad avere una categoria, i pescatori, più qualificata e più cosciente di cosa effettivamente significasse l'hobby che aveva scelto. Anche la pesca per le istituzioni è entrata a far parte di tutta quella fitta schiera di imposte e tasse che quotidianamente ci vengono propinate. Tutti saremmo stati più felici se oltre alla tassa sul prelievo si sarebbe potuto contare su una categoria più qualificata e più cosciente di cosa effettivamente stesse facendo in riva ad un fiume. Vuoi andare sulle montagne russe ? Bene, passa al botteghino e sali che fra un pò si parte. Vuoi fare un giro turistico della città ? Bene passa alla biglietteria che il torpedone è già in moto. Vuoi pescare le trote ? Bene, vai alla posta e fai il conto corrente che fra un pò si fa giorno…. E' malsana l'idea che un giorno si potrà andare per i fiumi e prendere i pesci per poi passare alla "casse provinciali" e pagare i pezzi presi ? Chissà….forse no….
Sommario n° 3
GENNAIO-FEBBRAIO 2010
Hanno collaborato a questo numero: La Pesca a Mosca non é uno sport di: Cianfri Foanna
Direttore Responsabile Baroni Franco
Mete per la prossima Stagione di Andrea Garinei
Nuova rubrica a disposizione delle Aziende
Plecottero di Alberto Mondini
Tying flies with CDC di Moreno Borriero
A pesca in Oregon di Claudio Tagini
Oligoneuriella Rhenana di Donato Tedesco e Aldo Porto
Ombre e Lucci di Roberto Furlan
Corso I.B.R.A 2009 di Giorgio Grondona
Ve la do do io, la Sieve..... di Alessandro Sgrani
O’ Zammarone di Gianluca Mscitti
I Test di Flyfishingmasters di Di Roberto Miceli
Grafici Zagolin Stefano Mondini Alberto Coordinatori Redazionali Magliocco Massimo Mondini Alberto Castellani Luca Collaboratori Albini Marco Mazzali Roberto Berdin Marco Santoro Luca Marco Pippi Distribuzione WEB Pubblicazione Bimestrale Registrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del 09/07/2009 Rivista GRATUITA Pubblicità Mazzali Roberto Tel. 3358701177 e-mail:flyfishing1949@gmail.com
Le canne RST serie Sensitiv fly
Tutti i Diritti Riservati FFMagazine www.ffmagazine.it
Dal Direttore
Amici lettori di FFMagazine, la redazione vi comunica che per poter continuare a leggere la nostra rivista sarà necessario iscriversi nuovamente all'uscita del numero 5 attraverso il link che come sempre vi servirà per leggere il numero spedito. Il motivo è che, per darvi un servizio migliore, dobbiamo riordinare l'archivio. In fondo, come è stata definita da molti, questa è la rivista di tutti i pam quindi dateci una mano per mantenerla ai massimi livelli. Del resto, come avete potuto vedere, la qualità degli articoli e le firme degli stessi sono una garanzia dei contenuti. Non vi anticipiamo nulla, ma da prossimo numero nomi altisonanti della pam italiana e straniera andranno ad integrare la già qualificata schiera dei nostri articolisti…. Scusate per il piccolo inconveniente e grazie per la vostra comprensione. Al prossimo numero. Franco Baroni
Primo di una serie di video riguardanti la costruzione in cui, tre dei migliori costruttori italiani, istruttori FFM, si cimentano nelle loro personali interpretazioni. In questo primo video vedremo come Alberto Mondini, Gianluca Mascitti e Luca Santoro, rappresentano i tre stadi di effimera, ninfa, emergente ed insetto adulto risultato di decenni e decenni di esperienza di costruzione e di pesca a mosca che si traducono in tre modi diversi di concepire la costruzione di ciò che abbiamo definito "novità sull'acqua" Oltre 90 minuti di grande costruzione messe a disposizione di chi ama cimentarsi nella realizzazione dei propri "gioielli" da pesca. Un video da non perdere.
CO.BA. - Decorart Via CasĂ 27g 16030 Gattorna (GE) www.coba.it
La associazione "A.S.D. Pesca Promotion", presieduta da Enrico Gallina, per iniziativa di : Simone Ardigò, Simone Besso, Devis Fantino, Renato Grasso,Aldo Orlando ha sviluppato un articolato progetto che ha portato alla nascita di una nuova Riserva di pesca a mosca denominata "Il Gesso della Regina " - Fly Fishing Valdieri. Ci troviamo ai margini del Parco delle Alpi Marittime, in provincia di Cuneo, nel Comune di Valdieri. Questo ambiente pressochè intatto è poco conosciuto ai pescatori a mosca perché é sempre stato appannaggio di pochi, frammentato in diverse concessioni di pesca. La Riserva si estende su gran parte dell'asta del Torrente Gesso scorrente nel territorio comunale di Valdieri per un totale di circa 7 km di acque cristalline, ricche di trote e di bellissime schiuse di insetti. L'area in concessone prevede anche un percorso di pesca per attuare le tecniche di pesca tradizionali. In concerto con la Amministrazione Comunale, intendiamo proporre ai pescatori ed alle loro famiglie una meta di qualità, sostenendo l'offerta turistica locale anche con proposte di collaborazione e l'organizzazione di manifestazioni promozionali riguardanti la pesca ma sempre ubicate in Valle Gesso. Pur trovandoci in area limitrofa al Parco intendiamo praticare una gestione attenta al territorio, alle persone che vi risiedono ed all'ambiente naturale cosa che sarà resa evidente dalla imminente uscita on line del sito dedicato a questa iniziativa www.flyfishingvaldieri.it Per info : in voce 3341649580 - Aldo Orlando Domenica 28 marzo p.v. a partire dalle ore 10, in Valdieri (CN) si terrà la manifestazione
1° "Fly Fishing Valdieri Day" In questo appuntamento, che speriamo sia inizio di una lunga serie, sarà presentata la Riserva di pesca "Il Gesso della Regina" - Fly Fishing Valdieri e le attività promozionali ad essa collegate. Dalle ore 11,30 inizierà la dimostrazione di costruzione "Le mosche per... Il Gesso della Regina" a cura di Massimo Ginanneschi, Fulvio Michelotti ed altri amici di I.F.T.A. Sono previste 3 demo di circa 1/2 ora ciascuna, una pausa ristoro ore 13 e, dalle ore 14 circa, 3 nuove demo di costruzione della stessa durata. Saranno usati i morsetti CTA Cottarelli, di cui quali Ginanneschi è tester e consulente. Si potrà visitare, anche nel pomeriggio, il percorso di pesca ed il gruppo dei promotori sarà disponibile per contatti e informazioni. Questo la scaletta di massima, dai primi giorni di marzo sul sito http://www.flyfishingvaldieri.it/ sarà visibile il programma completo di tutti i dettagli.
CALENDARIO CORSI STAGIONE 2010 SERIO
PONTE NOSSA
BG
26-27-28 - MARZO
NERA
B.CERRETO
PG
09-10-11- APRILE
TRONTO
ASCOLI PICENO
AP
16-17-18- APRILE
OGLIO
COSTA VOLPINO
BG
30-APRILE 1-2- MAGGIO
AVETO
AVETO REZZOAGLIO
GE
14-15-16- MAGGIO
SCOLTENNA
PIEVEPELAGO
MO 03-04-05-06- GIUGNO
MASTALLONE
FOBELLO
VC
18-19-20- GIUGNO
info@flyfishingmasters.it
ASTICO
ARSIERO
VI
02-03-04- LUGLIO
Segreteria Nazionale: Baroni Franco
GESSO
VALDIERI
CN
16-17-18- LUGLIO
Tel: 3343328889
SOANA
VAL SOANA
TO
03-04-05- SETTEMBRE
MASTALLONE
FOBELLO
VC
10-11-12- SETTEMBRE
NOCE
DIMARO
TN
24-25-26- SETTEMBRE
SIEVE
S.PIERO A SIEVE
FI
05-06-07- NOVEMBRE
TWT
SAN SEPOLCRO
AR
DA DESTINARSI
FFM Fly Fishing Masters Associazione Sportiva Dilettantistica Nazionale Via Cesare Costa, 25 41027 Pievepelago (MO) www.flyfishingmasters.it
La pesca con la mosca non è uno sport Da sempre lui ha questa grande passione. Ma è molto di più di un piacevole passatempo. L'ho capito qualche giorno fa, chiacchierando con una amica. "Ma come, sei ancora a casa sola?" "Sai, lui pesca a mosca…" "Embè, deve proprio andare fino a Mosca per pescare?" "Sai, lui è moschista" "Masochista?" "Vabbè, lascia perdere…" Dopo alcuni inutili tentativi di spiegazione, la mia amica non aveva ancora capito cosa potesse esserci di tanto affascinante nel lanciare nell'aria delle code di topo… Ma io lo so cosa lo affascina. Lo vivo assieme a lui, seppure in modo diverso. E' mattina presto, lui è partito per la sua uscita di pesca ed io decido di dedicarmi alla pratica che mi fa stare meglio. Lui si prepara per scendere in acqua, io mi preparo per la mia seduta di yoga. Lui indossa i wader ed il giubbino, io mi tolgo le scarpe e metto una felpa comoda. Lui spegne il telefonino, per una volta si dedica solo a sè, io stacco il telefono, per una volta ho tempo solo per me. Lui scende sul greto, ben attento a dove mette i piedi, io mi siedo nella posizione del loto, ben attenta alla postura.
Lui mette gli occhiali e scruta l'acqua, io tolgo gli occhiali e chiudo gli occhi. Lui ascolta i rumori naturali che lo circondano, io metto il cd con i suoni della natura ed un cinguettio mi avvolge. Lui, trattenendo il respiro, conta le bollate, io, attivando il diaframma, conto gli inspiri. Silenzio. Io nella quiete del respiro trovo la quiete della mente. Un equilibrio, frutto della meditazione, in cui c'è solo il qui e ora. Anche lui è concentratissimo. La sua mente è completamente vuota, esiste solo quel temolo. La ferrata è questione di secondi. Per un attimo tutto il resto del mondo scompare. Ecco perché la pesca con la mosca non è uno sport, ma molto di più: una filosofia di vita, una pausa di riflessione, una forma di meditazione, un modo per star bene con se stessi e ritrovare un po' di serenità. Proprio come per me lo yoga. Allora, la prossima volta che qualcuno mi chiederà dov'è mio marito, credo che risponderò "A meditare sul fiume" …forse sembrerà meno strano!
Cianfri Foanna
“ DALLE AZIENDE “ RST le canne made in Germany RST, presente in oltre 20 paesi e' simbolo della costruzione artigianale Europea di canne da pesca a mosca e spinning. La piccola ditta con quasi 30 impiegati e' situata vicino a Monaco di Baviera in Germania , quello che la rende unica e' forse il titolare, Reinhardt Steiner , pioniere della costruzione di canne artigianali. Piu' di 30 anni fa' fu il primo a presentare nel mercato canne dall' azione progressiva con molta riserva di potenza ed allo stesso tempo molto elastiche consentendo cosi' in recupero di non perdere il pesce. Oggi il catalogo RST offre 120 tipi di canne da pesca diverse dai 6 ai 15 piedi, coprendo cosi' tutti i tipi di pesca che si possono effetuare sulla faccia della terra. RST ha vinto molti premi sia per la qualita' e finitura che per la potenza e resistenza del blank, il trofeo piu' ambito che una canna da pesca puo' ricevere e' il Tarpon 2 di Doug Swisher, le canne che gareggiano a questa competizione vengono scelte da Doug in persona e l' unica canna Europea fin ora scelta e' stata la RST M5 che ha anche vinto il primo premio. La costruzione delle canne e' rigorosamente artigianale "a mano" ed i materiali che le compongono sono tutti europei, eccetto il carbonio. Il carbonio usato per costruire le canne RST e' lo stesso usato nella costruzione di missili aereospaziali e proviene dalla ditta Toray in Giappone, gli anelM3 trav fly li sono rigorosamente Hopkins & Holloway, a seconda della canna vengono montati anelli in cromo duro o DLC Diamond Coating che sono 30% piu resistenti degli anelli in cromo duro e la coda scorre meglio. RST Reinhardt Steriner La finitura del blank o verniciatura, viene fatta eseguita da oltre 12 anni con il sistema di impregnatura UV che consente di estendere uno strato finissimo M5 sul blank in maniera perfetta. Nel catalogo RST sono disponibili 8 serie di canne da pesca a mosca, 5 serie di canne a due mani e 6 serie di canne da spinning, oltre a 120 blanks diversi, componentistica costruzione canne, mulinelli ed accessori. Tra tutte le canna che RST ha costruito, la canna che lo ha reso famoso e' la M5, che ha avuto un tempo di elaborazione di quasi mezzo decennio. Il motivo della sua unicita' e' dovuto alla composizione delle Tubo RST fibre di carbonio posizionate a mano dato che nessuna macchina sarebbe in grado di posizionarle in maniera multiassiale. Questa canna ha un sistema SLE, Rohr RSTv Self loading Energy (auto carica-
mento del blank) che consente con il minimo sforzo o movimento il massimo della resa. L' azione di questa canna e' del tutto particolare e' come guidare una F40 per la prima volta, bisogna farsi la mano, al secondo lancio sara' semplice con il minimo sforzo estendere la coda in distanza. Tra le diverse serie di canne RST una delle piu' note e' la potentissima M3 che con la sua Potenza si e' fatta conoscere nel mercato mondiale, qualcuno la definisce di punta altri progressiva con l' accento in su, quello che fa di questa canna un' ottimo compagno di pesca e' la facilita' di lancio consentendo grazie alla sua immense potenza anche ai principianti di eseguire lanci precisi sia in distanza che limitrofi, ai piu' esperti di eseguire qualsiasi lancio possibile in qualsiasi situazione. In casa RST si cerca sempre di mogliorare e di creare canne per tutte le tasche senza perdere nella qualita' e Potenza, ed e' cosi' che e' stata creata la serie Sensitiv, leggera precisa e potente, disponibile in tutte le dimensioni immaginabili. Le canne RST non cambiano molto spesso, vengono leggermente modificate per migliorarne le prestazioni, la politica di RST e' di dare un valore al pescatore, costruendo canne che durano una vita e se dopo 30 anni si dovesse rompersi qualcosa sara' facile ricevere un perfetto ricambio che non cambiera' l' azione della canna. Tutte le canne RST sono vere e proprie canne da pesca; hanno un' elevata flessibilita' in recupero tale da ammortizzare tutte le energie ecessive imposte dal pescatore o dalla preda riuscendo a stancare il pesce in maniera adeguata senza fare forza. Il Team di pesca di RST, a cui viene affidato il compito di portare le canne fino agli estremi e di segnalare evenuali modifiche e' sparso in tutto il mondo dal Canada all' Australia, dal Giappone all' Italia ed e' questo che ha consentito a RST di costruire negli ultimo 3 decenni ecellenti canne da pesca che godono di un valore unico.
Transportrohr quer
Sensitive Fly
Tour pack Fly
Rohr RST
SensitiveShorty Fly
Tour pac kSalmon
g n i y T
s e i fl
ti h w
C D C
Di: Moreno Borriero
CDC, Cul de canard, Duck preen or Duck butt feathers‌. you either love them or you hate them! If you were born on the western side of the pond you are likely to be among the latter. Although as a guide I'm seeing a lot more CDC flies in my US guests' fly boxes. This is pleasantly surprising. So CDC is not a purely European feather any longer! I was first introduced to CDC in about 1983. The first CDC flies were beginning to appear in Italy but they had already been used for decades in France and Switzerland with great success. Probably the person who made CDC what it is today is Marc Petitjean and since then a number of excellent tyers have created an excellent range of CDC flies which not only catch trout but that even look great. I must admit that when I was first confronted with CDC, I was rather wary about it. I didn't now how to use this ethereal feather. When I stripped the barbules, they just seemed to evaporate into thin air! I just couldn't fathom the tying method so I continued tying traditional flies for years until I meet Gianni my fishing companion who, unfortunately has passed away. Gianni got me into tying CDC flies and I have never looked back and my success at catching trout on dry flies has increased considerably!! So what is so great about this wispy feather that looks like those feathers that come out of your down wind jacket? Well actually they are very different to the downy duck feathers. If you look at CDC feathers under a microscope you will notice that they have a large number of micro-barbules which capture a myriad of tiny bubbles that make these feathers extremely buoyant! The fibres tend to move around in the wind and the surface film and this gives a very lifelike appearance to the flies. Since these feathers are found around the preen gland on duck, the natural unwashed and un-dyed feathers tend to retain a little of the preen oil that ducks and other (not all) webbed toed birds use to waterproof their feathers. Remember the very apt saying‌Like water off a duck's back. This image renders the idea perfectly!! Phto 1 A BWO paradun mayfly. Tail in Coq de Leon fibres. Body a CDC feather twisted and wound on. Wings natural CDC feathers At first it is difficult to use but with a little practice anyone can master the CDC tying technique and it can be used to tie nymphs, surface nymphs, emergers, duns, spinners and spents. Some extremists even use CDC to tie streamers (lures). CDC feathers can be used in a number of ways. They can be palmered on like hackles; the whole feather can be used to tie wings; you can use bunches of fibres, they can be used to make bodies and shucks and so on! 1 Often you see flies that have been tied with only one feather to form an extended body and wings, In other occasions it is used as fine dubbing material and of course it can be dyed. The natural colour is perfect for Duns but you can find a series of beautifully coloured feathers on the market at relatively inexpensive prices. In the old days you could only find selected feathers - packs of 10 o 20 which were
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all the same size. Nowadays you can get packs of up to 5 grams (1/4 ounce) and they last a lifetime. Phto 2 CDC Caddis. Body Grizzly hackle. Wings CDC feathers. Head - CDC dubbing Often CDC feathers are mixed with other materials like deer, rooster hackles and even foam. The translucent qualities of the CDC feather helps to increase buoyancy and as I said before makes the flies look extremely lifelike. Try tying a CDC caddis. At first glance it looks like an unsightly puff of the kind dust you find under your bed in winter, but just tie it onto your tippet and cast it to a rising trout. Skim it across the surface of the water and expect the trout to hit it vehemently! Tie a BWO paradun with CDC fibres and two cock de leon fibres as tails and cast it in the midst of a hatch and try to spot the difference between your fly and the natural ones. What a great fly tying material! Phto 3 CDC Danika Mayfly. Tail - pheasant tail fibres, Extended body in foam. Winds in CDC. Legs in brown rooster hackles. Courtesy Luca Castellani Recently, at my club's weekly meeting, one of the guys who attended the annual Fly Fishing course last year, pulled out his fly box and candidly asked: " So why is it that since I've learnt to tie CDC flies I catch more trout?" That's where the idea to write this article came from!! CDC is one of the most versatile natural materials on the market and I feel that what makes the difference is the way the dry flies sit within the surface film, the loose fibres imitate moving legs, the fibres above the water imitate the flutter of wings. Its a question of how the fly looks from underwater and how it sits in the surface tension. A traditional hackled fly will catch trout in a riffle or fast moving water but will be practically untouched in very slow moving waters. The same fly tied parachute style or with the bottom fibres snipped off will have more success. So, by substituting the rooster hackles with CDC in these conditions will most certainly make the difference.
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Phto 4 Extended body foam and CDC fly. Courtesy Luca Castellani. A common complaint about CDC flies is that they quickly lose their floating capacity, especially after catching a trout. There are secrets to this too. After releasing the fish, if you notice that there is a lot of mucous you should rinse it off as well as possible. I don't know if it's my impression, but rainbows seem to leave more mucous on the flies with respect to browns and grayling. Once you are satisfied, do a couple of fast false casts, to dry off most of the excess moisture. You can also blow on them if your lungs are strong enough. Then you can apply a number of techniques. Squeeze it with an Amadou patch or with a Kleenex tissue which is a valid and inexpensive alternative. If the fly looks and feels dry, then continue fishing. If not, I've found that a drying powder works wonders. I just brush it up with the little brush it comes with and the fly will look and be as good as new. A little trick I've been taught is to place a few pellets of silica gel
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in the container. This will help you keep it fresh by absorbing the excess water that the brush collects and also it will prevent it from clumping. Phto 5 CDC olive emerger. Body in olive thread. Wings in CDC fibres. Fishing with CDC also requires a little attention. Remember that you are not fishing with those unsinkable deer or foam hair flies which float like corks no matter what you do to them. It is true that a fly will only catch fish when it is in the water but when you have completed your drift, do not wait until the fly sinks but take it up immediately. The same if your fly drags - you are unlikely to get a rise on a dragging fly. When changing spots or waiting for a rise, don't leave your fly dangling or dragging in the water. It will just absorb water and will sink like a stone. Now it is not said that a wet CDC fly will not catch trout‌.but that is another story. So I suggest you try your luck at using this fantastic material, which has been defined as the "Fisherman's Miracle Feather" by Leon Links and I must say I fully agree with him. Should you need help or advice please do not hesitate to contact me.
Moreno Borriero www.mbrods.it
www.flyfishing-tuscany-umbria-lazio.com
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Costruttore: Donato tedesco Testi di: Aldo Porto
Oligoneuriella Rhenana
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a Oligoneuriella Rhenana è una bellissima effimera che in estate, al tramonto ci rende partecipi di schiuse maestose durante le quali le trote impazziscono per la grande quantità di insetti che si depositano sulla superficie dell'acqua. E' una tipica specie estiva e risulta essere caratterizzata da effimere di medie dimensioni (13-17 mm di lunghezza, cerci esclusi) presente in tutta l'Europa centro meridionale, frequenta i corsi d'acqua di qualsiasi dimensione purchÊ a corrente rapida e a fondo sassoso. gli farfallamenti avvengono con l'inizio del periodo estivo. DRESSING Amo: Modello grub da secca n. 10/12 Filo di montaggio: Bianco 6/0 Code: Fibre di hackle di gallo bianco Corpo: In polipropilene bianco e grigio montati in asola alternando i due colori tra loro Torace: Dubbing di poli-
propilene beige Ali: Ciuffo di pelo di coda di vitello bianco Hackles: Fibre di hackle di gallo bianco montate in asola Testa: Filo di
montaggio bianco Note: Per l'assemblaggio del corpo utilizzare del filo di nickel cromo da attorcigliare come mostrato nelle fasi di montaggio
,,Corso I.B.R.A. 2009
Testo: Giorgio Grondona Foto: Moreno Borriero
M
i è sempre piaciuta la pioggia, anche se cade la domenica mentre sono sotto l'ombrello con mia moglie che si lamenta, come la maggior parte delle donne ama il sole e il caldo la spiaggia e stare ore sdraiata ad abbronzarsi ma visto che siamo in novembre è giusto che piova, anche se è domenica e comunque ancora qualche passo e saremo al coperto e al calduccio e...suona il cellulare,guardo il display,è Gabriele Gori presidente dell'IBRA (ItalianBambooRodmakersAssociation) , non ci siamo mai visti,ci siamo sentiti solo poche volte al telefono da quando in primavera lo avevo contattato per avere informazioni sul corso di rodmaking che da qualche anno l'IBRA organizza in autunno. Tale corso è a numero chiuso, 6 allievi ogni anno,essendo il sottoscritto il numero 24 della lista di attesa non immaginavo neppure lontanamente quello che Gabriele stava per dirmi.Dopo un caloroso "Ciao, tutto bene?", mi propone di far parte del sestetto che, nei due week-end sucessivi,praticherà il corso di cui sopra. Ho imparato nel tempo a non lasciarmi sfuggire le opportunità e così cinque giorni dopo partivo alla volta di SanSepolcro dove in serata avrei incontrato i miei"compagni di scuola" e coloro che ci avrebbero insegnato a realizzare una canna da mosca in bamboo! Quasi cinque ore di viaggio da solo non sono poche ma trascorrono veloci ,non vedo l'ora di iniziare a costruire la mia prima canna di legno. Arrivo a destinazione nel primo pomeriggio, è la prima volta che vengo al Podere Violino ma quando comunico ai
Sopra: il Presidente Gori
In alto a destra: Giorgio Grondona al lavoro
In basso: Tutti i partecipanti al lavoro
gestori che sono lì per il corso dell'IBRA mi accolgono come un caro amico che non vedevano l'ora di riabbracciare e questa atmosfera amichevole accompagnerà me e gli altri per tutta la nostra permanenza.Trascorre il pomeriggio e alle 19.00 come da programma si aprono i lavori, ma la fredda cronaca delle varie fasi che conducono alla realizzazione di una canna in bamboo a sezione esagonale come quella che a fine corso ogni allievo ha avuto tra le mani, oltre che a richiedere almeno tre numeri della rivista mi impedirebbe di comunicarvi la parte migliore,secondo me, di questa esperienza. Come la maggior parte dei pescatori con la mosca della mia generazione ho cominciato,circa trenta anni fa utilizzando, da subito,canne in materiale sintetico, prima fibra di vetro e appena dopo grafite che ancora oggi è il materiale più diffuso per la costruzione delle canne da pesca in genere, solo due anni fa mi sono deciso a provare a pescare con una canna in bamboo in maniera continuativa e ho cosi acquistato una 7' coda quattro che è l'attrezzo che ho maggiormente utilizzato nelle ultime due stagioni. Erano anni che ero curioso di provare in pesca una canna costruita con un materiale che mi affascina in tutte le sue forme: il legno,ma continuavo ad essere schiavo di quella scuola di pensiero che vuole che le canne in bamboo siano delicate,pesanti e lente come azione. Leggendo diversi articoli che trattavano l'argomento e frequentando le fiere di settore dove ho avuto modo di provare alcune canne, mi sono reso conto che le affermazioni nei confronti del bamboo non corrispondono al vero, almeno considerando attrezzi fino agli 8'6", misura oltre la quale la differenza di peso a favore della grafite, la rende meno affaticante con indubbio beneficio per l'azione di pesca, per quanto riguarda la "lentezza"c'è da dire che i taper di oggi non fanno rimpiangere più di tanto le canne in composito e il fatto che siano delicate...beh ci sono, in giro per il mondo dei fortunati che utilizzano canne in bamboo prodotte oltre mezzo secolo fa!!! Accipicchia mezzo secolo sono un mucchio di anni, quante cose sono cambiate, anche nel settore della pesca le innovazioni sono state molte e tutti i settori ne sono stati interessati, oggi andiamo in acqua con stivali leggeri in fibra traspirante, indossiamo capi d'abbigliamento nati apposta per farci stare all'asciutto anche sotto al diluvio, nuove fibre
Si lavora fino a notte fonda
Giorgio alla legatura
e nuovi materiali sintetici ci aiutano anche nel cotruire le nostre imitazioni che poi leghiamo a monofili con carichi di rottura sempre maggiori assicurati a code di topo dai profili sempre più performanti che proiettiamo con canne sempre più rapide e leggere per raggiungere prede sempre più distanti... Dicevo di aver letto molti articoli sul bamboo, uno lo rileggo spesso perchè contiene la biografia di alcuni rodmakers italiani, uno di questi artigiani mi ha colpito con questa frase:"Dopo tanti anni solo la distanza a cui bollano i pesci è rimasta la stessa", queste poche parole sono bastate per avvicinarmi al bamboo e per ricordarmi che vado a pescare per vivere a contatto col fiume e il suo ambiente, senza fretta, già,senza fretta , come al corso di rodmaking. Quella del 2009 è stata la quarta edizione, lo staff dell'IBRA in questi anni ha saputo mettere a punto un programma eccellente organizzato in maniera superba, ogni operazione viene prima esposta verbalmente e quando la si mette in pratica ogni allievo è seguito fino alla sua ultimazione, è gratificante sentirsi consigliare da chi ha a cuore che tu impari nel miglior modo possibile, come dicevo prima, senza fretta. In conclusione mi sento di affermare che questa è stata veramente un'esperienza meravigliosa, mi ha permesso di conoscere persone preparate e disponibili,scevre da ogni gelosìa e nell'ambiente della pesca a mosca italiana tutti sappiamo quanto questa dote sia rara!!!
Ospiti graditi
Il Presidente firma la canna del corso
Di: Gianluca Mascitti
O' Zammarone
Questo artificiale, conosciuto con il nome di Zonker e del quale ne esistono diverse varianti, è estremamente efficace per la cattura di grosse trote. Un mio amico del Danika Fly Club di Roma e di origini napoletane, vedendomi utilizzare questa "bestia" costruita su un amo del 6 a gambo lungo, lo definì O' Zammarone che non so proprio cosa voglia dire o quale animalaccio identifichi tale termine ma questa denominazione mi piace e da allora sono solito chiamarlo così. Trattasi di un artificiale di facile costruzione e può essere realizzato in varie colorazioni. Personalmente sono solito uso costruirlo in nero, bianco, bianco con striscia marrone sul dorso (fatta con pennarello), verde (sia oliva che shock) e viola. In particolare quest'ultimo colore è quello che reputo veramente micidiale. Lo utilizzo sia nel fiume che nel lago. Su acque correnti, sia pescando in ricerca che a vista, lo impiego a scendere lanciando in direzione della sponda opposta. Lo lascio derivare e affondare per un po' dopo di che inizio un recupero veloce per qualche metro, quindi rallento animandolo con dei leggeri strappetti e colpetti di vetta seguiti a rilasci e poi riparto ripetendo la sequenza. Pescando a vista avrete modo di osservare bene la dinamica degli attacchi che si manifestano sia
durante i passaggi veloci, in questo caso diretti e decisi, che nella seconda fase durante lo strippaggio lento con il pesce dietro l'artificiale che viene ghermito con maggiore lentezza ma pur sempre con la decisione del un predatore. In alcuni casi, con il pesce indeciso a ridosso dell'artificiale, è necessario lasciarlo derivare in corrente e rianimandolo all'improvviso con uno piccolo strappetto davanti al muso del pesce. In questo caso l'abboccata si manifesta come un grande morso ad esca quasi ferma. Dressing: Amo 6-4 (o anche piÚ) a gambo lungo Zavorra: perlina in tungsteno grande + filo di piombo (zavorra variabile in base al tipo di acqua) Filo di montaggio: in base al colore dello pelo di coniglio o marabou utilizzato Corpo: striscia di pelo di coniglio o marabou
METE PER LA PROSSIMA STAGIONE RSERVA NO_KILL GORRETO Premessa: Non tutti sanno che dal 2009 nella riserva turistica di Gorreto ( GE), si e' finalmente inaugurato un tratto no-kill dedicato esclusivamente alla pesca a mosca, con la possibilita' di trattenere un capo trofeo ( temolo escluso). Tale tratto e' situato a valle della riserva in un contesto paesaggistico d' impatto davvero notevole, infatti siamo nel parco dell' Antola, immersi realmente in un "polmone verde", tipico ambiente incontaminato dell' appennino Ligure. Il Trebbia qui e' caratterizzato da una portata idrica interessante e le sue acque sono davvero limpide e cristalline; naturalmente in estate risente un pò della siccita' tipica dell'entroterra, ma senza che questo comunque influisca in maniera realmente significativa sulla buona riuscita di una giornata di pesca a mosca.Nella riserva sono presenti in quantità davvero considerevole salmerini di fonte anche di taglia, trote iridee, trote fario ( anche over 50 ), trote leopard ed anche una discreta popolazione di "astuti" temoli Austriaci, che sono sempre in grado di regalare forti emozioni a tutti quei Pam che hanno voglia di cimentarsi con Articolo : Andrea Garinei. Foto : Davide Carrozzo sfide impegnative. Bisogna segnalare che l'ente che gestisce questo tratto (A.S.D. Pescatori Val trebbia), provvede ad effettuare realmente e regolarmente moltissime immissioni di trote durante tutta la stagione e questo contribuisce non poco a mantenere davvero elevata la percentuale di pesce presente ( anche di taglia), in questo tratto.
Il tratto in questione come detto e' situato nella parte a valle della riserva, le sue caratteristiche sono quelle tipiche di un torrente appenninico Italiano, in linea di massima sono presenti tratti d' acqua tortuosa con piccoli balzi e buche medio-profonde dov'e' possibile ingannare gli amati pinnuti con mosche da caccia in hackles di gallo e non, naturalmente le sadge in cervo danno sempre ottimi risultati anche realizzate su ami importanti come la misura 10-12. In prevalenza delle buche e nei correntini e' possibile anche imbattersi in pesci importanti che possono essere ingannati anche con grosse ninfe che stimolano l'appetito delle trote. Tipica "buca" del tratto no-kill di Gorreto
Sono comunque presenti anche lunghe lame d'acqua piatta dove il pesce presente risulta essere decisamente piu' diffidente verso le nostre imitazioni, questo anche perche' la trasparenza dell' acqua ed il suo andamento lineare lasciano al pesce tutto il tempo di un' approfondita analisi della nostra imitazione; si rende pertanto necessario in questi tratti ricorrere a mosche un po' piu' contenute di dimensione , infatti ottimi risultati si possono avere con imitazioni su ami della misura 18/16 e' importante pero'
non scendere troppo con il diametro del finale, poiche' come gia' segnalato in precedenza, il pesce presente e' davvero di taglia. Anche in questo caso si puo' comunque ricorrere alle blasonate imitazioni di sadge che in questo tratto si sono rivelate sempre ottime alleate soprattutto con un bel corpo in foam giallo anelato con hackles in gallo rosso; non si disdegna comunque anche l' utilizzo di terrestrial soprattutto nella stagione estiva ( soprattutto api ), che fatti abilmente "cadere" in acqua nel sottoriva regalano sempre catture importanti.
Due splendide catture effettuate a ninfa
Da segnalare che soprattutto nel primo tratto della riserva stazionano le trote piu' grosse, quasi tutte posizionate sulla sponda adiacente la montagna riparate dall' ombra generata dalla fitta vegetazione che ricopre le sponde,ma spesso risultano essere un pò apatiche e di conseguenza l'utilizzo di qualche piccolo strimerino in marabu' bianco o nero puo' rivelarsi davvero l'arma vincente in grado di "stuzzicare" l'interesse e l'aggressivita' di questi grossi pinnuti, che sono capaci, con i loro attacchi, di regalare davvero forti emozioni. La zona dei temoli risulta essere quella in prossimità di una grossa parete di roccia,circa a meta' del tratto no-kill, dove un discreto correntino e qualche buchetta piu' o meno profonda creano un habitat idoneo alla loro vita e permanenza in questo tratto; naturalmente la cattura non e' cosi' facile perche' il numero non elevato e l'innata diffidenza la rendono piuttosto impegnativa se non ardua. Sicuramente la loro attivita' di superficie e' prevalentemente indirizzata alle piccole effimere che vengono trasportate dalla corrente, per insidiarli bisogna necessariamente utilizzare piccole imitazioni su amo 18/20 e finali dello 0.10/0.12.
Cattura effettuta con una sedge
Dressing sedge in foam
AMO CORPO ANELLATURA ALI TESTA
: TMC 100 BL # 14. : Foam giallo. : Hackles gallo rosso. : Peli di cervo e cdc grigio. : Filo di montaggio nero.
Di: Alberto Mondini
PLECOTTERO
Plecotteri sono insetti con un ciclo di sviluppo molto simile agli Effemerotteri. Hanno una vita allo stadio subacqueo molto lunga che, negli esemplari più grandi può arrivare anche a tre anni. Le ninfe mature, anziché nuotare verso la riva in superficie camminano sul fondo e una volta arrivate si attaccano saldamente alle pietre o a qualsiasi appiglio fuori dall'elemento liquido. Li, al riparo dalla trota, compiono l'ultima trasformazione, diventano così un insetto perfetto capace di volare. Inizia csì la vita aerea, la quale si svolge prevalentemente a terra o sulla vegetazione circostante. Anche i Plecotteri come altre specie concludono il ciclo vitale con l'accoppiamento e la deposizione delle uova. Le femmine poi tornano in acqua per deporre le uova, immergendosi completamente oppure depositandole sulla superficie dell'acqua, ovviamente, in questa fase diventano facili prede per la trota. A destra: In primo piano gli uncini che servono alle ninfe per aggrapparsi saldamente alle pietre in attesa dell’ultima muta
Le grandi differenze di dimensioni tra le varie famiglie (da pochi millimetri a quattro - cinque centimetri) mettono a dura prova la fantasia e l'abilità dei costruttori. I Plecotteri allo stadio adulto hanno un corpo allungato fornito di cerci e due paia di ali che in posizione di riposo vengono chiuse a forbice sul corpo (Plecoptera = ali intrecciate). La larva di plecottero vive di preferenza nei fondali sassosi e rocciosi. Alcune sono vegetariane altre sono carnivore e si nutrono di piccoli organismi, di larve di efemerotteri o di larve di aneliti. La larva di plecottero assomiglia a quella di efemerottero ha sempre 2 code e una dimensione che può arrivare ai 33 millimetri della grande perla. Queste larve possono avere fino a oltre 30 mute e schiudono in vari modi ossia alcune raggiunge la riva camminando sul fondo e schiude altre schiudono sull'acqua o appena sotto la superficie altre ancore raggiungono sassi o rami affioranti per schiudere.
Ninfa di Plecottero
Ninfa di Plecottero
1
2 1 - Realizzare la coda con due fibre di penna di oca color cannella 2 - Fissare all’inizio della curvatura una hackle di gallo e una fettuccia di foam larga tre o quattro mm.
3
4 3 - Avvolgere la fettuccia di foam realizzando l’addome e bloccare la fettuccia, avvolgere l’hackle di gallo a larghe spire e bloccare 4 - Ritagliare due ali prestampate di tessuto sintetico o materiale similare
6 5 - Fissare un ciuffetto di pelo di cervo rivolto all’indietro 6 - Predisporre un dubbing in polipropilene e realizzare la testa
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7 7- Rovesciare indietro la fettuccia di foam e fissarla con alcuni giri di filo, tagliare l’eccedenza e chiudere con alcuni nodi
8 - Con un pennarello nero fare una punteggiatura sulla testa dell’artificiale
8
9 9 - L’imitazione di grande perla è terminata
A PESCA IN OREGON Di: Claudio Tagini
Sunday, September 19, 1999 - Carissimi, spero che ieri abbiate avuto un piacevole volo, e vi siate riposati. Oggi vi potete alzare con calma, poiche' il volo della Horizon Airlines parte da Seattle alle 11:46, per arrivare a Redmond, Oregon, alle 12:55 - Naturalmente saro' in aeroporto ad accogliervi, e dopo i forti abbracci (son proprio contento di rivedervi) ci dirigeremo verso la casetta sul Metolius River, dove siamo alloggiati. Sono poi solo una ventina di miglia sulla # 126 fino alla cittadina di Sisters (il nome viene da tre cime di montagne), e poi circa un'altra decina prima di imboccare a destra la stradina laterale, e da quel punto guideremo solo 7 miglia e mezzo per arrivare alla casetta in riva al fiume. La dettagliata mappa topografica che ho inserito aiuta a trovare facilmente la strada, sia dovessimo tornare insieme col buio, dopo le nostre escursioni, che se voleste visitare i dintorni da soli, magari anche solo per andare al piccolo villaggio ed al ponticello, oppure a vedere le sorgenti del Metolius, poco piu' a monte. Nel tratto di fiume a partire dal ponticello e a monte sino alle sorgetnti, e` proibito pescare, e siccome lo sanno anche i pesci (al saloon, dopo un paio di giri di Jack Daniel's, dicono che sia perche` il cartello di divieto e` visibilissimo dall'acqua :), se ne vedono sovente parecchi nuotare in giro, alcuni anche belli grossini. Tranne forse uno o due, non sono residenti, a dimostrazione che nel Metolius di pesci ce ne sono, e tanti. Da quando la ODFW (Oregon Department of Fish & Wildlife) ha messo la macchinetta (esattamente come quella che c'e` in Idaho, alle sorgenti dell'Henry's Fork) tipo quelle che vendono chewing gum, solo che, invece, con un quarto di dollaro ti arriva in mano una manciatina di puzzolenti pellets. Al saloon dicono anche che i pesci sanno riconoscere il kri-kriKah-cink di quando giri la manovella, perche` se non c'erano pesci prima, ora che sei pronto a gettare il mangime, sembra che ne appaiano sempre, come per incanto. Abbiamo una casetta splendida, ed avendo la cucina, possiamo pescare fino a quando vogliamo, senza doversi assogettare a spostamenti in macchina per cena, o tantomeno alla cucina locale, che ricordo molto bene. A meno che non abbiano nel frattempo cambiato cuochi e provveditori di vivande (le cene ai ristoranti locali erano a dir poco deprimenti, nonostante il pretenzioso menu') ci daremo da fare ai formelli. La zona vi piacera`, oltre che dal punto di vista alieutico, per l'infinita` di bellissimi posti da visitare, tra vulcani spenti, colate di lava, foreste pietrificate, ma anche tanti boschi sempreverdi, laghi e laghetti, e tanti streams, da piccoli creeks a fiumi importanti. A prescindere dalle escursioni che si possono fare, per la pesca non abbiamo che l'imbarazzo della scelta: a partire dal Metolius, che scorre "sotto casa" in un tratto privato, lo stream scende poi in un canyon, per costeggiare poi la riserva indiana di Warm Springs di cui ne costituisce il confine con le sue sponde di sinistra, per poi sfociare nel reservoir "Billy Chinook", dal quale, ogni specie nella sua stagione, risalgono parecchi pesci migratori. Nel Metolius si trovano rainbow, brown e brook (salmerini), oltre che ai whitefish ed alle bull trout (Dolly Varden), tutti selvaggi, tranne qualche vecchia immissione di rainbow. Un'altra delle specie che risale il Metolius dal Billy Chinook e` quella dei kokanee (landlocked socke-
In questa pagina e nella successiva: alqune vedute del Metolius
ye salmon), di cui le carnivore bull trout (l'equivalente americano delle marmorate) si abboffano avidamente una volta che muoiono dopo lo spawning: data la stagione dovremmo infatti trovare i primi kokanee in risalita. Oltre ad altre schiuse, probabilmente troveremo lungo tutto il fiume le "Spotted Sedges" (Hydropsyche), da imitare nella loro fase di emergenti e adulti, nel tardo pomeriggio e verso sera, mentre le Green Drakes schiudono invece piu' facilmente a mezza giornata. Se le giornate sono calde, e non e` ancora piovuto molto, nel pomeriggio si potranno forse usare ancora le cavallette. Il Metolius, che per le sue prime 9 miglia (fino al bridge 99) e` gestito a flyfishing only, barbless hooks e Catch & Release delle trote selvagge (quelle immesse non hanno la pinna adiposa), e` essen-
zialmente uno spring creek, e ne mantiene la natura per avre immissari anch'essi di origine sorgiva. Questo fiume, come il North Umpqua che visiteremo (dopo tre giorni in una casetta sul Deschtes, vicino a Bend), non e` certamente un fiume "facile", ma pur essendo tutti e due "assatanati" di pesca, siamo anche reduci da pescate intense, tu appena rientrato dall'Alaska, dove ho sentito che hai fatto una "strage" di dilver, ed io da tre settimane in Colorado, anche se non sempre pescando, e qualche giorno al San Juan in New Mexico, per cui lo possiamo affrontare rilassati, senza smanie. L'altitudine media in cui si rimane per la parte di viaggio tra le montagne, prima di andare sulla costa dopo l'Umpqua River, e` piu' o meno fra i 1000 ed i 1300 metri slm. (valicheremo alcuni passi leggermente piu'
alti, ma senza mai superare 2000 metri), per cui non ceerto come le altitudini del Montana e Wyoming, ma siccome saremo sovente circondati da montagne piu' alte, dalle cui cime scende sempre una bella arietta fresca, sara bene aver sempre una felpa a portata di mano, sia la sera che, specialmente la mattina presto.Le headwaters del Deschutes, dove abbiamo casa dopo la deliziosa cabin sul Metolius, non contengono grosse taglie, se non magari verso la foce nel Crane Prairie Reservoir, ma il fiume qui e` molto carino, e le trotelle residenti (rainbow e brook) sono molto "vivaci". Tra i laghetti della zona che visiteremo, Big Lava Lake ha piu' o meno le stesse caratteristiche sceniche di Hosmer: alimentato anch'esso da sorgenti, ha pero' una decente biomassa, con la quale le rainbow e le brook (che anche qui possono crescere parecchio) si ingrassano. Non e` ristretto a flyfishing only, barbless hooks come Hosmer Lake, ma in questa stagione sarebbe comunque la tecnica piu' produttiva, lanciando sulle bollate serali lungo le sponde (anche qui dalla canoa). Le rainbow sono dai 12 ai 20 pollici, le brook un po' piu' piccole, ma alcune di esse raggiungono taglie forti, e ne sono state catturate fino a quasi 20 pollici. Hosmer Lake e` un discorso a parte... E` stato su questo laghetto, l'anno scorso, credo a fine Giugno, che i landlocked Atlantic Salmon presenti saltavano fuori dall'acqua per prendere la "Roncallo Special" (sai di cosa parlo), e mi sono cosi trovato circondato da pescatori in ciambella che volevano sapere che mosca "magica" stavo usando. La schiusa serale (verso il tramonto) era di craneflies, e la Roncallo Special (dubbing marrone ed ali grigie, su amo del 12) ne imitava l'emergente, provocando attacchi decisi. Non ho mai pescato Hosmer in Settembre inoltrato, per cui dovremo scoprire cosa succede, che schiuse ci sono nel pomeriggio, anche se credo
A sinistra: Bandon Beach
A destra: il corso del Metolius
che, con l'infestazione di Japanese beatles che purtroppo affligge le foreste (e con i falsi ambientalisti che si oppongono a tagliare le piante infestate), tutte le imitazioni scure e tondeggianti potrebbero funzionare. Per pescarci, invece di canoe magari noleggeremo dei belly boat. Hosmer Lake e` uno dei laghetti che, come dei veri gioielli, sono incastonati nella zona vulcanica del Deschutes Natl. Forest, in Central Oregon, tra la scenica zona semidesertica ad Est, e le dense foreste di conifere della Willamette e Umpqua Ntl. Forest ad Ovest. Dalle nevi di questa zona, filtrate dagli innumerevoli crateri di vulcani spenti ed immense colate laviche, hanno inizio numerosi fiumi pescosi, come il McKenzie, che sicuramente pescheremo almeno un giorno, il Willamette, Umpqua, ed il Deschutes, per non menzionare il Santiam appena a nord, o il favoloso Rogue River appena a Sud, verso la California. Mentre temo che non ci sia tempo per andare a pescare il Santiam, il Rogue e` invece nel programma di viaggio. Il Deschutes River stesso (deve il nome alla francesizzazione del termine "chute", cascatella: rio delle cascatelle = des chutes), nasce come piccolo stream dal Little Lava Lake, ad appena 5 km in linea d'aria a sud di Hosmer Lake, e scorre limpido a meandri per una dozzina di km. prim di riempire il Crane Prairie Reservoir. Immediatamente dopo entra in un altro reservoir, il Wickiup, per uscirne come fiume vero e proprio, dopo aver raccolto le acque di vari laghi e creeks, iniziando il suo corso verso Nord Est, scorrendo limpidissimo ed a meandri sull'altipiano, raccogliendo anche le acque del Fall River (ancor piu' pescoso, e che sicuramente visiteremo), e del Little Descutes, appena a sud di Sunriver,
per arrivre a Bend in piena forma. Il Little Deschutes stesso, che scorre per ben un centinaio di miglia (circa 160 km) prima di immettersi nel Deschutes proprio, nasce dal versante orientale delle stesse montagne dove, nel versante Ovest, c'e` il Maidu Lake, da dove sgorga il famoso North Fork dell'Umpqua River. Il Deschutes River a valle di Bend (cioe` a Nord della cittadina) scorre parecchie miglia prima di entrare nel Lake Billy Chinook, insieme al Metolius, Croocked River, ed altri streams, ma e` solo a valle della Pelton dam, nei pressi di Madras, che ha inizio la famosa sezione da steelhead, che scende verso nord per raggiungere poi il Columbia River, ma il nostro viaggio guarda altrove, verso West, per andare a pescare le steelhead dell'Umpqua e del Rogue Rivers, dopo aver visitato le dune di sabbia sulla costa del Pacifico. Venerdi, 24 Settembre - Il trasferimento di oggi e` di circa 115/120 miglia - Passeremo vicino a Diamond Lake, dove ci sono alcuni pic nic grounds carini, specialmente sulla sponda West (meno frequentata), o ci si potrebbe fermare invece nei pressi di Crystal Springs, sulle headwaters del North Fork dell'Umpqua River, un posto molto carino, dove non ci sono steelhead ma mi ricordo di bellissime e combattive brook di discrete dimensioni. Il paesaggio di queste zone e` stupendo, e se mi ricordo il posto vi voglio mostrare una bellissima cascatella di un piccolo creek affluente. Le steelhead del summer run, tradizionalmente, iniziano la risalita in Giugno, e nelle parti alte si trovano fino ai primi di Ottobre. Potremmo iniziare a perlustrare la zona a partire dal ponte appena a nord dalla confluenza col Boulder Creek, o magari dai due ponti dalle parti di Copeland Creek, ma per essere impervie, porterebbero via tanto tempo...... e poi, devo anche confessare che non le conosco molto bene, per cui preferirei scendere un po' piu' verso valle, magari saltando le prolifiche (ma strabattute) pools dell'Horseshoe Bend campground, dove i migliori steelheaders, di quelli accaniti, i "widowmakers", per intendersi, vanno a vampeggiare e pescano immeditamente appena alzati la mattina, prima del caffe'... All'altezza dell'Apple Creek, per le prossime due miglia circa, si trovano altri due posti buoni: il primo e` una tail out ghiaiosa (fine di una lunga pool) appena sopra una imponente rapida, dove le steelhead si fermano a riposare dopo la risalita, e secondo me anche a rifocillarsi: questa tail out ha anche parecchi redds di Spring Chinook. A proposito di Spring Chinook, prima Bandon Beach che me ne dimentichi: questi king salmon risalgono dall'Oceano Pacifico verso Marzo, solo su alcuni fiumi della West Coast tra i quali l'Umpqua ed il Rogue River in Oregon, e poi il Klamath ed il Sacramento River in California. Il secondo posto da pescare e` piu' difficile da individuare, poiche' si tratta principalmente di parecchi anfratti, non tutti facili da raggiungere nella corrente, dove anche li le steelies si fermano prima della risalita. Ma i posti che conosco meglio sono i classicissimi della "camp water", dalla pool appena sotto il Mott bridge, fino allo Steamboat Inn, inclusa la "kitchen pool". Anche se pure questi tratti sono strabattuti, li trovo piu' facili da affrontare. A parte il fatto che, e non e` un segreto, essendo appena a valle dell'affluente Steamboat Creek (uno dei piu' importanti spawning ground dell'Umpqua, ovviamente chiuso alla pesca) se i livelli non sono gia` alti, queste pools ospitano sovente molte steelhead in attesa delle prime forti piogge, per poterlo agevolmente risalire. Non e` infatti per caso che questi tratti fossero stati scelti anche da Zane Gray, Fred Burnham e Clarence Gordon... e magari incontriamo Karl, con la sua canna a due mani. Ho gia` confermato la cena per tre allo Steamboat Inn: anche se nella casa che abbiamo c'e` la cucina, credo che in questo caso vogliate cenare fuori, non solo per assaporare l'atmosfera del vecchio
Inn, ma anche perche' la cucina e` superlativa. Oltretutto, in questo caso non abbiamo il problema di rischiare di saltare un pasto, e dover smettere di pescare: e` ormai dal 1957 che allo Steamboat Inn la cena e` sempre servita rispettando l'orario dei pescatori, cioe` mezz'ora dopo il tramonto, e chi non pesca... si adatti! :. L' Umpqua River e` un corso d'acqua riverito, e non solo in Oregon, ma in tutto il mondo, per la sua bellezza e per le condizioni naturali ed incontaminate. Oltre ad essere famoso per la cospiqua presenza di steelhead (specialmente Summer Run), e per ospita anche una buona risalita di Spring Chinook (King Salmon), in aggiunta vi si trovano pure qualche Silver (Coho) e winter steelhead, anche se non cosi numerose, come pure cheppie e small-mouth bass nelle acque inferiori, vicine all'estuario nell'Oceano Pacifico, mentre cutthroat native e brown vivono sparse nel tratto a monte. Ma e` soprattutto il fatto che una gran parte del fiume, precisamente da Rock Creek a monte, sia regolamentata "flyfishing only", e che alcuni streams confluenti (di nota particolare Steamboat Creek) siano completamente chiusi alla pesca per favorire lo spawning, che ne fa` motivo di ulteriore fama ed orgoglio. Non e` roba da poco: 33 miglia (circa 53 km) di fiume da steelhead e salmoni, interamente ed unicamente dedicato al fly fishing sin dal 1951 - Il tratto "fly only" a monte inizia appena mezzo miglio circa a valle della Soda Spring dam, e si estende a valle sino al Rock Creek, poco piu a monte di Idleyld Park. Sul North Fork dell'Umpqua i pesci sono esattamente dove uno se li aspetta, ma e` anche un fiume difficile, e le catture sono raramente "regalate"e bisogna sudarsele. Non credo sia perche le steelhead qui sono piu' scaltre (anche se, dopotutto, non lo si potrebbe neanche escludere), quanto per il fatto che l'acqua e` sovente limpidissima, rivelando la presenza del pescatore, ma secondo me soprattutto perche` la temperatura dell'acqua e` raramente all'ottimale per la pesca. Potrei anche essere smentito sul fatto che ne siano la causa, ma di per certo so' che al di sotto o sopra certe temperature, le steelhead sono apatiche: il troppo caldo diminuisce l'ossigenazione, ed ho personalmente notato come il troppo freddo induca un certo letargismo, non solo a me :. Ed eccoci ora verso il Pacifico, a gironzolare per strade secondarie, attraversando zone poco battute, come piace anche a voi: paesini come "Remote", laghetti tipo "Lost Lake", oppure decidiamo di seguire il fiume sino a Reedsport ed alla Winchester Bay, per fare una mangiata di pesce prima di scendere poi a sud verso Bandon, ma solo dopo aver scorazzato per le dune di sabbia coi dunebuggy. Da queste parti conosco un paio di piccoli creeks che, se beccati al momento giusto (e questi giorni dovrebbero esserlo) hanno una risalita di Silver salmon... La gita tra le dune di sabbia e` gia` divertente di per se, ma l'idea di allamare un salmone fresco fresco di risalita e fotografarlo di fianco alla dune-buggy‌ e` troppo allettante. Per cena potremmo anche andare fuori, ma qui e` cosi facile trovare del pesce fresco (e magari ce lo siamo catturato noi stessi), che sarebbe un peccato non approfittarne, ed anche senza silver salmon, se avete portato lo zafferano Italiano, preparo io una bella paella, e ceniamo affacciati sull'Oceano. Anche se piu' impressionante durante forti mareggiate, spero che il mare non sia troppo mosso, per poter fare delle belle passeggiate sulla spiaggia sottostante, o Sopra: Bandon Beach meglio ancora, andarci a cavallo. Uno dei piu' bei ricordidi queste zone, infatti, e` A fianco: una veduta dell’Umpqua River
proprio la cavalcata chi ci ho fatto l'anno scorso, anche perche` fui abbastanza fortunato da montare il cavallo personale del figlio del proprietario degli stables, da lui addestrato: era come avere un motorino con la marcia indietro.~ Proseguendo poi verso sud, passiamo da Cape Blanco, cosi chiamato dagli esploratori spagnoli per la bianchezza delle rocce (dovuta ad un'alta concentrazione di conchiglie fossilizzate), dove potremmo visitare il faro, in operazione dal 1870. Una decina di miglia dopo si arriva a Port Orford, la prima cittadina dell'Oregon ad essere popolata da coloni, nei primi anni del "lontanissimo" 1850‌ La costa era stata esplorata dal mare dal 1792, da George Vancouver (che ha battezzato il posto in onore all'inglese Earl of Orford. Dal porticciolo, essendo esposto, i pescherecci vengono tirati a secco dalle gru, per ripararli da eventuali mareggiate. La grossa roccia di fronte alla baia fu teatro di un assedio da parte degli indiani: alcuni pionieri, sbarcati da una nave, ci si sono dovuti rifugiare mantenendo gli indiani locali a distanza, fino a che un'altra nave di passaggio non passo' a salvarli. Gold Beach, dopo altre 26 miglia, e` cosi chiamata per un ricco giacimento d'oro scoperto nelle sabbie della foce del Rogue River. Ma nel 1861 una grossa inondazione spazzo' il giacimento in mare. I battelli che risalgono il fiume fino ad Agness, in questa stagione partono solo alle 8 di mattina. Vuol dire che guideremo lungo il fiume (28 miglia), e magari visitiamo l'Illinois River. Siamo alloggiati in una cabin, vicinissimi al Rogue River, e ceniamo in casa, con la famiglia di coloni. Siamo talmente isolati dal resto del mondo, che durante le passeggiate la sera dopo cena, quando e` gia` sceso il buio, bisogna prestare attenzione agli orsi, che sovente vengono a rubare il granoturco. Il Rogue River e` uno dei pochi fiumi che ha risalite estive ed anche invernali, sia di steelhead che di Chinook (king salmon), oltre ad una robusta risalita di Coho (silver salmon). Infatti, dal punto di vista alieutico, e` sempre stato uno dei fiumi piu' produttivi della
In questa pagina: alcune vedute dell’ Umpqua
West Coast, ed uno dei pochissimi (l'unico fiume in Oregon, olte al Klamath e due altri streams in California) ad avere la risalita delle "half pounders", cioe` una risalita anomala di steelhead immature che, invece di starsene in mare per i canonici due o tre anni per maturare sessualmente prima di tornare a casa per riprodursi, rientrano brevemente in acqua dolce dopo soli 2 o 4 mesi al mare. Mi viene in mente un commento sentito sul fiume, di come insidiare queste "lolite", che tornano a casa insieme a quelle sessualmente mature, ma senza "combinare niente",fosse una specie di pedofilia alieutica. Personalmente, pur ammettendo che sono effettivamente piu' "facili" delle sorelle maggiori, non mi sento affatto colpevole, anzi... in questo caso sono decisamente amorale. Gli Spring Chinook si fanno vedere solitamente verso fine Marzo (teniamo presente che quest'anno, 1999, per via della NiĂąa, quasi tutte le risalite sono in ritardo), ma si iniziano a pescare bene solo dai primi di Maggio nella parte bassa del fiume, e da Luglio in poi si sono trasferiti nella parte alta, cioe` dalla Gold Ray Dam a monte. La risalita autunnale dei king salmon invece entra la foce del Rogue River in Luglio, la loro pesca si fa` attiva in Agosto nella parte bassa del fiume, e poi si vedono numerosi nelle spawning pools, da Settembre in avanti, nella parte alta, dove andremo anche noi, e dove io ne ho infatti allamato incidentalmente uno, anni fa`. Non che l'avessi allamato per la schiena, ma non me lo aspettavo proprio! Dalle parti di Shady Cove, dal sand bar vicino al campground, lanciavo con coda del # 6 e finale 4X, quando mi impigliai sul fondo... Partiti la sera, avevamo poi guidato tutta notte da Los Angeles, io e John, il mio "fishing bubba", alternandoci al volante ed impiegando circa 11 ore solo per arrivare prestissimo la mattina a Medford. Cappuccino e Winchell's Donuts, ed in meno di
Rogue River steelie Riki
un'oretta eravamo gia` in pesca. Ricordo di essere andato a pescare trote sotto il ponte a Shady Cove, sulla riva sinistra, ed aver visto una mezza dozzina di "siluri" sfrecciare in risalita, dopo che li avevo disturbati entrando in acqua verso la fine della pool. Essendo alla mia prima esperienza con steelhead e salmoni, non ero abituato a vedere pesci cosi grossi in cosi poca acqua, e non mi ero reso conto che
non si trattava di sassi oblunghi o tronchi insabbiati‌ Ancora piu' a monte, dopo aver montato la tenda, da un angolo a pochi metri da un piccolo immissario, lanciavo nella corrente, lasciando che le imitazioni di uova scendessero fino nella pool a valle: a tutti gli effetti pescavo trote, ma speravo nelle steelhead. Credevo di essermi armato "pesante"‌ (con coda del # 6 e tippet 4X!) ed ero riuscito a fare qualche
discreta passata, con l'imitazione che sfiorava il fondo senza incagliarsi, ed alla fine, quando avevo troppa coda in acqua per poter fare l'ultimo mending, lasciavo che la corrente mi raddrizzasse coda e finale, facendo fare un ultimo semicerchio alle uova, che sarebbero affiorate in superfice. Andava tutto troppo bene, ed infatti mi ritrovo incagliato: invece di raddrizzarsi verso la fine della passata, la coda fa`
improvvisamente una pancia verso valle. La ferrata, in questi casi, e` piu' che altro una reazione abitudinale, e l'assenza di movimento mi fa` capire che si tratta senz'altro di un incaglio, magari ad un tronco sommerso. Tiro e tiro, e poi, per non rompere la canna (una "preziosissima" Daiwa pagata ben $28 ai saldi), la poggio per terra e mi metto a tirare la coda a mano, ed e` in quel momento che il mio "tronco" si mette a nuotare lentamente contro corrente. In un primo momento avevo persino pensato di essermi incocciato piu' a monte di dove mi era parso, magari avendo piu coda in acqua di quanto calcolato, ma quando il mio "snag" si mette a zigzagare nella corrente, non ho piu' dubbi, e chiedo aiuto a squarciagola: "Jooooooohnnnnn" . Fra le mie urla e la vista di una canna piegata in due, si era formata nel frattempo una piccola platea. Da quanto e` largo il fiume in quel punto, potrete capire come fu facile uscire di tutta la coda e backing (non che ne avessi montato molto, ma saranno stati un centinaio di metri almeno), arrivando al punto di avere la canna (e le breccia) allo stremo, e sperando che il nodo del backing al mulinello tenga! Da dove sono non mi posso muovere molto senza scendere in acqua fonda, scavalcando un paio di tronchi e perdendo la tensione con la coda, per cui resto immobile a pregare. Non mi sogno neppure di cercare di convincere la bestia che ho allamato, e riesco a recuperare solo quando decide lei stessa di venirmi incontro. Lo fa` almeno un paio di volte, damdomi sollievo al pensiero che, decidesse di fare un'altra fuga, almeno non sono alla fine delle mie risorse, per poi ritrovarmici ancora. John, nel frattempo, e` riuscito a rimediare da qualche parte un guadino da steelhead, di
quelli enormi, che si vedono appesi in certi negozi di pesca e ci si chiede sempre a cosa servono, perche` a quel punto uno e` meglio che arpioni la preda e la attacchi ad un barilotto galleggiante, con tanto di bandiera‌ Anche se la potenza della mia preda e` ovvia, non ho ancora idea di che cosa ho allamato, finche` la "cosa" decide di mostrarsi con una scenica delfinata fuori dall'acqua, senza uscirne completamente, ma abbastanza da mostrare schiena e coda completa. La platea, che nel frattempo si era procurata persino dei seggiolini e si era disposta a semicerchio (il tira e molla dura gia` da quasi un'oretta) caccia all'unisono un " WOW!!!": si tratta di un Chinook di ben oltre un metro. Dopo la delfinata, durante la quale mi vengono in mente speranzose immagini di foto sui giornali, sponsorizzazioni varie dalle case costruttrici dell'attrezzatura che sto' usando, e panzanate del genere, il Chinook decide di riposarsi, o forse si e` semplicemente rotto i coglioni, e viene verso riva, in acqua bassa e, culo incredibile, dalla "mia" parte di fiume.Decido che e` il momento migliore per spostarmi ed avvicinarmi al sand bar piu' a valle, dove si e` andato a cacciare, ad una trentina di metri da me, recuperando nel muovermi abbastanza coda da averne finalmente ancora un po' nel mulinello. John ha capito che e` il momento di intervenire, ma non potendo seguire i miei passi senza essermi a sua volta di impedimento, e per essere pronto a guadinare quando sono vicino al King, senza togliere gli occhi dalla scena si tuffa a kamikaze nei cespugli che ha davanti, senza far caso che sono di more‌ E cosi mi ritrovo ora a pochi metri dalla mia "bestia", con di fianco John, graffiato e sanguinante come un Cristo flagellato, che le si avvicina guatto guatto, ma non abbastanza cautamente: una pietra scivolosa gli fa` pedere l'equili-
Reedsport secret
brio, fa` un lungo e rumoroso passo in avanti, con tanto di urlo alla Stanlio e Ollio, e finisce in acqua con tutta la sua non indifferente mole. Ho un ricordo un po' confuso di quanto successe dopo, perche` tutto si svolse in un lampo: fuga a razzo del salmone, la coda avvolta a spirali molli, quando avevo recuperato avvicinandomi, che si tende improvvisamente e si annoda nel mulinello, il leader indebolito da piu' di un'ora di continua tensione, e sento uno "SNAP" come una frustata‌ E non posso nemmeno incazzarmi con John, fradicio e sanguinante com'e` e dopo che gli avevo pure interrotto un flirt con una campeggiante. ~ Saremo alloggiati in una casetta con cucina, a pochi metri dalla riva del fiume, in un ranch equestre sul Rogue River, e siccome prevedo che ci si arrivi nel pomeriggio, potremmo andare a fare due lanci nella Holy Water, e magari dopo farci una cavalcata serale, oppure andare a vedere i salmoni adagiati sulla ghiaia di una pool, raccogliendo more sui cespugli lungo la
riva. Mentre saremo da quelle parti, non possiamo mancare di andare a visitare Crater Lake, a sole 50 miglia circa e come tutti coloro che l'hanno visto, rimarrete anche voi a bocca aperta, stupiti dalla sua maestosa bellezza. - Crater Lake, diventato National Park nel 1902, era una volta un vulcano, chiamato Mt. Mazama. Il lago, a quota 1856 metri (ma noi lo vediamo dal bordo, che e` a 2275, cioe` 419 metri sopra), e` il piu' profondo degli Stati Uniti, con i suoi 590 metri di abisso blu, e` il lago piu' profondo negli USA, ed il settimo del mondo. Le acque sono trasparentissime, con una quasi incredibile media tra i 27 ed i 30 metri di visibilita`. Crater Lake non ha immissari e neanche emissari: si riempie abbondantemente con le nevicate invernali, mantenendo una temperatura pressoche` costante in profondita`, cosi da compensare l'inevitavile evaporazione estiva. Il livello dell'acqua cambia a seconda dell'ammontare di piogge e nevicate, ma si e` mantenuto pressoche` Crater Lake
costante negli ultimi 200 anni, a dispetto del cosiddetto Global Warming che lo vorrebbe veder evaporare piu' in fretta. Lungo la strada ci fermiamo in un altro paio di posti molto belli che conosco, soprattutto al natural bridge, dove il fiume sparisce completamente in un "lava tube", evidentemente a meandri sottoterra, poiche riappare dopo una settantina di metri, come se venisse da unaltra parte. Da Crater Lake non sono poi altro che una ventina di miglia per arrivare al Ranch nella K;lamath Valley dove siamo alloggiati. Magari arriviamo in tempo per una doccia prima di cenare con la famiglia che ci ospita: cucina semplice, da montanari (americani, s'intende), ma ho gia` comprato del vino, e se il menu non sconfifera posso sempre offrire di fare una spaghettata: sono sicuro ne sarebbero felicissimi. Il Wood River scorre quasi sotto casa, praticamente, poiche` lambisce un buon tratto della proprieta`, e lo si puo' scendere in canoa, da alcune bellissime sorgenti, ma sono soprattutto il Williamson River, ed il Crystal Creek che vorremo pescare da queste parti. Il Williamson lo possiamo anche pescare in alcuni tratti a monte, sia nei pressi di Chiloquin (dove dovremmo anche fare qualche lancio sullo Sprague), che nei pressi del Collier Park. Ora la zona e` popolata da belle trotazze, discendenti geneticamente discendenti dallo stesso ceppo di steelhead che ancora vive nel Klamath, ma piu' a valle... e pensare che una volta, prima della costruzione della Iron Gate dam in California, da queste parti venivano a riprodursi persino dei silver salmon! Stasera siamo alloggiati a Bend, per essere poi vicini all'aeroporto di Redmond per la vostra partenza domani: dal Ranch in Fort Klamath a Bend ci sono solamente 110 miglia, da percorrere in circa 2 ore e mezzo, ma sta` a voi decidere cosa fare: restare ancora un poco in zona, e partire poi, dopo un ultimo pic nic sul Williamson o sul Wood Rivers? Magari preferite dirigervi subito a nord, e fare un altro giro dalle parti del Fall River, dell'upper Deschutes, di Hosmer o Lava Lake, od in qualsiasi posto che non siamo riusciti a visitare mentre eravamo in zona, inclusa la Deschutes Gorge, alle Steelhead Falls... A Bend siamo sistemati bene, in una favolosa Suite a due piani, due bagni, salotto, cucina‌ il tutto sul Deschutes River. Saturday, October 2nd, 1999 - L'aeroporto di Redmond, da dove partite, ed al quale bisogna essere per le 12:20, e` distante solo 16 miglia: se non si e` fatto troppo tardi ieri sera stamane si potrebbe andare a visitare lo Smith Rock State Park dove, tra aguzze guglie rocciose scorre il Crooked River, come da mappa sopra allegata. Il Crooked River nasce nella zona desertica del Central Oregon, non molto distante da dove nasce il South Fork del John Day River. Nonostante attraversi territori abbastanza soleggiati e caldi, la natura di sorgiva ed il fatto che scorra sovente in un profondo canyon ne mantengono le acque a temperature basse, ideali per i salmonidi. La zona ideale di pesca, dove gli avannotti riescono a crescere fino a 14 pollici in un solo anno (come nel San Juan!) e` troppo lontana e remota per poter essere raggiunta e pescata in una sola mattinata, ma il posto che visitiamo e` molto bello, ed anche se avrete gia` impacchettato tutto per il viaggio, potrete sempre usare la mia attrezzatura, e poi, per il prossimo viaggio potreste sempre tornare a Redmond, e riprendere da qui, magari iniziando un altra vacanza di pesca, questa volta verso la California. Io avro' davanti 830 miglia, da guidare in circa 16 ore: credo che mi fermero'per la notte a Chico, circa a meta` strada, cosi che domattina magari vado a vedere se le ragazze (le prime steelhead) sono arrivate sul Feather River. Se riparto poi da Yuba verso l'una del pomeriggio, dovrei arrivare a casa per cena :.
OMBRE e LUCCI
Di: Roberto Furlan
E’
arrivato l' inverno, le fresche e spumeggianti acque sono ormai un ricordo, niente più trote e temoli,ma la pesca va davvero in letargo? Per me personalmente no! Ho scoperto che ci sono altri pinnuti disposti a farsi tentare da una mosca "over size", tra questi c'è il luccio,un pesce che o si ama o si odia, ma se lo si ama lo si amerà per sempre e non vi nascondo che mi capita spesso di rinunciare a qualche uscita in acque ridenti per andare a fare quattro lanci nei miei "posti", perché l'attacco di un luccio, anche di modeste dimensioni, lascia senza respiro. Il più delle volte l'attacco dell'esocide è improvviso ed anche in acque limpide ci si accorge del luccio solo quando avrà attaccato la nostra esca, magari proprio sotto i nostri piedi. Non sono un super esperto in questa affascinante pesca, ma qualche papero l'ho catturato e in queste righe vorrei riportarvi le mie esperienze. Gli ambienti che frequento sono sia i laghi che i fiumi del Veneto e devo dire che con l'avanzata del freddo sono questi ultimi a darmi le maggiori soddisfazioni e credo sia dovuto al fatto che i lucci (specie le femmine) risalgono i fiumi per la riproduzione e anche piccoli corsi d'acqua all'apparenza insignificanti spesso riservano gradite sorprese.
Dalle mie esperienze,per quanto concerne le attrezzature, ho visto che una buona canna 9 piedi per coda 8 è più che sufficiente per affrontare la maggior parte delle nostre acque, anche se devo dire, che a volte, per poter scendere velocemente in profondità in fiumi con acque veloci, l'utilizzo di punte affondanti particolarmente pesanti rende un po' difficoltoso il lancio e quindi una canna coda 10 viene in nostro soccorso. Il mulinello non ha bisogno di particolari caratteristiche se non quella della robustezza e non vi nascondo che puntualmente dopo ogni cattura, canna e mulinello vengono lasciati regolarmente cadere a terra per poter "abbracciare" il mio luccio. Per quanto concerne la coda, io ho risolto l' annoso problema utilizzando una running line alla quale ho abbinato alcune punte di vari gradi di affondamento, passando dalla punta galleggiante a quella da 400 grain in pochi istanti, riducendo il volume dell'attrezzatura da portarmi dietro. In uno zainetto metto una scatola con le mosche, una bobina di un buon nylon dello 040, una bobina di cavetto d'acciaio da 20 libbre e una pinza a becchi lunghissimi. Sul cavetto d'acciaio se ne sono dette tantissime, ma ho potuto constatare che qualsiasi sia la colorazione o spessore non cambia il risultato, se il luccio è in attività non c'è cavetto che lo impensierisca e comunque non mi stancherò mai di dirlo,il cavetto va sempre usato, "meglio un pesce in meno che un luccio che va in giro con un amo del 5/0 in gola" e anche per il finale non bado a fronzoli, un metro di nylon,senza
nessuna scalatura che tanto amo nella pesca a secca, meno nodi ci sono e più si riducono i rischi di raccogliere detriti durante l'azione di pesca, rendendo molto più visibile il finale. Dove trovare il luccio? Le varianti sono infinite, ma in linea di massima si può riassumere dicendo che con temperature miti si può trovare il luccio in acque medio basse, mentre con il freddo lo si trova in acque profonde, motivo per cui io li vado a tentare in fiume, dove la profondità non è eccessiva e la corrente tiene in movimento maggiormente il nostro antagonista. Non vi dirò che durante il periodo di frega, il luccio si porta in acque basse (specie le femmine), perché mi piace pensare che almeno durante la frega siano lasciati tranquilli perché possano continuare ad esistere. Per quanto concerne l'azione di pesca vera e propria, mi concentro maggiormente verso le sponde con ostacoli ben delineati e isolati, il luccio è al vertice della catena alimentare e la densità della sua popolazione non è paragonabile a quella dei ciprinidi, quindi cercarlo lungo le sponde che sono praticamente tutto un' ostacolo sarebbe dispersivo e se in un tratto di cinquecento metri ci fosse un solo luccio si rischia di dover battere centimetro per centimetro l'intera zona, mentre in una sponda che presenta pochi e ben delimitati ostacoli risulterà più probabile che l'unico luccio della zona abbia la residenza proprio in uno di questi spot. Dalle mie esperienze sul campo, ho potuto constatare che vale la pena fare diversi lanci attorno l'ostacolo, magari variando il recupero, perché a volte il luccio si fa via via sempre più curioso o solo irritato dall' intruso che continua a passargli vicino, fino ad attaccarlo. Il recupero dell'esca deve essere variato continuamente passando da strippate veloci a recuperi lenti. Ho avuto modo ,pescan-
do in luoghi con acque limpide, di vedere il comportamento del luccio apparentemente non in attività, e in queste occasioni vale la pena di provare a fermare il recupero con l'esca che si deposita a venti centimetri dalla bocca del pesce e vedere che lentamente si avvicina incuriosito per poi aspirarla come farebbe una carpa. Vi assicuro che tale comportamento non è raro specie con l'arrivo del freddo intenso. Fondamentale è essere sempre in contatto con l'esca per poter cogliere anche il minimo appesantimento e continuare a tenere il controllo dell'esca fino alla fine del recupero. Le condizioni climatiche migliori sono le giornate nuvolose magari con l'arrivo di una perturbazione, il sole, anche nel periodo freddo non è nostro alleato, ma si può cercare il nostro antagonista nei punti più ombreggiati, stando attenti a non proiettare ombre in acqua. Il vento a mio avviso influisce negativamente nella maggior parte delle uscite tranne in quelle primaverili, perché il luccio post frega è molto più aggressivo. L' abboccata come già detto, arriva all'improvviso, ma non sempre si verifica sotto forma di un poderoso strattone.A volte si avverte solo un appesantimento della coda, segno che il luccio ha l'esca in bocca e sta seguendo la trazione decidendo sul da farsi e noi non dobbiamo dargli il tempo di pensare, ma dovrà seguire una rapida ferrata, fatta trazionando la coda. Questo tipo di ferrata permette in caso di mancato aggancio del pesce di non portare troppo lontano l' esca dalla zona calda, con buone possibilità che il luccio ritorni ad attaccare la nostra insidia.
Per quanto concerne le esche che io adopero, preferisco mosche senza peso (dando il compito di portarle in profondità alla coda) realizzate con materiali molto morbidi e quindi molto mobili, in grado di muoversi anche sottoposte a minime trazioni e come colori,oltre al più utilizzato giallo, ho avuto ottimi risultati anche con il viola, il bianco ed il rosa, con una lunghezza che va dai dieci ai quindici centimetri. Una cosa che secondo me, è fondamentale nella costruzione della nostra insidia è quella di mettere due occhi, anche molto grandi, perché ho notato che il luccio tende ad aggredire la
mosca puntando la testa, vale quindi la pena di renderla ben visibile. Nella costruzione della mosca utilizzo molto volentieri materiali sintetici che secondo me hanno due vantaggi, il primo è che non assorbono acqua rendendole facili da lanciare, il secondo è che possono essere miscelati tra di loro ottenendo svariate sfumature di colore. Può sembrare una pesca monotona, ma vi assicuro che se viene praticata con convinzione vi regalerà indimenticabili emozioni. Come tutti i tipi di pesca agli inizi i "cappotti" si sprecheranno, ma praticandola con assiduità i risultati non tarderanno ad arrivare. Sarò ben lieto di mettermi a vostra disposizione per quel poco che conosco di questa affascinante tecnica. In bocca al luccio!
V E LA D O I O, LA S I E V E … … .
Testo: Alessandro Sgrani Foto: Max Sodino
Finalmente un gran bel fiume sotto casa! Questo è quello che dicono i moschisti di Firenze e dintorni, perché la Sieve è proprio un gran bel fiume. Per crearlo ci sono voluti anni……., progetti falliti e non, riunioni, richieste, autorizzazioni e chi più ne ha più ne metta, ma ciò che principalmente ha determinato il successo è stata l'unione della varie associazioni che tuttora la gestiscono, che ci hanno creduto e insieme hanno fatto un gran bel lavoro. Al terzo anno di gestione il successo è sotto gli occhi di tutti, tolte le problematiche di rilascio dell'acqua da parte della diga di Bilancino, la TWS da il meglio di se da Luglio a Novembre quando la portata raggiunge 1,5/2,5 mq/s. La fine di Maggio e Giugno, infatti, è solitamente il periodo critico, quello sfruttato per riempire l'invaso, rilasciando il minimo vitale (DMV) che è di 0,8 mq/s. Le condizioni di scarso deflusso portano i pesci a comportarsi di conseguenza, sono più sospettosi, sono meno in attività, per farla breve sono molto più difficili. Con l'arrivo dell'acqua il fiume si risveglia e come per magia si scatenano schiuse intense con conseguenti bollate e pesci in attività durante tutto il giorno.
La nota più positiva è la presenza di trote mediterranee distribuite su tutti i 4,5 km della ZRS immesse nella misura di 4-6 cm ogni anno. La dimensione raggiunta, a fine stagione 2009, delle prime che sono state immesse nel Luglio del 2007 si aggira intorno ai 25 cm circa. Sono pesci da considerarsi totalmente naturali, sia come comportamento che come livrea, fortunatamente sono anche ben disposti a mangiare in superficie, ma non sempre. Questa è la prova tangibile della validità del progetto, e di come si possa rivitalizzare tratti di fiume sconvolti dalla mano dell'uomo, ma è storia già nota, la Tail Water Tevere insegna. Capita l'incontro anche con pesci di dimensioni notevoli che vanno dai 40 ai 60 cm , ovviamente immesse già da adulte, ma ormai adattate benissimo al fiume.Trattandosi di trote ormai naturali, come tali vanno affrontate, e spesso il fattore che determina l'insuccesso in TWS è proprio dato dal fatto che ci si aspetta una riserva con pesci facili. L'approccio al fiume è la prima cosa da curare, cercando di evitare tutti i comportamenti che spaventano le trote. Altra difficoltà che si incontra avendo a che fare con questi pesci, è la loro capacità di mimetizzazione, infatti, anche in pochi cm di acqua non si scorgono ad una veloce occhiata, quando le vediamo solitamente è già troppo tardi. Come spesso capita nei fiumi con corrente uniforme con poche tane, i pesci anche se spaventati si
rimettono in caccia poco dopo, basta una ventina di minuti di tranquillità e capita di ritrovare nella stessa posizione il pesce che avevamo fatto scappare. Per pescare in TWS io utilizzo una 9 piedi coda 3, credo che sia la lunghezza giusta per fare tutta pesca, anche nella parte alta della riserva, che è quella più infrascata. Per quanto riguarda la pesca a ninfa, sono solito pescare a salire, alternando sia la czech nymph che la ninfa a salire, comunque mescolando le due tecniche a seconda della situazione. Ci sono però tratti che faccio a scendere esclusivamente a czech nymph, perché la loro morfologia, con correnti veloci, molto infrascate non mi permette di far lavorare correttamente le ninfe se affrontati a salire. Specialmente in queste situazioni l'utilizzo di una canna agile, leggera, quindi non troppo lunga si apprezza particolarmente. Per ciò che riguarda gli artificiali utilizzo una ninfa con pallina in tungsteno da 2,5 a 3,5, dipende ovviamente dai livelli e dal posto, e solitamente una czech nymph, leggera, senza pallina, o una imitazione di gamberetto, che sono presenti in abbondanza in tutto il tratto. Preferisco mettere la ninfa più pesa costruita su amo jig sul bracciolo più alto e lasciare più libera la seconda, così facendo riesco a farle lavorare meglio, anche se perdo un po' di controllo sulla seconda. Come detto, a parte qualche eccezione, affronto il tratto a salire e alterno la ninfa alla secca, allungando o accorciando il finale che utilizzo con l'altra tecnica, perché il tratto presenta situazioni differenti che vanno affrontate con la tecnica giusta per averne successo. Capita giornate dove la ninfa è molto produttiva, in altre invece, lo è meno, spesso ottengo un certo successo provando a stimolare con del movimento a fine passata.
Lungo il tratto ci sono delle piane da bollata, come dal ponte di San Piero a Sieve a salire, oppure agli Orti o sotto il Giro di Bacco. In questi posti, dove si presentano situazioni con molti pesci in bollata durante la schiusa, solitamente a sera, il finale deve essere lungo almeno cinque metri e una imitazione di effimera oliva sul 14/16 risulta molto efficace. Chiaramente sono i posti più pescati quindi la difficoltà aumenta notevolmente, però almeno di luglio e agosto gli ultimi 20 minuti di luce ripagano dei molti rifiuti ricevuti nelle ore precedenti.Come secca utilizzo sempre, o quasi, una sedge in cul de canard, efficace anche sui pesci che bollano in acqua piatta, anche qui il movimento a volte risulta determinante, mi è anche capitato di vedere pesci inseguire la sedge, ormai affogata, per qualche metro e mangiarla alla fine. Se il tratto è rimasto tranquillo per almeno venti minuti, è molto facile risalendo con calma scorgere le trote in caccia ai lati del fiume. Basta che ci sia un riparo, un giro d'acqua, un sasso oppure qualche fronda vicino alla sponda e guardando bene ci troviamo la nostra trota intenta a prendersi tutto ciò che passa, sia sotto che in superficie. Quando trovo questa situazione sono solito pescarle a secca con la solita sedge, a cui ho accennato prima, e un finale molto lungo, non nascondo che è una pesca che mi da grande soddisfazione. In estate la mattina presto è sempre molto produttiva, ovviamente perché le trote sono meno disturbate, ma anche per una certa presenza di insetti che le mette in movimento, poi l'attività rallenta fino al pomeriggio. A metà pomeriggio solitamente c'è una schiusa di effimere, non imponente ma continua, il culmine è poi a fine a serata. Bisogna sempre calcolare che ci troviamo in una Tail Water, quindi la temperatura dell'acqua molto bassa contrasta con il clima esterno, che in piena estate è ovviamen-
te molto caldo, e ciò che può capitare in questi posti, magari non succede in un normale torrente, come una schiusa in pieno sole nei pomeriggi più caldi dell'anno. Tra l'altro più che si scende il fiume e ci si allontana dalla diga, più la temperatura dell'acqua aumenta, questo determina, infatti, una attività maggiore verso la fine della TWS. Se devo quindi dare qualche suggerimento per chi affronta questo tratto per la prima volta, in regime di poca acqua, direi che l'approccio è la parte più importante, dobbiamo salire il fiume pescando piano e cercando di scorgere le trote che sono in attività, pescandole a vista, a voi la scelta se a ninfa o a secca. Con tanta acqua, la ninfa la fa da padrona, possiamo stare meno attenti all'approccio, sarà invece importante far lavorare bene le ninfe nei posti giusti, considerando che sono pesci che amano anche le forti correnti in acqua bassa. Per tutte le informazioni potete consultare il sito web di riferimento:
www.tailwatersieve.netsons.org
I TEST DI FFMAGAZINE Le RST 7'6'' serie M3LL fly #2-3, 7'6'' serie M3LL fly #2-3, 10'6'' serie Sensitiv fly #5-6 Di Roberto Miceli (istruttore di pesca a mosca e dottore in fisica)
Ho recentemente avuto la possibilità di effettuare un test per 3 canne della RST sotto la guida esperta di Massimo Magliocco. La RST è una casa di produzione tedesca che distribuisce in USA, Canada, Nord Europa e Giappone la cui peculiarità è stata sempre lo sviluppo e la produzione di canne a due mani, non trascurando però la realizzazione di canne a una mano. Proprio su questi ultimi modelli è stato effettuato il test e in particolare, abbiamo provato:
7'6'' serie M3LL fly #2-3 9' serie Sensitiv fly #4-5 10'6'' serie Sensitiv fly #5-6
Si consideri che ogni canna riporta la dicitura Handmade, e quindi le caratteristiche degli accessori montati sono personalizzabili.
7'6'' serie M3 LL-fly #2-3
E'un modello in 2 pezzi, le caratteristiche costruttive e i dati forniti dalla casa sono i seguenti: " Costruita con sistema di fibre Biassiale " Anelli DLC Ultra-high performance a forma di pera, anello guida SiC " Colore Blank Translucente marrone " Legature e verniciature di colore adatto " Porta mulinello in carbonio o radica, anti corrosione (saltwater) " Impugnatura qualita' "champage" " Custodia porta canna in Velour " Distribuita in tubo RST di alluminio anodizzato E' sicuramente una canna abbastanza leggera : 71, 2 g. Il test è stato effettuato con code # 2-3-4 DT Fin dalle prime prove di trazione e dai primi lanci effettuati utilizzando dapprima una coda #3 e successivamente la #2 emerge subito l'azione parabolica della canna e una accentuata morbidezza generale, ma in particolare del pedone, che si presenta peraltro di diametro particolarmente contenuto. Le prime sensazioni sono state confermate dai test successivi che hanno infatti evidenziato come la risposta migliore la canna l'abbia data su distanze medio-corte, per intenderci fino a circa 12 mt, con un evidente cedimento andando su distanze superiori ai 16 mt. Tale comportamento è proprio da imputare alle caratteristiche costruttive in quanto su queste distanze la vetta e la parte mediana della canna riescono a lavorare in modo equilibrato in quanto ancora supportate dal pedone, oltre queste distanze il pedone si sovraccarica rompendo l'equilibrio nella trasmissione dell'energia e dando quindi quella sensazione tipica di "cedimento". Ulteriore conferma si è ottenuta quando abbiamo provato a lanciare con una coda del #4; in questo caso gli effetti di sovraccarico sono stati evidenti. Le code d'elezione quindi, sembrano essere quelle indicate dalla casa. Proprio per le sue caratteristiche è una canna che non predilige una tecnica di lancio veloce, bensì va assecondata lasciando che l'energia accumulata possa essere restituita senza forzare. Non dimentichiamo che questa canna nasce per un impiego specifico per la pesca in piccoli torrenti e in ambienti ristretti e per chi ama questo tipo di azione e caratteristiche è sicuramente un attrezzo che soddisfa le esigenze per cui è stato costruito. Voto 7
E'un modello in 3 pezzi, le caratteristiche costruttive e i dati forniti dalla casa sono i seguenti: " Azione progressiva medio veloce " Costruita con sistema di fibre unidirezionali " Anelli Hard chrome prima scelta a forma di pera, anello guida SiC. " Impregnatura con tecnologia NANO " Colore Blank nero " Legature e verniciature di colore adatto " Porta mulinello in radica e alluminio anti corrosione (saltwater) " Impugnatura qualita' AA " Custodia porta canna in Velour " Distribuita in tubo RST di cordura Il peso della canna montata è di 102g. Il test è stato effettuato con code # 3-4-5 DT Dalle prime sollecitazioni, questa canna ha confermato l'azione dichiarata dalla casa dimostrandosi abbastanza progressiva e rapida. Siamo rimasti ben impressionati dai primi lanci effettuati con una coda #3 DT. Su distanze medie di pesca, circa 8-12 mt la canna ha ben risposto e in particolare la distribuzione dei carichi tra pedone e vetta è sembrata ben ripartita all'aumentare della coda in volteggio, confermando, come detto un'azione abbastanza progressiva. Il pedone è abbastanza rigido e consente su queste distanze buone prestazioni anche lanciando in velocità. Volendo allungare un po' il lancio, la canna ha denunciato qualche difficoltà di caricamento del pedone, difficoltà che però è stata superata salendo con il numero di coda (#4 e #5). Passando a queste altre code, sicuramente si ha giovamento lanciando più lungo, la canna ha risposto molto bene anche stressata in doppia trazione. Con la coda di peso superiore è poi risultata in parte penalizzata la risposta sul medio corto. Ad una analisi approfondita, la sensazione è stata di una piccola mancanza di continuità di risposta tra vetta e pedone. E' in ogni caso un attrezzo discreto che permette con agilità di passare dalla secca alla ninfa durante una battuta di pesca. Voto 7,5
9' serie Sensitiv fly #4-5
E'un modello in 4 pezzi, le caratteristiche costruttive e i dati forniti dalla casa sono i seguenti: " Azione progressiva medio veloce " Costruita con sistema di fibre unidirezionali " Anelli Hard chrome prima scelta a forma di pera, anello guida SiC. " Impregnatura con tecnologia NANO " Colore Blank nero " Legature e verniciature di colore adatto " Porta mulinello in radica e alluminio anti corrosione (saltwater) " Impugnatura qualita' AA " Custodia porta canna in Velour " Distribuita in tubo RST di cordura Il peso della canna montata è di 142g. Il test è stato effettuato con code # 4-5-6 DT Si tratta di una canna lunga e potente. Abbiamo inizialmente montato un # 4 DT per effettuare dei lanci preliminari, pur consapevoli già montando la canna che viste le dimensioni e la rigidità del pedone, la risposta sarebbe stata scarsa. Sicuramente, visto il peso non esiguo, non è adatta ad una pesca a ninfa leggera o a secca, caratteristica della produzione attuale di canne presenti sul nostro mercato. Ovviamente questo non ci è sembrato strano e non ha assolutamente penalizzato il giudizio sulla canna in quanto, in modo del tutto corretto la casa la fornisce assegnando dei valori di coda del #5 e del #6. La sensazione utilizzando delle code di peso adeguato è stata quella di uno strumento molto potente che ha ben risposto alle sollecitazioni, garantendo una riserva di potenza che ha permesso di ottenere degli ottimi shooting anche dopo pochi volteggi. Si è inoltre avuta la sensazione che impiegando delle code WF, la risposta sarebbe stata ancora migliore. Il suo impiego d'elezione è sicuramente una pesca a ninfa pesante e a streamer leggero. Voto 7 Per tutte le informazioni, le personalizzazioni e i costi si può far riferimento al sito: http://www.rst-fishing.it/
10'6'' serie Sensitiv fly #5-6
Il dressing lo trovi sul n째 5