Rivista di Pesca a Mosca
Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n째1963
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA Novembre - Dicembre 2010
n째8
amo: tmc 100 14 filo di montaggio: gudebrod 8/0 brown addome: due fibre di alce una crema e l'altra brown code: microfibetts crimpate torace: mix dubbing sintetico ali: shimazaky sagomato zampe: fibre di cervo
Paolo Pettine
P _ muticus
UNA STAGIONE NUOVA ALLE PORTE Di questi tempi in cui tutti stringono la cinghia fare bilanci è più che mai arduo, ed anche il mondo alieutico non ne è da meno. Ho sentito gente che quest’anno ha limitato di molto le uscite di pesca causa le troppe spese e, di conseguenza, si è divertita poco. Che dire, il nostro, proprio perché un hobby, è il primo ad essere sottolineato come in possibile fase di stand-by. Una momentanea (spero) ridimensionata “naturale” oserei dire che aumenta le nostre frenesia di pesca. Il passato ormai è passato e bisogna guardare al futuro. Una nuova stagione di pesca è ormai alle porte e molti di sicuro vorranno affrontarla con un po’ più di uscite sperando che questo si possa avverare. Una nuova stagione cadenzata dalle imminenti fiere, quali quelle di Vicenza e di Bologna, fiere in cui ci si rincontra puntualmente ogni anno. Noi con la nostra rivista saremo presenti e faremo sempre la nostra bella figura. Tra l’altro la nostra rivista sta per fare un altro salto di qualità, una cosa che ancora non posso rilevare perché ancora stiamo verificandone la fattibilità, ma se dovesse funzionare, bè, allora saremmo veramente arrivati a dei livelli qualitativi unici….abbiate un pò di pazienza e vedrete. Concluderei qui augurando a tutti voi di passare delle serene feste natalizie e di prepararvi al meglio per la prossima stagione magari trovando qualche buon consiglio tra gli articoli della nostra rivista che vi apprestate a leggere. Buon Natale a tutti. Massimo Magliocco
Federico Renzi
Massimo Matteuzzi
Philip Bailey
Pagina 14 imitative o impressionistiche
Pagina 24 Granselegarden lapland lodge
Pagina 32 Una mosca sviluppata in un continente funziona altrettanto bene quando torna alle origini
Direttore Responsabile Baroni Franco Direttore Editoriale Mondini Alberto Grafici Mondini Alberto Bagagli Daniele Gammelli Luca
Donato Tedesco
Mala-Malagugini
Andrea Garinei
Pagina 47 Questa e la mia ultima
Pagina 53 Il Meschio a Vittorio Veneto
Pagina 68 Il fiume Chiese a Condinino
Coordinatore Redazionale Magliocco Massimo Collaboratori Castellani Luca Borriero Moreno Bailey Philip
Alessandro Sgrani Pagina 79 Autunno in Toscana
Distribuzione WEB Pubblicazione Bimestrale Registrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del 09/07/2009 Rivista Gratuita Pubblicità Alberto Mondini Tel. 3318626216 e-mai: flyfishing1949@gmail.com
La FFM, Scuola di pesca a mosca, comunica che sono aperte le iscrizioni alla nostra associazione, che ricordiamo essere non a scopo di lucro, per l’anno che va da Ottobre 2010 a Bicembre 011. Tale iscrizione, che ha un costo di euro 15,00, da al socio una serie di vantaggi che non possono essere ignorati come ad esempio, sconti in zone no-kill, sull'acquisto del materiale da pesca, sull'acquisto di prodotti editoriali sulla pesca a mosca e non, ai corsi FFM, su viaggi di pesca in Europa ecc. Tali sconti verranno praticati dai sottostanti sponsor che hanno accettato di collaborare: Ai corsi della Fly Fishing Masters
20 Euro
Albergo Bucaneve Via >Giardini Sud,31 41027 Pievepelago Tel. 0536 71383
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Edy Donà Di Edgardo Donà via Monte Rosa, 68 20025 Legnano (MI) Cell. 3487616494 AKTIV HOTEL Tel. Adriano 0043-6645307670 Tel. Alberto 0043-6641736341 Tel. Erika 0043-663951805 L'ALTRO SPORT Via Felice Frasi 25 c 29100 PIACENZA
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Il Pesce fuor D’Acqua SNC di Lazzaro Gianluca & C 36030 Costabissara (VI) Via Montegrappa 48 tel/fax 0444 970611 FFM POINT e-mail ilpescefuordacqua@alice.it Mayfly di Giorgio Ferrari Via Zuavi n°16 20077 Melegnano MI Tel.02 9838901
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Podere Violino Località Gricignano, 52037 Sansepolcro /AR) Tel, 0575-710174 Modern Fishing in Lapland Ufficio Amministrativo Holmvagen 210 S-920 SE Infos Italia: 0039 348 6004118 Infos Svezia: 0036 73 8213607 E.Mail. info@loe-mfl.com Edizioni NUMA di Massimiliano Nucci-Piva L.go Straidberg 30 00142 Roma www.edizioni muma.com
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Chi fosse interessato ad associarsi e quindi entrare in possesso della nostra tessera, può recarsi presso tutti gli esercizi commerciali e/o le strutture che svolgono il servizio di FFM POINT, oppure tramite carta di credito di euro 15,00 che si può fare attraverso il sito www.flyfishingmasters.com nella apposita pagina, oppure attraverso bonifico bancario iban IT02-H05164-03213-000000175379. Per info mettersi in contatto con la segreteria al 3343328889. Crediamo che i vantaggi che si possono avere con tale tessera siano estremamente interessanti cui tutti i pescatori a mosca non possono rinunciare.
Domenica 5 settembre a partire dalle ore 9.00 nella piazza Vittoria del Comune di Melegnano ( MI ), si e’ svolta l’ 11esima edizione della festa dello sport, organizzata dall’ assessorato alle attivita’ sportive. Nel contesto di questa splendida cittadina d’origine medievale, adiacenti allo storico castello, le associazioni sportiva di questo Comune hanno potuto far conoscere e promuovere le proprie attivita’ mediante stand e dimostrazioni pratiche. I membri del club di pesca a mosca May Fly Melegnano Team erano presenti con uno stand appositamente allestito per tale evento, supportati anche da alcuni istruttori della FFM che hanno dato da subito la loro disponibilita’ a presiedere questa manifestazione.Con quest’iniziativa si sono fatte conoscere a tanti giovani curiosi le basi del nostro amato sport, avvalendosi sia della proiezione di filmati e sia dall’ausilio del morsetto con cui si sono realizzate, con grande stupore ed ammirazione di tutti, le mosche piu’ conosciute. Nel pomeriggio gli istruttori FFM hanno potuto effettuare una dimostrazione pratica su prato nell’area riservata, effettuando alcuni dei lanci base e non ; successivamente a tutti e’ stata data l’opportunita’ di provare personalmente a lanciare utilizzando una delle tante canne messe a disposizione dal negozio MayFly Melegnano ( www.mayfly.it ). Sicuramente lascia ben sperare l’ interesse dimostrato da tanti presenti incuriositi dalla nobile arte della pesca con la coda di topo; principalmente pero’ siamo stati tutti colpiti da un piccolo ( e speriamo futuro Pam), che si e’ da subito tanto appassionato al lancio. Andrea Garinei.
Imitative o impressionistiche?
Federico Renzi
Se siete interessati solo a prendere pesci il problema è d’importanza marginale, qualsiasi mosca che vi hanno consigliato come super catturante va più che bene. Se al contrario, nella pesca a mosca cercate qualcosa in più, se volete veramente comprendere i meccanismi che regolano la vita del fiume, se un pesce lo volete ingannare secondo le regole del gioco. La strada da percorrere è solo una: studiare gli insetti che dovete imitare e trasferire tutto questo studio su un amo.
Imitazioni o cosa? Sapete com’è fatta un’effimera? La domanda sembra stupida, ma a giudicare da alcune mosche che si vedono in giro, direi che c’è bisogno di puntualizzare alcune cose. Un’effimera è fatta di poche cose, ha due o tre code ben divise e non una ventina di peli arruffati. Ha un addome che è fatto di singoli elementi ben delineati e lucidi, e non una cosa ispida, pelosa e monocolore. Inoltre ha ali molto evidenti con proporzioni sempre ben diverse da quelle impressionate in tante mosche artificiali. Guardate la foto dell’effimera vera, le ali partono dal dorso, sono inclinate all’indietro e sono larghe fino quasi alla fine dell’addome. Perché in tanti si ostinano ad imitarle con due rachitiche punte di hackle? E infine le zampe, nell’insetto reale sono sei e sono orizzontali, una piuma di gallo o di cul de canard avvolta sull’amo non imita niente che neanche vagamente assomiglia alle zampe di un insetto. Sarebbe possibile fare la stessa analisi anche partendo dalla foto di un tricottero, di un plecottero o di un altro qualsiasi insetto e giungeremmo alla stessa conclusione: Tante mosche artificiali non meritano di essere chiamate imitazioni, dal momento che non imitano proprio niente degli animali ai quali si riferiscono. Certo potete obbiettare che con mosche impressionistiche i pesci si prendono, se è per questo ho visto trote bollare sui mozziconi di sigaretta o sulle gomme da masticare, e allora? Se pescate a mosca solo per prendere pesci non
ponetevi tante domande, anzi, fate così: con dieci imitazioni di lombrico, che chiamerete San Juan Worm, che pare più nobile, pescate tutta la prossima stagione e prenderete un sacco di pesci, ve lo assicuro. Se per voi, come spero, la pesca a mosca è un gioco sottile, che prevede strategie e tattiche, oltre ad un percorso quasi mistico che passo dopo passo vi condurrà alla comprensione di oscuri meccanismi naturali. Avrete bisogno di tanto studio, di applicazione e di pazienza. Certo, troverete dei pesci che non riuscirete a catturare, che vi costringeranno a cambiare tutte le mosche del vostro arsenale senza risultato, ma che vi indurranno, una volta tornati a casa, a sperimentare nuove soluzioni e nuovi materiali e magari a documentarvi sul meccanismo di schiusa dell’effimera che il vostro pesce stava mangiando. Avete fatto un altro passo avanti. Pensate a quanto è stato importante per voi quel pesce, Da avversario e preda si è trasformato in maestro, riflettete adesso sul rispetto che merita quell’essere, legare un lombrico finto al finale e catturarlo non fa male solo a lui, forse ne fa più a voi. Se la chiamiamo “imitazione”, ci sarà un motivo. E’ chiaro che per me la pesca a mosca viaggia entro binari ben precisi, “matching the hatch” lo chiamano i pescatori
di lingua inglese , imitare la schiusa. A mio avviso queste sono le regole del gioco: un pesce si sta cibando di un insetto preciso, io lo devo ingannare proponendogli un’imitazione di quell’insetto e non un qualcosa che vagamente gli ricorda il cibo, per rendere il gioco ancora più appassionante amo andare in cerca di situazioni difficili, talvolta quasi impossibili. Le acque piatte, lente e trasparenti con pesci selettivi e molto sospettosi sono il cocktail che più mi affascina, spesso devo studiare la situazione per un bel po’ di tempo prima di capire il giusto lancio o la giusta imitazione, non sempre riesco nel mio intento, ogni tanto vince il pesce altrimenti che gioco sarebbe? E’ chiaro che per imitare bene un insetto non si deve prestare attenzione solamente al suo aspetto esteriore, esso sta appoggiato sulla superficie o totalmente immerso nell’acqua, quindi il suo comportamento condiziona molto la riuscita dell’artificiale. La mosca deve anche essere lanciata, quindi gli attriti che si generano in aria durante il lancio devono essere ben considerati per non avere un artificiale catturante ma impossibile da lanciare. Tutto questo significa che lo studio di cui abbiamo parlato deve essere rivolto all’acqua, agli insetti e anche ai materiali che impieghiamo per le nostre imitazioni. Mettere insieme tutto questo non è semplice ma se amate le cose semplici, non dovevate pescare a mosca. Per costruire le mie mosche non uso tanti materiali, anzi, per dire la verità, sono proprio pochi. Le code delle effimere le imito sempre con le microfibettes, robuste, imitative e facili da montare, perché complicarsi la vita? Per i
segmenti addominali uso nella totalità dei casi quill di pavone spelato o di tacchino, oggi si trovano piume tinte in una gamma di colori molto vasta, in grado di imitare l’addome di tutti gli insetti possibili. Per costruire le ali uso cartene, cul de canard o, in alcuni casi, il polipropilene sagomato. E infine, imito le zampe solo con il pelo di cervo diviso da una striscia di foam. Aggiungete qualche dubbing e siete a posto. Per le sedges, i plecotteri e i ditteri grossomodo i materiali sono gli stessi, così come per le ninfe e le emergenti. Questi pochi materiali mi permettono di imitare tutti i vari pezzi di cui un’effimera è composta, ebbene si: IMITARE, ormai lo avrete capito, io sono dell’idea che soprattutto quando ci confrontiamo con pesci difficili l’imitare una forma tipo, che il pesce sta elaborando nella propria testa come cibo sia spesso la chiave di lettura giusta. Certo l’imitatività di una mosca deve essere sempre funzionale alla pesca, quindi, galleggiamento, assetto sulla superficie dell’acqua e comportamento sul fondo del fiume se dobbiamo pescare con una ninfa, devono sempre essere perfetti. Ritengo inutile e dannoso avere un’artificiale che imita alla perfezione le forme di un insetto, ma non imita il suo comportamento sull’acqua. Laddove però, riusciremo a elaborare una mosca che galleggia come un’effimera reale, copia alla perfezione l’assetto in acqua che in quel momento hanno le dun che stanno schiudendo e allo stesso tempo ne imita le forme perfette, possiamo essere certi di avere una mosca che ci regalerà grosse soddisfazioni.
IL MONTAGGIO DELLA REVERSE DUN (da inseriree in un box con le foto delle fasi di montaggio.) Piegate l’amo (Daiichi 1270 N° 18) come nella foto. Una volta montate le code (microfibettes) ed il corpo (quill di pavone tinto), legate una strisciolina di foam molto sottile. Montate 6 peli di cervo, le ali (Medallion sheeting) e formate un dubbing molto sottile fino quasi all’occhiello dell’amo. Ribaltate in avanti il foam dividendo le zampe in due ed il gioco è fatto. N.B. Per costruire la Dun in versione classica il percorso è molto simile, chiaramente basta costruire la mosca con le zampe e le ali ribaltate rispetto alla versione appena descritta.
Hunting Show é il punto di riferimento per tutti gli appassionati del mondo venatorio. Nell’arco di soli 5 anni il salone della caccia, della natura e del tiro sportivo si è arricchito e ampliato arrivando a coinvolgere più di 110 espositori su 22.000 mq (incluso Pescare Show) di superficie espositiva. Hunting Show vanta la presenza dei maggiori marchi nella produzione di armi, di munizioni e di ottiche ma anche l’area degli accessori e degli articoli per la caccia offre una ricca vetrina di prodotti (dall’abbigliamento alle calzature, dagli accessori di sicurezza agli articoli per cani e uccelli da richiamo, dal turismo venatorio all’ editoria di settore). La vivacità, la dinamicità, l’interattività con il visitatore e la possibilità da parte delle aziende di vendere direttamente al pubblico, sono i punti di forza di una manifestazione che coinvolge ogni anno un’utenza sempre più ampia. Molto importante è la presenza degli Assessorati alla Caccia della Regione del Veneto e della Provincia di Vicenza che collaborano con Fiera di Vicenza alla realizzazione di molti eventi sul tema della salvaguardia ambientale e della promozione delle attività venatorie nel territorio. DATI HUNTING SHOW 2010: TOTALE ESPOSITORI: 149 SUPERFICIE ESPOSITIVA: Padiglioni F e B: mq. 10.600 SETTORI MERCEOLOGICI: Armi da caccia, abbigliamento per la caccia, accessori per la caccia, accessori di sicurezza, buffetteria, prodotti e articoli per cani, prodotti e articoli per uccelli da richiamo, turismo venatorio, editoria, associazioni di categoria, gourmet. N° PROVINCE RAPPRESENTATE: 35 N° PAESI ESTERI: 17: Argentina, Austria, Belgio, Cina, Finlandia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, USA. HUNTING SHOW E PESCARE SHOW 2011 19 - 21 Febbraio 2011 Fiera di Vicenza S.p.A. Padiglioni Centrali: F - B – G Orario di apertura: Sabato - Domenica: 9.00 - 19.00 Lunedì: 9.00 - 16.00 Ingresso: Intero: 12,00 Euro Ridotto: 8,00 Euro Biglietto ridotto: cacciatori e pescatori con licenza di caccia o pesca, bambini tra i 6 e i 12 anni, over 60, gruppi superiori alle dieci persone, pre-registrazione sul sito della manifestazione, depliant promozionale e pagina pubblicitaria.
Salone dedicato al mondo della pesca tradizionale, della pesca a mosca e dello spinning in acqua dolce e in mare, Pescare Show è una tappa obbligata per gli appassionati del settore. La manifestazione può contare sulla presenza dei maggiori marchi e su una vasta esposizione di attrezzature e articoli per la pesca sportiva. Numerosi sono gli eventi, le attività, le mostre d’arte dedicate alla pesca o ad attrezzature storiche e gli incontri organizzati in collaborazione con i più importanti club di pesca. Rimane consolidata la presenza delle associazioni e delle scuole di pesca, impegnate nella dimostrazione dei lanci in ampie casting pool da 15 mt per lo spinning e la pesca a mosca. Nel 2011, alle casting pool si aggiungerà il più grande acquario mobile d’Europa, nel quale i pescatori potranno collaudare le più moderne attrezzature da spinning. Non mancano infine le aree dedicate alla costruzione di mosche artificiali, dove i migliori costruttori italiani organizzano dimostrazioni e corsi di costruzione per i più giovani. DATI PESCARE 2010: TOTALE ESPOSITORI: 148 SUPERFICIE ESPOSITIVA: Padiglione G: mq. 9.000 SETTORI MERCEOLOGICI: Abbigliamento per la pesca, accessori per la pesca, attrezzatura per la pesca, imbarcazioni, turismo alieutico, associazioni di categoria, editoria, gourmet. N° PROVINCE RAPPRESENTATE: 33 N° PAESI ESTERI: 11: Austria, Cuba, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Madagascar, Repubblica Ceca, Slovenia, Svezia, Ungheria, USA. VISITATORI HUNTING SHOW E PESCARE 2010: Tot: 26.650 + 43% rispetto all’edizione 2009 Hunting Show é il punto di riferimento per tutti gli appassionati del mondo venatorio. Nell’arco di soli 5 anni il salone della caccia, della natura e del tiro sportivo si è arricchito e ampliato arrivando a coinvolgere più di 110 espositori su 22.000 mq (incluso Pescare Show) di superficie espositiva
“ G ra n s e l e g a r d e n L a p l a n d ” L o d g e ”
Massimo Matteuzzi
: “Un angolo di paradiso nella Lapponia Svedese”. La scorsa primavera, durante il mese di Giugno, ho avuto la possibilità di trascorrere una settimana con amici in un piccolo angolo di paradiso, la Lapponia Svedese. L’occasione è nata da un invito, subito accettato, a testare delle canne di nuova produzione sui fiumi e laghi della Svezia. Destinazione il Granselegarden Lapland Lodge che da circa 13 anni viene gestito da Marino Rota, un ragazzo bergamasco specializzato nell’organizzazione di viaggi di pesca nel Nord Europa. Il Lodge, ricavato da una vecchia scuola del paese di Vindelgransele, sorge sulle rive del Fiume Vindeln in posizione strategica. Ogni anno i pescatori che fanno di questa meta la loro destinazione sono almeno un centinaio, attratti dai numerosissimi lucci e persici nei laghi e temoli e trote nei fiumi. Partendo da Milano, via Stoccolma, in 3 ore complessive di volo si arriva ad Umea, dove si possono ritirare le
auto a noleggio con cui spostarsi in loco. Siamo nella contea di Västerbotten, nel mezzo di una natura rigogliosa e quasi incontaminata: boschi, laghi e fiumi a perdita d’occhio. I paesi che via via si “snodano” lungo la strada sono caratteristici e meritano una sosta di per sé stessi, ma la voglia di arrivare è forte ed in circa un’ora e mezza di auto si arriva a destinazione. Le zone a disposizione per pescare sono tante, praticamente una scelta infinita, ma è opportuno avere una buona guida per orientarsi e non incappare in cocenti delusioni. In questo Marino è molto scrupoloso e preparato, infatti al nostro arrivo ci fornisce un elenco di “hot spots” da battere, personalmente verificati da lui nei giorni precedenti. Senza questo paziente e meticoloso lavoro di ricognizione azzeccare la scelta diventa un po’ un “terno al lotto”, per cui meglio affidarsi a chi conosce il territorio.
Fiume Vindel É il principale fiume della contea e scorre per oltre 445 km fino allo sbocco nel Golfo di Bothnia, in località Umeå . I pesci presenti sono praticamente tutti , compreso il Salmone Atlantico in periodo di risalita. Data la portata e la vastità del bacino occorre avere dei riferimenti precisi e recarsi quasi a “colpo sicuro” in qualche località segnalata. L’approccio a questo fiume è stato per me quasi “reverenziale”, tanta era la potenza sprigionata davanti ai miei occhi, con cavalloni di qualche metro a centro corrente. Aggiungete una larghezza media di duecento e più metri e vi potete fare un’idea di che cosa si stia parlando. La pesca si può praticare con svariate tecniche, compreso lo Spinning per i grossi lucci che nuotano in queste acque. Anche la Pesca a Mosca può fruttare bene, sia utilizzando grossi streamers sia con la tecnica della ninfa.
Max sul Vndel
Torrente Yuctån Bellissimo torrente che si raggiunge con uno spostamento in auto, non essendo a ridosso del Lodge. É veramente una meraviglia, con un alveo medio di circa 30 mt, caratterizzato da poca pendenza, correnti e lame. Insomma una palestra ideale per la Pesca Ninfa che trova qui la sua espressione più efficace. La specie predominante è il Temolo Artico, anche di buona taglia (sopra i 45 cm) e la Trota Fario, caratterizzata da colori intensi. Fa impressione pescare in un’acqua color tè, quasi ambrata: questo è dovuto ai sedimenti della torba, che caratterizza tutto il Nord Europa. Anche la secca può dare qualche soddisfazione a patto di trovare condizioni che favoriscano attività superficiale. Questo torrente è tra i più belli e pescosi in assoluto, prova ne sia l’aver ospitato Campionati Internazionali di Pesca a Mosca in anni recenti.
Max sullo Yuctan
Torrente Målan Altro splendido torrente, più vario del precedente quanto a situazioni, caratterizzato da forti correnti, ampie insenature e correnti schiumose, con una larghezza media compresa tra i 15 ed 30 mt. Il colore dell’acqua è particolare, talmente scuro da sembrare Coca Cola. Il fatto che scorra in mezzo ai boschi di conifere rende veramente appagante l’esperienza, a prescindere dalla pescosità, che comunque è buona. Temoli Artici, Trote Fario e Lucci sono le specie prevalenti, anche in taglie ragguardevoli. Pesca a Ninfa e Streamer sono la prima scelta per il PAM.
I laghi intorno al Lodge sono a loro volta popolati da Persici di ottima taglia, non è raro incappare in esemplari di oltre mezzo kg, e lucci di tutte le misure, insidiabili facilmente con Streamers, pescando nei sottoriva o nei pressi delle postazioni di caccia che l’esocide ama. Anche se quest’ultima è una pesca che non amo, mi sono cimentato anch’io con qualche risultato apprezzabile. Va detto che molti dei pescatori che vengono in queste zone prediligono il Luccio sopra ogni altra specie e si attrezzano con barche messe a disposizione dall’organizzazione. Un cenno importante merita l’attrezzatura: per la pesca a ninfa suggerisco una 10’ # 3/4, per la Secca la classica 9’ # 4/5
(anche se io ho optato per una 7,6’ # 3, divertendomi anche sui pesci più piccoli), mentre per il Luccio bisogna decisamente appesantire, ripiegando su un attrezzo 9’ # 9 o simili. Un accessorio che non può mancare, affrontando fiumi e torrenti, è il bastone da guado, che permette di fronteggiare le difficoltà imposte dai sassi scivolosi e dall’acqua scura. Va previsto anche un repellente efficace per le zanzare, onde evitare di trasformarsi da predatore in … “preda”. In definitiva è un’esperienza che consiglio, sia per respirare una natura intatta sia per pescare in acque diverse dal consueto. Tra i plus di questa vacanza, lo stile Svedese coniugato all’ospitalità Italiana, fatta di cucina eccellente, sistemazione dotata di tutti i confort e convivialità. Ritrovarsi alla sera, di fronte alla tavola imbandita con un bel bicchiere di vino, insieme ad amici che condividono una passione, è
comunque un piacere. Marino, forte della sua esperienza e del carattere schietto, e la sua compagna Stefania che lo supporta nella gestione , fanno sì che gli ospiti si sentano “a casa lontano da casa”. Da questo viaggio mi porto via una cartolina, il sole di mezzanotte, che è sempre presente nei mesi di Giugno e Luglio: dona a questi luoghi una luce particolare, che rimane impressa nella memoria. Massimo Matteuzzi è Istruttore FFM, vive a Bologna. Per contatti: www.flyfishingmasters.it Granselegarden Lapland Lodge Riferimento: Sig. Marino Rota info@fishingteam.se
Una mosca sviluppata in un continente funziona altrettanto bene quando torna alle origini PHILIP BAILEY
A fly designed on one continent works just as well when it returns to its origins It looked like the season was well advanced when we arrived at the Wharfe for the opening day. Small olives and caddis were certainly hatching and according to Mark Whitehead, our river keeper at Bolton Abbey, they had been doing so for some weeks. The season had stolen a march on us with water levels approaching those normally experienced in summer. Was this as a result of global warning? The weather was about right and we settled into our regular fishing pattern. What to fish - dry, nymph, emerger or stick with the standard traditional small spider patterns that had been developed on this water nearly two centuries earlier? We both opted for multiple flies, my fishing mate Mick electing to use three flies with two spiders and our 'wonder' fly of last season on the point. I opted to use two flies and selected two patterns of the same 'wonder' fly but in size 16 and 18. By
Sembrava che la stagione fosse molto avanzata quando arrivammo al Wharfe per l'apertura. Stavano schiudendo olivine e tricotterini e da quello che riferiva Mark Whitehead, il Guardia Pesca a Bolton Alley, stavano schiudendo da diverse settimane. La stagione ci aveva rubato una marcia e i livelli sembravano quelli che normalmente si trovano in estate. Sarà il risultato del riscaldamento globale? Le temperature erano giuste e iniziammo con il nostro abituale rituale di pesca. Cosa montare? Secca, ninfa, emergente oppure continuare con Ie nostre mosche regolari che sono dei piccolo spider, sviluppati per queste acque quasi due secoli orsono? Entrambi scegliemmo di pescare con mosche multiple; il mio compagno di pesca Mick scelse di usare due spider e la nostra "mosca magica" dalla stagione scorsa per questo spot. Io decisi di usare due mosche e scelsi due dressing diverse della stessa "mosca magica" ma nelle misure 16 e 18. Nel tempo in cui Mark Whitehead si era allontanato per fare qualche chiacchiera entrambi avevamo presso una decina di bellissimi pesci ben pasciuti dalla permanenza invernale. La maggior parte furono presi con la solita mosca - la flymph di James E Leisenring - la nostra mosca magica della scorsa stagione. James E Leisenring è probabilmente uno dei meno noti PAM della prima metà del novecento ed è lui che ha avuto maggiore responsabilità nello sviluppo delle versioni americane delle cosiddette "soft hackled flies". Il suo libro 'The Art of Tying the Wet Fly' (NDT L'arte di costuire mosche sommerse) è stato scritto e pubblicato durante la Seconda Guerra Mondiale, in un momento in cui l'attenzione del mondo era rivolta altrove e quindi è passato inosservato per qualche tempo. Il suo lascito ha migliorato
the time Mark Whitehead wandered over for a chat, we both were well into double figures of top quality wintered fish, the majority being taken on the one pattern - James E Leisenring's flymph pattern - our 'wonder' fly pattern from last season. Good fish taken by Mick on the Wharfe at Bolton Abbey using a 'flymph' pattern James E Leisenring is probably one of the lesser known early 1900's American anglers and was largely responsible for developing the American version of soft hackled flies. His book 'The Art of Tying the Wet Fly' was written and released during the Second World War at a time when the world's attention was elsewhere; hence he probably went unnoticed for some time. His legacy to fly fishing has improved but his overall contribution to fly fishing, and more importantly soft hackled flies, ranks with other greats such as Stewart, Skues from England and, La Branche, Gordon from the American Catskills. Leisenring's contribution was elevated in 1971 when Pete Hidy (who penned Leisenring's original manuscript) updated and expanded the book adding to the title 'and Fishing the Flymph'. 'The Art of Tying the Wet Fly and Fishing the Flymph' is a classic book and anyone interested in soft hackles flies can learn much from Leisenring in tying wet fly patterns and wet fly fishing technique. The term 'flymph' was coined by Hidy to describe a hatching insect that is in the stage of metamorphosis, 'changing from wingless nymphs to flies with wings'. Compared to the thin bodies and sparse hackles of spi-
la PAM ma il suo contributo globale e in particolare verso le Soft Hackle può considerarsi al pari di altri grandi come gli Inglesi Stewart e Skues oltre a La Branche, Gordon dalle Catskills americane. Il contributo di Leisenring subì uno slancio quando nel 1971 Pete Hidy (co-autore del manoscritto originale di Leisenring) aggiorno ed estese il libro aggiungendo al titolo - 'and Fishing the Flymph'. Il libro 'The Art of Tying the Wet Fly and Fishing the Flymph' è un classico e chiunque sia interessato alle mosche soft hackle può imparare molto da Leisenring sia in merito alla loro costruzione che la tecnica di pesca con le sommerse. Il termine "flymph" è stato coniato da Hidy per descrivere un insetto emergente nella fase di metamorfosi ovvero nel momento di passaggio da "ninfa senza ali a mosca alata". Se paragonate agli spider con i loro corpi sottili e poche hackle, le flymph sono più che altro di ninfe a corpo fino con più hackle. Le hackle possono essere fissate dietro l'occhiello, il torace o perfino palmerate dal centro della mosca in avanti. Queste sono le mosche che abbiamo usato e montato su ami piccoli durante la scorsa stagione con enorme successo. Possono uguagliare gli spider tradizionali che avremmo normalmente scelto in pesca sul Wharfe e specialmente a Bolton Abbey. English Connection Ci sono delle somiglianze incredibili tra le mosche di Leisenring e quelle di W.C. Stewart, T.E. Pritt e altri del nord dell'Inghilterra e G.E.M Skues dal sud. Scommetterei volentieri che Leisenring aveva gli scritti di tutti e tre e che utilizzo le conoscenze acquisite per sviluppare le mosche che utilizzava nel Pennsylvania. Se
der patterns, flymphs are more like fine bodied nymph patterns with hackles that are generally much fuller. Hackles can be tied at the eye, the thorax or even palmered from midway the thorax forward. These are the patterns that we had been tying and using in small sizes for the past season and with fabulous success. They were equal to the traditional spiders we would normally select when fishing the Wharfe, especially at Bolton Abbey. English Connection But there are uncanny likenesses between Leisenring's flies and those of W.C. Stewart, T.E. Pritt and others of northern England and G.E.M Skues from the south. I wouldn't mind betting that Leisenring had the writings from all three and used this knowledge to develop the patterns he used in Pennsylvania. If you are fortunate to have a copy of his book you will see a plate showing Skues and Leisenring's books together In his book 'Minor Tactics of the Chalk Stream' Skues probably unwittingly was the first person to pen a 'flymph' in action: "Against the grating which protected the hatch-hole was generally a large pile of weed and today was no exception. Against it collected a film of scum, alive with black gnats and among them I saw a single dark olive dun lying spent. I had seen no others of his kind but I knotted on a Dark Olive Quill on a single cipher hook and laid siege to a trout which was smutting steadily in the next little bay. The fly was a shop-tied one, beautiful to look at
sei abbastanza fortunato di possedere una copia del suo libro, vedrai una figura dove vengono mostrati i libri di Skues e Leisenring insieme. Nel suo libro 'Minor Tactics of the Chalk Stream' Skues probabilmente fu il primo ignaro a scrivere dell'utilizo della "flymph in azione: "Contro la grata che proteggeva lo scarico, c'era generalmente un grande mucchio di alghe e oggi non faceva eccezione. Contro di esso di raccoglieva uno strato di melma schiumosa che brulicava di chironomi e tra di essi vidi una unica mosca oliva scura che giaceva spent. Non ne avevo notate altre di queI genere ma misi su una Dark Olive Quill su amo singolo e iniziai ad assediare le trota che bollava regolarmente nella successiva piccola insenatura. La mosca era una commerciale, bellissima da vedere da nuova ma come galleggiabilità non c'eravamo. La Hackle era di gallina e il fatto che fosse tinta non faceva altro che accentuare la sua inclinazione ad assorbire acqua. Non erano ancora in uso gli impermeabilizzanti e quindi dopo che si era bagnata bene al primo lancio, al secondo naufragò subito. Un momento dopo, mi accorsi di una specie di increspatura nell'acqua che risaliva dal punto dove pensavo fosse la mia mosca…." E' interessante che sia Skues che Leisenring riferissero alle loro mosche come mosche 'thorax soft hackle' ma che fossero così diverse nel montaggio. Skues utilizzava due giri di hackle all'occhiello mentre Leisenring palmerava la sua flymph nella zona del torace (Hidy dimostrò questo metodo a David Hughes alla fine degli anno 70)
when new, but as a floater it was no success. The hackle was a hen's and the dye only accentuated its natural inclination to sop up water. The oil tip had not yet arrived, and so it came about that, after the wetting it got in the first recover, it no sooner lit upon the water on the second cast than it went under. A moment later I became aware of a sort of crinkling little swirl in the water, ascending from the place my where I conceived my fly to be…" Interestingly both Skues and Leisenring referred to their patterns as 'soft hackled thorax flies' yet they are very different in the way that they were tied. Skues used two turns of hackle at the eye while Leisenring palmered his 'flymph' over the thorax (Hidy demonstrated this method to David Hughes in the late 1970's). Did Leisenring use this method because of Stewart? We will probably never know but the similarity is uncanny (sic.)
Leisenring utilizzo forse questo metodo a causa di Stewart? Probabilmente non lo saptremo mai ma la similitudine è perturbante (sic.) Leisenring dedusse che il punto migliore da utilizzare questa mosca era " il punto dove la trote avrebbe con maggiore probabilità preso del cibo, che è di solito vicina oppure nel suo punto di stazionamento". Il metodo che utilizzava con queste mosche in pesca è stato successivamente chiamato il " Sollevamento alla Leisenring". Il suo metodo consisteva nel piazzare la mosca davanti al pesce, lasciare che affondasse per intenzionalmente sollevarla in alto direttamente davanti al pesce. Pete Hidy racconta che non sempre pescava in questo modo e che utilizzasse una varietà di metodi. Scoprì Leisenring e i suoi scritti circa 20 anni fa nelle mie ricerche sulle tattiche da ninfa. Faceva parte del mio desiderio di apprendere quante più tecniche che potessi.
Leisenring deduced that the best position to fish his pattern was "at the point where the trout is most likely to take his food, which is usually at or close to his position in the stream". The way in which he fished them was later referred to as the 'Leisenring lift'. His method was to place the fly ahead of the fish, let it sink downward and purposely encourage the fly to lift upward directly in front of the fish. Pete Hidy tells us that he did not always fish this way and used a variety of methods.
I first came across Leisenring and his writings some 20 years ago while researching nymphing tactics as part of my desire to learn as much about the techniques as I could. I tied and used his 'flymphs' then and they were successful. But I had forgotten about his patterns as my fishing turned away from rivers and streams to the highland tarns of Tasmania where wild trout abound. It wasn't until I had moved to Yorkshire and began to use the traditional spider patterns on the Wharfe that I was reminded of Leisenring and his soft hackled flies. I tied up a few flymphs and tried them last summer. I was instantly re-acquainted with how successful they were and quickly reminded myself that techniques used by Leisenring were extremely effective on the spate rivers in the north of England.
Costruì e pescai con le sue "flymphs" con successo. Mi dimenticai dei suoi dressing quando la mia pesca mi diresse lontano da fiumi e torrenti verso I laghi montani dellaTasmania dove abbondano Fario selvagge. Fu solo quando mi trasferii nello Yorkshire e iniziai ad utilizzare gli spider tradizionali sul Wharfe che mi è ritornate in mente Leisenring e le sue mosche soft hackle. La scorsa estate ne ho costruite e riprovate alcune. In un istante mi è ritornato in mente il loro successo e di come erano efficaci le tecniche di Leisenring nei torrenti montani del nord dell'Inghilterra. Dressing Flymph Da allora le uso in tandem con montaggi tradizionali del nord, oppure come mosca singola o con due mosche e un dropper. Le costruisco su ami misura 14, 16 & 18, in combinazioni multiple per imitare le effimere, le sedge o le mosche di Hawthorn. Funzionano e con esse prendo gran parte delle mie trote. Le ho utilizzate efficacemente sul Wharfe e sui torrenti della Cumbria. Sono tra le mosche più semplici che esistono e più sono rustiche e meglio funzionano. Leisenring considerava il corpo come l'elemento più importante della mosca (contrariamente agli spider dello Yorkshire del nord dove sono le hackle ad essere più important) e le costruiva robuste con hackle piuttosto lunghe e senza ali. Preparava vari corpi in dubbing e li manteneva su cartoncini pronto all'uso. I peli che preferiva erano la talpa, topo muschiato, la maschera di leper e varie tonalità di opossum australiano. Preparava questi
Flymph Patterns Since then, I have used them in tandem with traditional patterns of the north, as a single fly or two flies with a dropper. I tie them in sizes 14, 16 & 18, in multiple combinations and to represent either mayflies, caddis or Hawthorn flies. They all work and account for a good proportion of the fish that I catch. I have used them on the Wharfe and on the Cumbrian rivers, all with success. They are one of the simplest fly patterns that you could come across and the rougher they are the better. Leisenring considered the body the most important part of the fly (in contrast to the spider patterns of North Yorkshire where the hackle is the most important) tying them quite robustly using longish hackles without any wings. He prepared spun bodies and stored them on cards ready for tying. His preferred furs were mole, muskrat, hare's mask and various shades of the Australian possum (or opossum as he incorrectly called it). He tied these spun bodies on silk colours like primrose, yellow, claret, green and hot orange. When you think of the combinations that these furs and silks offer it is easy to imagine that most of our aquatic insects can be copied. I tie them much finer than Leisenring did and I basically use 5 patterns; light (yellow, red or orange silk, possum fur and pale natural hen hackle) medium (olive green or red silk, possum under fur and blue dun hen hackle) dark (red, orange or purple silk, possum under fur from base of tail and grizzle hen hackle) black (black silk, magpie
corpi in dubbing su seta di vari colori: giallo primula, rosso violaceo (claret), verde e arancione. Quando si pensa alle tante combinazioni che si possono ottenere con le combinazioni di queste sete e peli, risulta facile immaginare che si possono imitare la maggior parte dei nostri insetti acquatici. Io le monto più finemente di Leisenring e utilizzo 5 dressing di base: Colori chiari (seta gialla, rossa o arancione - con dubbing in opossum e hackle di gallina naturale), Colori medi (seta olive o rossa sottopelo di opossum e hackle di gallina blue dun); Colori scuri (seta rossa, arancione o porpora, sotto pelo dalla base della coda di opossum e hackle brown di gallina); Nero ( seta nera, corpo in gazza con ribbing di filo di rame fine e piuma di schiena di storno) e Cannella (seta arancione, sottopelo di opossum e hackle brown di gallina). Gli ultimi due li monto senza code. La bellezza delle flymph è che le puoi adattare alle tue esigenze specifiche. Il trucco poi sta nel loro utilizzo in pesca. Leisenring utilizzava ami a filo leggero perché voleva che lavorassero appena sotto la superficie. Se voleva pescare a salire, ingrassava la mosca. Quando applicava il suo famoso "sollevamento", utilizzava ami più pesanti. Io uso solo ami leggeri e li utilizzo come si pesca con gli spider tradizionali. Le flymphs vengono montate in due modi: con un hackle verso l'occhiello oppure con un hackle palmerato nella zona del torace e su ami con occhiello rivolto verso il basso. Come vedete dal diagrammi qui sotto , la flymph estende il dominio della mosca secca verso
body with fine copper wire rib and starling feather from back) and cinnamon (orange silk, possum under belly fur and dark brown hen hackle). The latter two I tie without a tail. The beauty of the flymph is that you can tailor it to you specific need. The trick is how you fish them. Leisenring used light wire hooks as he wanted his flies to fish just below the surface. If he wanted to fish them upstream, then he oiled the fly. When he applied his famous 'lift' he used heavier wire hooks. I only use light wire hooks and fish them much like a traditional spider pattern. Flymphs are tied in two ways: with a hackle at the head on an up eye hook or with a hackle palmered over the thorax area on a down eye hook. As you can see in the diagram below, the flymph extends the dry fly domain into that of the nymph. Tactics The success of the flymph lies in the way in which the soft hackles move to imitate a hatching insect, the translucency of the fur bodies and the small air bubbles trapped between the two to imitate an insect about to ascend from nymph to adult. This pattern lends itself to being fished upstream or downstream although I seem to have greater success when fished slightly upstream and then let it work itself downstream to a point where the fly swings across and upwards. However there are some key rules that I apply when fishing flymphs: "Get the fly under the surface - this pattern is at its best when it is just below the surface. Leisenring used to cast
quello della ninfa. Tactica Il successo della flymph sta nel modo in cui si muovono le hackle morbidi imitando una ninfa emergente. Il corpo traslucido per via del pelo e le piccole bolle d'aria intrappolate imitano un insetto che sta salendo per trasformarsi da ninfa ad adulto. Questo dressing si presta ad essere utilizzato pescando a salire o a scendere anche se io trovo che ho più successo quando lo pesco leggermente a salire, lasciando che lavori a scendere fino a quando sono non raggiunge il punto dove inizia a muoversi di traverse e risalendo. Vi sono alcune regole di base da applicare quando si pesca con le flymph: La mosca deve lavorare sotto alla superficie - questo dressing da il massimo di se quando si trova appena sotto il pelo dell'acqua. Leisenring lanciava la mosca e poi la strattonava per farla andare sotto. Mantienere il controllo della coda - occorre fare in modo di trovarsi sempre in contatto con la mosca mentre questa si muove verso valle e attraverso la corrente. Il più delle volte vi troverete a lanciare attraverso correnti multiple e un modo per mantenere il contatto è di tenere alta la punta della canna in modo che la coda e finale siano fuori dall'acqua. Dovendo fare lanci lunghi a valle alzare gradualmente la punta della canna per mantenere sempre il controllo. Effettuare passate lunghe - è bene effettuare passate più lunghe possibili. Questo fa si che la mosca vada più
out and then give the fly a good tug to get it under. " Stay in control of the line - you need to make sure that there is little slack in the line as it moves downstream and across. Most of the time you are casting across multiple currents and an effective way of staying in control is to hold the rod high and keep as much of the line off the water. If you have to cast long distances downstream then gradually raise the tip upwards to get better control Long drift the line - Try and let the line and fly drift as long as possible. This allows the fly to get down a little before it begins its upward lift.
in profonditĂ prima di iniziare la sua ascesa. Animare la mosca - Certamente qui non sono nella classe del "dead drift" La maggior parte degli insetti si dibatte mentre risalgono in superficie. Queste mosche sono disegnate per dare movimento e quindi animatele. Non dico di strippare o grandi recuperi ma movimenti sottili della punta della canna o della coda che fanno muove la mosca in modo molto allettante e questo favorisce la cacciata. Sollevando la canna leggermente per poi riabbassarla farĂ "salire" il pesce dal fondo o da oltre la sua normale postazione. Il montaggio della 'Flymph'
Move the fly - I definitively am not in the 'dead drift' league here. Most insects struggle as they ascend to the surface. These flies are designed to give movement so move them slightly. I am not advocating retrieval or big jerks but subtle tip movement of the rod or line moves the fly tantalisingly and induces takes. A very slight lift of the rod and then drop it back to its original place will work wonders for you and 'pulls' fish up from the bottom or across from its normal feeding position. How to tie a 'Flymph' Materials: Hook: Any wet fly hook will do. Hidy used a down eye; Leisenring used an up eye. I follow Hidy. Thread: Choose a colour that enhances the overall fly. Yellow for Olive Duns; Orange for Sedges. Tail: Only used when imitating a Dun. Use 5-10 whisks of the hackle that you will use for the fly. Body: Mole or Hares ear dubbing, Alternatively use Peacock for Sedges Hackle: Soft hen hackles. I like Dun, honey and Greenwell's.
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Materiali: Amo: Qualsiasi amo da sommersa può andare. Hidy usava quelli con occhiello girato verso il basso, Leisenring invece li usava con occhiello verso l'alto. Io seguo Hidy. Filo: Scegliere un colore che esalta la mosca nell'insieme. Giallo per le Olive dun, Arancio per le sedge. Coda: Da utilizzare solo imitando le Dun. Usare 5 - 10 fibre della stessa hackle che usate per la mosca. Corpo: Dubbing in talpa o machera di leper. In alternativa usare pavone per le sedge. Hackle: Hackle morbid di gallina. Mi piace il Dun, il miele e il Greenwell's. Istruzioni: Metodo Leisenring Preparare il dubbing. Leisenring preparava uno spaghetto a parte. Questo si ottiente in asola. Si possono preparare separatamente e mettere da parte. Fare attenzione che non si disfacciano. In alternativa lo puoi fare quando monti la mosca. Il mio metodo 1. Fissare l'amo nel morsetto e portare il filo di montaggio fino al punto dove inseriamo la coda. 2. Selezionare le fibre per la coda e fissarle in quell punto. Lascia il filo alla base della mosca. 3. Se usi il metodo Leisenring, fissare lo spaghetto. Altrimenti applicare il pelo sull'asola da dubbing. Portare il filo fino all'occhiello. 4. Ora ritorcere l'asola da dubbing Formando il dubbing brush. Il filo di montaggio si deve potere intravede-
re attraverso il pelo. Avvolgere il "dubbing brush" sull'amo cercando di ingrossare leggermente il torace. Fissarlo e tagliare l'eccedenza all'occhiello. 5. Selezionare le hackle e fissarle per la base. Ora hai due scelte: a) puoi avvolgere la Hackle 3 volte, fissarla e tagliare l'eccedenza, b) portare il filo dietro al torace a spire larghe, poi avvolgere la hackle all'indietro a valle del torace con tre giri aperti e fissarlo dietro al torace e tagliare l'eccedenza.
Questa è l’ultima mia
Donato Tedesco
Piegate l'amo come figura con l'aiuto delle pinzette, una parte vi servirĂ per le ali e corpo e l'altra per le zampe e antenne, come vedete la piegatura, darĂ l'effetto alle zampe, l'inclinazione di appoggio.
Fissate il pezzo di micro ciniglia per il corpo... in questo modo, io sono partito davanti, per avere un appoggio per i peli di cervo, per non farli scivolare.
A mazzetti piccoli di peli di cervo, partite da dietro come figura, passandoci a spire strette in mezzo e con l'aiuto delle dite cercate, di tenerle raggruppate vicino tra loro.
Proseguite con altri mazzetti di pelo, cercando sempre di spingerle vicino alle prime, senza lasciare spazi vuoti, dopo bloccati spingete verso dietro...
Arrivati alla curva dell'amo, bloccate e chiudete con i nodi, in modo che non si allenta tutto.
Girate lo amo nel morsetto e con delle forbicine, incominciate a rastremare dove appoggiare la micro ciniglia per il corpo. Prima di bloccarla assicuratevi che sia ben adagiata.
In questo modo, bloccatela bene e rigirate l'amo.
Lavorate anche sopra con la rastremata sempre con l'aiuto delle forbicine
Fissate le antenne con due calami di piume della coda di fagiano
1. 2. 3. 4. 5. 6.
Pelo di cervo Ami da Sedge del 12 v. figura Micro ciniglia verde oliva Filo nero 3/0 Hackles rosso medio 2 barbi di coda di fagiano per le antenne
Annuncio data 4° raduno Europeo 2011
4th European Rodmakers Gathering 2011
Proseguendo la grande tradizione dei raduni europei avviata dall’Ibra nel 2008 abbiaamo il piacere di comunicarvi che il 4° raduno europeo dei costruttori di canne in bamboo si trrà a Sansepolcro in Toscana - italia nei giorni 67-8 maggio 2011. I dettagli relativi all’evento verranno comunicati non appena definito il programma anche con il sostegno degli amici organizzatori degli altri raduni europei. Ci auguriamo di vedere come gia nelle prcedenti edizioni, la partecipazione di numerosi Rodmakers Europei ed Extraeuropei.
Continuing the great tradition of the European Gatherings which began in 2008 by IBRA (Italian Bamboo Rodmakers Association), it is with great pleasure that we announce that the 4th European Rodmakers Gathering will take place in Sansepolcro, Tuscany (Italy) on May 6 - 7 and 8, 2011. We will inform you about the details as soon as the programme is defined with also the help of the friends who organized the previous European Gatherings. As it was in previous editions, we sincerely hope that many European and non-European rodmakers will participate. Best Regards Gabriele Gori CEO of the Italian Bamboo Rodmakers Association
GABRIELE GORI PRESIDENTE DEL'IBRA
Michele "Mala" Malagugini
Il Meschio a Vittorio Veneto
"Tre anni" c'ho messo prima di riuscire a trovare un pomeriggio da Attilio dedicare a 'sto benedetto fiume!" "Tre anni!" "Ma si può!" Con tutte le volte che passo da Vittorio Veneto, facendo l'autostrada, per andare a pescare in Cadore, non sono mai riuscito a trovare un attimo per andare a vedere 'sto benedetto Meschio. E pensare che il tratto NK si trova a non più di 500 metri dal casello autostradale Vittorio Veneto Sud. Roba da matti! Ma è la pigrizia… La pigrizia. Anzi, sono l'età e la pigrizia. Ma poi, finalmente, un giorno mi son deciso. "Pronto? Attilio? Sei Tu? Sono il Mala… Sì, sì… Allora? Cosa dici? Vengo? Ok. Ok. Naturalmente spero di incontrarti per conoscerti di persona" Attilio Casagrande è uno dei maggiori conoscitori del Meschio, ed è anche uno dei consiglieri della locale Associazione Pescatori Sportivi. Mi sono incontrato con Attilio, Bruno ed Emanuele, lungo le rive del
Neno
Meschio in un bel pomeriggio di inizio Settembre. Per la verità siamo rimasti insieme solo poche decine di minuti, ma mi sono bastati per capire alcune cose. Prima cosa: Attilio è uno di quei personaggi che si prodiga per il "suo fiume", mettendo a disposizione il proprio tempo (magari a scapito della famiglia), la propria passione e, sicuramente, rimettendoci anche qualche €urino. Attilio, Bruno, Michele, Loris, Eugenio, Mauro... Insomma, al direttivo dell'Associazione Pescatori Sportivi del Meschio sembrano appartenere quel genere di persone che io considero oramai in via d'estinzione. Caspita! Se ci pensate persone come Attilio & Friend's potrebbero essere paragonate alle marmorate. Schive, sempre troppo poche (per sfortuna nostra e dei fiumi del nostro paese) e troppo buone, e questa, di solito, è una qualità che causa dei problemi. Soprattutto, alle marmorate. Non so se mi spiego… Seconda cosa: Il Meschio è un fiume strano. Strano,
Fario
sĂŹ. Ma nel senso positivo del termine. Di primo acchito appare come una risorgiva. Bruno mi spiegava che il Meschio nasce da una sorgente "a sifone", ubicata qualche centinaio di metri a monte del punto in cui inizia la riserva e le sue acque vengono immediatamente captate per usi civici. Inoltre il fiume beneficia dell'apporto di altre piccole risorgive che generano pozze e piccoli laghetti (da qui il toponimo "laghetti di Savassa"). A valle del tratto NK - Trofeo il Meschio entra in cittĂ (Vittorio Veneto) senza subire grossi traumi in fatto di inquinamento. Viene comunque fortemente utilizzato quale forza motrice per parecchie centraline idroelettriche, peraltro diminuite rispetto ad un passato in cui il fiume rappresentava il fulcro dell'economia locale. Negli ultimi vent'anni le cose sono cambiate anche grazie a nuove normative e alla dismissione degli scarichi generati dalle fabbriche e dalle officine che sorgevano lungo il fiume. Attualmente la qualitĂ delle acque del Meschio oscilla tra la prima e la seconda classe E.B.I. ("Extended Biotic
Index" è l'indice" che esprime la purezza di un ambiente acquatico in base alle variazioni che subisce la comunità di macroinvertebrati che lo abita). Stiamo dunque parlando di un fiume che gode, se non di ottima, di buona salute, tant'è che non è raro assistere, anche in pieno centro cittadino, alla frega dei salmonidi durante il periodo riproduttivo. Da segnalare, inoltre, la presenza della Lampreda Padana, specie fortemente minacciata dall'inquinamento, ad ulteriore testimonianza della buona qualità dell'acqua.
Relativamente al suo aspetto, diciamo che il Meschio, nel tratto di nostro interesse, è un fiume piuttosto uniforme, intervallato ogni tanto dalla presenza di briglie o paratoie, ed è suddiviso in più zone a regime di pesca differenziata e ciò per dar modo a tutti di pescare, a prescindere dalla tecnica utilizzata, compresa una zona riservata ai pesca-
tori diversamente abili della lunghezza di 100 metri circa. Gli accessi alle rive sono abbastanza agevoli ovunque, non sempre, però, è altrettanto semplice l'approccio al fiume quando si è in pesca. Le sponde sono spesso costellate da una vegetazione riparia che ostacolerà non poco il volteggio delle nostre code, soprattutto pescando al piede, ovvero senza entrare in acqua. E sì, perché il Meschio è il tipico fiume nel quale se si decide di entrare in acqua per pescare, automaticamente ci si è giocati qualche chance di cattura in più. Un primo suggerimento, dunque, è proprio questo: state sempre ben nascosti e pescate il più possibile da riva. Questo vale sia a ninfa che a secca. Ciò naturalmente non esclude la possibilità di entrare in acqua ove riterrete
Fario
opportuno farlo a causa dell'impossibilità di pescare altrimenti, e però … Terza cosa: La terza cosa riguarda i nostri "amati avversari" (frase che sembra un controsenso, lo so, ma se ci pensate bene è proprio così. Nella pesca, a mosca soprattutto, gli "avversari", come in nessun altra attività ludica, sono "amati" e non visti come delle semplici prede. Bisognerebbe riflettere su questo fatto). In Meschio avrete di che sbizzarrirvi, nel senso che sono presenti tutte le specie salmonicole a sola esclusione dei temoli. E anche le loro misure sono di tutto rispetto. Marmorata Non è affatto impossibile nel corso di una giornata imbattersi in esemplari che superano i 40 cm di lunghezza, ma sarà soprattutto la loro livrea a stupirvi! E' stata segnalata anche qualche rara cattura di temoli, per altro mai documentata con fotografie. Potrebbe trattarsi di qualche capo frutto di immissioni di qualche anno fa, anche se, a dirla tutta, i temoli hanno una notevole area di frega proprio nell'estremità inferiore del Meschio in corrispondenza della confluenza con il fiume Livenza. Ma la vera regina del fiume, naturalmente, è e rimane la marmorata, per la salvaguardia della quale l'Associazione Pescatori Sportivi del Meschio compie veri e propri salti mortali, con semine puntuali effettuate utilizzando materia-
le autoctono ricavato dall'incubatoio di valle gestito dall'Associazione stessa. Si tratta perlopiù di avannotti a sacco vitellino parzialmente assorbito e trotelle di taglia 7÷9 cm. Tutte queste attività sono il frutto di finanziamenti Regionali ottenuti in seguito alla presentazione di progetti finalizzati proprio al recupero della trota marmorata, con l'intento di ricostruire una nutrita popolazione rustica di questa specie. Quarta cosa: La pesca, finalmente. La larghezza dell'alveo mai superiore ai 10 ÷ 12 metri per una profondità media di un metro/un metro e mezzo (eccezion fatta per le zone immediatamente a ridosso delle paratie o in alcune zone un po' particolari, come ad esempio la parte bassa del tratto NK - Trofeo in Zona A, nel quale la profondità, ad occhio e croce, supera i tre metri) costituiscono le migliori premesse per l'esercizio della tecnica che preferisco: la pesca a mosca secca. Il Meschio offre comunque ottime possibilità anche per chi predilige pescare la terza dimensione, ovvero sotto la superficie dell'acqua. In questo caso la presenza di lunghi filoni d'alga potrebbe far propendere verso l'utilizzo di ninfe leggere o "gammarus", il tutto coadiuvato da uno strike in foam, da utilizzare non tanto come segnalatore d'abboccata, quanto come sostegno del finale, per facilitare il passaggio dei nostri artificiali "a perpendicolo" tra le alghe, senza correre il rischio di incagliarvisi continuamente.
Gli attrezzi che consiglio sono dunque una sette piedi e mezzo, max otto piedi per coda tre/quattro, per gli amanti della secca; una nove o dieci piedi per coda tre, per pescare a ninfa tra le alghe. Poi naturalmente il Meschio può essere affrontato anche con attrezzature più pesanti, soprattutto per chi desidera affrontare il fiume con grossi streamer o ninfoni piombati alla ricerca delle tanto agognate marmorate. Questione di gusti, insomma, al di la delle indicazioni che vi ho dato. Questo perché, a mio avviso, la pesca dev'essere sempre intesa come espressione di svago e mai trattata come una scienza esatta. Relativamente agli artificiali da impiegare, trattandosi di un fiume che presenta tutte le caratteristiche della classica risorgiva e che scorre proprio a ridosso della zona pedemontana veneta, direi che nella vs. fly box non dovranno mancare imitazioni allo stadio di emergente ed
Neno
insetto adulto di effimere, nei classici colori grigio/verde ad inizio stagione e giallo crema verso i mesi più caldi. In caccia sono buone anche le imitazioni di cavallette, api e terrestrial in generale, soprattutto in caccia durante le ore più assolate o dopo forti temporali. Per chi pesca sotto, la più classica delle ninfe: phesant tail costruite con e senza palline dorate in testa. Insomma, nulla di nuovo rispetto a quanto non sapete già in fatto di artificiali. Imitazioni semplici, essenziali, per un approccio cauto, delicato… come il Meschio. A questo punto il mio compito è terminato. Non ho la pretesa di avervi svelato tutto quello che c'era da sapere su questo fiume, spero però di essere riuscito a scatenare la vostra curiosità a tal punto da mettere in previsione una futura vostra visita sul Meschio perché, credetemi, ne vale veramente la pena. E se mi sbaglio, vi autorizzo, come al solito ad augurarmi un sonoro "Buona Pesca!" Michele "Mala" Malagugini ZONE DI PESCA E RILASCIO PERMESSI PER LA PESCA NEL FIUME MESCHIO Il tratto di fiume descritto nell'articolo scorre a ridosso della splendida cittadina di Vittorio Veneto, famosa a tutti gli Italiani per essere stata teatro della battaglia conclusiva della Prima Guerra Mondiale. Il fiume si suddivide in quattro zone: Zona A Per tutta la stagione di pesca, da Marzo a Settembre compresi, sono permesse le seguenti esche:
- mosca artificiale con amo senza ardiglione o con ardiglione schiacciato, a mezzo coda di topo - cucchiaino senza ancoretta, ma con amo singolo senza ardiglione o ardiglione schiacciato - pesciolino finto (tipo Rapala) senza ancorette ma con un solo amo singolo senza ardiglione, applicato indifferentemente nella parte centrale o in coda all'artificiale Nessun altro tipo di esca è consentito in questa zona Zona B Per tutta la stagione di pesca ad esclusione del mese di Settembre, sono permesse tutte le esche consentite dalla legge. Nel mese di Settembre valgono le regole della Zona C. In tutte le Zone B è comunque sempre proibita la pesca No Kill - Trofeo Zona C Per tutta la stagione di pesca, ad esclusione del mese di Settembre, sono ammesse le seguenti esche: - cucchiaino - mosca artificiale - imitazione di pesciolino - pesciolino vivo o morto Nel mese di Settembre sono ammesse soltanto le seguenti esche: - cucchiaino - mosca artificiale - imitazione di pesciolino (tipo Rapala) Zona X e comunque dove permessa la pesca No Kill e Trofeo: Per tutta la stagione sono permessi esclusivamente:
- mosca artificiale con amo senza ardiglione o con ardiglione schiacciato a mezzo coda di topo - cucchiaino senza ancoretta ma con amo singolo senza ardiglione o con ardiglione schiacciato - pesciolino finto (tipo Rapala) senza ancorette ma con un solo amo singolo senza ardiglione o con ardiglione schiacciato, applicato indifferentemente nella parte centrale o in coda all'artificiale Zona DISABILI Valgono le regole della Zona C per tutta la stagione DOVE RITIRARE I PERMESSI Sede Sociale A.P.S. del Meschio c/o Bar Veglia Via S. Antonio, 44 Vittorio Veneto 0438/500353 Bar Campion Via Vittorio Veneto, 23 Colle Umberto 0438/500478 Giorgio Sport Via Resistenza, 37 San Vendemiano 0438/35586 Cavallino Sport Via Vital, 98/c Conegliano 0438/410243 Il permesso di pesca per il Meschio costa 12 € e da la possibilità di pescare mezza giornata: il mattino, dal sorgere del sole fino a mezzogiorno e il pomeriggio, da mezzogiorno fino al tramonto. Oltre al permesso servono la licenza governativa in regola con il versamento per l'anno in corso ed il Tesserino Regionale per il Veneto, che si può acquistare anche presso i punti vendita dei permessi al costo di 1€.
IL FIUME CHIESE A C
CONDINO ( TN )
Andrea Garinei
Il fiume Chiese nasce dal massiccio montuoso dell’ Adamello piu’ precisamente dal monte Fumo a Trento, attraversa le valli di Fumo e di Daone formando anche due laghi artificiali il Bissina e il Bozzo, riceve le acque del torrente Adana’ in prossimita’ di Pieve di Bono , mentre piu’ a sud si getta nel lago di Idro nei pressi di Baitoni entrando cosi’ in Lombardia ( provincia di Brescia ). Il tratto di nostro interesse e’ proprio quello nel Comune di Condino, qui il fiume e’ stato diviso in due settori, il primo rigorosamente No-Kill ed il secondo, quello a monte, libero. Naturalmente e’ possibile pescare in entrambi i tratti solo se muniti del relativo e distinto permesso, quest’ultimo a seguito della vigente regolamentazione che prevede un numero chiuso di pescatori giornalieri, non e’ sempre facilmente reperibile ( viene consigliata la preventiva prenotazione ). Il fiume qui si presenta con le caratteristiche tipiche di un medio piccolo torrente di montagna, infatti sono presenti lungo tutto il tratto le classiche “buche” con pendenze ed acqua tumultuosa, subito seguite da lunghe lame caratterizzate da un andamento molto regolare e da poca corrente; il fondo e’ prettamente ciottoloso e di colore piuttosto scuro con la presenza di vegetazione acquatica, la profondita’ media si aggira intorno ai 30 cm con dei picchi massimi di un
metro in prossimita’ delle suddette buche. La polazione ittica in questo tratto e’ molto varia, infatti nella zona No-Kill ( che risente molto della risalita dei pesci dal confinante lago di Idro ), sono presenti cavedani,vaironi, trote mormorate, trote fario e anche dei temoli, mentre nella parte libera, quella piu’ a monte, trote ma soprattutto temoli di taglia. I temoli di Condino sono per tanto le prede piu’ ambite da tutti i pescatori a mosca che vengono a pescare in queste acque, infatti non e’ cosi’ “raro” imbattersi in esemplari che superano anche ai 45 cm di lunghezza. Sicuramente e’ la presenza di tali esemplari a risvegliare l’interesse di tanti Pam che frequentano assiduamente questi luoghi, infatti il desiderio e la speranza di tutti e’ proprio quella di potersi imbattere prima o poi in una di queste meravigliose catturare e di fotografare cosi’un pesce, che per le nostre acque, sta’ diventando sempre piu’ una rarita’ ed un vero e proprio record. Naturalmente gli esemplari di taglia stazionano prevalentemente nelle buche, dove la maggior profondita’ e corrente garantisce sempre cibo e riparo; esemplari di taglia piu’ contenuta sono invece ben distribuiti un po’ su tutto il tratto ed anche sulle piane sono sempre garantite divertentissime catture. Nel Chiese la pesca a ninfa si rivela spesso l’ “arma ” vincente, poiche’ e’ in grado sia di risve-
Temolo del Chiese catturato con un’ imitazione di sedge gliare l’ interesse dei numerosi pesci di taglia e sia a garantire sempre delle catture salvandoci magari da un inevitabile “cappotto” soprattutto in quelle giornate dove puo’ venire a mancare l’ attivita’ di superficie. Ottimale e’ pescare in High Sticking utilizzando magari una canna 10 piedi con coda 4, da qui grande spazio all’imi-
tazioni da usare, infatti si puo’ partire utilizzando il classico porta sassi ( presenti in abbondanza in queste acque ), o affidarsi alle piu’ collaudate Phesant Tail, per passare poi anche alle piu’ generose e “disparate” Gold Beads. Naturalmente per tutti gli amanti di canne corte e code leggere il divertimento e’ assicurato anche con la “secca”, infatti le tanto amate bollate qui non mancano, anche se quest’ultime a volte sono piuttosto condizionate da precisi orari,stagioni e naturalmente dalle schiuse del momento. Nel Chiese per tanto e’ piu’ consigliabile pescare in “caccia”, “sondando” magari il sottoriva utilizzando dei terrestrial come api o maggiolini, oppure lanciando le nostre imitazioni Pesca a ninfa in una tipica in tutti quei molteplici “corbuca del Chiese con la tecrentini” affidandosi magari alle nica dell’ HIGH STICKING classiche e sempre adescanti imitazioni di sedge.
Puo’ capitare che a volte le catture si facciano piu’ rade ed i pesci stentino ad abboccare rifiutando imitazioni “voluminose” , in questi casi e’ sempre opportuno ricorrere a mosche piu’ “contenute”come piccole imitazioni d’ effimera in CDC o anche ad emergenti realizzate su ami del 18/20.
La zona NO KILL (prelievo nullo); contrassegnata da abbondante segnaletica, si estende per circa 2 kilometri a sud del paese di Condino. Inizia all'incirca nelle vicinanze del ponticello che attaversa il fiume Chiese, e, continua fino a confinare praticamente con le acque dell'Ass. Pescatori di Storo. I PUNTI VENDITA DEI PERMESSI GIORNALIERI SONO: Bar Pasticceria CHIARA; via sassolo angolo P.zza S.Rocco; tel. 0465621644 ( per tutte le zone) Maurizio Sport; via Roma 49; tel. 0465621724 (per la sola zona NO KILL)
P_ecd (effimere)
amo: tmc 103 bl 11 filo di montaggio: gudebrod 8/0 rusty brown addome: alce code: alce torace: dubbing di scoiattolo dark brown, lepre, cdc ali: bunch di cdc
Paolo Pettine
Autunno in Toscana Alessandro Sgrani
Io sono un convinto frequentatore e sostenitore delle nostre acque, per nostre intendo italiane, soprattutto delle acque libere, più sono selvagge, non gestite, perché no, lasciate andare, più trovo soddisfazione nel pescarci. Con questo non voglio certamente dire che sono contro la gestione delle acque, anzi, faccio parte del comitato di gestione della Tail Water Sieve. Purtroppo ad oggi è inevitabile l’impegno delle associazioni di pescatori nella gestione di ZRS (Zone a Regolamento
Specifico), perché l’abbandono e ancor peggio l’indifferenza, fanno si che vengano distrutti fiumi senza la minima resistenza. Le pubbliche amministrazioni che dovrebbero in qualche modo tutelare il nostro ambiente, raramente lo fanno, e spesso si fanno convincere volentieri da progetti, che ne riempiono le casse, ma nello stesso tempo distruggono habitat nel silenzio, magari in nome di energia pulita e rinnovabile. Chi frequenta fiumi e torrenti in Toscana ne sa qualcosa. Per esem-
pio trovo incredibile che non ci sia un progetto di salvaguardia degli ambienti dove vive la nostra trota autoctona, Mediterranea, Appenninica chiamatela come volete, quella trota che vive nei nostri fiumi, e che ha imparato a fare i conti con mille difficoltà , fortunatamente millenni di evoluzione la mettono in condizione spesso di spuntarla. Mi è capitato di assistere con grande emozione a veri e propri miracoli, tratti di fiume completamente devastati dalle ruspe, avvelenamenti vari, piene devastanti, immissioni massicce di fario atlantiche, ma in poco tempo le nostre stupende fario riprendono il sopravvento, e le ritrovi al loro posto. Quindi, come dicevo, ben vengano le associazioni di pescatori che gestiscono le acque, possono poi farlo in maniera ottimale o meno, dipende anche dai punti di vista, sicuramente essendo presenti, frequentando e inevitabilmente avendo un dialogo con le amministrazioni locali, hanno qualche possibilità in piÚ di difendere il fiume da progetti che lo devastano irrimediabilmente. Infatti le nostre amate trote, niente possono fare quando gli togliamo il loro bene primario, l’acqua.
Fatta questa premessa vorrei parlarvi di alcuni fiumi sia liberi che gestiti presenti in Toscana, frequentabili anche in autunno. Per gli amanti della nostra trota autoctona ci sono molti tratti di fiumi aperti alla pesca, per esempio i tratti classificati a ciprinidi della Lima o del Serchio, anche in Lunigiana l’istituzione da diversi anni di otto Zone a Regolamento Specifico danno la possibilità di pescare in questo periodo, in bellissimi fiumi e torrenti come il Magra, l’Aulella, il Taverone, il Bagnone e il Rosaro. (per info http://portale.provincia.ms.it).
In questi fiumi si ricerca la qualità della pesca, per frequentarli con soddisfazione dobbiamo tener presente che una trota stanziale di trenta centimetri è già una splendida cattura. Personalmente non ho difficoltà, anzi, amo talmente queste trote e questi ambienti che traggo infinite emozioni soltanto nel frequentarli. Vi posso comunque garantire che le catture non mancano, con delle sorprese inaspettate. Nell’affrontare questi ambienti alcune accortezze sono inevitabili, ricordandosi che sono ambienti naturali dobbiamo prestare attenzione al disturbo, sia nostro che della nostra attrezzatura, infatti questi pesci sono timidi e scaltri, se le cose non gli tornano spariscono senza darti una seconda possibilità. Seguono inoltre il ritmo del fiume, se non c’è condizione, inutile insistere. L’autunno però regala momenti stupendi, di regola il livello dell’acqua è buono e solitamente nelle ore centrali c’è il massimo dell’attività. La tecnica regina per affrontare questi ambienti in condizioni di acqua normale e nei momenti di maggiore attività è senza dubbio la sommersa a salire. Se vogliamo avere
una certa continuità di catture durante l’arco della giornata, però, dovremo però pescare a ninfa, sempre a salire ovviamente. Difficilmente troveremo schiuse imponenti e pesci in bollata continua, proprio per la morfologia degli ambienti stessi. Buoni risultati si possono comunque ottenere anche con la secca, pescando prevalentemente in caccia, a patto però di sapersi accontentare. E’ inevitabile che il numero delle catture è minore rispetto alla pesca con tecniche sommerse. Spesso pescando in drop, cioè con la secca sul bracciolo e una ninfetta di punta, si ottengono buoni risultati, e soprattutto si possono affrontare ambienti più disparati, dalle correntine alle piane di acqua lenta. E’ una tecnica che tutto sommato ha un suo fascino, ed è perfetta per i pigroni, perché come dicevo riusciamo a cambiare pochissimo montatura e nello stesso tempo ad essere quasi sempre efficienti nei vari tipi di acqua. Le due Tail Water invece, danno la possibilità di pescare addirittura fino a Dicembre nel Tevere e fino all’ultima domenica di Novembre nella Sieve. Il Tevere non ha certo bisogno di presentazioni, tutti ormai lo conoscono, questo periodo poi è probabilmente il migliore, le schiuse abbondano l’attività dei pesci anche. La Sieve sicuramente meno conosciuta, è decisamente migliorata con il passare del tempo, ormai siamo alla fine del quarto anno di gestione e si denota una ottima presenza di trote di tutte le classi di età. Anche in TWS il periodo migliore è decisamente l’autunno, infatti il l’alto livello dell’acqua rilasciata dalla centralina del lago di Bilancino, determina un’attività continua durante la giornata, facilita l’approccio e permette ai pesci di spostarsi anche in zone di acqua bassa e veloce. In Sieve non dobbiamo aspettarci però grandi schiuse, qualche bollata sporadica la possiamo trovare sempre. E’ decisamente il regno della Czech Nymph. Questa tecnica si addice perfettamente alla tipologia di fiume, probabilmente poi la massiccia presenza di gamberetti induce le trote a nutrirsi prevalentemente sul fondo, data la loro corpulenza, ne devono fare vere e proprie scorpacciate. Nei tratti dove si allarga e la corrente diminuisce consiglio di montare una sedge sul bracciolo con una ninfetta sul 14 in punta, facendo delle belle passate, senza disdegnare i tratti di bassofondo, anche se sono in mezzo al fiume e completamente allo scoperto. Infatti spesso le grosse trote si mettono in caccia proprio in questi posti,
esattamente dove non ti aspetti che stiano. Questo fiume merita un approccio corretto, non dobbiamo pensare ad un posto facile, tutt’altro, qualsiasi situazione ci sia dobbiamo sempre pescare bene, e con convinzione. Il comportamento che assumono le trote, sia quelle cresciute in TWS, sia quelle immesse da adulte, può indurre infatti a scoraggiarsi e per chi non conosce il tratto a pensare che ci sia poco pesce. Infatti le poche bollate e i pochi pesci avvistabili non aiutano la nostra convinzione. L’errore spesso sta proprio qui, quindi la ricetta è semplice, pescare convinti in tutti gli angoli. Gli irriducibili scettici si potranno facilmente convincere facendo qualche strippata con uno streamers nero, gli attacchi saranno tanti ma le catture scarse. Come accennavo all’inizio, io amo molto le nostre acque, in queste mi sono formato come pescatore, mi hanno dato la possibilità di scoprire e mettere in pratica molte tecniche, e di affinarne altre magari imparate altrove. Trovo quindi fondamentale la frequentazione di ambienti il più possibile naturali, difficili, magari dove qualche insuccesso iniziale rende le cose più difficili, ma la soddisfazione di averne ragione ripaga senza dubbio tutte le giornate no.
CORSO DI PESCA A MOSCA A LUCCA a cura del Friends of Fly Il Friends of Fly - club di pesca a mosca organizza per Gennaio 2011 un corso di pesca a mosca per principianti. Il programma comprenderà vari aspetti della PAM compreso, l’etica, le attrezzature, la costruzione e il lancio. Al termine del corso teorico, gli istruttori accompagneranno i partecipanti sul fiume per una prova “pratica”. Per informazioni contattare Moreno Borriero al numero 340 4963582 o per e-mail: moreno.borriero@gmail.com oppure Giacomo Del Grande al numero 3382447981 o per e-mail: gdelgrande@gmail.com. Per maggiori informazioni sull’attività del club, visitare il sito www.flyfriends.it Moreno Borriero Presidente Friends of Fly