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Rivista di Pesca a Mosca
Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n째1963
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLI-
n째16
Maggio - Giugno 2012
Direttore Responsabile Baroni Franco Direttore Editoriale Mondini Alberto Ill Noce in Val di Sole Massimo Matteuzzi
Il Bacchiglione Roberto Furlan
Grafici Mondini Alberto Bagagli Daniele
Coordinatore Redazionale Magliocco Massimo Emergente Luca Santoro
L’alto coeso del Velino Gabriele Zingaro
Corso Istruttori Pievepelago Massimo Matteuzzi
Simflyfestival Ufficio stampa S.I.M.
Collaboratori Castellani Luca Borriero Moreno Bailey Philip Distribuzione WEB Pubblicazione Bimestrale Registrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del 09/07/2009 Rivista Gratuita Pubblicità Alberto Mondini Tel. 3318626216 e-mai:flyfishing1949@gmail.com
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“Patente” di pesca…. So che questo è un argomento forse un po’ inflazionato ma a mio avviso è sempre in voga. Cosa è oggi la licenza di pesca in Italia ? Nulla, nient’altro che una tassa, un conto corrente e nulla più. Se andiamo a vedere cosa significa la parola licenza, capiremmo che essendo un “permesso” dovrebbe sottostare a delle regole, un pò come succede per la patente, fai un corso di guida, studi, passi l’esame e poi se va bene puoi portare la macchina. La licenza invece no, chi vuole praticare il nostro sport lo può fare entrando in un ufficio postale e pagare una tassa. Da quel momento è un pescatore magari senza sapere nulla di un fiume e dei suoi abitanti, E’ normale questo ? E’ giusto che chiunque senza nessuna regola possa esercitare un diritto solo per aver pagato una tassa ? So che in alcune regioni il rilascio della licenza è una cosa seria dove per averla si deve passare un esame, ma per il grosso delle altre no. Uno dei problemi è stato quello di dare tutto in mano alle provincie che hanno deciso di fare quello che in quel momento sembrava migliore per loro. Ma è normale che un fiume che fa da confine tra una provincia e un’altra una riva ha delle regole e un’altra delle altre ? Allucinante!!!! In Gran Bretagna la licenza è Nazionale, l’apertura della trota avviene nello stesso giorno e chiude nello stesso giorno e sono quattro stati diversi !!!! Vi ricordate il vecchio libretto blu ? almeno c’erano scritte delle regole che erano valide in tutta Italia. Se dipendesse da me tornerei alla gestione Nazionale con regole uguali in tutta Italia e per andare a pescare si dovrebbero passare degli esami presso la guardia forestale locale che rilascerebbe “l’autorizzazione” di pesca senza se e senza ma. Vuoi essere pescatore ? Bene, iscriviti al corso gratuito tenuto dalla guardia forestale e studia!!!! Ma visto che sono in vena, istituirei anche una licenza speciale per salmonidi…. Quanti di coloro che il giorno dell’apertura si accampano la sera prima con dei falò accesi e che per un paio di settimane affollano i nostri fiumi per poi scomparire la prenderebbero ?
Massimo Magliocco
“Il Noce in Va
al di Sole�
Massimomo Matteuzzi
La Val di Sole è una delle più belle mete del Trentino per chi è in cerca di emozioni forti legate alla montagna, sport per tutti i gusti e una vacanza a contatto con la natura. La Valle è contornata da gruppi montuosi molto famosi, quali l’Ortles-Cevedale a Nord, il Gruppo del Brenta a Sud e Adamello-Presanella a Ovest. All’interno della Valle scorre il Torrente Noce, oggetto di quest’articolo e meta di una “due giorni” piscatoria in marzo, di cui rendo conto di seguito.
Con montagne di questa imponenza tutt’attorno, il Noce gode di una portata d’acqua molto abbondante nei mesi estivi; i pescatori a mosca che vogliono affrontare con successo queste acque devono tenere conto di quest’aspetto e tentare soprattutto nei mesi di Marzo-Aprile e in Settembre, quando lo scioglimento delle nevi si arresta. La conformazione è tipica di un grosso torrente alpino, con grandi massi nel letto del fiume a creare spazi di vita ideali per le trote, alternati a piane con meno corrente. È una situazione ideale per la pesca a ninfa e streamer, ma in determinati momenti anche la secca può dare grandi soddisfazioni. Personalmente amo molto questo fiume, ma mi rendo conto che risulti difficile per molti pescatori, che invece prediligono ambienti che richiedono un minor tasso tecnico; la contropartita però è molto interessante, dato che tra gli affluenti Trentini dell’Adige, il Noce presenta la popolazione di marmorate con taglie massime maggiori. Quest’anno, poco dopo A sinistra: Gianpiero in azione Sotto: il torrente Rabbies
l’apertura, è stato catturato un esemplare di oltre 9 kg di peso, per una misura vicina ai 90 cm: le photo pubblicate sul sito dell’Associazione Pescatori Solandri e altri siti, possono dare un’idea della dimensione incredibile di questo animale. Trote di qualche Kg di peso sono invece abbastanza comuni e vengono catturate spesso con esche naturali, ancora oggi le preferite dai Valligiani. Il permesso dev’essere fatto presso gli esercizi convenzionati e richiede uno studio prelimin a r e
Marmorata del Noce
Alveo del fiume
vista la quantità di zone a disposizione. I Guardiapesca sono estremamente cortesi ma molto attenti a vigilare sul rispetto delle regole; questa è una garanzia per tutti i pescatori che si approcciano a queste acque. Giovedì 15 Marzo. La nostra pescata inizia con un appuntamento a Dimaro, dove ci aspetta il mio collega Giampiero Bertolini, che si è offerto di accompagnarci sul fiume e farci provare qualche interessante “spot”. Ci rechiamo in località Cavizzana e lasciamo l’auto presso l’incubatoio gestito dall’Associazione Pescatori Solandri. Il lavoro che viene svolto è ammirevole, la gestione è improntata alla più integrale salvaguardia della trota Marmorata, che viene selezionata attraverso campionamenti rigorosi e ripetuti. Il risultato è che le marmorate del Noce presentano una rusticità incredibile, sono estremamente diffidenti e difficili da catturare. L’attenzione non è stata posta al cestino del pescatore bensì alla qualità del materiale immesso. In questa zona è stata di recente istituita una nuova Zona Trofeo che si aggiunge ad altri tratti con regolamento speciale. Il torrente è molto vario, con belle buche e grandi tane, sicuramente adatte alla crescita di esemplari ragguardevoli. La mia giornata comincia qui e opto per una pesca classica, a risalire, con ninfe in tungsteno di misure e pesi differenti: le catture non sono numerosissime ma la taglia media è molto buona e le trote sono tutte ben pinnate, evidenSopra: portasassi Sotto: vita subacquea
Fario
ziando delle belle caratteristiche morfologiche. Riesco a prendere begli esemplari, che danno il loro da fare, vista la portata d’acqua a centro fiume. Ad un certo punto, dentro una corrente sostenuta e profonda attacco un pesce che si difende risalendo lentamente il fiume e facendo sfrizionare il mio mulinello in varie occasioni. Purtroppo non avrò neanche la possibilità di vederlo, perché dopo 2 minuti circa decide di slamarsi lasciandomi con la delusione dipinta in volto. Peccato, sarà per la prossima volta! In giornata catturo e fotografo delle belle Marmorate e Fario a ridosso dei 40 cm, divertenti e combattive quanto basta per mettere alla prova la mia 10’ in varie occasioni e per rendere la giornata ben riuscita. L’ambiente è comunque appagante, al di là delle catture. Una cosa in particolare lascia impressionati: la quantità di portasassi presenti nel fiume, sia per dimensione sia per quantità. Alcuni sassi ne sono letteralmente ricoperti, creando degli effetti spettacolari che provo a immortalare per ricordo. Giovedì 16 Marzo. Il giorno dopo decidiamo di fare sia il Noce che di provare il bellissimo Rabbies, un importante affluente che scende dal parco Nazionale dello
Stelvio, ricco di belle trote Fario. La giornata è più per le photo che per la pesca in sé, ma comunque abbiamo modo di divertirci con qualche cattura degna di nota. Rispetto al giorno prima la pescosità è diminuita, complice il meteo di alta pressione: in questi giorni la temperatura diurna è stata eccessiva e fuori dalla norma stagionale e i livelli sono comunque troppo bassi per il periodo; le montagne circostanti non hanno molta neve e la pioggia è stata scarsissima nei mesi precedenti. Detto questo, risalire la Val di Rabbi merita anche solo per gli scenari da cartolina che si offrono al visitatore. Il torrente è il tipico ambiente alpino di larghezza contenuta, con massi e correnti che scavano tane profonde. La presenza di ostacoli semi-sommersi come tronchi e rami, rende l’ambiente ideale per le trote. Portata e regime sono soggetti alle normali variazioni stagionali, ma il colore è sempre chiaro, il che rende il Rabbies una buona alternativa al Noce, in alcuni periodi dell’anno. RIFLESSIONI Il Noce non è un fiume facile, la gestione attuale rifugge dalla logica “pronta pesca”, le trote sono scaltre, diffidenti e molto selvatiche. Tutto ciò, a ben pensarci, è proprio il motivo per cui scegliere questa destinazione. Per fortuna l’ambiente è molto bello, in particolare le valli dei torrenti tributari sono dei gioielli da apprezzare al di là della pesca. Quindi mi sentirei di consigliare questo itinerario a chi vuole gustare la pesca “al naturale”. Nel caso siate accompagnati da non pescatori la valle offre numerose attività alternative, adatte a tutti.
Un’altra Fario
Zona trofeo
Incubatoio ATTREZZATURA La pesca a ninfa è la prima scelta viste le caratteristiche dell’alveo del Noce; se l’acqua è molto chiara conviene scendere con i diametri, altrimenti meglio un tip robusto, nel caso incorriate in una cattura di dimensioni generose. Come canna consiglio una 10’ per coda 3/4, per gestire al meglio ambienti vari. Per la secca anche una 7’,6’’ coda 3 può essere usata con soddisfazione al posto della classica scelta di una 9’, sempre valida in torrenti come questo. VITTO/ALLOGGIO In zona Dimaro ci sono molte Pensioni e Ristoranti; noi siamo stati presso il Bar Affittacamere Jolly, ambiente semplice ma accogliente, vicinissimo al fiume e con la possibilità di fare i permessi della Riserva. Vi consiglio di provare anche la Grappa prodotta dalla “casa”, rende gioviali le serate in compagnia, anche se i pesci tendono a lievitare nei racconti via via che si alza il gomito. Massimo Matteuzzi è Istruttore FFM, vive a Bologna. Per contatti: www.flyfishingmasters.it
AKTIV HOTEL in collaborazione con FLYFISHINGMASTERS SCUOLA DI PESCA A MOSCA organizza nei mesi di Luglio e Settembre corsi di lancio con attrezzature leggere, pesanti e con canne a due mani. Corsi di pesca a mosca, secca, ninfa e costruzione artificiali. Per info: albertogargantini@libero.it Tel 0043-6645307670 0043-6643951805
Il
Bacchiglione Roberto Furlan
La provincia di Vicenza, a mio parere, è il simbolo di una gestione lungimirante del suo patrimonio ittico. Tutti conoscono la realtà del fiume Brenta, ma ci sono altri itinerari altrettanto entusiasmanti, come per esempio le acque in concessione alla P.A.B.A.T. Questa associazione gestisce oltre 100 Km di corsi d’ acqua come il Bacchiglione, l’Astichello e il Tesina, ma non sono da sottovalutare la miriade di piccole risorgive dove sono ancora presenti pesci come lo Spinarello e la Cobite, che, anche se non interessanti per il flyfishing, sono sinonimo di acque di alto pregio. Quando Francesco mi chiama per una pescatina insieme in queste zone, io non posso esimermi dal mancare all’appuntamento perché so che con lui mi diverto sempre, come quella volta in Irlanda, ma questa è un’altra avventura
A questo punto vi chiederete chi è Francesco. Francesco Nassi è stato allievo del famoso Stanislao Kuckiewicz negli anni 70 e da trent’anni fa parte della Polizia provinciale settore caccia e pesca e da qualche anno è diventato responsabile per tutta la provincia, ed è grazie a lui e a persone come lui che Vicenza è secondo me il territorio italiano con il più alto numero di NO KILL, volti non solo alla protezione di trote e temoli, ma anche di lucci, carpe, persici reali, pesci che trovano in queste acque sempre fresche luoghi ideali per vivere e riprodursi. Ma parliamo di pesca. Il tratto di Bacchiglione che Francesco mi voleva far vedere va dal ponte di Vivaro al ponte di Cresole. Così in compagnia di un altro Francesco, che la combriccola FFM conosce bene, ci siamo recati all’appuntamento con Nassi che ci ha accompagnati sul luogo di pesca. Appena superato l’argine ci è apparso il fiume, che, anche se con livelli molto bassi, faceva bella mostra di sé con le sue correntine e le sue piane, dove non passavano inosservate alcune bollate. Come sempre al cospetto di tali inconfondibili segnali, mi sale la “scimmia” e devo urgentemente portarla in acqua. I due Francesco ed io iniziamo a pescare con il classico approccio light che è doveroso in acque piatte. Io come sempre monto come prima mosca la mia “ciapona”e inanelliamo così un elevato numero di trote sia fario che iridee di discrete dimensioni e sporadici cavedani. Purtroppo non siamo riusciti a catturare dei temoli che Nassi dice di essere presenti in buona quantità con taglie che sfiorano i 50 cm. In compenso ad ogni fine piana, dove la corrente ritorna a ridere, interi branchi di barbi iniziavano i preparativi per la frega. Se avessi avuto con me una canna più lunga due giri a ninfa li avrei fatti più che volentieri, il barbo è un pesce che mi piace molto, perché non è mai domo finché non entra nel guadino. Le mosche che hanno funzionato meglio oltre alla “ciapona” sono state delle sedge in pelo di cervo e quella che Nassi chiamava “il bruco”su amo del 14 lanciate con canne 7e6 coda 3. Questo tratto di fiume non è particolarmente difficoltoso, basta essere in grado realizzare dei lanci curvi e un avvicinamento cauto ed il gioco è fatto.
Non voglio tediarvi con descrizioni di ogni singola cattura, perché vi assicuro ce ne sono state tantissime, ma solo fare cadere la vostra attenzione sul fatto che a volte dietro l’ angolo o quasi ci sono posti di pesca poco conosciuti, ma che possono regalare alcune ore di puro divertimento, specie se condivise con gli amici Ho inserito due foto anche se non di ottima qualità delle mosche utilizzate, manca solo la “ciapona” che vi farò vedere in futuro. Per pescare in Bacchiglione o in qualunque altra acqua di questo comprensorio vi mando al sito www.pabat.it .Qui troverete tutto, viabilità, permessi e mappe molto dettagliate. Come per altre zone del vicentino i permessi giornalieri sono rilasciati dal 1 Maggio. Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di accedervi a fine marzo grazie a Nassi, che facendo parte del direttivo dalla P.A.B.A.T. mi ha fornito i permessi di pesca riservati agli ospiti.
Emergente Luca Santoro
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edizioninuma.com
“Corsi FFM a Pievepelago” 59° Corso di Perfezionamento – 8° Corso Istruttori FFM
Massimo Matteuzzi
Dimostrazione
Dal 28 Aprile al 02 Maggio 2012, la FFM ha organizzato il consueto Corso Annuale Istruttori, quest’anno arrivato alla 8° Edizione. In contemporanea, come da tradizione, è stato affiancato il Corso di Perfezionamento giunto ormai alla 59° Edizione. Il tempo non è stato clemente, avendo piovuto per 3 giorni su 4, ma le attività delle Scuola si sono svolte con grande efficacia, grazie alle ottime strutture a disposizione ed al Torrente Scoltenna, raggiungibile a piedi dai campi sportivi di allenamento. L’eccellente mix di strutture indoor (palestre comunali) e outdoor, l’albergo organizzato con spazi a disposizione per la discussione e gli esami, l’ospitalità Emiliana condita con cene eccellenti, spiega bene perché la Scuola abbia qui la sua Sede Nazionale.
Quest’anno la FFM ha accolto tra le sue fila 3 nuovi Aspiranti Istruttori che provengono da varie parti d’Italia: Francesco Gastaldi, di Padova, Lorenzo Ferrari di Firenze e Claudio Anselmo di Genova. Tre giorni e mezzo molto intensi che hanno permesso a tutti di provare nuove soluzioni di lancio, migliorare la tecnica individuale e provare con assiduità i lanci fondamentali del proprio bagaglio tecnico. All’interno del programma è stato dato ampio spazio alla dimostrazione sia su prato sia in acqua, alla componente teorica, con i commenti delle numerose riprese Video e Photo effettuate ed infine allo scambio di opinioni tra i partecipanti, sempre molto utili per aumentare la consapevolezza delle dinamiche del lancio tecnico.
Spiegazione
Loop
Alla fine di questa lunga 3 giorni e ½ la consegna dei Brevetti e Attestati di Partecipazione ha sancito la chiusura dei lavori e ha ritratto la soddisfazione nel volto di tutti. Arrivederci al prossimo anno a Pievepelago! PIEVEPELAGO (2.276 ab./781 mt. S.l.m.) Pievepelago è posto sulle rive del torrente Scoltenna, nell'angolo dell'Appennino Modenese che confina con la Toscana, nei pressi del Monte Giovo (1991 m) e del Monte Rondinaio (1964 m). Tra i monti circostanti si trovano alcuni laghi, tra cui il Lago Santo (1501 m s.l.m.), di origine glaciale, il lago Baccio, il Lago Turchino, il Lago Piatto e il Lago Nero. Il territorio si presenta ricco di boschi di castagni, faggi e conifere, percorsi da numerosi sentieri. È un centro di primaria importanza per gli sport estivi, con un’ampia dotazione impiantistica per calcio, tennis e vari altri sport, con una bella piscina e impianti coperti. E’ sede di uno dei principali centri federali tennis giovanile FIT ed ospita vari corsi giovanili di calcio e altri sport.
Prove di lancio
PIEVEPELAGO I.A.T. (Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica) PIAZZA V. VENETO, 16 - 41027PIEVEPELAGO (MO) Tel.: (+) 39-053671322 FAX: 053672025 Torrente Scoltenna (33 km) Lo Scoltenna è un grosso torrente dell'Emilia-Romagna, principale ramo sorgentizio del fiume Panaro. Nasce a sua volta dall'unione di svariati torrenti minori, tra i quali il più lungo è il Rio delle Tagliole (10 km), che sgorga sullo spartiacque appenninico dal versante nord del Monte Rondinaio, scendendo a valle in direzione nord-est dopo aver ricevuto gli emissari del Lago Santo modenese e del Lago Baccio, fino in località Ponte Modino, alla periferia sud di Pievepelago. Zone di Pesca ll Torrente Scoltenna ed affluenti è uno dei più bei torrenti dell’Appennino Settentrionale. Ricco di una popolazione di Trote Fario di buona rusticità, presenta alcuni tratti a gestione “No Kill”. Per esercitare la pesca bisogna essere muniti di Licenza di Pesca, Tesserino Regionale (Segnacatture) valido per l’ Emilia/Romagna e di permesso giornaliero per la zona “No KIll”. I permessi sono prenotabili presso: •Pasticceria ``La dolce vita``, Via Roma 98, Pievepelago tel. 053672060. •Bar Ristorante ``la Tavernetta`` in via statale a Riolunato (Mo) tel. 053675085 (chiuso il mercoledì). Il rilascio delle autorizzazioni avviene nei limiti della capienza massima giornaliera. Vitto/Alloggio Albergo Ristorante "Bucaneve", Via Giardini Sud 31 41027 - Pievepelago (MO) Telefono: + 39 0536 71383 - WEB: http://www.albergobucaneve.com/ L'albergo Bucaneve è situato a 1 km dal centro di Pievepelago lungo la statale del Brennero a 6 km dagli impianti di risalita di Sant'Anna Pelago e 9 km da quelli dell'Abetone e del Cimone Massimo Matteuzzi è Istruttore FFM, vive a Bologna. Per contatti: http://ffmmassimomatteuzzi.wordpress.com/
Photo di fine corso
L'alto corso del
Velino Gabriele Zingaro www.pamgea.com www.gabrielezingaro.it
La sabinia è tra le zone europee con maggiore densità di acqua in rapporto all'estensione territoriale; all'interno della provincia di Rieti sono ben note ai pescatori le quattro zone No Kill di pesca a mosca istituite dall'amministrazione. Tuttavia il fiume Velino a risalire dall'abitato di Canetra è aperto a tutte le tecniche di pesca essendo un fiume, come si suol dire, "libero" e spesso può regalare emozioni inaspettate e catture di tutto rispetto considerata la portata torrentizia del corso d'acqua. Leggi tutto
Cattura a ninfa
Fario del Velino
Acque cristalline
Il fiume Velino nasce dal monte Pozzoni a (1903 mt) e dopo circa 90 km si getta nel Nera grazie alla spettacolare Cascata delle Marmore, create a seguito di ripetuti interventi in epoca romana. Il tratto che ci interessa è la parte compresa tra le Gole del Velino e Canetra, paese non molto distante dal tratto No Kill di Vasche, nella provincia di Rieti; qui il fiume ha un letto ghiaioso e non particolarmente largo, che consente l'uso di canne corte e code leggere. La stagione di pesca rispetta un bioritmo ben preciso, a seconda della quantità di acqua che il fiume ha nel corso delle stagioni e (volendo essere schematici) i mesi che vanno da marzo a maggio, quelli primaverili per intenderci, sono i più proficui, in quanto lo scioglimento delle nevi e le piogge garantiscono una portata tale da mettere in attività le trote tutta la giornata; nei mesi estivi, invece, meglio concentrarsi nel classico coup de soir, che può rendere possibili interessanti catture in dry fly. Ecdyonurus, Isoperla e Baetis sono gli insetti maggiormente presenti durante gli sfarfallamenti, mentre i terrestrial con l'arrivo dei primi
Una Fario oversize di Canet
caldi, iniziano ad affacciarsi sulle sponde, rendendo possibili catture con grilli ed imenotteri lanciati e fatti pattinare in prossimità della vegetazione. Ovviamente la taglia media delle catture non è così elevata, ma spesso si tratta di trote immesse da avannotti o addirittura autoctone, ben riconoscibili dallo sviluppo accentuato delle pinne e dai colori assolutamente mimetici col fondale. Tutto ciò rende la pesca a volte anche abbastanza complessa durante la schiusa, trattandosi di trote che sanno perfettamente ciò di cui si stanno cibando, aggiungendo quel pizzico di tecnica e malizia necessarie che a fine giornata renderanno l'angler soddisfatto pur non avendo (molto probabilmente) catturato la trota della vita. E' difficile generalizzare una tecnica valida per tutto il corso del Velino di cui stiamo parlando, in quanto molte sono le situazioni che si possono trovare, da posti aperti e senza ostacoli, a punti in cui si fa fatica a stendere la coda obbligandoci ai roller; il fiume in alcuni punti può avere 25 cm di acqua ed in altri 1 metro e mezzo, rendendo in questo caso più restie le trote a salire in superficie in assenza di schiuse. In linea generale il sistema che ad inizio stagione rende di più è la pesca in dropper, ovvero una secca ed una ninfa collegata con un bracciolo sul gambo della prima. Per eseguire correttamente questa pesca, spesso micidiale, meglio non utilizzare attrezzi eccessivamente corti e ricorrere ad una canna 8' (o anche 8,6') nei tratti più aperti, agevolano il controllo delle due imitazioni, da effettuare a canna alta e pescando upstream. Altro sistema abbastanza valido, soprattutto in acque basse, è la pesca con la sommersa; tecnica sempre più in disuso, forse anche per le difficoltà che comporta
saper eseguire correttamente l'azione, ma può essere un vero jolly, da pote Le imitazioni migliori per la pesca in dropper, come dry fly, sono una Klinkhamer o u mentre una bella March Brown (meglio se Parachute) nei primi mesi è una garanzia pesante, così da non compromettere la galleggiabilità della montatura; una piccola C svolgere egregiamente il loro lavoro. Molto utili sono anche la DaGa Special e la Gab cia nei punti in cui la corrente crea dei raschi di acqua cristallina, non particolarmente I coup estivi a volte possono essere davvero divertenti, ma anche impegnativi, in qu nissimo, come detto in precedenza, cosa stanno cercando. Di solito le mosche con le orange) di misura calante col passare dei mesi, partendo dal #14 in giugno, per finir insetto, così da non rimanere delusi da continui rifiuti che spesso possono portare la Non ho menzionato in alcun modo le sedge, ma non è un caso. Pochissime volte che l'uso delle imitazioni di questa specie diventa occasionale; personalmente
Profilo basso di avvicinamento
er sfoderare in particolari momenti della giornata. una Royal Wulff dalle generose dimensioni e ben visibili, per la stagione inoltrata, a di successo. Le ninfe migliori sono tutte quelle con la testina non eccessivamente Copper John, o le classiche Pheasant Tail o Hare's Ear, in tutte le loro varianti, sanno Opt White Spot (presentate in qualche articolo fa), soprattutto per la pesca in cace profondi. uanto le trote spesso sono in attivitĂ nei punti strategici della corrente, e sanno bee quali si hanno maggiori catture, sono delle parachute di colore yellow (o sulphur re al #18 in Settembre. Meglio avere con se comunque varie imitazioni dello stesso a trota a smettere completamente di bollare. capita di assistere a sfarfallamenti di tricotteri in questo tratto di Velino, al punto uso una Elk Hair Caddis solo come mosca da caccia, durante il pomeriggio e
Cattura con Royal Wulff
Cattura con prtridge orang
solo nei punti in cui la vegetazione riparia può offrire alle sedge un luogo di "riposo". Credo che la quasi assenza di caddis adulte sia riconducibile proprio al fatto che il tratto in questione, per lunghi tratti è quasi totalmente privo di alberi, non offrendo un adeguato habitat per i tricotteri che tanto amano stazionare sulle foglie al riparo durante il giorno. Notizie Utili ed Informazioni Turistiche Prima di partire per il Velino Alto è bene informarsi sullo stato dei livelli del fiume; può capitare infatti che in annate secche, caratterizzate da poca pioggia (come quella attuale, ndr) la parte a monte di Borgo Velino sia di fatto impraticabile per la pochezza d’acqua. Per poter esercitare la pesca nella provincia di Rieti è necessario munirsi del tesserino segna catture, reperibile in loco alla provincia (previo bollettino postale) o nei pochi negozi che hanno la possibilità di averli. Da due anni infatti le istituzioni hanno attuato un sistema diverso per il rilascio dei suddetti tesserini, ovvero la necessità del pagamento anticipato degli stessi da parte dei rivenditori, per evitare situazioni truffaldine verificatesi in passato. Per contro tutto ciò ha portato ad una effettiva difficoltà da parte dei non residenti di trovare disponibile subito qualche permesso a causa della reticenza dei negozianti (che prima dovevano pagare solo a fine
Raschio a Borgo Velino
anno quelli emessi), senza dover attendere dei giorni prima di averlo. Il costo è di € 20,00 all’anno per i non residenti e € 10,00 a coloro che abitano nella provincia di Rieti; importante capire che si tratta di un permesso diverso da quello No Kill che sono soliti fare i pescatori a mosca, che peraltro ha un costo e delle modalità di rilascio analoghi. Per gli amanti del turismo nella zona è possibile usufruire delle celeberrime “Terme di Cotilia” (Castel Sant’Angelo) dove concedersi un po’ di relax e benessere, aspettando magari il momento propizio per cercare le magnifiche fario del Velino; in delle caratteristiche trattorie a fine giornata sarà infine possibile trovare il giusto ristoro dalle fatiche del giorno. Chiunque volesse maggiori informazioni, o necessiti di una guida per il tratto in questione, non esiti a contattarmi tramite uno dei miei siti web. Altra cattura a ninfa
Costruttori
Pesca a mosca, centinaia di appassionati da tutto il mondo si sono ritrovati a Castel di Sangro per il nono S.I.M. Fly Festival Premiati un costruttore di esche statunitense e uno romagnolo. Saranno devoluti 800 euro alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia Romagna. Oltre 300 persone, tra costruttori di esche (fly tier), pescatori abituali, apprendisti pescatori e semplici curiosi si sono ritrovate a Castel di Sangro nel fine settimana del 23 e del 24 giugno 2012 per il nono S.I.M. Fly Festival, organizzato dall’associazione “Scuola italiana di pesca a mosca” nel 25esimo anniversario della sua fondazione. Diciotto artisti hanno inoltre partecipato alla dodicesima rassegna internazionale d’arte contemporanea a cura di Lino Alviani e patrocinata dalla Presidenza del Consiglio regionale abruzzese “L’arte della pesca… la pesca nell’arte”. I loro lavori, insieme alle opere realizzate in estemporanea il 24 giugno da 12 di loro, potranno essere visitati fino al 22 luglio (10-13 e 17-20, tranne il lunedì) nel chiostro del convento della Maddalena, che oltre al museo civico Aufidenate ospita dal 2000 il Museo internazionale della pesca a mosca “Stanislao Kuckiewicz”, unico in Italia. La manifestazione si è conclusa con una piccola lotteria benefica, e quindi con la raccolta di 800 euro che confluiranno in una delle principali iniziative nazionali a sostegno delle popolazioni terremotate dell’Emilia. Due giornate a stretto contatto con natura, arte e prodotti del territorio, minicorsi di apprendimento di lancio, laboratori di costruzione di mosche e di canne in bamboo hanno reso l’Abruzzo scenario di un evento internazionale, che ha goduto della partecipazione di decine di appassionati provenienti anche dall’estero, come l’Australia, la Svizzera, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Spagna, grazie all’intervento degli istruttori S.I.M., G.A.I.A. (Game Angling Instructors Association), e dei costruttori I.B.R.A. (Italian Bamboo Rodmakers Association). Un panorama internazionale confermato dal gemellaggio suggellato il 23 giugno tra il museo “Stanislao Kuckiewicz” di Castel di Sangro e il Catskill Fly Fishing Center and Museum (CFFCM) di Livingston Manor, NY. Molto toccante è stato il momento di consegna del secondo Premio internazionale “Claudio D’Angelo Award 2012”, istituito per ricordare il socio fondatore ed istruttore S.I.M. scomparso
Da sin: Cavatorti Caruso Negozi Galizia
Pesca
Lancio
Legambiente Marche Leonello Negozi e il direttore del museo “Kuckiewicz” Giorgio Cavatorti. Il progetto nazionale consiste nella creazione di un network di servizi, in un itinerario ideale che sia in grado di guidare e assistere gli appassionati di pesca a mosca per generare un nuovo indotto economico e allo stesso tempo preservare il patrimonio naturale. Il fiume Sangro e quindi Castel di Sangro si inserisce così in un circuito nazionale di partenza che conta anche il fiume Sele con l’Ars Sele (Contursi Terme, Sa); il fiume Tevere con la Tail Water Tevere a San Sepolcro (Ar); il fiume Nera con Cerreto di Spoleto (Pg); e il Fiume Volturno a Colli al Volturno (Is). A questo scopo è stata sollecitata la collaborazione dell’amministrazione comunale, rappresentata dal vicesindaco Angelo Caruso, e dell’associazione sportiva dilettantistica “Sangro”, che oggi gestisce un tratto del fiume. Ufficio stampa S.I.M Fly Festival: Cristina Mosca – Modiv snc – cristina@modiv.it – 328/9379969
prematuramente nel gennaio 2011. Le due sculture del maestro Alberto Coppini, amico di Claudio e pescatore a mosca, sono state assegnate al fly tier statunitense Ted Patlen e al romagnolo Ezio Celeschi per aver contribuito, per i loro studi in materia, alla diffusione dell’arte della costruzione con passione ed innovazione, interpretando l’amore per l’ambiente acquatico e per la natura che lo circonda. Il programma complesso di iniziative di sensibilizzazione e di divulgazione di questa disciplina sportiva ha permesso a costruttori di esche e pescatori di tutte le età e di tutti i Paesi di ritrovarsi, confrontarsi e condividere la loro attività preferita nel pieno rispetto della natura. La pesca a mosca è infatti uno sport che agisce secondo i principi di tutela della biodiversità: i pesci vengono catturati e rilasciati, secondo la regola del Catch & Release (o No Kill), e non feriti, in quanto pescati con un amo privo di ardiglione. Questi valori saranno portati avanti anche nel progetto di turismo ecosostenibile “Le strade della pesca a mosca”, presentato domenica 24 giugno da Osvaldo Galizia, presidente dell’associazione S.I.M., insieme al direttore di
Gruppo Artisti estemporanea