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Presentazione dello slogan COSTRUIAMO INSIEME SUGGERIMENTI...PER IL CARTELLONE 1. LETTURA DELL’IMMAGINE
Si può fare un esercizio di lettura dell’immagine per vedere cosa c’è nel cartellone. Ad esempio con le domande seguenti: • Cosa vedi? • Cosa ti suggerisce il cartellone? • Qual è il messaggio che intende trasmettere? Dopo la lettura dell’immagine è possibile fare insieme un riassunto, prendendo le idee principali, e spiegandone il contenuto.
2. INSIEME
È un aggettivo che suppone unità, vicinanza, prossimità,… È una parola che aiuta a lavorare in gruppo: dinamiche per conoscersi, per interagire, per irrobustire le relazioni,… Non sarebbe di troppo fare durante l’anno qualche piccola valutazione per vedere come funzione l’unità della classe. Le relazioni si accentuano lavorando. È possibile potenziare il lavoro di gruppo, per far emergere le sane relazioni personali, i risultati ottenuti come gruppo,... Nei gruppi di fede si può lavorare alla coesione del gruppo, a cercare le cose che aiutano la coesione del gruppo (a livello umano, cristiano, marista,…), a potenziare le attitudini che ci avvicinino agli altri e creano unità,… Si possono utilizzare alcuni passi del Vangelo per motivare e approfondire i valori della vicinanza, dell’unità...secondo lo stile di Gesù: • Mt 10,1-4: i discepoli di Gesù. Gesù fa gruppo con coloro che invia in missione. E chiama ognuno per nome. • Mt 5,43-48: amore ai nemici. Talvolta occorre fare uno sforzo per creare gruppo. • Mt 18,21-35: il perdono. È fondamentale per vivere in gruppo. • Mt 22,34-40: il comandamento più importante. • Mc 7,24-30: la donna pagana. Gesù rompe frontiere. Per lui non ci sono estranei. • Mc 9,33-35: il servizio. Mezzo per creare comunità. • Lc 8,19-21: la famiglia di Gesù. È possibile farvi parte. Tu lo vorresti? • Lc 9-10-17: la moltiplicazione dei pani. Molti seguono Gesù: dà loro da mangiare, dà loro la vita. • Gv 13,1-5: la lavanda dei piedi. Mettersi al servizio degli altri.
3. COSTRUIAMO
Si riferisce al sorgere di una nuova realtà che prima non esisteva. Suppone l’utilizzo del cemento e di altri mezzi e materiali. Il più importante è senza dubbio il lavoro impiegato per far sorgere questa realtà. Tutto questo suppone uno sforzo sia a livello personale, sia a livello di gruppo. Sicuramente senza tale sforzo per trasformare la realtà, non nascerà nulla di nuovo. Con quale cemento costruirai quest’anno il gruppo (classe... amici...)? Cos’hai in mente di costruire? Di che cosa hai bisogno? Si può fare un elenco di attitudini che aiutano a costruire, e altre che non aiutano. Qual è la tua scelta?
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Alcuni passi del Vangelo che parlano di costruzione: • Mt 7,24-27: le due case. Su quale materiale costruisci la tua casa? • Mt 5, 1-12: la vera felicità. Alcune piste per la costruzione del Regno. • Lc 19, 1-10: Gesù e Zaccheo. Una nuova opportunità per costruire la propria vita.
4. PUZLE
Si può utilizzare il puzzle per manifestare in maniera grafica il lavoro che si sta facendo: interazione, coesione, relazioni personali,... A mo’ di suggerimento si può organizzare la classe dividendola in gruppi di 4 o 5 elementi. Ogni gruppo ha a disposizione una parte di puzzle. Tutt’intorno a questa parte si scrive il nome dei componenti il gruppo. Al suo interno si può si può rispondere (per iscritto o con disegno) ad alcune domande che si possono fare a conclusione del lavoro svolto sulla motivazione del cartellone. Ad esempio: • Cosa siamo disposti a fare per il gruppo, la classe, … • Cosa ci piace di più del gruppo • Quali valori ci piacerebbe fossero presenti lungo tutto il corso dell’anno
5. MARIA – MARCELLINO – FRATELLI
La costruzione dell’Hermitage è un meraviglioso suggerimento che si può utilizzare per scoprire nella vita del fondatore alcuni valori e per aiutarci a costruire i nostri sogni. Per Marcellino la cosa più importante non era costruire una casa, ma costruire una vera famiglia. Per sottolineare questa idea si può utilizzare la canzone di Kairoi “Somos una familia” (CD Hermanos, 1986), oppure le canzoni del CD Marcellino Champagnat (1981) sempre di Kairoi: Cortó la roca, Familia Marista,… che fanno allusione a questo momento della vita di Champagnat. L’anno scolastico è una buona occasione per conoscere un po’ di più la vita di qualcuno dei primi Fratelli che formavano comunità con Marcellino: Francesco, Luigi Maria, Stanislao, Giovanni Battista, Silvestro,... Da tutti questi si possono apprendere alcuni valori che ci aiutano a vivere come Maria.
6. IMMAGINI
Si può dare al lavoro un taglio vocazionale: quale futuro voglio costruire per la mia vita? Forse, all’inizio dell’anno, può essere interessante utilizzare queste immagini per vedere graficamente che una società si costruisce con l’apporto di tutti. Quale tipo di società vogliamo? Possiamo vedere qual è il contributo di ognuno nella società. Questo si può applicare alla vita di gruppo: ognuno di noi può dare qualche cosa al gruppo nel quale vive ogni giorno.
CEMENTO
Identità (Semplicità, Maria, Presenza di Dio, fraternità). A volte non lo vediamo chiaramente, ma c’è. Esplicitamente: violette, Maria, Champagnat, FMS.
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INIZI - PIONIERI
Coloro che iniziano quest’opera, proprietà di Maria, sono i primi Fratelli insieme al Padre Marcellino Champagnat. E, naturalmente, Lei, Maria.
STORIA – SVILUPPO - PASSATO
Si alzano i muri della casa. Si ingrandisce, si adatta secondo le necessità. Oggi continuiamo a costruire grazie a coloro che prima di noi hanno dato consistenza a questa casa (anche se vediamo pietre vecchie e pareti consumate).
PRESENTE - ATTUALITÀ
Oggi continuiamo a costruire insieme, in famiglia. Ognuno con la sua realtà, con la sua vocazione specifica, nella sua terra e secondo le circostanze.
OGGI – ADESSO
Abbiamo un luogo e uno spazio: l’OGGI. Quest’anno, questo giorno, questo lavoro concreto per far fronte alle necessità e alle realtà di un momento determinato. Tu, io possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo per continuare la “casa forte”, costruita, abitata, ampliata, riadattata da altri prima di noi, ma oggi è possibile anche grazie a noi.
Il cartellone, in orizzontale, ci ricorda che la cosa più importante non è l’altezza, ma la base, il cemento. Non aspiriamo ad essere alti, forti,visibili, potenti..., ma spaziosi, aperti alla novità, accoglienti, vicini agli ultimi. (Arturo Morales Pérez)
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COSTRUIAMO INSIEME SUGGERIMENTI... PER LA CANZONE Scuola media e liceo COSTRUIAMO INSIEME Costruiamo insieme un’alba nuova, un nuovo sole. È la storia di un sognatore che sognava come dipingere a colori una realtà oscura. Sulla roccia ha costruito una casa chiamata El Hermitage, luogo dove evangelizzare. Oggi tu fai parte di questo sogno diventato realtà. Siamo molti, siamo fratelli, costruendo comunità, condividendo la vita, cercando la verità. LAVORARE INSIEME, CAMMINARE VICINI. COSTRUIAMO INSIEME UN’ALBA NUOVA, UN NUOVO SOLE. COSTRUIAMO INSIEME IL CUORE SOGNATO DA CHAMPAGNAT. COSTRUIAMO INSIEME LA VITA CHE GESÙ CI HA REGALATO. Costruendo un mondo per crescere, costruendo sorrisi in cui credere, oggi distruggiamo le ingiustizie. Il nostro materiale è l’amore, I nostri mezzi la forza e la passione. Tuti uniti per una missione. “Dando vita” è il nostro motto, Il nostro segno di identità. E Maria, la Buona Madre, ci proteggerà. Condividiamo la strada e la vita, Costruiamo comunità. Lavorare insieme, Camminare vicini. LAVORARE INSIEME, CAMMINARE VICINI. COSTRUIAMO INSIEME …
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1. LA TUA CANZONE Nel testo della canzone abbiamo lasciato degli spazi, perché tu possa riempirli con parole tue e così tu possa costruire la tua canzone. Ognuno di noi fa parte di questa vita e insieme la costruiremo. Completa gli spazi con i puntini di sospensione, guardando la tua vita e la tua realtà: (1) Cosa sogni? Quali sono le tue aspirazioni? (2) Con il tuo modo di vivere e con le tue azioni, che cosa costruisci? Cosa condividi con gli altri? (3) Come ragazzo che fai parte di questo mondo e contribuisci a costruirlo...perché questo è il mondo che stai costruendo? (4) Quali strumenti utilizzi? Quali sono le tue qualità con le quali costruisci questo mondo? Chi sono i tuoi sostegni per costruire la tua realtà? (5) Quale potrebbe essere il motto che meglio definisce la tua vita?
COSTRUIAMO INSIEME Costruiamo insieme, Un’alba nuova, un nuovo sole. È la storia di un sognatore che sognava con …(1)… Sulla roccia ha costruito Una casa chiamata El Hermitage, Un luogo dove evangelizzare. Oggi tu fai parte Di questo sogno diventato realtà. Siamo molti, siamo fratelli, costruendo …(2)… condividendo … cercando … LAVORARE INSIEME, CAMMINARE VICINI. COSTRUIAMO INSIEME UN’ALBA NUOVA, UN NUOVO SOLE. COSTRUIAMO INSIEME IL CUORE SOGNATO DA CHAMPAGNAT COSTRUIAMO INSIEME LA VITA CHE GESÙ CI HA REGALATO. Costruendo un mondo per …(3)…, Costruendo sorrisi in cui credere, oggi distruggiamo le ingiustizie. Il nostro materiale è …(4)…, I nostri strumenti … Tutti uniti per una missione. …(5)… è il nostro motto, Il nostro segno di identità. E Maria, la Buona Madre, ci proteggerà. Condividiamo la strada e la vita, Costruiamo comunità. Lavorare insieme, Camminare vicini. LAVORARE INSIEME, CAMMINARE VICINI. COSTRUIAMO INSIEME …
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2. DIBATTITO SULL’AMBIENTE VICINO A TE Uno dei paragrafi della canzone dice: “Costruendo un mondo per crescere, costruendo sorrisi in cui credere, oggi distruggiamo le ingiustizie”. Possiamo fare un dibattito sulle ingiustizie che vediamo nella realtà più vicina a noi, nel quartiere, nella scuola, o nell’ambiente in cui viviamo. Alcune domande possono servire da stimolo: - Guardando la società più vicina a noi, quali ingiustizie notiamo? - È possibile distruggere le ingiustizie che ci attorniano? In quale modo? - A cosa si riferisce la canzone quando dice “costruire sorrisi”? Credi al valore di un sorriso? - Cosa può fare ognuno di noi? - Come gruppo di classe possiamo prendere un impegno? Per esempio portare una certa somma per sostenere un progetto,...
3. LA NOSTRA SOCIETÀ COSTRUISCE Quando leggiamo i giornali o le notizie da internet, quando vediamo un telegiornale o ascoltiamo la radio... giungono a noi una quantità di informazioni: si formano alleanze, nascono gruppi di aiuto ai poveri, sorgono ospedali dove le necessità lo richiedono... - In una metà della lavagna scrivete tutte quelle azioni positive che la nostra società realizza e sviluppa in senso positivo. Tuttavia ci giungono anche notizie di barricate che dividono spazi, che creano divisioni nel commercio contro i paesi più poveri … - Nell’altra metà della lavagna scrivete quei gesti con i quali la nostra società porta divisioni tra noi e non ci dà nulla di positivo. Osservando quanto scritto alla lavagna: - Quale giudizio di valore possiamo esprimere? - C’è uno dei due aspetti che prevale sull’altro? - Riteniamo che il mondo stia andando nella giusta direzione? Sarebbe interessante riflettere sul fatto che ci sono decisioni o azioni che non dipendono da noi, ma che di fronte alle quali possiamo prendere una posizione, e a partire dalla nostra realtà prendere decisioni che aiutino a crescere il nostro ambiente circostante.
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Costruiamo insieme MESE DI SETTEMBRE Abbiamo iniziato un nuovo anno scolastico. Il che significa nuovi orari, nuovi libri, nuovi soggetti, nuova programmazione e, in alcuni o in molti casi, nuovi compagni. Siccome siamo delle persone ragionevoli, è normale fare un progetto per poter orientare tutte le nostre attività. Questo progetto lo realizzeremo insieme. La scuola ha, tra gli altri obiettivi, la formazione e la crescita come persone. Il tema di quest'anno "Costruiamo insieme" viene in aiuto a questo lavoro che dobbiamo realizzare: il progetto di cui stiamo parlando è letteralmente il "costruire": costruire le persone, costruire il gruppo della classe, costruire la comunità educativa… per far sì che la Scuola diventi veramente la nostra Casa in cui cresciamo e ci formiamo. Questa costruzione la vogliamo fare "insieme" condividendo le nostre forze, qualità, abilità, speranze sogni… e sostenendoci a vicenda di fronte alle difficoltà. In questo mese ci guarderemo intorno e incontreremo i nostri compagni: alcuni, forse molti, già li conosciamo, e con loro rinnoveremo la volontà di sostenerci a vicenda; altri che sono appena arrivati nel gruppo, si aspettano di essere aiutati, compresi, ricevuti a braccia aperte e noi saremo pronti a farlo. Incontreremo vecchi e nuovi insegnanti disposti a darci una mano per realizzare il nostro progetto. Negli incontri pomeridiani anche i nostri animatori ci aiuteranno con il loro entusiasmo e il loro servizio … Tutti insieme, in questo mese, cominceremo a far diventare realtà lo slogan
“COSTRUIAMO INSIEME” _______________________________________ ______________________ Nota: Il testo del Vangelo che viene proposto è quello della domenica successiva. Si suggerisce, quindi, di rifletterci il venerdì o il sabato, a seconda dei casi.
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13 - 18 settembre
INSIEME COMINCIAMO UN NUOVO CAMMINO Motivazione Dopo le vacanze, torniamo ai nostri impegni e alle nostre responsabilità. È difficile ricominciare! Ma dobbiamo farlo con impegno, entusiasmo addirittura con passione! No, non è uno scherzo! Nessuna grande opera è stata mai realizzata senza passione. Dobbiamo appassionarci a tutti i nostri impegni, a tutte le attività di ogni giorno… in una parola, dobbiamo appassionarci alla vita col desiderio di camminare insieme alle persone che ci stanno accanto. Al termine dell’anno scolastico saremo sicuramente diversi, ci saremo arricchiti nelle nostre relazioni… saremo più maturi per affrontare la vita.
Tema Marista Quest’anno il tema marista sarà vario ed interessante. Come l’anno scorso, il centro della nostra riflessione sarà ovviamente il Padre Champagnat… di lui conosciamo già molto, in particolare alcuni episodi importanti che hanno scandito la sua vita. Alcuni di questi li ricorderemo anche quest’anno, perché sono così “fondamentali” che non li possiamo proprio dimenticare. In più approfondiremo i tratti della sua personalità (carattere, atteggiamenti, comportamenti, punti forti della sua vita…) attraverso la testimonianza dei primi fratelli che hanno condiviso con lui la loro vita. Conosceremo anche qualcuno di questi primi fratelli attraverso qualche episodio simpatico. Ricorderemo in particolare alcuni Fratelli che, nel corso della storia marista (quasi 200 anni), sono stati più fedeli al messaggio del Padre Champagnat e che rimangono anche per noi un modello: li chiameremo “i nostri santi”; ricorderemo anche coloro che hanno donato la loro vita per rimanere fedeli alla loro missione, “i nostri martiri”. Infine, nel mese di ottobre, parleremo di fratelli e laici maristi che sono attualmente impegnati in terra di missione, “i nostri missionari”. Intanto, per cominciare, eccovi il “decalogo delle piccole virtù” che il P. Champagnat ci ha lasciato, utilissimo per creare e conservare l’armonia tra di noi. Ne avremo sicuramente bisogno per realizzare quest’anno il progetto di costruire insieme la nostra “casa” 1. Saper perdonare, non conservare rancore. 2. Aiutare di buon cuore chi soffre e chi è nel bisogno. 3. Essere sempre allegri e riuscire a contagiare chi è triste. 4. Durante una discussione, non accanirsi sulle proprie idee. 5. Essere pronti al servizio, a collaborare per il bene di tutti. 6. Essere rispettosi e prestare a tutti la nostra attenzione. 7. Aver molta pazienza, essere disponibili all’ascolto e al dialogo. 8. Pensare più agli altri che a se stessi. 9. Curare il proprio carattere con un comportamento gentile. 10. Sforzarsi di avere sempre lo stesso umore (possibilmente allegro!).
Tema Mariano Preghiera a Maria: Un cuore nuovo
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Santa Maria, Madre di Dio, ottienimi un cuore semplice attento ai bisogni degli altri; un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione; un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male. Formami un cuore dolce e umile che ami senza esigere di essere riamato; un cuore grande e aperto così che nessuna ingratitudine lo possa chiudere e nessuna indifferenza lo possa stancare.
Vangelo: Luca 16, 1 - 13
Diceva anche ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Solidarietà
La solidarietà è un sentimento che fa parte della stessa natura umana ed è essenzialmente rivolta ad altri esseri umani. La vera solidarietà, quella destinata ad un cambiamento reale del rapporto tra i popoli per sostenere lo sviluppo degli individui e delle nazioni, si fonda principalmente sul principio della parità universale che accomuna tutti gli uomini. Questa uguaglianza è una derivazione diretta della dignità umana, è un diritto inalienabile di ogni essere umano indipendentemente dall’etnia, età, sesso, religione e nazionalità.
Poesia / riflessione di Madre Teresa di Calcutta Il giorno più bello? Oggi. L’ostacolo più grande? La paura. La cosa più facile? Sbagliare. L’errore più grande? Rinunciare. La radice di tutti i mali? L’egoismo.
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La distrazione migliore? Il lavoro. La sconfitta peggiore? Lo sconforto. I migliori maestri? I bambini. Il primo bisogno? Comunicare. La felicità più grande? Essere utile agli altri. Il mistero più grande? La morte. Il difetto peggiore? Il malumore. La persona più pericolosa? Quella bugiarda. Il sentimento più brutto? Il rancore. Il regalo più bello? Il perdono. La cosa indispensabile? La famiglia. La rotta più veloce? La via giusta. La sensazione più piacevole? La pace interiore. L’ arma migliore? Il sorriso. La miglior medicina? L’ottimismo. La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto. La forza più grande? La fede. Le persone più bisognose? I genitori. La cosa più bella del mondo? L’amore.
Storia Chiodi che lasciano il segno C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere. Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno. Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato. Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare i chiodi. Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato. Allora andò dal padre e gli disse che per quel giorno non aveva piantato alcun chiodo. Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno. I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato. Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: "Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima". Si può insultare qualcuno e dopo scusarsi con lui, ma la cicatrice durerà per sempre. Un’offesa verbale è dannosa quanto una violenza fisica. Per riflettere: 1. Cosa pensi della storia? 2. Quale credi sia l’obiettivo della stessa? 3. Che conseguenze ha avuto per il ragazzo? 4. Quale lezione hai imparato?
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Canzone: Preghiera semplice (di Claudio Baglioni) Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno; con amore ed umiltà potrà costruirlo. Se con fede tu saprai vivere umilmente, più felice tu sarai, anche senza niente. Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore, una pietra dopo l'altra, alto arriverai. Nella vita semplice troverai la strada che la pace donerà al tuo cuore puro. E le gioie semplici sono le più belle, sono quelle che, alla fine, sono le più grandi. Dai e dai, ogni giorno, con il tuo sudore, una pietra dopo l'altra, alto arriverai.
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20 – 25 settembre
COSTRUIAMO INSIEME IL TEMPIO DELL’AMICIZIA Giorno speciale: 21 settembre: festa di san Matteo apostolo ed evangelista Motivazione: Il tempio dell'amicizia Il tempio dell'amicizia non finisce mai di essere costruito. Esso crolla e va in frantumi se ogni mattina non si lavora di nuovo. Ogni volta che il sole sorge bisogna ricominciare ad amare di nuovo amore, osservare con nuova attenzione, perdonare con nuova comprensione; per stare al passo bisogna trasformarsi, spalancare le finestre dell'anima affinché il vento spazzi via la polvere delle abitudini. Sarà questa la nostra sfida della settimana e dell’intero anno scolastico.
21 settembre: festa di san Matteo apostolo ed evangelista
Matteo, il cui nome giudaico era Levi, esercitava la professione di esattore delle imposte e per questo era considerato dai giudei un pubblico peccatore. Gesù lo chiama a seguirlo e ne ottiene una pronta risposta. Divenuto uno dei dodici apostoli, riceverà come gli altri la missione di annunciare il vangelo a tutti i popoli e lo svolgerà non solo predicando, ma anche raccogliendo le parole di Gesù in un libro scritto in aramaico; quest’opera che è andata perduta servì come base alla stesura del vangelo che porta il nome di Matteo e che fu redatto in greco intorno all’anno 80. In questo vangelo Matteo mette in evidenza che Gesù realizza le promesse fatte ad Israele ed è quindi il Messia inviato da Dio per salvare il suo Popolo. Preghiamo: O Signore, che hai scelto Matteo il pubblicano e lo hai reso apostolo del tuo Vangelo, concedi anche a noi per il suo esempio e la sua intercessione, di rispondere alla nostra vocazione cristiana e di seguirti fedelmente tutti i giorni della nostra vita. Amen
Vangelo: il ricco e il Lazzaro (Luca 16, 19 – 31)
C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà
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da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Tema marista Due incontri che hanno segnato la storia di Marcellino (1) Sarò sacerdote perché Dio lo vuole
Siamo nell'estate del 1803 e Marcellino ha 15 anni. Un sacerdote viene a visitare la famiglia Champagnat, nella quale si vive con semplicità la vita cristiana e dove ci sono ragazzi entusiasti e lavoratori. L'obiettivo di questo sacerdote è di condurre dei giovani in seminario perché diventino sacerdoti. I fratelli più grandi di Marcellino alla domanda del sacerdote rispondono di non avere nessuna intenzione di intraprendere quella strada. Marcellino, colpito dalla grazia del Signore, con molta timidezza, trova appena il coraggio di balbettare alcune parole, che quasi non si sentono. Guidato da un intuito profondo il sacerdote lo prende in disparte e parla con lui. Rimane edificato dal suo candore, dalla sua semplicità e dal suo carattere aperto e sincero e gli dice: "Figlio mio, devi studiare latino e diventare sacerdote. Dio lo vuole!" Questa frase rimarrà scolpita nel cuore di Marcellino e gli darà una forza straordinaria per andare avanti e superare tutti gli ostacoli.
Tema Mariano Come Marcellino Tu, Signore, dalla croce ci hai manifestato il tuo amore, e ci hai lasciato in dono Maria come madre. Tu, o Maria, nel silenzio e nella semplicità cammini fedele al nostro fianco. Marcellino ti ha trovato e tra le tue braccia si è fidato. Anch’io voglio sentire la tua presenza vicino a me; ti affido il mio cammino prendi tu il mio cuore. Tu mi insegni a pregare, a sentire Dio nel silenzio. Fa’ che impari dal tuo Sì ad essergli fedele per tutta la vita. Marcellino ti ha trovato e con fede ti ha saputo amare, fiducioso che il tuo amore sempre ci accompagnerà.
Solidarietà: Commercio equo e solidale
Il Commercio equo e solidale è un sistema che offre ai produttori del Sud (Terzo Mondo) l'accesso diretto ai mercati del Nord (Paesi ricchi e industrializzati) riducendo la catena degli intermediari (le multinazionali) e consente delle condizioni di vita, di lavoro e di commercio più giuste. Si basa sui seguenti criteri: - Pagare ai produttori un prezzo equo. - Condizioni di lavoro decenti. - Nessuna discriminazione basata sul sesso, razza, religione ... - Condanna dello sfruttamento dei bambini. - Rapporti commerciali a lungo termine.
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- Pagamento anticipato della merce di un 40-50%. - Investimenti degli utili nello sviluppo della comunità. - Rispetto per l'ambiente. - Prodotti di qualità.
Preghiera Signore, ti ringrazio per i doni che ogni giorno mi offri, le capacità fisiche e intellettuali che hai messo in me, l’istruzione che ho potuto avere, gli amici e le persone che mi vogliono bene… Signore, rendimi docile tra le tue mani, affinché, lasciandomi guidare da te, invitato dalle esigenze degli uomini miei fratelli, io possa scoprire il posto in cui mi attendi, il ruolo che tu sogni di vedermi sostenere, i doni che sono in grado di offrire a chi incontro. Signore insegnami a donare la mia vita!
Racconto L'ottavo giorno (Bruno Ferrero) Il giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione. C'era qualche ritocco da fare. C'erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi e picchiettati. Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e mortificati. Dio sfiorò quei sassi profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e milioni di gemme scintillanti laggiù nelle profondità. Il Signore vide i fiori, uno più bello dell'altro. Mancava qualcosa però… allora posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vestirono di profumo. E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere. Nacque così il tramonto. Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all'orecchio dell'uomo perché egli fosse un uomo? Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell'alba remota, tre piccole parole: T. V. B. (ti voglio bene!).
Canzone: Il movimento del dare (di Fiorella Mannoia) Imparo dalle rose il movimento del dare dagli insetti come difendersi e percepire dagli uccelli come si possa estrarre succo dalle foglie così parlo a te che non so chi sei Abbiamo imparato dalle donne come illudere e conquistare dai genitori a non rubare dai bambini a giocare senza porsi limiti seguendo la nostra visione del mondo L’allegria ci passa accanto tra assordanti rumori abbiamo perso tempo e lacrime e nella vita a sorridere e sopportare nelle chiese a non pregare
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nelle scuole a non comprendere e ad ascoltare altre visioni del mondo Giardini e notti ci attendono di nuovo nell’anno che verrà l’oscurità non ci fa più paura ormai Imparo dalle rose il movimento del dare dagli insetti come difendersi e percepire
Disegno
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27 settembre – 2 ottobre COSTRUIAMO INSIEME IL NOSTRO PRESENTE E IL NOSTRO FUTURO Motivazione Durante questo nuovo anno scolastico che abbiamo appena iniziato dobbiamo cercare di dare il meglio di noi stessi. Passo dopo passo, giorno dopo giorno, porteremo avanti il nostro progetto, la nostra ricerca, la nostra formazione collaborando insieme a tutti i nostri compagni di classe. Stiamo costruendo il nostro presente e il nostro futuro. Se ci crediamo, ce la faremo. Vangelo: Luca 17, 5-10
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Tema Marista Due incontri che hanno segnato la storia di Marcellino (2) Quanti ragazzi muoiono senza che nessuno abbia parlato loro dell'amore di Dio E' il 28 ottobre del 1816. Marcellino cammina svelto per un sentiero che lo conduce alla frazione Palais per incontrare Gian Battista Montagne, un giovane di 17 anni che sta morendo. Al dramma di una vita che se ne sta andando se ne aggiunge un altro: il giovane non ha la minima conoscenza delle verità della fede. Il nuovo vice parroco si siede accanto al suo letto e durante due ore gli parla di Dio, del suo amore per gli uomini, di Cristo, della speranza e della gioia di credere nella salvezza. Poi lo confessa e lo lascia riposare per dirigersi verso la frazione vicina per visitare un altro ammalato. Mentre ripercorre la strada del ritorno scorge sulla soglia della casa i genitori in lacrime: Gian Battista era morto pochi minuti dopo la sua partenza. Il cuore di Marcellino rimane scosso e la sua mente e il suo cuore sono in subbuglio perché altri giovani potrebbero trovarsi nelle medesime condizioni. Questo avvenimento drammatico diventa per Marcellino un segno di Dio. Scompaiono i dubbi residui e la sua intuizione diventa decisione: sono necessari dei Fratelli per fare il catechismo ed educare i fanciulli. Tre mesi dopo i "Piccoli Fratelli di Maria" (Fratelli Maristi) saranno già una realtà.
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Tema Mariano Maria, umile serva degli altri Maria è la "Serva del Signore". Ha accettato il suo ruolo come collaboratrice di Gesù, suo Figlio, come serva umile e silenziosa che rende possibile il piano di Dio. Allo stesso modo, sensibile alle esigenze degli altri, si è messa al loro servizio: sua cugina Elisabetta, gli sposi di Cana, i primi discepoli, ecc. Quante persone lavorano al servizio degli gli altri, al nostro servizio, perché ci amano. Si collocano in secondo piano evitando di farsi notare. Le loro mani sono abituate a svolgere i compiti più umili. Sappiamo riconoscerle? Sappiamo dire loro grazie? Oppure siamo indifferenti come se tutto ci fosse dovuto?
Solidarietà: il gioco sporco nel commercio internazionale
Dietro il commercio mondiale controllato dalle multinazionali si nasconde spesso il volto sofferente delle persone dei Paesi del Terzo Mondo che vengono sfruttate per ottenere facili profitti a basso costo. Nell’Asia meridionale, è il volto di una giovane donna che cuce camicie per una importante catena di negozi in Europa e negli Stati Uniti. In Africa, il volto di un coltivatore di caffè. Nell’Asia orientale, il volto di una donna che lavora nel montaggio di circuiti elettronici per sistemi informatici. In America Latina, quello di un agricoltore che deve competere con i prodotti importati dagli Stati Uniti. Così il commercio vincola le vite di questa gente comune con le imprese e i consumatori dei Paesi più ricchi del mondo.
Preghiera Signore, aumenta la nostra fede. Vogliamo fidarci di te. Tu sai che a volte la nostra fiducia viene meno. Donaci la fede per scoprirti negli avvenimenti di ogni giorno, la speranza per non perderci d'animo, la carità per amarti ogni giorno di più e per amare gli altri. Possa il nostro cuore essere vigile, l’orecchio attento, le mani e la mente pronte ad aiutare chi ha bisogno di noi. Amen.
Parabola Il millepiedi - Che complicazione - disse l'abate vedendo camminare un millepiedi - e che meraviglia: lo fa così bene che sembra facile! Mentre l’osservava, si ricordò di una storiella che aveva sentito e che riguardava proprio un piccolo millepiedi il quale, dovendo muovere i suoi primi passi, chiese alla madre preoccupato: - Per iniziare a camminare, quali piedi devo muovere prima: i pari o i dispari, quelli di destra o di sinistra, quelli davanti o quelli dietro? O quelli al centro? E come? E perché? Al che la madre gli rispose: - Quando vuoi camminare, figlio mio, smetti di riflettere e... cammina! Per riflettere: 1. Che cosa ti ha colpito di questa parabola? 2. Tu vivi o hai vissuto situazioni simili? 3. Cosa pensi sia la lezione che ci vuole dare?
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Canzone: Sei fatto per amare (Gen Rosso) Guarda sotto i tuoi piedi se c’è c’è acqua di palude che ti risucchia giù. Guarda sotto i tuoi occhi se c’è c’è una fitta nebbia che non sopporti più. Guarda sotto il tuo campo se c’è c’è una pianta secca che non fiorisce più. Guarda sotto il tuo cielo se c’è c’è una stella smorta che non riscalda più. Guarda fra le tue strade se c’è c’è un fiume di gente che forse aspetta te. Guarda dentro il tuo cuore se c’è c’è una voglia di dare che cresce sempre più. No, non fermarti qui! Tu sei fatto per qualcosa di più. Come l’acqua c’è per dissetare, come il fuoco è fatto per bruciare, tu sei fatto per amare. Come gli occhi sono per vedere e la bocca è fatta per parlare, tu sei fatto per amare. Sei fatto per amare. Guardati dalle iene perché: loro fanno la festa se non sei vivo tu. Guardati dai pirati perché: danno in bocca agli squali se non li vinci tu. No, non fermarti qui! Tu sei fatto per qualcosa di più. Come l’acqua c’è per dissetare...
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MESE DI OTTOBRE In questo mese ci soffermeremo sui nostri compagni di scuola. Sono persone che sono al nostro fianco, che hanno degli ideali simili ai nostri e che di sicuro hanno molta voglia di lavorare gomito a gomito con noi. Per lavorare insieme, può essere d’aiuto approfondire ancora di più la conoscenza reciproca. Di sicuro potremmo dire che molti li conosciamo già da tempo. Sì e no... di loro conosciamo qualcosa, ma di quello che hanno dentro, in molti casi non sappiamo niente. Durante questo mese cercheremo di parlare con tutti, in particolare con i nuovi compagni quelli che non conosciamo. Nel lavoro di costruzione che dobbiamo realizzare, tutti dobbiamo collaborare. Cosa possiamo fare? Sicuramente possiamo mettere in campo le nostre qualità, il nostro entusiasmo e ottimismo, sogni e progetti... animati dal desiderio di lavorare insieme. Insieme vogliamo portare avanti il progetto comune di costruirci come persone e come gruppo.
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4 – 9 ottobre SEGUIRE GESÙ CON I COMPAGNI NEL CAMMINO DI TUTTI I GIORNI Giorno speciale 4 ottobre: San Francesco di Assisi Motivazione Siamo tutti in cammino... armiamoci di uno zaino piuttosto capiente e, invece di metterci libri e quaderni (peserebbero troppo), lo riempiamo con una buona dose di amore, felicità, fede, successo, speranza, amicizia, forza, dedizione, appoggio, senso dell’umorismo, tenerezza, compassione, risate, emozioni, e... perché no? Magari, per buon peso, ci mettiamo anche un po' di dolore per abituarci ad affrontare meglio la vita. 4 ottobre: San Francesco (patrono d’Italia) Francesco nacque ad Assisi intorno al 1182 dal ricco mercante Pietro di Bernardone. Dopo una giovinezza vissuta tra i divertimenti e i piaceri, decise di cambiare vita e di dedicarsi completamente alla preghiera e alla penitenza. Rinunciò davanti al padre e al vescovo d'Assisi a ogni ricchezza terrena e andò a vivere in assoluta povertà in un luogo solitario nei pressi di Assisi. Con alcuni compagni fondò l'Ordine dei Francescani che ha come regola fondamentale l’imitazione di Cristo, l’amore verso Dio e le creature, la povertà vissuta secondo il messaggio del Vangelo. Nel 1219 Francesco si recò in Oriente, ma non riuscì a diffondere, come sperava, la religione cristiana. Tornato in Italia, si ritirò sulle montagne della Verna (Toscana), conducendo una vita di preghiera e di penitenza e qui, nel 1224, ricevette le sacre stimmate. Morì ad Assisi nel 1226 e fu proclamato santo solo due anni dopo. Cantico di Frate Sole Il Cantico che fu composto, secondo un'antica leggenda, dopo una notte di intensa sofferenza e di preghiera, è un inno di amore e di riconoscenza al Signore in cui si riflette tutta la vita spirituale di San Francesco. Cantico delle creature Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’onore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu Te mentovare. Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, (quale jorna) et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle; in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
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Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento, et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra madre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi, con coloriti fiori et herba. Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke ’1 sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati;
ka la morte secunda no ’l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore et rengratiate, et serviateli cum grande humilitate.
Vangelo: Luca 17, 11 – 19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Tema Marista I nostri Fratelli missionari: Fratel Sergio Pario Fratel Sergio è un fratello Marista italiano che si trova da una quindicina d’anni in Africa a Masonga (Tanzania) sulle sponde del lago Vittoria, il più vasto del continente africano. Che cosa fa? Semplice… fa il missionario, cioè colui che annuncia il Vangelo di Gesù come tutti i missionari. I modi e gli ambienti sono moltissimi. Fratel Sergio ha scelto quello che gli era più consono e si è dato da fare perché la popolazione di Masonga - dove opera la comunità e la scuola marista - potesse costruirsi “con le proprie mani” uno sviluppo e un futuro diverso. Un proverbio cinese dice più o meno così: se regali un pesce ad una persona, lo sazi per una giornata; se gli insegni a pescare, lo hai sfamato per tutta le vita. Bene, leggendo l’ultima lettera che Fratel Sergio ci ha inviato, potremo conoscere questa sua opera di “promozione umana” e percepire tra le righe con quanto entusiasmo porti avanti questa sua piccola/grande rivoluzione. Ciao a tutti, è stato emozionante sentirvi… Da quando sono tornato (dall’Italia) ho avuto parecchio da fare con problemi tecnici di vario tipo e soprattutto con i progetti. Il
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trattore* lavora a pieno ritmo per preparare terreni per il riso e non solo. Le prospettive per questo raccolto, se tutto va bene, sono di almeno un centinaio di tonnellate. Abbiamo costituito un gruppo di 20 agricoltori che si occupano maggiormente di riso, ma altri piantano miglio, mais, arachidi e ortaggi. Una lenta rivoluzione è iniziata e tutto questo grazie al glorioso trattore che permette di arare terreni, incolti finora.. Ma c'è una novità: ho scoperto che qui cresce il Teff, che è il cereale più ricco di ferro e aminoacidi. Per essere sicuro ho chiesto dei semi dall'Etiopia dove è alla base dell'alimentazione… ed è vero! Quel giorno piangevo davanti al microscopio. Credo che le prospettive per migliorare la povera dieta di qua, siano immense… se pensate che la causa principale di morte è l'anemia dovuta alla malaria. Ora l'ho seminato e aspetto con ansia. (…) Vedendo i risultati concreti, molti si stanno coinvolgendo e il “progetto agricoltura” si sta concretizzando sempre più. Con un gruppetto di agricoltori dove sono presenti alcune donne, abbiamo iniziato a fare marmellate, crostate e biscotti… ora vogliono proseguire con la pizza, torta verde, pane… sono entusiaste e decise. Qui quest'anno la comunità cambia radicalmente e speriamo di poter dare nuovo impulso anche alla scuola oltre che alla nostra missione in generale e alla nostra vita religiosa. Vi ringrazio immensamente ed è sempre per me una grande gioia condividere con voi e sapervi presenti. Salutate tutti gli amici. Vi abbraccio, Fratel Sergio (*Nota: il trattore è stato comperato con l’aiuto di persone che sostengono la sua opera dall’Italia. Vedi: www.operadelsapone.org)
Solidarietà: Apri i nostri occhi (di Madre Teresa) Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle. Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso. Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami. Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perché diventiamo un cuor solo ed un'anima sola, nel tuo nome. Amen.
Tema mariano Maria è la donna accogliente, perché ha permesso al Signore di abitare in lei: si è lasciata modellare da Dio. Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola del tuo Figlio nell’intimo di noi stessi. A capire, cioè, che Egli viene a visitarci per riempire di luce la nostra vita. Siamo strani a volte, non sappiamo più ascoltare la voce di Dio, preferiamo altre voci più allettanti. Forse è la paura, forse l’orgoglio che ci rende indifferenti alla voce del Signore. Maria, facci comprendere che Dio ci vuole bene e se lo accogliamo, troveremo la vera pace che solo lui sa dare. Santa Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze. Facci uscire dai nostri egoismi.
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Leggenda In un paese lontano un re convocò tutti i giovani del suo regno per comunicare loro un’importante notizia. Molti giovani risposero al suo invito ed il re disse loro: - Consegnerò un seme diverso ad ognuno di voi: fra 6 mesi dovrete portarmi in un vaso la piantina. Quello che porterà la pianta più bella, avrà la mano di mia figlia, e con lei il regno. Tornati al loro paese, i giovani si misero all’opera e, trascorso un po’ di tempo, tutti non la finivano di parlare e di mostrare le belle piante che avevano nei loro vasi... eccetto uno!... come tutti gli altri, aveva piantato il suo seme, ma questo si rifiutava di germogliare. Passarono i sei mesi e tutti i giovani andarono al castello ognuno con la sua pianta di cui erano orgogliosi. Il giovane il cui seme neppure era germogliato era molto triste e non voleva neanche andare al palazzo. Dopo averci riflettuto un po’, decise comunque di andare per rispettare l’impegno che aveva ricevuto. Si recò dunque al palazzo col suo vaso vuoto ed entrò nella sala del trono a testa bassa e molto imbarazzato. Tutti gli altri giovani, vedendo che il nostro amico non aveva niente nel vaso, lo deridevano. Ad un certo punto entrò il re e cominciò a girare tra i giovani ammirando le bellissime piante dei loro vasi. Terminata l'ispezione, si sedette sul trono e fece chiamare sua figlia. Tra il silenzio generale, fece poi avvicinare il giovane che aveva portato il vaso vuoto. Tutti rimasero stupiti e si aspettavano una spiegazione per quella scelta. Il re disse allora: - Questo è il nuovo erede al trono e sposerà mia figlia: tutti avete ricevuto un seme non fertile, e tutti avete tentato d’ingannarmi sostituendolo con un altro. Solo questo giovane ha avuto il coraggio di presentarsi con il suo vaso vuoto, dimostrando di essere sincero, leale e coraggioso... qualità che un futuro re deve avere e che mia figlia si merita. Per riflettere: 1. Cosa pensi della storia? 2. Credi che questo sia frequente tra di noi? 3. Che lezione possiamo imparare?
Canzone: Fango (di Jovanotti) Io lo so che non sono solo anche quando sono solo io lo so che non sono solo io lo so che non sono solo anche quando sono solo sotto un cielo di stelle e di satelliti tra i colpevoli le vittime e i superstiti un cane abbaia alla luna un uomo guarda la sua mano sembra quella di suo padre quando da bambino lo prendeva come niente e lo sollevava su era bello il panorama visto dall'alto si gettava sulle cose prima del pensiero la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
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ora la città è un film straniero senza sottotitoli le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli il ghiaccio sulle cose la tele dice che le strade son pericolose ma l'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente il profumo dei fiori l'odore della città il suono dei motorini il sapore della pizza le lacrime di una mamma le idee di uno studente gli incroci possibili in una piazza di stare con le antenne alzate verso il cielo io lo so che non sono solo io lo so che non sono solo anche quando sono solo io lo so che non sono solo e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango io lo so che non sono solo anche quando sono solo io lo so che non sono solo e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango la città un film straniero senza sottotitoli una pentola che cuoce pezzi di dialoghi come stai quanto costa che ore sono che succede che si dice chi ci crede e allora ci si vede ci si sente soli dalla parte del bersaglio e diventi un appestato quando fai uno sbaglio un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te ma ti guardi intorno e invece non c'è niente un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di innamorarsi e una musica che pompa sangue nelle vene e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi smettere di lamentarsi che l'unico pericolo che senti veramente è quello di non riuscire più a sentire niente di non riuscire più a sentire niente il battito di un cuore dentro al petto la passione che fa crescere un progetto l'appetito la sete l'evoluzione in atto l'energia che si scatena in un contatto io lo so che non sono solo anche quando sono solo io lo so che non sono solo e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango io lo so che non sono solo anche quando sono solo io lo so che non sono solo e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango e mi fondo con il cielo e con il fango e mi fondo con il cielo e con il fango
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11 – 16 ottobre NEL COSTRUIRCI COME PERSONE POSSIAMO CONTARE SUL SOSTEGNO DI DIO E DEGLI ALTRI Motivazione La vita si costruisce un poco alla volta; in questo processo il rapporto con i nostri compagni può aiutarci, se collaboriamo insieme nel creare il clima adatto per condividere le nostre esperienze. Gesù è al nostro fianco e il rapporto con Lui ci aiuterà nel nostro desiderio di costruirci secondo il progetto che Egli ha su di noi. Vangelo: Luca 18, 1 - 8
Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Tema Marista I nostri Fratelli missionari: Fratel Pietro Codato Che cos’è il progetto marista “missione ad gentes”: all’inizio del 2006 il Superiore Generale dei Fratelli Maristi - che allora era Fratel Seán Sammon (Stati Uniti) - inviò a tutti i Fratelli del mondo una lettera chiedendo di pregare e di considerare l’ipotesi di offrirsi per una nuova missione in Asia. Leggiamo in quella lettera: “Al cuore del progetto della missione “ad gentes” c’è un sogno: quello di poter inviare, entro quattro anni, 150 fratelli nel nuovo campo di apostolato che è l’Asia” dove la presenza marista è quasi insignificante. Una grande sfida lanciata a tutto l’Istituto che non è caduta nel vuoto: attualmente, più di 130 fratelli si sono resi volontari per questo progetto e già operano nei loro rispettivi luoghi di missione. Tra questi troviamo Fratel Pietro Codato che due anni fa ha scelto di partire rispondendo all’invito del Superiore Generale. Dopo una lunga preparazione durata più di un anno, ora si trova nel Vietnam insieme ad altri due Fratelli maristi. In molti Paesi asiatici, tra cui il Vietnam stesso; i missionari incontrano grandi ostacoli per annunciare liberamente il Vangelo di Gesù. Non possono quindi esistere “Scuole mariste” come in altri continenti. La presenza dei Fratelli è comunque molto significativa: in qualunque ambiente si trovano a svolgere la loro missione (spesso in situazioni di estrema povertà e di abbandono) sono per la popolazione una testimonianza di disponibilità, di servizio, di amore... cioè annunciano Gesù, lo rendono presente in mezzo a loro con la loro vita, più che con le parole.
Raggi dell'amore di Dio (Madre Teresa di Calcutta) Aiutami a diffondere dovunque il tuo profumo, o Gesù.
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Dovunque io vada. Inonda la mia anima del tuo Spirito e della tua vita. Diventa padrone del mio essere in modo così completo che tutta la mia vita sia un'irradiazione della tua. Perché ogni anima che avvicino possa sentire la tua presenza dentro di me. Perché guardandomi non veda me, ma te in me. Resta in me. Cosi splenderò del tuo stesso splendore e potrò essere luce agli altri.
Tema mariano Maria, rendici veri figli di dio Tu che hai educato il Suo Figlio alla preghiera nella tradizione del popolo eletto T. Aiutaci a vivere da veri Figli di Dio. Tu che hai educato il Suo Figlio a guardare con gioia la vita per rendere grazie al Padre T. Aiutaci a vivere da veri Figli di Dio. Tu che hai educato il suo Figlio alla solidarietà con tutti: i malati, peccatori e bambini, i sofferenti e delusi T. Aiutaci a vivere da veri Figli di Dio. Tu che hai educato il suo Figlio al dono della vita senza riserve, anche quando la chiamata di Dio diventa impegnativa e chiede una fedeltà sempre più grande T. Aiutaci a vivere da veri Figli di Dio. Tu che hai educato il suo Figlio alla piena fedeltà di Dio, all’abbandono fiducioso nelle sua mani di Padre fedele T. Aiutaci a vivere da veri Figli di Dio.
Preghiera: Grazie di tutto Ti rendo grazie, o Padre, per tutto quanto hai messo a mia disposizione. Grazie per la vita che mi hai donato. Grazie per i genitori stupendi che mi hai dato. Grazie per il tetto che mi protegge. Grazie per i momenti di divertimento e di gioia che vivo con i miei compagni. Grazie per la luce che mi illumina. Grazie per la vocazione di cristiano e per la mia appartenenza alla Chiesa. Grazie per il tuo Figlio Gesù che ci ha mostrato il tuo volto di Padre. Grazie di tutto, Signore, Grazie.
Racconto: Vorrei ma non posso... potrei ma non voglio
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Un vecchio sedeva in riva al lago e tutte le sere aspettava il tramonto. Ripensava spesso a quando, bambino, seduto su un sasso, veniva invitato dagli altri bambini a giocare. Accettava entusiasta l’invito, ma non appena cominciava a perdere, si allontanava con qualche scusa. Da ragazzo, sentendo la musica delle feste vicine, vi si recava incuriosito dalla voglia di partecipare e divertirsi, ma scoraggiato dalle difficoltà delle danze, tornava a sedersi in riva al lago. Passò la giovinezza cercando l’amore, ma per ogni ragazza che conosceva, ne incontrava una più affascinante. Divenuto adulto, gli offrirono un lavoro come pescatore, ma alla prima tempesta si spaventò e tornò a riva. E una sera, ormai anziano, salutò il sole al tramonto dicendo: “Ho tante
storie da raccontare, ma non ne ho vissuta fino in fondo neanche una.” Quanti desideri dentro di me… grandi sogni! Ma c’è anche la paura di non farcela. La fatica, il dover stringere i denti, lottare per ottenere ciò che mi sta a cuore… ma ne vale la pena... non c’è che una vita sola!
Canzone: Cerco la tua voce (Gen Rosso)
Dove sei perché non rispondi? Vieni qui dove ti nascondi? Ho bisogno della tua presenza è l'anima che cerca te. Spirito che dai vita al mondo cuore che batte nel profondo lava via le macchie della terra e coprila di libertà. Soffia vento che hai la forza di cambiare fuori e dentro me questo mondo che ora gira che ora gira attorno a te. Soffia proprio qui fra le case nelle strade della mia città tu ci spingi verso un punto che rappresenta il senso del tempo il tempo dell'unità. Rialzami e cura le ferite riempimi queste mani vuote sono così spesso senza meta e senza te cosa farei? Spirito oceano di luce parlami cerco la tua voce traccia a fili d'oro la mia storia e intessila d'eternità. Soffia vento che ...
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18 – 23 ottobre COMPRENSIVO CON GLI ALTRI ED ESIGENTE CON ME STESSO Giorni speciali: 18 ottobre: festa di san Luca evangelista 24 ottobre: giornata delle Nazioni Unite Motivazione Com’è facile vedere i difetti degli altri e com’è difficile vedere i nostri. Ecco che cosa ci dice Gesù nel Vangelo: Non giudicate, se non volete essere giudicati. Perché così come giudicherete, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurerete, vi misureranno. E perché guardi la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello, E non vedi la trave che hai nel tuo? Ipocrita! caccia prima la trave dal tuo occhio, e poi cercherai di togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. 18 ottobre: festa di san Luca evangelista
Medico e amico di Paolo, Luca accompagnò quest’ultimo in alcuni dei suoi viaggi. Narrandoli, parla così poco di se stesso che, senza le lettere di Paolo, non conosceremmo neppure il suo nome. A lui è attribuita la redazione del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Nel Vangelo Luca presenta Gesù come il Salvatore di tutti gli uomini, mentre negli Atti mette in evidenza l’opera dello Spirito Santo inviato da Gesù, su cui si fonda la nascita della Chiesa aperta a tutti, sia ai pagani che ai giudei. I temi fondamentali del suo Vangelo sono la misericordia e l’amore per i poveri, la preghiera e la gioia.
Preghiamo: Signore Dio nostro, che hai scelto San Luca per rivelare al mondo il tuo volto misericordioso di Padre e la tua predilezione per i poveri, fa’ che formiamo insieme un cuore solo e che tutti i popoli riconoscano la tua salvezza realizzata dal tuo Figlio Gesù. Amen
Vangelo: Luca 18, 9-14
Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
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Tema Marista I nostri missionari: Carlo Spagnolli (ex-alunno) Carlo Spagnolli è un medico che ha studiato per 13 anni nella Scuola Marista del San Leone Magno
di Roma, dove ha anche vissuto la sua esperienza scoutistica. Terminata l’Università di medicina, ha scelto di svolgere la sua esperienza di medico in Africa presso i più poveri. Ha lavorato in Uganda, dove ha conosciuto Angelina la sua futura moglie e madre dei tre figli. In seguito è passato in Etiopia per approdare infine all’Ospedale Arcivescovile di Harare nello Zimbabwe. Nel 1999, in occasione della canonizzazione del nostro Fondatore San Marcellino Champagnat, ha potuto realizzare il suo sogno di creare un Villaggio ove radunare in “Case Famiglia” i numerosi bambini abbandonati e già colpiti dall’ADS, piaga tremenda dello Zimbabwe e Paesi vicini. Comprata una Villa in vendita con molto terreno, vi riunisce, dopo un breve adattamento, i primi 10 bambini accuditi da adulti volontari. Aiutato anche dai Fratelli Maristi del luogo e da tanti amici italiani, specie del Trentino sua terra natale, in pochi anni costruisce 5 Case famiglia ove raccoglie una ottantina di bambini. Attualmente sta lavorando per costruire all’interno del Villaggio San Marcellino, anche una Scuola per i bambini in età scolastica in modo che possano imparare a leggere e scrivere ed anche un mestiere. Il progetto della scuola è pronto… per realizzarlo attendono anche il nostro aiuto! ( www.lifeline-dolomites.it)
Solidarietà Mandami qualcuno da amare (di Madre Teresa)
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona. Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri e affamati. Da' loro oggi, usando le nostre mani,
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il loro pane quotidiano, e da' loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.
Tema mariano Maria, donna bellissima (riduzione da Don Tonino Bello) Il Vangelo non ci dice nulla del volto di Maria. Come, del resto, non ci dice nulla del volto di Gesù. Forse è meglio. Così a nessuno di noi viene tolta la speranza di sentirsi dire un giorno, magari da un arcangelo di passaggio: «Lo sai che a tua madre e a tuo fratello rassomigli tanto?». Maria, comunque, doveva essere bellissima. Non parlo solo della sua anima. La quale, senza neppure l'ombra del peccato, era limpida a tal punto che Dio vi si specchiava dentro. Parlo, anche, del suo corpo di donna. Di solito, quando si parla di lei si sorvola sulla sua bellezza fisica. Eppure, non dovrebbe essere difficile trovare nel Vangelo la spia rivelatrice della bellezza corporea di Maria. C'è una parola greca carica di significati misteriosi che risuona nel saluto dell'angelo: «Kecharitomène». Viene tradotta con l'espressione «Piena di grazia». Ma non potrebbe trovare il suo equivalente in "graziosissima", con allusioni evidenti anche all'incantevole splendore del volto umano di lei? Credo proprio di sì. E senza forzature. Santa Maria, donna bellissima, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il mistero della bellezza. Egli l'ha disseminata qua e là sulla terra, la fa risplendere nella maestà delle vette innevate, nell'assorto silenzio dei boschi, nella forza furente del mare, nel brivido profumato dell'erba, nella pace della sera... La fa rifulgere nelle lacrime di un bambino, nell'armonia del corpo di una donna, nell'incanto degli occhi suoi ridenti e fuggitivi… Sapere che tu sei bellissima nel corpo, oltre che nell' anima, è per tutti noi motivo di incredibile speranza. E ci fa intuire che ogni bellezza della terra è appena un ruvido seme destinato a fiorire nelle serre di lassù.
Preghiera
Creature nuove Sono giovane, Signore, amo la vita e la gioia, mi piace fare sempre nuove esperienze: la vita, la gioia, la novità vera, sei tu, mio Dio. Tu nel battesimo mi hai fatto passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla vita nuova e alla libertà dei figli di Dio. Egoismi, discriminazioni, impurità, violenze, sono tutte cose vecchie, Signore. Da buttare! Aiutami, mio Dio, a buttarle via con decisione. Rinnova, Signore, la mia vita nella generosità, nella purezza del cuore, nell'amicizia sincera, nella fedeltà all'incontro con te nella preghiera. Dammi, Signore Gesù, la forza per camminare con te sulla via del Vangelo e per giungere con te alla gioia senza fine.
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Una breve storia per riflettere insieme e pregare
Si diceva che in un villaggio ci fosse una vecchietta che aveva le apparizioni. Un uomo del luogo, scettico di natura, le chiese la prova della loro autenticità. - La prossima volta che Dio ti appare – disse – chiedigli di rivelarti i miei peccati, che solo Lui conosce. Sarebbe la prova migliore. I due s’incontrarono di nuovo dopo un mese e l’uomo le domandò: - Allora, gli hai posto la domanda? - Sì – rispose la vecchietta – l’ho fatto. - E che cosa ti ha detto? - Ha detto: «Riferisci a quell’uomo che i suoi peccati li ho dimenticati!» Questo è il modo in cui Dio perdona... e noi siamo capaci di fare lo stesso?
Gesù, Ti sei fatto nostro fratello, sei morto per amore, ci guidi sulla via del bene e ci nutri ogni giorno con il tuo Pane di Vita. Aiutaci ad amare la nostra vita, ad offrirla a Te, come Tu l’hai offerta al Padre. Rendici degni del perdono che continuamente ci offri. Aiutaci a capire che il modo più bello di amare è chiedere perdono a Te, per noi e per gli altri, come Tu hai fatto sulla croce.
Canzone: Gli altri siamo noi
(di Umberto Tozzi)
Non sono stato mai più solo di così è notte ma vorrei che fosse presto lunedì con gli altri insieme a me per fare la città con gli altri chiusi in sè che si aprono al sole come fiori quando si risvegliano, si rivestono, quando escono, partono, arrivano, ci somigliano angeli avvoltoi, come specchi gli occhi nei volti perché gli altri siamo noi. I muri vanno giù al soffio di un'idea Allah come Gesù in chiesa o dentro una moschea e gli altri siamo noi ma qui sulla stessa via vigliaccamente eroi lasciamo indietro pezzi di altri noi che ci aspettano e si chiedono perché nascono e subito muoiono forse rondini foglie d'Africa ci sorridono in malinconia e tutti vittime e carnefici tanto prima o poi gli altri siamo noi. Quando cantano, quando piangono gli altri siamo noi. siamo noi siamo noi In questo mondo gli altri siamo noi Gli altri siamo noi Gli altri siamo noi
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Gli altri siamo noi Gli altri siamo noi Noi che stiamo in comodi deserti di appartamenti e di tranquillitĂ lontani dagli altri, ma tanto prima o poi gli altri siamo noi. In questo mondo piccolo oramai Gli altri siamo noi Gli altri siamo noi Gli altri siamo noi Gli altri siamo noi Gli altri siamo noi Si gli altri siamo noi fra gli Indios e gli IndĂš ragazzi in farmacie che ormai non ce la fanno piĂš, famiglie di operai, i licenziati dai robot e zingari dell'est in riserve di periferia siamo tutti vittime e carnefici tanto prima o poi gli altri siamo noi. L'amazzonia il Sud Africa, Gli altri siamo noi. siamo noi siamo noi quando sparano quando sperano Gli altri siamo noi siamo noi siamo noi Gli altri siamo noi Gli altri siamo noi In questo mondo gli altri siamo noi In questo mondo piccolo oramai Gli altri siamo noi In questo mondo gli altri siamo noi
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25 – 30 ottobre LAVORIAMO INSIEME PER GLI STESSI IDEALI Giorno speciale: 30 ottobre: Anniversario del martirio dei Fratelli di Bugobe Motivazione A volte ci lamentiamo di non aver potuto realizzare gli obiettivi che ci eravamo prefissati o di non aver portato a termine quelli che avevamo iniziato. Sarà perché vogliamo fare le cose da soli? Al nostro fianco abbiamo dei compagni che hanno degli obiettivi simili. Non sarebbe più logico lavorare insieme per gli stessi ideali? Tema Marista 30 ottobre: ricordiamo i nostri Fratelli uccisi a Bogobe Quattordici anni fa, il 31 ottobre 1996, quattro Fratelli Maristi spagnoli sono stati uccisi nel campo dei rifugiati di Bugobe vicino a Bukavu, nel Congo. Erano i Fratelli Servando Mayor, Miguel Angel Isla, Fernando de la Fuente, e Julio Rodriguez. I quattro fratelli cominciarono la loro missione nel campo di Nyamiranguwe (Bugobe) a partire dal settembre 1995, in sostituzione dei Fratelli Ruandesi di etnia Hutu costretti ad allontanarsi perché minacciati di morte. Questo campo accoglieva circa 30.000 persone, in maggioranza contadini, sotto la protezione della Croce Rossa Internazionale. I fratelli si occupavano in prevalenza dell’assistenza di circa 300 bambini, ma anche degli anziani e dei malati. I nostri quattro Fratelli avevano detto sì ad una missione che sapevano difficile e una volta sul posto fu per loro ancora più evidente e sapevano che le loro vite erano a rischio. Hanno comunque deciso di restare accanto alla gente resistendo ad ogni invito di lasciare il campo. Hanno scelto di donare la loro vita... fino in fondo! Preghiera del Fr. Servando Mayor Signore ti offro la mia vita : è tua ! Tu sai che sono debole e fragile. Prendi la mia argilla e modellami secondo la tua fantasia. Rendimi come Maria, vaso sempre pieno di amore. Fa’ che trabocchi e dia vita a tante persone che come me avvertono il bisogno di dare senso alla propria vita. Inonda la mia povera esistenza con la tua acqua viva. Rendi la mia argilla consistente. Sai che facilmente mi rompo e rimango vuoto, anche se pieno delle mie cose che non mi rendono felice, ma di cui spesso non riesco a farne a meno. Signore mi fai paura ! E’ rischioso fare un salto nel vuoto.
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Soffro di vertigini quando non intravedo nulla. Dammi una spinta Signore. So che non è facile seguire le tue orme, ma con la tua forza sarò fedele.
Vangelo: Luca 19, 1-10
Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Riflessione Zaccheo si è sentito amato da Gesù... forse era la prima volta nella sua vita che incontrava una persona che gli ha voluto bene. In questo modo gli ha cambiato la vita... e noi? Abbiamo il coraggio di fare il primo passo?
Tema mariano Maria, madre della sapienza, ascoltaci O Maria, come hai seguito Gesù negli anni della sua scuola, così stammi sempre vicina nel lungo cammino dei miei studi. Aiuta anche me, ti prego, a crescere come Gesù in età, in sapienza e in grazia davanti a Dio e agli uomini. Tu, che sei la Madre della sapienza, apri la mia mente perché comprenda le spiegazioni, fortifica la mia volontà, perché impari a studiare con costanza. O Maria, donami un cuore umile per accettare le correzioni e un'anima sensibile per essere riconoscente verso gli insegnanti. Veglia su tutti i ragazzi che studiano perché nessuno lasci la scuola. Prendici per mano per condurci a Gesù e insegnaci a credere in lui e ad amarlo come tu lo hai amato. Amen.
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Solidarietà Insegnami l'amore (Madre Teresa)
Signore, insegnami a non parlare come un bronzo risonante o un cembalo squillante, ma con amore. Rendimi capace di comprendere e dammi la fede che muove le montagne, ma con l'amore. Insegnami quell'amore che è sempre paziente e sempre gentile; mai geloso, presuntuoso, egoista o permaloso; l'amore che prova gioia nella verità, sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare. Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stato il debole ma costante riflesso del tuo amore perfetto.
Preghiera
La vita è vocazione Signore, tu metti la vita nelle nostre mani, e ci chiami a portare a pienezza i talenti ricevuti. Rendimi cosciente della responsabilità che mi dai in questi anni della giovinezza: domani sarò quello che mi costruisco oggi! Aiutami, Signore, a non sprecare questa stagione preziosa della mia vita: il tempo perso è perso per sempre! Voglio impegnarmi seriamente, Signore, non solo per realizzare me stesso, ma per essere domani più utile agli altri. Fa', o Signore, che mentre penso al mio futuro in questo mondo, non dimentichi il mio futuro eterno.
Racconto L’orchestrana che diventò orchestrina C’era una volta un complesso di sette strumenti musicali: erano un pianoforte, un violino, una chitarra classica, un flauto, un sassofono, una cornetta e una batteria. Vivevano nella medesima stanza, ma non andavano d’accordo. Erano così orgogliosi che ognuno pensava di essere il re degli strumenti e di non aver bisogno degli altri. Non solo, ma ciascuno voleva suonare le melodie che aveva nel cuore e non accettava di eseguire uno
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spartito. Tutti ritenevano ciò una imposizione intollerabile che violava la loro libertà di espressione. Quando al mattino si svegliavano, ognuno cominciava a suonare liberamente le proprie melodie e per superare gli altri usava i toni più forti e violenti. Risultato: un inferno di caotici rumori. Sicché tutti chiamavano quel complesso l’Orchestrana. Una notte capitò che la batteria non riuscisse a chiudere occhio per il nervoso. Per passare il tempo cominciò a scatenarsi con le sue percussioni. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Per la prima volta tutti gli strumenti si trovarono d’accordo su una cosa: la decisione di andare ognuno per conto suo. Stavano per uscire, quando alla porta bussò una bacchetta con uno spartito sotto il braccio in cerca di strumenti da dirigere. Parlando con garbo e diplomazia chiese loro di fare una nuova esperienza, quella di suonare ognuno secondo la propria natura, ma con note, ritmi e tempi armonizzati. “Con un occhio guardate lo spartito, con l’altro i miei cenni, dopo che avrò dato il via, disse la bacchetta”. Un po’ perché erano molto stanchi del caos in cui vivevano, un po’ per la curiosità di fare una nuova esperienza, accettarono. Si misero a suonare con passione dando ognuno il meglio di se stesso e con una obbedienza totale alla bacchetta… magica. A mano a mano che andavano avanti, si ascoltavano l’un l’altro con grande piacere. Quando la bacchetta fece il cenno della fine, un’immensa felicità riempiva il loro cuore: avevano eseguito il famoso Inno alla gioia di Beethoven. L’Orchestrana era diventata un’Orchestrina.
Canzone: Regalami il tuo sogno (di Ligabue) Se ti vuoi fidare davvero di me Fallo fino in fondo Oh, fino in fondo. Fatti piu' vicina Regalami il tuo sogno Regalami il tuo sogno te lo custodirò te lo conserverò finchè ne avrai bisogno Regalami il tuo sogno. Guardami negli occhi deciderai poi se aver paura Regalami il tuo sogno Regalami il tuo sogno te lo conserverò te lo custodirò finchè ne avrai bisogno
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MESE DI NOVEMBRE Siamo già alla metà del primo trimestre... l’anno scolastico è ormai ben avviato, abbiamo approfondito la conoscenza dei nostri compagni, abbiamo stabilito nuove relazioni, stiamo lavorando perché la classe diventi una comunità che lavora insieme, sostenendo soprattutto chi è più debole e fatica a stare al passo... È arrivato il momento di preparare gli strumenti e i materiali che ci serviranno per la nostra crescita. Sicuramente sappiamo già di che cosa si tratta. Nelle nostre relazioni con gli altri ci sono situazioni che ci offrono accasioni di crescita: saper accettare uno, sopportare l’impertinanza dell’altro, perdonare e dimenticare le parole offensive di un altro ancora... Se di fronte a queste situazioni mi ricordo delle parole di Gesù: “Nella misura in cui misurerai, sarai misurato”; oppure quella che chiamiamo la regola d’oro: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te stesso”, allora queste stesse situazioni contribuiranno e costruirmi dentro come persona. Man mano ti stai rendendo conto che anche l’impegno nel lavoro quotidiano ti costruisce, nel momento in cui ti richiede uno sforzo, esige il controllo di te stesso... tutto ciò, a poco a poco, ti renderà più maturo. In questo mese abbiamo anche alcune celebrazioni che possono aiutarci: il 1° novembre, la festa di Tutti i Santi; il 2 novembre, la commemorazione dei defunti. Inoltre alla fine del mese inizierà il periodo dell’Avvento, un’opportunità per vivere la nostra preparazione al Natale.
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1 - 6 novembre ORGANIZZO IL MIO LABORATORIO PREPARANDO STRUMENTI E MATERIALI Giorni speciali: 1 novembre: festa di Tutti i Santi 2 novembre: commemorazione dei defunti 4 novembre: giornata dell’Unesco MOTIVAZIONE Forse ti sarà capitato di entrare in un laboratorio di falegnameria: avrai visto una gran quantità di strumenti, macchinari, materiali diversi, oggetti già terminati o in via di realizzazione... Alcuni di questi laboratori potrebbero essere ordinati, puliti, sicuri, e alri invece tutti disordinati, sporchi, pieni di polvere con gli strumenti sparsi per terra... un vero disastro! La nostra vita potrebbe assomigliare all’uno o all’altro laboratorio: per alcuni la vita è un succedersi di avvenimenti ben definiti e ordinati ad uno scopo ben preciso; per altri invece gli avvenimenti si succedono in modo frenetico e disordinato, difficilmente controllabili, senza un obiettivo preciso. È giunto il momento di “prendere sotto osservazione” il laboratorio della nostra vita e di capire in quali condizioni si trova! VANGELO: Lc. 20, 27-38
Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Tema Marista Tratti del Padre Champagnat (Fratel Giovanni Battista - 1) Il Fratello Giovanni Battista è il primo biografo ufficiale di Marcellino. Di lui scrive: "Il Padre Champagnat era alto di statura e imponente; aveva la fronte spaziosa con i tratti del viso ben pronunciati; colorito bruno, aspetto modesto e serio. Nei primi contatti ispirava rispetto e, qualche volta, soggezione, ma dopo qualche istante di conversazione con lui, questi sentimenti lasciavano il posto all’ammirazione e alla fiducia, poiché dietro una apparente severità nascondeva il più felice dei caratteri. Aveva uno spirito retto, il cuore
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tenero e sentimenti nobili ed elevati. Il suo carattere era gioviale, aperto, fermo, ardente, costante e sempre uniforme."
Tema mariano Santa Maria donna in cammino (riduzione da Don Tonino Bello) Santa Maria, donna in cammino, come vorremmo somigliarti nelle nostre corse trafelate. Siamo in cammino come te, e qualche volta ci appesantisce lo zaino per le cose inutili che ci portiamo dietro, mentre a volte ci dimentichiamo l’essenziale, tipo una cartina stradale che dia senso al nostro camminare. Donaci sempre, ti preghiamo, il gusto della vita. Fa’ che i nostri sentieri siano come lo furono i tuoi, strumento di comunicazione con la gente e non nastri isolanti che delimitano il nostro spazio che non permettiamo di scavalcare. Prendici per mano e, se ci vedi allo sbando, sul ciglio della strada, indicaci tu la giusta direzione. E poi rimettici in carreggiata e cammina accanto a noi.
Parabola
Credere senza vedere Un imperatore disse al rabbino Yeoshua Ben Hanania: "Vorrei tanto vedere il vostro Dio". "È impossibile", rispose il rabbino. "Impossibile? Allora, come posso affidare la mia vita a qualcuno che non posso vedere?". "Mostratemi la tasca dove avete riposto l'amore per vostra moglie. E lasciate che io lo pesi, per vedere se è grande". "Non siate sciocco. Nessuno può serbare l'amore in una tasca", rispose l'imperatore. "Il sole è soltanto una delle opere che il Signore ha messo nell'universo, eppure non potete vederlo bene. Tanto meno potete vedere l'amore, ma sapete di essere capace di innamorarvi di una donna e di affidarle la vostra vita. Non vi sembra evidente che esistono alcune cose nelle quali confidiamo anche senza vederle?".
Preghiera Ti rendiamo grazie, Signore, perché hai condiviso tutto con noi, per averci dato tutto ciò che hai e che sei. Tu, nel tuo amore, in tutti i momenti della tua vita, ci hai dimostrato totalmente questo amore. Tu mi sei vicino con le tue parole e con i tuoi esempi, con la tua Provvidenza e con le grazie di ogni istante. Nella santa Eucaristia, sei sempre davanti a me, sempre con me, sotto i miei occhi, e ogni giorno nelle mie mani, sulle mie labbra quando unisci il tuo Corpo al mio corpo. Signore Gesù, come sei buono! Fa’ che ti restituisca amore per amore. Amen. (CHARLES DE FOUCAULD)
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Racconto Regalare felicità Due uomini, entrambi ammalati, occupavano la stessa stanza di un ospedale. Uno di loro tutti i pomeriggi
durante un’ora veniva fatto sedere sul suo letto, per aiutarlo a drenare il liquido dei suoi polmoni. Il suo letto era posizionato vicino all’unica finestra della stanza. L’altro uomo doveva stare tutto il tempo con il viso rivolto verso l’alto. I due parlavano per ore. Parlavano delle loro mogli e dei loro familiari, delle loro case, del loro lavoro, della loro permanenza al servizio militare, di dove erano andati in vacanza l’anno precedente… Ed ogni pomeriggio, l’uomo vicino alla finestra, quando veniva fatto sedere sul letto, passava il tempo a descrivere al suo vicino tutto ciò che vedeva. La finestra si affacciava su un parco con un bel lago. Anatre e cigni giocavano nell’acqua, mentre i bambini si divertivano con i loro aquiloni. I giovani innamorati passeggiavano tenendosi per mano tra fiori di tutti i colori. Grandi alberi adornavano il parco e, poco più lontano si poteva avere una bella vista della città. L’uomo dalla finestra descriveva tutto ciò con dovizia di particolari; dall’altro lato della stanza l’altro malato chiudeva gli occhi e immaginava le scene descritte. Una mattina un’infermiera entrò nella stanza con dell’acqua per lavarli, e trovò il corpo dell’uomo alla finestra senza vita… era morto serenamente nel sonno. Il suo compagno di stanza si dispiacque immensamente. Qualche giorno dopo, desideroso di ammirare con i suoi stessi occhi quello che l’amico ogni giorno gli descriveva, chiese di essere spostato nel letto a fianco della finestra. Lentamente e con difficoltà, l’uomo si alzò reggendosi sui gomiti, si sedette sul letto, si sforzò per girarsi lentamente per guardare verso la finestra… ma con sua grande delusione non vide altro che una parete bianca. L’uomo chiese all’infermiera il motivo che avrebbe spinto il suo compagno morto a descrivere le cose così belle che diceva di vedere attraverso la finestra. L’infermiera gli rispose che l’uomo era cieco e che non avrebbe potuto vedere nemmeno la parete, e aggiunse: “Forse chissà, voleva solo renderti felice!” Epilogo:rendere felici gli altri produce una immensa felicità, qualunque sia la propria situazione. Il dolore condiviso riduce metà della pena; ma la felicità, quando la si condivide, aumenta del doppio.
Vivere la vita (Gen Verde)
Vivere la vita con le gioie e coi dolori d’ogni giorno: è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell’amore è il tuo destino: è quello che Dio vuole da te. Fare insieme agli altri la tua strada verso lui, correre con i fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore: è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generare ogni momento il Paradiso: è quello che Dio vuole da te. Vivere perché ritorni al mondo l’unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.
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Vivere perché ritorni al mondo l’unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai, una scia di luce lascerai.
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8 - 13 novembre LE PICCOLE COSE DI OGNI GIORNO Giorno speciale: 10 novembre: festa di San Leone Magno MOTIVAZIONE Durante questa settimana cercheremo di riflettere su ciò che caratterizza la nostra vita di ogni giorno, ciò che riempie la nostra giornata dal mattino alla sera (e dalla sera alla mattina!), le piccole cose di ogni giorno che facciamo senza neppure pensarci, ma che ci rendono felici o ci rattristano, ci riempiono le ore di noia o di entusiasmo, ci fanno pulsare il cuore a cento o a mille o ci creano ansia e depressione... Ebbene, abbiamo mai pensato perché questo “mi” succede? Perchè “decido” di agire in un certo modo e non in un altro? Che cosa “mi” spinge? Sai che cos’è un “valore”? Sai distinguerlo se è positivo o negativo?... Quante domande! E le risposte non sono affatto facili... un buon motivo per discuterne insieme (prof. permettendo!).
10 novembre: festa di San Leone Magno
Ricordiamo e preghiamo oggi per tutti gli alunni del San Leone Magno, la scuola marista di Roma, nel giorno in cui celebrano il loro patrono… Eletto papa nel 440, Leone fu un predicatore di grande ricchezza dottrinale e si prodigò per combattere le eresie diffuse nella Chiesa del suo tempo. Con i suoi interventi coraggiosi salvò per due volte la città di Roma dalla devastazione di cui la minacciavano gli Unni di Attila e i Vandali di Genserico. Per questi motivi al suo nome fu aggiunto l’appellativo di “Magno”, cioè “Grande”. Preghiamo: ti preghiamo, o Signore per la tua Chiesa, perché per l’intercessione del papa San Leone Magno, resti salda nella verità e annunci con coraggio e fedeltà il tuo Vangelo al mondo. Da’ a noi la forza di progredire nella via del bene e, docili alla tua Parola, sappiamo realizzare in noi il tuo progetto d’amore. Amen
VANGELO: Lc. 21, 5 - 19
Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non
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preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Tema Marista Tratti del Padre Champagnat (testimonianze dei primi Fratelli - 2) Due tratti importanti: la pace dell'anima e la serenità del volto Grandi difficoltà, prove, fatiche, stanchezza..., nulla riusciva ad alterarlo. La sua tranquillità il suo buon umore erano contagiosi. "Lasciarsi abbattere dalle contrarietà diceva - aumenta le difficoltà della vita e finisce per distruggere la pace del cuore." Una caratteristica costante: l'allegria "Colui che è allegro e contento dimostra che ama la vita e che è felice di vivere. Certamente le difficoltà non gli faranno paura." Per questo Marcellino esigeva da coloro che volevano abbracciare la vita marista il possesso di questa qualità e lui stesso si industriava perché regnasse ovunque: favoriva il gioco e volentieri perdonava le marachelle che qualche giovane Fratello commetteva per "eccesso di allegria".
Tema mariano Santa Maria, compagna di viaggio (riduzione da Don Tonino Bello) Santa Maria, Madre tenera e forte, nostra compagna di viaggio sulle strade della vita, ogni volta che contempliamo le cose grandi che il Signore ha compiuto in te, proviamo una così viva malinconia per le nostre lentezze, che sentiamo il bisogno di allungare il passo per raggiungerti e per camminarti vicino, la mano nella mano. Donaci come te il coraggio di metterci all’ascolto del Signore, il tuo entusiasmo nel rispondergli di sì, perché anche il nostro sì dia un senso alle piccole cose di ogni giorno, quelle che, mattone dopo mattone, costruiranno l’edificio della nostra vita. Fa’ che sappiamo essere attenti e solleciti verso coloro che si trovano nel bisogno, come tu lo fosti un giorno con Elisabetta.
INVOCAZIONI Ad ogni invocazione, ripetiamo: Sei Tu, Gesù, il tesoro della mia vita Fa’ che nel mio cuore ci sia sempre un posto per Te. Rendimi capace di vedere i segni della Tua presenza nella mia vita. Fa’ che io sia testimone coraggioso della Tua Parola. Donami un cuore grande come il Tuo, capace di perdono, gioia, pace, misericordia.
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Rendimi capace di riconoscerti nelle persone che mi hai posto accanto, soprattutto nei più bisognosi. Fa’ che io sappia sempre riconoscerti nei segni del Pane e del Vino consacrati.
Parabola La bilancia (di Kociss Fava) Sognai che non ero più. Avendo concluso i miei giorni su questa terra, mi trovavo tra le soffici nubi del cielo. Appena gli occhi si furono abituati alla luce accecante e bianchissima, vidi una lunga fila di persone davanti a me. Me l'aspettavo: anche lì tutti in coda, in attesa del giudizio! Man mano che avanzavo, cominciai a intravedere una figura barbuta. L'espressione era mite, eppure le rughe che solcavano l'ampia fronte, gli conferivano un aspetto autoritario. Appese alla candida tunica un mazzo di grosse chiavi dorate; in mano reggeva una bilancia. Allora era tutto vero! Per ogni anima che gli si presentava davanti, vidi che annotava qualcosa su una pergamena. In breve fu quasi il mio turno. Deciso a non farmi cogliere impreparato, ripercorsi la mia vita, da cima a fondo ricordando tutte le colpe commesse, perfino le più insignificanti marachelle compiute da bambino. Toccò a me: timidamente mi avvicinai, mentre il giudice protendeva la bilancia nella mia direzione. Stavo per cominciare il resoconto dei miei peccati, ma quale enorme sorpresa mi colse, quando lo sentii chiedere semplicemente: "Figliolo, quanto hai amato?".
Canzone: Il tempo dell’amore (di Luca Carboni) Ogni giorno nasce un fiore dentro al giardino dell'amore ogni giorno cose nuove dentro al giardino del mio cuore non è mai uguale cambia il vento, arriva il temporale non è mai normale lacrime che un sorriso può asciugare Ogni giorno nasce il sole dentro al giardino dell'amore ogni giorno c'è da fare dentro al giardino del mio cuore non è mai uguale quante spine ed erba da strappare non è mai normale e poi imparare a perdonare ...il tempo dell'amore gira piano come la terra intorno al sole gira piano per non far scoppiare il cuore ...piano verso l'eternità Ogni giorno annaffio un fiore dentro al giardino del tuo cuore non è mai uguale e poi seminare e poi aspettare non è mai normale e poi silenzio e poi nuove parole
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...il tempo dell'amore non ha fretta come la terra intorno al sole non ha fretta per non far scoppiare il cuore ...non ha fretta l'eternitĂ
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15 – 20 novembre CHE COSA TI MANCA? Giorno speciale: 20 novembre: 51° Anniversario della Dichiarazione dei Diritti dei Bambini MOTIVAZIONE Non si nasce cristiani, ma lo si diventa sotto la guida e l’opera dello Spirito Santo che ci trasforma giorno dopo giorno. A noi il semplice compito di lasciarlo fare senza mettergli i bastoni tra le ruote. Quest’azione dello Spirito Santo non avviene in occasioni particolari (tipo la Pentecoste per gli apostoli, per capirci), ma è un’azione costante, giorno dopo giorno... e come la goccia, giorno dopo giorno, riesce a scalfire anche il nostro cuore indurito. Se siamo attenti alla sua azione, dopo un certo periodo ci sentiremo migliori, avremo idee più positive, saremo più aperti e disponibili con gli altri, vorremmo abbracciare il mondo intero... come sia avvenuto non ce ne siamo resi conto... però è avvenuto. Sarà stata una lettura, l’ascolto di un brano del vangelo che ci ha colpiti, la parola di un amico, un incontro speciale... beh, l’anno è appena iniziato... coraggio! VANGELO: Lc. 23, 35 - 43
[Dopo che ebbero crocifisso Gesù] il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Tema Marista Tratti del Padre Champagnat (testimonianze dei primi Fratelli
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Una qualità vincente: la sua azione Questa è stata la nota dominante di tutta la sua vita, ma soprattutto dal giorno in cui si dedicò a tempo pieno alla cura dei Fratelli. Visite agli ammalati, incontri, lettere,... era sempre disposto a correre dove era richiesta la sua presenza. Nel fare il catechismo ai fanciulli ci metteva il meglio di se stesso. Mentre costruiva l'Hermitage cresceva attorno a lui una vera famiglia: incoraggiava i muratori nel frantumare la roccia, arginava il fiume, ed era sempre pronto ad aiutare tutti. Affrontava viaggi lunghi e faticosi: a Parigi per cercare di ottenere l'approvazione dell'Istituto; nei villaggi dove si trovavano le scuole, per sostenere i Fratelli nel loro lavoro; ovunque, quando c'era un ammalato che poteva avere bisogno di lui... Questa intensa attività la mantenne quasi fino alla morte.
Marcellino aveva anche un grande senso pratico delle cose: sapeva quel che voleva e camminava con decisione nella direzione che aveva intrapreso nonostante le difficoltà e
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le incomprensioni. Sapeva prevedere le difficoltà riuscendo a trovare soluzioni giuste a problemi concreti.
Tema Mariano L’incontro Mi dissero che l’avrei incontrata a Nazaret, pertanto lì rivolsi i miei passi. Mi segnalarono una piccola casa, fatta di mattoni, imbiancata da poco. Con un certo tremore per l’emozione, bussai alla porta e una voce molto dolce e affettuosa mi disse: “Entra, la porta è aperta.” Aprii... Appena mi vide, tese le sue braccia verso di me e mi abbracciò con tanto affetto che mi fece ricordare gli abbracci di mia madre quando tornavo da un lungo viaggio. Era una donna la cui età era difficile da stabilire: l’espressione del volto era quella di una ragazza giovane; la sua fronte spaziosa faceva intuire una donna di una certa maturità. La sua tenerezza faceva ricordare quella di una madre. Mi chiese di sedermi al suo fianco. Mi sorrise, mi prese le mani e senza che lei mi dicesse nulla, capii che potevo raccontarle tutto ciò che avevo dentro… le parlai dei miei dubbi, delle mie inquietudini e preoccupazioni.
Preghiamo
Ad ogni invocazione ripetiamo: Resta con noi Gesù
- Come la tua luce che brilla nella notte, aiutaci a essere luce per chi ci è vicino. - Come la tua luce che brilla nella notte, aiutaci a non perdere mai la Speranza. - Come la tua luce che brilla nella notte, aiutaci a saper consolare gli amici. - Come la tua luce che brilla nella notte, fa’ che portiamo la luce della pace tra chi litiga. - Come la tua luce che brilla nella notte, fa’ che portiamo la luce del perdono a chi ci fa del male. - Come la tua luce che brilla nella notte, fa’ che sappiamo accogliere chi è solo.
Parabola Come nacquero i deserti All'inizio il mondo era tutto un immenso giardino fiorito: Dio, creando l'uomo, gli disse: "Ogni
volta che compirai una cattiva azione, io farò cadere sulla terra un granellino di sabbia". Ma gli uomini non ci fecero caso. Che cosa avrebbero significato uno, cento, mille granellini di sabbia in un immenso giardino fiorito? Passarono gli anni e i peccati degli uomini aumentarono: torrenti di sabbia inondarono il mondo. Nacquero così i deserti, che di giorno in giorno divennero sempre più grandi. Ancor oggi Dio ammonisce gli uomini dicendo: "Non riducete il mondo fiorito in un immenso deserto; piantate i fiori del vostro impegno ogni giorno, senza mai stancarvi".
Canzone: Si può dare di più (di Morandi, Tozzi, Ruggeri) In questa notte di venerdì perché non dormi perché sei qui perché non parti per un week-end che ti riporti dentro di te Cosa ti manca cosa non hai cos’è che insegui se non lo sai se la tua corsa finisse qui forse sarebbe meglio così Ma se afferri un’idea che ti apre una via e la tieni con te o ne segui la scia
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risalendo vedrai quanti cadono giù e per loro tu puoi fare di più In questa barca persa nel blu noi siamo solo dei marinai tutti sommersi non solo tu nelle bufere dei nostri guai Perché la guerra, la carestia non sono scene viste in TV e non puoi dire lascia che sia perché né avresti un po’ colpa anche tu Si può dare di più perché è dentro di noi si può dare di più senza essere eroi come fare non so non lo sai neanche tu ma di certo si può… dare di più. Perché il tempo va sulle nostre vite rubando i minuti di un’eternità E se parlo con te e ti chiedo di più è perché te sono io e non solo tu si può dare di più perché è dentro di noi si può osare di più senza essere eroi come fare non so non lo sai neanche tu ma di certo si può..dare di più Come fare non so non lo sai neanche tu ma di certo si può… dare di più.
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22 - 27 novembre CHI STA AL MIO FIANCO PER TENDERMI LA MANO? Giorno speciale: 21 novembre: festa della Presentazione della Beata Vergine Maria MOTIVAZIONE Intorno a noi ci sono molte persone che possono darci una mano: in particolare alcune che sono più vicine a noi e che hanno una maggiore responsabilità nei nostri confronti: i nostri genitori e i nostri educatori (insegnanti e animatori). Altri lavorano, giocano, si divertono con noi... come i nostri compagni di classe: anch’essi condividono la nostra vita e possono esserci di aiuto. 21 novembre: festa della Presentazione della B. Vergine Maria
La Chiesa celebra oggi Maria che, ancora bambina, viene presentata al tempio e consacrata al Signore. Naturalmente non vi è traccia di questo avvenimento nella Bibbia. (Il racconto lo troviamo invece nei vangeli apocrifi). Con questa festa, la Chiesa non intende quindi affermare la storicità dell’evento; quello che le importa sottolineare è il dono totale di sé di Maria, il suo sì al Signore che diventerà poi esplicito nel giorno dell’Annunciazione.
Maria, insegnaci ad amare
Maria, accompagnaci nell’imparare l’arte di amare fatta dei tocchi lievi dei gesti di ogni giorno fatta dei colori vivi dei nostri sentimenti vissuta nel paesaggio di ogni incontro. Rendi chiari, Maria, i nostri occhi perché colgano la bellezza e non rubino ciò che nell’intimità appartiene all’altro. Rendi buone, Maria, le nostre parole perché siano carezze che aiutano a sbocciare e fiducia che infonde coraggio. Rendi gentili, Maria, le nostre mani, perché siano segno di amicizia limpida e sappiano vincere il desiderio di trattenere. Rendi leggeri, Maria, i nostri pensieri, perché siano spazio aperto in cui gli altri possano abitare senza la paura di essere soffocati dai giudizi. Rendici, Maria, ragazzi e ragazze trasparenti e fedeli nell’amicizia.
VANGELO: Matteo 24, 37- 44
Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora
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due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Tema Marista Tratti del Padre Champagnat (testimonianze dei primi Fratelli Maristi - 4) La chiave che apre ogni porta: il suo grande cuore "Solo Dio conosce il bene che voglio ai Fratelli. Per loro sarei disposto ad ogni sacrificio, darei anche la vita se fosse necessario", così scriveva in una lettera. A loro ripeteva spesso: "Lo sapete che sono disposto a fare qualunque sacrificio pur di farvi contenti". Anche in campo educativo riprendeva lo stesso concetto inculcando ai Fratelli un principio importante: "per educare i fanciulli bisogna amarli."
Preghiera Signore, aiutami ad essere per tutti amico, che attende senza stancarsi, che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ringrazia con gioia. Un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura, a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera; ad offrire un’amicizia riposante, ad irradiare una pace gioiosa, la Tua pace, o Signore. Fa’ che sia disponibile e accogliente soprattutto verso i più deboli e indifesi. Così senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino, Signore della tenerezza. Amen!
Compagni di volo (Don Tonino Bello) Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita; ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che tu abbia un’ala soltanto,
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l’altra la tieni nascosta, forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me; per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo. Insegnami, allora, a librarmi con Te, Perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla, vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l’avventura della libertà. Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia Di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te. Ma non basta saper volare con Te, Signore. Tu mi hai dato il compito Di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi. Non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l’ala , l’unica ala inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te; soprattutto per questo fratello sfortunato, dammi, o Signore, un’ala di riserva.
Parabola L’avventura dei ricci Un'estate, una famiglia di ricci venne ad abitare nella foresta. Il tempo era bello, faceva caldo, e tutto il giorno i ricci si divertivano sotto gli alberi. Poi correvano nei campi, nei dintorni della foresta, giocavano a nascondino tra i fiori, acchiappavano mosche per nutrirsi e la notte si addormentavano sul muschio, nei pressi delle tane. Un giorno videro una foglia cadere da un albero… era sopraggiunto l’autunno. Giocarono a rincorrere la foglia, dietro le foglie che cadevano sempre più numerose; ed essendo le notti diventate un po' più fredde, dormivano sotto le foglie secche. Col passare del tempo faceva però sempre più freddo. Nel fiume a volte si formava il ghiaccio. La neve aveva ricoperto le foglie. I ricci tremavano tutto il giorno, e la notte non potevano chiudere occhio, tanto avevano freddo. Così una sera decisero di stringersi uno accanto all'altro per riscaldarsi, ma fuggirono ben presto ai quattro angoli della foresta: con tutti quegli aculei si erano feriti il naso e le zampe. Timidamente, si avvicinarono ancora, ma di nuovo si punsero il muso. E tutte le volte che uno si avvicinava all'altro, capitava la stessa cosa. Era assolutamente necessario trovare un modo per stare vicini: gli uccelli si tenevano caldo uno con l'altro, così pure i conigli, le talpe e tutti gli animali. Allora, con dolcezza, a poco a poco, sera dopo sera, per potersi scaldare senza pungersi, si accostarono l'uno all'altro, ritirarono i loro aculei e, con mille precauzioni, trovarono infine la giusta misura. Il vento che soffiava non dava più fastidio; ora potevano dormire al caldo tutti insieme.
Il decalogo della “tenerezza" Potrebbe essere, più o meno, così: 1. Poiché la tenerezza è possibile, non c'è nessuna ragione per starne senza. 2. Parlatevi un po' ogni giorno. 3. Crescete insieme, continuamente. 4. Accresci la tua autostima. 5. Sii compassionevole. 6. Sii gentile. L'amore non ammette le cattive maniere. 7. Cerca di scoprire sempre il lato buono e bello delle persone.
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8. Non temere i dissapori e i litigi: solo gli indifferenti non litigano mai. 9. Non farti coinvolgere dalle piccole irritazioni e meschinità quotidiane. 10. Continua a ridere... protegge dai disturbi cardiaci.
Canzone: Su ali d’aquila (Gen Verde)
Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra dì al signore mio rifugio, mia roccia in cui confido Rit: E ti rialzerà ti solleverà su ali d'aquila ti reggerà sulla brezza dell'alba ti farà brillar come il sole così nelle sue mani vivrai Dal laccio del cacciatore ti libererà e dalla carestia che distrugge poi ti coprirà con le sue ali e rifugio troverai. Rit… Non devi temere i terrori della notte né freccia che vola di giorno mille cadranno al tuo fianco ma nulla ti colpirà. Rit… Perché ai suoi angeli ha dato un comando di preservarti in tutte le tue vie ti porteranno sulle loro mani contro la pietra non inciamperai. Rit…
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MESE DI DICEMBRE
Abbiamo già cominciato il tempo liturgico dell’Avvento che ci chiama a vivere una doppia attesa: una escatologica e un’altra liturgica. L’attesa liturgica finisce con la festa del Natale e si trasforma in speranza escatologica che si proietta verso la parusia finale, cioè la venuta gloriosa di Gesù Cristo alla fine dei tempi. La distribuzione delle quattro settimane di questo ciclo tiene conto di questa doppia attesa: fino al 16 dicembre l’Avvento ha una dimensione più escatologica. Le letture invitano a vivere la speranza dell’arrivo del Signore alla fine dei tempi. A partire dal 17 si centra di più sulla preparazione della festa del Natale. C’è l’invito a vivere nella gioia, perché siamo vicini al compimento di ciò che Dio ci aveva promesso. I vangeli di questi giorni fanno diretto riferimento alla nascita di Gesù. In riferimento al tema che stiamo vivendo quest’anno, dicembre è il mese in cui Dio, il nostro architetto, viene in mezzo a noi. Il fatto di preparare il suo arrivo ci stimola, ci aiuta a compiere azioni, a porci delle sfide che ci aiuteranno a crescere. Il dialogo nella preghiera con Dio, L’Architetto, e con Gesù, l’amico che viene, ci incoraggia a crescere con maggiore speranza ed entusiasmo. Preparare l’arrivo dell’amico significa curare alcuni aspetti che già abbiamo vissuto durante i mesi precedenti: l’aiuto, il perdono, la comprensione, il sostegno a quelli che ci sono vicini. Mettere in pratica la frase di Gesù: “Nella misura in cui misurerai, sarai misurato” oppure quella che chiamiamo la regola d’oro: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te stesso”. E non solo nei confronti di quelli che ci stanno vicini. La solidarietà, la nostra attenzione verso coloro che soffrono o che non hanno il necessario (cibo, abiti, un tetto…) non ha confini.
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29 novembre - 4 dicembre VIENE CHI DIRIGE LA NOSTRA OPERA Giorni speciali: 1 dicembre: Giornata mondiale della lotta contro l’AIDS 2 dicembre: Giornata dell’abolizione della schiavitù 3. dicembre: Festa di San Francesco Saverio MOTIVAZIONE Il nostro Architetto, contemporaneamente nostro amico, arriva, sta alle porte; è vero che già è venuto nella storia; ogni anno abbiamo però l’opportunità di “attenderlo” durante tutto l’Avvento, cioè d’impegnarci a rinnovare il nostro cuore per fargli spazio nella nostra vita. Quando arriverà, il giorno del Natale, lo celebreremo con gioia. 3 dicembre Festa di San Francesco Saverio, patrono delle Missioni
San Francesco Saverio, nato in Navarra (Spagna), si recò a studiare all’università di Parigi. Quattro anni dopo giungeva a Parigi anche Ignazio di Loyola. Nel 1534 Ignazio, Francesco ed alcuni altri compagni pronunciarono i voti in una cappella della basilica di Montmartre. Nasceva così la Compagnia di Gesù (Congregazione dei Gesuiti). Divenuto sacerdote, fu il primo gesuita a partire come missionario per Goa nel 1541. Nel giro di una dozzina d’anni percorse circa 100.000 chilometri per evangelizzare l’India, Ceylon, le Molucche e il Giappone. Desiderava evangelizzare anche la Cina, ma gli fu negato l’accesso. Morì nell’isola di Sanchòn. Fu soprannominato l’Apostolo delle Indie ed è il patrono delle missioni.
Preghiamo:
O Signore, che hai chiamato molti popoli dell’Oriente alla luce del Vangelo con la predicazione apostolica di San Francesco Saverio, concedici di vivere con autenticità la nostra vocazione cristiana in modo da far conoscere il messaggio di Gesù soprattutto con la testimonianza della nostra vita.
VANGELO: Matteo 3,1 - 12
Predicazione di Giovanni il Battista In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri! E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e
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gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Tema marista Tratti del Padre Champagnat (testimonianze dei primi Fratelli - 5) Le costanti della sua personalità Nella personalità di Marcellino spiccavano degli elementi che possiamo chiamare fondamentali: la fede in Dio, la fiducia sconfinata nel Padre, il tenero amore per Maria, la profondità della sua preghiera, la gioia con cui viveva la vita sacerdotale e la delicatezza della sua coscienza. Queste qualità mettevano in risalto la parte migliore della sua personalità e lasciavano in penombra le imperfezioni che certamente anche lui avrà avuto.
Tema mariano
Sono certo che Maria ci aiuterà ad esaminare alcuni aspetti dalla nostra vita per vederli con altri occhi, in un’altra prospettiva. Noi siamo chiamati ad essere portatori della Parola di Dio, soprattutto con la vita. Maria fu la prima missionaria, la prima annunciatrice del vangelo, la prima discepola che portò la Buona Novella di Gesù agli altri. E lo fece semplicemente portando il Signore dentro di sé. (Fratel Seàn Sammon)
Preghiera Signore, vogliamo esprimerti la nostra gioia, perché ti sentiamo vicino, molto vicino ad ognuno di noi, vicino alla nostra vita, alla nostra storia. Ti sentiamo vicino all’alba, quando la luce apre i nostri occhi, quando l’acqua ci rinfresca e torniamo alla realtà. Quando, all’inizio della nostra giornata, salutiamo i nostri cari. Ti sentiamo vicino quando prendiamo i libri per andare a scuola, quando incontriamo le persone lungo la strada, quando, arrivando a scuola, ritroviamo amici e compagni.
Parabola La foglia che non voleva l’acqua C’era una volta una pianta molto giovane sulla quale erano state riposte tante speranze. Aveva esattamente quattro foglie. Un giorno le quattro foglie fecero un riunione. Una disse che la sua vocazione era di rimanere unita al piccolo albero, però che aveva deciso di fare a meno dell’acqua. Era una questione personale e perciò chiese che la sua opinione fosse rispettata. Le altre, come buone compagne, accettarono quello che aveva loro chiesto. E venne istallato un curioso sistema con un ombrello che si apriva o chiudeva secondo le condizioni climatiche. Ma ecco che l’alberello, così promettente, senza più una goccia d’acqua, morì e ogni foglia fu portata via dal vento verso luoghi lontani.
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Per riflettere: - Come giudichi la decisione della foglia che non voleva l’acqua? - Ti sembra ragionevole la conclusione presa alla riunione? - È logico che, per rispettare il capriccio di qualcuno, si rechi del male alla comunità? - Quale morale puoi ricavare dalla parabola? CANZONE: Due destini (di Tiromancino) Ti ricordi i giorni chiari dell'estate quando parlavamo fra le passeggiate stammi più vicino ora che ho paura perché in questa fretta tutto si consuma mai non ti vorrei veder cambiare mai Perché siamo due destini che si uniscono stretti in un istante solo che segnano un percorso profondissimo dentro di loro superando quegli ostacoli se la vita ci confonde solo per cercare di essere migliori per guardare ancora fuori per non sentirci soli Ed è per questo che ti sto chiedendo di cercare sempre quelle cose vere che ci fanno stare bene mai io non le perderei mai Perché siamo due destini che si uniscono stretti in un istante solo che segnano un percorso profondissimo dentro di loro superando quegli ostacoli che la vita non ci insegna solo per cercare di essere più veri per guardare ancora fuori per non sentirci soli
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6 - 11 dicembre MARIA CI DÀ UNA MANO Giorni speciali: 8 dicembre: festa dell’Immacolata Concezione 10 dicembre: Giornata dei Diritti Umani MOTIVAZIONE Tante volte intraprendiamo progetti e cadiamo nell’errore di pensare che possiamo cavarcela da soli, che non abbiamo bisogno di nessuno. Questo non è possibile. Come credenti, ci sentiamo fortunati, poiché abbiamo il sostegno di Maria, sempre disponibile nei momenti difficili, nei momenti in cui sentiamo la mancanza di qualcuno che ci aiuti; ci rivolgiamo a Lei, per farci guidare da Lei, sicuri che sarà sempre al nostro fianco. Vangelo: Matteo 11, 2 - 11
Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,davanti a te egli preparerà la tua via. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Tema marista Costruendo l'Hermitage formò una famiglia (1) Andando a Saint-Chamond il P. Champagnat aveva spesso adocchiato un luogo boscoso e solitario sulle rive del torrente Gier, una valletta chiusa a levante e a ponente da colline che si ergono ad anfiteatro, coperte fino in cima da verdi piante, oppure da frutteti… e si era detto: “Ecco solitudine e tranquillità come conviene ad una casa di noviziato e di studio. Se Dio ci benedice potremo ben stabilirci qui.” Dopo essersi quindi consultato con i suoi Fratelli, decise di costruire lì la nuova casa a cui darà il nome di Hermitage. Umanamente parlando era grande imprudenza lanciarsi, senza mezzi, in una costruzione che avrebbe richiesto tante spese. Appena trapelò la notizia che il P. Champagnat aveva intenzione di costruire una grande casa per spostarvi la comunità, cominciò una valanga di disapprovazioni, critiche ed ingiurie. Il progetto fu tacciato di pazzia e gli amici stessi del P. Champagnat lo biasimarono e tentarono il possibile per farlo desistere.
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“Questo povero Champagnat - dicevano parecchi sacerdoti e molte altre persone - ha dunque perso la testa? Dove attingerà il denaro per pagare questa casa? Deve aver perso tutto il buon senso per accecarsi fino a questo punto e farneticare simili progetti!” Il P. Champagnat non ignorava certo quel che si diceva di lui; ma non si lasciava minimamente impressionare dai discorsi degli uomini. Così, sebbene avesse sulle spalle una numerosa comunità e fosse senza denari, anzi con quattro mila franchi di debito, contando unicamente sulla Provvidenza divina, intraprese la costruzione... (segue) - la settimana prossima saprete come andrà a finire!
Tema mariano Dogma dell’Immacolata Concezione La Madonna, dal primo istante del suo concepimento, fu preservata dal peccato originale per i meriti salvifici di Gesù Cristo. Il Papa Pio IX, dopo aver consultato tutti i vescovi del mondo, l’8 dicembre del 1854 proclamò che è un dogma di fede, e che pertanto ogni cristiano deve credere, che la “Beata Vergine Maria, dal primo istante del suo concepimento, fu preservata immune da ogni colpa originale per singolare privilegio e grazia di Dio onnipotente, grazie ai meriti di Cristo Gesù, Salvatore del genere umano”. - Nel terzo capitolo della Genesi, dopo il peccato dei nostri progenitori, Dio disse al serpente: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno.” La chiesa ha sempre interpretato queste parole come l’espressione di una inimicizia totale e vittoriosa di Cristo e di Maria su Satana e i suoi sostenitori. Questo portò a pensare che la Madonna non poteva essere stata neppure un istante sotto il suo potere. - L’evangelista Luca riporta nel suo vangelo il saluto dell’Arcangelo Gabriele: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Questa pienezza di grazia è completa e, pertanto, comprende tutta la sua vita, dal primo istante del suo concepimento. - Quando Maria entrò nella casa della cugina Elisabetta, questa la salutò dicendo: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. Il parallelismo fra Cristo e Maria suggerisce che Maria, come Gesù, fu liberata da ogni peccato. In virtù di questo, già fin dal VII secolo, si celebra nella Chiesa la festa della “Immacolata Concezione” della Santissima Vergine.
Preghiera del papa Giovanni Paolo II a Maria Immacolata A te, Madonna Immacolata, prescelta da Dio al di sopra di ogni creatura come avvocata di grazia e modello di santità per il suo popolo, rinnovo oggi in modo speciale la fiduciosa devozione di tutta la Chiesa. Sei tu che guidi noi suoi figli nel pellegrinaggio della fede, facendoci ogni volta più obbedienti e fedeli alla Parola di Dio. Sei tu che accompagni ogni cristiano nel sentiero della conversione e della santità, nella lotta contro il peccato e nella ricerca della bellezza autentica che è sempre impronta della Bellezza divina. L’eterno Padre, che ti scelse Madre Immacolata del Redentore, rinnovi anche nel nostro tempo, per tua intercessione, i prodigi del suo amore misericordioso. Amen.
Solidarietà
Si avvicina il Natale, le strade si riempiono di luci e di colori. Tutto sembra essere diverso… c’invade un sentimento di attesa e di gioia. È un momento in cui tante cose belle ci coinvolgono e ci dimentichiamo di tutti quelli che purtroppo non possono godere della festa. Quest’anno vogliamo che il Natale sia diverso non solo per noi… c’impegneremo perché anche le persone per le quali il Natale non si colora mai dei segni della festa, sentano la nostra vicinanza e la nostra solidarietà.
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Racconto di Natale Signora si chiude Era la Vigilia di Natale e la commessa non vedeva l'ora di andarsene. Pensava in continuazione alla festa che l'attendeva appena finito il lavoro. Sentiva già i mormorii di ammirazione che l'avrebbero accompagnata mentre entrava vestita con l'abito da sera di velluto, con il cavaliere che la scortava... Quando arrivò l'ultima cliente. Mancavano solo cinque minuti alla chiusura. “Non è possibile che venga proprio al mio banco” pensò. Finse di non sentire quando quella si schiarì la voce e disse piano: “Signorina, signorina, quanto costano quelle calze?”. “Credo che sul cartellino ci sia scritto 8 euro”, rispose brusca. “Non ne avete di meno care?”. “ne abbiamo a 4 euro” scattò guardando l'orologio. “Mi faccia vedere quelle meno care”. “Spiacente signora, stasera chiudiamo alle 18,30 perché, se non lo sa, oggi è la Vigilia di Natale”. Siccome non apriva bocca, si decise a guardarla. Era pallida, aveva l'aria affaticata, le occhiaie profonde… non doveva avere neanche 30 anni. “Ma i miei figli non hanno neanche un regalo” disse alla fine tutta d'un fiato. “Fino a stasera non avevo soldi”. “Mi dispiace per lei signora” disse la commessa e se ne andò. Non giunse fino al fondo del banco. La donna non aveva detto una parola, ma non le riuscì di fare un passo in più. Quando si voltò, notò nei suoi occhi l'espressione più triste che avesse mai visto. Si ritrovò dietro al banco: “D'accordo, signora, ma faccia presto”. Un sorriso le illuminò il volto, e si mise a correre dai calzini ai nastri poi ai lettori CD portatili. Alla commessa quei pochi minuti sembravano lunghi come l'eternità. Finalmente si decise per alcune paia di calze, per dei nastri colorati, un lettore CD portatile e due CD di fiabe natalizie. La commessa gettò gli acquisti in un sacchetto e le diede il resto dei 50 euro. Ormai non c'era più nessuno. Andò di corsa negli spogliatoi e si infilò in fretta il vestito e corse fuori dal negozio incontro al suo “cavaliere” che l'attendeva in macchina, con il motore acceso. Fu al terzo semaforo rosso che vide la donna del negozio: camminava in fretta tenendo stretto contro il suo esile corpo il pacco dei doni per i suoi figli. Il suo volto, che aveva perduto la patina di stanchezza, era ancora illuminato dal sorriso. In quel breve istante qualcosa avvenne dentro di lei. Non vide solo una donna: vide i suoi quattro bambini che, il mattino dopo, si sarebbero infilati felici le calze nuove, messi i nastri nei capelli e avrebbero ascoltato le favole natalizie sul lettore CD nuovo. Sovente basta poco per fare felice chi ci sta accanto. La commessa del racconto che vi abbiamo proposto, quel poco lo fa anche malvolentieri. Il Signore, che non trascura neppure il dono di un bicchiere d'acqua, non lascia senza risultato i nostri gesti di amore anche i più poveri di senso per noi.
Preghiamo Signore, ti sei presentato all'umanità come umile germoglio di un albero cresciuto lungo i secoli. Sei nato fra gli uomini. Come me, Signore, hai conosciuto gli affanni della vita, la tenerezza di una famiglia unita, l'angoscia per le difficoltà, la dolcezza dell'amicizia.
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Tu sei diventato segno di unità. Come te, Signore, fa’ che io sappia donare una ragione per essere felice a chi mi vive accanto.
CANZONE: Buena Madre... Buena Madre, estoy aquí. Quiero rezar, te quiero hablar. Buena Madre, has sido tú, con sencillez, creyente fiel. En tu regazo quiero estar, cerca de ti. Como un pequeño te daré todo mi ser . Acéptalo. Buena Madre, Nuestra buena Madre. Buena Madre, Nuestra buena Madre. Buena Madre, veo en ti a la mujer llena de Dios. Buena Madre, por la fe sabes vivir la oscuridad. Mira a tus hijos caminar, buscando luz. Mira la angustia y el dolor, danos tu fe, acógenos.
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13 - 18 dicembre È TUTTO PRONTO … Giorno speciale: 18 dicembre: Giornata internazionale dell’emigrante MOTIVAZIONE l’Avvento, tempo di attesa per la nascita di Gesù, sta per terminare. Si ornano le strade e i negozi, nelle case si allestisce il Presepe, a scuola è un continuo susseguirsi di attività… Non dimentichiamo però l’essenziale: che dobbiamo essere pronti ad accogliere Gesù, perché possa nascere nei nostri cuori. VANGELO: Matteo 1,18 - 24 - Nascita di Gesù Cristo Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Tema marista Costruendo l'Hermitage formò una famiglia (2) Nel maggio del 1824 viene quindi benedetta la prima pietra e si dà inizio alla costruzione di questa nuova casa per ospitare la comunità dei Fratelli, in sostituzione di quella di La Valla, diventata ormai troppo piccola. Con Marcellino in testa tutti lavorano: Fratelli, operai e gente del vicinato. Al mattino presto l'eco dei canti e delle preghiere che i Fratelli elevano al Signore in mezzo al bosco solca la piccola valle. Durante il giorno si odono i colpi dei picconi che spezzano la roccia, il rumore delle carriole che trasportano le pietre e i richiami dei lavoratori intenti a costruire. Quando cade la notte, il silenzio e le stelle offrono ai giovani lavoratori il meritato riposo. In ottobre la struttura portante della costruzione è terminata e prima che sopraggiunga il freddo si mette il tetto. Nel maggio del 1825 vi si trasferiscono 20 fratelli e 10 postulanti che fino a quel momento avevano alloggiato a La Valla. Ricordate quante difficoltà di ogni genere ha dovuto superare Marcellino per realizzare quest'opera, quante derisioni e maldicenze ha dovuto sopportare? Ma la casa ora è una
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realtà ed è tanto grande che tutti possono vederla! Ma la cosa più importante è che, costruendo quella casa, la comunità dei Fratelli sia diventata una vera famiglia.
Tema mariano
Maria sta per diventare la Madre di Gesù. Con semplicità ha accettato quello che l’Angelo le aveva annunciato e si è messa con fiducia nelle mani di Dio… avvenga per me secondo la tua parola. Durante la gravidanza ha vissuto con serenità tutte le difficoltà che ha incontrato fino a dover dare alla luce Gesù a Betlemme, lontano di casa, e in una grotta … Maria è per noi esempio di accettazione del piano di Dio. Come Maria, le nostre mamme ci hanno donato la vita e ogni giorno si dedicano con amore perché questa vita cresca in noi nel modo migliore… sappiamo manifestare loro la nostra riconoscenza?
Solidarietà E' Natale (Madre Teresa)
E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. E' Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
Racconto di Natale I regali nello sgabuzzino Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati. “Avanti”, disse una voce dall'interno. Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d'ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c'era un vecchio. “Guardi che stupendo pacco di Natale!” disse allegramente il postino. “Grazie. Lo metta pure per terra”, disse il vecchio con la voce più triste che mai. “Non c'è amore dentro”. Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Sentiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l'aria di spassarsela male. Allora, perché era così triste? “Ma, signore, non dovrebbe fare un po' di festa a questo magnifico regalo?”. “Non posso... Non posso proprio”, disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: “Da tua figlia
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Luisa e marito”. Mai un augurio personale, una visita, un invito: “Vieni a passare il Natale con noi”. “Venga a vedere”, aggiunse il vecchio e si alzò stancamente. Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. il vecchio aprì la porta. “Ma ... ” fece il postino. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti. “Ma non li ha neanche aperti!” esclamò il postino allibito. “No”, disse mestamente il vecchio. “Non c'è amore dentro”. Natale è diventata la festa del regalo. Non è una brutta cosa, dopotutto! Natale è la festa del grande dono fatto da Dio all'umanità: lui stesso viene a vivere tra noi per insegnarci la strada della Vita Eterna. Scambiarsi regali è un po' partecipare alla grande generosità di Dio. Il regalo però, dice il racconto, può trasformarsi in una usanza senza amore dentro, cioè in una triste ipocrisia.
Discutete: Perché la gente si scambia regali a Natale? Quali sono le motivazioni 'reali' che spingono la maggior parte della gente a fare regali vistosi? Che cosa significa un regalo “con amore dentro”? Preparate dei regali speciali, che abbiano un vero significato, per i vostri amici….
Preghiamo O Signore, che ti sei fatto dono per l'uomo; che non hai lasciato solo il ricordo di te come tanti che sono passati. Ci insegni che i nostri gesti d'amore sono vuoti se non portano agli altri un poco di noi stessi. Fa' che i miei doni non abbiano il sapore della circostanza, dell'obbligo, della buona creanza, ma siano un modo d'andare incontro ai fratelli nella gioia di un cuore aperto.
CANZONE: La strada (di Mariella Nava) Un piede dopo l’altro e un lungo respiro Qualcosa chiama indietro non mi giro Deciso è il mio avanzare Come una mano in un tiro Sciolto il mio incedere Più svelto il passo Nella mia sacca il meglio di me ci ho messo E dell’amore toccato Niente scordo Promesso Il vento fresco mi
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accarezza il viso E l’orizzonte curva senza preavviso sarà la terra che di fronte mi prepara un sorriso forti le gambe più leggero il pensiero esco da immagini in bianco e nero in un prisma di colori dove non ero La meraviglia mista a voglia e passione fanno da bussola direzione il cielo asciuga il volto suo dopo la commozione... colmando le distanze al mio vagare e a tutto l’oro bello da trovare qui nella mia vocazione e continuo questo viaggio superando deserti e braccia tese a un miraggio ad occhi aperti nel tracciare un passaggio per ogni momento del mio attraversamento un piede dopo l’altro al tempo incalzante sulla fatica nemica ingombrante quando il sentiero si fa polvere e il terreno pesante come corrente sull’attrito di un fiume sicura come mano che redime e sfoglia pagine di una lettura importante... Calda di madre che piega la schiena Di un uomo stanco che torna alla cena Con un tramonto che rivede ancora la scena Come una casa che richiama al profumo Dopo un percorso un eterno cammino Che sa di buono Di pane e vino... La volontà più grande al buio è regina E la paura alla mia forza s’inchina No l’anima non cede al freddo di brina la luna alta splende come un faro mentre una fitta grida mi preparo mi passa dentro come un dolore sparo... Ma la mia strada più convinta continua come la notte segue la sua corsa
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chiara verso la sua mattina...
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20 - 24 dicembre ECCO, GESÙ VIENE! Giorni speciali: 20 dicembre: Giornata mondiale della Solidarietà Umana 25 dicembre: festa del Natale MOTIVAZIONE Il Signore, nostro amico sta alle porte, sta arrivando. Viene come un bambino… In lui scopriamo le qualità specifiche di ogni bambino che ci fanno crescere come persone: la semplicità, la bontà, l'amore… Tema mariano Festa della SACRA FAMIGLIA (domenica tra l’ottava di Natale) È La famiglia costituita da Gesù Nostro Salvatore, Maria e Giuseppe. La Sacra Famiglia è il riflesso della Santissima Trinità e modello di tutte le famiglie. La devozione popolare alla Sacra Famiglia si diffuse su larga scala a partire del XVII secolo. Fra i Papi moderni, Pio IX nel 1847 e Leone XIII nel 1892, promossero questa devozione. La solennità della Sacra Famiglia si celebra nella domenica tra l’ottava di Natale. Preghiera alla Sacra Famiglia (di Paolo VI) Sacra Famiglia di Nazareth, insegnaci il raccoglimento e l’interiorità; disponici ad accogliere le buone ispirazioni e le parole dei veri maestri; insegnaci l’importanza del lavoro, della preparazione, dello studio, della vita interiore, della preghiera, che soltanto Dio vede nello segreto; Insegnaci ciò che è la Famiglia, la sua comunione di amore, la sua bellezza semplice e austera, il suo carattere sacro e inviolabile. Amen.
VANGELO: Matteo 2, 13-15 / 2,19-23 - Fuga in Egitto
Dopo che furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire». Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: «Fuori d'Egitto chiamai mio figlio».
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Giuseppe ritorna dall'Egitto e si stabilisce a Nazareth Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre, e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il bambino». Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d'Israele. Ma, udito che in Giudea regnava Archelao al posto di Erode, suo padre, ebbe paura di andare là; e, avvertito in sogno, si ritirò nella regione della Galilea, e venne ad abitare in una città detta Nazareth, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno.
Tema marista Costruendo l'Hermitage formò una famiglia (3) Un episodio simpatico durante la costruzione dell’Hermitage Marcellino era un lavoratore intrepido. Verso la fine della sua vita affermava che avrebbe potuto fare un bagno se si fosse raccolto tutto il sudore che aveva versato camminando per i monti del Pilat per visitare gli ammalati, i Fratelli e le scuole. Grazie a questa sua tenacia riuscì a realizzare molti progetti di cui certamente il più appariscente è stato la costruzione dell'Hermitage. I lavoratori più provetti che lavoravano con lui facevano fatica a tenere il suo ritmo e alcune volte riusciva persino a metterli in difficoltà. Un giorno stava lavorando con gli addetti agli scavi. Il capo, uomo rude e robusto che aveva la fama di non retrocedere di fronte a nessuna difficoltà, andò da Marcellino e con tono deciso gli disse: "Padre, abbiamo rinunciato a spaccare questa roccia. Per noi è troppo dura e perdiamo soltanto tempo". Marcellino, che voleva far sparire quella roccia perché dava umidità a tutta la casa, gli rispose sorridendo: "Vi scoraggiate per così poco! Sfido che non riuscite a combinare nulla! I colpi che date sono così delicati che vi riuscirebbe difficile sfondare anche la suola delle mie scarpe". Questo lo disse in tono scherzoso. Ma il tono cambiò radicalmente quando prese in mano il piccone. Sferrò colpi con tale energia da far saltare pezzi di roccia da ogni parte. Mortificati da tale esempio, gli operai si misero a lavorare con rinnovato impegno, tanto che il giorno seguente la roccia era sparita.
Solidarietà Andiamo fino a Betlemme (Don Tonino Bello) Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. L'importante è muoversi. E se invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso. Il volto spaurito degli oppressi, la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli uomini della Terra, sono il luogo dove Egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. Mettiamoci in cammino senza paura.
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Racconto di Natale Il Sogno di Maria (di Maria Dolores Llana) Giuseppe, la notte scorsa ho fatto un sogno tanto strano, come un incubo. La verità è che non l’ho capito… si trattava della festa di compleanno di nostro figlio. Le famiglie si erano preparate già da alcune settimane abbellendo la loro casa. E durante l’ultima settimana tutte le persone si affannavano di negozio in negozio per comprare ogni tipo di regalo. In ogni città la stessa cosa, la stessa frenesia, la stessa corsa all’ultimo regalo. Ma qualcosa mi stupì… nessuno dei regali era destinato a nostro figlio. Confezionarono i regali con carta decoratissima e aggiunsero fiocchi e nastri bellissimi. Li deposero poi sotto un albero. Sì, un albero anch’esso ornato di luci e di colori, allestito dentro ad ogni casa. Finalmente arrivò il giorno del compleanno di nostro figlio. Tutti erano allegri e sembravano molto felici di scambiarsi i regali che avevano preparato. Ma guarda Giuseppe, a nostro figlio non hanno regalato proprio niente (nada de nada). Io penso che non lo conoscessero neppure. In nessun momento li ho sentiti pronunciare il suo nome. Non ti sembra strano, Giuseppe, che la gente si affanni tanto per preparare il compleanno di qualcuno che nemmeno conoscono? Penso che Gesù si sarebbe sentito come un intruso se fosse andato ad una di questa feste del “suo” compleanno. Comunque nessuno si è preoccupato d’invitarlo! Che tristezza! Per fortuna che era solo un sogno, Giuseppe. Che cosa terribile se questo sogno fosse vero! Riflettiamo: Cosa sei disposto a regalare a Gesù questo Natale? Gesù ha bisogno delle tue mani e dei tuoi piedi per migliorare il mondo di oggi… sei disposto?!
Preghiamo Amici, fratelli che vivete ovunque, è venuto colui che attendete. Conoscete il suo nome? Io ve lo voglio dire e nel vostro cuore il suo nome risuonerà come un flauto nel silenzio brumoso della notte. Porte apritevi! Fategli posto sulle strade, preparate la casa. Posate le lampade sulle vostre finestre. Sappiate che la lunga attesa è terminata. Levate la testa! Io ve l'ho detto: è venuto. Conoscete il suo nome? Io ve lo voglio dire e il suo nome risuonerà in miriadi di stelle su tutto il mondo.
Auguri di un Buon Natale!
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CANZONE: C’era una volta Natale (di Enrico Ruggeri) Orologi e catenine Cellulari e telecamere dalle vetrine Occasioni di vacanze che non hanno fine E la vittima sei tu.. E regali obbligatori Sulle macchine pulite parcheggiate fuori Ma non rimettiamo niente ai debitori Non si torna indietro più.. Frasi fatte e bigliettini Una favola elettronica per i bambini Il presepe grande più di quello dei vicini Con i fari su Gesù.. Tanta roba da mangiare E riempirsi fino a stare pigramente male E vedere la famiglia festeggiare Senza mai guardare su.. C’era una volta un giorno, il giorno di Natale C’è stato un tempo in cui vivevano il Natale Ci hanno lasciato soli, tra milioni di altri cuori soli Tra milioni di regali e di colori di Natale Ora con i messaggini Lungo il vuoto di parole che non han confine Qualche frase che hanno detto le televisioni perché le ripeta tu Qualche gesto solidale fa tacere la coscienza quando gira male Per non rovinare questo festeggiare, ma che non si ripeta più.. C’era una volta un giorno, il giorno di Natale C’è stato un tempo in cui capivano il Natale Ci hanno lasciato soli tra milioni di altri cuori soli Tra milioni di regali e di colori di Natale C’era una volta un giorno, il giorno di Natale C’è stato un tempo in cui sentivano il Natale Ci hanno lasciato soli tra milioni di altri cuori soli Tra milioni di regali e di colori di Natale Tra milioni di regali e di colori di Natale Tra milioni di regali e di colori di Natale
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GENNAIO 2011 Iniziamo un anno nuovo con nuova energia… quanti desideri vorremmo che si realizzassero! Abbiamo avuto circa due settimane di vacanza per riposarci dalla stanchezza Adesso con entusiasmo ci rimettiamo all’opera. Riprendiamo il lavoro con i nostri compagni per portare a termine il progetto di quest’anno “INSIEME COSTRUIAMO”. Abbiamo iniziato a conoscere in profondità i nostri compagni. Le nostre relazioni positive con loro ci hanno aiutato a crescere insieme. I nostri professori ci hanno guidati nelle nostre riflessioni e anch’essi ci hanno aiutati a portare avanti il nostro progetto. L’impegno nel lavoro quotidiano ci trasforma giorno dopo giorno in persone più responsabili ed esigenti con noi stessi. Tutto ci aiuta nel nostro lavoro.
CONTINUIAMO NEL NOSTRO IMPEGNO DI
CRESCERE INSIEME
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GENNAIO È ANCHE IL MESE DELLA PACE
Con Gennaio inizia il mese dedicato alla Pace. Ecco come il Papa ha focalizzato il nostro impegno per costruire un mondo in piena armonia. Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. Il rispetto del creato riveste grande rilevanza, anche perché «la creazione è l'inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio» e la sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la pacifica convivenza dell'umanità. Se, infatti, a causa della crudeltà dell'uomo sull'uomo, numerose sono le minacce che incombono sulla pace e sull'autentico sviluppo umano integrale - guerre, conflitti internazionali e regionali, atti terroristici e violazioni dei diritti umani -, non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza - se non addirittura dall'abuso - nei confronti della terra e dei beni naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è indispensabile che l'umanità rinnovi e rafforzi « quell'alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell'amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino». (Dal messaggio di Benedetto XVI)
Preghiera della pace (Madre Teresa) Tu sai che odio le armi. Io voglio essere solo il tuo strumento Per portare la pace nel mondo. Signore mio, dove c’è la pace Non c’è posto per le armi. Dove regna la pace La gente si ama come ci ami tu. Signore, donaci la pace, affinché non ci sia più posto e senso per le armi. Nel nostro mondo pieno di meraviglie.
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7 - 15 GENNAIO 2011 ANNO NUOVO, SFIDE NUOVE
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MOTIVAZIONE FONDAMENTALE: ti sei mai chiesto… Chi sei? Quali sono gli aspetti caratteristici che fanno di te un ragazzo? Sei una potenza viva, potenza piena di vita, di gioia, di energia… Dove metti queste energie? Pensi siano orientate verso la giusta direzione? Vorresti tutto e subito… ti affascina e ti coinvolge totalmente il mondo che si svela giorno dopo giorno davanti a te… Pensi che in tutto questo avresti bisogno di aiuto… a chi ti rivolgi di solito?
VANGELO Matteo 3, 13 - 17 - Battesimo di Gesù
Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
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Tema marista Costruendo l'Hermitage formò una famiglia (4) Per alloggiare i fratelli durante i lavori, il fondatore prese in affitto una vecchia casa sulla riva sinistra del Gier, di fronte a quella che stava costruendo. Si dormiva nella soffitta, a dir la verità un po’ strettina per il numero dei fratelli, ma nessuno si lamentava. Il padre Champagnat condivideva con loro sia il vitto che l’alloggio. Per tutto il tempo della costruzione ci si alzava alle quattro. Dopo l’alzata, la comunità si recava in mezzo al bosco dove si trovava una cappelletta dedicata alla Santissima Vergine e costruita dal Padre stesso. Un cassettone faceva da altare ed una quercia, ai cui rami era appesa una campana, faceva da campanile. Dopo la celebrazione della Messa, tutti al lavoro. Ognuno secondo le proprie forze, ma tutti animati dallo stesso entusiasmo, trascinati da quello del Padre Champagnat. Durante il periodo estivo, anche i fratelli occupati nell’insegnamento vennero per prendere parte al lavoro. Tutti volevano procurarsi la soddisfazione di aver contribuito all’erezione di un edificio che consideravano la loro casa.
Tema mariano Le nozze di Cana (Gv 2, 3-10) Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Preghiamo facendoci voce di tutti quelli che, nel mondo hanno bisogno dell’intervento di Maria. La preghiera è un impegno a diventare, a nostra volta, capaci di aiutare gli altri. Ripetiamo insieme: Ascolta, o Signore, la nostra preghiera, te lo chiede anche Maria tua Madre. Non hanno più pace Ti preghiamo, Signore, per la pace nel mondo, in particolare per la gente che soffre la miseria per la guerra; per le tensioni in Palestina, per le guerre continue ma non sempre conosciute. Ti preghiamo anche per la pace tra noi amici e compagni, perché per costruire la pace nel mondo bisogna partire da noi. Preghiamo: Ascolta, o Signore… Non hanno più gioia Ti preghiamo per tutti quelli che non hanno più gioia: i bambini orfani, gli anziani soli, i genitori che hanno perso un figlio, le persone con malattie incurabili, i senza tetto, i malati di AIDS… Tutti possano incontrare persone capaci di far nascere un sorriso. Preghiamo: Ascolta, o Signore… Non hanno più amore Per i bambini abbandonati, per i ragazzi che non hanno l’affetto dei loro genitori, per tutte le persone che non si sentono amate da nessuno, per i genitori che non sanno dimostrare l’affetto ai figli…perché possano ritrovare l’amore in fondo al loro cuore e in tanti fratelli. Preghiamo: Ascolta, o Signore… Non hanno più speranza
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Ti preghiamo per i problemi delle famiglie: per le famiglie divise, per quelle in cui ci sono ammalati da curare e anziani da assistere, per quelle in cui c’è disoccupazione e povertà: possano continuare ad avere speranza, sentendo il sostegno di persone generose e buone. Preghiamo: Ascolta, o Signore… Non hanno più il gusto della vita Ti preghiamo per tutte le persone che non sanno essere felici della vita e poiché spesso anche noi siamo così, preghiamo perché ogni mattina sappiamo ringraziare Dio per la vita e dare a tutti quelli che ci incontrano una testimonianza di amore per la vita. Preghiamo: Ascolta, o Signore… Concludiamo questo momento di preghiera con la recita dell’ AVE MARIA.
Preghiera All’inizio di questo nuovo anno donaci, Signore, grandi ali per volare e piedi forti per camminare. Donaci un cuore grande che assomigli al tuo e sia capace di contenere l'universo. Donaci anche mani belle, tenere, delicate, pronte a toccare e a curare le ferite del mondo e ad accarezzare i volti e i cuori. La nostra vita non sia mai fine se stessa, ma abbia in sé il segno dell'eterno, di ciò che non finisce perché è prezioso ai tuoi occhi. E mentre ci chiami a camminare e a volare, insegnaci ad amare davvero, ad impegnarci a fondo per rendere più bella la terra e più felice chi ci sta accanto. Donaci il gusto di vivere per dar più colore al mondo, alle sue speranze e ai suoi sogni, se sono anche i tuoi, Signore. E grazie perché, avendoci fatti simili a te, ci dai la certezza che anche noi, con te, possiamo fare grandi cose!
Per riflettere
Per comprendere il valore di una anno, chiedi a qualche studente che l’ha perso. Per comprendere il valore di un mese, chiedilo alla madre che ha partorito un bimbo prematuro. Per comprendere il valore di una settimana, chiedilo all’editore di un settimanale. Per comprendere il valore di un’ora, chiedilo ad una persona che deve accudire un malato. Per comprendere il valore di un minuto, chiedilo ad una persona che ha perso l’ultimo treno. Per comprendere il valore di un secondo, chiedilo ad una persona che ha evitato un incidente per un istante. Per comprendere la millesima parte di un secondo, chiedilo alla persona che ha vinto una medaglia d’oro alle olimpiadi.
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Fai tesoro di ogni momento che vivi. E rendilo ancora più importante condividendolo con qualcuno speciale per te.
Racconto Le rane e il pozzo In un pozzo profondo abitava una colonia di rane. Mai erano uscite fuori di lì. Vivevano felici, perché erano convinte di trovarvi tutto il necessario per vivere. C’era però una rana giovane che ogni giorno contemplava la luce che proveniva da “lassù”… vedeva il cielo azzurro e le nuvole che comparivano e sparivano lentamente e desiderava tanto andare a vedere cosa c’era “lassù” oltre al cielo e alle nuvole. Tutte le altre rane (soprattutto le più vecchie) la investirono con una montagna di motivazioni insistendo che la sua casa era lì e che non si azzardasse più a pensare a quell’assurda idea. Ma la rana giovane non si diede per vinta. Aveva osservato che ogni tanto nel pozzo veniva fatto scendere un secchio che risaliva pieno d’acqua. Un giorno finalmente si decise… si mise in una buona posizione e quando fu calato il secchio, fece un salto e vi entrò davanti a tutta la colonia che assisteva inorridita. Passò il tempo… un giorno all’imboccatura del pozzo comparve una rana ormai matura e sicura di sé. Con un salto fu in mezzo alla sua vecchia comunità di rane e raccontò loro tutte le meraviglie che c’erano oltre l’imboccatura del pozzo. Le rane più vecchie l’apostrofarono in malo modo e decretarono che chiunque avesse avuto in mente di seguire la rana traditrice, sarebbe stata severamente punita… invano! Ormai il sasso era stato gettato e, quando il secchio tornò a scendere, un bel gruppo di rane fece il suo salto verso la libertà!
Istruzioni per vivere Ricordo che prima di nascere ero preoccupato, perché non conoscevo il mondo nel quale sarei vissuto. Allora chiesi a Dio istruzioni per vivere su questa terra sconosciuta. Dio si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: Sii come il sole: alzati presto e non andare a letto tardi. Sii come gli uccelli: mangia, canta e vola. Sii come i fiori: innamorati del sole, e specchio della mia bellezza. Sii come il giorno che arriva senza sfoggio e si ritira umilmente. Sii come la lucciola: anche se piccola, brilla di luce propria. Sii come i bambini: gioca, ridi, ama la vita sopra ogni cosa. Sii come l’acqua: buona, fresca, pura e trasparente. Sii come Giuseppe: credi nei tuoi sogni. Sii come Lazzaro: alzati e cammina. E sopra ogni cosa, sii come il cielo, La Casa di Dio.
Parabola La chiave Un pomeriggio un padre, tornando a casa, trova sua moglie che piangeva dinanzi al figlio che
aveva appena terminato di preparare la valigia e si preparava ad allontanarsi da casa. Vorrebbe chiedergli qualcosa, parlare con lui, cercare di comprenderlo. Ma le sue risposte glaciali lo paralizzano. Rimane immobile, distrutto, senza avere la forza di reagire. Pochi minuti dopo il figlio se ne va sbattendo la porta. Allora il padre corre sul pianerottolo e si precipita per le scale fino a raggiungere suo figlio. Gli consegna la sua chiave di casa e gli dice: “Prendila, così quando tornerai, non avrai bisogno di bussare”.
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CANZONE: Strada facendo (di Claudio Baglioni)
io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che non c'è tra mille mattini freschi di biciclette mille più tramonti dietro i fili del tram ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore larghe e vuote di un'estate di città accanto alla mia ombra nuda di malinconia io e le mie tante sere chiuse come chiudere un ombrello col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei guai ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento e dentro a un senso di inutilità... e fragile e violento mi son detto tu vedrai vedrai vedrai strada facendo vedrai che non sei più da solo strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo e sentirai la strada far battere il tuo cuore vedrai più amore, vedrai io troppo piccolo tra tutta questa gente che c'è al mondo io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità e giovane e violento mi son detto tu vedrai vedrai vedrai strada facendo vedrai che non sei più da solo strada facendo troverai anche tu un gancio in mezzo al cielo e sentirai la strada far battere il tuo cuore vedrai più amore vedrai e una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita ma che cos'è che ci fa andare avanti e dire che non è finita cos'è che ci spezza il cuore tra canzoni e amore che ci fa cantare e amare sempre più perché domani sia migliore, perché domani tu strada facendo vedrai
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17 - 22 gennaio COSTRUENDO CON IMPEGNO E CORAGGIO
Giorni speciali: 18 – 25 gennaio: Ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani 21 gennaio: ricordiamo il Fratel Francesco MOTIVAZIONE È la nostra seconda settimana di questo nuovo anno. Abbiamo ripreso il nostro lavoro di “costruzione” insieme ai nostri compagni con impegno e coraggio. Ma il lavoro lo vogliamo realizzare con l’aiuto di Gesù, di Marcellino e di Maria, la nostra Buona Madre. Sono loro che ci aiutano ad affrontare ogni nuovo giorno che il Signore ci dona. 18 – 25 gennaio: Ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani
Una settimana per favorire l’unità di tutti i cristiani. Oggi più che mai si avverte la necessità che tutti i cristiani si ritrovino insieme nel nome di Gesù. E’ una spinta che si è intensificata e che ha preso coscienza dal Concilio Vaticano II e che mette in pratica le parole “amatevi come Dio vi ha amato”. La storia ci insegna che l’unità dei cristiani è stata minata da litigi e separazioni varie, avvenute per diverse motivazioni. Ora dobbiamo pregare per ritrovare questa unità”. Ma perchè cercare l'unità tra i cristiani?
Leggi questo racconto e capirai… Durante l’assenza della moglie, un uomo d’affari era rimasto a casa per badare ai due bambini. Aveva una pratica urgente da sbrigare, ma i due piccoli non lo lasciavano in pace un momento.
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Così cercò di inventare un gioco che li tenesse occupati un po’ di tempo. Prese da una rivista una carta geografica che rappresentava il mondo intero, una carta complicatissima. Con le forbici la tagliò in piccoli pezzi e li diede ai bambini, sfidandoli a ricomporre il disegno del mondo. Pensava che quel puzzle li avrebbe tenuti occupati per qualche ora. Un quarto d’ora dopo, i due bambini arrivarono sorridenti con il puzzle perfettamente ricomposto. “Ma come avete fatto a finire così in fretta? “, chiese il padre meravigliato. “È stato facile”, rispose il più grande. “Sul rovescio c’era la figura di un uomo. Noi ci siamo concentrati sulla figura e, dall’altra parte, il mondo si è messo a posto da solo”. (Bruno Ferrero)
Tema marista I nostri santi: 21 gennaio, ricordiamo Fratel Francesco Gabriele Rivat, Il futuro Fratel Francesco, è nato il 12 marzo 1808 in una piccola frazione chiamata Maisonnettes proprio di fronte a La Valla, il villaggio dove Marcellino era stato destinato come parroco e dove aveva raccolto i suoi primi compagni che lo avrebbero aiutato nella missione di far conoscere Gesù ai bambini e ai giovani. Francesco aveva appena dieci anni quando la mamma lo presentò al Padre Champagnat perché si prendesse cura di lui: “Ne faccia quello che vuole, appartiene alla Madonna a cui l’ho consacrato tante volte...” Il giovane Gabriele, alla scuola del P. Champagnat, brucia tutte le tappe: a soli 12 anni pronuncia la sua promessa come Fratello con il nome di Francesco ed è inviato nella scuola di Marlhes per occuparsi dei più piccoli. A 17 anni è direttore in un’altra scuola e a 19 anni superiore della casa dell’Hermitage e diventa il braccio destro del Padre Champagnat. Alla morte di Marcellino, i Fratelli lo eleggono come suo successore alla guida dell’Istituto. Nel 1863, quando lascerà l’incarico, si conteranno oltre duemila Fratelli operanti in 374 scuole. Il sogno di Fratel Francesco (che riuscì pienamente a realizzare!): essere per tutti i Fratelli l’esempio vivente del P. Champagnat soprattutto per quanto riguarda l’affetto e la sollecitudine che il Padre nutriva per i Fratelli stessi. Preghiamo Venerabile* Fratel Francesco, il Signore ti ha fatto conoscere la tua strada fin dalla tua infanzia, chiamandoti al suo servizio e a quello dei bambini e dei giovani con una vita veramente santa, sotto la guida premurosa del Padre Champagnat... Ottienici che, come te, sappiamo andare a Gesù per mezzo di Maria, con semplicità e abbandono filiale. •
*Venerabile: quando ad una persona viene aggiunto il titolo di “venerabile”, vuol dire che la Chiesa ha già riconosciuto la sua santità e che la sua vita e le sue virtù sono un modello autentico di vita cristiana. È il primo passo per essere proclamati “beati” e infine “santi”. •
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VANGELO: Matteo 4,12 - 23 - Inizio dell'attività di Gesù a Cafarnao Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Preghiera
Venite a me, voi tutti Passando lungo il mare di Galilea, Gesù vide Simone e Andrea, mentre gettavano le reti in mare. Erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono (Me 1,16-18).
Ti ringrazio, Signore, per il dono dell'amicizia: è una delle esperienze più belle della mia età! Gesù, tu hai rivelato il vero volto dell'amicizia quando hai detto: «Non c'è amore più grande di quello che giunge a dare la vita per gli amici». Sono felice di aver trovato in te l'amico: tu mi hai amato fino a dare la vita per me! E io, cosa faccio per te, Signore? Gesù, voglio nutrire l'amicizia con te nel dialogo quotidiano della preghiera e nell'incontro della Comunione sacramentale. Gesù, mio unico invisibile amico, aiutami a seguire il tuo stile di amicizia: insegnami ad essere vicino agli amici con un amore sincero, limpido e generoso.
Per riflettere Prepariamo un delizioso dessert Sogniamo una comunità, una famiglia, un gruppo di amici dove ognuno possa condividere con gli altri tutta la propria ricchezza personale.
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Pensiamo ad un bel cestino colmo di ogni tipo di frutta. Mele, pere, pesche, albicocche, susine… sono tutte squisite, ma ogni frutto conserva le proprie caratteristiche nutritive. Come fare perché ognuno possa condividere sapori e proprietà? Si potrebbe fare un buon frullato di frutta. Tutto viene amalgamato insieme in un liquido omogeneo, appetitoso e pieno di vitamine. Ma nel frullato ogni frutto ha perso le sue caratteristiche specifiche. È questo che veramente vogliamo per la nostra famiglia, il nostro gruppo di amici, la nostra classe? Che ognuno perda i tratti della sua personalità?… No, non è una buona soluzione!
Una bella e gustosa macedonia di frutta fresca… ecco, così va meglio! È bene che ogni frutto rimanga com’è: pera, mela, pesca… e che, mangiandole, si assapori il gusto caratteristico di ognuna. La condizione fondamentale è che sappiamo accettare evangelicamente di essere tagliati in quattro, in dieci o dodici pezzi... e di volersi mescolare con gli altri per creare una nuova realtà in comune.
CANZONE: Sogna ragazzo sogna (di Roberto Vecchioni) E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte; ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte; io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro; stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento; copri l'amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello; a volte passa qualcuno, a volte c'è qualcuno che deve vederlo. Sogna, ragazzo sogna quando sale il vento nelle vie del cuore, quando un uomo vive per le sue parole o non vive più; sogna, ragazzo sogna, non cambiare un verso della tua canzone, non fermarti tu... Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre; perchè hai già vinto, lo giuro, e non ti possono fare più niente; passa ogni tanto la mano su un viso di donna, passaci le dita; nessun regno è più grande di questa piccola cosa che è la vita E la vita è così forte che attraversa i muri senza farsi vedere
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la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare; la vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire Sogna, ragazzo sogna, quando lei si volta, quando lei non torna, quando il solo passo che fermava il cuore non lo senti più ; sogna, ragazzo, sogna, passeranno i giorni, passerrà l'amore, passeran le notti, finirà il dolore, sarai sempre tu ... Sogna, ragazzo sogna, piccolo ragazzo nella mia memoria, tante volte tanti dentro questa storia: non vi conto più; sogna, ragazzo, sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu.
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24 - 29 gennaio L’AMORE DI DIO È IL DONO PIÙ PREGIATO •
Giorno speciale: 25 gennaio: Conversione di San Paolo MOTIVAZIONE Continuiamo, in questa settimana, a costruire pian piano il palazzo della nostra persona e del nostro gruppo di compagni, sostenuti dall’Amore del Padre, convinti che, quando c’impegniamo ad amare quelli che sono intorno a noi, stiamo rispondendo a quel medesimo Amore. 25 gennaio: Conversione di San Paolo (Atti 9, 1 – 19) L’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani termina con la festa della “Conversione di San Paolo”. Insieme a Pietro, Paolo è una delle figure fondamentali della Chiesa nascente. Viene detto l’apostolo dei gentili per la sua infaticabile opera di evangelizzazione rivolta ai popoli pagani (mondo greco –romano), convinto che la salvezza operata da Gesù coinvolgesse tutti i popoli e non solo i Giudei convertiti. Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda. (Il Signore apparve poi ad un discepolo di nome Anania e gli disse di recarsi da Saulo per benedirlo e per fargli recuperare la vista) Il Signore disse ad Anania: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
VANGELO: Matteo 5, 1 - 12a
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
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Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat L'importante è confidare in Dio e nella sua Provvidenza (1) Il P. Champagnat è riuscito in tutto quello che ha intrapreso. Quale ne è stata la ragione principale? Il suo spirito di fede e la sua immensa fiducia in Dio. “Quando si ha Dio con sé – ripeteva spesso ai suoi fratelli – quando si spera solo in lui, niente è impossibile.” A che serve l’abilità e la fatica del giardiniere, se Dio non feconda il seme e non ne benedice il sudore? Guardiamoci dal confidare solo nelle nostre capacità: sono un nulla per il bene… invano ci affaticheremo se Dio non opera con noi. Se Dio non vivifica le nostra parole con la sua grazia, esse mai raggiungeranno il cuore di chi ci ascolta. Preghiamo insieme con il salmo 127 che il P. Champagnat amava ripetere spesso: Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno.
Per riflettere… VIVI! Non lasciare che finisca la giornata senza essere cresciuto un po’, senza aver regalato un sorriso ad un amico, senza aver condiviso la ricchezza che è in te, senza avere coltivato i tuoi sogni. Non lasciarti vincere dallo scoraggiamento; non permettere a nessuno di toglierti il diritto di manifestare le tue opinioni; non cadere nel peggiore degli errori, il silenzio; non smettere mai di sognare… fai in modo che i tuoi sogni diventino realtà. non abbandonare il desiderio di fare dalla tua vita qualcosa di straordinario. Vivi la tua vita intensamente, senza mediocrità; affronta il “tuo” futuro con orgoglio e senza paura; impara dalle esperienze di chi ti ha preceduto… ti aiuteranno ad affrontare la vita; Non permettere che la vita ti scorra davanti senza che tu l’abbia vissuta … Walt Whitman.
Preghiera
Guardare con amore Signore, aiutami a guardare con amore… a fissare il mio pensiero nella bontà,
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nella tua bontà, in Te che sei l’Amore. Aiutami a guardare con i tuoi occhi, a vedere la tua immagine nel volto del fratello, dell’estraneo, del lontano. Aiutami a guardare con amore, a sentire la tua presenza dentro di me, a scoprire le meraviglie che tu operi in me. Aiutami a guardare con amore, a scoprirti nel silenzio, nella brezza del vento, nella bellezza della natura che parla di te. Aiutami a guardare con amore,
a vedere le cose come tu le vedi. Parabola Durante il mio ultimo anno di scuola, un giorno il nostro professore ci propose un questionario. Lessi velocemente tutte le domande… l’ultima diceva così: come si chiama la bidella della scuola? Sicuramente era uno scherzo. Avevo visto tante volte quella donna andare avanti e indietro per la scuola. Era alta, capelli scuri, di circa una cinquantina di anni, ma … come facevo io a sapere il suo nome? Consegnai la mia verifica, lasciando l’ultima domanda in bianco. Prima che finisse la lezione, qualcuno chiese al professore se anche l’ultima domanda facesse punteggio per il voto. “Certo - rispose il professore. - Durante la vostra vita voi incontrerete tante persone. Tutte sono importanti. Tutte meritano la vostra attenzione, anche quelle che, incontrandovi per caso, vi sorridono e vi dicono semplicemente ciao!” Io mi affrettai a conoscere il nome della bidella… il suo nome era Dorothy. E mai dimenticai quella lezione. Per riflettere… - Qual è il significato della risposta del professore? - Che cosa hai imparato? Quale lezione puoi trarre da questa storia?
CANZONE: Stella (di Antonello Venditti)
Stella che cammini, nello spazio senza fine fermati un istante solo un attimo, ascolta i nostri cuori caduti in questo mondo siamo in tanti ad aspettare donaci la pace ai nostri simili pane fresco da mangiare proteggi i nostri sogni veri dalla vita quotidiana e salvali dall'odio e dal dolore noi che siamo sempre soli nel buio della notte occhi azzurri per vedere. Questo amore grande, grande, grande questo cielo si rischiara in un istante non andare via,lasciati cadere stella, stella mia resta ancora nel mio cuore.
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Proteggi i nostri figli puri nella vita quotidiana e salvali dall'odio e dal potere come il primo giorno come nella fantasia occhi azzurri per vedere. Grande, grande, grande questo cielo si rischiara in un istante non andare via,non ci abbandonare, stella, stella mia resta sempre nel mio cuore.
Disegno
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MESE DI FEBBRAIO FACCIAMO IL PUNTO DI CIÒ CHE ABBIAMO GIÀ COSTRUITO Siamo a metà dell’anno scolastico. Come va? A che punto è il lavoro per realizzare il nostro progetto? Siamo in sintonia con il grande Architetto? Sei contento con te stesso e con il tuo lavoro? È importante che i tuoi studi vadano bene, che i tuoi voti siano almeno accettabili, che ti senta quindi più o meno soddisfatto del tuo lavoro scolastico; ma questo non basta… il tuo compito e il tuo impegno maggiore è quello di diventare una persona responsabile. Mi dirai… e questo come si misura? Tu stesso lo puoi valutare: se le tue relazioni con i compagni, gli amici sono positive, costruttive… Se riflettendo sui tuoi atteggiamenti, ti accorgi che riesci a controllarti di più, sei più esigente con te stesso, non sei più così tanto capriccioso/a come prima… Se ti accorgi che i tuoi compagni e amici “stanno bene” con te, se i tuoi genitori a casa ti vedono un po’ più maturo/a... vuol dire che sei sulla strada giusta! Di certo che il tuo bilancio è positivo. E se poi non lo fosse? Hai ancora metà anno scolastico per cambiare rotta… coraggio, mettiti subito all’opera. L’importante è non farti prendere dallo scoraggiamento. Le persone a volte non hanno pazienza, ma Dio sì, ha fiducia in te. Per Lui l’importante è mettersi il cammino e sa rispettare i tuoi ritmi.
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31 gennaio - 5 febbraio UNO SGUARDO A CIÒ CHE ABBIAMO REALIZZATO MOTIVAZIONE In questa settimana faremo il punto della situazione: daremo uno sguardo a ciò che abbiamo finora costruito per migliorare quello che ancora è rimasto indietro e merita maggiore attenzione; e a ciò che ancora ci resta da costruire fidando nell’Architetto che ci aiuterà ad individuare i mezzi adeguati per far crescere armoniosamente la nostra costruzione. VANGELO: Matteo 5, 13 - 16
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat L'importante è confidare in Dio e nella sua Provvidenza (2) La povertà fu una delle caratteristiche costanti della vita di Marcellino. Questo non gli impedì di progettare e realizzare opere grandiose per accogliere giovani e poveri. Uno degli amici di Marcellino un giorno, parlando di lui, ebbe a dire: “Non so come andrà a finire: riempie la casa di poveri e di giovani che non hanno il denaro necessario per pagarsi gli studi. Senza un permesso speciale rilasciato dal Ministro del Tesoro per prelevare il denaro dallo Stato, tra poco si troverà nella miseria più nera.” Marcellino sorrise quando seppe di questa uscita e a coloro che gli stavano accanto disse: “E' proprio vero, io ho un tesoro inesauribile, perché pesco direttamente nelle casse del Padre Eterno che non si esauriscono mai.” E ad un altro che gli diceva che, per spendere tanti soldi, doveva avere una banca ben fornita, Marcellino spiegava che la sua borsa era senza fondo, e più soldi prendeva più ne trovava. Era la banca della Provvidenza. (segue) - la prossima settimana un esempio concreto!
Tema mariano Maria, Madre del sì Maria, il tuo esempio io ammiro… ti ammiro perché con un “sì” donasti la tua vita; ti ammiro perché non guardasti ai tuoi interessi, ma a quelli del resto del mondo; ti ammiro perché sei esempio di disponibilità a Dio. Io vorrei, Madre, seguire il tuo esempio, e consegnarmi alla volontà di Dio come te. Io vorrei, Madre, seguire i tuoi passi e attraverso essi avvicinarmi a tuo Figlio. Io vorrei, Madre, avere la tua generosità per non dire mai di “no” a Dio. Madre del sì, chiedi al tuo Figlio Gesù che mi conceda il tuo coraggio; chiedi al tuo figlio Gesù, che mi conceda un cuore innamorato di lui; chiedi al tuo Figlio Gesù che mi dia il coraggio per affidarmi a lui e di sicuro non sbaglierò.
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Solidarietà Dalla lettera ai giovani cristiani d’Europa Appena finita la seconda guerra mondiale - nel 1948 – migliaia di giovani di tutta Europa si ritrovarono per sognare insieme un futuro di pace, uniti dalla stessa fede. Tanti dei loro sogni sono diventati realtà; altri devono ancora realizzarsi. Noi vogliamo assumere l’impegno di dare un’anima cristiana al processo d’integrazione europeo. Per questo siamo convinti che occorre dare credito ai giovani e che si deve permettere loro di essere i protagonisti dello sviluppo del continente, aprendo loro spazi di responsabilità nella vita politica, sociale, economica ed ecclesiastica. Vogliamo un’Europa accogliente, solidale, che sia rispettosa, comprensiva e capace d’integrazione; che lavori per la pace e per la libertà, cosciente del proprio passato. Vogliamo un’Europa fondata sui valori della generosità, del dono di sé e della ricerca sincera della verità. Crediamo nella centralità della dignità umana, chiediamo il rispetto e il diritto alla vita, pensiamo che lo sviluppo di ogni individuo debba realizzarsi nel seno di una vera famiglia. Siamo convinti che tali valori debbano essere protetti della minaccia dell’individualismo, del consumismo e del relativismo etico… “Monte do Gozo – 2004”
Preghiera Signore, tu che fosti libero, insegna anche a noi ad esserlo. Tu hai detto che la verità ci farà liberi… liberaci dall’egoismo e rendici disponibili al servizio, liberaci dall’odio e dal risentimento e rendici pronti al perdono, liberaci dall’orgoglio e donaci un animo semplice. Dacci un cuore che si innamori della verità, dacci il coraggio di camminare sui tuoi sentieri.
Parabola La mano
(Bruno Ferrero)
Un bambino aveva fatto la spesa per la mamma. Era stato preciso e attento. Il droghiere, per premiarlo, prese da uno scaffale una grossa scatola di caramelle, l'aprì e la presentò al bambino. "Prendi piccolo!". Il bambino prese una caramella, ma il droghiere lo incoraggiò: "Prendi tutte quelle che ti stanno in mano". Il bambino lo guardò con i suoi grandi occhi. "Oh... allora, prendile tu per me!" "Perché?". "Perché tu hai la mano più grande!".
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Quando preghiamo, non misuriamo le nostre domande con la piccolezza della nostra fede. Ricordiamoci semplicemente che la mano di Dio è più grande.
CANZONE: Tempo di cambiare
C'è una strega dentro l'anima Che mi porta dritto a te La sua magia e la sua pratica fanno di me Una preda da stanare Senza scampo e si va bene Non sarà la fine del mondo se ho toccato il fondo I need a new direction I need a new direction C'è una strega dentro l'anima Che ogni giorno mangia un po di me Ed è fuori da ogni logica ma forse c'è Un messaggio da capire, c'è una pista da seguire Noi facciamo tutti parte della stessa sorte I need a new direction I need a new direction E' tempo di cambiare di non lasciarsi andare Di vivere la vita così Come un angelo o un assassino Ognuno nel suo passato Ognuno col suo destino C'è una strega dentro l'anima Che ogni notte mi parla di te Nel suo libro c'è una formula per me Che ho bisogno del tuo amore Ho bisogno di star bene Io non voglio indifferenza Voglio più coscienza I need a new direction I need a new direction E' tempo di cambiare di non lasciarsi andare Di vivere la vita così Come un angelo o un assassino Ognuno nel suo mondo E' tempo di cambiare di non lasciarsi andare Di vivere la vita così Come un angelo o un assassino Ognuno nel suo passato Ognuno col suo destino
(di Pino Daniele)
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7 - 12 febbraio VALUTIAMO LA REALTÀ DI QUELLO CHE ABBIAMO COSTRUITO Giorno speciale: 11 febbraio: Nostra signora di Lourdes MOTIVAZIONE Costruiamo un ambiente positivo nel quale ognuno si senta a suo agio.
Tutti siamo responsabili del clima che si crea negli ambienti che frequentiamo: classe, casa, gruppo di amici… Ogni volta che qualcuno ci sorride, ci comunica qualcosa o c’invita a condividere qualcosa. Ci fa capire che è meglio per noi godere dell’amore degli altri che essere da soli. Allora, siamo disposti a regalare un sorriso a tutti quelli che abbiamo vicino? Tutto è nelle nostre mani: quello che vogliamo costruire dipende solo da noi. Tema mariano 11 febbraio: Nostra Signora di Lourdes
Il messaggio di Lourdes, che è un richiamo alla conversione e alla preghiera, fa eco a quello di Gesù nel Vangelo. Al termine delle sue apparizioni a Bernadette, Maria chiama se stessa “l’Immacolata Concezione”, per sottolineare che tutto, in lei, è dono dell’Amore che l’ha scelta. Attraverso la voce di un’umile ragazza di campagna, la Vergine c’invita a pregare con instancabile fiducia per arrivare ad aprirci come lei all’Amore che desidera la nostra salvezza. Preghiera a Maria (Paolo VI) Tu, Maria, sei umile, sei una regina misericordiosa, che ami scendere tra i poveri e dispensare il bene. Nessuno di noi è messo alla porta, nessuno può considerarsi escluso, perché tu, Maria, ci dai il senso della fratellanza e della solidarietà nelle nostre relazioni umane. Tu susciti in noi grande fiducia e speranza, possiamo aggrapparci al tuo manto e dire: Perché non concedi anche ad ognuno di noi la tua stessa letizia? Tu sei la nostra speranza! Noi ti salutiamo, o Maria.
VANGELO: Matteo 5, 17 - 26 - Cristo e la legge antica
Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
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Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat L'importante è confidare in Dio e nella sua Provvidenza (3) Un giorno gli occorrevano assolutamente 2000 franchi per pagare un debito. Chiamò il fratello amministratore e lo pregò di procurarsi in qualche modo la somma, fosse pure con un prestito. Gli rispose il Fratello mortificato: “Padre, sapete bene che la settimana scorsa non ho potuto trovare nulla da nessuno e che la gente, quando mi vede, fugge. Vi pregherei dunque di dispensarmi da questo servizio.” Ma il Padre insisteva. Allora il fratello, con un po’ di vivacità, rispose: “Se proprio lo volete assolutamente, andrò, ma son sicuro che ritornerò a mani vuote.” Il padre non insistette; salì in camera e si mise in preghiera. Era passata appena mezz’ora che fu chiamato in parlatoio. Scese e, mentre entrava, una persona amica depose sul tavolo un sacchetto con 3000 franchi, dicendo: “Ecco, Padre, questi sono per le necessità della sua Comunità.”
Solidarietà Vuoi le mie mani? (Madre Teresa)
Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore.
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PARABOLA I due fratelli Due fratelli abitavano in case vicine, separate appena da un fiume. Per anni percorrevano una lunga e angusta strada lungo il fiume fino al guado per poter godere alla fine della giornata della mutua compagnia. Nonostante la stanchezza, lo facevano volentieri, perché si volevano tanto bene. Ma un giorno litigarono e la loro vita cambiò. Tutto iniziò con un piccolo malinteso che alla fine sfociò in uno scambio di insulti, seguito da settimane di silenzio… Una mattina il fratello maggiore sentì che qualcuno bussava alla sua porta. Quando aprì, si trovò di fronte un uomo con una cassetta piena di attrezzi da falegname che gli disse: - Sono in cerca di lavoro. Posso esserle utile in qualcosa? - Sì, certo, - rispose il fratello maggiore. - Ho un lavoro adatto per Lei. Vede quella casa dall’altra parte del fiume? È di mio fratello. Abbiamo litigato di brutto e mi dà fastidio anche vederlo. Vorrei che costruisse una palizzata lungo il fiume in modo che sia nascosto alla mia vista. Il falegname capì la situazione e rispose: - Mi dica dov’è il materiale e le farò un lavoro di cui sarà certamente soddisfatto. Dopo essersi accordati sul da farsi, il fratello maggiore partì per la città per un impegno urgente. Il falegname lavorò intensamente tutta la giornata e, al tramonto, l’opera era terminata. Il fratello maggiore al suo ritorno, non credeva ai suoi occhi. Della palizzata nessuna traccia! Al suo posto c’era un ponte costruito a regola d’arte che univa le due rive. Lui, arrabbiatissimo, esclamò: - Che insolenza! Costruire un ponte dopo tutto ciò che le ho raccontato. Ma le sorprese non erano finite… volgendo lo sguardo verso il ponte, vide il fratello minore che correva a braccia aperte verso di lui. Il fratello maggiore fu attraversato per un momento dai sentimenti più contrastanti, ma occorreva decidere al più presto e… decise: corse anche lui verso il ponte e, giusto a metà, s’incontrarono e si abbracciarono piangendo. Mentre assaporavano la gioia della pace ritrovata, videro che il falegname stava raccogliendo i suoi attrezzi per riprendere il suo viaggio. - No! Aspetti! – gli gridò il fratello maggiore -. Rimanga con noi per qualche giorno. Ho tanti progetti per lei. - Mi piacerebbe tantissimo rimanere - rispose il falegname - ma non posso proprio… mi aspettano tanti altri ponti da costruire! Riflettiamo insieme: - Per quale motivo il fratello maggiore vuole costruire una palizzata? - Ma il falegname costruisce un ponte… perché? - Quale fu la conseguenza? - Cosa hai imparato da questo racconto?
Per riflettere Camminare è crescere e superarsi Camminare alla presenza del Signore è sentire la sua vicinanza, lasciarsi guidare dai suoi desideri, lasciarsi avvolgere dalla sua tenerezza. Camminare verso il paese della vita è lottare contro la morte,
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difendendo la giustizia e seminando la speranza. Ma dov’è, Signore, il paese della vita? Dove si trova la dimora dell’Amore? Tante volte ripeto a me stesso: Quante catene mi legano! Quante tristezze e disillusioni! Rompi, Signore, le mie catene e liberami dei miei limiti. Indicami qual è il paese della vita e portami tu sulla tua mano. E mi lascerò portare, e canterò le tue lodi. Benedetto, sii tu, Signore, che rompi le mie catene. Benedetto sii tu, Signore, che mi colmi di vita, che mi guidi al paese della vita, al tuo regno d’amore. Benedetto sii tu, Signore, il mio cammino, la mia vita, la mia gioia.
CANZONE: Il muratore
(di Jovanotti)
La gente si muove la musica cresce e ancora un altro muro viene giù! Muratore muratore costruisce muri il muratore (4v) muri da dipingere e da colorare muri da fare crollare da fare crollare (2v) Babylon Jerico Porta Pia il Colosseo il muro di Berlino Machu Picchu le torri gemelle le piramidi d'Egitto il muro di cinta il muro del pianto le case popolari di ferro e cemento mura che delimitano il territorio mura che sorreggono torri d'avorio mura di parole mura di potere mura da fare crollare fare crollare mura per nascondere e per dividere fragili da fare ridere butta la palla di là ! (4v) non c'è muro che mi tenga non c'è buio che mi spenga (4v) muratore muratore costruisce muri il muratore (2v) muri da dipingere e da colorare muri da fare crollare da fare crollare (2v) butta la palla di là ! (4v) armato di cemento armato costruisce un nuovo muro con i pezzi di quello crollato da poco il muratore va e non si fermerà a creare nuovi muri di disparità e mura la natura e mura la cultura e mura tutto ciò che fa paura ma il pensiero non lo puoi murare perché il pensiero è duro è cielo puro e sta di qua e di là dal muro La gente si muove la musica cresce e ancora un altro muro viene giù !
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14 - 19 febbraio COME VA L’OPERA DELLA NOSTRA CASA? COSA DICE IL GRANDE ARCHITETTO? Giorno speciale: 14 febbraio: San Valentino, festa degli innamorati. MOTIVAZIONE: che cos’è un vero amico… - Un vero amico è quello che entra quando il resto del mondo esce. - I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono; i falsi amici vedono allo stesso modo i tuoi errori e li fanno notare agli altri. - Il vero amico è come un bel libro: più lo leggi e più ti accorgi che il contenuto è più importante della copertina. - E che cos’è, per te, un vero amico? Riflettiamo insieme... VANGELO: Matteo 5, 38 - 48 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Il suo grande amore verso i Fratelli (dalle sue lettere) - 1 Un padre non ha amato più teneramente i suoi figli di quanto il P. Champagnat amò i suoi fratelli. Amava tutti allo stesso modo: i giovani e gli anziani, gli imperfetti come quelli che gli davano maggiori consolazioni. Nessuno andava da lui o gli scriveva senza ricevere una qualche testimonianza di tenero affetto. Le sue lettere sono piene di espressioni come queste: “Sapete, caro fratello, che vi amo, e che vi sono affezionatissimo in nostro Signore. Sapete quanto mi siete caro, e come condivido le vostre pene.” Oppure, scrivendo ai fratelli superiori: “Dite ai fratelli che li amo come figli; che penso spesso a loro, e che prego incessantemente per tutti.” Scriveva ai Fratelli di una scuola che avrebbe visitato pochi giorni dopo: “Non desidero altro che rivedervi ed abbracciarvi tutti al più presto, per dirvi quanto affetto nutro per
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voi in nostro Signore. Nessuna cosa mi è più gradita quanto il sapere che state bene e che siete contenti. La vostra felicità durerà finché sarete uniti e vi amerete.” In un’altra lettera ai Fratelli di una comunità scrive: “Non occorre dirvi che vi auguro un buon anno, perché sapete che non respiro se non per voi, che non esiste vero bene che ogni giorno non lo chieda per voi al Signore, e che sarei disposto a procurarvelo a costo di qualsiasi sacrificio.”
Tema mariano Maria, donna innamorata (Don Tonino Bello) I love you. Je t'aime. Te quiero. Ich liebe Dich. Ti voglio bene, insomma. Io non so se ai tempi di Maria si adoperassero gli stessi messaggi d'amore, teneri come giaculatorie e rapidi come graffiti, che le ragazze di oggi incidono furtivamente sul diario, sul libro di storia o sugli zaini colorati dei loro compagni di scuola. Penso, però, che, se non proprio con la penna a sfera sui jeans, o con i gessetti sui muri, le adolescenti di Palestina si comportassero come le loro coetanee di oggi. Un codice dovevano pure averlo per trasmettere ad altri quel sentimento, antico e sempre nuovo, che scuote l'anima di ogni essere umano quando si apre al mistero della vita: ti voglio bene! Anche Maria ha sperimentato quella stagione splendida dell'esistenza, fatta di stupori e di lacrime, di tenerezza e di trepidazione. Ha assaporato pure lei la gioia degli incontri, l'attesa delle feste, gli slanci dell'amicizia, l'ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo. Una sera, un ragazzo di nome Giuseppe prese il coraggio a due mani e le dichiarò: «Maria, ti amo». Lei gli rispose, veloce come un brivido: «Anch'io». E nell'iride degli occhi le sfavillarono, riflesse, tutte le stelle del firmamento… Santa Maria, donna innamorata, se è vero, come canta la liturgia, che tu sei la «Madre del bell'amore», accoglici alla tua scuola. insegnaci ad amare. È un'arte difficile che si impara lentamente. Amare significa uscire da sé. Dare senza chiedere. Essere discreti al limite del silenzio. Soffrire per far cadere le squame dell'egoismo. Togliersi di mezzo quando si rischia di compromettere la pace di una casa. Desiderare la felicità dell'altro. Rispettare il suo destino. E scomparire, quando ci si accorge di turbare la sua missione.
Solidarietà Quando dai, aggiungi un po' di te Quando dai, aggiungi sempre un po' di te a ciò che dai: un pizzico della tua mente, un battito del tuo cuore, una vibrazione della tua anima. E avrai dato di più. Quando dai, fallo sempre col sorriso sulle labbra, aggiungici poi una manciata di gioia e d'allegria, e porgi il tutto con la mano dell'amore. E avrai dato di più. Quando dai non pensare di ricevere e riceverai tanto, e subito; la gioia di aver dato e la vittoria sul tuo egoismo. Se quando dai, dai anche te stesso, darai di più e riceverai di più.
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Per riflettere... L’amicizia Sorveglia le tue amicizie, perché vivano fino a sera. È questa l'ora in cui le saprai meglio gustare. Ti accorgerai che l'amicizia è una delle maggiori gioie concesse ad ogni persona. E comprenderai che il miglior modo per trovarla, è offrirla, perché fiorisce quasi sempre là dove l'hai seminata.
Racconto Al tramonto (Bruno Ferrero) Tanto tempo fa un missionano attraversava le Montagne Rocciose con un giovane indiano che gli faceva da guida. Tutte le sere, ad un preciso momento del tramonto, il giovane indiano si appartava, si voltava verso il sole e cominciava a muovere ritmicamente i piedi e a cantare sottovoce una canzone dolcissima, soffusa di nostalgia. Quel giovane che danzava e cantava rivolto al sole morente era uno spettacolo che riempiva di ammirata curiosità il missionano. Così, un giorno, chiese alla sua guida: - Qual è il significato di quella strana cerimonia che fai tutte le sere? - Oh, è una cosa semplice, - rispose il giovane. - Io e mia moglie abbiamo composto insieme questa canzone. Quando siamo separati, ciascuno di noi, dovunque si trovi, si volta verso il sole un attimo prima che tramonti, e comincia a danzare e a cantare. Così, ogni sera, anche se siamo lontani, cantiamo e balliamo insieme".
Quando il sole tramonta, tu con chi balli? CANZONE: Cammino (di Adriano Celentano)
Cammino se cammino sento che... vado avanti e allora... la notte non si ferma e passa mentre il giorno mi viene incontro... cammino... io cammino tutti devono camminare l'importante è camminare non importa se si è lenti o veloci basta camminare... se cammini... vai avanti Camminare non vuol dire soltanto muovere le gambe e fare dei passi... se la tua mente pensa... e pensa... nel modo giusto... e allora vuol dire che tu cammini... e in te tutto si muove Mi ricordo che un giorno... in mezzo a noi venne un tipo...
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che ogni cosa pensa giusto e la fonte della vita, era in lui disse una frase... mi rimase impressa: "Alzati ...e cammina!...
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21 - 26 febbraio LAVORIAMO A FIANCO DELL’ARCHITETTO MOTIVAZIONE La possibilità di essere felici è dentro di noi. Soltanto chi si sente amato profondamente e gratuitamente da Dio e ama gratuitamente, può essere felice. VANGELO: Matteo 6, 24-34
Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Il suo grande amore verso i Fratelli… non solo a parole! - 2
Ne dava continuamente le prove. Il suo occhio di padre gli faceva indovinare, il più delle volte, i bisogni dei fratelli e vi provvedeva sollecitamente. Quando inviava qualcuno in un’altra casa, non dimenticava mai di raccomandargli di provvedersi di tutto l’occorrente, e quando il Fratello veniva a congedarsi da lui e a chiedergli la sua benedizione, s’assicurava sempre, con discrezione, che avesse nel suo bagaglio quel che gli conveniva. Quando qualcuno giungeva da un viaggio, se lo vedeva bagnato, aveva cura di mandarlo a cambiarsi, di fargli prendere una bevanda calda e di farlo attendere in un posto riscaldato. Una volta, durante le vacanze, un gruppetto di fratelli era giunto con un tempo piovoso. Mandò subito a chiamare il fratello amministratore perché desse ad ognuno il necessario per cambiarsi; ma costui era uscito e non si trovava la chiave della biancheria. Il Padre, impaziente di servire i suoi figlioli, forzò la porta del vestiario e diede lui stesso la biancheria necessaria. Un giorno, il P. Champagnat fece venire nel suo ufficio un fratello che stava per recarsi alla scuola d’un paese poco distante, per dargli un po’ di denaro. Aprì il cassetto, ma vi erano appena poche monete… Il giovane s’accorse dell’imbarazzo del Padre, e disse subito che il paese era vicino, e che poteva raggiungerlo senza nessuna spesa. “Sì, figliolo – gli rispose – ma potete avere qualche imprevisto, e non vorrei che vi trovaste nel bisogno senza niente
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in tasca. È vero che siamo poveri e che il denaro è tutto qui, ma la Provvidenza non ci abbandonerà”. E la metà di quelle poche monete passò nelle mani del Fratello.
Solidari età Ch'io cerchi il tuo volto (W. Mckelly)
Solidale con tutti noi, tu vuoi, Signore, ch'io cerchi il tuo volto fra la folla che mi turbina intorno, mi spinge, mi soffoca, mi assale. Non è una cosa facile. Eppure è questo il modo per dirti la mia amicizia: stringo una mano callosa ed è la tua; sorrido a un volto accigliato ed è il tuo; e tu sei... su ogni gemito, debolezza, pena, su ogni fame, dolore, lotta, su ogni male, ogni errore, su ogni grido io devo far scendere me tutto intero per dirti che ti amo davvero. E vieni tu nel mio cuore per insegnarmi il sorriso, la cordialità, il soccorso concreto, e per stringere tutte le mani che brancolano nel vuoto in cerca d'un po' d'amore.
Il Violinista della metropolitana di New York In un freddo mattino di gennaio un uomo si sedette in una stazione della metropolitana di Washington e iniziò a suonare il suo violino. Durante 45 minuti, interpretò sei opere di Bach. Nello stesso tempo si calcola che per quella stazione siano passate mille persone, quasi tutte dirette al lavoro.
Passarono tre minuti prima che qualcuno si fermasse davanti al musicista: un uomo di mezza età che per un istante rallentò il suo passo e si fermò per ascoltare. Un minuto più tardi, il violinista ricevette la sua prima elemosina: una donna gli lanciò un dollaro nel barattolo di latta e continuò il suo cammino. Alcuni minuti più tardi, un’altra persona si appoggiò al muro ad ascoltare, ma subito dopo guardò l’orologio e se allontanò. Chi prestò più attenzione fu un bambino di tre anni. La mamma frettolosa lo tirava per il braccio, ma il bambino si piazzò davanti al musicista. Quando la mamma riuscì ad strapparlo di lì, mentre si allontanava, il bambino continuò a guardare l’artista girando la testa. Questo successe anche con altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, dovettero forzarli per continuare la loro strada. Nell’arco dei tre quarti d’ora che il musicista suonò, si fermarono soltanto sette persone, e altre venti gli lasciarono del denaro senza interrompere però la loro marcia. Il violinista raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e si fece silenzio, nessuno sembrò accorgersi di lui. Non ci furono applausi, né ringraziamenti. Quel violinista era Joshua Bell, uno dei migliori musicisti al mondo, e in quei tre quarti d’ora aveva suonato le opere più complesse che mai erano state scritte, con un violino
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valutato 3 milioni e mezzo di dollari. Nessuno se ne era accorto. Due giorni prima Bell si era esibito in un teatro di Boston. Costo del biglietto 100 dollari… tutti i posti esauriti! Lo spettacolo di Joshua Bell in incognito al metrò fu organizzato dal quotidiano The Washington Post come parte di un esperimento sulla percezione, il gusto delle persone. Lo slogan era: in un ambiente banale e in un’ora inopportuna, percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato? E noi, che cosa ci stiamo perdendo? Sappiamo riconoscere il bello che è intorno a noi? Approfittiamo dei momenti entusiasmanti che la vita vi offre oppure semplicemente ci lasciamo vivere?
Preghiera Salmo 108 O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli s’innalza la tua magnificenza. Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle, che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
Per riflettere Saper osservare… Un celebre chirurgo diceva ai suoi allievi che, per essere un buon chirurgo, si richiedevano due qualità: essere buoni osservatori ed essere disposti a non “schifarsi” di nulla. Finita la spiegazione, fece diversi esempi. Infine volle mettere alla prova i suoi studenti con un esercizio pratico. Immerse un dito in un liquido nauseabondo e schifoso, lo avvicinò alla bocca e lo succhiò. Dopo chiese ai suoi allievi di fare lo stesso. E tutti, armati di coraggio, gli obbedirono senza esitare. Al termine, il chirurgo si rivolse loro con un sorrisetto malizioso: non mi resta che farvi i miei complimenti per aver brillantemente superato la prima prova. Però mi dispiace per voi, purtroppo non avete superato la seconda: nessuno di voi si è reso conto che il dito che ho portato alla bocca non era lo stesso che avevo immerso nel liquido. La capacità di osservazione ci permette di cogliere ciò che di meraviglioso e di sorprendente capita intorno a noi, ci aiuta a conoscere in profondità la persone con le quali condividiamo la nostra vita. Se siamo distratti, diminuiamo la nostra attenzione, e rischiamo di perdere dei dettagli che invece non sfuggirebbero ad una mente sveglia.
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Parabola Il muratore Un anziano muratore era sul punto di andare in pensione. Comunicò alla ditta il desiderio di lasciare il lavoro per passare più tempo con la sua famiglia. Disse che gli dispiaceva rimanere senza stipendio, ma che davvero non se la sentiva di continuare. Il suo direttore dei lavori si dispiacque della decisione e, conoscendolo come un buon operaio, gli chiese di lavorare ancora ad un altro progetto. Dietro le sue insistenze il muratore, anche se controvoglia, finì per accettare. Però non era più motivato come prima per cui il lavoro alla fine risultò piuttosto mediocre. Quando terminò, il direttore dei lavori andò a controllare la casa che aveva costruito e, tra lo stupore dell’operaio, gli consegnò le chiavi dell’ingresso, dicendogli: - Questa è casa tua. È il mio regalo per te. Il muratore rimase con l’amaro in bocca. Che peccato! Se avesse saputo… avrebbe agito diversamente. Tu sei il “muratore” di te stesso… tutta la giornata inchiodi e schiodi, ripari tavole e costruisci muri… Sei convinto che la vita è un progetto che tu stesso stai realizzando?… Che stai ponendo le basi della casa in cui abiterai domani?
CANZONE: Costruire
(di Nicolò Fabi)
Chiudi gli occhi immagina una gioia molto probabilmente penseresti a una partenza ah si vivesse solo di inizi di eccitazioni da prima volta quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora penseresti all'odore di un libro nuovo a quello di vernice fresca a un regalo da scartare al giorno prima della festa al 21 marzo al primo abbraccio a una matita intera la primavera alla paura del debutto al tremore dell'esordio ma tra la partenza e il traguardo nel mezzo c'è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire e costruire è potere e sapere rinunciare alla perfezione ma il finale è di certo più teatrale così di ogni storia ricordi solo la sua conclusione così come l'ultimo bicchiere l'ultima visione un tramonto solitario l'inchino e poi il sipario tra l'attesa e il suo compimento tra il primo tema e il testamento
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nel mezzo c'è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire e costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione ti stringo le mani rimani qui cadrà la neve a breve
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MESE DI MARZO GESÙ, NOSTRO AMICO, L’ARCHITETTO DEL NOSTRO PROGETTO, È AL NOSTRO FIANCO Ci costa lo sforzo, ci scoraggia il fallimento, ci fa paura la solitudine, ci abbatte l’incomprensione. In una parola, il solo pensiero che le cose possano non riuscirci bene, ci demoralizza. Forse chissà, Gesù dovrebbe dirci come disse ai suoi discepoli quando si trovava in mezzo al lago nel pieno di una tempesta, mentre stava dormendo: “Uomini di poca fede, perché temete?” Egli è accanto a noi, non sta dormendo. Non lo vediamo, ma possiamo percepire la sua presenza. Al nostro fianco abbiamo persone che ci aiutano: sono i nostri compagni, i nostri genitori, i nostri professori… in tutti loro c’è Lui. Dobbiamo lasciarci amare. Nel gesto di un amico, nel gesto della mamma che ci prepara il panino per la merenda, nell’avviso rispettoso del professore… Lui è lì al nostro fianco. In questi giorni, immersi in pieno nella Quaresima, Gesù, nostro amico, ci incoraggia a continuare a lottare, ad essere coerenti con la nostra fede. Egli lo fu e per questo motivo donò la sua vita.
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28 febbraio - 5 marzo DOVE COSTRUIAMO LA NOSTRA CASA? MOTIVAZIONE Dobbiamo ricordare dove poggiano le fondamenta della nostra casa, della nostra vita. C’è chi sta crescendo sopra la sabbia e di fronte a qualsiasi difficoltà crolla o non sa cosa fare, si sente insicuro. Invece ci sono altri che sanno affrontare problemi e difficoltà e procedere con sicurezza. Quali sono le fondamenta della nostra vita? Sono deboli e cadono subito al primo soffio di vento o sono forti e sopportano tutto ciò che ci succede giorno dopo giorno? In Gesù possiamo trovare una roccia sulla quale appoggiare la nostra vita, allo stesso modo di Marcellino che costruì la sua casa sulla roccia. VANGELO: Matteo 7, 21 - 27 La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!" «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande».
Tema mariano
Preghiera a Maria Maria di Nazaret, madre del nostro Signore Gesù, compagna del nostro cammino, vieni a visitarci, rimani con noi. Abbiamo bisogno di te, madre buona per superare dubbi ed incertezze delusioni e insuccessi… Maria di Nazaret,
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Vergine della Speranza, infondici la tua forza, avvicinaci allo Spirito Santo che riempie la tua vita. Aiutaci a vivere con allegria, a superare le difficoltà che incontriamo ogni giorno.
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Il suo grande amore verso i Fratelli (da una testimonianza del Fratel Lorenzo) - 3 Gli inizi furono molto poveri, ma non ci mancò mai il necessario per vivere. Il nostro superiore si preoccupava di noi come il più tenero dei padri. Ricordo il suo interessamento quando ero ammalato a La Valla. Veniva a farmi visita tutti i giorni e non si dimenticò mai di portarmi qualcosa che mi rendesse felice. Spesso ci parlava della sollecitudine che Dio mostra a tutti coloro che si affidano a lui. Aveva una grande devozione a Maria e sapeva trasmetterla a tutti. Raccomandava anche a noi che comunicassimo ai bambini questa fiducia e devozione. Ricordo che spesso mi ripeteva: “Se abbiamo fatto del bene, Lorenzo, è stato grazie all’aiuto di Maria. Senza di lei non avremmo potuto fare nulla.” Nemmeno la dolcezza delle madri nel rivolgersi ai figli fu superiore a quella del Padre Champagnat verso di noi. E non è neppure un paragone giusto, poiché le madri amano i propri figli con un amore umano, invece lui ci amò realmente in Dio.
Solidarietà - accoglienza Dietro un 'immaginetta della Madonna dimenticata in un santuarietto di montagna, ho trovato la "Preghiera dell'accoglienza". Eccola: Signore, aiutami ad essere per tutti un amico, che attende senza stancarsi, che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ti ringrazia con gioia, un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura, a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera, ad offrire un'amicizia riposante, ad irradiare una pace gioiosa, la tua pace, o Signore. Fa' che sia disponibile e accogliente soprattutto verso i più deboli e indifesi. Così senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino, Signore della tenerezza.
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Preghiera Benedite, opere tutte del Signore, il Signore. Lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, messaggeri del cielo, il Signore. Benedite, infiniti spazi dell’universo, il Signore. Benedite, sole e luna, stelle che rischiarate la notte, il Signore. Benedite, orizzonti sterminati, il Signore, voi che indicate le profonde attese dell'uomo, benedite il Signore. Benedite, notti e giorni, albe e tramonti, ore che scandite il ritmo dei giorni, il Signore. Benedite il Signore, fuoco e calore, gelo e freddo, piogge e rugiade, venti tutti, montagne innevate, ghiacci eterni, boschi ombreggianti, silenzi palpitanti di vita. Benedite, sorgenti, il Signore, torrenti, ruscelli e cascate, benedite il Signore. Benedite, animali tutti che abitate la terra, uccelli del cielo, pesci del mare, benedite il Signore. Benedite il Signore, uomini che amate la terra, voi tutti che operate perchÊ sia sempre ospitale, benedite il Signore. Benedite, voi, povere, piccole, meravigliose mani, il Signore. Benedite il Signore, lavoratori di tutta la terra, voi che sudate, soffrite, gioite‌ Benedite il Signore, voi artisti dei colori, dei suoni, della luce, beneditelo voi tutti scienziati attenti ai misteri di Dio. Benedite il Signore, voi che curate i malati, voi che illuminate i dubbiosi, voi che accogliete gli ospiti, benedite cantando il Signore. Benedite il Signore, voi che offrite il pane e il vino sull’altare, voi che annunciate la Buona Novella, benedite il Signore. Benedite il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che adoro, se io dono alle cose una voce e un cuore per dire: Gloria! Amen. Alleluia.
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Racconto Orme sulla sabbia Una notte ebbi un sogno… sognai che stavo camminando sulla spiaggia con il Signore e, nel cielo, passavano le scene delle mia vita. Per ciascuna scena che passava, rimanevano due impronte nella sabbia: una era la mia e l’altra del Signore. Quando l’ultima scena passò davanti a noi, guardai indietro verso le impronte nella sabbia e notai che molte volte, nel cammino della mia vita, rimaneva una sola impronta. Notai inoltre che questo accadeva nei momenti più difficili della mia vita. Questa cosa mi turbò e chiesi allora al Signore: “Signore, Tu mi dicesti, quando decisi di seguirti, che saresti stato con me durante tutto il cammino della mia vita ma, durante i momenti peggiori, c’era solo un’impronta nella sabbia. Non capisco perché Tu mi lasciasti solo proprio nel momento in cui avevo maggior bisogno di te.” Allora Lui, guardandomi con il suo sguardo d’amore, mi rispose: “Io non ti ho mai abbandonato, perché quelle non sono le tue orme, ma le mie. Nei momenti più difficili della tua vita, io ti portavo in spalla.”
Canzone: Uniti (di Povia)
Ci credi nei miracoli? nei sogni e nelle immagini e che il nostro libro è stato scritto già e che ognuno dice la sua verità non credo nei miracoli ma credo negli ostacoli e che siamo tutti forti e deboli e all'occorrenza finti umili e credi che l'amore sia un'illusione no ma credo che non sia la perfezione tutti abbiamo dei problemi mi dai ragione sì ma è come li affrontiamo che si misurerà il nostro valore ce l'hanno tolta certi acculturati la grande forza dei significati che è la semplicità dobbiamo stare uniti così e non mollare mai perchè se stiamo uniti così siamo più forti noi e tra le scuse e i motivi scelgo di salvare te e me oh ci credi nelle favole? sì ma anche nelle regole perchè ti danno più stabilità e solo l'equilibrio è libertà e questa tornocontocraziona che ha rovinato tutto e che ha ucciso l'autenticità di ogni progetto l'abbiamo persa la guerra contro il male
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salviamo il salvabile il nostro cuore e credi che il potere sia la condizione? credo nella fantasia delle persone tutti abbiamo degli scopi mi dai ragione? sì ma è come ci arriviamo che si misurerà il nostro valore ce l'hanno tolta questi spaventati la grande forza dei significati che è la semplicità dobbiamo stare uniti così e non mollare mai perchè se stiamo uniti così siamo più forti noi se ci perdiamo di vista prima o poi ci incontreremo qua e ci riguarderemo quel film e ci emozionerà ancora ancora perchè se stiamo uniti così siamo più forti noi e tra le scuse e i motivi scelgo di salvare te e me hai tutti gli occhi lucidi anche tu hai gli occhi lucidi lo so ma a volte è proprio bello piangere è questo che ci fa sorridere eh? a te... a te...
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7 – 12 marzo CON LUI VERSO LA VITA Giorni speciali: 8 marzo: Festa della donna 9 marzo: Mercoledì delle ceneri MOTIVAZIONE Il giorno 9 è Mercoledì delle Ceneri, il giorno in cui iniziamo la Quaresima, il tempo in cui siamo invitati a ritornare a Dio; questo è ciò che significa la parola conversione. Proviamo a riflettere insieme su che cosa vorrebbe dire per ciascuno di noi “convertirci”, essere più vicini al Signore…. VANGELO: Matteo 4,1-11 - Gesù digiuna per quaranta giorni ed è tentato
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo,ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».
Tema mariano Santa Maria, Donna Obbediente (Don Tonino Bello) Santa Maria, donna obbediente, Tu che hai avuto la grazia di "camminare al cospetto di Dio", fa' che anche noi, come Te, possiamo essere capaci di "cercare il suo volto ". Aiutaci a capire che solo nella sua volontà possiamo trovare la pace. E quando Egli ci provoca a saltare nel buio per poterlo raggiungere, liberaci dalle vertigini del vuoto,
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e donaci la certezza che chi obbedisce al Signore non si schianta al suolo, come in un pericoloso spettacolo senza rete, ma cade sempre nelle sue braccia.
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Per educare bene i bambini e i giovani occorre amarli e amarli tutti senza preferenze -1 Ecco alcuni suoi principi che condivideva con i Fratelli: “Non posso vedere un fanciullo o un giovane senza sentire in me il desiderio profondo di comunicargli che Dio lo ama e che vivere nella sua amicizia è un’esperienza meravigliosa.” “Quando vedo un giovane, penso: ecco un cuore creato ad immagine di Dio e destinato alla felicità; ma subito mi assale un dubbio: forse la maggior parte dei ragazzi ignorano queste verità, perché nessuno le ha comunicate loro.” “L’educazione è per il fanciullo ciò che la coltivazione è per il campo. Anche se quest’ultimo è molto fertile, se non viene arato e curato non potrà mai produrre dei buoni frutti.” “Il carattere più idoneo per un educatore è quello che riunisce in sé la giovialità, l’affabilità e la costanza.” In definitiva, “lo spirito che deve regnare in una scuola Marista è quello che regna in una famiglia.”
Solidarietà Quante volte, Signore, non ci accorgiamo di chi è nella necessità. Quante volte non ci accorgiamo di chi ha bisogno anche solo di una carezza. Quante volte siamo ciechi di fronte ad un fratello che soffre. Quante volte non sappiamo amare come tu ci hai amati , non sappiamo dare noi stessi per gli altri. Quante volte abbiamo dimenticato cos’è la carità. Rendici capaci di amare, Signore, di vedere il tuo volto nel fratello che soffre. Tante volte siamo troppo presi da noi stessi, dai nostri impegni, dalle nostre preoccupazioni, dal mondo. Troppe volte non abbiamo saputo seguire il tuo esempio, non abbiamo saputo essere testimoni del tuo amore.
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Preghiera Aiutaci, Signore, a vedere il tuo volto meraviglioso nella natura… nelle montagne e nelle valli, nel sole, nella luna e nelle comete, nella spiaggia e nel mare, nella pioggia, nel freddo e nella neve, negli uccelli del cielo e nei fiori, nei tramonti sereni e malinconici, nella solitudine e nel silenzio, negli occhi dei bambini… Aiutaci ad essere come tu vuoi, concedici di realizzare un mondo migliore.
Racconto Storia dei Miracoli Tre persone camminavano lungo il sentiero di un bosco: un saggio con fama di compiere miracoli e un potente proprietario terriero del luogo; un po’ dietro di loro, li seguiva un giovane discepolo del saggio ascoltando la loro conversazione. - Mi hanno detto nel paese che sei una persona molto potente e che puoi fare persino i miracoli. - Sono vecchio e stanco… Come credi che possa fare i miracoli? - Però mi hanno detto che guarisci gli infermi, doni la vista ai ciechi e fai rinsavire i pazzi… questi miracoli può farli solo qualcuno molto potente. - Ti riferisci a questo?... Lo hai detto tu stesso, questi miracoli può farli solo qualcuno molto potente, non un vecchio come me. Questi miracoli li fa solo Dio; io chiedo soltanto che egli conceda la salute ad un infermo o la vista ad un cieco… tutti coloro che hanno fede in Dio possono fare lo stesso. - Io voglio avere la tua stessa fede per poter realizzare i miracoli che tu fai... mostrami un miracolo per poter credere nel tuo Dio! - Questa mattina è rispuntato il sole? - Sì, certamente. - Dunque lì c’è un miracolo… il miracolo della luce. - No, io voglio vedere un vero miracolo: nascondi il sole, fai scaturire l’acqua da una roccia… guarda, c’è un coniglio ferito vicino al sentiero, toccalo e sana le sue ferite. - Vuoi un vero miracolo? E’ vero che tua moglie ha appena partorito qualche giorno fa? - Sì, è maschio ed è il mio primogenito. - Lì c’è il secondo miracolo… il miracolo della vita. - Saggio, tu non mi stai prendendo in giro, io voglio vedere un vero miracolo! - Ecco vedi, siamo nel periodo del raccolto. Guarda i campi ricoperti di grano… solo pochi mesi fa c’era soltanto la terra. - Sì, come tutti gli anni. - Dunque hai già un terzo miracolo… - Credo di non essermi spiegato. Ciò che voglio…
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Il saggio lo interrompe: - Ti sei spiegato bene ed io ti ho mostrato tutte le meraviglie che Dio compie ogni giorno. Se non hai trovato quello che cercavi, mi dispiace disilluderti… io ho cercato di fare tutto ciò che potevo. Il potente proprietario terriero se ne andò molto deluso e contrariato. Quando questi fu lontano tanto da non poter vedere ciò che faceva, il saggio si diresse sul bordo del sentiero, prese il coniglio, soffiò su di lui e le sue ferite furono sanate. Il giovane discepolo che lo seguiva rimase sconcertato. - Maestro, ti ho visto fare miracoli come questo quasi tutti i giorni, perché non ne hai mostrato uno a quel signore? Perché lo fai ora che non può più vederlo? - Ciò che cercava non era un miracolo, ma uno spettacolo di magia. Gliene ho mostrati tre e non è riuscito a vederli. Per essere re devi essere prima principe, per essere maestro devi essere prima un discepolo… non puoi chiedere grandi miracoli se non hai imparato a dare valore a quelli che ti si presentano quotidianamente. Il giorno in cui imparerai a riconoscere Dio in tutte le piccole cose che accadono nella tua vita, comprenderai che non hai bisogno di altri miracoli oltre a quelli che Dio ti offre ogni giorno senza che tu glieli abbia chiesti.
CANZONE: Metti in circolo il tuo amore (di Ligabue) Hai cercato di capire e non hai capito ancora se di capire di finisce mai. Hai provato a far capire con tutta la tua voce anche solo un pezzo di quello che sei. Con la rabbia ci si nasce o ci si diventa tu che sei un esperto non lo sai. Perché quello che ti spacca ti fa fuori dentro forse parte proprio da chi sei. Metti in circolo il tuo amore come quando dici "perché no?" Metti in circolo il tuo amore come quando ammetti "non lo so" come quando dici "perché no?" Quante vite non capisci e quindi non sopporti perché ti sembra non capiscan te. Quanti generi di pesci e di correnti forti perché 'sto mare sia come vuoi te. Metti in circolo il tuo amore come fai con una novità Metti in circolo il tuo amore come quando dici si vedrà come fai con una novità E ti sei opposto all'onda ed è li che hai capito che più ti opponi e più ti tira giù. E ti senti ad una festa
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per cui non hai l'invito per cui gli inviti adesso falli tu. Metti in circolo il tuo amore come quando dici "perchĂŠ no?" Metti in circolo il tuo amore come quando ammetti "non lo so" come quando dici perchĂŠ no.
DISEGNO
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14 – 19 marzo COSTRUENDOCI CON LUI VERSO LA VITA Giorno speciale: 19 marzo: festa di San Giuseppe e di tutti i papà MOTIVAZIONE La Quaresima è iniziata già da alcuni giorni, un periodo per avere gli occhi e le orecchie ben aperti per ascoltare e vedere cosa accade nella nostra vita. Forse, chissà, non sappiamo rispondere alle domande che ci poniamo, ma queste in qualche modo ci stimolano a cercare delle risposte. Gesù ci dice: “non abbiate paura, andate avanti con la vostra vita… e se siete stanchi, io sono qui per sostenervi”. 19 marzo: festa di San Giuseppe e di tutti i papà Preghiamo oggi per tutti i nostri papà… e mentre gli consegneremo il nostro regalo, non dimentichiamo di far uscire dalle nostre labbra una parolina corta corta, ma bellissima, pronunciata con tutto l’affetto di cui siamo capaci: “grazie!” Ricordiamo e preghiamo oggi anche per tutti i nostri amici della scuola marista di Giugliano, di cui San Giuseppe è il patrono. Grandezza e santità di un falegname di Nazareth di nome Giuseppe Dimmi, Giuseppe, quand'è che hai conosciuto Maria? Forse un mattino di primavera, mentre tornava dalla fontana del villaggio con l'anfora sul capo e con la mano sul fianco, snello come lo stelo di un fiordaliso? O forse un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte sotto l'arco della sinagoga? Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti ha sfiorato il capo con la prima carezza, che forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi; e poi tu la notte hai intriso il cuscino con lacrime di felicità? Ti scriveva lettere d'amore? Forse sì; e il sorriso, con cui accompagni il cenno degli occhi verso l'armadio delle tinte e delle vernici, mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, ne conservi ancora qualcuna. Poi una notte, hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta, e le hai cantato sommessamente le strofe del Cantico dei cantici: "Alzati, amica mia, mia bella e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, e se n'è andata. I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato… mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro". E la tua amica, la tua bella, la tua colomba si è alzata davvero. È venuta sulla strada, facendoti trasalire. Ti ha preso la mano nella sua e, mentre il cuore ti scoppiava nel petto, ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto. Solo tu, il sognatore, potevi capirla. Ti ha parlato di Jahvé. Di un angelo del Signore. Di un mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo. Di un progetto più grande
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dell'universo e più alto del firmamento che vi sovrastava. Poi ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio, e di dimenticarla per sempre. Fu allora che la stringesti per la prima volta al cuore, e le dicesti tremando: "Per te, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria. Purché mi faccia stare con te". Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. (...) E io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull'onnipotenza del Creatore. Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza. La carità ha fatto il resto, in te e in lei. (Don Tonino Bello)
Preghiera Signore, voglio provare a chiamarti Papà Perché così so che ti fa piacere: grazie! Grazie per avermi amato prima ancora che io nascessi, grazie perché mi ascolti con attenzione tutte le volte che ho bisogno di confidarmi. Grazie per gli amici che camminano quotidianamente al mio fianco e grazie per le persone care che trovo ogni giorno al mio ritorno a casa. Grazie perché con te sto al sicuro e quando ho paura di sbagliare Tu mi prendi per mano e mi attiri in un grande abbraccio. E sia così per ogni giorno della mia vita. Amen.
VANGELO: Matteo 17, 1 - 9 - Il suo viso risplendeva come il sole
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
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Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Per educare bene i bambini e i giovani occorre amarli - 2 (dalla lettera indirizzata al Fr. Bartolomeo, del 21. 01. 1830) Carissimo Fratel Bartolomeo, sono stato molto contento di ricevere tue notizie e mi fa piacere sapere che godi di ottima salute. So che nella scuola vi sono molti alunni e di conseguenza potrai avere molti imitatori delle tue virtù, perché i fanciulli imparano anche solo guardando il maestro e cercano di imitarne il comportamento. Questo insegnamento pratico rimarrà impresso nel loro animo anche quando non frequenteranno più la scuola. Come è importante il compito che svolgi! Non dimenticare mai di dire ai fanciulli che Gesù e Maria li amano molto: quelli che sono buoni perché assomigliano a Gesù che è infinitamente buono, e quelli che non lo sono ancora perché lo diventeranno. Ricorda loro che anch'io voglio loro bene. Tutte le volte che celebro la Santa Messa mi ricordo di te e di tutti loro. Come sarei felice se avessi la fortuna di insegnare e di spendere le mie energie per formare questi fanciulli!
Tema mariano Maria, la Madre di Gesù Vergine Maria, fosti beata perché credesti che per Dio nulla è impossibile… fa’ che la nostra fede sia simile alla tua. Dicesti un “sì” che riempì tutta la tua vita, e riponesti la tua fiducia nella Parola del Signore… fa’ che accettiamo sempre ciò che Lui ci chiede. Vivesti accanto a Gesù, fosti povera e soffristi insieme a Lui… aiutaci a superare le difficoltà. Amasti Gesù come nessuno mai, per questo motivo sei così vicina a Lui… fa’ che il suo amore inondi tutta la nostra vita. Dopo l’esperienza della croce, aspettasti con fiducia il trionfo della Risurrezione... insegnaci a vivere con speranza e a confidare sempre nell’amore misericordioso di Dio.
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Solidarietà
Solamente quando ci riconciliamo interiormente e siamo in pace con noi stessi, siamo disposti ad ascoltare, accettare e porgere una mano agli altri. Solo così possiamo guardare oltre, superare le nostre paure e i nostri limiti.
Racconto Il cielo e l'inferno (Paolo Coelho) Un uomo, il suo cavallo e il suo cane camminavano lungo una strada. Mentre passavano accanto a un albero gigantesco, si abbatté un fulmine e morirono tutti fulminati. Ma l'uomo non si accorse di avere ormai lasciato questo mondo e continuò a camminare con i suoi due animali. A volte occorre del tempo perché i morti si rendano conto della loro nuova condizione. Era una camminata molto lunga, su per la collina, il sole era forte e loro erano tutti sudati e assetati. Avevano disperatamente bisogno di acqua. Ad una curva della strada, avvistarono un magnifico portone, tutto di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale c'era una fontana da cui sprizzava dell'acqua cristallina. Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata. - Buongiorno. - Buongiorno - rispose l'uomo. - Che posto è mai questo, così meraviglioso? - Qui è il Cielo. - Che bello essere arrivati nel cielo, abbiamo molta sete. - Lei può entrare e bere a volontà. E il guardiano indicò la fontana. - Anche il mio cavallo e il mio cane hanno sete. - Mi spiace molto, ma qui non è permessa l'entrata di animali. L'uomo ne rimase assai deluso, perché aveva molta sete, ma non avrebbe mai bevuto da solo. Ringraziò e proseguì. Dopo aver camminato a lungo, ormai esausti, arrivarono in un luogo la cui entrata era segnata da una vecchia porta, che si apriva su di un sentiero sterrato, fiancheggiato da alberi. All'ombra di uno degli alberi, c'era un uomo sdraiato, con il capo coperto da un cappello, che probabilmente stava dormendo. - Buongiorno - disse il viandante. L'uomo fece un cenno con il capo. - Abbiamo molta sete, il mio cavallo, il mio cane e io. - C'è una fonte tra quelle pietre - disse l'uomo indicando un posto. - Potete bere a volontà. L'uomo, il cavallo e il cane si avvicinarono alla fonte e ammazzarono la sete. Poi, l'uomo tornò indietro per ringraziare. - A proposito, come si chiama questo posto? - Cielo. - Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era là! - Quello non è il cielo, quello è l'inferno.
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Il viandante rimase perplesso. - Voi dovreste evitarlo! Una tale informazione falsa causerà grandi confusioni! L'uomo sorrise: - Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché laggiù rimangono tutti quelli che sono capaci di abbandonare i loro migliori amici.
Canzone: Ascolta l’infinito
(di Fiorella Mannoia)
Potremo ancora giocare la partita del tempo magari colorare qualche cartolina e nelle notti future buttarci via tenere il cuore lontano dalla nostalgia e questa voglia di caldo che arriva piano e questa sete di vita che prende la mano avremo tavoli pieni di persone contente e fuori dei motori pieni di benzina e l' occasione di vivere fantasie e di nascondere piccole malinconie ma la paura e la noia ritorna piano la solitudine porta così lontano. Com' è difficile dire tutto quello che sento tutte le piccole grandi verità ed ogni movimento che mi cambierà e camminare così nell'infinito che ho dentro che si modifica e cerca libertà e chiede di capire quello che sarà se parli piano puoi sentirlo già ascolta l' infinito. Vedremo case tradite dal passare degli anni ci sembreranno piccole e dimenticate ritroveremo discorsi curiosità e quel dolcissimo male ci accarezzerà ma non avremo parole per dire dov' è e l' abitudine porta così lontano non è possibile dire tutto quello che accende tutte le deboli e forti simmetrie che lasciano nell'anima le poesie e quella parte di noi che l' infinito nasconde che ci modifica e vuole verità e sa comunicare quello che sarà se guardi dentro puoi vederlo già ascolta l' infinito
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21 - 26 marzo COSTRUIAMO DA SOLI? Giorno speciale: 25 marzo: Festa dell’Annunciazione MOTIVAZIONE A noi non manca nulla: abbiamo cibo in abbondanza e tanti vestiti da non saper quali scegliere, abbiamo computer, videogiochi, abbiamo la scuola, i compagni, gli amici… Nonostante tutto abbiamo momenti in cui sentiamo che ci manca qualcosa, momenti nei quali ci sentiamo soli, ci troviamo in situazioni dalle quali non sappiamo uscire. Chi ci può aiutare in questi momenti? Chi ha per noi parole di conforto quando siamo soli? C’è qualcuno che sarebbe disposto a dare la sua vita per noi? Breve celebrazione per il 25 marzo AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA, I L S I G N O R E È C O N T E
L'annunciazione (Lc 1, 26-33)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
G:
L1: L2: L3: L4:
“Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te”. Sono le parole che l’angelo, a nome di Dio, ha detto a Maria. È l’annunciazione. Dio va a casa di Maria per chiederle di partecipare a un grande progetto. Le chiede di diventare la mamma di un uomo che avrà una grande missione; infatti dovrà far capire a tutto il mondo che Dio (quello che è lassù nei cieli, che non si poteva nominare ai tempi di Maria) vuole talmente bene agli uomini, da diventare lui pure uomo. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te! Ciao Maria, sei una ragazza meravigliosa, Dio ti ama! Buongiorno Maria, hai un cuore bellissimo, Dio ti vuole molto bene. Maria, come stai? Sei splendida, Dio vuole parlarti.
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G: Anche noi riceviamo spesso il saluto di Dio, ma non siamo altrettanto attenti come Maria. E’ come se anche a noi Dio dicesse: Ciao Valentina, sei in gamba, Dio ti ama! Ciao Chiara coraggio! Dio ti vuole bene! Ciao Gabriele sei forte! Dio vuole parlarti. Certo non ce lo dice attraverso un angelo, o una visione, ce lo dice attraverso le persone, attraverso la riflessione sulla Parola di Dio, attraverso i fatti che ci succedono e attraverso la nostra coscienza. Preghiamo perché possiamo avere la stessa prontezza di Maria, la stessa capacità di ascoltare Dio, la stessa sua disponibilità. Ripetiamo insieme: Aiutaci Signore, a riconoscere la tua voce e a rispondere con gioia. L1: L2: L3: L4:
Tu ci chiami attraverso i nostri genitori, quando ci chiedono qualcosa, o quando non dicono nulla, perché siamo in grado di comprendere da soli la loro situazione. Ti preghiamo: Aiutaci Signore… Tu ci chiami attraverso i fatti che succedono a scuola, in casa, nella nostra giornata, quando qualcuno ha bisogno di noi. Ti preghiamo: Aiutaci Signore… Tu ci chiami quando leggiamo il Vangelo o la Bibbia e ci ricordiamo che qualcosa della nostra vita deve cambiare, deve migliorare o deve rafforzarsi. Ti preghiamo: Aiutaci Signore… Tu ci chiami quando nella nostra mente nascono pensieri di bene, quando la coscienza ci suggerisce gesti e parole di bontà, di giustizia, di solidarietà. Ti preghiamo: Aiutaci Signore… Concludiamo questo momento di preghiera con la recita dell’ AVE MARIA che adesso avrà anche per noi un significato nuovo.
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Vangelo
Il brano della domenica (terza di quaresima) non è stato inserito in quanto c’è già quello dell’Annunciazione. Per chi volesse comunque rifletterci, è il vangelo di Giovanni 4, 5 – 42 (l’incontro di Gesù con la samaritana)
Tema marista Dalle biografie dei primi fratelli: Fratel Luigi Il padre Alliot, parroco de Marlhes, disse un giorno al Fratel Luigi: - Non si aspetti che il suo Istituto possa durare nel tempo: affinché un’opera di questa natura sopravviva, dev’essere costruita sulla roccia, ossia, deve contare su delle risorse che voi non avete e che non avrete mai. Fratel Luigi rispose: - La roccia che deve servire da fondamenta ad una congregazione religiosa è la povertà e le contraddizioni. Grazie a Dio entrambe le cose le possediamo in abbondanza; per questo motivo credo che Dio ci benedirà. Dopo poco Fratel Luigi ricevette l’ordine di lasciare Marlhes per occuparsi del noviziato. - Lei che fa del bene qui - gli disse il parroco - perché deve andarsene? - Signor parroco, vado perché me lo ordina il mio superiore. - Ma non vede che rovina la sua scuola se va via? - Non è così, e sono convinto che il mio sostituto la seguirà meglio di me, perché ha più capacità ed è più devoto di me. - Qui le vogliono tutti bene… rimanga qui ed io mi prenderò cura di lei e del suo futuro. - Questo mai, signor parroco. Il mio superiore me l’ha ordinato ed io debbo obbedire. - Il suo superiore è un uomo senza esperienza, né capacità, né doti intellettuali… lo conosco bene da molto tempo. - Questa non è l’idea che abbiamo a La Valla del Nostro Padre e fondatore. Tutti crediamo
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che sia un uomo prudente e lo consideriamo un santo. Il prete non seppe cosa rispondere e Fratel Luigi partì, non senza aver chiesto prima la sua benedizione.
Solidarietà (Madre Teresa)
Signore, fa di me uno strumento della tua pace, affinché io possa portare l'amore dove c'è l'odio, lo spirito del perdono dove c'è l'ingiustizia, l'armonia dove c'è la discordia, la verità dove c'è l'errore, la fede dove c'è il dubbio, la speranza dove c'è la disperazione, la luce dove ci sono ombre, e la gioia dove c'è la tristezza. Signore, fa' che io cerchi di confortare e di non essere confortata, di capire, e non di essere capita, e di amare e non di essere amata, perché dimenticando se stessi ci si ritrova, perdonando si viene perdonati e morendo ci si risveglia alla vita eterna.
Preghiera Sono qui Signore, innanzi a te… Voglio essere libero. Voglio vivere delle mie radici, essere me stesso, valorizzare la mia originalità. Desidero aprirmi e tendere le mani agli uomini al mio passaggio: fare dell’amicizia la legge della mia vita; fare della semplicità il clima per vivere in fraternità. Voglio camminare passo dopo passo senza perdere la mia identità.
Racconto Un’ostrica chiamata Marina C’era una volta un’ostrica e il suo nome era Marina. Era un animaletto di profondità e, come tutte le ostriche, andava in cerca di una roccia del fondale alla quale aggrapparsi saldamente. Una volta trovata, credette che ciò le avrebbe permesso di vivere felicemente la sua condizione di ostrica. Ma un giorno entrò dentro di lei un granello di sabbia… sì, proprio un piccolo e semplice granello di sabbia. Accadde durante una tormenta nelle profondità marine, di quelle che provocano delle onde enormi in superficie, e che rimuovono il fondo degli oceani. Marina si
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chiuse violentemente. Così faceva tutte le volte che qualcosa entrava al suo interno. Perché questo è il modo in cui si alimentano le ostriche: tutto ciò che entra dentro viene acciuffato, disintegrato e assimilato. Se ciò non è possibile, l’oggetto estraneo viene di nuovo espulso verso l’esterno. Ma il granello di sabbia era fatto di granito e non era digeribile né tanto meno era possibile espellerlo e per di più l’ostrica Marina constatò immediatamente che quel piccolissimo corpo estraneo la feriva internamente ed era immensamente doloroso,. Allora cominciò il dramma di Marina. Ma nelle ostriche c’è una bella caratteristica, quella di poter produrre sostanze solide. Normalmente si dedicano a questo quando non possono fabbricarsi un guscio difensivo, rugoso al di fuori e morbido dentro. Ma possono anche destinarlo alla costruzione di una perla. Questo fu ciò che Marina fece e a poco a poco, intorno a quel piccolo granello di granito che le procurava tanto dolore, cominciò a prendere forma una perla stupenda… Mi hanno detto che normalmente le ostriche non hanno perle. Che queste sono prodotte solo da quelle che decidono di circondare, con tutte le loro forze, un corpo estraneo che le ha ferite e che produce loro un dolore insopportabile. Molti anni dopo la morte di Marina, alcuni sommozzatori scesero nei fondali del mare, portarono l’ostrica in superficie e dentro il suo guscio trovarono custodita in lei una bellissima perla. Nel vederla brillare con tutti i colori del cielo e del mare, nessuno si chiese se Marina era stata felice. Tutti però si resero conto che era stata preziosa.
CANZONE: Gesù e la samaritana (Gen Rosso) Sono qui, conosco il tuo cuore con l'acqua viva ti disseterò. Sono io, oggi cerco te, cuore a cuore ti parlerò, nessun male più ti colpirà, il tuo Dio non dovrai temere. Se la mia legge in te scriverò, al mio cuore ti fidanzerò, e mi adorerai in Spirito e verità.
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MESE DI APRILE Tradizionalmente il mese di aprile è il mese più allegro dell’anno. La natura è nel suo massimo splendore, i fiori adornano i campi, la vita spunta da ogni dove, la temperatura è gradevole... Tuttavia le ultime settimane della Quaresima e la Settima Santa limitano un po’ questa allegria, poiché ricordiamo Gesù, nostro amico, attraversare un momento molto difficile e morire sulla croce. Ma la nostra gioia esploderà di nuovo con il trionfo della Resurrezione quando Gesù vincerà la morte e ci donerà la vita. Risuonerà pertanto il nostro canto dell’alleluia. Il nostro amico, nostro Architetto, risusciterà e noi ci rallegreremo assieme a Lui. Nel frattempo dobbiamo continuare a costruire la nostra vita, la nostra casa. Dobbiamo crescere e maturare come persone. Continueremo con lo spirito della Quaresima mettendo Dio nel posto che gli spetta nella nostra vita: facendo attenzione alla preghiera, alle necessità dei nostri amici e compagni… mettendo di nuovo a fuoco tutti i nostri impegni assunti all’inizio della stessa Quaresima.
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28 MARZO - 2 APRILE SEGUENDO LE DIRETTIVE DELL’ARCHITETTO MOTIVAZIONE In questa settimana continuiamo a vivere la Quaresima. Stiamo costruendo la nostra vita rispettando le indicazioni che ci ha dato il nostro Architetto Gesù. Facciamo attenzione a tutto ciò che contraddistingue una buona crescita personale: riconoscere i nostri errori, saper perdonare, saper essere aperti a tutti accettando anche chi non ci è simpatico… Ma per realizzare una buona costruzione è necessario mescolare e dosare bene i materiali - cemento, sabbia e acqua – nelle dovute proporzioni. Tutto questo lo troviamo, attraverso la preghiera, nel nostro rapporto con Lui. VANGELO: Giovanni 9, 1 - 41 Egli dunque andò, si lavò e tornò che ci vedeva Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono:
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«È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Riflessione: Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. I farisei sanno che Gesù fa del bene, ma non vogliono credergli. A volte noi sappiamo ciò che dobbiamo fare, ma non lo facciamo, ci comportiamo esattamente come loro.
Tema marista Dalle biografie dei primi fratelli: Fratel Luigi La tentazione non è negativa in se, anche Gesù la provò. La tentazione mette alla prova la nostra capacità di risposta di fronte alle situazioni e ci fa crescere come persone. Tocca a noi saper scegliere la risposta adeguata a ciascuna tentazione.
Il Fratel Luigi desiderava crescere sempre di più nella sua esperienza d’amore verso Dio e verso Gesù presente nell’Eucarestia per cui gli venne il desiderio di diventare sacerdote. Questo suo proposito diventò per lui quasi un’ossessione. Com’era sua abitudine, parlò con il Padre Champagnat di questa sua grande preoccupazione e si sentì rispondere: - Caro Fratel Luigi, quello che stai vivendo è una tentazione: sotto il pretesto di una vita migliore, vorresti abbandonare la vocazione religiosa alla quale sei stato chiamato. Sono convinto che questa è la tua vocazione e Dio ti chiede di proseguire in essa dove potrai amarlo allo stesso modo che nel servizio del sacerdozio. Sul momento, la tentazione non lo lasciò; ma seppe vincerla grazie alla sua disponibilità ad accettare i consigli
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del Padre Champagnat e alla fiducia assoluta che riponeva in lui. In poco tempo il fratello riacquistò la pace dell’anima e chiese di fare la sua professione perpetua. Anche se a volte cadiamo nella tentazione e facciamo ciò che non vorremmo fare, anche se ci sembra di non poter cancellare nel cuore il nostro passato, non dobbiamo dimenticare che ogni giorno possiamo ricominciare daccapo e ritornare al Signore ringraziandolo con gioia per il dono della vita che ci ha concesso.
Tema mariano O Maria, non sono più un bambino: il rapporto con mia madre sta cambiando. Eppure sento che ho ancora tanto bisogno di lei. È così anche con te, o Madre mia del cielo. Ti voglio sempre bene, anche se non sempre te lo dimostro. Stammi sempre vicina. Il tuo aiuto mi è più che mai necessario: vivo in un mondo in cui le attrattive del male sono prepotenti. Non allontanarti da me se io mi allontano da te. Vieni a cercarmi se io ti abbandono. Conservami, o Madre della grazia, un cuore puro, limpido e trasparente. Dammi un raggio della tua fede, perché Gesù resti al centro della mia vita.
Preghiera Signore, aiutami a cercare il mio volto, a guardarmi dentro, ad accettarmi per come sono veramente. Aiutami a sopportare le mie paure, le mie insicurezze a superare i miei fallimenti e a venir fuori dalle mie sconfitte. Aiutami ad andare avanti senza nostalgie per il passato, a superare i miei sconforti e le mie disillusioni. Aiutami a saper affrontare le sfide di ogni giorno con coraggio… sempre!
Parabola Un giorno un maestro chiese ai suoi discepoli: - Quando termina la notte e comincia il giorno? Uno rispose: - Quando vedi un animale a distanza e sai se è un cavallo o una mucca. - No, - disse il maestro. - Quando sei capace di distinguere un filo bianco da uno nero.- aggiunse un altro, - No, - disse ancora il maestro. - Va bene… replicarono i discepoli e allora quando?
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- Quando guardi un uomo o una donna negli occhi e riconosci, in lui o in lei, tuo fratello o tua sorella, anche se non è di notte, a qualsiasi l’ora. Riflettiamo insieme: 1. Dov’è la chiave di lettura della parabola? 2. Con quale atteggiamento guardiamo solitamente le persone? 3. Perché il maestro dice che ancora continuerà ad essere notte?
Solidarietà
Strade da percorrere
Dove c'è un albero da piantare, piantalo tu. Se c'è un errore da correggere, correggilo tu. Dove c’è uno sforzo che nessuno vuole fare, fallo tu. Devi essere quello che toglie il sasso dalla strada, l'odio dai cuori e le difficoltà dai problemi. C'è la gioia di essere sano e giusto, ma c’è soprattutto, la grande gioia di servire. Come sarebbe triste il mondo se tutto fosse già fatto. Se non ci fosse un cespuglio di rose da piantare, una società più giusta da costruire.
CANZONE: Luce (di Mango)
Parlo di una storia che svanì Di quei giorni che lasciano troppa sete… Come mai… tu ritorni… e sei ancora qui? E l’inverno sui rami già diventa estate Sei… sei… con me… E chissà se ti ho perso mai… Qui… qui… perché… ? Parlo d’amore e di un cielo che io abbandonai E di me, di te, di noi due indifesi Tu mi accarezzi le mani… Ma che cosa fai? Forse che tutto va… Anche gli anni spesi… Sei… qui… con me Ti cercai… ti dimenticai Sei… qui… con me Ancora… Ancora… Ancora… Come allora… Luce che purifichi i miei sogni Scendi piano dentro me… Luce che rischiari apertamente Non lasciarmi da solo mai… ti prego… Mai… mai… mai… voglio amore… Nella forza che mi dai Nel coraggio che mi dai… Luce che una strada sola insegni… Uh… uh… uh…
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Senti questa vita che trafigge così... E ci porta con sé col suo passo lieve Ma tu sei qui… Ti cercai… ti dimenticai… Sei… qui… con me… Ancora… Ancora… Ancora… Come allora… Luce che purifichi i miei sogni Scendi piano dentro me… Luce che rischiari apertamente Più vive in me, bruciante in me, dentro me Luce che una strada sola insegni… Non lasciarmi da solo mai… ti prego… Mai… mai… mai… voglio amore… Nella forza che mi dai Nel coraggio che mi dai…
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4 - 9 Aprile ACCANTO ALL’AMICO CHE SOFFRE .
MOTIVAZIONE Cos’è per noi la vita? O meglio, nella nostra vita, in chi o in che cosa riponiamo la fiducia più grande? Alcune volte diciamo: “Signore, perché permetti che accada tutto questo?”… Quando stiamo male, ci capita di rimproverare a Dio tutti i mali di questo mondo. Tra pochi giorni celebreremo la Settimana Santa durante la quale ricordiamo la passione, la morte e la Risurrezione di Gesù. Egli ha sperimentato la sofferenza a causa della malvagità dell’uomo, conosce la nostra sofferenza, ci accompagna, è accanto a noi e ci sostiene. VANGELO Giovanni 11, 1- 45 - Io sono la resurrezione e la vita
Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu
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chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?».Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Tema marista Dalle biografie dei primi fratelli: Fratel Gian Pietro Pregare Dio senza parole Ci sono momenti nella vita nei quali non sono necessarie le parole: momenti di dolore, di immensa allegria che non possiamo esprimere... in questi momenti è meglio il silenzio che è la porta per aprirci al mistero. Il Fratel Gian Pietro, durante un colloquio personale, chiese al Padre Champagnat: - Padre, si può pregare Dio senza parole? - Sì, - gli rispose - ma perché me lo chiedi? - È che di giorno vedo lei ed i fratelli raccolti in preghiera senza muovere le labbra. Mi sembra che stiate pregando, ma io non lo so fare. - E che fai in quel momento? - Recito delle avemarie e racconto a Dio le mie cose. - Non c’è nessun problema se continui così. Ti dico comunque come faccio io: in quei momenti cerco di usare la memoria per ricordarmi dei doni che Dio mi concede ogni giorno; la comprensione per pensare alle verità della nostra fede e la volontà per compiere atti d’amore, di fiducia, di riconoscenza, di dolore, ecc. - Come può una persona fare tutte queste cose senza parlare? - Pensa ad una madre che vede suo figlio, che si preoccupa
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di lui, lo ama senza mostrarglielo… ha per caso bisogno di parole?
Tema mariano - Maria, hai avuto tremore quel giorno a Nazareth, quando l’angelo ti ha detto che saresti diventata la madre del Figlio di Dio. Ma poi ti sei fidata, perché sapevi che Dio ti voleva bene. Aiutaci, Maria, a dire di sì ogni giorno alla volontà di Dio, anche quando ci sembra difficile e scomoda. - Maria, Elisabetta tua cugina ti ha chiamata beata, perché avevi creduto alle parole del Signore. E anche tu hai ringraziato il Signore per tutte le cose belle che aveva messo dentro di te. Aiutaci, Maria, a riconoscere tutto ciò che Dio ci dona ogni giorno: la salute, gli amici, l’allegria: aiutaci a sfruttare questi doni per fare felici gli altri, così anche noi saremo felici. - Maria, chissà che gioia tenere in braccio Gesù bambino appena nato. Aiutaci, Maria, a “tenere in braccio” Gesù, ad essere sempre uniti a lui e alla sua amicizia. - Maria, hai visto Gesù crescere, come ogni mamma vede crescere il suo bambino. Lo hai poi seguito per le strade della Palestina; gli sei stata accanto sulla via dolorosa del calvario fin sulla croce. Maria, stacci vicina nel nostro “diventare grandi”. Vogliamo crescere come Gesù: non soltanto forti, simpatici, belli o in gamba, ma anche e soprattutto capaci di volere bene a tutti. - Maria, madre di Gesù, prega per noi, insegnaci ad essere come il tuo figlio. E se qualche volta sarà difficile seguirlo come te anche nel dolore, dacci la mano, e ricordaci sempre che seguire Gesù è la cosa più bella che possiamo fare.
Preghiera Tu, o Gesù, sei come la roccia che non teme le tempeste del mare, sei come la radice forte che regge l’albero, sei come la sorgente che alimenta il fiume, sei come la borraccia piena d’acqua in pieno deserto, sei la forza, l’appoggio di cui ho bisogno. Signore Gesù, non voglio rimanere chiuso in me stesso: rompi il mio guscio, abbatti il mio muro, e fungi per me da ponte, il ponte di cui ho bisogno per passare dall’assedio di tutto ciò che mi lega, alla libertà di un cuore nuovo e pieno di vita.
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Racconto indiano Viveva una volta un venerabile maestro. I suoi occhi erano il riflesso delle sua pace interiore. Aveva soltanto un discepolo al quale gradualmente trasmetteva i suoi insegnamenti. Un giorno, al tramonto, quando il cielo si era tinto di una bella tonalità arancio-oro, il maestro si diresse dal discepolo e gli ordinò: - Mio carissimo, recati al cimitero e, una volta lì, con tutta la forza che hai nei polmoni, comincia a rivolgere ai morti ogni tipo di lusinghe. Il discepolo fece come il maestro gli aveva ordinato e camminò fino al cimitero più vicino. Una volta arrivato, con quanto fiato aveva in gola rivolse ai morti tutti gli elogi che conosceva. Dopo ritornò accanto al suo maestro. - Cosa ti hanno risposto i morti? - chiese il maestro. - Non hanno risposto nulla. - In questo caso, mio carissimo amico, torna al cimitero e lancia ai morti ogni tipo di insulti. Il discepolo ritornò al silenzioso cimitero e, a pieni polmoni, fece come il maestro gli aveva ordinato e poi ritornò da lui che immediatamente gli chiese: - Cosa ti hanno risposto i morti? - Ancora una volta non hanno detto nulla - rispose il discepolo. E il maestro concluse: Così devi essere tu di fronte alle lusinghe e agli insulti del mondo.
CANZONE: E ti vengo a cercare (di Franco Battiato) E ti vengo a cercare anche solo per vederti o parlare perché ho bisogno della tua presenza per capire meglio la mia essenza. Questo sentimento popolare nasce da meccaniche divine un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te. Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri non accontentarmi di piccole gioie quotidiane fare come un eremita che rinuncia a sé. E ti vengo a cercare con la scusa di doverti parlare perché mi piace ciò che pensi e che dici perché in te vedo le mie radici. Questo secolo oramai alla fine saturo di parassiti senza dignità mi spinge solo ad essere migliore con più volontà. Emanciparmi dall'incubo delle passioni cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male essere un'immagine divina di questa realtà. E ti vengo a cercare perché sto bene con te perché ho bisogno della tua presenza.
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11 – 16 aprile ACCOMPAGNANDO L’AMICO VERSO LA CROCE MOTIVAZIONE Domenica prossima con l’ingresso glorioso di Gesù in Gerusalemme daremo inizio ad una settimana importante: ricorderemo come Gesù ci ha amati fino alla fine donando la sua vita per noi. Il Dio della vita vive la sofferenza, la negazione, la solitudine, fa la nostra stessa esperienza. Maria, La Buona Madre è accanto a noi come è stata accanto a Gesù il Venerdì santo nel momento del suo dono totale. VANGELO: Matteo 21, 1 - 11
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma. I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Tema marista Dalle biografie dei primi fratelli Sopportare il dolore con pazienza Il Padre Champagnat una volta stava facendo un viaggio a piedi accompagnato da un fratello. Il viaggio era molto faticoso e il fratello si lamentava continuamente. Il Padre, conoscendo il suo carattere poco disponibile alla sofferenza, cercava di fargli animo rallegrandolo un po’. - Non ti sembra che questa strada sia un po’ lunga? - Lo è talmente tanto che non vedo l’ora di arrivare! - Vedrai, appena arrivato, ti pentirai di non aver sopportato la fatica con pazienza.
- La sopporterei meglio, se avessi un po’ d’acqua, perché ho una sete tremenda.
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- Ricorda, caro fratello, in questo mondo il dolore ci accompagnerà sempre, che tu lo voglia o meno; e chi sa sopportarlo con rassegnazione è colui che soffre di meno. Dai, cantiamo, così dimenticheremo la sete e la fatica del viaggio. Poco dopo, arrivarono ad una casa e il Padre chiese subito un po’ d’acqua per il fratello.
Tema mariano Signore, accanto a te c’è Maria, tua madre… Lei ti segue, segue l’umanità nel suo cammino verso la Croce. Lei procede nella massa anonima, ma non toglie un istante gli occhi da Te. Né uno dei tuoi gesti, né uno dei tuoi sospiri, né uno dei colpi che ricevi, né una delle tue ferite le risultano indifferenti. Lei conosce le tue sofferenze, soffre per le tue sofferenze, senza avvicinarsi, senza parlarti, senza toccarti; con te, Signore, lei salva il mondo. Aiutami a camminare tra gli uomini oppressi dal loro male e dal loro peccato. Fa’ che io non allontani mai gli occhi da loro, che mai chiuda il mio cuore affinché, accogliendo in me il dolore del mondo, io soffra e lo riscatti come Maria, tua Madre. (Michel Quoist)
Preghiera Donaci, Signore, grandi ali per volare e piedi forti per camminare. Donaci un cuore grande che assomigli al tuo e sia capace di contenere l'universo. Donaci anche mani belle, tenere, delicate, pronte a toccare e a curare le ferite del mondo e ad accarezzare i volti e i cuori. La nostra vita non sia mai fine se stessa, ma abbia in sé il segno dell'eterno, di ciò che non finisce perché è prezioso ai tuoi occhi. E mentre ci chiami a camminare e a volare, insegnaci ad amare davvero, ad impegnarci a fondo per rendere più bella la terra e più felice chi ci sta accanto. Donaci il gusto di vivere per dar più colore al mondo, alle sue speranze e ai suoi sogni, se sono anche i tuoi, Signore. E grazie perché, avendoci fatti simili a te, ci dai la certezza che anche noi, con te, possiamo fare grandi cose!
Racconto Il sogno del bruco Un piccolo bruco camminava un giorno verso la montagna in direzione del sole. Sulla sua strada incontrò una tartaruga. - Dove vai? - gli chiese. Senza smettere di camminare, il bruco rispose:
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- Ieri notte ho fatto un sogno… ho sognato che dalla cima di una grande montagna guardavo tutta la valle. Ciò che ho visto era così meraviglioso che ho deciso di realizzare questo sogno. Sorpresa, la tartaruga disse al suo amico mentre si allontanava: - Devi essere pazzo! Come potrai arrivare sin lassù? Tu, un semplice bruco! Una pietra sarà per te una montagna, una piccola pozza d’acqua un mare invalicabile e qualsiasi albero una barriera insormontabile. Ma il bruco era già lontano e non la sentì neppure. Andando più avanti, improvvisamente udì la voce di uno scarabeo: - Dove ti dirigi con tanto sforzo? – gli chiese. Tutto ansimante il bruco gli rispose: - Ho fatto un bellissimo sogno tanto che voglio realizzarlo… a tutti i costi salirò su quella montagna e da lì contemplerò le meraviglie del nostro mondo. Lo scarabeo non potette trattenersi dal ridere e disse: - Neppure io con le mie zampe tanto resistenti tenterei un’impresa così ambiziosa. Imperterrito, il bruco continuò il suo cammino. Allo stesso modo incontrò un ragno, un topo, una rana, un fiore e tutti gli consigliarono di desistere. - Non ce la farai mai! - gli dissero come un ritornello. Ma dentro di sé il bruchetto sentiva un impulso che lo obbligava a continuare. Ormai sfinito, senza forze e al punto di morire, decise di fermarsi a riposare e, con un ultimo sforzo, si costruì intorno un involucro per ripararsi. Così starò meglio… ma furono le sue ultime parole e morì. Tutti gli animali della valle per giorni accorsero a guardare i suoi resti. Lì, dicevano, giaceva l’animale più pazzo del mondo morto perché voleva realizzare un sogno impossibile. E per di più si era costruito intorno una tomba come un monumento all’insensatezza. Ma una mattina con un sole che brillava in modo speciale, gli animali assistettero a qualcosa di straordinario. Improvvisamente il piccolo guscio cominciò a rompersi e con stupore videro spuntare degli occhi e un’antenna che non potevano appartenere al bruco che credevano morto. Lentamente, come se quell’essere misterioso volesse prendere tempo per adattarsi al nuovo ambiente, spuntarono delle bellissime ali e poi e poi… finalmente si trovarono di fronte ad una meravigliosa farfalla. Gli animali rimasero senza fiato di fronte a tanta bellezza e capirono immediatamente che cosa avrebbe fatto: sarebbe volata fino alla grande montagna e avrebbe realizzato il suo sogno, il sogno per il quale il bruco era vissuto, per il quale era morto e per il quale era ritornato a vivere. Dio ci ha creati per realizzare il “nostro” sogno, diverso per ciascuno di noi. Qual è questo sogno, questo progetto che Dio ha su di noi? Crescendo, man mano lo scopriremo con il suo aiuto e con l’aiuto delle persone che ci stanno accanto. A volte pensiamo di non farcela, non vediamo chiaro il nostro cammino… non desistiamo mai, poniamo sempre la nostra fiducia in Lui che mai cesserà di sostenerci.
CANZONE: I.N.R.I. (di Lucio Dalla)
Tra miglia e mondi te ne vai… e splendi o appeso in croce in un garage io non ho dubbi Tu… esisti… e splendi con quel viso da ragazzo con la barba senza età
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ci guardi e splendi… di cercarti io non smetterò abbiamo tutti voglia di… parlarti mi senti… mi senti Ah… Sono Tuo figlio anch’io… Dio Sono Tuo figlio anch’io… Dio…Dio… Tra i cani zoppi ti… confondi e splendi nei cartoni che son case per chi non le ha ti ho visto… che splendi… di chiamarti io non smetterò abbiamo tutti voglia di… abbracciarti mi senti… mi senti Ah… Sono Tuo figlio anch’io… Dio Sono Tuo figlio anch’io… Dio Su una nave colma Tu… ti stringi ma splendi nei dipinti insieme ai diavoli e a Maria di colpo ritorni… inseguirti io non smetterò abbiamo tutti voglia di… fermarci mi senti… mi senti Ah… Aiutami fratello mio… mio… parlarci tu con Dio… con Dio Sono Suo figlio anch’io… anch’io… parlaci tu con Dio… con Dio Fratello mio… fratello mio… parlaci tu con Dio Fratello mio… fratello mio… parlaci tu… parlaci tu… con Dio.
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18 - 23 aprile CELEBRIAMO IL TRIONFO DELL’AMICO Giorno speciale: Ricordiamo la Canonizzazione di San Marcellino Champagnat celebrata il 18 aprile 1999 dal papa Giovanni Paolo II. A che cosa servono i santi e le sante? Personalmente io ricevo la canonizzazione di Marcellino Champagnat come un dono di Dio e un regalo della Buona Madre per tutta la Famiglia Marista. Per noi, Fratelli, è una grazia che ci conferma nella nostra vocazione, come laici consacrati che vogliono seguire Gesù sulle tracce di Marcellino, evangelizzando i giovani per mezzo dell'educazione. Per i laici e soprattutto per i giovani, la canonizzazione è la giustificazione dell'amore e dell'ammirazione che professano per Marcellino e la conferma che, per vivere il vangelo, hanno in Marcellino un modello da imitare. Fratel Benito Arbuès, Superiore Generale Roma, 7 aprile 1999
MOTIVAZIONE Siamo nella Settimana Santa. Una settimana nella quale si ricorda la passione e la morte di Gesù. È un momento per ricordare e celebrare ciò che di più importante abbiamo nella nostra vita: l’Amore. Gesù, morendo sulla croce, c’insegna che: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.” Amare non è facile: i nostri genitori sono le persone che più ci amano e, molte volte, proprio per questo devono prendere decisioni che ci fanno soffrire o che non comprendiamo. Gli amici si amano, ma i rapporti tra di loro non sono sempre perfetti. Una coppia di fidanzati si ama, ma condividere con il partner la vita non è così facile. Vivere, costruire l’amore con gli altri costa, è difficile, però è l’unico valore che dà un senso, un significato alla vita. VANGELO: Giovanni 20, 1 - 9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un
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luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Tema marista Dalle biografie dei primi fratelli Dopo la mia morte le cose andranno meglio Siamo all’inizio del mese di maggio del 1940 e il Padre Champagnat era molto malato. Un giorno arrivò a fargli visita il Fratello Stanislao ed aveva un’espressione molto felice; il Padre Marcellino lo guardò stupito e gli chiese: - Spiegami, perché sei cosi allegro? - E’ semplice, Padre… perché oggi abbiamo incominciato il mese di maggio e sono certo che La Santissima Vergine, mossa dalle nostre preghiere che ogni giorno le rivolgeremo, le restituirà la salute prima ancora che termini il mese a lei dedicato. - Quanto ti sbagli, Fratello mio! La fine del mese di maggio sarà molto dolorosa per me; mi attendono molte sofferenze; ma con l’aiuto di Dio e della nostra Buona Madre spero di sopportarle con rassegnazione. Un altro fratello invece gli esprimeva il dolore di poterlo perdere, per il timore che la sua morte avrebbe pregiudicato la sopravvivenza dell’Istituto. - Povero Fratello, quanto debole è la tua fede e fiducia in Dio! - gli disse. Credi che la prosperità dell’Istituto sia legata a me? Ti assicuro che, dopo la mia morte, le cose andranno meglio e lo sviluppo della Congregazione sarà di gran lunga maggiore. Ma moltissimi fratelli che andavano a fargli visita gli esprimevano lo stesso timore; erano comunque convinti che Dio non poteva permetterlo, perché lui era troppo necessario per la sua Comunità e che quindi, come diceva il Fratello Stanislao, Dio gli avrebbe reso la salute… e Marcellino ad insistere: . - Dio non ha bisogno di me… sono convinto di essere più dannoso che utile alla mia Comunità e che questa andrà avanti molto meglio dopo la mia morte.
Preghiera O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Se guardo il cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Signore, mio Dio, quanto sei grande! Rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto. Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature. La gloria del Signore sia per sempre; gioisca il Signore, delle sue opere. Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare al mio Dio finché esisto. La mia gioia è nel Signore. O Signore, nostro Dio,
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quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! (cf Sal. 8 e 104)
Racconto Un giovane era seduto da solo nell'autobus; teneva lo sguardo fisso fuori del finestrino. Aveva poco più di vent'anni ed era di bell'aspetto, con un viso dai lineamenti delicati. Una donna si sedette accanto a lui. Dopo avere scambiato qualche chiacchiera a proposito del tempo, caldo e primaverile, il giovane disse, inaspettatamente: «Sono stato in prigione per due anni. Sono uscito questa mattina e sto tornando a casa». Le parole gli uscivano come un fiume in piena mentre le raccontava di come fosse cresciuto in una famiglia povera ma onesta e di come la sua attività criminale avesse procurato ai suoi cari vergogna e dolore. In quei due anni non aveva più avuto notizie di loro. Sapeva che i genitori erano troppo poveri per affrontare il viaggio fino al carcere dov'era detenuto e che si sentivano troppo ignoranti per scrivergli. Da parte sua, aveva smesso di spedire lettere perché non riceveva risposta. Tre settimane prima di essere rimesso in libertà, aveva fatto un ultimo, disperato tentativo di mettersi in contatto con il padre e la madre. Aveva chiesto scusa per averli delusi, implorandone il perdono. Dopo essere stato rilasciato, era salito su quell'autobus che lo avrebbe riportato nella sua città e che passava proprio davanti al giardino della casa dove era cresciuto e dove i suoi genitori continuavano ad abitare. Nella sua lettera aveva scritto che avrebbe compreso le loro ragioni. Per rendere le cose più semplici, aveva chiesto loro di dargli un segnale che potesse essere visto dall'autobus. Se lo avevano perdonato e lo volevano accogliere di nuovo in casa, avrebbero legato un nastro bianco al vecchio melo in giardino. Se il segnale non ci fosse stato, lui sarebbe rimasto sull'autobus e avrebbe lasciato la città, uscendo per sempre dalla loro vita. Mentre l'automezzo si avvicinava alla sua via, il giovane diventava sempre più nervoso, al punto di aver paura a guardare fuori del finestrino, perché era sicuro che non ci sarebbe stato nessun fiocco. Dopo aver ascoltato la sua storia, la donna si limitò a chiedergli: «Cambia posto con me. Guarderò io fuori del finestrino». L'autobus procedette ancora per qualche isolato e ad un certo punto la donna vide l'albero. Toccò con gentilezza la spalla del giovane e, trattenendo le lacrime, mormorò: «Guarda! Guarda! Hanno coperto tutto l'albero di nastri bianchi». Siamo più simili a bestie, quando uccidiamo. Siamo più simili a uomini, quando giudichiamo. Siamo più simili a Dio, quando perdoniamo.
CANZONE: Eppure sentire (di Elisa) A un passo dal possibile A un passo da te Paura di decidere Paura di me Di tutto quello che non so Di tutto quello che non ho Eppure sentire Nei fiori tra l'asfalto
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Nei cieli di cobalto - c'è Eppure sentire Nei sogni in fondo a un pianto Nei giorni di silenzio - c'è un senso di te mmm...mmm...mmm...mmm... C'è un senso di te mmm...mmm...mmm...mmm... Eppure sentire Nei fiori tra l'asfalto Nei cieli di cobalto - c'è Eppure sentire Nei sogni in fondo a un pianto Nei giorni di silenzio - c'è Un senso di te mmm...mmm...mmm...mmm... C'è un senso di te mmm...mmm...mmm...mmm... Un senso di te mmm...mmm...mmm...mmm... C'è un senso di te
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25 - 30 aprile CONTINUIAMO A COSTRUIRE LA VITA CON LUI Giorno speciale: 25 aprile: Festa della Liberazione MOTIVAZIONE Abbiamo appena celebrato la Risurrezione di Gesù. Realmente Gesù è risuscitato... cosa significa questo per noi nella nostra vita di ogni giorno? Gesù ha vinto la morte e ci ha donato la vita… una vita che non muore mai! Egli è vivo accanto a noi, una presenza reale (non un fantasma!), non ci lascia soli… proviamo a riflettere sul significato di queste espressioni che Gesù ha rivolto ai suoi discepoli quando, dopo la Risurrezione, è apparso loro: «Non temete... » «Non abbiate paura!» «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» «Pace a voi!». «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho.» VANGELO: Giovanni 20,19 - 31 All’ottavo giorno arrivò Gesù
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le portedel luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». etto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
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Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Marcellino Champagnat e la sua fiducia in Maria “Si può trasmettere agli altri solo ciò che si è e ciò che si vive.” Il Padre Champagnat aveva un talento speciale nell’ispirare amore e devozione verso la Vergine. Quanti entravano nella sua zona d’influenza ne rimanevano contagiati. Non la finiva più quando cominciava a parlare della sua bontà, del suo amore per noi e della fiducia che dobbiamo riporre in lei. La sua fiducia nella Buona Madre era tale che, nelle circostanze più difficili, di fronte a situazioni dolorose, diceva: “Non vi preoccupate, non temete, Maria è con noi e non ci abbandonerà… come in questi due episodi raccontati nella sua vita: 1. Ci spegniamo come una lampada senz’olio Siamo nel gennaio del 1822. Sono passati 5 anni da quando la piccola Comunità Marista ha iniziato la sua esperienza a La Valla. Nove giovani hanno già chiesto di far parte della Comunità e stanno insegnando in 4 scuole vicine. Ma nella piccola casa del noviziato non si presentano giovani da un po' di tempo. Marcellino prega con fiducia la Vergine: "Questa casa è opera tua, poiché tu ci hai riuniti. Ma se non continui ad aiutarci ci spegneremo come una lampada senz'olio. Ma non sarà la nostra opera che verrà meno, ma la tua. Contiamo quindi sul tuo aiuto e ci conteremo sempre, anche in avvenire". E Maria risponde alla preghiera di Marcellino: due mesi dopo nel noviziato si conteranno otto giovani in più. (Il secondo episodio nella prossima settimana)
Tema mariano
Maria, aiutami a dire di sì O Maria, dà luce alla mia intelligenza, rendi forte la mia volontà indecisa. rendimi semplice nelle mie azioni, dammi un cuore aperto e disponibile. O Maria, voglio avere un’anima grande che possa accogliere tutti. Voglio essere forte nella difficoltà, perché possa vincere il male. O Maria, aiutami a dire di sì… sì al mio impegno quotidiano, sì alla trasparenza delle mie azioni, sì alla fedeltà agli impegni presi. O Maria, aiutami a dire di sì… sì, nel momento del bisogno, sì, nel momento del servizio, sì, perché Dio possa realizzare in me il suo progetto di amore.
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Preghiera Grazie, Signore, per il mio corpo con il quale sempre desidero onorarti; questo corpo che mi hai dato che è Tempio del tuo Spirito, parte del corpo del tuo figlio Gesù. Grazie per il mio corpo che tu mi hai donato… per godere e goderti, per servire e servirti, per amare ed amarti, per accogliere ed accoglierti, per sognare e sognarti, per dare e ricevere… Grazie Signore, per il mio corpo!
Racconto La bicicletta di Dio In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?". Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?». Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura. Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la
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mia potenza superiore. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".
CANZONE: Grazie mille
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Quando si vedono le montagne che non c’è foschia quando le vacanze iniziano e quando poi torno a casa mia quando mi alzo e sento che ci sono quando sfreghi il naso contro il mio quando mi respiri vicino sento che sento che Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo che sto vivendo Grazie Mille Quando si giocano le coppe in tele il mercoledì quando sento un pezzo splendido che mai pensavo bello così quando il cane mi vuol salutare quando vedo i miei sorridere quando ho l’entusiasmo di fare sento che sento che Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo che sto vivendo Grazie Mille Quando un microfono non lo vorrei abbandonare mai quando i miei amici prendono un’accoppiata secca alla SNAI quando il mondo mi sembra migliore anche solo per un attimo quando so che ce la posso fare sento che sento che Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo che sto vivendo Grazie Mille Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo che mi è stato dato Grazie Mille Grazie Mille Grazie Mille Grazie Mille Grazie Mille Grazie Mille
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MESE DI MAGGIO Mese di Maria Nel processo di costruzione come individui, come gruppo, come classe, come famiglia... in tutto ciò che abbiamo voluto costruire durante questi mesi di scuola, Maria è già stata sempre presente. Nel mese di Maggio vogliamo sentire la sua presenza in modo tutto più speciale. Ciò che abbiamo voluto costruire in questo anno possiamo chiamarlo il nostro “focolare” (il luogo dove la famiglia si riunisce e condivide la sua vita). Li c’è Lei che ci dona il suo calore, contribuendo in modo speciale, come fanno tutte le mamme, a far sì che nel focolare regni l’amore e diventi il nostro ambiente naturale dove tutti ci troviamo “bene”. La Sua presenza speciale in questo mese contribuisce a farci crescere come persone e come cristiani, come gruppo e come compagni, nel lavoro spirituale e intellettuale, sviluppando le nostre qualità di donazione e di servizio che si concretizzano nel donare affetto a coloro che incontriamo nella nostra giornata. Guarderemo a Maria come al modello che vogliamo imitare; i suoi atteggiamenti saranno per noi uno specchio nel quale desideriamo riconoscerci. Ricorreremo a lei, come il bambino ricorre a sua madre, come ci diceva Marcellino Champagnat. Le racconteremo i nostri problemi, le nostre gioie e i nostri desideri e la troveremo al nostro fianco come compagna del nostro cammino.
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2 – 7 maggio IMPARIAMO A CONOSCERE MARIA Giorni speciali: 1° maggio: festa dei lavoratori 8 maggio: festa della mamma Motivazione Durante il mese di Maggio la presenza di Maria deve diventare una realtà tangibile per ogni scuola marista. Un mese nel quale cercheremo di vedere Maria, madre di Dio e nostra, come una persona molto vicina a noi. I fiori, i quadri e le immagini con cui decoreremo le nostre classi ci aiuteranno a sentirla al nostro fianco. Domenica 8 maggio: festa della mamma
Per l’occasione, dedichiamo a tutte le mamme del mondo il racconto della settimana… è una leggenda/parabola che ci aiuta a riflettere sulla loro “unicità”! A tutte le mamme i nostri auguri e il nostro grazie!
Racconto E Dio creò la mamma (Bruno Ferrero) Il buon Dio aveva deciso di creare... la mamma. Ci si arrabattava intorno già da sei giorni,
quand'ecco comparire un angelo che gli fa: "Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?". E Lui: "Sì, ma hai letto i requisiti dell'ordinazione? Dev'essere completamente lavabile, ma non di plastica... avere 180 parti mobili tutte sostituibili... funzionare a caffè e avanzi del giorno prima... avere un bacio capace di guarire tutto, da una sbucciatura ad una delusione d'amore... e sei paia di mani". L'angelo scosse la testa e ribatté incredulo: "Sei paia?!". "Il difficile non sono le mani - disse il buon Dio - ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere". "Così tanti?". Dio annuì. "Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda: "che state combinando lì dentro, bambini?", anche se lo sa già; un altro paio dietro la testa, per vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio "capisco e ti voglio bene lo stesso". "Signore - fece l'angelo sfiorandogli gentilmente un braccio - va' a dormire. Domani è un altro...". "Non posso - ripose il Signore - ho quasi finito ormai. Ne ho già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia un bambino di nove anni". L'angelo girò lentamente intorno al modello di madre, esaminandolo con curiosità: "E' troppo tenera", disse poi con un sospiro. "Ma resistente - ribatté il Signore con foga - tu non hai idea di quello che può sopportare una mamma!". "Sa pensare?". "Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della ragione e venire a compromessi", ribatté il Creatore. A quel punto l'angelo si chinò sul modello della madre e le passò un dito su una guancia: "Qui c'è una perdita", dichiarò. "Non è una perdita - lo corresse il Signore - è una lacrima". "E a che serve?". "Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio". "Ma sei un genio!", esclamò l'angelo. Con sottile malinconia Dio aggiunse: "A dire il vero, non sono stato io a mettercela quella cosa lì...".
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Vangelo: Luca 24,13 - 35
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Marcellino Champagnat e la sua fiducia in Maria 2. Dispersi nella neve Febbraio 1823. Il Padre Marcellino e il Fratello Stanislao visitano la scuola di Bourg-Argental dove il Fratello Gian Battista (il futuro biografo del Fondatore e dei primi Fratelli Maristi), si trova gravemente ammalato. Nel tardo pomeriggio Marcellino decide di ritornare a La Valla, ma lungo i sentieri impervi e oscuri del monte Pilat li coglie di sorpresa una bufera di neve. Smarrita la strada, sopraggiunge il freddo e la notte che impedisce loro di orientarsi e proseguire. Il Fratello Stanislao è sfinito e cade svenuto. Tutti i tentativi per rianimarlo risultano vani. Anche le forze di Marcellino stanno venendo meno. Si rivolge quindi con fiducia alla Vergine Maria con la preghiera: "Ricordati, o piissima Vergine Maria…".
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Ed ecco che un istante dopo intravede una piccola luce poco distante: è un contadino che esce di casa con la lanterna per andare a controllare le mucche nella stalla usando, contrariamente alle sue abitudini e nonostante il tempo avverso, la scala esterna. Marcellino chiede aiuto, trasportano il Fratello Stanislao nella casa e, vista l'impossibilità di proseguire per l'Hermitage, per quella notte rimangono ospiti della famiglia Donnet. Marcellino ringrazierà sempre la Vergine per averlo aiutato in modo così straordinario.
Tema mariano Maria di Nazareth… al seguito di Gesù (1) Sono Maria di Nazareth… avrei tante esperienze che mi piacerebbe condividere con te. Oggi ti parlerò della mia vocazione che ha orientato tutta la mia vita Tutto ebbe iniziò quando Dio, il Dio dei miei padri nella fede, mi fece arrivare il suo messaggio attraverso un suo messaggero: non solo mi chiese di accettare di essere la Madre del suo Figlio amato, ma anche di lasciarmi plasmare da Lui, e di collaborare con Lui nella realizzazione del suo sogno di Amore. Anche se con tremore, gli risposi di sì e la sua Parola cominciò a prendere corpo in me. Cosa significa questo? Che lo Spirito di Dio non solo ha formato Gesù nel mio seno, ma durante tutta la mia vita mi ha plasmata secondo la Sua Parola. Questa fu lo cosa più difficile e appassionante della mia vita. Questa è la vera vocazione tua e mia: lasciarci trasformare in immagine del Figlio prediletto Gesù, permettere che Lo Spirito Santo, lungo tutta la nostra vita, trasformi il nostro corpo in trasparenza dell’Amore di Dio che gratuitamente da Lui abbiamo ricevuto. (segue)
Canto
Mientras recorres la vida tu nunca solo estás, contigo por el camino Santa María va. VEN CON NOSOTROS AL CAMINAR SANTA MARÍA VEN (2 v) Aunque te digan algunos que nada pueda cambiar, lucha por un mundo nuevo lucha por la verdad.
Solidarietà
L’amore muove il mondo Soltanto l’amore è la ragione delle nostre vite. Dai, mettiti il mantello della tenerezza, gli occhiali dell’allegria e prendi il tuo zaino di speranza e… dai, forza, devi essere luce, sorriso, dialogo per coloro i quali ti circondano!
Valore di un sorriso (John Faber) Donare un sorriso rende felice il cuore.
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Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. Non dura che un istante, ma il suo ricordo rimane a lungo. Nessuno è così ricco da poterne far a meno né così povero da non poterlo donare. Il sorriso crea gioia in famiglia, dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia. Un sorriso dona sollievo a chi è stanco, rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina. E se poi incontri chi non te lo offre, sii generoso e porgigli il tuo: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo.
CANZONE: Lavori in corso (Gen Rosso) C’è bisogno di silenzio, c’è bisogno di ascoltare c’è bisogno di un motore che sia in grado di volare c’è bisogno di sentire, c’è bisogno di capire c’è bisogno di dolori che non lasciano dormire c’è bisogno di qualcosa, c’è bisogno di qualcuno c’è bisogno di parole che non dice mai nessuno. C’è bisogno di fermarsi, c’è bisogno di aspettare c’è bisogno di una mano per poter ricominciare c’è bisogno di domande, c’è bisogno di risposte c’è bisogno di sapere cose sempre più nascoste c’è bisogno di domani, c’è bisogno di futuro c’è bisogno di ragazzi che sono al di là del muro. C’è bisogno di un amore vero c’è bisogno di un amore grande c’è bisogno di un pezzo di cielo in questo mondo sempre più distante. C’è bisogno di silenzio, c’è bisogno di ascoltare c’è bisogno di un motore che sia in grado di volare c’è bisogno di sentire, c’è bisogno di capire c’è bisogno di dolori che non lasciano dormire c’è bisogno di qualcosa, c’è bisogno di qualcuno c’è bisogno di parole che non dice mai nessuno. C’è bisogno di un amore vero c’è bisogno di un amore immenso c’è bisogno di un pezzo di cielo in questo mondo che ritrovi senso. Abbiamo visto cose nuove abbiamo fatto tanta strada ma il mondo che verrà domani
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resta un’impresa da titani siamo tutti adesso importanti siamo tutti un po’ più attori in questi grandi lavori in corso. C’è bisogno di un amore vero c’è bisogno di un amore grande c’è bisogno di un pezzo di cielo in questo mondo sempre più distante. C’è bisogno di un amore vero c’è bisogno di un amore amore c’è bisogno di un pezzo di cielo in questo mondo che abbia più colore. C’è bisogno di memoria, c’è bisogno di pensare c’è bisogno di coraggio, c’è bisogno di sognare.
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9 – 14 maggio IN COMPAGNIA DELLA MADRE Giorno speciale: 9 maggio: Ricordiamo il martirio del Fratello Henri Vergès Motivazione In questa settimana andiamo incontro a Maria, con la fiducia di un bimbo verso la madre. Lei vuole darti una mano, è ansiosa di aiutarti, di manifestarti il suo affetto. Avviciniamoci a lei, parliamole, ammiriamola con il desiderio di poter essere come lei; i suoi atteggiamenti, i suoi valori possono impregnare la nostra vita e aiutarci a crescere come persone e come cristiani. Tema marista 9 maggio - ricordiamo i nostri martiri: il Fratello Henri Vergès Henri Vergès era un fratello marista francese. Nel 1969 gli viene chiesto di svolgere il suo apostolato in Algeria come Direttore della nostra scuola di Algeri, dedicata a San Bonaventura, frequentata in maggioranza da alunni musulmani. Dopo la nazionalizzazione della scuola da parte dello Stato, continua a svolgere la sua missione in una scuola statale della città, finché gli viene affidata la direzione della biblioteca di Ben-Cheneb, sempre in Algeri. Svolge il suo lavoro con passione dando la sua testimonianza cristiana di servizio in un clima di accoglienza. Accanto al suo ufficio c’era un piccolo ambiente nascosto dove conservava l’Eucarestia separato da una sottile parete. Quando riceveva la visita di una persona, batteva due colpetti alla parete per dire: “Signore, hai una visita!”; poi, in piedi, col suo volto sorridente, tendeva la mano in segno di accoglienza. Probabilmente, proprio mentre tendeva quella mano dell’amicizia, fu ucciso lui e Suor Paul-Hélène, l’8 maggio 1994, verso mezzogiorno. Così testimonia Padre Jean-Francois Berjonneau che aveva incontrato Henri il 25 marzo 1994: “Nel racconto che mi aveva fatto del suo lavoro in biblioteca avevo percepito una vera passione: passione per l’incontro, passione per il servizio di questi giovani, passione che lo legava così fortemente a questo popolo. Ha vissuto questa passione fino in fondo”. Fr. Henri voleva essere un amico per tutti, uno strumento di pace per l’Algeria e per il mondo. In questo senso pregava: “Lasciare che la Pace del Cristo m’invada sempre più nel più intimo del mio essere. Pazienza, dolcezza verso me stesso, pazienza, dolcezza verso tutti. In particolare verso i giovani che il Signore mi affida. Vergine Maria, fa’ di me uno strumento di pace per il mondo”. Chiediamo al Signore che faccia anche di noi strumenti di pace e di amicizia. Preghiera semplice (San Francesco) Signore, fa’ di me uno strumento della tua Pace: dove è odio, fa’ che io porti l'Amore dove è offesa, che io porti il Perdono dove è discordia, che io porti l'Unione dove è errore, che io porti la Verità dove è disperazione, che io porti la Speranza. dove è tristezza, che io porti la Gioia dove sono le tenebre, che io porti la Luce.
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Signore, fa’ che io non cerchi tanto: di essere consolato, quanto di consolare; di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare. Poiché è donando, che si riceve; perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Vangelo: Giovanni, 10, 1-10
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.
Tema mariano Maria di Nazareth… al seguito di Gesù (2) Ricordi, la settimana scorsa ti parlai della mia vocazione di “Madre di Gesù”. Naturalmente la mia vita cambiò nel momento in cui mi lasciai trasformare dall’Amore di Dio. Dopo aver dato ascolto al suo messaggio, la normale conseguenza fu quella di mettermi all’ascolto dei miei fratelli per scoprire anche in essi la voce di Dio… nella voce di coloro che sono nel dolore, ma anche nei canti di gioia di chi , come te, è nel fiore della vita.. Dunque il mio “sì” non fu solo un episodio della mia vita, ma dovetti imparare a dirlo ogni giorno, in ogni circostanze bella o brutta che fosse. Ricordi cosa racconta Matteo nel suo vangelo… certo, non risultò facile per me e per Giuseppe accettare quel Figlio se non ponendo la nostra totale fiducia in Dio. Poi la mia cugina Elisabetta… lei avanzata in età, in attesa di un bimbo… Come potevo non mettermi immediatamente in viaggio per accudirla per offrirle il mio aiuto… E come non pensare a tutte le mamme del mondo che hanno difficoltà a mettere al mondo il loro bambino, perché non sanno che cosa offrirgli dopo la sua nascita! Una di queste fui proprio io che dovetti dare al mondo Gesù a Betlemme in una semplice grotta perché rifiutata dalla gente del posto. Questo mi fa pensare anche a tutte le persone costrette a lasciare il loro Paese in cerca di una speranza migliore per la loro vita e ogni giorno si trovano a
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lottare per poter sopravvivere in un Paese dove spesso le persone sono loro ostili. Sì, hai capito bene, si tratta di quell’emigrante di colore che ogni giorno incontri per la strada… quale atteggiamento hai nei suoi confronti? (segue)
Preghiera Originali sì, ma insieme Sei tu che mi hai creato originale, Dio non conosce eguali. Sei tu che mi hai creato in un arcipelago di cuori, Dio non conosce isole. Sei tu, Dio, che ti sei fatto uomo per amore degli uomini, sei tu che ci rendi unici perché tuoi figli, cristiani perché fratelli fra noi. La nostra originalità sarebbe vana se non fosse vissuta con gli altri. Non sarebbe unicità la nostra, se non fosse condivisa nella meraviglia dello stare insieme. Per questo, mio Dio, fa' che la mia originalità sia sempre vissuta nella trasparenza: originali sì, ma insieme!
Solidarietà
È necessario...
È necessario essere forti per essere fermi, ma è necessario avere coraggio per essere gentili. È necessario essere forti per difendersi, ma è necessario aver coraggio per lottare. È necessario essere forti per sentire il dolore di un amico, ma è necessario aver coraggio per riconoscere le proprie debolezze. È necessario essere forti per nascondere i propri mali, ma è necessario aver coraggio per riconoscerli. È necessario essere forti per stare soli, ma è necessario aver coraggio per chiedere aiuto. È necessario essere forti per amare, ma è necessario aver coraggio per essere amato. È necessario essere forti per sopravvivere, ma è necessario aver coraggio per vivere.
Racconto L’incidente Una giovane donna tornava a casa dal lavoro in automobile. Guidava con molta attenzione perché l'auto che stava usando era nuova fiammante, ritirata il giorno prima dal concessionario e comprata con i risparmi soprattutto del marito che aveva fatto parecchie rinunce per poter acquistare quel modello.
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Ad un incrocio particolarmente affollato, la donna ebbe un attimo di indecisione e con il parafango andò ad urtare il paraurti di un'altra macchina. La giovane donna scoppiò in lacrime. Come avrebbe potuto spiegare il danno al marito? Il conducente dell'altra auto fu comprensivo, ma spiegò che dovevano scambiarsi il numero della patente e i dati del libretto. Mentre la donna cercava i documenti in una grande busta di plastica marrone, cadde fuori un pezzo di carta. Con una decisa calligrafia maschile vi erano queste parole: "In caso di incidente.., ricorda, tesoro, io amo te, non la macchina!". Lo dovremmo ricordare tutti, sempre. Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l'organizzazione, l'efficienza materiale! Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso. Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incoraggiarsi, ridere, passeggiare... Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino: - Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile, ti ho preso le bustine dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti? - Prendimi la mano, papà!" - rispose il bambino.
CANZONE: Giovane donna
Giovane donna, attesa dell’umanità, un desiderio d’amore e pura libertà. Il Dio lontano è qui vicino a Te, voce silenzio, annuncio di verità. Rit. Ave Maria, Ave Maria! Dio t’ha prescelta qual madre piena di bellezza, ed il suo amore t’avvolgerà con la suo ombra. Grembo di Dio, venuto sulla terra, Tu sarai madre, di un uomo nuovo. Rit. Ecco l’ancella, che vive della sua Parola, libero il cuore perché l’amore trovi casa. Ora l’attesa è densa di preghiera e l’uomo nuovo è qui in mezzo a noi. Rit.
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16 – 21 PORTARE MARIA NELLA NOSTRA CASA Giorni speciali 17 maggio: Giorno delle telecomunicazioni 20 maggio: Nascita di Marcellino Champagnat Motivazione Dicendo “portare Maria nella nostra casa”, intendiamo darle spazio nella nostra vita. Qui la parola “casa” indica il nostro ambiente abituale: alcune volte sarà la nostra casa reale dove, con il suo aiuto, cercheremo di costruire un’autentica comunione con i nostri genitori, fratelli e sorelle. Altre volte sarà la nostra scuola, la nostra classe, il mondo dei nostri amici dove, con il suo aiuto, cercheremo di instaurare relazioni positive per creare rapporti di amicizia con tutti. Tema marista 20 maggio: Nascita di Marcellino Champagnat 20 maggio 1789: la famiglia Champagnat è in festa: a Rosey, frazione di Marlhes, nasce Marcellino; 6 giugno 1840: 280 Fratelli Maristi sono in lutto: Marcellino muore all’Hermitage a 51 anni; 29 maggio 1955: la Chiesa è raccolta in preghiera: Marcellino è proclamato Beato; 18 aprile 1999: La Famiglia Marista del mondo intero è in festa: Marcellino è proclamato SANTO Oggi quindi ricordiamo l’inizio della storia di un uomo straordinario che ha il nome di Marcellino Champagnat. Ringraziamo il Signore per questo grande dono che ha fatto alla Chiesa e in particolare alla Famiglia marista. Chiediamo inoltre al Signore, sull’esempio del Padre Champagnat, di avere la sua stessa immensa fiducia in Lui per realizzare anche noi il progetto d’amore che ha su di noi. Ti ringraziamo, o Signore, delle meraviglie che hai compiuto nella vita di Marcellino. Tu lo hai chiamato a servirti e a dedicare la sua vita ai bambini, ai ragazzi e ai giovani. Egli ha risposto con generosità al tuo invito, ha superato difficoltà ed ostacoli, ponendo in te la sua fiducia e in Maria nostra Buona Madre. Per mezzo suo hai fatto nascere nel mondo la Famiglia Marista che continua nel mondo la sua opera. Ti ringraziamo per la vita che ci hai regalato. Donaci la gioia di crescere nella tua amicizia e rendici pronti a dirti il nostro sì come Maria e come Marcellino, perché tu possa realizzare in noi quello che a te piace.
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VANGELO: Giovanni 14, 2 - 12
Gesù ci dice: “ io sono la via, la verità e la vita”. In questa frase racchiude tutto il programma di vita di qualsiasi cristiano: riconoscerlo come punto di riferimento nella nostra vita, seguirlo mettendo in pratica tutto ciò che Egli ci dice.
Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.
Tema mariano Maria di Nazareth… al seguito di Gesù (3) Come vedi, ho ancora delle esperienze da raccontarti… Oggi ti parlerò della mia vita al seguito di Gesù già adulto, impegnato nella missione che Dio Padre gli aveva affidato. Certo, ci misi un po’ di tempo per riuscire a capire questa sua missione. Già a 12 anni nel suo primo viaggio con noi a Gerusalemme, dopo tre giorni che lo cercavamo preoccupati sia io che Giuseppe, lo trovammo nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo mi venne spontaneo chiedergli: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli, per tutta risposta, ci disse: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». No, non lo sapevamo, e tantomeno comprendemmo questa sua risposta. Vivemmo poi un bel periodo tranquillo a Nazareth fino a quando Gesù ebbe trent’anni; poi improvvisamente lasciò tutto e partì… cominciò viaggiare di villaggio in villaggio proprio per “occuparsi delle cose del Padre suo”. E subito cominciarono ad arrivarmi delle voci sul suo conto non proprio tranquillizzanti… C’era qualcuno che lo considerava un pazzo, altri che volevano metterlo a morte… come potevo restarmene tranquilla? Al sentire quello che faceva anch’io arrivai a pensare che avesse perso la testa e con i mie parenti andai a cercarlo. Arrivammo mentre egli parlava alla folla e gli mandammo qualcuno a
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dirgli: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Bella risposta... Certo anch’io facevo la volontà di Dio, ma dovetti cominciare a pensare che Lui non mi apparteneva più e, se volevo continuare ad essere “sua madre” dovevo imparare a camminare su altri sentieri che erano quelli di Dio. Lui sicuramente li vedeva in maniera più chiara di me, ma anch’io ormai cominciai a capire… anche se questo non era facile per una mamma! (segue)
Solidarietà Il conto
Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio dodicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani col grembiule e lesse quanto vi era scritto: Per aver strappato le erbacce dal vialetto: euro 5. Per avere ordinato la mia cameretta: euro 3. Per essere andato a comperare il latte: euro 1. Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): euro 5. Per aver preso due volte ottimo a scuola: euro 10. Per aver portato fuori l'immondizia tutte le sere: euro 6. Totale: euro 30. La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse: Per averli portato in grembo per 9 mesi: euro 0. Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: euro 0. Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: euro 0. Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: euro 0. Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: euro 0. Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato: euro 0. Per la vita che ti do ogni giorno: euro 0. Totale: euro 0. Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio. Quando il ragazzino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi. Girò il foglio e sul suo conto scrisse: "Pagato". Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci. Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito. L'amore è gratuito, o non è amore. In un giorno caldo, preparai dei coni gelato e dissi ai miei quattro figli che potevano comprarli in cambio di un abbraccio. Quasi subito i ragazzi si misero in fila per fare il loro acquisto. I tre più piccoli mi diedero una veloce stretta, afferrarono il cono e corsero di nuovo fuori. Ma quando venne il turno di mio figlio adolescente, l'ultimo della fila, ricevetti due abbracci. “Tieni il resto!” - disse con un sorriso.
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Preghiera
Testimoni della Risurrezione
Gesù... dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena...cominciò a lavare i piedi ai discepoli... Poi disse: «Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (cf Gv 13,1-15).
Gesù, la comunione con te nell'Eucaristia faccia crescere in me la capacità di testimoniare la tua Risurrezione con la bontà e il servizio. Donami, Gesù, il coraggio di amare il prossimo, nelle piccole occasioni quotidiane, nelle cose da poco, perché forse le grandi non verranno mai. Insegnami, Signore, a mettere la salute, la felicità, le esigenze degli altri prima delle mie. Liberami dall'egoismo che pensa solo a se stesso. Signore, fammi conoscere la gioia di vedere contento chi mi è vicino, perché gli ho ceduto il posto più comodo, la parte più ambita. Insegnami, Gesù, ad amare per primo, a rispondere all'indifferenza con l'amore, ad amare senza essere amato, ad amare quelli che nessuno ama.
Racconto Dov’è il mio bacio C'era una volta una bambina che si chiamava Cecilia. Il papà e la mamma della bambina lavoravano tanto. La loro era una bella famiglia e vivevano felici. Mancava solo una cosa, ma Cecilia non se ne era mai accorta. Un giorno, quando aveva nove anni, andò per la prima volta a dormire a casa della sua amica Adele. Quando fu ora di dormire, la mamma di Adele rimboccò loro le coperte e diede ad ognuna il bacio della buonanotte. - Ti voglio bene! - sussurrò la mamma ad Adele. - Anch'io! - la ricambiò la bambina. Cecilia era così sconvolta che non riuscì a chiudere occhio. Nessuno le aveva mai dato il bacio della buonanotte o le aveva detto di volerle bene. Rimase sveglia tutta la notte, pensando e ripensando: - È così che dovrebbe essere! Quando tornò a casa, non salutò i genitori e corse in camera sua. Li odiava. Perché non l'avevano mai baciata? Perché non l'abbracciavano e non le dicevano che le volevano bene? Forse non gliene volevano? Cecilia pianse fino ad addormentarsi e rimase arrabbiata per diversi giorni. Alla fine decise di scappare di casa. Preparò il suo zainetto, ma non sapeva dove andare. Era bloccata per sempre con i genitori più freddi e peggiori del mondo. All'improvviso, trovò una soluzione. Andò dritta da sua madre e le stampò un bacio sulla guancia: - Ti voglio bene! Poi corse dal papà e lo abbracciò: - Buonanotte papà, - disse, - ti voglio bene!
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Quindi andò a letto, lasciando i genitori ammutoliti in cucina. Il mattino seguente, quando scese per colazione, diede un bacio alla mamma e uno al papà. Alla fermata dell'autobus si sollevò in punta di piedi e diede ancora un bacio alla mamma: - Ciao, mamma. Ti voglio bene! Cecilia andò avanti così giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese. A volte, i suoi genitori si scostavano, rigidi e impacciati. A volte ne ridevano. Ma Cecilia non smise. Aveva il suo piano e lo seguiva alla lettera. Poi, una sera, dimenticò di dare il bacio alla mamma prima di andare a letto. Poco dopo, la porta della sua camera si aprì e sua madre entrò. - Allora, dov'è il mio bacio? - chiese, fingendo di essere contrariata. Cecilia si sollevò a sedere: - Oh, l'avevo scordato! La baciò e poi: Ti voglio bene, mamma! Quindi tornò a coricarsi e chiuse gli occhi. Ma la mamma rimase lì e alla fine disse: - Anch'io ti voglio bene! Poi si chinò e baciò Cecilia proprio sulla guancia. Poi aggiunse con finta severità: - E non ti dimenticare più di darmi il bacio della buonanotte! Cecilia rise e promise: - Non succederà più!!
Oggi, qualcuno sta aspettando il "suo" bacio… da te! CANZONE: Lo strano percorso
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C'è un tempo per i baci sperati, desiderati tra i banchi della prima B occhiali grandi, sempre gli stessi, un po' troppo spessi per piacere ad una così nell'ora di lettere guardandola riflettere sulle domande tranello della prof non cascarci, amore, no! C'è un tempo per i primi sospiri tesi insicuri, finchè l'imbarazzo va via, col sincronismo dei movimenti, coi gesti lenti conosciuti solo in teoria, come nelle favole, fin sopra alle nuvole, convinti che quell'istante durerà da lì all'eternità... Lo strano percorso di ognuno di noi che neanche un grande libro un grande film potrebbero descrivere mai per quanto è complicato e imprevedibile per quanto in un secondo tutto può cambiare niente resta com'è. C'è un tempo per il silenzio/assenso, solido e denso, di chi argomenti ormai non ne ha più frasi già dette, già riascoltate in 1000 puntate
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di una soap-opera alla TV sarà l'abitudine sarà che sembra inutile cercare tanto e alla fine è tutto qui per tutti è tutto qui... Lo strano percorso di ognuno di noi che neanche un grande libro un grande film potrebbero descrivere mai per quanto è complicato e imprevedibile per quanto in un secondo tutto può cambiare niente resta com'è. C'è un tempo per qualcosa sul viso, come un sorriso che non c'era ieri e oggi c'è sembrava ormai lontano e distante, perso per sempre, invece è ritornato con te, con te che fai battere il cuore che fai vivere il tempo per tutto il tempo che verrà nel tempo che verrà... Lo strano percorso di ognuno di noi che neanche un grande libro un grande film potrebbero descrivere mai per quanto è complicato e imprevedibile per quanto in un secondo tutto può cambiare niente resta com'è.
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23 – 28 maggio SENTIAMO LA SUA VICINANZA Motivazione In questa settimana, ultima del mese di maggio, t’invitiamo a rendere la presenza di Maria sempe più reale e costante nella tua vita di ogni giorno... È una sfida! Vangelo: Giovanni, 14, 13 - 21
Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Tema marista I punti di forza del P. Champagnat Per essere marista bisogna amare Maria Un giorno bussa alla porta del noviziato un giovane che desidera farsi Fratello Marista. Marcellino non vuole riceverlo perché nessuno lo conosce e non ha con sé alcuna lettera di presentazione. Questo rifiuto suscita il pianto del giovane che tra i singhiozzi balbetta che il suo più grande desiderio era di farsi Marista. Allora Marcellino gli dice: Non hai nessuna lettera di presentazione e noi non ti conosciamo. Avrai almeno un po' di denaro per pagarti gli studi? - Vede Padre, ho in tasca pochissimi soldi. - Amerai almeno la Vergine Maria? Al sentire questa domanda il giovane visibilmente commosso risponde: - Sì Padre, è la cosa che desidero maggiormente. Sono qui perché voglio amare Maria con tutto il cuore. - E va bene - conclude Marcellino - dammi quei pochi soldi che hai: ti ricevo. Ma ricorda sempre che sei stato accettato per amare e onorare in modo speciale la Vergine Maria.
Tema mariano Maria di Nazareth… al seguito di Gesù (4) Bene, ricordate l’episodio che vi ho raccontato la settimana scorsa? Oggi ve ne racconterò uno più simpatico… Eravamo stati invitati a Cana di Galilea ad un pranzo di nozze sia io che Gesù e i suoi dodici discepoli con lui. Ad un certo punto del pranzo mi accorsi che il vino cominciava a scarseggiare... in un pranzo, soprattutto di nozze, se manca il vino non è una bella cosa! Gesù era accanto a me e così gli accennai la cosa… gli dissi semplicemente: - Gesù, non hanno più vino!
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La sua risposta mi lasciò piuttosto perplessa: - Che importa a me e a te o donna? L’ora mia non è ancora venuta. Quale fosse quell’ora non riuscii a capirlo, ma non mi diedi per vinta. C’erano lì dei servi e dissi loro: - Fate tutto quello che Gesù vi dirà… Sicuramente sapete già come andò a finire. (O sennò fatevelo raccontare!) Alla fine ero contentissima, non solo per lo sposo - Gesù gli aveva risparmiato una bella figuraccia! - ma perché sentivo i commenti della gente e soprattutto dei suoi discepoli: era un gesto straordinario quello che Gesù aveva compiuto e tutti erano convinti che fosse lui l’inviato di Dio per il suo popolo. Beh… una bella soddisfazione anche per me, non vi pare? (segue)
Solidarietà / amore
Essere innamorati della vita
Essere innamorati della vita significa vivere l’amore, perché l’amore è la ragione di ogni esistenza, di ogni persona che viene al mondo. Dà senso ad una lacrima, ad un sacrificio, alla speranza… senza l’amore non ci sarebbe il perdono... Amare significa donarsi senza riserve, senza chiedere nulla in cambio. Semplicemente amare. Sapere che, dove vive l’amore, non muore mai la speranza. Sapere che la vita comincia, quando l’amore diventa realtà.
Preghiera La vita nuova Voi siete risorti con Cristo, cercate le cose del cielo... non quelle della terra... Ormai siete uomini nuovi e Dio vi rinnova continuamente... per rendervi simili a colui che vi ha creati. (cf Col 3,1-2.10).
O Padre, nel Battesimo tu mi hai reso conforme a Gesù, tuo Figlio, e mi hai donato lo Spirito: come incenso salga a te la mia preghiera. Vieni, Spirito di vita, e rinnova l'opera della creazione. Infondi in me la tua forza per portare nel mondo più giustizia e amore. Vieni, Spirito di sapienza, e rendi la tua Chiesa docile al Vangelo. Effondi su di me un raggio della tua luce per capire e vivere la parola di Gesù. Vieni, Spirito di amore, e dona alla tua Chiesa la pace e l'unità. Accendi in me il fuoco del tuo amore perché sappia amare come Gesù ha amato. Vieni, Spirito di risurrezione: con la tua potenza hai vinto la morte e hai risuscitato Gesù. Vieni e apri il mio cuore alla speranza della vita eterna.
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Racconto La moglie perfetta Mulla Nasrudin era seduto nel negozio del tè quando arrivò un vicino per parlare con lui. "Sto per sposarmi, Mulla", gli disse l'amico, "e sono molto eccitato. Tu non hai mai pensato di sposarti?". Nasrudin rispose: "Sì, ci ho pensato. Quand'ero giovane lo desideravo molto. Volevo trovare la moglie perfetta. Mi sono messo in viaggio per cercarla e sono andato a Damasco. Là ho incontrato una bella donna piena di grazia, gentile e molto spirituale, ma che non conosceva il mondo. Allora mi sono rimesso in viaggio e sono andato a Isphahan. Là ho incontrato una donna che era sia spirituale che mondana, bella sotto molti punti di vista, ma non riuscivamo a comunicare. Alla fine sono andato al Cairo e dopo molte ricerche l'ho trovata. Era profonda di spirito, piena di grazia, bella sotto tutti i punti di vista, a suo agio sia nel mondo che nei regni che lo trascendono. Sentivo di aver trovato la moglie perfetta". L'amico gli fece un'altra domanda: "Allora perché non l'hai sposata, Mulla?". "Ahimè" disse Nasrudin scuotendo la testa, "anche lei stava cercando il marito ideale". Amare significa accogliere l’altro con il suo modo di essere, la sua diversità, i suoi difetti... e non pretendere che corrisponda alla copia ideale di qualche nostro sogno.
Canzone: Vivere la vita (Gen Verde) Vivere la vita con le gioie e coi dolori d’ogni giorno: è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell’amore è il tuo destino: è quello che Dio vuole da te. Fare insieme agli altri la tua strada verso lui, correre con i fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore: è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generare ogni momento il Paradiso: è quello che Dio vuole da te. Vivere perché ritorni al mondo l’unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere perché ritorni al mondo l’unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai, una scia di luce lascerai.
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MESE DI GIUGNO Marcellino, il decoratore della nostra casa Cominciamo il mese con la preparazione della festa di San Marcellino. In tutto il mondo, dall’inizio del mese, la figura di Marcellino emerge come la persona alla quale rivolgiamo i nostri sguardi. Tutto ciò ha un significato ben preciso. Il 6 Giugno la famiglia Marista ha da sempre celebrato la sua festa e, inoltre, dal 18 Aprile 1999, la sua celebrazione ha assunto un significato più ampio: con la sua canonizzazione la Chiesa lo ha proclamato modello di vita evangelica per tutta la Chiesa Universale; come dire che il carisma Padre Champagnat (il suo modo di vivere il Vangelo) non appartiene più solo alla Famiglia marista, ma al mondo intero. Quest’anno nel quale insieme abbiamo lavorato alla costruzione personale, e a fondare una solida casa di tutti, vogliamo che lui sia per noi IL DECORATORE, cioè colui che dà il tocco finale alla costruzione e che la rende bella agli occhi di tutti. Perché questo si realizzi, dobbiamo conoscere quali sono i tratti caratteristici del Padre Champagnat per farli nostri nella vita di ogni giorno. Per conoscerli, basta ripensare agli episodi della sua vita che abbiamo conosciuto nel corso dell’anno… proviamo a ricordare come lui si è comportato in alcuni momenti significativi della sua vita…
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30 Maggio - 4 Giugno ALL’INCONTRO CON MARCELLINO Giorno speciale: martedì 31: festa della Visitazione Motivazione All’inizio della settimana incontriamo la Buona Madre che ci affida nelle mani di uno dei suoi figli più prediletti e importanti per noi: Marcellino Champagnat. Questa settimana saremo invitati a preparare la festa di San Marcellino del 6 giugno. Cerchiamo di non limitarci esclusivamente ai segni della festa, ma di comprendere il perché, il vero motivo per il quale lo festeggiamo. 3 1 m a g gi o: festa della Visitazione (Luca 1, 39 - 45) Tu sei benedetta fra le donne E benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». G: Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù”. Sono le parole che Elisabetta ha detto a Maria nel momento in cui le due cugine si sono incontrate. Maria va a casa di Elisabetta e le porta, con la sua presenza affettuosa, il dono della presenza di Dio. Elisabetta lo comprende e benedice Maria e il figlio che lei porta dentro di sé. L1: L2: L3: L4: G:
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù. Che gioia averti a casa mia, Maria, mi porti un regalo immenso! Che fortuna che hai Maria e che fortuna ho io che posso accoglierti a casa mia! Grazie, Maria, che sei venuta a trovarmi: mi porti la luce e il calore della presenza di Dio! Anche noi, che portiamo dentro di noi Gesù, il tesoro prezioso, possiamo essere portatori di Lui in ogni ambiente in cui operiamo. Anche noi possiamo rivivere oggi il momento della visita di Maria alla cugina Elisabetta: ogni volta che siamo capaci di “metterci in viaggio” verso gli altri, uscendo da noi stessi; ogni volta che sappiamo dire una parola che tira su il morale, che fa tornare il sorriso…
Preghiamo perché la nostra vita sia per gli altri una visita gradita che porta gioia. Ripetiamo insieme: Fa’ o Signore, che la nostra vita sia un messaggio di gioia L1: L2:
Aiutaci ad uscire da noi stessi per andare verso chi soffre a causa della solitudine, della tristezza, del bisogno di affetto. Ti preghiamo: Fa’ o Signore… Aiutaci a portare il sorriso sulla bocca dei nostri compagni, amici e familiari. Ti preghiamo: Fa’ o Signore…
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L3: L4:
Aiutaci ad essere per gli altri una persona amica, capace di ascolto, di aiuto, di conforto, di consiglio. Ti preghiamo: Fa’ o Signore… Fa’ che riconosciamo la tua presenza dentro di noi e sappiamo comportarci da persone abitate da Dio, che sentono il bisogno di comunicarlo a tutti. Ti preghiamo: Fa’ o Signore… Concludiamo con la recita dell’AVE MARIA che adesso avrà per noi un significato nuovo.
Vangelo: Matteo 28, 16 - 20
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Tema Marista 6 giugno 1840: la lampada si spegne E' l'alba del 6 giugno 1840. Marcellino è molto ammalato e dice al Fratello che lo sta curando: - Fratello, la lampada si sta spegnendo. - No, Padre, la lampada brucia normalmente. - Ma come?, non riesco più a vederla, avvicinamela un po'. Gliel’avvicina, ma il Padre non riesce a vederla. - Capisco, - aggiunge con la poca voce che gli resta - è la mia vista che se ne sta andando. E' giunta ormai la mia ora; Dio sia benedetto! Sono le quattro e trenta e i Fratelli, come di consueto, sono riuniti nella cappella per la preghiera del mattino e stanno cantando la "Salve Regina". Per Marcellino è l'ora di lasciare la terra per volare in cielo. Nel cuore di tutti risuonano ancora le frasi del suo testamento spirituale: Vi supplico, Fratelli carissimi… (nella prossima settimana i suoi ultimi desideri di Padre) Preghiera a San Marcellino
San Marcellino, che fin da giovane volesti rispondere con generosità alla chiamata di Dio, che creasti una comunità di fratelli sotto il segno della fratellanza, che fondasti l’Istituto Marista per educare i bambini e i giovani specialmente quelli più bisognosi, ti preghiamo, intercedi presso Dio e Maria, la nostra Buona Madre, affinché sappiamo rispondere al suo progetto d’amore nella nostra vita, affinché sappiamo condividere la tua missione in favore dei poveri e dei bisognosi.
Solidarietà (di Tolstoj)
Il nonno era diventato molto vecchio. Le sue gambe si indebolivano sempre di più, vedeva e sentiva sempre meno, aveva molta difficoltà ad inghiottire e gli tremavano le mani. Un giorno, al momento del pranzo, mentre la nuora gli passava la scodella, il nonno la fece
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cadere e si ruppe in tanti pezzi. Lei cominciò a rimproverarlo dicendo che rompeva tutto, e che da quel giorno lo avrebbero fatto mangiare in una bacinella di plastica. L'anziano, mortificato, sopportò senza dire una parola. Seguì un momento di silenzio imbarazzante... poi il figlioletto lentamente si chinò a terra e cominciò a raccogliere i cocci della scodella... Mosso dalla curiosità, il padre gli domandò: "Che cosa fai, figlio"? Il bambino, senza alzare la testa, rispose: conserverò questi cocci per quando sarete vecchi." Il padre e la madre si guardarono e si sentirono tanto imbarazzati che cominciarono a piangere. Chiesero perdono al nonno e al loro figlioletto e, da quel giorno, le cose cambiarono completamente. Il bambino aveva dato loro una grande lezione di sensibilità e di buon cuore.
Parabola I due lupi Una sera un uomo anziano confidò al suo giovane nipote la storia di una battaglia che si combatteva all'interno del suo cuore: «Figlio mio, ciò che si combatte dentro di me è una battaglia fra due lupi: Il primo malvagio è pieno di invidia, collera, angoscia, rimorsi, avidità, arroganza, sensi di colpa, orgoglio, sentimenti d'inferiorità, menzogna, superiorità e egocentrismo. Il secondo buono è pieno di pace, amore, disponibilità, serenità bontà gentilezza benevolenza, simpatia generosità compassione verità e fede». Il bambino un po' disorientato pensò per un minuto e chiese: «Chi è colui che vince?». Il vecchio rispose semplicemente: «E' colui che nutro».
Canzone: Familia MARISTA
AMAOS COMO YO OS HE AMADO, CON EL CORAZÓN ABIERTO, CONSTRUYENDO ENTRE TODOS LA FAMILIA DE MARÍA. (2)
No podemos renunciar a lo que otros nos dejaron. Marcelino vive hoy a través de nuestros brazos. Debemos continuar lo que ellos comenzaron. Donde haya un hermano, allí tengo yo mi casa, con el pan y con el vino celebramos el encuentro. Es un signo de familia acoger al que ha llamado. Son testigos de esperanza los tres puestos que anhelamos: una CRUZ en el camino, y el sentir de cada hermano, el BELÉN de cada día y el ALTAR de nuestras manos.
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6 - 11 Giugno CONTEMPLIAMO LA VITA DI MARCELLINO Giorno speciale: 6 giugno: Festa di San Marcellino Champagnat Motivazione La vita di San Marcellino ci appassiona! Vogliamo essere come lui discepoli di Gesù e attenti a chi è nel bisogno. Vogliamo fare delle sue attitudini e dei suoi valori la sfida della nostra vita. Vogliamo che gli elementi della sua spiritualità - lo spirito di famiglia, la semplicità, la fiducia incondizionata in Maria, l’amore per il lavoro... - diventino parte della nostra vita. 6 giugno: Festa di San Marcellino Champagnat
Oggi tutto il mondo marista è in festa per celebrare la “vita”, cioè la presenza vivente di Marcellino Champagnat in mezzo a noi. Quanti sono gli alunni delle scuole mariste nel mondo? Centinaia di migliaia! Oggi vogliamo tenerli tutti presenti nella nostra preghiera; in Italia, in particolare ricordiamo i nostri amici della Scuola Marista di Genova che porta il nome di “Champagnat”, gli alunni delle Scuole di Cesano Maderno e di Binzago (provincia di Milano), delle Scuole di Viterbo e di Taormina che anche loro celebrano oggi la loro festa. Dal Testamento Spirituale di Marcellino Champagnat Al termine di questo anno scolastico durante il quale abbiamo approfondito la conoscenza
del Padre Champagnat, ci lasciamo con la sua ultima lettera, non spedita, ma letta ai Fratelli raccolti intorno a lui negli ultimi istanti della sua vita: è il suo testamento spirituale. È un massaggio che attraversa il tempo per giungere fino a noi, un messaggio che ci riguarda… tutti! Vi supplico, Fratelli carissimi, con tutto l'affetto dell'anima e per tutto il bene che mi volete, di fare in modo che la santa carità regni sempre in mezzo a voi. Amatevi gli uni gli altri come Gesù Cristo vi ha amati. Non vi sia tra voi che un cuore solo ed uno spirito solo. Che si possa dire dei Piccoli Fratelli di Maria, come dei primi cristiani: "Vedete come si amano!". E' il più ardente desiderio del mio cuore in questi ultimi istanti di vita. Sì, Fratelli carissimi, ascoltate le ultime parole del vostro Padre: sono quelle del nostro amato Salvatore: "Amatevi gli uni gli altri". Vivete sempre alla presenza di Dio. Siate semplici. Che una devozione tenera e filiale per la nostra buona Madre vi animi in ogni momento ed in ogni circostanza. Fatela amare ovunque, per quanto vi sarà possibile. Siate per i giovani amici e modelli di vita. Amate la vostra vocazione e siate fedeli: Gesù e Maria vi accompagneranno.
Vangelo: Giovanni, 20, 19 - 23
Gesù ci invia per farlo conoscere, per estendere il suo Regno, ciascuno secondo le sue possibilità e vocazione. Tutti siamo chiamati. Per compiere questa missione ci invia il suo Spirito La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al
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vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tema mariano Maria di Nazareth… al seguito di Gesù (5) Siamo arrivati all’ultima puntata delle mie “confidenze”. Nel Vangelo non si parla più di me (eccetto che nell’ultimo episodio di cui vi parlerò tra breve), ma questo non vuol dire che ho lasciato Gesù andarsene per i fatti suoi. L’ho seguito ovunque e pian piano ho scoperto qual era la missione che Dio gli aveva assegnato, quella di annunciare al mondo il suo Amore di Padre. Sì, certo, una missione bellissima, ma che alla fine gli è costata la vita… L’Amore a questo conduce; e quando si ama fino in fondo non si può tornare indietro e Gesù lo sapeva benissimo. Ed io? Anch’io pian piano avevo capito tutto! E avevo capito anche con chiarezza la mia missione, quella di essere al suo fianco, sempre… fin sotto la croce! Solo una mamma può immaginare il mio dolore nel vederlo in quello stato e non poter fare nulla per lui! Che tristezza anche vedere che tutti l’avevano abbandonato, anche gli amici più cari! Solo Giovanni era rimasto fedele ed era accanto a me; prima di morire, fu a lui che Gesù mi affidò. Fu lì, sotto la croce che pronunciai il mio ultimo “sì” a Dio, sicuramente molto più cosciente di quello pronunciato la prima volta dinanzi al suo messaggero. Lo Spirito Santo aveva compiuto in me grandi cose, ma non solo allora, quando misi al mondo Gesù… tutta la mia vita, lo avrete ormai capito, è stata una risposta di amore a Lui. Al seguito di Gesù mi son lasciata trasformare fino a rispondere interamente al progetto che Dio aveva su di me. E voi? Nulla di diverso… il compito che vi aspetta è lo stesso! Non rimanete lì a bocca aperta, questa è la realtà per ogni persona che viene al mondo. Coraggio! Non vi farò mancare il mio aiuto, ve lo prometto!
Inno alla vita (Madre Teresa) La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo. La vita è preziosa, conservala. La vita è una ricchezza, conservala. La vita è amore, godine. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala.
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La vita è un inno, cantalo. La vita è una lotta, vivila. La vita è una gioia, gustala. La vita è una croce, abbracciala. La vita è un’avventura, rischiala. La vita è pace, costruiscila. La vita è felicità, meritala. La vita è vita, difendila.
Preghiera Hai bisogno di me Hai bisogno di me. Ti sono accanto. Non puoi vedermi, ma sono la luce che ti permette di vedere. Non puoi ascoltarmi, ma parlo attraverso la tua voce. Non puoi sentirmi, ma sono l’energia che opera attraverso le tue mani. Sto operando in te, anche se ignori i miei sentieri. Sto lavorando, anche se non riconosci le mie opere. Non sono un estraneo. Non sono un mistero. È nel silenzio assoluto, dentro te stesso, che puoi riconoscermi. Sono qui accanto a te, ti ascolto, ti rispondo. Quando hai bisogno di me, ti sono accanto...
Racconto L'esperto (Bruno Ferrero) Un uomo decise, un giorno: «Voglio conoscere tutto e, se fosse necessario, farò il giro del mondo». Così disse e così fece. L'uomo si mise a percorrere il mondo. Dai più grandi professori imparò la geografia, la storia e l'intera gamma delle scienze. Scoprì la tecnica, si entusiasmò per la matematica, si appassionò all'informatica. Registrò su dischetti, video e CD tutto quello che aveva imparato e scoperto. Ritornò a casa soddisfatto e felice. Diceva: - Ora, conosco tutto! Qualche giorno dopo, fece visita ad un famoso personaggio, conosciuto in tutto il mondo per la straordinaria sapienza. L'uomo voleva confrontare il suo sapere con quello del saggio. Tirarono a sorte per sapere quale dei due avrebbe dovuto porre la prima domanda. La sorte designò il grande saggio, il quale si rivolse all'uomo e gli domandò: - Che cosa sai dell'amicizia? L'uomo ripartì, senza dire una parola.
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Sta ancora percorrendo il mondo. Amare è la sfida più ambiziosa dell'intera esistenza. La più intensa. La più soddisfacente. Dillo a quelli che ami: "Voglio farti sapere quanto sei importante per me. Tu solo puoi abbattere il muro dietro il quale mi sto nascondendo nella mia incertezza e solitudine. La convinzione di non valere nulla erige muri solidi. Ma mi hanno detto che l'amore è più forte di ogni muraglia, e in questo sta la mia sola speranza. Perciò abbatti questi muri con le tue mani salde ma gentili... non desistere. Ho bisogno di te".
CANZONE Cortó la roca: Canción-Oración Cortó la roca, hizo hermanos levantando una casa, una familia de trabajo y alabanza, con el ejemplo construyó fraternidad. Pero fue Dios el que vivía en el cuerpo de este hombre el que escuchaba, sonreía y daba fuerzas para amar. Porque el hombre sin dios, no es dueño de sí mismo. Porque el hombre sin dios conoce la derrota. Y es que el hombre sin dios no puede caminar. (2)