NUOVI PRINCIPI SUGLI INVESTIMENTI RESPONSABILI PER L'AGRICOLTURA

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NUOVI PRINCIPI SUGLI INVESTIMENTI RESPONSABILI PER L’AGRICOLTURA


VOLONTARI E TERZO MONDO Periodico trimestrale della Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario Direttore responsabile Agostino Mantovani Direzione, Redazione e Amministrazione FOCSIV, Via S. Francesco di Sales, 18 - 00165 Roma Tel. 06 6877796 - 867 - Fax 06 6872373 focsiv@focsiv.it - www.focsiv.it Copyright 1988 by FOCSIV Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 640 del 20.12.1996

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Si ringrazia Cefa Onlus, in particolare Giovanni Guidi, per i contributi messi a disposizione a seguito del Convegno Internazionale “La Terra bene comune. Gestione delle risorse, politiche agricole e cooperazione nell’era del Land Grabbing”, Bologna 26-27 ottobre 2012.


volontari

E TERZO MONDO

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NUOVI PRINCIPI SUGLI INVESTIMENTI RESPONSABILI PER L’AGRICOLTURA

EDITORIALE Andrea Stocchiero Dall’accaparramento della terra a nuovi principi per investimenti responsabili in agricoltura

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PRIMO PIANO Paolo De Castro Dall’abbondanza alla scarsità di cibo Tommaso Carifi Che cos’è l’agroecologia

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CONTRIBUTI NORD-SUD Godfrey Elisen Massay La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”. Il caso del bacino del Rufiji in Tanzania

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Sergio Funes Sulla certezza giuridica nelle aree rurali del Guatemala. Esperienze e proposte per migliorare la governance e la trasparenza degli investimenti privati nelle terre indigene

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Luciano Centonze Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agro-industriali nel Sud della Provincia di Nyanza, Kenya. Una opportunità per i piccoli produttori

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DOSSIER Ilario Rea Il difficile cammino della governance internazionale verso una regolamentazione degli investimenti in agricoltura: il ruolo della società civile e delle organizzazioni multilaterali

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DOCUMENTI “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale Background document sui principi degli investimenti agricoli responsabili nel contesto della sicurezza alimentare e nutrizionale

ONG Federate FOCSIV - Volontari nel mondo

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 EDITORIALE Andrea Stocchiero

Dall’accaparramento della terra a nuovi principi per investimenti responsabili in agricoltura

Negli ultimi anni l’imperativo etico della sicurezza alimentare per tutti si sta scontrando con la cosiddetta corsa alla terra, all’acqua, ai beni naturali. La terra è sempre più scarsa e oggetto di interessi diversi e tra loro in conflitto, a discapito delle comunità locali e dei più deboli. Gli interessi si mostrano attraverso operazioni di investimento per l’appropriazione della terra e dei suoi frutti. Una comunità internazionale attenta alla dignità dell’uomo e a favore del diritto al cibo non può non affrontare la questione della regolazione di questi investimenti, perché non tutti sono responsabili verso principi basilari come quello della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale. La situazione della sicurezza alimentare nel mondo è relativamente migliorata ma la dimensione della malnutrizione continua a rimanere inaccettabile. Secondo le ultime stime della FAO1 il numero di persone malnutrite è calato dal miliardo dei primi anni ’90 del secolo scorso ai circa 850 milioni nel periodo 2010-2012, e in termini relativi dal 23% della popolazione totale al 15%. Tuttavia si sta profilando un passaggio epocale dal periodo dell’abbondanza (per i più ricchi e i ceti medi) a quello della scarsità, che apre scenari di nuove povertà e conflitti. L’articolo di De Castro (presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo) illustra questo passaggio e sottolinea la necessità di costruire una nuova governance e politica globale per la sicurezza alimentare, che sia in grado di regolare, incentivare e sanzionare. Occorre stabilire un meccanismo per gestire i diversi interessi e conflitti sulla terra, stabilendo chiari principi e misure di intervento rivolte prioritariamente ad assicurare il diritto al cibo di tutti e per tutti. Il passaggio epocale verso la scarsità accresce ed aggrava il fenomeno del land grabbing, dell’accaparramento della terra, così come di risorse __________ * FAO, The state of food insecurity in the world, 2012

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EDITORIALE Dall’accaparramento della terra a nuovi principi per investimenti responsabili

essenziali come l’acqua, provocando l’espulsione e l’impoverimento dei contadini, la riduzione della biodiversità, il saccheggio dei beni comuni delle popolazioni locali (si vedano nei contributi dal Sud gli articoli di Massey e Funes, su casi di land grabbing rispettivamente in Tanzania e in Guatemala, e sull’esigenza di difendere i diritti sulla terra delle comunità locali). In aggiunta, il cambiamento climatico motiva il ricorso a fonti di energia rinnovabile tra cui l’utilizzo di biocarburanti. In questo modo la terra diventa una risorsa ancor più scarsa essendo oggetto di diversi interessi tra loro in conflitto: usare la terra per l’alimentazione o per produrre energia? E su cui si riversano gli interessi della grande industria agro-alimentare e dell’energia, e della finanza che le sostiene. Vi è perciò la necessità di aumentare la produzione di alimenti attraverso iniziative di rafforzamento delle capacità, di organizzazione sociale, di tutela e applicazione dei diritti delle comunità (si veda ad esempio l’esperienza di CEFA Onlus illustrata nell’articolo di Centonze), e la contemporanea trasformazione del modello di produzione e consumo, con l’adozione di misure di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, dando priorità al diritto e all’accesso al cibo. Nel dibattito scientifico si usa un nuovo termine, la resilienza dei sistemi socioeconomici e ambientali, e molte organizzazioni non governative (Ong) indicano nell’agro-ecologia quel nuovo modello di produzione alimentare che soddisfa il diritto al cibo e la sovranità alimentare delle comunità locali, riducendo la loro dipendenza da interessi etero diretti, e salvaguardando gli equilibri naturali. Si veda a proposito l’articolo curato da Tommaso Carifi. Per sostenere questa trasformazione e in particolare l’agro-ecologia, vi è bisogno di nuovi investimenti. Ma questi investimenti da chi possono provenire? La crisi finanziaria internazionale, cha ha colpito in particolare i paesi “ricchi”, sta riducendo la spesa pubblica e quindi anche le risorse disponibili per l’aiuto allo sviluppo. Di qui l’interesse della comunità internazionale per il coinvolgimento di investitori privati, e quindi delle multinazionali del settore agroalimentare. Si prevedono nuove misure di miscelamento di risorse pubbliche e private per finanziare investimenti in agricoltura. Il G8 ha lanciato una “nuova alleanza” tra paesi e multinazionali per la sicurezza alimentare, che è molto criticata dalla società civile perché prefigura in realtà un nuovo regime di affari sulle risorse del Sud. Contemporaneamente è allora necessario definire un quadro di regole che favorisca investimenti rivolti ad assicurare veramente la sicurezza alimentare delle comunità locali nella tutela dell’ambiente. Diversi organismi hanno cominciato a cercare di definire una governance internazionale per la regolamentazione degli investimenti affinché siano responsabili verso i diritti umani e la

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 natura. L’articolo di Ilario Rea presenta queste iniziative e le critiche della società civile che sottolineano la preminenza da dare agli investimenti dei piccoli agricoltori locali, piuttosto che alle grandi multinazionali. La questione va affrontata a livello globale. Emerge il ruolo del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (CMSA), che comprende tanto gli stati nazione quanto gli attori privati e della società civile, per dotarsi di una politica globale per l’alimentazione, e soprattutto per accelerare l’adozione concreta di nuovi principi per regolare la realizzazione di investimenti responsabili per l’agricoltura. Si presenta quindi alla fine di VTM la “bozza zero” del documento sui principi degli investimenti agricoli responsabili, promossa dal CMSA, che sarà discussa dalla comunità internazionale a partire da quest’anno per arrivare ad una sua approvazione verso la fine del 2014. I principi si rivolgono a tutti i protagonisti degli investimenti, dalle multinazionali ai piccoli agricoltori locali, dagli Stati ai centri di ricerca, alle istituzioni finanziarie. I principi mirano a far sì che gli investimenti siano diretti a migliore la sicurezza alimentare per tutti (principio 1), favorendo la sostenibilità ambientale (principio 2), promuovendo una crescita inclusiva (principio 3), e rispettando le culture e i diritti dell’uomo (principio 4). Questo attraverso il buon governo (principio 5), la coerenza delle politiche (principio 6), la partecipazione soprattutto dei gruppi più vulnerabili (principio 7), l’adozione di meccanismi di monitoraggio e miglioramento delle politiche (principio 8), e di accesso non discriminatorio a procedure di garanzia e di risarcimento equo ed efficace (principio 9). Per questo sono necessarie misure di coordinamento e partenariato (principio 10), con il sostegno di organismi internazionali, soprattutto a favore dei piccoli produttori (principio 11), e richiamando la responsabilità di tutti a rispettare le norme e le raccomandazioni (principio 12). L’impianto qui riassunto appare comprensivo ma la discussione sui termini precisi di questi principi è accesa e oggetto di conflitti tra i diversi attori. La declinazione in un modo o nell’altro di questi principi può infatti privilegiare alcuni a danno di altri. Le opinioni sulle misure da adottare sono diverse. Gli effetti di questi principi (ancorché volontari) possono inoltre essere differenti a seconda dei contesti. Sarà dunque importante seguire il dibattito e, per quanto possibile, intervenire su di esso, attraverso la rappresentanza della società civile. Per questo la FOCSIV è impegnata a sostenere il riconoscimento del ruolo dei piccoli agricoltori e l’adozione di investimenti per l’agro-ecologia, sia nel quadro del Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare (CISA), sia nell’ambito dell’alleanza delle Ong cattoliche di sviluppo (CIDSE), e attraverso di loro nel Meccanismo della Società Civile che segue il Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare.

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PRIMO PIANO PRIMO PIANO

volontari volontari E TERZOE MONDO TERZO MONDO 1-2 2013 1 2013


volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 On. Paolo De Castro Presidente Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo

Dall’abbondanza alla scarsità di cibo

Siamo all’inizio di una nuova corsa alla terra che avrà effetti drammatici sugli equilibri mondiali e soprattutto per le popolazioni più povere. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione sui fenomeni dell’aumento e della volatilità dei prezzi dei beni alimentari che, oltre la questione speculativa, sono un segnale della corsa all’accaparramento della terra e dell’acqua. L’alimentazione e il diritto al cibo sono e saranno sempre di più nel L’aumento della volatilità dei futuro una questione globale di conprezzi dei beni alimentari è un flitto o cooperazione tra paesi per segnale della corsa all’accaparramento della terra assicurarsi la sicurezza alimentare e dell’acqua delle proprie popolazioni. Una questione geopolitica di primo piano con effetti importantissimi per la vita delle persone e soprattutto di tutti coloro, al sud e al nord, che hanno difficoltà ad accedere ad una alimentazione sana e che sono vulnerabili all’andamento dei prezzi e delle disponibilità alimentari.

L’accaparramento della terra, il land grabbing, è un fenomeno recente, che si è affermato progressivamente dalla seconda metà degli anni ‘90. Ma, soprattutto, è un fenomeno che coinvolge tutto il mondo e che registra un passaggio epocale dall’era dell’abbondanza a quella della scarsità della terra e del cibo.

Il land grabbing è un fenomeno recente che si è affermato progressivamente dalla seconda metà degli anni ‘90

Fino agli anni ‘90 la produzione di cibo continuava ad essere superiore alla domanda. Il problema della sicurezza alimentare riguardava la redistribuzione del cibo perché le principali cause del mancato accesso all’alimentazione erano la diseguaglianza, l’esclusione sociale, la povertà, a fronte di una effettiva e sufficiente disponibilità alimentare a livello mondiale.

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PRIMO PIANO Dall’abbondanza alla scarsità di cibo

Negli anni ‘90 avviene il passaggio ad un’epoca di maggiore instabilità, la domanda cresce maggiormente dell’offerta alimentare causando uno squilibrio strutturale. I dati mostrano che, dalla metà degli anni ’90, la tendenza dei prezzi delle principali commodities è cambiata, crescendo prima gradualmente per poi impennarsi dal 2005, sfociando nella crisi del 2007 e 2008. Se dalla crisi petrolifera dei primi anni ’70 i prezzi alimentari hanno segnato una diminuzione di circa il 110%, dagli anni ’90 si è registrato invece un incremento del 100% (vedi grafico1). La crisi ha avuto anche aspetti congiunturali (siccità e speculazioni), ma quello che qui importa evidenziare è che si tratta di una trasformazione strutturale di lungo periodo. La tendenza all’aumento dei prezzi segnala che la produzione non riesce a soddisfare una domanda sempre più grande e orientata verso beni alimentari animali.

Grafico 1

Questo cambiamento si deve soprattutto all’accesso ad una dieta alimentare più orientata alle proteine alimentari da parte del nuovo ceto medio in diversi paesi emergenti. Il reddito pro capite delle economie emergenti è in aumento e continuerà ad aumentare anche se in maniera non uniforme. A livello mondiale i gusti in materia di alimentazione si vanno uniformando per numerose ragioni tra cui la diffusione delle abitudini alimentari dell’Europa e del Nord America: in particolare è in aumento il consumo di carne, latte e prodotti caseari. Questo implica in maniera puntuale una crescita della domanda di derrate agricole (di 5-6 volte) che contengono le proteine vegetali di cui si nutrono gli animali e un crescente consumo di acqua.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Grafico 2

Crescono i consumi diretti e indiretLa Cina, negli ultimi 50 anni, ti di proteine animali e vegetali. Auha superato gli Stati Uniti nel menta il consumo diretto di carne: consumo di carne, arrivando a ad esempio, la Cina ha superato gli consumarne 70 milioni di Stati Uniti negli ultimi 50 anni arritonnellate all’anno vando a consumare 70 milioni di tonnellate di carne, quasi il doppio di quanto consumato negli USA (grafico 2). Questa ha una ripercussione nella produzione di proteine vegetali.

Infatti, crescono i consumi indiretti, ovvero la produzione e il consumo di proteine vegetali per nutrire gli allevamenti, e sostenere quindi l’offerta di carne. Sempre con riferimento alla Cina è impressionante il crescente squilibrio tra produzione e consumo interno che ha portato alla necessità di importare ben 57 milioni di tonnellate di soia nel 2010 (grafico 3).

Grafico 3

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PRIMO PIANO Dall’abbondanza alla scarsità di cibo

La figura 4 mostra come nei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e L’aumento della popolazione e Cina) il consumo di beni come lo la convergenza delle diete zucchero, la carne, il latte e suoi alimentari stanno sconvolgendo derivati, cresca oramai dal 3 al l’equilibrio alimentare mondiale 5% all’anno, coinvolgendo quasi metà della popolazione del pianeta. Le dimensioni del fenomeno sono quindi eccezionali. L’aumento della popolazione e la convergenza delle diete alimentari stanno sconvolgendo l’equilibrio alimentare mondiale, e lo sconvolgeranno ancor di più nei prossimi anni.

Figura 4

In Europa la politica agricola comune è progressivamente scivolata verso un approccio liberista di corto respiro che non tiene conto di queste tendenze di lungo periodo. Intanto, sono aumentate progressivamente le importazioni di risorse primarie dai mercati internazionali, e gli allevamenti, la carne e il latte europeo, dipendono dai mangimi prodotti all’estero. E questo induce anche l’Unione europea (UE) a prevedere misure per aumentare la sua capacità di accedere a risorse strategiche (terra, acqua, materie prime alimentari) nei paesi che hanno queste disponibilità. Bisogna aggiungere che il cambiamento strutturale verso un’era della scarsità, porta diversi paesi produttori di alimenti a dare priorità al mercato interno re1 stringendo le esportazioni. Queste restrizioni alle esportazioni creano panico ???? __________

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 sui mercati e determinano rialzi incredibili dei prezzi. Ad esempio l’incremento dei prezzi dei cereali in Europa del 2010-2011 ha molto a che vedere con le limitazioni alle esportazioni della Russia e dell’Ucraina. Vi è quindi la necessità di assicurarsi l’accesso ai beni alimentari senza però legarsi unicamente al commercio internazionale, subendo la volatilità dei prezzi e riducendo così la propria sovranità, ma tornando ad aumentare la produzione interna. Occorre allora aumentare la produttività agricola al sud come al nord del mondo e si stanno studiando diversi sistemi. L’intensificazione agricola sostenibile, ad esempio, cerca di far crescere l’efficienza, di produrre di più riducendo l’uso di risorse finite come l’acqua e la terra, conservandole per le generazioni future. Le turbolenze dei mercati e la disponibilità di risorse strategiche portano ad È necessario che i Paesi una relativa concentrazione della proEuropei si assicurino duzione alimentare: alcuni paesi, per l’accesso ai beni alimentari assicurarsi una produzione capace di tornando ad aumentare la far fronte al consumo interno e per produzione interna trarre profitto dalla domanda proveniente da altri paesi, stanno aumentando la propria capacità produttiva in modo da contare di più sul mercato globale. Nel grafico 5 si vede come il Brasile stia diventando di gran lunga il maggiore produttore di zucchero e di carni bovine, e gli Stati Uniti di mais e carni suine, mentre la Nuova Zelanda di latte intero in polvere. Questa concentrazione equivale all’acquisizione di un potere importante negli equilibri internazionali.

Grafico 5

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PRIMO PIANO Dall’abbondanza alla scarsità di cibo

Contemporaneamente, per assicurarsi una maggiore produzione, si sta realizzando una corsa alla terra che coinvolge Stati e imprese multinazionali. Come già accennato si è accelerato il fenomeno dell’accaparramento di terra. Un fenomeno che rappresenta una grande questione democratica perché mette in discussione la proprietà collettiva, le istituzioni e i sistemi di rappresentanza tra comunità locali ed élite politiche nazionali, sotto la pressione di interessi esterni. Essa diventa così anche una questione geopolitica internazionale perché coinvolge l’intreccio di Stati e multinazionali in nuovi rapporti di forza per competere ed esercitare potere e controllo sulle risorse strategiche, o meglio sui beni comuni, a danno delle comunità locali e di chi rimane fuori dai processi di appropriazione. Sulla base di tali considerazioni si evidenzia la necessità di definire una nuova Global Food Policy e di accrescere la consapevolezza dei cittadini sulla sfida del secolo che è la sicurezza alimentare. Le risposte alla crisi comprendono diverse possibili misure su cui però è necessario costruire un accordo internazionale: dalla coltivazione di nuove superfici, al controllo delle nascite, dalla modificazione delle diete, al consolidamento della funzione economica dell’agricoltura, dalla revisione delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio a una strategia globale sulle scorte agricole. Serve una nuova politica globale sull’alimentazione, che preveda un maggiore coordinamento delle politiche nazionali, e la riduzione della volatilità dei prezzi.

Il fenomeno dell’accaparramento di terra diventa una questione geopolitica internazionale

Nella Strategia Europa 2020 vi è ancora poca consapevolezza sul Si evidenzia la necessità di problema della sicurezza alimentadefinire una nuova Global re, sulla sua drammaticità, sulle poFood Policy e di accrescere la consapevolezza dei cittadini ste in gioco a livello internazionale. sulla sicurezza alimentare L’Europa ha bisogno soprattutto di recuperare gli investimenti nell’innovazione e nella ricerca che avevano caratterizzato le sue politiche agricole negli anni ‘70 e ‘80. Occorre ridefinire nuovi interventi nel settore dell’innovazione e delle politiche agricole, in linea con quanto stanno facendo in questo momento la Cina, l’India e il Brasile, e approfondire gli studi in materia di sprechi alimentari, risparmio, consumo, riciclo dell’acqua e tecniche agronomiche, che si pongono obiettivi di una maggiore produzione con minore impatto ambientale.

L’efficienza energetica, è ampiamente riconosciuto, può rappresentare una

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 grande opportunità economica portando ad una migliore sicurezza ambientale. L’Europa dovrebbe appoggiare la realizzazione di strategie di crescita verde da parte di molti dei governi dei paesi in via di sviluppo, per promuovere la salvaguardia e l’utilizzo sostenibile delle risorse idriche, l’agricoltura sostenibile, e l’energia pulita.

Occorre definire nuove politiche agricole per aumentare la produzione riducendo l’impatto ambientale

L’UE dovrebbe modificare sostanzialmente la sua politica energetica disincentivando le produzioni di agro combustibili a favore di energie rinnovabili che non implichino l’accaparramento della terra. Nuova attenzione deve essere posta all’utilizzo delle fonti rinnovabili e a investimenti mirati per impianti che trasformano sottoprodotti, eliminando i rischi legati al consumo di quelli alimentati a biomasse coltivate. La crescente scarsità della terra sta accelerando la corsa alla sua appropriazione. Si accelera così la concorrenza tra Stati con le proprie industrie alimentari per assicurarsi terra e produzioni di cibo e agro-carburante. Nella figura 6 si evidenziano i principali paesi investitori (Cina e paesi del Golfo) nell’acquisizione o affitto di terre e i paesi target (soprattutto africani).

Figura 6

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PRIMO PIANO Dall’abbondanza alla scarsità di cibo

L’uso insostenibile delle terre, dell’acqua e dell’energia sta minacciando la sicurezza alimentare dei più poveri e più vulnerabili. Sono indispensabili interventi mirati per un efficiente utilizzo delle scarse risorse disponibili e per la regolamentazione della gestione dei suoli. Infine, l’UE dovrebbe ripensare la sua politica agricola e più a fondo il suo modello di produzione e consumo a favore di sistemi agro-ecologici, di diete alimentari più equilibrate e sane, con meno spreco di cibo, e che causano una minore importazione virtuale di terra. Il sostegno al reddito dei contadini, in particolare di quelli più piccoli, di giovani e donne, dovrebbe andare di pari passo con la promozione di un’agricoltura più verde e attenta al territorio, alla sua cultura, alla sua vitalità. In modo coerente, tanto in Europa quanto nei paesi del sud.

F impone alle ONG e alle organizzazioni della società civile di eserciTutto ciò tare con più forza la loro voce e di sostenere le lotte dei movimenti contadini e di chi si oppone alla corsa alla terra, per discutere nuove politiche che sappiano rispondere alle nuove scarsità per una gestione collettiva di beni comuni e delle scorte alimentari, per mercati e prezzi che non siano oggetto di speculazioni, per una politica globale alimentare.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Tommaso Carifi

Che cos’è l’Agroecologia?

L’Agroecologia è una disciplina teorico-pratica che scaturisce dalle differenti esperienze sulla produzione agricola biologica che hanno attraversato il secolo scorso e quello attuale. Miguel Altieri, noto entomologo studioso e attivista dell’agroecologia definisce la scienza dell’agroecologia come l’applicazione di concetti ecologici alla gestione e alla progettazione degli agro-ecosistemi. L’agroecologia è quindi una disciplina scientifica che utilizza la teoria ecologiL’Agroecologia è una ca per studiare, progettare, gestire e disciplina che scaturisce valutare i sistemi agricoli e che osserva dalle differenti esperienze gli elementi di un ecosistema agricolo e sulla produzione agricola le interazioni tra di essi per probiologica porre principi e metodi di lavoro.

Questi principi e metodi prendono in considerazione non solo l’aspetto produttivo ma la dimensione ecologica, tecnica, socioeconomica e culturale dell’agroecosistema1. La ricerca agroecologica rileva tutte le interazioni tra le componenti biofisiche, tecniche e socioeconomiche dei sistemi di produzione agricola e analizza i cicli minerali, le trasformazioni energetiche, i processi biologici e le relazioni socio-economiche nel loro complesso e in maniera interdisciplinare. L’Agroecologia è quindi uno studio olistico degli agroecosiIl metodo agroecologico prende in stemi che comprende tutti considerazione non solo l’aspetto gli elementi ambientali e umaproduttivo ma anche la dimensione ni. Si concentra sulle dinamiecologica, tecnica, socioeconomica e culturale dell’agroecosistema che, le forme e le funzioni delle loro interrelazioni e dei processi in cui sono coinvolte. Implicita nella ricerca agroecologica è l’idea che, attraverso la comprensione di queste relazioni e processi ecologici, gli agroecosistemi possano essere utilizzati per migliorare la produzione e

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http://www.agricolturaorganica.it/agroecologia/

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PRIMO PIANO Che cos’è l’Agroecologia?

renderla più sostenibile, con un minor impatto ambientale o sociale e con un minore utilizzo di input esterni.2

Gli obiettivi dell’Agroecologia riguardano il I processi ecologici mantenimento di un’agricoltura produttiva che possono migliorare dovrà sostenere i rendimenti e ottimizzare l’uso la produzione e delle risorse locali, riducendo al minimo gli imrenderla più patti ambientali e i più problematici risvolti sosostenibile cio-economici causati da un sovrautilizzo delle moderne tecnologie agricole. Perché l’agricoltura moderna concentrata in maniera esclusiva verso obiettivi di massimizzazione del profitto ha generato problemi ambientali, e le moderne tecnologie agricole sempre più spesso non incontrano le esigenze socio-economiche degli agricoltori più poveri. Le nuove sfide del settore agricolo non si pongono su un piano meramente tecniLe moderne tecnologie co ma riguardano la sua capacità di agricole sempre più relazionarsi con nuovi aspetti sociali, spesso non incontrano le culturali, economici e soprattutto amesigenze socio-economiche bientali. Le questioni concernenti la prodegli agricoltori più poveri duzione agricola non possono essere considerate separatamene dalla questione ambientale. In questo senso è importante definire un nuovo approccio allo sviluppo che possa provvedere ai bisogni alimentari delle generazioni presenti e future prestando molta più attenzione alla disponibilità delle risorse naturali. L’approccio agroecologico, più sensibile allo sviluppo delle realtà agricole locali, fa leva su questi aspetti e definisce quali criteri di valutazione adottare oltre quello sui rendimenti, quali la sostenibilità ecologica, la sicurezza alimentare, la sostenibilità economica, la conservazione delle risorse e l’equità sociale assieme alla crescita produttiva.

Che cos’è l’agroecologia? L’agroecologia si occupa di un’agricoltura produttiva che ottimizza l’uso delle risorse locali, riducendo al minimo gli effetti negativi ambientali e socioeconomici delle pratiche intensive. L’agroecologia: • è un approccio olistico all’agricoltura ed al cibo e riflette la conoscenza e l’esperienza tradizionali dei contesti locali specifici;

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Miguel Altieri, 1995. Agroecology: The science of sustainable agriculture. Westview Press, Boulder, CO. Revised and expanded edition.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 • unisce ecologia, cultura, economia e società a sostegno della produzione agricola, di ambienti sani e di comunità vive; • applica i principi dell’ecologia alla formazione ed al mantenimento degli agrosistemi. I metodi dell’agroecologia comprendono l’agrosilvicoltura, il controllo biologico (controllo delle infestazioni e delle malattie con i predatori naturali), metodi di raccolta dell’acqua, le colture associate, il sovescio, sistemi misti di coltivazione ed allevamento, oltre a molte altre pratiche. Una delle caratteristiche comuni dei metodi citati è il basso impiego di input esterni. Per poter mettere in pratica le pratiche agroecologiche sono necessarie innovazioni tecniche, cambiamenti nelle politiche agricole e cambiamenti socioeconomici, ma, soprattutto, una migliore comprensione delle complesse interazioni a lungo termine tra le risorse, le persone ed il loro ambiente. Per raggiungere questa comprensione, l’agricoltura deve essere concepita come un sistema ecologico, oltre che socioeconomico. Fonte: Center for Agroecology and Sustainable Food Systems (UCSC), www.agroecology.org

I progetti che riguardano l’agroecologia hanno come principali finalità: la funzionalità e la produttività dell’azienda e dell’ecosistema, la preservazione della biodiversità, il riciclo dei nutrienti, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse locali, l’autosufficienza economica dell’azienda agricola. Queste devono essere perseguite ripartendo dall’attenzione per tutI progetti di agroecologia sono ti quegli elementi colturali che la rivolti alla preservazione della rivoluzione verde ha azzerato nel biodiversità, riciclo dei nutrienti giro di pochi decenni e dall’applie ottimizzazione dell’uso delle risorse locali cazione di nuove proposte fornite dalla ricerca scientifica. Vengono così recuperate pratiche indispensabili per l’equilibrio microbiologico e minerale del terreno come l’avvicendamento e l’uso di varietà rustiche e locali, affiancate da tecniche conosciute da qualche tempo dagli studiosi ma mai applicate su larga scala come la produzione in azienda di preparati e fertilizzanti naturali. Inoltre, la piantumazione di varietà locali di fruttifere e di siepi, spazzate via anch’esse dall’avvento dell’agricoltura industriale, contribuisce ad

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PRIMO PIANO Che cos’è l’Agroecologia?

aumentare la biodiversità all’interno dell’azienda e favorisce un maggior equilibrio dell’agroecosistema. La ricchezza organica e minerale del sottosuolo e la grande diversità specifica del soprassuolo rendono le colture più resistenti e meno suscettibili ad attacchi di malattie e insetti. In questo contesto il produttore, avvalendosi di nuove e antiche pratiche colturali, rende propedeutica la salvaguardia e la valorizzazione dell’ecosistema agrario alla qualità e quantità dei prodotti aziendali.3 L’agroecologia è un punto di partenza per la definizione di progetti agricoli futuri ed è importante rilevarne l’importanza in rapporto ai diritti di accesso ad una alimentazione adeguata.4 Lo studio presentato alla Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani5 sostiene che la produzione alimentare potrebbe perfino raddoppiare nel giro di una decina d’anni, se il mondo investisse in agricoltura su piccola scala e adottasse i criteri della agro-ecologia. Per garantire il diritto al cibo bisognerà anche rafforzare i piccoli agricoltori e le economie locali ed è necessario che «l’agricoltura non comprometta la sua capacità di soddisfare i bisogni futuri»: quindi salvaguardare la biodiversità, usare in modo sostenibile terra e acqua. Il cambiamento del clima, con sempre più frequenti siccità, alluvioni, piogge imprevedibili, «sta già avendo un grave impatto sulla capacità di certe regioni di nutrirsi. E sta destabilizzando i mercati». L’agricoltura convenzionale «non è più la scelta migliore», perché dipende da input costosi (fertilizzanti chimici, pesticidi), alimenta il cambiamento del clima ed è meno resistente agli shock climatici. L’adozione di un approccio ecologico facilita la realizzazione di sistemi alimentari che garantiscono la sicurezza alimentare mondiale. È importante, in questo senso attuare poLo studio presentato dal commissario De litiche che prevedaSchutter sostiene che la produzione no mirati investimenti alimentare potrebbe raddoppiare se il nella formazione e mondo investisse in agricoltura su piccola scala e adottasse i criteri della agroecologia nella ricerca agricola oltre ad offrire nuovi servizi. E’ necessario inoltre rivolgersi a quelle forme di organizzazioni sociali che incoraggiano il partenariato tra enti di formazione agraria e coltivatori, che mirano alla diffusione dei sistemi agricoli, che riconoscono la centralità del ruolo delle donne in un ambiente agro-economico favorevole e che

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http://nature.berkeley.edu/~miguel-alt/what_is_agroecology.html Human Rights Council, Sixteenth session, Agenda item 3, Promotion and protection of all human rights, civil, political, economic, social and cultural rights, including the right to development, Report submitted by the Special Rapporteur on the right to food, Oliver De Schutter. Ibidem

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 include tra i suoi obiettivi il rinnovamento del rapporto tra imprese agricole sostenibili e mercato equo.6 Nel testo Agricultural Transition: a different logic, l’autrice Un approccio ecologico facilita la realizzazione di sistemi alimentari Angela Hilmi introduce il quache garantiscono la sicurezza dro politico che potrebbe facialimentare mondiale litare l’adozione di modelli più sostenibili di questo tipo. In esso si stabilisce innanzitutto, la necessità di coinvolgere i contadini che per le loro di capacità pratiche nella lavorazione del terreno, sono in grado di generare forme endogene e autosostenibili di sviluppo. “Agricoltura contadina e produzione agricola aziendale sono due mondi a parte e rispondono ad una logica di produzione completamente diversa. Progettare le stesse politiche per questi due sistemi considerandoli come un’unica entità è un errore che pregiudica lo sviluppo dell’uno come dell’altro. Le principali differenze riguardano innanzitutto la dimensione valoriale: l’agricoltura contadina produce più valore rispetto a qualsiasi altro sistema di produzione, nei diversi luoghi e periodi. Senza l’agricoltura contadina molti terreni resterebbero inutilizzati. In secondo luogo l’agricoltura di tipo contadino si basa sulla natura vivente, ne esplora costantemente il potenziale ed è in grado di ampliarlo. Invece di distruggere la natura, i contadini convivono con essa proteggendone la biodiversità, gli ecosistemi, le acque, il suolo e le altre risorse strategiche. Infine si sottolinea come tali sistemi di produzione agricola sono parte di un’intricata rete di relazioni che offrono un importante stimolo alle economie locali, e che quindi traducono lo sviluppo dell’agricoltura contadina in un miglioramento delle condizioni di vita nelle zone rurali e nelle città vicine”.7

I principi e le pratiche dell’agroecologia hanno dimoL'autrice Angela Hilmi sostiene che strato la capacità di saper lo sviluppo dell'agricoltura contadina realizza un miglioramento gestire le sollecitazioni genedelle condizioni di vita nelle zone rate dalla crescita demografirurali e nelle città vicine ca, dalle forze di mercato, dalle spinte scientifiche e tecnologiche, dalla pressione degli eventi naturali e climatici. Molti dei sistemi basati sull’agroecologia si sono infatti dimostrati efficaci in termini produttivi e di resilienza e hanno in comune diversi elementi di sostenibilità, tra i quali: aumento continuo della produttività complessiva dell’azienda; riduzione del

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First Universal Session of the Governing Council/Global Ministerial Enviroment Forum United Nations Environment Programme, Nairobi, 18-22 February 2013. Angela Hilmi, Agricultural Transition a different logic, The More and Better Network, 2012.

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PRIMO PIANO Che cos’è l’Agroecologia?

rischio e aumento della resilienza in modo persistente; conservazione delle risorse naturali ed esaltazione di biodiversità e servizi ecologici; ottimizzazione dei cicli naturali e diminuzione della dipendenza da fonti non rinnovabili; prevenzione del degrado dei suoli e dell’ambiente. Questi benefici, economici e ambientali, si accompagnano inoltre al contributo alla sicurezza alimentare e al welfare rurale. Casi di studio in diverse aree geografiche (Cuba, Brasile, Filippine e Africa) dimoMolti dei sistemi basati strano come la rivitalizzazione delle sull’agroecologia si sono dimostrati efficaci in aziende di piccola scala in chiave agroetermini produttivi e di cologica esalti l’integrazione e i processi resilienza sociali che valorizzano la partecipazione e il rafforzamento delle comunità locali. Questo rafforza infine la convinzione che l’agroecologia sia ormai emersa come una delle strategie oggi più efficaci per disegnare sistemi agroalimentari biodiversi, produttivi e resilienti.8

Agroecologia in pratica AS-PTA (agroecologia e agricoltura familiare) lavora con le piccole comunità di agricoltori dal 1983, promuovendo l’agroecologia come strategia per sconfiggere l’insicurezza alimentare e la povertà. Nel suo programma di sviluppo locale, nella regione semi-arida del Brasile nordoccidentale, AS-PTA collabora con le organizzazioni regionali dei coltivatori, coinvolgendo più di 14 unioni cittadine e centinaia di associazioni comunitarie in una delle iniziative più grandi mai condotte da una ONG in Brasile. Tramite metodi partecipativi, l’organizzazione ha identificato gli ostacoli principali di queste comunità nella produzione e nella vendita, ne ha analizzato le cause alla radice e ha proposto soluzioni pilota. Uno dei problemi più gravi per questa regione è la scarsità d’acqua per il consumo umano e animale, oltre che per la produzione agricola. Una delle soluzioni migliori contro i frequenti periodi di siccità è stata identificata nella possibile raccolta dell’acqua, che comprende tecniche innovative, come le dighe sotterranee e i progetti di micro__________ 8

Altieri Miguel A., Funes-Monzote Fernando R. e Petersen Paulo, Agroecologically efficient agricultural system for smallholder farmers: contributions to food sovereignty, Agronomy for sustainable Development. Official journal of the Institut Nazional de la Recherche Agronomique (INRA).

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 irrigazione. Due strategie complementari importanti sono la diffusione delle varietà locali di semi più resistenti alla siccità e l’impiego della vegetazione locale per sfamare gli animali. Le analisi dei progetti di AS-PTA dimostrano un aumento dei redditi con la crescita della produzione ed un accesso maggiore ai mercati locali, oltre che un deciso miglioramento del benessere alimentare delle famiglie coinvolte. Soprattutto, AS-PTA ha rilevato che i partecipanti al programma sono diventati molto meno vulnerabili alla siccità, da quando hanno iniziato ad usare i metodi agroecologici. AS-PTA fa parte di una rete nazionale per lo sviluppo agroecologico e condivide i suoi metodi e le sue tecniche con altri partner della società civile. Questa rete (ANA) propone, a livello locale e nazionale, politiche pubbliche che promuovano lo sviluppo rurale sostenibile e migliorino le condizioni di vita delle famiglie contadine, che producono il 70% del cibo consumato in Brasile. www.aspta.org.br

Bibliografia Altieri M., 1995. Agroecology: The science of sustainable agriculture. Westview Press, Boulder, CO. Revised and expanded edition. Altieri Miguel A., Funes-Monzote Fernando R. e Petersen Paulo, Agroecologically efficient agricultural system for smallholder farmers: contributions to food sovereignty, Agronomy for sustainable Development. Official journal of the Institut Nazional de la Recherche Agronomique (INRA). Hilmi Angela, Agricultural Transition a different logic, The More and Better Network, 2012. Human Rights Council, Sixteenth session, Agenda item 3, Promotion and protection of all human rights, civil, political, economic, social and cultural rights, including the right to development, Report submitted by the Special Rapporteur on the right to food, Oliver De Schutter.

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PRIMO PIANO Che cos’è l’Agroecologia?

First Universal Session of the Governing Council/Global Ministerial Enviroment Forum United Nations Environment Programme, Nairobi, 18-22 February 2013. Food Security, poverty reduction, climate change: Placing Trocaire’s livelhoods work in context, Discussion Paper, June 2012.

Sitografia http://www.agricolturaorganica.it/agroecologia/ http://nature.berkeley.edu/~miguel-alt/index.html www.agroecology.org www.aspta.org.br

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CONTRIBUTI

NORD-SUD

volontari E TERZO MONDO 1-2 2013


CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

Godfrey Eliseus Massay,1 Istituto Hakiardhi

La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”. Il caso del bacino del Rufiji in Tanzania

Introduzione Le attuali ondate di massicce acquisizioni di terre su vasta scala a scopo commerciale nei paesi in via di sviluppo, in Africa e in altre parti del mondo, sono state etichettate con il termine “land grab” da numerosi studiosi, dai media e dagli attivisti della società civile. Alcuni studiosi hanno descritto questo fenomeno come la “nuova invasione dell’Africa”. Altri tuttavia hanno confutato tale affermazione per il solo fatto che le attuali offerte di terre sono state negoziate da Stati africani sovrani nell’esercizio dei poteri a loro conferiti sulla base delle vigenti leggi interne (Othiambo, 2011). Il Land Equity Movement in Uganda (LEMU) definisce il “land grab” come l’accumulo di terre detenute con mezzi illegali e/o illegittimi, ovvero semplicemente come terre deliberatamente e illegalmente sottratte agli aventi diritto (LEMU 2009,1). Tale definizione è stata applicata da Chambi e Baha (2011) anche in situazioni nelle quali l’acquisizione dei terreni è sanzionata alla luce del quadro normativo locale e dal sistema giuridico. La più recente definizione di “land grab” è stata adottata dalla International Land Coalition nella sua Dichiarazione di Tirana, per la quale il termine si riferisce ad acquisizioni o concessioni di terre effettuate (i) violando i diritti umani e in particolare i diritti all’eguaglianza delle donne; (ii) senza essere fondate sul consenso libero, preventivo e informato delle comunità che utilizzano le terre; (iii) senza una attenta valutazione, o che disattendono, l’impatto sociale, economico e ambientale anche nelle modalità con cui sono messe in atto; __________ 1

Relazione presentata al Convegno Internazionale CEFA “La Terra bene comune. Gestione delle risorse,politiche agricole e cooperazione nell’epoca del Land Grabbing” (Bologna, 26-27 ottobre 2012). L’autore è grato a due lavori che hanno ispirato questa relazione, lavori che sono stati curati rispettivamente dal Dr. Opportuna Kweka e dalla coppia formata dai Dr. Ng’wanza Kamata e Abdunuwasi Mwami. Tutti e tre fanno parte dell’organico accademico dell’ Università di Dar Es Salaam. L’autore, laureato all’Università di Dar Es Salaam, è Responsabile Programmi dell’Istituto HAKIARDHI. Può essere contattato all’indirizzo: massay@hakiardhi.org; oppure info@hakiardhi.org

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 (iv) senza contratti trasparenti, non specificanti impegni chiari e vincolanti sulle attività, sull’occupazione e sulla condivisione dei benefici; (v) senza, infine, essere basati su un’effettiva pianificazione democratica, con un controllo indipendente e una significativa partecipazione (ILC, 2011). La crescente richiesta di terre nei paesi in via di sviluppo rientra nei La più recente definizione di casi previsti dalla sopra citata defi“land grab” è stata adottata nizione ed è dovuta, tra le diverse dalla International Land cause, alla domanda alimentare e Coalition nella Dichiarazione energetica. La domanda globale di di Tirana cibo, di energia, di materie prime, di legname e di tutela conservativa ambientale ha portato a enormi acquisizioni di terre (oltre 203 milioni di ettari) in Africa e in altre parti del mondo. Gli studi hanno dimostrato che il 78% dei contratti globali inerenti le vendite di terreni interessa la produzione agricola, tre/quarti della quale destinata alla produzione di agro-carburanti (energia) (ILC, 2012).

La Tanzania, alla stregua di molti altri paesi in Africa ed in altre parti del mondo, ha risposto alle pressioni globali allocando terreni per la produzione agricola alimentare ed energetica sia ricorrendo a investimenti diretti esteri e nazionali, sia riformando le politiche e il quadro giuridico-istituzionale interno per affrontare le mutevoli dinamiche del commercio internazionale. Il Bacino del Fiume Rufiji è una delle aree della Tanzania che ha accolto numerosi investitori esteri e nazionali del settore agricolo, per la produzione alimentare e di energia orientata a soddisfare esigenze di mercato interne ed estere. La maggior parte delle concessioni in quest’area e in altre zone della Tanzania sono assegnate “in nome” dell’investimento atteso, secondo l’assunzione che gli investimenti esteri sulle terre interessate portano benefici per i villaggi, spaziando dalle nuove opportunità di lavoro ai modelli inclusivi di commercializzazione nel settore agricolo, a loro volta potenzialmente utili ai piccoli produttori e in grado di alzare la produttività del lavoro (Kamata et al., 2011). Oggi la diffusione del “Land Grab” nel Bacino del Fiume Rufiji segue due approcci: in uno prevale la forza, nell’altro il consenso. Nel primo caso, chi è coinvolto nell’esproprio dei terreni e attua una forma di resistenza viene di fatto costretto forzatamente a cedere la terra. Nel secondo caso si utilizza il consenso per espropriare gli interessati, dopo averli convinti ventilando le illusioni degli innumerevoli vantaggi procurati dalla presenza degli investitori. In entrambi i casi, le persone coinvolte mantengono un atteggiamento critico sia prima che dopo l’acquisizione delle loro terre (Kamata et al., 2011). Nei prossimi paragrafi di questo lavoro, esamineremo gli investimenti su larga scala nel settore agricolo per la produzione alimentare e di energia, osservando 1 ???? come rientrino nella definizione del “land grab” sopra menzionata. __________

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CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

La diffusione del land grab nel Bacino del Fiume Rufiji segue due approcci: in uno prevale la forza nell’altro il consenso

Evidenzieremo il ruolo dello Stato e delle sue agenzie nel perpetrare i “land grabs” e l’impatto che ne consegue, proponendo al contempo soluzioni per frenare il fenomeno.

Background del ‘land grab’ nel bacino del fiume Rufiji La documentata dotazione di risorse del Bacino del Fiume Rufiji (in seguito RRB), dimostra che si tratta del più importante tra i 14 principali bacini della Tanzania. Il RRB copre un’area di 176.000 chilometri quadrati ed è costituito dal Delta del Fiume Rufiji e dai fiumi Luwero, Kilombero e Ruaha. È il bacino fluviale più grande e più importante della Tanzania e rappresenta il 20% circa delle acque nazionali. È anche il più importante per la diversità ambientale e biologica, e occupa una zona umida di grande importanza sul piano economico e sociale. Racchiude una galleria di ecosistemi, dalle foreste alle dune di sabbie, alle spiagge e all’oceano, così come piante esotiche e specie di animali, alcuni dei quali dichiarati in via di estinzione (Kamata et al., 2011). L’area è naturalmente dotata di terreni fertili, e possiede un altissimo potenziale di attrazione per gli investitori. Per questi motivi, è luogo che si presta a ogni sorta di interessi e propositi, buoni e cattivi (HAKIARDHI, 2012). L’imponente ricchezza di risorse del RRB era già nota ai priIl Bacino del Fiume Rufiji è il bacino fluviale più grande e più mi esploratori europei, nel importante della Tanzania e 1880, in epoca pre-coloniale. possiede un altissimo potenziale di Elton ebbe a dichiarare: “è un attrazione per gli investitori paese della cuccagna” e Joseph Thomson affermò: “è un paese estremamente favorevole”. Durante l’epoca coloniale, i colonizzatori tedeschi introdussero la coltivazione del cotone e ciò provocò la guerra dei Maji Maji, tra il 1904 e il 1907, nella corso della quale circa 300.000 persone persero la vita. In seguito, gli inglesi diedero vita ad un importante progetto di costruzione di una grande centrale idro-elettrica. Nel periodo post-indipendenza, nel 1975, la Tanzania istituì la Rufiji Basin Development Authority (RUBADA) con lo scopo di costruire la diga Stigler che avrebbe prodotto notevoli quantità di energia elettrica. Il controllo delle acque avrebbe concorso alla realizzazione di imponenti progetti di irrigazione in grado di alimentare il resto del paese ed altri stati africani. Questo programma non si è mai materializza__________ to (Kamata et al., 2011).

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Nel 1996, gli sforzi congiunti delle popolazioni locali, dei ricercatori, degli accademici, degli avvocati, dei giornalisti e degli attivisti ambientali sono riusciti a bloccare un tentativo del Governo e di investitori esteri di acquisire circa 19.000 ettari di terreni, comprendenti le foreste di mangrovie, con l’intenzione di farne allevamenti di gamberetti. Questo progetto avrebbe causato effetti ambientali e ecologici molto gravi sul Delta. Le riforme politiche e legislatiNel 1996 gli sforzi congiunti delle ve della Tanzania negli anni popolazioni locali sono riusciti a 1990, che ubbidivano alle bloccare un tentativo del Governo e politiche di liberalizzazione degli investitori esteri di acquisire imposte dalla Banca Mondiacirca 19.000 ettari di terreni le (WB) e dal Fondo Monetario Internazionale (IMF), hanno reso il paese più attraente per gli investimenti. La ricerca per una Rivoluzione Verde dell’Africa attraverso il programma Comprehensive African Agriculture Development Programme (CAADP) del NEPAD, il New Partnership of Africa’s Development, e l’Alliance for a Green Revolution in Africa (AGRA), le iniziative nazionali per una rivoluzione verde tramite il programma settoriale ASDP (Agricultural Sector Development Programme), la commercializzazione dei prodotti agricoli attraverso il Southern Agricultural Corridor of Tanzania (SAGCOT) e l’iniziativa Kilimo Kwanza (Agriculture First Initiative), hanno fatto del RRB una delle aree strategiche per investire in nome della riduzione della povertà tra le masse disagiate del paese.

La volontà del Governo della Repubblica Unita di Tanzania di accogliere parIl RRB potrebbe essere tner interessati ha coinciso con la douna delle aree strategiche manda globale di terre sia per la in cui investire per ridurre produzione alimentare che degli agrola povertà nel Paese carburanti. Forze economiche esterne e interne all’Africa e alla Tanzania sono alla ricerca di terreni fertili e irrigui per soddisfare una domanda di cibo e di energia crescenti. L’area del RRB è inondata dagli investitori perché possiede tutte le condizioni necessarie per una agricoltura fiorente. Non meno di 14 grandi investitori hanno acquisito migliaia di ettari di terre con l’aiuto di dirigenti statali, funzionari distrettuali incaricati per le questioni del territorio e per le procedure legali, presidenti di Distretto, membri del Ministero del Territorio, membri del Parlamento e attraverso le agenzie statali come il Tanzania Investment Center e l’authority RUBADA.

Occorre in primo luogo sottolineare che il RRB rientra in molteplici giurisdiziolo rende una fonte di conflitto tra tutti i soggetti interessati all’utilizzo della terra. Ad esempio, l’intero Bacino è gestito dal RUBADA mentre al suo 1 ???? __________ ni, il che

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CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

interno ci sono molti villaggi che ricadono sotto l’autorità amministrativa locale. D’altra parte, il Selous Game Riserve e la Eastern Arc Mountain dipendono direttamente dal Ministero delle Risorse Naturali. Ogni autorità ha il proprio mandato e non esiste una agenzia di coordinamento. Tutto ciò rende difficile l’amministrazione giuridica dei terreni e rende inevitabile il sorgere di conflitti sull’utilizzo dei suoli (HAKIARDHI, 2012). Il fatto stesso che il termine “land grab” irriti la sensibilità dei politici, dei funzionari governativi e degli investitori, non ci deve portare a esagerare, ma non deve farci desistere dall’usare questa espressione, anche perché non abbiamo nessuna altra terminologia per descrivere il fenomeno. Esamineremo nella parte che segue i casi di due società estere che hanno investito nel RRB, e lo faremo partendo dalla descrizione di un “land grab” e del ruolo avuto dai soggetti e dalle agenzie statali nell’agevolare tale processo.

Il caso di due imprese straniere che accaparrarono terre nel bacino del fiume Rufiji Esistono molti investimenti diretti stranieri nel RRB, ma per l’obiettivo di questo scritto abbiamo scelto di esaminare due casi collegati a due imprese: una impegnata nella produzione agricola alimentare, l’altra in quella per l’agro-carburante. Le due imprese sono state volutamente selezionate all’unico scopo di analizzare gli investimenti realizzati nel settore agricolo nel RRB con due finalità diverse: la produzione agricola per la soddisfazione della domanda di sicurezza alimentare e la produzione agricola ai fini della domanda energetica. La prima è una grossa impresa Turca, la SAP Agriculture Ltd, di seguito denominata SAP, e la seconda una società britannica con sede nel Regno Unito, l’African Oil Green Company, che qui chiameremo in seguito AGO. Ambedue hanno investito rispettivamente nella produzione agricola alimentare (mais e riso) e nella produzione agricola per l’energia (olio di palma). Tra il 2005 ed il 2006, la SAP ha acquistato 5.000 ettari di terreno nei villaggi del Nyamwage nel RRB. La procedura d’acquisto di terreni è stata viziata dalle direttive degli alti funzionari del governo, fino ai funzionari distrettuali e di villaggio. Nel 2005 il “Tanzania Investment Center” (TIC) aveva avvicinato gli abitanti dei villaggi di Nyamwage e dell’Ikwiriri meridionale con la mediazione del Consiglio Distrettuale del Rufiji, chiedendo loro, per conto della SAP, la cessione di 5.000 ettari. Il TIC ha quindi trasmesso la domanda di terreni al Direttore Esecutivo del Distretto (DED) per conto degli investitori che erano stati autorizzati dalle autorità governative ad investire nel settore __________ agricolo in Rufiji. Una citazione dalla lettera scritta dal DED ai capi villaggio 1 di???? Nyamwage e delle zone meridionali d’Ikwiriri riportava: “con questa lettera

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 vi chiedo di liberare terreni allo scopo di accelerare lo sviluppo del distretto e quello generale del paese” (lettera del 21 febbraio 2005, citata in Kamata et al., 2011). La stessa lettera andava oltre, affermando che l’investitore avrebbe prodotto riso e mais, e che la decisione in merito andava presa entro il 25 febbraio 2005. I due villaggi avevano meno di una settimana per acconsentire, ma non abbastanza tempo per discutere, negoziare e decidere. Grandi aspettative furono riposte dai cittadini dei villaggi di Nyamwage e dell’Ikwiriri meridionale nel nuovo investitore, la SAP, ipnotizzati come furono dalle promesse a loro fatte: la costruzione di una scuola secondaria nel villaggio, la costruzione di una casa per il medico di villaggio, il miglioramento dell’acquedotto con la sostituzione del piccolo impianto esistente con uno più grande, la costruzione di un posto di polizia, la fornitura energetica al villaggio e l’assistenza alle imprese agricole presenti sul loro territorio.

Tra il 2005 ed il 2006 la SAP Agriculture Ltd turca ha acquistato 5.000 ettari di terreno nei villaggi del Nyamwage nel RRB

Gli abitanti dei villaggi avevano riceGrandi aspettative furono vuto rassicurazioni dagli ufficiali diriposte dai cittadini dei strettuali, che agivano per conto delvillaggi di Nyamwage e l’investitore, affinché le loro richieste dell’Ikwiriri meridionale nel venissero esaudite (verbali del villagnuovo investitore gio di Nyamwage). Per loro si trattava di un sogno divenuto realtà: si aspettavano dagli investitori la liberazione dalla morsa della povertà. Uno dei loro capi dichiarò: “L’arrivo degli investitori potrà giovarci perché porteranno capitali che ci permetteranno di irrigare le nostre aziende agricole” (dichiarazione raccolta nel corso di una indagine del 2011). Che cosa successe dopo questo primo straordinario incontro? Speranze tradite e disperazione. La seconda impresa, AGO, fu registrata nel Regno Unito nel 2006. Una fonte non confermata (cit. in Kamata et al., 2011) rivela che la società richiese ed acquistò terreni per la produzione degli agro-carburanti in RRB nel 2007. Era l’epoca in cui la mania per gli agro-carburanti prese piede in Tanzania, a seguito della presentazione di un rapporto nazionale alle autorità tanzaniane a cura della GTZ (agenzia tedesca per la cooperazione).

L’African Oil Green Company ha acquistato terreni per la produzione degli agro-carburanti nel RRB nel 2007

Si trattava di un ampio studio suldel paese per la produzione di bio-carburanti. Il

le potenzialità __________ 1

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CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

rapporto raccomandava al governo di avviare “immediatamente e senza attendere i risultati e le raccomandazioni politiche dei consulenti incaricati, un maggiore uso degli agro-carburanti attraverso il processo del learning-by-doing” (GTZ, 2005). La questione fu in seguito posta al centro dell’agenda del governo dagli alti funzionari, come attesta la dichiarazione rilasciata dal Primo Ministro, l’On. Edward Lowassa: Con il continuo aumento della domanda globale di carburante e il conseguente rialzo del prezzo del petrolio, gli agro-carburanti stanno diventando fonti di energia alternative. In Tanzania abbiamo terra in abbondanza per fare crescere i prodotti necessari. Siamo quindi desiderosi di vedere ulteriori investimenti nelle produzioni di olio di palma, jatropha, zucchero per l’etanolo e accogliamo con favore i partner interessati (cit. Kamata et al, 2011). Analogamente alla SAP, la AGO fu introdotta nei villaggi dai responsabili governativi. Ciò avvenne per il villaggio Nyamatanga con una lettera dell’ufficio distrettuale datata 07/06/2007 così come per i villaggi di Rwaruke, Rungungu e Nyanjiti. Secondo quanto riportato nella lettera “l’ufficio distrettuale aveva ricevuto la richiesta degli investitori per l’acquisizione di terre e il Distretto li indirizzava ai quei villaggi perché lì c’è terra”. La lettera proseguiva preannunciando che “l’investitore veniva accompagnato da un responsabile del consiglio distrettuale nel momento di recarsi al villaggio” (Kweta, 2012). Un esperto distrettuale si recò a Nyamatanga per partecipare ad una riunione in cui veniva discussa la richiesta di terra da parte dell’investitore. All’esperto vennero fatte domande a cui rispose in nome della società investitrice (verbali della riunione speciale del 07/07/2007). Sulla base delle risposte ottenute, gli abitanti dei villaggi si accordarono per mettere a disposizione la terra, affidando tuttavia al Distretto la decisione finale circa l’ammontare della quota di affitto (come riporta la lettera dei membri del Villaggio al Vice Direttore del Distretto in data 07/07/2007). I verbali del 12/11/2007 riportano la decisione degli abitanti del villaggio di approvare la concessione della terra agli investitori (Kweka, 2012).

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Il 12 novembre 2007 gli abitanti del villaggio approvano la concessione della terra agli investitori

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Gli abitanti furono allettati dalle proposte fatte loro dall’investitore e richiesero, in cambio della terra, assistenza per la sanità, istruzione, approvvigionamento idrico, attrezzature per la semina e in__________ frastrutture stradali. È stato riferito che gli abitanti dei villaggi avevano pensato


volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 che la società investitrice li avrebbe aiutati non solo a modernizzare la loro agricoltura, ma anche a creare uno sbocco di mercato per i loro prodotti e a aumentare i loro redditi (verbali di Nyamwage del 12/11/ 2007; Kweka, 2012). Gli abitanti del villaggio Nyamatanga cercarono tuttavia di Gli abitanti dei villaggi credevano conoscere la superficie dei terreche gli investitori li avrebbero ni concessa agli investitori, ma aiutati a creare uno sbocco di non vennero mai coinvolti nel mercato per i loro prodotti corso dei rilievi per la stima dei terreni. A questo punto, si rifiutarono di firmare il contratto. Una recente indagine sul campo di alcuni ricercatori svedesi ha stabilito che la società ha acquisito nel villaggio di Nyamatanga 200 ettari e 80 ettari nel villaggio di Rungungu (Harnerik, 2012; Massay, 2012), e uno studio di HAKIARDHI, di prossima pubblicazione, indica che l’investitore acquistò 3.500 ettari di terreni in quattro villaggi: Lungungu, Nyamatanga, Kilulwetambwe e Nyanjiti (prossima pubblicazione di Mshandete).

Nel 2005 la SAP occupò 700 ettari di terreni, a cui se ne aggiunsero ulteriori 600 nel 2007: da allora nessuna impresa agricola è stata avviata. Cinque anni dopo l’acquisizione delle terre, nessuna delle promesse fatte è stata onorata, nessuna indennità è stata corrisposta al villaggio e agli abitanti ai quali la terra era stata sottratta, e l’investitore non si è nemmeno presentato. A un sentimento di delusione da parte degli abitanti per questi sviluppi, si è aggiunta un’ulteriore frustrazione per i divieti di accesso agli stagni per la pesca, ubicati su quelle stesse terre concesse alla società investitrice. Tra i motivi per i quali gli abitanti dei villaggi di Nyamatanga Cinque anni dopo l’acquisizione si rifiutarono di firmare il condelle terre nessuna delle tratto con l’AGO vi sono la non promesse è stata mantenuta conoscenza della superficie di terra concessa, una qualsivoglia forma di compensazione per la concessione, il basso salario corrisposto ai pochi lavoratori assunti dall’investitore, costretti peraltro a lavorare sottostando a cattivissime condizioni (Kweka, 2012). L’investitore abbandonò dichiarando di “non essere riusciti ad investire con profitto” (Linda, 2012; Massay 2012). Quali iniziative furono prese dagli abitanti di fronte alle azioni delle predette società investitrici?

Gli abitanti non rimasero in attesa e non aspettarono che avvenissero miracoli. in azione. Nel 2008, l’amministrazione del villaggio di Nyamwage scrisse una lettera alle autorità del Distretto chiedendo loro di poter riprendere

Si misero __________ 1

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CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

la terra appartenente al villaggio per il fatto che l’investitore turco non si era mai presentato e nessuno l’aveva mai visto. Nella lettera inviata al Segretario del Ministero della Terra e dello Sviluppo per l’Insediamento Umano, il responsabile del villaggio indicò in due ragioni la richiesta di riavere la disponibilità della terra: nessun indennizzo loro corrisposto e mancato utilizzo della terra dal 2005. Ancora prima di questa richiesta ufficiale, gli abitanti del villaggio avevano sfogato le loro frustrazioni svuotando di tutto la sede della fattoria (Kamata et al, 2011). Gli abitanti del villaggio di Nyamatanga continuarono la protesta contro l’investitore AGO che non aveva soddisfatto le loro richieste e si rifiutarono di firmare il contratto (verbale della riunione di emergenza tenutasi il 28/9/2009). Uno dei responsabili del villaggio andò a parlare del problema alla radio e si consultò con un amico avvocato per chiedere consiglio. Dopo tutto questo, quale fu la reazione dello Stato a favore della sua stessa gente? Incredibile! Scioccante. I capi del villaggio di Nyamwage non ebbero feedback alcuno alle numerose lettere indirizzate alle autorità di Distretto e al Segretario del Ministero responsabile. Lo Stato non dette ascolto alle proteste contro l’investitore. Il responsabile del villaggio, che aveva allertato i media e parlato alla radio, fu arrestato e messo in stato di fermo per due giorni presso l’ufficio di polizia su ordine dell’ufficio distrettuale. Fu accusato di avere “impugnato un documento del governo (il contratto) e di contrastare decisioni prese ad alto livello”. Ci si potrebbe domandare se si tratta dello stesso Governo che aveva assistito l’investitore nell’acquisire la terra con la condizione di ricevere il consenso del villaggio e dei suoi abitanti. Basandomi su questi fatti, sono d’accordo con le conclusioni di Kweka (2012), che sostiene come l’intervento dello Stato in materia di investimenti in Tanzania sia purtroppo molto forte quando si tratta di sostenere gli investitori nell’acquisizione della terra, e viceversa del tutto insignificante quando si tratta di dare assistenza o risposte ai villaggi, oppure di assicurare che gli investitori mantengano le loro promesse.

L’intervento dello Stato in Tanzania è sbilanciato a sostegno degli investitori e del tutto assente nell’assistenza ai villaggi

“La pressione sulla terra è in aumento in modo irregolare. La viodei diritti consuetudinari sulla terra continua con passo febbrile. Cacciatori professionisti, ricercatori di minerali,

lazione __________ 1

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Questo mi ricorda Ben Lobulu, un avvocato che difese gli interessi dei piccoli produttori contro gli espropri dei terreni in Tanzania, sia nei tribunali che attraverso i suoi scritti. Scrisse in un’occasione:


volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 commercianti dell’agro-business, quelli che sono affamati di grano Canadese e tutti gli avventurieri stranieri che si richiamano e sono incoraggiati dallo spirito di Cristoforo Colombo, di Ferdinando Magellano e di Marco Polo, sono incontrollabili. La terra per i pascoli sta rapidamente scomparendo, e se si potesse espropriali - e in alcuni casi lo sono stati- perché non i parchi, i cimiteri, i campi da gioco delle scuole? Questa mania di land grab è alimentata dai politici e dai loro lacchè che sono nel business per riempirsi le tasche. Essi trovano immediato supporto in una amministrazione priva di ogni etica professionale e di moralità, pronta a vendere la propria coscienza per i biblici 30 denari d’argento” (Lobulu, 1998 citato anche da LHRC, 2012). I sentimenti di delusione negli abitanti di Nyamwage, che aumentarono quando si resero conto che la SAP era stata venduta alla società Maji ya Chai, trovarono espressione nelle parole del loro capo: ”Pensavamo che gli investitori sarebbero stati la risposta alle nostre esigenze di capitali, ma ora sappiamo che non c’è nulla a questo fine. Al loro arrivo, hanno sempre delle buone parole, perfino scritte sulla carta, ma in realtà sono dei truffatori”. È interessante notare che lo stesso responsabile governativo di Rufiji ebbe a dichiarare: “La maggior parte degli investitori non sono stati onesti. Al loro arrivo in paese, presentarono i loro grandi progetti e i loro piani ambiziosi, ma una volta acquisita la terra non successe nulla di quanto da loro promesso”. Gli abitanti del villaggio di Nyamatanga stanno pensando che quell’investimento fu proprio la causa delle tensioni e divisioni nel villaggio, e molte accuse vengono fatte a chi aderì per primo alle proposte degli investitori stranieri.

Le prove del Land Grabbing Sulla base dei fatti che abbiamo riportato, è chiaro che entrambe le società, SAP e AGO, che investirono nel RRB, hanno violato il principio del consenso preventivo, libero e sufficientemente informato in relazione all’acquisizione di terre, in quanto non venne concesso un adeguato periodo di tempo ai villaggi interessati per esprimere il loro pieno accordo all’investimento, peraltro privo di garanzie Le società SAP e AGO investendo nel RRB violarono il principio del vincolanti sui loro diritti. Non consenso preventivo __________ vi fu, inoltre, rispetto dei diritti umani, in assenza di forme di 1

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CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

risarcimento e in violazione dei diritti del lavoro. Sebbene i progetti non siano stati attuati, gli abitanti del villaggio si sono visti negare la restituzione della loro terra. In altre situazioni, lo Stato ha agito in difesa degli investitori contro i suoi stessi cittadini, come evidenzia il caso riportato da Kamata: “Il Commissario regionale ordinò di attenersi alle direttive e di lasciare le terre all’investitore; in caso contrario [gli abitanti del villaggio] sarebbero finiti su una ‘lista nera’, il che avrebbe portato il governo a non sostenere alcuna azione di sviluppo nei loro villaggi. Questo fu espressamente dichiarato in relazione al villaggio di Ruwe che, di tutti i villaggi del RRB, è sinonimo di opposizione al progetto RUBABA” (Kamata ed al 2012). E dunque, quale migliore espressione per descrivere questo fenomeno se non “land grab”?

Raccomandazioni e considerazioni conclusive Per porre un freno all’accaparramento della terra nel RRB, è necessario prendere in seria considerazione le raccomandazioni che seguono. 1. Necessità di un piano globale per l’utilizzo delle terre in tutti i villaggi appartenenti al Bacino. La statistica rileva che solo 845 dei circa 1000 villaggi che conta attualmente la Tanzania, sono stati oggetto di stime e di pianificazione. I piani di utilizzo dei terreni possono aiutare i villaggi a prendere conoscenza della superficie del territorio appartenente ai loro abitanti e a programmarne sia l’utilizzo presente sia quello per le future generazioni. Un tale piano permetterebbe agli abitanti di identificare le terre da affittare ad eventuali investitori. Il villaggio di Nyamatanga non firmò alcun conÈ necessario un piano globale per tratto con l’investitore per l’utilizzo delle terre in tutti i villaggi appartenenti al Bacino l’uso dei terreni proprio perché non era nota la superficie della terra oggetto dell’investimento. La mancata firma del contratto non impedì tuttavia che l’investitore entrasse in possesso delle terre, poiché l’attuale sistema giuridico prevede che la firma degli abitanti del villaggio non sia un requisito obbligatorio. La legge prevede infatti come requisito indispensabile l’approvazione verbale degli abitanti del villaggio, come si evince dai documenti dell’assemblea del villaggio.

2. Necessità di una protezione costituzionale della terra. La Costituzione della Repubblica della Tanzania ha 35 anni. Promulgata nel 1977 ed emen__________ data 14 volte, la Costituzione è lacunosa per quanto riguarda la terra e le 1

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 risorse fondiarie. Questa è la maggiore sfida da affrontare perché l’attuale regime giuridico fondiario, disciplinato da due leggi, il “Land Act” e il “Village Land Act” (entrambe del 1999), ha centralizzato maggiormente i poteri nelle mani del Governo. Entrambe le leggi dichiarano che La Costituzione della tutte le terre in Tanzania sono un Repubblica della Tanzania è bene pubblico del quale è garante mancante sulle questioni relative alla terra e alle (amministratore fiduciario) il Capo risorse fondiarie dello Stato.

Le leggi consentono allo Stato di acquisire qualsiasi terreno che può diventare oggetto di un investimento di pubblico interesse. La definizione dell’espressione “pubblico interesse” non é stata sufficientemente chiarita dalle leggi. D’altra parte le leggi non consentono agli stranieri di detenere terre in proprietà con lo scopo di farvi degli investimenti. È quindi chiaro che gli estensori delle leggi sull’uso della terra abbiano inteso agevolarne l’acquisto proprio nell’ottica di favorire gli investimenti nazionali, dal momento che lo Stato può acquisire terreni in qualsiasi momento adducendo a necessità di “investimenti per interesse pubblico”. La Costituzione, che potrebbe garantire i diritti alla terra e prevedere una commissione indipendente e specifiche procedure per le acquisizioni, è in grado di fornire le migliori soluzioni alle questioni fondiarie. 3. Trasparenza negli acquisti delle terre. È importante che tutti gli acquisti di terre avvengano tramite procedure trasparenti e che i documenti È importante che tutti gli siano resi pubblici per un esame acquisti di terre avvengano accurato, per verificarne l’attenditramite procedure trasparenti bilità e per un controllo nel tempo.

In pratica è molto difficile entrare in possesso della suddetta documentazione presso i Ministeri e le agenzie preposte. Si è guardati con grande scetticismo e risucchiati dalla burocrazia. Un responsabile del villaggio di Nyamwage venne terrorizzato dai funzionari distrettuali che sostenevano che questi documenti erano riservati o confidenziali. A causa della riservatezza su tali accordi è diventato particolarmente difficile per i ricercatori ottenere informazioni corrette sulle concessioni dei terreni nel paese. 4. Programmi di sensibilizzazione sui diritti alla terra. Gli abitanti dei villaggi del RRB e tutti i villaggi sparsi sull’intero territorio della Tanzania hanno bisogno di essere sensibilizzati sui diritti alla terra e sulle leggi vigenti a loro tutela. Ciò li aiuterà a sostenere e difendere i loro diritti ogni qualvol__________ ta vi saranno iniziative o tentativi di sottrargli la terra. Il programma sarà 1

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CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

inoltre di grande aiuto agli abitanti dei villaggi per rendersi conto dei poteri che possono esercitare attraverso le Assemblee di Villaggio, e può aiutarli a negoziare responsabilmente prima di sottoscrive qualsiasi genere di proposta collegata all’uso delle terre. Gli sforzi delle ONG, come HAKIARDHI, che hanno raggiunto quasi 1000 villaggi in Tanzania con questo programma, debbono essere aiutati ed incoraggiati.

Gli abitanti dei villaggi del RRB hanno bisogno di essere informati sui diritti alla terra e sulle leggi vigenti che li tutelano

5. Rafforzare la qualità delle istituzionali locali. Il Village Land Act del 1999 conferisce al Consiglio del Villaggio i poteri amministrativi sui terreni. I terreni del villaggio sono una delle tre categorie di terre in Tanzania: le altre due sono i terreni pubblici e le terre delle riserve. Il 70% delle terre in Tanzania è costituito da terreni del villaggio, governati da un Consiglio di Villaggio che è un ente con potere di gestione fiduciaria. Questo ente è composto da un massimo di 25 componenti, abitanti del villaggio, la maggioranza dei quali con una formazione minima a livello di scuola primaria. Non avendo avuto una formazione completa, la maggior parte di loro Il Village Land Act del 1999 non conosce i poteri e i limiti conconferisce al Consiglio del cessi dalla legge. In molte occasioVillaggio i poteri ni sono stati manipolati da politici, amministrativi sui terreni funzionari di governo o élites senza scrupoli. Rafforzare la loro competenza attraverso una conoscenza di base sul diritto alla terra e sulla governance può aiutarli a combattere le forze esterne che hanno messo gli occhi sulle loro terre, e a negoziare nell’interesse del villaggio. HAKIARDHI ha esperienza di questo e ci sono molti casi che provano come ciò abbia funzionato in diversi villaggi della Tanzania.

6. Integrità dei leader. Personalmente dubito che l’integrità possa essere acquisita o ereditata attraverso la formazione, ma se avessimo nel governo e nei partiti politici dei leader integri, il Bacino del Fiume Rufiji sarebbe la terra del latte e del miele in Tanzania. Abbiamo bisogno di leader che prendano a cuore più di ogni altra cosa l’interesse del loro popolo e del paese; leader attendibili, trasparenti, rispettosi delle regole, della legge e dei diritti umani; leader che rispettino la governance democratica e lottino __________ contro la corruzione. C’è un divario di leadership che richiede molteplici sforzi per essere colmato. Ne abbiamo prova quando un leader, pur 1 ????

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 sapendo chiaramente che quello che si appresta a fare è contro le leggi, e che avrà delle ripercussioni sul sostentamento di molte persone, procede comunque a farlo per il proprio interesse o per quello di chi lo ispira. In Tanzania, i funzionari governativi ed i politici hanno ripetutamente e pubblicamente criticato (soprattutto negli incontri sugli investimenti o in occasione delle inaugurazioni di progetti di investitori diretti esteri o semplicemente di progetti di investimento) coloro che denunciano il “land grabbing” nel paese, accusandoli di dileggiare l’impegno del governo per alleviare la povertà della sua gente. Non c’è nessun paese al mondo che abbia prosperato senza investimenti; non c’é bisogno di un genio per capirlo. Ma che tipo di investimento può portare il paese a svilupparsi? Le due società i cui casi sono stati discussi qui sopra possono aiutare i tanzaniani a svilupparsi o a scivolare verso il sottosviluppo? Vogliamo degli investimenti che aderiscano al principio del consenso libero, preventivo ed informato: investimenti che coinvolgano le comunità nei loro progetti e ne facciano uno dei partecipanti al progetto; investimenti che per il loro successo non approfittino della debolezza del sistema giuridico, dell’ignoranza e della povertà del popolo. Ciò aiuterà la Tanzania a svilupparsi e ad alleviare la sua gente dall’umiliante povertà. Vi sono dei mega progetti nel settore agricolo che verranno Gli investimenti devono aderire al realizzati nelle regioni del SAGprincipio del consenso libero, COT - Southern Agricultural Corpreventivo ed informato e ridor of Tanzania (coprendo una coinvolgere le comunità nei loro superficie di 300.000 kmq) in progetti un prossimo futuro. Potrebbero diventare una riproposizione dei casi delle due società discussi sopra, e se ciò accadesse, dovremmo stare zitti? I posteri ci giudicheranno per le azioni di oggi. Dovremmo imparare dalla storia per progettare e programmare un futuro migliore.

Bibliografia Anseeuw W., Alden Wily L., Cotula L. e Taylor M. (2012), Land Rights and the Rush for Land: Findings of the Global Commercial Pressures on Land Research Project. ILC, Rome. __________ Chambi e

Baha (2011), Accumulation by Land Dispossession and Labour Devolution, HAKIARDHI. 1 ????

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CONTRIBUTI NORD-SUD La domanda energetica e alimentare, i motori del “land grab”, il bacino del Rufiji

GTZ (2005), German Technical Cooperation, Liquid Biofuels for Transportation in Tanzania. Potential anjd Implications for Sustainable Agriculture and Energy in the 21st Century. Study commissioned by GTZ, August 2005. HAKIARDHI (2012), Annual Report for the Year 2011/2012. Havnerik K., Engstrom L. et al. (2012), Large scale agro-investments in Tanzania. Impacts on smallholden land access and food security. The Nordic Africa Institute, Uppsale, Sweden. Kamata e Mwami (2011), Land Grabbing in the Post Investment Period and Popular Reactions in Rufiji River Basin, HAKIARDHI. Kweka O. (2012), On Whose Interest is the State Intervention in Biofuel Investment in Tanzania?, CSC. ILC (2011), International Land Coalition, Tirana Declaration. Securing land access for the poor in times of intensified natural resources completion. Global assembly 2011, Tirana, Albania. Legal and Human Rights Center – LHRC (2012), Human Rights and Business in Tanzana; Stock Taking of Labour Rights, Land Rights, Environmental Justice and Consumers Rights Protection, Mkuki na Nyota. LEMU (2009), How does land grabbing happen?, in LEMU, Let’s Face up to Land Grapping, sept. 2009. Lobulu, B. (1998), Dispossession and Land Tenure in Tanzania: What Hope from the Courts?, Cultural Survival Maghimbi, S. et al. (2010), The Agrarian Question in Tanzania: A State of Art Paper, Mwalimu Nyerere Chair. Massay, G. (2012), Biofuels and Land Issues in Tanzania, PISCES Othiambo, M. (2011), Commercial Pressure on Land in Africa. A Regional Overview of Opportunities, Challenges and Impacts.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Sergio Funes, Area Giuridica e Popoli Indigeni - CEIDEPAZ

Sulla certezza giuridica nelle aree rurali del Guatemala. Esperienze e proposte per migliorare la governance e la trasparenza degli investimenti privati nelle terre indigene

Premessa CEIDEPAZ - Centro di Ricerca e Progettazione per lo Sviluppo e la Pace – è un’Associazione civile, non governativa, senza scopo di lucro, e di servizi, formata da un team multidisciplinare di professionisti e tecnici che realizzano ricerche sociali e formulano proposte legislative, politiche pubbliche, piani, programmi e progetti, ispirati agli Accordi di Pace, e al sostegno di processi di sviluppo equi e per la pace sociale. L’obiettivo primario dell’attività del Centro è quello di CEIDEPAZ promuove la costruzione di un processo di sviluppo democratico contribuire a promuovere il e della pace unitamente al riconoscimento, il rispetto e perseguimento di uno sviluppo rurale l’esercizio dei diritti econointegrale mici, sociali e politici di tutti i cittadini del Guatemala, in un contesto complessivo in cui si registra una pressione socio-economica provocata dalla disuguaglianza, dalla discriminazione e dall’esclusione sociale. CEIDEPAZ interviene con il proposito di promuovere la costruzione del processo di sviluppo democratico e della pace unitamente al perseguimento di uno sviluppo rurale integrale, promuovendo e realizzando ricerche sociali e proposte di politiche pubbliche, partecipando al dibattito sull’efficacia sociale della legislazione e sulla governabilità su basi democratiche e di sostenibilità dei programmi di sviluppo.

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CONTRIBUTI NORD-SUD Sulla certezza giuridica nelle aree rurali del Guatemala

Esperienze istituzionali e proposte Per favorire la tutela e la difesa dei diritti dei popoli indigeni, le azioni poste in essere si rivolgono in modo particolare al tema dell’accesso alla terra, rafforzando la diffusione e l’uso di strumenti tecnici quali il catasto e il registro delle terre, indispensabili nei processi di riconoscimento legale dei diritti storici e per la restituzione delle terre municipali alle comunità indigene.

Per la tutela delle popolazioni locali si interviene per il riconoscimento legale dei diritti storici e per la restituzione delle terre municipali alle comunità indigene

L’esigenza di assegnare una personalità giuridica alle comunità rappresenta un passaggio centrale nel coordinamento tra il sistema giuridico dei popoli indigeni e quello statale.

È in questo quadro complessivo di azioni che trovano la propria utilità i progetti che intendono incidere sull’organizzazione e sullo sviluppo di reti locali per la produzione e la commercializzazione dei prodotti agro-alimentari, in cui una cura particolare viene data al tema della sicurezza alimentare e al ruolo della donna in termini di diritti e partecipazione. Tra le esperienze rilevanti cui hanno preso parte i membri di CEIDEPAZ vanno ricordate: la partecipazione al dibattito che ha portato alla promulgazione di alcune leggi, quali la legge sul Fondo de Tierras, per il riconoscimento dell’accesso al credito per l’acquisto di terre private e l’avvio di un programma di assegnazione a Comunità indigene e contadine di terreni rurali di proprietà pubblica; la legge sul registro d’informazione catastale - RIC, che introduce e regolamenta i procedimenti catastali sull’intero territorio nazionale, compresa l’assegnazione straordinaria, gratuita e d’ufficio, di terre rurali “non registrate”; la legge istitutiva del Sistema Nazionale di Sviluppo Rurale Integrale, con l’iniziativa di Legge 4084 (ADRI); la legge per la creazione dei tribunali speciali per i problemi fondiari, di giurisprudenza agraria e ambientale (COPART); la legge per la regolarizzazione della proprietà e dell’uso della terra in Guatemala; la legge per la creazione delle procure speciali per le controversie agrarie e per la risoluzione di conflitti; la legge sulle terre delle comunità indigene del Guatemala. I numerosi ostacoli riscontrati nei programmi statali di assegnazione delle terre e per il riconoscimento dei titoli di proprietà delle medesime, si associano alla violazione dei diritti collettivi delle comunità dei popoli indigeni permessa dalle lacune contenute in questi stessi programmi. Essi ignorano qualsiasi ricerca __________ di un consenso libero ed informato al fine di decidere il tipo di assegnazione, 1 ????

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 individuale o comunitaria, mancando soprattutto appropriati meccanismi di informazione sui processi di proprietà. I programmi attuati promuovono e provocano processi di parcellizzazione o di assegnazione individuale delle terre comunali, assegnando titoli di proprietà a figure giuridiche civili per lo più inadeguate e prive di cultura giuridica (tra le quali figurano anche associazioni nate nella società civile e imprese contadine associate). Tutto ciò accresce la vulnerabilità delle comunità di popoli indigeni, provocando l’alimentarsi di focolai di conflittualità rurale diffusa. Per favorire l’efficacia della legislazione, in merito alla questione indigena e all’uso del territorio, CEIDEPAZ ha proposto da tempo la creazione di registri delle Comunità Indigene e/o Persone Giuridiche Locali, la costituzione di Comunità Indigene con Personalità Giuridica, un programma di riconoscimento dei diritti storici e per la restituzione delle terre municipali alle Comunità Indigene, la costituzione di un Coordinamento tra il Sistema Giuridico dei Popoli Indigeni e quello dello Stato.

I diritti collettivi sulla terra e i territori Lo Stato del Guatemala si caratterizza per la sua “debolezza” istituzionale, ovvero per le forti limitazioni in materia di assicurazione della pace e del benessere dei suoi abitanti. Tale inadeguatezza si riflette sulla mancanza di meccanismi adeguati che permettano di costruire, insieme alla popolazione, strategie adeguate di sviluppo locale. Secondo un’altra prospettiva, il Guatemala rimane uno Stato verticale che imposta e attua le sue azioni dall’alto e dall’esterno, vale a dire attraverso gli organi amministrativi e in assenza di partecipazione ai processi decisionali della società civile organizzata. Le concessioni dello Stato per la realizzazione degli investimenti privati non sono un’eccezione, ma sono assai lontane dal realizzarsi in forma partecipativa, trasparente, responsabile ed equa. Questa situazione ha impatti negativi sull’accesso al territorio e alle risorse naturali, soprattutto per le comunità indigene che assistono impotenti all’accaparramento dei propri territori e al saccheggio delle risorse naturali da parte di imprese private senza alcuna possibilità di intervento. L’accaparramento da parte di soggetti privati delle terre nazionali assegnate dallo Stato a famiglie indigene e contadine, la concentrazione delle proprietà 1 terriere nelle mani dei pochi e le disuguaglianze regionali hanno conseguenze ???? __________

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CONTRIBUTI NORD-SUD Sulla certezza giuridica nelle aree rurali del Guatemala

nefaste sui redditi, sul tasso di povertà della popolazione indigena, sulla conflittualità agraria e sulla denutrizione cronica.

Le terre ‘accaparrate’ vengono destinate specialmente all’espansione della produzione della palma africana e della canna da zucchero per agrocombustibili. Le conseguenze immediate si manifestano nella perdita di terre destinate alle produzioni di sussistenza, nella rinuncia forzata all’accesso alle risorse naturali come la flora, la fauna e le fonti d’acqua, nella perdita di biodiversità, incidendo sul ciclo idrologico con impatto locale e regionale, nella deforestazione, nella rottura del tessuto comunitario indigeno. La concentrazione delle proprietà terriere e le disuguaglianze regionali hanno conseguenze nefaste sui redditi, i tassi di povertà, la conflittualità agraria e la denutrizione cronica

Le comunità rurali non dispongono di prassi codificate per essere messe a conoscenza preventivamente dei progetti dei privati: le formule di partecipazione sociale nella progettazione e nell’esecuzione di azioni di investimento sono del tutto assenti. Allo stesso modo i meccanismi di trasparenza e di rendiconto da parte delle imprese assegnatarie e del Governo non sono previsti da nessun regolamento attuativo la concessione. Le attività delle imprese sulle terre e sui territori indigeni finiscono per essere concordate unicamente nella sfera istituzionale e politica, all’insaputa e con la totale esclusione dei diretti interessati. Non c’è traccia di azioni pubbliche o private realizzate in accordo con le popolazioni rurali. Al contrario, è uso prendere decisioni e fare investimenti pubblici e privati di ogni tipo senza consultazione pubblica e senza Nessuna azione pubblica o considerare l’impatto che tali privata è stata realizzata in azioni possono avere sulle comuaccordo con le popolazioni nità indigene, sulle terre e sulle rirurali guatemalteche sorse naturali.

La mancanza di riconoscimento giuridico delle comunità e delle terre indigene La possibilità reale delle comunità indigene di accedere alle informazioni private, di partecipare alle decisioni e di esercitare un diritto di opposizione a tut__________ te le iniziative suscettibili di danneggiarle, è intimamente collegata alla loro capacità di attuazione giuridica. 1 ????

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Il diritto della comunità è di natura collettiva, ovvero risponde alla collettività, pertanto deve essere esercitato dalla comunità in quanto tale. Secondo la legge vigente, per poter agire in modo collettivo occorre costituirsi legalmente ed avere una personalità giuridica. L’ordinamento giuridico e politico del Guatemala accoglie questo principio e sancisce il diritto delle comunità indigene a ottenere il riconoscimento della propria personalità giuridica, definendo i procedimenti per il suo raggiungimento. Nonostante l’esistenza di una simile legislazione, non vi è alcuna politica dello Stato che promuova ed accompagni questo riconoscimento. Per questo le comunità indigene non hanno la possibilità di agire legalmente, in esercizio e in difesa dei propri diritti. La delimitazione giuridica delle terre indigene non è una priorità per lo Stato del Guatemala. Le comunità indigene risultano solamente “possessori” delle loro terre, ma non ne sono proprietari, perché i loro titoli non sono generalmente trascritti nel Registro della Proprietà.

Le comunità indigene non hanno la possibilità di agire legalmente, in esercizio e in difesa dei propri diritti

È questa la situazione attuale, anche se diversi strumenti giuridici e politici stabiliscono l’obbligo per lo Stato di delimitare e registrare le terre indigene. Sono innumerevoli le comunità che soffrono la mancanza di certezza giuridica sulle loro terre e reclamano per assicurarsi il diritto sulla “madre terra”. Anche se ogni diritto codificato prevede il titolare e l’oggetto sul quale tale diritto si esercita, nel caso della legislazione sulle terre indigene non è stato indicato legalmente il titolare di queste terre, ovvero il soggetto del diritto - la comunità indigena - e, allo stesso modo, l’oggetto del diritto - le terre indigene non viene giuridicamente né riconosciuto né registrato. E fino a quando non si realizzerà questa “costituzione” legale, risulta materialmente impossibile esercitare una forma di diritto.

La proposta e l’esperienza di CEIDEPAZ per il riconoscimento giuridico delle comunità indigene e delle loro terre CEIDEPAZ propone il riconoscimento giuridico delle comunità indigene - il soggetto delle loro terre - l’oggetto, come condizione essenziale per l’esercizio dei loro diritti collettivi. __________

Tra le esperienze pilota significative realizzate ce ne sono due in particolare

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CONTRIBUTI NORD-SUD Sulla certezza giuridica nelle aree rurali del Guatemala

CEIDEPAZ propone il riconoscimento giuridico delle comunità indigene come condizione essenziale per l’esercizio dei loro diritti collettivi

che ci confermano la decisiva importanza di questo aspetto: si tratta delle esperienze maturate nella comunità “Maya Queqchí Santa Cruz”, nel dipartimento di Petén, e quella con la comunità “Maya Poqomam El Chilar”, nel dipartimento di Escuintla.

Tabella 1: casi di terre assegnate in proprietà collettiva concluse negli anni 2000-2011

Le comunità Santa Cruz ed El Chilar sono nella posizione di potere interagire istituzionalmente con lo Stato e con l’iniziativa privata, ed esercitare i propri diritti collettivi. Queste comunità hanno ottenuto sia il riconoscimento della propria personalità giuridica, sia la restituzione delle terre ancestrali sulle quali esercitare il loro diritto storico di proprietà e possesso, al termine di un percorso che si è svolto nel pieno rispetto dell’ordinamento giuridico nazionale e delle sue norme, cultura giuridica e forme organizzative, dotandole di appropriata struttura sociale, giuridica e amministrativa. Il riconoscimento Stato di queste __________ soggetti di diritto che 1 ????ha permesso

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da parte dello comunità come è la condizione anche il ricono-

Le comunità Santa Cruz ed El Chilar: casi di terre assegnate in proprietà collettiva


volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 scimento della proprietà delle loro terre, che risultano iscritte nel Registro della Proprietà a loro nome. In un contesto di “governance” e di trasparenza, le Comunità sono pienamente riconosciute dallo Stato come soggetti giuridici collettivi e possono richiedere – e se necessario esigere per via giudiziaria – informazioni legate alle iniziative e alle attività in concessione che lo Stato intende realizzare sulle loro terre. Esse sono in grado di negoziare e di concludere accordi e di partecipare, se lo desiderano, alla loro esecuzione; al tempo stesso, possono occuparsi delle operazioni di monitoraggio e di valutazione delle attività di sfruttamento dei terreni.

Considerazioni conclusive La trasparenza nella pianificazione, il consenso libero e informato, la piena consapevolezza delle implicazioni dei contratti e la supervisione e il monitoraggio delle azioni che si realizzeranno sulle terre indigene saranno più fattibili quando i loro titolari - le comunità indigene - e le loro terre, godranno di questo pieno riconoscimento giuridico. A partire dalla realizzazione congiunta e coordinata del riconoscimento giuridico delle comunità e della proprietà delle loro terre si può immaginare - e realizzare nel medio termine – la protezione dei territori su ampie aree. Contestualmente, sarà possibile fissare i criteri di valutazione dell’efficacia sociale delle attività date in concessione di portata micro-regionale, regionale e nazionale. E in un futuro non troppo lontano si potrà assistere ad un’organizzazione di reti di comunità indigene che potranno esercitare una forte incidenza sulle istituzioni dello Stato.

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CONTRIBUTI NORD-SUD Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agro-industriali ...

Luciano Centonze Agronomo, responsabile progetti in East Africa - CEFA Onlus 1

Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agro-industriali nel Sud della Provincia di Nyanza, Kenya. Una opportunità per i piccoli produttori

Oltre il land grabbing Agli aspetti degenerativi del land grabbing si contrappongono, essendone l’esatto opposto, le attività mirate a tutelare la sovranità alimentare, cioè il diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di alimenti che garantiscano, a loro volta, il diritto all’alimentazione per tutta la popolazione. L’evolversi della “rincorsa alla terra” negli ultimi anni ha assunto proporzioni difficilmente prevedibili, che non sembrano destinate a ridursi nei prossimi anni. Al contrario. Secondo Data Matrix, database pubblico online che diffonde i dati sui casi di land grabbing, nel solo Kenya sono noti 8 contratti di “investitori” che “usano” 480.000 Ha di terreno per coltivare soprattutto Jatropha (253.000 Ha), da utilizzare come agro carburante (dato all’ottobre 2012). La Jatropha, non coltivabile in modo proficuo su terre aride, è in competizione con la produzione alimentare: per generare profitti deve essere messa a coltura su terreni fertili, sottratti alle coltivazioni alimentari, necessitando di acqua, fertilizzanti e pesticidi. Come è possibile contrastare il fenomeno del land grabbing? Più che ad una singola attività è opportuno fare riferimento ad un insieme di indicazioni (sia a livello macro

Secondo Data Matrix 253.000 ettari di terreno in Kenya sono stati utilizzati per coltivare Jatropha e utilizzarla come agro carburante

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Convegno Internazionale: La Terra bene comune. Gestione delle risorse, politiche agricole e cooperazione nell’epoca del Land Grabbing, organizzato dal CEFA a Bologna il 26-27 ottobre 2012.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 sia micro) atte a prevenire il fenomeno, che ci permettono inoltre di valutare con attenzione anche il possibile contributo delle Organizzazioni non Governative. In primo luogo, appare decisivo il ruolo delle autorità statali: gli Stati coinvolti in questi processi dovranno orientare la propria legislazione attraverso l’approvazione di leggi e regolamenti sull’acquisizione e l’uso delle terre da parte degli investitori stranieri, parallelamente all’attuazione di politiche agricole orientate alla primaria esigenza di soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione. Dotare il proprio ordinamento di un insieme di leggi fondiarie a tutela dei piccoli agricoltori e delle comunità locali, a garanzia dei diritti d’uso e gestione di terre, territori, acque, semi, mandrie e biodiversità rappresenta quindi un passaggio centrale, congiuntamente al progressivo sviluppo di tecnologie volte all’uso sostenibile delle risorse naturali e alla tutela ambientale. Attraverso un potenziamento dell’agricoltura di piccola scaSono necessari leggi e regolamenti sull’acquisizione e l’uso delle terre la, sostenuta da una politica di da parte degli investitori stranieri accesso al credito (formale e informale), diventa molto più plausibile lo sviluppo di economie alimentari locali basate sulla produzione territoriale e la creazione di punti vendita e mercati locali.

Il potenziamento dell’agricoltura di piccola scala favorisce lo sviluppo di economie alimentari locali

Infine, ma non certamente ultimo, l’aspetto della democratizzazione, secondo un approccio partecipativo, che dia la possibilità alle organizzazioni di base, contadine e rurali, di potere intervenire nel processo decisionale.

Alla luce di questi aspetti fondamentali, il ruolo delle ONG è di notevole interesse. L’approccio seguito dalle Organizzazioni non Governative, come CEFA, assegna priorità al raggiungimento dell’autosufficienza alimentare e alla risposta ai bisogni primari delle popolazioni (cibo, acqua, sanità, istruzione, organizzazione sociale): ogni progetto cerca di coniugare interventi direttamente produttivi con azioni rivolte a contribuire alla crescita culturale e sociale. In un approccio integrato, le attività sono realizzate con il coinvolgimento diretto delle comunità locali nello sforzo costante di migliorare le tecniche di coltivazione e supportare le filiere, sostenendo la trasformazione e la commercializL’approccio seguito dalle zazione dei prodotti agricoli. ONG come CEFA, assegna La mission delle ONG, impegnate in programmi pluriennali, 1 risponde chiaramente alle esigenze ???? __________ soprattutto

priorità al raggiungimento dell’autosufficienza alimentare

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CONTRIBUTI NORD-SUD Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agro-industriali ...

delle popolazioni locali in termini di diritto al cibo e, conseguentemente, di diritto alla terra e a tutte le risorse che servono per consentire il raggiungimento della sicurezza alimentare. I progetti diventano in molteplici occasioni lo strumento per supportare le comunità rurali soprattutto negli start up iniziali.

Un caso di studio Il CEFA ha realizzato in Kenya, nel Nyanza, un progetto teso al “Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agroindustriali”, cofinanziato dalla Unione Europea, di durata 42 mesi, con l’obiettivo di ridurre la povertà nelle aree rurali per permettere alle famiglie di soddisfare meglio i loro bisogni di sicurezza alimentare, abitazione, abbigliamento, istruzione e salute.

La scelta del modello di progetto da realizzare è derivata da un’analisi fatta in loco che ha evidenziato come “l’economia del Sud Nyanza sia fortemente dipendente dall’agricoltura, che occupa più del 75% della forza lavoro, confermando come in Kenya la povertà cronica è associata soprattutto con l’agricoltura”.2 Il CEFA ha realizzato in Kenya, nel Nyanza, un progetto teso al “Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agroindustriali”

Il Governo del Kenya ha adottato una strategia di lungo periodo per rivitalizzare l’agricoltura, imperniata su un maggiore orientamento al mercato e un sostegno alla produttività e alla commercializzazione dei prodotti agricoli.3 È in questo contesto che il settore delle imprese agroindustriali di piccola scala è cruciale per l’assorbimento del lavoro e per la riduzione della povertà. I beneficiari del progetto nel Nyanza sono stati 5.500 agricoltori (dei quali il 60% donne) che hanno incrementato la produttività di patate dolci, arachidi e miele, grazie alle migliori tecniche apprese tramite le attività di formazione in campo agricolo. Inoltre, il progetto si è rivolto ad altri attori operativi nelle diverse fasi della filiera produttiva agroindustriale. Più precisamente, sono state coinvolte sette imprese di trasformazione, che hanno registrato un miglioramento della qualità e quantità del loro prodotto grazie ad una migliore organizzazione; sei fornitori di inputs che, grazie alle attività progettuali, hanno trovato domanda di __________ 2

3

Geda, de Jong, Kimenyi, Mwabu, Determinants of poverty in Kenya: a household level analysis, University of Connecticut, January 2005. Ministry of Agriculture and Ministry of Livestock and Fisheries Development, Strategy for revitalizing agriculture 2004-2014, March 2004.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 mercato per la loro merce; venti commercianti che hanno tratto opportunità dal maggiore flusso di prodotti. Le attività di formazione e la migliore pianificazione delle attività economiche hanno avuto come punto di partenza essenziale una fase di ricerca di mercato e analisi della filiera, i cui risultati sono stati ampiamente diffusi. Il principale risultato raggiunto è quindi riassumibile nel rafforzamento delle conoscenze e delle competenze tecniche per gli attori e gli stakeholder che partecipano alle filiere del mercato dell’arachide, della patata dolce e del miele. Particolarmente utile e rilevante ai fini del buon risultato del progetto è risultata la struttura organizzativa e metodologica per il coinvolgimento degli agricoltori locali. Gli agricoltori sono stati organizzati in 261 Common Interest Groups (CIG) suddivisi per area geografica e per coltura di interesse, partecipando ad un intenso programma formativo sulla Good Agronomic Practices (GAP) ed hanno utilizzato 73 demo plot, campi dimostrativi o parcelle sperimentali, che sono stati attivati nell’ambito del progetto. La partecipazione alle GAP ha prodotto risultati molto interessanti, essendo state seguite dal 76% dei produttori di arachide; dal 75% dei produttori di patata dolce; dall’85% degli apicoltori.

Gli agricoltori sono stati organizzati in 261 Common Interest Groups (CIG) partecipando ad un intenso programma formativo sulla Good Agronomic Practices (GAP)

Lo studio che ha accompagnato la fase finale del progetto ha fatto emergere una resa media per acro aumentata del 68% nella produzione di arachidi, del 52% per la patata dolce e del 75% per il miele. Complessivamente si sono instaurate relazioni di partenariato basate sulla “catena del valore” tra gli attori e gli stakeholder lungo le tre filiere produttive e questo ha decisamente migliorato l’accesso al mercato, la commercializzazione dei prodotti e la loro lavorazione, come dimostrano alcuni dati riepilogativi. Al termine del programma risultano costituiti 23 Marketing Committees (MC) in rappresentanza dei CIG, con scopi molteplici: rappresentanza dei gruppi, attivazione della partecipazione dei contadini, formazione, facilitazione degli incontri e delle occasioni di vendita, gestione dei fondi di rotazione, acquisto degli input per conto dei beneficiari grazie al risparmio garantito dai Group Savings and Loans (GS&L), i gruppi di risparmio e prestito la cui costi__________ tuzione rappresenta una delle azioni perseguite dal progetto. Di questi gruppi se???? ne sono stati costituiti 108, tutti con la finalità di migliorare l’approccio al 1

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CONTRIBUTI NORD-SUD Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agro-industriali ...

risparmio a scopi produttivi (acquisto di animali da traino, input agricoli, fertilizzanti).

Contestualmente sono state istituite e/o rafforzate sette imprese di trasformazione: tre centri per la decorticazione delle arachidi, tre centri per la lavorazione del miele ed un centro per la produzione di burro d’arachidi. Al termine del programma risultano costituiti 23 Marketing Committees (MC) con scopi di rappresentanza dei gruppi, attivazione della partecipazione dei contadini e formazione

Anche una analisi dei dati relativi all’attività dei Marketing Committees conferma l’esito positivo delle attività: su base mensile i 23 MC hanno concluso almeno 2 transazioni commerciali e 18 di essi hanno un conto bancario aperto e un certificato di registrazione ottenuto dai Ministero dei Servizi Sociali. Inoltre, il 95% dei beneficiari fa parte – o è rappresentato – dai Marketing Committees e il 64% dei beneficiari ha venduto le proprie produzioni attraverso i MC. Ancora, il 79.3% dei beneficiari appartiene a un gruppo di risparmio e prestito (GS&L) e il 74% ha ricevuto un prestito nel corso dell’ultimo anno. Tutto questo a fronte di una quantità media annuale di prodotto venduta aumentata in percentuali considerevoli: del 30% per i produttori di arachide; del 67% dei produttori patata dolce; del 72% per gli apicoltori. Con il progetto “Rafforzamento delle filiere produttive delle imprese agroindustriali” si può affermare di avere facilitato, tra i piccoli produttori del Nyanza, un effettivo miglioramento delle condizioni di vita e, attraverso la formazione tecnica, l’organizzazione sociale e la presa di coscienza dei propri diritti, si è dato vita ad un modello replicabile che rappresenta un potenziale baIl progetto ha facilitato, tra i luardo a eventuali tentativi di “accapiccoli produttori del Nyanza, parramento” della terra a scapito un effettivo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione locale.

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Ilario Rea

Il difficile cammino della governance internazionale verso una regolamentazione degli investimenti in agricoltura: il ruolo della società civile e delle organizzazioni multilaterali

Il Dossier è estratto dalla tesi “Land Grabbing, il mercato delle terre. Nuovo colonialismo o opportunità di sviluppo?” Università La Sapienza di Roma. Gennaio 2013. Pubblicata sul sito dell’ILC e accessibile al link

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L’elaborazione dei principi di investimento responsabile in agricoltura da parte di WB, FAO, IFAD e UNCTAD Nel gennaio 2010, la World Bank, la Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), l’International Fund for Agricultural Development (IFAD) e la United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) hanno pubblicato congiuntamente un documento intitolato “Principles for Responsible Agricultural Investment that Respects Rights, Livelihoods and Resources (PRAI)”. Tali principi costituiscono una prima risposta, delle sopraccitate organizzazioni internazionali, all’ondata di investimenti riguardanti le risorse agricole, l’acqua e le aree forestali nei paesi emergenti ed in via di sviluppo seguita alla crisi dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti del 2008, nonché ad altre ragioni, certamente strutturali, quali la necessità dei paesi importatori di assicurarsi l’accesso diretto ai rifornimenti alimentari, limitando così la propria dipendenza dall’insicurezza e dalla volatilità dei mercati internazionali; le speculazioni sulla terra e l’aumento dei prezzi delle materie prime; la ricerca di risorse energetiche alternative e, non ultimo, il crescente mercato dei carbon credit.1 Ad ogni modo, il processo di elaborazione dei sudI Principi di Investimento Responsabile detti principi aveva avuto in Agricoltura (PRAI) sono una inizio già nel luglio del risposta all’ondata di investimenti 2009, durante il summit agricoli nei paesi in via di sviluppo del G8 dell’Aquila quanseguiti alla crisi del 2008 do, alla luce del rapido coinvolgimento dell’opinione pubblica mondiale successivo ad alcune pubblicazioni della società civile come dei media, il Giappone, attraverso l’ex premier Taro Aso aveva, per la prima volta a livello internazionale, posto in risalto il tema degli «investimenti responsabili in agricoltura».2 Il dibattito successivamente scaturitone ha visto la necessità, ampiamente riconosciuta, di

__________ 1

2

Il mercato dei crediti di carbonio o carbon credit market, può esser considerato conseguenza indiretta del Protocollo di Kyoto, specificatamente del Clean Development Mechanism (CDM). In base a tale disposizione, un’azienda di un paese sviluppato che sfora la quota di emissioni CO2, può comprare “crediti di carbonio” sponsorizzando progetti di riduzione di emissioni in un paese in via di sviluppo. Può cioè compensare il suo eccessivo inquinamento limitando la presenza di gas a effetto serra in un’altra parte del mondo. Apparentemente virtuoso, vista la possibilità per i paesi industrializzati di finanziare uno sviluppo sostenibile nel Sud grazie anche ai minori costi da sopportare per sostenere questi progetti rispetto a quelli necessari per diminuire effettivamente le loro emissioni, il meccanismo ha finito però per subire delle consistenti distorsioni. I carbon credit sono essi stessi diventati una commodity, soggetta ai meccanismi della speculazione finanziaria. In quanto merce, hanno cominciato ad essere scambiati nelle borse valori e così la finanziarizzazione ha spinto aziende private e banche occidentali a lanciarsi in questo nuovo mercato come eco-trader, ottenendo terre per piantare alberi al solo scopo di acquisire “certificati di riduzione” oppure sviluppando coltivazioni per agrocarburanti cercando al contempo di farsele certificare come progetti di riduzione delle emissioni in modo da rivendere così, con alti guadagni, sia i biocarburanti che i crediti di carbonio. Grain, Seized!, 2008, online sul sito http://www.grain.org/article/entries/93-seized-the-2008-landgrab-for-food-and-financial-security

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sviluppare una collaborazione tra stati ed organizzazioni internazionali che potesse portare all’elaborazione di un insieme di criteri, pratiche e principi, applicabili agli investimenti internazionali nel settore agricolo, ai quali aderire su base volontaria. Così, nel settembre del 2009, il governo giapponese ha, al marL’ex premier Taro Aso pose in gine dell’Assemblea Generale risalto per la prima volta il tema delle Nazioni Unite intenzionata degli «investimenti responsabili a preparare una risposta intergoin agricoltura» a livello vernativa al fenomeno, ospitato internazionale un tavolo di lavoro intitolato: “Promoting Responsible International Investment in Agriculture”. Le rappresentanze di trentuno paesi e tredici organizzazioni, incluse una banca privata e un’impresa multinazionale dell’agrobusiness, hanno partecipato all’incontro concordando alcune linee guida essenziali dalle quali poter procedere alla formulazione di un quadro di principi basilari volti alla regolamentazione degli investimenti agricoli internazionali. Il rapporto finale esortava le succitate organizzazioni a lavorare su opzioni politiche efficaci in grado di stimolare un processo inclusivo di consultazioni tra stati, investitori e società civile.

In tal modo, una prima versione dei PRAI, scaturita da Word Bank, FAO, IFAD e UNCTAD un processo di elaborazioindividuano sette principi per ne saldamente ed esclusivaindirizzare gli investimenti al rispetto mente gestito dalle stesse ordei diritti umani e a garantire mezzi ganizzazioni multilaterali, è di sussistenza ai paesi più poveri stata resa pubblica nel gennaio del 2010 in un documento preparato congiuntamente da World Bank, FAO, IFAD e UNCTAD, individuando sette principi da adottare per indirizzare gli investimenti in modo che potessero garantire il rispetto dei diritti, dei mezzi di sussistenza e delle risorse dei paesi economicamente più poveri:3

Principle 1 Rispetto dei diritti sulla terra e sulle risorse. Principle 2 Garantire la sicurezza alimentare. Principle 3 Assicurare la trasparenza e la buona governance. Principle 4 Assicurare la consultazione e la partecipazione. Principle 5 Promuovere investimenti responsabili del settore agro-industriale. __________ 3

Per una lista complete si veda: http://unctad.org/en/Pages/DIAE/G-20/PRAI.aspx

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Principle 6 Garantire la sostenibilità sociale evitando di incrementare la vulnerabilità. Principle 7 Garantire la sostenibilità ambientale.

Scopo principale del documento è stato quello di incoraggiare una discussione ed un confronto di ampio respiro circa la regolarizzazione dell’emergente fenomeno di accaparramento di terra fra i vari attori coinvolti, tra cui la società civile, le agenzie bilaterali e multilaterali, e tutte le principali categorie di investitori. Enfatizzando l’importanza degli investimenti, in particolar modo privati, come fondamentali nell’incrementare la produttività contribuendo alla crescita economica e alla riduzione della povertà rurale in un settore da troppi anni a corto di capitali, i PRAI hanno comunque sottolineato come l’incremento di investimenti sregolati (riconducibili all’accezione negativa di “land grabbing” ) abbia in realtà minato tanto la crescita economica quanto la riduzione di povertà e l’aumento della disuguaglianza, facendo registrare effetti particolarmente negativi là dove: ampi appezzamenti di terra vengono convertiti da produzioni alimentari a non alimentari (ad esempio biocarburanti e mangimi animali); nei casi in cui la produzione di cibo viene principalmente I PRAI sottolineano come destinata ai più remunerativi mercati l’incremento di investimenti stranieri o quando l’impatto di mono‘sregolati’ abbiano minato colture intensive sulle capacità di ritanto la crescita economica quanto la riduzione di generazione degli ecosistemi locali povertà non risulta sufficientemente valutato.

Tale discussione ha quindi definito il ruolo dei PRAI come meccanismo di minimizzazione dei rischi, evidenziando al contempo l’importanza di forme di governance sostenute dal settore industriale. La rilevanza dei rischi – tra cui i rischi per gli investitori, il rischio di capitale e i rischi inerenti i diritti sulla terra – è infatti posta in concreto risalto all’interno delle pagine del documento congiunto, cercando di guardare contemporaneamente alle già esistenti iniziative industriali di auto-regolamentazione, come ad esempio l’Extractive Industry Transparency Initiative (EITI), gli Equator Principles così come i Santiago Principles al fine di sviluppare nell’ambito del land grabbing, una combinazione di linee guida e codici di condotta efficaci.4

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Si veda: EITI (http://eiti.org/); Equator Principles (http://www.equator-principles.com/ ed anche: http://www.equator-principles.com/resources/equator_principles.pdf); Santiago Principles (http://www.iwg-swf.org/pubs/gapplist.htm).

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La reazione internazionale all’adozione dei PRAI Ad ogni modo, l’adozione dei PRAI e la loro successiva introduzione ha suscitato, nel panorama internazionale, reazioni differenti e per certi versi del tutto contrapposte, sottolineando ancora una volta come in realtà il fenomeno risenta di una inconciliabile opposizione tra due modelli fra loro contrastanti. La discussione in seno alle maggiori istituzioni internazionali infatti, se da un lato riflette un’ampia partecipazione interstatale, dall’altro mette in contrapposizione due piani profondamente differenti rappresentati dalle associazioni contadine e dalla società civile da un lato e Le reazioni all’adozione dei PRAI dalle rappresentanze di vari gosottolineano come il fenomeno verni e del settore privato dall’aldegli Investimenti agricoli risenta tro, in quello che da più parti di una inconciliabile opposizione è stato definito un “dialogo tra tra due modelli fra loro sordi”.

contrastanti

Effettivamente, le acquisizioni di terra su larga scala, sono state inizialmente salutate come una manna per un settore, quello dell’agricoltura dei paesi in via di sviluppo, da anni in deficit di capitali, soprattutto considerando le conseguenze favorevoli in termini di sviluppo infrastrutturale, posti di lavoro e servizi. La stessa Dambisa Moyo, autrice del famoso best seller “Dead Aid: la carità che uccide”, indica proprio nelle possibilità di attrarre investimenti, una delle possibili chiavi di volta per l’avvio di uno sviluppo economico che si differenzi da quella concezione caritatevole che ha essenzialmente caratterizzato gli ultimi decenni di aiuti al sud del mondo. Il recente incremento di investimenti diretti esteri nell’agricoltura dei paesi economicamente più poveri potrebbe a tutti gli effetti rappresentare un’irrinunciabile opportunità, ragione per cui il loro repentino aumento degli ultimi anni è stato accolto con un certo favore da parte di svariate organizzazioni internazionali, Wolrd Bank, International Monetary Fund ed IFAD in testa. Il dibattito che ha in questi anni caratterizzato i vertici e i documenti programmatici delle varie organizzazioni internazionali e non-governative, associazioni di contadini e centri di ricerca si è pertanto incentrato su come tradurre quello che da più parti è stato definito come un neocolonialismo, in una situazione vincente per tutte le parti coinvolte. Proprio attraverso questo assunto possono allora essere lette alcune delle principali iniziative che hanno sicuramente segnato un importante passo nell’affrontare il tema in questione, tra cui gli stessi principi di investimento responsabile in agricoltura, che hanno sostanzialmente stabilito l’esigenza di non intaccare la sovranità alimentare degli stati, stipulando accordi trasparenti con il coinvolgimento delle comunità locali e riconoscendo i diritti esistenti di accesso alla terra, spesso consuetudinari e non legalmente vincolanti.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Attraverso quest’impostazione, gli esperti delle I Principi di investimento responsabile Nazioni Unite hanno intehanno stabilito l’esigenza di non so sviluppare un cornice intaccare la sovranità alimentare degli attuativa su base volontastati, coinvolgere le comunità locali e ria, che consenta ai vari riconoscere i diritti di accesso alla terra soggetti coinvolti di investire in modo responsabile, producendo su larga scala senza incidere sui diritti di accesso all’acqua e alla terra delle comunità rurali. È stato allora l’insieme di questi fattori a contribuire all’approvazione dei PRAI da parte del G8 e, successivamente del G20 di Seoul, durante il quale gli stessi leader mondiali hanno deciso di incorporare tali principi come parte integrante del Seoul Development Consensus for Shared Growth, spronando tanto gli stati quanto le imprese private a sostenerli.

Tuttavia, l’approccio adottato, in corso di elaborazione, e l’impostazione generale data al documento, non ha mancato di sollevare critiche, facendo registrare altresì importanti reazioni politiche contrarie. Tra queste, è certamente rilevante l’autorevole posizione del Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il Diritto al Cibo, il belga Oliver De Schutter, particolarmente critico nei confronti dei PRAI, fino a sostenere come questi stiano in realtà fornendo ai policy-makers una lista di controllo sul come distruggere “responsabilmente” i contadini e le piccole imprese agricole a livello globale.5 L’importante rappresentante ONU ha quindi proposto undici principi da adottare nelle politiche fondiarie affinché il tema sia affrontato dalla prospettiva dei diritti più che degli investimenti. Analogamente, alcuni studiosi contestano la retorica della win win situation, rivendicando il bisogno di una ridefinizione delle politiche fondiarie a partire dai diritti delle popolazioni rurali del sud del mondo.6 Diverse ONG dal canto loro, vedono nei principi per gli investimenti responsabili un modo non per frenare, ma per “legittimare” il land grabbing”, proponendo invece una

Oliver De Schutter, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il Diritto al Cibo, ha proposto di affrontare il tema delle politiche fondiarie dalla prospettiva dei diritti più che degli investimenti

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6

Cfr. O. De Schutter, How not to think about land-grabbing: three critiques of large-scale investments in farmland. Journal of Peasant Studies, 38(2), p.254. Cfr. O. De Schutter, Large-scale Land Acquisition and Leases. A Set of Core Principles and Measures to Address the Human Rights Challenge, Onu, Ufficio dell’Altro commissario ai diritti umani, 2009, online sul sito http://www2.ohchr.org. Cfr. S. Suaréz Monsalve, Land. Not for Sale!, in Land Grabbing and Nutrition. Challenges for Global Governance, Right to Food and Nutrition Watch, Stuttgart 2010, online sul sito http://www.rtfn-watch.org. Cfr. anche S. Borras – J. Franco From Threat to Opportunity? Problems with the Idea of a “Code of Conduct” for LandGrabbing, Yale, aprile 2010, online sul sito https: //www.responsibleagroinvestment.org/sites/responsibleagroinvestment.org/files/features/Yale-April-2010-Borras_Franco.pdf

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seria regolamentazione internazionale. La maggior opposizione ai PRAI, visti come uno strumento di appropriazione a lungo termine delle terre dei piccoli agricoltori, è difatti emersa tramite le posizioni della società civile e delle associazioni di contadini a livello internazionale ed attraverso iniziative di sensibilizzazione, come ad esempio la campagna “Why We Oppose the Principles for Responsible Agricultural Investment” guidata da un crescente movimento di protesta in difesa della sovranità alimentare, fortemente contrario tanto ai principi quanto alle modalità di adozione degli stessi.7 Più specificatamente, organizzazioni come Grain o la Via Campesina, intendono sottolineare come in realtà il documento utilizzi i termini “quantificazione” e “misurazione” con un’accezione esclusivamente economico-monetaria. In tal modo, sarà semplice, secondo l’opinione di quest’ultime, quantificare e misurare i costi ambientali nei casi in cui vengano previste deforestazioni o incendi di aree boschive, ma non sarà altrettanto facile capire se i responsabili politici vorranno e saranno in grado di quantificare e misurare i costi ambientali dei modelli agro-energetici all’interno dei quali vengono incorporati i diversi progetti di investimento. Sostanzialmente, mettendo in guardia dal rischio di sottovalutare l’impatto di produzioni industriali, monocolture, perdita di biodiversità, contaminazioni chimiche del suolo e delle acque, stoccaggio e trasporto dei prodotti agro-alimentari per lunghe distanze e smaltimento dei rifiuti, arrivano a sostenere come l’effettivo contesto economico-ambientale in cui i RAI (Responsible Agricultural Investment) sono inseriti sia, in ultima analisi, intrinsecamente insostenibile.8 Inoltre viene ribadito come, sul piano puramente istituLa campagna “Why We Oppose the zionale e procedurale, i Principles for Responsible Agricultural principi di investimento reInvestment” è fortemente critica nei sponsabile in agricoltura confronti dei principi e alle modalità non siano stati concepiti di adozione dei PRAI come politica pubblica in materia di investimento agricolo, né tantomeno come regolamentazione statale di investimenti agricoli privati, ma piuttosto come suggerimento di autoregolamentazione volta all’attenuazione dei possibili impatti negativi nell’acquisizione di terreni su larga scala.

Seguendo la logica di autoregolamentazione del settore privato, proseguono dalle ONG, i PRAI non includono alcun riferimento a strumenti giuridici vincolanti, come ad esempio la norme internazionali a tutela dei diritti umani, ma __________ 7

8

Si veda a tal proposito: La Via Campesina, online sul sito http://viacampesina.org/en/index.php/main-issues-mainmenu-27/agrarian-reform-mainmenu-36/927-why-we-oppose-the-principles-for-responsible-agricultural-investment-rai, e anche: Focus on the Global South, online sul sito http://focusweb.org/content/why-weoppose-principles-responsible-agricultural-investment-rai A tal proposito si veda anche il blog farmlandgrab online sul sito http://farmlandgrab.org/16159

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 piuttosto si basano, come precedentemente accennato, su principi di responsabilità sociale, quali gli Equator Principles, l’Extractive Industry Transparency Initiative (EITI), i Santiago Principles o le Guidelines for Multinational Enterprises dell’OECD.9 Tra gli elementi fondamentali della critica proveniente dalla società civile vi è quindi la constatazione dell’evidente fallimento del settore privato di autoregolarsi, come si è potuto recentemente vedere durante la crisi finanziaria che, iniziata nel 2007, ha tutt’oggi profondi ripercussioni nel tessuto economico e sociale delle società occidentali e non. Ciò nonostante, alcuni settori di diverse organizzazioni internazionali e di vari governi, attaccano le ONG, continuando a ritenere i PRAI e gli accordi su base volontaria come l’unica forma possibile di regolamentazione del settore aziendale/privato in grado di fornire soluzioni concrete. Opponendosi a quest’impostazione, la società civile così come varie associazioni contadine, spingono per iniziative rivolte piuttosto all’urgenza di fermare la speculazione finanziaria sui prodotti alimentari e, più in generale, la “finanziarizzazione” dell’economia reale, limitando il potere di coloro i quali cercano, sempre più energicamente, il controllo dei sistemi agro-alimentari mondiali. Secondo quest’analisi emerge, sempre più impellente, la necessità di norme statali obbligatorie, rigorose e giuridicamente vincolanti volte alla regolamentazione degli investimenti in settori sensibili come i mercati finanziari, il cibo, l’agricoltura e l’acqua, al fine di attenuare così l’impatto potenzialmente negativo delle ampie acquisizioni di terra sulle popolazioni rurali e sui popoli indigeni.10 Appare evidente poi la reazione negativa delle maggiori La società civile e varie ONG all’elaborazione dei associazioni contadine spingono PRAI in quanto iniziativa guiper iniziative rivolte all’urgenza di data da un gruppo di organizfermare la speculazione finanziaria zazioni internazionali, priva sui prodotti alimentari della partecipazione dei governi dei paesi poveri economicamente così come di quei soggetti maggiormente sensibili quali le donne, i piccoli agricoltori, le popolazioni indigene, i pescatori e i pastori. Il processo di adozione è ritenuto, nel suo insieme, non ancorato al contesto istituzionale multilaterale attraverso chiare regole procedurali o per mezzo di un processo decisionale prestabilito coadiuvato dal principio di responsabilità. Piuttosto i PRAI sono, secondo loro, il prodotto di una

__________ 8 9 10

A tal proposito si veda anche il blog farmlandgrab online sul sito http://farmlandgrab.org/16159 Si veda a tal proposito: http://www.oecd.org/daf/inv/mne/ Per un interessante approfondimento relativo alla posizione della società civile e delle associazioni contadine, si veda: http://www.csm4cfs.org/

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governance globale guidata dai mercati agro-alimentari, in cui tecnocrati con stretti legami con il settore privato, seguendo un’agenda amministrativa e guidati da evidenti dogmi ideologici hanno deciso come le risorse mondiali debbano essere sfruttate.11

Le richieste delle ONG e la difesa della Banca Mondiale La contrapposizione a questi principi è stata quindi netta sin dal principio, come si evince anche dalle parole di Henry Saragih, coordinatore internazionale di Via Campesina, che vede nel tentativo di moralizzare le acquisizioni di terra attraverso principi e codici di condotta non vincolanti semplicemente delle dichiarazioni di intenti paragonabili a “specchietti per le allodole”.12 La sua analisi dell’azione della Banca Mondiale è senza appello. Questa rappresenta, secondo il quarantanovenne indonesiano, parte integrante del sistema di acquisizioni di terra su larga scala. Il suo braccio finanziario, l’International Finance Corporation (IFC), stimola gli accordi. Fa le necessarie pressioni sui governi proprietari delle terre per creare ambienti favorevoli agli investimenti e spesso offre una garanzia sotto forma di una assicurazione per investimenti ritenuti più rischiosi.13 L’IFC ha in effetti operato su diversi governi affinché creHenry Saragih, coordinatore assero un ambiente più prointernazionale di Via Campesina considera l’adozione di principi e pizio agli investitori, abolencodici di condotta non vincolanti do limitazioni e offrendo come “specchietti per le allodole” sgravi fiscali e concessioni di vario genere. I suoi esperti hanno affiancato i team delle agenzie per gli investimenti di vari paesi. A volte hanno accompagnato la creazione di un’agenzia per gli investimenti e la stesura delle regole per investire. Nel frattempo un altro braccio della Banca Mondiale, la Multilateral Investment Guarantee Agency (MIGA), si è preoccupato di offrire garanzie in caso di investimenti a rischio.

Questo modo di procedere parte tuttavia dal presupposto che le forze del mercato portino con sé sviluppo e che pertanto il mercato debba essere il più libero possibile da costrizioni burocratiche che ne limiterebbero il dinamismo. Non sono in pochi però a criticare questa posizione, affermando come la rappresentatività e la collegialità delle decisioni della World Bank, che spesso ha rap__________ 11 12

13

Ibidem, http://farmlandgrab.org/16159. S. Liberti, Land Grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo, Minimum Fax, Roma, 2011, p. 104. Ibidem, p. 105.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 presentato un vero e proprio ariete con cui i paesi ricchi hanno potuto portare avanti le proprie politiche economiche in quelli più poveri, siano in realtà fortemente limitate e quasi sempre dominate dai paesi industrializzati. Ma alle accuse di gettare sostanzialmente del fumo negli occhi degli osservatori inLe decisioni della World ternazionali, la Banca Mondiale controBank sono fortemente batte asserendo come in realtà i PRAI sialimitate e quasi sempre no la strada migliore da intraprendere in dominate dai paesi termini di regolamentazione del fenomeindustrializzati no. Gli investitori, secondo questa visione, sarebbero fortemente interessati al non veder screditata la propria reputazione e pertanto desiderosi di impegnarsi in attività che minimizzino la dislocazione delle comunità rurali presenti così come i danni ambientali.

In base al quadro tracciato dall’importante istituzione economico-finanziaria, l’effettivo successo dei principi pubblicati congiuntamente alle altre tre organizzazioni internazionali (FAO, IFAD, UNCTAD) nel gennaio del 2010, sarebbe possibile soltanto attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori, come asserito nello stesso studio Rising Global Interest in Farmland.14 Per questo da Washington sostengono con forza il ruolo essenziale dei governi nei paesi oggetto di investimenti, così come degli investitori, della società civile e delle istituzioni internazionali. Soprattutto gli stati hanno il compito di migliorare le strutture amministrative, assicurando i diritti delle comunità rurali e proteggendo, al contempo le risorse naturali esistenti. Anche la società civile e le organizzazioni sono chiamate ad educare le comunità in merito ai loro diritti, fornendo assistenza specifica nelle negoziazioni e nel successivo monitoraggio, per svolgere una funzione di sorveglianza concentrando l’attenzione sull’eventuale non conformità degli accordi con le norme politiche vigenti o con le norme concordate a livello internazionale. Le stesse organizzazioni internazionali poi, devono svolgere una funzione di ponte incoraggiando le parti interessate a concordare un set uniforme di principi.15 Qual è tuttavia la situazione internazionale a tre anni dalla pubblicazione del documento congiunto? Alla vigilia del meeting annuale della Banca Mondiale e del Fondo

Gli stati hanno il compito di migliorare le strutture amministrative, assicurando i diritti delle comunità rurali e proteggendo, al contempo le risorse naturali esistenti

__________ 14 15

K. Deninger et al., Rising Global Interest in Farmland, World Bank, Washington 2011. K. Deninger et al., Rising Global Interest in Farmland, World Bank, Washington, 2011, P.137.

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Monetario Internazionale, tenutosi a Tokyo dal 12 al 14 ottobre 2012 per discutere delle possibili soluzioni per la ripresa economica globale, l’organizzazione non governativa OXFAM International, si è vista respingere la richiesta, presentata poco prima, di uno stop ad ogni coinvolgimento delle due importanti istituzioni economico-finanziarie nell’acquisto su grande scala di terre agricole nei paesi in via di sviluppo. Il 4 ottobre infatti, OXFAM aveva pubblicato il rapporto “Chi ci prende la terra ci prende la vita - Come fermare la corsa globale alla terra” dal quale emerge come «La terra venduta in tutto il mondo negli ultimi dieci anni, pari a un’area grande quasi sette volte l’Italia, basterebbe a coltivare cibo per il miliardo di esseri umani che oggi soffre la fame». OXFAM avvertiva inoltre: «tra il 2000 e il 2010 oltre il sessanta per cento degli investimenti internazionali in terreni agricoli sono avvenuti in paesi in via di sviluppo che hanno gravi problemi di fame. Eppure, nonostante questo, i due terzi degli investitori prevedono di esportare tutto quello che su queste terre viene e verrà prodotto. Quasi il sessanta per cento di questa terra poi è destinata a colture utilizzabili per i biocarburanti».16 Principale obiettivo del rapporto di OXFAM, fondata nel 1942 dall’unione di diciassette ONG, è stato quello di interrompere per almeno sei mesi il coinvolgimento della Banca Mondiale nel fenomeno di “accaparramento” delle terre, appellandosi ai dati forniti e spingendo affinché i piccoli agricoltori divenissero l’oggetto principale degli investimenti supportati dalla Banca e dal suo braccio finanziario, l’IFC. In effetti, sottolinea il rapporto, il ruolo dell’istituzione, figlia della Conferenza di Bretton Woods del 1944, è sia quello di investire direttamente nei paesi oggetto di investimenti agricoli, sia di fornire consulenze a quei paesi in via di sviluppo in merito alle stesse acquisizioni di terre. Per questo motivo se ne evidenziano le responsabilità e si chiede di evitare che l’accaparramento di terra diventi uno dei grandi scandali del XXI secolo. Sospendendo temporaneamente i propri investimenti nel settore e rivedendo le proprie pratiche, sostiene OXFAM, la Banca Mondiale può diventare un esempio per tutti gli investitori e i governi e incoraggiarli a favorire realmente lo sviluppo delle comunità più povere.

Per OXFAM è necessario che i piccoli proprietari diventino l’oggetto degli investimenti supportati dalla Banca e dal IFC

Anche qui le critiche riguardano pertanto il ruolo incoraggiante svolto dalla Banca nell’incentivare i grandi investimenti internazionali volti alla costituzione di produzioni

__________ 16

OXFAM, “Chi ci prende la terra ci prende la vita – Come fermare la corsa globale alla terra”, Londra, Oxfam International, ottobre 2012, p.2. Disponibile su: http://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2012/10/Chi-ci-prende-la-terra-ci-prende-la-vita_Briefing-Note_4-ottobre-2012.pdf

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 su larga scala a danno delle comunità rurali. Malgrado il clamore e le iniziative intraprese dalla governance mondiale, PRAI in testa, il documento sottolinea infatti come la recente corsa alle terre rimanga sregolata: «I più poveri continuano ad essere sfrattati, spesso con la violenza, perdendo le loro case e l’accesso alla terra che è la loro fonte di cibo e guadagno, senza essere consultati né risarciti. In questo momento – prosegue il rapporto – nei Paesi più poveri ogni quattro giorni un’area di terra più grande dell’intera città di Roma viene venduta ad investitori stranieri. In Liberia, ad esempio, in soli cinque anni il trenta per cento del paese è stato inghiottito dalle acquisizioni di terra».17 L’esigenza, tra l’altro condivisa da svariate ONG, di porre un argine alle In Liberia in soli cinque anni acquisizioni, considerando la perduil trenta per cento del paese rante volatilità dei prezzi dei generi è stato ‘inghiottito’ dalle alimentari e il rischio di una nuova acquisizioni di terra massiccia ondata di acquisizioni, si è quindi concretizzata in un appello urgente e una petizione online per chiedere alla Banca Mondiale di sospendere subito i suoi investimenti in terreni agricoli per il tempo necessario a introdurre politiche più efficaci per contrastare il fenomeno.18 Il principale punto del contendere è quindi relativo all’appoggio della Banca a un modello incentrato sulle grandi coltivazioni intensive che, malgrado l’adozione di principi di regolamentazione come gli Equator Principles, sembra ancora essere fin troppo sterile nel tutelare i diritti delle popolazioni rurali.19

Anuradha Mittal ad esempio, direttrice esecutiva dell’Oakland Institute, un think tank statunitense che si occupa degli effetti della speculazione fondiaria nel mondo in via di sviluppo, fa notare come il livello di controllo delle salvaguardie stabilite attraverso le linee guida e i principi di investimento responsabile rimanga alquanto labile. Sottolineando come in realtà permanga un principio di adesione

Le ONG chiedono alla Banca Mondiale di sospendere i suoi investimenti e introdurre politiche più efficaci per contrastare il fenomeno della ‘corsa alla terra’

__________ 17 18

19

Ibidem, p.3. Nel rapporto si legge come gli investimenti della Banca Mondiale in terreni agricoli sino aumentati del duecento per cento negli ultimi dieci anni, mentre l'International Finance Corporation, il settore della Banca che eroga prestiti al settore privato, definisce gli standard seguiti da molti investitori. Gli Equator Principles, adottati dall’IFC nel giugno del 2006, costituiscono una serie di principi volti a tutelare e regolamentare gli investimenti internazionali. Ad essi aderiscono circa quindici istituzioni finanziarie di sviluppo, trentadue agenzie di credito all’esportazione e settantasette istituzioni finanziarie private che hanno convenuto all’esigenza di rispettare alcuni standard sociali ed ambientali nel finanziare investimenti esteri, in particolar modo in paesi in via di sviluppo. Si veda a tal proposito: http://www.equator-principles.com/resources/equator_principles.pdf

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volontaria a tali disposizioni, chiama direttamente in causa la World Bank quando afferma che: «nel 2009 e nel 2010, siamo stati in grado di identificare chiaramente il ruolo che il Gruppo della Banca Mondiale ha svolto nella promozione di questi investimenti su grande scala, ignorando completamente l’impatto sociale ed economico degli stessi».20 In effetti diversi aspetti controversi continuano a perAnuradha Mittal direttrice manere, primo tra tutti il dell'Oakland Institute fa notare come rischio di speculazioni fiil livello di controllo delle salvaguardie, stabilite attraverso le nanziarie. Questo risulta linee guida e i principi di investimento essere un elemento tutt’alresponsabile rimanga alquanto labile tro che secondario della corsa alla terra: gli investitori non direttamente coinvolti nel business agricolo, in sostanza, comprano terreni e poi semplicemente aspettano che si rivalutino, senza prevedere alcun piano di produzione agricola.

Tuttavia, come detto, la Banca Mondiale, seppur condividendo le inquietudini sollevate dal rapporto dell’ONG, non si è mostrata concorde all’appello di Oxfam per una moratoria sugli investimenti del Gruppo nelle imprese agricole su larga scala, sottolineando come, particolarmente durante un periodo di crescita rapida dei prezzi degli alimenti in tutto il mondo, questa sarebbe una scelta sbagliata. Secondo gli esperti dell’importante istituzione economica infatti, una moratoria incentrata sul Gruppo della Banca prenderebbe di mira precisamente quei protagonisti che si sforzano di migliorare le pratiche di acquisizione come i governi progressisti, gli investitori e la stessa organizzazione. In sostanza, i dirigenti della più importante Banca di sviluppo mondiale, sembrano convinti del fatto che prendere una tale iniziativa non aiuterebbe affatto a ridurre i casi di pratiche abusive e verosimilmente dissuaderebbe gli investitori responsabili e desiderosi di applicare le regole stabilite dalla stessa organizzazione. Inoltre, la Wokld Bank ricorda ad Oxfam così come alle altre ONG che criticano il suo sostegno agli investimenti internazionali nel settore agricolo, quella che è per molti una realtà di fatto: «Nel 2050 la popolazione mondiale dovrebbe aumentare di due miliardi di abitanti, necessitando di un aumento del settanta per cento della produzione alimentare mondiale».21 Benché quindi non si neghi la necessità di revisionare e migliorare alcuni aspetti inerenti le linee guida per gli investimenti sulla terra, al fine di implementare le politiche volte alla salvaguardia sociale e ambientale, in particolare modo __________ 20 21

Cfr. http://www.ipsnews.net/2012/10/world-bank-refuses-call-to-halt-land-deals/ Cfr. http://allafrica.com/stories/201210080770.html.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 in contesti deboli dal punto di vista istituzionale e considerata l’evidente inefAspetti controversi ficienza nell’attenuare gli effetti negacontinuano a permanere, tivi, i casi di abuso non possono primo tra tutti il rischio di essere presi come paradigma fondanspeculazioni finanziarie te della totalità dei progetti in campo. La Banca Mondiale d’altronde è consapevole dell’esigenza di attuare pratiche che assicurino una partecipazione più trasparente ed inclusiva in merito ai trasferimenti fondiari, ma afferma al contempo come essa non appoggi le acquisizioni o gli investimenti fondiari speculativi che si approfittano della debolezza delle istituzioni nei paesi in via di sviluppo o che disprezzano i principi dell’investimento agricolo responsabile, ribadendo inoltre come il novanta per cento dei suoi investimenti in agricoltura sia focalizzato sui piccoli agricoltori e che l’apporto fin ora fornito dall’International Finance Corporation ha contribuito a fornire ben trentasettemila posti di lavoro.22

Le “Voluntary Guidelines on Land Tenure” e la discussione dei nuovi PRAI in seno al CFS Consci ad ogni modo della mancanza di legittimazione della quale i PRAI hanno sensibilmente sofferto sin dalla loro pubblicazione, privati di qualsiasi tipo di processo consultivo significativo, i loro promotori hanno cercato di ottenere l’approvazione del Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale (CFS), organismo riformato nell’ottobre del 2009 al fine di costituire il più inclusivo forum mondiale sulle questioni inerenti la sicurezza alimentare.23 All’interno del documento Il Comitato per la Sicurezza Alimentare elaborato in occasione Mondiale (CFS) è stato istituito del Policy Round Table dal nell’ottobre del 2009 al fine di titolo: “Land Tenure and costituire il più inclusivo forum International Investment in mondiale sulle questioni inerenti la Agriculture”, durante la sicurezza alimentare 37a sessione del Comitato nell’ottobre del 2010, le quattro organizzazioni summenzionate hanno proposto l’endorsement da parte dello stesso CFS del processo riguardante i PRAI in corso di elaborazione. Proprio la possibilità di un’approvazione è stata però duramente contestata tanto dai partecipanti della società civile, quanto dai paesi del G77, non consultati in occasione del processo di formulazione dei

__________ 22 23

Cfr. http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2018283 Si veda: http://www.fao.org/cfs/en/

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PRAI, così come da altri che hanno voluto invece sottolineare come il CFS avrebbe perso la sua autorità ratificando semplicemente strumenti sviluppati in altri forum per i quali la sicurezza alimentare non costituisce il mandato principale. La decisione finale ha pertanto visto il CFS adottare la formulazione di “prendere atto del processo in corso”, piuttosto che il termine, certamente più compromettente, di “approvazione”. Inoltre, il Comitato ha deciso di avviare un nuovo ed inclusivo processo di considerazione dei principi all’interno del CFS coerentemente col suo mandato, affiancandolo alle Voluntary Guidelines on the Responsible Governance of Tenure of Land, Fisheries and Forests, la cui negoziazione è stata stabilita durante la stessa sessione. Successivamente veniva deciso che l’avvio delle consultazioni inerenti gli investimenti in agricoltura avrebbero avuto inizio solo dopo l’adozione delle Voluntary Guidelines, avvenuta l’11 maggio 2012. Il periodo di tempo che è però stato necessario per giungere ad un accordo su queste ultime, soprattutto a causa del dibattito scaturito riguardo le disposizioni sugli investimenti, è da considerarsi esemplificativo delle difficoltà incontrate nell’adottare una soluzione comune comprendente i vari soggetti interessati, seppur si trattasse semplicemente di linee guida volontarie. Il senso di tutto ciò si ritrova nelle dichiarazioni del direttore generale della FAO, il brasiliano Graziano Da Silva, che si è detto frustrato per la lentezza del processo di creazione di una struttura di governance globale volta ad affrontare efficacemente i problemi legati alle acquisizioni di terra su larga scala e, più in generale, alla sicurezza alimentare. L’importante funzionario, già precedentemente a capo del programma brasiliano di riduzione della fame denominato “zero-hunger”, ha inoltre ribadito come sia di fatto impossibile fermare gli investitori internazionali dalla corsa alle risorse del sud del mondo, paragonando il fenomeno al “selvaggio west” e proseguendo nella metafora affermando la necessità di uno “sceriffo” che possa tenere sotto controllo gli accordi nei paesi in via di sviluppo.24 Dalle parole di Da Silva si comprende come il “land rush” sia ad oggi una realtà concreta e ineludibile e quanto sia limitata, al contempo, l’azione delle più importanti organizzazioni internazionali data l’assenza di mezzi e strumenti in grado di fermare grandi compagnie dall’acquisto della terra. Trovare un modo adeguato per arginarle sembra essere l’unica via percorribile. In tal

Il direttore generale della FAO è insoddisfatto per la lentezza del processo di creazione di una struttura di governance globale volta ad affrontare i problemi legati alla sicurezza alimentare

__________ 24

The Guardian, “Land Deals in Africa have led to a wild west-bring on the sheriff, says FAO”, del 29 ottobre 2012. Disponibile su: http://www.guardian.co.uk/global-development/2012/oct/29/land-deals-africa-wild-west-fao?newsfeed=true

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 senso l’adozione delle “Voluntary Guidelines on the Rensponsible Governace of Tenure” costituisce senza dubbio un importante passo in avanti verso il rafforzamento dei diritti delle popolazioni locali, fornendo quegli strumenti giuridici necessari alla difesa dei contadini, dei pastori e dei pescatori nelle aree economicamente più disagiate del pianeta. Parallelamente però, le linee guida hanno richiesto anni di negoziazioni e mancano di un efficace meccanismo di applicazione in quanto volontarie. Il modello inclusivo caratterizzante il CFS pecca quindi dal lato della rapidità d’azione e, nella discussione dei nuovi “Principles for Responsible Investment in Agriculture”, quel che più risulta necessario è un’accelerazione nel processo decisionale senza perdere quella collegialità che ha fino ad oggi contraddistinto il dialogo e l’adozione di risoluzioni all’interno di quest’organo. In fin dei conti appare chiaro come la FAO sia negli ultimi Il “Voluntary Guidelines on the anni andata via via affrontanRensponsible Governace of Tenure” do la questione in maniera rafforza i diritti delle popolazioni concreta, ponendo sempre più locali nelle aree economicamente più disagiate del pianeta l’accento sul ruolo delle comunità agricole, facilitando un maggior coordinamento tra le istituzioni e agendo come un braccio operativo del Comitato per la Sicurezza Alimentare (CFS). La principale chiave di lettura di quest’azione può esser considerata la volontà di rafforzare la capacità negoziale dei governi coinvolti, spesso non in grado di strappare intese equilibrate alle multinazionali o agli stati interessati nelle proprie risorse, ma soprattutto le necessità di tutelare i diritti consuetudinari dei contadini, dei pastori, dei pescatori e delle donne, in sostanza delle pedine più deboli nell’attuale corsa alle terre.

Inoltre, lo scenario tracciato dallo stesso rapporto annuale sullo stato dell’agricoltura e dell’alimentazione (SOFA),25 non manca certo di evidenziare l’importanza degli investimenti per uno sviluppo adeguato, ma sottolinea in modo deciso il ruolo e l’esigenza di coinvolgere i contadini in tale processo. I nuovi dati raccolti dal rapporto, affermano dalla FAO, mostrano infatti che a livello globale gli agricoltori dei paesi a basso e medio reddito investono più di centosettanta miliardi di dollari l’anno sui propri campi, circa centocinquanta dollari per agricoltore. Questa cifra è tre volte superiore a tutte le altre forme d’investimento messe insieme, quattro volte i contributi dati dal settore pubblico e sono oltre cinquanta volte superiori agli aiuti pubblici allo sviluppo che vengono dati a questi paesi.26 __________ 25 26

Disponibile online: http://www.fao.org/publications/sofa/en/ Si veda: http://www.fao.org/publications/sofa/en/

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È esattamente su questo punto che si battono allora le Il rapporto annuale sullo stato principali ONG così come dell’agricoltura e dell’alimentazione svariate associazioni di con(SOFA) sottolinea in modo deciso il tadini, sottolineando ancora ruolo e l’esigenza di coinvolgere i contadini una volta l’importante ruolo e le enormi potenzialità insite nelle comunità rurali, specialmente se supportate adeguatamente attraverso piccoli finanziamenti e programmi di formazione che ne migliorino le tecniche produttive. Sono proprio queste posizioni ad esser state quindi portate all’interno del dibattito riguardante l’adozione dei nuovi PRAI.

I termini specifici su cui impostare tale processo consultivo sono stati adottati durante la 39a sessione del CFS nell’ottobre 2012, a seguito di un dibattito difficoltoso specialmente riguardo alle modalità di consultazione nonché all’ambito di applicazione e alle finalità dei nuovi PRAI.27 Alcuni membri del G8, principalmente Stati Uniti e Canada, insieme all’Australia, al settore privato, alla World Bank e all’IFAD hanno insistito per utilizzare gli esistenti PRAI come base per le consultazioni, da focalizzare esclusivamente sugli investimenti esteri e da condurre il più rapidamente possibile. La società civile e i movimenti sociali come le associazioni contadine, alleandosi con un certo numero di paesi del G77, hanno invece insistito per iniziare un nuovo processo che tenesse in dovuta considerazione il ruolo dei piccoli agricoltori come principali investitori nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo. Dal loro punto di vista l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di sviluppare principi che abbiano alla base il rispetto dei diritti umani e che supportino investimenti rivolti ai piccoli produttori, difendendoli dai possibili impatti negativi di investimenti imprenditoriali o, peggio, speculativi. Diversi paesi africani poi, oggetto del maggior numero di acquisizioni negli ultimi anni, hanno sottolineato la necessità di assistenza per mettere in campo politiche nazionali che possano mobilizzare in primo luogo gli investimenti interni, garantendo al contempo ai capitali stranieri una funzione di supporto alle dinamiche e ai processi interni.

La società civile e i movimenti sociali hanno insistito per sviluppare principi che abbiano alla base il rispetto dei diritti umani e che supportino investimenti rivolti ai piccoli produttori

Ad ogni modo, un processo consultivo di due anni è stato considerato essenziale al fine di coinvolgere tutti gli attori e far crescere la consapevolezza riguardo

__________ Il rapporto finale della 39^ sessione del CFS è accessibile online: http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/bodies/CFS_sessions/39th_Session/39emerg/MF027_CFS_39_FINAL_REPORT_compiled_E.pdf

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 l’importanza di utilizzare standard di sicurezza alimentare sostenibili ed affidabili come punto di partenza per ogni tipo di investimento. I risultati di queste consultazioni, avviate già l’anno scorso attraverso la bozza denominata “Zero draft”, verranno sottoposti all’attenzione della 41a sessione del CFS che si terrà nell’ottobre del 2014 per il successivo dibattito e l’eventuale adozione.28 Il documento congiunto riflette tutte le più importanti questioni discusse durante le precedenti deliberazioni dell’Open Ended Working Group (OEWG)29 individuando lo scopo principale dello “Zero draft” nel servire come base per la discussione e per le conseguenti proposte derivanti dalla serie di consultazioni regionali, dallo scambio di informazioni nonché dai vari eventi di sensibilizzazione in programma per tutto il 2013, il primo dei quali ha avuto luogo il 16 e 17 maggio 2013 presso la sede della FAO a Roma.30 Contemporaneamente però la World Bank continua a guidare i PRAI con il rinnovato supporto del G8 attraverso il programma New Alliance for Food Security and Nutrition. L’effettiva realizzazione dei nuovi PRAI e la loro efficacia dipenderanno comunque dalle capacità della global governance di porre al centro dell’agenda internazionale l’essenziale ruolo dei diritti delle comunità rurali in quanto unico strumento in grado di garantire tutele sufficienti. Proprio il concetto di empowerment, direttamente connesso a questi ultimi, così come l’importanza della politica nel più ampio panorama inerente lo sviluppo, sono e saranno vitali nell’aprire un percorso inclusivo tra individui, comunità e stati che possa condurre verso il riconoscimento di diritti, la sicurezza e la prosperità. Unica alternativa sarà un cammino caratterizzato da vulneL’effettiva realizzazione dei nuovi PRAI e la loro efficacia dipenderanno dalle rabilità e disuguaglianza capacità della global governance di in quella che da molti porre al centro dell’agenda viene ormai considerata internazionale il ruolo dei diritti delle la corsa alle terre del XXI comunità rurali secolo.

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Si veda: http://www.fao.org/fileadmin/templates/cfs/Docs1213/rai/CFS_rai_Principles_Background_Document_E.pdf L’OEWG è un gruppo di lavoro a tempo indeterminato inserito nell’ambito del CFS ed incaricato di promuovere un processo inclusivo di redazione e negoziazione dei principi di investimento responsabile in agricoltura in modo da ottenere la più ampia partecipazione attraverso una serie di incontri che avranno luogo nell’arco di tutto il 2013 culminando nella 41^ Sessione del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (CFS) del 2014. Si veda: http://www.fao.org/fileadmin/templates/cfs/Docs1213/rai/CFS_rai_Principles_Concept_Note_E.pdf

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Bibliografia S. Borras – J.Franco From Threat to Opportunity? Problems with the Idea of a “Code of Conduct” for LandGrabbing, Yale aprile 2010, online sul sito https: //www.responsibleagroinvestment.org/sites/responsibleagroinvestment.org/files/features/Yale-April-2010-Borras_Franco.pdf O. De Schutter, How not to think about land-grabbing: three critiques of large-scale investments in farmland. Journal of Peasant Studies, Vol 38, No 2, marzo 2011, pp. 249279. O. De Schutter, Large-scale Land Acquisition and Leases. A Set of Core Principles and Measures to Address the Human Rights Challenge, Onu, Ufficio dell’Altro commissario ai diritti umani, 2009, online sul sito http://www2.ohchr.org K. Deninger et al., Rising Global Interest in Farmland, World Bank, Washington, 2011. The Guardian, “Land Deals in Africa have led to a wild west-bring on the sheriff, says FAO”, del 29 ottobre 2012. Disponibile su http: //www.guardian.co.uk/global-development/2012/oct/29/land-deals-africa-wild-west-fao?newsfeed=true S. Liberti, Land Grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo, Minimum Fax, Roma, 2011. OXFAM, “Chi ci prende la terra ci prende la vita – Come fermare la corsa globale alla terra”, Londra, Oxfam International, ottobre 2012, Disponibile su http: //www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2012/10/Chi-ci-prende-la-terra-ci-prende-la-vita_Briefing-Note_4-ottobre-2012.pdf S. Suaréz Monsalve, Land. Not for Sale!, in Land Grabbing and Nutrition. Challenges for Global Governance, Right to Food and Nutrition Watch, Stuttgart 2010, online sul sito http://www.rtfn-watch.org

Online

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 http://allafrica.com/stories/201210080770.html. http://www.csm4cfs.org/ http://eiti.org/ http://www.equator-principles.com/ http://www.equator-principles.com/resources/equator_principles.pdf http://www.fao.org/cfs/en/ http://www.fao.org/publications/sofa/en/ http://www.fao.org/publications/sofa/en/ http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/bodies/CFS_sessions/39th_Session/39emerg/MF027_CFS_39_FINAL_REPORT_compiled_E.pdf http://www.fao.org/fileadmin/templates/cfs/Docs1213/rai/CFS_rai_Principles_Background_Document_E.pdf http://www.fao.org/fileadmin/templates/cfs/Docs1213/rai/CFS_rai_Principles_Concept_Note_E.pdf http://farmlandgrab.org/16159. http://focusweb.org/content/why-we-oppose-principles-responsible-agricultural-investment-rai http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2018283. http://www.ipsnews.net/2012/10/world-bank-refuses-call-to-halt-land-deals/ http://www.iwg-swf.org/pubs/gapplist.htm http://www.oecd.org/daf/inv/mne/ http://unctad.org/en/Pages/DIAE/G-20/PRAI.aspx http://viacampesina.org/en/index.php/main-issues-mainmenu-27/agrarian-reformmainmenu-36/927-why-we-oppose-the-principles-for-responsible-agricultural-investment-rai

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DOCUMENTI

volontari E TERZO MONDO 1-2 2013


volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

Background document sui principi degli investimenti agricoli responsabili nel contesto della sicurezza alimentare e nutrizionale

Contesto e motivazioni Con l’aumento della popolazione mondiale e la crescita dei redditi, le diete e modelli di consumo si rivolgono verso un maggiore utilizzo dei prodotti agricoli e delle risorse naturali. Di conseguenza, diminuendo la qualità e la quantità del patrimonio di risorse naturali, l’aumento della produttività agricola diviene essenziale. Gli investimenti agricoli sono essenziali per aumentare la produttività agricola. Maggiori e più incisivi investimenti sono fondamentali per permettere all’agricoltura e ai sistemi alimentari di affrontare le presenti e future sfide. In particolare, è fondamentale per l’agricoltura contribuire alla sicurezza alimentare e alla nutrizione (food security and nutrition: FSN) per tutti, sostenendo in tal modo la realizzazione universale del diritto al cibo. Allo stesso tempo, gli investimenti devono sostenere l’agricoltura con l’obiettivo di continuare a eliminare la povertà, creare decenti posti di lavoro e opportunità di sostentamento nelle aziende e lungo le catene di approvvigionamento alimentare, e contribuire alla sostenibilità ambientale. Quando gli investitori agricoli sapranno rispondere a tali sfide e realizzare tali obiettivi saranno definiti come “responsabili”. Il contributo degli investimenti agricoli per la sicurezza alimentare e la nutrizione è la preoccupazione centrale di questo documento, come stabilito dal Comitato sulla Sicurezza Alimentare Mondiale (CFS).

La “bozza zero” sarà discussa dalla comunità internazionale a partire da quest’anno per arrivare ad una sua approvazione verso la fine del 2014

Gli investimenti agricoli comprendono la pastorizia, la pesca e silvicoltura e sono realizzati da una moltitudine di attori, sia pubblici che privati, e riguardano sia la produzione che le altre fasi dell’attività agricola e delle catene di produzione alimentare. Per far si che l’agricoltura contribuisca maggiormente

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DOCUMENTI “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

al FSN, tutti questi attori devono investire di più e più “responsabilmente” secondo i rispettivi ruoli. Data l’importanza degli investimenti su piccola scala e del ruolo che uomini e donne svolgono nei processi di produzione e trasformazione alimentare nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, è particolarmente importante che la loro capacità di investire responsabilmente sia rafforzata. In questo senso però una particolare attenzione non deve essere rivolta solo su questi attori, ma deve anche riguardare gli investimenti responsabili più grandi di altri attori, che comprendono gli investitori stranieri e nazionali, grandi e piccoli, e lungo tutta la catena del valore. Di conseguenza, questi principi riguardano tutti gli I Principi del Comitato sulla Sicurezza F parte o attori che fanno Alimentare (CFS) sono rivolti a tutti gli promuovono investimenti attori che fanno parte o promuovono responsabili nel settore aliinvestimenti nel settore alimentare e mentare e nell’agricoltura. nell’agricoltura Tuttavia, occorre riconoscere anche che gli interessi non convergeranno necessariamente verso questi obiettivi - da qui la necessità di definire i principi per integrare gli strumenti normativi che consentono di intervenire nei diversi contesti.

Obiettivi, natura e scopi I principi che mirano a promuovere gli investimenti agricoli responsabili coinvolgono una vasta gamma di stakeholders, comprese le piccole, medie e grandi imprese agricole e non, gli Stati, le istituzioni finanziarie, le organizzazioni multilaterali e gli istituti di ricerca, in modo che tutti possano contribuire al FSN e alla realizzazione universale del diritto al cibo. Questi sono in linea con l’orientamento generale del CFS sui produttori di piccola scala, ma riconoscono il ruolo importante di altri investitori nelle diverse fasi della produzione, sia per il proprio contributo alla FSN e per la loro capacità di migliorare la capacità di investimento dei piccoli produttori. Come già detto, i Principi presuppongono che l’investimento sia “responsabile” quando agevola e supporta l’agricoltura nel contribuire a garantire il FSN e sostiene la realizzazione universale del diritto al cibo in un modo sostenibile. Anche il rendere conto (accountability) stesso contribuisce a rendere gli investimenti responsabili. In linea con quanto stabilito dalle linee guida volontarie sulla governance responsabile dei regimi di proprietà applicabili alla terra, alla pesca e alle foreste nel contesto della sicurezza alimentare nazionale (VGGT) (paragrafo 12.4), i Principi stabiliscono che gli investimenti agricoli devono contribuire a un insieme composito di obiettivi, tra cui “L’eliminazione

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 della povertà, la sicurezza alimentare e l’uso sostenibile della terra, della pesca e delle foreste; il sostegno alle comunità locali; contribuire allo sviluppo rurale, promuovere sistemi sicuri di produzione alimentare locale, promuovere uno sviluppo sociale ed economico sostenibile; creare occupazione, variare i mezzi di sussistenza; creare vantaggi per il paese e la sua popolazione, comprendendo i più poveri e i più vulnerabili, rispettare le leggi nazionali e gli standard internazionali fondamentali sul lavoro, così come gli obblighi definiti dalle norme dell’Organizzazione internazionale del lavoro.” Tutti questi sono aspetti importanti per gli investimenti che mirano a contribuire al FSN -comprendendo anche gli aspetti legati alla disponibilità, accesso, stabilità, e utilizzo dei generi alimentari. I Principi prestano attenzione a tutti questi aspetti, anche se il loro obiettivo primario è rivolto al FSN.

F

I Principi non sono né dettagliati né giuridicamente vincolanti. … Gli investimenti agricoli devono Piuttosto, sono un punto di rifegarantire la FSN, comprendendo aspetti legati alla disponibilità, rimento per gli Stati membri e le accesso, stabilità e utilizzo dei altre parti interessate, volti a generi alimentari rafforzare la validità giuridica delle normative esistenti a livello nazionale e internazionale, e che potenzialmente possono dare luogo a nuove disposizioni giuridiche. Inoltre, essi definiscono un insieme di principi e valori che potrebbero ispirare linee guida specifiche. Questi includono i diritti dell’uomo (intesi come universali, indivisibili, interconnessi e interdipendenti), compresi anche diritti riguardanti l’accesso a un’alimentazione adeguata. Il loro contributo riguarda anche i principi di good governance in materia di equità, non discriminazione, parità di genere, inclusione sociale, responsabilità, stato di diritto, trasparenza e partecipazione ai processi decisionali.

I Principi possono essere utilizzati da qualsiasi gruppo di staI Principi non sono giuridicamente keholder per scopi diversi, in vincolanti e includono i diritti maniera volontaria. In particodell’uomo, diritti di accesso a lare si pone lo scopo di incoun’alimentazione adeguata e di raggiare gli investitori a tutti i good governance ... livelli di investire in modo responsabile, e identificare le aree strategiche in cui gli Stati e gli altri attori dovrebbero concentrare i loro sforzi per creare un ambiente favorevole agli investimenti responsabili. Essi possono favorire lo sviluppo delle linee guida in riferimento alle diverse problematiche e contesti, coinvolgendo le diverse categorie di investitori o dei gruppi interessati dagli investimenti. Tutti i soggetti interessati avranno uno specifico ruolo nel sostenere l’applicazione dei principi,

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DOCUMENTI “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

monitorando l’attuazione delle disposizioni normative nelle diverse aree in cui i Principi si applicano, e in alcuni casi contribuendo alla capacità degli attori di tradurre i Principi in azioni. Inoltre tutte le parti interessate hanno un ruolo per il monitoraggio e lo sviluppo dei Principi, e di altre linee guida e orientamenti giuridici che si applicano a livello locale, nazionale e internazionale. La CFS dovrebbe creare un forum globale, dove gli attori imparano dalle reciproche esperienze ispirate dall’attuazione dei Principi.

PARTE I PRINCIPI RIGUARDANTI L’IMPATTO DEGLI INVESTIMENTI AGRICOLI

PRINCIPIO 1:F Gli investimenti agricoli responsabili migliorano le condizioni di sicurezza alimentare e nutrizionale per tutti

Perché è importante e di cosa si tratta Questo principio si basa sul riconoscimento dei collegamenti esistenti tra gli investimenti agricoli e rivolti al settore alimentare, e la sicurezza del cibo e la nutrizione. La sicurezza alimentare esiste quando tutte le persone, in ogni momento, hanno un accesso fisico, economico e sociale a una sufficiente, sicura e nutriente quantità di cibo per soddisfare le loro esigenze dietetiche e preferenze alimentari per una vita attiva e sana. Le quattro dimensioni chiave della sicurezza alimentare comprenI principi mirano a far sì che gli dono così la disponibilità, l’acinvestimenti siano diretti a cesso, la stabilità e l’utilizzo (che migliore la sicurezza alimentare porta a un’alimentazione adeper tutti guata). Gli investimenti nell’agricoltura e nelle filiere correlate, così come l’ambiente nel quale gli investimenti hanno luogo, rendono un contributo essenziale alla FSN in tutte le sue dimensioni. Tuttavia, a causa dei molteplici e interconnessi effetti degli investimenti agricoli e delle nuove sfide poste dai sistemi agricoli e alimentari, ci possono essere problemi di concorrenza, scompensi e impatti negativi degli investimenti su una o più dimensioni della sicurezza alimentare. L’investimento responsabile dovrebbe evitare o ridurre al minimo i rischi e cercare di dare la priorità a un impatto positivo sulla FSN.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 SOTTO-PRINCIPI

1.1 Gli Investimenti agricoli responsabili migliorano la produzione di cibo a un livello sufficiente e nutrizionalmente adeguato Per rispondere alla crescente domanda di cibo, è essenziale sviluppare la capacità locale e nazionale di produzione alimentare, che a sua volta richiede un aumento quantitativo e qualitativo degli investimenti per aumentare la produttività, migliorare la qualità nutrizionale e la diversità dei cibi disponibili localmente, e migliorare l’efficienza delle catene di fornitura, compresa la generazione di valore nella produzione e lavorazione. Dato il ruolo primario dei piccoli produttori nel garantire la disponibilità di cibo e il mantenimento dei diversi sistemi alimentari locali nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, gli investimenti responsabili da parte e a sostegno di questi attori sono fondamentali. Tuttavia, diversi modelli d’investimento e produzione possono servire F in contesti differenti. a garantire un adeguato accesso alle risorse alimentari

1.2 Gli Investimenti agricoli responsabili assicurano una stabile disponibilità di cibo La produzione alimentare locale e l’accesso ai mercati sono favoriti da opportuni collegamenti tra le catene locali, nazionali, regionali e globali di approvvigionamento alimentare. In condizioni naturali e di mercato sempre più complesse e mutevoli, gli investimenti responsabili dovrebbero contribuire alla stabilità delle forniture in particolare a livello locale. Nelle zone in cui la disponibilità alimentare è insufficiente, gli investimenti responsabili possono contribuire a migliorare la disponibilità alimentare. Il riferimento è a una produzione più efficiente, sostenibile e stabile, un ambiente politico prevedibile, catene di fornitura ben sviluppate e mercati funzionanti e solidi.

1.3 Gli investimenti agricoli responsabili migliorano l’accesso al cibo, soprattutto per le fasce sociali più vulnerabili L’accesso al cibo dipende dalle condizioni di reddito, dai prezzi e dalla capacità di autoproduzione - oltre che dalla possibilità di accesso fisico, mentre l’utilizzo adeguato favorisce una buona alimentazione insieme con altri fattori come l’acqua pulita, servizi igienico-sanitari, buone pratiche di preparazione degli alimenti, sanità, istruzione, ed emancipazione femminile. Gli investimenti che migliorano le condizioni del reddito, anche attraverso avanzate capacità produttive, e l’accesso ai mercati dei piccoli produttori, e in particolare delle donne - sono fondamentali in questo senso. Questo richiede investimenti da

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parte di attori pubblici e privati nel settore della produzione alimentare, in particolare quando questi sono rivolti a favore dei produttori e lavoratori più poveri. Gli investimenti che migliorano la generazione di valore nelle diverse fasi della produzione alimentare, sono fondamentali sia per la creazione di opportunità di reddito che per migliorare il valore nutrizionale. Inoltre, gli investimenti che aumentano la produttività agricola e l’efficienza della catena del valore contribuiscono a determinare prezzi più bassi e più stabili per i consumatori, e a offrire migliori incentivi per i produttori.

1.4 Gli investimenti agricoli responsabili sostengono la stabilità dei sistemi alimentari, prima, durante e dopo le fasi di crisi Nelle condizioni di un ambiente e di un clima sempre mutevole, e nelle condizioni di una continua fragilità sociale e politica che colpisce molte parti del F mondo, una dimensione importante degli investimenti responsabili riguarda la stabilità dei sistemi alimentari locali, oltre che la riduzione dell’insorgenza e dell’impatto delle crisi di mercato. Questo può comportare diversi tipi di considerazioni e di azioni a seconda del contesto. Il Programma d’Azione su come affrontare l’insicurezza alimentare in crisi prolungate del CFS nel 20132014, fornisce il contesto per affrontare alcune delle questioni rilevanti. In particolare, come promuovere investimenti responsabili che si adattano al rapido mutare delle circostanze in modo che possano consentire alle comunità beneficiarie di costruire una maggiore capacità di recupero e di evitare di fare affidamento sulle strategie sbagliate, e su come gestire un approccio più integrato nel passaggio dagli aiuti umanitari a investimenti di sviluppo nella fase post-crisi.

RUOLI E RESPONSABILITÀ Gli Stati hanno l’obbligo di rispettare, proteggere e soddisfare il diritto al cibo, anche attraverso azioni legate all’alimentazione e all’agricoltura. Pertanto, essi sono i principali attori chiamati a promuovere un ambiente istituzionale e politico che consenta di favorire gli investimenti in linea con il Principio 1. Nelle cruciali azioni di governo, gli Stati dovrebbero attuare politiche in linea con le disposizioni delle linee guida volontarie sui regimi fondiari. Per far fronte a questo principio, gli Stati possono sviluppare strumenti per garantire che gli investimenti

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Gli Stati sono chiamati a promuovere un ambiente istituzionale e politico che consenta di favorire gli investimenti in linea con il Principio 1


volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 agricoli siano incoraggiati, che essi siano progettati e condotti al fine di migliorare la FSN, e che gli investitori - donne e uomini, e gli investitori delle piccole e medie imprese (PMI) nazionali in particolare - abbiano i necessari sostegni istituzionali, politici e di servizi rivolti a questo obiettivo. Gli Stati sono anche i principali investitori pubblici nel settore alimentare, tra cui le spese in R & S (in particolare per la produzione e lavorazione di cibo nutriente e per l’agricoltura nutrition-sensitive), infrastrutture e istruzione (compresa l’educazione agricola e rurale di genere e socialmente inclusiva). I soggetti privati (compresi i piccoli produttori) sono i principali investitori nel settore della produzione alimentare e agricola in tutto il mondo. Essi pertanto svolgono un ruolo chiave per la FSN contribuendo in tal modo alla realizzazione del diritto al cibo. In conformità a tale principio, i soggetti privati sono invitati a dare la priorità agli investimenti con impatti positivi sulla FSN, guardando alla combinazione delle quattro dimensioni principali della sicurezza F alimentare presentate sopra.

L’investimento privato può incidere sull’impatto sulla FSN. Le valutazioni ex ante degli investitori devono prevedere l’allineamento alle strategie nazionali e regionali in materia di FSN. Gli investitori devono inoltre monitorare l’impatto dei loro investimenti in relazione con i principali obiettivi e tenere conto degli effetti causati dalle misure da loro attuate. Gli investitori agricoli che partecipano alle diverse fasi di produzione, dalla ricerca all’utilizzo di mezzi tecnologici , fino alle istituzioni finanziarie, ai trasformatori e ai distributori, tutti hanno un ruolo chiave da svolgere per migliorare la FSN. Questi Principi incoraggiano questi attori a dirigere i propri investimenti verso cibi più nutrienti, che ben si adattano alle esigenze locali, che incontrano la domanda e le preferenze, migliorando nel contempo la sostenibilità e la stabilita della produzione, oltre a mantenere adeguati livelli di approvvigionamento alimentare.

PRINCIPIO 2: Gli investimenti agricoli responsabili favoriscono la sostenibilità ambientale

Perché è importante e di cosa si tratta Gli investimenti agricoli, per definizione, si propongono di rafforzare il capitale di base di un investitore per generare valore. Anche peri beni ambientali, così come per i sistemi agricoli e alimentari, gli investimenti rivestono un ruolo

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chiave per migliorare la loro capacità di generare valore. Tuttavia, questo sistema può avere dei limiti rispetto alla capacità delle risorse ambientali di generare valore in futuro - in altre parole, gli investimenti possono avere effetti sia negativi sia positivi sulla sostenibilità ambientale (ad esempio, la disponibilità e la qualità di acqua, terra, energia, pesca, foreste, gli ecosistemi e la biodiversità, e le emissioni di gas serra). L’impatto del cambiamento climatico aumenterà i rischi per molti investimenti e quindi è necessaria un’attenta analisi del rischio che possa prevedere nel migliore dei modi gli impatti dei cambiamenti climatici. Le pratiche che possono favorire la sostenibilità ambientale sono specifiche a ogni situazione. In generale, comunque, è necessario mettere in relazione la sicurezza alimentare con la sostenibilità ambientale, in modo che gli investimenti si focalizzino sull’intensificazione dell’agricoltura sostenibiF le e su approcci eco-sostenibili per la trasformazione alimentare, il trasporto, la commercializzazione e il consumo.

È necessario relazionare la sicurezza alimentare con condizioni di sostenibilità ambientale, in modo che gli investimenti realizzino un approccio eco-sostenibile

SOTTO-PRINCIPI

2.1 Gli investimenti agricoli responsabili utilizzano le risorse naturali nel modo più sostenibile ed efficiente possibile, sulla base delle conoscenze, le tecnologie, e la capacità disponibili La produzione e la trasformazione dei prodotti agricoli, la pesca e la silvicoltura richiedono l’uso delle risorse naturali come la terra, l’acqua e l’energia che sono sempre più scarse o sono in molti settori danneggiate. Le misure tecnologiche, le pratiche e gli accordi istituzionali e politici per garantire un utilizzo efficiente delle risorse naturali e per evitare esternalità ambientali negative in ogni segmento della catena di approvvigionamento alimentare (compresi i rifiuti alimentari, le perdite e l’inquinamento) variano nei vari contesti. Nonostante non esistano modelli generali, le conoscenze tradizionali, le competenze, le capacità, le pratiche concernenti la sicurezza alimentare, il cibo e la produzione agricola, le esperienze accumulate da uomini e donne delle comunità locali, e la conoscenza e le prassi in materia di produzione di cibo ambientalmente sostenibile, forniscono input e punti di riferimento importanti che possono essere utilizzati dagli investitori e dai promotori, per orientare le rispettive attività di produzione alimentare.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 2.2 Gli investimenti agricoli responsabili sostengono gli ecosistemi e i relativi servizi I suoli produttivi, l’aria pulita, l’acqua dolce, le foreste, gli alberi, la vita degli animali e altre risorse rinnovabili, insieme, costituiscono ecosistemi che sono vitali per la sopravvivenza e la prosperità del genere umano. Un Investimento agricolo responsabile non solo dovrebbe usare in modo efficiente le risorse naturali, ma anche favorire le pratiche che migliorano gli ecosistemi e i loro servizi, tra cui il perseguimento di sinergie nell’utilizzo efficiente delle diverse risorse, e processi ecosistemici per la produzione di cibo nutriente.

2.3 Gli Investimenti agricoli responsabili contribuiscono alla mitigazione e all’adattamento dei cambiamenti climatici

La produzione agricola, la trasformazione dei prodotti F alimentari e il trasporto di prodotti agricoli, la pesca e i prodotti forestali, provocano emissioni di gas serra. Tuttavia, sono sempre più noti i sistemi win-win che permettono di migliorare la produttività agricola, la stabilità, la sostenibilità, e contribuiscono all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Le condizioni di migliore adattamento al clima e di un’agricoltura a bassa emissione possono anche favorire migliori prestazioni lungo le catene di produzione. Data la portata dell’impatto dei cambiamenti climatici sui sistemi di … Un migliore adattamento al produzione alimentare nelle diverclima e un agricoltura a bassa se parti del mondo, gli investimenemissione possono favorire ti in sistemi di produzione e catene migliori prestazione lungo le catene di produzione di approvvigionamento alimentare, che si adattano alle condizioni climatiche e che producono benefici in termini di mitigazione dell’impatto, sono fondamentali per promuovere la FSN. Questi interventi richiedono immediati investimenti complementari in una serie di settori - dalle infrastrutture alla R & S, allo sviluppo di capitale umano, istituzioni, mercati e servizi.

RUOLI E RESPONSABILITÀ Gli Stati hanno l’obbligo di applicare gli accordi internazionali vincolanti sull’ambiente che hanno ratificato, tra cui le disposizioni normative in materia di investimenti e ambiente. Inoltre, questo principio deve portare gli Stati a definire politiche e altre misure volte a promuovere e premiare l’uso sostenibile delle risorse naturali negli investimenti agricoli (ad esempio, con sistemi di incentivazione finanziaria, raccolta e diffusione di informazioni, linee guida e

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sanzioni secondo i casi). Questo li incoraggia ad armonizzare i loro investimenti e le politiche agricole con le politiche e i programmi ambientali (compresa la promozione di agende di R & S orientate alla sostenibilità, e di modelli di investimento e di adeguamento dei prezzi delle risorse naturali utilizzate nella produzione alimentare), fornendo chiare indicazioni agli investitori su dove concentrare la loro scelta di investimento per contribuire sia alla FSN sia alla sostenibilità ambientale. Gli Stati sono tenuti a promuovere e garantire l’effettiva applicazione delle politiche e delle leggi pertinenti, tra cui misure di salvaguardia per proteggere l’ambiente dai rischi associati agli investimenti, e a valutare e prevenire gli impatti negativi. Questi principi incoraggiano inoltre gli Stati a raccogliere informazioni valide in modo da orientare le loro politiche tenendo conto dei vincoli ambientali e degli impatti degli investimenti agricoli, e a rendere queste informazioni maggiormente disponibili agli investitori e alle altre parti interessate.

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Dato che gli Stati svolgono anQuesti Principi incoraggiano gli che un ruolo di investitori nel setStati a orientare le loro politiche tore alimentare, questo Principio tenendo conto dei vincoli stabilisce che gli Stati debbano ambientali e degli ‘impatti’ degli considerare la dimensione della investimenti agricoli sostenibilità ambientale nei loro investimenti - per esempio nelle spese di R & S, per le infrastrutture, l’istruzione e i servizi, con attenzione alla questione di genere, alle disuguaglianze e in particolare ai gruppi che vivono in ecosistemi vulnerabili. In base a tale principio, gli investitori privati sono chiamati a prestare particolare attenzione a migliorare l’impatto ambientale e la sostenibilità dei loro investimenti lungo le catene di approvvigionamento alimentare, e a cercare di creare opportunità per migliorare le condizioni di sostenibilità. Si fa riferimento alla responsabilità degli investitori di rispettare le leggi e i regolamenti pertinenti, e di applicare standard ambientali internazionali, sostenuti da misure adottate dagli Stati. Mentre la valutazione dell’impatto ambientale ex ante potrebbe non essere sempre possibile per tutti gli investitori, il Principio suggerisce che dovrebbero, come minimo, seguire un approccio precauzionale, puntando ad un uso efficiente delle risorse naturali, compresa l’energia, e ad evitare le conversioni dei terreni che possono compromettere gli ecosistemi. I grandi investitori dovrebbero valutare la portata degli impatti ambientali nella fase iniziale di qualsiasi progetto. A seconda della capacità degli investitori, il Principio impone loro di stabilire un sistema di gestione ambientale al fine di evitare, controllare, minimizzare e porre rimedio a eventuali impatti ambientali negativi, con metodi e tecnologie appropriate, con trasparenza informativa e assumendosi la responsabilità in caso di impatti negativi. Quando gli investimenti prevedono la collaborazione tra grandi imprese e piccoli produttori, le imprese sono

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 incoraggiate a promuovere pratiche sostenibili e l’uso di tecnologie da parte dei piccoli produttori, sostenuti dagli Stati e da altri organismi (ad esempio le istituzioni di sviluppo, le organizzazioni della società civile). Le istituzioni di ricerca ed educative sono incoraggiate a introdurre la sostenibilità al centro dei loro programmi e a promuovere misure compensative, confrontandosi con le politiche e gli investimenti degli Stati e collaborando con gli investitori privati. Sostenere i piccoli produttori (in particolare donne) e trasmettere le competenze e la tecnologia per rivolgere gli investimenti verso un sistema agricolo sostenibile e adeguato alle condizioni climatiche e alla trasformazione dei prodotti alimentari è fondamentale per realizzare questi Principi. Allo stesso tempo, le conoscenze e le pratiche delle comunità locali tradizionali possono essere un bene prezioso da prendere in considerazione per gli investitori, e per gli istituti di ricerca e innovazione.

PRINCIPIO 3:

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Gli investimenti agricoli responsabili sostengono o migliorano le condizioni di vita e mettono in moto una crescita inclusiva

Perché è importante e di cosa si tratta In molti paesi, in particolare nei paesi in via di sviluppo, l’agricoltura è la principale fonte di sostentamento delle popolazioni rurali, in particolare dei poveri. Gli Investimenti agricoli, pertanto, hanno un elevato potenziale per contribuire alla riduzione della povertà e alla crescita inclusiva. Questo però richiede che gli investimenti coinvolgano direttaGli investimenti agricoli hanno un mente e avvantaggino i poveri elevato potenziale per contribuire alla riduzione della povertà e che sono spesso una gran parte alla crescita inclusiva dei produttori su piccola scala. Ciò significa che gli investimenti devono ampliare le opportunità per questi gruppi di avere mezzi di sussistenza sicuri. Inoltre, vi è oggi una crescente concorrenza tra gli attori per l’accesso alle risorse naturali e per le quote di mercato nelle catene di approvvigionamento alimentare. Dato che i mezzi di sussistenza sicuri sono fondamentali per la FSN, gli investimenti responsabili devono avere un impatto positivo sulle condizioni di vita di coloro che sono direttamente coinvolti. Ciò include in particolare coloro che hanno diritti legittimi sulle risorse naturali utilizzate dagli investitori, coloro la cui sussistenza dipende dal mercato di questi investimenti, e persone a rischio alimentare nei settori in cui gli investimenti hanno luogo.

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SOTTO-PRINCIPI

3.1 Gli Investimenti agricoli responsabili generano impatti socioeconomici e distributivi desiderabili Gli investimenti creano benefici non solo per gli investitori - a patto che essi siano finanziariamente ed economicamente sostenibili, ma anche opportunità di sostentamento per gli altri, attraverso la creazione di posti di lavoro e rafforzando le capacità e le opportunità di mercato di altri investitori. Questo non è vero solo per gli investimenti delle grandi imprese, ma spesso anche per le imprese commerciali di tipo alimentare di medie dimensioni. Nei paesi colpiti da alti tassi di disoccupazione e povertà, gli investimenti ad alta intensità del lavoro possono svolgere un ruolo fondamentale per la FSN e per il loro impatto sulle condizioni di vita - anche per i piccoli produttori alimentari, i lavoratori agricoli, i commercianti, gli occupati nel trasporto e in altri servizi. Queste opportunità Fsono spesso specifiche per genere, e hanno effetti diversi sulle condizioni di vita di uomini e donne, con un impatto positivo o negativo sulla FSN. Per avere un impatto positivo sui mezzi di sostentamento e sulla FSN, gli investimenti devono migliorare le opportunità delle donne in qualità di produttori e investitori, nei loro diritti e come parte della forza lavoro, sia nel settore agricolo sia nei processi di trasformazione dei prodotti alimentari.

3.2 Gli investimenti agricoli responsabili rispettano i diritti dei lavoratori riconosciuti in campo internazionale e promuovono il lavoro dignitoso per tutti I diritti dei lavoratori riconosciuti a livello internazionale devono essere un punto di riferimento per gli investitori e per i responsabili delle politiche nazionali nella creazione di un ambiente per gli investimenti che sia responsabile e che contribuisca alla FSN attraverso la creazione di lavoro dignitoso, e che riconosca che sia la quantità che la qualità del lavoro sono essenziali. Quindi, quando gli investitori creano opportunità di lavoro, devono avere la responsabilità di trattare i lavoratori di sesso maschile e femminile in modo equo e in modo non discriminatorio, garantire pari opportunità, offrire salari e benefici sociali che garantiscono un dignitoso livello di sicurezza e una vita dignitosa, e in un ambiente di lavoro sano.

3.3 Gli Investimenti agricoli responsabili garantiscono il rispetto dei diritti legittimi e li tutelano da possibili violazioni Quando gli investimenti riguardano il possesso o l’accesso alla terra, all’acqua, e ad altre risorse naturali, l’orientamento in questione deve essere ricercato

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 nelle Linee Guida Volontarie sui Regimi fondiari ovvero sulla gestione responsabile della terra, della pesca e delle foreste contenute nel Quadro Strategico per la Sicurezza Alimentare Nazionale.

RUOLI E RESPONSABILITÀ Questi principi hanno implicazioni per tutte le categorie di investitori del settore alimentare e agricolo, ma hanno più importanti implicazioni per gli Stati e gli investitori di medie o grandi dimensioni, che possono maggiormente avere influenza sulle condizioni di sostentamento. I Principi esortano gli Stati a integrare i diritti umani riconosciuti in campo internazionale e le norme socialmente rilevanti per gli investimenti agricoli e il lavoro nella loro legislazione, fornendo informazioni chiare agli investitori in questo senso. Essi sono chiamati a garantire un sistema di incentivazione e di servizi stabile per agevolare la F fattibilità economica e finanziaria degli investimenti per i diversi tipi di investitori, facilitando un eguale, non discriminatorio accesso alle risorse produttive, ai capitali e ai mercati. Gli Stati sono anche chiamati a garantire che le politiche e le istituzioni promuovano la parità di genere nell’accesso alle opportunità di investimento e ai mercati.

Quando gli investimenti comportano l’acquisizione di terGli Stati sono chiamati a garantire reni da parte di investitori priche le politiche e le istituzioni promuovano la parità di genere vati, locali o non locali, gli nell’accesso alle opportunità di Stati sono chiamati a svilupinvestimento e ai mercati pare politiche e misure istituzionali fondate sulle linee guida volontarie sui regimi fondiari, la legislazione internazionale e ai principi pertinenti, compresa la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni. Essi possono anche incoraggiare forme di organizzazione delle catene di approvvigionamento alimentare e organismi di investimento che non comportano il trasferimento su larga scala dei diritti di possesso, in modo da ridurre i rischi di investimento per tutti gli stakeholder.

Gli Stati possono svolgere un ruolo importante per la realizzazione di un ambiente favorevole che promuova la creazione di organizzazioni e cooperative inclusive ed efficienti che rafforzano il loro potere negoziale. Infine, gli Stati sono chiamati a garantire un ambiente di mercato competitivo e trasparente. Gli investitori hanno un ruolo importante nella creazione di opportunità di condizioni di vita sostenibili per le altre parti interessate - tra cui le popolazioni più vulnerabili che fanno affidamento sulla stessa base di risorse naturali o di mercati, su cui insistono gli investitori. Questo principio richiede agli investitori di

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rispettare i diritti umani riconosciuti a livello internazionale, i diritti del lavoro e altre disposizioni di legge, così come le leggi nazionali e le disposizioni delle linee guida sui regimi fondiari. Gli Istituti di ricerca e le organizzazioni di sviluppo, Questo Principio richiede agli così come le organizzazioni investitori di rispettare i diritti umani delle società civili, possono riconosciuti a livello internazionale, i diritti del lavoro e le leggi nazionali svolgere un ruolo complementare nella generazione di dati, informazioni, buone pratiche e linee guida per assistere gli Stati e gli investitori privati nella valutazione e gestione degli impatti degli investimenti programmati o in corso.

F

PRINCIPIO 4: Gli investimenti agricoli responsabili rispettano le norme culturali, sono compatibili con le norme universali sui diritti umani e sono considerati legittimi dai più importanti gruppi di interesse

Perché è importante e di cosa si tratta L’agricoltura contribuisce a plasmare ed è stata plasmata dagli stili di vita e ambienti rurali, dai sistemi culturali locali, e dalle identità individuali e collettive. Gli Investimenti agricoli possono cambiare tutto questo in modi che possono essere considerati positivi o negativi a seconda del punto di vista dei diversi soggetti interessati. Attualmente i sistemi di tutto il mondo si stanno evolvendo verso una maggiore uniformità dei modelli di produzione e consumo. In generale, quelle comunità che si identificano con i sistemi e le pratiche culturali locali hanno il diritto di decidere sui cambiamenti che possono alterare le funzioni culturali e di significato riguardo la produzione alimentare o di consumo. In pratica, anche all’interno delle comunità locali, ci possono essere opinioni diverse su come integrare, per esempio, i cambiamenti tecnologici per migliorare la produttività e la sostenibilità della produzione alimentare in pratiche “culturalmente accettabili”. Inoltre, le argomentazioni circa l’accettabilità culturale di specifici cambiamenti riguardano anche i cambiamenti nei contenuti e nella diffusione di conoscenze determinati da nuovi modi di produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti alimentari - che è uno dei motivi principali per cui questo problema è importante per l’impatto sulla FSN. Mentre le decisioni circa il cambiamento variano tra i contesti, gli attori locali hanno una serie di strumenti a disposizione per affrontare questo problema, compresa la

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale e la Convenzione sulla diversità biologica.

RUOLI E RESPONSABILITÀ Questi Principi incoraggiano gli Stati e gli attori internazionali ad adottare misure per garantire la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, compresi i siti religiosi, dagli impatti negativi degli investimenti agricoli. Essi inoltre incoraggiano ad identificare concreti modi per valorizzare e supportare le conoscenze tradizionali e del patrimonio culturale riguardo i sistemi alimentari locali, in collaborazione e a sostegno degli stakeholder locali, e con la dovuta attenzione per tutti i principi esposti finora, tra cui la sostenibilità ambientale.

F

Gli attori locali - gli investitori e la società civile - hanno un ruolo chiave da svolgere nella promozione di pratiche culturalmente adeguate e nel sostegno della promozione di investimenti agricoli responsabili e nella promozione della FSN. Quando gli investitori non fanno parte delle comunità locali, in particolare, dovrebbero lavorare con gli attori locali, tra cui le istituzioni tradizionali o religiose, al fine di garantire che i loro investimenti non abbiano un impatto negativo sul patrimonio culturale, ambientale e relativo agli stili di vita, soprattutto quando questi hanno un notevole potenziale in termini di sostenibilità ambientale. Gli investitori non locali sono anche chiamati a conoscere le leggi locali oltre l’uso delle conoscenze tradizionali e del patrimonio culturale, e a lavorare con gli Stati per individuare le parti interessate a definire meccanismi per la condivisione dei benefici. Le Istituzioni di ricerca e educative sono incoraggiate a promuovere la ricerca sui metodi tradizionali e dei sistemi di produzione alimentare, la diffusione di buone pratiche e l’insegnamento di conoscenze e competenze, e aiutare a rafforzare le capacità delle comunità locali per promuovere e tutelare il loro patrimonio.

... Questi Principi riguardano misure per garantire la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio e a valorizzare le conoscenze tradizionali riguardo i sistemi alimentari locali

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PARTE II PRINCIPI A SOSTEGNO DI UN AMBIENTE FACILITANTE

PRINCIPIO 5: Gli investimenti agricoli responsabili sono sostenuti da strutture di regolamentazione, facilitazione e di supporto, basate sui principi di buon governo riconosciuti a livello internazionale

Perché è importante e di cosa si tratta Il buon governo è un prerequisito per garantire un investimento agricolo responsabile, ed è generalmente caratterizzato da principi istituzionalizzati diF stato del diritto, equità, partecipazione, responsabilità, trasparenza, efficienza ed efficacia. Anche Il rispetto dei diritti umani e la promozione attiva della parità di genere sono elementi chiave di una buona governance. I sistemi istituzionali e politici che regolano gli investimenti agricoli per la produzione alimentare e l’agricoltura hanno bisogno di prendere in considerazione i principi e le norme delle convenzioni e degli accordi concordati a livello internazionale.

SOTTO-PRINCIPI

5.1 Gli investimenti agricoli responsabili sono sostenuti attivamente dagli Stati nelle loro molteplici capacità di facilitazione e regolazione degli investimenti in prodotti alimentari e in agricoltura Il ruolo degli stati per la disciplina degli investimenti sono esaminati in una serie di settori nei principi 1-4.

PRINCIPIO 6: Gli investimenti agricoli responsabili sono sostenuti da politiche e legislazioni coerenti tra di loro, e che affrontano tutti gli aspetti degli investimenti responsabili descritti in questo documento.

Perché è importante e di cosa si tratta Una importante sfida nel processo di definizione di politiche e sistemi di governance è l’armonizzazione e la coerenza delle normative per rappresentare

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 gli interessi legittimi dei diversi attori, compresi i gruppi vulnerabili, i piccoli produttori e le donne rurali. L’attuazione di programmi e politiche coerenti da parte dei governi sono fondamentali nel realizzare un ambiente favorevole per gli investimenti responsabili, compresi gli investimenti da parte di investitori nazionali in altri paesi. Mentre le divergenze tra i diversi interessi, settori e politiche possono emergere in contesti diversi, questi devono essere risolti in modo tale da promuovere investimenti responsabili e quindi dando priorità al loL’attuazione di programmi e politiche ro impatto sulla FSN a livelcoerenti da parte dei governi sono lo locale e nazionale. fondamentali per realizzare un

ambiente favorevole per investimenti responsabili

F

RUOLI E RESPONSABILITÀ PER I PRINCIPI 5 E 6 Questi principi incoraggiano gli Stati a promuovere misure in materia ambientale favorevoli agli investimenti responsabili, a definire e applicare politiche e norme appropriate, promuovere incentivi, misure di gestione del rischio e di mitigazione, a supporto dei servizi e degli investimenti, e per assicurare il rispetto dei diritti - in particolare di quelli delle persone più vulnerabili o emarginate. Gli Stati sono incoraggiati a identificare le aree dove sono necessarie riforme di governance o azioni specifiche per promuovere investimenti responsabili e per garantire che essi contribuiscano alla FSN, in linea con i principi 1-4. Un sistema di governance adeguato deve consentire agli Stati, sostenuti da altri attori, di realizzare le loro politiche e programmi, apprendere dall’esperienza e rimediare agli impatti negativi in caso di necessità, responsabilmente e in modo trasparente. Per un’adeguata gestione, occorre inoltre che le istituzioni prevedano e consentano misure inclusive, rappresentando gli interessi di attori legittimi - inclusi i gruppi vulnerabili, le donne e gli uomini, allo stesso modo. In molti casi, un’adatta politica ambientale prevede politiche settoriali e programmi con specifiche disposizioni per rafforzare gli investimenti da parte dei diversi attori e disposizioni chiare e coerenti per gli investitori circa le priorità dello Stato e le politiche nei diversi settori (ad esempio agricoltura, commercio, ambiente). Gli Stati membri dovrebbero coordinare in modo efficace le varie istituzioni del settore pubblico che sono rilevanti per gli investimenti agricoli, al fine di creare sinergie ed evitare duplicazioni e misure contrastanti. Tuttavia, non sono solo gli Stati che contribuiscono a creare un ambiente favorevole per gli investimenti responsabili. Le organizzazioni della società civile hanno un ruolo importante nel dialogo con le autorità dello

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Stato in materia istituzionale e sui contratti di investimento. Le organizzazioni intergovernative e regionali hanno un ruolo da svolgere nella definizione di politiche e meccanismi di governance al di là del livello nazionale per promuovere e regolare gli investimenti agricoli responsabili, adottando politiche a livelli più ampi, con una particolare attenzione ai principi finora delineati. Gli investitori privati sono incoraggiati a contribuire al dialogo politico e al buon governo e ad adoperarsi per promuovere il rispetto dei principi di buona governance nella loro attività e nell’interazione con i funzionari pubblici, tra cui la condivisione trasparente di informazioni pertinenti, il rispetto delle norme di legge, e per prevenire la corruzione in tutte le forme e a tutti i livelli.

PRINCIPIO 7:

Gli investimenti agricoli responsabili che riguardano le comunità F locali richiedono una partecipazione attiva, libera, consapevole ed efficace delle parti interessate

PERCHE È IMPORTANTE E CHE COSA RIGUARDA Gli investimenti agricoli sono a volte realizzati contro la volontà di coloro che hanno diritti legittimi sulle risorse naturali utilizzate negli investimenti, o di quelli i cui mezzi di sussistenza sono interessati dall’investimento. Aspetti di questo tema sono affrontati nelle VGGT. Questo principio integra le disposizioni delle VGGT sottolineando l’importanza della pianificazione e realizzazione degli investimenti attraverso processi volti ad assicurare che i diritti e gli interessi legittimi, oltre a quelli del possesso, compresi quelli dei soggetti più emarginati e vulnerabili, siano adeguatamente rappresentati e influenzino i processi decisionali e di negoziazione. Sono necessari anche processi volti ad evitare impatti negativi in tutti i settori disciplinati dai Principi 1-4 e volti a garantire un risarcimento equo e tempestivo per le ’vittime’. Questi processi devono consentire una sostanziale e significativa partecipazione e negoziazione con le parti interessate, attraverso i loro rappresentanti. Questo può includere istituzioni di governo tradizionali e locali, nonché altre istituzioni (ad esempio le organizzazioni di agricoltori, pastori, comunità forestali e pescatori).

RUOLI E RESPONSABILITÀ Questi principi incoraggiano gli Stati a definire in maniera chiara i requisiti procedurali per il processo decisionale in materia di investimenti agricoli, in particolare quando questi riguardano le condizioni di vita dei singoli e delle

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 comunità. Adeguati meccanismi di rappresentanza dovrebbero essere definiti per consentire una partecipazione sostanziale delle parti interessate, di donne e uomini, e prevedere quorum minimi di partecipazione locale, il raggiungimento di un contenuto minimo di accordo, la documentazione e la firma del contratto da parte di tutte le parti, i meccanismi di reclamo e le sanzioni per la non conformità. Per quanto riguarda i popoli indigeni, il principio del libero, preventivo, consenso informato (FPIC) dovrebbe essere rispettato in tutti i casi e da tutti gli attori. Nel loro ruolo di regolatori e partecipanti, gli Stati sono chiamati a collaborare con gli investitori in tutte le fasi del processo di produzione alimentare per garantire che i requisiti procedurali a favore della partecipazione e della negoziazione nel processo decisionale in materia di pianificazione e realizzazione degli investimenti siano rispettati, a seconda dei casi e nelle diverse situazioni.

In tutti i casi, per evitare danF ni ai soggetti interessati in Gli Stati sono chiamati a collaborare possesso di diritti legittimi, si con gli investitori per garantire che possono giustificare la modisiano rispettati i requisiti di partecipazione dei gruppi più fica o la cancellazione di un vulnerabili determinato investimento. I principi FPIC dovrebbero essere rispettati in tutti i casi e da tutti gli attori. Gli istituti di ricerca, le organizzazioni della società civile e le istituzioni di sviluppo possono svolgere un ruolo importante nell’individuare i possibili impatti degli investimenti e definire le possibili alternative nella pianificazione e progettazione degli investimenti.

PRINCIPIO 8: Gli investimenti agricoli responsabili sono accompagnati da meccanismi di revisione periodica e per il miglioramento delle politiche e degli strumenti di governance degli investimenti agricoli

PERCHE È IMPORTANTE E CHE COSA RIGUARDA La Parte II e III del presente documento include i processi pubblici e privati, i meccanismi e gli strumenti per consentire, agevolare e regolare gli investimenti agricoli privati e pubblici. Questi devono essere rivisti periodicamente e adeguati se necessario in modo da riflettere gli standard internazionali e le migliori pratiche.

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DOCUMENTI “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

SOTTO-PRINCIPI

8.1 Gli Investimenti agricoli responsabili sono basati su una valutazione trasparente e partecipativa e sul monitoraggio del loro impatto prima, durante e dopo che l’investimento ha avuto luogo, con azioni correttive se si individuano alcuni problemi. Nella Parte I sono stati affrontati gli impatti previsti degli investimenti agricoli. Per garantire che questi si materializzino e che siano evitati impatti negativi devono essere definite: la FSN potenziale ed effettiva, gli impatti ambientali, sociali, economici e culturali degli investimenti agricoli e delle politiche di investimento, e quelle in materia di diritti umani e di diritti di possesso. Le valutazioni devono essere indipendenti, coinvolgere tutti i soggetti, e portare ad azioni correttive del quadro politico e di governance in caso di impatti neF gativi. L’applicazione pratica di questo principio può variare secondo la natura e la dimensione degli investimenti.

RUOLI E RESPONSABILITÀ Gli Stati devono definire le norme e le procedure per il monitoraggio e la valutazione dell’impatto degli investimenti agricoli che consentano loro miglioramenti o azioni correttive. Gli investitori sono esortati a seguire regole e buone Gli Stati devono definire le norme e pratiche applicabili alla lole procedure per il monitoraggio e la ro situazione e ad apportavalutazione dell’impatto degli re le necessarie modifiche. investimenti agricoli Gli Organismi di ricerca e le istituzioni per lo sviluppo hanno un ruolo nella valutazione degli investimenti agricoli e delle politiche di investimento, e dei relativi strumenti di governance, fornendo insegnamenti e promuovendo raccomandazioni.

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 PRINCIPIO 9: Gli investimenti agricoli responsabili sono accompagnati da un accesso non discriminatorio alle procedure di garanzia e ai meccanismi per un risarcimento equo ed efficacie

PERCHE È IMPORTANTE E COSA RIGUARDA La possibilità di una risoluzione indipendente e responsabile dei conflitti, e i meccanismi di reclamo sono prerequisiti per garantire il rispetto dei diritti. Tuttavia, questi non sono sempre sono assicurati, sono inefficaci e/o non sono accessibili a tutti, o non garantiscono giustizia. Gli organi di risoluzione delle controversie definiscono meccanismi di soluzione dei conflitti che devono essere riconosciuti e utilizzati. Tutti gli individui o gruppi potenzialmente interessati agli investimenti dovrebbero avere uguale accesso a tali meccanismi per riF vendicare i propri diritti. I meccanismi per garantire giustizia dovrebbero essere disponibili, accessibili e convenienti per tutti. Un approccio innovativo con misure di sostegno ad azioni positive potrebbe garantire che i meccanismi di garanzia siano effettivamente utilizzati dai gruppi emargiGli Stati devono prevedere nati, e da donne e uomini.

l’istituzioni di organi di garanzia non discriminatori e procedure di risarcimento eque ed efficaci

RUOLI E RESPONSABILITÀ Gli Stati devono prevedere l’istituzione di organismi giudiziari e amministrativi imparziali e competenti per la risoluzione tempestiva, accessibile ed efficace delle controversie relative agli investimenti agricoli, e fornire rimedi efficaci, garantendo la loro applicazione (compresa la restituzione, indennizzo, risarcimento e riparazione), e un accesso equo e non discriminatorio a tali organi e meccanismi a tutti gli individui e le categorie interessate. Gli investitori sono invitati a collaborare nei meccanismi non giudiziari per fornire rimedi, per la creazione di meccanismi di reclamo che siano efficaci, legittimi, accessibili senza alcun costo, relazionati ai rischi e agli impatti, prevedibili, equi, trasparenti, tempestivi, comprensibili, consultivi, culturalmente appropriati, responsabili, e che garantiscono che i meccanismi di reclamo a livello privato non limitino l’accesso a meccanismi di garanzia istituzionali ufficiali.

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DOCUMENTI “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

PARTE III PRINCIPI RELATIVI AD ATTIVITA’ DI COORDINAMENTO, COOPERAZIONE, PARTENARIATO E RESPONSABILITÀ

PRINCIPIO 10: Gli investimenti agricoli responsabili sono agevolati da meccanismi e istituzioni che promuovono il coordinamento, la cooperazione e il partenariato tra gli attori coinvolti

PERCHE È IMPORTANTE E CHE COSA RIGUARDA

L’agricoltura e il sistema alimentare in generale, possono svolgere le loro diffeF renti funzioni solo se tutti gli attori che lavorano nel settore coordinano i rispettivi sforzi e integrano meglio le rispettive attività. L’esistenza di meccanismi e norme per il coordinamento o semplicemente la collaborazione è importante anche per ridurre i costi di transazione e i rischi, migliorare la base informativa, e favorire la fiducia, che rappresentano tutte considerazioni particolarmente importanti per gli investitori di qualsiasi dimensione siano. Cosi come le catene di approvvigionamento alimentare si dirigono verso una maggiore integrazione e modernizzazione, e data l’importanza primaria dei produttori di piccole e medie dimensioni e dei produttori alimentari nei paesi in via di sviluppo, i meccanismi e le istituzioni che facilitano la collaborazione e il coordinamento tra loro e gli altri attori della catena di approvvigionamento alimentare sono particolarmente importanti per garantire che Sono necessarie misure di sia promosso un investimento coordinamento e partenariato responsabile.

per garantire che sia promosso un investimento responsabile

RUOLI E RESPONSABILITÀ In base a tale principio, gli Stati sono incoraggiati a sviluppare meccanismi istituzionali per garantire il coordinamento degli investimenti agricoli nei diversi rami del governo. Gli Stati devono promuovere un più facile coordinamento tra i soggetti interessati in modo che gli investimenti agricoli realizzino i diversi obiettivi e gli interessi dei diversi attori nelle catene di approvvigionamento alimentare. Poiché si tratta di un settore in cui spesso sono necessarie innovazioni politiche ed istituzionali, per rispondere ai cambiamenti in corso nelle catene di

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 fornitura e nelle strutture organizzative, anche altri attori hanno un ruolo da svolgere nello sviluppo di tali meccanismi e istituzioni. Questo include gli investitori stessi, ma anche gli istituti di ricerca, le agenzie di sviluppo, e le organizzazioni della società civile.

PRINCIPIO 11: Gli investimenti agricoli responsabili sono supportati dalle organizzazioni internazionali e regionali multilaterali che rispettano questi principi e sostengono principalmente i produttori di cibo su piccola scala in una prospettiva di FSN locale e nazionale Le Organizzazioni multilaterali internazionali e regionali coinvolte direttamente o in un ruolo di supporto agli investimenti agricoli sono coinvolte nell’orientare le loro attività intorno ai principi proposti nel presente documento, oltre a F osservare i loro rispettivi mandati, le leggi e le norme nazionali (comprese Il sostegno di organismi le norme sui diritti umani).

internazionali deve porsi a favore dei piccoli produttori

PRINCIPIO 12: Tutti gli attori coinvolti in investimenti agricoli sono responsabili delle loro decisioni, azioni e dei relativi impatti

PERCHE È IMPORTANTE E CHE COSA TRATTA Nessuno dei principi finora delineati né la legislazione esistente e le norme internazionali che riguardano gli investimenti possono avere l’impatto desiderato sulla FSN se gli attori coinvolti - inclusi ma non in maniera esclusiva gli investitori - non sono responsabili per le loro azioni e per l’impatto che hanno sugli altri, sulle condizioni di vita, e sull’ambiente naturale. La responsabilità la possibilità pratica di produrre effetti, anche importanti, sugli altri, è descritta da uno specifico Principio.

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DOCUMENTI “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

SOTTO-PRINCIPI

12.1 Tutti gli attori coinvolti in investimenti agricoli osservano le norme e le raccomandazioni statali in materia di trasparenza e divulgazione di informazioni significative riguardo i progetti proposti, in corso e conclusi Le parti interessate dagli investimenti cosi come gli investitori possono chiedere che i decisori garantiscano informazioni precise e trasparenti sugli investimenti, e sui fattori chiave che li influenzano (decisioni politiche). Pertanto la trasparenza è un presupposto fondamentale per la responsabilità degli investimenti agricoF La trasparenza è un presupposto li, e ha bisogno di essere attuafondamentale per un investimento ta rispetto alle azioni e alle agricolo responsabile informazioni detenute da tutti gli attori coinvolti.

12.2 Gli investimenti agricoli responsabili transnazionali sono supportati dagli stati di origine e promuovono il rispetto, l’applicazione e la promozione di obblighi extraterritoriali regolati dal diritto internazionale e cercano di introdurre la segnalazione obbligatoria e il monitoraggio indipendente degli investimenti I governi dei paesi che investono, promuovono investimenti all’estero o nazionali da parte di investitori privati transnazionali hanno generalmente più obiettivi, volti non solo a garantire la sostenibilità finanziaria degli investimenti, ma anche a garantire che il loro comportamento sia coerente con la protezione dei diritti umani in linea con le disposizioni di cui al VG GT, la promozione di FSN e lo sviluppo delle proprie politiche e impegni. Essi hanno anche un interesse per lo sviluppo e l’applicazione di elevati standard di trasparenza, la divulgazione e la responsabilità, sia per la reputazione o altre ragioni. Iniziative volontarie del settore privato nello sviluppo di tali standard sono importanti e dovrebbero essere riconosciute e potenziate. Tuttavia, essi non devono sostituire le leggi e i regolamenti nazionali ed internazionali, in cui devono essere incorporati.

RUOLI E RESPONSABILITÀ Sulla base di questi principi, gli Stati sono incoraggiati a prendere iniziative, con il supporto di altri attori (ad esempio i centri di ricerca, le agenzie di

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013 sviluppo, e altri), al fine di garantire che chiare misure di regolamentazione siano poste in essere per segnalare agli investitori i loro obblighi e quelli di altri attori. Queste dovrebbero includere chiare norme giuridicamente vincolanti in materia di trasparenza e diffusione delle informazioni e di reporting e monitoraggio obbligatorio. Gli Stati dovrebbero anche definire le misure - e garantire che le informazioni pertinenti siano a disposizione di tutti gli attori coinvolti - circa la responsabilità del personale che lavora sugli investimenti agricoli e il loro diritto di essere protetti da eventuali ritorsioni causate da attività di corruzione o altre violazioni. Essi dovrebbero consentire e sostenere le orF ganizzazioni della società civile a contribuire con informazioni pertinenti. Per quanto riguarda gli Stati di origine degli investimenti transnazionali, questo Principio richiama al rispetto, applicazione e promozione di obblighi extraterritoriali derivanti dal diritto internazionale, tra cui la negoziazione dei trattati di investimento con gli altri paesi. I principi li sostengono nell’introduzione di misure di segnalazione e monitoraggio degli investimenti e sanciscono il diritto al cibo e gli altri diritti umani, e la responsabilità sociale delle imprese nei trattati bilaterali di investimento e negli accordi di investimento internazionali, a fianco della tutela degli investitori. Inoltre assicurano che le imprese agiscano nel rispetto delle più importanti norme in materia di diritti umani e degli standard ambientali, come i principi guida su imprese e diritti umani, le ISO 26000, le linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali, gli standard di performance dell’IFC, le linee guida volontarie del CFS e i principi come quelli del Forest Stewardship Council, Roundtable for Sustainable Palm Oil and Roundtable for Sustainable Biofuels. Agli Stati è richiesto di garantire che le società che investono all’estero rivelino appieno le loro attività e garantiscano che le norme e le garanzie sono rivolte a sostenere i piccoli produttori alimentari, le comunità locali, le condizioni di vita delle popolazioni locali, e l’ambiente. Tutti gli Stati sono inoltre chiamati a promuovere gli investimenti stranieri responsabili attraverso leggi e standard forti, e applicabili a livello internazionale, e di rimuovere politiche o programmi che possano favorire direttamente o indirettamente investimenti “irresponsabili”, in particolare a livello territoriale.

Gli Stati devono adottare norme giuridicamente vincolanti in materia di trasparenza, diffusione delle informazioni, reporting e attività di monitoraggio

Gli investitori, ai diversi livelli, sia pubblici che privati, e le istituzioni finanziarie internazionali, sono incentivati secondo questi principi ad attenersi ad elevati standard in termini di principi e norme di responsabilità, non solo nel

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DOCUMENTI “Bozza Zero” del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale

rispetto dei diritti umani, ma anche aderendo a standard etici internazionali, e agendo al meglio delle loro capacità. Gli investitori hanno un ruolo primario nel raccogliere e divulgare tutte le informazioni utili circa i loro piani e attività di investimento, tra cui i processi e le informazioni sugli impatti, in modo tempestivo, accessibile e facile da comprendere. La portata della responsabilità varia secondo la natura e il tipo di investimento. Le Organizzazioni della società civile hanno un ruolo importante nel fornire informazioni sugli investimenti, compresi i loro impatti potenziali e reali. Esse sono responsabili per le informazioni che pubblicano e dovrebbero fornire informazioni obiettive e affidabili sugli avvenimenti che si verificano.

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F


SOCI FOCSIV

volontari E TERZO MONDO 1-2 2013


ONG Federate FOCSIV - Volontari nel mondo

Soci FOCSIV - Volontari nel mondo

A.B.C.S.

A.L.M.

Associazione Bertoni per la Cooperazione e lo Sviluppo del Terzo Mondo Viale dei Colli, 27 - 37128 VERONA tel. 045-8300992 - fax 045-8300930 e-mail: info@abcsverona.it sito: www.abcsverona.it Presidente: Nicoletta Zamberlan Codice fiscale: 93020840232

Associazione Laicale Missionaria Viale Quattro Venti, 166/2 - 00152 ROMA tel. 06-5897752 - fax 06-584856 e-mail: almlai00@associazionelaicalemissionaria.191.it sito: www.associazionalaicalemissionaria.it Presidente: Maria Gallegos Salcido Codice fiscale: 97025060589

ACCRI

Associazione Laica Montfort un cuore per l’Africa Via Madonna degli Angeli, 29 - 70051 BARLETTA (BA) tel. 328-2654400 - fax 0883-515366 e-mail: info@almaonlus.it sito: www.almaonlus.it Presidente: Anna Aurelia Sarcina Codice fiscale: 90063050729

Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale per una cultura di solidarietà tra i popoli Via Cavana, 16/a - 34124 TRIESTE tel. 040-307899 - fax 040-310123 e-mail: trieste@tiscalinet.it sito: www.accri.it Via S. Giovanni Bosco, 7 - 38100 TRENTO tel. 0461-891279 - fax 0461-891280 e-mail: trento@accri.it sito: www.accri.it Presidente: Nives Ceppa Degrassi Codice fiscale: 90031370324

A.D.P. Amici dei Popoli Via Bartolomeo Maria Dal Monte, 14 40139 BOLOGNA tel. 051-460381 - fax 051-451928 e-mail: info@amicideipopoli.org sito: www.amicideipopoli.org Segretario Generale: Francesco Basile Codice fiscale: 92010080379

AIFO Associazione Italiana “Amici di Raoul Follereau” Via Borselli, 4-6 - 40135 BOLOGNA tel. 051-4393211 - fax 051-434046 e-mail: info@aifo.it sito: www.aifo.it Presidente: Francesco Colizzi Codice fiscale: 80060090372

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A.L.M.A. Onlus

AMAHORO Onlus c/o Parrocchia San Francesco Piazza della libertà - 73049 RUFFANO (LE) tel./Fax. 0833-691630 (Parrocchia) e-mail: psfruffano@libero.it - a.zippo@libero.it sito: www.amahoro-onlus.org Presidente: Antonio Zippo Codice fiscale: 90022030754

ASAL Associazione Studi America Latina Via Tacito, 10 - 00193 ROMA Tel. 06-3235389 - fax 06-3235388 e-mail: asal@asalong.org sito: www.asalong.org Presidente: Enrico Dante Codice fiscale: 96114280587

A.S.I. Associazione Sanitaria Internazionale Via Terme Deciane, 5/a - 00153 ROMA tel. 06-5743482 - fax 06-5747655 e-mail: info@asi-medical.it sito: www.asi-international.org Presidente: Vincenza Giuntoli Codice fiscale: 80119310581


volontari E TERZO MONDO 1-2 A.S.P.Em.

Ce.L.I.M. Milano

Associazione Solidarietà Paesi Emergenti Via Dalmazia, 2 - 20063 CANTÙ (CO) tel. 031-711394 - fax 031-713411 e-mail: aspem@aspem.org sito: www.aspemitalia.it Presidente: Angelo Colombo Codice fiscale: 81009470139

Centro Laici Italiani per le Missioni-Milano Via S. Calimero, 11/13 - 20122 MILANO tel. 02-58316324 - fax 02-58317213 e-mail: celim@celim.it sito: www.celim.it Presidente: Gianni Matteo Crovetto Codice fiscale: 80202830156

A.U.C.I. Associazione Universitaria per la Cooperazione Internazionale Largo Agostino Gemelli, 8 - 00168 ROMA tel. 0630154538 - fax 06301538 e-mail: auci@rm.unicatt.it sito: www.auci.org Presidente: Pasquale De Sole Codice fiscale: 80415960584

Associazione culturale di volontariato SERIO Via Piave, 4 - 87028 PRAIA A MARE (CS) tel. 0985. 72047 - 803004 - 340.2313842 fax 0985.72047 - 348.66290 e-mail: gianfrancescoserio@libero.it sito: www.associazionegianfrancescoserio.it Presidente: Giuseppe Serio Codice fiscale: 96020140784

AVAZ Associazione Volontari per lo Sviluppo dei Popoli Piazza Sempione, 19/b - 00141 ROMA tel. 06-86898077 - fax 06-86898077 e-mail: info@avaz.it - avaz@avaz.it sito: www.avaz.it Presidente: Ernesto Luzi Codice fiscale: 97049320589

CEFA Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura Via Lame, 118 - 40122 BOLOGNA tel. 051-520285 - fax 051-520712 e-mail: info@cefaonlus.it sito: www.cefaonlus.it Presidente: Patrizia Farolini Codice fiscale: 01029970371

Centro Mondialità Sviluppo Reciproco Via della Madonna, 32 - 57123 LIVORNO tel. 0586-887350 - fax 0586-882132 e-mail: cmsr-it@cmsr.org sito: www.cmsr.org Presidente: Guido Frati Codice fiscale: 01078610498

C.I.S.V. Comunità Impegno Servizio Volontariato Corso Chieri, 121/6 - 10132 TORINO tel. 011-8993823 - fax 011-8994700 e-mail: segreteria@cisvto.org sito: www.cisvto.org Presidente: Piera Gioda Codice fiscale: 80101280016

C.L.M.C. Comunità Laici Missionari Cattolici Via Canneto il lungo 21/1 - 16124 GENOVA tel. 010-256628 - fax 1782201780 e-mail: clmc.ge@tiscalinet.it sito: www.clmc.110mb.com Presidente: Caterina Fiorella Capasso Codice fiscale: 80048650107

C.O.E. Centro Orientamento Educativo Via Milano, 4 - 23816 BARZIO (LC) tel. 0341-996453 - fax 0341-910311 e-mail: coebarzio@coeweb.org sito: www.coeweb.org Presidente: Rosa Scandella Codice fiscale: 92012290133

CELIM BERGAMO

CO.M.I.

Organizzazione di Volontariato Internazionale Cristiano Via Conventino, 8 - 24125 BERGAMO tel. 035-4598500 - fax 035-4598501 e-mail: info@celimbergamo.it sito: www.celimbergamo.it Presidente: Andrea Milesi Codice fiscale: 80038160166

Cooperazione per il mondo in via di sviluppo Via S. Giovanni in Laterano, 262 - 00184 ROMA tel. 06-70451061 - fax 06-70451061 e-mail: comi@comiorg.it sito: www.comiorg.it Presidente: Anna Maria Cerro Codice fiscale: 80404090583

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ONG Federate FOCSIV - Volontari nel mondo

CO.MI.VI.S

C.V.M.

Comunità Missionaria di Villaregia per lo Sviluppo Frazione Villaregia, 16 - 45014 PORTO VIRO (RO) tel. 0426-325032 - fax 0426-325442 e-mail: posta@comivis.org sito: www.cmv.it Presidente: Maria Luigia Corona Codice fiscale: 01262840299

Viale delle Regioni, 6 Porto San Giorgio tel. 0734-674832 e-mail: cvmap@cvm.an.it sito: www.cvm.an.it Presidente: Mario Moriconi Codice fiscale: 00316140433

COMUNITÀ IN DIALOGO

ENGIM

Via San Rocco 2 - 03010 TRIVIGLIANO (FR) tel. 0775-520236 - fax 0775-520191 e-mail: indialogo@libero.it sito: www.comunitaindialogo.it Presidente: Padre Matteo Tagliaferri Codice fiscale: 92009470607

Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo Via degli Etruschi , 7 - 00185 Roma tel. 06.6243400 - fax 06.233225987 e-mail: ufficio.ong@engim.org sito: www.engiminternazionale.org Presidente: Padre Tristaino Codice fiscale: 80354630586

Cooperazione e Sviluppo Via Cesare Martelli, 15, - 29122 Piacenza tel. 0523499424 - 499484 - fax 0523400224 e-mail: africamission@coopesviluppo.org sito: www.africamission.org Presidente: Carlo Venerio Antonello Codice fiscale: 91005980338

CO.P.E. Cooperazione Paesi Emergenti Via Crociferi, 38 - 95124 CATANIA tel. 095-317390 - fax 095-317390 e-mail: cope@cope.it sito: www.cope.it Presidente: Michele Giongrandi Codice fiscale: 93009320875

C.P.S. Comunità Promozione e Sviluppo Via S. Vincenzo, 15 80053 CASTELLAMMARE DI STABIA (NA) tel. 081-8704180 - fax 081-8704180 e-mail: info@cps-ong.it sito: www.cps-ong.it Presidente: Amalia Dema Codice fiscale: 82009620623

EsseGiElle Solidarietà Giustizia Libertà - Cooperazione internazionale Piazza Campitelli, 9 - 00186 ROMA tel. 06-6833361- fax 06-6833361 e-mail: info@essegielle.org sito: www.essegielle.org Presidente: P. Vincenzo Molinaro Codice fiscale: 96006440174

Fondazione Aiutiamoli a vivere Via XX settembre, 166 - 05100 TERNI tel. 0744 279560 fax 0744 282460 e-mail: fondaav@tin.it sito: www.aiutiamoliavivere.it Presidente: Marzio Ortolani Codice Fiscale: 91017220558

FMSI-Onlus Fondazione Marista per la Soldarietà Internazionale-Onlus Piazzale Marcellino Champagnat, 2 - 00144 ROMA tel. 06-545171 - fax 06-54517500 e-mail: fmsi@fmsi-onlus.org sito www.fmsi-onlus.org Presidente: Michael De Waas Codice fiscale: 97484360587

C.V.C.S. Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo Via Bellinzona, 4 c.p.91 - 34170 GORIZIA tel. 0481-34165 - fax 0481-546593 e-mail: info@cvcs.it sito:www.cvcs.it Presidente: Franco Gaggioli Codice fiscale: 91000280312

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Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus via C. Girola, 30 - 20162 MILANO tel. 02 40308.713 - fax 02 6611.4159 e-mail: area.int@dongnocchi.it sito: www.ong.dongnocchi.it Presidente: Mons. Angelo Bazzari Codice fiscale: 04793650583


volontari E TERZO MONDO 1-2 Fondazione Fontana Onlus

IPSIA

Via F.S.Orologio, 3 - 35129 PADOVA tel.049 8079391 - fax 049 8079391 e-mail: info@fondazionefontana.org sito: www.fondazionefontana.org Presidente: Gabriele Pipinato Codice fiscale: 92113870288

Istituto Pace Sviluppo Innovazione - ACLI Via Marcora, 18/20 - 00153 Roma tel. 06-5840400 - fax 06-5840656 e-mail: ipsia@acli.it sito: www.ipsia.acli.it Presidente: Paola Villa Codice fiscale: 97043830583

FON.SIPEC Fondazione SIPEC Via Collebeato, 26 - 25127 BRESCIA tel. 030-3700242 - fax 030-380706 e-mail: fonsipec@fonsipec.it sito: www.fonsipec.it Presidente: Luciano Silveri Codice fiscale: 96006440174

FON.TOV. Fondazione “Giuseppe Tovini” Via Galileo Galilei, 71 - 25128 BRESCIA tel. 030-305462/302581 - fax 030-303760 e-mail: segreteria@fondazionetovini.it sito: www.fondazionetovini.it Presidente: Giuseppe Camadini Codice fiscale: 80009970171

KABÌA Soc.Coop. Soc. Kabìa - Luogo comune Via Sigismondo Castromediano, 139 - 70126 BARI tel. 331-7637755 - fax 080-564896 e-mail: amministratore@pec.kabia.it sito: www.kabia.it Presidente: Pietro Manuele Codice fiscale:

LUMBELUMBE Via Federico Confalonieri 2, 00195 ROMA tel. 06 32652501 - fax 06 62202122 e-mail: info@lumbelumbe.org sito www.lumbelumbe.org Presidente: Italo Governatori Codice fiscale: 07293341009

GVS Gruppo di Volontariato “Solidarietà” c/o Comunità Parrocchiale di S. Anna e S. Gioacchino Viale Dante, 104 - 85100 - Potenza tel. 0971-21517/22071/263122 - Fax 0971-274166 e-mail: grupposol@tiscali.it sito:www.gruppovolontariatosolidarieta.org Presidente: Sac. Francesco Corbo Codice fiscale: 80079710374

I.B.O. Italia Associazione Italiana Soci Costruttori Via Montebello, 46/A - 44100 Ferrara tel. 0532-243279 - fax 0532-245689 e-mail: info@iboitalia.org sito: www.iboitalia.org Presidente: P. Basilio Marcandella Codice fiscale: 90500750154

L.V.I.A. Associazione Internazionale Volontari Laici Corso IV Novembre, 28 - 12100 CUNEO tel. 0171-696975 - fax 0171-602558 e-mail: lvia@lvia.it - sito: www.lvia.it Presidente: Alessandro Bobba Codice fiscale: 80018000044

ProgettoMondo MLAL ProgettoMondo Movimento Laici America Latina Viale A. Palladio, 16 - 37138 VERONA tel. 045-8102105 - fax 045-8103181 e-mail: info@mlal.org sito: www.mlal.org Presidente: Mario Lonardi Codice fiscale: 80154990586

INSIEME SI PUO’

M.L.F.M.

Associazione Gruppi “Insieme si può…” ONLUS Via Garibaldi, 18 32100 Belluno tel. 0437-291298 - fax. 0437-291298 e-mail: insiemesipuo@365giorni.org sito: www.365giorni.org Presidente: Alessandro Burigo Codice fiscale: 93009330254

Movimento per la lotta contro la fame nel mondo Via Cavour, 73 - 26900 LODI tel. 0371-420766 - fax 0371-420766 e-mail: info@mlfm.it sito: www.mlfm.it Presidente: Natale Andena Codice fiscale: 84511630158

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ONG Federate FOCSIV - Volontari nel mondo

M.M.I.

OVERSEAS

Medicus Mundi Italia Via Martinengo da Barco, 6/a - 25121 BRESCIA tel. 030-3752517 - fax 030-43266 e-mail: info@medicusmundi.it sito: www.medicusmundi.it Presidente: Francesco Castelli Codice fiscale: 98011200171

Organizzazione per lo sviluppo Globale di Comunità in Paesi Extraeuropei Via Castelnuovo Rangone, 1190/2 41057 SPILAMBERTO (MO) tel. 059-784464 - fax 059-7860055 e-mail: overseas@overseas-onlus.org sito: www.overseas-onlus.org Segretario Generale: Mauro Bascheri Codice fiscale: 80077530378

MO.C.I. Movimento per la Cooperazione Internazionale Via Pio XI - Tr. Putortì, 18 - 89133 REGGIO CALABRIA tel. 0984-414713 - fax 0984.414713 e-mail: mocimondo@tin.it sito: www.mocimondo.it Presidente: Santo Caserta Codice fiscale: 92004220809

Movimento Shalom Onlus Via Carducci 4, 56028 CITTÀ SAN MINIATO (PI) tel. 0571-400462 Fax 0571-1834775 e-mail: shalom@movimento-shalom.org sito: www.movimento-shalom.org Presidente: Luca Gemignani Codice fiscale: 91003210506

M.S.P. Movimento Sviluppo e Pace Via Saluzzo, 58 - 10125 TORINO tel. 011-655866 - fax 011-6698096 e-mail: movpace@tin.it sito: www.movimentosviluppopace.org Presidente: Piergiorgio Gilli Codice fiscale: 80094910017

O.S.V.I.C. Organismo Sardo di Volontariato Internazionale Cristiano Via Goito, 25 - 09170 ORISTANO tel. 0783-71817 - fax 0783-71817 e-mail: osvicor@tiscali.it sito: www.osvic.it Presidente: Maria Colomba Cabras Codice fiscale: 90003110955

O.V.C.I. La Nostra Famiglia Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale Via Don Luigi Monza, 1 - 22037 PONTE LAMBRO (CO) tel. 031-625315 - fax 031-625243 e-mail: ovci@pl.lnf.it sito www.ovci.org Presidente: Elio Cerini Codice fiscale: 91001170132

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PdF Punto di Fraternità Mura di San Bernardino 15 - 16122 Genova tel. 010-3742069 - fax 010-3742069 e-mail: fraterni@tiscalinet.it sito: www.puntodifraternita.it Presidente: P. Francesco Rossi OFM Capp. Codice fiscale: 95027620103

PICCOLI PROGETTI POSSIBILI ASSOCIAZIONE 3P Via Pio Piras 8, 09036 - Guspini (VS) Tel. 070- 970529 - fax 070- 970052 e-mail:progettipossibili@tiscali.it sito: www.piccoliprogettipossibili.org Presidente: Don Angelo Pittau Codice fiscale: 91016940925

PROCLADE Proclade Internazionale - Onlus Via del Sacro Cuore di Maria, 5 - 00197 ROMA tel. 06-80910011 - fax. 06-80910047 e-mail: projects@proclade.net sito: www.proclade.net Presidente: Miguel Angel Velasco Lopez Codice fiscale: 09248901002

PRO.DO.C.S. Progetto Domani: Cultura e Solidarietà Via Etruria, 14/c - 00183 ROMA tel. 6-77072773 - fax 06-7003710 e-mail: prodocs@prodocs.org sito: www.prodocs.org Presidente: Anna Maria Donnarumma Codice fiscale: 97036450589

PRO.MOND. Progetto Mondialità Piazza Garibaldi, 67 - 70122 BARI tel. 080-5212811- fax 080-5752453 e-mail: promond@tin.it sito: www.promond.it Presidente: Gaetano Falco Codice fiscale: 93009310728


volontari E TERZO MONDO 1-2 R.T.M.

V.I.S.B.A.

Reggio Terzo Mondo Via Mogadiscio, 1 - 42100 REGGIO EMILIA tel. 0522-514205 - fax 0522-506318 e-mail: info@reggioterzomondo.org sito: www.reggioterzomondo.org Presidente: Silvia Riva Codice fiscale: 80013110350

Volontari Internazionali Scuola Beato Angelico Corso Mazzini, 54/d - 48018 FAENZA (RA) tel. 0546-662424 - fax 0546-662424 e-mail: mcericola@racine.ra.it mcericola@racine.ravenna.it Presidente: Vittore Rizzi Codice fiscale: 80141130155

SCAIP

V.I.S.P.E.

Servizio collaborazione assistenza internazionale Piamartino Onlus Via E. Ferri, 75 - 25123 BRESCIA tel. 030-2306873 - fax 030-2309427 e-mail: info@scaip.it sito: www.scaip.it Presidente: Camillo Fratus Codice fiscale: 98009900170

Volontari Italiani per la SolidarietĂ ai Paesi Emergenti Via della Chiesa, 3 20084 CASIRATE DI LACCHIARELLA (MI) tel. 02-90096317 - 02-90047062 - fax 02-90091607 e-mail: vispe@vispe.it sito: www.vispe.it Presidente: Agostino Fedeli Codice fiscale: 80113990156

SOLIDAUNIA - La Daunia nel mondo Via della Repubblica, 82/c - 71100 Foggia tel. 0881.770866 e-mail: info@solidaunia.it sito: www.solidaunia.it Presidente: Anna Tappi Codice fiscale: 94064240719

S.V.I. Servizio Volontario Internazionale Viale Venezia, 116 - 25123 BRESCIA tel. 030-3367915/030-3367864 - fax 030-3361763 e-mail: segreteria@svibrescia.it sito: www.svibrescia.it Presidente: Mario Rubagotti Codice fiscale: 80012670172

U.V.I.S.P. - Assisi Unione Volontariato Internazionale per lo Sviluppo e la Pace Assisi Zona Industriale Ovest Sett. H 06083 BASTIA UMBRA (PG) tel. 075-8004667 - fax 075-8004748 e-mail: info@uvisp.org sito: www.uvisp.org Presidente: Marcello Abraini Codice fiscale: 94016000542

V.I.D.E.S. Volontariato Internazionale Donna Educazione Sviluppo Via San Saba, 14 - 00153 ROMA tel. 06-5750048 - fax 06-5750904 e-mail: videsitalia@videsitalia.it sito: www.videsitalia.it Presidente: Amedeo Piva

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volontari E TERZO MONDO 1-2 2013


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