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“PIÙ VICINA LA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO”

Wieladek (T. Rowe Price) non ha dubbi: “L’adozione di valute digitali da parte delle banche centrali cambierà completamente il rapporto tra famiglie e istituti di credito. Si andrà verso una maggiore inclusione finanziaria e gli spread emergenti diminuiranno”

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Gabriele Petrucciani

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> Tomasz Wieladek

economista internazionale di T. Rowe Price egli ultimi anni, le criptovalute del settore privato hanno ricevuto molta attenzione da parte dell’opinione pubblica. E oggi, in tutto il mondo, sono le banche centrali a valutare la possibilità di emettere le cosiddette Central bank digital currencies (Cbdc) per risolvere i problemi legati alle monete Fiat (quelle legali, tipo l’euro o il dollaro) e promuovere una maggiore inclusione finanziaria. “Le Cbdc porteranno cambiamenti strutturali nel modo in cui le persone e le imprese accedono al sistema bancario, con un potenziale miglioramento della resilienza del sistema finanziario e una conseguente riduzione della volatilità del ciclo economico – spiega Tomasz Wieladek, economista internazionale di T. Rowe Price – E questi cambiamenti avranno conseguenze sugli investimenti, in particolare nei mercati emergenti”.

Quali saranno i principali effetti dell’adozione di valute digitali da parte delle banche centrali?

Le Cbdc avranno un impatto rivoluzionario sui sistemi di pagamento, facilitando una maggiore resilienza finanziaria, promuovendo l’efficienza e riducendo i costi. I trasferimenti di denaro effettuati con le Cbdc eliminano il rischio di credito, in quanto le banche commerciali non detengono fondi presso un intermediario, ma si scambiano fra loro crediti nei confronti della banca centrale. Le transazioni verrebbero regolate in tempo reale utilizzando il denaro della banca centrale piuttosto che quello degli istituti commerciali. Inoltre, le Cbdc potrebbero anche ridurre il costo dei trasferimenti di denaro, che nei mercati emergenti pesa in modo particolare sulle famiglie e sulle imprese.

Dunque, si andrebbe verso una maggiore inclusione finanziaria.

Assolutamente, e per le economie emergenti questo si tradurrebbe nel breve termine in un migliore accesso al credito per privati e imprese. La domanda di prestito probabilmente supererà la crescita dei risparmi, con i tassi di interesse che inizialmente potrebbero aumentare. Tuttavia, nel medio termine, una maggiore inclusione finanziaria dovrebbe consentire alle imprese e alle famiglie di reagire agli shock attraverso la creazione di riserve sotto forma di risparmio o prestiti, riducendo al tempo stesso la volatilità del ciclo economico, quella dei tassi di interesse e allo stesso tempo anche il premio per il rischio incorporato nei rendimenti sovrani dei mercati emergenti.

Chi tra gli emergenti ha già sposato le valute digitali?

Lo ha fatto la Banca centrale delle Bahamas, che ha introdotto il “Sand Dollar” per fornire un accesso non discriminante ai servizi finanziari e ai sistemi di pagamento. Attraverso il Sand Dollar, le persone possono aprire un portafoglio digitale contattando a distanza il loro istituto finanziario preferito e selezionando tra le diverse opzioni i servizi di cui hanno bisogno. Entrate e uscite sono tutte registrate e questa documentazione può essere utile per avallare richieste di microprestiti, fornendo l’accesso al credito a persone che altrimenti non potrebbero ottenere finanziamenti.

Ma in questo modo non potrebbe innescarsi una crisi del sistema bancario?

Il rischio è concreto, anche perché l’accesso diretto e illimitato da parte della clientela retail a una valuta digitale potrebbe portare a una fuga dalle banche commerciali. Per ovviare a questo problema, la Banca centrale delle Bahamas ha deciso di dare l’accesso diretto al Sand Sollar solo al di sotto di una certa soglia, lasciando quindi agli istituti di credito la possibilità di continuare a operare come interfaccia delle banche centrali nei confronti della clientela retail.

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