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PORTAFOGLI, È L’ORA DEL CHECK-UP

Ci sono tante asset class da riscoprire. Tra queste, gli esperti indicano sicuramente l’oro, ma anche le obbligazioni ad alto rendimento e i titoli indicizzati all’inflazione

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Sibilla Di Palma

Tra incognite geopolitiche e ritorno dell’inflazione è l’ora di fare un check-up ai portafogli. Perché se come insegnano i consulenti pensare di poter battere il mercato in maniera continuativa rischia di rivelarsi illusorio, anche disinteressarsi di ciò che accade intorno può risultare molto pericoloso. Secondo Alessandro Tentori, chief investment officer di Axa Im Italia, occorre distinguere tra inflazione temporanea e permanente: “al momento stiamo attraversando un periodo di cosiddetto effetto base da materie prime, che non sembra ancora destare timori nei circoli delle banche centrali o nei salotti di Wall Street”. Ma al tempo stesso, l’esperto di Axa Im cita un adagio anglosassone, che recita “questa volta potrebbe essere diverso”, per ricordare che c’è anche un surriscaldamento dei prezzi delle materie prime legato alla ripresa delle principali economie mondiali. E non va dimenticata l’incidenza delle aspettative.

Come proteggersi

“Se le famiglie si aspettassero un aumento dei prezzi, allora anticiperebbero le scelte di consumo, accelerando così l’inflazione”, spiega Tentori. Essendo un processo nominale, dall’inflazione non ci si protegge con asset class puramen-

> Alessandro Tentori

chief investment officer di Axa Im Italia

> James Athey

gestore di Aberdeen Standard Investments

CHART

Rendimento bund a 10 anni

0,8 0,6 0,4 0,2 0 -0,2 -0,4 -0,6 -0,8

te nominali, come per esempio le obbligazioni governative. “Meglio rimodulare gli investimenti su obbligazioni indicizzate all’inflazione e su quelle ad alto rendimento, che proteggono parte del valore con una cedola più alta dei governativi”, sottolinea Tentori, che considera con attenzione anche un’asset class più legata all’economia reale come l’immobiliare. Mentre avverte che non esiste una soluzione per proteggersi tout court dai rischi geopolitici, se non puntare sulle emissioni governative ad altissima qualità, come i Treasury americani e i Bund tedeschi.

Il ruolo dell’oro

Per James Athey, gestore di Aberdeen Standard Investments, a memoria non vi è mai stata un’incertezza macroeconomica come quella che stiamo vivendo: “le politiche delle banche centrali e dei governi hanno oltrepassato limiti che si ritenevano sacri, dando luogo a risposte politiche colossali che si scontrano con la perturbazione economica globale in un modo mai visto prima. Per questo motivo vedo possibilità di un risultato sia inflazionistico sia deflazionistico nella situazione odierna. Dato il livello elevato delle aspettative di inflazione del mercato, gli squilibri e i problemi strutturali che ancora affliggono l’economia globale e il requisito obbligatorio per le banche centrali di raggiungere prezzi stabili, non sono convinto che la protezione dall’inflazione sia attualmente interessante nella maggior parte dei segmenti del mercato”. E Athey cita come eccezione i metalli preziosi, dato che “indipendentemente dal futuro immediato, le banche centrali rimangono intrappolate dalle loro stesse politiche in un meccanismo di gestione ciclica di espansione e contrazione che continua a tradursi nella stampa sfrenata di denaro”. Tirando le fila del discorso, il gestore di Aberdeen si aspetta ricadute sugli asset finanziari più che sui prezzi al consumo e vede uno scenario ideale per puntare sull’oro in ottica di stabilizzazione dei rendimenti.

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