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GRAN BRETAGNA: OPERATIVA LA PIATTAFORMA PER SEGNALARE IN ANONIMATO GLI ABUSI DELLA GDO

PER I FORNITORI DI GENERI ALIMENTARI

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I fornitori di generi alimentari possono ora utilizzare una piattaforma riservata, per segnalare alla GCA qualsiasi comportamento da parte di un rivenditore, che ritengano violi il Codice di condotta per l'offerta di generi alimentari. Istituito nel 2013, il servizio promosso dal Governo Uk era già attivo da tempo ma ora, grazie alla creazione della piattaforma Tell The GCA (dillo alla GCA), i fornitori che lo vorranno potranno farlo mantenendo del tutto il loro anonimato. I fornitori o altre parti interessate che accedono a www.telltheGCA.co.uk troveranno un semplice modulo che chiede loro di descrivere la loro preoccupazione relativa al Codice, il rivenditore o i rivenditori a cui si applica e la data dell'evento in questione. Gli verrà chiesto di scegliere se restare anonimi o fornire dati personali.

Gli viene anche chiesto di aprire una cassetta postale sicura sulla piattaforma in modo che, anche senza i loro dettagli di contatto, GCA possa inviare domande se sono necessarie ulteriori informazioni per agire. I fornitori che lo faranno riceveranno un numero di caso e sceglieranno una password in modo che possano accedere in modo sicuro, per verificare se GCA ha pubblicato domande o fornito aggiornamenti.

Mark White, GCA, ha dichiarato: “Questa piattaforma non è in sostituzione del Groceries Code Adjudicator. I fornitori che desiderano contattare direttamente la GCA possono farlo senza problemi, se è quello che vogliono. La mia porta è sempre aperta ai fornitori e li incoraggio a portare informazioni a me e al mio ufficio. Tratterò sempre queste informazioni in modo confidenziale, ma per quei fornitori che vogliono un’ulteriore rassicurazione possono usare Tell the GCA per condividere le loro informazioni“.

Le tredici maggiori insegne che rientrano nel progetto sono: Aldi, Asda, B&M European Value Retail, Co-operative Group, Iceland, Lidl GB, J Sainsbury, Ocado, Marks & Spencer, Tesco, TJ Morris, Waitrose e Morrison.

IL ROSA DELL'ORTOFRUTTA

Intervista a Francesca Lonigro dell’associazione nazionale “Le donne dell’ortofrutta”

Francesca, parlaci un po’ del tuo ingresso nell’azienda di famiglia Io sono praticamente nata nell’azienda di famiglia perché mio padre mi ha sempre portata con lui in campagna, sin da bambina: in sintesi, sono sempre stata presente nell’azienda familiare. Poi, dall’età di 16/17 anni ho iniziato ad affiancarlo, specie nella stagione estiva. Ma questo è stato il primo momento in cui ho iniziato a interagire con mio padre, a ragionare con lui circa la visione aziendale e il futuro dell’azienda. Quando ho terminato il liceo, ho deciso di studiare marketing e comunicazione d’azienda all’università, con l’intento di ritornare nell’azienda di famiglia. In un primo momento, in realtà, mio padre aveva espresso disaccordo, anche perché si tratta di un settore che non dà alcun tipo di certezza: mi augurava qualcosa di diverso. Ma, avendomi lui stesso trasmesso una forte passione per questo lavoro, per me la scelta era già fatta: io volevo studiare, perché credo sia importantissima la formazione, per continuare a lavorare da lui. Riconosco a mio padre una grande intelligenza nell’avermi dato spazio: è stato proprio lui, in fin dei conti, quello che, in silenzio, mi ha dato grande spazio di crescita all’interno dell’azienda.

Di cosa si occupa la vostra azienda, nello specifico? Commercializzazione di prodotti ortofrutticoli quali piselli, fichi e uva da tavola. L’uva da tavola rappresenta, come sono solita dire, il mio È una cosa che odio terribilmente perché sembra quasi che dobbiamo eguagliarci a qualcuno che sta dando valore alla donna, non alla donna in termini di competenze ma soltanto per facciata. “

punto debole perché, trattandosi di una stagione molto lunga, a differenza delle altre colture che ho nominato, che ricopre quel periodo in cui ero particolarmente libera dalla scuola, riuscivo ad essere in azienda e a seguire tutte le fasi, fino ad appassionarmi maggiormente al prodotto.

E di cosa ti occupi tu in azienda? Non mi occupo di contabilità, anche perché, scherzando, dico sempre che saremmo falliti dopo due giorni. Ora con mio padre siamo giunti ad un compromesso: lui si occupa della campagna e io del magazzino. Quindi, in sostanza, mi occupo di tutto quello che esce dal magazzino: dall’approvvigionamento delle materie prime, il confezionamento, lo stoccag-gio, l’organizzazione di tutte quelle che sono le politiche che accompagnano tutti questi passaggi, fino ad arrivare alla distribuzione. Qui al sud, purtroppo, siamo troppo abituati a considerare i numeri, come se i grandi numeri facessero la differenza. Certo, in fin dei conti, i numeri sono indispensabili per tutti però qui si tende a ragionare esclusivamente in base ai numeri, e quindi alla grandezza aziendale. Io, invece, ho sempre detto che non avrei mai voluto una grande azienda, piuttosto una chicca d’azienda perché amo gestire il lavoro in prima persona: io mi sveglio all’alba quando ci sono le produzioni, collaboro con i nostri collaboratori, e anche questo è stato difficile perché

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