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Agricoltura

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XYLELLA: PUBBLICATO IL BANDO PER GLI INNESTI RESISTENTI SU ULIVI SECOLARI E MONUMENTALI

TANTI I DUBBI SU EFFICACIA E UTILITÀ ECONOMICA DEL PROVVEDIMENTO

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“Salvaguardia olivi secolari e monumentali” in attuazione delle disposizioni contenute nella legge n.44 del 21 maggio 2019 e relative all’attuazione del ”Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia”. Provvedimento che affida al nostro ente regionale il compito di gestire e finanziare gli innesti resistenti su piante monumentali con un programma di aiuti per gli olivicoltori pugliesi pari a 5 milioni di euro. Il Decreto Interministeriale n. 2484 di marzo 2020 di fatto ha riconosciuto un contributo a favore di proprietari, possessori, detentori di terreni in cui ricadono ulivi monumentali inseriti nell’elenco di cui all’art.5 della Legge Regionale 14/ 2007, che si impegnano ad attuare gli interventi necessari a bloccare l’avanzata della fitopatia xylella fastidiosa. L’ avviso, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 2 del 7-01-2021, inizia a sollevare non pochi dubbi sulla convenienza economica degli interventi previsti, ma anche sulla efficacia della pratica dell’innesto con cultivar resistenti (leccino e Fs-17). Vediamo insieme il perché con il consulente agrario Paolo Leoci (anche coordinatore del Comitato Intercomunale No Xylella, Si produttività) A una prima analisi quali criticità presenta l’avviso pubblico? Ci sono diverse criticità. Ad esempio per la formazione delle graduatorie saranno utilizzati dei criteri di selezione che danno privilegio alle domande presentate in forma associata, quindi il singolo olivicoltore sarà svantaggiato; poi c'è un forte vantaggio per chi ha già le piante censite e registrate nelle elenco regionale, considerando che tale attività è stata di competenza regionale, che oggi ci sono ulivi con requisito di monumentalità che hanno la targhetta e non sono riportati nell'elenco e che per censire gli ulivi in autonomia l'olivicoltore deve sostenere ulteriori spese per redigere e presentare la domanda di riconoscimento della monumentalità, e quindi invece che favorito per questi ulteriori costi, venie addirittura penalizzato in graduatoria.

Per i richiedenti che hanno le piante da innestare ricadenti su aree protette regionali e dei Siti della Rete Natura 2000, è necessaria la compatibilità con le norme tecniche di salvaguardia e la valutazione d'incidenza che comporta lungaggini burocratiche, non comprendendo quale impatto paesaggistico, possa avere l'innesto dell'olivo, finalizzato a non far morire la pianta infetta dalla fitopatia della Xylella.

In molti sollevano dubbi sulla facilità a reperire il materiale da innesto, è così? Il proprietario/conduttore, ha l'obbligo di utilizzare materiale di propagazione appartenente alle cultivar dichiarate resistenti o tolleranti all'organismo specificato dal Comitato fitosanitario nazionale, sanitariamente sano e tecnicamente idoneo (raccolto, conservato e trasportato in condizioni opportune). Materiale difficile da reperire e non sappiamo a quale prezzo.

Quanto può essere conveniente questo aiuto per l’olivicoltore? Il costo semplificato massimo previsto a pianta è di 140,00 €, l'intensità massima di aiuto è pari all'80 % per le domande singole ed aumentata fino al 100% se l'investimento è effettuato collettivamente da più beneficiari in forma associata; l'iva non è ammessa e nemmeno i costi per la redazione e presentazione della domanda da parte dei tecnici professionisti, che pertanto saranno a carico dei richiedenti, ulteriore aggravio per i piccoli produttori. In conclusione, va ricordato che le piante innestate nei territori della zona contenimento, cuscinetto e indenne non demarcata che successivamente all'innesto, sottoposte a monitoraggio per la Xylella, dovessero risultare infette, seppur resistenti, dovranno essere obbligatoriamente abbattute, come previsto dal Regolamento Esecutivo UE 1201 del 17 agosto u.s.

Paola Dileo

PESCA: MITILICOLTURA SOSTENIBILE, SPERIMENTAZIONE A TARANTO

Allevare i mitili in modo più sostenibile e rispettoso dell'ecosistema marino: è il progetto che coinvolge l'Università del Salento, il mondo cooperativo della ricerca scientifica e, soprattutto, i mitilicoltori di Taranto.

L'obiettivo è sostituire, nelle fasi di allevamento dei mitili, i materiali tradizionali come il nylon, a favore di altri, ecocompatibili e innovativi, in grado di degradarsi qualora finiscano in mare. L'attività di sperimentazione vede insieme la Cooperativa Hydra - Istituto di Ricerca per la Pesca e l'Acquacoltura di Lecce, il gruppo di Tecnica delle Costruzioni del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università del Salento e la Cooperativa Mytilus Tarenti di Taranto. Area di sperimentazione sarà il Mar Piccolo di Taranto, che vanta peculiari caratteristiche geomorfologiche e una storica tradizione nella mitilicoltura. Il progetto è finanziato dalla misura 2.47 del PO Feamp Puglia 2014/20, finalizzata a sperimentare soluzioni innovative per migliorare la sostenibilità dei processi produttivi nella mitilicoltura, attraverso la cooperazione fra esperti scientifici e imprese acquicole pugliesi.

"Per Taranto - sottolineano Cooperative e Università - è un settore prezioso che necessita di azioni mirate per valorizzare sempre più la Cozza Tarantina, prodotto d'eccellenza, simbolo indiscusso del territorio".

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