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from FOGLIE n.5/2020
by FOGLIE
Le Associazioni ambientaliste: dicono di noi “Gli Italiani dannati in paradiso” Costa Ri pagnola: l parco come valore agg unto per lo sv luppo tur st co del terr tor o di Paola DILEO T R urale urismo
Un paesa ggio di irripeti bile bellezza c he stordisce , incanta , seduce il turista nella sua accezione pi ù ampia . Si perc hé un territorio come quello di “Costa Ripa gnola ” è un dono da preservare senza esitazioni , e l’istituzione di un ’area protetta è la via mae stra a favore di quel “turismo sosteni bile ”, a him è strom bazzato dalle istituzioni ai vari livelli e paradossalmente ostacolato nella prassi quotidiana .
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Cosma Cafueri, presidente del CE. DI. SA (Bari) – Centro per la Divulgazione Scientifica e Ambientale – chiediamo: a
“Costa Ripagnola”: un parco atteso da 20 anni… Siamo al punto d’arrivo o non si escludono colpi di scena?
L’Italia è un paese dove il diritto è fondato su un eccesso di eccezionalità, che è ben lungi dall’essere un riferimento di certezza nel mondo… Eh, questo si evidenzia in particolare qui al sud. I cosiddetti colpi di scena sono quindi dietro l’angolo, specie in questo momento così difficile per il nostro Paese. Non mi meraviglierebbe che, accampando pretesti per il ”rilancio” economico, tutto il progetto del parco possa essere rivisto fino a renderlo puramente formale o azzerato, in favore di operazioni per fare cassa. Il problema di fondo è sempre lo stesso: il nostro scarsissimo senso civico, il senso del “pubblico” quasi inesistente. Se il Parco Costa Ri
pagnola verrà concretamente istituito, e non sappiamo ancora come, lo sarà grazie all’impegno di minoranze appassionate e militanti (a partire da ” I Pastori della Costa”). Praticamente tutti i parchi istituiti negli ultimi 30 anni in Puglia, si devono a gruppi minoritari, il cui impegno costante e determinato, riesce in qualche modo con tanta fatica e sacrificio, ad intercettare le attenzioni dei “decisori” (i quali poi guardano anche ad altro, quando si istituisce un’area protetta), ma in un contesto socio-culturale regionale, dove la categoria di interesse generale, come quella che sta a fondo della protezione ambientale, non è sentita come prioritaria e viene quindi continuamente svilita e mortificata. In soldoni, l’ambiente in Puglia non porta molti voti (si veda la questione del verde a Bari in quest’ultimi anni). Proprio in tema di “coste”, mai come oggi i litorali pugliesi, devastati per quasi tre quarti dall’abusivismo e dalla speculazione edilizia, stanno venendo consegnati ad interessi privati. Basti pensare a solo come in Puglia si stanno moltiplicando come non mai le concessioni demaniali ai privati… Più di 200 per il prossimo anno. Tornando alla questione di Costa Ripagnola, speriamo che chi amministra in questo momento sappia vedere lontano, più che alla burocrazia e a qualche interesse particolare di oggi, compreso i voti per le regionali.
Le Associazioni Ambientaliste plaudono soddisfatte per il dietrofront regionale e l’approvazione in giunta del progetto “Parco Costa Ripagnola”. Si attende ora il varo del Consiglio Regionale. Ma l’istituzione di un’area protetta con gli annessi vincoli e clausole di salvaguardia, può inficiare il progetto privato di riqualificazione dei 7 trulli per un resort vista mare? Peraltro già autorizzato da tutti gli enti competenti?
In un Paese normale, voglio dire in un Paese “europeo” certamente sì. Se istituisci un parco naturale non ha senso
una struttura turistica privata proprio al suo centro, come quello che sorgerebbe su costa Ripagnola. A quel punto tanto varrebbe lasciarlo fare pure in mezzo a Torre Guaceto o a Porto Selvaggio, attorno alle torri del 1500… Le autorizzazioni degli “Enti Competenti” discutibilissime, non possono prevalere su un interesso pubblico paesaggistico, ecologico, ambientale. Nella fattispecie su Costa Ripagnola, è stato accertato peraltro il gravissimo fatto dell’intombamento di una lama dove si vorrebbe far sorgere il cosiddetto ‘resort’. L’intombamento è evidentissimo; basta guardare in rete le foto satellitari sul Geoportale Nazionale, a partire dal 2000 per capire cosa è stato fatto. Una lama di Costa Ripagnola, ovvero il tratto erosivo di un antico corso d’acqua, come ben sanno i pugliesi, che esisteva nei pressi dell’area di gioco, è stata riempita di terra ed altro fino a portarla a livello del terreno circostante, alterando così non solo il paesaggio ma anche la biodiversità del luogo. Un gesto che ha infranto leggi e distrutto ambiente. Al di là di quanto dovrà decidere l’autorità giudiziaria per perseguire i colpevoli, il fatto la dice lunga su cosa per alcuni vuol dire ‘valorizzazione del territorio’. L’intombamento della lama è un atto di totale disprezzo dell’ambiente ed è dirimente per le decisioni che verranno. Altrimenti non parliamo più di parco, ma di sfregio compiacente. E da questo fatto che si deve decidere sulla legittimità o meno di questo resort. E se si decide comunque che può sorgere (con tutto quello che vuol dire in termini di un’ulteriore offesa dell’area: rendere sette o dieci trulli abitabili, implica comunque modificarla seriamente e renderla ancora meno accessibile a tutti) tanto vale lasciar perdere qualsiasi ipotesi di parco. Ho portato la scorsa estate amici tedeschi a visitare il tratto di Costa Ripagnola, dopo una mattinata ad Egnazia. Erano già sbalorditi dall’essersi potuti tuffare in mezzo a tombe del 400 a. C. Alla vista di quello straordinario quanto unico paesaggio sul mare, sono rimasti letteralmente incantati. Ma è difficile descrivere la loro faccia dopo che gli ho spiegato la questione del parco e del resort … Uno di loro mi ha ricordato come Voltaire descrisse gli italiani del suo tempo “dannati in paradiso”, aggiungendo di suo che facciamo davvero tutto per continuare ad esserlo dopo più di due secoli. Nessuno ci capisce in Europa. Solo in Italia e Grecia si sono fatti i condoni edilizi di cui le nostre coste hanno tanto patito, rimanendone stravolte (un es. lo smembramento delle straordinarie coste leccesi e tarantine). Il termine ‘condono’ non è nemmeno traducibile in altre lingue, semplicemente perché non è concepibile. E anche lì quando si prova a spiegarlo si vedono facce di solito imperturbabili assumere espressioni quasi stravolte.
Invece il Comune di Polignano a Mare per voce del sindaco Vitto, promette ricorso al TAR se non si rivedono le perimetrazioni dell’istituendo parco costiero, giacché non condivise dal comune ospite (su 13 km complessivi ben 12 km ricadono nel territorio di Polignano a Mare), perché bloccherebbero i progetti edilizi in cantiere con danni sull’economia turistica locale. Ma un turismo di tipo sostenibile in linea con il piano di gestione del parco, non impatterebbe positivamente sull’economia locale, piuttosto che arrecarle un danno? Come realtà protette a noi vicine (es. Torre Guaceto) dimostrano?
distribuendolo molto oltre i mesi estivi. Basterebbe studiarsi, senza nemmeno molto impegno, i trend economici delle aree limitrofe ai parchi per prendere decisioni ben diverse. Questo è l’unico Paese europeo in cui i parchi vengono combattuti da chi dovrebbe giovarsene più di tutti. Il Paese più bello del mondo di cui noi siamo, ancora, una delle parti più belle. Ma per quanto ancora?
Perché il “turismo sostenibile” stenta a decollare dalle nostri parti e non viene incoraggiato dalle stesse istituzioni locali?
Per le stesse ragioni di cui ho detto prima. Non abbiamo ancora classi dirigenti all’altezza dei tempi, e più si scende di livello peggio è. Gli interessi immediati e particolari sono troppi e non vengono ‘sveleniti’ dalla politica, anzi…
Un’area “Costa Ripagnola” di irripetibile bellezza dal punto di vista naturalistico, paesaggistico, archeologico, speleologico, marittimo, antropologico, morfologico. Come potrebbero convivere gli interessi privati con quelli della fruizione pubblica del territorio?
È ancora una volta un quadro ‘italiano’, in cui interessi particolari e puramente localistici contrastano e spesso sopravanzano l’interesse generale. Anche il parco dell’Alta Murgia nel momento della sua istituzione è stato dimidiato dallo stesso tipo di interessi, rappresentati dalla politica ma tutti facenti capo all’edilizia, al consumo di suolo, alla cementificazione del territorio italiano. E voglio qui ricordare che l’Italia soffre una vera e propria “questione edilizia”, cui fanno capo tanti, tanti mali di questo nostro prezioso Paese. Non dimentichiamo che l’edilizia soprattutto a livello locale, è storicamente il primo propulsore della politica, con tutto quello che si può intuire sulla gestione del territorio. Quello che potrebbe sorgere sarebbe il primo parco costiero dell’Area Metropolitana di Bari, è valorizzerebbe in modo straordinario tutta l’area da Mola a Monopoli, conferendole un valore aggiunto, che potrebbe innescare attività economiche molto qualificate, che vanno ben al di là delle sole ricettività e ristorazione, destagionalizzando il turismo e
Secondo me non ci può essere convivenza in senso stretto. Come abbiamo detto, un parco intrinsecamente valorizza tutto quello che ha attorno, dalle case che già ci sono ai prodotti agricoli. Diventa uno straordinario marchio di qualità di un territorio. È questione di intelligenza e lungimiranza. Se si capisce questo, chi governa non può che favorire questo approccio. Se invece, per interessi del territorio intendiamo quelli di qualche impresa, allora siamo ben lontani dal poter guardare al futuro con ottimismo, non solo per il nostro territorio ma per il nostro stesso assetto civile.