Schermi
Piccoli e grandi autori dalle origini alle ultime sperimentazioni del Cinema d’Animazione
PInAC
di animazione
sorriso a Lele o con un Luzzati t doli a n c i a d v e a O e s C valdo D
Con il sostegno di
FONDAZIONE ASM
Quaderno-catalogo n°12 Collana PinAC Gli Occhi le Mani Assessorato Cultura e Istruzione Comune di Rezzato A cura di Elena Pasetti Testi di Enrico Danesi Mariella Foresti Elena Pasetti Giuseppe Laganà Chiara Magri Massimo Maisetti Marinella Rossi Ferdinando Facchin Roberta Zizioli Staff di redazione, revisione testi, traduzioni Vinz Beschi Maria Grazia Morandi Gabriele Gasparetto Elena Pasetti Irene Tedeschi Segreteria Maria Grazia Morandi Relazione con le scuole Irene Tedeschi
Hanno lavorato alla realizzazione del festival: Vinz Beschi Chiara Boffelli Gabriele Gasparetto Luigi Muzzolini Carla Boglioni Sandra Cimaschi Giuliana Coccoli Adriana Lupattelli Lia Mantero Irene Tedeschi Hanno collaborato alla realizzazione del festival: Adriana Bevione (TO) Gigi Corsetti (BG) Tiziana Passarini (BO) Pino Guario (BA) Elio Mosso, Anna Torazza (TO) Gianni Trotter (VE) Raffaele Luponio (PD) Luca Pieruccetti (PI) Daniele Not (CR) Augusto Gerli (MI) Mariateresa Caburosso (MI) Carlo Zelindo Baruffi (BO) Direzione artistica Elena Pasetti
Un sentito ringraziamento a Rosangela Comini Luigi Calceranno Pietro Gardani Giancarlo Onger Luisa Belvisi Annalea Pilitteri Mariadele Casella Roberto Dolzanelli Hanno finanziato il progetto Comune di Rezzato Comune di Botticino Comune di Brescia, Direzione scuole dell’infanzia Comune di Calvagese della Riviera Comune di Mazzano Comune di Torino Cineteca del Comune di Bologna AVISCO di Brescia GET di Bari CIAS Ufficio Stampa Arianna Monteverdi per STUDIO SOTTOCORNO
tel. 02 20402142 info@sottocorno.191.it Tutta la programmazione su
Schermi
di animazione
PInAC
Piccoli e grandi autori dalle origini alle ultime sperimentazioni del Cinema d’Animazione
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voglia di festa
Per chi si occupa di cinema i festival, quel genere di appuntamento che riunisce più autori e più opere di varia provenienza territoriale e temporale intorno a un tema, a un genere, a una competizione, rappresentano la sublimazione di un’esperienza che sovente è totalizzante e che di queste occasioni si alimenta e si arricchisce. Chi scrive, qui in qualità di sindaco del Comune dove ha luogo la rassegna, da anni vive di cinema, ora con più attenzione agli aspetti di gestione e programmazione e meno incursioni nell’ambito della critica rispetto a un tempo; eppure, nonostante che sia cambiata, se non la qualità dello sguardo, almeno la disposizione d’animo con la quale affronta gli appuntamenti festivalieri, continua a divertirsi parecchio a fare lo spettatore di kermesse cinematografiche che, come evidenzia la radice stessa della parola, sono quasi sempre una festa. La possibilità di ospitare e contribuire ad organizzare una piccola festa del cinema d’Animazione rappresenta dunque un motivo particolare di gioia, per la coincidenza di professione, passione e impegno amministrativo. La promozione della cultura visiva espressa dall’infanzia è d’altronde da tempo nel dna del Comune di Rezzato, e si manifesta soprattutto attraverso l’unicità della sua PInAC, pinacoteca intitolata al fondatore Aldo Cibaldi. Lo sviluppo, da qualche anno e con crescente intensità, all’interno dell’attività istituzionale di PInAC, di un filone legato alla produzione 7
audiovisiva dell’infanzia, costituisce la base da cui nasce CinqueNovanta - Schermi di animazione. Che rappresenta una sfida difficile, per almeno tre ragioni: non offre premi; non ha ambizioni commerciali; “costringe” autori di fama mondiale come Bozzetto, Cavandoli, D’Alò, Laganà, Ocelot, Yusaki a una prova di omogeneità con i piccoli produttori di cinema che normalmente animano la vita della PInAC. E tuttavia, quelli che potrebbero essere limiti, sono invece, credo, punti di forza: l’assenza di motivazioni commerciali e di rincorsa a un premio esaltano la componente di condivisione, di aggregazione, di convivenza pacifica, di visione “pura”; la presenza di registi affermati a fianco di bambini e bambine che sono alle prime esperienze tanto come autori che come spettatori contribuisce a far crescere la consapevolezza dello sguardo nei piccoli, mentre consente a cineasti esperti un contatto altrimenti più faticoso con i destinatari e fruitori principali della propria opera. La disponibilità dei sei autori sopra citati a calarsi fisicamente nella realtà rappresentata dalla popolazione scolastica di alcuni centri della nostra provincia che gravitano intorno all’attività della PInAC e a confrontarsi con autori alle prime armi, costituisce al contempo la premessa e il primo successo di CinqueNovanta, un debuttante con la voglia di invecchiare serenamente. Divertendosi e divertendoci. Enrico Danesi, Sindaco di Rezzato
a proposito di amici, case, anime
Amiamo ogni anno festeggiare il compleanno del nostro Comune – è nato il 12 marzo 1299 – con un bel regalo culturale, uno di quelli che non servono a niente, proprio come la musica, la filosofia, la poesia. Il regalo 2007 è CinqueNovanta. Come conviene per ogni festa che si rispetti tiriamo a lustro la casa, apriamo il salotto buono – Villa Fenaroli –, ci mettiamo in ghingheri e invitiamo gli amici più cari. Amici. Di alcuni all’ultimo momento abbiamo saputo che non potranno esserci. Che dispiacere! Chissà Lele Luzzati quali magici fondali starà disegnando ora, lui che ha dato più di una casa ai nostri sogni di bellezza. Molti arrivano da lontano. Li ospitiamo con gioia insieme ad alcuni Comuni e istituzioni, amici anch’essi – Botticino, Brescia, Calvagese, Mazzano, la Fondazione ASM – con i quali condividiamo pensieri e progetti e che sappiamo abitati da uguale interesse per i processi che più ci stanno a cuore: quelli che avvengono nelle anime, nelle case, nelle comunità e hanno a che fare col crescere e col prendersi cura. Come i genitori quando si scambiano preoccupazioni e speranze per i figli, vorremmo che i nostri concittadini crescessero attenti, creativi e collaborativi, capaci di capire linguaggi e regole per usarli con giudizio e se è il caso cambiarli 8
in meglio. Di questo spesso discutiamo fittamente sui rispettivi civici divani. Quando serve ci capita di fare colletta. Case. Una casa è una cosa importante. Serve a scappare, a rintanarsi. A sbattere le porte. A odiarla, cercarne altre, tornarci. Ad accogliere gli amici. Ci sentiamo a casa nostra ovunque abitano attenzione all’infanzia e amore per i diritti di tutti. Dalle porte e finestre della nostra PInAC, aperte come le sue braccia, abbiamo come orizzonte la comune casa del mondo, come stella polare i diritti fondamentali per tutti in tutti i luoghi, a partire da quello dei bambini all’espressione creativa. Siamo consapevoli che l’educazione estetica è educazione morale: crea e allena il giudizio. Insegna a scegliere, abitua a crescere oltre l’indifferenza. Anime. L’anima, anche, è importante. Una cosa seria. Lì avvengono i movimenti, i passaggi della crescita personale e collettiva. Lì abitano i nostri sogni e l’energia per provare a dare loro corpo. A pensarci bene il lavoro dell’amministratore locale, così straordinariamente insensato e incomprensibile innanzitutto ai suoi cittadini, stretto com’è tra Scilla e Cariddi di gratuità e professionalità, diletto per le cose di tutti e dilettantismo, impegno volontario e masochismo, ha molto a
che fare con una scommessa sull’anima della comunità: credere che ci sia, innanzitutto, favorire occasioni di connessione, provare a sollecitarla e farla muovere. Il sogno dell’amministratore locale di Rezzato? Un’anima civica che cresca da 5 a 90 e più anni. Che sappia tenere insieme chi ha 5 e 90 anni. Che non dimentica di essere parte della più vasta anima del mondo, quella che secondo i filosofi medievali attraversa come uno spirito vitale l’universo. Dalla visuale PInAC è bello pensarla come il soffio della creatività, il gusto coltivato per la bellezza, il piacere del fare e crescere insieme come cittadini attenti e consapevoli che, nel progettare una sequenza festosa di ometti di plastilina, ci si allena a progettare altre progressioni. Ci piace pensare al nostro Comune come al set di un film d’animazione dove, a passo uno, possiamo imparare dai grandi, non disdegnare di apprendere dai piccoli, essere capaci di amicizia. Siamo certi che non sarà lo stesso dopo aver ospitato tutti gli amici di CinqueNovanta. La sua anima sarà diventata più grande. Una casa animata e piena di amici. Quale migliore regalo per Rezzato che compie 708 anni? Mariella Foresti, Assessore alla Cultura 9
L’attenzione alla cultura visiva prodotta dall’infanzia ha mezzo secolo di tradizione per il Comune di Rezzato e la sua specialissima PInAC; così, per chi scrive, ha superato i 30 anni la passione per il cinema d’animazione d’autore e per quello prodotto dall’infanzia. In entrambi i casi si tratta di sentimenti radicati, come l’impegno civile e culturale, l’amore per l’arte e la poesia: semplici ingredienti che hanno prodotto Schermi d’animazione CinqueNovanta. I partner ideali per l’eleborazione del progetto non potevano che essere CIAS, Coordinamento italiano audiovisivi a scuola – associazione delle realtà nazionali che da oltre trent’anni lavorano per la promozione del cinema scolastico – e AVISCO, associazione per la formazione, l’aggiornamento e la ricerca sui linguaggi audiovisivi, operativa a Brescia dal 1987. L’idea originaria è stata generata da due istanze diverse e complementari. Da un lato costruire un momento di sintesi, promozione e rilancio del genere Animazione – al di là delle serie che imperversano in tv, oltre le programmazioni precotte o stereotipate dei palinsesti commerciali – per far conoscere i grandi Autori e offrire modelli ed estetiche altre alle giovani generazioni. Dall’altro mostrare i risultati ottenuti da processi di 10
realizzazione audiovisiva che sottraggono bambini e ragazzi alla passività televisiva e li pongono, aiutati da adulti di grande esperienza e consapevolezza pedagogica, nella dimensione produttiva, autoriale. Da qui la selezione accurata delle produzioni scolastiche d’eccellenza realizzate in Italia negli ultimi vent’anni a partire dai bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia fino ai 18 delle superiori. Ecco il perché della scelta di quel “CinqueNovanta” che accompagna Schermi d’animazione. Segnala la presenza di piccoli e grandi autori, per la prima volta al mondo insieme in una festa del cinema che non assegna premi. Perché il premio più bello è quello di esserci, di mostrare e condividere i propri racconti, di scaldare il cuore e la mente con la poesia e la semplicità. Ci saranno i film delle bambine e dei bambini di Rezzato e Torino, Bari e Bologna, Venezia e Cremona, Padova e Botticino, Vimercate e Livorno, insieme a quelli di Liegi, testimoni del cinema dei ragazzi prodotto in Belgio da Jean-Luc Slock di Caméra Enfants Admis. Si sa che i bambini interessano moltissimo i media quando consumano o inducono i grandi a farlo, quando sono al centro della peggior cronaca nera, quando servono a fini
di propaganda. Diversamente non hanno appeal… quindi l’impresa rischiava di nascere sottotono. Ma Osvaldo Cavandoli, Bruno Bozzetto, Enzo D’Alò, Giuseppe Laganà, Fusako Yusaki e Michel Ocelot – sei Autori di cinema d’animazione di fama internazionale, quattro italiani, una giapponese e un francese – sono stati disposti, nella loro umanità curiosa, ad accogliere la sfida della PInAC e a condividerne lo spirito. Con la loro presenza nel paese di Rezzato testimoniano e avvalorano un evento così speciale, da vivere tutti insieme: bambini e artisti, insegnanti e genitori, amministratori e cittadini più o meno giovani. La Linea di Cavandoli che scrive CinqueNovanta con la sua gigantesca matita, e il pupazzetto saltellante, modellato nella plastilina verde e rossa da un piccolo di 5 anni nel laboratorio di Telepongo, sono la sintesi visiva perfetta, gli ambasciatori ideali della PInAC che ha nel suo manifesto programmatico, per tutti le bambine e i bambini che abitano il mondo, la tutela del diritto all’Espressività, al Bello, all’Arte e alla Convivenza pacifica, nella ricchezza delle diversità culturali. Elena Pasetti, direttrice PInAC
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note sulla serie televisiva d’Animazione per ragazzi da una conversazione di Serge Rosenzweig* a cura di Elena Pasetti
Sceneggiatore francese di fama internazionale
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Uno dei seminari di approfondimento di Schermi d’animazione CinqueNovanta ha come cuore di riflessione la serie televisiva d’animazione, elemento quantitativamente potente nella dieta televisiva di bambini e ragazzi. Vale dunque la pena di approfondire alcuni aspetti meno noti di questo diffusissimo prodotto televisivo. Cos’è una serie La definizione recita così: “Una serie televisiva è una produzione che comprende diversi film (o episodi) concepiti, scritti e realizzati a partire da un certo numero di dati immutabili e stabiliti in precedenza. L’insieme di questi dati costituisce un capitolato o ‘bibbia’”. Ma almeno altre cinque sono le possibili definizioni secondo il punto di vista che la prende in esame. Infatti in termini di creazione del programma la serie è un insieme di film che risponde a criteri precisi quanto immutabili (tecniche impiegate, durata, genere utilizzato, costo, ecc.) i quali danno vita a una drammaturgia unica raccontata 26, 52 o 104 volte… e in modo diverso. In termini finanziari: è un’impresa di milioni di euro, costi che si potranno ammortizzare solo molti anni dopo il lancio televisivo. In termini industriali: è mettere
in movimento un’équipe di 40/100 tecnici: sceneggiatori, disegnatori, informatici, tecnici della fotografia, del suono, della musica, direttori di produzione, ecc. In termini di pubblico: è una produzione “condannata” ad essere internazionale e il più universale possibile e, per essere redditizia, deve rivolgersi sia a mercati internazionali sia a diverse tipologie di pubblico. Infine, in termini umani, rappresenta due o tre anni della vita degli autori e dei tecnici. Gli elementi costitutivi Se si considera che il documento fondante della serie viene definito “bibbia”, risulta evidente che essa si basa su dati inalterabili quali: la durata degli episodi; il genere ; il concetto, cioè un’unica “problematica”; la drammaturgia, il tono e la meccanica narrativa; gli eroi, definiti una volta per tutte, immediatamente identificabili; il pubblico al quale è destinata la serie; il costo dell’episodio o della serie. In realtà la serie è un prodotto industriale in tutto e per tutto, che deve tassativamente rispettare l’insieme di questi dati senza che mai nessuno degli episodi che la compongono se ne allontani. La scrittura delle serie o meccanismo narrativo si compie nella realizzazione di episodi 12
completi. Non sono le storie che il pubblico deve seguire, bensì gli eroi che seguono un cammino identico da un episodio all’altro (e tuttavia diverso ogni volta). Ciascun episodio potrebbe (e dovrebbe) essere considerato come il primo visto dal pubblico, e comporta la messa in scena della drammaturgia della serie. Non esiste a priori un ordine di diffusione degli episodi nella serie e il pubblico ci può arrivare quando lo desidera, intenzionalmente o per caso. In ogni momento quindi si devono poter trovare tutti gli elementi che costituiscono quella serie. Essa propone molteplici episodi di uno stesso genere: commedia, poliziesco, fantastico, fantascienza,ecc. Il genere fa parte degli elementi costitutivi e qualificanti. Si dice infatti: “È una serie poliziesca”. Il genere è importantissimo. L’approccio di questo o quel genere e il suo adeguamento al pubblico scelto, desiderato o imposto, passa attraverso la conoscenza dei generi esistenti. È però necessario sapere che la serie è un genere di per sé: poliziesca, fantascientifica, fantastica, storica o altro, essa possiede le sue proprie regole di scrittura e non fa che prendere in prestito l’insieme delle caratteristiche del genere, ovvero la “panoplia”, cui si riferisce. Le regole della
narrazione non sono affatto in contraddizione con la serie ma offrono agli episodi “il colore” del racconto. A tu per tu con l’eroe L’eroe, gli eroi sono essenziali ed è attraverso il prisma della loro psicologia/tipologia che passano il genere, il concetto e anche la meccanica narrativa della serie stessa. L’eroe è immediatamente riconoscibile e perfettamente memorizzabile dal pubblico, da un episodio all’altro. Porta con sé gli elementi psicologici o anche gli attributi della sua funzione. Porta ugualmente con sé, e la esprime regolarmente, la sua “problematica” e/o il suo elemento ossessivo. La definizione tipologica degli eroi di una serie è essenziale: è la garanzia dell’esistenza degli episodi e della loro varietà nella continuità. Da essa infatti scaturiscono un certo numero di episodi. Nell’ipotesi prevista di un incontro tra due personaggi della stessa serie, essa fa scaturire delle situazioni drammatiche che saranno sviluppate dalla sceneggiatura. Diverse le tipologie d’eroe. Ad esempio l’eroe comico, al contrario di quello d’avventura, non funziona su un concetto di identificazione qualsiasi. Per convincersene, basti ricordare che l’ identificazione con l’eroe è innanzitutto valorizzante per
il bambino-spettatore. Nessun bambino troverà valorizzante rassomigliare a un pipistrello dalle grandi orecchie nere o al bambino più turbolento della famiglia Simpson. Il bambino-spettatore ha un diverso tipo di legame con l’eroe comico che ha la possibilità di fare in tutta libertà ciò che lui non può fare, compreso (e soprattutto!) le “sciocchezze”: tra lui e l’eroe è tutto un mondo di complicità. Gli specialisti parlano di attaccamento affettivo, da cui discende una tendenza all’universalità dell’eroe comico. Piace a tutti, supera più facilmente le fasce d’età e permette di sorpassare le costrizioni proprie del fenomeno di identificazione che si scontra dall’inizio con la differenza dei sessi, ma anche con il fatto che l’identificazione non è sempre desiderata dal bambino. Vi sono dei casi in cui è felice di trovare una “via d’uscita” all’identificazione con l’eroe, quando, per esempio, l’eroe si ridicolizza, perde la sua prestanza, soffre o fa soffrire, si emargina dall’ordine costituito, trasgredisce le regole, ecc. In questi casi, bambine e bambini sono felici di potersi “distanziare” e di ridere di queste situazioni. La possibilità di un buon distanziamento dalla realtà
è offerta principalmente dai personaggi antropomorfi di fantasia. Ci si diverte con gli eroi antropomorfi, la vita quotidiana perde la sua banalità, si allontana a piacere dall’eroe se lui soffre (“dopotutto non sono mica io”, dato che ha tratti di animale, di robot, di androide, ecc.) o se trasgredisce un divieto ci si può permettere di deridere, di imitare il mondo dei grandi dato che questa distanziazione offre i mezzi per piazzarsi a piacere in una posizione critica rispetto alla propria vita o a quella dei superiori. L’animale antropomorfo, dal canto suo, sembra avere un ruolo più sottile nell’inconscio dei bambini. I bestiari millenari mostrano che l’identificazione con un animale esiste nell’uomo da molto tempo. L’animale antropomorfo permette al bambino di identificarsi con un personaggio più furbo, più acuto e implica una demistificazione della forza. Soprattutto i piccoli amano questa comicità di situazioni in cui i ruoli e i rapporti di forza vengono invertiti. L’adulto messo in difficoltà dagli animali: è la vittoria dei debole sul forte. Bella rivincita per un bambino! Graficamente, le serie comiche sono diverse e più libere di quelle d’avventura. Il cartone qui non ha la missione di offrire la realtà come spettacolo ma, al contrario, di trascendere tutte
le realtà. Essendo difficile da cogliere o da racchiudere in qualsiasi definizione, ricorderemo pertanto che i più grandi successi nelle serie sono quelli comici. Ma, trattandosi di serie, anche il comico obbedisce alle regole dei generi. Ancora una volta del comico burlesco, parodistico, del non-sense o dell’assurdo, la serie non trattiene che alcuni elementi della “panoplia”. Sebbene siano a volte affascinati da certi eroi super-potenti o anche da certi mostri, i più piccoli ne hanno soprattutto paura e non sempre colgono l’ironia. Essi sono molto più sensibili a un’estetica piuttosto convenzionale, armoniosa, “tonda”, che non li spaventa. Il pubblico dei bambini spettatori Ciascun elemento che costituisce la serie corrisponde a una scelta di pubblico al quale è destinata la produzione stessa. Un bambino comincia a essere considerato un telespettatore attento a partire da tre-quattro anni. A questa età può chiedere di vedere una trasmissione specifica che gli piace. A partire da tredici anni, soprattutto per le bambine, questo pubblico non è più considerato come popolazione infantile. È a questa età infatti che i bambini entrano nell’universo degli adulti tramite 13
l’intermediario delle trasmissioni per adulti (trasmissioni musicali, clips, ecc.), delle serie e dei film. Su un numero importante di offerte – tra le quali, in particolare, gli spettacoli e le fiction – gli psicologi sono unanimi nell’affermare che non esiste una differenza fondamentale tra le bambine e i bambini da 3 a 6 anni. L’ identità sessuale e, di conseguenza, la diversità di gusti, inizia a partire da 6/7 anni. Diversi studi considerano le diverse fasce d’età in periodi brevi di 2 in 2 anni al massimo e distinguono le popolazioni infantili: quella in età scolare e quella in età prescolare. Le serie di cartoni animati alla televisione incontrano il loro pubblico nelle popolazioni infantili sempre più giovani. Il limite massimo supera raramente i 13 anni (soprattutto tra le bambine) e questo malgrado i diversi tentativi dei produttori di introdurre tematiche d’interesse per i pre-adolescenti. Questo dipende naturalmente sia dal tipo di serie prodotte e soprattutto acquistate, sia dai distributori che non osano rifiutare serie diverse al di fuori dei ghetto delle fasce orarie per ragazzi: la serie dei cartoni animati è diventata uno dei simboli di questa infanzia dalla quale i “grandi” di 12 anni tengono tanto ad allontanarsi (questo però non avviene in Giappone dove si produce e
distribuisce un grande numero di serie di avventure dalle caratteristiche più hard, spesso a sfondo sessuale, o delle serie “relazionali” costruite sugli stessi schemi delle telenovelas o degli sceneggiati rivolti a giovani e anche ad adulti). Ma quello che le serie hanno perduto nelle fasce di età superiori, lo ritrovano in parte in quelle dei più giovani. Da quasi 20 anni, ci si è resi conto che il pubblico regolare delle serie di cartoni animati è ringiovanito e si “recluta” ormai a partire dai 4/5 anni a condizione, beninteso, di proporre schemi narrativi corrispondenti ad interessi e aspettative dell’età. Una cosa è certa: tutto il pubblico infantile si aspetta sempre degli eroi con un’unica variante: la natura stessa degli eroi. I limiti della serie. Due semplici considerazioni ispirate dal pensiero di Bruno Bettelheim La televisione si candida a essere un mezzo ideale per l’immaginario e ci riesce quando, sfiorando un semplice tasto, consente al bambino il potere di ritornare dal mondo immaginario a quello della realtà; o, quando la realtà diventa troppo intrattabile, di scappare altrettanto in fretta verso il mondo offerto dalla televisione.
Dalla sua vita l’eroe non impara. L’eroe non ha memoria e non impara nulla dalla sua vita: dal punto di vista di Bettelheim, questa osservazione segnala il limite più pericoloso da rilevare; in pratica la contraddizione sul ruolo educativo del modello. Nelle fiabe, quando il padre fabbro, forgiando un nuovo pezzo si ustionava una mano, scopriva empiricamente le dirette conseguenze di un gesto, la sua esperienza si arricchiva e nella lavorazione successiva egli non ripeteva lo stesso errore. La sua esperienza, arricchita, lo valorizzava ancor di più e serviva a tutti: il personaggio dunque cambiava in funzione dell’esperienza che acquisiva e che trasmetteva. Nel quadro delle serie l’eroe non cambia. Rimane identico e non trae vantaggio, al momento di un altro episodio, dall’esperienza che ha acquisito durante quello precedente. I bambini che lo scelgono come modello si imbattono in un vuoto: l’esperienza si annulla perché il loro eroe non sa trarne vantaggio. E ciò che è più grave è che, dalle loro esperienze, i buoni non imparano più dei cattivi. Anche dopo i fatti più incredibili, i
personaggi rimangono immutati e ripartono, nell’episodio successivo, senza memoria di quanto avrebbero dovuto acquisire. Ma il bambino ha bisogno della rappresentazione di crescita e di sviluppo. Ha bisogno, attraverso l’eroe/modello che si è scelto, di immaginare come imparerà, come si perfezionerà e cambierà, in funzione di quanto la vita gli avrà insegnato: è così che potrà credere di diventare grande anche lui. La soluzione facile è sempre a portata di mano. Non solo gli eroi sono inadatti a imparare qualsiasi cosa ma, qualunque sia il grado delle difficoltà che incontrano, essi hanno sempre a disposizione – grazie alle buone intenzioni dell’autore – soluzioni semplici, facili, immediate. Quello che Bettelheim chiama “le promesse degli spot pubblicitari” citando come esempio lo spray che garantisce il successo nel mondo e in amore: così l’eroe, quando la necessità lo richiede, ha sempre uno spray a portata di mano, il suo super potere. La soluzione messa a disposizione dell’eroe è senza limiti. Non implica regole, non prevede pedaggi, non include il suo coordinato contrario e non
implica la lotta interiore contro la tentazione della scelta più facile. Ma senza questi elementi non esiste valore educativo. Da qui una precisa responsabilità di distributori, produttori e autori che propongono storie prive di elementi valoriali, evocazioni facilone di un mondo in cui tutto è gestito in modo consolatorio. Il bambino che consuma dosi eccessive di prodotti seriali cade inevitabilmente in confusione. Se le risposte alle angosce, ai problemi e alle domande sono così facilmente disponibili per gli eroi-modello, significa che lo devono essere anche per lui. Nel caso contrario, un bambino massicciamente esposto a questi programmi, può convincersi che qualche cosa in lui non funziona. Le serie così concepite non svolgono dunque il ruolo di immaginario portatore di modelli di cui il bambino ha tanto bisogno nel difficile processo di costruzione del sé. A questo proposito Bettelheim faceva notare, trent’anni fa, che il fenomeno apparteneva a priori ai programmi americani… Trent’anni dopo non sembra proprio che sia cambiato alcunché anche nel resto del mondo!
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I grandi autori
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lungometraggio dal vero Sotto il ristorante cinese, con Amanda Sandrelli, Bernard Blier, Nancy Brilly e Claudio Botosso. Idea e dirige una decina di serie televisive per la RAI e la Televisione Svizzera. Bozzetto opera anche nel campo della divulgazione scientifica realizzando, con Piero Angela, più di 100 film per la trasmissione “Quark”. Nasce a Milano nel 1938 e realizza, a soli vent’anni, il suo primo cortometraggio, Tapum la storia delle armi che suscita l’interesse del pubblico e della critica. Negli anni Sessanta crea il “Signor Rossi”, un uomo comune di mezz’età nel quale molti spettatori si riconoscono. Con lui realizza una serie di cortometraggi e tre lungometraggi per la televisione e per il cinema. Nel 1965, dopo più di vent’anni di silenzio in Italia, è il primo a realizzare e produrre un lungometraggio in animazione, West and Soda, seguito nel 1968 da Vip mio fratello superuomo e nel 1976 da Allegro non troppo, la risposta italiana al famoso Fantasia di Walt Disney. Nel 1987 dirige il
Realizza e produce una trentina di cortometraggi in animazione, diffusi in tutto il mondo, per i quali ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti, tra cui quattro Nastri d’Argento, cinque Premi alla Carriera, l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, e una Nomination all’Oscar.
Ultimamente si dedica all’animazione con computer 2D e con questa tecnica realizza per Internet Europe & Italy e molti altri cortometraggi. A Milano, Bergamo e Torino sono state allestite tre grandi mostre, dedicate alla sua produzione. Ha partecipato a numerosissime giurie internazionali in Festival di tutto il mondo ed esistono più di dieci tesi di laurea impostate sulla sua attività. In questi ultimi anni sta sperimentando nuove tecniche; ha diretto e prodotto il suo primo cortometraggio in 3D, dal titolo Looo, vincitore del Nastro d’argento 2005. Il suo sito www.bozzetto.com è visitato annualmente da circa 4 milioni di persone.
Al lavoro di Bruno Bozzetto sono state dedicate parecchie pubblicazioni. Fra le più significative: Bruno Bozzetto pubblicitario, Gianni Rondolino, Collana di studi e ricerche sulla pubblicità, Sipra, Torino, 1969 Bruno Bozzetto: Animazione primo amore, Giannalberto Bendazzi, Milano 1972 Sul filo della matita: il cinema di Bruno Bozzetto, Renato Candia, Cinit, Venezia, 1992 Bruno Bozzetto, Mario Querin, Centro di Documentazione Visiva, Trento,1992 La fabbrica dell’animazione, Bruno Bozzetto nell’industria culturale italiana, Giannalberto Bendazzi, Raffaele De Berti, editrice Il Castoro, 2003
Bruno Bozzetto 16
1996 Spaghetti family Film pilota, 1998 Point of view 1999 Europe & Italy (Flashfilm),
Tutta la produzione in 280 titoli
1970 Il Sig. Rossi al camping
1980 Sandwich (dal vero), Serie
1958 Tapum! La storia delle armi
1971 Sottaceti, Il Sig. Rossi al safari
fotografico 1972 Oppio per oppio (dal vero) 1973 La cabina (dal vero), Opera, Il Sig. Rossi a Venezia 1974 Self Service 1975 4 epis. 20’ : Il Sig. Rossi cerca la felicità, Serie “Rossi Sport” 1976 4 epis. 20’: Rossi Rossi se tu fossi, La piscina 1977 Allegro non troppo (lungometraggio), Strip Tease 1978 Serie di 4 Epis. 20’ : Le Vacanze del Sig. Rossi, Baby Story
13 Shorts Lilliput-put, Giallo Automatico (dal vero), Ma come fanno a farli così belli? (dal vero) 1981 Serie 7 Shorts “Quark” 1982 Sporting (dal vero), Serie 8 Shorts “Quark”, Tennis Club 1983 Serie 6 Shorts “Quark” , Milano Zero (dal vero per Italia Nostra), Nel centro del mirino (dal vero per Italia Nostra), La pillola, Sigmund 1984 Serie 8 Shorts “Quark” , Serie 13 Shorts Sandwich (dal vero), Corsaro Nero (Pilota) 1985 Serie 5 Shorts “Quark”, Eldorado, Moa Moa
1959 La storia delle invenzioni 1960 Un Oscar per il Sig. Rossi 1961 Alfa Omega 1963 I due castelli, Il Sig. Rossi va
a sciare 1964 Il Sig. Rossi al mare 1965 West and Soda (lungomet.) 1966 Il Sig. Rossi compra l’automobile 1967 Una vita in scatola, L’uomo e il suo mondo 1968 Vip mio fratello Superuomo (lungometraggio) 1969 Ego
1979 Happy Birthday (dal vero)
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1986 Serie 13 Shorts “Quark”
Economia, Spid, Baeus 1987 Serie 5 Shorts “Quark “, Sotto
Il Ristorante Cinese (Lungom. dal vero) 1988 Serie 29 Shorts “Quark In Pillole”, Serie 6 Shorts “Quark”, Mister Tao 1990 Cavallette, Big Bang 1991 Dancing 1992 Serie 6 Spot “Wwf” (20” ), Tulilem, Malformazioni 1994 Drop, Educazione al cinema (In 3D), Serie 5 Spot “Wwf” (20” ), Risparmio dinamico 1995 Pubblicità nei film Help? (per Hanna & Barbera)
Tony e Maria (Flashfilm), Theatre (Pilota dal vero) 2000 To bit or not to bit (Flashfilm), I Cosi (Flashfilm) 2001 Serie 4 Film Per Fff (3’ Cad), Storia del mondo per chi ha fretta (Flashfilm), Yes & No (Flashfilm) 2002 Adam (Flashfilm), Serie 10 Spot Natale per “La 7” , Sport o spork? (educativo), Mammuk (Pilota), La bicicletta in Europa e in Italia 2003 Serie “La Famiglia Spaghetti” - 26 Film Da 26’, Olympics (Flashfilm), Babyscanner (Alienatio), Life (Flashfilm) 2004 Neuro (Flashfilm), Otto in 17 (Flashfilm), Looo (3D), Maschile e femminile (Flashfilm) 2005 La Libertà (Flashfilm), La Legge sono io (Alienatio), Beltrami (Alienatio) 2006 Serie “I Cosi” - 26 film da 5’, Viaggiatori e viaggiatori (Flashfilm)
Osvaldo Cavandoli Osvaldo Cavandoli, in arte CAVA, nasce a Maderno del Garda il 1° gennaio 1920. Appena diplomato inizia a lavorare, a Milano, come disegnatore tecnico dell’Alfa Romeo e successivamente alla CEMSA di Saronno. Durante gli anni della guerra vengono pubblicate alcune sue vignette di satira politica mentre il loro autore è deportato in Germania. Nel 1943 entra nello studio di Nino e Toni Pagot lavorando a Lalla ed il funghetto e a I fratelli dinamite, primo lungometraggio d’animazione italiano. Quando lo studio dei fratelli Pagot cessa di esistere, dopo la breve avventura della Pubblifilm, all’inizio degli anni ‘50, Cava allestisce insieme
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a Moroni un piccolo studio in uno scantinato dove realizza la serie di film pubblicitari chiamati Pupilandia, che vede come protagonisti alcuni pupazzi animati con tecnica a passo uno. Realizza inoltre alcuni “codini” animati per Carosello. Nel 1965 ha inizio la collaborazione con Pier Luigi De Mas e Giuseppe Laganà per la realizzazione degli spot della Mucca Carolina e di Lancillotto con Biassoni. È nel 1968, grazie alla lungimiranza di Emilio Lagostina che la volle come protagonista della serie di spot delle pentole a pressione prodotte dall’omonima ditta, che vide la luce “La Linea”, riscuotendo da subito le simpatie del grande pubblico, anche grazie all’azzeccata sonorizzazione affidata a Carlo Bonomi che la dotò di un’inconfondibile parlata: un grammelòt ibrido di dialetto lombardo
in perfetta sintonia con il carattere dissacrante, ludico e iracondo di questo personaggio. Nel 1972 La Linea diede vita a una striscia a fumetti e debuttò su Sorry per poi passare al Giornalino, riscuotendo un riconoscimento internazionale, il premio al Festival di Annecy, cui seguì l’anno dopo quello al Festival di Zagabria. Nel frattempo si moltiplicavano le vignette per i giornali, i volumi, i poster, i calendari e La Linea diventava uno dei personaggi animati più amati di tutti i tempi. Cavandoli continuò a lavorare in ambito pubblicitario rilanciando, nel 1972, Bill e Bull, ideati inizialmente da Tino Figoli per la Argo. Sempre nello stesso anno lavorò, insieme a Nedo Zanotti, alla serie Matrimoni per la Bertolini; l’anno successivo per la stessa ditta nacque il personaggio di Felice Siconservi, azzeccaproverbi. Del 1976 è invece la serie Minù e Pachi per la Galbani. Quando Carosello cessò le trasmissioni La L inea rimaneva il suo personaggio più popolare ed amato e Cavandoli creò un centinaio di episodi della durata di 3 minuti che furono trasmessi da più di 40 emittenti televisive.
Un filo, un tratto bianco all’apparenza che prende forma e diventa un divertente personaggio dall’accento brianzolo e dal carattere irascibile. Luca Novelli non ha dubbi: in futuro La Linea sarà considerata tra i migliori esempi di arte concettuale, al pari delle opere di Fontana, Pollock e Warhol. Cavandoli ha avuto la mirabile capacità di sintesi di dare vita a un intero universo in punta di matita, definito da un solo tratto di linea bianca nel nero assoluto. Un universo che ha il suo dio creatore, la mano dell’autore che traccia la linea per permettere all’omino di continuare il suo cammino ma che spesso gli gioca brutti tiri inserendo sul suo percorso degli ostacoli. Inevitabilmente l’omino si arrabbia e si scaglia contro il disegnatore sciorinando invettive. Ma come nasce il Signor Linea? Così risponde Cava: “Sgomberai il tavolo e la mente da tutto ciò che mi ricordava il passato e
l’esperienza acquisita. Mi stimolò a trovare qualcosa che sconvolgesse le teorie del ‘classico’… l’impostazione e l’animazione di personaggi elaborati non era il mio forte… io amavo l’azione e il movimento ed il fatto di dovermi soffermare per lungo tempo su un foglio a cincischiare con svolazzi e particolari mi bloccava. Ho cominciato a togliere dai disegni ed è venuta fuori La Linea”. A completare un’idea già di per sé rivoluzionaria, l’omino fu doppiato splendidamente da Giancarlo Bonomi, che lo dotò di una parlata dall’accento vagamente meneghino/brianzolo, incomprensibile ma efficacissima nel descrivere gli stati d’animo e quindi intesa dal pubblico di tutto il mondo. Infine, un orecchiabile jingle di Franco Godi, un ritmo jazz con vocalizzi che in coda si trasformava nel noto motivetto “La Titina”. Il Signor Linea ha un caratterino stizzoso. Lo si vede camminare
lungo una retta dalla quale non si stacca mai, da cui prende vita ed è qui che si imbatte nelle più disparate situazioni, burroni, animali che lo rincorrono, appuntamenti amorosi, litigi e arrabbiature. Racconta la vita di tutti i giorni; certo a volte le situazioni sono amplificate nella loro comicità o tragicità… ma quante volte capita di chiedersi se quel che accade è solo rivolto a noi. È una linea umana, quella di Cava, che percorre la linea della vita dove “la mano” della provvidenza a volte si materializza con una matita fra le dita.
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Regista, sceneggiatore e musicista, considerato uno dei massimi esponenti a livello europeo del cinema d’animazione. Nato nel 1953 a Napoli, appassionato di musica da sempre. Nei suoi ritagli di tempo suona il sassofono ed il flauto traverso. La preparazione musicale gli consente di curare in modo particolare le colonne sonore dei suoi film. Dal 1983 è autore e regista di film con i quali ha vinto numerosi premi nei Festival di tutto il mondo conquistando un largo consenso di pubblico. Nel cinema ha esordito alla regia nel 1996, anno d’uscita del cartone
Enzo D Alo
animato La freccia azzurra, vincitore di due Nastri d’Argento, un David di Donatello per le musiche (composte da Paolo Conte) e di un Oscar Home Video. Nel 1998 ha firmato La gabbianella e il gatto con le musiche di David Rhodes della Real Word di Peter Gabriel. Record di incassi nelle sale italiane con oltre un milione e mezzo di spettatori e circa undici milioni di euro d’incasso, successo ottenuto poi anche in molti altri paesi come Francia, Spagna (vincitore fra l’altro di un Nastro d’Argento, David di Donatello e del Premio del Pubblico al Festival di Montreal del 1999). A Natale del 2001 firma il suo terzo lungometraggio: Momo alla conquista del tempo, tratto dall’omonimo racconto di Michael Ende, con le musiche di Gianna Nannini. Nel 2003 esce in sala Opopomoz, film d’animazione dedicato alla sua città natale, Napoli e la sua magia del presepe, con la colonna sonora firmata da Pino Daniele e con Gegé Telesforo, autore della canzone dei titoli di coda ‘Opopomoz Blues’ interpretata da lui e Deedee Bridgewater. Tra i suoi lavori per la televisione sono da ricordare Kamillo Kromo (1993), il video musicale ‘900 di Paolo Conte (1992) e la serie Pimpa: le nuove avventure (1997).
i suoi film
1996 La freccia azzurra 1998 La gabbianella e il gatto 2001 Momo alla conquista del tempo 2003 Opopomoz
Enzo D’Alò è attualmente impegnato con i lungometraggi La Tempesta, illustrata da Moebius (libero adattamento da William Shakespeare) e con le musiche di David Rhodes, con la partecipazione speciale di Peter Gabriel, che segnerà il suo debutto nella tecnica in animazione
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3D, e Il Pinocchio, illustrato da Lorenzo Mattotti, musiche di Lucio Dalla, premio speciale al Festival Internazionale di Annecy. Inoltre per la Tv curerà la regia della serie in animazione Candy Circle, tratta dall’omonima collana per ragazzi, edita dalla Mondadori.
Fusako Yusaki Nasce in Giappone dove studia architettura per interni, si specializza in scultura che è la sua passione. Nel ’64 approda in Italia, all’accademia di Brera con una borsa di studio – della durata di due anni – offerta dal governo italiano. È affascinata dall’Italia anche perché suo padre è un appassionato di fotografia e raccoglie riviste fotografiche. Fusako rimane particolarmente colpita da una foto di Siena e decide che quello è il posto dove vuole andare. Naturalmente l’Italia vuole anche dire Michelangelo e tutta l’altra arte italiana. Agli inizi degli anni ’60 non si può uscire liberamente dal Giappone, Fusako deve sostenere un esame in italiano, ma l’essere assistente 21
universitaria la favorisce. L’esame dura tre giorni e per imparare l’italiano va a lezione privata da un frate francescano. Il problema è che non impara quasi nulla. Allora scrive in giapponese una dichiarazione nella quale afferma che prima di andare a Brera si impegna per un anno a frequentare l’Università per stranieri di Perugia per imparare la lingua. Il frate la traduce, lei la memorizza per recitarla all’esame. Il giorno dopo arriva all’esame su un camion che porta una sua scultura di cemento di grandi proporzioni. Quelli del centro culturale italiano sono terrorizzati temendo che il giardino venga rovinato. Lei recita la sua parte e viene promossa in fretta. Arrivata a Milano incontra lo scultore Luciano Minguzzi che conosceva perché aveva fatto una grande mostra in Giappone pochi anni prima. Inoltre Minguzzi è uno dei pochi che in quegli anni fa scultura astratta. Fusako, che ha grande predisposizione per l’astratto, sa che Minguzzi l’avrebbe capita. Ma la scultura di Fusako aspira a grandi dimensioni. In Giappone aveva lavorato al parco dedicato alle Olimpiadi e per la tesi aveva realizzato una serie di sculture su cui i bambini avrebbero potuto giocare nei parchi pubblici. Si rende conto che in Italia non è ancora tempo per le sculture da inserire all’aperto. Conosce un coetaneo, Ro Marcenaro – autore genovese pioniere dell’animazione televisiva in Italia – che le suggerisce di provare con l’animazione. Fusako ha l’occasione di esordire con la campagna del Fernet Branca e si appassiona subito. Se in Italia non c’era spazio per le sculture
che avrebbe voluto fare, in un film d’animazione avrebbe potuto mettere tutta se stessa. La sua animazione tridimensionale nasce quindi proprio in Italia; a quell’epoca in Giappone l’animazione non era così diffusa come lo è oggi. Fusako continua a scolpire; più che togliere la materia Fusako rivela la forma: aggiunge, modella, plasma. Se da giovane prediligeva soprattutto il cemento, il legno, la plastica, il metallo, le grandi dimensioni e il giardino come laboratorio, oggi si dedica alla ceramica e a lavori più piccoli. Ma il concetto è lo stesso: sente fortemente il cambiamento, il processo di costante mutamento a cui tutti siamo soggetti anche senza rendercene conto. È la transitorietà e la fragilità nella metamorfosi che sta al centro della sua ricerca. Ora Fusako lavora principalmente per i bambini. I suoi film vogliono comunicare senza parole attraverso forme e colori, proprio come faceva con la scultura. Ma il film deve fare i conti anche con la storia e il soggetto; l’espressione di base rimanda sempre alle emozioni che si trasmettono dai volumi e dai colori. Infatti il vero personaggio dei suoi film è sempre la plastilina, materia mutevole e duttile. Solo da qualche anno, dovendosi adeguare alle richieste di mercato, ha cominciato ad usare dei personaggi. L’esperienza pubblicitaria le ha dato un grande spazio creativo che è durato per una decina d’anni e per una sessantina di film da un minuto, prima in bianco e nero poi a colori, a soggetto diverso. La fine dell’esperienza di Carosello segna un momento di crisi nel lavoro di
Fusako che rimane irrimediabilmente associato a quel prodotto. Così lavora per qualche tempo con il CNR per film didattici di divulgazione scientifica. In seguito inizia il rapporto con la televisione svizzera e giapponese per la produzione di film e serie per bambini. Lavora anche per “L’Albero Azzurro” della RAI dove fa soprattutto modellaggio, visto che non ci sono finanziamenti per l’animazione. Realizza anche alcuni film per RAI SAT ma i suoi riferimenti fondamentali restano Svizzera e Giappone. È per loro che inizia ad usare personaggi definiti e nascono Toki-Doki, coproduzione svizzero-nipponica, e Talpy, per una tv giapponese. Talpy è pensato come personaggio che può trasformarsi in ogni cosa, incarnando lo spirito della metamorfosi, un modo per restare fedele al concetto originale. Così dagli anni Ottanta l’animazione ridiventa il suo vero lavoro dedicato alla serie per bambini. Al momento lavora contemporaneamente a Naccio & Pomm per la televisione di Stato giapponese NHK e per una serie svizzera con il personaggio di Peo, di cui ha già realizzato vari cicli: Peo in Svizzera che racconta in ventisei brevi episodi i ventisei Cantoni svizzeri mentre Peo Gallery lo vede alle prese con i pittori del Novecento. Quando Fusako pensa ad una serie, prima di tutto esegue lo studio dei personaggi e delle situazioni di base che si possono adattare alle esigenze della committenza. Dopo il confronto con i produttori, i personaggi diventano definitivi. Si rivolge a collaboratori esterni per realizzare le storie vere e proprie solo quando si tratta di episodi della durata
superiore ai cinque minuti, altrimenti fa tutto da sola. Il lavoro in collaborazione si è semplificato da quando ha abbandonato la pellicola per passare alle riprese video acquisite al computer. Con tre set di ripresa, nel piccolo studio di Fusako, si realizzano dai quattro agli otto secondi di animazione al giorno, con un ritmo di produzione di almeno quattro minuti al mese. Animare la plastilina non è semplice perché pone gli stessi problemi della ripresa dal vero, per cui l’illuminazione e la fotografia sono
fondamentali. Inoltre, a differenza del disegno e di altre tecniche, se ci si accorge che qualcosa non funziona non si può partire dalla situazione precedente perché – a causa delle trasformazioni – non c’è più e va
ricostruita ex novo. Infatti l’uso della plastilina fatto da Fusako, basato sulle trasformazioni, non ha mai un momento uguale agli altri, come l’espressione mutevolissima del suo viso e del suo animo.
Stagioni senza parola (1991) T.V.U.O.G. (1992) Un giorno sì, un giorno no (1998) Gioco di forme (1998) Gioco di numeri (2000) Gioco di colori (2000) Mediometraggi Giorni d’inverno (Fuyu no hi, 2003, 1’ su 40’)
La filmografia di Fusako Yusaki Cortometraggi Pentalogia del mondo perduto (1972) Ballata dell’omino stanco (1973) Ominide (1974) Termituono (1975) Ama gli animali (1983) Convergenza (1984) L’incredibile Usili (1985, disegni animati) Rotondo quadrato triangolo (1986) Buongiorno (1988) 22
Serie TV Toki Doki (1989-1990, 13 x 2’) Talpy (1992-1994, 60 x 1’) Peo (1997, 13 x 30’’) Peo in Svizzera I (1997-1999, 13 x 2’) Peo in Svizzera II (2000-2002 13 x 2’) Naccio & Pomm (2001-2003, 13 x 5’) Film didattici Dipartimento Litosfera (1984, 10 film) Unità 2 (1986) La struttura interna del computer (1987) Ippocrate (1998) Ecolabel, emas, rifiuti (2000, 3 x 30’’)
Pubblicità Fernet Branca (1968-1978, 56 spot) Marcolin (1976) Zurigo Assicurazioni (1977) Ariston (1978) A.I.E.D. (1981, 6 spot) SAIWA (1982) A.I.E.D. (1982) Rocher Ferrero (1984) Bi-Bici (1984) Mobilsol (1985) Denise (1985) Ars Nova (1986) Asgow (1987) Regione Valle d’Aosta (1991) 3 x 2 (1991) Pubblicità Progresso (1992, 5 spot) Volta pagina (1994) Sigle TVS (1978) Telenova (1980) Rete A (1983) Glu-Glu (1999) L’Albero Azzurro (2001) Colazione con Peo (2001)
Autore e regista milanese, dopo gli studi artistici all’Accademia d’Arte di Brera, entra nel mondo dell’animazione e nello studio di Pierluigi DeMas. Passa poi alla Gamma Film dei fratelli Gavioli, fino all’incontro con Bruno Bozzetto, con il quale si stabilisce un lungo sodalizio artistico ed una lunga collaborazione che, iniziata come animatore per i primi lungometraggi West and soda e Vip, mio fratello Superuomo, verrà ripresa più tardi con Allegro non troppo del quale ha curato la direzione artistica di due episodi (Il “Bolero” di Ravel e “L’après midi d’un faune” di Debussy). Tra i suoi film meritano un cenno: l’opera prima Preghiera della notte, su testo poetico di Giannalberto Bendazzi, L’Om salbadgh – delicata favola della Bassa padana, Pixnocchio (1981) – in assoluto il primo film italiano interamente realizzato in computer animation, Tiramolla story – mini-serial video (4 ep x 15’) sul popolare personaggio dei fumetti e la prima serie importante, basata sul notissimo “lupastro” di Silver… Lupo Alberto (52 ep x 6’30”), continuamente messa in onda e con notevole successo dal gennaio 1998.
Sotto la sua guida lo studio dell’Animation band ha realizzato anche quattro episodi da 26’ della prestigiosa serie Corto Maltese – una produzione franco-italiana di “EllipseAnimation”. Tra i lavori successivi: la regia della seconda serie di Sandokan (26 ep x 26’), già messa in onda più volte con notevole successo dalla Rai, Lupo Alberto II (52 ep x 7’, insieme ad Alessandro Belli), Medico di famiglia (4 ep x 26’) e Spaghetti Family, con storie e personaggi creati da Bruno Bozzetto (26 ep x 26’). Dal 2004 è stato impegnato nella regia de L’ultimo dei Mohicani e Farhat, Principe del deserto (ambedue 26 ep x 26’, produzione MondoTv), recentemente messe in onda su Rai 1 e Rai 2 con notevole successo di audience, nella nuova serie di 26 episodi x 13’ di Felix, coproduzione italo-tedesca, e nella regia del suo primo lungometraggio Felix, ein Hase auf Weltreise, uscito in Germania nella primavera 2005. Il film, derivato dall’omonima serie tv – produzione MIM-Caligari-NdF, è diventato un “box-office buster” ai primi posti della classifica, battendo anche concorrenti
Giuseppe Maurizio Lagana 23
disneyani dai budget molto più corposi. Sull’onda del successo, è uscito anche in Italia col titolo Felix coniglietto giramondo. Il secondo feature film dal titolo Felix2, der Hase und die verflixte Zeitmaschine (Felix e la macchina del tempo), è, da metà gennaio, in programmazione nelle sale di tutta Italia. Attualmente sta completando Sandokan 3 – Le due tigri della quale dirige 26 episodi da 26’. Ha tenuto vari seminari e corsi di Cinema d’Animazione in Italia e all’estero; in particolare: Atéliers d’Animation - Annecy (F), “Cartoon Media” - Bruxelles (B), DAMS dell’Università di Udine/Gorizia e l’Istituto Europeo di Design, per il quale ha coordinato vari corsi master. Ha fatto parte di vari comitati di selezione e giurie delle più importanti rassegne d’Animazione, in particolare: “Golden Cartoon” del cinema d’Animazione Europeo (B), “Cartoons on the Bay”(I) ed il “Festival d’Annecy” (giugno 2006). La sua filmografia comprende un gran numero di sigle televisive, spot pubblicitari e film industriali, cartoons e dal vero. Come giornalista ha collaborato con numerose testate, firmando testi, creando personaggi, fumetti e moltissime illustrazioni per l’Unità, Corriere dei Piccoli (dove ha pubblicato oltre 60 puntate di “Capitan Brok”, 40 di “Bruscolini”: il nonno più piccolo del mondo e 40 del “Viaggio fantastico nella Cibosfera”), Linus, Grazia, Insieme, Sale e Pepe, Cosmopolitan, Bella ed altre ancora, oltre a diversi libri per bambini per Rizzoli, La Coccinella e Mondadori. È membro del consiglio direttivo di ASIFA Italia – di cui è stato anche Presidente.
Il lavoro del Regista nel Cinema d’Animazione di Giuseppe Maurizio Laganà, gennaio 2007
Come lavora il regista di film d’animazione, quali le differenze con la direzione “dal vero”? Non moltissime per quanto riguarda la preparazione professionale, ma sicuramente una, fondamentale, che riguarda la tecnica espressiva: nell’animazione ogni fotogramma deve essere creato, progettato, disegnato o, come minimo, re-inventato… Il grande Norman Mc Laren, sperimentatore e fondatore del National Film Board (Canada) diceva che il cinema d’animazione è “quello che succede fra un fotogramma e l’altro”, riferendosi alla caratteristica di ripresa “immagine per immagine”, slegata dai vincoli temporali della ripresa in diretta. La creatività ha grande spazio, potendo modificare ogni movimento ed immagine… un fotogramma dopo l’altro, potendo liberamente sovvertire ogni legge cromatica o fisica. Il regista, come punto di riferimento per l’indirizzo artistico-creativo del film, serie televisiva od opera a lui affidata, deve indirizzare e dirigere la realizzazione, naturalmente con tutti i vantaggi-svantaggi legati alla responsabilità delle scelte. I processi di produzione sono sempre più spesso frammentati fra luoghi e collaboratori anche molto distanti, subendo influenze culturali e stilistiche diversissime… ed il regista deve essere in grado di mantenere il timone nella giusta direzione!
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Se coinvolto fin dall’inizio nel progetto, il regista collabora con gli sceneggiatori alla messa a punto dello script in base ai criteri di qualità, resa spettacolare ed aderenza all’audience previsti; d’accordo con la Produzione, supervisiona ed indirizza la scelta dello stile generale, il design dei personaggi (nel live è il casting), stile e scelta degli ambienti scenografici (come sopralluoghi e locations fotografiche) scegliendo il “mondo” delle storie da realizzare, non tralasciando nessun dettaglio e considerando ogni punto di vista… ed anche tutti gli oggetti – i cosiddetti props – che utilizzati nel film devono essere disegnati ed integrati. L’incisione della “colonna guida” – una o più voci recitanti tutti i dialoghi del film – permette di cronometrare tempi e durata delle differenti azioni, fornendo il timing, necessario alla realizzazione dello storyboard. È questo ultimo il vero racconto per immagini del film, lo strumento col quale il regista trasmette – inquadratura dopo inquadratura – le moltissime informazioni necessarie: espressioni, ambienti, dialoghi, azioni, animazioni, movimenti di camera e timing di ogni azione o stacco, tenendo presente l’esigenza – non da poco – di comunicare tutto ciò in modo univoco ai molti collaboratori… talvolta lontanissimi, per lingua, cultura, reazioni psicologiche e gestualità. Quanto tempo e disegni esplicativi, aggiunti solo per fare comprendere che noi contiamo – con la mano – cominciando dal pollice! Ogni scena animata (i cosiddetti line-tests) deve poi essere controllata ed eventualmente corretta, affinché tutte le azioni siano ben animate e recitate, ogni personaggio deve muovere le labbra dicendo le cose giuste (lip-synk) al momento giusto; il tutto nel rispetto delle sceneggiature, delle differenti psicologie dei personaggi e, pure, dei raccordi/continuità di tempo, luoghi, azione e colore. Con i musicisti è necessario stabilire un rapporto nel quale devono convergere due elementi fondamentali: creatività dei musicisti e stile del film; la colonna sonora deve “recitare”, raccontare, attraverso i differenti temi, emozioni ed azioni, luoghi e sentimenti.
La fase di montaggio finale delle scene richiede particolare cura; in questa fase il regista può avere la visione d’insieme del film, imprimere un’ulteriore direzione al ritmo ed alla narrazione ed eventualmente risolvere i piccoli errori di continuità, lentezze e raccordi, che possono essere corretti in editing video. Quanto fondamentali le scelte grafiche per i personaggi, altrettanta cura va dedicata alla scelta delle rispettive voci; per questo si fanno test e prove con differenti attori, spesso chiedendo agli stessi anche varie gamme espressive… fino ad arrivare alla scelta finale: l’identificazione di tutti i caratteri. Il mix-audio finale, con la miscelazione e regolazione delle differenti sorgenti e livelli di suono, sempre cercando di contemperare la piena comprensione dei dialoghi con la presenza vitale della musica e degli effetti sonori, completa il lavoro di realizzazione e, quindi, di regia. La “creatura”, frutto di tante collaborazioni, differenti apporti artistici e tecnici, è finita… ora è pronta per andare in giro per il mondo (… o le televisioni)! Il lavoro di regia è cambiato notevolmente in rapporto alle nuove tecnologie: è stato necessario fare un salto di qualità, confrontandosi con i nuovi mezzi, cambiando un poco la mentalità; questo è costato non poca fatica, specialmente all’inizio…. La cultura del laboratorio artistico, dell’ ”Autorialità”, la classica mentalità individualista italiana, ha permesso di realizzare molti apprezzatissimi cortometraggi d’autore, film ad alta componente artistica, ma, lasciandoci quasi sempre fuori dalle grandi produzioni internazionali, ne ha di fatto limitato le possibilità di grande diffusione. Oggi, per accettarne la sfida, è necessario lavorare con professionalità molto più distinte e specializzate, giusto numero di collaboratori, grande scambio d’informazioni e contatti, anche se molto spesso virtuali, in continuo confronto di lingue e linguaggi… La parola “cartoni” evoca immagini colorate, disegnate, di carta… anche se da anni molto meno “cartone” e più tecniche digitali sono utilizzate nelle grandi Produzioni internazionali. Per fortuna i disegnatori… i creatori, sono ancora insostituibili. Malgrado festival, premi internazionali e filmografie, fondamentalmente il nostro lavoro continua ad avere sempre la stessa etichetta: “per bambini”… e noi siamo molto lieti di essere immaginati come “quei simpaticoni dei cartoni animati”, ma il disegno animato meriterebbe di essere considerato – a tutti gli effetti – semplicemente uno dei
linguaggi, una tecnica espressiva… del “cinema”… nato prima del cinema, per l’esigenza di raccontare le storie più magiche, immaginarie e fantastiche che si possano inventare, trovando nei bambini – e non solo – i destinatari ideali. Si discute molto di televisione come balia elettronica alla quale si affidano i bambini e, conseguentemente, dei problemi legati alla sua fruizione, per poi rabbrividire vedendone i risultati: la ricaduta di ciò che programmiamo per loro… e gli effetti sono ormai visibili! Ogni tanto, sull’onda di qualche indignazione, emerge imperiosa l’esigenza/obbligo di fare meglio… allora, ritenendo di risolvere il problema, si inserisce nei palinsesti qualche piccola perla dai contenuti studiati a tavolino in puro “politicamente corretto”, lavandosi le coscienze (per poco, il tempo della programmazione) e della quale parleranno per qualche giorno i giornalisti illuminati… ma poi arrivano i dati d’ascolto a stroncare ogni velleità! C’è anche, credo, scarsa attenzione critica e creativa per le storie d’azione, dimenticando che gli esempi di coraggio, gli eroi buoni contrapposti ai cattivi… sono la necessaria proiezione dell’immaginario del piccolo spettatore, l’ingrediente di molti suoi giochi, valvola di sicurezza e contemporaneamente componente fondamentale dei sogni… e non solo figurine da scambiare e, soprattutto, da comperare. È giusto fare a meno delle grandi storie, degli eroi che colorano le fantasie ed i fogli da disegno avendone in cambio ore ed ore seriali di inconsistenti racconti realizzati unicamente con lo scopo di riempire lo schermo di possibili gadget, trasformando la tv in vetrina di grande magazzino? Sarebbe meglio trascurare i dati Nielsen e, semplicemente, ascoltare i bambini… per questo, per il nostro pubblico, dovremmo cominciare ad impegnarci di più. Le nuove tecnologie, se usate bene, danno più spazio alla creatività… sono un nuovo “utensile” artistico; cose una volta impossibili, ora sono realizzabili, l’immaginazione non ha più vincoli… e nemmeno più alibi!
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Nato in Costa Azzurra, Michel Ocelot ha vissuto la sua infanzia in Guinea e la sua adolescenza ad Anger. Dopo gli studi d’arte, si applica autonomamente a casa sua a studiare e a realizzare cinema d’animazione cimentandosi e sperimentando tutte le possibili tecniche espressive. Realizza così la serie animata Les Aventures de Gédéon (1976). Poi è la volta di Les Trois Inventeurs (1979), suo primo cortometraggio professionale realizzato con personaggi e scenografie costituiti da pizzi di carta bianca, come quelli che ricoprono i vassoi per le torte per intenderci, ma anche realizzati personalmente con fine ed artistico ritaglio. Quest’opera estremamente originale ottiene un premio da BAFTA, a Londra.
A partire da questo film, Michel Ocelot firma le scenografie e lo studio grafico artistico di tutto il suo cinema. Seguono così i cortometraggi Les filles de l’égalité (1981) che riceve il premio speciale della giuria al festival d’Albi, Beyond Oil (1982) e La légende du pauvre bossu (1982) – che si aggiudica il César come miglior film d’animazione). Michel Ocelot torna alla serie televisiva con La princesse insensible (1986) composta da 13 episodi da 4 minuti e realizza il corto Les quatre vœux (1987). La sua terza serie si chiama Ciné Si, (1989 – otto episodi da 12 minuti) ed è animata come il teatro delle ombre: utilizza silhouettes di carta nera finemente ritagliata. Ritroveremo molti dei frammenti di questa serie in Princes et Princesses (2000).
Michel Ocelot
Firma altresì un programma per la televisione di 26 minuti Les Contes de la nuit (1992), composto da tre storie e poi si lancia nell’avventura del suo primo lungometraggio. È nel1998 che il grande pubblico scopre Michel Ocelot grazie all’immenso successo di pubblico e di critica ottenuti da Kirikou et la sorcière1. L’entusiasmo per il film è tale a tutte le latitudini che spinge Michel Ocelot a raccontare un’altra avventura del suo piccolo e velocissimo eroe in Kirikou et les bêtes sauvages (2005) co-realizzato con Bénédicte Galup. Azur et Asmar, preparato con minuzia certosina a partire dal 2001, è un progetto colmo di novità: Michel Ocelot collabora con un produttore di cinema dal vero (Christophe Rossignon, di Nord Ouest), utilizza una nuova lingua, l’arabo, sceglie di mescolare 3D e 2D, e riunisce il suo gruppo di produzione e di animazione a Parigi, città in cui vive. Contrariamente alla maggior parte delle altre produzioni d’animazione francesi, Azur et Asmar è stato interamente realizzato a Parigi. Michel Ocelot è anche stato presidente dell’ASIFA (Association Internationale du Film d’Animation) dal 1994 al 2000. Michel Ocelot ha una “passione politica” per le lingue neolatine e dopo lo spagnolo ha deciso di studiare anche l’italiano, per “contrastare la dittatura anglofona che finirà per uccidere l’Europa”, dice. A chi gli fa notare che lo stile del film Azur e Asmar è molto elegante e ricercato ma anche più “tecnologico” rispetto ai suoi film precedenti, Ocelot ammette di aver iniziato con le silhouette di carta perché era la tecnica meno costosa. Si sentiva sinceramente legato a quello stile di
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lavoro ‘amanuense’ . È per questo che ci ha messo parecchio per passare al computer. Ama il cambiamento ma è soprattutto attentissimo all’estetica. Azur et Asmar è il suo film più caro, con 10 milioni di Euro di budget. Ha potuto fare alcune cose che prima non poteva permettersi. La tecnica 3D ha consentito di creare alcuni dettagli come i gioielli berberi e gli abiti dei personaggi, tutte meraviglie ispirate dalla lettura di un grande classico come Le mille e una notte. Dell’animazione italiana ha molto apprezzato La freccia azzurra di Enzo D’Alò e sostiene che Bruno Bozzetto sia un vero genio, capace di creare film divertenti e buffi, nonostante le difficoltà produttive che certamente incontra. Dice che in Italia e in Francia è successo qualcosa di importante per quanto riguarda l’animazione, che non è più solo monopolio degli americani. Non ama quello che ha visto recentemente del loro cinema ed è certo di avere una forza che loro non hanno, nonostante le montagne di dollari. Sa di essere un artista libero, che non deve rispondere agli azionisti, né essere servo dei consigli d’amministrazione. Infatti i suoi produttori, che vengono da Belgio, Francia,
Spagna e Italia, gli hanno permesso ad esempio di lasciare i dialoghi in arabo senza sottotitoli: un lusso che non va dato per scontato, ma che non ha dovuto lottare più di tanto per ottenere. Ocelot riteneva fondamentale che anche lo spettatore vivesse la condizione di difficoltà dell’emigrante, il sentirsi perduti di fronte a una lingua straniera e sconosciuta, che per un bambino fosse importante l’esperienza di poter ascoltare il suono di un’altra lingua. E così è stato. Nel 2001 Michel Ocelot è stato ospite d’onore di AVISCO e CIAS a Brescia per il convegno “Dai Pokemon a Kirikou”.
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AZUR E ASMAR
La Storia. C’era una volta Azur, biondo e con gli occhi azzurri, figlio di un castellano, e Asmar, bruno e con gli occhi neri, figlio della nutrice, che li aveva cresciuti come fratelli, in un paese verde e pieno di fiori. La vita li separa brutalmente. Ma Azur non dimentica i compagni della sua infanzia né le storie di fate della sua nutrice, nel paese del sole. Diventa grande, si dirige verso il
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paese dei suoi sogni alla ricerca della Fata dei Djinns. Qui ritrova Asmar, anche lui deciso a trovare e conquistare la fata sfidando tutti i pericoli e i sortilegi di un mondo di meraviglie. Racconto di un’avventura umana attraverso due paesi e due culture, il film Azur e Asmar offre piste di esplorazione in educazione civica, storia, letteratura e arti visive. I valori del rispetto delle culture, la civiltà araba nel Medio Evo e il racconto del meraviglioso sono
altrettante tematiche che potranno essere sviluppate in classe facendo specifico riferimento alle quattro opere pubblicate da Nathan Jeunesse sul film.
Il punto di vista dell’autore In 7 risposte
Che cosa le ha ispirato la storia di Azur e Asmar? C’è un problema che mi sta particolarmente a cuore: tutta questa gente che si disprezza e si combatte, nel mondo, invece di capirsi, semplicemente, cosa che sarebbe più ragionevole e piacevole. In un primo tempo pensavo di riferirmi alla guerra fra la Francia e la Germania, o di inventare due popoli nemici. Ma ho rinunciato a regalare una guerra, fosse pure un disegno animato. Ed ho pensato ad un argomento attuale: la vita quotidiana in Europa, con l’animosità fra cittadini da molte generazioni e cittadini recenti. Ho pensato anche ai cattivi rapporti Occidente-Medio Oriente. Vi ho aggiunto una celebrazione della brillante cultura islamica del Medio Evo. In quanto francese ho ritenuto di dirigere il proiettore sul Maghreb. Ma mi riferisco anche ad altre regioni del Medio Oriente che ammiro. Perché scegliere di ambientare l’azione del suo film nel Medio Evo? Per affrontare un tema scottante è più opportuno fare una favola che si svolge altrove. È facile, nel Medio Evo, creare un racconto di fate, che mi piace fare. E la civiltà che voglio celebrare è quella del Medio Evo. Ha avuto inizio nell’ottavo secolo la fiamma della civiltà che l’Europa aveva abbandonato con il crollo dell’Impero Romano, una civiltà che è tornata a noi poco a poco attraverso l’Andalusia e la Sicilia musulmane, arricchita di elementi siriaci, mesopotamici, persiani, indiani, cinesi. La scena iniziale, che mostra il biondo Azur che succhia dalla sua nutrice molto scura, evoca i secoli durante i quali l’Occidente ha “succhiato” l’Oriente. Il fatto di condividere una storia comune non impedisce a Crapoux di criticare il Maghreb, né ad Asmar di rifiutare suo “fratello” francese… Crapuox rappresenta colui che si rapporta male con lo straniero e che non sarà mai felice. Il suo comportamento è imbecille, così come quello di Azur quando decide di diventare cieco, perché allora è incapace di scoprire le bellezze del Maghreb e di fare amicizia con gli altri. Ho sperimentato la stessa bestialità quando avevo quindici anni! Dopo un’infanzia trascorsa a Conakry, una cittadina benevola, in una simpatica scuola comunale, mi sono trovato ad Angers, una grande città sotto un cielo grigio, in un liceo immenso, di cui non conoscevo i codici. Ho rifiutato tutto sistematicamente per dieci anni, invece di essere felice. Quanto ad Asmar, rifiuta gli altri in blocco, pronto a punire degli innocenti perché altri gli hanno fatto del male. Questo non è meglio. 28
La fraternità che finalmente nasce fra Asmar e Azur, al di là dei legami di sangue, è per lei il simbolo di una fraternità possibile fra tutti gli uomini? Sì, ci credo fermamente. Ovunque nel mondo i popoli hanno la tendenza a farsi la guerra, ma anche ad amarsi, a voler essere amici al di sopra delle frontiere. Nello svolgimento delle loro avventure Azur e Asmar rischiano la loro vita l’uno per l’altro e davanti ai cacciatori di schiavi prendono pienamente coscienza della loro fraternità. Ha pensato ai bambini scrivendo questa storia? No, non penso mai ai bambini (quasi)… È un mio segreto! Gli piaccio perché non lavoro per loro: nessuno desidera essere considerato un bebè, qualunque sia l’età. Se non capiscono tutto quello che c’è nei miei film non è imbarazzante. Sono abituati a non capire tutto nella vita quotidiana e ciò che loro serve è assimilare nuove cose, tutti i giorni. Crede che la tolleranza sia una conquista da raggiungere anziché un dato di partenza dell’essere umano, come si capisce guardando il film. È duro pensare che siamo intolleranti per natura, ma è d’altronde vero che i bambini spesso sono spietati e non amano ciò che è diverso; d’altra parte mentre preparavo il film crollavano le Twin Towers. La mia educazione ebraico-cristiana mi ha spinto a essere gentile, consapevole che in un mondo delicato e rispettoso si vive meglio e io spero che il mio film riesca a trasmettere questo sentimento che non si può dare per scontato. Tuttavia non amo la parola “tolleranza”, perché secondo me non c’è bisogno della tolleranza per ammirare qualcosa di bello. Apparteniamo alla stessa razza; Cristianesimo e Islam sono quasi la stessa religione; ci sono scambi continui tra le nostre due culture. L’ideale sarebbe non avere bisogno di tolleranza. Azur e Asmar cerca di mostrare la vita come potrebbe essere: alla fine si può ballare tutti insieme e forse siamo più attratti da ciò che ci completa e ci manca. Cosa si augura che venga recepito dopo aver visto il suo film? Che siamo fratelli e sorelle e che è molto più piacevole amarsi che detestarsi. In particolare vorrei dire ai giovani francesi di origine maghrebina che sono nobili, belli, che sono la loro storia e che l’aggressività è per i perdenti. E vorrei che capissero la dichiarazione di Jénane nel film. Se conoscete (da vicino o da lontano) due paesi, due lingue, due religioni, ne sapete due volte più degli altri!
un grande grazie a
Lele Luzzati Emanuele Luzzati, uno degli artisti italiani più intensi ed amati del nostro tempo, uno dei grandi dell’illustrazione, del teatro e dell’animazione se ne è andato il 26 gennaio 2007. Era nato nel 1921 a Genova, città che ha molto amato e che ha ricambiato questo amore dedicandogli un museo nella zona del Porto Antico (cfr. www.museoluzzati.it.). Nel 1944 si è diplomato all’École des Beaux Arts di Losanna dove si era trasferito in seguito alla promulgazione delle leggi razziali in Italia. I suoi esordi nel cinema d’animazione risalgono al 1960 con il cortometraggio I paladini di Francia realizzato in collaborazione con Giulio Gianini. Dal lungo sodalizio artistico con Gianini
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nascono alcuni fra i più importanti lavori del cinema d’animazione italiano: La gazza ladra (1964) che si aggiudica un premio al Festival di Annecy; L’italiana in Algeri (1968); Alì Babà (1970); Pulcinella (1973) che ottiene una nomination ai Premi Oscar nel 1974 e il mediometraggio Il flauto magico (1978). Gianini e Luzzati si occupano insieme della sceneggiatura, della regia e della produzione ma si dividono gli altri ruoli: Gianini si dedica alla fotografia, al montaggio e all’animazione, Luzzati al disegno e alla scenografia. La tecnica più usata nelle animazioni è il découpage o carta ritagliata.
Nel programma di Schermi d’animazione CinqueNovanta quattro i corti proposti: La gazza ladra, L’italiana in Algeri, Pulcinella, Duetto dei gatti. Quattro piccoli film che emanano un fascino sottile dovuto soprattutto al risvolto ironico della narrazione e alla nuova dimensione estetica dell’ironia sottile che tratteggia personaggi e vicende. Nelle splendide scenografie trionfano sipari, quinte e fondali quasi a suggerirci che tutto ciò che vediamo è pura finzione e brillano luci, colori, ritmi e movimenti che riempiono lo schermo sempre mutevole. La colonna sonora è un grande omaggio a Rossini la cui musica fraseggia mirabilmente col racconto e l’azione. Le storie, incursioni solari nel mondo della fiaba e della tradizione popolare, sono riccamente popolate di cavalieri, donzelle, regine, sultani, animali fantastici, maschere della commedia dell’arte e personaggi dell’opera lirica. L’essenza del cinema di Luzzati consiste nel piacere di raccontare: è un viaggio nell’immaginazione e nella fantasia. La sua arte, semplicemente poesia.
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Gli autori bambini e ragazzi
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Assessorato Cultura e Istruzione
Produzioni del Comune di Rezzato In collaborazione con AVISCO, associazione per l’aggionarmento, la formazione e la ricerca sui linguaggi audiovisivi
Una storia nel deserto
Lo spaventapasseri
Comune di Rezzato e AVISCO 1996/1997. Durata 14’30”. Tecniche diverse. Collaborazione ins. Rosalba Zannantoni e i bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia T. Alberti. Sinossi: un viaggio di Marco Polo nel deserto attraverso dune di sabbia, tempeste… e predoni.
Comune di Rezzato e AVISCO 1997/1998. Durata 5’. Carta ritagliata, multiplan. Collaborazione insegnanti e bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia Tommaso Alberti. Sinossi: una breve animazione che prende spunto dal progetto “Natura” e dal progetto “Dentro la pubblicità”: 3 progetti per 2 spot.
Il termine “animare” – ha scritto recentemente Gianni Rondolino – nel suo significato di dare l’anima, infondere il principio della vita, quindi movimento in tutte le sue forme e manifestazioni, è un termine di ampio significato e ha qualcosa di “divino” che supera i confini della tecnica. Il contesto di riferimento è il cinema d’animazione degli Autori, ma la definizione è quanto mai calzante quando ad “animare” sono mani e menti infantili, che infondono guizzo vitale a oggetti, plastilina, segni e colori. Almeno da una decina d’anni questo pensiero – unito alla riflessione sui linguaggi e sull’uso creativo alle tecnologie – si è trasformato in azioni concrete e “anima” alcune scelte di politica dell’infanzia e preadolescenza dell’Amministrazione del Comune di Rezzato. Infatti dagli anni Novanta – prima come Assessorato Cultura e Istruzione in collaborazione con AVISCO e dal 2001 per il tramite della sua PInAC – Rezzato offre ai suoi cittadini piccoli, bambine e bambini della scuola dell’obbligo, percorsi di produzione di cinema guidati dalla mano esperta e discreta di Vinz Beschi che, nello staff artistico della PInAC, cura la ricerca espressiva realizzata tramite i “pennelli elettronici”.
Le produzioni, di seguito illustrate, sono testimoni di questo progetto a lungo termine, dell’attenzione costante che coinvolge le donne e gli uomini del Governo locale e la direzione della PInAC. I molti premi e riconoscimenti ricevuti confortano e sostengono questo impegno che seriamente scommette sull’educazione dei giovani giocando su fronti e linguaggi diversi.
Elena Pasetti
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Il miracolo Comune di Rezzato e AVISCO 1999/2000. Durata 5’. Silhouettes di carta nera ritagliata. Insegnante Mariuccia Buffoli, classi 5aA-5aB scuola elementare Tito Speri. Sinossi: il miracolo avvenuto a Rezzato nel 1339 viene ricordato ogni anno con una solenne processione cui partecipa tutta la comunità. Realizzato in occasione del 7° centenario di fondazione del Comune.
Avventura delle parole Comune di Rezzato e AVISCO 1998/1999. Durata 12’. Tecniche diverse. In collaborazione con le 4 scuole statali dell’infanzia. Sinossi: 21 giochi tra parole, immagini e suoni animati.
Giallo Verde Blu
Rezzato dei bambini
Comune di Rezzato e AVISCO 2000/2001. Durata 12’50’. Tecniche diverse. In collaborazione con le scuole dell’infanzia statali. Sinossi: tre brevi film tra immagini dal vero e animazioni, all’interno del progetto di integrazione e continuità scuola e territorio “Camminando e giocando”. Verde: Il giardino dei desideri (sc. T. Alberti); Giallo: Un centro per noi (sc. Don Minzoni); Blu: Di goccia in goccia (sc. A. Moro).
Comune di Rezzato e AVISCO 1999/2000. Durata 19’42’. Tecniche diverse. In collaborazione con le 4 scuole statali dell’infanzia. Sinossi: dalle pietre alla terra al paese… un viaggio dei bambini di 5 anni attraverso il luoghi di Rezzato tra immagini dal vero e piccole animazioni. Realizzato in occasione del 7° centenario di fondazione del Comune.
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Pinocchio nel tangram
PInAC
Assessorato Cultura e Istruzione
Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi
Produzioni PInAC
Laboratorio Carta Bianca, 2003. Durata 5’ – Carta ritagliata. Classe 1a E tempo prolungato. Sms Giacomo Perlasca, Proff. Mariella Foresti e Irene Pettini. Sinossi: una breve sequenza di alcuni dei personaggi della storia di Pinocchio animati partendo tutti dalle figure base di colore bianco del tangram. Ogni personaggio si forma e si scompone al ritmo della musica. Premi: 1° premio Festival Internazionale Cinema d’Animazione e Fumetto Dervio 2005, sez. scuole; premio Videocinemascuola Pordenone 2003; selezionato al Sottodiciotto Film Festival di Torino 2004.
Laboratorio di produzione e ricerca Vincenzo Beschi, Responsabile della produzione Elena Pasetti, direttrice PInAC
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Telepongo Laboratorio Telepongo 2004. Durata 10’- Plastilina. Bambini di 5 anni delle scuole dell’infanzia T. Alberti e Don Minzoni di Rezzato, con le loro insegnanti e il supporto di Sandra Cimaschi e Lia Mantero, AVISCO. Sinossi: la manipolazione plastica associa la ricerca del gesto e le attività del modellare alla ripresa digitale che “anima” quelle forme e le trasforma in piccolo e prezioso “film d’animazione”. L’omino di pongo che appare sui manifesti del Festival 5/90 è stato realizzato da un bambino di 5 anni all’interno di questo laboratorio.
Girotondo degli animali Progetto 2 filastrocche e una canzone, Laboratorio Telepongo 2005. Durata 4’ – Plastilina. Bambini e bambine di 5 anni della Scuola dell’infanzia Alberti di Rezzato (Bs). Inss. Cristina Sartori, Mirella Botticini, Rosalba Zannantoni, Raffaella Lento, Elvira Facchetti, Lidia Cocchetti, Azzurra Zini. Collaborazione Sandra Cimaschi di AVISCO, Elisabetta Iacono e Giulia Legrenzi, tirocinanti Scienze della Formazione, Università di Verona. Sinossi: visualizzazione di una filastrocca di Elio Giacone sul tema della pace. Premi: miglior Cortometraggio VIII Biennale Cinema per la Pace – Pisa; 1° premio Concorso FEDIC Scuola Video Multimedia Italia 2005; 1° premio Festival Internazionale Cinema d’Animazione e Fumetto Dervio 2005, sez. infanzia; Concorso L’albero dei colori – La natura e la pace nel cinema e nell’arte, 8a Edizione, Montopoli di Sabina (RI): migliore opera per le scuole materne.
Nicole e Cecilia Progetto 2 filastrocche e una canzone, Laboratorio Telepongo 2005. Durata 4’ – Plastilina. Bambine e bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia Don Minzoni di Rezzato (Bs). Inss. Anna, Annarosa, Barbara, Gigliola, Giuliana, Irene, Marica, Marisa, Nadia, Rosa, Paola. Collaborazione Sandra Cimaschi di AVISCO, Elisabetta Iacono e Giulia Legrenzi, tirocinanti Scienze della Formazione, Università di Verona. Sinossi: visualizzazione dell’omonima filastrocca di Elio Giacone sul tema della pace.
Il merlo Progetto 2 filastrocche e una canzone, Laboratorio Telepongo 2005. Durata 4’ – Plastilina. Bambine e bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia Alberti di Rezzato (Bs). Inss. Cristina Sartori, Mirella Botticini, Rosalba Zannantoni, Raffaella Lento, Elvira Facchetti, Lidia Cocchetti, Azzurra Zini.
Collaborazione Sandra Cimaschi di AVISCO, Elisabetta Iacono e Giulia Legrenzi, tirocinanti Scienze della Formazione, Università di Verona. Sinossi: animazione della plastilina che illustra la canzone popolare omonima. Piccolo omaggio a Norman McLaren e al suo film Le merle del 1958. 37
Ci vuole un fiore Laboratorio Telepongo 2006 Durata 4’ - Plastilina. Bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia A. Moro di Rezzato. Inss. Maria Signorini e Roberta Dusi, collaborazione di Sandra Cimaschi di AVISCO, Paola Bertella stagista Scienze dell’Educazione, Università di Verona. Sinossi: tecnologia, ricchezza, consumi… A volte sembra di non poterne fare a meno. Eppure le cose di ogni giorno raccontano altri segreti a chi le sa guardare ed ascoltare. A volte basta un fiore per… Videoclip animato. Omaggio a Gianni Rodari e Sergio Endrigo. Premi: 1° premio Concorso FEDIC Scuola Video Multimedia Italia 2006; Selezionato al Sottodiciotto Film Festival di Torino 2006.
Farfalla bianca Laboratorio Telepongo 2006. Durata 5’. Bambine e bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia Bagatta di Rezzato. Ins. Emanuela Cigolini, collaborazione Irene Tedeschi e Sandra Cimaschi di AVISCO. Sinossi: omaggio a Mario Lodi. Una farfalla bianca in mezzo a tante farfalle colorate alla ricerca di un po’ di colore. Un arcobaleno che le regala qualche spruzzata dei suoi 7 colori e una luna che per una notte illumina la città di tutti i colori. Una storia scritta dai bambini nei laboratori di Mario Lodi. 38
Progetto di ricerca PInAC: Pennelli elettronici Immagini digitali Di tutti i colori Progetto Pennellate elettroniche di tutti i colori 2003. Durata13’. Videoattivo 28 bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia Alberti di Rezzato, ins. Rosalba Zannantoni. Sinossi: percorso di ricerca/azione artistico-espressiva che ha sperimentato le possibilità concesse dal sistema televisivo all’elaborazione infantile, nonché le opportunità espressive offerte dall’esperienza
Rumori visivi Progetto Rumori visivi 2006, Antologia. Durata 23’ – Tecniche diverse. Classi 1a B e 1a D, sms Perlasca di Rezzato, inss. Anna Bertolino e Simonetta Pedruzzi; Classe 5a A della sc. elementare Caduti di Piazza Loggia di S. Carlo, Rezzato. Ins. Marta Sesana. Collaborazione Irene Tedeschi, stagista. Sinossi: piccole animazioni di rumori. Sempre più ricche e frequenti sono le compresenze, le interazioni tra immagini e suoni che creano nuovi effetti di senso. Vediamo immagini ascoltando suoni. Ascoltiamo suoni vedendo immagini. Suoni ancorati alle immagini fino ad annullare la propria ambiguità o la possibilità di interpretazioni diverse. Come posso rappresentare attraverso immagini, movimento e ritmo le suggestioni provocate da una serie di rumori?
senso-percettiva mediata dallo specifico dell’immagine elettronica. Un gioco frutto della curiosità, del divertimento e dell’esplorazione curiosa e stupita. Partecipazioni: presentato a Invideo, Mostra Internazionale di video e cinema oltre 2005, Spazio Oberdan Milano; Festival di Palazzo VeneziaMusica Roma; Galleria in Santa Giulia, Museo della Città, Brescia; Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate. Premi: premio “Alberto Manzi”; premio Reggio Film Festival; Videoland Cesena 2° premio; 1° premio Festival 1ere Clap di Avrillé in Francia; 4° European Meeting of Young Pepople’s Audiovisual Creation Camera Zizanio Pyrgos nel Peloponneso.
Strip melody Progetto Immagini di suono 2005. Durata 4’ 20 “. Classe 5a B sc. elementare Pietro Goini di VirleRezzato, ins. Salva Catini e Gloria Sinini, tirocinante Scienze della formazione, Università Cattolica di Brescia. “Divertimento” per voci in bianco e nero in tre tempi (allegro - moderato - presto) di Vinz Beschi Un breve “divertimento” che propone in sequenza gli stupori, i gulp, i sob, i suoni onomatopeici delle nuvolette dei fumetti in un puzzle video/sonoro basato su una forma musicale in tre 39
parti. Omaggio a Cathy Berberian e alla sua Stripsody che ha dato il via a questo progetto di ricerca tra voce, immagini digitali, parole e ritmo. Partecipazioni: Invideo, Mostra Internazionale di video e cinema oltre 2005, Spazio Oberdan Milano; Arcipelago 2006 Roma; Festival di palazzo Venezia / Musica Roma 2006. Premi: Videoland Cesena 2005; Videoformes art video/nouveaux media, Clermont-Ferrand; Videominuto POP Prato 2006; Premio Italian Window – Res Fest Roma, Treviso, Torino 2006.
Carta bianca Progetto Cartabianca 2006. Durata 12’50”. Elaborazioni digitali di immagini e suoni. Classe 2a C sms Giacomo Perlasca di Rezzato. Ins. Mariateresa Capranica. Aiuto regista Irene Tedeschi, collaborazione Sandra Cimaschi, AVISCO. Sinossi: il silenzio può essere un foglio di carta bianca? Un foglio di carta, senza senso ma pieno di “sensi”, non racconta nulla o forse piccolissime storie: senza inizio e senza fine, sviluppate intorno al silenzio, al respiro, all’ascolto. Una esperienza concreta e sensuale, un omaggio minimo a Lucio Fontana.
Nata nel 1986 come gruppo di lavoro per l’audiovisivo prodotto a scuola, AVISCO, costituita da insegnanti e dirigenti scolastici, diviene nel 1990, con atto pubblico formale, associazione culturale e professionale, senza scopo di lucro, e pone fra le finalità statutarie “… promuovere la sperimentazione, la ricerca e l’aggiornamento sugli audiovisivi scolastici in ogni ordine di scuola e agenzie educative”. Socio fondatore CIAS, coordinamento Italiano Audiovisivi a Scuola. Dal 1992 gestisce la Mediateca Provinciale di Brescia in convenzione con l’Amministrazione provinciale; organizza seminari, workshop, mostre, convegni di studi e approfondimento, confronto sulle produzioni audiovisive scolastiche con particolare attenzione al cinema di animazione. Pubblica materiali bibliografici fra cui: Cartoni animati a scuola, Tracce sonore trame visive, Videoattivo. Propone formazione e aggiornamento sui diversi linguaggi multimediali, metodologie integrate di comunicazione e tecniche di animazione audiovisiva, linguaggio cinematografico. Promuove stages di ricerca a livello nazionale. Promuove il cinema d’animazione d’autore. Offre assistenza metodologica e tecnico-linguistica in progetti per la realizzazione di opere audiovisive in ambiti diversi quali: educazione ai media, educazione alla salute, promozione alla lettura, diritto allo studio, storia locale, integrazione culturale e sociale. Produce opere audiovisive educative e istituzionali in collaborazione con Enti pubblici.
Produzioni Avisco Sede legale: 25121 Brescia, via Tosio 11 tel/fax 0303753893 Sede operativa: Mediateca Provinciale di Brescia, via Fontane 29 - 25133 Brescia Tel. 0303748922 e-mail aviscobs@tin.it www.avisco.org
Molte sue produzioni d’animazione d’eccellenza figurano in questo volume, nei progetti realizzati in collaborazione con i comuni di Rezzato e Botticino.
Come nasce un cartone animato Lumezzane (BS) 1992. Durata 12’. Carta ritagliata e riprese dal vero. Classe V elementare. Coordinamento: Vinz Beschi. Sinossi: documentario didattico sulla progettazione e realizzazione di un cartone animato dall’idea al soggetto e allo story-board fino alle riprese passo uno alla sonorizzazione e al montaggio. Premi: miglior documentario didattico Biennale del Cinema dei Ragazzi di Pisa 1992.
Attenzione metafore in corso Lumezzane Premiano (BS) 1993/1994. Durata 3’40”. Disegno in fase. Classe V elementare. Coordinamento: Vinz Beschi e Adriana Lupattelli. Sinossi: apri bene le orecchie, ti escono gli occhi dalle orbite, mi batte il cuore a 100 all’ora, hai le mani bucate… Se ad un tratto un modo di dire diventasse realtà, cosa succederebbe?
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Bambini di carta
Interfacce
Liceo Socio-psico-pedagogico Veronica Gambara Brescia 1999. Durata 3’. Tecniche diverse. Classe VG. Coordinamento: Vinz Beschi e Elena Pasetti Sinossi: dalla convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia alcuni diritti vengono raccontati attraverso l’animazione di disegni e di sagome. Diritti di carta… bambini di carta? Premi: concorso Carta dei diritti dei bambini per le scuole superiori, sezione cinema, premio Presidente della Repubblica 2001.
Scuola Media Statale di Ome (BS) 2001. Durata 5’. Tecniche diverse. Classe I. Coordinamento: Vinz Beschi. Sinossi: attraverso la telecamera a circuito chiuso si gioca con la propria faccia. Si esplora nei vari dettagli e nel suo insieme. Si scoprono somiglianze e differenze. Si elaborano facce nuove. Ci si diverte a trasformare la propria faccia animando la plastilina e oggetti diversi. Premi: primo premio Sottodiciotto Film Festival II edizione Torino 2001; primo premio Concorso Internazionale Cinema e Scuola XVIII edizione, Pordenone 2002; primo premio Tvplanet Corto Festival Amalfi 2002; primo premio Festival Europeen de Recontres Multimedia et de Video Jeunesse Saint Barthelemy D’Ajou, Francia; premio speciale della giuria per il cortometraggio più originale Musica… in corto, videoconcorso Montelupo Fiorentino 2002; miglior montaggio, concorso Film Pontassieve Firenze 2002; secondo premio Fanofilmfestival 2001. Proiettato in apertura al Convegno di studi: “Dai Pokemon a Kirikou. Il mondo dei cartoni tra multiculturalità e intercultura. Brescia maggio 2001
Magica sinfonia Comune di Brescia, Istituto Pasquali Agazzi – Scuola dell’infanzia Valotti Agazzi 2002. Durata 5’. Oggetti animati. Sinossi: un viaggio attraverso gli strumenti musicali costruiti e animati dai bambini di 5 anni. Premi: 1° premio sezione infanzia/ elementare Sottodiciotto Film Festival Torino 2002
Molti altri film d’animazione sono stati realizzati in varie scuole della provincia in particolare: sc. elementare di Roncadelle, sc. dell’Infanzia di Bovezzo, sc. elementare di Collebeato, sc. elementare di Ponte Zanano, sc. elementare di Verolanuova, sms di Bagolino. 41
Il GET opera a Bari da oltre trent’anni nel campo della ricerca e della didattica audiovisiva. Nato nel 1974 come gruppo teatrale (GET, Gruppo Esperienze Teatrali), ha iniziato la sua attività nel settore della sperimentazione del teatro espressivo-visivo. Nel 1980 la sua ricerca si è indirizzata esclusivamente verso la didattica del linguaggio cinematografico e audiovisivo in genere. Dal 1990 il GET gestisce, a Bari-Palese, un Centro per la Ricerca e la Didattica dell’Immagine. Spazio che ha assunto una posizione di rilievo nella nostra regione e in tutto il meridione, divenuto oggi un punto d’incontro per gli operatori che si occupano di educazione e didattica dell’immagine. Dal 1987 organizza a Bari la manifestazione “Il Cinema in Tasca”, una rassegna di cinema realizzato dai bambini e dai ragazzi provenienti da tutta la Puglia. Dal 1988 organizza anche “Film Stage”, seminari internazionali che hanno visto la presenza a Bari di autori come Anghelopoulos, Kusturica, Kiarostami, De Oliveira.
Produzioni get Cooperativa Sociale GET Centro per la Ricerca e la Didattica dell’Immagine Piazza Capitaneo n. 48, 70128 Bari Palese tel. 080/5304745 fax 080/5305948 e-mail: info@getcinema.it
Nel corso degli anni ha avuto riconoscimenti e premi per la produzione di filmati propri e per la realizzazione di opere audiovisive. Ha al suo attivo numerosi laboratori cinematografici e di didattica filmica, corsi e seminari per docenti ed operatori del settore, incontri di cinema con autori italiani. Dal 2005 gestisce l’Accademia del Cinema dei Ragazzi ubicata ad Enziteto, uno dei quartieri più periferici e degradati della città di Bari.
La guerra Comune di Bari, Atelier delle Arti Città dei Ragazzi 2001/2002. Durata 4’. Carta ritagliata e disegno in fase. Classe IV elementare della scuola Piccini, Bari. Coordinamento: Maria Cascella. Sinossi: dopo uno studio approfondito dell’opera “Guernica” di Picasso i bambini hanno creato il soggetto per uno spot contro la guerra, animando i personaggi del quadro. Concludendo con un messaggio di pace i bambini hanno colorato il dipinto lasciato volutamente privo di colori dall’artista. Premi: premio speciale della giuria del Marano Spot Film Festival 2002.
Maria, Nino e il pesciolino Comune di Bari – Atelier delle Arti Città dei Ragazzi 2004/2005. Durata 4’. Carta ritagliata. Classe II elementare della scuola Duca d’Aosta, Bari. Ins. Maria Maiorano. Coordinamento: Maria Cascella. Sinossi: animazione sulle avventure di un pesciolino che dopo essere stato pescato ritorna in mare, raccoglie dal fondo una forchetta di plastica buttata da bambini imprudenti che gli rimane incastrata tra i denti. La forchetta viene raccolta al volo poi da un gabbiano, per finire in un cestino dei rifiuti. Premi: primo premio della giuria del Marano Spot Film Festival 2004.
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La “lì” di libertà
Malibù
Comune di Bari, VIII Circoscrizione “Libertà” 2005/2006. Durata 6’. Carta ritagliata. Classe 1a elementare della scuola Principessa di Piemonte, Bari. Coordinamento: Romina Fasulli Sinossi: partendo dal nome del proprio quartiere (quartiere Libertà di Bari) i bambini esprimono “liberamente” il loro concetto di libertà avendo così la possibilità di riflettere sui vari significati che la stessa parola stimola. Premi: selezionato al Sottodiciotto Film Festival di Torino 2006.
II Circolo Didattico “San Domenico Savio” Capurso, Bari. Durata 7’. Carta ritagliata. Gruppo di 120 alunni di 5 anni della scuola dell’infanzia e della 1a elementare dei circoli “Collodi” e “Madre Teresa di Calcutta”, Capurso, Bari. Ins. Nunzia Giuliani. Coordinamento: Maria Cascella. Sinossi: liberamente tratto da “Elmer” di D. Mokee, il filmato racconta la storia di un elefantino multicolore che vive con grande disagio la sua diversità tanto da decidere di allontanarsi dal suo gruppo d’origine; ma grazie all’amicizia scopre il valore della propria diversità. Selezionato: al Marano Spot Film Festival e al Sottodiciotto Film Festival di Torino.
Bella nave Comune di Bari, Laboratorio Audiovisivo 2005/2006. Durata 3’. Carta ritagliata. Classe 1a elementare della scuola “Garibaldi”, Bari Coordinamento: Rosita Fanelli. Sinossi: liberamente ispirato alla filastrocca “Bella Nave” di Gianni Rodari.
Strappa e strappo IRRE Puglia, Progetto IPSIA, Bari 2004/2005. Durata 7’. Carta ritagliata. Gruppo: di 70 alunni di quarta e quinta elementare del II Circolo Didattico “G. Pascoli”, Massafra, Taranto. Ins. Patrizia Capobianco. Coordinamento: Romina Fasulli.
Il rimprovero
Diversi ma uguali
Comune di Bari – Atelier delle Arti Città dei Ragazzi 2004. Durata 8’. Carta ritagliata. Gruppo di 24 alunni di varie classi elementare della scuola Principessa di Piemonte, Garibaldi e Moro, Bari. Ins. Nica Castellano. Coordinamento: Romina Masulli.
Scuola Media Statale Aldo Moro, 1a Circoscrizione, Bari Santo Spirito 1998/1999. Durata 5’. Carta ritagliata e disegno in fase. Gruppo di 20 alunni di prima e seconda media della sms Aldo Moro, 1a Circoscrizione, Bari Santo Spirito. Coordinamento: Maria Cascella.
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L’Accademia del Cinema dei Ragazzi di Enziteto Bari nasce con l’intento di diventare un’attività formativa rivolta a ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni. È finalizzata ad offrire strumenti pratici per la comprensione del linguaggio e delle tecniche filmiche e per dare ai giovani la possibilità di realizzare cortometraggi di fiction e in animazione, dando valore e significato alla vita sociale e culturale della periferia. La periferia come una “fucina di idee”, come luogo di sperimentazione di nuovi linguaggi comunicativi e di crescita culturale. Accademia del Cinema Ragazzi Piazza Eleonora c/o Scuola Iqbal, 1 Enziteto, Bari - Tel. 080 5332171 e-mail: info@getcinema.it
C’erume una volta Regia: Adolfo Di Molfetta, studente dell’Accademia. Il film gli è valso la selezione alla Scuola Nazionale di Cinema d’Animazione a Torino dove attualmente sta studiando. Sinossi: un simpatico vecchietto, concentratissimo a scrivere a macchina, è estraniato dai suoni e dall’ambiente circostante a causa di un suo piccolo problema di udito…
Acquerello Aula Didattica “La testa per pensare” (Comune di Bologna in convenzione con Coop Adriatica)1996. Durata 4’20”. Disegno animato. Pellicola super 8. Classe IV B sc. elementare Longhena Bologna. Inss. Giancarlo Baiano e Emanuela Serafini. Coordinatrici: Mirella Domenicali e Tiziana Passarini. Sinossi: videoclip dell’omonima canzone di Toquinho. I ragazzi hanno utilizzato il cinema d’animazione per rappresentare con disegni ad acquerello le immagini e le emozioni suggerite dalle parole e dalla musica della canzone. Premi: selezionato al 4° Festival Europeo di Hannover; primo premio FanoVideoFestival ‘96; secondo premio al Cinevideoscuola di Bergamo ‘97 (sez. Ecologia e ambiente).
Cineteca del Comune di Bologna Progetto Schermi e Lavagne Cineteca Via Ripa di Reno 72, Bologna Tel 051 2194820 www.cinetecadibologna.it
A Bologna è attivo dal 1986 un laboratorio di cinema d’animazione per le scuole della città, che fa capo al sistema delle aule didattiche del Comune di Bologna. Per lungo tempo questa attività si è svolta presso il Centro “La testa per pensare”, mentre dal 2005 è collocata presso la Cineteca di Bologna, all’interno del progetto “Schermi e Lavagne”. L’offerta formativa del laboratorio consiste in diversi percorsi sia di conoscenza e analisi che di produzione di cinema d’animazione.
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Hansel e Gretel Laboratorio “La testa per pensare” (Comune di Bologna e Coop Adriatica) 1998. Durata 6’ 20”. Animazione di silhouettes. Pellicola Super 8. Classe V B sc. elementare “Drusiani”, Bologna. Inss. Gianna Bonazzi e Gabriella Cussini. Coordinatrici: Mirella Domenicali e Tiziana Passarini. Sinossi: la fiaba tradizionale “Hansel e Gretel” dei fratelli Grimm. Il film è stato presentato alla Rassegna Animacinema di Bologna. Premi: primo premio al FanoVideoFestival ‘98, menzione a Videocinema&scuola di Pordenone ‘99; primo premio al Festival premier clap di Angers (Francia), anno 2001.
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Altri film da segnalare Coordinatrici Mirella Domenicali e Tiziana Passarini
Papaveri e papere Aula didattica “La testa per pensare” 1996. Durata 3’20”. Carta ritagliata. Classe Va. Inss. Marisa Giuliani e Ombretta Tosatti sc. elementare “Zanetti”, Bazzano, BO.
Asino che dorme Aula Didattica “La testa per pensare” 1997. Durata 5’13”. Classe IV C. Inss. Simonetta Ropa e Angelo Daldi, sc. elementare Longhena, BO.
Perché il sole e la luna vivono in cielo Un mondo fantafiabico Aula Didattica “La testa per pensare” (Comune di Bologna in convenzione con Coop Adriatica) 2002. Durata 4’ 30”. Tecniche diverse VHS. Classe IV C sc. elementare Longhena. Ins. Simonetta Bologna Ropa. Coordinatrici: Mirella Domenicali e Tiziana Passarini. Sinossi: un uovo si schiude e ne esce un pulcino curioso che intraprende un viaggio fantastico: attraversa il mondo delle fiabe per arrivare nella realtà e scopre che la vita è difficile… I bimbi hanno rappresentato la loro voglia di avventura ma anche il bisogno di protezione.
Tra il mio banco e l’infinito Cineteca di Bologna - Laboratorio di cinema d’animazione condotto da Tiziana Passarini e Cèline Willard 2006. Durata 3’25”. Tecniche diverse. Musica Mael Le Treust. Classe IV B sc. elementare Drusiani, Bologna. Ins. Sabrina Guerra. Sinossi: i bambini hanno animato i loro pensieri, sogni, fantasie, a partire da un titolo comune che li ha stimolati ad esprimersi liberamente, trovando punti di contatto tra l’esperienza scolastica quotidiana e gli spazi infiniti che la mente può abbracciare. Premi: primo premio sezione sc. dell’infanzia e primaria Sottodiciotto Film Festival 2006.
Aula Didattica “La testa per pensare” 1997. Durata 4’30”. Classe V A. Ins. Angela Ferranti, sc. elementare Casaralta, BO.
Ancora tu Aula Didattica “La testa per pensare” 1997. Durata 4’14”. Classe III A e B. Inss. Marisa Giuliani e Ombretta Tosatti, sc. elementare “Zamboni”, BO.
Andata e ritorno Aula Didattica “La testa per pensare” 2001. Durata: 4’14”. Classe V B. Inss. Marisa Giuliani e Ombretta Tosatti sc. el. “Zanetti”, Bazzano, BO.
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Comune di Botticino
Da sei anni l’Assessorato alla P.I. e Cultura del Comune di Botticino, nell’ambito dell’offerta formativa rivolta alle Scuole dell’Infanzia, sostiene il Progetto “Videoanch’io” in collaborazione con AVISCO di Brescia. Un’esperienza nata come laboratorio per i bambini di 5 anni, per scoprire i trucchi e le magie che si possono fare con il televisore e la telecamera. Da subito ci siamo accorti che bisognava andare oltre e produrre direttamente in modo da coinvolgere diversi apprendimenti dei bambini. Così il testo – che a volte nasceva dalla fantasia e dal vissuto dei bambini e a volte da libri letti dall’insegnante – veniva interpretato e memorizzato; la storia tradotta in immagini con i disegni infantili; i personaggi animati con precisione e sonorizzati con una ricerca attenta che consentiva la scoperta delle tecniche audiovisive. Un progetto di attività didattica a 360 gradi. Nel contempo il gusto dei bambini è andato affinandosi e la poesia è sbocciata. Un risultato non indifferente, riconosciuto anche dalle segnalazioni e dai premi ricevuti nei più importanti concorsi nazionali riservati ai prodotti audiovisivi delle scuole. L’esperienza è stata positiva per i nostri bambini, come per le insegnanti che, seguendo i laboratori, hanno fatto proprie alcune tecniche, diventando così conduttrici in prima persona di alcune fasi del progetto, hanno realizzato un aggiornamento sul campo e permesso un ampliamento dell’esperienza anche ai bambini di quattro anni. Gli audiovisivi prodotti negli ultimi anni sono diventati occasione di proiezione pubblica per le famiglie che – soprattutto nelle immagini dei backstage – hanno potuto valutare il lavoro e l’impegno dei propri figli, condividendo l’importanza e la ricchezza del progetto. In questi sei anni circa 900 bambini hanno partecipato a questo gioco visivo, realizzando – insieme ad insegnanti ed esperti appassionati – 50 audiovisivi che costituiscono una testimonianza di crescita, un patrimonio didattico, una memoria affettiva, una soddisfazione per l’Amministrazione Comunale.
Produzioni del Comune di Botticino
Marinella Rossi, Assessore P.I. e Cultura
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I contrari Scuola dell’infanzia Botticino Sera, Plesso Giallo 2006. Durata 4’05”. Carta ritagliata. Sinossi: concetti di contrari visualizzati in brevi animazioni: Chiuso-Aperto, Basso-Alto, Corto-Lungo, Veloce-Lento, Grasso-magro, Dolce-Amaro, Freddo-Caldo, Pulito-Sporco, Felice-Triste, Guerra-Pace.
La passeggiata di un distratto Scuola dell’infanzia Botticino Sera Plesso Rosso 2006. Durata 4’ - carta ritagliata. Sinossi: dal racconto di Gianni Rodari le avventure di Giovannino che durante una passeggiata perde una mano, un braccio, un orecchio, un piede… perché distratto da ciò che vede.
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Zero baci per me
Piccolo giallo piccolo blu
Scuola dell’infanzia Botticino Sera, Plesso Verde 2003. Durata 2’40”. Teatrino da videocamera. Sinossi: da un racconto una breve animazione che narra l’antipatia di un bimbo verso i baci che adulti e bimbe non esitano a regalare. Ma… Premi: primo premio Sottodiciotto Film Festival, Torino e Fiera Internazionale del Libro, categoria scuola dell’infanzia/scuola primaria; primo premio Festival Internazionale Videocinema&scuola Pordenone 2004.
Scuola dell’infanzia di Botticino San Gallo 2005. Durata 4’. Plastilina. Sinossi: la storia di Leo Leonni raccontata e animata con il pongo dai bambini: semplici macchie di colore blu e giallo diventano protagoniste di una storia che ricostruisce l’amicizia tra due piccoli di colore diverso, in un mondo di colori differenti. Premi: primo premio Sottodiciotto Film Festival Torino 2005; secondo premio Videocinema&scuola Pordenone.
Coccole Scuola dell’infanzia Botticino Sera Plesso Blu 2006. Durata 3’05” – carta ritagliata. Sinossi: una scimmiotta attraversa la giungla alla ricerca della sua mamma per avere tante coccole. Selezionato al Sottodiciotto Film Festival Torino 2006.
Un paese bellissimo Scuola dell’infanzia Botticino Mattina 2006. Durata 3’15”. Tecnica mista carta ritagliata e dal vero. Sinossi: un videoclip che illustra attraverso i disegni animati dei bambini le principali caratteristiche del loro paese.
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Altre animazioni prodotte dal 2002 al 2006 nelle scuole dell’Infanzia ed elementari di Botticino Mattina, Sera, San Gallo Il Mago Pino Mattina 2002-2003. Durata 5’ – carta ritagliata La mia amica luna S. Gallo 20022003. Durata 3’40’’ – carta ritagliata Flon Flon Sera 2002-2003. Durata 4’ – carta ritagliata
Guizzino Sera 2002-2003. Durata 3’45’’ – carta ritagliata La balena Filomena Sera 20022003. Durata 4’30’’ – carta ritagliata Mi piace il cioccolato Sera 20032004. Durata 4’30’’ Ciribiriccoccola Sera 2003-2004. Durata 4’ – tecnica mista carta ritagliata dal vero L’avventura di Gocciolina Drop Mattina 2003-2004. Durata 5’ – tecnica mista teatrino da videocamera e videattivo Viva la scuola Sera 2003-2004. Durata 3’20 – carta ritagliata Buon compleanno Sera 2003-2004. Durata 4’ – carta ritagliata Una fame da lupo Sera 2004-2005. Durata 4’ – carta ritagliata Cartoni animali Sera 2004-2005. Durata 4’ – carta ritagliata Piccole storie di pongo Sera 20042005. Durata 7’30’’ – plastilina La cosa più importante S. Gallo 2005-2006. Durata 4’30’’ – carta ritagliata A scuola di magie Sera 2005-2006. Durata 4’20’’– carta ritagliata Telepongo scuola elementare “Tito Speri” 2006-2007. Durata 4’30’’ – plastilina
La Muccalla
Bodrio delle farfalle
Le mucche in rivolta
CRSDA Regione Lombardia per il Progetto Scrivimmagine, Milano 1994. Durata 3’06”. Tecniche miste. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam - Classe III C sc. elementare di Via Pace, Limbiate (MI). Ins. Tiziana Finazzi, Lucia Sindaco. Sinossi: visualizzazione dell’omonima canzone per bambini.
Provincia di Cremona, CRSDA Regione Lombardia per il Progetto Ambiente Immagine 1995. Durata 2’ 34”. Carta ritagliata. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam. Classi III, IV e V sc. elementare di Stagno Lombardo (CR). Ins. Anna Maria Papini. Sinossi: la rana che vive nel Bodrio delle Farfalle assiste al degrado del suo stagno, ma chiama i suoi amici animali e lo ripuliscono.
Provincia di Cremona, CRSDA Regione Lombardia per il Progetto Ambiente Immagine 1995. Durata 2’42”. Carta ritagliata. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam. Classe III sc. elementare di Montodine (CR). Ins. Mario Denti. Sinossi: le mucche si ribellano all’inquinamento di acqua e aria provocato da una fabbrica.
Il calore dei fiori (Teleriscaldamento)
Provincia di Cremona CRSDA della Regione Lombardia Film coordinati e diretti da Daniele Not nelle scuole elementari e medie. Prima metà degli anni ‘90
Provincia di Cremona, CRSDA Regione Lombardia per il Progetto Ambiente Immagine 1995. Durata 1’ 21”. Tecniche miste. Pellicola 16 mm, postproduzione in BetacamClasse II F sms Vida (CR). Ins. Emanuela Grande. Sinossi: spot sull’uso dell’olio di colza per la cogenerazione di energia elettrica e di calore per il teleriscaldamento.
Aria - Acqua - Terra-
Tre spot per non inquinare
Provincia di Cremona, CRSDA Regione Lombardia per il Progetto Ambiente Immagine 1995. Durata 3’13”. Carta ritagliata. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam - Classi III C e D sc. elementare Cappi, Castelleone (CR). Inss. Luisa Bonetti, Rosaria Cristiani, Mariola Riboli. Sinossi: spot di invito a comportamenti corretti ai fini della protezione dell’ambiente. 52
Giochi d’acqua Provincia di Cremona, CRSDA Regione Lombardia per il Progetto Ambiente Immagine 1995. Durata 1’40”. Disegno in fase su carta. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam. Classi IV A e B sc. elementare Cappi, Castelleone (CR). Inss.Tina Taino, Ersilia Feraboli, Angela Carcano, M. Teresa Robati. Sinossi: animazione di linee e tratteggi sul tema “acqua”, su musica di C. Débussy.
I diritti del lettore CRSDA Regione Lombardia e “Gli alcuni” - TV, per Oscar Junior Cremona 1995. Durata 2’05”. Carta ritagliata. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam. Classe II C sms Enrico Fermi, Osio Sotto (BG). Inss. Lillo Geremia, Renato Daminelli, Enzo Gamba, Lucia Capelli. Sinossi: libera interpretazione del Decalogo del lettore, da Come un romanzo di Daniel Pennac.
Non aspettare il mago Provincia di Cremona, CRSDA Regione Lombardia per il Progetto Ambiente Immagine 1995. Durata 1’14”. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam. Classe III C ITC Pacioli, Crema (CR). Ins. Giuseppe Orsini. Sinossi: spot per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Acqua e sapone che passione! CRSDA Regione Lombardia, ”Gli alcuni” TV per Oscar Junior 1995. Durata 1’15”. Carta ritagliata. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam. Sc. dell’infanzia Cavagnis, Zogno (BG). Inss. Roberta Manzoni, Marina Tassis, Claudia Bertazzi. Sinossi: spot di invito a comportamenti corretti ai fini della salvaguardia dell’ambiente.
Il camaleonte CRSDA Regione Lombardia, “Gli alcuni” TV per Oscar Junior 1995. Durata 53”. Carta ritagliata. Pellicola 16 mm, postproduzione in Betacam. Classe I B sc. elementare Biffi (BG). Inss. Romana Glanzer, Claudia Bertazzi. Sinossi: gioco-esercitazione per il riconoscimento dei colori.
Il gigante egoista Progetto di videoanimazione con i bambini di Mazzano La salvaguardia dell’ambiente è indubbiamente una delle questioni più importanti ed attuali che appassionano adulti e bambini. Ecco che il tema del parco e del giardino diventa, per questo anno scolastico, filo conduttore del progetto ecodidattico “E tutti giù per terra” che l’amministrazione comunale di Mazzano propone a tutte le scuole del territorio. Il parco pubblico, il giardino scolastico, il giardino di casa sono spazi che i bambini dovrebbero sentir propri e imparare quindi a gestire
Comune di Mazzano
Comune di Mazzano Laboratorio Audiovisivo, in collaborazione con Vinz Beschi AVISCO
correttamente, appropriandosene attraverso l’osservazione e il gioco, valutandone le condizioni, le possibili funzioni, stabilendo regole e comportamenti adeguati. Che cosa sono, infatti, il parco e il giardino, se non il concetto meraviglioso di una natura antropizzata, cioè ritagliata a misura d’uomo nel rispetto di entrambi? L’obiettivo principale è dare la possibilità ai bambini di crescere all’interno della propria comunità in modo attivo e partecipe prestando attenzione alle diverse problematiche che richiedono risorse e soluzioni personali, sviluppando le loro capacità di leggere, scrivere, disegnare, progettare, costruire e collaborare. Con Vincenzo Beschi abbiamo cercato un punto d’incontro tra arte d’animazione ed ecologia. Con il suo laboratorio d’animazione Teatrino elettronico, l’artista offre ai bambini la possibilità di animare un racconto, rivisitandolo e reinterpretandolo attraverso il cartone animato. Il giardino della fiaba di Oscar Wilde è diventato così il luogo privilegiato dove, attraverso il gioco e l’osservazione diretta, i bambini hanno scoperto il parco come realtà che vive e si trasforma. Ferdinando Facchin
Assessore all’Ecologia e allo Sviluppo Sostenibile Roberta Zizioli Responsabile Biblioteca Com. ‘Franca Meo’ biblioteca@comune.mazzano.bs.it
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L’Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile (ITER) raccoglie le attività educative che la Città di Torino propone ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie al di fuori dell’ambito scolastico. Attraverso i suoi Centri di Cultura contribuisce alla costruzione di una città educativa e coinvolge quanti, a vario titolo, si occupano di educazione. I Centri di Cultura orientano le loro attività all’interno delle 5 aree concettuali peculiarmente torinesi: sono strutture che offrono, promuovono diverse attività educative, distribuite sul territorio cittadino, si rivolgono alla fascia 0-6 e 6-14 anni e fanno riferimento a: 1) ambiente fisico, 2) ambiente sociale, 3) comunicazione, 4) forme espressive, 5) gioco. I centri di Cultura che producono cinema con i ragazzi da 0 a 14 anni sono il Centro di Cultura per l’Infanzia sull’Espressività e la Comunicazione (per bambini fino a 11 anni), con la Sezione Immagine e Teatro e il Centro di Cultura per la Comunicazione e i Media fino ai 14 anni con la Sezione Cinema d’Animazione e Multimedialità.
Città di Torino Istituzione Torinese Educazione Responsabile (ITER) Centro di Cultura per l’Infanzia sull’Espressività e la Comunicazione Laboratorio Immagine 2 info via Manin 20 10153 Torino labinfan@comune.torino.it Centro di Cultura per la Comunicazione e i Media info via Modena 35 10152 Torino massmedia@comune.torino.it labmille@comune.torino.it Per saperne di più: www.comune.torino.it/crescere-in-citta’
Centro di Cultura per la Comunicazione e i Media
L’obiettivo principale è ricercare stimoli e opportunità per aiutare a crescere i bambini e i ragazzi della nostra città. Propone percorsi di accompagnamento culturale e pedagogico che offrono spunti di riflessione e confronto, di formazione, di sperimentazione e ricerca, nei diversi linguaggi comunicativi. Il raccordo con Enti, Associazioni e il monitoraggio dei bisogni e degli interessi dei ragazzi, consentono la creazione di reti e di supporto agli insegnanti e alle famiglie. Proposte per il tempo libero offrono occasioni alle famiglie di stare insieme e di occupare in modo interessante il tempo libero. Interessanti il confronto e la verifica delle strategie educative adottate. I prodotti realizzati dal Centro sono essenzialmente video (50 titoli in videoteca). Il nostro Centro offre anche l’opportunità di sperimentare la produzione video in uno studio televisivo, adeguatamente attrezzato per le riprese e il montaggio digitale. Attualmente il Centro è gestito da un gruppo di otto insegnanti, distribuiti in quattro sezioni: Mass Media e Informazione: produrre testi per la posta elettronica, giornalino on-line, “mini telegiornale” o breve fiction, per consentire di conoscere e sperimentare le potenzialità delle tecnologie. Pubblicità: conoscere i meccanismi che regolano il messaggio pubblicitario, per diventare più consapevoli dei condizionamenti e, quindi, più autonomi nelle scelte. Torino Lingue: conoscere altre culture, educare al dialogo e alla convivenza nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze, offrendo ai ragazzi nuove opportunità formative.
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Dalla luna alla Sfinge Classe V B, sc. elementare “Salgari” 1989/1990. Durata 8’. Carta ritagliata. VHS. Sinossi: una notte tutte le statue e gli oggetti presenti nel museo Egizio, prendono vita grazie ad un raggio di luna. Il guardiano del museo viene mummificato… alla fine si risveglia… o no? Premi: targa d’oro alla VIII Rassegna Audiovisivi e scuola Mondavio 1990; premio speciale alla IX Rassegna Selezione internazionale Audiovisivi e scuola Mondavio 1991; primo premio alla Rassegna Cinevideoscuola Bergamo 1991.
Cinema d’Animazione e Multimedialità Il laboratorio dell’immagine Millelire ha iniziato ad operare nel 1977 e promuove attività sulla comunicazione con metodologie che hanno lo scopo di far produrre ai ragazzi immagini statiche e dinamiche, di sviluppare le capacità critiche, ma anche e soprattutto di creare situazioni che favoriscano la socializzazione, la cooperazione e lo sviluppo di rapporti interpersonali positivi tra i diversi soggetti coinvolti quali bambini, ragazzi, adulti. La filosofia del laboratorio è quella dell’apprendere “giocando e producendo”, cioè facendo, sperimentando, manipolando e mettendo in moto il laboratorio mentale che c’è in ognuno di noi, grandi e piccoli. Un clima sereno, favorevole, libero influisce sulla creatività, sull’apprendimento e anche sul prodotto finale. Imparare a costruire per poi “smontare”: smontare per leggere, leggere per capire, capire per diventare fruitori critici di immagini. Attualmente il laboratorio è inserito nel centro di cultura per la comunicazione e i media ed è gestito da un gruppo di sei insegnanti. Realizza percorsi didattici per la produzione di cartoni animati, corsi di formazione per insegnanti ed educatori, attività per le famiglie, consulenze. I prodotti realizzati dal laboratorio sono essenzialmente film in cinema d’animazione (oltre 100 i titoli in videoteca di cui molti hanno ricevuto premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale), viene utilizzata la tecnica tradizionale della ripresa a passo uno con l’uso del computer per l’acquisizione delle immagine e per il montaggio. Le produzioni sono coordinate da Vanda Castrovilli, Silvana Ferrero, Gabriella Garbarino, Caterina Mascolo, Fulvia Clari, Elio Mosso.
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Elmer Classe V sc. elementare “Colonna e Finzi”, ics “Cairoli”, classi IV e V 1994/1995. Durata 9’. Carta ritagliata. VHS. Sinossi: Elmer, stufo di essere un elefante multicolore diverso dagli altri trova la maniera di diventare grigio come gli altri. Gli altri animali non riconoscendo più Elmer, pensano di aver perduto un amico. Una pioggia provvidenziale risolverà la situazione. La storia è tratta da un racconto di David Mackee. Premi: primo premio Spazio Torino festival Cinema giovani 1995.
Troppo rumore Classi III A B C e succursale III A ics “Cairoli” 2000/2001. Durata 7’18”. Carta ritagliata. VHS. Collaborazione: Vincenzo Gioanola di Lanterna Magica. Sinossi: storia d’autore. Bisticci tra due vicini di casa: diversità, tolleranza, mediazione dei conflitti risolti dalla musica. Realizzato in occasione del centenario della morte di G. Verdi. Premi: 1° premio Spazio Torino al Festival Cinema Giovani; targa d’Argento alla 25a edizione del Concorso Nazionale del Cinema Indipendente Casteggio (Pavia).
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Altre produzioni significative:
Come è bella la città Classe V A 2004/2005 ics Cairoli, V A sc. elementare Matteotti (Torino). Durata 4’. Carta ritagliata. DVD. Sinossi: videoclip. Prendendo spunto da alcune opere futuriste smontando, rimontando, reinterpretando i quadri di diversi pittori, i ragazzi di due classi hanno visualizzato la canzone di Giorgio Gaber Come è bella la Città. Premi: primo premio VII festival Internazionale Cinema d’Animazione e Fumetto, Dervio (Lecco); primo premio Scuola Video Multimedia Italia, Cazzago San Martino (Brescia) Sezione a tema libero; primo premio Parco Amiata Abbadia San Salvatore (Siena).
Parapapà Classi II H e III E, sez. staccata ospedale infantile “Regina Margherita“ e classi IIA/II B sms Peyron e ics Des Abrois (Oulx Torino) 2005/2006. Durata 4 ‘55’’. Carta ritagliata, plastilina e disegno in fase. Musica Tarareando di Carlos Paz eseguita dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Sinossi: in occasione delle olimpiadi invernali Torino 2006, i ragazzi della “città” e quelli della “montagna” hanno prodotto un videoclip sulla valorizzazione della cultura dello sport. Il film, commissionato dal comitato organizzatore olimpiadi Toroc, si propone di rappresentare in modo poetico le discipline dello sport invernale, la storia delle olimpiadi dentro la cornice di Torino e dell’Italia. Premi: premio sezione scuola secondaria primo grado VIII edizione Festival internazionale di Animazione e Fumetto Dervio (Lecco). Il video è stato utilizzato dal comitato olimpico organizzatore durante tutte le manifestazioni delle gare come intrattenimento del pubblico. 57
L’importante è partecipare 1983/ 1984, classi quinte A B C D ics Cairoli Verso occidente 1992/1993, classe IV B ics Cairoli, sc. elementare Collodi, classe IV B sc. elementare Mazzini e classe IV E Strada Castello di Mirafiori Una questione di forma 1999/2000, classi V A B sc. elementare Matteotti (Vinovo) Qui gatto ci cova 1998/1999, classe IV sc. elementare Colonna, Finzi, Rayneri Mission possibile 2000/2001, classe III C sms Meucci Coccodrilli verdi 2001/2002, classi IV e V sc. elementari Colonna e Finzi La storia 2001/2002, classe II E sms PeyronFermi, sezione distaccata presso l’ospedale “Regina Margherita” di Torino Agua o tervasserò 2003, sc. elementari Abba, D’Azeglio, Don Bosco, Novaro, Rayneri, Tommaseo W la pappa col pomodoro 2005/2006, classe II E sms PeyronFermi, VB ics Cairoli, IV A sc. elementare Carducci Silenzio nevica 2005/2006, classe III D sc. elementare Collodi e IV D sc. elementare Duca degli Abruzzi Spot Book Crossino 2005/2006, classi II A e II B ics Cairoli Ja we Aare au marché 2006
Laboratorio Immagine 2 di via Nuoro Il laboratorio Immagine 2 si rivolge principalmente ai bambini e alle insegnanti della scuola dell’infanzia organizzando seminari di formazione per i docenti e percorsi didattici per i bambini. Il laboratorio è anche uno spazio particolarmente stimolante e ricco: è infatti allestita una mostra permanente che permette di giocare con macchine e giochi del precinema, illusioni ottiche, specchi deformanti ecc. Sono inoltre a disposizione strumenti quali tavoli luminosi, lavagna luminosa, telecamera, registratori, computer, proiettori per diapositive e tanti materiali che i bambini possono usare autonomamente. In periodi prestabiliti lo spazio laboratorio è a disposizione della cittadinanza, bambini e famiglie. I cartoni animati vengono realizzati coi bambini della scuola dell’infanzia. I film sono coordinati da Anna Torazza e Maria Grazia Destefanis.
La pulcinella di mare
Quando vai per strada
Laboratorio Immagine 2 1998. Durata 4. Carta ritagliata. VHS. Gruppo di 15 bambini di 5 anni sc. dell’infanzia di via Paoli. Inss. Gabriella Stocco, Angela Bragato e Anna Torazza, Maria Grazia Destefanis e Rosa Salvano. Sinossi: il film, vero e proprio documentario, racconta le caratteristiche e le abitudini di vita della pulcinella di mare. Questo animale, presentato dall’insegnante di inglese, ha affascinato i bambini, forse per il suo curioso e simpatico aspetto. Premi: primo premio Cinevideoscuola Bergamo, 1998; premio concorso cortometraggi Valsusa Filmfest (TO) 2000; premio speciale Videozoom Tornaco 2000; premio scuole Roero Videofestival 2000.
Laboratorio Immagine 2 2006. Durata 1’43”. Carta ritagliata cattura digitale. Gruppo 25 bambini di 5 anni sc. dell’infanzia di via Rubino. Ins. Debora Molino. Sinossi: qual è il pericolo maggiore che incontrano i bambini lungo il percorso che dalla scuola porta in laboratorio, che però si può estendere a tutte le strade della città? L’esperienza diretta ha permesso ai bambini di individuare un grande problema di educazione e rispetto degli altri che purtroppo non dipende da loro. Premi: menzione speciale Concorto Pontenure (PC) 2006.
Un po’ di Po Laboratorio Immagine 2 2005. Durata 1’44”. Carta ritagliata. Digitale. Gruppo di 8 bambini di 5 anni sc. dell’Infanzia Cellini, ins. Manuela Gianinetti. Sinossi: La città di Torino e il fiume Po raccontato dai bambini. Gite, ricerche, incontri con esperti, esperienze dirette sono riassunte in questo piccolo cartone animato. Premi: primo premio Festival dell’immagine Savona 2005; premio Ciak per L’ambiente Cazzago Milano; Video Tivoli Campee, selezionato 2006. Secondo premio Immagina Leinì Torino; primo premio animazione Terranova Nature Film Festival Wildlife Vaasa. Premio Animazione.
Leo draghetto mangiarifiuti Laboratorio Immagine 2 1998. Durata 3’20”. Carta ritagliata VHS. Gruppo12 bambini di 4 e 5 anni sc. dell’infanzia di Via Barletta. Ins. Carla Paggi. Sinossi: la storia di un draghetto che mangia i rifiuti e deve insegnare ai bambini a raccoglierli in modo differenziato. Premi: secondo premio 5° Festival del cortometraggio Pescara 1998; secondo premio Cinevideoscuola Bergamo; Menzione speciale Torino Film Festival 1999; premio sezione educazione ai linguaggi audiovisivi Giornata del cinema del sorriso Cinema in Umbria; Corti in cortile Calamandrana (AT); premio migliori effetti speciali; primo premio ex-aequo miglior cortometraggio amatoriale Clorofilla film festival Bibbiena (AR); segnalazione di merito Cinemacorto Quargnento (AL) 2000; Menzione speciale Festival del cinema scolastico Sanremo 2002; menzione speciale Concorso nazionale Scuola Video Multimedia Italia Cazzago San Martino (BS) 2003. 58
C’era una volta una biblioteca Laboratorio Immagine 2 2005. Durata 2’32”. Carta ritagliata. Cattura digitale. Gruppo 30 bambini di 5 anni sc. dell’infanzia di via Gioberti. Inss. Anna Gallino, Mari Casano e Cinzia Bottosso. Sinossi: a scuola, durante l’anno scolastico, i bambini hanno svolto una ricerca sui libri e sulle favole. Le storie sono state “rimescolate” per inventarne una nuova che aveva come obiettivo quello di sensibilizzare alla lettura sia i bambini che gli adulti. Premi: menzione speciale Giornate del Cinema del Sorriso Umbertide (Pg) 2005; menzione speciale Festival Pietra De Fusi; Video Tivoli Tampere selezionato; menzione speciale Sottodiciotto Film Festival.
Docente di discipline pittoriche presso il “Modigliani”, Raffaele Luponio da oltre vent’anni si occupa di cinema d’animazione e della sua divulgazione in ambito didattico. Ha svolto attività di relatore a numerosi corsi di aggiornamento sul cinema organizzati dall’IRRE e da altri enti (Rassegne di cinema e scuole). Dal 1992 dirige il Laboratorio di cinema d’animazione immagine per immagine del liceo artistico Modigliani di Padova; con i suoi allievi ha realizzato oltre settanta cortometraggi a passo uno. Raffaele Luponio abita a Padova.
Liceo Artistico Modigliani Padova Via Scrovegni 30, 35141 Padova Tel. 049/662396 - 049/8756076 Fax.049/8755338
Con Escher Classe III C 1987. Durata 5’. Pellicola 16 mm. Tecniche diverse. Autori studenti: F. Agostini, F. Giordani, V. Narduzzi, M. Baldin, L.D. Magrini, M. Toson, S. Benetello, M. Masiero, M. Zordan. Sinossi: un uccello ci accompagna nel mondo di Escher, rappresentazione finita dell’infinito, librandosi in orizzonti i cui confini non saranno mai definiti e subendo trasformazioni in accordo con quel caleidoscopico mutare di immagini che è il mondo di Escher. La sequenza termina, secondo un processo circolare, quando l’uccello diviene preda di un pesce. Premi: pluripremiato in italia e all’estero.
Non ce la faccio più Laboratorio Immagine per immagine 1993. Durata 45”. Disegno in fase. VHS – SVHS. Autori studenti: Elisabetta Benfatto, Nicoletta Canton, Fabio Carraio, Chiara Destro, Simone Falso, Paolo Fontana, Giuseppina Garon, Alessandro Malpeli, Debora Mamprin, Luigi Mercanzin, Nadir Mognato, Giorgia Pattaro, Antonio Pivetta, Elisa Saracin, Federica Turrin, Elisabetta Zaccaria, Silvia Zanini. Sinossi: all’insegna del grottesco e del puro divertimento si racconta in 40 secondi la disperata ricerca di una toilette da parte di un omino nella città.
Raffaele Luponio e-mail: r.luponio@tiscali.it affaele.luponio@liceomodigliani.it
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Trafficando trafficando
L’ombelico del mondo
Laboratorio Immagine per immagine 1994. Durata 5’30”. Disegno animato. VHS - SVHS. Autori studenti: Davide Bortolato, Elisabetta Benfatto, Loretta D’orsogna, Simone Falso, Paolo Fontana, Stefano Nicoletti, Giogia Pattaro, Antonio Pivetta, Marco Quartesan, Caterina, Zaccaria. Elisabetta Zaccaria, Davide Zanella, Vasco Zara, Massimo Zoppello. Sinossi: in rapida sintesi dalla preistoria ai giorni nostri, il cortometraggio intende raccontare l’evoluzione e le degenerazioni del traffico: dai ritmi naturali delle origini alla fretta, al caos, all’inquinamento atmosferico e acustico.
Laboratorio Immagine per immagine 1998. Durata 4’20”. Tecniche diverse. VHS - SVHS. Autrici studentesse: Chiara Albertoni, Francesca Barichello, Serena Cazzola, Lucia Colcone, Angela Della Regina, Anna Gobbo, Elisabetta Guarino, Gloria Perin, Mariana Peruzzo, Patrizia Piccolo. Sinossi: Il video ha preso spunto dalla canzone di Jovanotti L’ombelico del mondo. Durante una prima fase preparatoria le allieve del Laboratorio di cinema di animazione del liceo Artistico di Padova coordinate dal professor Luponio, hanno cercato di decodificare il significato del testo, anche attraverso un approfondimento di codici linguistici appartenenti a culture diverse, in particolare quella africana, arrivando infine a darne una libera interpretazione.
Onde riflessi flussi riflussi
Cirkus Polka
Laboratorio Immagine per immagine 1998. Durata 10. Tecniche diverse. VHS – SVHS. Classe III C, autori studenti: Sara Aldrigo, Deborah Barbiero, Elena Bassan, Enrica Bergamasco, Laura Bettin, Francesca Bordin, Sara Carraro, Sabrina Castellan, Lucia Colcone, Elena Fiorin, Giulia Maran, Valentina Maran, Valeria Musner, Fedrica Salata, Sabrina Salvagno, Eleonora Sarasin, Laura Serafini, Marzia Talpo, Sara Tasinato, Nicoletta Tognon, Liuba Tubaldo, Elisabetta Veronese, Elena Vettore, Luana Zambonin. Sinossi: un gruppo di studentesse deve partecipare ad un concorsovideo su problematiche legate al tema del mare. I tempi stringono, il lavoro non è completato, quando improvvisamente… Affrontare il tema del mare per realizzare un video di animazione ha consentito alle studentesse di sperimentare varie tecniche del cinema a passo uno e di approfondire la conoscenza del linguaggio cinematografico. Il lavoro ha fornito l’opportunità di interventi interdisciplinari per l’elaborazione del testo, la musica, il balletto e la grafica.
Laboratorio Immagine per immagine 2002. Durata 3’30”. VHS – SVHS. Autrice studentessa Sarah Batocchio. Sinossi: elefanti di vari colori e grandezze in compagnia di volatili cangianti si animano sullo schermo, come se fossero sulla tela di un quadro.
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Farù Futu Sbacaa Bees Laboratorio Immagine per immagine 1998. Durata 3’. Tecniche diverse. VHS – SVHS. Autori studenti: Alice Frizzarin, Luigi Mercanzin. Sinossi: una lunga carrellata verticale di animali contro le leggi della natura. Api impertinenti, curiose e affamate. Un’introduzione orizzontale e l’idea dell’imprevisto che ritorna.
Laboratorio immagine per immagine 2002. Durata 2’. VHS – SVHS. Autore studente Xuè Penuella. Sinossi: discussione sul futurismo di due critici sudanesi: “Verbalizzazione astratta” di Giacomo Balla, 1914.
Bontà Amore e Fantasia
Marcord
Laboratorio immagine per immagine 2001. Durata 2’. VHS – SVHS. Classe IV C. Autrici studentesse: Elisa Angelelli, Alessia Pastorello, Sara Khoury, Azzurra Salvo. Sinossi: un divertimento sull’aspetto accattivante genuino e quasi magico di un cibo amato in tutto il mondo e che conserva la fragranza della cultura partenopea.
Classe IV F 2005. Durata 10’. Mini dv. Tecniche diverse e ripresa dal vero. Sinossi: un cortometraggio tra sogno e visione, fra realtà e passione. Il mare e la sua vita nel vortice dell’immaginazione.
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Fuochi d’artificio
Animazioni
Amministrazione Provinciale di Pisa Associazione Cinema Ragazzi Biennale del Cinema dei ragazzi Breve antologia storica del cinema di animazione nella scuola a cura di Luca Pieruccetti
Classe VA e VD 1978/1979. Durata 7’01’’ muto. Pixillation. Pellicola super8. Sc. elementare Modigliani, Livorno. Coordinatore: Ettore Gagliardi. Sinossi: primi “esperimenti” di linee e scritte che si formano sullo schermo; oggetti che si compongono e si scompongono: un vasetto di fiori, fantasia di biglie magiche ed infine la grande corsa. I ragazzi riproducono una pista e la gara automobilistica nei suoi momenti salienti.
Il mago e la bambina Sc. elementare Modigliani, Livorno 1980. Durata 3’. Carta ritagliata. Sonoro Pellicola super8. Coordinatore: Ettore Gagliardi. Sinossi: una bambina coglie al volo l’apparizione di un mago e si fa accompagnare magicamente a scuola; evita così di utilizzare il consueto bus scolastico. 62
Classe I, gruppo L.A.C. 1980/1981. Durata 5’28’’. Musica di Igor Stravinski, animazione di polverine colorate. Pellicola super8. Cinepascoli Scuola Media G. Pascoli, Monza. Coordinatori: Valeriana Maspero, Roberta Paladini, Daniele Not. Sinossi: forme e colori in movimento visualizzano, in sincrono con la musica e immagini suggestive e variopinte, un evento spettacolare che spesso si svolge al termine di manifestazioni locali e nazionali.
Il sole la luna Sc. elementare Cairoli, Torino 1982/1983. Durata 3’12’’. Carta ritagliata. Pellicola super8. Coordinamento: esperti laboratorio Immagine. Sinossi: le immagini si animano sempre più al proprio interno, si muovono occhi, bocca e i ragazzi, insieme agli animatori, inventano una canzone che diventa la traccia sonora e narrativa della breve storia raccontata.
Tappi e molle… una rivoluzione folle Comune di Torino 1985. Durata 4’43’’. Pellicola 16mm. Classi V A sc. elementare Zumaglia di Torino e classe V B sc. elementare Moretti, Pisa. Inss. C. Gozzolino e Merlo; L. Puccini e A. Fiorentini. Collaborazione: Cooperativa Lanterna Magica, Torino. Coordinatori: D’Alò, Marco Massa, Enzo, C. Richiaro. Sinossi: la collaborazione tra scuola e realtà produttive presenti sul territorio locale segna una notevole svolta qualitativa e quantitativa dell’audiovisivo scolastico. Le vicende rappresentate dai ragazzi scaturiscono da problemi di vita e di scuola, sono vissute con ironia e seria partecipazione.
Comune di Venezia Comune di Padova Selezione dei film a cura di Gianni Trotter coordinatore delle produzioni
Frittata metropolitana Comune di Venezia, Servizi di Progettazione Educativa 2002. Durata 1’20 “. Carta ritagliata. Classe VB sc. elementare Da Vinci, Mestre. Inss. Patrizia Germani e Cristina Sauri. Coordinamento: Gianni Trotter e Daniele Zuccato. Sinossi: breve animazione a ritmo di rap che intende rappresentare in modo ironico una sintesi dei diversi aspetti dell’educazione stradale. Un “uovo sapiens” in una città di ovetti ci spiega l’importanza del codice stradale, ma basta una distrazione e tutto si trasforma in una… frittata metropolitana. 63
Pace, Pacina, Pacetta Comune di Padova, Servizi Scolastici 2003. Durata 5’. Carta ritagliata. Classi II A e II B sc. elementare Randi, Padova. Inss. Carlotta Maso e Nelly Zenato. Coordinamento: Gianni Trotter. Sinossi: il tema della pace rappresentato da dieci brevi storie di animali, una lotta tra deboli e forti, tra grandi e piccoli. Diversi modi di intendere la pace da parte di 40 bambini divisi in 10 gruppi, ognuno dei quali ha creato 30 secondi di animazione seguendo tutte le fasi di lavorazione fino al prodotto finito.
Tante storie… una storia Comune di Venezia, Servizi di Progettazione Educativa 1997. Durata 4’10 “. Carta ritagliata. Classi II B e II C sc. elementare Virgilio, Mestre. Inss. R. Bertocco, M. Utenti e C. Boldrin. Coordinamento: Gianni Trotter e Daniele Zuccato. Sinossi: la storia della vita dei bambini della classe, dall’incontro dei genitori, la nascita fino all’inserimento nella scuola elementare, attraverso piccoli episodi veri raccontati con leggerezza e autoironia.
Inversione di marcia Comune di Venezia, Servizi di Progettazione Educativa 2002. Durata 2’. Carta ritagliata. Classi II M e II N sms Di Vittorio, Mestre. Inss. Anna Marcato e Chiara Bertato. Coordinamento: Gianni Trotter e Daniele Zuccato. Sinossi: lo sviluppo “alterato” della città di Mestre con la sua famosa tangenziale e un traffico congestionato, una denuncia forte con un’animazione dal ritmo incalzante, per spingerci a fare retromarcia. Un piccolo contributo per un’educazione allo sviluppo compatibile. 64
Altri prodotti realizzati in collaborazione con i Comuni di Venezia e Padova Progetti e coordinamento di Gianni Trotter Un albero amato è un respiro catturato Comune di Venezia, Servizi di Progettazione Educativa 2003. Durata 1’. Plastilina. Classe II L sms Di Vittorio, Mestre. Inss. Marinella Candelotto e Anna Marcato. Io e… l’altro Comune di Venezia, Servizi di Progettazione Educativa 2004. Durata 6’40”. Tecniche miste. Scuola dell’Infanzia di via Ivancich, Mestre. Inss. C. La Noce, M.G. Cavazzana, A. Sambo, S. Rizzato. Animagia Comune di Venezia, Servizi di Progettazione Educativa 2005. Durata 18’. Tecniche miste. Lab. Audiovisivi con le scuole. Video…animando, Comune di Padova, Servizi Scolastici 2002. Durata 4’30”. Tecniche miste. Classe III N sms Don Minzoni. Ins. Gabriella Gasparini. Flip, flip, flip… books Comune di Padova, Servizi Scolastici 2003. Durata 3’30”. Disegno in fase. Classe I A sms Vivaldi. Ins. Elisabetta Milani. Ambarabà cicì cocò Comune di Padova, Servizi Scolastici 2003. Durata 5’10”. Tecniche miste. Ludoteca Ambarabà del Comune di Padova.
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Comune di Vimercate (MI) Assessorato all’educazione e alla formazione Film coordinati da Augusto Gerli, responsabile del laboratorio di cinema d’animazione “La Bottega dei Media”
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Geordie
Barchette di carta
Comune di Vimercate “La Bottega dei Media” 2003/2004. Durata 3’. Animazione di ombre. Mini DV. Classe seconda sms “Manzoni”, Vimercate (Mi). Sinossi: attraverso la realizzazione di personaggi ed elementi scenici in compensato colorato e di fondali in crilex dipinto, si compone man mano, sulla ballata di De André, l’infelice storia del giovane Geordie. Premi: secondo premio Festival Cinema d’Animazione Dervio.
Comune di Vimercate “La Bottega dei Media”. Progetto “Piccole storie (per immagini) crescono” 2003. Durata 7’. Carta ritagliata (passo 1, passo2) Mini DV. Acquisizione e montaggio digitale, Première 6. Classi IV A e B sc. elementare di Bernareggio (Milano). Sinossi: sulla poesia di Tagore Barchette di carta si costruisce un viaggio che tocca paesi e terre lontane. Le barchette di carta, varate nel ruscello dai bambini, vanno in mare aperto spinte dalle Fatine del Sogno: pacificano e rasserenano da guerre, dolori, rumori. Premi: Festival Cinema d’Animazione Dervio 2003; primo premio sc. elementare “Video sconosciuti” Pian Castagnaio 2003; primo premio sc. elementare Jana Film Festival Beirut (Libano) 2004, selezionato per l’Italia.
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Monsters’ music Produzione Comune di Vimercate “La Bottega dei Media” Progetto Inventiamo Mostri 2002. Durata 5’. Carta ritagliata (passo 1, passo2) Mini DV. Acquisizione e montaggio digitale, Première 6. Classi V, quattro sezioni scuole elementari “Filiberto” e “Leonardo”, Vimercate. Sinossi: assemblando a piacere parti del corpo di animali (o vegetali) differenti, i ragazzi hanno ideato e costruito 32 nuovi mostri animabili. Che fanno i mostri? Vanno in discoteca a ballare. Premi: secondo premio Sottodiciotto Film Festival Torino 2002; secondo premio Fanofilmfestival 2002.
Un signore di Scandicci
Dalla finestra
Comune di Vimercate “La Bottega dei Media” 2004. Durata 5’. Carta ritagliata (passo 1, passo2) Mini DV. Acquisizione e montaggio digitale, Première 6. Classi V A e B , sc. elementare “Don Milani”, I Circolo di Legnano. Co-coordinatrice: Monica Cavallini. Sinossi: libera interpretazione della canzone di Sergio Endrigo. Si racconta di un mondo alla rovescia ove non solo non si apprezzano le cose di tutti i giorni, ma si scambia spesso l’apparenza per la sostanza. Premi: migliore videoclip Sottodiciotto Film Festival Torino 2005.
Comune di Vimercate “La Bottega dei Media” Progetto Piccole storie (per immagini) crescono 2002. Durata 8’ 30”. Carta ritagliata (passo 1, passo2) Mini DV. Acquisizione e montaggio digitale, Première 6. Classi III A e B sc. elementare di Bernareggio (Milano). Sinossi: tutti i bambini raccontano, su brevissimi testi legati tra loro, che cosa li ha colpiti guardando dalla finestra, che cosa temono, sperano, sognano di vedere. Premi: primo premio Scuole Videobrianza 2004 Concorezzo (Mi).
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Max entre ciel et terre
Fondata nel 1979, Caméra Enfants Admis (CEA) è un atelier di produzione il cui obiettivo è di contribuire a far emergere l’espressione cinematografica nella comunità francese del Belgio promuovendo la produzione delle prime opere dei bambini, dei giovani autori o degli adulti. L’atelier CEA è anche un Centro d’Espressione e di Creatività che vuole promuovere le capacità creative dei partecipanti iniziandoli alla realizzazione del cinema d’animazione, dopo la stesura di una sceneggiatura fino alla ripresa e sonorizzazione. Le attività del CEA invitano i partecipanti a essere meno passivi di fronte ai media e a riflettere sui problemi di attualità che concernono: il dialogo fra le culture, la salute, l’ambiente, i diritti dei bambini, tutto ciò in vista di compiere esercizi di cittadinanza responsabile. In questa ottica educativa le produzioni (film d’animazione, documentari, esposizioni, libri e guide pedagogiche) si configurano come strumenti di sensibilizzazione rivolti a un pubblico molto ampio e variegato. Tanto in Belgio che all’estero, CEA è impegnata ad assicurare una diffusione puntuale delle sue opere: in televisione, presentazione in conferenze e seminari, iscrizione al catalogo della Mediateca della comunità francese, partecipazione a festival internazionali. Naturalmente oltre alla diffusione internazionale delle opere realizzate in Belgio CEA realizza progetti internazionali con diversi paesi: Vietnam, Bosnia, Serbia, Burkina Faso…
Caméra Enfants Admis http://www.camera-etc.be
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Regia: Jean-Luc Slock / Belgio 2004. Produzione: Caméra Enfants Admis, RTBF – Liège. Durata 8’30”. Sinossi: Max non è un ragazzino come gli altri. Vive all’incontrario coi piedi al soffitto, attratto dal cielo, non dalla gravità terrestre! In queste condizioni non è facile andare a scuola, leggere nel proprio banco, fare sport e soprattutto essere accettato dai compagni e dalle compagne di classe. La strada per venirsi incontro è difficile, la differenza fa paura o infastidisce. Fortunatamente il rifiuto non dura a lungo: dopo qualche disavventura sgradevole, Max trova il proprio ruolo in classe. Infatti viene installato un banco girevole così da consentirgli di leggere e di seguire meglio il lavoro in aula. Anzi di più: Max riceve in regalo un cane, un compagno che gli permetterà di andare a scuola da solo.
Appel a l’aide familiale di Jean-Luc Slock 2000, sul tema dell’esclusione. Pour une noix de coco di Mathieu Labaye 2004, sul tema della multiculturalità. Deux vieux amis di Mathieu Labaye 2004, sul tema della multiculturalità. Défenses en danger di Mathieu Labaye 2004, sul tema della multiculturalità. Goulaff di Dominique Van Hecke 2004, sul tema della multiculturalità. Scrounch di Mathieu Labaye 2004, sul tema della multiculturalità. Trois bonnes graines di Dominique Van Hecke 2004, sul tema della multiculturalità.
Un monde pour Tom Regia: Jean-Luc Slock / Belgio 2005 Produzione: Caméra Enfants Admis, RTBF – Liège. Durata: 9’:41’’. Sinossi: Un corridoio buio. Delle porte chiuse. L’oscurità. E poi arriva Tom, un omino dalle guance rosa. Catapultato in un mondo sconosciuto fatto di ostacoli, incontri inediti e di inviti alla scoperta. Un mondo abitato dai “grossi”, i “lunghi”, i “capelli misti” e poi i “senza occhi”. Un mondo in cui ciascuno dispone del proprio linguaggio, dei suoi propri codici, come nella vita reale. Tom apre tutte le porte per superare ciò che vede, che sente, che sa già. Vuole combattere i pregiudizi.
E inoltre: Youssou l’enfant d’eau di Jean-Luc Slock 2000, sul tema dell’acqua come diritto umano, presentato dal regista anche a Brescia. Convegno AVISCOCIAS “Da Pinocchio a Harry Potter”Museo diocesano 2002. L’eau, c’est la vie di Louise-Marie Colon 2003, sul tema dell’acqua come diritto umano. Koom la viim di Jean-Luc Slock 2003, sul tema dell’ambiente. Pousse pas le bouchon di LouiseMarie Colon 2003, sul tema della mobilità. Macadam villane di Louise-Marie Colon 2004, sul tema della mobilità. C’est sa vie di Louise-Marie Colon 2004, sul tema dell’esclusione. Le Phare di Jean-Luc Slock 1999, sul tema dei diritti dei bambini.
Le Photographe di Dominique Van Hecke 2005. Grimoire di Jean-Luc Slock 1995. A Crazed Girl di Mayvonne Libois 2003. Lignes de vie di Julien Bornard 2003. La Temete di Bekkay Abbou 2002. Le marché di Berna Güzel 2002. Gourmandises di Mathieu Labaye 2002. Les vacances du perroquet di Louise-Marie Colon 2003. Invasion di Louise-Marie Colon 2003, sul tema dell’ambiente. La Surprise di Dominique Van Hecke 2001. Soirée d’enfer di Dominique Van Hecke 2003. Tombé dans la tombe di Jean-Luc Slock 2002. Full Cycle di Jean-Luc Slock 2004. 70
Spettacoli di luce
Dalla camera obscura al cinema d’animazione a cura di Gianni Trotter
Mostra e racconto interattivo che ripercorre le esperienze più significative degli antenati del cinema, dalle prime forme di cattura delle immagini luminose fino a giungere alla nascita del cinematografo Lumière e del cinema d’animazione. È un viaggio attraverso spettacoli di luce e suono, dalle camere oscure alle lanterne magiche, dal teatro d’ombre ai giocattoli ottici e al cartone animato. Con questa esperienza bambini e ragazzi, come pure gli adulti, possono riprovare l’emozione dei pionieri che inventarono e sperimentarono i mezzi e i linguaggi delle prime forme di spettacolo audiovisivo e comprendere la suggestione e magia alla base del cinema. L’itinerario didattico, collegato ad esperienze concrete, intende mettere in evidenza l’interdisciplinarietà della conoscenza, ponendo in relazione scienza, tecnologia e linguaggi. La mostra consiste in un percorso espositivo, strutturato da quattro spazi interattivi: a. camera oscura e disegni di luce b. lanterna magica e immagini luminose c. teatro d’ombre d. giochi ottici e cinema d’animazione. I materiali in esposizione, in prevalenza didattici, comprendono anche macchine, strumenti e immagini originali d’epoca, al fine di far rivivere concretamente, con dimostrazioni e brevi spettacoli, l’atmosfera e il fascino della preistoria del cinema.
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Imparare il cinema d’animazione al Centro Sperimentale
Centro Sperimentale di Cinematografia Sede del Piemonte, Dipartimento d’Animazione con il supporto di Regione Piemonte e di Fondazione CRT, RAI, Turner Broadcasting System Italia (Cartoon Network) Ammissione su concorso. Le selezioni avvengono sulla base del talento e della
La “scuola d’animazione del CSC”: è un bel progetto, ambizioso, difficile e, sotto un certo aspetto, privilegiato, quello cui partecipano 3 classi di 16 selezionati studenti, nella Sede del Piemonte del Centro Sperimentale di Cinematografia, nata nel 2002 sulle belle colline torinesi, con il supporto della Regione Piemonte. Perché formare al cinema d’animazione? Perché dedicare tre anni di impegno continuo e oneroso alla ricerca di quelle innumerevoli conoscenze, capacità e competenze che permettono di progettare e comporre il mosaico sempre più complesso e variopinto dell’animazione? Il cinema d’animazione ha avuto negli ultimi due decenni uno sviluppo, una moltiplicazione e una diversificazione impressionanti, si è preso un ruolo sempre più importante nel sistema della comunicazione, dell’intrattenimento, del cinema, della televisione, si è infiltrato nei “nuovi media”, si è impadronito, almeno come tecnica, di una buona parte del cinema spettacolare, sia esso “cartoon” sia “live action”. Anche in Italia, paese tradizionalmente avido di cartoons ma quasi privo di produzione nazionale, si è aperto uno spazio importante per chi vuole fare animazione; la televisione pubblica ha cominciato a volere cartoni animati italiani e a produrre con gli studi del nostro paese, i cinema italiani hanno sancito il successo di film cartoni animati progettati e realizzati in Italia. C’è bisogno di nuovi talenti, di tecnici, di artisti per l’animazione in Italia e in Europa.
La scuola d’animazione è nata per corrispondere a questa necessità e all’aspirazione di sviluppare anche in Italia spazi di creatività e di innovazione per la difficile arte dell’animazione. È un progetto complesso e difficile, perché complesso e difficile è il mondo dell’animazione: un cinema che nasce dall’incontro di arti diverse, un prodotto complicato, laborioso e bisognoso di grandi investimenti a lungo termine, un mercato difficile, necessariamente internazionale e mutevole, una concorrenza letteralmente colossale; un mestiere complicato che chiede talento, estro, freschezza, apertura ma anche autodisciplina rigorosa, capacità di lavoro in gruppo e sotto pressione, puntualità, flessibilità, e una dose inesauribile di passione. I primi risultati della Scuola, arrivata al sesto anno di corso, sono promettenti. Si è concluso il terzo ciclo formativo, i diplomati in cinema d’animazione del CSC hanno trovato e stanno trovando tutti la loro collocazione nel mondo professionale del cinema d’animazione, in produzione negli studi italiani ma anche a Parigi, a Londra, a Dublino; i cortometraggi realizzati come saggi di diploma stanno circolando nei concorsi dei Festival internazionali più prestigiosi e qualche premio ha cominciato ad arrivare. Il bilancio, per una scuola nata sei anni fa, è insomma molto incoraggiante. L’augurio è che anche fuori dalla Scuola si evolvano i progetti per il sostegno e lo sviluppo della produzione di animazione di qualità nel nostro paese. Chiara Magri coordinatrice didattica 72
preparazione artistica e tecnica, della cultura generale e cinematografica e della motivazione a un percorso complesso di formazione. Posti disponibili: 12-16. Obiettivo dei corsi è la formazione di artisti e professionisti qualificati con competenze tecniche e artistiche relative all’insieme del ciclo di progettazione e produzione dell’animazione per il cinema, la televisione e i nuovi media. La formazione è in particolare orientata a: Character design e progettazione grafica per film d’animazione; Storyboard e layout; Animazione classica (disegno animato); Character animation 3D; Scenografia; Effetti visivi e compositing. Ampio spazio è dato alla sperimentazione di tecniche autoriali. Durata: tre anni. Prevede un impegno a tempo pieno, frequenza obbligatoria. L’anno accademico, diviso in 3 trimestri, si svolge secondo l’anno solare, da gennaio a dicembre. Requisiti essenziali: età compresa fra 19 e 28 anni; diploma Scuola Media Superiore o titolo equivalente; capacità di disegno e predisposizione al racconto per immagini; ottima conoscenza della lingua italiana; conoscenza della lingua inglese. Quota di iscrizione annuale: 1.500 Euro. Foresteria: la scuola dispone di un servizio di foresteria a pagamento per gli studenti provenienti da fuori Torino. Informazioni e bando di concorso www.csc-cinematografia.it/animazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema - Sede del Piemonte Dipartimento Animazione strada Pecetto 34, 10023 Chieri (To) tel +39 011 9473284 fax +39 011 9402700 snc.animazione@tin.it www.csc-cinematografia.it/animazione
Amperio Realizzato da / by Francesco Alliaud, Pietro Ciccotti, Michele Monti, Harald Pizzinini, Francesca Taurino Regia/Direction: Francesco Alliaud, Pietro Ciccotti, Michele Monti, Harald Pizzinini, Francesca Taurino Sceneggiatura/Script: Francesco Alliaud, Pietro Ciccotti, Michele Monti, Harald Pizzinini, Francesca Taurino
Art directors: Pietro Ciccotti, Harald Pizzinini
Compositing: Andrea Maguolo
Betacam SP Pal. Screen ratio: 1.78 :1
Musica/Music: Umberto Smerilli
Personaggi/Characters: Harald Pizzinini
Suono/Sound: Francesco Tumminello, Nicola Sobieski
Storyboard: Francesco Alliaud
Docente/Teacher: Laura Fiori Produzione/Production: Centro Sperimentale di Cinematografia, Sede del Piemonte, Dip. di Animazione. Italia, 2005
Sinossi: le sventure elettrostatiche di un amoroso ragazzino dalla testa quadrata. The electrostatic disadventures of the square-headed boy in love.
Animazione/Animation: Francesco Alliaud, Michele Monti, Francesca Taurino, Pietro Ciccotti, Juan F. Correa Diaz Scenografie/Backgrounds: Francesco Alliaud, Pietro Ciccotti, Michele Monti, Francesca Taurino, Juan F. Correa Diaz
Tecnica/Technique: CG 3D Durata/Duration: 7’04’’ Video
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Premi: Arcipelago, Roma 2006 miglior cortometraggio digitale italiano. Best Italian Digital Short Film at Arcipelago International Short Ffilm Festival, Roma 2006.
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One at a time Realizzato da / By Gabriele Barrocu, Alessia Cordini, Valeria Ghignone, Valentina Ventimiglia Regia/Direction: Gabriele Barrocu, Alessia Cordini, Valeria Ghignone, Valentina Ventimiglia Sceneggiatura/Script: Gabriele Barrocu, Alessia Cordini, Valeria Ghignone, Valentina Ventimiglia Art director: Valeria Ghignone, Alessia Cordini Personaggi/Characters: Valentina Ventimiglia Storyboard: Gabriele Barrocu Scenografie/Backgrounds: Alessia Cordini, Valeria Ghignone Animazione: Gabriele Barrocu, Valeria Ghignone, Valentina Ventimiglia Compositing: Andrea Maguolo Musica/Music: Umberto Smerilli Suono/Sound: Francesco Tumminello Produzione/Production: Centro Sperimentale di Cinematografia, Sede del Piemonte, Dipartimento Animazione Italia, 2005 Durata/Duration: 6’08’’ Video Betacam SP Pal - Screen ratio: 1.85:1 Tecnica/Technique: disegno animato/ drawing on paper, animazione 2D/2D animation
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Sinossi: un barcaiolo deve traghettare un lupo, una capra e un cavolo sulla sua barca, portandoli uno alla volta al di là del fiume… Il film gioca con il classico indovinello e con le sue possibili e impossibili soluzioni. A ferryman has to take a wolf, a goat and a cabbage across a river but only one at a time… This film plays on the classic puzzle and on its possible and impossible solutions. Gran Premio Italia Castelli Animati, Festival Internazionale del Cinema d’Animazione, Genzano di Roma 2006. Italian Gran Prix at Castelli Animati, International Festival of Animation, Genzano di Roma 2006.
Istituto per lo studio e la diffusione del cinema d’animazione
Storie dal mondo: intercultura e ambiente a cura di Massimo Maisetti
Big Bang di Bruno Bozzetto, Italia 1990 durata 5’
Costituito a Milano, nel 1970, da autori e operatori culturali italiani, l’Istituto ha per scopo statutario lo studio e la diffusione del cinema d’animazione d’autore, cioè di opere caratterizzate dalla elevata valenza artistica ed espressiva. La Cinevideoteca, grazie a un progressivo arricchimento e aggiornamento, consente di utilizzare il cinema di animazione per le finalità più diverse. Attualmente dispone di oltre 500 filmati, di cui 100 in corso di trascrizione su DVD. Osvaldo Cavandoli, Maestro emerito di animazione, è fra i Soci fondatori. L’ISCA interviene sul territorio collaborando con enti pubblici, associazioni di cultura e scuole, ha partecipato a rassegne come “Ambiente e Immagine” a Cremona, il “Festival Internazionale del Cinema d’animazione” a Francavilla Fontana, “Il mondo dei cartoni animati tra multi-culturalità e intercultura” a Brescia, “Il cinema d’animazione in altre culture” a Bologna, a convegni come “Il libro girato” a Ferrara o “Intercultura e comunicazione” a Pisa. L’ISCA ha stipulato convenzioni con la Provincia e il Comune di Milano, collabora con il CIAS e con AVISCO. Collabora da anni con la Scuola Nazionale di Cinema, la Società Psicoanalitica Italiana, l’Istituto Neofreudiano di Psicoanalisi, la Fondazione Cineteca Italiana di Milano, l’Università di Lecce, Milano Cinema. Dal 1995 organizza a Milano “Cinema e Psicoanalisi”, in cui il particolare linguaggio del cinema di animazione, integrato dagli interventi e dalle relazioni di critici e di psicoanalisti, costituisce uno stimolo a riflettere su dubbi, ansie e malesseri del nostro tempo. Dal 2000 realizza a Francavilla Fontana (Brindisi) un festival internazionale. Dal 2005 è associato alla Fedic – Federazione Italiana dei Cineclub, associazione di cultura cinematografica riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali. Prosegue il rapporto con la Direzione Generale del Cinema del Ministero che concede il proprio patrocinio alle iniziative curate dall’ISCA. Collabora con il Festival di Dervio dalla 1° edizione del 1999. Piazza Luigi di Savoia, 24 - 20124 Milano
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Un uomo legge il giornale poi lo getta. La moglie lo rimprovera e gli fa raccogliere l’immondizia per gettarla nel bidone dei rifiuti. Gli addetti svuotano il bidone in contenitori sempre più grandi, fino a farne una montagna. Allora con una enorme ruspa tutto viene sotterrato nel ventre della terra. Si torna alla scena iniziale con un finale esplosivo commentato da due extraterrestri: “The big bang?”“No, the pig bang!”
Laser solution di Diego Zucchi 2005 – durata 1’45’ L’ipotesi che un cortometraggio realizzato con la tecnica dell’animazione possa costituire un ottimo veicolo informativo e formativo può suscitare oggi qualche perplessità solo tra chi è ancora fermo ai film di ispirazione disneiana o alle serie televisive per ragazzi più tradizionali.
Il pesciolino d’oro di Nedo Zanotti, Italia, 2004 - durata 5’ Animazione al computer con cui Zanotti, riminese, ridisegna l’antica favola del pesciolino d’oro nota in tutto il mondo ambientandola ai nostri giorni sulla riviera romagnola. È un messaggio semplice e chiaro, coerente con il tema dello sviluppo
sostenibile, utilizzabile anche come supporto didattico. L’eccesso porta inevitabilmente al degrado.
Mutation di Anouk Prefontaine, Canada, 2002 durata 7’ Un film d’animazione può accentuare le conseguenze delle sperimentazioni fino al paradosso più irridente. Si può sorridere anche a fronte di angoscianti interrogativi sul ruolo che la scienza interpreta nel modificare arbitrariamente le leggi della natura. Senza contare il timore che certe filantropiche risposte alla fame nel mondo non mascherino gli interessi commerciali di multinazionali senza scrupoli. Qui il disegno è immediato e coinvolgente.
Robot (Automatic) di Vaclav Bedrich e Vladimir Jiranek, Cecoslovacchia, 1973 – durata 5’ Alienazione - Sopraffazione. L’impegno stilistico e professionale del cinema di Praga è direttamente proporzionale a un retroterra culturale che abbraccia teatro, letteratura, filosofia e scienza. Jiranek è un disegnatore dall’humour filosofico, autore dal tratto sottile e lapidario. “Mi sforzo di ritrarre il mondo come è intorno a noi con humour – dice – e desidero far ridere la gente”. Qui il rapporto uomo-macchina è diretto, e si traduce in una sua lucida rappresentazione. Bedrich, coautore di “Robot ”, conduce il ritmo del disegno senza mai disperdere l’intensità del significato e si incontra con Jiranek nel segno di un’attualità che vede la
metamorfosi progressiva dell’uomo in automa.
Fedic Scuola
Cosa abbiamo fatto alle galline di Vladimir Jiranek, Cecoslovacchia, 1977 – durata 6’ Disegnatore ricco di humour, laureato in filosofia nel 1962, è del parere che “il disegno fa capire subito se uno ha qualcosa da dire”, e questo disegno animato burlesco lo conferma fin dalle prime immagini. L’uomo ha un comportamento poco corretto nei confronti della natura, sia della flora che della fauna. L’esempio classico è quello della gallina, nella quale peraltro non si fatica a riconoscere un comportamento anche troppo umano.
African patchwork di Nedo Zanotti, Italia, 2006 – durata 5’ I diritti negati. Il patchwork animato di Zanotti offre una visione forte e drammatica sulla realtà del continente nero: tanti piccoli ritagli d’Africa cuciti insieme per raccontare la storia di un bambino soldato.
Fedic Scuola è stata costituita nel 1985 con l’obiettivo di svolgere l’attività di educazione all’immagine attraverso la fruizione e la produzione di filmati all’interno di progetti didattici nelle scuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo è di raggiungere una maggiore incisività su tutto il territorio nazionale, con un gruppo di lavoro che coordini gli interventi dovunque vengano richiesti, in collaborazione con il CIAS – Coordinamento Italiano Audiovisivi a Scuola (www. ciasit.org). Fedic Scuola ha proseguito negli anni la propria attività collaborando all’elaborazione di progetti, partecipando ai lavori del CIAS a Bologna, a Pisa, e al Sottodiciotto Film Festival di Torino. Fedic Scuola è presente sul sito della Fedic (www.cortoweb.it/fedic/scuola.asp) tramite il quale è possibile essere sempre aggiornati sulle ultime iniziative, e da cui è possibile visionare i video prodotti da Fedic Scuola. Ogni anno partecipa attivamente ai festival ed alle rassegne organizzate dalla Fedic in tutta Italia con convegni, concorsi, incontri dedicati al mondo della scuola, all’educazione all’immagine e agli audiovisivi. Tra le iniziative che negli anni più recenti hanno visto impegnata la Fedic nel settore scuola rientrano corsi di aggiornamento e seminari per docenti, incontri e proiezioni per le scuole, concorsi per video e CD Rom. Nel corso del Valdarno Cinema Fedic, Fedic Scuola ha organizzato diversi incontri di didattica dell’immagine con le scuole del Valdarno sui temi “Educare all’immagine con il cinema di animazione” e “Educare a riflettere con il cinema di animazione”. Varie rassegne di corti d’animazione, grazie ad un’adeguata presentazione e alle schede informative predisposte in funzione dell’età dei presenti, hanno consentito riflessioni legate a problematiche d’attualità. Le schede hanno messo opportunamente in luce originalità tecniche e peculiarità di linguaggio. Obiettivo dell’iniziativa, che ha registrato la partecipazione attiva di studenti e docenti, è di avvicinare i giovani al mondo del cinema e di educarli all’analisi critica delle immagini (www.fedic.it). Massimo Maisetti, presidente Fedic
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11. Bob’s birthday di Alison Snowden e David Fine, ONF e Channel 4 1993, durata 12’18”. Oscar 1995
6. Baby Story
15. Chaque enfant
di Bruno Bozzetto, Italia 1978, rodovetro, durata 10’
di Eugene Fedorenko, Canada 1979, disegno su carta, durata 6’13”. Oscar 1979
7. Balablock
16. Clandestino
di Bretislav Pojar, Canada 1972, rodovetro, durata 7’
Corti d Autore
di Abi Feijo, ONF RTP 2000, sabbia di quarzo, durata 8’
12. Bonhommes
17. CRAC !
di Cecilia Marreiros Marum France/ Belgique 2003, computer 2, durata 8’20”
di Frédéric Back, ONF Canada 1981, pastelli colorati, durata 15’
18. Et la pussière retombe di Louise Johnson, Canada 1997, sabbia, rodovetro, computer 2D, durata 7’11’’
8. Beaus di Bruno Bozzetto, Italia 1987, rodovetro, durata 6’
1. Adam di Peter Lord, Gran Bretagna 1981, plastilina, durata 5’
13. Bow Tie Duty For Squareheads di Stephan-Flint Müller, Germania 2005, videoanimazione, durata 13’
3. Atama Yama di Koji Yamamura, Giappone 2002, rodovetro, penna su carta, computer 2D, durata 10’
4. Au but du monde 2. Allegro non troppo episodio del Bolero di Ravel di Bruno Bozzetto, brano disegnato da Giuseppe Laganà
14. Cavallette 9. Blinkity blank
di Konstantin Bronzit, Francia 2001, rodovetro, durata 10’
di Norman Mc Laren, ONF Canada 1955, pellicola graffiata, durata 5’
5. Au début tout était noir
10. Birthday boy
di Gun Jacobson et Anna Höglund, Svezia 2000, durata 10’
di Sejong Park, Australia 2004, computer 3D, durata 9’18” 78
di Bruno Bozzetto, Italia 1990, rodovetro, durata 9’
19. Father and daughther di Mikael Dudok de Wit, Regno Unito 2000, china, acquerello, rodovetro, durata 8’09”. Oscar 2001
20. Felix – Folie Felin di Otto Mesmer, USA 1919, disegno a inchiostro, durata 5’
38. La grande migration di Youri Tsherenkov, Francia 1995, inchiostro su carta, durata 7’45”
21. Felix – Save the day di Otto Mesmer, USA 1922, disegno a inchiostro, durata 6’
22. Felix a Hollywood 28. Googs
32. Knick Knack
serie tv, Gran Bretagna, plastilina e oggetti animati, durata 9’
di John Lasseter, USA 1989, computer 3D, durata 3’23’’
di Evelyn Lambert, Canada 1968, durata 5’
29. Histoire tragique avec fin heureuse
33. Knight
39. La legende du pouvre bossou
24. Florian et Malena
di Regina Pessoa, ONF Canada 2005, durata 7’39”
di Christyan Lundblad, Danimarca 2003, rodovetro e computer 2D, durata 4’17”
Michel Ocelot Francia 1982, rodovetro e disegno su carta, durata 7’39”. César 1982
di Otto Mesmer, USA 1923, disegno a inchiostro, durata 7’30”
23. Fine Feathers
(Tornehekken) di Anita Killi, Norvegia 2001, oggetti animati, carta ritagliata, durata13’ di Vincenzo Gioanola, Italia, pellicola graffiata, durata 4’
di Yusaki Fusako, 1998-2000, plastilina, durata 6’
30. Jeu de coudes
40. La linea
35. Ballata dell’omino stanco
di Osvaldo Cavandoli, rodovetro, episodi n° 200, 201, 202, 203, 205, 206 , 207, 209, 210, 211, 212, 213, 215, 216, 217 , durata 2’30’’
di Yusaki Fusako, Italia 1973, plastilina, durata 8’
41. La mantide religiosa
46. La Flûte magique
di Hu Jinquing, Cina 1988, lavis decoupé, durata 5’
di Gayle Thomas, musiche di Norman Roger, ONF Canada 1984, disegno in fase, durata 7’41”
di Lele Luzzati e Giulio Giannini, Italia 1973, carta ritagliata, durata 10’
25. Garibaldi Blus
26. Gioco di forme - Gioco di colori - Gioco di numeri
34. L’Italiana in Algeri
di Paul Driessen, musiche di Norman Roger, ONF Canada 1979, rodovetro, durata 6’33”
42. La vache
45. Le Château de sable di Co Hoedeman, ONF Canada 1977, plastilina e sabbia, durata 13’12”
di Alexander Petrov, Russia 1992, olio su vetro, durata 10’
43. Duetto dei gatti 36. La gabbianella e il gatto di Enzo D’Alò, episodio “Il sogno di Nina” di Mario Addis, durata 2’
31. Jurannesic 27. Gertie di Winsor Mc Kay, USA 1911, matita nera durata 12’
Studenti della scuola di Comunicazione Les Gobelins - Parigi 2002, Introduzione festival Annecy 2002, durata 30”
37. La Gazza ladra di Lele Luzzati e Giulio Giannini, Italia 1964, carta ritagliata. durata 11’
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di Lele Luzzati e Giulio Gianini, Italia 1973, carta ritagliata, durata 2’23”
44. Le chat colla
47. Le Lion et la Souris
di Cordelle Baker, ONF Canada 1989, rodovetro, durata 7’
di Evelyn Lambart, ONF Canada 1976, carta ritagliata, durata 4’06”
57. L’Oiseau gris di Gun Jacobson, Svezia 1996, rodovetro computer, durata 11’
58. Luna luna luna
48. Le Mariage du hibou
53. Le poisson arc-en-ciel
di Caroline Leaf, ONF Canada 1974, sabbia di quarzo, durata 8’
di Farkhondeh Torabi Iran 1998, stoffa tagliata e cucita, durata 13’
di Vivine Elnécavé, Canada 1981, disegni su acetato nero, durata 12’33’’
54. Le Trésor de Mole
62. Neuro
67. Pulcinella
di Tini Sauvo, Finlandia 2001, durata 10’
di Bruno Bozzetto, Italia 2004, flashfilm, durata 2’40”
di Lele Luzzati e Giulio Giannini, Italia 1973, carta ritagliata, durata 12’53’’
63. Nuestro pequeño paraiso 59. Manipulation di Danielo Graves, Gran Bretagna 1991, disegni su carta, rodovetro, pixillation, durata 6’20”. Oscar 1992
49. Le Merle
60. Mosquito
di Norman Mc Laren, ONF Canada 1958, carta ritagliata, rodovetro, durata 4’06”
di Walter Tournier, Uruguay 1985, plastilina e oggetti animati, durata 9’
64. Orpheus di Maurizio Forestieri, Italia 1996, rodovetro, durata 4’
50. Le moine e le poisson 55. Les oiseaux en cage ne peuvent pas voler
51. Le paysagiste
di Luis Briceno, Francia 2000, plastilina, durata 3’30’’
di Jacques Dourin, ONF Canada 1976, schermo a spilli, durata 7’31”
56. Les trois inventeurs
52. Le petit garcon et l’oie des neiges di Thomas Gayle Année, ONF Canada 1984, rodovertro, durata 10’32”
di Michel Ocelot, Francia 1980, carta ritagliata, durata 13’23”
61. Neighbours
65. Overtime
di Norman Mc Laren, ONF Canada 1952, pixillation, durata 8’06
di Oury Altan, Francia 2004, computer 3D, durata 4’55’’
66. Poor god di Matt Abbiss, Regno Unito 2003, durata 2’40’’ 80
di Tyron Montgomery, Germania 1996, animazione di oggetti, durata 11’33”. Oscar 1997
69. Rabbit di Run Wrake, Regno Unito 2005, computer flash, durata 8’26’’
di Winsor Mc Kay, USA 1912, matita nera, durata 9’
di Micael Dudok de Wit, Francia 1998, inchiostro di china, acquarelli, rodovetro, computer, durata 6’30”
68. Quest
70. Sientje
74. Vita in scatola
di Christa Moesker, Olanda 1997, matita, disegno in fase, durata 6’
di Bruno Bozzetto, Italia 1967, rodovetro, durata 6’
71. Sigmund di Bruno Bozzettto, Italia 1983, rodovetro, durata 2’
72. T.V.U.O.G. di Yusaki Fusalo, Italia 1992, plastilina, durata 6’
73. The sexual life of fireflyies di Toth Pal, Ungheria 2000, rodovetro, durata 7’41”
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bibliografia
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Computer animation stories: nuovi
Il cinema di animazione: storia,
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siti dedicati all’animazione
Siti dedicati all’animazione associazione internazionale film d’animazione: www.asifaitalia.org; http://asifa.net/ www.awn.com Per acquistare dvd dei grandi autori http://www.heeza.fr http://www.awn.com/folioscope/boutique www.nfb.ca CICA PUBLICATIONS: CICA - BP 399 - 74013 Annecy Cedex Fax : 33 (0)4 50 10 09 70 Festival www.annecy.org il più importante festival internazionale dedicato al cinema d’animazione d’autore www.cartoonsbay.com festival internazionale dell’animazione televisiva http://ottawa.awn.com festival d’animazione canadese www.futurefilmfestival.org festival italiano dedicato all’animazione e agli effetti speciali http://www.castellianimati.it/ festival italiano dedicato all’animazione www.clermont-filmfest.com Database dove poter trovare informazioni generali su singoli film e autori www.imdb.com database mondiale del cinema (in inglese)
http://www.mymovies.it rivista di cinema on-line, contiene un database molto aggiornato relativo a film e autori (in italiano) www.bcdb.com database relativo ai cartoons americani classici (in inglese) www.animationarchive.org collegato ad Asifa database di cartoni animati www.stopmotionanimation.com informazioni tecniche per i professionisti dell’animazione, corti on-line, possibilità di acquistare dvd www.aniboum.com permette di vedere moltissimi corti d’animazione in streaming e contiene un programmino in flash che permette di creare piccole animazioni e metterle in rete http://www.nfb.ca sito nel National Film Board of Canada http://www.csc-cinematografia.it/animazione/ index.htm il sito della scuola nazionale di cinema, sezione animazione
da RaiTrade è disponibile sul sito www.perlacultura.rai.it Caroline Leaf: http://www.awn. AlexandreAlexeieff: www.russie.net/cinema/alexeieff.htm; http://en.wikipedia.org/wiki/Alexandre_ Alexeieff_and_Claire_Parker Bruno Bozzetto: www.bozzetto.com Jiri Trnka: www.awn.com/mag/issue5.04/ 5.04pages/dutkatrnka.php3; www.awn.com/mag/issue5.04/5.04clips/ nightingale.mov www.awn.com/mag/issue5.04/5.04clips/drop. mov; www.rembrandtfilms.com/jiritrnka.htm Jan Swankmajer: www.illumin.co.uk/svank/ Wladyslaw Starewicz: www.awn.com/heaven_ and_hell/STARE/stare1.htm QuayBros: www.sensesofcinema.com/contents/ directors/04/quay_brothers.html http://old.thing.net/ttreview/febrev.02.html; www.awn.com/heaven_and_hell/QUAY/ WilliamKentridge: www.gregkucera.com/kentridge.htm; www. artthrob.co.za/99may/artbio.htm
Autori e case di produzione NormanMcLaren: www.northernstars.ca/ directorsmz/mclarenbio.html www.screenonline.org.uk/people/id/446775/. Il cofanetto Norman McLaren – The Master’s Edition edito da ONF/NFB e distribuito in Italia
Phil Mulloy: www.philmulloy.com/ Gianluigi Toccafondo: www.awn.com/toccafondo/ http://www. 83
peacock.ch/toccafondo.htm www.festivaletteratura.it/archivio/ schedaautore.php?autid=321; www. coconinopress.com/autori/toccafondo/ apartirecoda.htm Roberto Catani: www.no-text.net/artist_ patriccatani.htm; www.galerie-transition.de/pc/ Studio Aka: www.studioaka.co.uk Passion pictures: www.passion-pictures.com Studio Ghibli: www.studioghibli.org/index.php Museo Luzzati: www.museoluzzati.it Camera Enfant Admis: http://www.camera-etc.be www.vinzbeschi.it http://www.gebekafilms.com/gebeka.ph www.michelgondry.com Riviste www.iht.it www.iht.it/emotion/rivista3.htm www.primissima.it/scuola www.flashvideo.it www.animoweb.it www.afnews.info www.cinetecadelfriuli.org/ pubblicazioni/ griffithiana www.cgitalia.it/tag/ cortometraggi+animazione
PInAC Comune di Rezzato Assessorato Cultura e Pubblica Istruzione Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi Via Disciplina, 60 25086 Rezzato (Bs) Italia
PInAC, dov’è?
Cos’è
Che cosa fa?
L’edificio, della seconda metà del Quattrocento, si trova nel centro storico di Rezzato. Dalla piazza Vantini, sede del Municipio, salendo a sinistra oltre la chiesa del Suffragio, alla sommità della stretta via Disciplina ecco la PInAC. Appare incorniciata sulla sinistra da un sorprendente angolo di macchia mediterranea e affiancata dal vecchio lavatoio. Nata come chiesetta dei Frati Disciplini è stata scuola elementare, abitazione privata, biblioteca, ed è ora l’importante sede della PInAC. La sala espositiva, arricchita da un affresco di pregevole fattura della Madonna con bambino, presenta un soffitto ritmato dalle piccole vele delle volte. Lo spazio è idealmente ripartito da alcune colonne, di cui quella centrale è originale e di buona fattura. Al piano superiore si aprono un grande spazio-laboratorio e l’ufficio di direzione. Un piccolo portico invita ad entrare, mentre l’antico campanile in pietra viva, dall’alto, vigila bonario.
La PInAC è un prezioso bene di Rezzato, del territorio bresciano e nazionale. Unica nel suo genere anche in Europa è una collezione fortemente segnata dal carattere internazionale, un ponte ideale con i bambini e i popoli del mondo intero. La collezione storica, iniziata negli anni Cinquanta e fortemente voluta da Aldo Cibaldi, racconta emozioni, sentimenti, pensieri e speranze di migliaia di bambini. È un museo dinamico internazionale che raccoglie, cataloga, studia l’espressività creativa dei bambini dei diversi paesi del mondo; una collezione viva, che si fa conoscere attraverso mostre, esposizioni e promozione di convegni; una concreta testimonianza del diritto all’espressione creativa e all’arte per tutti i bambini, le bambine e gli adulti interessati; un centro di studi sul segno infantile che tiene conto anche dei ‘pennelli elettronici’ offerti dalle nuove tecnologie; un centro per la creatività, che educa alla conoscenza tra i popoli e al rispetto dei diritti di tutti, ciascuno nella propria diversità artistico-culturale; una struttura integrata nella rete culturale dei servizi del territorio: un centro di sperimentazione che collabora con i diversi ordini di scuola nella prospettiva di un sistema formativo allargato.
Raccoglie, studia e cataloga gli elaborati espressivi realizzati dai bambini, in collaborazione con scuole, enti e associazioni interessati a diffondere la cultura prodotta dall’infanzia e la sua visione del mondo. Allestisce, in collaborazione con enti pubblici e privati, mostre tematiche ed eventi capaci di valorizzare la collezione storica e approfondire la riflessione sull’espressività infantile. Favorisce l’avvicinamento di bambini e bambine, ragazzi e ragazze all’arte e all’espressione creativa. Costruisce offerte formative per insegnanti ed educatori nell’ambito dell’educazione estetica e interculturale. Promuove e organizza incontri e atelier per genitori, educatori e adulti curiosi che vogliono coltivare il piacere espressivo a tutte le età e avvicinarsi alle diverse forme dell’arte.
Chiuso il lunedì. Da martedì a domenica, aperto il mattino dalle 10 alle 12. Sabato e domenica pomeriggio, dalle 15 alle 18. In altri orari su appuntamento. tel./fax 030 2792086 e-mail: pinacoteca@comune.rezzato.bs.it www.pinac.it 84
indice
10 Note sulla serie televisiva d’animazione per ragazzi
da una conversazione di Serge Rosenzweig, a cura di Elena Pasetti
I grandi autori 14 16 18 19 21 24 27
Bruno Bozzetto Osvaldo Cavandoli Enzo D’Alò Fusako Yusaki Giuseppe Maurizio Laganà Michel Ocelot Un grande grazie a Lele Luzzati
Gli autori bambini e ragazzi 30 34 38 40 44
Produzioni del Comune di Rezzato Produzioni PInAC Produzioni AVISCO Produzioni GET Cineteca del Comune di Bologna Progetto Schermi e Lavagne
47 Produzioni del Comune di Botticino 50 Provincia di Cremona - CRSDA della Regione Lombardia 51 Comune di Mazzano
52 Città di Torino Istituzione Torinese Educazione Responsabile (ITER) 57 60
Liceo Artistico Modigliani - Padova Amministrazione Provinciale di Pisa Associazione Cinema Ragazzi Biennale del Cinema dei ragazzi
61 Comune di Venezia - Comune di Padova 64 Comune di Vimercate Assessorato all’educazione e alla formazione 67 Caméra Enfants Admis 69 Spettacoli di luce Dalla camera obscura al cinema d’animazione 70 Imparare il cinema d’animazione al Centro Sperimentale 74 Istituto per lo studio e la diffusione del cinema d’animazione 75 Fedic Scuola 76 Corti d’autore 80 Bibliografia 81 Siti dedicati all’animazione
PInAC
Comune di Rezzato Assessorato alla Cultura
Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi
Coordinamento Italiano Audiovisivi a scuola
avisco
Audiovisivo Scolastico Brescia
Finito di stampare nel marzo 2007 da Colorart, Rodengo Saiano, Brescia