Programma di sala opera Don Giovanni | Saalprogramm Oper Don Giovanni

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Don Giovanni W. A. Mozart

22.11.2014 ORE 20.00 UHR 23.11.2014 ORE 16.00 UHR Direzione musicale | Musikalische Leitung JosĂŠ Luis Gomez-Rios Regia | Regie Graham Vick

Stagione di opera e danza Opern- und Tanzsaison 2 0 1 4 | 1 5


Lorenzo Da Ponte sulla Prima di Vienna über die Wiener Erstaufführung

Andò in scena, e... deggio dirlo? Il Don Giovanni non piacque! Tutti, salvo Mozart, credettero che vi mancasse qualche cosa. Vi si fecero delle aggiunte, vi si cangiarono delle arie, si espose di nuovo sulle scene; e il D. Giovanni non piacque. E che ne disse l’Imperatore? “L’opera è divina: è forse forse più bella del Figaro, ma non è cibo pei denti de’ miei Viennesi”. Raccontai la cosa a Mozart, il quale rispose senza turbarsi: ”Lasciam loro tempo da masticarlo”. Non s’ingannò. Die Oper kam zur Aufführung, und – soll ich es sagen? – der Don Giovanni gefiel nicht in Wien. Alle – Mozart allein ausgenommen – glaubten, dass ihm etwas fehle. Nun wurden Zusätze gemacht, ganze Arien verändert, eine neue Aufführung dargeboten, aber der Don Giovanni gefiel nicht. Und was sagte der Kaiser dazu? – „Diese Oper ist göttlich, vielleicht sogar noch besser als der Figaro, aber sie ist keine Kost für die Zähne meiner Wiener.“ Ich erzählte Mozart diesen Ausspruch, der mir erwiderte: – „Man muss ihnen Zeit lassen, sie zu kauen.“ Er behielt Recht. Memorie di Lorenzo Da Ponte da Ceneda scritte da esso, Nuova Jorca (New York): pubblicate da Lorenzo e Carlo Da Ponte, John Gray & Co. stampatori, 1823.

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Opera|Oper

Don Giovanni

Il dissoluto punito | Der bestrafte Wüstling W. A. Mozart 22.11.2014 ORE 20.00 UHR 23.11.2014 ORE 16.00 UHR Sala Grande | Großer Saal Dramma giocoso in due atti | Dramma giocoso in zwei Akten Libretto Lorenzo Da Ponte Prima rappresentazione | Uraufführung 29.10.1787, Nationaltheater, Praga | Prag

Primo Atto | Erster Akt 90 min. Intervallo | Pause 20 min. Secondo Atto | Zweiter Akt 80 min. In lingua italiana | In italienischer Sprache Sovratitoli | Übertitel IT + DT Spettacolo consigliato a un pubblico adulto. Die Inszenierung richtet sich an ein erwachsenes Publikum.

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Don Giovanni

Figuranti | Komparserie Denise Marianna Brambillasca, Sara Durini, Sara Gobbini, Maria Concetta Gravagno, Alessandro Grima, Laura Matarazzo, Stefano Pardini, Davide Scaccianoce, Mattia Stancanelli, Mattia Stasolla, Alice Viganò, Marouane Zotti

Wolfgang Amadeus Mozart

Dramma giocoso in due atti | Dramma giocoso in zwei Akten Libretto Lorenzo Da Ponte

Orchestra di palcoscenico | Bühnenorchester Violini | Violine Juliane Reiss, Andrea Dell’Olio Violoncello | Cello Luca Russo Rossi Oboi | Oboe Claudio Balletti, Luisa Scotti Clarinetti | Klarinette Anacleto Giandomenico, Antonio Misano Corni | Horn Stefano Conti, Edoardo Bellini Fagotti | Fagott Federica Zanotti, Cecilia Medi Mandolino | Mandoline Francesco Castagna

Interpreti | Besetzung Don Giovanni Gezim Myshketa, Dionisios Sourbis Don Ottavio Giovanni Sebastiano Sala, Matteo Mezzaro Commendatore | Komtur Cristian Saitta Donna Elvira Federica Lombardi, Mariateresa Leva Donna Anna Valentina Mastrangelo, Ekaterina Gaidanskaja Leporello Andrea Concetti, Leonardo Galeazzi Masetto Davide Giangregorio, Riccardo Fassi Zerlina Alessia Nadin, Alessandra Contaldo

Maestro preparatore | Musikalische Einstudierung Federica Falasconi Maestri collaboratori | Korrepitition Giorgio Martano, Caterina Galiotto Maestro al clavicembalo | Cembalo Lisa Navach Maestro di palcoscenico | Bühneninspizienz Beatrice Lupi Maestro alle luci | Lichtinspizienz Ermelinda Suella

Direzione musicale | Musikalische Leitung José Luis Gomez-Rios Regia | Regie Graham Vick Scene, costumi | Bühnenbild, Kostüme Stuart Nunn Light Design Giuseppe Di Iorio Coreografia | Choreografie Ron Howell

Assistente alla regia | Regieassistenz Lucas Simon Assistente alle scene e ai costumi | Bühnenbild- und Kostümassistenz Anna Bonomelli Assistente alle scene | Bühnenbildassistenz Andrea Colombo Assistente alle luci | Beleuchtungsassistenz Marco Alba

Coro Lirico Regionale di Trento e Bolzano Regionaler Opernchor von Trient und Bozen Maestro del Coro | Chorleitung Luigi Azzolini

Direttore di scena | Inspizient Alessio Picco Capomacchinista | Bühnenmeister Luigi Podo Macchinisti | Bühnentechnik Sergio Guerrieri, Riccardo Scanarotti Capoelettricista | Beleuchtungsmeister Matteo Discardi Elettricisti | Beleuchtung Marco Alba, Giovanni D’Apolito Attrezzista | Requisite Alberto Allegretti, Federica Bianchini

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Haydn Orchester von Bozen und Trient

Sarte | Schneiderinnen Anastasia Crippa, Elisa Del Fabbro Truccatrici e parrucchiere | Maske Federica Domestici, Laura Francesca Scandroglio Scene | Bühnenbau Laboratorio Scenografico Fondazione Pergolesi Spontini (Jesi), Spazio Scenico (Roma), Cantieri del Teatro (Como), Peroni (Gallarate) Attrezzeria | Requisite Cantieri del Teatro (Como) Costumi e calzature | Kostüme und Schuhe Cantieri del Teatro (Como) Illuminotecnica | Beleuchtungstechnik Coduri de’ Cartosio (Como) Trasporti | Transporte Leccese (Rezzato, BS)

Coproduzione | Koproduktion Teatri del Circuito Lirico Lombardo, Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Teatro dell’Aquila di Fermo, Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia Servizi tecnici, organizzativi e amministrativi | Technik, Organisation und Verwaltung Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen

Partnership

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Don Giovanni > Gezim Myshketa, Zerlina > Alessia Nadin Foto: Ilaria Sormani


Trama Atto Primo Don Giovanni cerca di violare Donna Anna introducendosi nella casa del Commendatore, padre della ragazza. Il tentativo fallisce a causa dell’intervento del Commendatore, che sfida Don Giovanni a duello, soccombendo. Donna Anna racconta il delitto al fidanzato Don Ottavio che giura di vendicarla. Assieme al servo Leporello, Don Giovanni si sofferma a osservare una giovane donna, che – tradita in amore – si sfoga cantando le sue pene. Don Giovanni non vuole lasciar passare l’occasione di consolarla. Quando le rivolge la parola si accorge essere Donna Elvira, la donna che egli stesso ha abbandonato. Per liberarsi di lei, ordina al servo Leporello di mostrare all’infelice il registro nel quale vengono segnate le sue conquiste. Nel corso di un matrimonio, Don Giovanni è attratto dalla sposa Zerlina. Immediatamente ordina a Leporello di invitare tutta la compagnia, tranne Zerlina, al suo palazzo per festeggiare. Lo sposo Masetto si oppone ma Don Giovanni lo minaccia di spada. Con una promessa di matrimonio Don Giovanni tenta di sedurre Zerlina, ma Donna Elvira sopraggiunge mettendo in guardia la ragazza. Donna Anna e Don Ottavio pregano Don Giovanni di aiutarli nella ricerca dell’assassino del Commendatore. Donna Anna riconosce nella voce di Don Giovanni, nel frattempo allontanatosi, quella del colpevole e confida a Don Ottavio di esserne stata vittima lei stessa. Il dissoluto, nel frattempo, raggiunge il palazzo dove il servo Leporello ha condotto gli invitati. Tra di essi si nascondono mascherati Donna Anna, Donna Elvira e Don Ottavio con l’intento di spiare le mosse di Don Giovanni. Leporello distrae Masetto al fine di consentire a Don Giovanni di appartarsi con Zerlina. Le tre maschere compaiono nel momento in cui Zerlina chiama aiuto. Don Giovanni tenta di attribuire la colpa a Leporello, ma nessuno gli crede. I tre si tolgono la maschera e minacciano Don Giovanni che però riesce a fuggire. 6


Atto Secondo La cameriera di Donna Elvira attira l’interesse di Don Giovanni. Per riuscire ad avvicinarsi alla ragazza Don Giovanni si scambia gli abiti con Leporello. Il servo distrae Donna Elvira, mentre Don Giovanni nelle vesti di Leporello si avvicina alla cameriera e la seduce cantando una serenata. Giunge Masetto insieme a un gruppo di contadini armati per affrontare Don Giovanni, ma il dissoluto, con indosso ancora i vestisti del servo Leporello, riesce a ingannare il gruppo facendolo disperdere. Rimasto solo con Masetto, Don Giovanni lo bastona e fugge nuovamente. Arriva presto Zerlina per consolare il suo sposo malconcio e i due rinnovano il proprio reciproco amore. Leporello, nei panni di Don Giovanni, incontra Donna Elvira, Zerlina, Masetto, Donna Anna e Don Ottavio tutti intenzionati a punire il suo padrone. Leporello getta quindi manto e cappello e – mostrata la propria identità – spiega le ragioni dell’inganno riuscendo a scamparla. Nel profondo della notte Don Giovanni e il suo servo si ritrovano al cimitero. Improvvisamente una voce spettrale attira l’attenzione dei due: è la voce della statua del Commendatore defunto che profetizza l’imminente morte di Don Giovanni. Il seduttore, per nulla intimorito, invita la statua a cena. Nel frattempo Donna Anna e Don Ottavio restano nuovamente soli: nonostante l’amore che li lega, la donna non può sposarlo finché sarà vivo il dolore per il delitto del padre che l’amante si impegna nuovamente a vendicare. Donna Elvira raggiunge Don Giovanni che attende il suo ospite di fronte a un tavolo imbandito. Cerca di convincerlo a cambiare vita e pentirsi, ma il tentativo è vano. “Viva le femmine, viva il buon vino …” resta il suo credo di vita. Grida di orrore accompagnano l’arrivo della statua del Commendatore. Il “convitato di pietra” chiede a sua volta al seduttore di accettare un invito. Don Giovanni gli stringe la mano e accetta senza paura. La statua gli chiede di pentirsi. Don Giovanni rifiuta. La terra trema e inghiotte lo sciagurato. Cessato il trambusto, riappaiono gli altri protagonisti e traggono la morale della vicenda: “Questo è il fin di chi fa mal …” 7


Masetto > Riccardo Fassi, Zerlina > Alessia Nadin Foto: Ilaria Sormani

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Don Giovanni > Gezim Myshketa, Leporello > Andrea Concetti Foto: Ilaria Sormani


Handlung Erster Akt Don Giovanni versucht Donna Anna zu vergewaltigen, ihr Vater, der Komtur, eilt zu Hilfe und stellt den „Wüstling“. Donna Anna alarmiert sofort ihren Verlobten Don Ottavio. Währenddessen verwundet Don Giovanni den Komtur im Duell tödlich und flieht. Donna Anna und Don Ottavio schwören, den Mord zu rächen. Mit seinem Diener Leporello beobachtet Don Giovanni eine junge Frau. Sie singt sich den Liebeskummer von der Seele, weil ihr Bräutigam sie verlassen hat. Es stellt sich heraus, dass es sich um Donna Elvira, eine von Don Giovanni verlassene Geliebte, handelt. Um ihren Vorwürfen zu entgehen, soll Leporello sie ablenken: Er zählt mit der „Registerarie“ die vielen Liebesabenteuer seines Herrn auf. Auf der Flucht vor Vergangenem trifft Don Giovanni auf eine Hochzeitsgesellschaft und findet großen Gefallen an der Braut Zerlina. Er befiehlt Leporello, die Gesellschaft auf sein Schloss einzuladen – mit Ausnahme von Zerlina. Als Masetto, der Bräutigam, sich widersetzt, bedroht ihn Don Giovanni. Mit einem Heiratsversprechen will Don Giovanni Zerlina gefügig machen, doch Donna Elvira funkt dazwischen. Donna Anna, die mit Don Ottavio hinzukommt, bittet Don Giovanni um Hilfe bei der Suche nach dem Mörder. Doch sie wird misstrauisch und Don Giovanni gerät unter Verdacht. Ein Fest soll Ablenkung schaffen. Leporello wird beauftragt, die Hochzeitsgesellschaft und vor allem Zerlina in Don Giovannis Palast zu führen. Unterdessen verkleiden sich Donna Anna, Donna Elvira und Don Ottavio, um ebenfalls unerkannt am Fest teilzunehmen und Don Giovanni auszuspionieren. Leporello soll indessen Masetto ablenken, damit Don Giovanni unbemerkt Zerlina verführen kann. Als Zerlina in einem Nebenraum um Hilfe ruft, erscheinen die drei Masken. Don Giovanni versucht, die Schuld auf Leporello zu schieben, aber niemand glaubt ihm. Die drei nehmen ihre Masken ab und alles scheint entlarvt. 10


Zweiter Akt Donna Elviras Hausmädchen hat Don Giovannis Begierde geweckt. Er und Leporello tauschen die Kleider, um sich unerkannt den beiden nähern zu können. Leporello gibt sich als Don Giovanni aus und lenkt Donna Elvira ab. Don Giovanni greift zur Laute und bringt dem Hausmädchen ein Ständchen. Da taucht Masetto mit einem Trupp auf, sie suchen Don Giovanni und wollen ihn zur Rede stellen. Dieser trägt immer noch Leporellos Kleider und führt sie hinters Licht. Er löst die Gruppe auf, bis er alleine mit Masetto zurückbleibt und ihn kräftig verprügelt. Zerlina tröstet ihren arg zugerichteten Bräutigam. Unterdessen erreicht Leprorello mit Donna Elvira im Schlepptau den Palast des Komturs. Dort werden die beiden von Zerlina, Masetto, Donna Anna und Ottavio gestellt, die Leporello, den sie für Don Giovanni halten, töten wollen. Leporello gibt sich zu erkennen und macht sich aus dem Staub. Bei Mondschein treffen sich Don Giovanni und sein Diener am Friedhof. Plötzlich ertönt eine geisterhafte Stimme. Es ist die Statue am Grabmal des Komturs, die ihm ein nahes Ende prophezeit. Don Giovanni lädt die Statue zum Abendmahl ein. Das steinerne Bild nimmt die Einladung an. Don Giovanni lässt die Tafel anrichten und wartet auf seinen Gast. Donna Elvira gesellt sich dazu und will den Geliebten zu einem Lebenswandel bewegen. Vergeblich, er preist Frauen und Wein als sein einziges Glück: „viva le femmine, viva il buon vino…“ Entsetzte Schreie kündigen das Erscheinen des Komturs an. Der „steinerne Gast“ lädt Don Giovanni seinerseits ein, mit ihm zu kommen. Furchtlos reicht ihm Don Giovanni die Hand. Die Statue lässt sie nicht mehr los und fordert Don Giovanni immer drohender zur Reue auf. Als dieser der Aufforderung nicht nachkommt, öffnen sich die Pforten der Hölle und verschlingen ihn. Als das Getöse vorbei ist, erscheinen die übrigen Protagonisten. Sie verkünden die Moral „Also stirbt, wer Böses tat“ und ziehen daraus ihre Konsequenzen.

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Politica e provocazione sociale: il caso del Don Giovanni di Mozart di Giacomo Fornari Non è noto quando e come Wolfgang Amadeus Mozart decise di musicare la vicenda di Don Giovanni. Il contratto sottoscritto a Praga nel febbraio 1787 con Pasquale Bondini sull’onda del successo ottenuto dalle Nozze di Figaro rappresentate nella capitale boema non fa riferimento a un titolo specifico, ma parla evasivamente di «un’opera buffa da comporre per codesto teatro». Allo stato della ricerca, sembra assai probabile che il compositore salisburghese avesse già in mente in modo preciso l’oggetto della sua nuova opera. Ciò spiega come mai a distanza di poche settimane Wolfgang Amadeus Mozart ed il suo librettista Lorenzo Da Ponte avessero già consegnato la prima versione del libretto alla commissione censura di Vienna.

Don Giovanni nasce nello spirito di continuità e di superamento di alcuni aspetti già presenti nelle Nozze di Figaro. Novità e plasticità della forma musicale, velocità della narrazione drammaturgica e un forte interesse per il contesto sociale e politico si dimostrarono infatti gli ingredienti vincenti di un’opera che entrò fin da subito nel repertorio musicale: il percorso abbozzato nelle Nozze trovò quindi il suo compimento ideale in Don Giovanni. Anche Don Giovanni fu il frutto di uno studio ad hoc da parte di Mozart che era solito scegliere i soggetti delle proprie opere autonomamente. Nella biblioteca del compositore salisburghese si trova una copia dell’originale di Molière (Le Festin de Pierre) ed è probabile che egli conoscesse anche la commedia di Goldoni, oltre ad alcune partiture di poco precedenti (Gazzaniga, Gardi e Righini). Se nel caso di Tirso de Molina, il primo ad aver realizzato una versione scritta del soggetto, El burlador de Sevilla perseguiva uno scopo di carattere moralistico e religioso, tale soggetto è andato arricchendosi grazie a diversi canovacci che lo hanno trascinato verso un alveo buffo e ridanciano, trasportando «l’unico vero mito dell’era moderna» (Jean Rousset) in territorio italiano. In questo modo Don Giovanni è divenuto l’eroe di tante opere buffe, molte delle quali ancora oggi sconosciute. Grazie all’arguzia di Da Ponte, ispiratosi all’omonimo libretto di Giovanni Bertati, Mozart riuscì nell’intento di dare al soggetto nuovi esiti, con il ricorso ad una maggiore drammaticità e, soprattutto, donandogli una veridicità narrativa allora sconosciuta: musica e parole si fondono perfettamente. Quella che era una vicenda ormai ingiallita dalla storia divenne quindi per Mozart occasione per dire cose nuove senza rinunziare alla tradizione. In questo senso, fa specie osservare come egli dileggi sistematicamente l’aristocrazia mettendo alla berlina le malefatte di Don Giovanni da tutti percepito come rappresentante di una nobiltà prepotente e corrotta. Anche gli antagonisti (Don Ottavio, Donna Anna e Donna Elvira) mostrano l’impotenza di certa nobiltà. Le scene licenziose sembrano voler scardinare deliberatamente la «società delle buone maniere». Sul piano politico, il motto «viva la libertà!» marcatamente ripetuto da Don Giovanni nel finale del I atto, appare come una chiara allusione ai principi di «liberté, egalité, fraternité» di cui è innegabilmente cosparsa la partitura, due anni prima dello scoppio della Rivoluzione francese. Facile quindi capire come mai certa critica moralistica (si pensi a Beethoven e Wagner) ritenesse che Mozart avesse composto una musica meravigliosa su un soggetto indegno, tanto da apostrofare il capolavoro – anche a causa dell’erotismo spinto del libretto – come un’opera «scurrile e volgare». Anche questa critica, comunque, contribuì a rafforzare ulteriormente il mito di Don Giovanni nella storia della musica e non solo. Più ancora che nel Flauto magico, con Don Giovanni Mozart esprime in parole musicali il suo antagonismo ed i suoi risentimenti nei confronti di una società per lui ormai divenuta stretta, piccina ed insopportabile, aprendo così le porte ad un nuovo modo di essere del melodramma.

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Commendatore > Mariano Buccino, Don Giovanni > Gezim Myshketa Foto: Ilaria Sormani Foto: Benedetta Pitscheider


Politik und soziale Provokation Der Don Giovanni von Mozart von Giacomo Fornari Wann und wie Mozart sich dazu entschloss, die Geschichte des Don Giovanni musikalisch zu bearbeiten, ist nicht bekannt. Nach dem fulminanten Erfolg der Aufführung Le Nozze di Figaro in Prag erhielt Mozart von Pasquale Bondini den Auftrag, eine weitere Oper zu komponieren. Im Vertrag, der im Februar 1787 unterschrieben wurde, wird noch kein Titel genannt, es ist nur ausweichend von einem „Dramma giocoso“ die Rede, „das für dieses Theater komponiert werden soll“. Nach Stand der Forschung ist es jedoch sehr wahrscheinlich, dass der Komponist das Thema seiner neuen Oper schon genau im Kopf hatte. Dies erklärt, wieso Mozart und sein Librettist Lorenzo Da Ponte die erste Version ihres Libretto schon wenige Wochen später bei der Zensur in Wien einreichen konnten. Der Don Giovanni steht für Kontinuität und zugleich für Überwindung einiger Charakteristika, die wir noch in Le Nozze di Figaro vorfinden. Neuheit und Bildhaftigkeit der musikalischen Form, Schnelligkeit der erzählerischen Dramaturgie und ein starkes Interesse für den sozialen und politischen Kontext: Das waren die erfolgreichen Zutaten für eine Oper, die umgehend in das musikalische Repertoire aufgenommen wurde. Die im Figaro angedeutete Stilrichtung fand also im Don Giovanni seine Vollendung. Auch der Don Giovanni war das Ergebnis einer Ad-hoc-Studie Mozarts, der die Themen seiner Werke gewöhnlich selbst aussuchte. In der Bibliothek des Salzburger Komponisten findet sich eine Kopie des Originals von Molière (Le Festin de Pierre). Wahrscheinlich kannte Mozart auch die Komödie von Goldoni sowie einige kurz zuvor entstandene Partituren (Gazzaniga, Gardi und Righini). Tirso de Molina gilt als einer der ersten, der den Don-Juan-Stoff auf die Bühne brachte, in seiner Fassung verfolgte El burlador de Sevilla noch Ziele mit moralischem und religiösem Charakter, später wurde das Stück mit verschiedenen Handlungsfäden angereichert, die ihm einen komischen und belustigenden Rahmen verliehen. Auf diese Weise gelangte „der einzige echte Mythos der Moderne“ (Jean Rousset) nach Italien und Don Giovanni wurde zum Helden zahlreicher komischer Opern, von denen viele bis heute unbekannt sind. Dank der Findigkeit von Da Ponte, der sich vom gleichnamigen Libretto des Giovanni Bertati inspirieren ließ, gelang es Mozart, dem Thema neue Wendungen zu geben. Er verlieh dem Stück mehr Dramatik und vor allem eine bis dahin unbekannte erzählerische Wahrhaftigkeit, bei der Musik und Worte eine perfekte Symbiose eingehen. Ein bereits verblassender Mythos bot Mozart die Gelegenheit, Neues zu sagen, ohne auf die Tradition verzichten zu müssen. In diesem Zusammenhang überrascht, wie Mozart systematisch die Aristokratie verspottet, indem er die Missetaten des Don Giovanni als die eines arroganten und korrupten Höflings zur Schau stellt. Auch die Antagonisten (Don Ottavio, Donna Anna e Donna Elvira) zeigen die Unfähigkeit gewisser adeliger Herrschaften. Die anzüglichen Szenen scheinen die „wohlgesittete Gesellschaft“ aus den Angeln heben zu wollen. Auf politischer Ebene scheint das im I. Finale des 1. Aktes auffällig wiederholte Motto „Es lebe die Freiheit!“ eine eindeutige Anlehnung an die Prinzipien von „Liberté, Egalité, Fraternité”, mit denen die Partitur übersät ist – zwei Jahre vor Ausbruch der Französischen Revolution. Man kann daher leicht nachvollziehen, dass moralistische Kritiker (man denke an Beethoven und Wagner) von einer wunderbaren Musik sprachen, die Mozart für ein unwürdiges Thema komponiert habe. Das ging so weit, dass das Meisterwerk auch wegen der gewagten Erotik im Libretto als „skurril und vulgär“ abgewertet wurde – was aber wiederum nur den Mythos von Don Giovanni in der Musikgeschichte – und nicht nur dort – verstärkte. Mehr noch als in der Zauberflöte drückt Mozart im Don Giovanni in musikalischer Sprache seinen Antagonismus und seine Ressentiments gegenüber einer Gesellschaft aus, deren Grenzen ihm zu eng geworden waren. Somit wurde der Don Giovanni zum Türöffner für eine neue Daseinsart im Melodrama.

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Don Ottavio > Giovanni Sebastiano Sala, Donna Anna > Valentina Mastrangelo Foto: Ilaria Sormani


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Foto: Ilaria Sormani


Note di Regia

IL DISSOLUTO PUNITO ossia il Don Giovanni Dramma giocoso di Graham Vick Gli abbaglianti libretti di Lorenzo Da Ponte raggiungono un apice della sofisticazione e dell’ironia del XVIII secolo, non solo nei contenuti, ma anche nella maniera. I giochi di parola sono parte cruciale del gioco teatrale – questi sono testi che devono essere riportati in vita ed ascoltati, non letti; un gioco di scontri dinamici tra due mondi, uno apparentemente serio e uno buffo, che provocano un dialogo con il pubblico. Ma il gioco raggiunge un piano trascendentale con la musica sublimemente sovversiva di Wolfgang Amadeus Mozart. Il contributo di Mozart alla satira è talmente perfido che fu lui stesso a definire «Il dissoluto punito» un’opera buffa. Ricordo una domanda ad un esame di gioventù: perché Aspettando Godot di Samuel Beckett è una tragi-commedia? In Beckett, due vagabondi scambiano una serie infinita di dialoghi comici in attesa di Godot che non giunge mai. Ma ne Il dissoluto punito lo Sconosciuto arriva; faccia a faccia con la sua morte, Giovanni continua a deriderlo («La morte è una avventura incredibilmente grande», diceva Peter Pan, il fanciullo che si rifiutava di crescere). Il nostro senso di essere in vita è definito e amplificato dall’avvicinarsi inevitabile della morte. Di fronte allo scorrere del tempo, Giovanni getta via tutte le leggi, i vincoli e i tabù. Così come il nostro mondo si precipita verso l’autodistruzione, anche noi abbandoniamo sprezzanti le leggi della civiltà. Terrorizzati dalla morte, ci attacchiamo alla vita e ad una dipendenza dalla giovinezza, attraverso droghe, iniezioni, il bisturi del chirurgo, o – ancor peggio – attraverso la ‘sexualization’ dei bambini trasformati in icone. Sciogliamo continuamente i sacri vincoli del matrimonio, avendo perso fiducia nelle religioni ‘istituzionalizzate’, che hanno portato in tutto il mondo povertà, genocidi e abominî ancor peggiori. Abbiamo sostituito il privilegio di classe con il nepotismo e il clientelismo. Lasciamo pagare le tasse solo a coloro che non hanno gli strumenti per evitarlo. Deridiamo i nostri politici, ma consentiamo loro di vivere aldilà della legge; silenti e incapaci di agire, siamo collusi a coloro che sono nelle posizioni di potere, autorità e fiducia spirituale, e che sfruttano e abusano degli innocenti e dei vulnerabili. La vita vale poco e la decapitazione è diventata di moda dal Medio Oriente a Roma a New York. Sono rimasti altri limiti che Don Giovanni può trasgredire? La nostra bussola morale è costituita solo dalla nostra immediata autogratificazione? Mentre Giovanni si diffonde come un virus, trascinando tutti nella sua tela universale, non è più l’outsider ma l’incarnazione di una società la cui trasgressione è glamour, è vendibile, provoca dipendenza e in cui la corruzione è norma condivisa. La sua compulsione è una visione satirica di un futuro senza limiti; un guanto lanciato con audacia sfidando il cuore dell’establishment . Il libretto è scritto da un prete cattolico, di origine ebrea, cacciato da Venezia, caduto in disgrazia, e che pieno di debiti si rifugiò a New York. La musica è composta da un enfant prodige che invecchia e che ha appena perso il solo genitore rimasto: un padre autoritario che lo ha sfruttato e tiranneggiato. Ma quando tuo padre muore, il ticchettio dell’orologio risuona più forte, le lancette più vicine alla mezzanotte…

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Foto: Ilaria Sormani


Regieanmerkungen

DER BESTRAFTE WÜSTLING oder Don Giovanni Dramma giocoso von Graham Vick Die Libretti von Lorenzo Da Ponte kennzeichnen einen Höhepunkt der für das 18. Jahrhundert typischen Verzerrung und Ironie, nicht nur in den Inhalten, sondern auch in der Manier. Wortspiele sind ein wesentlicher Teil des Theaterspiels – es handelt sich um Texte, die zu neuem Leben erweckt und angehört, nicht gelesen werden dürfen. Ein Spiel aus dynamischen Begegnungen zweier Welten, einer vermeintlich ernsthaften und einer komischen, aus dem ein Dialog mit dem Publikum entsteht. Jedoch erreicht dieses Spiel erst mit der erhaben subversiven Musik von Wolfgang Amadeus Mozart eine transzendentale Ebene. Mozarts Beitrag zur Satire ist derart perfide, dass er selbst den „bestraften Wüstling“ als Opera buffa bezeichnete. Ich erinnere mich an eine Prüfungsfrage aus meiner Jugend: Warum Warten auf Godot von Samuel Beckett eine Tragikomödie sei? In dem Stück von Beckett gibt es eine lange Serie von komischen Dialogen zwischen zwei Landstreichern, die auf Godot warten – wobei dieser aber nie eintrifft. Im bestraften Wüstling hingegen findet sich der Unbekannte sehr wohl ein; im Angesicht des eigenen Todes verspottet Giovanni diesen weiterhin („Der Tod wäre mir ein großes Abenteuer“, sagte Peter Pan, der Junge, der nicht groß werden wollte). Unser Gefühl, lebendig zu sein, wird durch das unvermeidliche Näherrücken des Todes verstärkt. Angesichts des Verrinnens der Zeit setzt sich Giovanni über alle Gesetze und Tabus hinweg. Auf dieselbe Weise, in der sich unsere Welt in die Selbstvernichtung stürzt, kehren wir uns verächtlich von den Gesetzen der Zivilisation ab. Von Todesangst terrorisiert, hängen wir noch mehr am Leben und werden abhängig von der ewigen Jugend, durch Drogen, Spritzen, die Skalpelle der Chirurgen oder – noch schlimmer – durch Sexualisierung der Kinder, die in Ikonen verwandelt werden. Ständig lösen wir die heiligen Bande der Ehe, wobei wir das Vertrauen in die „institutionalisierten“ Religionen verloren haben, die auf der ganzen Welt Armut, Völkermord und noch schlimmere Gräuel verschuldet haben. Wir haben die Klassenprivilegien durch Vetternwirtschaft und Klientelismus ersetzt. Wir lassen nur diejenigen Steuern zahlen, die nicht über die notwendigen Mittel verfügen, um ihrer Entrichtung zu entgehen. Wir lachen über unsere Politiker, gestehen ihnen aber zu, jenseits der Gesetze zu leben. Schweigend und unfähig zu agieren, stecken wir mit denen unter einer Decke, die Macht-, Autoritäts- und geistliche Vertrauenspositionen innehaben und sich an unschuldigen und verletzlichen Menschen vergehen. Das Leben zählt wenig und Enthauptungen sind zur Modeerscheinung geworden, die ihre Schatten vom Mittleren Osten bis nach New York werfen. Sind noch Grenzen geblieben, die Don Giovanni übertreten könnte? Besteht unser moralischer Kompass nur noch aus der unmittelbaren Selbst-Belohnung? Don Giovanni breitet sich wie ein Virus aus, ist nicht mehr Außenseiter, sondern die Verkörperung einer Gesellschaft, deren Frevelhaftigkeit zugleich Glamour und verkäufliche Ware ist, die abhängig macht und für die Korruption die allgemein akzeptierte Norm darstellt. Seine Zwanghaftigkeit ist die satirische Sicht einer Zukunft ohne Grenzen; ein mutig hingeworfener Fehdehandschuh, mit dem er das Establishment im Herzen treffen will. Das Libretto wurde von einem katholischen Priester jüdischer Herkunft verfasst, der aus Venedig vertrieben worden, voller Schulden und in Ungnade gefallen war und daher nach New York flüchtete. Die Musik stammt von einem Enfant prodige, einem begnadeten, aber alternden Talent, das gerade erst das ihm verbliebene Elternteil verloren hat: einen autoritären Vater, der ihn ausgenutzt und tyrannisiert hat. Aber wenn dein Vater stirbt, ist das Ticken der Uhr stärker zu vernehmen und die Zeiger rücken vor gen Mitternacht …

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Foto: Ilaria Sormani


Direzione Musicale | Musikalische Leitung

José Luis Gomez-Rios José Luis Gomez-Rios inizia la sua carriera musicale all’età di 11 anni come primo violino dell’orchestra giovanile venezuelana “Zulia”. Dopo il conseguimento del diploma di violino presso la Manhattan School of Music di New York si trasferisce in Europa per studiare direzione d’orchestra presso Lu Jia, Muhai Tang e John Nelson. Vincitore del Concorso per direzione d’orchestra “Georg Solti” di Francoforte, conquista attenzione a livello internazionale. Il direttore dell’Orchestra dell’Hessischen Rundfunk, Paavo Järvi, lo sceglie come assistente. Da questo momento in poi Gomez-Rios collabora con le più importanti orchestre internazionali e dirige numerose opere del grande repertorio lirico. José Luis Gomez-Rios begann seine musikalische Laufbahn mit elf Jahren als erster Geiger des Jugendorchesters von Venezuela. Bevor er seine Karriere in Europa fortsetzte, machte er sein Diplom an der Manhattan School of Music in New York. Er nahm Dirigierunterricht bei Lü Jia, Tang Muhai und John Nelson. Nachdem er den Internationalen Wettbewerb für Dirigenten „Georg Solti“ in Frankfurt gewonnen hat, wurde man international auf ihn aufmerksam. Paavo Järvi, Direktor des Sinfonieorchesters des Hessischen Rundfunks, ernannte ihn zu seinem Assistenten. Darauf arbeitete er mit den renommiertesten Orchestern und dirigierte an zahlreichen großen Opernhäusern.

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Foto: Matthieu Gauchet


Regista | Regisseur

Graham Vick

Foto: Hugo Glendinning

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Graham Vick è considerato uno fra i più importanti registi d’opera. I suoi allestimenti provocatori con concetti revisionisti intrinsechi gli hanno fruttato numerosi premi, nonché l’onorificenza di Commander of the Order of the British Empire. A 24 anni dirige la Scottish Opera. Nel 1987 fonda la Birmingham Opera Company, di cui è tuttora direttore artistico, con la quale sviluppa progetti innovativi nel settore operistico anche con l’intento di attirare pubblico di ogni età ed estrazione sociale. Vick collabora con direttori d’orchestra di grande fama internazionale e dirige opere nei più importanti teatri lirici del mondo, tra cui La Scala di Milano, la Royal Opera House di Londra e il Met a New York.

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Graham Vick gilt als einer der namhaftesten Opernregisseure. Sein soziales und ästhetisches Engagement für die Oper sowie provokante Inszenierungen brachten ihm im Laufe seiner Karriere zahlreiche Auszeichnungen und den Verdienstorden Commander of the Order of the British Empire ein. Bereits mit 24 Jahren inszenierte er an der Scottish Opera. 1987 gründete er die Birmingham Opera Company, der er bis heute als künstlerischer Leiter vorsteht. Mit dieser unabhängigen Produktionsfirma verschrieb er sich der Entwicklung innovativer Opernprojekte und der Erschließung neuer Publikumsschichten. Vick arbeitet mit den bekanntesten Dirigenten und inszeniert an den international angesehensten Opernhäusern, darunter die Mailänder Scala, das Royal Opera House in London und die Met in New York.


Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Haydn Orchester von Bozen und Trient

L’Orchestra Haydn si è costituita nel 1960 per iniziativa dei Comuni e delle Province di Bolzano e di Trento. Il suo repertorio spazia dal barocco al contemporaneo; autori come Luigi Dallapiccola, Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Battistelli, Matteo D’Amico e Giovanni Sollima le hanno affidato loro lavori in prima esecuzione assoluta. Sul podio dell’Orchestra Haydn sono saliti, fra gli altri, Claudio Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Ottavio Dantone, Eliahu Inbal, Alain Lombard, Jesús López-Cobos, Neville Marriner, Riccardo Muti, Daniel Oren, José Serebrier e Alberto Zedda. Dopo il fondatore Antonio Pedrotti si sono avvicendati come direttori stabili Hermann Michael, Alun Francis, Christian Mandeal e Ola Rudner. Dal 2003 al 2012 ne è stato direttore artistico Gustav Kuhn; dal marzo 2013 Daniele Spini è responsabile della progettazione artistica mentre da settembre 2014 Arvo Volmer è il nuovo direttore principale dell’Orchestra.

Das Haydn Orchester wurde 1960 auf Veranlassung der Provinzen Bozen und Trient gegründet. Sein Repertoire reicht vom Barock bis zur zeitgenössischen Musik und schließt diverse Opern und Oratorien mit ein; Komponisten wie Luigi Dallapiccola, Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Battistelli, Matteo D’Amico und Giovanni Sollima vertrauten dem Haydn Orchester Uraufführungen ihrer Werke an. Am Pult des Haydn Orchesters standen Dirigenten wie Claudio Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Ottavio Dantone, Eliahu Inbal, Alain Lombard, Jesús López-Cobos, Neville Marriner, Riccardo Muti, Daniel Oren, José Serebrier und Alberto Zedda; als Chefdirigenten wirkten – nach dem Gründer Antonio Pedrotti – Hermann Michael, Alun Francis, Christian Mandeal und Ola Rudner. Von 2003 bis 2012 war Gustav Kuhn künstlerischer Leiter des Orchesters; seit März 2013 ist Daniele Spini verantwortlich für die künstlerische Planung und seit 1. September 2014 ist Arvo Volmer der neue Chefdirigent des Orchesters.

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Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Haydn Orchester von Bozen und Trient VIOLINI PRIMI | 1. Violine Marco Mandolini** Francesca Sgobba* Ole Jacob Frederiksen Renzo Michelini Cecilia Albertani Elisabeth Pichler Maria Patron Erika Ferrari VIOLINI SECONDI | 2. Violine Roberto Tomada* Andrea Rieder Josuè Esaù Iovane Patrizia Autieri Mariarita Di Pasquale Cecilia Micoli

VIOLE | Bratsche Gabriele Marangoni* Maura Bruschetti Roberto Mendolicchio Claudia Pedrani Pierluigi Borgogno VIOLONCELLI | Violoncello Alejandro Biancotti* Elisabetta Branca Jutta Kagerer Elke Hager CONTRABBASSI | KontrabAss Michelangelo Mercuri* Daniele Ragnini*

FLAUTI | Flöte Francesco Dainese* Alessandro Visintini

CORNI | Horn Andrea Cesari* Samuele Bertocci

OBOI | Oboe Gianni Olivieri* Fabio Righetti

TROMBE | Trompete Patrik Hofer* Fabiano Ruin

CLARINETTI | Klarinette Antonio Capolupo* Andrea Brazzo

TROMBONI | Posaune Alessio Savio* Andreas Kofler Mario Pilati

FAGOTTI | Fagott Flavio Baruzzi* Andrea Racheli

TIMPANI | Pauke Domenico Cagnacci*

**spalla | Konzertmeister *prime parti | Stimmführer 28


Coro Lirico Regionale di Trento e Bolzano | Regionaler Opernchor von Trient und Bozen Soprani | Sopran Erika Bonadiman Isabel Lombana Anna Pellizzari Isabella Pisoni Sheila Rech Dania Tosi

Tenori | Tenor Cristiano Bortolin Silvano Ceolin Roberto Garniga Sandro Miori Eduardo Hurtado Rampoldi Igor Realdi Glushkov

Alti | Alt Elena Croci Federica Guerra Francesca Martinelli Michela Pizzolato Monica Schmidt Rossana Verlato

Bassi | Bass Stefano Cescatti Mario Curzel Simone Marchesini Marco Petrolli Tiziano Rosati Vadim Tarakanov

Maestro del Coro | Chorleiter Luigi Azzolini

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Stagione di opera e danza Opern- und Tanzsaison 2014|15

Prossimi appuntamenti | Demnächst im Stadttheater

BOLZANO | BOZEN

BOLZANO | BOZEN

Nuovo allestimento | Neuinszenierung

Prima nazionale | Ital. Erstaufführung

Faust

Dance Company Theater Osnabrück (D)

Opera|Oper

Charles Gounod Mer | Mi 21.01.2015 ore 20.00 Uhr Gio | Do 22.01.2015 ore 20.00 Uhr direzione musicale | musikalische Leitung Anthony Bramall Regia | Regie Michiel Dijkema

Prima assoluta | Uraufführung

Forèst (food opera) Matteo Franceschini

Danza|Tanz

Romeo & Juliet Lun | Mo 1.12.2014 ore 20.00 Uhr Coreografia | Choreografie Mauro de Candia

Prima nazionale | Ital. Erstaufführung

Ballet du Grand Théâtre de Genève (ch) Lo Schiaccianoci | Der Nussknacker

Gio | Do 16.04.2015 ore 20.00 Uhr Ven | Fr 17.04.2015 ore 18.30 + 20.30 Uhr Sab | Sa 18.04.2015 ore 18.30 + 20.30 Uhr Dom | So 19.04.2015 ore 16.30 + 18.30 + 20.30 Uhr

Gio | Do 18.12.2014 ore 20.00 Uhr Coreografia | Choreografie Jeroen Verbruggen

Regia | Regie Volodia Serre

Parsons Dance (usa) Mar | Di 3.03.2015 ore 20.00 Uhr Coreografie | Choreografien David Parsons

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Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen Piazza Verdi | Verdiplatz 40 I - 39100 Bolzano | Bozen www.fondazioneteatro.bolzano.it www.stiftungstadttheater.bozen.it Tickets Tel: + 39 0471 053800 www.teatrocomunale.bolzano.it | www.stadttheater.bozen.it

La Fondazione Teatro Comunale e Audtorium è membro di | Die Stiftung Stadttheater und Konzerthaus ist Mitglied bei

Stagione di opera nell’ambito di | Opernsaison im Rahmen von

Redazione | Redaktion Fondazione Teatro Comunale e Auditorium | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Grafica | Grafik Cooperativa Sociale - Sozialgenossenschaft Clab Stampa | Druck Publistampa - Pergine Valsugana (TN) Servizi tecnici, organizzativi e amministrativi | Technik, Organisation und Verwaltung Fondazione Teatro Comunale e Auditorium | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus

Durante lo spettacolo del 22.11. presterà servizio il dott. Maurizio Morrione. | Den ärztlichen Bereitschaftsdienst übernimmt am 22.11. Dr. Maurizio Morrione.

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