Programma di sala opera Faust | Saalprogramm Oper Faust

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Faust Charles Gounod

21.01.2015 ORE 20.00 UHR 22.01.2015 ORE 20.00 UHR Direzione musicale | Musikalische Leitung Anthony Bramall Regia | Regie Michiel Dijkema

Stagione di opera e danza Opern- und Tanzsaison 2 0 1 4 | 1 5


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Opera|Oper

Faust Margarethe Charles Gounod 21.01.2015 ORE 20.00 UHR 22.01.2015 ORE 20.00 UHR Sala Grande | Großer Saal Opera in cinque atti | Oper in fünf Akten Libretto Jules Paul Barbier, Michel Florentin Carré tratto da | nach Faust et Marguerite – Michel Florentin Carré e | und Faust. Der Tragödie erster Teil – Johann Wolfgang von Goethe Prima rappresentazione | Uraufführung 19.03.1895, Théâtre Lyrique, Parigi | Paris Durata | Dauer 200 min. incl. intervallo | inkl. Pause In lingua francese | In französischer Sprache Sovratitoli | Übertitel IT + DT

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Faust

Margarethe Charles Gounod Direttore di scena | Inspizienz Thomas Müller Direttore tecnico | Technischer Leiter Till Schneiderheinze Capomacchinista | Bühnenmeister Ronald Rudroff Capoelettricista | Beleuchtungsmeister Michael Röger Macchinisti | Bühnentechnik Jan Schütze, Jörg Schmidt, Oliver Forner Elettricisti | Beleuchtung Steffen Böhme, Michael Fischer Decoratore | Dekorateur Merker-Blochmann Attrezzista | Requisiteurin Heidi Grießbach Pirotecnico | Pyrotechniker Thomas Neugebauer Truccatrici | Maske Astrid Storch, Dorothee Hoffmann, Karsten Berg, Sarah Wiedemann Costumi | Kostüme Jana Eckhardt, Elke Zetzsche, Sabine Schönfelder, Ines Schröder, Katrin Nüske, Ute Fabian

Opera in cinque atti | Oper in fünf Akten Libretto Jules Paul Barbier, Michel Florentin Carré Interpreti | Besetzung Faust Mario Zeffiri Méphistophélès Mark Schnaible Marguerite | Margarethe Marika Schönberg (21.01.), Olena Tokar (22.01.) Valentine Jonathan Michie Siébel Kathrin Göring Wagner Matteo Ferrara Marthe Karin Lovelius Direzione musicale | Musikalische Leitung Anthony Bramall Regia, scene | Regie und Bühne Michiel Dijkema Costumi | Kostüme Claudia Damm Ripresa allestimento | Szenische Einrichtung Patrick Bialdyga Luci | Licht Michael Röger Drammaturgia | Dramaturgie Christian Geltinger

Servizi tecnici, organizzativi e amministrativi | Technik, Organisation und Verwaltung Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen

Maestro del coro | Choreinstudierung Alessandro Zuppardo Coro dell’Opera di Lipsia | Chor der Oper Leipzig

Partnership

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Haydn Orchester von Bozen und Trient Progettazione e realizzazione | Planung und Ausführung Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen Coproduzione | Koproduktion Oper Leipzig, Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Stiftung Haydn Orchester von Bozen und Trient

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Foto: Bettina Stoess

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Trama Atto primo Faust, affranto dall’età e stanco della vita, tenta il suicidio nel suo studio. All’esterno si ode il canto di un coro che saluta la primavera. Faust, disperato, invoca il diavolo: appare Méphistophélès che, in cambio dell’anima, promette a Faust giovinezza e amore. Davanti all’esitazione di Faust, Méphistophélès fa apparire l’immagine meravigliosa di Marguerite. Faust accetta e viene trasformato in un giovane uomo. Atto secondo Davanti a una taverna si festeggia. Siébel promette a Valentine di proteggere sua sorella Marguerite, mentre questi sarà in guerra. Méphistophélès si confonde tra la folla e predice il futuro ai presenti: ogni fiore scelto da Siébel appassirà, Wagner morirà presto e Valentine sarà assassinato. Quando Méphistophélès brinda alla salute di Marguerite, il fratello Valentine estrae la sua arma per cercare di allontanarlo. Faust incontra Marguerite, la quale rifiuta però di essere accompagnata da lui. Atto terzo Siébel coglie dei fiori da offrire a Marguerite, di cui è segretamente innamorato, ma questi appassiscono immediatamente. Marguerite riceve dei gioielli in regalo da Méphistophélès. Nel frattempo Méphistophélès annuncia a Marthe, la vicina di Marguerite, la morte del marito. Mentre Méphistophélès distrae la vedova, Faust dichiara il proprio amore a Marguerite, che pur ricambiando il sentimento, gli chiede di andarsene. Méphistophélès trattiene Faust per fargli spiare Marguerite e sentire cosa dice di lui. Marguerite confessa tutto il suo amore per Faust. Quando questi si fa vedere lei gli corre incontro e si getta fra le sue braccia mentre Méphistophélès ride con sarcasmo. 6


Atto quarto Marguerite, in attesa di un bambino, viene lasciata da Faust. Derisa dalle altre ragazze cerca rifugio in una chiesa, dove viene dannata da Méphistophélès e condotta alla follia. Tornano i soldati dalla guerra e Valentine viene a sapere da Siébel cosa è accaduto alla sorella Marguerite. Giunge Faust che vuol rivedere la ragazza e viene sfidato a duello dal fratello Valentine. Faust, magicamente protetto da Méphistophélès, vince il duello: Valentine è ferito, ma prima di morire maledice Marguerite. Atto quinto Con un gesto folle Marguerite uccide il suo bambino. Méphistophélès conduce Faust nel suo regno e gli mostra il suo splendido palazzo mentre le antiche cortigiane cercano con le loro tentazioni di far dimenticare a Faust gli affanni passati. Faust ha una visione: Marguerite. Méphistophélès lo conduce da lei in prigione; la ragazza attende di essere giustiziata. Quando Marguerite scorge Méphistophélès, vede in lui il diavolo. Marguerite si affida alle potenze celesti, allontana Faust e muore. La sua anima sale in cielo.

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Foto: Bettina Stoess

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Handlung Erster Akt In seinem Studierzimmer verzweifelt der vom Alter gezeichnete Faust am Leben und sehnt sich nach dem Tod. Er hört von draußen den lieblichen Gesang junger Frauen, der ihn davon abhält, einen Giftbecher zu trinken. Faust ruft den Teufel herbei, der in Gestalt von Méphistophélès erscheint und ihm seine Dienste anbietet. Gegen den Preis seiner Seele soll Faust die Jugend und damit die Liebe zurückerhalten. Mit einer Vision Margarethes vor Augen willigt Faust ein und wird in einen jungen Mann verwandelt. Zweiter Akt Vor einer Schenke wird fröhlich gefeiert. Siébel verspricht Valentine, der in den Krieg ziehen soll, seine Schwester Margarethe zu beschützen. Méphistophélès mischt sich unters Volk und wahrsagt den Anwesenden aus der Hand: Jede von Siébel gepflückte Blume soll verwelken, Wagner bald sterben und Valentine ermordet werden. Als der Fremde zynisch auf Margarethe trinkt, zieht Valentine seine Waffe und versucht Méphistophélès in Bann zu halten. Faust begegnet Margarethe, die seine Begleitung jedoch zurückweist. Dritter Akt Siébel pflückt Blumen für Margarethe, die er heimlich liebt, doch in seiner Hand verwelken sie augenblicklich. Méphistophélès besorgt ein Geschenk für Margarethe, die den darin gefundenen Schmuck anlegt. Méphistophélès erscheint mit Faust und überbringt Margarethes Nachbarin Marthe die Nachricht vom Tod ihres Ehemanns. Während die frisch gebackene Witwe von Méphistophélès abgelenkt wird, ge-

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steht Faust Margarethe seine Liebe. Sie erwidert seine Gefühle, schickt ihn jedoch fort. Méphistophélès hält Faust zurück. Gemeinsam belauschen sie Margarethes sehnsüchtige Worte, woraufhin Faust in ihre Arme stürzt. Méphistophélès verlässt höhnisch lachend den Garten. Vierter Akt Margarethe wurde von Faust verlassen und erwartet ein Kind. Von anderen Mädchen verspottet, sucht sie Zuflucht in der Kirche und wird dort von Méphistophélès verflucht und zunehmend in den Wahnsinn getrieben. Als die Soldaten aus dem Krieg heimkehren, erfährt Valentine von der unehelichen Schwangerschaft seiner Schwester. Faust fürchtet sich vor einem Wiedersehen mit der verlassenen Geliebten. Méphistophélès trägt ein spöttisches Liebesständchen vor, lockt jedoch statt Margarethe ihren Bruder an. Valentine fordert Faust zum Duell, in dessen Verlauf er von diesem (durch Méphistophélès gelenkt) tödlich verwundet wird. Sterbend verflucht er seine Schwester. Fünfter Akt Im Wahn tötet Margarethe ihr Kind. Méphistophélès führt Faust zur Ablenkung ins Harzgebirge, wo sie das spukhafte Treiben der Walpurgisnacht erleben. Nach einer Vision verlangt Faust, zu Margarethe gebracht zu werden, die im Kerker auf ihre Hinrichtung wartet. Faust mahnt zur Flucht, doch Margarethe schwelgt in Erinnerungen an ihre erste Begegnung. Als Méphistophélès zu ihnen tritt, erkennt sie ihn als Teufel. Margarethe übergibt sich Gottes Gericht, stößt Faust von sich und stirbt. Ihre Seele wird in den Himmel aufgenommen.

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Le origini dell’opera di Christian Geltinger La storia di Faust fonda le sue origini nel passaggio dal Medioevo al periodo moderno. Verso la fine del XV secolo un guaritore, alchimista, astrologo e mago di nome Johann Georg Faust attraversava i territori tedeschi e meravigliava le genti con le sue arti. Faust incarna l’uomo nuovo, che cerca di superare la visione teocentrica del mondo tipica del Medioevo. Mettere in discussione le leggi di Dio, attraverso esperimenti scientifici o semplicemente applicando il buon senso, era ancora considerato una blasfemia. Allo stesso modo la figura di Faust gode, sin da tempi lontani, di una reputazione discutibile. Numerose sono le rappresentazioni figurative e letterarie nelle quali Faust viene ritratto in combutta con il diavolo. Nel corso dei secoli Faust e Méphistophélès hanno intrattenuto con il loro patto il grande pubblico, in particolare nel teatro delle marionette e nel teatro itinerante. Solo attraverso un’attenta analisi del Faust di Johann Wolfgang von Goethe si riescono a individuare due fondamentali trame: da un lato la tragedia dell’anziano scienziato disperato e stanco di vivere, dall’altro la cosiddetta Tragedia di Gretchen che Goethe aggiunge in un secondo momento. La vicenda si basa su una storia vera: nel lontano 1772 Susanna Margaretha Brandt fu giustiziata per infanticidio a Francoforte, città natale di Goethe. Quest’ultimo riuscì ad accedere agli atti del processo e a studiare il caso nel dettaglio. Decise di affrontare una tematica molto controversa, l’infanticidio. La storia d’amore ideata da Goethe era predestinata a divenire un’opera teatrale. Il Faust è stato tradotto in numerose lingue e musicato da molteplici compositori. A soli vent’anni Charles Gounod entrò in contatto per la prima volta con il personaggio Faust nella famosa traduzione francese di Gérard de Nerval. Il suo Faust è stato inoltre basato su una composizione di Michel Carré dal titolo Drame fantastique. Charles Gounod era particolarmente interessato alla mescolanza tra il romanticismo del brivido e la popolarità dei pupazzi a molla raffiguranti il diavolo dei primi Faust teatrali. La componente religiosa dell’opera è dovuta, molto probabilmente, proprio al compositore dell’Ave Maria e della Missa ad Honorem Sanctae Ceciliae incerto se intraprendere la via del sacerdozio. Numerose sono le tracce e le citazioni musicali che lasciano intravedere l’interprete di musica sacra e organista Charles Gounod. Marguerite, personaggio centrale nel Faust di Gounod, viene raffigurata come santa e divinizzata al termine. Al contrario la figura di Faust resta piuttosto sullo sfondo. Quest’ultimo deve cercare di brillare vocalmente per non divenire una delle tante pedine mosse da Méphistophélès. Gounod e il suo librettista mettono in prima linea la cosiddetta Tragedia di Gretchen, per questo motivo l’opera viene spesso denominata Margarethe in lingua tedesca. I due si concentrano principalmente sulle scene operisticamente più efficaci del lavoro goethiano, che tra le altre cose arricchiscono l’opera secondo i gusti dell’epoca con grandi tableaux corali: l’aria Canzone del Gioiello, la ballata Il Ètait un Roi de Thulé, la serenata di Faust e Méphistophélès o la famosa scena nel duomo. Il critico del debutto, nientemeno che Hector Berlioz, definì l’aria del Faust come “caviale per il popolo”, mentre il coro dei soldati come “budino per il popolo”. L’opera di Gounod può essere paragonata, nel migliore dei sensi, a un capolavoro culinario. Questa è sicuramente anche la ricetta del successo che la vide debuttare il 19 marzo 1859 al Théâtre Lyrique di Parigi.

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Foto: Bettina Stoess

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Foto: Benedetta Pitscheider


Die Ursprünge der Faust-Oper von Christian Geltinger Der Faust-Stoff hat seinen Ursprung im Übergang vom finsteren Mittelalter zur frühen Neuzeit. Gegen Ende des 15. Jahrhunderts zog ein Wunderheiler, Alchemist, Astrologe und Magier namens Johann Georg Faust durch die deutschen Lande und beeindruckte die Menschen durch seine zweifelhaften Künste. Faust verkörpert den neuen Menschen, der das theozentrische Weltbild des Mittelalters zu überwinden sucht. Die Gesetzmäßigkeiten der gottgegebenen Ordnung infrage zu stellen und sie mit wissenschaftlichen Experimenten oder einfach nur mit dem gesunden Menschenverstand zu erforschen, galt allerdings nach wie vor als Blasphemie. Und so war die Figur des Faust seit jeher mit einem zweifelhaften Ruf behaftet. Nicht selten wurde vermutet, dieser Mann sei mit dem Teufel im Bunde, was ihm in zahlreichen Darstellungen und literarischen Ausformungen bald sein teuflisches Alter Ego einbrachte. Über die Jahrhunderte befriedigten Faust und Mephisto mit ihren Taschenspielertricks und ihrem Budenzauber auf dem Puppentheater und auf den Wandertheatern die Schau- und Schauerlust der breiten Bevölkerung. Erst durch die Literarisierung des Faust-Stoffes durch Johann Wolfgang von Goethe kristallisierten sich zwei entscheidende Handlungsstränge heraus, die sogenannte Gelehrten-Tragödie des lebensüberdrüssigen alten Wissenschaftlers, der mit seinem Wissen an die Grenzen gestoßen ist und an sich und der Welt verzweifelt, und die sogenannte Gretchen-Tragödie, die Goethe dem Stoff neu hinzugefügt hat. Als Vorlage diente ihm die reale Geschichte der Susanna Margaretha Brandt, die 1772 als Kindsmörderin in Goethes Heimatstadt Frankfurt hingerichtet wurde. Goethe, der sich damals sogar die Prozessakten kommen ließ, um den Fall genau zu studieren, greift mit der Geschichte der Kindsmörderin ein sozial hochbrisantes Thema seiner Zeit auf. Interessanterweise begeisterte sich die Opernbühne erst seit Goethes „Adelung“ des Faust-Stoffes für die äußerst bühnenwirksame Vorlage. Die von Goethe neu hinzuerfundene tragische Liebesgeschichte war geradezu prädestiniert für die Opernbühne. Der Faust wurde in zahlreiche Sprachen übersetzt und von unterschiedlichen Komponisten vertont. Charles Gounod kam bereits mit Anfang zwanzig mit dem Faust-Stoff in der berühmten französischen Übersetzung von Gérard de Nerval in Berührung. Darüber hinaus basiert seine Faust-Oper auf einem Boulevardstück von Michel Carré, der auch einer der beiden Librettisten der Oper war. Carré nannte sein Faust-Drama „Drame fantastique“. Symptomatisch für die Zeit interessierte ihn vor allem die Mischung aus Schauerromantik und Springteufel-Komik des frühen Volksbühnen-Faust . Die religiöse Komponente des Stoffes dürfte eher dem Komponisten des Ave Maria und der Cäcilienmesse zu verdanken sein, der sogar zwischenzeitlich überlegte, in den Priesterstand einzutreten. Es finden sich zahlreiche Anklänge bis hin zu direkten musikalischen Zitaten, die den Kirchenmusiker und Organisten Gounod erkennen lassen. Im Mittelpunkt von Gounods Faust-Oper steht Margarethe, die gleichsam zur Heiligen stilisiert wird und zum Schluss in einer Apotheose verklärt wird. Die Faustfigur bleibt dagegen eher blass. Faust darf eher sängerisch als draufgängerisch brillieren, ansonsten ist er eine von Méphistophélès durchs Stück getriebene Spielfigur. Gounod und seine Librettisten zeichnen in erster Linie die sogenannte Gretchen-Tragödie nach, weshalb das Stück in der deutschen Übersetzung häufig auch Margarethe genannt wird. Sie konzentrieren sich auf die opernwirksamen Szenen von Goethes Vorlage, die Juwelenarie oder das Thulelied der Margarethe, das Ständchen von Faust und Mephisto oder die berühmte Dom-Szene. Dagegen bereichern sie den Stoff dem Geschmack der Zeit entsprechend um große Chortableaus. Der Kritiker der Uraufführung, kein geringerer als Hector Berlioz, bezeichnete die Arie des Faust als „Kaviar für das Volk“, den Soldatenchor dagegen als „Pudding für das Volk“. Gounods Oper kann als im besten Sinne kulinarisch bezeichnet werden. Das ist sicherlich auch eines der Erfolgsrezepte der am 19. März 1859 am Théâtre Lyrique in Paris uraufgeführten Oper.

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Foto: Bettina Stoess

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Regia

Il diavolo in noi di Christian Geltinger Charles Gounod era un fantastico musicista, ma un pessimo drammaturgo. A questo giudizio si giunge con un semplice sguardo sulla partitura della sua opera Faust. Attraverso un’analisi più attenta si scopre però che i punti deboli della drammaturgia non sono completamente imputabili a Gounod. È risaputo che alla creazione del Faust hanno contribuito diverse menti, una su tutte quella dell’impresario teatrale Léon Carvalho, in un certo qual modo il padre spirituale dell’opera. Si può notare difatti come in molte opere francesi la versione dialogata viene successivamente rielaborata in una versione recitata. Per fare un esempio, la celebre aria di Valentino fu aggiunta in un secondo momento. La struttura del Faust di Gounod è stata, sin da principio, molto aperta così da poter subire sapienti interventi anche da parte di un regista come Michiel Dijkema, notoriamente non appartenente alla corrente dei decostruttivisti dell’opera. In particolar modo, poichè il ruolo di Marguerite era destinato alla moglie dell’impresario teatrale Léon Carvalho, questi non si opponeva a influenze esterne sull’opera anche a ridosso del debutto. Si racconta che gli occhi di Gounod si riempirono di lacrime quando vide la sua creatura mutilata da numerosi interventi. Questo almeno è quanto riporta Jules Massenet, seduto ai timpani al debutto dell’opera. Dagli appunti di Gounod si scopre, inoltre, che egli aveva originariamente previsto un’aria destinata a rappresentare il momento di follia nel quale Marguerite uccide il suo bambino. Una scelta musicale coerente con la drammaturgia e con i gusti musicali del XIX secolo. Nel secondo atto, al contrario, si susseguono due caratteri musicali completamente diversi: la riflessiva Il Était un Roi de Thulé e la brillante aria Canzone del Gioiello. Il regista Michiel Dijkema ha deciso di utilizzare Il Était un Roi de Thulé per rappresentare il momento di forte impatto dell’infanticidio. Spesso ci si imbatte in vicende che non vengono portate a termine. Un esempio è la storia del giovane Siébel, amante segreto di Marguerite e sfortunato avversario di Faust, le cui tracce si perdono nel corso della narrazione. Nell’allestimento si è deciso di raccontare la storia d’amore per dare al personaggio un forte profilo e giungere a una logica fine. Con Siébel si osserva chiaramente come tutto ciò che entra in contatto con Méphistophélès viene portato alla distruzione. L’allestimento attribuisce a Méphistophélès l’elemento del fuoco. All’inizio egli si presenta come elegante uomo di mondo, come virtuoso giocoliere e brillante Casanova. Nel corso della vicenda, però, il suo vero volto emerge a poco a poco. Molto più preoccupante è lo sviluppo della società nel corso della narrazione. Méphistophélès cerca solamente di portare alla luce il suo lato più represso. La sua seduzione si esprime con il Rondo del Vitello d’Oro. L’aggressività repressa esplode in un entusiasmo fanatico per la guerra. Alla fine si smaschera la doppia morale della società. Marguerite è inizialmente una figura pura e candida, ma poi commette un infanticidio. Così la domanda finale è se il male non sia insito in tutti noi e Méphistophélès non sia altro che uno scadente ciarlatano.

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Foto: Bettina Stoess

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Über die Inszenierung

Der Teufel in uns von Christian Geltinger Gounod war ein fantastischer Musiker, aber kein herausragender Dramaturg. Zu diesem Urteil könnte man beim ersten Blick auf die Partitur seiner Oper Faust kommen. Die dramaturgischen Schwächen des Stücks sind allerdings bei näherer Betrachtung nicht immer Gounod selbst zuzuschreiben. Wir wissen, dass an der Entstehung des Stücks zahlreiche Köche am Werk waren, allen voran der damalige Direktor des Théâtre Lyrique Léon Carvalho, gewissermaßen der geistige Vater der Faust-Oper. So gab es, wie bei vielen französischen Opern, zunächst eine Dialogfassung, die später in eine Rezitativ-Fassung umgearbeitet wurde. Ebenfalls später hinzukomponiert wurde die berühmte Arie des Valentine, um nur einige wenige Beispiele zu nennen. Die Werkgestalt von Gounods Faust war von Anfang an sehr offen, sodass gewisse Eingriffe selbst für einen Regisseur wie Michiel Dijkema, der bekanntermaßen nicht zu den Dekonstruktivisten unter den Opernregisseuren gehört, durchaus auf der Hand liegen. Insbesondere besagter Theaterdirektor Carvalho erlaubte sich bereits vor der Uraufführung die eine oder andere Einflussnahme auf das Stück, zumal es seine eigene Frau war, die die Partie der Margarethe übernehmen sollte. Es soll den armen Gounod buchstäblich die Tränen in die Augen getrieben haben, als er sein verstümmeltes Werk vor sich sah. Das berichtet zumindest der Opernkomponist Jules Massenet, der bei der Uraufführung an der Pauke saß. Wir wissen beispielsweise aus den Aufzeichnungen Gounods, dass von ihm ursprünglich eine Wahnsinnsarie vorgesehen war für den Moment, an dem Margarethe ihr Kind tötet, an und für sich ein dramaturgisch schlüssiger Gedanke. Wahnsinnsarien entsprachen dem musikalischen Zeitgeschmack des 19. Jahrhunderts. Dagegen folgen im zweiten Akt mit dem eher nachdenklichen Thulelied und der virtuosen Juwelenarie zwei Nummern von höchst unterschiedlichem musikalischem Charakter unmittelbar aufeinander. Regisseur Michiel Dijkema hat sich daher entschieden, das Thulelied für den theatral höchst eindrucksvollen Moment des Kindsmordes zu verwenden. Oft erleben wir es, dass Handlungsstränge nicht zu Ende geführt werden, etwa die Geschichte des Jünglings Siébel, der als heimlicher Geliebter Margarethes zunächst als unglücklicher Gegenspieler Fausts aufgebaut wird, dessen Spuren sich dann aber im Sande verlaufen. In dieser Inszenierung hat man sich deshalb entschieden, die häufig gestrichene Romanze mit in die Werkgestalt aufzunehmen, um der Figur ein stärkeres Profil zu geben und sie konsequent zu Ende zu erzählen. An Siébel lässt sich sehr gut beobachten, wie alles nach und nach stirbt, was mit Méphistophélès in Berührung kommt. Während Méphistophélès, dem von der Inszenierung das Element des Feuers zugeschrieben wird, anfangs noch als der weltläufige Galan auftritt, als virtuoser Taschenspieler und schillernder Casanova, zeigt er im Laufe der Oper mehr und mehr sein wahres Gesicht. Viel bedenklicher ist jedoch, wie sich die Gesellschaft im Laufe des Stücks entwickelt. Méphistophélès scheint ihre verborgene Seite ans Tageslicht zu fördern. Ihre Verführbarkeit äußert sich im Rondo vom Goldenen Kalb. Angestaute Aggressionen entladen sich in einer geradezu fanatischen Kriegsbegeisterung. Schließlich entlarvt die Art und Weise, wie Margarethe vom Inbegriff bürgerlicher Reinheit und Unschuld zur Außenseiterin gebrandmarkt und in den Kindsmord getrieben wird, die Doppelmoral dieser verlogenen Gesellschaft. Am Ende bleibt die Frage offen, ob das Böse nicht in uns allen verankert ist und dieser Méphistophélès vielleicht doch nur ein billiger Scharlatan ist.

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Foto: Bettina Stoess

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Direzione Musicale | Musikalische Leitung

Anthony Bramall Nato a Londra, Anthony Bramall si è diplomato in canto alla Guildhall School of Music and Drama. Ha quindi frequentato il corso avanzato di direzione d’orchestra sotto la guida di Vilem Tausky. È riconosciuto per la sua abilità interpretativa sia del repertorio italiano che di quello tedesco. La sua attività lo ha poi portato a dirigere orchestre nei più importanti centri musicali europei, tra cui l’orchestra sinfonica della Norddeutscher Rundfunk, della Semperoper di Dresda e della Bayerische Staatsoper di Monaco. Nella stagione 2011/12 ha assunto l’incarico di direttore permanente del Teatro dell’Opera di Lipsia, che nella passata stagione lo ha nominato Vize-Generalmusikdirektor. In qualità di direttore musicale ha diretto brillantemente concerti e opere negli Stati Uniti, Giappone, Olanda, Svezia, Messico, Polonia, Romania, Slovacchia e Austria. Anthony Bramall, geboren in London, studierte Gesang an der Guildhall School of Music and Drama. Es folgte ein Studium im Dirigieren bei Vilem Tausky. Er machte sich einen Namen als Interpret des deutschen und des italienischen Opernrepertoires. Bramall leitete zahlreiche Orchester in den wichtigsten Musikzentren Europas und arbeitete u.a. mit dem Radiosinfonieorchester des NDR, der Semperoper Dresden und der Bayerischen Staatsoper München zusammen. In der Saison 2011/12 wurde er zum ständigen Dirigenten an die Oper Leipzig berufen, bis zu seiner Ernennung zu deren Vize-Generalmusikdirektor im Jahr 2013. Als Konzert- und Operndirigent gastiert er erfolgreich in den USA, Japan, Holland, Schweden, Mexiko, Polen, Rumänien, Slowakei und Österreich.

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Foto: Andreas Pohlmann


Regista | Regisseur

Michiel Dijkema

Foto: Else Kramer

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Il regista e scenografo olandese Michiel Dijkema si è diplomato in pianoforte ad Amsterdam e Utrecht, per poi proseguire gli studi di regia per il teatro musicale a Berlino. Durante i suoi studi ha curato gli allestimenti di spettacoli ad Amsterdam, Utrecht e Berlino. Dal 2005 Dijkema è molto richiesto dai teatri d’opera di tutta Europa. I suoi allestimenti di grande fantasia ed effetto, di cui cura anche la scenografia, sono stati insigniti di ambiti premi, tra cui il secondo Premio Europeo di regia di teatro d’opera 2005, nello stesso anno il 1° premio Peter Konwitschny per giovani registi con Carmen, il premio Eesti Teatrikunsti con la Cenerentola di Rossini nel 2007 e nel 2011 il premio Wizard con Il Barbiere di Siviglia. Lavora all’Opera di Lipsia, allo Staatstheater Hannover, allo Staatstheater Wiesbaden e alla Volksoper Wien.

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Der niederländische Regisseur und Bühnenbildner Michiel Dijkema studierte zunächst Klavier in Amsterdam und Utrecht, anschließend Musiktheaterregie in Berlin. Noch während seines Studiums inszenierte Dijkema Produktionen in Amsterdam, Utrecht und Berlin. Seit 2005 ist er auf den Opernbühnen Europas als Regisseur präsent. Seine fantasie- und trickreichen Inszenierungen wurden bereits mehrfach ausgezeichnet. Er gewann 2005 den Europäischen Opernregiepreis und den Peter-Konwitschny Nachwuchsregiepreis für seine CarmenInszenierung. 2007 erhielt Dijkema den Eesti Teatrikunsti Award für la Cenerentola von Rossini und 2011 den Wizard-Award für das Bühnenbild zum Il Barbiere di Siviglia. Er arbeitet regelmäßig an der Oper Leipzig, an den Staatstheatern Wiesbaden und Hannover sowie an der Volksbühne Wien.


Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Haydn Orchester von Bozen und Trient

L’Orchestra Haydn si è costituita nel 1960 per iniziativa dei Comuni e delle Province di Bolzano e di Trento. Il suo repertorio spazia dal barocco al contemporaneo; autori come Luigi Dallapiccola, Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Battistelli, Matteo D’Amico e Giovanni Sollima le hanno affidato loro lavori in prima esecuzione assoluta. Sul podio dell’Orchestra Haydn sono saliti, fra gli altri, Claudio Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Ottavio Dantone, Eliahu Inbal, Alain Lombard, Jesús López-Cobos, Neville Marriner, Riccardo Muti, Daniel Oren, José Serebrier e Alberto Zedda. Dopo il fondatore Antonio Pedrotti si sono avvicendati come direttori stabili Hermann Michael, Alun Francis, Christian Mandeal e Ola Rudner. Dal 2003 al 2012 ne è stato direttore artistico Gustav Kuhn; dal marzo 2013 Daniele Spini è responsabile della progettazione artistica mentre da settembre 2014 Arvo Volmer è il nuovo direttore principale dell’Orchestra.

Das Haydn Orchester wurde 1960 auf Veranlassung der Provinzen Bozen und Trient gegründet. Sein Repertoire reicht vom Barock bis zur zeitgenössischen Musik und schließt diverse Opern und Oratorien mit ein; Komponisten wie Luigi Dallapiccola, Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Battistelli, Matteo D’Amico und Giovanni Sollima vertrauten dem Haydn Orchester Uraufführungen ihrer Werke an. Am Pult des Haydn Orchesters standen Dirigenten wie Claudio Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Ottavio Dantone, Eliahu Inbal, Alain Lombard, Jesús López-Cobos, Neville Marriner, Riccardo Muti, Daniel Oren, José Serebrier und Alberto Zedda; als Chefdirigenten wirkten – nach dem Gründer Antonio Pedrotti – Hermann Michael, Alun Francis, Christian Mandeal und Ola Rudner. Von 2003 bis 2012 war Gustav Kuhn künstlerischer Leiter des Orchesters; seit März 2013 ist Daniele Spini verantwortlich für die künstlerische Planung und seit 1. September 2014 ist Arvo Volmer der neue Chefdirigent des Orchesters.

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Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Haydn Orchester von Bozen und Trient VIOLINI PRIMI | 1. VIOLINE Marco Mandolini** Stefano Ferrario** Francesca Sgobba* Edlir Cano* Ole Jacob Frederiksen Elisabeth Pichler Renzo Michelini Cecilia Albertani Maria Patron Erika Ferrari VIOLINI SECONDI | 2. VIOLINE Roberto Tomada* Sandro Acinapura

Andrea Rieder Josuティ Esaテケ Iovane Cecilia Micoli Patrizia Autieri Mariarita Di Pasquale

VIOLONCELLI | VIOLONCELLO Alejandro Biancotti* Luca Pasqual* Elisabetta Branca Jutta Kagerer

VIOLE | BRATSCHE Gabriele Marangoni* Marguerite Pigozzo* Roberto Mendolicchio Claudia Pedrani Pierluigi Borgogno Ilaria Negrotti

CONTRABBASSI | KONTRABASS Daniele Ragnini* Michelangelo Mercuri* Corrado Pastore Michele Valentini

FLAUTI | FLテ傍E Francesco Dainese* Alessandro Visintini OBOI | OBOE Andrea Gallo* Fabio Righetti CLARINETTI | KLARINETTE Stefano Ricci* Andrea Brazzo FAGOTTI | FAGOTT Flavio Baruzzi* Federico Loy

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CORNI | HORN Andrea Cesari* Davide Bettani Alexander Perathoner Antonio Pirrotta TROMBE | TROMPETE Bertold Stecher* Fabiano Ruin TROMBONI | POSAUNE Alessio Savio* Martin Psaier Roberto Basile

TUBA Erik Zavaroni

ORGANO | Orgel Katharina Thöni

TIMPANI | Pauke Domenico Cagnacci*

** spalla | Konzertmeister * prime parti | Stimmführer

PERCUSSIONI | Schlagzeug Radiana Radaelli Andrea Tiddi Daniele Palma ARPA | Harfe Stella Farina* Francesca Boem*

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Stagione di opera e danza Opern- und Tanzsaison 2014|15

Prossimi appuntamenti | Demnächst im Stadttheater Bozen

BOLZANO | BOZEN

Opera|Oper

Prima assoluta | Uraufführung

Forèst (food opera) Matteo Franceschini

BOLZANO | BOZEN

Danza|Tanz

Parsons Dance (usa) Mar | Di 3.03.2015 ore 20.00 Uhr Coreografie | Choreografien David Parsons

Gio | Do 16.04.2015 ore 20.00 Uhr Ven | Fr 17.04.2015 ore 18.30 + 20.30 Uhr Sab | Sa 18.04.2015 ore 18.30 + 20.30 Uhr Dom | So 19.04.2015 ore 16.30 + 18.30 + 20.30 Uhr Regia | Regie Volodia Serre

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Ente organizzatore | Veranstalter Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Stiftung Haydn Orchester von Bozen und Trient

Progettazione e realizzazione | Planung und Ausführung

Via Gilm | Gilmstr. 1/A

Piazza Verdi | Verdiplatz 40

Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen

I - 39100 Bolzano | Bozen

I - 39100 Bolzano | Bozen

www.fondazioneteatro.bolzano.it www.stiftungstadttheater.bozen.it Tickets Tel: + 39 0471 053800 www.teatrocomunale.bolzano.it | www.stadttheater.bozen.it

La Fondazione Teatro Comunale e Auditorium è membro di | Die Stiftung Stadttheater und Konzerthaus ist Mitglied bei

Stagione di opera nell’ambito di | Opernsaison im Rahmen von

Redazione | Redaktion Fondazione Teatro Comunale e Auditorium | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Grafica | Grafik Clab Cooperativa Sociale - Sozialgenossenschaft Stampa | Druck Publistampa - Pergine Valsugana (TN) Servizi tecnici, organizzazivi e amministrativi | Technik, Organisation und Verwaltung Fondazione Teatro Comunale e Auditorium | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus

Durante lo spettacolo del 22.01 presterà servizio il dott. Maurizio Morrione. | Den ärztlichen Bereitschaftsdienst übernimmt am 22.01. Dr. Maurizio Morrione.

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