Program Opera Hansel und Gretel

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Hänsel und Gretel Engelbert Humperdinck

Opera in tre atti/ Märchenoper in drei Bildern Libretto Adelheid Wette Prima assoluta/ Uraufführung Hoftheater Weimar – 23.12.1893

Sab/ Sa 12.01.2013 Dom/ So 13.01.2013 Teatro Comunale Bolzano/ Stadttheater Bozen Durata/ Dauer 130 Min (con pausa/ inklusive Pause)

L’opera viene radiotrasmessa in diretta dalla Rai per Radio3 Suite e in differita venerdì 18 gennaio 2013 alle ore 19.40 su Rai-Sender Bozen. Die Oper wird LIVE vom Rai Radio3 Suite und am Freitag, den 18. Jänner 2013 ab 19.40 Uhr vom Rai-Sender Bozen im Hörfunk ausgestrahlt.

Stagione/Spielzeit

2013


Il 9 settembre 1999 venne inaugurato il Teatro Comunale, nato dalla richiesta di creare un luogo di rappresentazioni teatrali e non solo per tutti gli abitanti di Bolzano e dell‘Alto Adige. Tredici anni dopo possiamo constatare con gioia che questo desiderio è stato esaudito e che il Teatro Comunale di Bolzano è oggi sinonimo di un‘offerta culturale varia, eclettica e dal notevole valore qualitativo anche ben oltre i confini regionali. Non bisogna però pensare che la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium non sia radicata nel panorama culturale locale per via della sua recente storia. Le produzioni operistiche annuali trovano grande considerazione sia a livello nazionale che internazionale. La stagione d‘opera di quest‘anno, avviata in ottobre grazie alla proficua collaborazione artistica con il Centro Santa Chiara di Trento, si sposta ora a Bolzano. La prima rappresentazione nella nostra città è Hänsel und Gretel di Engelbert Humperdinck, una delle più belle opere romantiche. Una nuova produzione che unisce i grandi nomi con alcuni affermati artisti altoatesini. Hänsel und Gretel si inserisce nel filone del grande repertorio operistico tedesco al quale la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium dedica particolare attenzione, come dimostrato dalle precedenti produzioni di successo di Fidelio, Elektra e Salome.

> Klaus Ladinser Presidente della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium

Nel segno di una rinnovata collaborazione, la Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano propongono quest’anno la messa in scena dell’opera in tre atti Hänsel und Gretel di Engelbert Humperdinck, autorevole esponente del tardo romanticismo. L’appuntamento rientra nel cartellone della Stagione lirica regionale 2012/13, che vede impegnate le due Fondazioni insieme al Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento nella realizzazione di quattro produzioni liriche, per assistere alle quali è disponibile anche un servizio navetta tra le città di Bolzano e Trento. Non è scontato, né facile per un’orchestra sinfonica assumere anche il ruolo di orchestra lirica, poiché ciò richiede alla compagine orchestrale la capacità di suonare dalla buca prestando una particolare attenzione all’accompagnamento delle voci in scena. Una maturità musicale che l’Orchestra Haydn ha acquisito nel tempo, attraverso importanti esperienze – tra cui numerose partecipazioni al Rossini Opera Festival di Pesaro e una tournée in Giappone – che le hanno consentito di affermare la sua reputazione artistica a livello internazionale e di offrire ora, anche al pubblico della regione, l’opportunità di avvicinarsi ad un settore della musica, quello della lirica, che merita di essere riportato stabilmente nei nostri teatri.

> Chiara Zanoni Zorzi Presidente della Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

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Am 9. September 1999 wurde das Stadttheater eröffnet mit dem Ansinnen, eine Spielstätte für alle Menschen in Bozen und in Südtirol zu schaffen. Heute, 13 Jahre später, stellen wir mit Freude fest, dass sich diese Hoffnung erfüllt hat und das Stadttheater Bozen auch weit über die Landesgrenzen hinaus, Synonym für ein abwechslungsreiches, vielseitiges und qualitativ hochwertiges, kulturelles Angebot ist. Die Stiftung Stadttheater und Konzerthaus ist, trotz ihrer jungen Geschichte, nicht mehr aus der heimischen Kulturlandschaft wegzudenken. Die alljährlichen Opernproduktionen finden im nationalen und internationalen Panorama große Wertschätzung. Die diesjährige Opernsaison, die mit einer künstlerischen fruchtbaren Partnerschaft mit dem Centro Santa Chiara von Trient schon im Oktober begonnen hat, zieht nach Bozen um. Den Auftakt in unserer Stadt macht eine der schönsten Märchenopern überhaupt: Hänsel und Gretel von Engelbert Humperdinck. Diese Neuinszenierung verbindet große Namen mit südtiroler Künstlern. Hänsel und Gretel fügt sich in das große deutsche Opernrepertoire ein, dem die Stiftung Stadttheater und Konzerthaus besondere Aufmerksamkeit widmet, wie die vergangenen erfolgreichen Produktionen Fidelio, Elektra und Salome zeigten.

> Klaus Ladinser Präsident der Stiftung Stadttheater und Konzerthaus

Im Zeichen einer erneuten Zusammenarbeit führt die Stiftung HaydnOrchester von Bozen und Trient und die Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen dieses Jahr die Märchenoper in drei Bildern Hänsel und Gretel von Engelbert Humperdinck auf, einem bedeutenden Vertreter der Spätromantik. Die Aufführung steht auf dem regionalen Opernspielplan 2012-2013, der vier Opernproduktionen der beiden Stiftungen und des Centro Servizi Culturali S. Chiara von Trient vorsieht. Dem Publikum wird auch ein ShuttleDienst zwischen Bozen und Trient angeboten. Es ist für ein sinfonisches Orchester gar nicht selbstverständlich, auch die Rolle eines Opernorchesters zu übernehmen, da in diesem Fall das Orchester aus dem Orchestergraben spielen und besonders aufmerksam das Geschehen auf der Bühne verfolgen muss. Diese musikalische Reife hat das Haydn-Orchester mit der Zeit erreicht, dank wichtiger Erfahrungen, wie zum Beispiel zahlreicher Teilnahmen am Rossini Opera Festival von Pesaro und einer Tournee durch Japan, bei der das Orchester seinen künstlerischen Ruf auf internationaler Ebene festigen konnte. Vor allem aber konnte es das regionale Publikum mit der Welt der Oper vertraut machen, die zweifellos einen festen Platz in unseren Theaterhäusern verdient.

> Chiara Zanoni Zorzi Vorsitzende der Stiftung Haydn-Orchester von Bozen und Trient

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Hänsel und Gretel Engelbert Humperdinck Opera in tre atti/ Märchenoper in drei Bildern Libretto Adelheid Wette Editore proprietario/ Eigentümer und Herausgeber B. Schott’s Söhne, Mainz per l‘Italia/ Vertretung für Italien Edizioni Suvini Zerboni, Milano

Assistente musicale/ musikalische Einstudierung Whitney Reader Giochi di prestigio/ Zaubertricks Christian Mader Video Armin Ferrari Personaggi e Interpreti/ Besetzung Hänsel Sabina Willeit Gretel Susanne Geb Padre/ Vater Klaus Kuttler Madre/ Mutter Gabriella Sborgi Strega/ Hexe Jens Krogsgaard Sabbiolino/ Sandmännchen, Rugiadino/ Taumännchen Martina Bortolotti

Direzione musicale/ Musikalische Leitung Ekhart Wycik Regia/ Regie Michael Hunt Scene e costumi/ Bühnenbild und Kostüme Jason Southgate Luci/ Licht David Cunningham Movimenti coreografici/ Choreografie Simone Sandroni Dramaturg Gary Kahn

Coro di voci bianche/ Kinderchor Musikschule Bozen Direzione/ Einstudierung Barbara Pichler Orchestra Haydn di Bolzano e Trento/ Haydn Orchester von Bozen und Trient Nuovo Allestimento/ Neuinszenierung Produzione/ Produktion Fondazione Teatro Comunale e Auditorium - Bolzano/ Stiftung Stadttheater und Konzerthaus - Bozen In collaborazione con/ in Zusammenarbeit mit Fondazione Orchestra Haydn/ Haydn Orchester Stiftung

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Assistente musicale/ musikalische Einstudierung Whitney Reader Giochi di prestigio/ Zaubertricks Christian Mader Video Armin Ferrari Direttore di scena/ Inspizient Rei Ota Maestro collaboratore di sala/ Korrepetition Ulrike Deluggi Maestro collaboratore di palcoscenico/ Assistentenz des Inspizienten Luca Schinai Responsabile allestimento e capo macchinista/ technische Einrichtung und Bühnenmeister Gian Carlo Turato Tecnici macchinisti/ Bühnentechniker Peter Bamhackl, Gianluca Cucco, Andrea Rizzi, Eros Rodighiero, Andrea Zampolli, Roberto Morello, Damiano Pesciaioli Capo elettricista/ Beleuchtungsmeister Pasquale Quaranta Tecnici elettricisti/ Beleuchtung Luca Predenz, Luca De Martini, Micha Beyermann, Simone Brussa, Mario Zanella Elettricisti fonici/ Beleuchtung und Ton Maurizio Conta, Ezio Ventriglia Attrezzeria/ Requisite Valentina Mochen, Federica Rigon Capo sartoria/ Kostümleitung Verena Oppermann Sartoria/ Schneiderei Katia Schweiggl, Johanna Schwitzer Vestitrice/ Ankleiderin Elisabetta Starita Capo truccatrice/ Chefmaskenbildnerin Gudrun Pichler Trucco e parrucche/ Maske Giampiero Raise Sovratitoli/ Übertitelung Enrica Apparuti Realizzazione e costruzione scene/ Bühnenbau Cooperativa ATMO (Bastia Umbra), Tecnici di palcoscenico della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium/ Bühnentechniker der Stiftung Stadtheater und Konzerthaus (Gian Carlo Turato, Peter Bamhackl, Gianluca Cucco, Andrea Rizzi, Eros Rodighiero, Andrea Zampolli, Pasquale Quaranta, Maurizio Conta, Luca De Martini, Luca Predenz, Ezio Ventriglia), Gabriella Gasperini, Stefano Giaier, Vereinigte Bühnen Bozen Uno speciale ringraziamento a/ ein besonderer Dank an Musikschule Bozen

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A magical world, a magical work > Gary Kahn

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änsel und Gretel è un capolavoro il cui incredibile successo non è mai diminuito, dal suo debutto la vigilia di natale del 1893 presso l’Hoftheater di Weimar fino ad oggi. Si diffuse rapidamente nei teatri d’opera di tutto il mondo, conquistando un posto tutto particolare nel cuore degli amanti dell’opera. In parte questo è dovuto all’assoluta brillantezza e ricchezza della scrittura vocale e dell’orchestrazione e in parte all’universale fascino del racconto e delle melodie popolari su cui si basa. Ma ulteriori fattori sono l’energia e l’intensità con cui Engelbert Humperdinck plasmò gli elementi a sua disposizione. Per poco più di un secolo, dopo aver assistito a una rappresentazione di Hänsel und Gretel, il pubblico è uscito di sala in uno stato di totale stupore e incanto. Humperdinck ebbe successo nella sua straordinaria impresa evitando il sentimentalismo con cui così spesso venivano caratterizzati i bambini in scena. Al posto del kitsch qui troviamo una crudeltà, un senso di vero orrore e paura relativa alle varie fasi della crescita. Ritroviamo inoltre il desiderio di protezione, di conforto e di amore che arriva dritto al cuore di tutti noi. In questo allestimento ci siamo assicurati di non perder di vista le caratteristiche originali del racconto che i fratelli Grimm pubblicarono nella loro prima raccolta di fiabe popolari sulle quali Humperdinck e sua sorella, la librettista Adelheid Wette, basarono poi la loro opera. Per questa ragione abbiamo deciso di ambientare l’azione ai giorni nostri evitando di cadere nella trappola di idealizzare il vissuto folclorico dei due bambini e di mostrare al contempo la vera brutalità della loro vita quotidiana. In modo analogo – in un tempo in cui la fede religiosa è forse data molto meno per scontata rispetto a quanto si facesse nel 1893 – abbiamo introdotto un elemento di ambiguità nel finale surreale dell’opera, senza però rinunciarvi del tutto. Questo è un mondo magico e un’opera magica. Dovremmo – pur rimanendo del tutto coscienti – abbandonarci completamente a essa.

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Gary Kahn ha lavorato come direttore di produzione presso la English National Opera, come assistente alla regia alla New Sussex Opera, l’Old Vic, i Riverside Studios e il Bloomsbury Festival e come dramaturg per la CoOpera Ireland e l’Opera Nazionale di Perm. Ha diretto opere per il Brighton Festival, il Cochrane Theatre, l’Opera Integra e la Wagner Society. E’ stato script editor per la BBC e consulente di programma per la diretta della BBC della recente produzione del Ring di Wagner alla Royal Opera House. Al 2007 risale la pubblicazione del suo libro The Power of the Ring. Attualmente è series editor delle Ouverture Opera Guides pubblicate in collaborazione con la English National Opera.


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änsel und Gretel ist ein Meisterwerk, das seit seinem Debüt am Heiligabend 1893 im Hoftheater von Weimar immer noch ein großer Erfolg ist. Es verbreitete sich rasch in allen Opernhäusern der Welt und eroberte sehr bald einen besonderen Platz im Herzen der Opernliebhaber. Dies ist zum Teil auf den sehr reichhaltigen Gesangsteil und die schönen Orchesterpartien zurückzuführen, zum Teil natürlich auch auf den Zauber der Geschichte und der übernommenen Volksweisen. Ausschlaggebend sind aber auch die Energie und Intensität, mit der Engelbert Humperdinck all diese Elemente verband. Auch wenn mehr als 100 Jahre seit der Uraufführung verstrichen sind, verlassen die Zuschauer immer noch verzaubert den Saal.

Gary Kahn arbeitete als Produktionsleiter an der English National Opera, als Regieassistent an der New Sussex Opera, bei Old Vic, den Riverside Studios und dem Bloomsbury Festival, sowie als Dramaturg für die Co-Opera Ireland und die Staatsoper von Perm. Kahn leitete Opern für das Brighton Festival, das Cochrane Theatre, die Opera Integra und die Wagner Society. Weiters wirkte er als Script Editor für die BBC und als Programmberater bei der Live-Übertragung der BBC der jüngsten Produktion des Nibelungenringes von Wagner aus dem Royal Opera House. 2007 erschien sein Buch The Power of the Ring. Zurzeit ist er als Series Editor der Ouverture Opera Guides tätig, die in Zusammenarbeit mit der English National Opera veröffentlicht werden.

Dem außerordentlichen Werk von Humperdinck fehlt die übliche Sentimentalität, mit der Kinder oft auf der Bühne dargestellt werden. Anstelle von Kitsch finden wir hier die Grausamkeit, das Entsetzen und die Angst der einzelnen Phasen unserer Entwicklung. Wir entdecken den Wunsch nach Geborgenheit, Trost und Liebe wieder, der uns alle im Tiefsten berührt. In dieser Inszenierung haben wir ganz besonders darauf geachtet, die ursprünglichen Merkmale des Märchens zu berücksichtigen, das die Gebrüder Grimm in ihrer ersten Sammlung volkstümlicher Märchen veröffentlichten und auf welches sich Humperdinck und seine Schwester sowie Librettistin Adelheid Wette stützten. Aus diesem Grund haben wir auch beschlossen, das Geschehen in die heutige Zeit zu versetzen und es vermieden, die volkstümliche und folkloristische Erfahrung der beiden Kinder zu idealisieren. Gleichzeitig wollten wir die wahre Brutalität ihres Alltags aufzeigen. Weiters haben wir, da in der heutigen Zeit der religiöse Glaube vielleicht weniger selbstverständlich ist als 1893, ein zweideutiges Element in den übernatürlichen Ausgang der Oper eingefügt, ohne auf dessen Zauber zu verzichten. Eine Zauberwelt und eine zauberhafte Oper, der wir uns stets mit vollem Bewusstsein hingeben sollten.

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La nota sconosciuta > Ekhart Wycik Siete venuti all’opera per la prima volta? Siete nuovi spettatori o vecchi ‘intenditori’? Per quanto possa sembrare paradossale, amerete l’opera di stasera indipendentemente dalla categoria alla quale appartenete. Congratulazioni se oggi assistete per la prima volta a un’opera, proprio a Hänsel und Gretel! Perché? Siete stati fortunati: sarà una bellissima esperienza per tre motivi.

 E’ un’opera breve. Non lo nota quasi nessuno, ma invece è un grande vantaggio: lo stesso di Carmen, di Bohème o di Traviata. Ovvio che siano diventate le opere più amate! Il primo atto di Parsifal dura quasi due ore. Dopo due ore di Hänsel und Gretel sarete invece già quasi arrivati all’applauso finale! Vi resterà tutto il tempo per gustarvi anche un bicchiere di buon vino italiano. Oppure una Wiener Schnitzel. Scommetto che alla fine di questa serata lirica direte: «che beeellloooo! Voglio venire ancora...» Psssst, non lo dite troppo forte... anzi no: ditelo ai vostri amici e tornate!

 Non è un’opera complicata. Siete mai stati a una festa dove qualche furbone parlava sapientemente di azioni, derivati, futures o opzioni d’acquisto? I discorsi troppo tecnici non fanno al caso vostro? Stasera non dovrete disporre di conoscenze specifiche per dire la vostra. Non rischierete di non capire niente, se non avrete letto prima il programma di sala... Avete presente l’opera italiana, del genere “amore/potere/morte”? Qui è tutto diverso. Non c’è la diva e nemmeno il tenore macho, niente duetti d’amore, ma non manca invece un happy end. Oppure pensate alle opere di Wagner con quei complessi intrecci mitologici… Tutta un’altra storia! Qui l’argomento è qualcosa che conoscete e amate fin dalla vostra infanzia, qualcosa che capiscono tutti, la cosa più elementare! Gli ingredienti sono bambini, genitori, problemi, pericolo, coraggio e la salvezza finale: è molto semplice!

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 E’ un’opera bella. Non ridete! Perfino gli appassionati di lirica più sfegatati ammettono sotto voce che molte opere (anche alcuni pezzi migliori del repertorio) sono “pericolosamente lunghe”. In certe opere si aspetta addirittura tutta la sera di ascoltare uno o due “momenti belli” o l’aria famosa che si sente nella pubblicità del profumo. Dimenticate tutto questo! In questa opera ci sono SOLO “momenti belli” e spesso è un vero peccato che finiscano così velocemente. Ma non temete: ne arriva uno dopo l’altro! Ma ora passiamo a voi ‘intenditori’, gentili Signore e Signori. Voi che siete spettatori di lunga esperienza! Voi non parlate di opera ma di teatro musicale, per voi il piacere va sempre assecondato intellettualmente, per voi la letteratura è un divertimento quotidiano e conoscete già tutti gli allestimenti esistenti dalle Alpi a Catania? Praticamente siete qui per caso e fate notare naturalmente che Humperdinck era “solo” l’assistente di Wagner e proprio per questo ancora abbastanza accettabile... Ma anche per voi c’è una buona notizia, ovvero che la partitura è una delle opere più raffinate, creative e insuperabili: piena di delizie nascoste che non conoscete nemmeno voi. Che ne direste di un assaggio per intenditori e appassionati? Come potete leggere in ogni guida all’ascolto, l’ouverture inizia con la melodia del famoso Abendsegen, la benedizione serale. Ma la guida non vi spiegherà sicuramente che la benedizione si ripete nel secondo atto, con una strumentazione completamente diversa, infantile e delicata, affidata agli archi con sordina. All’inizio dell’opera la melodia è eseguita con un assolo di quattro corni, il che ricorda da un lato l’inconfondibile inizio del Freischütz di Carl Maria von Weber (addirittura nella stessa tonalità!) e ci porta subito – fin dalla prima battuta – nel bosco germanico, senza che il sipario debba alzarsi di un solo centimetro. Geniale.


Alla fine della prima sezione dell’ouverture (dopo che gli archi sono ascesi agli eterici acuti, esattamente come nel Lohengrin!) interviene la tromba con un nuovo tema “divertente”. Sì, perché sarà anche divertente, ma (e anche questo non lo troverete nella guida all’ascolto) di nobile origine. Canticchiate lentamente le prime quattro note e riconoscerete le famose campane del Parsifal. Non c’è da stupirsi, dato che il compositore ha assistito personalmente il Maestro per mesi nella sua ultima grande opera! Alla fine dell’ouverture, scusate, del preludio, come dice E.H. da buon wagneriano, Humperdinck combina tre diversi leitmotive – proprio come Wagner nel preludio dei suoi Meistersinger! Anche in altri punti dell’opera Humperdinck inserisce con leggerezza e soprattutto discrezione dei cocktail meravigliosi di contrappunto, con imitazioni, rivolti, stretti e variazioni... probabilmente Humperdinck applicava queste arti con molta più facilità del suo maestro, avendo studiato a suo tempo con Josef Rheinberger, il più famoso docente di contrappunto del Romanticismo che giudicava l’allievo un giovane compositore molto promettente. E questo prima che Humperdinck ascoltasse Wagner e restasse affascinato dal suo modo di comporre. In presenza di Rheinberger, un uomo molto tradizionalista, non si poteva nemmeno nominare Wagner! Naturalmente invece Humperdinck assorbì completamente la raffinata tecnica compositiva e l’orchestrazione di Wagner. Questo è un altro motivo del successo di Hänsel und Gretel: non occorrono conoscenze specifiche per lasciarsi catturare dal sottotesto della wagneriana “orchestra onnisciente”. Senza Wagner non ci sarebbe stata nemmeno la musica da film! Il modo tacito e naturale di Humperdinck di applicare le tecniche di Wagner ispirò anche altri colleghi come Richard Strauss e Giacomo Puccini. Già l’aggiunta del corno inglese e del clarinetto basso (entrambi suonano appena nel secondo atto, proprio nel momento in cui i bambini capiscono di essersi persi) è un tocco da maestro. Il terzo atto inizia abbastanza esplicitamente con una variante–filastrocca (Backe-backe-Kuchen) del richiamo di Sigfried con il corno solista e il ritmo dattilico – che ritorna in continuazione come il motivo dei Nibelunghi in Rheingold – esprime successivamente in morbida perfezione l’affaccendarsi dei bambini e della strega, il tutto con una facilità, naturalezza e soprattutto umiltà che non ritroviamo in altri suoi colleghi compositori.

sti del suo tempo: Johannes Brahms. La trascrizione musicale di motivi popolari testimonia il rispetto per la voce del popolo, per la naturalezza e per la parte infantile che è in noi. In Hänsel und Gretel Humperdinck è riuscito a risvegliare questa fanciullezza in ognuno di noi con grande semplicità, pur esprimendosi con raffinata abilità artistica. Gustiamocelo.

Ekhart Wycik è considerato uno dei piu versatili direttori d’orchestra europei. Il suo vasto repertorio spazia infatti dalla musica sinfonica all’opera. Ha studiato direzione d’orchestra a Düsseldorf e in seguito a Vienna, perfezionandosi con Sergiu Celibidache e Heinz Rogner. Ha lavorato allo Stadttheater di Bielefeld, al Pfalztheater di Kaiserlautern e al Teatro di Ulm. Nel 2003 gli è stato assegnato il Förderpreis della “Internationale FurtwänglerDirigierwerkstatt Mürzzuschlag”. Ha collaborato con i Bochumer Sinfoniker, la Jenaer Philharmonie e la Staatsphilharmonie Rheinland Pfalz, con l’Orchestra sinfonica della Radio di Saarbrücken e con i Berliner Symphoniker. Dal 2006 al 2010 Ekhart Wycik è stato primo direttore d’orchestra e vicedirettore generale musicale del Teatro di Dortmund. E’ stato assistente di Gustav Kuhn e da anni dirige l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Nel 2011 e stato Guest Professor all’Indiana University (USA) e recentemente la sua produzione de Il Flauto Magico alla Scottish Opera è entrata a far parte della Top 10 dei “Best Classical Music of 2012” stilata dal giornale britannico “The Guardian”.

E proprio l’umiltà, che caratterizzò Humperdinck per tutta la vita distaccandolo chiaramente dall’egomania di Wagner, lo accomunava a uno dei più grandi arti-

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Die unbekannte Bekannte > Ekhart Wycik Gehen Sie zum ersten Mal in die Oper? Neu im Publikum? Oder sind Sie ein ‚alter Hase‘ und mit allen Rheingold-Wassern gewaschen? So paradox es klingt – Sie werden diese Oper lieben, egal, in welcher Gruppe Sie sich wiederfinden. Herzlichen Glückwunsch, wenn Sie heute zum ersten Mal eine Oper hören – und es ausgerechnet Hänsel und Gretel ist. Warum? Sie haben Glück gehabt. Es wird ein tolles Erlebnis werden. Drei Gründe dafür:

 Diese Oper ist kurz. Kaum jemand bemerkt das, aber es ist ein großer Vorzug – der gleiche wie bei Carmen. Oder bei Bohème. Oder bei Traviata. Kein Wunder, dass das Verkaufsschlager geworden sind! Der erste Akt Parsifal dauert fast zwei Stunden. Bei Hänsel und Gretel sind Sie da schon fast beim Schlussapplaus! Und dann ist hinterher noch Zeit für ein Glas italienischen Wein. Oder ein deutsches Schnitzel. Ich wette, am Ende dieses Opernabends sagen Sie: «Schööön! Davon möchte ich noch mehr...» Psssst, verraten Sie es nicht... oder besser: Sagen Sie es Ihren Freunden und kommen Sie nochmal.

 Diese Oper ist nicht kompliziert. Waren Sie auch schon einmal bei einer Party, und einige Schlaumeier haben über Aktienkurse gefachsimpelt: Derivate, Futures, und Optionsscheine? Nichts für Sie, alles zu speziell? - Hier müssen Sie sich kein Spezialwissen aneignen, um mitreden zu können. Bei dieser Oper müssen Sie nicht vorher das Programmheft lesen, weil Sie sonst ohne Insider-Wissen ersticken würden... Italienische Oper, haben Sie mal gehört, “Liebe/Macht/Tot“ und so? Hier nicht. Keine Diva, kein Tenor-Macho, keine ewigen Liebesduette, aber trotzdem ein Happy End. WagnerOpern, sagt man ihnen, höchst verwickelte deutsche Mythologie, verzwickt und langatmig? Nicht so hier. Das, was Sie seit Ihrer Kindheit kennen und lieben, das, was jeder versteht, das Einfachste überhaupt – DAS ist hier das Thema. Kinder, Eltern, Probleme, Gefahr, Mut und glückliche Rettung – so einfach kann es sein.

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 Diese Oper ist schön. Lachen Sie nicht! Sogar eingefleischte Opern-Freaks geben hinter vorgehaltener Hand zu, dass viele Opern (sogar einige Filetstücke des Repertoires) ‚gefährliche Längen‘ besitzen. Bei einigen Opern wartet man sogar den ganzen Abend auf ein oder zwei “schöne Stellen“ oder die berühmte Arie, die man von der Parfümwerbung kennt. Vergessen Sie‘s! In dieser Oper gibt es NUR “schöne Stellen“, und bei vielen ist‘s schade, dass sie so schnell vorbei gehen. Aber entspannen Sie sich: der nächste Hit kommt schon um die Ecke. Aber nun zu Ihnen, sehr verehrte Dame, sehr geehrter Herr - Sie kennen sich aus, für Sie heißt es nicht Oper, sondern Musiktheater, für Sie gehört der sinnliche Genuss immer intellektuell abgefedert, Sekundärliteratur goutieren Sie als selbstverständliches Vergnügen, und Sie kennen bereits jede Inszenierung zwischen Bergen und Catania? Eigentlich sind Sie ja quasi nur aus Versehen hier, wie selbstverständlich flechten Sie beiläufig die Information ein, dass Humperdinck zwar “nur“ Wagners Assistent war, aber eben dadurch doch irgendwie so gerade noch gesellschaftsfähig sei... Aber auch für Sie gibt es eine gute Nachricht. Sie besteht darin, dass diese Partitur eine der raffiniertesten, geistreichsten und handwerklich unschlagbarsten Werke ist, die es überhaupt gibt - und übervoll von versteckten Köstlichkeiten, die sicher auch Ihnen noch neu sind. Kostproben gefällig - für Kenner und Liebhaber? Die Ouverture beginnt – so steht es in jedem Opernführer – mit der Melodie des berühmten Abendsegens. Was dort aber nicht steht, ist, dass dieser Abendsegen an dieser Stelle im zweiten Bild ganz anders instrumentiert ist, nämlich zart-kindlich, mit sordinierten Streichern. Zu Beginn der Oper hören wir allerdings mit dieser Melodie vier solistische Hörner – das evoziert


nun einmal seit Carl Maria von Weber unfehlbar den Beginn des Freischütz (wir sind sogar in derselben Tonart!) und – zack – sind wir ab dem ersten Takt mittendrin im deutschen Wald, ohne dass sich der Vorhang auch nur einen Zentimeter heben muss. DAS ist genial. Am Ende des ersten Abschnitts der Ouverture (nachdem die Streicher in ätherische Höhen entschwebt sind, exakt wie beim Lohengrin!) unterbricht die Trompete mit einem neuen, “lustigen“ Thema. Nun - lustig ist es sicherlich, aber (auch das weiß der Opernführer nicht) von hochadeliger Herkunft. Summen Sie die ersten vier Noten langsam vor sich hin und Sie haben - die berühmten ParsifalGlocken. Kein Wunder, assistieren Sie mal dem Meister höchstpersönlich monatelang bei seiner letzten Oper! Am Ende der Ouverture, pardon, des Vorspiels, wie E.H. als guter Wagnerianer schreibt, kombiniert Humperdinck drei verschiedene Leitmotive gleichzeitig genau wie Wagner im Meistersinger-Vorspiel! Auch später in der Oper mixt er mit Leichtigkeit und vor allem Diskretion grandiose kontrapunktische Cocktails - Imitationen, Umkehrungen, Engführungen und Variationen... Humperdinck dürften diese äusserst kunstvollen Meisterstücke wohl wesentlich leichter gefallen sein als seinem Meister, hatte er doch seinerzeit bei Josef Rheinberger studiert, dem berühmtesten Kontrapunktlehrer der Romantik, und galt er bei diesem wiederum als hoffnungsvollster Nachwuchs-Komponist. Dies war, notabene, bevor Humperdinck Wagner hörte und von ihm und seiner Art zu komponieren fasziniert war. Bei Rheinberger, der streng konservativ war, durfte der Name Wagner noch nicht einmal ausgesprochen werden! Aber natürlich sog Humperdinck dann Wagners Art, gekonnt zu komponieren und raffiniert zu orchestrieren, bis in die letzte Faser auf. Dies ist ein weiterer Grund für die Beliebtheit von Hänsel und Gretel: Um sich vom Subtext von Wagners “wissendem Orchester“ fesseln zu lassen, brauche ich keinerlei Voraussetzungen. Ohne Wagner letztlich keine Filmmusik! In der stillschweigend-selbstverständlichen Übernahme Wagnerscher Techniken inspirierte er nachweislich Kollegen wie Richard Strauss und Giacomo Puccini - allein die Hinzunahme von Englischhorn und Bassklarinette (beide spielen erst im zweiten Akt, und zwar genau ab dem Moment, wenn die Kinder begreifen, dass sie sich verlaufen haben) ist eine psychologische Meisterleistung. Das dritte Bild beginnt - kaum verhüllt - mit der Backe-backe-Kuchen-Variante des Siegfriedrufs im Solohorn, und der daktylische Rhythmus, der als Nibelungen-Motiv Wagners Rheingold durchzieht, transportiert später in geschmeidiger Perfektion die Geschäftigkeit von Kindern und Hexe – dies alles mit Abstand unauffälliger, müheloser und vor allem uneitler als bei allen anderen Komponistenkollegen.

Und diesen letzteren Wesenszug, der Humperdinck Zeit seines Lebens eigen war und der ihn auf das Deutlichste von Wagners Egomanie abgrenzte, teilte er mit einem anderen ganz Großen seiner Zeit – mit Johannes Brahms. Dessen Volkslieder-Vertonungen zeugen von seiner Wertschätzung für Volkes Stimme, für das Natürliche, für das Kindliche in uns. Humperdinck ist in seiner Oper Hänsel und Gretel das Kunststück gelungen, dieses Kindliche in uns zu berühren und bei höchster Kunstfertigkeit wieder ganz einfach zu werden. Genießen wir es.

Ekhart Wycik ist einer der vielseitigsten Dirigenten seiner Generation. Sein breites Opern- und Konzertrepertoire haben ihn in letzter Zeit zu einem willkommenen Gast verschiedener Orchester in ganz Europa gemacht. Er hat zuerst in Düsseldorf und dann in Wien studiert und mit Sergiu Celibidache und Heinz Rogner gearbeitet. Nach Engagements am Stadttheater Bielefeld, am Pfalztheater in Kaiserslautern und am Theater in Ulm wurde er in 2003 mit dem Förderpreis der Internationalen Furtwängler-Dirigierwerkstatt Mürzzuschlag ausgezeichnet. Weiters hat er mit den Bochumer Symphonikern, der Jenaer Philharmonie, der Staatsphilharmonie Rheinland Pfalz, dem RSO Saarbrücken und den Berliner Symphonikern gearbeitet. Von 2006 bis 2010 war Wycik erster Dirigent und Vize-Generalmusikdirektor am Theater von Dortmund. Er war Assistent von Gustav Kuhn und hat mehrmals mit dem Haydn-Orchester gearbeitet. 2011 hatte er eine Gastprofessur Rosenkavalier an der Indiana University in den USA. Soeben wurde seine Einstudierung der Zauberflöte an der Scottish Opera vom britischen „Guardian“ in die Top 10 der „Best Classical Music of 2012“ aufgenommen.

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Note di Regia > Michael Hunt

Non ho mai messo in scena questo capolavoro di Humperdinck prima d’ora, ma lo conosco molto bene da anni. E’ un lavoro affascinante e importante, concepito da un compositore che non è molto noto per il resto della sua opera. Ero a conoscenza di una delle sue altre opere, Königskinder, che mi è capitato di vedere in un paio di produzioni nel corso degli ultimi dieci anni o giù di lì, ma ci sono pochissimi altri titoli di Humperdinck inseriti nel repertorio moderno. Chiaramente il mio primo compito è stato quello di iniziare a lavorare sulla partitura. La partitura è molto dinamica e mi ricorda molto il modo di scrivere di Wagner. Bisogna essere consapevoli del fatto che Humperdinck aveva lavorato con Wagner, collaborando all’orchestrazione di alcuni suoi lavori, tra cui il Parsifal. Nel cercare di capire le idee e i leitmotive di Wagner, ho constatato che Humperdinck ha utilizzato effettivamente alcune delle stesse tecniche. Nelle sue orchestrazioni sinfoniche si assiste quasi alla sovrapposizione di un profondo mondo psicologico alla fantasia. E’ anche interessante il fatto che usi come base di partenza una serie di motivi popolari molto semplici e persino canzoni per bambini. Il trattamento di questi materiali nei vari intermezzi orchestrali è intenso ed emozionante. In questo lavoro si rivolge a un racconto molto interessante, che fu raccolto dai fratelli Grimm. La storia originale è molto scura e nella stesura dell’opera una serie di modifiche furono operate dal compositore e da Adelheid Wette, sua sorella e librettista. In realtà fu proprio sua sorella a fornire a Humperdinck l’idea iniziale: il suo intento era di fare qualcosa di natalizio per bambini, ma il fratello scrisse qualcosa di infinitamente più profondo. Questo è un fatto che non sfuggì all’attenzione di Richard Strauss che chiese ad Humperdinck di poter dirigere la prima esecuzione dell’opera nel 1893. Nel leggere le favole dei fratelli Grimm sono rimasto colpito dalla loro profonda capacità di capire le paure primordiali e le gioie che sperimentiamo in quanto esseri umani. Nel suo meraviglioso Il mondo incantato Bruno Bettelheim afferma: «Ogni fiaba è uno specchio magico che riflette alcuni aspetti del nostro mondo interiore e le tappe necessarie per la nostra evoluzione dall’immaturità alla maturità». Humperdinck aveva un profondo rispetto per l’universalità delle fiabe e aveva capito che in qualche modo non riusciamo mai a staccarcene.

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Per comprendere questo lavoro ho voluto fare una produzione che avesse come riferimento la nostra realtà e l’esperienza di bambini abusati che vincono la paura e l’abbandono. Volevo una produzione che piacesse a un pubblico di bambini, ma che fosse anche motivo di interesse e stimolo per gli adulti. E’ sempre una sfida interessante trovare una espressione teatrale che sia rispettosa dell’opera originale del compositore e che nello stesso tempo ci permetta anche di comprendere la verità del nostro mondo. Questo è qualcosa che ho sempre cercato di fare col mio lavoro. Sin dall’inizio ho sentito forte il desiderio di non illustrare semplicemente un’opera ambientata tra boschi e case di pan di zenzero. La povertà della famiglia mi ha ricordato dei diseredati che oggi vivono in roulotte ai margini di metropoli e città. E ho pensato che il luogo da cui i bambini della storia sono allo stesso tempo attratti e spaventati avrebbe potuto essere un luna park abbandonato, con giostre, bancarelle e dolci. In un certo senso volevo uno spettacolo di intrattenimento e quindi abbiamo sfruttato la “teatralità” del luna park per riuscire a utilizzare la magia del teatro contemporaneo. Lo spettacolo dovrebbe essere divertente e nel contempo fornire spunti di riflessione. Le favole non sempre riflettono la nostra vita quotidiana. Esprimono archetipi e sviluppi che tutti attraversiamo. Entrare in una fiaba non significa lasciarsi alle spalle la realtà, ma attraverso il realismo magico la si può trasformare. Il maltrattamento di bambini da parte di adulti è sempre più spesso un dato di fatto. Nell’opera i bambini sono costretti dalle circostanze a fare duri lavori, piuttosto che andare a scuola o giocare. Quando si perdono nella foresta, finiscono nelle grinfie di una strega cattiva che vuole cucinarli e mangiarli. È una realtà oscura e alla fine riescono ad affrontarla. Dobbiamo chiederci se questa realtà esiste oggi. La nostra produzione non è una storia dell’orrore, ma un avvertimento.


Come artista credo sia di vitale importanza articolare e rendere le storie che interpreto interessanti e coinvolgenti. In tal modo voglio esprimerle partendo da me come essere umano. Se sono onesto con questa visione sento che il mio lavoro potrebbe essere di interesse anche per gli altri. Ciò che sicuramente non intendo fare è presentare un’opera come se fosse un museo. Un’opera non deve essere sempre sulla e per la gente che non c’è più. Mi propongo di farlo pensando alle idee che compositori e librettisti volevano comunicare e trovando il modo in cui la pienezza di questi messaggi può essere apprezzata oggi. Il teatro dovrebbe anche essere divertente e bello - dobbiamo creare immagini che la gente vuole vedere - ma dobbiamo inoltre creare quei messaggi che possano comunicare la nostra passione sia per le storie che per la musica.

Le produzioni di Michael Hunt si caratterizzano per la loro vitalità, eleganza e interpretazione narrativa. Nel 2012 ha realizzato The Tyrant per Bolzano e per il festival Operadagen di Rotterdam, Peter Pan e Amleto entrambi a Perm in Russia. Nel 2011 ha diretto il debutto in Russia dell’opera Ogni bravo ragazzo merita un favore di Sir Tom Stoppard. Nel 2012 ha creato e diretto l’innovativa produzione site-specific del Fidelio di Beethoven ambientandolo nell’ex gulag “Perm 36” con un cast di 500 persone. Per questa rivoluzionaria produzione, Hunt è stato il primo regista non-russo ad ottenere l’ambito Regional State Prize dalla Federazione Russa. L’opera è stata inoltre nominata come evento musicale dell’anno e Hunt è stato nominato regista dell’anno dalla Moscow Musical Review, premio che lo ha confermato come uno dei migliori registi a livello europeo. Nato a Londra e formatosi alla Liverpool University, Hunt vanta un’approfondita conoscenza delle arti e dell’opera irlandese avendo lavorato per la Co-Opera come direttore artistico per 12 anni, per Opera 2005 come direttore della programmazione e come regista aggiunto per la Opera Ireland. Ha diretto più di 100 produzioni per diversi teatri internazionali come la Portland Opera, la English National Opera, la Scottish Opera, Opera North, l’Opera Nazionale di Perm, il Perm Academic Theatre, il Perm Young People’s Theatre, i festival di Harrogate, Kensington e Cheltenham, il Queens Theatre di Londra, il Northcott Theatre di Exeter, Opera Ireland, il Wexford Opera Festival e l’Arena della Royal Albert Hall di Londra. Pioniere nella realizzazione di opere site-specific ha diretto Der Freischütz in una serie di castelli abbandonati in tutto il regno Unito e Tosca lungo tre stazioni di un percorso nel paesaggio irlandese. E’ stato responsabile della programmazione della stagione d’opera per Cork–Capitale europea della cultura e recentemente è stato scelto come membro della Royal Society of Arts di Londra. Tra i suoi futuri progetti ci sarà un nuovo dramma di Yuri Muravitsky e Il Giardino dei Ciliegi di Cechov. Attualmente è in fase di ideazione anche una nuova produzione site-specific del Der Freischütz e la versione operistica dell’Amleto di Alexei Matchavariani come opera d’apertura del rinnovato teatro di Tbilisi.

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Regieanmerkungen > Michael Hunt

Ich hatte dieses Meisterwerk von Humperdinck bislang noch nie aufgeführt, kenne es aber seit Jahren. Ein bezauberndes und bedeutendes Werk eines Komponisten, der wegen seiner restlichen Werke nicht besonders bekannt ist. Ich wusste auch von einem anderen Werk, „Königskinder“, von dem ich in den letzten zehn Jahren verschiedene Aufführungen gesehen habe. Ansonsten sind sehr wenige Werke von Humperdinck im modernen Repertoire zu finden. Selbstverständlich bestand meine erste Aufgabe in der Bearbeitung der Partitur. Die Partitur ist äußerst dynamisch und erinnert mich sehr an den Stil Wagners. Dazu muss man wissen, dass Humperdinck mit Wagner an der Orchestrierung einiger Werke gearbeitet hat wie zum Beispiel Parsifal. In meinem Bestreben, die Ideen und das Leitmotiv Wagners aufzuspüren, stellte ich fest, dass Humperdinck tatsächlich einige seiner Techniken anwendete. In seinen symphonischen Orchestrierungen überschneiden sich beinahe eine tiefe psychologische Welt und eine Welt der Phantasie. Interessant ist auch, dass er von verschiedenen volkstümlichen, sehr einfachen Weisen und sogar Kinderliedern ausgeht. Dieses Grundmaterial wird in den Intermezzos des Orchesters auf sehr intensive und bewegende Weise verarbeitet.

Grundlage dieses Werkes ist eine äußerst interessante Erzählung, die von den Gebrüdern Grimm aufgegriffen wurde. Die ursprüngliche Geschichte ist sehr düster; bei der Niederschrift der Oper wurden dann vom Komponisten und seiner Schwester sowie Librettistin Adelheid Wette verschiedene Änderungen vorgenommen. In der Tat lieferte gerade seine Schwester Humperdinck die anfängliche Idee: Eigentlich wollte sie ein Weihnachtswerk für Kinder schreiben, doch Humperdinck schuf etwas viel Tiefgründigeres. Dies entging auch Richard Strauss nicht, der darum bat, die Uraufführung der Oper im Jahr 1893 dirigieren zu dürfen.

Beim Lesen der Märchen der Gebrüder Grimm beeindruckte vor allem ihre Fähigkeit, ureigenste Ängste und Freuden der Menschen zum Ausdruck zu bringen. In seinem wunderbaren Werk „Kinder brauchen Märchen“ erklärt Bruno Bettelheim, jedes Märchen sei wie ein Zauberspiegel, der einige Aspekte unseres Innenlebens und unentbehrliche Meilensteine unserer Entwicklung – von der Unreife bis zur Reife – zeigt. Humperdinck empfand einen tiefen Respekt für die allgemeine Gültigkeit der Märchen und hatte auch erkannt, dass wir uns irgendwie nie von ihnen lösen können. Um dies besser zu durchleuchten, wollte ich eine Produktion inszenieren, die sich auf unsere Wirklichkeit bezieht und wählte daher die Erfahrung missbrauchter Kinder bei der Überwindung ihrer Ängste und ihres Gefühls des Verlassenseins. Die Produktion sollte einem Kinderpublikum gefallen, aber auch das Interesse der Erwachsenen erwecken. Es ist immer eine interessante Herausforderung, eine Theaterform zu finden, die der ursprünglichen Oper des Komponisten treu bleibt und uns gleichzeitig ermöglicht, die Welt besser zu verstehen. Dies war schon immer ein Ziel meiner Arbeit. Ich verspürte von Anfang an den Wunsch, mich nicht auf eine Oper in einem Wald mit Lebkuchenhäuschen zu beschränken. Die Armut der Familie erinnerte mich an die Außenseiter unserer Gesellschaft, die heute in Wohnwägen am Rande unserer Großstädte wohnen. Als Ort, der die Kinder in der Geschichte so anzog und gleichzeitig erschreckte, eignete sich daher sehr gut ein verlassener Jahrmarkt mit Karussellen, Ständen und Süßigkeiten. Diese Wahl erlaubte uns zudem, die „Theatralik“ des Jahrmarktes zu nützen, um den Zauber des zeitgenössischen Theaters einzufangen. Das Schauspiel soll ja unterhaltend sein, aber gleichzeitig auch Denkanstöße liefern. Märchen spiegeln nicht immer unseren Alltag wieder. Sie enthalten Archetypen und Entwicklungen, die wir alle durchmachen. In eine Märchenwelt einzutreten, bedeutet nicht, die Wirklichkeit hinter sich zu lassen, wir können sie aber durch einen zauberhaften Realismus verwandeln.

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Die Misshandlung von Kindern durch Erwachsene ist eine Tatsache. In der Oper sind die Kinder zu harter Arbeit gezwungen, anstatt die Schule zu besuchen oder zu spielen. Als sie sich im Wald verirren, werden sie von einer bösen Hexe gefangen, die die Kinder kochen und essen will. Das ist eine düstere Wirklichkeit, doch die Kinder werden sie zu guter Letzt bewältigen. Wir müssen uns nun fragen, ob es diese Wirklichkeit auch heute gibt. Unsere Produktion ist keine Horrorgeschichte, sondern eine Warnung. Als Künstler halte ich es für besonders wichtig, die von mir interpretierten Geschichten interessant und fesselnd zu gestalten. Dabei gehe ich von meinem Menschsein aus. Wenn ich ehrlich bin, kann meine Arbeit auch für andere interessant sein. Was ich sicher nicht machen will, ist eine Oper vorzustellen, als wäre sie ein Museum. Auch muss eine Oper nicht immer von Menschen sprechen, die es heute nicht mehr gibt. Ich versuche, die Ideen wiederzugeben, die die Komponisten und Librettisten zum Ausdruck bringen wollten, um eine Form zu finden, mit der diese Botschaften auch heute voll zur Geltung kommen. Theater sollte auch unterhaltend und schön sein; daher ist es unsere Aufgabe, Bilder zu schaffen, die die Zuschauer sehen wollen, und gleichzeitig auch unsere Leidenschaft für die Geschichten und die Musik mitzuteilen.

Die Produktionen von Michael Hunt stechen vor allem durch ihre Lebendigkeit, Eleganz und erzählenden Interpretationen hervor. 2012 produzierte er The Tyrant für Bozen und das Festival Operadagen von Rotterdam, sowie Peter Pan und Hamlet in Perm in Russland. 2011 leitete er in Russland die Oper Every Good Boy Deserves Favour von Sir Tom Stoppard. Anschließend schuf und leitete Hunt 2012 die innovative Site-Specific-Produktion des Fidelio von Beethoven im ehemaligen Gulag „Perm 36“ mit einer Besetzung von 500 Personen. Für diese revolutionäre Produktion erhielt Hunt als erster ausländischer Regisseur den begehrten Staatspreis der Russischen Föderation. Die Oper wurde als musikalisches Event des Jahres ausgezeichnet. Hunt wurde von der Moscow Musical Review zum Regisseur des Jahres ernannt und behauptete damit seinen Platz unter den besten Regisseuren Europas. Michael Hunt, gebürtig aus London, besuchte die Liverpool University. Er ist ein großer Kenner der Künste und Opern Irlands, da er 12 Jahre lang künstlerischer Leiter der Co-Opera war und für Opera 2005 als Produktionsleiter und zweiter Regisseur der Opera Ireland wirkte. Er hat über 100 Produktionen für verschiedene internationale Kompanien geleitet, darunter auch Portland Opera, English National Opera, Scottish Opera, Opera North, Staatsoper von Perm, Perm Academic Theatre, Perm Young People’s Theatre, Festivals von Harrogate, Kensington und Cheltenham, Queens Theatre aus London, Northcott Theatre aus Exeter, Opera Ireland, Wexford Opera Festival und La Bohème, die erste Oper in der Arena der Royal Albert Hall von London. Als Pionier der Site-Specific-Opern leitete Hunt Der Freischütz in einer Reihe verlassener Schlösser in England und Tosca an drei Standorten eines Parcours durch die irländische Landschaft. Er war für die Planung der Opernsaison in Cork, der europäischen Kulturhauptstadt, verantwortlich und wurde kürzlich Mitglied der Royal Society of Arts von London. Seine zukünftigen Projekte sind unter anderen ein neues Drama von Yuri Muravitsky und Der Kirschgarten von Tschechow. Zurzeit arbeitet er auch an einer neuen Site-Specific-Produktion des Der Freischütz und an der Opernfassung des Hamlet von Alexei Matchavariani als Eröffnungsoper des erneuerten Theaters von Tiflis.

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David Cunningham Nasce in Scozia e compie i suoi studi in filosofia alla Stirling University. E’ stato light designer per più di 250 produzioni della maggior parte delle compagnie d’opera in Europa, Australia e Nord America. Tra i suoi lavori più significativi si ricordano un’imponente installazione luminosa sul lago al Bregenz Festival e l’atmosfera ricreata nel palazzo di Schönbrunn. Ha realizzato disegni luci di produzioni teatrali in Irlanda, Londra, Broadway, per la Royal Shakespeare Company e presso il National Theatre. In questa stagione lavorerà in Austria, Spagna, Russia, Irlanda, Germania e Francia.

Jason Southgate Scenografo e costumista di rappresentazioni sia classiche che moderne nei principali teatri inglesi e con i migliori registi a livello europeo. Tra gli allestimenti d’opere per cui ha collaborato si ricordano The Tyrant, andato in scena la scorsa stagione a Bolzano e successivamente all’Operadagen di Rotterdam, Tosca, Der Silbersee, Tannhäuser, Cenerentola, Armide, Whirlwind, Carmen, The Turn of the Screw, Brundibar e Il Cappello di paglia di Firenze. Numerose anche le scenografie realizzate per pièces teatrali quali A Clockwork Orange, One Million Tiny Plays about Britain, Cinderella, Ghosts, Wizard of Oz, Don Juan, Sound of my Voice, Waiting for Godot, Peter Pan, Desire Under the Elms, Hamlet, The Bevellers, James and the Giant Peach, Trojan Women, The Trial. Numerose le istituzioni teatrali e musicali nonché i festival britannici (Royal Opera House Covent Garden, Riverside Studios, Gate Theatre London) e internazionali (Savonlinna Festival , Oper Frankfurt, Salzburger Landestheater) con le quali ha collaborato. Bühnen- und Kostümbildner klassischer und moderner Aufführungen an den wichtigsten Theaterhäusern Großbritanniens mit den bedeutendsten Regisseuren Europas. Er arbeitete an zahlreichen Opern mit, darunter The Tyrant, die in der letzten Spielzeit in Bozen und anschließend am Operadagen von Rotterdam aufgeführt wurde, Tosca, Der Silbersee, Tannhäuser, Cenerentola, Armide, Whirlwind, Carmen, The Turn of the Screw, Brundibar e Il Cappello di paglia di Firenze. Weiters schaffte er zahlreiche Bühnenbilder für Theaterstücke wie A Clockwork Orange, One Million Tiny Plays about Britain, Cinderella, Ghosts, Wizard of Oz, Don Juan, Sound of my Voice, Waiting for Godot, Peter Pan, Desire Under the Elms, Hamlet, The Bevellers, James and the Giant Peach, Trojan Women, The Trial und arbeitet mit vielen britischen sowie internationalen Theater- und Musikeinrichtungen und Festivals zusammen (Royal Opera House Covent Garden, Riverside Studios, Gate Theatre London, Savonlinna Festival, Oper Frankfurt, Salzburger Landestheater). 16

Nach seinem Philosophiestudium an der Stirling University arbeitet er als Lichtdesigner in über 250 Produktionen der größten Opernkompanien in Europa, Australien und Nordamerika. Zu seinen bedeutendsten Arbeiten zählen die mächtige Lichtinstallation auf dem Bodensee im Rahmen der Bregenzer Festispiele und die atmosphärische Lichtgestaltung in Schönbrunn. Er zeichnete für das Lichtdesign in Irland, London, Broadway, für die Royal Shakespeare Company und National Theatre. In dieser Spielzeit ist er in Österreich, Spanien, Russland, Irland, Deutschland und Frankreich tätig.

Simone Sandroni Nato ad Ancona, Simone Sandroni è stato il fondatore di Ultima Vez a Bruxelles nel 1987 e poi nel 1993 del gruppo Ernesto. Nel 1997 fonda a Praga, insieme a Lenka Flory, la compagnia Deja Donne i cui lavori (tra cui l’ultimo Not Made for Flying) sono stati portati in scena in 26 nazioni tra Europa, Nord e Sud America e Asia. Oltre che per la sua compagnia, Sandroni è regolarmente invitato come coreografo o regista da festival, teatri o compagnie, tra cui il Bayerisches Staatsballett e il Teatro Nazionale di Praga dove ha diretto L’elisir d’amore. Simone Sandroni, in Ancona geboren, gründet 1987 Ultima Vez in Brüssel und 1993 die Gruppe ERNESTO. 1997 eröffnet er mit Lenka Flory in Prag die Kompanie Deja Donne, deren Aufführungen (die jüngste ist Not Made for Flying) in 26 Staaten in Europa, Nord- und Südamerika und Asien gezeigt werden. Sandroni ist zudem als Choreograph und Regisseur auf Festivals, Theatern und bei Kompanien sehr gefragt, so für das Bayerisches Staatsballett oder das Staatstheater von Prag, wo er L’elisir d’amore aufführte.


Gabriella Sborgi Sabina Willeit Nata a Bolzano da una famiglia ladina, ha studiato canto diplomandosi con il massimo dei voti, perfezionandosi in seguito con Beniamino Prior. Nel 2001 ha vinto il Concorso As.Li.Co. di Milano, intraprendendo una carriera internazionale che l’ha vista protagonista in oltre venti ruoli principali: Dorabella, Idamante, Cherubino, Sesto, Serpilla, Ernestina, Rosina, Cenerentola, Romeo, Nicklausse, Der Komponist, Fricka, Waltraute (a Karlsruhe per l’intera Tetralogia come componente dell’ensemble dal 2008 al 2011), Eglantine, Eboli, Azucena, Colombina, Judith, Laura, Dalila. Nach dem Abschluss des Gesangsstudiums mit Auszeichnung bildete sich die aus einer ladinischen Familie stammende und in Bozen gebürtige Sängerin mit Beniamino Prior weiter. 2001 gewinnt sie den Wettbewerb As.Li.Co. in Mailand. Ihre international gestaltete Karriere lässt sie in über zwanzig Hauptrollen auftreten: Dorabella, Idamante, Cherubino, Sesto, Serpilla, Ernestina, Rosina, Cenerentola, Romeo, Nicklausse, Der Komponist, Fricka, Waltraute (in Karlsruhe für die gesamte Tetralogie als Element des Ensemble von 2008 bis 2011), Eglantine, Eboli, Azucena, Colombina, Judith, Laura, Dalila.

Studia canto al Conservatorio “Giuseppe Verdi” e si perfeziona in seguito a Londra, Lugano e al Centre de Formation Lyrique de l’Opéra de Paris. Vincitrice di numerosi concorsi, tra cui nel 1996 il concorso lirico As.Li.Co., diviene un’autorevole interprete del teatro mozartiano, barocco, del Novecento e di musica contemporanea. Attiva anche nell’ambito della musica da camera, sacra e sinfonica, collabora tra i molti con Archi della Scala, il Festival di Musica Contemporanea di Toulouse, il Maggio Musicale Fiorentino e la Biennale di Venezia. Nach dem Gesangsstudium am Konservatorium “Giuseppe Verdi“ bildet sie sich in London, Lugano und am Centre de Formation Lyrique de l‘Opéra de Paris weiter. Sie gewinnt zahlreiche Wettbewerbe, unter anderem 1996 den Opernwettbewerb As.Li.Co., und wird angesehene Interpretin für MozartRepertoire, Barockmusik und Werke des 20. und 21. Jahrhunderts. Sie wirkt auch im Bereich der Kammermusik, Kirchenmusik und sinfonischen Musik und arbeitet unter anderem mit Archi della Scala, dem zeitgenössischen Musikfestival von Toulouse, dem Maggio Musicale Fiorentino und der Biennale von Venedig zusammen.

Klaus Kuttler Susanne Geb Studia pianoforte, musica sacra e canto a Norimberga e Vienna dove si forma con il soprano Nadine Secunde. Si esibisce nei teatri di Braunschweig, Kassel, Magonza, Norimberga, Saarbrücken, Wiesbaden, Mannheim, Lipsia e Dortmund, ai Tiroler Festspiele Erl, presso la Nationale Reisopera di Enschede e al Teatro Colon di Buenos Aires. Tra i ruoli interpretati troviamo la Contessa, Elvira, Fiordiligi, Mimì, Micaela, Marie e Agathe. Recentemente si è dedicata anche a ruoli da soprano wagneriano tanto da debuttare l’anno scorso come Gutrune, Eva e Elsa. Sie studierte in Nürnberg sowie in Wien Klavier, Kirchenmusik und Gesang. Derzeit wird sie von der Sopranistin Nadine Secunde betreut. Ihre Engagements führten sie an die Staatstheater Braunschweig, Kassel, Mainz, Nürnberg, Saarbrücken und Wiesbaden, das Nationaltheater Mannheim, die Theater Leipzig und Dortmund, zu den Tiroler Festspielen Erl, an die Nationale Reisopera Enschede sowie an das Teatro Colón in Buenos Aires. Zu ihren Partien zählen Contessa, Elvira, Fiordiligi, Mimì, Micaëla, Marie und Agathe. Daneben widmet sie sich in der letzten Zeit verstärkt den Wagner-Partien ihres Fachs, sodass sie im vergangenen Jahr als Gutrune, Eva und Elsa debütieren konnte.

Baritono, austriaco, ha studiato pianoforte, oboe, composizione e canto al Conservatorio di Linz. Il suo debutto operistico risale al 1995 come Papageno ne Il flauto magico di Mozart. Da allora ha partecipato a numerosi allestimenti rappresentati in altrettanti teatri d’opera europei. I ruoli con i quali ha avuto maggior successo sono Eisenstein in Fledermaus, Faninal in Rosenkavalier e proprio il Padre in Hänsel und Gretel. Con quest’opera è stato ospite al Festival di Glyndebourne, a Lione, ad Amsterdam, a Berlino e ad Amburgo. Nel 2012 ha debuttato nel ruolo di Monostatos nell’opera di Peter von Winter Das Labyrinth (Der Zauberflote II. Teil), andata in scena al Festival di Salisburgo e diretta da Ivor Bolton. Der in Österreich gebürtige Bariton studierte Klavier, Oboe, Komposition und Gesang am Konservatorium von Linz. 1995 debütierte er in der Opernwelt als Papageno in Mozarts Zauberflöte. Seitdem nahm er an zahlreichen Aufführungen in verschiedenen europäischen Theatern teil. Unter seinen erfolgreichsten Rollen findet man Eisenstein in Fledermaus, Faninal in Rosenkavalier und den Vater in Hänsel und Gretel, den er auf dem Festival von Glyndebourne, in Lyon, Amsterdam, Berlin und Hamburg verkörpert. 2012 debütierte er in der Rolle von Monostatos in der Oper von Peter von Winter Das Labyrinth (Der Zauberflöte II. Teil) bei den Salzburger Festspielen unter der Leitung von Ivor Bolton.

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Jens Krogsgaard Esordisce come cantante rock per dedicarsi poi totalmente alla lirica. Si diploma alla Royal Academy of Music di Aarhus e nel corso della sua carriera scolpisce personaggi indimenticabili, tra i quali soprattutto Captain Vere in Billy Budd, debuttato a Copenhagen nel 2002 e per il quale è stato nominato “miglior interprete dell’anno” dalla rivista danese “Ascolta” e “cantante dell’anno” dal premio “Årets Reumert” 2003 (il più importante premio teatrale della Danimarca). Ha collaborato con direttori e registi come Aeschbacher, M. Jurowsky, Vetö, Bellincampi, Holten e Miller. Er beginnt als Rocksänger, um sich dann vollends der Opernmusik zu widmen. Sein Diplom erhält er an der Royal Academy of Music von Aarhus. Im Laufe seiner Karriere interpretiert er unvergessliche Persönlichkeiten wie Captain Vere in Billy Budd, der 2002 in Kopenhagen debütiert und Krogsgaard den Titel der dänischen Zeitschrift “Ascolta“ “Bester Interpret des Jahres“ und den Preis Årets Reumert 2003 als “Bester Sänger des Jahres“ (den wichtigsten Theaterpreis in Dänemark) einbringt. Er blickt bereits auf Zusammenarbeiten mit Dirigenten und Regisseuren wie Aeschbacher, M. Jurowsky, Vetö, Bellincampi, Holten und Miller zurück.

Martina Bortolotti Per la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano ha interpretato Julie di Boesmans e Marzelline in Fidelio. Ha conseguito il Diploma accademico col massimo dei voti presso il Conservatorio “Verdi” di Milano e di perfezionamento all’Accademia del Teatro alla Scala ed è stata vincitrice dei concorsi Paul Harris (2005) e Voci Nuove Pucciniane (2008). Vanta una vasta attività lirica e concertistica internazionale, con esibizioni in teatri quali il Teatro alla Scala di Milano, il Residenztheater di Monaco di Baviera e il Teatro Nazionale di Pechino. In den Produktionen der Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen spielte sie bereits eine Hauptfigur in Julie von Boesmans und Marzelline in Fidelio. Nach ihrem Abschluss mit Auszeichnung am Konservatorium Verdi in Mailand bildete sie sich an der Akademie des Teatro alla Scala weiter. Siegerin der Wettbewerbe Paul Harris (2005) und Voci Nuove Pucciniane (2008). Sie weist eine rege Tätigkeit im internationalen Opern- und Konzertbereich auf, mit Auftritten an der Scala von Mailand, am Residenztheater in München und am Staatstheater von Peking.

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Orchestra Haydn di Bolzano e Trento/ Haydn Orchester von Bozen und Trient Costituita nel 1960 su iniziativa delle Province di Bolzano e Trento, l’Orchestra Haydn è interprete da allora di un ampio catalogo di opere che coprono periodi storico-stilistici che vanno dal barocco al contemporaneo. In tutti questi anni numerosi sono i direttori che si sono alternati alla sua guida, tra i quali Claudio Abbado, Riccardo Muti, Daniel Oren, Riccardo Chailly e Gustav Kuhn. Das Haydn-Orchester wurde 1960 auf Veranlassung der Provinzen von Bozen und Trient gegründet. Das Repertoire umfasst Werke die vom Barock bis zur zeitgenössischen Musik reichen. Zahlreiche Dirigenten wie Claudio Abbado, Riccardo Muti, Gustav Kuhn, Daniel Orien oder Riccardo Chailly haben mit dem Orchester bisher zusammengearbeitet.

Musikschule Bozen Nel 1977 nasce in Alto Adige una particolare struttura per la didattica musicale, improntata in particolar modo alla promozione della musica presso bambini e ragazzi: l’Istituto di Educazione Musicale in lingua tedesca e ladina. Le varie sedi delle Musikschulen offrono un ampio ventaglio di corsi sensibilizzando in maniera completa verso l’arte e la cultura. Si tratta di luoghi educativi e formativi per piccoli musicisti e cantanti nell’ambito strumentale e vocale e offrono anche la possibilità di suonare in gruppo. Con concerti sia presso le Musikschulen che in sedi esterne, celebrazioni sacre, esibizioni presso ospedali e altri centri di assistenza sociale e accompagnamenti musicali, le Musikschulen sono un’importante risorsa nel panorama culturale altoatesino. Das Institut für Musikerziehung wird 1977 als autonome Körperschaft des Landes gegründet weder derzeit in Südtirol 50 Schulstellen der 21 Direktionen mehr als 16.000 Schülerinnen und Schüler von über 400 Lehrpersonen unterrichtet . Die Musikschulen bieten ein breit gefächertes Angebot, das entscheidend zu einem umfassenderen Kultur- und Kunstverständnis beiträgt: Sie sind Ausbildungs- und Lernstätte für junge Musiker/innen und Sänger/innen im Instrumental- und Vokalbereich und bieten Möglichkeit zum gemeinsamen Musizieren. Mit Konzerten in- und außerhalb der Musikschulen, Messgestaltungen, Auftritten im Krankenhaus und anderen sozialen Stätten und musikalischen Umrahmungen tragen die Musikschulen auch entscheidend zum kulturellen Panorama Südtirols bei.


Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Haydn Orchester von Bozen und Trient VIOLINI PRIMI / ERSTE VIOLINE Stefano Ferrario** Edlir Cano * Marco Mandolini** Ole Jacob Frederiksen Renzo Michelini Elisabeth Pichler Teodor Puscas Cecilia Albertani Maria Patron Erika Ferrari VIOLINI SECONDI / ZWEITE VIOLINE Roberto Tomada* Anna Biggin* Sandro Acinapura Andrea Rieder Mariarita Di Pasquale Josuè Esaù Iovane Patrizia Autieri Ursula Mühlberger VIOLE / BRATSCHE Margherita Pigozzo* Gabriele Marangoni* Maura Bruschetti Roberto Mendolicchio Claudia Pedrani Pierluigi Borgogno VIOLONCELLI / CELLO Alejandro Biancotti* Luca Pasqual* Elisabetta Branca Jutta Kagerer Alex Jellici

CONTRABBASSI / KONTRABASS Michelangelo Mercuri* Daniele Ragnini* Corrado Pastore Michele Valentini

TUBA Felix Pfeifer

FLAUTI / FLÖTE Francesco Dainese* Daisy Togni

PERCUSSIONI / SCHLAGZEUG Mirko Pedrotti Andrea Bindi Nicolò Vaiente Matteo Modolo

OTTAVINO / PICCOLO FLÖTE Alessandro Visintini OBOI / OBOE Gianni Olivieri * Fabio Righetti (corno inglese / Englisch-Horn)

TIMPANI / PAUKE Domenico Cagnacci*

ARPA / HARFE Eva perfetti ** SPALLA / KONZERTMEISTER * PRIMA PARTE / STIMMFÜHRER

CLARINETTI / KLARINETTE Stefano Ricci * Davide Argentiero

ISPETTORE / ORCHESTERINSPEKTOR Nancy Spinell

CLARINETTO BASSO / BASSKLARINETTE Andrea Brazzo

ADDETTO STRUMENTI / ORCHESTERWART Domenico Mutzu

FAGOTTI / FAGOTT Flavio Baruzzi * Andrea Racheli CORNI / HORN Andrea Cesari* Leonardo Consoli Alexander Perathoner Vittorio Ferrari TROMBE / TROMPETE Bertold Stecher* Fabiano Ruin Serena Basandella TROMBONI / POSAUNE Alessio Savio* Alessio Brontesi Mario Pilati

Musikschule Bozen Coro di voci bianche / Kinderchor DIREZIONE / EINSTUDIERUNG Barbara Pichler Nicole Acuti, Magdalena Allneider, Lisa Boragine, Chiara Busini, Sonja Cappello, Marie Clara, Alma Dushi, Stefanie Egger, Anna Furgler, Lea Gasser, Julia Gilardi, Vera Gurndin, Jana Hilpold, Sophie Hilpold, Esther Oberkofler, Johanna Pattis, Isabell Pichler, Valentina Pichler, Verena Pichler, Lisa Pircher, Alina Pobitzer, Jana Pobitzer, Maria Unterkofler, Anna Vittur, Lena Zoppeletto

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Fondazione Teatro Comunale e Auditorium/ Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Piazza Verdi/ Verdiplatz, 40 39100 Bolzano/ Bozen

TICKETS Biglietteria Teatro Comunale Theaterkasse Stadttheater Tel: + 39 0471 053 800 Fax: * 39 0471 053 801 Orari d’apertura/ Öffnungszeiten Mar – Ven | Di – Fr ore 10.00 – 13.00, 15.00 – 19.00 Uhr Sab | Sa ore 10.00 – 13.00

Redazione/ Redaktion Stefano Cattozzo, Emanuele Masi, Camilla Preziati, Manfred Schweigkofler Testi/ Texte Gary Kahn, Ekhart Wycik, Michael Hunt Traduzioni/ Übersetzung Roberta Cattoni, Camilla Preziati, Roberto Valentino Bozzetti costumi/ Kostümesskizzen Jason Southgate Foto Benedetta Pitscheider Grafica/ Grafik Gruppe Gut Gestaltung Stampa/ Druck Publistampa, Pergine Valsugana © 2013

www.stadttheater.bozen.it www.teatrocomunale.bolzano.it ticket@vipticket.it

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