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MOBILITA INTERVALLIVA

Gazzettino | 2 Settembre 2021

p. XII, edizione Belluno

Un tunnel doppio per gomma e rotaia

Di Yvonne Toscani Doppia canna della galleria Comelico e trasporto, di passeggeri e merci, su rotaia sono l'alternativa per uscire dall'impasse delle comunicazioni in cui si trova il Comelico. A rilanciare l'argomento, reso attuale dal progetto dell'Anas di 75 milioni di euro per rifare la volta dell'attuale tunnel, è il capogruppo della minoranza consiliare di Santo Stefano. L'importante intervento richiederà, entro un paio d'anni, stando alle dichiarazioni del presidente dell'Unione montana comeliana, Giancarlo Ianese, la totale chiusura del traforo. «Cerchiamo sempre di inquadrare ogni problema in un ambito più ampio esordisce Roger De Bernardin. Il tema della doppia canna, progetto precedentemente indicato da Anas, presenta il doppio vantaggio di risolvere il problema puntuale e di rispondere ad una logica a larga scala funzionale al collegamento tra Venezia e Monaco. La prima ha il porto da riconvertire, la seconda potrebbe averne uno a sud, verso cui far transitare le merci della propria area industriale. Il Brennero e Tarvisio nascono già intasati, noi abbiamo la fortuna di essere sulla direttrice preferenziale ed abbiamo la convenienza ad ospitare un corridoio intermodale che possa servire su larga scala ai trasporti internazionali e a noi». Ecco, allora, che De Bernardin vede nella doppia canna la viabilità a scorrimento veloce verso la pianura, con utilità anche per gli austriaci. Via di comunicazione da potenziare con la ferrovia. «A noi continua serve, però, anche il treno che colleghi la pianura con l'Europa e che passi per le nostre aree, lungo un percorso associato ad una pista ciclabile che unisca Venezia al resto del continente. Puntare sulla strada dla val e basta forse risolve il problema per qualche anno, ma in futuro ci rovina la vita. A noi servono viabilità ad alto scorrimento, ferrovia e pista ciclabile associata». Detto così sembra un progetto faraonico che rischia di restare sulla carta fin dall'inizio, per mancanza di fondi. «Certamente costa tanto replica il consigliere. Ma qual è l'alternativa per Comelico, il Centro Cadore e il resto del Veneto?»

L’Adige | 19 Settembre 2021

p. 38

Transdolomites e la lettera al ministro: «Serve il piano della mobilità»

«Serve un piano generale della mobilità per le Dolomiti. Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) nei prossimi anni può rappresentare la storica occasione per dare alle Dolomiti la grande occasione per il ritorno del treno». Lo afferma l'indomito leader di Transdolomites, Massimo Girardi, il quale afferma che la costruzione della Galleria di base del Brennero cui si associa l'opportunità dell'Alta Velocità nella regione Trentino -Alto Adige « ripropone il tema della raggiungibilità dei territori periferici di montagna. In particolare le destinazioni turistiche del Trentino, Sudtirolo e Tirolo austriaco sono sottoposte ad una forte pressione di traffico ma allo stesso tempo, private delle ferrovie storiche, oggi sono servite da un sistema di mobilità pubblica del tutto insufficiente a rispondere all'attuale domanda di mobilità collettiva. Quando la galleria del Brennero sarà in esercizio il deficit di servizi di mobilità pubblica diverrà ancor più marcato. Con l'attivazione dell'Alta velocità ci si attende che dagli attuali 10% di utilizzatori del treno per raggiungere la nostra regione si passerà al 30 e forse anche 40%. Gli studi svolti in Italia e nell'Unione Europea indicano poi che in futuro i territori turistici raggiungibili via ferrovia saranno le mete sempre più ambite».La necessità di ragionare sulla creazione di una rete ferroviaria trentina ed anche sudtirolese di collegamento intervallivo in grado di connettere tra loro le principali realtà del territorio e di migliorare l'accessibilità al corridoio del Brennero «è quanto mai attuale per rafforzare l'integrazione e lo sviluppo bilanciato delle valli con particolare attenzione all'accesso alle località turistiche» sottolinea Girardi.Transdolomites, dal 2009 ha raccolto questa sfida attivandosi davanti al Governo provinciale di allora, con la proposta di progettare un nuovo collegamento ferroviario tra Trento e Penia di Canazei via val di Cembra ma allo stesso tempo apprezzando e sostenendo l'idea di progettare il collegamento ferroviario tra Rovereto ed il Lago di Garda, il potenziamento della Ferrovia della Valsugana, il prolungamento della Trento-Mezzana verso la Valtellina per attivare il collegamento internazionale tra la Svizzera e Trento.Recentemente Transdolomites ha inviato una lettera articolata Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della, Mobilità Sostenibile. «Riteniamo infatti ormai irrinunciabile il fatto per le Dolomiti si debba provvedere ad avviare un percorso partecipato sovra provinciale e sovra regionale che porti alla progettazione di una piano generale della mobilità per le Dolomiti al centro del quale le ferrovie di valle rappresentino l'opportunità di riprogrammare l'offerta turistiche nelle montagne più belle al mondo. Il tempo delle strade è, finito. Nuove strade stanno a significare solo nuovo traffico. Non è una ideologia questa ma la sacrosanta realtà. Miliardi di euro spesi in strade hanno avuto come effetto il fatto di avere prodotto nuovo traffico. Le Dolomiti non possono più permettersi di perdere l'appuntamento con la storia. Il futuro si costruisce: esso non si crea da solo».

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