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PASSI DOLOMITICI: GLI AGGIORNAMETI
L’Adige | 7 Settembre 2021
p. 16
Passi dolomitici, limiti al traffico
La gestione del traffico sui passi dolomitici è stata al centro della seduta del consiglio d'amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco che si è tenuta ieri a Belluno. L'assessore alla mobilità della Provincia di Bolzano, Daniel Alfreider, ha presentato il «Piano di mobilità sostenibile sui passi dolomitici» nato dall'intesa fra la stessa Provincia di Bolzano, la Provincia di Trento e la Regione Veneto. Nel corso della discussione, riferisce una nota, i membri del Cda hanno concordato sulla necessità che la Fondazione continui a rappresentare un riferimento per lo sviluppo di misure di gestione del traffico. L'obiettivo che accomuna i territori è incentivare la mobilità collettiva, ridurre i flussi di veicoli privati e contenerne gli impatti sul territorio, sotto il profilo della congestione delle vie di comunicazione, delle emissioni di anidride carbonica, di inquinamento acustico oltre a preservare la qualità della vita della popolazione locale. Nel corso della seduta sono stati ascoltati i rappresentanti dei Club Alpini della regione dolomitica, che hanno sollecitato una più forte attenzione di tutti i soggetti coinvolti alla tutela della montagna. La richiesta è stata raccolta dal Cda. «Ora bisogna definire insieme i prossimi passi. Per lavorare in modo efficiente, la rappresentanza permanente del consiglio di amministrazione nel gruppo di lavoro sulla mobilità è essenziale», ha osservato l'assessora altoatesina, Maria Hochgruber Kuenzer. «La riunione di oggi - ha detto Mario Tonina, vicepresidente della Provincia di Trento e assessore all'ambiente - ha rappresentato un'importante occasione di confronto fra i territori in merito alla percorribilità dei passi e all'introduzione di misure di controllo e di gestione dei flussi di traffico. La Fondazione in particolare ha divulgato studi e favorito il dibattito sulla mobilità nei territori, sostenendo iniziative sperimentali di chiusura al transito negli snodi più delicati. Queste esperienze hanno sicuramente aperto la strada a nuove sensibilità, favorendo la stipula di intese territoriali sui passi dolomitici. Vogliamo continuare su questa strada, convinti come siamo della necessità di trovare soluzioni efficaci a problemi che necessitano un approccio coordinato e condiviso».
Alto Adige | 7 Settembre 2021
p. 22
Unesco: il traffico sui passi va ridotto
BOLZANO La gestione del traffico sui passi dolomitici è stata ieri al centro della seduta del consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco, svoltasi a Belluno. L'assessore alla mobilità Daniel Alfreider ha presentato il "Piano di Mobilità Sostenibile sui passi dolomitici", nato dall'intesa fra Provincia di Bolzano, Provincia di Trento e Regione Veneto, tre dei quattro territori che condividono le Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco. L'importanza della Fondazione è quella di rappresentare una piattaforma privilegiata per il confronto, l'analisi e la pianificazione di misure idonee da parte degli enti che condividono le Dolomiti Patrimonio Mondiale. Nel corso della discussione i membri del cda, presieduto da Mario Tonina, hanno concordato sulla necessità che la Fondazione continui a rappresentare un riferimento per lo sviluppo di misure di gestione del traffico. L'obiettivo che accomuna i territori è incentivare la mobilità collettiva, ridurre i flussi di veicoli privati e contenerne gli impatti sul territorio, sotto il profilo della congestione delle vie di comunicazione, delle emissioni di CO2, di inquinamento acustico oltre a preservare la qualità della vita della popolazione locale. «È necessario - si legge in una nota - che la Fondazione accompagni questo processo e sia corresponsabile».Nel corso della seduta sono stati ascoltati i rappresentanti dei Club alpini della Regione Dolomitica - per l'Alto Adige Carlo Alberto Zanella (Cai) e Georg Simeoni (Avs) - che hanno sollecitato una più forte attenzione di tutti i soggetti coinvolti alla tutela della montagna. Una richiesta raccolta dall'intero cda, di cui fa parte l'assessora Maria Hochgruber Kuenzer: «Ora bisogna definire insieme i prossimi passi. Per lavorare in modo efficiente, la rappresentanza permanente del consiglio di amministrazione nel gruppo di lavoro sulla mobilità è essenziale».«Queste esperienze hanno aperto la strada a nuove sensibilità, favorendo intese territoriali sui passi dolomitici. Vogliamo continuare su questa strada, convinti della necessità di trovare soluzioni efficaci a problemi che necessitano un approccio coordinato», ha affermato Mario Tonina, presidente della Fondazione e assessore all'urbanistica della Provincia di Trento.
Corriere delle Alpi | 7 Settembre 2021
p. 21
Mobilità sostenibile sui passi dolomitici: limitazioni alle auto dalla prossima estate
Francesco Dal Mas BELLUNO Avanti con il Piano della mobilità sostenibile. Lo ha deciso ieri il cda della Fondazione Dolomiti Unesco. Piano condiviso dalle Province di Bolzano, Trento, Belluno, Pordenone e Udine, e dalla Regione Veneto. «Nei prossimi giorni lo porteremo all'esame della segreteria Unesco Italia e dei ministeri competenti», annuncia Mario Tonina, il presidente. «E, se da lì arriverà l'autorizzazione per quanto riguarda il codice della strada, inizieremo con le prime azioni. Ossia le prime, parziali chiusure del traffico sui passi. Disponendo ovviamente delle alternative di trasporto». OBIETTIVI Il "Pms" prevede, entro il 2030, la riduzione del 55% delle emissioni del gas serra. E il loro azzeramento entro il 2050. Ne consegue, secondo il piano, che entro nove anni i passi dovranno registrare una mobilità sostenibile per almeno il 58% dei trasporti. Ed entro il 2050, l'80% dovrà essere sostenibile, il 20% elettrica. Proviamo a tradurre. MENO AUTO, PIù TPL Il trasporto pubblico, che l'anno scorso era al 3%, entro il 2030 dovrà decuplicare, fino al 30%. Le auto che rappresentavano l'80% del traffico, dovranno limitarsi al 36%. Le moto scenderanno di un punto percentuale, dal 3 al 2%. Nessuno oggi sale a piedi, dovrà essere il 2% fra 9 anni. Le bici rappresentano il 3% della mobilità, nel 2030 dovranno più che raddoppiare, portandosi al 10%. Gli impianti di risalita? Beh, qui esulteranno le società di trasporto a fune. Se oggi imbarcano solo il 3% dei passeggeri, nel 2030 quintuplicheranno, anzi saliranno al 16%. E fin qui solo i passi. Ma il Pms prevede specifiche misure anche per i paesi di valle: il 20% dovrà accontentarsi di andare a piedi. NON C'È ALTERNATIVA «Non ci sono alternative a queste misure», afferma Tonina. «E non solo perché rischiamo altrimenti di perdere la protezione Unesco, ma perché i gas serra renderanno invivibili le nostre valli». Proprio per questo motivo, hanno insistito i delegati dei Club alpini della regione Dolomitica, incontrati ieri dal Cda a Belluno è necessario accelerare. Il presidente della Fondazione sa bene che le sensibilità sulle Dolomiti sono diverse. Il Veneto, ad esempio, è preoccupato che le eventuali chiusure non danneggino oltremodo gli operatori turistici. Il governatore Luca Zaia e l'assessore Federico Caner, pur prendendo atto che qualche soluzione va trovata per limitare l'assalto ai passi, si sono sempre dichiarati contrari alle chiusure. «La Fondazione», ricorda Tonina, «ha divulgato studi e favorito il dibattito sulla mobilità nei territori, sostenendo iniziative sperimentali di chiusura al transito negli snodi più delicati. Queste esperienze hanno sicuramente aperto la strada a nuove sensibilità, favorendo la stipula di intese territoriali sui passi dolomitici. Vogliamo continuare su questa strada, convinti come siamo della necessità di trovare soluzioni efficaci a problemi che necessitano un approccio coordinato e condiviso». LA COLLEGIALITà L'assessore alla mobilità della Provincia autonoma di Bolzano Daniel Alfreider ha presentato il "Piano di Mobilità Sostenibile sui passi dolomitici" nato - come ha ricordato ieri - dall'intesa fra i territori coinvolti. Il presidente ha sottolineato il ruolo della Fondazione nel garantire il rispetto della collegialità e della condivisione dei territori e delle categorie economiche coinvolte: «Il piano condiviso oggi durante il consiglio apre la strada a una miglior conoscenza dei flussi di mobilità, fornendo le basi per introdurre azioni e misure che in primis dovranno tenere in considerazione le problematiche e le esigenze degli abitanti e gli operatori dei territori», ha assicurato. -© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gazzettino | 7 Settembre 2021
p. 7, edizione Belluno
Passi alpini e chiusure: Fondazione in Provincia
IL TAVOLO BELLUNO La gestione del traffico sui passi dolomitici è stata al centro della seduta del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco, che si è tenuta ieri a Belluno nella sede della Provincia. «Il cda della Fondazione - si legge in una nota , presieduto dal vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e Assessore all'ambiente Mario Tonina, ha inoltre incontrato i rappresentanti dei Club Alpini della Regione Dolomitica, che hanno sollecitato una più forte attenzione di tutti i soggetti coinvolti alla tutela della montagna. Una richiesta prontamente raccolta dal Presidente Tonina e dall'intero CdA, che ha riconosciuto l'importanza del Club alpini nel favorire
la diffusione di una cultura della montagna rispettosa dei suoi delicati equilibri ambientali». Sulla tematica del traffico sui passi dolomitici c'è da tempo il confronto fra i territori in merito alla percorribilità dei passi e all'introduzione di misure di controllo e di gestione dei flussi di traffico. La Fondazione ha divulgato studi e favorito il dibattito sulla mobilità nei territori, sostenendo iniziative sperimentali di chiusura al transito negli snodi più delicati. «Queste esperienze hanno sicuramente aperto la strada a nuove sensibilità, favorendo la stipula di intese territoriali sui passi dolomitici. Vogliamo continuare su questa strada, convinti come siamo della necessità di trovare soluzioni efficaci a problemi con approccio coordinato e condiviso», ha detto Mario Tonina Provincia Autonoma di Trento.
Corriere del Trentino | 7 Settembre 2021
p. 7
Piano mobilità: «Meno traffico su passi e valici»
La gestione del traffico sui passi dolomitici al centro della riunione della Fondazione Dolomiti Unesco. Il cda ha discusso sul piano di mobilità sostenibile nato dall’intesa fra le Province di Bolzano e Trento con la Regione Veneto. Incentivare la mobilità collettiva, ridurre i flussi di veicoli privati e contenere gli impatti inquinanti, gli obiettivi condivisi dai territori. «Vogliamo continuare su questa strada, convinti della necessità di trovare soluzioni efficaci a problemi che necessitano un approccio coordinato e condiviso» commenta Mario Tonina, assessore provinciale all’Ambiente che ha rappresentato il Trentino all’appuntamento.
Corriere dell’Alto Adige | 7 Settembre 2021
p. 6
Traffico sui passi, il piano di Alfreider alla Fondazione Unesco
La gestione del traffico sui passi dolomitici è stata ieri al centro della seduta del Cda della Fondazione dolomiti Unesco, tenutasi a Belluno. L’assessore alla mobilità Daniel Alfreider ha presentato il Piano di mobilità sostenibile sui passi dolomitici nato dall’intesa fra Provincia di Bolzano, Provincia di Trento e Regione del Veneto. L’obiettivo che accomuna i territori è incentivare la mobilità collettiva, ridurre i flussi di veicoli privati e contenerne gli impatti sul territorio, sotto il profilo della congestione delle vie di comunicazione, delle emissioni di CO2, di inquinamento acustico oltre a preservare la qualità della vita della popolazione locale.
Alto Adige | 12 Settembre 2021
p. 24
«Passi, no a nuovi impianti per ridurre auto e rumore»
BOLZANO Preoccupazione per il futuro delle Dolomiti, dove il problema traffico potrebbe essere risolto con la costruzione di nuovi impianti di risalita; timori per le molteplici iniziative di investimento che si potranno fare grazie anche ai fondi in arrivo dall'Europa. Sono i temi centrali del documento firmato dai presidenti Carlo Alberto Zanella del Cai Alto Adige, Georg Simeoni Avs, Renato Frigo Cai Veneto, Silverio Giurgevich Cai Friuli, Anna Facchini Sat, dopo l'incontro dell'altro giorno con il consiglio d'amministrazione della Fondazione Unesco.Traffico sui passiIl presidente Mario Tonina ha illustrato il problema della gestione del traffico sulle Dolomiti, tema che esiste da oltre 10 anni. Per cercare di ridurlo non è stata intrapresa da parte della politica delle Province e Regioni interessate, alcun provvedimento serio, a parte le cinque giornate di chiusura del passo Sella tre anni fa.Le associazioni alpinistiche, su questo argomento hanno ribadito che solo la politica può intervenire in maniera drastica, ma senza il coraggio di certe decisioni, si continuerà solo a discuterne.«Ciononostante - scrivono - c'è il timore che affrontando solo il problema del traffico e della mobilità sui passi dolomitici, in un momento in cui è in discussione la distribuzione dei fondi del Recovery found tralasciando gli altri problemi, ingenti somme di denaro vengano destinate alla costruzione di nuovi impianti di risalita con la scusa della riduzione del transito automobilistico». Cai, Avs e Sat hanno inoltre precisato di "non essere oltranziste o integraliste e nemmeno rimaste indietro di 50 anni, come precedentemente dichiarato alla stampa dal presidente Tonina, ma di fare il possibile per essere al passo con i tempi aiutando i propri rifugisti, con le ultime tecnologie rispettose dell'ambiente, a rendere il loro lavoro più facile e confortevole".L'assalto alla diligenzaInoltre si dichiarano "molto preoccupate per il futuro delle Dolomiti e anche dei territori circostanti per le molteplici iniziative di investimento che potrebbero provocare un assalto alla diligenza, soprattutto con il proliferare di nuovi impianti di risalita (con la scusa di liberare le strade dal
traffico), la costruzione di alberghi di lusso, la ristrutturazione radicale di rifugi storici".Appello all'UnescoPer tutte queste ragioni, le associazioni alpinistiche di Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli chiedono alla fondazione Unesco un maggiore coinvolgimento nella tutela del territorio, facendosi garante di critiche e dissenso in merito a situazioni di particolare delicatezza ecologica, ambientale e di speculazione.
Alto Adige | 12 Settembre 2021
p. 34
Braies chiude la sua estate soft: no auto e 6 mila ospiti al giorno
ezio danieli braies Si è conclusa ieri l'iniziativa per regolare il traffico motorizzato di accesso e rendere possibile un'esperienza soft nella valle di Braies e nella zona delle Tre Cime di Lavaredo, all'interno del territorio del patrimonio Dolomiti Unesco. Esperienza soft basata appunto sulla riduzione degli ingressi turistici in auto e comunque con veicoli a motore e sulla conseguente limitazione di code e problemi di accesso ai parcheggi e orientata invece a promuovere l'uso di mezzi pubblici, meno impattanti a livello di inquinamento e di emissioni. I dati parlano di un'affluenza media giornaliera di oltre 6 mila visitatori.Dal 10 luglio a tutta la giornata di ieri è stato applicato un ulteriore modulo rispetto al progetto "Piano Braies" avviato negli anni scorsi, modulo che è la prosecuzione del piano e che coinvolge tutta l'Alta Pusteria. Tra le misure adottate, oltre all'adeguamento della rete viaria, al potenziamento dei mezzi di mobilità sostenibile (treno, autobus, bicicletta e mobilità pedonabile), alla regolamentazione con mezzi innovativi dei parcheggi e degli accessi alle auto, si è puntato ancor di più su nuovi servizi digitali. Su un unico portale web il visitatore ha avuto a disposizione tutte le informazioni e le indicazioni delle possibilità di raggiungere il lago di Braies, le Tre Cime e prato Piazza. È stato attivato anche un nuovo sistema unitario di prenotazione online per i servizi di bus shuttle e per quasi tutti i parcheggi. Il commento dell'assessore Daniel Alfreider sottolinea la soddisfazione per i risultati raggiunti con l'applicazione estiva del piano e rimarca l'intenzione di ripetere l'iniziativa. "Abbiamo dimostrato di credere nell'idea di fondo del progetto - ha detto Alfreider - La gente si è convinta e ha apprezzato lo sforzo. Devo ringraziare della collaborazione il Comune di Braies e l'azienda turistica che ci hanno sostenuto. Non sono mancate le critiche, anche con alcuni ricorsi presentati contro il provvedimento. Ma fa parte del gioco. Una cosa è certa: appena avremmo a disposizione i dati, inizieremo a lavorare per la prossima estate visto e considerato che a Braies si può continuare a lavorare, bene, per salvare dal turismo eccessivo questa splendida valle ed il suo lago". Contento anche il sindaco di Braies Friedrich Mittermair: "Due mesi hanno dimostrato che l'iniziativa è valida. L'affluenza di visitatori è stata comunque notevole, abbiamo avuto in media oltre 6 mila persone al giorno, ma disciplinata. Sono convinto che si debba continuare di questo passo, magari con delle correzioni che si possono sempre fare per migliorare ulteriormente l'accesso al lago". Gradita è stata la novità anche nei servizi di trasporto: è entrato in funzione un nuovo servizio di pullman tra Monguelfo e Prato Piazza che è stato prolungato fino a Villabassa/Dobbiaco. L'assessore Alfreider ricorda come "l'obiettivo che abbiamo perseguito era sviluppare un sistema unico per gestire l'accesso ai cosiddetti hotspot da poter estendere in futuro anche ad altre aree di forte attrattività turistica sul territorio altoatesino. Questo sistema di gestione degli hotspot è stato implementato con l'aiuto dei servizi sviluppati per la gestione di eventi e offerte". Fino a ieri la valle di Braies era raggiungibile solo con mezzi pubblici, a piedi, in bici o su presentazione di una prenotazione di parcheggio o di un permesso di transito. Ha avuto successo anche il bus navetta da Dobbiaco al rifugio Auronzo in alternativa alla strada a pedaggio.
Corriere delle Alpi | 28 Settembre 2021
p. 17
Patto Zaia-Ghedina «Nuovi impianti per unire le valli e svuotare i passi»
Francesco Dal Mas Belluno «I nuovi collegamenti intervallivi permetteranno di rispondere in maniera esaustiva alle continue richieste di una mobilità alternativa, rispettosa della montagna»: parole del governatore Luca Zaia e del sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina ieri a Conegliano, dove si è parlato del rapporto tra il turismo lagunare e dolomitico. Lo spunto è arrivato dall' incontro elettoralo dell'imprenditore Piero Garbellotto (candidato sindaco), con casa di famiglia ai piedi delle Tofane. Presenti anche il vicesindaco di Venezia, Andrea Tomaello e il sindaco di Treviso Mario Conte, che è anche presidente regionale dell'Anci. Le presenze turistiche in provincia di Belluno sono di poco superiori a quota 3,5 milioni (più di 5 milioni nel 2000), è stato detto durante l'incontro. È possibile diluire sul territorio anche una parte dei 29 milioni di presenze di Venezia, dal momento che la città lagunare si satura a 19 milioni? «Sì, soprattutto sulle Dolomiti»,
ha assicurato il presidente Zaia. Ma a una condizione: che i prossimi Giochi invernali diano l'opportunità di realizzare nuove infrastrutture di accesso e di riqualificare l'impiantistica per una mobilità alternativa alle auto negli ambienti più delicati. Il sindaco Ghedina l'ha anticipato, rassicurando in primo luogo gli ambientalisti: «Con i nuovi impianti e con i nuovi collegamenti che la Regione immagina insieme agli investitori privati, pensiamo di liberare progressivamente anche i nostri passi dai carichi eccessivi di auto e proprio per questo stiamo già approntando a valle nuovi parcheggi», afferma il sindaco, «vogliamo, insomma, corrispondere concretamente a quella sostenibilità che fin dalla candidatura olimpica ci eravamo proposti».Il governatore Zaia ha colto la circostanza per rilanciare i progetti di collegamento tra Cortina e il sistema Civetta, da una parte, e fra Cortina e il sistema Arabba-Val Badia, dall'altra. In chiave non solo sciistica, ma trasportistica, con l'obiettivo, appunto, di alleggerire l'assalto delle auto. «Se c'è un albero da salvare, siamo i primi a dire di salvarlo», afferma Zaia, «e non è che l'hanno capito solo quelli che scrivono i post su Facebook. Ci sono tecnici e Università che stanno lavorando e lasciamoli lavorare».Il discorso vale anche per la pista di bob. «C'è qualche sacrificio da fare? Il pacchetto Olimpiadi va visto nel suo complesso. Il bob deve rispettare l'ambiente, ma ricordo anche che lì c'è una pista da riqualificare o bonificare. Ma perché nessuno ricorda di dire che per bonificarla servirebbero 10 milioni di euro? In questo caso, l'alternativa potrebbe essere portare il bob a Innsbruck, ma nessuno ricorda che l'Austria chiederebbe 30 milioni di euro per sistemare il suo tracciato. Allora proviamo a verificare tutte le convenienze, sia economiche che ambientali. Posso assicurare che il contesto non verrà affatto devastato. Al tempo stesso garantisco che i collegamenti ipotizzati saranno rispettosi di tutte quelle che sono le norme delle zone Zts, Sic». Intanto, però, le infrastrutture per i Giochi del 2026 sono al palo, aspettano che l'Agenzia Infrastrutture MilanoCortina diventi operativa. «Lo diventerà nelle prossime settimane», assicura il sindaco Ghedina. «In settembre si sono fatti importanti passi avanti. È vero, siamo con due anni di ritardo. Ma noi speriamo che già in ottobre l'amministratore delegato Luigi Valerio Sant'Andrea riceva i poteri commissariali per sveltire le procedure dei cantieri, in particolare della circonvallazione di Cortina e della variante di Longarone».Per Ghedina non ci sono dubbi: le due opere più grandi dovranno essere pronte per i Giochi. Zaia ammette: pronte o quasi, comunque avviate. Intanto ai primi di dicembre sarà attivato il nuovo impianto per le 5 Torri e probabilmente ai primi del nuovo anno - anticipa il sindaco - si concluderà lo studio progettuale del tunnel sotto Cortina. Intanto il vicesindaco di Venezia Tomaello e il sindaco di Treviso, Conte, hanno confermato i rapporti stretti con Ghedina. «Ci sentiamo quasi ogni giorno», ha confermato il primo cittadino ampezzano. «È allo studio, ad esempio, un ticket unico per entrare nei musei. E chissà, per le Olimpiadi potrebbe scattare un biglietto unico anche per i trasporti o altri servizi. E non solo per Cortina, ma per l'intera provincia di Belluno».La ridistribuzione delle presenze turistiche potrebbe portare al raddoppio di quelle bellunesi, o quanto meno a superare quota 5 milioni, come all'inizio secolo. «E noi siamo pronti ad accoglierle. Si pensi soltanto che i 10 alberghi chiusi a Cortina sono in ristrutturazione o con i progetti cantierabili», sospira Ghedina. --© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 28 Settembre 2021
p. 17
Il Cai dice no ai collegamenti «Discutiamone ma non servono»
Le reazioni «Siamo pronti ad un confronto, sia con la Regione Veneto che con il Comune di Cortina sul tema di una mobilità alternativa. Ma il Cai è contrario a nuovi impianti, specie se mascherati da trasporto pubblico, ma che in verità sono finalizzati alla pratica dello sci». Lo chiarisce Renato Frigo, presidente regionale Cai.L'associazione alpinistica, che ha una componente anche ambientalista, ritiene che per quanto riguarda l'attività sciistica, tra l'altro da qualche anno in contrazione, è più che sufficiente la dotazione attuale. «Ma», chiarisce Frigo, «siamo pronti a sederci ad un tavolo con la Regione ed altre associazioni se, con la massima trasparenza, ci si pone l'opportunità di riqualificare l'esistente, semmai razionalizzandolo, soprattutto «se l'intento è quello di destinare qualche impianto alla mobilità alternativa ai mezzi motorizzati, per esempio per salire sui passi».A questo riguardo Frigo ricorda comunque una sentenza della Cassazione, del 21 febbraio scorso, che sanciva l'esclusiva destinazione commerciale delle funivie di Alleghe. Il Cai prende atto, con soddisfazione, dell'orientamento delle istituzioni verso la mobilità finalmente sostenibile ma precisa che a riguardo degli impianti di risalita occorre discuterne in un clima di puntuale trasparenza, oltre che di rispetto pieno delle normative di tutela oggi esistenti. «Se, dunque parliamo di trasporto pubblico locale attraverso funivie, seggiovie e telecabine, ancorché si possa intraprendere, occorre studiare un'organizzazione del tutto nuova, con strutture aperte nell'intero arco dell'anno, dalle 6 del mattino alle 20. E soprattutto», insiste il presidente Cai, «è necessario ridurre al minimo le tariffe. Sarebbe inimmaginabili mantenere i prezzi altissimi di oggi».Il Club alpino mette le mani avanti anche per quanto riguarda le possibili ricadute. «La nostra contrarietà a nuovi impianti non è ideologica, ma deriva dal fatto che le Dolomiti non si tutelano, come raccomanda anche l'Unesco, con un turismo massivo. Alle funivie che trasportano la grande quantità di escursionisti che abbiamo registrato anche quest'estate tra il Pordoi ed il Piz Boè, per fare un esempio, non possiamo che dire di no». --fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA