13 minute read

IL CONVEGNO DEL CAI ALTO ADIGE E AVS: I CONTENUTI

livello e di grande tradizione. Avrebbero meritato entrambe, ma una sola poteva essere la candidata. È comunque importante che il movimento sia vivace e che si sia potuto scegliere». Ora la Fisi lavorerà a braccetto con il comitato organizzatore gardenese, presieduto da Rainer Senoner, per condurre in porto un’operazione lunga e complessa. Incrociamo ovviamente le dita, ma le carte che Senoner può calare sul tavolo sono decisamente buone: si lavora infatti a un mondiale improntato alla sostenibilità. Qualche ritocchino, ma le strutture sono già tutte belle in funzione: gare veloci sulla Saslong, dal 1969 teatro della discesa libera di coppa del mondo e dal 2007 del supergigante, e prove tecniche al campo Freina del Ciampinoi, dove al mondiale del 1970 si disputò il gigante. Come più volte ha ribadito Senoner, la val Gardena non si candida a un mondiale per un’operazione di rilancio; l’auspicio è che dopo tanti anni di coppa del mondo, sia arrivato il momento di ospitare un grande evento sportivo come un campionato del mondo. «Con grande umiltà e molto rispetto accettiamo l’esito del voto e ringraziamo la Fisi per la fiducia. Il nostro ringraziamento va anche a tutte le persone coinvolte che hanno preparato e sostenuto questa candidatura a livello nazionale. Questo è stato un primo passo, ma la strada è lunga. Ora ci riuniremo con tutti i partner politici, turistici, economici e sportivi per pianificare in modo dettagliato e avviare i prossimi passi», questa è stata la reazione a caldo da parte del Saslong Classic Club. La sfida va avanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige | 11 Settembre 2021

p. 34

Gardena, Verdi contro i Mondiali: «Insostenibili»

Dopo il sì del Comune di Corvara e il no del Comune di Badia, a fine maggio l'Alta Badia ritira la richiesta di ammissione alla candidatura per i Mondiali di sci 2029L'8 settembre la Federazione italiana sport invernali - Fisi si pronuncia a favore della candidatura della Val Gardena, vincitrice nella sfida nazionale con Sestriere val gardena. "Anche con il miglior branding ecologico un Campionato mondiale di sci resta insostenibile". I consiglieri provinciali del Gruppo Verde Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba e Hanspeter Staffler commentano con questa stroncatura la candidatura della Val Gardena, ufficializzata dalla Fisi a livello nazionale, ai Mondiali di sci del 2029"È davvero deciso: la Val Gardena si candida a ospitare i Mondiali di sci del 2029. La località predestinata - osservano i Verdi - è una valle che già ora è un hotspot turistico. Situata in mezzo alle Dolomiti, ormai invase. Incorniciata da una situazione generale altoatesina che quest'estate ha registrato picchi mai visti prima (25% di traffico in più rispetto agli anni precedenti)"."Peggiorare questa situazione non è sostenibile. L'Alto Adige ha davvero bisogno di un evento di questo tipo? "No - è convinta Brigitte Foppa - ciò di cui abbiamo bisogno è una strategia globale su come salvare e conservare la bellezza e l'autenticità della nostra terra. I grandi eventi di massa contribuiscono molto poco a questa strategia". "Proprio in tempi di cambiamento climatico - osservano ancora i consiglieri verdi Dello Sbaba, Staffler e Foppa - il turismo invernale deve essere completamente ripensato. Deve essere trasformato e reso più dolce. Esperienze di successo in questo senso esistono già. Dovremmo puntare su di loro invece che sul turismo del turbo-sci. Una strategia per il clima significa fare un vero e proprio ripensamento. Vale a dire, tirare il freno a mano invece di premere sempre di più l'acceleratore. Ospitare una Coppa del Mondo di sci, invece, significa più traffico, più piste, più folla ed effetto calamita. Ma i Mondiali di sci in Val Gardena erano parte del documento strategico sulla sostenibilità della Giunta? Si parlava di everyday for future o di everyday for overtourism?"

Alto Adige | 29 Settembre 2021

p. 18

«Montagna, assalto di auto e cemento»

BOLZANO «Tutti si riempiono la bocca parlando di difesa dell'ambiente, sostenibilità, clima. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. La dimostrazione di quanto sta avvenendo in Alto Adige è ormai sotto gli occhi di tutti. Le Dolomiti, più in generale l'ambiente alpino, il territorio che è il bene più prezioso che abbiamo, sono presi d'assalto da auto e cemento. E il rischio è che con l'arrivo dei milioni dall'Europa nell'ambito del Piano di ripresa e resilienza, le cose siano destinate a peggiorare». Ieri nella sede dell'Alpenverein, in via Giotto a Bolzano sud, i vertici delle associazioni alpinistiche e ambientaliste - Carlo Alberto Zanella (Cai), Georg Simeoni (Avs), Claudia Plaikner (Heimatpflege), Klauspeter Dissinger (Protezionisti) - si sono dette "deluse dall'attuale politica di tutela o, meglio, di mancata

tutela dello spazio alpino"; di qui la richiesta alla politica di "una presa di coscienza chiara e inequivocabile dell'alto valore del paesaggio naturale e culturale alpino formatosi nel corso dei secoli, accompagnata a decisioni concrete". I nuovi progetti«Lo spazio alpino - la denuncia degli esponenti delle associazioni alpinistiche e ambientaliste -è sotto pressione oggi più che mai. Nuovi progetti di costruzione come il rifugio "Fronza" alle Coronelle o il rifugio "Passo Santner", l'aumento del traffico sui passi dolomitici, il progetto per la costruzione di un grande complesso alberghiero in Val Senales e la legalizzazione della strada di accesso alla Malga Antersasc sono tutti esempi di quanto lo spazio alpino stia subendo forti pressioni». Aree protette, perizie e commissioni di esperti chiamate a fare la valutazione d'impatto ambientale (Via) hanno un ruolo sempre più marginale. Nel senso che la giunta provinciale, ignorando i pareri negativi, ha dato il via libera a progetti di ampliamento e demo-ricostruzioni di rifugi storici.«Ogni angolo della provincia - ha sottolineato il presidente dell'Avs Simeoni - viene ormai utilizzato a scopi turistici. Solo a luglio è stato raggiunto un nuovo record con oltre un milione di arrivi. Ma evidentemente non basta. Si vogliono realizzare nuovi posti letto, nonostante si sia già raggiunto il limite massimo della sostenibilità». L'Alto Adige, conosciuto e apprezzato in Italia e all'estero, per le sue bellezze, rischia di venir schiacciato dalla sua stessa fama che richiama qui ogni anno migliaia di turisti. Ma se si aumenta il traffico; si cementifica sempre più; si creano nuovi impianti di risalita per collegare una valle all'altra; l'Alto Adige continuerà anche in futuro ad essere una meta interessante per chi invece è alla ricerca di un turismo rispettoso dell'ambiente e quindi sostenibile? «Il rischio - ha messo in guardia Dissinger (Protezionisti) - è che si stia tagliando il ramo sul quale siamo seduti».Fiumi di autoStudi, ricerche, monitoraggi, tavoli di lavoro, ma di concreto è stato fatto poco o nulla per ridurre il traffico sui passi dolomitici. L'ultima sperimentazione risale al 2018, quando per un giorno alla settimana (per 5 settimane in tutto) era stato chiuso al traffico motorizzato passo Sella. Poi più nulla. I passi continuano ad essere presi d'assalto da auto e moto. Non solo: c'è chi scorrazza con le moto da trial nelle aree protette, com'è successo sabato sera nei pressi del rifugio Bolzano, nel cuore del parco naturale dello Sciliar. Sulla vicenda, documentata fotograficamente, c'è una verifica dell'Ufficio Parchi per risalire ai protagonisti. «Purtroppo - ha detto Zanella (Cai) - il fatto che le Dolomiti siano patrimonio mondiale dell'Unesco, non è garanzia di tutela. L'ente non fornisce quella protezione che queste aree meritano». A.M.

Corriere dell’Alto Adige | 29 Settembre 2021

p. 6

Funivie, strade e mega-resort in quota «Ignorati i pareri negativi dei tecnici» Dissinger (Dachverband) duro. Zanella (Cai): Recovery, fondi dirottati sui caroselli sciistici

Chiara Currò Dossi BOLZANO «Sul Catinaccio, i nuovi rifugi Coronelle e Passo Santner e la funivia da San Cipriano a malga Frommer. In val Badia, la strada d’accesso alla malga Antersasc. In val Senales, il villaggio alberghiero Almdorf. Ci vorrebbe un’intera giornata per completare l’elenco dei progetti che dimostrano come aree protette, perizie e commissioni di esperti abbiano un ruolo sempre più marginale in Alto Adige. Siamo delusi dalla politica di tutela, anzi, di mancata tutela dello spazio alpino». È durissima la presa di posizione di Cai, Alpenverein, Dachverband e Heimatpflegeverband contro la giunta provinciale, che proprio ieri avrebbe dovuto esprimersi sull’ultimo progetto, il cui voto è stato rimandato per «accertamenti tecnici», come ha detto il governatore Arno Kompatscher. Altro timore è che i fondi del Recovery fund vengano dirottati in infrastrutture a vantaggio di alberghi e comprensori sciistici, intensificando il traffico sui passi. Le associazioni puntano il dito contro i progetti per i due rifugi del Catinaccio. Del Passo Santner, afferma Georg Simeoni (Alpenverein), «non si capisce perché ci si limiti a discutere della qualità architettonica del nuovo dificio, invece di constatare che la cubatura del progetto sia otto volte maggiore rispetto a quella esistente». Discorso analogo per il Coronelle. «Un hotel di lusso da costruire al posto dell’attuale rifugio — continua Simeoni — non può essere giustificato solo dalla presenza di caratteristiche architettoniche uniche». E poi c’è la nuova funivia tra San Cipriano (a pochi passi dal Cyprianerhof Dolomiti resort) e malga Frommer. «Sono stati abbattuti 2.000 metri quadrati di alberi con scuse abominevoli» insiste Zanella. Senza dimenticare la disputa, aperta da un decennio, sul prolungamento della strada che porta alla malga Antersasc, progetto contro il quale è attivo il comitato «Salvun Antersasc» che, nelle scorse settimane, ha diffuso una serie di immagini di un’enorme colata di fango finita sulla strada: «Sarà forse la natura stessa a salvare Antersasc?». Su questi due progetti, osserva Klauspeter Dissinger (Dachverband) «c’è il parere negativo dell’Ufficio valutazioni ambientali della Provincia. Per la funivia, perché intacca un ambiente sensibile e per il forte disboscamento. Per la strada, perché passerebbe per una zona tutelata tre volte (è parco naturale, parte della rete Natura 2.000 e patrimonio Unesco, ndr ). Il timore, è che venga sfruttata per far arrivare i bus navetta carichi di turisti fino alla malga». E poi c’è il complesso alberghiero di Maso Corto, in val Senales, con 600 nuovi posti letto che, per Claudia Plaikner (Heimatpflegeverband), sono una «minaccia per l’adiacente torbiera che ospita un gran numero di specie animali e vegetali». E che vanno «oltre i limiti di qualsiasi compatibilità, e in contrasto con la richiesta sempre maggiore di un turismo sostenibile (tema, per altro, al centro della clausura del gruppo consiliare Svp di lunedì, ndr )». Non ci sta Elmar Pichler Rolle, portavoce del gruppo Athesia, il committente. «C’è un progetto di sviluppo turistico approvato dal consiglio comunale di Senales e dalla giunta provinciale — afferma —. C’è un piano urbanistico comunale passato all’unanimità e senza ricorsi. E c’è un piano di attuazione approvato. Ora, la consulta

ambientale provinciale ha dato parere negativo al progetto, per quel che riguarda l’impatto ambientale. Un conto è chiedere approfondimenti tecnici sulle distanze, come ha fatto oggi la giunta (ieri per chi legge, ndr ). Un altro è mettere in dubbio l’intera zona come area alberghiera». Il presidente del Cai lo dice apertamente: «Non siamo contrari agli investimenti in montagna, è giusto migliorare gli impianti esistenti. Ma costruirne di nuovi con la scusa di togliere il traffico di macchine dai passi — a proposito, che fine hanno fatto i progetti di chiusure come quello che abbiamo visto per tre mesi sul Sella? —, è una cosa che mi spaventa. Non vorrei che i fondi del Recovery fossero usati per fare un favore agli alberghi di lusso...». Un timore legato a quel (poco) che si sa dei 47 progetti presentati al governo dalla Provincia, alla quale sono destinati 2,4 miliardi di euro: alla voce «infrastrutture per la mobilità», infatti, si parla di 125 milioni che serviranno per la «costruzione di impianti a fune nell’ambito del trasporto pubblico locale» e per la «sostituzione degli impianti obsoleti».

Corriere dell’Alto Adige | 29 Settembre 2021

p. 6

Sciliar, con le moto da trial nel parco

«Spero che i responsabili vengano rintracciati e puniti». Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai altoatesino, auspica provvedimenti severi e immediati per i motociclisti che, sabato, sono stati avvistati e fotografati al rifugio Bolzano, all’interno del parco naturale dello Sciliar. Un’area protetta, a 2.500 metri di quota, all’interno della quale vige il divieto assoluto di passare con mezzi a motore. La denuncia è arrivata dal portale d’informazione Salto.

Alto Adige | 30 Settembre 2021

p. 18

Carezza, tutti i cantieri in quota

In questi ultimi mesi, ai piedi di Catinaccio e Latemar, da San Cipriano di Tires a passo Costalunga, è tutto un fervore di scavatori, cingolati, pick up, fuoristrada, camion ribaltabili, betoniere e gru, come mai era capitato di vedere in Dolomiti al medesimo tempo, nel giro di pochi chilometri in linea d'aria. Perché la pandemia non solo non ha fermato i progetti imprenditoriali, ma pare addirittura li abbia alimentati. Coraggio da parte di chi investe, critiche asperrime da parte delle associazioni alpinistiche e di tutela ambientale, rimbalzate sui più importanti blog nazionali (uno su tutti quello di Alessandro Gogna) ma pure in Germania, con prese di posizione durissime da parte del Dav, con i suoi 1,3 milioni di soci il potente e assai influente Club alpino tedesco.Non è dato sapere se sia nato prima l'uovo o la gallina, ossia se siano nuove le esigenze di turisti e frequentatori della montagna, o se i nuovi bisogni vengano indotti dal fiorire di novità imprenditoriali. E non si tratta nemmeno del solito, trito, antagonismo fra eco-nomia ed eco-logia. Il fatto certo è uno: a Carezza è terminata un'epoca. In passato gli impianti di risalita erano in servizio in inverno per lo sci alpino e alcuni (pochi) rimanevano in attività pure in estate, per avvicinarsi all'attacco di ferrate o vie d'arrampicata o consentire a tanti gite altrimenti eccessivamente lunghe e faticose. Non è più così, definitivamente da quest'estate, con il lancio del giornaliero da 29 euro a testa per gli impianti che consentono di partire a piedi (o in bici) da Nova Levante per arrivare al Lago di Carezza passando da malga Frommer, la nuova stazione intermedia della cabinovia Re Laurino per il Coronelle e la seggiovia Tschein, allungata a valle fino a malga Moser, arrivando al lago grazie al tecnologico lungo ponte tibetano sul retro del parcheggio auto del Karersee. Ma non è solo questo. Si sta chiaramente tentando di alzare l'asticella: dove c'era un rifugio con spartane camerate destinate agli alpinisti dotate di servizi in comune e gastronomia basica, ora si punta a rifugi comodosi, o addirittura ad alberghi di livello elevato, con ogni comfort, aperti se non tutto l'anno quasi, dove si punta su benessere ed eno-gastronomia gourmet. Hotel per raggiungere i quali saranno sufficienti funivia panoramica, cabinovia e scala mobile in perfetto stile centro commerciale. Con un'inevitabile ripercussione, sarà il tempo a dire se positiva o meno: l'ampliamento della platea di frequentatori della montagna anche a chi per così dire difetta di un certo know how culturale e tecnico, già iniziato con l'arrivo della pista da downhill da malga Frommer a Nova Levante e incrementato dall'avvento delle mountain bike elettriche trasportate anche a mezzo cabinovia, che hanno permesso pure a chi non ha la "gamba" di percorrere erti sentieri e forestali.Fatto sta che ora si costruisce.A San Cipriano di Tires, di fronte al faraonico 5 stelle Cyprianerhof, si sta erigendo la stazione a valle della nuova funivia a due cabine, a va e vieni, per malga Frommer. Da qui in su, verso passo Nigra, in mezzo agli spettrali boschi schiantati dalla tempesta Vaja, si è eretta una impressionante serie di tralicci, alti decine di metri, l'ultimo dei quali pochi metri a lato della provinciale che porta a malga Frommer. Qui si sta costruendo la stazione a monte della nuova funivia, in fondo alla pista del Coronelle. La nuova funivia, raccontano alla dirimpettaia Tierscher Alm, per attirare pubblico sarà una novità assoluta, una funivia a due piani, cabrio: sotto cabina normale, sopra una sorta di terrazza panoramica priva di tetto. Per ora, ufficialmente senza annessa pista da sci. Si inaugura il 15 gennaio. A malga Frommer, invece, a giugno è stata aperta al pubblico la nuova cabinovia ad

This article is from: