Planet Dossier World Social Agenda

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domenica 19 maggio 2019

Il logo “Planet” tiene insieme i due emisferi terrestri

fondazione fontana

È parte del progetto grafico di Matteo Dittadi (Outline sas) per le edizioni Wsa dedicate alle 5 “P” che scandiscono questi anni: partnership, planet, people, prosperity, peace. Il logo “Planet” «rappresenta il legame che tiene uniti i due emisferi della terra, ne cambia la consueta posizione (nord-sud) in una più equa. L’azione congiunta custodisce e protegge i valori più preziosi».

World social agenda Si sta concludendo la seconda delle cinque annualità proposte alle scuole dalla Fondazione Fontana onlus sugli obiettivi si sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. Dopo la partecipazione, il tema declinato è stato “Planet”, l’ambiente

Bambini e ragazzi chiedono un futuro più sano e sostenibile Quest’anno la Wsa compie vent’anni: il progetto è cresciuto, si è sviluppato e ha saputo adeguarsi alla scuola di oggi: alle nuove esigenze dei ragazzi e degli insegnanti Lucia Gennaro

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lanet – Responsabilità e territorio” è la seconda annualità del ciclo quinquennale che il progetto World social agenda della Fondazione Fontana onlus ha deciso di dedicare alle cinque “P”, cinque aree critiche per l’umanità su cui si innestano gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030: partnership, pianeta, persone, prosperità, pace. Sono cinque ambiti fondamentali che richiedono la nostra attenzione e il nostro impegno, se vogliamo costruire un mondo sostenibile. La World social agenda è un progetto rivolto alle scuole che cerca di avvicinare docenti, alunni e studenti a grandi questioni globali, riportandole alla nostra vita quotidiana. Le problematiche mondiali spesso spaventano, fanno sentire inadeguati, distanti, impotenti. Quest’anno in particolare, trattando il tema “Planet”, la Wsa ha invece voluto sottolineare l’importanza del nostro agire e delle nostre scelte, nell’ambito di una più generale assunzione di responsabilità nei confronti dei territori in cui viviamo. Ecco, dunque, la scelta delle parole chiave che ha guidato i percorsi di quest’anno: responsabilità e territorio. Con “Planet” la Wsa ha compiuto vent’anni. È un progetto ormai consolidato nelle scuole di Padova e provincia, la cui validità viene riconosciuta dall’Ufficio scolastico territoriale. Nel corso degli anni il progetto ha saputo adattarsi a un contesto completamente mutato, in particolare nelle modalità di insegnamento e negli obiettivi che la scuola persegue, e ha quindi saputo modificare il proprio ruolo nei confronti degli insegnanti, dei bambini e dei ragazzi. Nell’anno scolastico che si sta per concludere la Wsa ha

Alla Wsa si è affiancato il progetto europeo Gigs

sviluppato ulteriormente il suo ruolo di supporto ai docenti, attraverso una cura particolare nelle relazioni. La World social agenda ogni anno propone anche un ciclo di incontri di formazione rivolti agli insegnanti delle scuole di tutti gli ordini e gradi: laboratori di quattro ore, differenziati per fasce d’età, per le classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, condotti da educatrici di organizzazioni partner; e un percorso per le scuole superiori, gestito direttamente dalla Fondazione Fontana onlus attraverso incontri in classe e un supporto continuo ai docenti. In questa edizione, inoltre, il progetto europeo di educazione alla cittadinanza globale Gigs (Global issues, global subjects, tematiche globali, materie globali) coordinato in Italia da Acs – Associazione di cooperazione e solidarietà ha dato un contributo sostanziale alla World social agenda. Nell’ambito di questa collaborazione, alcuni gruppi di insegnanti, con il supporto di Gigs e Wsa, hanno lavorato con l’obiettivo di coniugare l’educazione alla cittadinanza globale alle discipline scolastiche. Quest’anno dal momento che il tema “Planet” richiede impegno e concretezza, si è posta molta attenzione all’attivazione degli studenti: in particolare attraverso un concorso di idee di sostenibilità riservato alle scuole superiori e delle campagne promosse dai ragazzi su una pagina Instagram aperta dal progetto Gigs. La grande mobilitazione dei giovani sulla questione della sostenibilità, da Greta Thunberg al movimento globale Fridays for future, esprime una profonda sete di futuro sano, diverso, responsabile, attento all’ambiente. La stessa sete che abbiamo percepito nel lavoro con i bambini e i ragazzi quest’anno, e nella loro urgenza di agire, a cui dovremmo dare tutto il nostro appoggio.

Progetti di pace, cooperazione ed educazione Fondazione Fontana onlus è un'organizzazione che opera a Padova e Trento. Nasce nel 1998 per perseguire finalità di solidarietà sociale promuovendo e realizzando progetti di pace, cooperazione ed educazione alla mondialità. Promuove la cultura della solidarietà a livello nazionale e internazionale, con un approccio dal basso che parte dalla comunità. La comunità viene coinvolta sin dall’ideazione dei progetti, con l’obiettivo di valorizzare le risorse del territorio, creando e promuovendo reti e collaborazioni tra i diversi attori locali. Tra i progetti in Italia ci sono la World social agenda e il portale Unimondo (www. unimondo.org) con le piattaforme a esso collegate (Atlante, Guide, Oggi). www.fonda zionefontana.org


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domenica 19 maggio 2019

Fondazione Fontana | world social agenda Fonti rinnovabili La transizione dall’uso dei combustibili fossili alle energie verdi è un impegno che riguarda tutti. Il sogno è già possibile perché la tecnologia esiste; dobbiamo solo cambiare abitudini

Energia pulita, un traguardo possibile

L’ Arturo Lorenzoni Docente di economia dell’energia alla Scuola di ingegneria industriale dell’Università di Padova. Dal luglio 2017 è vicesindaco di Padova.

energia è un fattore indispensabile per la crescita economica e il miglioramento delle condizioni di vita; i combustibili fossili hanno consentito nel ventesimo secolo uno sviluppo economico e sociale che mai l’umanità aveva sperimentato prima. Ma l’accumulo in atmosfera del carbonio rilasciato dai processi di combustione rappresenta una minaccia per la stabilità del clima. È urgente, quindi, la transizione verso fonti energetiche prive di emissioni di gas serra. Queste nell’ultimo decennio hanno compiuto un salto competitivo straor-

dinario, divenendo in molte aree del mondo le fonti di energia più economiche. In Europa oltre l’80 per cento degli investimenti per la produzione di energia elettrica è nelle fonti rinnovabili e in tutto il mondo si stanno sviluppando progetti per solare fotovoltaico, eolico e idroelettrico. Vi è una seconda sfida in campo che è necessario vincere: la distribuzione squilibrata delle risorse. Oggi un americano consuma in media 7 tonnellate equivalenti di petrolio, un europeo 3, un africano 0,3. La sfida è riuscire a ridurre fortemente i consumi in alcune aree privilegiate, incrementan-

do i consumi di quella metà del mondo che oggi è priva di energia elettrica (oltre un miliardo di persone!), di case riscaldate, di una cottura del cibo sicura. Assicurare l’accesso all’energia a quegli oltre due miliardi di persone che oggi ne sono preclusi, senza ricorrere ai combustibili fossili, è impresa titanica, ma possibile. La gestione del limite delle risorse disponibili non riguarda solo l’energia, ma tutte le materie prime. Solo un uso più accorto potrà evitare nei prossimi anni conflitti in questi ambiti, senza precludere il diritto all’energia della parte più povera dell’umanità.

L’Europa ha assunto l’impegno di ridurre del 40 per cento le emissioni di gas serra da qui al 2030 e le tecnologie per farlo sono già disponibili. Certamente questa trasformazione comporta un ripensamento profondo di tutti i settori d’uso dell’energia, ma l’obiettivo sembra raggiungibile. A patto che ciascuno senta questo di sua propria competenza sia quando compie scelte significative, come l’acquisto di un elettrodomestico, sia nel quotidiano quando decide se può evitare di usare l’auto. Il cambio di paradigma può avvenire solo se siamo tutti partecipi di un obiettivo comune.

Efficienza energetica e industriale Si è sfatato il mito della correlazione tra consumo di energia e ricchezza economica. Se in passato vi era proporzionalità, oggi in molti paesi non è più così, e convivono efficienza energetica e processi industriali moderni.

PRIMARIA MARCONI

Laboratorio in classe quarta a Campo San Martino.

Diritti universali Nel mondo ancora due miliardi di persone non hanno accesso all’acqua

Acqua: bene comune, responsabilità di tutti

L’ Sara Bin Ricercatrice e formatrice di Fondazione Fontana onlus. Docente a contratto di didattica della geografia all’Università di Padova. Insegna anche al Ciels.

obiettivo è garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. Negli ultimi anni, a livello mondiale si è registrato un miglioramento, ma oltre due miliardi di persone continuano a vivere sotto stress idrico. Anche in Italia la carenza d’acqua è un’emergenza: nell’estate 2017 dieci Regioni hanno dichiarato lo stato di calamità. C’è molto da fare per ognuno in quanto la sostenibilità è responsabilità, di

tutti e di ciascuno. Serve ridurre l’inquinamento dell’acqua e aumentare l’efficienza della gestione e dell’uso della risorsa, “risparmiando”; soprattutto serve sostenere e rafforzare la partecipazione delle comunità locali.

La sfida più urgente è riportare l’attenzione sul fatto che l’acqua è un bene comune, sottraendola al dominio della merce, e la sua disponibilità rappresenta un

Primaria Mantegna - In seconda a Perarolo di Vigonza.

diritto di tutti. Per questo è necessaria un’azione integrata tra movimenti dal basso e istituzioni, tra potenzialità tecnologiche e scientifiche e conoscenze tradizionali. È tempo di riappropriarsi delle relazioni tra l’uomo e l’acqua alla scala locale e globale, di interrogarsi su ciò che accade attorno a noi, di ricucire la nostra relazione (fisica) con l’acqua per vivere i fiumi, i torrenti, i canali percorrendoli, attraversandoli, navigandoli, per fare più nostra l’acqua pubblica.


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Educare alla cittadinanza/1

«L’approccio alla cittadinanza globale mi permette di contestualizzare tutto quello che insegno e di promuovere lo sviluppo della consapevolezza di sé in rapporto all’altro». Elisabetta Gonzato, docente del liceo Duca d’Aosta.

Educare alla cittadinanza/2

«È un approccio di riflessione a ciò che significa costruire il bene comune e un modo per trasformare ciò che conosciamo in azioni che possono davvero cambiare le cose». Silvia Mascalzoni, docente del liceo Maria Ausiliatrice.

Cementificazione L’obiettivo dell’Europa è l’azzeramento entro il 2050

Ambiente

Migrazioni e cambiamenti climatici, un nesso esiste Sara Bin

Così il suolo finirà

Per tutelare il suolo è indispensabile cambiare approcci legislativi e urbanistici, puntando sul riciclo e l’economia circolare, e agire sulla cultura comune

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a certezza c’è, ma le spiegazioni non sono ancora convincenti. Ci sono alcuni spostamenti che possono essere riconducibili a eventi imprevisti come un’alluvione, uno tsunami o un terremoto che costringono le persone a lasciare la propria casa. Sono migrazioni emergenziali o forzate che avvengono internamente ai Paesi o verso l’esterno, verso nazioni vicine o, in alcuni casi, anche molto lontane. Quanto gli eventi ambientali siano legati al cambiamento climatico non è facile da stabilire. La correlazione è molto complessa e, tra i principali autori di queste mutazioni, ci sono i sistemi sociali e i progetti di sviluppo. Ancora più complesso è stabilire quanto e in che modo queste mutazioni incidono sul progetto migratorio. Volendo affidarci a un’intuizione logica è lapalissiano che, se un luogo di vita non presenta più condizioni favorevoli a garantire la sopravvivenza, le persone ne cerchino un altro dove poter continuare a vivere. Questa intuizione sembra ovvia, ma non lo è. I dati infatti sono pochi e i fattori ambientali che generano le migrazioni emergono da ricerche qualitative. Un dato quantitativo stimato, abbastanza condiviso, informa che nel 2017 circa 19 milioni di persone hanno lasciato le proprie case per disastri o rischi di natura ambientale. Se volessimo fare delle proiezioni su un futuro molto prossimo, scopriremmo che nel 2020 potrebbero essere 250 milioni le persone esposte a una crisi idrica e nel 2025 ben 50 milioni quelle esposte ai rischi della desertificazione. Ciò non significa che ci siano centinaia di migliaia di persone sul punto di scappare dalle proprie case: rischio ambientale non significa migrazione, ma che le cause ambientali fanno parte delle motivazioni del progetto migratorio che sono sempre molteplici e complesse; non è una relazione causa-effetto che le genera. È importante, quindi, non banalizzare, soprattutto non respingere il fatto che i cambiamenti climatici stiano influenzando i nostri comportamenti.

Matteo Mascia Coordinatore del progetto “Etica e politiche ambientali” della Fondazione Lanza e direttore dell’associazione Diritti umani - Sviluppo umano di Padova. Fa parte del gruppo “Custodia del creato” della Cei.

dati relativi al consumo di suolo riportati annualmente dal rapporto dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) evidenziano la gravità di un fenomeno che sembra inarrestabile. Nel corso dell’ultimo anno le coperture artificiali hanno riguardato altri 54 chilometri quadrati di territorio italiano: il consumo corre cioè alla media di 15 ettari al giorno, con una velocità di trasformazione pari a due metri quadrati di suolo persi irreversibilmente ogni secondo. Il problema della sua regolamentazione non è solo italiano, basti ricordare che a livello europeo non si è ancora riusciti ad adottare una direttiva specifica in materia, anche se la Commissione europea ha approvato delle linee guida che prevedono

l’azzeramento del consumo di suolo entro il 2050. Si tratta di un tema particolarmente critico perché investe un aspetto chiave della modernità, quello del diritto di proprietà; perché a esso sono collegati importanti interessi economici e politici a seconda delle diverse modalità d’uso; perché vi è un profondo vuoto culturale da recuperare per superare la percezione ancora prevalente del suolo come infrastruttura inanimata dove poggiare le attività umane, senza riconoscimento per l’inestimabile valore ecologico del terreno come risorsa naturale. Il tema del suo utilizzo, in un tempo di scarsità come è quello attuale, richiede di agire su più fronti: da quello legislativo per l’approvazione urgente di una normativa nazionale che riconosca il suolo come bene comune

e come risorsa non rinnovabile, a quello amministrativo per superare il tradizionale modello di sviluppo urbano fondato sul consumo di suolo vergine/agricolo a favore di un nuovo approccio di rigenerazione urbana senza consumo che introduca, anche nella pianificazione urbanistica e territoriale, l’idea del riciclo e dell’economia circolare per disaccoppiare lo sviluppo urbano dal consumo della risorsa suolo. A fianco di questo è necessaria una forte azione culturale e informativa per acquisire la consapevolezza delle funzioni fondamentali che il suolo svolge per la cura e la salvaguardia della casa comune. Appare cruciale che il problema sia percepito come qualcosa che riguarda tutti, visto che le sue implicazioni hanno avuto, hanno e avranno effetti su ognuno di noi.

LABORATORIO

In classe prima media.

Territorio e legalità La mancanza di programmazione lascia ampi margini ad affari illeciti

Il crimine sguazza in assenza di norme

S Gianni Belloni Giornalista, già coordinatore dell’Osservatorio ambiente e legalità di Venezia. È nel Laboratorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Torino.

a di beffa questa storia dei capannoni vuoti riutilizzati come discariche abusive. Mentre da più parti emergevano interrogativi e idee su come reimpiegare l’immane patrimonio inutilizzato di immobili a destinazione industriale che punteggia la megalopoli padana, il crimine si era già messo al lavoro trovando una concreta, e molto profittevole, destinazione d’uso. La sovraproduzione edilizia è il frutto, formalmente legale, di una letale mancan-

za di programmazione territoriale che ha lasciato, se non incoraggiato, per anni, la costruzione di edifici, anche quando già si sapeva che i grandi volumi difficilmente avrebbero avuto un senso a fronte di una produzione sempre più dematerializzata e delocalizzata. Si è costruito dove, per motivi di sicurezza, bellezza paesaggistica e convenienza pubblica, non si sarebbe dovuto. Lo si è fatto in ossequio a regole occasionali figlie di una legalità debole e opportunista

che ha permesso di fare strame del paesaggio. Un paio di esempi: dai provvedimenti di Tremonti (centrodestra) di detassazione dei redditi da impresa per chi li reinveste in azienda, in particolare in costruzione e ampliamento di immobili, a quelli del governo Amato (centrosinistra) che ha permesso ai Comuni di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente incoraggiando l’abbandono di vincoli e restrizioni. Dalla legalità debole e opportunista, che ha permesso

il disseminarsi nel territorio di capannoni vuoti, si è passati direttamente agli attori dell’illegalità che di quei capannoni hanno fatto, letteralmente, tesoro, imbottendoli degli scarti di produzione di cui alcuni imprenditori intendono alleggerirsi senza eccessiva spesa. Così in un modo o nell’altro ciascuno ha perseguito il suo interesse, mentre è stato corroso, o direttamente eluso, l’insieme di norme, morali prima che giuridiche, che tengono insieme una società.

Si è costruito con regole occasionali figlie di una legalità debole, facendo strame del paesaggio


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domenica 19 maggio 2019

Fondazione Fontana | world social agenda

La terra ha bisogno di noi Il laboratorio degli alunni della 1A della scuola media Don Milani di Cadoneghe si è rivelato efficace per far comprendere cosa accada al pianeta Giovanni Sgobba

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uanto tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo toccato la terra con le mani nude percependone consistenza e odori, senza vederla come “sporcizia” da confinare fuori dall’ambiente domestico? Eppure ripetiamo sempre che la terra è vita e, guardando alla sua lunga storia, solo negli ultimi decenni l’uomo ne ha preso le distanze, separandosi dalla natura e sfruttandola. È questa la riflessione che ha accompagnato gli studenti della 1A della scuola secondaria di primo grado Don Milani di Cadoneghe nei due incontri del laboratorio, proposti dalla World social agenda e curati da Chiara Candeo, educatrice della cooperativa Contatto Cemea Veneto. Il terreno racchiuso in differenti vasetti è stato portato dai ragazzi in aula: ognuno ha scelto la propria fonte, chi dall’orticello di casa, chi da una zona vicino al mare, chi dalle

I ragazzi sanno che è necessario ridurre gli sprechi, consumare meno plastica e differenziare

La terra di 1A.

piante della nonna. I ragazzi hanno disposto la terra ancora chiusa nei vasetti al centro dell’aula, osservandone colori e forma, ne hanno tracciato una carta d’identità personale prima di liberarla e distenderla su differenti teli, sprigionando piccoli gesti d’euforia infantile. Il tatto, l’olfatto e la vista si sono riattivati, avendo tra le dita piccole zolle di terriccio che i ragazzi, alla fine, hanno deciso di unire in un unico recipiente. Nel loro micromondo hanno sperimentato quello che succede nella realtà: alcune nazioni dispongono di poca terra, arida e secca; altri territori, al contrario, ne hanno maggior disponibilità ed è sensibilmente più fertile. Tra la prima e la seconda parte del laboratorio, i ragazzi si sono domandati e hanno chiesto ai genitori come s’immaginano il pianeta del futuro. Le loro risposte, positive e incoraggianti, sono state, però, giustapposte a informazioni e dati negativi, ma reali, di un presente che conta animali a rischio estinzione

re una mente libera e aperta. L’evento finale mette in mostra le riflessioni di ogni classe poi presentate al sindaco o ai genitori dimostrando che le abbiamo fatte nostre».

Sabato 18 maggio a Cadoneghe

“Consigliamoci” chiude il percorso coinvolgendo sindaco e cittadini

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ato come Consiglio comunale dei ragazzi, da cinque edizioni il “Consigliamoci” è diventato un importante punto di incontro e di crescita della comunità di Cadoneghe in cui alunni, genitori e amministrazione comunale si riuniscono per dialogare, e i bambini e i ragazzi presentano quello che hanno appreso durante l’anno scolastico a partire dai laboratori Wsa. L’evento è sabato 18 maggio alla

palestra Olof Palme; oltre a coinvolgere le classi quinte delle quattro primarie, Falcone e Borsellino, Alberti, Galilei e Zanon, quest’anno vede anche la presenza della scuola media Don Milani: «Attraverso questi progetti – racconta Annelise Squizzato, dirigente scolastico di Cadoneghe – si affrontano quei principi di cittadinanza attiva che formano il cittadino di domani, nella speranza che possano costrui-

Laboratorio in classe - Alle primarie di Cadoneghe.

Il coinvolgimento delle famiglie La World social agenda è un’occasione per educare anche mamma e papà a impegnarsi per una cittadinanza più attiva e responsabile

Con i figli genitori più consapevoli

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ome di consueto, anche quest’anno i laboratori in classe hanno previsto un momento di condivisione con le famiglie. Dopo aver formato gli insegnanti e approfondito in classe con gli studenti le tematiche di “Planet”, la Wsa ha voluto informare e sensibilizzare le famiglie degli studenti coinvolti nei laboratori. «La comunità scolastica non riguarda solamente professori e studenti – dichiara Marianna de Rènoche, educatrice di Acs, Associazione di cooperazione e solidarietà –

ma anche le famiglie, i genitori che, in sinergia con il sistema scolastico, hanno il diritto e il dovere di conoscere e condividere quanto le loro figlie e i loro figli pensano e fanno in aula. L’educazione è un processo continuo che si avvale di molteplici strumenti, che dovrebbero completarsi l’un l’altro».

Non si tratta dunque di dare semplicemente delle informazioni in più, ma di toccare le coscienze de-

o il progressivo scioglimento dei ghiacciai. Partendo da questa realtà critica, gli studenti hanno scritto e disegnato racconti personali, rilegati successivamente con copertine che ricordano i libri cartoneri argentini, che si concludono con un desiderio universale che accomuna spazi e tempi, in cui si auspica un domani a emissioni zero, sereno per le generazioni future. «I ragazzi sanno già che è necessario ridurre gli sprechi, consumare meno plastica e differenziare – spiega Chiara Candeo – per questo abbiamo deciso di far scrivere una storia, perché solo scrivendo la loro immaginazione può concretizzarsi in azioni diverse. Hanno scritto tanti verbi come aiutare, rimediare, sistemare, collaborare e la responsabilità verso la terra è un insieme di tutto questo che loro spontaneamente hanno in sé senza l’aiuto degli adulti». Perché, come diceva Andy Warhol, avere la terra e non rovinarla è la più bella forma d’arte che si possa desiderare.

gli studenti e coinvolgere le famiglie in un’educazione attiva e pronta ad affrontare e intraprendere azioni di cambiamento. Dai test sull’impronta ecologica ai questionari sullo stile di vita, da una riflessione sul futuro alla condivisione dei compiti di realtà in cui gli studenti sono chiamati a confrontarsi con il vissuto quotidiano e con il territorio che abitano: tutto ciò per dare forza e spessore a coloro che, a breve, saranno i cittadini di domani, ma che già ora possono far parte di una cittadinanza consapevole, attiva e globale.

Prendersi cura dei luoghi con un comportamento virtuoso, valorizzando le differenze sociali, anagrafiche e culturali che assieme stringono un sodalizio responsabile all’interno della società. Ecco, questo è il “Consigliamoci” che diventa azione in gesti semplici: la scuola Alberti, per esempio, interrogandosi sull’utilizzo della plastica, ha intrapreso un percorso per eliminare le bottigliette, promuovendo esclusivamente l’uso delle borracce.


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domenica 19 maggio 2019

Piccole coscienze crescono Esperienze di impegno civile dalla media Pascoli di Arzergrande alla Vittorino da Feltre di Abano Terme fino alla primaria Don Bosco di Vigodarzere

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a scuola sa che può solamente seminare, senza la pretesa di raccogliere ora e subito. Certo, le nozioni imparate in classe si possono testare con le verifiche, ma il senso civico ed etico si potrà scoprire in età matura, quando i ragazzi sapranno mettere assieme gli elementi formativi delle loro vite. Eppure a piccoli passi, già dopo le attività con Fondazione Fontana onlus, alcune classi si sono attivate nel realizzare piccoli progetti per orientare cittadini e comunità. Gli alunni della 2B della scuola media Pascoli di Arzergrande hanno realizzato un progetto dal titolo “Save the planet”, una lettera rivolta agli adulti per sensibilizzarli sul tema dello sfruttamento del pianeta: previo appuntamento, i ragazzi invitano i concittadini a scuola per una consulenza per testare la loro impronta ecologica e dare indicazioni su come migliorarla nel quotidiano. Le porte della scuola diventano scorrevoli, gli adulti imparano dai

più piccoli: «È un compito – racconta l’insegnante Laura Cavalletto – con cui adeguiamo i programmi scolastici all’attualità, parlando di pm10 e osservando ogni settimana il sito dell’Arpav. E visto l’entusiasmo e i riscontri positivi, presenteremo il progetto al concorso nazionale sull’Agenda 2030 indetto dal Miur». Coinvolgere, energia pura per mettere in moto semplici e buone pratiche, come l’esperienza delle

classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado Vittorino da Feltre di Abano Terme che, dopo aver perlustrato l’edificio e averlo mappato, hanno affisso messaggi decisi come “Non sprecare la carta” nell’area della stampante o “Spegnere la luce” lungo i corridoi. Ma perché limitarsi alle mura della scuola? Con il pretesto dello spettacolo teatrale di fine anno, questi bigliettini, con tanto di fiocco, verranno appoggiati sulle sedie degli

spettatori: «Sono frasi che dicono che non c’è più tempo per aspettare e che ognuno di noi deve fare la propria parte – spiega la docente Paola Bettini – E poi il 18 maggio sfiliamo per la città per ribadire ancora una volta la necessità di preservare il futuro». Come successo lo scorso 15 marzo per le strade del mondo che ha visto la mobilitazione non solo con i tanti cortei, ma anche con differenti iniziative. La maestra Chiara Benciolini, per esempio, ha coinvolto in un gioco all’aria aperta i suoi alunni della 2A della primaria Don Bosco di Vigodarzere, dividendoli in esseri umani e particelle di anidride carbonica: «Dall’età preistorica fino all’era industriale, i bambini che immedesimavano l’inquinamento aumentavano sempre di più non dando la possibilità di sfuggire agli altri compagni. Così hanno capito la gravità dello smog e che per liberarci da tutto questo, devono tenere sempre a mente gli impegni presi durante il laboratorio Wsa».

Gigs - Cittadini globali

Con Instagram i ragazzi “contagiano” i coetanei ad agire per il pianeta

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lobal issues global subjects, progetto di educazione alla cittadinanza globale finanziato dalla Commissione europea, sostiene la Wsa anche nei percorsi laboratoriali delle scuole secondarie di primo e secondo grado, riservando un’attenzione particolare alle azioni degli studenti. Per valorizzare le consapevolezze, per stimolarli a rivolgere lo sguardo all’esterno, esprimere riflessioni, idee, proposte

e lasciare un segno tangibile della loro presa di coscienza, Gigs ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “gener_azioni_sostenibili”.

La pagina Instagram dà visibilità ai messaggi di sostenibilità per immagini e parole creati dai ragazzi, uno strumento per diffondere, “contagiare” e invitare all’azione.

“gener_azioni_sostenibili” è la campagna sull’ambiente per educare alla cittadinanza

Spunti/1 Per la primaria

Spunti/2 Per la scuola media

Spunti/3 Per le superiori

Tra gatti, gabbiani e robot mangia rifiuti

Il delicato equilibrio degli ecosistemi

Terra madre, matrigna mai. La colpa è l’uomo

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a gabbiana Kengah, in fin di vita dopo essere capitata in una macchia di petrolio, atterra sul balcone del gatto Zorba, che si prenderà cura del suo uovo e insegnerà a volare al piccolo che nascerà. Una storia che tocca i temi dell’amore per la natura e della solidarietà. (Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Ed. Guanda, 2012). Wall-E è l’ultimo robot rimasto sulla terra dopo che gli umani l’hanno abbandonata (nel 2015!) perché invasa dai rifiuti. Si sono dimenticati di spegnerlo e lui da 700 anni continua a fare quello per cui è stato costruito: comprimere e ammassare rifiuti. Un manifesto ecologista pieno di poesia per i più piccoli. (Andrew Stanton, Wall-E, 2008).

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a natura ha davvero mille storie da raccontare, tante quanti sono i fili invisibili che collegano tra loro gli esseri viventi. Sono storie incredibili per scoprire tutti i "pasticci" combinati dagli uomini per non aver rispettato il delicato equilibrio degli ecosistemi su cui si poggia la terra (Gianumberto Accinelli, I fili invisibili della natura, edizioni Lapis, 2017). Il documentario segue l’annuale avventura dei pinguini imperatore, che per riprodursi devono compiere un lungo viaggio attraverso ambienti estremi. Maschi e femmine formano delle coppie fisse che stringono un patto d’amore, l’unica speranza di sopravvivenza per i piccoli a 40 gradi sotto zero (Luc Jaquet, La marcia dei pinguini, 2015).

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n fumetto di grande impatto che ricostruisce una delle tragedie più annunciate e denunciate della storia italiana: duemila vittime causate dall’onda gigantesca provocata dalla frana del monte Toc il 9 ottobre 1963, che scavalca la diga e travolge i paesi sottostanti (Francesco Niccolini e Duccio Boscoli, Vajont. Storia di una diga, Ed. Beccogiallo, 2013). Un maestro del cinema mondiale propone il suo punto di vista sul tema del cibo e della terra e sulle implicazioni economiche, ecologiche, sociali correlate. Dal Forum mondiale Terra madre di Tornio del 2006, un viaggio intorno al mondo per conoscere diverse esperienze legate alla terra (Ermanno Olmi, Terra Madre, 2009).

Per il clima La prima volta che Greta Thunberg, studentessa svedese di 16 anni, ha manifestato per il clima era il 20 agosto 2018. Da sola, davanti al parlamento del suo Paese. Sette mesi dopo, il 15 marzo 2019, in moltissime città nel mondo si è svolta la manifestazione pacifica che ha coinvolto oltre un milione di giovani. Anche le classi coinvolte nella Wsa hanno aderito, chi marciando, chi dedicando la giornata ad approfondire tematiche ambientali.


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domenica 19 maggio 2019

Fondazione Fontana | world social agenda Liceo scientifico Fermi I ragazzi della 1BSA sono stati sull’Altopiano di Asiago, lungo il Brenta e il Bacchiglione e nel bacino termale a Montegrotto per testare dal vivo il precario equilibrio ambientale

Ricerche sul campo sulle fragilità del territorio

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ecchie filosofie di pensiero giornalistico direbbero che i ragazzi della 1BSA del liceo scientifico Fermi di Padova hanno consumato le suole delle scarpe, un’attitudine differente dalla lezione frontale, per domandarsi e comprendere nel concreto in che stato di salute è il territorio che li circonda. Supportati dal docente Giorgio Aduso, gli studenti, suddivisi in gruppi da sei, hanno prodotto cinque inchieste per il progetto World social agenda della Fondazione Fontana onlus, interfacciandosi direttamente con gli intervistati e scegliendo con cura le persone da sentire. Taccuino e penna rimangono in soffitta, con gli smartphone hanno realizzato video e registrato i dialoghi. Un gruppo si è recato sull’alto-

piano di Asiago, due mesi dopo il dissesto idrogeologico che ha colpito il Nord Italia, per documentare i danni di un vento che ha soffiato a oltre 160 km/h isolando frazioni e disboscando migliaia di metri quadri di verde. Hanno parlato con i residenti, come il gestore di una malga o un generale in congedo del corpo forestale, e raccontato, con dati, numeri ed emozioni, la durezza di quei giorni: «Abbiamo testato la paura e l’isolamento – racconta Giorgia Varotto – È stato toccante anche per Asiago vedere la devastazione del paesaggio. Essere stati lì ci ha dato quel contatto emozionale che altrimenti non sarebbe arrivato». Altri studenti si sono focalizzati sul Brenta e sul Bacchiglione, analizzando sia la gestione delle auto-

rità preposte durante l’emergenza, sia la criticità delle aree lungofiume per la presenza di rifiuti, rivolgendo domande al sindaco di Vigonza, Innocente Marangon, a un consigliere comunale con delega alla Protezione civile e a un docente di geografia dell’Università di Padova: «Scrivere un articolo è una responsabilità – ammette Laura Berioza – è stato intenso e faticoso anche perché l’abbiamo realizzato lavorando assieme ed è stato difficile selezionare e riportare le parti più pertinenti e interessanti delle interviste».

Col loro lavoro hanno saputo provocare, come nel caso dei ragazzi che hanno lavorato sullo stato dismesso di molte strutture

alberghiere di Montegrotto Terme, i quali hanno intitolato la loro inchiesta “Non c’è posto per gli immigrati, ma per gli hotel abbandonati”. Attraverso le parole di un esperto si sono chiesti se esiste una differenza tra la qualità dell’acqua in bottiglia di plastica o del rubinetto e si sono scontrati con la pigrizia di alcuni padovani che, nonostante l’alto livello d’inquinamento dell’aria, non sono propensi a cambiare abitudini. «C’è rigidità perché non è un problema riconosciuto da tutti – racconta Sebastiano Castro – In molti non rinunciano alla propria comodità e alla macchina e questo demoralizza chi, anche se nel proprio piccolo, vuole provare a cambiare pur non vedendo miglioramenti impattanti».

WORLD SOCIAL AGENDA 2018/2019 APR.

LUG. 13 SET. SET. 2018

2018

27 SET.

10 OTT.

OTT 15 NOV. NOV. 2018

2018

30 14 NOV. DIC. DIC. 2018

2018

2018

14 MAG. MAG. 2019

2019

18 MAG.

20 MAG.

avvio progettazione

formazione staff

presentazione del progetto ai docenti con Alessio Surian

formazione docenti con Chiara Gallani

formazione docenti con Matteo Mascia, Paolo Giandon e Luisa Calimani

avvio ciclo incontri nelle classi delle scuole sec. II grado

formazione docenti con Arturo Lorenzoni e Piero Decandia

formazione docenti con Andrea Zinzani e Gianni Sbrogiò

avvio laboratori scuole primarie e sec. I grado

formazione docenti con Gianni Belloni, Mattia Bertin e Francesco Miazzi

mattinate conclusive scuole sec. II grado

incontro di formazione e valutazione percorso con Valentina Grion

Consigliamoci Cadoneghe

premiazione Concorso Planet

2018

2018

2018

2019

2019

Wsa, un percorso per le scuole che dura un anno La Wsa ha un’articolazione annuale: si avvia a settembre con la presentazione del progetto, a cui fa seguito il ciclo di incontri di formazione per gli insegnanti. Tra dicembre e aprile si svolgono i laboratori nelle classi delle scuole primarie e medie: due incontri di due ore in ogni classe coinvolta. Tra ottobre e maggio si sviluppa anche il percorso delle scuole superiori: per l’edizione “Planet” sono stati organizzati tre incontri in ogni classe, il primo a cura dello staff Wsa, il secondo a cura del giornalista Gianni Belloni sulle modalità di realizzazione di un’inchiesta, e l’ultimo a cura dello staff Wsa e Gigs per raccogliere le idee di sostenibilità delle classi. In parallelo, le classi hanno svolto e pubblicato le inchieste, e hanno prodotto materiale video. Dalla fine di aprile si sono svolti i momenti finali nelle sette scuole superiori partecipanti a questa edizione di quest’anno, coprogettati con docenti e studenti, in cui sono i ragazzi i protagonisti.

Liceo scientifico Cornaro Tre classi dietro la telecamera con l’aiuto di Marco Zuin e “in onda” nella giornata conclusiva della Wsa

Tre tg in risposta al grido d’allarme del pianeta

C

hi sa che l’acqua che beviamo dal rubinetto è obbligatoriamente controllata una volta al giorno dall’acquedotto secondo 78 parametri, mentre le aziende che producono acqua in bottiglia monitorano solo 38 parametri una volta l’anno? È una delle tante informazioni estrapolate dai tre telegiornali, montati dal regista Marco Zuin e realizzati dalle classi 2DS, 4AA e 4BA del liceo scientifico Alvise Cornaro di Padova che li hanno presentati, venerdì 3 maggio, durante la giornata conclusiva del percorso Wsa. Seguendo la struttura classica del

notiziario, i ragazzi sono partiti dal loro quotidiano per chiedersi se la società stia rispondendo al grido d’emergenza che l’ambiente da diversi anni sta lanciando: è vero che la cementificazione si è impadronita di oltre il 12 per cento del suolo Veneto? E perché non è possibile mettere pannelli fotovoltaici sul tetto della scuola? All’ex cartiera di Roncajette che futuro possiamo dare? Sono domande per capire e risposte per agire concretamente, come i loro progetti per invogliare docenti e gli altri studenti a fare la cosa giusta partendo dall’ambiente scolastico. Con “Breakeco”, per

esempio, si vuole esortare la direzione a rimuovere i distributori di bottigliette di plastica per far spazio alle colonnine con i boccioni. E per incentivarli a crederci sempre, Lucio Brotto di Etifor, spin-off dell’Università di Padova che valorizza la gestione responsabile della natura, ha consegnato ai ragazzi tre alberi che verranno piantati in città secondo il programma WowNature. Un premio promosso dal progetto europeo Gigs insieme alla Wsa e rivolto a tutti i ragazzi che hanno partecipato alla Wsa, perché loro sono il polmone verde del domani.

Fermo immagine - Da un tg dei ragazzi.


VII

domenica 19 maggio 2019

Educare alla cittadinanza/3

«Educare alla cittadinanza globale vuol dire fondare il dialogo educativo su valori e atteggiamenti che possono essere condivisi all’interno di un mondo complesso e in cambiamento». Viviana Benetazzo, docente del Liceo Curiel.

Educare alla cittadinanza/4

Per i docenti Sette incontri da settembre 2018 fino a maggio di quest’anno

A scuola di ambiente

Il percorso formativo proposto dalla World social agenda ha coinvolto anche gli insegnanti, aiutandoli nello sforzo che portano avanti per educare alla sostenibilità ambientale

D

a settembre 2018 a maggio 2019, un centinaio di insegnanti di tutti gli ordini e gradi ha seguito un percorso formativo dedicato alla scoperta o riscoperta di alcuni aspetti dell’assai noto tema della sostenibilità ambientale. Presente nella scuola come uno dei principali filoni formativi ed educativi, da decenni la sostenibilità ambientale e l’educazione all’ambiente la fanno da padrone. È l’attivazione di atteggiamenti di conoscenza e cura verso la natura l’obiettivo principale delle proposte più consolidate. A rinforzo di quanto già presente nella scuola, il percorso formativo presentato dalla World social agenda ha voluto orientare l’attenzione dei docenti verso il territorio inteso come un’opera d’arte, la più straordinaria che l’uomo sia stato in grado di realizzare. Il territorio è stato smontato in alcune delle sue componenti e analizzato come esito di un progetto, frutto di una serie di scelte compiute a partire dalle risorse a disposizione (terra, aria,

acqua, energia), dal potere che le deve gestire, dalle strategie per ottenere il risultato voluto e quindi dagli uomini e dalle donne che lo hanno in cura. A partire da questa impostazione sono andati costruendosi gli incontri formativi pensati in modo da essere da un lato espressione della complessità della questione trattata e dall’altro specchio del vissuto quotidiano, alla scala globale, locale e scolastica.

Il percorso è stato accompagnato da una pluralità di voci: Alessio Surian (Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata dell’Università di Padova), Chiara Gallani (assessore all’ambiente del Comune di Padova), Paolo Giandon (Arpa Veneto), Luisa Calimani (associazione Città amica e forum Salviamo il paesaggio), Matteo Mascia (Fondazione Lanza), Mattia Bertin (Iuav), Francesco Miazzi (movimento civico Cambiamo aria), Gianni Belloni (Lies),

Arturo Lorenzoni (Dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Padova e vicesindaco del Comune di Padova), Piero Decandia (Legambiente), Andrea Zinzani (Università di Bologna e Università di Manchester), Silvana Sartori (comitato provinciale 2 SI - comitato Acqua bene comune di Padova), Valentina Grion (Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata dell’Università di Padova). Gli insegnanti che hanno portato la loro esperienza sono Monica Dario, Elisabetta Gonzato, Gabriella Balbo, Cristina Prendin, Luisa Mattia, Giovanna Rizzato, Maria Luisa Rischitelli, Claudio Fanton, Fabiana Nardin e Giovanni Donadelli. Sette incontri per un totale di quattordici ore di formazione realizzate anche grazie alla collaborazione della sezione veneta dell’Associazione italiana insegnanti di geografia – che ne ha certificato la validità in quanto organismo riconosciuto dal Miur – e dell’Ufficio scuola della Diocesi di Padova.

Pianeta sostenibile 400 studenti delle superiori ideatori di campagne per la sostenibilità

Un concorso, tante ottime idee

I

la risoluzione di problemi, costruire e verificare ipotesi, individuare fonti e risorse adeguate, raccogliere e valutare i dati, proporre soluzioni, comunicare. Anche se difficili da verificare, queste competenze sono emerse in modo chiaro nel lavoro presentato alla giuria del concorso: Chiara Gallani (assessore all’ambiente del Comune di Padova), Benedetta Castiglioni (docente di geografia dell’Università di Padova), Piergiorgio Cattani (giornalista e scrittore di Unimondo), Stefania Cavallaccio (coordinatrice di progetto Global issues – Global subjects/Ue) e Daniela Callegaro (Banca Etica). Tutte le classi partecipanti hanno

Lavori multimediali

Blog e video per 80 inchieste ambientali

L

a World social agenda quest’anno ha messo gli studenti di fronte a una sfida notevole: realizzare delle vere e proprie inchieste ambientali. Una sfida che i ragazzi hanno raccolto e sviluppato in tutte le sue fasi: la scelta e l’approfondimento dei temi da trattare, la ricerca sul campo, il dialogo con interlocutori significativi. Ognuna delle sedici classi partecipanti è stata suddivisa in cinque gruppi; a ognuno di essi è stato affidato un tema tra territorio, terra, acqua, aria, fuoco/energia. Il lavoro che hanno svolto non solo ha permesso loro di acquisire nuove conoscenze, ma ha soprattutto supportato la formazione di competenze fondamentali nella vita futura di cittadini responsabili: ad esempio, la conquista di maggiore autonomia e l’assunzione di responsabilità nello svolgimento di attività in gruppo, la curiosità e l’apertura verso la realtà che li circonda. I gruppi sono stati poi invitati a pubblicare le loro inchieste, sotto forma di articolo giornalistico corredato da un’immagine, su un blog appositamente creato per loro dalla Wsa. Il materiale pubblicato – ottanta inchieste – rivela la ricchezza, la diversità e la profondità delle ricerche svolte, che hanno spaziato dal problema dei Pfas all’inquinamento in generale, dalle energie rinnovabili alla gestione dei rifiuti, dagli effetti del ciclone Vaia sull’altopiano di Asiago alla riqualificazione di alcuni fabbricati abbandonati come l’ex seminario a Tencarola. Agli studenti è stato, inoltre, richiesto di videoregistrare le interviste e i luoghi investigati, e di realizzare un video di classe in cui uno o più conduttori introducessero le inchieste prodotte. Attraverso un sapiente montaggio, dagli oltre 720 minuti di girato prodotti dagli studenti il regista Marco Zuin ha ricavato sedici tg di classe, in cui i ragazzi, nei panni di veri e propri giornalisti, guidano attraverso le criticità della gestione del territorio che ci circonda. https:// worldsocialagenda2019.wordpress.com

Formazione - Un centinaio gli insegnanti coinvolti.

l concorso “Pianeta sostenibile” è stato presentato alle scuole secondarie di secondo grado come l’ultima fase del progetto Wsa. 400 studenti hanno elaborato campagne per la sostenibilità territoriale. I principali obiettivi dell’iniziativa sono stati la diffusione della cultura della sostenibilità nell’ottica della cittadinanza responsabile e l’educazione al territorio attraverso la realizzazione di progettualità concrete. Tra le competenze da sviluppare sono state ritenute le più pertinenti da raggiungere: progettare utilizzando le conoscenze, valutare vincoli e possibilità, definire strategie di azione, familiarizzare con

«È un elemento di orientamento del percorso educativo. Ci invita a cogliere le domande che nascono dagli studenti e ci permette di creare condizioni di ricerca». Alessandra Bernardi, docente dell’Ipseoa Pietro d’Abano.

vinto per il solo fatto di aver maturato l’idea che la sostenibilità è responsabilità di tutti. Dalla collaborazione con diversi partner sono nati anche i premi di questo concorso: un laboratorio didattico “I droni e i nuovi scenari lavorativi” al museo di geografia dell’Università di Padova per il primo classificato; una visita guidata all’Orto botanico dell’Università di Padova per il secondo e un’attività laboratoriale a Cà Sana, centro culinario, sociale e culturale per il terzo. La premiazione ufficiale sarà lunedì 20 maggio nella sede di Banca Etica in via Tommaseo, in sala Peppino Impastato. (S. B.)


VIII

domenica 19 maggio 2019

Fondazione Fontana | world social agenda

Da Planet a People: persone al centro il prossimo anno

T

erzo di cinque. Quello che inizierà a settembre 2019 è il nuovo ciclo del progetto quinquennale della World social agenda dedicato allo sviluppo sostenibile e iniziato nel 2017 con un’annualità centrata sul partenariato, la partecipazione e la comunità (Partnership) alla quale ha fatto seguito il lavoro sul pianeta e la sostenibilità territoriale (Planet) che si sta concludendo in questi giorni. Per il terzo anno di attività, People sarà la terza “P” al centro del terzo tentativo di diffondere la cultura della sostenibilità e il gusto della cittadinanza attiva e responsabile. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, documento di riferimento, ribadisce che «è tempo di agire per le persone» e di perseguire «un mondo di rispetto universale per i diritti umani e per la dignità umana, il ruolo della legge, della giustizia, dell’equità e della non-discriminazione». “People” significa mettere davanti a ogni cosa le persone e al

centro i diritti umani, in particolare delle donne e dei gruppi più vulnerabili a prescindere da genere, età, status sociale, grado di educazione, appartenenze religiose, politiche. Parole chiave del percorso saranno fragilità e inclusione, punto di partenza e processo per avviare un pensiero sul ruolo che ognuno di noi può esercitare su un sistema sociale che tende invece a escludere o respingere ciò che è ritenuto

Il progetto mira a decostruire gli stereotipi

diverso, debole, altro da noi. La convinzione di fondo è che ognuno viva una condizione di fragilità più o meno evidente o di “non ancora fragilità”. È in termini di opportunità di accesso che si misurano le disuguaglianze e il lavoro che ci si prefigge di fare è quello che ci aiuterà a scoprire il ruolo che ciascuno può avere nel ridurre queste disuguaglianze. A scuola, nello sport, nei servizi alla salute, nelle relazioni di genere, nei contesti di socializzazione ogni uomo, ogni donna – così com’è, a partire dalla sua unicità – dovrebbe poter trovare spazi di riconoscimento, legittimazione e accoglienza per esprimere la sua presenza. Disabile, povero, migrante, rifugiato, ecc. sono solo condizioni, talvolta etichette sotto le quali si celano invece storie di persone, biografie che meritano il loro posto nel mondo. Il progetto “People” mira a decostruire le etichette e riposizionare la persona e la sua storia al centro della complessa vicenda umana.

Banca Etica Nata a Padova nel 1999 Banca Popolare Etica è l’unico istituto di credito in Italia che opera interamente secondo i principi della finanza etica: trasparenza, partecipazione, sobrietà, efficienza, attenzione agli impatti sociali e ambientali dei finanziamenti erogati. In campo ambientale vengono privilegiati il risparmio energetico e l’energia pulita e questo impegno si concretizza anche in specifici prodotti di finanziamento per l’efficienza e l’utilizzo di fonti rinnovabili. Banca Etica ha deciso di stabilire il suo quartier generale nella zona della stazione di Padova per contribuire alla rigenerazione urbana e sociale dell’area. La sede rispetta i più rigorosi criteri dell’architettura bioecologica, tra cui il riciclo delle acque piovane e l’uso di isolante termico di tipo “fibrolegno” da silvicoltura sostenibile. I pannelli fotovoltaici coprono il 93 per cento del fabbisogno di energia elettrica della struttura. Per maggiori informazioni: www. bancaetica.it

Morocolor Italia

Rispetto per l’ambiente, impegno per il futuro dei bambini

I L’azienda riutilizza gli scarti, sceglie materiali riciclabili e partecipa a programmi di riforestazione

PATROCINIO

CONTRIBUTO

AREA VENETO

Global Issues - Global Subjects è un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea.

PARTNER

COLLABORAZIONI AIIG VENETO / FONDAZIONE LANZA / WOW NATURE POWERED BY ETIFOR / EXPOSCUOLA / OUTLINE / ARPA VENETO UNIVERSITÀ DI PADOVA / ASSOCIAZIONE CITTÀ AMICA / FORUM SALVIAMO IL PAESAGGIO / LEGAMBIENTE PADOVA COMITATO ACQUA BENE COMUNE / MOVIMENTO CIVICO CAMBIAMO ARIA

l rispetto dell’ambiente è un dovere di tutti. Morocolor Italia, che produce colori per bambini, ha lo sguardo rivolto alle prossime generazioni in modo particolare e ora che sono i ragazzi ad affollare le piazze in difesa del pianeta il cerchio si chiude. Non è sempre facile, ma ridurre sprechi e inquinamento è una sfida in cui crediamo e in cui vogliamo riuscire. Il nostro desiderio è che il marchio “Primo” sia riconosciuto anche per questo. Dal 2010 lo stabilimento funziona a energia solare ed è illuminato a led. S’impiega un attento sistema di riutilizzo degli scarti e i residui di materie plastiche vengono macinati e ceduti ad aziende specializzate, che li riciclano. Si pone grande cura nello scegliere materiali riciclabili per le confezioni che spesso si possono riutilizzare per altre funzioni. Dal 2018 Morocolor partecipa a programmi di riforestazione e per il futuro la sfida è di utilizzare sempre più materie prime a basso impatto ambientale. Costi e sforzi non sono lievi, ma una produzione ecologicamente sostenibile è l’unico modo per contribuire a quello che i ragazzi chiedono, e che i bambini, i clienti più esigenti, devono ricevere: un pianeta con un futuro. E se il futuro è a colori, è proprio come deve essere!


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